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del Centro Studi Galileo
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ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL
DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ
Consegna degli attestati da parte dell’Ing. Stefano Sarti,
docente Centro Studi Galileo, nella sede dei corsi di
Bologna ad un nutrito gruppo di partecipanti ad
una sessione d’esame del Patentino Italiano
Frigoristi. La sede viene gestita dal collega Madi
Sakande, docente CSG anche per i corsi svolti per
le Nazioni Unite nell’Africa francofona.
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
A CASALE MONFERRATO
Turina Guido
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Pinerolo
Farruggia Antonino
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IND.LE spa
Pinerolo
Lʼelenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici
specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può
trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”)
DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI
SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE
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Nichelino
Bonetti Roberto
CONTATO TERMOIDRAULICA
Desio
Varlam Costel
ERRECI srl
Corneliano Alba
Cassano Marco
FENICE spa
Cascine Vica - Rivoli
Vespo Nicola Fabio
CESARE MESSINA srl
Vigevano
De Blasio Angelantonio
DE BLASIO snc
Marentino
Zorza Emanuele
EZ ENGINEERING srl
Cividate al Piano
Sbrighi Alberto
FENICE spa
Cascine Vica - Rivoli
De Nardi Carlo
CLIMAIR srl
Milano
Viglione Massimo
ELETTRO 90 srl
Bra
Toccafondi Cristian
FAST BEER DI TOCCAFONDI
Bollate
Malagoli Guido
FENICE spa
Cascine Vica - Rivoli
Colombo Osvaldo
COLOMBO IDRAULICA srl
Caponago
Agnetti Gianluca
ELETTROTERMICA
DI AGNETTI
Massa Martana
Barbera Paolo
FENICE spa
Cascine Vica - Rivoli
Franza Marco Germano
FENICE spa
Cascine Vica - Rivoli
Astolfi Ettore Fabio
Milano
Becerra Berrezueta Savino Rafael
Lonate P.
Giorgi Luca
BERTACCINI & GROSSETTI snc
Castel San Giovanni
Chiesa Mattia
BERTACCINI & GROSSETTI snc
Castel San Giovanni
Bellini Alessandro
BIEMME snc
Susa
Bortoliero Luigi Marsilio
Milano
Barbero Massimo Angelo
CALORSERVICE
F.LLI BARBERO snc
Castell’Alfero
Barbero Matteo
CALORSERVICE
F.LLI BARBERO snc
Castell’Alfero
Regi Fabrizio
CDG SERVICE TORINO srl
Rivalta di Torino
Marco Buoni e Riccardo Gaviati posano con gli allievi ai quali è stato da poco consegnato l’attestato di frequenza con profitto
del corso sugli idrocarburi. Questi refrigeranti verranno usati in quantità sempre maggiore in futuro in quanto ad alta
efficienza e basso impatto ambientale, contrariamente agli HFC che essendo forti gas ad effetto serra in Europa verranno
diminuiti dell’80% con conseguente aumento rilevante di prezzo nei prossimi anni.
13
Campo Salvatore
CS IMPIANTI DI CAMPO
Carate Brianza
Calzoni Valentino
DOLLMAR MECCANICA srl
Caleppio di Settala
Serra Denis
ELDO SERVICE DI SERRA
Bareggio
Pardi Alessandro
ELETTRO MAGIC snc
Tavazzano
Mastrolia Massimo
EUROEDIL snc
Zibido S. Giacomo
Tamim Hamza
FACOLD SERVICE srl
Malnate
Faedo Marco
FASFRIGOR DI FAEDO
MARCO
Verano Brianza
Roberto Ferraris, docente CSG, esegue una carica – vuoto a scopo didattico a favore di alcuni allievi nel laboratorio
della sede centrale Centro Studi Galileo a Casale Monferrato.
Iacob Florin
Torino
Marzo Cristian
Novalesa
Mitri Ylli
Paullo
Patrucco Marco
Casale M.to
Sefa Edmond
SE SERVICE DI SEFA
Alessandria
Illini Roberto
AIR SYSTEM srl
San Giacomo Telio
Laratta Mirco
BUCCINNÀ FRANCESCO
Cornaredo
Barzaghi Angelo
BARZAGHI TERMOTECNICA
Giussano
Caiazzo Luigi
Cerro Maggiore
Bloise Francesco
BI-TECH TECNOLOGY
AND SYSTEM
Meda
Cerea Pietro
Anzano del Parco
Colombi Francesco
CF TERMOIDRAULICA
DI COLOMBI
Bresso
Fattarelli Dario
FATTARELLI snc
Cologno M.se
Napolitano Antonio
FITEM
DI NAPOLITANO MATTEO
Rodano
Compagno Vincenzo
COMPAGNO F.LLI snc
Milano
Ferent Marius Eduard
FM IMPIANTI DI FERENT
MARIUS
Cologno M.se
Recaldini Christian
CR FRIGOR DI RECALDINI
Pozzuolo M.
