Come organizzare una gita
1. La prima cosa che devi fare è la scelta del luogo di destinazione di una gita. Può essere una città
d'arte, un santuario, un sito archeologico, una capitale europea, una città di mare o una di
montagna. Devi però mettere insieme un numero minimo di partecipanti.
2. Poi devi contattare eventuali ostelli, hotel, presenti sul luogo della destinazione o nelle vicinanze.
Chiedi un preventivo, ma ricorda che non devono essere troppo distanti dai siti da raggiungere
(che siano musei, scavi, basiliche, grotte).
Comincia a fare un resoconto e vedi la spesa che devi sostenere per ciascun partecipante.
3. Stabilisci la quota individuale e poi scegli la data della partenza. Di solito il primo giorno si usa una
colazione al sacco, da consumare durante il viaggio. Poi ti consiglio di andare in posti dove c'è il
trattamento di pensione completa o di mezza pensione e in alberghi di almeno due stelle.
Assicurati che ogni viaggiatore sia trattato con riguardo e con gentilezza.
Organizza soste adeguate durante il tragitto, in base alle esigenze dei viaggiatori.
Organizzare un viaggio On The Road.
State organizzando un viaggio in moto? Magari siete anche un pò titubanti?
Fare le vacanze in moto è un’esperienza bellissima che tutti possono fare, anche con il motorino.
Che si tratti di un weekend o di un’intera vacanza, occorre un minimo di organizzazione per far sì
che il viaggio non si trasformi in un incubo.
è opportuno organizzarsi in tempo, per evitare dolori muscolari, vestiti fradici e ...di rimanere a
piedi.
Senza la dovuta preparazione può diventare un tour de force di vestiti fradici e natiche distrutte.
Un viaggio in motocicletta inizia molto prima di mettersi in sella.
Quelli che seguiranno in questo e nei prossimi post sono dei semplici consigli per svignarcela sulla
nostra due ruote sufficientemente organizzati per goderci un bella avventura senza troppe
preoccupazioni.
Perché un viaggio in moto all’insegna dell’avventura si riveli un successo, deve essere preparato
con cura. Niente deve essere affidato al caso se si desidera che l’avventura on the road sia
all’altezza delle aspettative e che non si tramuti invece in una spiacevole esperienza.
L'immagine classica del motociclista è quella del viaggiatore. Da “Easy Rider” in poi l’idea di moto
richiama orizzonti lontani e vite da vivere con l’intensità di un sorso di whiskey. E' questa mitologia
ad avvicinare molti al mondo del motociclismo e non è un caso se le moto che trasmettono un
senso di avventura siano le più vendute. Organizzare un viaggio senza cadere in alcuni classici
errori capaci di rovinarlo, però, richiede un pizzico di esperienza.
Il viaggio è per molti un sogno da realizzare, un’esperienza che rievoca le immagini dei film
americani: la famosa “Route 66” da percorrere in moto e giornate all’avventura passate ad
esplorare luoghi lontani ed estremamente emozionanti.
Da dove si inizia ad organizzare un viaggio vacanza?
Questo tipo di avventura non ha un iter standard da seguire, i viaggi possono essere totalmente differenti
se, ad esempio, decidiamo di svolgerli in moto, in Europa anziché in USA.
Tuttavia esistono molte accortezze che un responsabile viaggiatore dovrebbe seguire per prepararsi al
meglio a questo tipo di vacanza. Vediamole.
Per prima cosa è importante scegliere la meta da raggiungere tenendo in considerazione le caratteristiche
delle aree che si vogliono visitare: molti luoghi infatti sono particolarmente estesi da necessitare di molte
ore di guida per essere attraversati, altri sono isolati per centinaia di miglia e potrebbe essere un problema
se non si fa attenzione al rifornimento di carburante in modo preventivo.
Seconda scelta da fare è il periodo del viaggio. Valuta il tempo che avete a disposizione e cerca di informarti
sulle condizioni meteo del luogo che andrete ad attraversare in quel periodo dell’anno. In alcuni paesi le
stagioni sono molto diverse dalle nostre e un mese perfetto come quello di Agosto potrebbe essere
inagibile altrove.
Successivamente organizza l’itinerario in modo minuzioso: cartina alla mano, scegli il percorso da fare, le
soste nei motel o alberghi della zona e gli orari in cui ripartire.
Pensa anche a tutto ciò di cui potreste aver bisogno durante il viaggio.
Prenotate online le vostre notti nelle strutture e ricordatevi di portare con voi tutti i riferimenti degli
alberghi in cui andrete, in caso di necessità.
E’ il momento di pensare al viaggio vero e proprio: in questa fase ci si occuperà di scegliere una polizza di
assicurazione per il viaggio e in alcuni paesi come ad esempio gli Stati Uniti é molto importante anche
l’assicurazione sanitaria.
le vacanze in moto
Come partiamo? - Anzitutto sfatiamo un mito, se negli anni ’60 si arrivava a Capo Nord in Vespa, oggi come
oggi qualunque motocicletta può diventare un mezzo da vacanza. Detto questo, le categorie di moto
progettate appositamente per il turismo sono tre: le Custom o Cruiser, le Sport Touring. Tra le tante noi
preferiamo l’ultima categoria, sono moto comode, capaci di un buon carico e possono muoversi con agilità
anche una volta arrivati sul posto.
Con chi partiamo? - La compagnia del motociclista è la sua moto, con la strada testimone della loro unione,
ma volendo avere anche qualcuno con cui fare due chiacchiere spesso ci si organizza con altri motoamici e
una compagna in carne ed ossa, che viene comunemente definita “zavorrina”. Come per ogni altra vacanza
in compagnia è importante che tutti siano d'accordo sui punti fondamentali.
Valutate bene l'attitudine al sacrificio dei vostri compagni di viaggio ed il fatto che sappiano cosa stanno
facendo. E' straziante trovarsi a fare tutta la vacanza con qualcuno che si lamenta dalla mattina alla sera: la
vacanza insieme è un banco di prova severo per ogni amicizia, in moto molto peggio.
La pianificazione – Lo strumento indispensabile per la programmazione di un viaggio è internet, anzitutto
grazie alla nostra fenomenale guida che state leggendo, poi consultando i siti degli enti turismo, degli
alberghi o dei camping. Grazie a Street View si possono scegliere, percorrendole in maniera virtuale, le
strade che faremo. Chiedere consigli di viaggio online ormai è una pratica molto diffusa, ma sui forum si
scade spesso in polemiche e questo non li rende attendibili al 100%. I report ed i blog personali dei
viaggiatori, al contrario, sono spesso ben fatti e documentati. Un grande aiuto lo possono ancora dare le
guide. I grandi classici sono la Lonely Planet e la Routard. Oltre a dire cosa visitare, cosa mangiare, dove
dormire, forniscono anche qualche rudimento di cultura dei luoghi.
Non perdete la bussola - Una volta decisa la meta del nostro viaggio, la regina dei viaggi in moto è
sempre stata la cartina, ma il progresso incalza ed i navigatori sono sempre più diffusi e funzionali.
Senza voler investire denaro in uno strumento apposito, anche la gran parte degli smartphone
offre ottimi sistemi di navigazione. Se tra le due filosofie c’è una certa rivalità, noi crediamo che il
giusto sia nel mezzo. Il satellitare ti sa dire come andare in un posto, ma non dov’è il posto e dove
sei tu, quindi un utilizzo congiunto è la soluzione migliore: una cartina per pianificare il viaggio e le
eventuali (bellissime) deviazioni, il navigatore da utilizzare per non fermarsi a chiedere.
