“Non è la libertà che manca, mancano gli uomini liberi.”
Leo Longanesi
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N. 1
e
, Azion
roposte
Idee, P
GENNAIO 2006
10.000 copie
PERIODICO CULTURALE
E DI BATTAGLIE POLITICHE
Diretto da Flavio Giunchi
ANNO X - Aut. Trib. Forlì n. 38/96 del 18/12/96 - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB” Forlì - Pubblicità Inf. 45% - Tassa Riscossa - Taxe Perçue - € 1,00
BANCOPOLI
FASSINON DE’ FASSINONI
La questione morale finisce in banca
Da “Libero” del 3 Gennaio
Fassino: «E allora siamo padroni di una banca?».
Consorte: «Si, è fatta».
Fassino: «Siete voi i padroni della banca, io non c’entro niente»
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n. 1 Gennaio
pag. 2
Ai Giovani Industriali
di Stefano Servadei*
Gruppo Assembleare
Regione Emilia-Romagna
H
o letto, con vivo interesse, il libretto “I valoIl Consigliere
ri del fare impresa” edito dal Gruppo Giovani
Antonio Nervegna
Industriale della provincia di Forlì-Cesena, e ne
sono rimasto vivamente edificato.
Intanto, tali giovani non rifiutano la continuazione dell’impegno dei padri, come accade in altre branche economiche di casa nostra (ad esempio nell’attività turistica), e guardano al futuro ed alle maggiori responsabilità mettendosi in gioco
nella consapevolezza dei prossimi compiti, in rapporto anche alle
riconosciute necessità che le aziende crescano, pure in un mondo
fortemente competitivo.
Aggiungono, poi, di essere profondamente legati alla loro Il 13 dicembre u.s. si è tenuta a Borgotaro(PR) la
terra, candidandosi alla relativa promozione, attraverso l’azione di
conferenza regionale per la montagna. Nell’occasione
imprese consapevoli, anche, di una “forte responsabilità sociale”,
con l’uomo al centro del processo produttivo, in un reciproco rap- il consigliere regionale Antonio Nervegna è interveporto fiduciario.
nuto in qualità di presidente della commissione
Non mancano, poi, le sacrosante critiche ai tempi burocratici bilancio, per trattare tutte le problematiche inerenti
pubblici locali ed extra, al deludente ruolo dell’Università in fatto il tema e riconfermare che i territori montani sono
di collaborazione con le imprese, alla inadeguatezza delle infrastrutture, che finiscono per marginalizzare il nostro territorio, alla una risorsa. Nella seduta assembleare del 22 dicembre
verrà discusso, con oltre un anno di ritardo, il pro“polverizzazione” delle imprese, ecc.
Sono tutti problemi veri, che pesano ormai da decenni sulla nostra
gramma regionale 2005 per la montagna. L’obiettivo
realtà. E rispetto ai quali c’è da chiederci se i “padri” abbiano fatto, e
del piano, a parere del consigliere Nervegna arduo, è
facciano, tutto il possibile per giungere ad approdi assai diversi.
Non è, infatti, sufficiente, queste cose, ripeterle annualmente quello di tentare di rilanciare i territori montani contrastando lo spopolamento, promuovendo e valorizin occasione degli incontri di rito, ma porle permanentemente ed
zando le risorse naturali e i prodotti tipici, dando
energicamente all’ordine del giorno del quotidiano confronto con
le autorità di competenza e con la pubblica opinione. La quale, fra
nuove opportunità di lavoro ai
l’altro, capisce sempre di meno perché l’orgiovani e migliorando la qualità
ganizzazione degli Industriali, in queste
dei servizi. «I finanziamenti stancondizioni, continui ad “integrarsi” nel
ziati per lo sviluppo della montasistema di potere che regge da tanto tempo,
e con tali risultati, la nostra realtà.
