Attualità
periodico indipendente
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Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012 - distribuzione gratuita
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Il Museo Della Giostra e
dello Spettacolo Popolare
di Bergantino
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Prima della sottoscrizione leggere
attentamente il Fascicolo Informativo disponibile sul sito www.cattolicaprevidenza.com
Oggetti storici, preziosi strumenti musicali d'epoca, manufatti artistici, pubblicazioni, stampe, foto e filmati. Questo ed altro ancora è
contenuto nel magnifico mondo rappresentato
dal Museo Nazionale della Giostra e dello
Spettacolo Popolare di Bergantino. Sorto tredici
anni fa, all'interno del Settecentesco Palazzo
Strozzi, il Museo si è posto sin dal principio
come un'istituzione unica nel suo genere; più
che un semplice “contenitore di memorie”, è in
realtà un volano proiettato a divenire un punto
di riferimento nazionale per quello che concerne
la cultura popolare di piazza. Il percorso museale realizzato parte da molto lontano, dalle prime
grandi civiltà del mondo antico, prendendo in
considerazione l'evoluzione dell'uomo e delle
forme di divertimento, ognuna delle quali è
sempre l'espressione della cultura di un'epoca
e di un ambiente determinato. Il Museo, naturalmente, non può offrire una documentazione
esaustiva di tremila anni di spettacolo popolare,
ma vuole individuare il filone ideologico ed i
valori culturali che da sempre hanno accompagnato il tempo libero dei borghi, giardini, rioni
e piazze d'Italia. (Segue a pag. 5)
PIANOLIBERO
PROGETTO CAPO VERDE
E' stato dato seguito immediato a quanto preannunciato nel convegno sull'agricoltura tenutosi recentemente all'Istituto
"Medici" di Legnago-Porto in riferimento
al Progetto Capo Verde già riportato nella
nostra rivista del mese scorso. Con il prof.
Claudio Marchetti del "Medici" ci siamo
recati a Sal, turisticamente la più famosa delle isole capoverdiane, per incontrare autorità politiche, tecnici ed operatori
scolastici, coadiuvati dal dott. Pierandrea
Suglich, apprezzato consulente in Capo
Verde e ideatore di tale progetto, nonché
referente italiano per i gemellaggi. Abbiamo
riscontrato stima ed apprezzamento nei
nostri confronti per l'espressa disponibilità all'insegnamento verso i loro giovani
studenti delle più idonee tecniche agricole
applicate all'agricoltura e al vivaismo per
contribuire al loro miglioramento economico e socio-culturale. Il sopralluogo effettuato sul terreno comunale disponibile (Terra
Boa ha. 4,00), sulle strutture scolastiche e
l'acquisizione di dati relativi alle più generali condizioni climatiche, economiche,
sociali dell'isola hanno consentito al prof.
Marchetti di costituire un copioso dossier
per poi programmare tempi e modalità di
intervento per la realizzazione del succitato
progetto, il tutto sancito dalla sottoscrizione
di un Protocollo di Intesa, aperto anche ad
altre modalità cooperative, effettuata con
solennità presso la Camara Municipal da
Ilha do Sal con il suo Presidente dr. Jorge
de Figueiredo. Sono stati giorni di intenso
lavoro, impegnativi ma anche soddisfacenti
poiché durante la nostra permanenza a Sal,
due avvenimenti di rilevante importanza
hanno caratterizzato la volontà di questo
piccolo arcipelago in mezzo all'Oceano
Atlantico, di fare passi da gigante verso
la modernità. Alla presenza del Presidente
Del Consiglio di Capo Verde (Josè Maria
Neves) e dei Ministri dell'Energia e del
Turismo e delle Infrastrutture, al mattino è
stata inaugurata a Palmeira, porto commerciale di Sal, una pregevole palazzina
tecnologicamente ben attrezzata per la
locale Guardia Costiera; nel pomeriggio
con l'inaugurazione di un potente Parco
Eolico a Espargo, la più importante cittadina dell'isola dove il vento non si fa certo
desiderare, si potrà superare il 30% del
fabbisogno energetico da fonti rinnovabili.
Interventi simili, unitamente ad una serie di
provvedimenti in cantiere per facilitare voli,
ingressi e scambi commerciali, faranno di
questa ex-colonia portoghese, con popolazione cattolica oltre il 95%, un punto certo
verso il vicino continente africano.
Gianni Galetto
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Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
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periodico indipendente
“CINEMA E FILOSOFIA”, UNA NUOVA ESPERIENZA DIDATTICA
PER GLI STUDENTI DEL LICEO COTTA
Si chiama “Cinema e Filosofia” ed è un’esperienza senza dubbio nuova per rinnovare
metodologicamente l’insegnamento della
filosofia attraverso il cinema. Un progetto di grande interesse che ha coinvolto
i ragazzi del Liceo Cotta in due diversi
appuntamenti, il primo suddiviso nei mesi
invernali con il sottotitolo “Intorno alla
natura” con quattro film come “Cast Away”
di Robert Zemeckis, “Picnic ad Hanging
Rock” di Peter Weir, “Il ragazzo selvaggio”
di Francois Truffaut e “Into The Wild” di
Sean Penn, il secondo dal titolo “Immagini
del pensiero” in programma proprio in questo periodo con 4 film cult della filmografia
italiana con “Il sorpasso” di Dino Risi, “La
vita agra” di Carlo Lizzani, “Indagine su
un cittadino al di sopra di ogni sospetto”
di Elio Petri e “Vogliamo anche le rose”
di Alina Marazzi. A coordinare i ragazzi i
professori Melotto e Garofolo che hanno
avuto un’ottima e interessata partecipazione
e presenza degli studenti. “Anche il cinema
è un’esperienza di pensiero per immagini
quindi con i ragazzi, dopo aver visto il film,
abbiamo voluto ricostruire le idee dei registi
cioè la trama concettuale della pellicola,
mettendola in relazione con i testi filosofici
e cercando di farli interagire con testi che
vanno da Platone fino ai nostri giorni per
chiavi di lettura che coinvolgessero tutti –
spiegano i due professori di storia e filosofia
Sandro Melotto e Giorgio Garofolo- non
è stato comunque un approccio tematico e
contenutistico cioè non si è usato il film
per discutere il problema ma per parlare
della trama utilizzando dialoghi espressivi.
In fondo il cinema è pensiero per immagini
ed il cinema su questo l’ha inventato proprio
Platone”.
“Sono incontri per noi importanti dove cerchiamo di far emergere nel dibattito cose che
il regista non ha magari trattato –riprende
Melotto- ma che si possono desumere dalla
visione del film e dal dialogo stesso, in un
certo senso è come parlare del dialogo di
Platone. Siamo in tre che seguiamo i ragazzi
con l’aiuto del professor Lino Franchetto
anch’egli insegnante di storia e filosofia ed
abbiamo competenze diverse. Non ci prepariamo discorsi in anticipo ma interagiamo tra
di noi e con loro con l’intuito di intervenire
nel momento opportuno o di far intervenire
i ragazzi”.
Il progetto che si trova nella sua fase finale,
è stato molto apprezzato dai partecipanti e
un primo bilancio è di sicuro positivo con
un dibattito al termine delle varie proiezioni,
della durata di oltre un’ora e con vari argomenti trattati. “E’ un progetto riservato ai
ragazzi del triennio ma aperto a tutti e che
garantisce un credito formativo ai parteci-
panti ma la presenza di circa 80 persone nel
primo ciclo e di oltre 100 nel secondo, ci ha
fatto capire il suo successo”. Confermano i
due professori. Il ciclo dedicato ai film italiani ad esempio, è stato scelto per studiare
la storia d’Italia, la modernizzazione dell’Italia attraverso grandi registi del nostro
Paese con dei film che hanno fatto storia e
a cui i docenti hanno lavorato per offrire al
dibattito dei concetti filosofici.
“Al termine della proiezione cerchiamo
di raccogliere le impressioni dei presenti
e poi analizziamo il concetto filosofico
rapportandolo ai vari filosofi conosciuti e
studiati –continuano gli organizzatori- la
nostra impressione è che i ragazzi leggano
ed interpretino il film in maniera attiva.
Cerchiamo di lavorare dando un senso alle
immagini, lavorando con le parole e con i
libri convinti che le immagini possano trasmettere idee filosofiche molto importanti.
In particolare la commedia all’italiana che
ha introdotto concetti metaforici innovativi
e a supporto di questo lavoro forniamo delle
schede che contengono alcuni stimoli, degli
spunti di lettura del film appena visto”.
Senza dubbio un progetto nuovo e molto
coinvolgente che, quasi sicuramente, troverà spazio anche per il prossimo anno
scolastico.
Francesco Occhi
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Dott.ssa Caterina Girardello
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Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
3
A volte, è meglio un buon poliziesco
Non ho seguito il Festival di San Remo.
Non so se in Italia sia da considerare una
colpa o almeno una mancanza di spi-rito
patriottico, ma sono almeno trent’anni che
non ne vedo una puntata, e tende-rei ad
escludere di averne vista più di una o due nei
decenni precedenti.
Da quel che ho letto, pare che mi sia perso
anche qualcosa di extra-canoro, in particolare in merito a sermoni morali e farfalline
galeotte, ma me ne sono fatto una ragione: tanto, il giorno dopo ci hanno pensato
i media a colmare questa im-perdonabile
lacuna.
Che ho fatto dunque in quelle fatidiche sere?
Risposta: mi sono guardato dei polizieschi
alla televisione.
Bravo, dirà qualcuno: cos’è qualche decimetro di pelle scoperta rispetto agli squartamenti, le efferatezze, gli abissi d’orrore
di Bones, di Criminal Minds o di Law and
Order? E potrebbe citare all’uopo la divertente gag dell’Anonima Magna-gati, il celebre gruppo di folk-cabaret vicentino, in cui il
prete responsabile del ci-nema parrocchiale
si informava sulla trama del film in programmazione; saputo che era un western in cui
venivano ammazzati a decine indiani, banditi, cowboy, chiedeva severo: “No ghe xe
basi, vero?” “No”. “Alora scrivi: par tuti”.
Vero. Potrei aggiungere che questi uomini
della giustizia americana non corri-spondono esattamente al nostro sistema di valori,
con le poliziotte al bar a “farsi una birra”,
o peggio a rimorchiare colleghi maschi con
la debole scusa che sono depresse, i grilletti troppo facili, l’abuso della violenza, il
ricatto per estorcere le confessioni (“lo sai
cosa fanno in carcere ai pedofili, vero?” al
che mi chiedo: se la legge prescrive tot anni
di galera per un reato, quella dev’essere la
punizione, e non altra: il pestaggio da parte
dei compagni di pena non fa parte della
nostra ci-viltà giuridica. Chiusa parentesi.)
Per non parlare dei legami famigliari, come
minimo ballerini, di questi poveri poliziotti,
giustificati dalla solita battuta delle mogli:
“devi scegliere fra me e il tuo lavoro”. Al
che mi viene da rispondere: ma figliola, sei
adulta e vaccinata, lo sape-vi cosa voleva
dire sposare un poliziotto, no? Se aspiravi
a una vita tranquilla, po-tevi prenderti un
ragioniere.
È vero peraltro che per creare situazioni
drammatiche, occorrono i drammi: un poliziotto felice e sereno, senza problemi, in una
cittadina linda e pulita dove tutto fila liscio,
ci obbligherebbe a cambiare canale.
Eppure, nonostante le riserve di cui sopra, il
mondo dei polizieschi è, a suo modo, “morale”, perché l’attenzione dello spettatore si
polarizza sui due universi opposti, quello
del criminale e quello dell’investigatore,
prendendo risolutamente le parti di quest’ultimo. La pistola del poliziotto richiama
l’idea ancestrale della spada della Giustizia,
sguainata dai Re e dai cavalieri a difesa dei
deboli e degli oppressi, la violenza “buona”
che sconfigge quella cattiva. E in una società
in cui sembra che la criminalità possa dare
libero sfogo alle sue azioni feroci rimanendo
impunita, fa piacere constatare che, almeno
nella finzione, la legge finisce sempre per
trionfare.