Quante strade – la lunghezza delle tappe è il classico errore del motociclista alla prima avventura.
Abituati ad andare in auto si arriva a pianificare distanze di 500 o 600 km al giorno. Questo è
sbagliato per tre motivi fondamentali:
1) un viaggio deve essere rilassante, coprire una distanza eccessiva porta a distruggere fisicamente
chi viaggia in moto e la vacanza diventa uno stanco trascinarsi dalla sella alla camera d’albergo.
2) ridurre le distanze, e quindi le ore in sella, regala ai viaggiatori la mattinata e la serata libera di
ogni giorno di viaggio, per visitare il luogo in cui abbiamo fatto tappa, per uscire a mangiare
qualcosa o semplicemente fare una passeggiata.
3) uno dei vantaggi del viaggio via terra è la possibilità di improvvisare l’itinerario, di cambiare
strada e magari passare per qualche posto che alla partenza non avevamo previsto. Non dover
rispettare tabelle di marcia militari ci consentirà sorprendenti deviazioni. La distanza giornaliera,
secondo noi, deve essere di circa 200 - 220km.
il bagaglio per un viaggio in moto
Il tempo scorre e il pensiero più ricorrente è “cosa metto in valigia?!”. In realtà chiamare valigia le borse
laterali di una moto è un eufemismo: immaginate di infilare il vostro guardaroba in un astuccio della Scout,
quello che aprivate fieri ed orgogliosi sul banco della seconda elementare.
Forse per scoprire cosa è veramente minimal e necessario nel mio armadio dovrò fare il gioco del “Chi butti
giù dalla torre?” ed infilare nella borsa il primo sopravvissuto, poi il secondo e così via. Potrebbe essere una
buona soluzione. Potrei anche vestirmi a strati per portare via più cose. Potrei spedire un cargo battente
bandiera Liberiana che trasporta le mie scarpe fino al porto di Bastia. Potrei anche assumere uno sherpa
che mi segue a distanza con il vestiario eccedente.
Data la mia list addiction finirò per contare i giorni di viaggio, associare pantaloni con canotte che stanno
bene a rotazione, piegare i costumi come origami in modo che non occupino spazio.
Sono bravo a fare le valige. Però per una volta mi piacerebbe davvero andare un pò a caso e farmi 10 giorni
stile barbone.
Che mi metto? – Viaggiando in moto capita di passare molte ore al giorno sul mezzo, quindi conviene
favorire la comodità, ma in viaggio anche una banale scivolata può metterci in difficoltà a migliaia di km da
casa e rovinarci la vacanza. Per questo esistono sul mercato innumerevoli soluzioni tecniche di giacche e
pantaloni tecnici estivi, ampiamente traforati, che mantengono un buon livello di protezione. Scegliete un
giubbotto che abbia uno strato estraibile in modo che possiate usarlo sia di giorno sia di sera. Meglio se ha
anche uno strato impermeabile.
Il colore che va per la maggiore nell’abbigliamento tecnico è il nero, noi ci permettiamo di dissentire:
tre o quattro ore in moto in autostrada sotto il sole di Agosto vestiti di nero e con il casco in testa sono una
tortura. Meglio una tenuta grigia o comunque chiara. Stesso discorso per le calzature, nello sceglierle
pensate che le avrete addosso per gran parte della giornata, quindi protezione si, ma sempre con un occhio
alla comodità. Mai dimenticare i guanti, ne esistono di estivi completamente traforati ma comodi e
protettivi. Sarebbe consigliabile investire qualche euro in una banale tuta antipioggia, che potrete utilizzare
anche al ritorno dal viaggio.
L’abbigliamento tecnico, composto da tuta di pelle e stivali, è obbligatorio per chi viaggia in moto. Non solo
ne tutela l’incolumità in caso di cadute o incidenti, ma la pelle della tuta ha la facoltà di bloccare l’aria che
può causare disidratazione e al contempo, favorisce la traspirazione.
Ma noi preferiamo i jeans.
Al fine di prevenire il fastidioso mal di schiena che spesso colpisce chi percorre molti chilometri in moto, è
utile indossare una fascia elastica che aiuti il busto a mantenere una posizione corretta.
Per quanto concerne tutti gli altri capi di abbigliamento da portare in viaggio, è meglio se sono essenziali e
funzionali al contempo.
Consiglio vivamente ai principianti di non risparmiare mai sull’acquisto delle protezioni quali casco, giubbotto e
guanti. Sono le uniche cose che servono realmente a farci portare a casa la pelle in caso di necessità.
Comprate sempre attrezzatura che presenti il marchio d’omologazione CE.
Non occorre necessariamente spendere tanto investendo nelle grandi firme di settore.
Guanti: compratene un paio di modelli, leggeri e imbottiti, per non essere impreparati alle basse temperature.
I sottoguanti costano poco e sono comodi e igienici: prendete anche quelli.
Se vi avanza qualche euro, investitelo in un paraschiena integrale e in un paio di stivali.
Gli stivali sono scomodi per le passeggiate ma, dato che ormai siete vestiti da veri motociclisti, se ne avete la
possibilità, acquistateli. Anche le protezioni per le ginocchia non sarebbero una cattiva idea.
In generale: non lesinate sulle protezioni, senza le adeguate precauzioni anche una caduta da fermi può farvi
concludere bruscamente il viaggio con qualcosa di rotto.
Lo stesso discorso, ovviamente, vale anche per il passeggero.
Infine: cosa fare in caso di pioggia e freddo?
Questi due flagelli sono i principali responsabili del pessimo esito di un viaggio motociclistico (e non) ma per
fortuna possiamo prepararci adeguatamente.
Anche se il meteo millanta giornate afose e senza nuvole, il maltempo e il gelo sono sempre in agguato.
Lo strato termico del giubbotto sarà già di grande aiuto ma occorrerà integrarlo con una maglia termica.
I capi sintetici vanno benissimo: sono economici e occupano poco spazio nella borsa. In qualunque
Decathlon potrete farne incetta senza spendere troppo. Anche il paraschiena vi proteggerà molto dal
freddo dato che è comprensivo di una fascia che copre la pancia. Tenete conto della stagione in cui partite
e delle altitudini che incontrerete sul vostro percorso, in caso portate anche una calzamaglia e uno strato in
più sotto il giubbotto.
Se il viaggio sarà lungo, dovrete essere preparati perché potrebbe capitarvi di fare escursioni tra i tornanti
di montagna o di dover viaggiare di notte.
Portate anche un buon paracollo e un passamontagna, non ve ne pentirete.
Per la pioggia, se è leggera/breve, vi basterà un normalissimo K-Way ma, se dovrete affrontare lunghe
tappe obbligatorie, è consigliabile una tuta impermeabile intera. Dovrete contorcervi come degli
indemoniati per indossarla ma una volta indossata vi proteggerà meglio.
Nessuna tuta, purtroppo, vi terrà asciutti per molto tempo, soprattutto se si tratta di pioggia intensa. In
caso di diluvio, a malincuore, vi dovrete fermare per una sosta d’emergenza.
Inutile proseguire rischiando uno scivolone o un’influenza, no?