Bertocchi Lorenzo
GELMATIC ITALIA srl
Orio al Serio
Venturoli Roberto
Avigliana
Zoppi Stefano
ZOPPI srl
Treiso d’Alba
Porro Federico
ZOPPI srl
Treiso d’Alba
Vacca Giorgio
ZOPPI srl
Treiso D’Alba
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
A MILANO
Bacci Leonardo
ABL ELETTRICA sas
Milano
Fendoni Davide
AIR SYSTEM srl
San Giacomo Telio
14
Alcuni allievi nella sede dei corsi CSG di Roma posano con il docente Donato Caricasole, in un momento conclusivo
dell’esame per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi.
Bontempi Giorgio
GEOLOG srl
San Giuliano M.se
Rota Alessandro
GNODI SERVICE srl
Somma Lombardo
Elefante Cristian
GS TECNICA srl
Pratissolo Scandiano
Ibrahim Mohamed
HM IMPIANTI
Milano
Calabria Domenicantonio
ICC sas
DI CALABRIA DOMENICANTONIO
Villacortese
Scodeggio Giovanni Roberto
IDROSCODEGGIO IMPIANTI
Cornaredo
Togni Aldo
IST. ZOOPROF. SPER.
“UBERTINI”
Brescia
Ballini Bruno
IST. ZOOPROF. SPER.
“UBERTINI”
Brescia
Marconi Massimiliano
LINEA CASA TIBALDI srl
Milano
Maggiali Antonio
MARICE IMPIANTI
DI MAGGIALI
Cornaredo
Beneficio Vincenzo
MIB GLOBAL SERVICES sas
Settimo Milanese
Madi Sakande, docente Centro Studi Galileo alle prese con una prova pratica durante il corso promosso dalle Nazioni Unite e
realizzato dallo stesso Centro Studi Galileo a Cotonou, Capitale del Benin.
Ottonetti Massimo
OEMME DI OTTONETTI
Monserrato
Gallotti Andrea
PROSET FROID sas
Garlasco
Carrossa Cristian
ORMA DI CARROSSA
Muggiò
Dalla Vecchia Marco
RDV DI DALLA VECCHIA
Muggiò
Cola Lenny
PARABIAGHI SERVIZI srl
Milano
Sorrenti Francesco
SP IMPIANTI DI SORRENTI
Cornaredo
Lusardi Giuseppe
PARABIAGHI SERVIZI srl
Milano
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
A BOLOGNA
Sabau Marius
CORALI sas
Villafranca di Verona
Dattoli Mario Franco
EEE BASILICATA srl
Matera
Ceroni Stefano
FORLì GRANDI IMPIANTI srl
Forlì
Spada Marino
FORLì GRANDI IMPIANTI srl
Forlì
Tedeschini Marco
FRIGO SERVICE RPF srl
Spilamberto
Sabattani Marco
FRIGOTERMICA
DI FANELLI snc
Forlì
Russo Matteo
L’IDRAULICO
DI RUSSO MATTEO
Casalecchio di Reno
Panisi Teodorico
PANISI IMPIANTI
E COSTRUZIONI sas
Fabbrico
Rinaldi Anacleto
RITECNO DI RINALDI
Guardasone di Traversetolo
Testoni Gianluca
TB TERMOIDRAULICA snc
Finale Emilia
Franchini Fabio
Maranello
Frigo Lorenzo
SIVIMA srl
Caorle
Il Docente Fabio Braidotti, decano dell’insegnamento e della formazione con Centro Studi Galileo, osserva l’esecuzione di
prove al laboratorio didattico nella sede centrale Centro Studi Galileo a Casale Monferrato su impianto didattico,
appositamente realizzato per la migliore comprensione da parte degli allievi che, in 5000 all’anno, partecipano in tutta Italia
ai corsi CSG.Nella sola sede di Casale arrivano circa 1000 tecnici all’anno per essere formati.
Denis Zambello
CLIMA CENTER srl
Curtarolo
15
Pancotti Luciano
MISA srl
Pomezia
Merci Gilberto
NTS NEW TECNOLOGY
SYSTEM srl
Loc. Dossobuono Villafranca
Njekam Raoul Carlos
PIOVAN spa
Santa Maria di Sala
Palumbo Nicolò
PRIMA VERA spa
Milano
Barbon Roberto
PRIMA VERA spa
Milano
Verda Claudio
PRIMA VERA spa
Milano
Trapani Maurizio
SIVIMA srl
Caorle
In Montenegro, inviato dalle Nazioni Unite, Marco Buoni (VicePresidente AREA e Direttore tecnico Centro Studi Galileo)
esamina tecnici balcanici nell’ambito del programma delle Nazioni Unite di formazione dei tecnici dei paesi emergenti ad un
uso consapevole dei gas refrigeranti ad effetto serra. In questa occasione esperti dei paesi balcanici Albania, Serbia,
Macedonia, Bosnia, Turchia e Montenegro hanno ottenuto, avendo superato positivamente l’esame, il patentino frigoristi
valido in ogni paese della Unione Europea.