L’universo criminale è il caos distruttivo, il
disordine, l’intelligenza pervertita al male,
l’indifferenza o addirittura il piacere nell’infliggere dolore al prossimo, la di-struzione
del bello e dell’umano, il senso assurdo di
onnipotenza, l’individualismo non creativo
o meditativo, ma semplicemente asociale.
Il delitto è la rottura del quadro della vita in
mille frammenti in apparenza incoerenti, che
solo la paziente perspicacia dell’investigatore ricondurrà alla fine al disegno originario.
L’investigatore ha certamente i suoi difetti,
che lo rendono umano, ma ci pas-siamo
sopra volentieri per la sua empatia verso le
vittime, la sottomissione alle regole e all’autorità, anche quando questa è burocraticamente stupida, e sappia-mo che, se si ribella,
lo fa sapendo che ne dovrà pagare le conseguenze. Al caos del crimine l’investigatore
contrappone l’ordine dell’intelligenza, un
ordine certa-mente limitato e imperfetto, ma
pur sempre preferibile al regno dell’arbitrio.
Il suo intuito, la conoscenza della natura
umana, la professionalità frutto dell’espe-
rienza, lo portano a comprendere, concatenare, e infine riportare l’ordine dove la
mente criminale aveva portato il disordine,
un ordine che dalla storia si ri-flette sulla sua
narrazione. Come scriveva il grande scrittore
argentino J. L. Bor-ges:
“In questa nostra epoca, così caotica, c'è
una cosa che, umilmente, ha con-servato le
virtù classiche: il racconto poliziesco. Non
è possibile concepire un racconto poliziesco
senza principio, parte centrale e fine [...].
Io direi, in dife-sa del romanzo poliziesco,
che non ha bisogno di difese; letto con un
certo disdegno, ora sta salvando l'ordine in
un'epoca di disordine. E questa è una prova
meritoria, di cui dobbiamo essergli riconoscenti.”
Fra questi due mondi si innesca una competizione, una lotta, che è parte dell’eterno
combattimento fra le forze del Bene e del
Male, della creazione e della distruzione,
dell’ordine, appunto, e del caos.
E così, se il film poliziesco è buono, gli
effettacci macabri passano in secondo piano
di fronte al gusto della sfida, la gara di abilità
e intelligenza fra il criminale e il detective.
L’uomo è, per natura, un animale amante
del gioco in tutte le sue forme, dalla partita
a scacchi alla guerra, e il romanzo criminale
è un ottimo sur-rogato di questa lotta senza
esclusione di colpi, in cui uno solo esce vincitore. Il buono, ovviamente.
Alberto Costantini
periodico indipendente
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FONDATO NEL 1979
Direttore responsabile:ROBERTO TIRAPELLE
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“Il Basso Adige” è portavoce dell’Associazione
Culturale “Il Basso Adige”, fondata con atto notarile
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cui Consiglio Direttivo è così composto:
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Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
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periodico indipendente
COMMOZIONE A VILLA BARTOLOMEA PER LA SCOMPARSA DI TETO
Poco più di un
mese fa, domenica 12 febbraio
2012, si è spento, all’età di settantadue
anni,
Emilio Barbieri,
conosciuto come
Roberto e soprannominato
nel
suo paese, Villa
Bartolomea,
“Teto”. La sua
improvvisa scomparsa ha commosso tutti quelli che
l’hanno conosciuto e hanno sperimentato il suo
coraggio, la sua
pazienza, la sua affabilità. Per il saluto
finale, una chiesa gremita di persone d’ogni età e una celebrazione, officiata da
cinque sacerdoti e animata da un nutrito
coro giovani, che ha emozionato tutti i presenti. Roberto era una persona speciale, di
quelle che lasciano il segno in chi le incon-
tra sul proprio cammino. Nonostante l’età
e l’infermità, appariva giovane. Giovane
nell’entusiasmo, giovane anche nell’esprimere le proprie contrarietà. – Forse perché
ha sempre vissuto tra i giovani – si diceva,
ma sicuramente c’entravano anche il suo
carattere, la sua intelligenza e il suo desiderio di affermare la propria personalità.
Ha insegnato a chi l’ha affiancato nel suo
percorso a concepire il disabile come persona adulta che sa decidere ciò di cui ha
bisogno. Spesso nei riguardi di chi ha un
handicap grave si sviluppano atteggiamenti
protettivi che rasentano la coercizione, un
po’ come si fa con un minore. Roberto non
lo consentiva. Lui decideva se mettersi o
no la maglia o il cappello, lui diceva se gli
faceva piacere o no andare in un determinato posto, lui esprimeva con convinzione le
sue scelte. Non temeva le proprie emozioni,
esprimeva l’entusiasmo con l’ingenuità di
un bambino, il dispiacere con la foga di un
adolescente. Mantenere inalterata dopo oltre
settant’anni di carrozzina la propria capacità
di esprimere e comunicare emozioni credo
possa essere di esempio a tutti noi, uomini
e donne del terzo millennio, che corriamo
respingendo e comprimendo sentimenti e
stati d’animo. Con una certa ciclicità manifestava il desiderio di morire, soprattutto
quando il dolore, che non lo abbandonava
mai, si faceva più intenso. La morte non lo
spaventava. Diceva di non sapere cosa lo
aspettava nell’aldilà, come accade a tutti i
mortali, ma il suo desiderio era capitare in
un luogo ampio e poter camminare, camminare, camminare… Roberto aveva il senso
dell’umorismo e dell’ironia, quindi con
lui si poteva parlare di tutto con serenità,
anche della morte. Raccomandava di non
piangere per il suo decesso perché per lui
sarebbe stato un bel giorno. Nello stesso
tempo però amava la vita e l’idea del miracolo qualche volta lo sfiorava. La voglia di
andare a Lourdes ogni tanto lo prendeva e
si dichiarava disposto, se mai avesse ottenuto la grazia, di tornare a piedi dalla grotta
fino a Villa Bartolomea. E se gli si diceva
che i chilometri sono tanti, lui rispondeva
che non aveva mai camminato e quindi
aveva un notevole arretrato da colmare.
Cammina ora, Roby, nei prati del cielo. Hai
tutto il tempo dell’eternità.
Renata Nalin
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iacere
di servirvi
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Pranzo di Pasqua 2012
Culatello e Bruschette saporite
Tortino di asparagi con uovo di quaglia
Insalata di pollo
Involtino di zucchina fritto
Fragole e ananas con gelato
Dessert della casa
Lasagne al forno con asparagi e speck
Risotto alla veneta
Vini: Rabosello, Prosecco
Spumante
Salmone di vitello al tartufo e pomodorini
Roasbeef con champignon e scaglie di grana
Costo del pranzo di Pasqua:
30 euro a persona
Fagiolini con pancetta
Crocchette di patate
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392.9402052 - 0442.601299
Caffè corretto
periodico indipendente
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
OTTIMISMO E RISATE AIUTANO AD AFFRONTARE LA VITA
Per superare quest'epoca difficile occorrono tempo e pazienza. Ma nel breve
periodo c'è un rimedio che non costa
nulla (il che di questi
tempi non guasta) ed
è alla portata di tutti.
Pensare positivo
aiuta ad affrontare
meglio gli ostacoli della vita e se ci aggiungiamo una risata curiamo anche cuore e anima.
Ottimismo e risate, infatti, in tempo di crisi, fanno
bene il doppio. Il primo (quando non è esagerato)
aiuta a superare meglio le difficoltà; le seconde
fanno bene alla salute. A dirlo sono la comune
esperienza, i detti popolari ma anche la scienza.
Chi nella vita vede sempre o spesso il bicchiere
mezzo pieno fa una selezione mnemonica conservando con maggior facilità i ricordi positivi e poi
crede, più di altri, di poter controllare o influenzare la realtà. Certo non sempre ci si riesce e la
dose di ottimismo non deve trasformarsi in mania
di protagonismo. Quanto al sorriso, più dell'ottimismo, è un rimedio naturale e immediato contro
malumori e malanni. Secondo una recente ricerca
pubblicata sulla rivista americana Mind anche la
risata forzata è terapeutica per corpo e mente,
migliora l'umore e la resistenza allo stress, rende
più sexy ma fa bene anche al cuore abbassando
la pressione del sangue. Inoltre, pare, addolcisca
il latte materno rendendolo uno scudo contro le
allergie del neonato. Uno studio dell'Università
del Maryland è riuscito a misurare l'impatto del
buonumore sulla salute. La risata, oltre a uno stile
di vita corretto, abbassa la frequenza cardiaca con
effetti benefici sull'endotelio e riduce il rilascio di
sostanze neuroendocrine vasocostrittrici. Inoltre
stimola la produzione di endorfine che proteggono il sistema cardiovascolare in modo simile
all'attività fisica. L'ideale sarebbe ridere per quindici minuti al giorno perchè l'ilarità abbia effetti
visibili. Rabbia e negatività, invece, aumentano il
rischio di infarto nei sani fino a raddoppiarlo nei
malati. Gli esperti, ora, dedicano grande attenzio-
ne al rapporto tra umore e salute, preoccupati per
gli effetti della crisi economica globale che fa prevedere un aumento del 15% di problemi cardiovascolari in Europa nei prossimi mesi, proprio come
è accaduto in Irlanda in seguito al crack del 2010.
Altri studi della Stanford University hanno dimostrato che la risata è un perfetto esercizio aerobico.
In particolare incrementa l'apporto di ossigeno ai
polmoni, aumenta la resistenza cardio-polmonare
(un minuto di risata equivale a dieci minuti di esercizi sul vogatore), rilassa i muscoli, massaggia gli
organi interni, migliora la circolazione sanguigna,
favorisce il sonno calmo e rilassato. E' stato verificato che la risata aumenta il livello delle globuline
A nella mucosa respiratoria e dunque irrobustisce
il sistema immunitario aiutando chi soffre di asma
e bronchite. Inoltre incrementa il livello delle
endorfine, diminuisce il tasso di stress e combatte
attivamente la depressione. Un altro studio che ha
messo a confronto la funzione dell'endotelio (rivestimento interno dei vasi sanguigni) nelle stesse
persone in seguito alla visione di uno spettacolo
divertente e di uno drammatico ha dimostrato che
la risata provoca la dilatazione dei vasi fino al
50% in più aiutando a prevenire ictus, infarti e
aterosclerosi. E' ormai scientificamente provato
che ridere (la clownterapia) aiuta i piccoli pazienti
ad affrontare il dolore e lo stress contribuendo
significativamente alla guarigione e migliorando
la qualità della degenza e della vita del bambino.
Ridere fa bene anche in sala operatoria: riduce
della metà l'ansia e la preoccupazione preanestesia
nei bambini sottoposti ad interventi chirurgici.
Portare la risata nei contesti sociosanitari come
gli ospedali, quindi, contribuisce a trasformare le
emozioni negative in energie positive fornendo
alla persona strumenti per attivare le proprie risorse positive. Insomma ottimismo e risate sono dei
veri toccasana in grado di farci cogliere una cosa
positiva anche nella negatività degli eventi della
vita quotidiana.