Non portarsi dietro molti vestiti, che rendono i bagagli alquanto scomodi. Non dimenticate cartine,
documenti, attrezzi per la moto, olio motore ( per rabboccare il livello saltuariamente), grasso per la catena
da ingrassare ogni 1.000 Km, e la bomboletta di Fast, per gonfiare la ruota in caso di foratura e poter
percorrere altri 100 km fino al gommista di fiducia. Le chiavi di scorta della moto e dei vari lucchetti e
catene sono da tenere rigorosamente separate dalle copie originali.
Non dimenticate tutti i documenti della moto (assicurazione, bollo, revisione e libretto di circolazione) e i
vostri personali (carta d’identità o passaporto) abbinati a una fotocopia degli stessi, da tenere separati dagli
originali.
Il casco – aperto e spesso senza visiera - Il modulare è un must per ogni mototurista, ma non fa per noi,
non ci sentiamo in sintonia con la moda, il casco apribile consentirebbe la protezione di un integrale con il
vantaggio di poterlo tenere aperto ogni tanto per guardare bene il panorama e respirare un pò.
Mentre sarebbe opportuno che il casco abbia la visiera parasole.
Gli occhiali vanno benissimo una
volta scesi dalla moto, ma in viaggio è più pratica una visiera da alzare ed abbassare secondo la necessità
(tunnel, sole al tramonto etc…). La moda del momento ama i caschi neri opachi, noi li sconsigliamo
vivamente. Nei lunghi viaggi capita spesso di fare lunghe strade dritte senza ombra, con il sole che picchia
sempre dallo stesso lato, se dopo mezz’ora al sole un casco scotta le dita a toccarlo, figuriamo a tenerci
dentro la testa. Il casco ideale da turismo, quindi, è bianco o grigio chiaro. La solitudine del biker nel suo
casco è sicuramente una forma di meditazione zen, ma al mondo c’è anche chi non riesce a stare senza
musica, senza rispondere al telefonino o senza la voce della propria compagna costantemente nelle
orecchie, alcuni accessori per caschi danno la possibilità di connettersi al navigatore, al cellulare, ad un
lettore MP3, di parlare con il passeggero o con l'amico sull'altra moto.
Attrezzare la moto – Optare per un bagaglio intelligente - E’ altamente consigliabile equipaggiare la moto
con il trittico di bauletti, ce ne sono di varie tipologie e prezzo. Nello sceglierli, però, valutate pesi e volumi
stivabili rispetto al carico massimo consentito della moto. Non sempre la borsa più grande è la migliore: un
peso eccessivo al retrotreno può sbilanciare il mezzo. Oltre ai bauletti una borsa serbatoio consente di
riporre tutte le cose che devono essere a portata di mano e la cartina o il navigatore nella tasca trasparente.
Un buon aiuto può essere il borsello da gamba, simile alle fondine dei cowboy. Per ultimo, è senz’altro utile
dotare il mezzo di una presa di corrente tipo accendisigari per il cellulare o il navigatore, che può essere
agganciato al manubrio con delle staffe dedicate o universali Attenti a non dimenticarlo.
Infine si passa alla verifica del bagaglio, eliminando tutto ciò che è superfluo. Un carico eccessivo renderà
poco agevole la guida e meno piacevole il viaggio.
Le borse rigide dispongono di serrature che consentono di non dover costantemente tener d’occhio la
moto durante le brevi soste. Di contro però aumentano il volume del mezzo rendendolo meno agile nel
traffico. Le borse morbide invece sono poco ingombranti ma non dispongono di serrature. Vantano però un
prezzo decisamente più accessibile delle altre.
La filosofia – Abbiamo affrontato per ultimo l’argomento centrale del viaggio in moto, cioè lo spirito con il
quale affrontarlo. Viaggiare in moto non è spostarsi da un posto all’altro e basta, somiglia più ad una lunga
passeggiata. Se a piedi guardiamo le vetrine, ammiriamo un monumento, gettiamo lo sguardo su una bella
ragazza (o un bel ragazzo, ovviamente) in moto dobbiamo fare lo stesso. Viaggiare così consente di immergersi
nella realtà mentre la si attraversa, apprezzare le mode di un paese straniero, sentirne la lingua, gli odori. Il
mototurista navigato sa perfettamente che la sua moto attirerà gli sguardi e spesso i complimenti di qualcuno.
In compenso dobbiamo mettere in preventivo una certa scomodità, dover rispettare delle piccole tabelle di
marcia, potersi portare appresso un bagaglio ridotto. Nulla di grave, chiaro, ma cose alle quali bisogna essere
preparati mentalmente.
In conclusione – La moto non è un mezzo di trasporto, ma una filosofia di viaggio. Le dotazioni tecniche sono
utili, ma l’unica cosa indispensabile, che non si compra e non si vende, è lo spirito del viandante. Quella
predisposizione d’animo che, quando viaggi, ti fa guardare non solo avanti a te come un asino con i
paraocchi, ma anche ai lati e dietro e sopra e sotto. Se dentro di voi avete questo non vi servirà il navigatore
e nemmeno il casco bluetooth. Vi basterà una moto ed una destinazione, a metterle insieme sarete voi così,
naturalmente, come il primo uomo della storia che si incamminava sulla sua prima strada.
Prima di partire
scegliere la meta
Ora che siamo pronti a tutto, possiamo decidere la nostra destinazione e iniziare a organizzare il nostro viaggio
in moto. Inutile dirvi che il web è strapieno di itinerari più o meno lunghi che potrete prendere come spunto da
cui partire. Se volete semplicemente fare una gita fuori porta in giornata o un weekend lungo non avete che da
saltare in sella alla vostra moto con uno zainetto, o meglio una borsa da serbatoio, e tanta voglia di guidare.
Ma se volete intraprendere un vero Viaggio bisognerà organizzare bene le tappe così da non distruggervi le
chiappe.
Le mete sono tante e tutte entusiasmanti, ma non sempre si ha la possibilità di investire il tempo necessario
per godersi il viaggio senza stancarsi troppo.
Dall’Italia è piuttosto facile visitare i paesi del Mediterraneo europeo e africano. Volendo scegliere destinazioni
oltremare, però, occorre considerare che serviranno dai due ai quattro giorni di traghetto per iniziare a
mettere le ruote sull’asfalto.
Un viaggio in Europa è sicuramente più semplice e immediato da organizzare: non servirà prenotare traghetti,
sottoscrivere assicurazioni o rinnovare il passaporto. Inoltre, non dovrete portarvi nei bagagli tutti i ricambi e
gli accessori per la manutenzione della moto. L’Europa offre la comodità dei servizi e viene incontro alle
esigenze di chi vuole esplorare i paesaggi e le bellezze artistiche del vecchio continente senza troppi pensieri.
L’Africa, invece, ha bisogno di molta più preparazione e, anche se attraverserete paesi dove il costo della vita è
molto basso, potreste spendere più di un viaggio in Europa. È inutile dirvi che le mete africane sono incredibili
sia per i paesaggi sia per i luoghi e le persone che potrete incontrare. Un viaggio in Africa è sempre
un’avventura indimenticabile ma impone scelte, soprattutto per mangiare e dormire, a cui non tutti vogliono
sottostare.
In questa guida prenderemo in esame un viaggio di due settimane attraverso la Spagna, ma i medesimi consigli
potranno benissimo essere applicati a viaggi di una sola settimana in Francia o in Svizzera, per esempio,
anch’esse ottime mete motociclistiche.
Dell’organizzazione di una spedizione in terra africana parleremo magari in futuro.