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
A MOTTA DI LIVENZA
Lovato Roberto
BP AUTOMATION
DI PIETROBON sas
Cavaglià
Vidosevich Ermacora Leonardo
COSTAN spa
Limana
Caser Corrado
COSTAN spa
Limana
Dalla Nora Mario
ELETTRONICA VENETA spa
Motta di Livenza
Viel Denis
COSTAN spa
Limana
Zago Mattia
DRUSIAN IMPIANTI srl
Oderzo
Sguazzin Stefano
IMAS DI SGUAZZIN
San Giorgio N.
Piatesi Morris
COSTAN spa
Limana
Casagrande Patrizio
ELETTRONICA VENETA spa
Motta di Livenza
Zykaj Lonidha
LEO SERVICE
Caorle
Costantini Harry
SIVIMA srl
Caorle
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
AD AGLIANA
Coni Mauro
CM SERVICE
DI CONI MAURO
Firenze
Borgini Marco
CENTRO COMPRESSORI srl
Portogruaro
Vit Paolo
CENTRO COMPRESSORI srl
Portogruaro
Claudio Ongaro
CLIMA SYSTEM srl
San Polo di Piave
Michelutti Ermes
COLDPROJET & C. sas
San Vito Al Torre
Gusatto Michele
COSTAN spa
Limana
Brancher Jurgen
COSTAN spa
Limana
Dal Farra Paolo
COSTAN spa
Limana
Orrù Davide
COSTAN spa
Limana
16
Un docente CSG dell’Istituto della refrigerazione di Podgorica (Montenegro) fa eseguire una prova di saldobrasatura alla preside
della Scuola Tecnica Bosniaca. Fortunatamente anche all’estero alcune donne si affacciano alla professione che vede in
maggioranza tecnici di sesso maschile. Questa prova rientra nelle competenze richieste per maneggiare i gas refrigeranti in tutta
AF FRIGO CLIMA
IMPIANTI srl
Teodoro Mariella
Lega Emanuele
Bomporto
ATLAS COPCO ITALIA spa
Mattei Michele
Cinisello B.mo
BARGELLINI ENRICO
Casalecchio di Reno
BENEDETTI
ARREDAMENTI srl
Benedetti Mirko
Pavullo N/F
CLIMATIC srl
Finos Stefano
Principe Umberto
Rosa Gianluca
Sacco Gianluca
Spilamberto
COMET snc
DI CONTI E VENDER
Vender Guido
Bagnolo in P.
Una saldobrasatura ottimamente eseguita è requisito essenziale per la tenuta dell’impianto e per la prevenzione di fughe di gas
dannose per l’ambiente. Nella foto un tecnico dell’area francofona dell’Africa esegue una saldobrasatura a rame.
Nieri Gabriele
COREMAS srlu
Livorno
Smiroldo Cesare
CAMINITI AGATINO CARMELO
Santa Teresa di Riva
Campanella Romolo Cristian
MEDIACOM srl
Marsala
Morici Antonino
TMB ITALIA srl
Napoli
Diaz Leonel
Pisa
Spina Andrea
EDIL IMPIANTI DI SPINA
S. Cipirello
Giuffrida Michelangelo
TMB ITALIA srl
Napoli
CORSI A BOLOGNA
Napolitano Mauro
GAMMA GROUP srl
Cellino San Marco
Filangeri Salvatore
TMB ITALIA srl
Napoli
Belli Andrea
ELETTRO MARIO srl
Firenze
Ammannati Alessandro
HOSPITAL CONSULTING spa
Bagno a Ripoli
AERRE SERVICE srl
Carollo Luigi
Dondi Marco
Rossi Luigi
Cernusco S/N
COOP. ITALIANA
CONSUMATORI ENERGIE
RINN.
Plett Ivan
Aquileia
CPL CONCORDIA scarl
Canton Alessandro
Ferraresi Eddy
Perboni Diego
Ballerini Davide
Concordia S/S
CSI srl
Caracciolo Sergio
Castelfranco Emilia
Volpi Leonardo
LOMBARDI srl
Buggiano
Candela Oberdan
METAL INOX DI BINI
Empoli
Regini Mauro
PUCCI URBANO
Empoli Zi Terrafino
Sestini Marco
Greve in Chianti
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
PRESSO L’UNIVERSITÀ
DI PALERMO
Barbasso Salvatore
San Giovanni Gemini
Rossi Michele
CAMERA DI COMM.