Se volete esprimere il vostro parere su questo o
altri argomenti trattati in precedenza oppure volete informazioni sui miei libri mandate una mail a:
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Mariapia De Carli
BIBLIO FILIA - ALLA SCOPERTA DEI LIBRI
di Sergio Bissoli - Parte 13
I GRANDI SCRITTORI ITALIANI DIMENTICATI - GUELFO CIVININI Livorno 1873 - Roma 1954
Accademico d’Italia. Premio Mussolini per la Letteratura 1933. Dal libro:
ODOR DI ERBE BUONE Mondadori Editore 1942. La mia sorellina
morì quattro ani prima che io venissi al mondo. Di lei non rimase in casa
nessun segno, nemmeno un ritratto. In fondo per me doveva essere come
se non fosse mai esistita. Fu invece il rimpianto di tutta la mia vita. Sarebbe
stata non soltanto la mia sorella, ma la mia sorella maggiore. Che cosa ci
può essere di più caro e di più sicuro nella vita di un uomo? Una sorella
è un miracolo: è la creatura di altro sesso e quasi di pari età che si ama e,
pensate, non si desidera. Se è bella godiamo di vederla senza turbamento,
lieti che altri la vedano con occhi diversi e appaiano turbati. Se bella non è,
si sentirà carezzata dalla nostra tenerezza come mai una donna brutta lo fu
dalla mano di un uomo. Una sorella ha in fondo la nostra età, è una creatura del nostro tempo, ha le
nostre idee, il nostro modo di vedere e di giudicare, ma alcuni anni fa ci ha tenuti in braccio... A lei,
in certe ore, apriremo perciò il nostro cuore come non oseremo mai con nostra madre, nè tantomeno
con l’estranea più adorata. Ed ella sola potrà trovare, tenera e grave, le parole che sapranno confortarci. Anche se saremo malati di quel triste e squisito male di guardare le cose da tutti i lati, ella
pure lo sarà, ma con qualche visuale in meno, da donna; e questo le farà trovare per noi la parola
inattesa che spesso tronca a metà un singhiozzo e lo tramuta in sorriso. Il male della carne, con
i suoi segreti inconfessabili, pone sempre qualche insuperabile estraneità anche fra le coppie più
innamorate e confidenti. Una sola donna potrà esserci completamente amica, una sola donna sarà
quella alla quale potremo dire tutto di noi stessi, senza timore, vergogna o pericoli; certi di essere
capiti e di essere perdonati, confortati, aiutati: una sorella maggiore; una mamma della nostra età.
5
(Segue da pag. 1: Il Museo Della Giostra e
dello Spettacolo Popolare di Bergantino)
Il visitatore che approccia la giovane esposizione, dunque, si trova inserito in un percorso
culturale, storico e antropologico, suddiviso
in quattro sezioni: “Le origini”, “La fiera”, “Il
Luna Park”, “La gente del viaggio e l'industria dei sogni”. Ogni sezione è ampiamente
illustrata da accurati testi ben corredata da
un'ampia documentazione iconografica, che
presenta immagini vive di personaggi curiosi, di giochi, spettacoli, attrazioni, che sono
apparsi sulle piazze di tutti i tempi. Quello
che si gusta attraversando le colorate stanze
di Palazzo Strozzi è un percorso storico di
tanti giochi, spettacoli e giostre, analizzato
in tutte le sue componenti: dai cantastorie e
saltimbanchi medioevali al teatro dei burattini
e delle marionette, dagli artisti ambulanti e
musici al teatro delle maschere e al circo, dalle
semplici altalene alle giostre di vertigine della
nuova tecnologia e a ogni forma di spettacolo
popolare organizzato dai fieranti nella varie
epoche. Figure centrali rappresentate all'interno del plesso storico sono i Viaggiatori. I
protagonisti del “Dì di festa”, sono, quindi,
questi uomini dell'arte nomade che offrono
alla gente spettacolo e divertimento, apparendo agli occhi della comunità stanziali come
figure magiche, che sembrano provenire da
un “Altrove”, appartenente ad un mondo così
lontano da quello abituale e consuetudinario
che si dissolve in un immaginario popolare. In questa ampia esposizione non poteva
mancare il riferimento agli aspetti locali dello
spettacolo viaggiante, proprio perchè nell'Alto
Polesine la creazione delle giostre è una realtà
significativa a livello internazionale e inoltre
a Bergantino, risiedono ancora oggi ben 50
famiglie di spettacolisti itineranti, che con le
loro attrazioni portano il sano divertimento
nelle fiere di tutto il mondo. Qui si raccontano
anche le storie di vita di tanti viaggiatori che,
per usare le parole del D'Annunzio, mentre
portano la festa tra la gente... “costruiscono
con le loro giostre il breve incanto delle città
effimere, ultime fiabe viventi degli uomini
che cercano il puro sorriso dell'innocenza perduta”. L'approccio con il Museo del piccolo
comune polesano è in sostanza un viaggio
infinito alla ricerca delle origini del mondo
dello Spettacolo Popolare; è un'avventura cui
vale la pena dare inizio, perchè attraverso di
essa si può ripercorrere un tratto del progresso
dell'uomo e del cammino dell'umanità e per
tanto, probabilmente, conoscere un po' noi
stessi. (Paolo Cecco)
SI è LAUREATA
GIULIA RIZZI
Con una tesi sullo zuccherificio di Legnago,
si è laureata mercoledì 14 marzo in
Pedagogia presso l’Università degli studi
di Verona con la votazione di 110 la nostra
collaboratrice Giulia Rizzi. E’ il suo un ulteriore traguardo di grande prestigio con la
discussione di una tesi che va ad analizzare
uno dei tanti gioielli della storia di Legnago.
La mamma Elisabetta, i famigliari tutti e
la redazione de “Il Basso Adige” fanno i
migliori auguri alla Dottoressa Giulia.
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
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periodico indipendente
Arianna Frattini “La ragazza che inseguiva le stelle”
Un considerevole pubblico ha accolto il tre
marzo 2012 presso la sala conferenze della
Libreria Mondadori di Ferrarin a Legnago il
primo lavoro editoriale della giovane scrittrice
Arianna Frattini, promettente artista letteraria del territorio legnaghese. Il romanzo
“La ragazza che inseguiva le stelle” edito da
Albatros appartenente alla collana Domna
Nuove Voci, lo si può trovare in tutte le librerie d’Italia, acquistandolo addirittura on-line
per una modica cifra di 19,50 Euro. Arianna
Frattini ha voluto incontrare per primo il pubblico di Legnago, perché è in questo paese il
luogo dove lei è nata ed ancora attualmente
vive svolgendo un’attività commerciale con
la sorella maggiore. In seguito effettuerà altri
incontri con il pubblico romano, milanese e
di Versiglia, attraverso date non ancora del
tutto definite. In questo suo primo importante
“incontro battesimale” con i lettori è stata
accompagnata da due cari amici conosciuti nel web: Daniele Margotto, giornalista e
pubblicista Fininvest, e Rocco Cosentino,
regista padovano vincitore del Festival del
Cortometraggio Internazionale di Treviso con
l’opera “Fame d’Amore”; con il quale ha
effettuato una collaborazione artistica per un
book trailer, in qualità di assistente alla regia.
Il primo ha introdotto brevemente e con focale descrizione l’ottimo lavoro della Frattini,
mentre il secondo ha accompagnato l’autrice
alla conoscenza del suo pubblico rendendo
nell’occasione una sua viva testimonianza
del mondo dello spettacolo del quale egli fa
parte. La scrittrice a seguito di un tu per tu
svoltosi a luci spente dei riflettori, ha risposto
ad alcune domande riguardanti l’arte del suo
scrivere che sente come forte essenza della
sua personalità e necessario mezzo di comunicazione dei propri ideali ai giovani suoi
contemporanei.
Alle domande: “Perché scrive? Da quando
è nata in Lei questa passione o esigenza di
scrivere? Da cosa prende spunto per le sue
storie?”.
La stessa risponde: “La passione per la scrittura è sempre stata in me, la coltivo da anni.
Scrivere è il mio ossigeno, mi scorre nel sangue! Fin da piccola parlavo poco e scrivevo
molto, era un mondo dove mi potevo rifugiare
trovando uno spazio diverso dalla realtà in cui
la fantasia mi permetteva di valicare i limiti
del reale. Prendo spunto dalle storie vere di
donne che attraverso la sofferenza riescono
nel percorso della loro vita a maturare dei
cambiamenti radicali in se stesse modificando la propria esistenza per sempre. Sono
comunque una persona a cui piace mettersi
in gioco continuamente e a seguito di questo
non escludo quindi in futuro la scelta di poter
narrare anche attraverso un punto di vista prettamente maschile, entrando nelle loro storie.
Adoro capire la psiche delle persone!”
Ha detto che non è un’autobiografia ma un
romanzo perché?
L’autrice delucida: “Il romanzo narra la storia,
in parte vera, di una mia amica ritrovata dopo
alcuni anni e di quanto mi ha raccontato di
aver vissuto nel tentativo di inseguire il proprio
sogno del teatro. A seguito di questo incontro
ho sentito la voglia e il profondo desiderio
di scrivere il romanzo prendendo spunto da
ciò che avevo ascoltato dalla sua esperienza.
Inevitabile è stato, però, metterci una parte di
me nel romanzo. Della mia persona, infatti, ci
sono i valori in cui crede la protagonista, come
quello della: famiglia, della sincerità, dell’amicizia, dell’aspirazione a inseguire i propri sogni
sempre e la costante forza interiore nel cercare
i raggiungerli. Nel romanzo si narra le vicende
di Anna una ragazza poco più che maggiorenne
che tenterà ogni cosa per cercare di arrivare
al suo grande sogno di essere famosa. Per
raggiungere la sua meta partirà in compagnia
di un’amata cugina per la Capitale. Con una
grande forza di volontà la protagonista dovrà
affrontare molte difficoltà quotidiane, spesso
vulnerabile e fragile e accecata dal suo grande
desiderio di successo. In balia di molti eventi si
lascerà travolgere dalla vita rischiando di perdere persino l’anima in un gioco a volte troppo
subdolo e pericoloso per una giovane donna”.
Cosa vuole trasmettere al lettore con questo
romanzo? “Il mio messaggio è che bisogna
seguire i propri sogni sempre, senza cadere nei
vizi della società attuale. Che si può arrivare
al successo continuando a perseverare e a credere nei propri ideali e valori, ma continuando
comunque a studiare. I giovani devono saper
inseguire i desideri senza mollare mai, raggiungendoli comunque in modo sano ed evitando di
entrare nel vortice malato della vita”.
Crede si possa raggiungere ancora oggi queste mete in modo onesto, visto quanto accade
quotidianamente? Risponde la Frattini: “È difficile, ma per me è possibile! Io ce l’ho fatta,
continuo a lavorare e a studiare e sono riuscita
a pubblicare questa mia opera di cui un giorno
vorrei che ne fosse tratto un film sotto la mia
direzione per non stravolgerne completamente
la vera trama di esso. Sono una persona che
si scontra molto con la propria coscienza e ne
consegue che spesso rinuncio alle facile scelte
(che tutti sanno fare), cercando di preservare in
me i valori forti e vivi trasmessimi dalla mia
famiglia e dalle mie nonne. Cerco sempre le
cose positive tralasciando le negatività della
vita. Mi chiedo sovente cosa voglio fare nelle
scelte difficili, ed in quei momenti capisco
che voglio una vita serena, quindi apro metaforicamente la porta dell’esistenza e ne esco
cercando di affrontarla sempre con coraggio”.
Perché il lettore dovrebbe scegliere questo
suo libro rispetto ad altri? “Perché vorrei che
il lettore riuscisse a vivere in modo profondo
le emozioni di Anna, nome di fantasia della
protagonista, per rinascere con lei dalle diverse difficoltà. In ogni categoria lavorativa,
dalla segretaria a quella manageriale, oggi
purtroppo si infiltra sovente quella parte del
mondo malato che percorre la protagonista,
dove sembra ogni cosa abbia unicamente un
prezzo e un basso compromesso e a cui io
credo non bisogna sottostare. Ci si deve quindi sottoporre ogni giorno la domanda di cosa
si vuole raggiungere e a quali compromessi si
è disposi a sottoscrivere nella propria vita per
quanto si desidera”.
Cosa Le ha trasmesso questo primo incontro
con il pubblico? “La bellezza di portare le mie
emozioni a chi legge, la positiva constatazione
del piacevole riscontro emozionale nato in chi
ha letto il romanzo”.