Ad ogni modo, bisogna tenere conto del tempo a disposizione in relazione al fatto che le nostre tappe
dovranno rimanere tra i 200 e i 350 chilometri giornalieri, per non passare tutto il tempo in sella con i problemi
al fondoschiena di cui sopra.
Per prima cosa cerchiamo di farci una cultura sul paese che stiamo andando a visitare.
È importante conoscere i luoghi e le tradizioni con cui entreremo in contatto in modo da essere preparati a
tirare fuori il meglio dai giorni a nostra disposizione senza trovarci di fronte a sgradevoli sorprese e coscienti
delle usanze locali da rispettare.
Per questo ci vengono incontro diverse guide molto utili ai viaggiatori più disparati.
Tra le due collane più importanti vi sono sicuramente Routard, Lonely Planet e Polaris.
Sono pubblicazioni molto diverse e in qualche modo complementari.
Routard si rivolge a un pubblico meno esigente dal punto di vista della ricettività e disposto quindi ad
accontentarsi di sistemazioni meno agiate ma più caratteristiche, a mangiare in ristoranti popolari ma per
questo anche più ‘veri’. Contempla comunque diverse fasce di prezzo per diverse utenze, da chi può
permettersi di spendere solo qualche spicciolo a chi invece non ha problemi di budget. Troviamo anche tutto
quello che ci serve sapere sulla storia e le caratteristiche delle nostre mete, dai numeri utili alle prime nozioni
linguistiche e culturali. Ci sono anche delle cartine, più o meno precise.
Premetto che le guide Routard sono scritte da viaggiatori come noi, spesso farcite di entusiasmo per ogni
paese e ogni itinerario suggerito anche quando, in fondo, il posto non lo meriterebbe. Ma sono guide scritte
col cuore e con passione. Io per i miei viaggi non posso farne a meno.
Le Lonely Planet si rivolgono invece a un tipo di viaggiatore meno da “zaino in spalla e via” e sono anch’esse
ottime, con mappe e informazioni utili ma per quanto riguarda la ricettività è difficile che consiglino soluzioni.
Anche Polaris offre delle ottime guide. Sono più difficili da reperire in libreria, ma ultimamente stanno
diventando più entry level popolari e potrebbe essere più facile trovarle. Sono guide più specifiche per itinerari
fuori porta e offrono indicazioni su come preparare i bagagli e altri consigli molto utili. Si possono trovare
anche le coordinate GPS di alcuni percorsi. Per gli entusiasti del fai-da-te tecnologico, Polaris pubblica la guida
che prende in considerazione l’organizzazione di un viaggio utilizzando la tecnologia: da come organizzarsi
sfruttando la rete all’utilizzo di uno smartphone in viaggio fino alla creazione di un blog.
Per quanto riguarda le mappe, è fondamentale portarsi anche una cara vecchia cartina stradale. Le Michelin
sono a mio avviso le migliori in quanto, oltre ad essere molto dettagliate, danno informazioni pratiche sugli
itinerari panoramici, che troverete colorati in verde.
Se avete un GPS, portate anche quello. Non sarà necessario usarlo a tutti i costi, è bello anche andare
all’avventura, ma vi può tornare molto utile quando dovrete raggiungere un albergo nel centro delle città e
non avrete voglia di girare in tondo per ore con i bagagli in spalla. Vi sarà anche utile per pianificare più
velocemente le tappe successive.
Dopo una prima lettura dell’introduzione delle nostre guide e una rapida occhiata alla cartina stradale avremo
capito cosa ci interessa visitare e saremo quindi già in grado di scrivere una prima bozza delle tappe più
importanti.
Perché il nostro viaggio sia senza sorprese, dovremo cercare di decidere le tappe principali almeno una decina
di giorni prima della partenza in modo da avere sufficiente agio per definire meglio quelle intermedie,
effettuare le eventuali prenotazioni e avere tutto il tempo di organizzare i bagagli e fare gli ultimi ritocchi alla
manutenzione della moto.
Se si tratta del primo viaggio lungo che fate in moto iniziate a organizzarlo anche un mese prima, coinvolgendo
tutti i partecipanti, non ve ne pentirete.
State costruendo il vostro viaggio da soli senza agenzie e quant’altro, all’avventura, quindi è bene fare tutto
con calma e precisione.
Per quanto riguarda la ricettività, io consiglio di prenotare solo nei periodi dell’anno più critici, per esempio ad
Agosto, per avere la possibilità di vedere con i nostri occhi la sistemazione. Prenotando, spesso ci si ritrova ad
avere delle brutte sorprese al momento dell’arrivo. Cercate di arrivare sul posto prima che cali il sole, scegliete
due o tre sistemazioni dalla vostra fidata guida e andate a ispezionare le stanze da cima a fondo.
Per concludere, potreste pensare di investire un centinaio di euro in un’assicurazione di viaggio. La Mondial
Assistance offre assicurazioni sulla vita che tengono conto di assistenza medica e stradale. Tra i vari servizi, si
premurano di riportare in patria anche la, ehm, salma. Ma noi faremo finta di non averlo letto.
prima di partire
istruzioni per l’uso
Un viaggio inizia sempre prima di mettersi in strada.
Prima di tutto va studiato attentamente l’itinerario di viaggio e vanno pianificati percorsi e tappe.
Se anche oggi tutti dispongono di un navigatore satellitare, è buona norma portare con sé anche
una cartina stradale: nelle zone meno frequentate e turistiche, le mappe virtuali non sempre sono
aggiornate e spesso le strade minori e meno percorse non vengono visualizzate.
Scelta la destinazione, bisogna organizzarsi per arrivare al giorno della partenza pronti a iniziare la
nostra avventura.
Il primo pensiero sarà verso il nostro amato mezzo. Dovrà essere tecnicamente al suo meglio per
permetterci di concentrarci solo su guida e divertimento.
Soprattutto se stiamo per intraprendere il primo viaggio della stagione, la cavalcatura avrà bisogno
di un tagliando completo. Se possibile sarebbe meglio in un’officina autorizzata. Costerà qualche
euro in più (forse) ma ne varrà la pena.
In officina, accertiamoci che controllino: l’usura delle pastiglie, freni e i livelli di olio motore e di
raffreddamento e che la pressione delle gomme sia a posto . Sarebbe meglio chiedere anche un
cambio completo dell’olio e del corrispettivo filtro. Leggenda vuole che il filtro si debba cambiare
ogni due cambi d’olio: non è vero, si deve cambiare sempre (io non lo faccio).
Contestualmente, facciamo controllare lo stato della cinghia o tirare la catena a seconda del peso
che dovrà sostenere. Se avrete con voi bagagli e/o passeggero, il peso della moto cambierà
sensibilmente e di questo bisogna tener conto. Una catena troppo tirata o troppo allentata rischia
di danneggiarsi.
Disporre di un kit per le riparazioni minori che contenga, tra le altre cose, anche un litro d’olio per
il motore, una lampadina di scorta, può rivelarsi particolarmente utile durante un lungo viaggio.
Infine, se si decide di affrontare un viaggio di diverse migliaia di chilometri, è sempre meglio non
partire mai con le ruote usurate e cambiarle prima della partenza.
Non abbiate paura di infastidire il vostro meccanico, anzi subissatelo di domande. È un ottimo
modo per imparare qualcosa di serio sulla nostra motocicletta e su come manutenerla, tanto lui vi
farà pagare tantissimo lo stesso.