gna per il 2005 – dichiara il conCredo che alla componente “industriale”
sigliere Nervegna – ammontano a
locale, più che “posti” in pubbliche struttu22 milioni di euro per 17 accordi
re egemonizzate da consolidate realtà politiquadro triennali sottoscritti da
co-burocratiche, le quali parlano di “sisteRegione, Comunità montane,
ma” e non riescono a raccordare le politiche
infrastrutturali di Comuni limitrofi, che
Comuni, Province e altri soggetsono semplici portavoce delle politiche
ti pubblici e privati. Quindi il
regionali, anche le più assurde e discrimicollega Lucchi “dà i numeri”
nanti nei confronti del nostro territorio, che
quando parla di cento milioni di
scelgono il silenzio in circostanze strategieuro per il 2005, perché sono 22
che come la recente cessione della maggioranza azionaria della locale Cassa dei
milioni di euro per i tre anni
Risparmi (come, per fortuna, non è accadu2005-2006-2007. Se, poi, si
to in nessun’altra realtà romagnola), serva
intende affrontare seriamente il
una propria coraggiosa politica di rinnovaconfronto sul tema senza posiziomento, da portare avanti, senza condizionamenti di sorta, in piena autonomia.
ni ideologiche – conclude il consiCiò potrà anche alimentare “scompiglio
gliere azzurro – dobbiamo tenere
Da “Il Corriere della Sera” del 22 Dicembre 2005
ed avversione”, ma finirà, a breve scadenza,
conto che l’impegno per la monper fornire risultati positivi, non per il solo comparto.
tagna,
sia
del
governo
che della regione non è circoEsprimo, quindi ai giovani industriali della Provincia di ForlìCesena, tanta simpatia. E l’augurio di “non avere paura di avere scritto solamente ai fondi speciali ma si sviluppa
coraggio”, di portare sollecitamente i loro apprezzabili intendi- anche in tutti i settori che vanno dalla sanità al sociamenti all’approdo operativo concreto.
le, dalle infrastrutture al turismo, ecc…».
Fondi per la Montagna
NERVEGNA (FORZA ITALIA):
“Il Consigliere DS Lucchi dà i numeri”
*ex Deputato e fondatore del MAR
pag. 3
n. 1 Gennaio
Diversi da chi ?
di Luciano Spada
I
dirigenti dei DS sono stati presi con le mani nel
sacco: il sacco sarebbe il tentativo di accaparrarsi la
Banca Nazionale del Lavoro attraverso l’Unipol ed in
combutta con gli altri “furbetti del quartierino” e la
dimostrazione sarebbe la famosa frase attribuita a
Fassino “allora abbiamo una banca!”.
Chi li ha presi sono i loro amici della Margherita, che controllano
con loro uomini quasi tutto il sistema bancario italiano e che hanno
messo in piedi, con Abete ed altri, una resistenza ad oltranza perché non
accettano assolutamente di spartire.
Chi ci vuol guardare dentro è la Magistratura, convinta che siano
stati commessi diversi reati da parte di Consorte, Fiorani, Gnutti e compagnia bella.
Chi viene accusato da Fassino e D’Alema di aver montato una campagna diffamatoria sono Berlusconi e la Casa delle libertà, che in tutto questo non c’entrano nulla ed avevano addirittura proposto una legge che
limitasse le intercettazioni telefoniche da cui i DS sono stati inchiodati.
Siamo alle solite; ogni volta che si dimostra che il PCI prima ed i DS
oggi sono sempre stati interessati a mettere le mani sull’economia per
controllare ogni potere e che per tenere in piedi grandi apparati di partito servono molti soldi che non vengono certo dalle feste dell’Unità,
ebbene, ogni volta è in atto “una campagna di aggressione” della destra.
Lo stesso meccanismo che veniva usato al tempo del PCI per screditare qualunque critica ai loro molti errori ed alle loro malefatte; la classica frase in bocca ai dirigenti del PCI era: “questo è becero anticomunismo”, perché noi siamo diversi.