Alla fine di questo incontro con l’autrice
credo sia bello concludere con quanto lei cita
nella parte iniziale dell’opera tratto da Seneca:
“Continua ciò che hai cominciato e forse arriverai alla cima o almeno arriverai in alto ad
un punto che tu solo comprenderai non essere
la cima” ed è questo consiglio che Arianna
Frattini con la lettura del suo libro cercherà di
trasmetterci. Il credere sempre nelle proprie
capacità, anche se a volte ostacolati da chi ci
ama e vorrebbe preservarci dalle sofferenze di
quando quei sogni non si possono raggiungere
per le difficoltà e i lati bui della vita, e di non
abbandonare mai il nostro libero arbitrio nelle
scelte personali; perché esso ci permette di
superare le avversità traendo energia e forza
vitale inconsapevolmente da quei valori che
ci sono stati trasmessi da chi ci ha forgiato ed
educato per gran parte della nostra esistenza.
Un messaggio bello e positivo, quindi, che la
neoscrittrice legnaghese vuole dirci attraverso
il suo esempio di giovane autrice e di Anna,
figure femminili che rappresentano a mio
giudizio una gioventù odierna non sempre
vuota, banale e poco profonda dove spesso
è stereotipo comune porre le grettezze della
vita quotidiana.
Katia Boggian
AGENTE ESCLUSIVO
IMPIANTI GPL
CON SERBATOIO
FISSO E MOBILE
AD USO:
AVICOLO
(allevamenti di
qualsiasi genere)
BARBIERI DINO
(Deposito Combustibili)
CIVILE
(ristoranti,
condomini, mense
aziendali, comunità)
INDUSTRIALE
Legnago
Legnago, la guerra
è finita, una
città distrutta,
Le sue vie cancellate
non si poteva camminare.
Deserto, la gente
è fuggita,
triste impaurita,
Manca pure il pane
restava solo la speranza,
di ritornare.
Dino Barbieri
LEGNAGO (VR) - Viale F.lli Bandiera, 11 - Tel. 0442 22229 - Tel. abit. 0442 26626 - Tel. e Fax 0442 601210
periodico indipendente
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
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PADRE ORFEO MANTOVANI PROTAGONISTA A MENà E CASTAGNARO
Sono stati due giorni veramente intensi quelli
che le comunità di Menà e di Castagnaro hanno
vissuto per ricordare il padre missionario Orfeo
Mantovani a cui è dedicata la piazza di Menà,
un grande monumento che richiama l’India con
tre grandi EMME che campeggiano al centro
(Mantovani, Menà e Madras) e gli avvenimenti
che si sono succeduti sabato 10 e domenica 11
marzo, hanno fatto capire come il ricordo di questa grande e carismatica figura sia ancora vivo in
tutte le persone e che il suo esempio di apostolo
del Signore in una terra povera ed affamata come
quella indiana sia servito come simbolo di amore e
di fratellanza da seguire. Ad essere coinvolti infatti sono stati veramente in tanti a partire dall’Associazione Amici Padre Orfeo Mantovani, dalle
parrocchie di Menà e di Castagnaro, dal Comune
di Castagnaro, dalla Pro Loco Castagnaro, dal
Gruppo Alpini, Castagnaro-Menà, dall’Avis di
Menà, dal Gruppo Majorettes don Bosco di
Castagnaro fino a tanti volontari che si sono
adoperati per organizzare nel migliore dei modi i
tanti momenti che hanno visto come protagonista
il missionario, morto nel 1967 in India. Le celebrazioni sono iniziate sabato 10 marzo con l’inaugurazione di una grande mostra presso il Centro
polifunzionale di via Stazione con immagini,
oggetti ed articoli che ricordano la vita del missionario sia nel suo paese d’origine ma, soprattutto,
a Madras, ora Chennai in India, mostra allestita in
collaborazione con il Centro di Documentazione
Polesano e benedetta da don Vittorino Corsini
parroco di Castagnaro e che rimarrà aperta fino a
Pasqua; a seguire la presentazione del libro “Padre
Orfeo Mantovani, ringraziando ti benedice”, edito
da Grafiche Stella incontro a cui hanno partecipato il sindaco di Castagnaro Andrea Trivellato, i
monsignori Dario Cervato e Giampaolo Beltrame
ed il Salesiano Breda oltre al fratello di padre
Orfeo Giuseppe Mantovani. Alle 18, nella parrocchiale di Castagnaro si è svolta una prima messa
animata dall’ACR per ricordare il salesiano di
Menà e la sera, nella chiesa di Menà presenti
don Francesco Todeschini ex parroco di Menà
e don Gianfranco Milanese parroco di Menà, il
Coro Ragazzi di Sant’Anna di Menà, l’Ensemble
giovanile di musica di Castagnaro e la Corale San
Nicola accompagnati dagli attori Augusto Garau
e Brunetta De Gaspari, hanno cantato e letto
alcuni passi della vita del missionaro salesiano.
Domenica il gran finale con la santa messa alle
11 a Mena con la presenza del salesiano origi-
nario di Menà don Luigi Furia e del parroco don
Gianfranco animata dalle due corali. A concludere
il pranzo sociale con gli amici di Riolunato in
Emilia Romagna e di tanti parrocchiani, incontro animato dall’esibizione delle Majorettes don
Bosco di Castagnaro. “E’ stato bello ricordare
mio zio, un missionari che tanto ha fatto per i più
poveri anzi per quelli che avevano ancora meno e
cioè i miserabili –ha spiegato al temine dei questa
due giorni il nipote Lido Mantovani- il mio grazie
e quello di tutti i parenti di padre Orfeo va alle tantissime persone che ci hanno dato una mano per
la buona riuscita di questa manifestazione è anche
rivolto ai tanti sponsor che ci stanno aiutando. Il
ricavato del libro e delle offerte andranno per un
nuovo ed importante progetto che vede il Centro
Le Beatitudini di Chennai in India, impegnato a
combattere la lebbra del nuovo millennio: l’AIDS.
Ed i più colpiti ed i più inermi sono proprio i bambini. Il progetto prevede infatti la realizzazione di
un padiglione riservato a loro, ai bambini nati già
con la malattia in corpo. Ne sono arrivati già 150
agli inizi del 2012 e a Pasqua ne arriveranno altri
50. Ma la struttura dove sono ospitati e che una
volta ospitava i lebbrosi del lebbrosario di padre
Orfeo, è fatiscente e necessita di una completa
ristrutturazione. Bisogna raccogliere fondi per
loro e il ricavato del libro, andrà proprio per questo progetto. E’ una scommessa a cui noi crediamo e che con l’associazione Amici di Padre Orfeo
Mantovani e con altre associazioni sparse un po’
in tutt’Italia cerchiamo di aiutare raccogliendo
fondi per questo grande centro, il più grande
centro Missionario Salesiano al mondo iniziato
proprio da padre Mantovani che per vivere ha
bisogno dell’aiuto di tutti visto che non percepisce
aiuti statali. Il nostro grazie va a tutte le persone
che ci sono state e ci sono vicine e credono in
quello che ha fatto questo grande missionario”.
Francesco Occhi
Parigi. Musée d'Orsay. “Akseli Gallen-Kallela, une passion
finlandaise". Fino al 6 Maggio 2012
1, rue de Lille. Metro: Tràsa 12, fermata Solférino.
Orario: tutti i giorni 9.30 - 18.00; giovedì 9.30 - 21.45; chiusura lunedì
Akseli Gallen-Kallela (1865-1931) è quasi sconosciuto in Francia, nonostante i suoi legami con
Parigi siano stati piuttosto stretti. Nel 1900 ebbe
grande riconoscimento all'esposizione universale,
dove affrescò il padiglione finlandese sul tema
Kalevala, e nel 1908 espose di nuovo a Parigi
prima di imbarcarsi per l'Africa, dove approfondirà in maniera impressionante la sua ricerca
artistica. Il suo stile inizialmente realistico si è sviluppato in senso neoromantico e simbolista raggiungendo grande maestria dal punto di vista
pittorico oltre che una certa originalità dello stile e dei contenuti. La sua
fu di fatto una carriera brillante, ma non priva di impegno ed autentica
passione. Solo recentemente si è riconosciuto alla sua opera un valore
artistico che va oltre a quello dell'espressione del sentimento di unità
nazionale. La mostra, prima monografica dedicata all'artista, riunisce
una serie di quadri provenienti dalle alte istituzioni finlandesi.
Sponsor: Fortum
Commissari:
Paris: Philippe Thiébaut, conservatore generale al musée d'Orsay
Helsinki: Janne Gallen-Kallela-Siren, direttore Helsinki Art Museum
Düsseldorf: Barbara Til, conservatore Museum Kunstpalast di Düsseldorf
"Degas et le nu". Fino al 1° Luglio 2012.
A Parigi, è la prima grande esposizione monografica dedicata ad Edgar
Degas (1834-1917) dopo la retrospettiva del 1988 al Grand Palais.
L'attenzione rivolta a Degas e al soggetto del
nudo ricade nella strategia pianificativa del musée
d' Orsay di diffondere una più ampia conoscenza
sull'opera dei grandi maestri della seconda metà
del XIX secolo, dopo gli omaggi a Claude Monet
(1840-1926) e a Edouard Manet (1832-1883).
La mostra svela al pubblico la grande versatilità
dell’impressionista Degas, volta a rappresentare
in differenti modi lo stesso soggetto. Edgar Degas (1834-1917), conosciuto anche come “il grande esteta”, è protagonista di un’esposizione in
cui il nudo femminile, soggetto a lui particolarmente caro oltre ai cavalli
e alle ballerine, viene presentato attraverso tutte le tecniche conosciute
e praticate dall’artista: la pittura, la scultura, il disegno, la stampa e
soprattutto il pastello. Membro del gruppo degli impressionisti, nonché
suo fondatore, egli si distinguerà tuttavia per la sua particolare concezione della luce che lo porterà a prediligere le sfumature della luce artificiale, rispetto a quella naturale. Un evento di grande impatto, che vanta
la collaborazione con il Museum of Fine Arts di Boston e prestiti dai
musei più prestigiosi a livello internazionale, tra i quali il Metropolitan
Museum of Art di New York e l’Art Institute di Chicago.
L'esposizione è stata inoltre ospitata al Museum of Fine Arts, Boston,
dal 9 ottobre 2011 al 5 febbraio 2012
Con il sostegno di The Annenberg Foundation / GRoW Project
Commissari:
George T. M. Shackelford, Head of European art, conservatore al
Museum of Fine Arts, Boston
Xavier Rey, conservatore al musée d'Orsay
Federica Tirapelle
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
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periodico indipendente
LEGNAGHESI FAMOSI: DANILO CESTARI – TENORE
Nasce a Legnago il
26 giugno 1924.
Nel 1948 si diploma al Conservatorio
Benedetto Marcello
di Venezia, ottenendo una borsa di studio per frequentare
il Centro Lirico del
Maggio
Musicale
Fiorentino. Nello stesso anno, per la voce
di tenore, vince sia il concorso nazionale indetto dall’E.N.A.L. (Ente Nazionale
Assistenza Lavoratori) che quello indetto
dalla RAI, che in seguito gli affida ruoli
importanti in opere liriche e concerti. Si
perfeziona alla Scuola del Teatro alla Scala
di Milano ed ottiene una borsa di studio
dall’Accademia Chigiana di Siena, dove
frequenta per due anni i corsi di perfezionamento. Tenore “dalla voce squillante e da
una presenza scenica spigliata” si avvia a
calcare con grande successo i palcoscenici
italiani e stranieri, particolarmente tra gli
anni Cinquanta e Settanta. Interrompe la
carriera nei primi anni sessanta e dal 1961,
per alcuni anni, fa l’assicuratore nell’agenzia dell’amico fraterno Antonio Furlani, di
cui è anche testimone di nozze nel 1963.