Il Meccanico è un personaggio irsuto e spietato al momento di presentare le fatture, ma farcelo
amico ci procurerà una grande fonte di consigli e soprattutto di aneddoti da bar.
la tabella di marcia
Come gestire le tempistiche quando abbiamo migliaia di chilometri di strada davanti a noi?
Bisogna valutare bene ogni giornata in modo che non sia massacrante dal punto di vista
fisico/mentale e che non ci costringa a rimanere in sella costantemente.
Certo, gli inconvenienti sono sempre dietro l’angolo ma con qualche trucco possiamo ridurli al
minimo sindacale.
Inutile mentire: le sorprese in un modo o nell’altro ci saranno. Viaggiare in moto è sempre
un’incognita ma saranno proprio le situazioni più improbabili che ricorderete con affetto e che
racconterete con più enfasi, dalle pensioni stile grotta alla gomma bucata in mezzo al nulla.
Ma si può provare a minimizzare quasi ogni imprevisto.
Vediamo in pratica come compilare la tabella di marcia.
Innanzitutto, decidiamo quale sarà la destinazione più lontana, cioè il nostro ideale giro di boa,
raggiunto il quale gireremo la moto per tornare verso casa.
Per il nostro esempio, visiteremo la Spagna partendo da Milano e il nostro giro di boa sarà Madrid.
Google Maps indica che la strada più diretta per arrivare a Madrid conta un totale di circa 1860 km
passando per la Provenza francese. Il passaggio nell’entroterra della Provenza è molto suggestivo,
si attraversano distese di profumatissimi campi di lavanda e ottimi vigneti. Il Verdon, poi, offre un
bellissimo percorso attraverso le sue gole, dove ci si diverte lungo una serie di curve e tornanti per
riscaldare gli animi e le gomme. Qui si possono incontrare diversi piccoli ristoranti, con piatti tipici
della zona, dove rifocillarsi e riposare un pò. Se volessimo tornare ripercorrendo la stessa strada, il
viaggio arriverebbe a 3720 chilometri, che per una vacanza di circa quindici giorni a una media di
250 chilometri giornalieri sarebbe già fattibile. Noi, però, non abbiamo certo intenzione di rivedere
gli stessi paesaggi e vogliamo avere il tempo di visitare meglio altri luoghi.
Una prima considerazione da fare su tempi e costi riguarda la prima tratta attraverso la Provenza,
che da Milano ci porterà a Barcellona.
Il passaggio in Francia è molto costoso nei trasferimenti autostradali. Parliamo di centinaia di euro
che sommati ai costi di benzina e usura gomme potrebbero incidere considerevolmente sul
budget.
Quindi, per il ritorno potremo decidere di prendere la nave che da Barcellona porta a Genova. Il
costo sarebbe inferiore e sulla nave ci si può riposare. Al ritorno, altri mille chilometri su una
strada già percorsa ci debiliterebbero inutilmente.
Volendo si potrebbe fare il viaggio in nave anche all’andata, ma non sempre gli orari dei traghetti
ci vengono incontro. Spesso i traghetti partono a weekend inoltrato quindi sarebbe un peccato
perdere uno o due giorni se siete già liberi di partire il venerdì sera o il sabato mattina.
Così facendo, dai 3200 chilometri su strada previsti se ne possono togliere un migliaio, che
saranno percorsi via mare, per poter ampliare l’itinerario su strada.
Ricapitolando: le costanti saranno la destinazione del viaggio (Madrid) e il giorno della partenza da
Barcellona.
Ora, a seconda dei gusti, bisogna decidere se visitare le città o godersi la costa e le spiagge.
Se vi interessa visitare musei e piazze, una volta arrivati a Barcellona si potrà decidere di
proseguire per Madrid via Saragozza e poi scendere verso la costa passando da Granada.
Se invece volete subito mettervi il costumino, il viaggio sarà antiorario, passando quindi da
Valencia e Alicante per poi risalire verso Madrid via Granada.
Per capire meglio il giro, aiutiamoci con Google Maps per una prima pianificazione inserendo
l’itinerario di massima.
Dato che potreste non riuscire a mantenere costante la tabella di marcia, soprattutto nella
seconda parte, vuoi per la stanchezza o per qualche fermata non programmata, decidete subito
qual è il vostro obiettivo (visitare le città o le coste) e cercate di ottimizzarlo nella prima metà del
viaggio.
Considerate che la Francia è solo di passaggio: è inutile fermarsi troppo a visitarla. Noi vogliamo
visitare la Spagna perciò approfondire la Francia sarà l’obiettivo di un altro viaggio.
Se
contiamo di partire la sera del giorno 1 e di voler essere di ritorno entro il giorno 17 (nell’esempio
faremo due settimane piene) prenderemo il traghetto del ritorno il pomeriggio/sera del giorno 16,
per non arrivare a casa all’ultimo minuto. Quindi avremo circa 15 giorni interi da spendere su
strada. Proviamo a stilare delle tappe che ci consentano di non massacrarci e di avere il tempo per
visitare le città o per farci un tuffo in mare. Purtroppo, fino a Barcellona dovremo mantenere un
ritmo piuttosto sostenuto ma avremo anche modo di riposarci subito dopo.
giorno 1:
giorno 2:
giorno 3:
giorno 4:
giorno 5:
giorno 6:
giorno 7:
giorno 8:
giorno 9:
giorno 10:
giorno 11:
giorno 12:
giorno 13:
giorno 14:
giorno 15:
giorno 16:
giorno 17:
Riccione –Aix-en-Provence
Aix-en-Provence – Barcellona
Barcellona
Barcellona – Saragozza
Saragozza – Madrid
Madrid
Madrid – Toledo
Toledo –Granada
Granada
Granada – Almeria
Almeria – Cartagena
tra Almeria e Cartagena
Cartagena – Alicante
Alicante – Valencia
Valencia – Barcellona
Barcellona – Genova
Genova – Riccione
Km 790
Km 490
Km 310
Km 320
Km 90
Km 371
Km 160
Km 200
Km
Km
Km
Km
Km
130
180
350
858
550
Queste sono solo le tappe a grandi linee e sono modificabili a piacimento, a seconda dei gusti e
della resistenza alla guida. Inoltre non ci faremo scappare l’opportunità di visitare i percorsi
panoramici vicini alle nostre mete o lungo il percorso (le famose zone verdi della cartina, per
esempio).
I trasferimenti di 350 chilometri o più sono impegnativi, è vero, ma sono abbinati subito dopo a
soste di uno o due giorni per riposarsi e visitare le città/coste a piedi.
Tutti quelli in elenco sono chilometraggi indicativi ma nessuno vieta di spezzarli o addirittura
renderli più serrati. Io, per esempio, nello stesso periodo mi sono spinto fino in Portogallo
costeggiando l’Atlantico, ma se è uno dei vostri primi viaggi, vi sconsiglio vivamente di sostenere
tappe giornaliere di 400/600km. Questa regola vale anche se non è il primo viaggio.
Tenete conto che, con le pause per mangiare o sgranchirsi le gambe, i 350 chilometri quotidiani
potrebbero occupare tutta la giornata, quindi sarà buona norma partire presto al mattino per
poter viaggiare con calma e godere di qualche sosta più prolungata.