COSENZA
Cosenza
Consegna degli attestati nella sede dei Corsi di Roma del Centro Studi Galileo. Gli attestati, molto richiesti dalle aziende, sono
importanti per i tecnici per formare un Curriculum Vitae dove, oltre all’esperienza pratica, si possa dimostrare un
approfondimento teorico di livello.
17
DELTAVENDING srl
Bindini Michele
Ferrara - Loc. Mizzana
DI STEFANO DANIELE
Giarre
DRAGONI FABRIZIO
San Fiorano
ELECTRO PROJECT
Mazzini Mirco
Bellaria Im
FIRBIMATIC spa
Lodi Davide
Melloni Fabrizio
Oca Morris
Sala Bolognese
FORTI ENRICO
Meldola
FRIGOR ART snc
Musiani Alessandro
Bologna
FRIGOR BOX srl
Fioroni Giuseppe
Guidetti Corrado
Scandiano
FRIGOR LUX DI CARPI
Carpi Alcide
Motteggiana
GAMBERINI ROBERTO
Cento
GAS POINT srl
Lovascio Nicola
Brescello
La tradizionale consegna degli attestati ad un corso di Tecniche Frigorifere Specializzazione nella sede dei corsi di Milano del
Centro Studi Galileo. I corsi di Tecniche Frigorifere base e specializzazione sono fondamentali per sostenere con successo
l’esame per il Patentino Italiano Frigoristi PIF
MANUTENFRIGO srl
Perillo Alessandro
Di Maio Pietro
Spano Marco
Bologna
MHF SERVICE srl
Bergonzini Claudio
Pavullo Nel Frignano
GRANILI STEFANO
Ravenna
N2N srl
Di Nezza Michele
Lalli Lorenzo
Isernia
LEONARDI GIACOMO
Tassinari Fabio
Casalecchio di Reno
NEW SERVICE sas
Fava Fabio
Mirandola
PANISI IMPIANTI
E COSTRUZIONI sas
Panisi Teodorico
Fabbrico
PARMALAT spa
Faroldi Primo
Collecchio
RAM SISTEMI srl
Mutti Stefano
Poli Remo
Imola
RDM srl
Gibellini Enrico
Montale di Castelnuovo
Rangone
REALSTAR srl
Ortu Maximiliano
Calderara di Reno
TECNICAF srl
Bezzi Daniele
Forlì
RM srl
Viti Simone
Campi Bisenzio
UCCELLARI REMO
Uccellari Andrea
Guiglia
SEMINATI TOMMASO
San Zenone Ezz.
UMAIR AHMAD
Bologna
SINI IMPIANTI srl
Sini Fabio
Bologna
UNIGRÀ srl
Gentili Franco
Conselice
STEMA srl
Milanesi Alessandro
Comandini Manuel
Forlì
UNION spa
Mennonna Domenico
Sala Bolognese
CORSI A TAURIANOVA
ARREDI MACRÌ sas
Macrì Salvatore
Locri
BRANCATI
IDROTERMOSANITARIA
Bellantonio Andrea
Taurianova
GLOBAL SERVICE
ASSISTANCE
Di Punzio Santo
Francavilla F.na
VESATE RTV
DI LO BIANCO G.
Bagnato Giuseppe
Vibo Marina
Donato Caricasole consegna un attestato di partecipazione ad un corso specialistico di grande particolarità: “Manutenzione e
ripristino degli impianti frigoriferi e di condizionamento”. Il corso è Avanzato Post Patentino APP in quanto rivolto a quanti
vogliono una ulteriore specializzazione una volta conseguita la certificazione obbligatoria.
18
Sommario
Direttore responsabile
Enrico Buoni
Responsabile di Redazione
M.C. Guaschino
Comitato scientifico
Marco Buoni, Enrico Girola,
PierFrancesco Fantoni, Luigi Nano,
Alfredo Sacchi
Redazione e Amministrazione
Centro Studi Galileo srl
via Alessandria, 26
15033 Casale Monferrato
tel. 0142/452403
fax 0142/525200
Pubblicità
tel. 0142/453684
Grafica e impaginazione
A.Vi. Casale M.