Nel 1954 debutta a Venezia in Bohème ed
è Pinkerton in Madama Butterfly al Teatro
Comunale di Fidenza, personaggio che
porta nel 1956 anche al Teatro Massimo di
Palermo. Nel 1955 è uno splendido Alfredo
in Traviata in Campo Sant’Angelo a Venezia
e Duca di Mantova in Rigoletto al Teatro
Sociale di Rovigo. Tra il 1957 ed il 1959
incide a Milano col Maestro Arturo Basile
l’opera Madama Sans Gene di Giordano e
col Maestro Adolfo Camozzo L’Ajo nell’Imbarazzo di Donizetti. Dopo la pausa assicurativa riprende a calcare le scene dei
maggiori teatri italiani e stranieri. Al Teatro
alla Scala di Milano è Manrico in Trovatore
nel 1965, chiamato dal mitico sovrintendente Antonio Ghiringhelli. Canta al Regio di
Torino, al Petruzzelli di Bari, alla Pergola
di Firenze. Oltre a Manrico, suoi cavalli di
battaglia sono Pinkerton, Cavaradossi, Don
Josè, Radames, Canio, Duca di Mantova,
Rodolfo, Andrea Chénier. Fa lunghe tournèe
in Francia, Belgio, Olanda e Germania, dove
canta in lingua tedesca Aida, Cavalleria
Rusticana, Pagliacci, Rigoletto e Tabarro. A
Bonn ed al Teatro Reale di Anversa canta in
Tosca, a Malta in Carmen. E’ al Bolshoi di
Mosca, in una tournée del Teatro alla Scala
di Milano, in Romania, presente Ceausescu,
canta in Trovatore ed Aida. Attraversa l’oceano per la Columbia, Venezuale e Stati
Uniti: ad un incontro di boxe per un titolo
mondiale canta l’inno nazionale americano.
Si esibisce spesso in teatri di provincia: a
Lonigo nel 1966 è Cavaradossi in Tosca,
Rodolfo in Bohème e nel 1968 Don Josè
in Carmen. Al Teatro Salieri di Legnago,
per la stagione lirica 1968, organizzata da
Teresa Pastori Pasotto, è ancora Rodolfo,
Mimì è Wilma Vernocchi, diretti dal m°
LA COMPAGNIA “I SALVADEGHI”
DI VIGO DI LEGNAGO
presenta
CHIESA PARROCCHIALE
DI TORRETTA
“El galo de la Checa …”
Commedia brillante in due atti
Regia di Maria Gloria filippini
TEATRO “SAN MARTINO”
di Vigo di Legnago
Ma gli uomini sono più galletti o galantuomini? E quando una signorina (un po’ “farfallina”
a dir la verità), mette al mondo un bambino,
saprà il responsabile riparare il “male” fatto?
Nella famiglia Lecòn gli uomini, tutti focosi e
libertini, si accusano a vicenda, ma alla fine
dopo mille equivoci e sotterfugi, la verità
viene a galla e così si scopre chi è … “El galo
de la Checa che tute el iè varda e tute el
iè beca .”
La vicenda della commedia si svolge negli
anni ’60 e per questo il linguaggio usato non
è il dialetto “vecchio” ante guerra, ricco di
proverbi e di modi di dire usato nelle precedenti commedie, ma un dialetto più moderno,
più vicino al nostro modo di parlare e per
questo più comprensibile anche dalle nuove
generazioni.
Sabato 21 aprile ore 20.45
Domenica 22 aprile ore 17,00
(a favore della scuola materna)
Sabato 28 aprile ore 20,45
Sabato 31 marzo
ore 20.00
Il Trio Canti Sognanti
di Catherine, Elida e Giulia
eseguirà canzoni di lotta e d'amore
Con la partecipazione di:
Guido
con la sua tromba
Rolando
con la sua voce
Ragazzi di 5a
elementare Vangadizza
con la loro spontaneità
Vendita a scopo benefico
del libretto
MATRE TERRA
Ore 21.30 cena
(Prenotazioni: 0442 26391)
Enrico Pessina regista Augusto Cardi.
Nella stagione lirica 1970 è Andrea Chènier
con Silvana Tumicelli. Il 12 agosto 1972,
Cinquantesimo Festival dell’Opera Lirica,
è Radames in Aida all’Arena di Verona,
con Viorica Cortez, Luisa Maragliano e
Giampiero Mastromei direttore Oliviero
De Fabritiis regista Sandro Bolchi. Amante
della pittura si diletta a dipingere presenziando ai vari avvenimenti culturali locali.
Nel 1984 è tra i soci de “Il Basso Adige”
quando il periodico da Società a responsabilità limitata si trasforma in Associazione
Culturale no-profit. Abbandonato il palcoscenico si dà all’insegnamento del canto.
E’ un maestro severo ed intransigente, ma
è amato e stimato dai suoi allievi, che riconoscono nella sua austerità le qualità di un
vero Maestro. Tra loro Paolo Gavanelli,
oggi baritono di fama mondiale. Danilo
Cestari muore a Legnago il 18 giugno
2009. Al suo funerale nel Santuario della
Madonna della Salute di Porto sono presenti tanti suoi ex allievi a testimoniare
con il loro canto l’affetto che perdurava per
il Maestro. Per interessamento del figlio
Mirko e di alcuni suoi allievi, tra cui il
tenore Maurizio Saltarin, l’amministrazione
comunale di Legnago ricorda ogni anno, al
Teatro Salieri, il suo famoso concittadino.
Danilo Cestari è presente nella discografia RAI con Faust di Gounod, L’affare
Makropulos di Leos Janacek, Rita ed Aio
nell’imbarazzo di Gaetano Donizetti.
Ivano Zanoli
periodico indipendente
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
UN AMERICANO NELLA BASSA
VERONESE, LA GIORGIO BAIOCCO
BAND IN CONCERTO
“Only a dream - Solo un sogno..” s’intitolava così lo spettacolo che
si è tenuto a Villa Bartolomea il lo scorso 25 febbraio. Ed è stato un
sogno, un sogno di musica nell’incantevole teatro sociale dove la
realtà si è trasformata in musica di altissimo livello, musica d’eccellenza.
La Giorgio Baiocco Band diretta da Mike Applebaum, ha saputo fin
dall’inizio incantare ed offrire agli spettatori un sogno, spettatori
partecipi con i loro numerosi applausi anche durante le esibizioni. Il
repertorio eseguito ha compreso brani pop, funky, swing e latin, tutti
rigorosamente arrangiati da Mike Applebaum.
I giovani dell’associazione, pur molto giovani, si sono dimostrati dei
veri professionisti lavorando sodo negli ultimi mesi e dimostrando di
amare veramente la musica. La Giorgio Baiocco Band si caratterizza
per l'assoluta originalità della sua composizione: infatti oltre ai giovani studenti delle scuole medie vi partecipano "ex studenti", amici
e musicisti professionisti. Questo eterogeneo insieme di persone fa
si che il gruppo sia ricco di fantasia ed entusiasmo capace di esprimere una interpretazione musicale originalissima, tale da renderlo
unico nel panorama musicale Veneto. L’orchestra è così composta:
alla batteria Enrico Smiderle e Matteo Ortolani; al basso elettrico
Simone Cervato; alle chitarre Emanuele Crema e Gian Marco Bano;
alla tastiera Filippo Turetta; alle trombe Guido Masin, Iacopo Gozzo,
Andrea Smiderle e Fabio Bau; ai tromboni Martino Turetta, Adriano
Canton, Battista Cagnoni e Gabriele Pavani; ai sax Roberto Segantini,
Roberto Masin e Andrea Gozzo; ai flauti Giulia Ghisellini, Giada
Prando, Marta Occhi, Emma Canton e Giulia Bano; voci Adele
Crema e Anna Farronato.
Mike Applebaum ha collaborato con numerosi direttori ed orchestre importanti, fra i quali Leonard Bernstein, Lorin Mazel, Daniel
Barenboim. In campo jazzistico è considerato uno dei migliori "Lead
Trumpet" sulla scena nazionale. Ha lavorato con i maggiori jazzisti
italiani ed ha effettuato tourneé europee con, fra gli altri, Gil Evans
e Bobby Brookmeyer. Come esecutore/arrangiatore ha collaborato
con Andrea Bocelli, Natalie Cole, Gloria Gaynor, Thelma Houston,
Zucchero Fornaciari, Giorgia, Neffa e Alex Britti.La sua opera è spesso richiesta da compositori come Ennio Morricone e Nicola Piovani.
E’ con questo grandissimo artista che l’ associazione Giorgio Baiocco
di Villa Bartolomea ha consolidato negli anni una collaborazione,
garantendo ai propri musicisti una crescita costante e professionale.
L’associazione Giorgio Baiocco è senza scopo di lucro che si occupa
di sviluppare e promuovere la cultura musicale nel territorio sotto
l’instancabile guida del professor Roberto Masin insegnante di educazione musicale presso l’I.C. di Villa Bartolomea. Da sempre attivo
per diffondere la cultura della musica e del “fare musica assieme” sia
a scuola che nel territorio, si occupa, oltre che della direzione, anche
degli aspetti legati alla formazione dei giovani musicisti che la compongono e delle collaborazioni artistiche.
Francesco Occhi
9
ECHO
MEMBRI: Antonio Cantarin (voce), Simone Saccheri (chitarra),
Simone Mutolo (tastiera, piano), Mauro Ragnoli (chitarra), Paolo
Capeta (batteria), Agostino Ballin (basso)
ALBUM: Devoid Of Illusion
GENERE: Doom metal
PROVENIENZA: Brescia
Album d’esordio, registrato in Inghilterra, per questa giovane band
bresciana pronta ad entrare tra i nomi di punta della scena doom
metal, in particolare di quel sottogenere più atmosferico detto
“funeral doom metal” dei belgi Pantheist, gli americani Evoken
e gli inglesi Esoteric. Ed è proprio il leader di questi ultimi, Greg
Chandler, a mettere il suo zampino nel sound: egli non solo riproduce il disco ma presta anche le sue urla nel brano di chiusura,
lo splendido “Sounds from out of space”. Già la seconda traccia
“Summoning the Crimson Soul” dimostra una formula perfetta
sulla scia degli Evoken ma anche dei finlandesi Shape of Despair:
ritmo lento e tappeto atmosferico creato dalla tastiera sul quale si
stendono chitarre pesanti e un cantato prima in growl e poi melodico. “Unforgiven march” è un altro brano straordinario, sulle tracce
degli Shape of Despair degli esordi ma anche degli Anathema, specie nel settimo dei nove minuti e mezzo. “Disclaiming my faults”
è quasi un omaggio ai My Dying Bride dei tempi d’oro di “Turn
loose the swans” e “Like gods of the sun” : introduzione gotica,
strofa malinconica e riff quasi black-death metal negli ultimi due
minuti finali. “Once was a man”, altro brano ben riuscito, è il pezzo
forse più “tranquillo” dove gli (Echo) si avvicinano alle sonorità
post-rock delle band quali Oceansize, Sigur Ros e i Tool più atmosferici. "Sounds from out of space" è il brano di chiusura dove
compare, come già accennato, Greg Chandler degli Esoteric con le
sue potenti urla; una chiusura perfetta di un disco che proietta gli
(Echo) in alto con un 2012 che si annuncia alla grande: ad aprile
apriranno all’unica data italiana della black metal band americana
Agalloch. E’ previsto anche un tour all’estero.
Carlo Polo
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
10
periodico indipendente
Quando le banche piangono
Nei giorni scorsi è accaduto qualcosa che
riteniamo abbia pochissimi precedenti non
solo in Europa ma anche nel resto del Mondo.
Il sindacato delle banche, l’ABI, è sceso in
agitazione e come conseguenza si è dimesso
l’intero Comitato di Presidenza. Il motivo?