Un ultimo consiglio: se viaggiate con un passeggero, ricordate che anche lui/lei ha diritto quanto
voi a godersi il viaggio. Non sottoponeteli ad ogni costo a tappe con chilometraggi massacranti,
tornanti con ginocchio a terra e staccate al limite. Se lo farete, il viaggio diventerà un incubo anche
con tutte le precauzioni che potrete prendere. Godetevi il viaggio in tranquillità e condividendo
ogni decisione. Il divertimento sarà garantito. L’importante è che abbiate voglia di saltare in sella e
viaggiare, esplorare e vivere il vostro viaggio, tutto il resto lo si impara strada facendo.
Non esiste la strada verso la felicità, la felicità è una strada – Confucio
Consigli utili per organizzarsi un giro con la moto, in Italia o all’estero, da
soli o in compagnia.
State organizzando un viaggio in moto?
Magari siete anche un pò titubanti?
Fare le vacanze in moto è un’esperienza bellissima che tutti possono fare, anche con il motorino.
L’importante è organizzare un viaggio alla portata del proprio veicolo, della propria attrezzatura
e della propria esperienza. E organizzarlo bene, sin nei minimi dettagli. A queste condizioni la
vacanza sarà certamente gradevole e non faticosa.
Per aiutarvi abbiamo realizzato questa piccola guida, all’interno della quale abbiamo raccolto
tutte le notizie che possono tornare utili al mototurista, informazioni che potranno aiutare i
meno esperti a rompere il ghiaccio e a organizzare la partenza nella maniera migliore possibile,
ma che raccolte e ordinate in un’unica inchiesta, potranno interessare anche il turista smaliziato.
Nell’inchiesta che segue c’è dunque un pò tutto, dalla burocrazia ai problemi di
equipaggiamento della moto e di scelta dell’abbigliamento, fino ai consigli per prendere la moto
a noleggio o per caricare la propria moto sul traghetto.
1 L'assicurazione per l'estero
Il problema assicurativo connesso ai viaggi all’estero si è ormai molto semplificato: per
muoversi nei quindici stati dell’Unione Europea (UE) Belgio, Germania, Francia, Italia,
Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Spagna, Portogallo,
Austria, Finlandia, Svezia - non serve nessun documento aggiuntivo. Potete insomma
tranquillamente valicare le frontiere (aperte) dell’Europa senza preoccuparvi
dell’assicurazione.
Diversa la situazione per i paesi non UE, come la confinante Svizzera, dove serve la carta
verde, un’estensione per l’estero della usuale copertura assicurativa. Una volta la carta
verde era a pagamento (circa 15.000 lire), oggi sempre più spesso viene allegata
gratuitamente alla polizza assicurativa al momento della stipula; soprattutto se ci si
assicura presso le compagnie telefoniche. Comunque, chi non ne fosse in possesso, può
ottenerla gratuitamente presso la propria agenzia assicurativa.
Niente paura neanche per chi dovesse dimenticare questo piccolo ma fondamentale
documento di viaggio: di solito è possibile stipulare la carta verde anche presso le frontiere,
anche se in questo caso dovrete mettere mano al portafogli per un piccolo esborso.
2 Equipaggiare la moto
La buona riuscita di un viaggio comincia dalla preparazione della moto, che deve essere
accurata sia per evitare problemi meccanici sia per disporre i bagagli nella maniera più
razionale possibile.
Si comincia allora con una visita all’officina di fiducia per un tagliando approfondito,
necessario per affrontare al meglio i chilometri della vacanza. In previsione dei chilometri
da percorrere attenzione dunque a gomme, freni ed a tutti quei componenti
particolarmente importanti per la nostra sicurezza, come l’impianto di illuminazione.
Poi si passa al bagaglio. Sia che si debbano mettere tante cose sulla nostra moto sia che si
vada in viaggio con pochi oggetti personali al seguito, da soli o in due, bisognerà comunque
fare in modo da concentrare il peso il più possibile vicino al baricentro. Vale a dire nella
zona centrale della moto, sul serbatoio. Questo ci darà stabilità e manovrabilità anche con
la moto carica. Ecco allora che dovremo disporre il nostro bagaglio più pesante
possibilmente sulla borsa da serbatoio e quello più leggero (e voluminoso) sul portapacchi
posteriore.
Non avete il portapacchi’ Poco male, i costruttori di accessori ne realizzano di specifici per
tutte le moto; a meno che non vogliate andare in vacanza con una race replica, ma allora
sapete di dover andare da soli con una borsetta contenente lo spazzolino da denti e poche
altre cose.
Dovendo comperare il portapacchi, sceglietene uno cui si agganci un baulone. Il vantaggio
è che il baulone è ancorato da una serratura, è impermeabile e a moto ferma può
trasformarsi in una comoda valigia. Per il serbatoio invece scegliete una buona borsa da
serbatoio, robusta e impermeabile; meglio se del tipo che una volta staccata può
trasformarsi in zainetto.
Fatto questo inizierà la ricerca dei punti migliori per ancorare altre cose alla nostra moto,
nel caso il bagaglio al seguito sia abbondante. Con una moto si può infatti partire anche in
due con tenda, sacchi a pelo e tutto l’occorrente per la perfetta vacanza, al mare o in
montagna.
Ancorando il carico evitate plastiche svolazzanti o fissate in maniera posticcia. Preferite
delle borse da ancorare alla moto con ganci elastici usati magari in abbondanza senza
metterli eccessivamente in tensione.
Nella sistemazione del bagaglio tenete conto delle esigenze che avrete durante il viaggio.
Felpe e giacche vanno tenute a portata di mano per coprirsi rapidamente qualora cambi il
tempo mentre si viaggia. Così come macchina fotografica, soldi e documenti, che servono
continuamente. I valori e gli oggetti cui tenete di più concentrateli nella borsa da serbatoio
o in un'altra borsetta che potrete agevolmente staccare dalla moto e portare con voi
lasciando la moto parcheggiata.
Ultimo consiglio: nascondete una chiave di riserva dell’antifurto e della moto da qualche
parte, in modo da poterla recuperare qualora perdiate il mazzo di chiavi originale?
3 Cosa portare e come vestire
Iniziamo dall’abbigliamento: quali e quanti vestiti? Certamente poca roba accompagnata
da un pezzo di sapone da bucato. Portate con voi solo il carico essenziale. Il minimo
indispensabile, cercando di capire cosa vi servirà realmente, perché le cose inutili in moto
infastidiscono molto?
Nella scelta dell’abbigliamento non dimenticate un paio di felpe e una giacca; perché anche
nei posti più caldi e nelle stagioni migliori il tempo può volgere al brutto.
Come vestirsi per viaggiare? Dipende da quanti chilometri volete fare, dal clima e dalla
velocità che intendete mantenere. In ogni caso in moto è sempre meglio andare coperti.
Ne guadagna la sicurezza passiva: scivolare a bassa velocità con indosso poco o niente si
traduce sempre in profonde e dolorosissime escoriazioni. Un paio di jeans e un giubbetto
riducono già parecchio i danni.
In moto, poi, può succedere di essere colpiti da ‘oggetti volanti’, come calabroni, api o
anche del semplice brecciolino. Anche in questo caso i vestiti sono protettivi.
Infine c’è un problema legato alla temperatura: nelle torride giornate estive, i vestiti ci
proteggono anche dai colpi di calore, esattamente come per i tuareg africani, sempre ben
coperti proprio per ripararsi dall’aria infuocata del deserto.