Il malcapitato Consorte oggi viene accusato da Fassino (per poter
scaricare politicamente se stesso, D’Alema ed il partito) di aver agito per
i suoi interessi e di aver cercato un arricchimento personale; ma se lo
sanno tutti che dentro le cooperative non si muove foglia che il partito
non voglia e la regola è che se qualcuno viene beccato il partito lo scarica per preservare se stesso così come successe a Greganti ed a
Donigaglia, Presidente della Cooperativa costruttori di Argenta, che poi
venne lasciata fallire senza che la Lega delle cooperative intervenisse.
Lo ha detto esplicitamente lo stesso Donigaglia al Tg 5, quando,
amareggiato ma lucido, ha raccontato come nella sua cooperativa tutte
le scelte importanti, dagli uomini alle strategie imprenditoriali, agli
investimenti, venissero prima decise a livello del partito e che poi toccasse a lui metterle in pratica.
Ora Fassino vuole continuare a raccontarci la favola che loro sono
diversi e che i cattivi sono gli altri; ma diversi da chi ? Sicuramente dagli
Italiani, più intelligenti di quel che loro credono.
I DS: “E’ una
aggressione della destra”
di Flavio Giunchi*
C
ome al solito gli ex comunisti, ora
Democratici di sinistra, che si ritengono da
sempre gli unici depositari della verità, gli unici
moralizzatori della vita pubblica, quelli insomma
che non sbagliano mai, gridano che le recenti
polemiche sulle vicende politico-affaristiche che li coinvolgono, sono
una “aggressione della Destra”.
Non fa sorridere questa ennesima “verità” della sinistra al solo
rammentare che dal 1994 il centro destra e in particolare il suo leader Silvio Berlusconi hanno subito una sorta di calunniosa violenza
politica che non ha pari in tutti i paesi della Comunità Europea.
Perfino taluni quotidiani inglesi, tradizionalmente ostili al
Governo Berlusconi, si sono meravigliati e hanno stigmatizzato
questo atteggiamento di vero e proprio linciaggio morale da parte
del maggior partito di opposizione. Senza considerare poi le quotidiane violenze verbali del comunista Diliberto, del verde Pecoraro
Scanio o del frustrato sindacalismo italiano, decisamente “anomalo” rispetto alla realtà sindacale europea.
Certo la vicenda Bancopoli è tutt’altro che conclusa e i DS devono dare risposte chiare e precise sulle inchieste giudiziarie in corso
sul caso UNIPOL, BNL e compari.
Sergio Romano, sul Corriere della Sera del 5 gennaio, rispondendo a Piero Ottone, ha sostenuto: “provai imbarazzo e fastidio
quando constatai che la questione morale veniva brandita contro
di lui (Craxi) da un partito (il Pci) che si era sostenuto con i finanziamenti di uno Stato (l’Urss) potenzialmente nemico e con i proventi del commercio est-ovest. Se non ci fossero state le provvidenziali amnistie degli anni Ottanta, Tangentopoli avrebbe coinvolto
parecchi esponenti del Pci”……
E Giuliano Ferrara su “Il Foglio” del 7 gennaio ha rincarato la
dose dicendo: “abbiamo esortato (i Ds) a compiere un gesto di trasparenza e di coraggio personale analogo a quello compiuto da Bettino
Craxi quando, nel 1992, parlò senza veli alla Camera del sistema di
finanziamento illegale o irregolare del sistema politico italiano.
Crediamo di averne pieno diritto, anche in nome della libertà di critica e di espressione, e consideriamo il suo preannuncio di querela nei
nostri confronti come un gesto di pura intimidazione”…….