Fotocomposizione e stampa
A. Valterza - Casale Monferrato
E-mail: [email protected]
www.industriaeformazione.it
www.centrogalileo.it
continuamente aggiornati
www.EUenergycentre.org
per l’attività in U.K. e India
www.associazioneATF.org
per l’attività dell’Associazione dei
Tecnici del Freddo (ATF)
Tecnici specializzati negli ultimi corsi del Centro Studi Galileo
13
Editoriale
20
2015: L’anno del “green cooling”
Gli aggiornamenti normativi mondiali che ci attendono
M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European
Association - AREA e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF
Lancio della rivista “International Special Issue 2014-2015” e importanti
aggiornamenti normativi europei – Aggiornamenti normativi F-Gas dal 1
gennaio 2015 – Aggiornamenti sul “libretto di impianto di climatizzazione”
Guida AREA su F-gas
Una guida pratica sulla applicazione del nuovo regolamento F-gas
P. Jonasson – Presidente AREA – Air Conditioning and Refrigeration European Association
Tenuta dei registri – Recupero – Formazione e certificazione – Divieti –
Distribuzione degli F-Gas – Vendita di apparecchiature precaricate –
Etichettatura del refrigerante riciclato/rigenerato – Divieti di manutenzione
– Precarica dell’apparecchiatura – Eliminazione graduale degli HFC
24
Principi di base del condizionamento dell’aria
32
Condizionamento di locali in particolari condizioni gravose: il problema
del surriscaldamento dei motori delle ventole del condensatore
P.F. Fantoni – 158ª lezione
Introduzione – Condensazione con ventole aspiranti – Un’occhiata alle
ventole del condensatore – Declassamento del motore – Motori per alte
temperature
35
Nuovo Regolamento Europeo F-gas 517/2014
Chiarimenti su certificazione necessaria per acquisto F-gas
A. Borri – Direttore Generale Rivoira Refrigerant
Disposizioni generali – Contenimento – Immissione in commercio e controllo dell’uso – FAQ (domande frequenti)
Corrispondente in Argentina:
La Tecnica del Frio
Preparati alla normativa sugli F-gas
M. Della Ragione - Danfoss
Corrispondente in Francia:
CVC
Programma di controllo dei refrigeranti – I vantaggi dei refrigeranti per le
vostre applicazioni – CO2 (R744) – Ammoniaca (NH3) - HFC
La rivista viene inviata a:
1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di:
A) impianti frigoriferi industriali,
commerciali e domestici;
B) impianti di condizionamento e
pompe di calore.
2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione.
3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.
Importanti obblighi per i proprietari di celle frigorifere
e condizionatori
M. Sakande – New Cold System
38
40
Obbligo del registro di impianto e apparecchiatura – Le sanzioni
42
I giorni contati dell’R22 e dei refrigeranti HFC
P.F. Fantoni – 178ª lezione
Introduzione – Quale temperatura di evaporazione? – Le miscele richiedono una certa attenzione – C’è manometro e manometro
45
Componenti principali di refrigerazione
K. Kelly – Business Edge
Compressori alternativi aperti – Il compressore a vite – Il compressore
scroll – Il compressore rotativo – Il compressore rotativo a palette –
Compressori centrifughi – Pompe ad assorbimento
N. 383 - Periodico mensile - Autorizzazione
del Tribunale di Casale M. n. 123 del
13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo
(10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp
10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.
52
Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento
50
(Parte centoquarantaduesima) – A cura di P. Fantoni
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Editoriale
2015: l’anno del “green cooling”
Gli aggiornamenti normativi mondiali
che ci attendono
MARCO BUONI
Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA
Segretario Generale Associazione deiTecnici italiani del Freddo - ATFCoordinatore
pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo
Il 2015 sarà un anno di particolare
importanza per il nostro settore. Il lancio della rivista International Special
Issue ne è una tappa fondamentale.
Il nuovo anno sarà infatti caratterizzato in tutto il mondo per:
– La fine dell’ HCFC R22 nei paesi sviluppati tra cui l’Italia, dove nessun
impianto potrà più essere caricato
con R22. Quindi, se un impianto ha
una perdita, l’R22 dovrà essere
recuperato e mandato allo smaltimento e l’impianto riempito con i
vari sostituti disponibili sul mercato.
Ovviamente se la macchina funziona correttamente questa non viene
coinvolta se non perché verranno
svolte le ispezioni periodiche di
buon funzionamento, come da registro delle apparecchiature.
– La riduzione dell’R22 nei paesi in via
di sviluppo.
– Il maggior utilizzo dei refrigeranti
alternativi sia nei paesi sviluppati sia
in quelli in via di sviluppo (naturali
quanto a basso GWP). In Europa in
particolare, dovuto alla nuova regolamentazione europea che diminuirà
gli HFC di quasi l’80% nei prossimi
15 anni, con ovviamente un conseguente aumento di prezzo degli
stessi.
– Un accordo internazionale, che possibilmente avverrà a Parigi nel
COP21, sulla diminuzione di tutti i
gas ad effetto serra tra i quali gli
HFC, che sono tra i gas a maggior
impatto ambientale.
Per questi grandi cambiamenti del settore della refrigerazione e del condizionamento saranno indispensabili in
tutto il mondo gli aggiornamenti e
20
sempre più richiesti sono i corsi del
Centro Studi Galileo, voluti da qualche
tempo pure dalle Nazioni Unite per la
certificazione delle competenze.