Nella scelta dei vestiti ricordatevi anche che la moto va guidata stando comodi. I vestiti che
svolazzano stancano tantissimo e i pantaloni non debbono stringere. E poi le scarpe, meglio
se di tipo sportivo e con suola in gomma: per garantire una buona presa sui pedali insieme
alla necessaria sensibilità.
Infine il casco. Per chi deve fare molti chilometri il più indicato sarebbe l’integrale, che
rende il viaggio meno stancante perché isola dal vento e dal rumore; oltre a garantire una
protezione superiore.
E con la pioggia? Se possedete un antipioggia da moto avete già capito che è meglio averlo
sempre dietro, possibilmente in un posto facilmente raggiungibile; se invece siete
sprovvisti di una tuta antiacqua, portate comunque una giaccia impermeabile.
Per quanto riguarda gli attrezzi, aggiungete alla dotazione di bordo i ferri essenziali che si
usano per le piccole avarie, quelli di uso più frequente. E poi un pò di ricambi, come
lampadine, fusibili, cavi e cavetti, un kit per riparare le forature, nastro adesivo telato e fil
di ferro. Poca roba, perché le moto di oggi si rompono meno di quelle di una volta.
4 La moto sul traghetto
Vi piace il mare e la vostra vacanza comincia con una traversata in traghetto? Magari avete
deciso di girare per le isolette prendendo traghettini ogni giorno? In questo caso la moto è
una scelta ancora migliore per fare una buona vacanza, perché non farete mai la fila per
prendere la nave: potrete arrivare all’ultimo minuto, comprare il biglietto e partire.
Prendere il traghetto con la moto può però creare qualche problema, vista la fretta che
hanno i marinai di ancorare le moto alle pareti della stiva. Meglio allora controllare il lavoro
che fanno o, se avete un minimo di dimestichezza con i nodi, provvedete autonomamente,
offrendovi di aiutarli. Potrete così scegliere i punti migliori dove far passare la corda di
sicurezza senza danneggiare la sella o altre parti delicate della carrozzeria.
Tenete comunque a portata di mano anche qualche pezzo di cartone o di stoffa pesante,
per proteggere la moto nei punti più esposti, soprattutto nelle possibili zone di contatto
con le parti metalliche della nave.
Per quanto riguarda i bagagli, il garage dei traghetti in viaggio viene chiuso a chiave per
motivi di sicurezza. Ciononostante, è buona norma non lasciare oggetti di valore sulla moto
e assicurare i caschi con un antifurto (l’esperienza insegna).
Un’ultima precauzione: tenete sempre a portata di mano un elastico grosso, anche un
anello ottenuto tagliando una vecchia camera d’aria. Potrete usarlo per bloccare la leva del
freno anteriore e tenere la moto frenata. In pratica un “freno a mano” di sicurezza che si
rivelerà utile sia in nave che quando parcheggerete la moto sulla stampella laterale, magari
in leggera discesa e con i bagagli sopra.
5 Se la moto si rompe
Cosa fare se rimaniamo in panne a tanti chilometri da casa? Come prima cosa recuperiamo
la calma. Parcheggiamo in modo da non intralciare la circolazione stradale e sediamoci a
riflettere. Prendiamola con filosofia, fra un pò di tempo anche questa potrebbe essere
un’avventura epica da raccontare agli amici?
Fatti i controlli del caso e scoperto che non siamo in grado di intervenire da soli, se
abbiamo stipulato una di quelle polizze assicurative che garantiscono assistenza nel paese
dove siamo, contattiamo la compagnia per chiedere assistenza, altrimenti prepariamoci ad
arrangiarci da soli.
In questo secondo caso dovremo interpellare le persone del posto, per sapere se c’è
un’officina nelle vicinanze, e se c’è modo di trasportare la nostra moto presso questa
officina. Se invece abbiamo solo bisogno di tempo per trovare un ricambio, potremo anche
trovare qualcuno tanto gentile da offrirci riparo per moto e bagagli.
Prima di partire è comunque utile procurarsi una lista delle officine e dei rivenditori
autorizzati di ricambi del paese dove andiamo. Diversamente potremo risolvere al telefono
contattando la casa madre in Italia, il cui numero telefonico troveremo sul libretto di
garanzia.
Se siete ancora nei pasticci considerate che in tutte le città occidentali ormai ci sono degli
”Internet cafè”, validi punti d’appoggio che per un abile navigatore sono fonte inesauribile
di notizie.
Infine, se scegliete di appoggiarvi a un’officina locale, scegliete comunque un meccanico
esperto che conosca la vostra moto e non fidatevi dei riparatori generici. Date un’occhiata
all’officina e valutatene la serietà: se non siete convinti prendete tempo e cercate di
organizzare un trasporto della moto presso un’officina autorizzata.
Ultima, sgradevolissima, possibilità: se la vostra moto ha danni gravissimi, valutate i costi
da sostenere e prendete in considerazione la possibilità di venderla come rottame in loco.
In tal caso compilate un atto di cessione con tutti gli estremi dell’acquirente e portate via
targa e libretto di circolazione: in Italia vi serviranno per fare la “perdita di possesso” e per
cancellare il veicolo dal Pubblico Registro Automobilistico.
6 Polizze per "motoviaggiatori"
L’idea di un guasto meccanico o di incidenti vi mette apprensione?
Non sopportate di dovervi allontanare troppo da casa, magari dall’Italia, senza la certezza
di poter contare su un appoggio in caso di bisogno?
Ormai molte compagnie assicuratrici offrono delle polizze specifiche per i viaggiatori ed è
difficile anche orientarsi e scegliere l’offerta migliore. Noi ve ne illustriamo per sommi capi
tre, tanto per darvi un’idea di cosa offre il mercato.
Europ Assistance è una società nata appositamente per offrire servizi di assistenza legata
alla circolazione stradale in Italia e all’estero. La loro offerta si chiama “Moto Noproblem”
ed è attiva sia in Italia (€ 35,00) che all’estero (€ 75,00). I servizi offerti sono il soccorso
stradale con traino del veicolo, il soggiorno in hotel in caso di sosta forzata, il rientro a casa
in caso di incidente, il rimpatrio dall’estero sia dei viaggiatori che del veicolo in avaria,
l’anticipo delle spese di prima necessità, l’invio di pezzi di ricambio e altro ancora. Per
saperne di più c’è il sito Internet (europassistance.it) o un numero verde (800.44.33.22).
Assistenza ai loro soci la garantiscono anche la Federazione Motociclistica Italiana (FMI) e
l’Automobil Club d?Italia (ACI). Più o meno analoghi i servizi offerti. La tessera FMI costa
allora € 15,00 (+ una quota di circa € 25,00 per il moto club presso il quale ci si iscrive) e dà
automaticamente diritto a servizi che vanno dalla consulenza medica e farmaceutica
all’invio dell’ambulanza fino al rientro sanitario dall’estero con aereo attrezzato in caso di
gravi incidenti o al rimpatrio del veicolo in caso di avaria grave. Per informazioni visitare il
sito federmoto.it o i numeri 06.32.48.82.01-04.
L’ACI a sua volta offre la tessera ‘Sistema moto’ che garantisce, anche in questo caso,
analoghi servizi di assistenza. Si parte allora da un’assicurazione contro gli infortuni per
arrivare al carro attrezzi per moto; e poi l’assistenza meccanica in loco, il traino del veicolo,
la spedizione di ricambi, il rimessaggio in caso di sequestro del veicolo, la consulenza
sanitaria, il rimborso delle spese sostenute in caso di sosta forzata per avaria o incidente. Il
tutto, per il territorio italiano, al prezzo di € 35,00.