Il cosiddetto “Governo dei banchieri” ha
consentito l’approvazione in Senato di alcuni
emendamenti che le Aziende di Credito giudicano una vera e propria iattura per i loro
bilanci, nello specifico quello che istituisce i
conti correnti a zero spese per i percettori di
pensioni inferiori ai 1.500 € mensili e l’altro
che abolisce le commissioni sui contratti
di affidamento. Senza voler affrontare una
analisi di merito dettagliata sulla valenza
delle due misure, probabilmente migliorabili
nella seconda lettura alla Camera, colpiscono i toni francamente provocatori della
presa di posizione dell’ABI: si è arrivati
a dire che come conseguenza le banche si
vedranno costrette a rivedere, ovviamente in
termini peggiorativi, la politica del credito
alle imprese ed ai privati e che in futuro non
saranno esenti da rischio i livelli occupazionali. Insomma, una vera e propria minaccia,
in un momento delicatissimo per la vita del
Paese, alle prese con un passaggio quanto
mai impervio da una necessaria parentesi
di rigore ad un indispensabile ritorno alla
crescita. È di tutta evidenza che il mancato,
o insufficiente, contributo del sistema bancario ad una strategia di sviluppo promossa
dall’azione di Governo minerebbe dalle fondamenta qualsiasi tentativo di rilancio dell’economia, con esiti facilmente immaginabili
sul destino dell’Italia. Lungi dal voler addebitare alle banche, come da qualche parte si
vorrebbe fare, ogni sorta di misfatto in danno
della clientela, è tuttavia difficile sostenere
che esse rappresentino un modello di efficienza, correttezza e trasparenza. Scarsa efficienza significa soprattutto maggiori spese
per gli utenti ed i raffronti con i competitori
internazionali sono non di rado impietosi e
serve a poco contestare pro domo propria le
statistiche comparative di fonte comunitaria e
non solo, adducendo presunte incongruità dei
parametri di riferimento. Chiunque abbia un
minimo di conoscenza diretta relativamente
al funzionamento dei servizi creditizi di altri
Paesi può testimoniare che noi soffriamo sia
in termini di qualità che di costi, per tacere
sulla variabile tempo, spesso di gran lunga
maggiore. Basta dare un’occhiata ai documenti di sintesi riepilogativi delle condizioni
applicate ai titolari dei conti per trarre immediatamente una conclusione: c’è scritto proprio tutto, ma in forma tale da non consentire
neanche al più paziente dei lettori di quantificare con esattezza il costo complessivo che
dovrà corrispondere alla sua banca. Criticità
ancora maggiori sono riscontrabili, non da
oggi, sul versante degli investimenti finanziari
effettuati della clientela privata su segnalazione degli Istituti. Sui Tango Bond, sulle obbligazioni Cirio, sull’affaire Parmalat sono stati
scritti fiumi d’inchiostro ed i risarcimenti che
in moltissimi casi i sottoscrittori danneggiati
sono riusciti ad ottenere, in giudizio o con
transazioni stragiudiziali, testimoniano che si
era di fronte a comportamenti non proprio cristallini, con situazioni di conflitto di interesse
mai dichiarate e titoli scaricati sui portafogli
dei risparmiatori quando ormai i rischi erano
a conoscenza di tutti gli addetti ai lavori. Non
è che da allora la sostanza sia mutata granché,
con buona pace di tutti i codici etici approvati
nel frattempo, l’asserita introduzione di nuovi
criteri di trasparenza, i formalismi più o meno
bizantini della normativa MIFID. Anche di
recente la stampa ha riportato casi non isolati
di valori mobiliari collocati presso il pubblico
con gravami di commissioni comparativamente molto superiori a quanto comunemente
applicato per operazioni analoghe, o peggio,
di tipologie di prodotti finanziari vestiti da
polizze Vita il cui contenuto era di difficile
decifrazione anche usando gli algoritmi più
sofisticati; in entrambe le fattispecie mai
palesando in modo chiaro gli oneri e i rischi
palesi ed occulti a carico degli acquirenti. Da
molti parti si argomenta che il rimedio si può
trovare soltanto creando le condizioni per
ampliare il Mercato, quindi la concorrenza.
In realtà questa tesi è condivisibile solo in
parte perché a ben vedere sul palcoscenico
del sistema bancario nazionale gli attori non
mancano ed anche quelli di provenienza
estera godono di una discreta e ben qualificata rappresentanza, quindi i presupposti per
una riduzione del prezzo dei servizi offerti
parrebbero esserci tutti. Il problema vero
è a nostro parere quello della attuale configurazione degli assetti proprietari e delle
conseguenti regole della GOVERNANCE,
che vanno profondamente modificati. Da
molti anni le Fondazioni controllano di fatto
la gran parte delle Aziende di Credito, in
forza di un complesso e spesso inattaccabile
viluppo di alleanze, con quote di partecipazione al capitale all’apparenza marginali ma
che sommate fra loro spostano di volta in
volta gli equilibri secondo le loro aspettative ed interessi, in presenza di intrecci non
di rado oscuri con i desiderata della classe
politica nazionale e locale. Quanto questa
situazione incida sulle scelte di merito del
credito facendone spostare il peso su istanze
di natura meramente clientelare a scapito di
iniziative imprenditoriali valide ma prive di
sponsor non è di agevole dimostrazione, ma
recenti ed eclatanti casi balzati agli onori
della cronaca inducono a più di un sospetto.
Se poi queste decisioni discutibili provocano
anche perdite milionarie sul conto economico, ebbene il sospetto diventa quasi una
certezza.
Andrea Panziera
Addio Android Market Place
Android Market diventa Google Play, il portale unico per il download di contenuti multimediali
“All your entertainment, anywhere you go”.
Letteralmente, tutto il tuo intrattenimento,
ovunque tu vada. Questo slogan non è la
pubblicità di un nuovo smartphone con
sistema operativo Android, bensì il nome
commerciale del nuovo Application Store di
Google. Il servizio offerto da Big G andrà a
sostituire il vecchio Android Market Place,
il portale dove i possessori di dispositivi
con sistema operativo Android potevano
scaricare i loro contenuti multimediali e le
applicazioni per il telefonino intelligente.
Dal 6 marzo, infatti, Big G ha cominciato
a vendere film, musica e libri. Google Play
non è altro che l’accorpamento di Android
Market per le applicazioni per cellulare,
Google eBookstore per la vendita di libri
online e Google Music per i files musicali.
L’obiettivo è fornire all’utente un servizio
centralizzato di distribuzione di contenuti
multimediali. Chi oggi ha provato ad accedere sull’Android Market è stato automaticamente reindirizzato nel nuovo portale Google
Play. Un primo sguardo potrebbe suggerire
un semplice cambio di nome e logo, potrebbe
far pensare ad un mero accorpamento sotto
un unico cappello di servizi che prima erano
indipendenti. Ma si sa che a Big G c’è sempre
qualcosa di più sotto all’apparenza. È evidente che Google cerca di fare concorrenza diretta all’iTunes Store, con un prodotto che ne
ricalca le dinamiche, con la consapevolezza
che la formula di distribuzione dei contenuti
creata da Apple è stata il principale volano
dello sviluppo del mercato dei telefonini e
tablet creati dalla Mela. Trattasi di un nuovo
stile di vendita di tipo “push”, dove il venditore propone una serie di prodotti in base
alle specifiche preferenze dell’utente. Tanto
per capire, basta digitare una parola chiave
che il portale restituisce tutti i contenuti
ad essa associati, siano essi applicazioni,
files musicali, eBook e chi più ne ha più ne
metta. Solo se il servizio è centralizzato il
consumatore può visionare i prodotti offerti
in un solo colpo. Nonostante le importanti
novità annunciate, per gli utenti Italiani le
cose non cambieranno poi molto. Per ora
rimane disponibile solamente lo Store delle
applicazioni, mentre i servizi per la musica,
per i film e per l’acquisto degli ebook non
possono essere utilizzati. Per ragioni tecniche e per via degli accordi presi con le case
discografiche, editrici e cinematografiche,
il sistema rimane pienamente funzionante
solo negli Stati Uniti. In Canada e nel Regno
Unito sono disponibili tutte le funzionalità
a parte Google Music, in Australia solo lo
Store per le app e per gli ebook, in Giappone
solo per i film e per le app. Google non ha
ancora fatto sapere quando il servizio sarà
disponibile con tutte lenuove funzionalità
nel resto del mondo.
Matteo Zanetti
periodico indipendente
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
11
Antonio Salieri (1750-1825), musicista e compositore
legnaghese, rivive a San Pietroburgo, nel teatro dell’Ermitage
Importantissimi tesori del repertorio (oltre
300 lavori) del Salieri sono meno noti della
“presunta” rivalità, da parte sua, con
Wolfgang Amadeus Mozart, sino al punto
di causarne la morte…
Una delegazione, guidata dal sindaco
di Legnago, Roberto Rettondini, sarà a
San Pietroburgo, il 2 aprile 2012, per la
presentazione dello spettacolo “Varietas
delectat”. Di essa farà parte anche un
gruppo di imprenditori, per avviare ulteriori rapporti commerciali.
Legnago si è posta su una via innovativa
e validissima, dal punto di vista della diffusione della sua cultura, della sua storia e
da quello di ambiente turistico, che merita
d’essere visitato, anche come parte integrande del nostro Veneto. Antonio Salieri,
il grande musicista e compositore legnaghese, vedrà in scena a San Pietroburgo,
le sue musiche, a cura del regista, pure
legnaghese, Antonio Giarola, che punta
alla riabilitazione internazionale del musicista di Legnago. Il tutto – presentato
ufficialmente dall’assessore provinciale
Marco Ambrosini – coinvolge, quindi, il
Comune di Legnago ed il notissimo Museo
Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Sarà messo in scena uno spettacolo ispirato all’illustre compositore. Lo spettacolo,
intitolato Varietas delectat, la varietà diletta,
due voci latine dello stesso Salieri, poste
a commento del suo dramma “Armida”
(1771), è tutto italiano e basato sulla danza
contemporanea, sotto la regia di Antonio
Giarola, appunto, e con le coreografie di
Cristiano Fagioli e di Cristina Ledri, della
prestigiosa compagnia di ballo italiana
RBR Dance Company, creata nel 1998
ed onorata da numerosi riconoscimenti.
Scenograficamente contestualizzate, appariranno sulla scena anche alcune delle più
celebri opere del grande scultore e pittore,
pure veneto, Antonio Canova (1757-1822)
– di cui ricordiamo il capolavoro le Tre
Garzie – accostate alla musica salieriana,
nel segno del neoclassicismo e dello stretto
rapporto fra musica ed arte dei due grandi
interpreti veneti. I quali, con l’innovativo
spettacolo citato, vogliono fare conoscere e
collocare fra i Grandi della musica europea
Salieri stesso. L’accostamento, felice, peraltro, fra Salieri e Canova, si giustifica con
il fatto – spiega il regista Giarola – che le
immagini di alcune sculture del Canova, l’elaborazione grafica e la potenza espressiva
di certi particolari plastici, si coniugano con
la magnificenza e lo stesso neoclassicismo,
che traspare dalla musica del Salieri, che,
non di rado, si dilettava nell’unione e nella
commistione tra generi musicali differenti.
Sulla scena, quindi, brani d’opera, nati per
raccontare storie eroiche, magiche e mitologiche e brani redatti con vibrante fervore
religioso, nonché altri, in cui si sentono gli
echi di virtuosismi tecnici al limite dell’incredibile. Un complesso, uno straordinario
omaggio, dunque, a un grande compositore
che va con forza tratto dal dimenticatoio
ed al quale va riconoscenza ed onore,
come sarà a San Pietroburgo. In merito,
va ricordato che il teatro dell’Ermitage fu
costruito per volere di Caterina la Grande
dall’italiano Giacomo Quarenghi, fra il
1783 ed il 1787. La trasferta legnaghese a
San Pietroburgo, se ha il compito primo di
creare conoscenza dell’opera del Salieri, di
Legnago e del Veneto, è colta come grande
occasione dell’imprenditoria, con la sua
importante presenza, per proporre ed allacciare ulteriori rapporti commerciali con il
grande mercato russo. Con ciò, l’iniziativa
legnaghese, in nome di Antonio Salieri, si
completa, racchiudendo in sé, con risvolti
più che positivi, sia il lato prettamente
culturale e turistico, che quello imprenditoriale-commerciale, senza dei quali non
è possibile, oggi, dare realizzazione alla
cultura ed alla comprensione fra popoli.