L’unico modo per garantire un passaggio sicuro ed efficiente alle nuove tecnologie è, infatti, garantire e verificare
le competenze dei tecnici che le controllano, utilizzano e riparano.
Il Patentino Frigoristi rilasciato dal
CSG, valido in tutta Europa, è richiesto
per questo motivo ormai da ogni paese
del mondo. In questa maniera viene a
formarsi una competenza mondiale. Il
Patentino Italiano Frigoristi PIF, nato
dal Patentino Europeo Frigoristi
PEF evolve ora per il mercato estero
in Certification of refrigeration
Technicians COT.
LANCIO DELLA RIVISTA
“INTERNATIONAL SPECIAL ISSUE
2014-2015” e importanti
aggiornamenti normativi europei
A PARIGI PRESSO LA SEDE UNESCO PRESENTATA LA RIVISTA
INTERNAZIONALE DEL CENTRO
STUDI GALILEO INTERNATIONAL
SPECIAL ISSUE.
Nella cornice dell’UNESCO a Parigi,
nell’ambito dell’impulso dato dalle
Nazioni Unite – UNEP alla formazione
con particolare riguardo ai nuovi refrigeranti per limitare l’effetto serra, il
Centro Studi Galileo ha lanciato
l’International Special Issue 2014 –
2015 di Industria & Formazione. La
rivista in questo consesso (vedi foto
copertina) è stata consegnata a tutti i
partecipanti ed in particolare ai 184
capi di Stato e di Governo firmatari del
protocollo di Montreal.
In dettaglio:
L’International Special Issue 20142015 di Industria&Formazione, con l’introduzione del Ministro dell’Ambiente
italiano, On. Galletti, e del sottosegretario generale delle Nazioni Unite, Achim
Steiner, pubblicato dal Centro Studi
Galileo, dall’Associazione dei Tecnici
italiani del Freddo e dall’European
Energy Centre (UK) in collaborazione
con le Nazioni Unite, l’Istituto Internazionale del Freddo e con i maggiori
esperti ed associazioni a livello mondiale è stato presentato da Alessandro Peru (Min. Ambiente), Didier
Coulomb (IIR) e Marco Buoni (CSG)
al convegno mondiale delle Nazioni
Unite sul protocollo di Montreal, in cui
sono state proposte soluzioni per l’eliminazione dei refrigeranti HFC.
Nell’occasione oltre 200 esperti del
settore hanno potuto apprezzare la
pubblicazione e la stessa verrà anche
distribuita a tutti i prossimi convegni
mondiali che hanno un collegamento
con la refrigerazione e il condizionamento (come la conferenza sul protocollo di Kyoto a Lima 2014 e Parigi
2015) ed inviata alle migliaia di operatori del freddo e condizionamento collegati con il Centro Studi Galileo.
Su www.centrogalileo.it si può visionare la rivista in versione sfogliabile
online.
Chi desidera ricevere la rivista in formato cartaceo invii una email
a [email protected] indicando
l’indirizzo postale.
Il CSG durante il lancio ha ricevuto i
complimenti da parte delle Nazioni
Unite per i suoi sforzi rivolti alla formazione dei Paesi in via di sviluppo svolti con le Nazioni Unite.
I corsi sviluppati negli ultimi mesi
sono:
– in Rwanda a Kigali, certificazione
per tutti i Paesi africani anglofoni
– in Benin a Cotonou, certificazione
dei frigoristi per tutti i Paesi africani
francofoni
– in Montenegro a Podgorica, certificazione dei frigoristi per tutti i Paesi
dei Balcani.
La certificazione dei frigoristi verrà inoltre svolta nei seguenti stati: Eritrea,
Gambia, Paesi dell’Ex-Unione Sovietica
Ucraina, Bielorussia, Tajikistan, Uzbekistan.
AGGIORNAMENTI NORMATIVI
F-gas DAL 1 GENNAIO 2015
Dal 1 gennaio 2015 sono diverse le
novità che interesseranno i tecnici del
freddo e che quindi dovranno essere
conosciute.
1. Le visite periodiche sugli impianti si
svolgeranno sempre con la stessa
cadenza ma i limiti di carica degli
impianti dipendono dalle tonnellate
equivalenti di anidride carbonica a
cui queste sostanze corrispondono.
Questa nuova unità di misura corrisponde alla quantità in peso del
refrigerante presente dentro all’impianto, moltiplicata per il suo GWP,
cioè il suo impatto sul riscaldamento globale (Es. R410a impianto split
da 2,8 kg ha un corrispettivo equivalente di 5846 ton-eq CO2).