A questo punto noi concordiamo con le
conclusioni di Davide Rondoni che
sull’Avvenire del 7 gennaio ha scritto: “E’
stato proprio il “partito preso” a indebolire la
sinistra intellettuale e a renderla meno “utile”
al partito. Perché l’unico che deve seguire l’intellettuale, come insegna il grande poeta esule
Dante, è il partito della verità più che la propria immagine. Ma la verità per costoro esiste o è solo una parola politica?”
La scalata alla BNL
*Consigliere Comunale Forza Italia di Forlì
AI LETTORI
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Da “Il Giornale” del 13 Gennaio
Le modalità di abbonamento a pag. 5
n. 1 Gennaio
pag. 4
Interpellanze in Comune e in Provincia
La Voce di Forlì
a cura
del
Gruppo
Consiliare
Forza Italia
Gli otto milioni
di euro spariti
per prestigio
Giunchi e Nervegna in Comune, Gagliardi e De Leonardis in Provincia hanno
rivolto interpellanze al Sindaco Nadia Masini e al Presidente della Provincia
Massimo Bulbi per sapere quale comportamento intendano adottare in merito al
costituito “Comitato per il Referendum contro la Riforma Federale”, riforma
costituzionale che è stata recentemente approvata dal Parlamento Italiano.
Tale Comitato,sostengono i Consiglieri Comunali e Provinciali di Forza Italia,
oltre che da varie forze politiche è costituito dall’ANPI (Associazione Partigiani)
e altre associazioni che non dovrebbero assumere iniziative politiche di parte ma
iniziative culturali a beneficio di tutti i cittadini in quanto godono di privilegi,
quali contributi pubblici e sedi gratuite di proprietà degli Enti Locali.
Paolo Farneti chiede il Bilancio
del teatro “Diego Fabbri”
di Vanda Burnacci*
D
urante l’approvazione
del Bilancio 2006, il
Sindaco Nadia Masini ha
superato ogni misura nelle
critiche alla Finanziaria del
governo e al suo patto di stabilità. Prima
nelle circoscrizioni e sulla stampa, aveva
rumorosamente affermato che il Comune
avrebbe dovuto tagliare le spese del 12-13%
e che erano otto milioni in meno gli euro su
cui contare. E il gruppo DS le aveva fatto
ripetutamente eco con quella stessa storia
degli otto milioni di euro in meno. Quando
un Sindaco sostiene che deve tagliare quasi
16 miliardi di lire e che a rimetterci saranno i più deboli, è naturale che handicappati, anziani e genitori di bambini piccoli
siano messi in stato di attesa e di angoscia.
E’ logico infatti aspettarsi che il Sindaco
debba prendere le forbici e tagliare le spese
con attenzione, ma fortemente. Invece? Le
forbici sono state prese ma, con un lavoro
da prestigiatore illusionista sono stati
tagliati 7.835.000,00 euro, facendo transitare, attraverso l’A.S.L. e l’A.C.E.R., soldi
che prima venivano introitati e pagati dal
Comune. Quindi è stato fatto solo un gioco
di prestigio. I dati reali mostrano che,
rispetto al 2005, non ci sarà nessunissimo
taglio, anzi, ci sarà l’1,2% di spesa corrente
in più: rispetto al 2004 le spese aumenteranno addirittura del 7,56.
Molti numeri e percentuali del Bilancio
2006 sono quindi dati “fasulli”, perché
viziati e resi fittizi dal gioco di prestigio
fatto. Noi non contestiamo la libertà del
Sindaco e della sua maggioranza di criticare
il governo come vuole e quanto vuole.