Pierantonio Braggio
LE BCC ANTICIPANO I CONTRIBUTI AGLI ASILI NIDO DEL VENETO
L'iniziativa è della Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo
All’iniziativa del Credito Cooperativo Veneto hanno aderito 32 Banche di Credito Cooperativo
e Casse Rurali che operano nella Regione.
Le Banche di Credito Cooperativo del Veneto
offrono il loro sostegno alle scuole per la
prima infanzia non statali della Regione.
Anche quest’anno, in un contesto economico
e sociale ancora più difficile, le BCC/CRA
venete hanno deciso di rinnovare l’intervento
di anticipo a costo zero dei contributi regionali alle scuole per la prima infanzia non
statali, dopo l’apprezzato intervento dello
scorso anno che ha riguardato le scuole
materne non statali.
“Il momento è particolarmente difficile –
commenta Amedeo Piva, Presidente della
Federazione Veneta delle Banche di Credito
Cooperativo – e proprio per questo le nostre
banche hanno ritenuto importante manifestare il loro appoggio concreto a strutture educative fondamentali per il nostro territorio, e
con esse confermare la centralità dell’educazione e la promozione della famiglia”.
Si tratta di un ulteriore esempio di collaborazione tra privato e pubblico, che consente
di sopperire alle rigidità delle procedure
amministrative, sottoposte a vincoli normativi e operativi. “E’ la conferma – prosegue
Piva - di un impegno, quello delle Banche di
Credito Cooperativo, che va a rafforzare il
principio di sussidiarietà e si concretizza in
azioni visibili sul territorio. Ancora una volta
il nostro impegno va a rafforzare il principio
di sussidiarietà e si concretizza in azioni visibili sul territorio”.
L'iniziativa di anticipo del saldo è a costo
zero per le scuole della prima d’infanzia. La
Federazione Veneta ha coinvolto in questo
progetto 32 BCC/CRA, che operano nel
Veneto attraverso gli oltre 630 sportelli nella
regione. Tale facilitazione sarà realizzata
mediante la concessione di apposite linee di
fido a tasso zero e a zero spese.
Hanno aderito al progetto Cassa Rurale
ed Artigiana di Cortina d'Ampezzo e delle
Dolomiti, Banca Atestina, Banca Padovana,
BCC di Cartura, Banca dei Colli Euganei,
Crediveneto, BCC Euganea, BCC di Piove di
Sacco, BCC Sant'Elena, BancAdria, Banca
Adige Po, BCC del Polesine, Rovigobanca,
Banca della Marca, Banca di Monastier e del
Sile, Centromarca Banca, BCC delle Prealpi,
Credito Trevigiano, Banca del Veneziano,
BCC Marcon – Venezia, Banca S. Biagio del
Veneto Orientale, Cereabanca 1897, Banca
della Valpolicella, Cassa Rurale ed Artigiana
di Vestenanova, Cassa Rurale ed Artigiana di
Brendola, Banca del Centroveneto, BCC del
Vicentino- Pojana Maggiore, Cassa Rurale
ed Artigiana di Roana, Banca di Romano e
S. Caterina, Banca San Giorgio Quinto Valle
Agno, Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi,
Cassa Rurale di Val di Fassa e Agordino.
Gli asili nido (privati e parrocchiali) coinvolti
in questo progetto nelle varie province venete
sono 483. I contributi in conto gestione impegnati dalla Regione del Veneto a favore dei
nidi ammonta complessivamente a 8,9 milioni di euro. Gli importi anticipati dalle Banche
di Credito Cooperativo del Veneto saranno
erogati, previa valutazione del merito creditizio, a costo zero fino alla liquidazione del
contributo regionale. Quanto all'attivazione
delle misure di sostegno, le singole scuole
per la prima infanzia, che già intrattengono
un rapporto di conto corrente con una BCC/
CRA o che in relazione a questa operazione
di anticipazione provvederanno ad aprirlo,
potranno chiedere l’anticipo alla banca di
credito cooperativo della propria zona: il
tutto con procedure semplici e immediate.
L’importante è attivare la richiesta nella
propria BCC di riferimento entro la fine del
mese di febbraio 2012.
Ufficio Comunicazione
relazioni con la stampa
Credito Cooperativo Veneto
Anno XXXI - n. 9 - Settembre 2009
LA MAGIA DELLA PASQUA AL CASTELLO BEVILACQUA
Domenica 8 aprile, alle ore 12.30, il Castello Bevilacqua rinnova l’appuntamento
del pranzo di Pasqua per assaporare i prodotti tipici del territorio veronese; e per
i piccoli una divertente animazione con giochi di magia (prezzo a persona € 39
bevande incluse, bambini da 4 a 6 anni € 20, bambini da 0 a 3 anni gratuiti, su
prenotazione).
Venerdì 27 aprile alle ore 20,30 una nuova “Cena con delitto” (prezzo a persona € 49 bevande incluse, su prenotazione). Gli ospiti del Castello saranno divisi
per tavoli, ciascuno dei quali è una squadra investigativa in competizione con le
altre. Visitando la scena del delitto, studiando la trama della storia e interrogando
i personaggi implicati, dovranno scoprire il colpevole.
E se siete appassionati di teatro, non potete lasciarvi sfuggire “La locandiera
è servita”, il nuovo appuntamento del Castello Bevilacqua! Venerdì 11 maggio
alle 20.30 vi proponiamo una cena (prezzo a persona € 49,00 bevande incluse),
durante la quale sarete coinvolti in un divertente spettacolo che alcuni attori rappresenteranno per voi, il tutto rigorosamente in costume settecentesco!
Scegliete di stare in compagnia, scegliete il vostro evento, scegliete il Castello
Bevilacqua.
Il programma degli eventi è on-line su www.castellobevilacqua.com alla
sezione calendario eventi.
Pranzo di Pasqua: Domenica 8 aprile 2012 ore 12.30
Cena con delitto: Venerdì 27 aprile 2012 ore 20.30
La locandiera è servita: Venerdì 11 maggio 2012 ore 20.30
Il Relais Castello Bevilacqua è la vostra
nuova destinazione nel cuore della storia.
Regalatevi un soggiorno in una delle 7
splendide junior suite, e scoprite i nostri
pacchetti Classic, Romance, Wellness e
Gourmet.
Il ristorante “All’Antica Ala” vi aspetta tutti
i giorni dal lunedì sera alla domenica, per
un viaggio nel gusto attraverso i sapori e le
tipicità della tradizione locale, in un’ottica
di valorizzazione dei prodotti del territorio.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0442 93655 – [email protected] – www.castellobevilacqua.com
periodico indipendente
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
13
EXPORT DA RECORD NEL 2011
GRANDI E PICCOLI PRODUTTORI EXPORT-ORIENTED
IN MOSTRA A VINITALY
Record confermato per le esportazioni di
vino italiane con 4,4 miliardi di euro grazie alla generalizzata vocazione all’export
di grandi e piccoli produttori. Oltre 4.200
di loro a Vinitaly dal 25 al 28 marzo, per
incontrare buyer in arrivo da oltre 100
Paesi.
Ha superato i 4,4 miliardi il valore dell’export enologico italiano nel 2011. Il dato
cumulato sui 12 mesi reso noto oggi dall’Istat
dà incremento superiore al 12% in valore
rispetto al 2010 e del 9% in volume per un
totale di 24 milioni di hl. Confermate quindi
le rosee aspettative degli scorsi mesi.
Stati Uniti, Germania, Regno Unito i nostri
primi importatori in valore, rispettivamen-
te con 948, 919 e 509 milioni di euro. La
classifica cambia in termini di quantità, con
Germania e Regno Unito davanti agli Stati
Uniti, rispettivamente con quasi 716.000, oltre
338.600 e più di 297.300 hl. Dati che confermano come il vino italiano piaccia nel mondo,
ma soprattutto che i nostri produttori meritano la leadership, con una quota di mercato
internazionale nel 2010 del 22%. Tutto questo
nonostante la crisi economica e l’euro forte, i
competitor sempre più agguerriti ma non sempre all’altezza.
«C’è stata negli ultimi anni una crescita della
professionalità dei nostri produttori, anche di
quelli di piccole dimensioni, che hanno imparato a rapportarsi con i trader internazionali –
dice Giovanni Mantovani, direttore generale
di Veronafiere -. Così a fianco di grandi nomi
è sempre più facile trovare piccoli produttori
che si fanno apprezzare nei ristoranti e nei
wine bar di tutto il mondo. Ognuno trova il
proprio canale o la sua nicchia di mercato
in base a quelle che sono le proprie potenzialità e questo è un altro dato positivo perché dimostra una generalizzata propensione
all’export».
Un’importante rappresentanza di questi produttori export-oriented, oltre 4.200, sarà presente a Vinitaly dal 25 al 28 marzo, dove
sono previsti in arrivo buyer da oltre 100
Paesi.
Servizio Stampa Veronafiere
Coldiretti Verona sostiene la manifestazione nazionale e dice
no a prodotti di imitazione e Ogm
“Difendiamo i prodotti italiani e siamo contro gli atteggiamenti di sottovalutazione e
disattenzione nei confronti del valore del
Made in Italy. Per questo motivo non possiamo tollerare che società agroalimentari sovvenzionate con fondi pubblici promuovano
all’estero prodotti realizzati fuori dall’Italia
che sfruttano il cosiddetto “italian sounding”.
Allo stesso tempo, non possiamo tollerare l’apertura agli organismi geneticamente
modificati (Ogm) che non solo pongono seri
problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di
sviluppo che premia l’omologazione e non la
tipicità e la distintività dei prodotti italiani”.
E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti
Verona Damiano Berzacola nel sostenere
la manifestazione di oggi promossa dalla
Coldiretti in piazza Montecitorio a Roma,
insieme alle associazioni dei consumatori e
degli ambientalisti, ai cittadini e ai rappresentanti delle Istituzioni a livello naziona-
le, regionale e locale, a partire dai sindaci.
Manifestazione contro esempi eclatanti di prodotti, come la Caciotta e il Pecorino, realizzati
completamente in Romania con latte rumeno
dalla Lactitalia Srl, che è una società partecipata dalla Simest, società per azioni a sua
volta controllata dal Ministero dello Sviluppo
Economico.
La manifestazione di oggi fa parte di un impegno portato avanti dalla Coldiretti a livello
nazionale insieme con i 2215 comuni che
hanno emesso delibere per chiedere di sostenere e difendere il marchio Made in Italy e di
vietare per legge il finanziamento pubblico di
prodotti di imitazione realizzati all’estero.
“Le operazioni di finanziamento di marchi
che si rifanno all’italian sounding – aggiunge
Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Verona
- da parte della Simest determinano danni
gravi all’economia del nostro Paese in quanto
bloccano ogni potenzialità di crescita delle
imprese italiane a causa della “saturazione”
del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale.
Oltre a ciò impediscono di fatto ai consumatori di effettuare una corretta comparazione
sulla base della diversa qualità e convenienza
con prodotti autentici del Made in Italy”.
“Inoltre, a differenza di quello che dichiara il
Ministro Clini – sottolinea Piccioni - l’ingegneria genetica e la transgenesi non c’entrano
niente con il riso Carnaroli, il pomodoro San
Marzano, la Cipolla Rossa di Tropea e la vite
nero d’Avola che subiranno gravi danni economici sul mercato a causa di dichiarazioni
superficiali e inopportune.”
“L’agricoltura italiana – sostiene Coldiretti ha primati nel mondo per valore aggiunto per
ettaro, biodiversità e denominazioni di origine e non c’è necessità di copiare nessun altro
modello molto meno sostenibile ed avanzato
del nostro”.
Ufficio Stampa
Coldiretti Verona
Isola di Sal, Santa Maria, Aparthotel Ponta Preta
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Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
14
periodico indipendente
NOVITÀ FISCALI... E NON SOLO - A cura del dott. Enzo Masin
Come ormai è ben noto a tutti il 2012 è l’anno
in cui la vecchia e cara ICI
(imposta comunale sugli immobili) sarà sostituita
dall’IMU (imposta municipale) con numerose
novità.