Inseriamo 2 tabelle molto importanti
per il tecnico del freddo dalle quali si
possono ricavare l’equivalenza in tonnellate di CO2 e la frequenza dei controlli.
Gli impianti e le apparecchiature devono essere sottoposti a controllo con le
seguenti scadenze (vedi nota 13 per
conversione ton.eq CO2 e kg di
sostanza):
a) ogni 12 mesi: per impianti e apparecchiature con un contenuto di
sostanze controllate comprese tra 5
e 50 ton.eq CO2;
b) ogni 6 mesi: per impianti e apparecchiature con un contenuto di
sostanze controllate tra 50 e 500
ton.eq CO2.
c) ogni 3 mesi: per impianti e apparec-
*fino al 31 dicembre 2016 le apparecchiature contenenti meno di 3 kg di gas fluorurati a effetto serra
o le apparecchiature ermeticamente sigillate, etichettate come tali e contenenti meno di 6 kg di gas
fluorurati a effetto serra, non sono soggette a controlli delle perdite e quindi visite periodiche
chiature con un contenuto di
sostanze controllate superiore ai
500 ton.eq CO2 (in questo caso è
obbligatorio un sistema fisso di rilevamento perdite).
Ove esista un sistema fisso idoneo di
rilevamento delle perdite correttamente funzionante, la frequenza dei controlli può essere dimezzata (es. caso
a) diventa ogni 24 mesi.
21
Su richiesta, il presente registro è
messo a disposizione dell’autorità
competente dello Stato italiano o della
Commissione Europea.
2. Vengono inseriti anche tutti i dati di
smaltimento del refrigerante e dell’apparecchiatura a fine vita:
gli operatori conservano il registro
delle apparecchiature per almeno
cinque anni
oppure
le imprese che svolgono le attività
per conto degli operatori conservano copia del registro per almeno
cinque anni.
3. I gas refrigeranti fluorurati HFC possono solamente essere comprati da,
o venduti a, persone o imprese che
sono in possesso della certificazione/attestazione. In poche parole il
tecnico del freddo potrà comprare il
gas refrigerante solo dietro presentazione del patentino frigoristi o della
certificazione dell’azienda. Sono
ovviamente esclusi i trasportatori e i
magazzinieri che comunque avranno alle spalle un’azienda in possesso di tale certificazione. Il registro
delle persone che acquistano e
delle quantità di refrigerante acquistato viene tenuto per 5 anni. (Vedi
pure articolo AREA su questo
numero e sul precedente).
AGGIORNAMENTI SUL “LIBRETTO
DI IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE”
E’ necessario distinguere bene il registro delle apparecchiature, prima
enunciato, dal libretto di impianto valido solamente per gli impianti di confort
ambientale. Quest’ultimo viene allegato a tutti gli impianti indipendentemente dalla potenza. Mentre gli impianti,
con più di 12 kw, termici utili devono
anche essere sottoposti al controllo
energetico periodico che verrà trascritto sul rapporto dell’efficienza
energetica della macchina.
Il modello da usare è quello previsto
dal D.M. 10/02/2014 (G.U. n. 55 del
07/03/2104) che sostituisce i preesistenti modelli di “libretto di impianto”,
“libretto di centrale” e comprende
anche gli impianti di condizionamento,
finora esenti da tale adempimento.
Esso è stato concepito in modo modulare per tenere conto delle diverse
possibilità di composizione dell’im-
22
Tabelle delle visite periodiche per il rapporto di efficienza energetica
degli impianti di climatizzazione.
pianto termico.
L’installatore, cui compete la prima
compilazione del libretto per i nuovi
impianti, o il responsabile dell’impianto, per gli impianti esistenti, provvede
a compilare soltanto le schede pertinenti al caso e nel numero necessario
a descrivere tutti i componenti dell’impianto termico.
Per gli impianti esistenti la compilazione del nuovo libretto, a cura del
responsabile dell’impianto, va fatta in
occasione e con la gradualità dei controlli periodici di efficienza energetica
previsti dal D.P.R. n. 74/2013 o di interventi su chiamata di manutentori o
installatori.
Per ogni sistema edificio/impianto, di
norma, va compilato un solo libretto di
impianto in modo da stabilire un legame univoco tra edificio e codice di
impianto che sarà attribuito dal catasto
regionale degli impianti termici (ogni
regione con sue regole specifiche).
Solo nel caso di impianti centralizzati, nei quali l’impianto di climatizzazione invernale è distinto (impianti che
in comune hanno soltanto il sistema
di rilevazione delle temperature nei
locali riscaldati e raffreddati) dall’impianto di climatizzazione estiva, è
possibile compilare due diversi libretti di impianto.
Per i requisiti minimi delle aziende che
effettuano questo lavoro e quindi la
compilazione del libretto di impianto
di climatizzazione è stato altresì definito che, nel caso di impianti con
macchine frigorifere contenenti gas
serra, occorre, inoltre, che l’impresa
sia iscritta al registro nazionale delle
persone e delle imprese ai sensi del
DPR 43/2012.