Per chi volesse viaggiare all’estero c’è la formula aggiuntiva Aci Passport (€ 90,00), che
estende la copertura a 33 paesi stranieri. In questo caso l’ACI ha stretto accordi con gli
automobil club di altri paesi espressamente per garantire ai suoi soci lo stesso servizio
anche in paesi lontani dall’Italia.
Per informazioni ci si può rivolgere alla delegazione ACI più vicina oppure si può visitare il
sito aci.it.
7 In caso di incidente
Viaggiando si può anche avere un incidente. Meglio allora pensarci prima, premunendosi
per garantirsi assistenza sanitaria.
Chi viaggia in Italia è sufficiente che porti con sé una fotocopia del certificato di iscrizione
alla ASL, quello, per intenderci, che riporta il nome del proprio medico curante. Diversa la
cosa all’estero. I paesi dell’Unione Europea più Slovenia, Grecia e Croazia garantiscono
assistenza sanitaria ai cittadini italiani in possesso di un modulo specifico (E111) che si può
ritirare presso la ASL (Azienda Sanitaria Locale) di zona. Se invece si prevede di andare in
altri paesi, Svizzera compresa, allora meglio prevedere una polizza assicurativa.
Ma andiamo al maledetto incidente. Non ci sono danni fisici? Se il veicolo con cui avete
avuto il sinistro è immatricolato in un paese dell’Unione Europea e condotto da un
cittadino comunitario, nessun problema: fate una denuncia di incidente consensuale con la
controparte e la vostra assicurazione vi liquiderà il danno qualora siate dalla parte della
ragione. Se invece avete avuto un incidente con un cittadino extracomunitario alla guida di
un veicolo immatricolato in un paese non UE, allora sarà un pò più complessa la situazione,
perché dovrete comunque fare una denuncia da spedire a entrambe le compagnie di
assicurazione e poi sarà l’assicurazione della controparte a liquidarvi. In tal caso, prese le
generalità dell’altro guidatore coinvolto nell’incidente, probabilmente vi converrà rivolgervi
a un perito o, nei casi peggiori, a un avvocato, una volta rientrati in Italia.
Ultima annotazione: se avete un incidente con un italiano su veicolo immatricolato in Italia,
potete chiedere che il sinistro, anche se avvenuto all'estero, venga gestito dalle
assicurazioni, dai periti e dagli eventuali legali sulla base della legislazione italiana, come se
si fosse verificato in Italia!
Se ci sono danni fisici, ricorrete al servizio pubblico di assistenza sanitaria, ma tenete bene
a mente che in determinati casi particolarmente gravi potrete sempre rivolgervi
(direttamente o attraverso un familiare) al Consolato italiano per chiedere supporto,
soprattutto se vi trovate in un paese lontano dall’Italia sia per cultura che per efficienza.
Qualora abbiate stipulato una polizza con una compagnia assicuratrice che vi garantisce
assistenza in caso di emergenza medica, non mancate di informarla (o di farla informare)
tempestivamente, cosicché possano essere prese le decisioni migliori, dal consulto con
medici fidati al trasporto in Italia o presso altri centri più attrezzati per avere le cure
migliori.
PER ORGANIZZARE UN VIAGGIO DI PIU’ GIORNI IN MOTOCICLETTA SERVONO DIVERSI ACCORGIMENTI, PRIMA
DELLA PARTENZA VERIFICARE CHE LA MOTO SIA IN BUONE CONDIZIONI E POSSIBILMENTE TAGLIANDATA :
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CONTROLLARE USURA DEI FRENI
STATO DEI PNEUMATICI
SCADENZA DOCUMENTI (CARTA IDENTITA’ – ASSICURAZIONE – CARTA VERDE PER CHI SI RECA ALL’ ESTERO)
FARSI UNA LISTA CON TUTTO QUELLO CHE PUO’ SERVIRE E RICORDARSI SOPRATUTTO DI NON DIMENTICARE :
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KIT ANTIFORATURA
KIT PRONTO SOCCORSO ED EVENTUALI MEDICINALI
ANTIFURTO A CATENA O BLOCCADISCO
UNA COPIA DI SCORTA DELLE CHIAVI DELLA MOTOCICLETTA
TUTA ANTIPIOGGIA
ATREZZI MANUTENZIONE MOTO ( SE POSSIBILE L’ESSENZIALE )
GRASSO SPRAY PER CHI HA LA TRASMISSIONE A CATENA
CARICATORI VARI – TELEFONO-FOTOCAMERA Ecc….
PER SISTEMARE IL BAGAGLIO SULLA MOTO BISOGNA INANZITUTTO :
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CONTROLLARE GLI AGGANCI E SISTEMI DI FISSAGGIO DI BAULETTI O VALIGIE LATERALI
SU VALIGIE LATERALI CARICARE LE COSE PIU PESANTI SUL FONDO PER UNA MAGGIOR STABILITA’
ASSICURARSI CHE LE VALIGIE DESTRA E SINISTRA ABBIANO UN PESO PIU O MENO UGUALE
TENERE A PORTATA DI MANO GLI OGGETTI O INDUMENTI CHE POSSONO SERVIRE QUANDO SI E’ IN CAMMINO
PORTARE DELLE CINGHIE DI SICUREZZA O EVENTUALMENTE UN RAGNO ELASTICO POSSONO ESSERE UTILI
NON TENERE TROPPO ALTA LA BORSA SERBATOIO PER NON OSTACOLARCI NELLE MANOVRE E VEDERE IL
TACHIMETRO
CHI MONTA UNA SACCA A ROTOLO ASSICURARSI CHE SIA BEN FISSATA ALLA MOTO E NON POSSA PENDERE
SE POSSIBILE REGOLARE IL PRECARICO DELL’AMMORTIZZATORE
CONSIGLI UTILI
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FARE UN ITINERARIO PRIMA DI PARTIRE SU UNA CARTINA POSSIBILMENTE IN BIANCO E NERO
EVIDENZIANDO IL PERCORSO
CALCOLARE I KM COMPLESSIVI DELLA GIORNATA E FARE UNA SOSTA APPROSSIMATIVA PER IL PRANZO
ALMENO OGNI ORA FARE UNA SOSTA COSI’ IL VIAGGIO SARA’ PIU’ RILASSANTE
SE SI USA IL NAVIGATORE CALCOLARE PRIMA IL PERCORSO ( SU MIO PERSONALE CONSIGLIO LA CARTINA
E’ LA SOLUZIONE MIGLIORE E PIU’ FACILE, IL NAVIGATORE USARLO SOLO PER TROVARE L’ALBERGO, IL
CAMPING O ALTRI PUNTI DI INTERESSE).
PARTIRE POSSIBILMENTE IL MATTINO PRESTO PER EVITARE TRAFFICO O NON RIUSCIRE DOPO A
TERMINARE L’ITINERARIO IN TEMPO
CONSULTARE LE PREVISIONI METEREOLOGICHE SEMPRE UN PO’ DI GIORNI PRIMA
SE SI E’ IN PIU’ MOTOCICLETTE POSSIBILMENTE FARE RIFORNIMENTO DI CARBURANTE TUTTI ASSIEME
PER EVITARE ALTRE SOSTE CHE FAREBBERO PERDERE TEMPO AL GRUPPO
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E Organizzare un viaggio in moto