1 9 7 1 - 1 9 9 6
I Consiglieri comunali Paolo Farneti e Vanda Burnacci del Gruppo consiliare
Forza Italia hanno rivolto un’interrogazione al Sindaco che così recita:
• visto che, nella polemica apparsa sulla stampa, viene sollevato il problema
della trasparenza sulle entrate e sulle spese del teatro “Diego Fabbri”
• in considerazione del fatto che nel Bilancio del Comune di Forlì vengono di
solito forniti dati riassuntivi sintetici della spesa per i servizi culturali complessivi e non è possibile analizzare gli elementi costitutivi del Bilancio del
teatro “Diego Fabbri”;
• valutato che l’unico elemento certo per i consiglieri comunali riguarda solo
i costi dei servizi a domanda individuale;
chiedono
che il Sindaco e la Giunta forniscano tutti i dati delle entrate e delle uscite del
teatro “Diego Fabbri” degli ultimi anni, nonché gli elementi dell’andamento
dell’anno in corso;
chiedono altresì
che si renda conto della volontà (e delle modalità) di organizzare una
Fondazione per la gestione del Teatro, indicandone i programmi, le finalità, i
vincoli e le ipotesi di sviluppo culturale che potrebbero discenderne.
Ma, se si dice che la Finanziaria obbliga
a tagliare 16 miliardi di spese, bisogna
anche aggiungere che il Comune di Forlì,
con un inganno, toglie dal bilancio quei
miliardi per farli spendere ad altri soggetti.
Certo, ci si può vantare di avere beffato lo
Stato, ma la beffa è troppo amara per i
C A S S A
R U R A L E
E D
®
nostri cittadini, ai quali va detta tutta la
verità, non una mezza verità ingannatrice.
Non era necessario studiare il Bilancio:
bastava leggere la relazione tecnica!
*Consigliere Comunale
Forza Italia di Forlì
A R T G I A N A
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F O R L I ‘
La Banca
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A
pag. 5
n. 1 Gennaio
Flavio Giunchi e Luca Zambianchi,
in merito allo scalo aeroportuale forlivese.
Flavio Giunchi e Luca Zambianchi, Consiglieri comunali del Gruppo Forza
Italia, rivolgono al sindaco la seguente interpellanza urgente per sapere :
1. quali iniziative si intendono prendere per tutelare gli interessi dello Scalo
Aeroportuale Forlivese, in seguito alle recenti dichiarazioni del Presidente
dalla S.AB., Giancarlo Sangalli;
2. quali strategie si intendono adottare a breve, medio e lungo termine, per
assicurare e consolidare lo sviluppo del “L. Ridolfi” nell’ambito regionale in
attesa di un intervento decisivo della Regione Emilia-Romagna.
Nuova Cervese, Via Emilia bis, SS. 67
La Voce di Forlì
a cura
del
Gruppo
Consiliare
Forza Italia
Casa di
Riposo
“Zangheri”
Non sappiamo se sia onore o onere, ma la
“Zangheri” di Forlì è forse ormai il caso
più emblematico della vicenda Ipab su
scala regionale. La discussione in atto e le
difficoltà decisionali, nonché gli ostruzionismi di sapore statalista e conservatore di
una parte sindacale, sono la prova provata
proposito della nuova Cervese l’ANAS informa, in seguito a una interpellanza che è sbagliato il disegno regionale. Non ci
dell’On. Sauro Sedioli, “che il nuovo progetto è stato approvato dal Consiglio d’am- sarebbe nemmeno da discutere sul futuro
ministrazione in data 16 novembre 2004 e che ha favorevolmente deliberato la maggior della Zangheri e probabilmente in nessun
copertura finanziaria per maggiori occorrenze. Un finanziamento di circa un milione di altro Paese europeo se ne discuterebbe. E’
euro, da inserire “nel prossimo Contratto di programma 2006/2008 in corso di redazio- evidente che se si ragiona in chiave
moderna di sussidiarietà (citata nella
ne”.