Proviamo quindi ad analizzare, senza avere
la pretesa di entrare a fondo su un argomento
che ancora presenta molti lati oscuri, cos’è
l’IMU, in cosa si differenzia dall’ICI, quando
e come si paga e soprattutto quali immobili
vengono colpiti.
Cos’è l’IMU?
E’ l’imposta che andrà a sostituire non solo la
vecchia ICI ma, con regole ed aliquote nuove,
anche l’IRPEF e le relative addizionali che
gravano sui redditi fondiari relativi ai beni
non locati. Restano quindi soggetti ad IRPEF
(e quindi da inserire nella dichiarazione dei
redditi) i redditi agrari dei terreni, i redditi dei
fabbricati locati - esclusi naturalmente quelli
per cui si è optato per la cedolare secca – i
redditi derivanti da immobili non produttivi
di reddito fondiario, come i capannoni indu-
striali, e gli immobili posseduti dalle società.
Presupposto soggettivo: chi dovrà pagare
l’IMU? Come per la vecchia ICI, dovrà pagare l’IMU il proprietario degli immobili, inclusi i terreni e le aree edificabili a qualsiasi uso
destinati (compresi quindi quelli strumentali e
quelli alla cui produzione o scambio è diretta
l’attività d’impresa), il titolare del diritto di
usufrutto, uso, abitazione ecc., il concessionario di aree demaniali ed il locatario di immobili concessi in leasing, anche se tali immobili
sono da costruire o in corso di costruzione, a
decorrere dalla data di stipula e per tutta la
durata del contratto.
Presupposto oggettivo: cosa verrà tassato?
Saranno soggetti ad IMU tutti i fabbricati, le
aree fabbricabili, i terreni agricoli e, novità
rispetto all’ICI, l’abitazione principale con
le relative pertinenze; ai fini IMU abitazione
principale è “l’immobile, iscritto od iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità
immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”.
Importante novità: le abitazioni concesse in
uso gratuito ai parenti stretti sono considerate
seconde case, e quindi assoggettate ad IMU.
Vi è poi una serie di immobili esenti da IMU,
come le categorie speciali, i fabbricati destinati ad usi culturali, gli immobili di proprietà
della santa sede o di stati esteri, ecc..
Ma la novità veramente importante, e di
cui ci renderemo effettivamente conto solo
quando andremo a versare la prima rata IMU
(pari al 50% dell’imposta dovuta entro lunedì
19 giugno - l’altro 50% lo verseremo entro
lunedì 17 dicembre) è che il valore su cui
andrà applicata l’IMU sarà sensibilmente più
alto del valore su cui era applicata l’ICI: per
gli immobili provvisti di rendita, tanto per
fare un esempio, mentre con l’ICI il valore
era dato dalla rendita catastale moltiplicata
per 105, ora, per l’IMU, il valore sarà dato
moltiplicando la rendita catastale per 160: per
l’abitazione principale (come sopra definita)
ci saranno delle detrazioni, ma comunque
qualcosa si dovrà pagare, poco o tanto.
Le Comete (3a parte)
Eccoci giunti ad un’altra puntata della rubrica
di Astronomia del Basso Adige. Oggi continueremo il nostro viaggio alla scoperta delle
comete. Fin’ora abbiamo parlato delle caratteristiche fisiche delle comete (nucleo, chioma,
coda), del loro moto e della loro morte e ora...
andiamo avanti. Ma qual è la storia dello
studio delle comete? La questione di cosa
fossero le comete, se fenomeni atmosferici od
oggetti interplanetari, rimase a lungo irrisolta;
gli astronomi si limitavano a registrare la loro
apparizione, ma i tentativi di spiegazione
erano pure ipotesi. La svolta cominciò nel
XVI secolo quando Tycho Brahe, astronomo
danese, provò che dovevano trovarsi oltre l’orbita della Luna, e quindi ben oltre l’atmosfera
terrestre. Nel XVII secolo, Edmond Halley
usò la teoria della gravitazione universale, da
poco formulata da Isaac Newton, per calcolare l’orbita di alcune comete e trovò che una di
queste ritornava regolarmente vicino al Sole
ogni 76-77 anni. Quando questa predizione fu
confermata, purtroppo Halley era già morto, e
divenne famosa come la Cometa di Halley. La
seconda cometa riconosciuta come periodica
fu la Cometa di Encke, nel 1821, che, come
la Cometa di Halley, fu chiamata col nome di
chi ne calcolò l’orbita, il matematico e fisico
tedesco Johann Franz Encke. Questa cometa
ha il periodo più breve conosciuto, poco più
di 3 anni, e grazie a questo è anche la come-
ta della quale si catalogano
più apparizioni. Ma la vera
natura delle comete rimase incerta per altri secoli.
All’inizio del XIX secolo
Friedrich Wilhelm Bessel,
un matematico tedesco, creò
una teoria secondo la quale
la luminosità di una cometa
proveniva dall’evaporazione di un oggetto solido, e
che le forze non gravitazionali agenti sulla cometa fossero il risultato della spinta
causata dai jet di materia in
evaporazione. Le sue idee
furono dimenticate per più di 100 anni fino a
quando Fred Lawrence Whipple, un astronomo
statunitense, all’oscuro del lavoro di Bessel,
propose la stessa teoria nel 1950. Divenne
presto il modello accettato di cometa e fu in
seguito confermato dalla flotta di sonde che
andò incontro alla Cometa di Halley nel 1986
e da altre sonde che incontrarono altre comete
negli anni successivi. Forse avrete sentito parlare di alcune teorie che attribuiscono proprio
alle comete l’origine della vita sul nostro pianeta. Ebbene, una recente scoperta potrebbe
avvalorare questa sbalorditiva teoria. Nel 2006
un team di scienziati internazionali, tra i quali
sette italiani, annunciano la scoperta di lunghe
molecole organiche di ammine, precursori di
quelle organiche (come il Dna) nei grani di
polvere della cometa Wild 2. Gli scienziati
autori della scoperta, tra cui dei ricercatori
dell’Università Parthenope di Napoli, ritengono che questa scoperta sia la conferma
della panspermia, la teoria secondo la quale
molecole trasportate dalle comete siano alla
base dell’origine della vita sulla Terra. Questa
teoria, che nacque nei primi anni del novecento, è compatibile con le osservazioni fatte
dalla sonda europea Giotto nel 1986 quando
si avvicinò alla Cometa di Halley. A sostegno
di questa ipotesi vengono segnalati anche i
tempi rapidi con la quale sarebbe comparsa la
vita sulla Terra. Secondo gli studiosi di questa
teoria, solo le comete possono aver mutato
radicalmente la situazione sulla Terra in poche
decine di milioni di anni portando alla formazione di molecole primordiali. Questa teoria
fin’ora è solo un’ipotesi, ma chissà... solo il
tempo e altre scoperte potranno mettere forse
fine a queste incertezze. Cambiando argomento: qual è l’origine degli sciami meteorici? Il
nucleo di ogni cometa, come detto negli scorsi
numeri, perde ininterrottamente materia, che
va a formare la coda; ma la parte più pesante
di questo materiale non è spinta via dal vento
solare, bensì resta su un’orbita simile a quella
originaria. Con il passare del tempo, l’orbita
descritta dalla cometa si riempie di sciami
di piccolissime ma numerose particelle che
vengono raggruppate in nubi. Quando la Terra
incrocia l’orbita di una cometa in corrispondenza di una nube, il prodotto è uno sciame
di stelle cadenti, come le famose “lacrime di
San Lorenzo” che avvengono il 10 agosto di
ogni anno, o numerosi altri sciami più piccoli
e meno conosciuti. Bene, abbiamo finito di
descrivere le caratteristiche delle comete. Nel
prossimo numero finiremo il nostro viaggio
attraverso le comete descrivendo la più famosa cometa: la cometa di Halley. Arrivederci al
prossimo interstellare numero.
Gianluigi Viviani
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di Tavellin Angelo
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om
on
012
periodico indipendente
Anno XXXIV - n. 3 - Marzo 2012
Il Venezia porta al "Sandrini"
un pubblico record e la Rai
Ciclismo amatoriale a Legnago
Magnani racconta
25 anni di attività
dal
1954
progetto grafico [email protected]
Chi poteva meglio raccontare la storia di 25
anni del Gruppo sportivo amatoriale ciclisti
Riello di Alfredo Magnani che nella società
ha fatto parte dalla fondazione come ciclista, consigliere, segretario, vicepresidente
e presidente. E Alfredo Magnani con la
sponsorizzazione di Ettore Riello ha raccolto
in unwww.vespaclublegnago.it
libro di 353 pagine notizie sulla fondazione della società amatoriale, con fotografie e articoli dell’attività ciclistica. Oltre
cinquecento le fotografie, molti gli ordini
d'arrivo finali e notizie sul ciclismo legnaghese e nazionale. Così si viene a sapere che
Massimo Giammarino, attuale fisioterapista
del Legnago Salus, nella stagione ciclistica
1992. ha conquistato la maglia tricolore nella
categoria junior con la squadra del Veneto
a Covo (Bergamo). Viene ricordato anche
Marco Pantani per le sue imprese sportive
e per la sua morte in un residence di Rimini
il 14 febbraio 2004. Le fotografie documentano un’attività intensa della società che nel
2009 è stata ospitata in un album di figurine
delle associazioni sportive di Legnago patrocinate dal'assessorato allo sport del comune
di Legnago. Il Gruppo si è dato uno statuto
nel 2006 e nel giorno di Ferragosto dello stesso anno istituisce il primo Gran premio Città
di Legnago per amatori arrivato alla sesta
edizione. Ha partecipato a varie edizioni
della Festa dello sport allo stadio “ Sandrini”
di Legnago. (A.N.)
Nella foto il libro di Magnani
15
La "partitissima" dell'11 marzo al "Sandrini"
fra il Legnago, terzo in classifica, e la capolista
Venezia si è conclusa in parità, come nell'andata (1-1). Stadio"Sandrini"affollatissimo con
pubblico record (circa 1700 spettatori , presente in tribuna con giubbotto del Legnago
il sindaco Roberto Rettondini con gli asses-
sori De Lorenzi e Negri) e bel colpo d'occhio
per le
riprese televisive
della Rai
trasmesse
Calendario
Turistico
Sociale
in differita alla sera con telecronaca di
Luca Ginetto e commento tecnico di Franco
Peccenini. (A.N.)
Nella foto NavarroMARZO
: le squadre del Venezia, in
sabato
24
maglia biancaCena
e del
Legnago
di mezza Quaresima
2012
G
Bon
Gita S
Cast
al Ristorante Volo Leggero - Isola Rizza (VR)
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calendario turistico-sociale
2012
Tel. +39 0442 685251 - Fax +39 0442 685250
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APRILE
domenica 15
Raduno Nazionale Città di Bovolone
Vespa Club Drago Bovolone (VR)
domenica 29
4° Raduno Nazionale Città di Volta Mantovana
Vespa Club Volta Mantovana (MN)
MAGGIO
domenica 13
1° Rievocazione storica Villa Lagarina Cei
Rovereto (TN ) - Vespa Club Rovereto
venerdì 18 sera
Festa del Pesce a Canove di Legnago (VR)
domenica 20
Raduno Regionale Rievocazione Storica
sul Ponte di Bassano1952/2012 (VI)
Vespa Club Bassano del Grappa
domenica 27
Gita Sociale
Vespa Club Legnago > Vespa Club Salò
con pranzo Ristorante Brasa di Tremosine (BS)
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Torre d
1
Bres
Pa
Il calendario
intendono
informarsi p
stesse prim
GIUGNO
domenica 10
Gita Sociale a Cavaion Veronese - Bardolino (VR)
www.vespaworlddays2012.com
London
da giovedì 14 a domenica 17
Raduno Internazionale
Vespa World Days 60 Years Old Londra
Vespa Club Britain
14-17
Giugno
2012
domenica
24
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A
e
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guzzo venicio