Costituzione ma non ancora né capita né
Certo è che oggi avremmo già la nuova Cervese, se Comune e Provincia non avessero
applicata) e se si tiene sommamente precambiato ben due progetti. E poi, perché lamentarsi e strumentalizzare i Quartieri forlisente il bene della comunità sociale di rifevesi con una manifestazione nel 2005 contro l’Anas, quando l’Anas stessa nel 2004, aveva rimento, la scelta migliore da farsi è una
già deciso la copertura finanziaria?
sola. Autonomia, responsabilizzazione e
ricerca dell’efficienza e della qualità, quale
******
si può perseguire con la soluzione fondazione. Agli ostruzionisti che paventano
ulla via Emilia bis non c’è nessun impegno della Regione, come evidenzia il profitti e mercato selvaggio, val la pena
Consigliere Regionale Antonio Nervegna, il quale anzi dichiara: “ Tengo a precisare rammentare che una fondazione è più che
che nell’ultimo programma triennale di intervento sulla rete viaria di interesse regionale, vincolata agli scopi sociali, il suo personaaggiornato per il triennio 2004/2006, non si fa assolutamente menzione di tale opera. Il le è tutelato per legge e la Regione deve
programma a oggi non è stato riaggiornato e non esiste nulla di concreto che ci testimo- comunque approvarne prima lo statuto e
ni questo “grande impegno” della regione e di alcuni consiglieri di maggioranza circa la sorvegliarne l’applicazione. Di cosa hanno
dunque paura? Temono forse che la cosa
via Emilia bis.”
funzioni e che garantisca il bene delle perE prosegue: “Aspettiamo anzi con ansia da circa due anni che la giunta regionale prosone senza pagare pedaggi burocratici o
ponga all’Assemblea legislativa un nuovo programma triennale per individuare le priorità
ideologici? C’è un aspetto tuttavia da
della regione e vedere se effettivamente ha preso in considerazione la realizzazione di que- denunciare ed è la latitanza di diversi sinsta importante arteria e il completamento della SS. 67 per il tratto che ricade nel territo- daci e politici. Molti amministratori
rio emiliano-romagnolo. Le bugie hanno le gambe corte”.
comunali ed esponenti di partiti soprattutto di maggioranza sono ormai intimamente convinti che sia fuorviante quanto deciso dalla Giunta
regionale perché ostacola anziché favorire le scelte mirate a sostenere il welfare delle comunità locali. Tuttavia solo in pochi lo
hanno dichiarato. Eppure l’occasione di provare a rimettere mano
ai paletti regionali forse ora c’è, vista anche la dilazione bipartisan
C/C n° 19463/63 Cassa dei Risparmi di Forlì
di tre mesi ottenuta in Consiglio regionale. In ogni caso la vicenoppure Vaglia Postale intestato a:
da Zangheri resta e resterà, qualunque sia la sua soluzione finale,
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pag. 6
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Per l’amor dei poeti o principessa dei sogni segreti
appunti su Dino Campana
Rassegna stampa
Da “Il Giornale” del 17 Dicembre 2005
Il libro di Rodolfo Ridolfi, “Per l’amor dei poeti o principessa
dei sogni segreti”- appunti su Dino Campana Edizioni Centro
Studi Campaniani “Enrico Consolini 15 euro 112 pagine, è in
libreria. Nei ventidue capitoli Ridolfi Ripercorre luoghi e vicende
campaniane: Faenza, Genova, Bologna, Firenze; lo smarrimento ed
il ritrovamento del manoscritto “Il più lungo giorno” i rapporti di
Dino Campana con la divisa e la tormentata odissea della sepoltura. La prefazione è di Christophe Mileschi, professore di letteratura italiana contemporanea, all’Università Stendhal di Grenoble,
che nella prefazione scrive: “…i lavori critici come questo di
Rodolfo Ridolfi continuano a dimostrare che Campana, come
poeta, era quanto mai consapevole del contesto in cui scriveva….Ben lungi dall’essere sceso impreparato dalle sue montagne,
Campana si inseriva in realtà, prima di tutti gli altri, nel concerto
della poesia e del pensiero mondiale, parlando a noi della nostra
condizione errabonda, cantando la nostalgia infinita della notte
chiomata di muti canti, pallido amor degli erranti”
pag. 7
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