Le macchine frigorifere e le pompe di
calore, per le quali nel corso delle operazioni di controllo sia stato rilevato
che i valori dei parametri che caratterizzano l’efficienza energetica sono
inferiori del 15 per cento rispetto a
quelli misurati in fase di collaudo o
primo avviamento riportati sul libretto
di impianto, devono essere riportate
alla situazione iniziale, con una tolleranza del 5 per cento. Qualora i valori
misurati in fase di collaudo o primo
avviamento non siano disponibili, si fa
riferimento ai valori di targa.
Definizione alquanto di difficile realizzazione pratica in quanto le condizioni
di targa vengono difficilmente riportate
su queste macchine.
●
ULTIME NOTIZIE
■ SOFTWARE PER FRIGORISTI
Da I&F ONLINE www.industriaeformazione.it
Da gennaio sarà disponibile un rivoluzionario software per le imprese frigoriste.
Software per la gestione degli interventi inerenti agli FGAS, idraulici,
elettrici e generici.
Un’app “on site”, per gestire tutti gli interventi in mobilità, per tenere sotto controllo il lavoro che si effettua direttamente dal cantiere o
dal cliente e completare in automatico i registri obbligatori, il Registro
delle Apparecchiature e le scorte gas o un intervento generico.
A lavoro effettuato, si annota l’intervento sul software e in automatico
viene condiviso in azienda per non perderne traccia e fatturare immediatamente senza perdite di tempo in ufficio.
Il software permetterà di assicurarsi la fatturazione del 100% degli
interventi e sveltire la gestione. Un solo intervento non fatturato, supera il costo del software.
Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
■ IL NUOVO REGISTRO APPARECCHIATURA
Disponibile alla Vendita il nuovo registro delle apparecchiature, email a
[email protected] oppure tel. 0142/452403
Da I&F ONLINE www.industriaeformazione.it
La nuova Regolamentazione Europea 517/14 decorrente dal 1 gennaio
2015 modifica la gestione del Controllo Perdite.
Dal 1 gennaio 2015 la soglia dei 3 kg per
il Registro dell’Apparecchiatura e visite
periodiche viene convertita nella più accurata misura delle tonnellate equivalenti di
Anidride Carbonica.
Il nuovo regolamento sostituisce le soglie
espresse in peso di gas fluorurati ad effetto serra (3kg) con soglie espresse in tonnellate di quantità di CO2 equivalente.
L’articolo 2, § 7 definisce “tonnellate di
CO2-eq” come “la quantità di gas a effetto serra espressa come il prodotto del
peso dei gas a effetto serra in tonnellate
metriche e del loro potenziale di riscaldamento globale GWP”.
Le nuove soglie avranno effetti molto importanti sulle apparecchiature
che funzionano con refrigeranti ad alto GWP. Infatti, renderanno le
apparecchiature soggette a periodici controlli di perdite sebbene siano
al di sotto dei 3 kg di refrigerante, e d’altro canto, le apparecchiature
attualmente soggette ai periodici controlli di perdite potrebbero evitare
l’obbligo per la stessa ragione.
Maggiori informazioni su www.industriaeformazione.it
■ QUANTO GAS VIENE DISPERSO DAI SISTEMI DI REFRIGERAZIONE
E CONDIZIONAMENTO?
Da I&F ONLINE www.industriaeformazione.it
Come è noto a tutti i tecnici e addetti del settore la dispersione in atmosfera dei gas causa gravi danni ambientali. Per tale motivo abbiamo
sposato senza indugi la causa del grande cambiamento e del passaggio ai refrigeranti impatto zero.
Öko-Recherche, istituto tedesco specializzato, ha recentemente presentato le sue ultime scoperte sui tassi di perdita nei sistemi di refrigerazione e condizionamento in Germania, dati che possono avere un
valore statistico anche per l’Italia e per l’Europa occidentale.
Il rapporto, che è stato commissionato Ufficio Federale Tedesco per
l’Ambiente (Umwelt Bundesamt – UBA), mostra tassi tipici di perdita di
circa il 6% per i piccoli impianti con carica inferiore a 10 kg HFC e di
circa il 3% per i grandi impianti con carica superiore ai 100 kg. Gli
impianti con tasso di perdita evidenziata minore sono i medi con carica che varia dai 10 kg ai 100 kg con un tasso di perdita dell’1%.
■ AREA PRESENTA IL MANIFESTO STRATEGICO AL 2020
Da Expoclima.net
Con “Vision & Strategy 2020”, AREA pone sei obiettivi chiave per
professionisti, imprese, istituzioni e utilizzatori finali del settore
RACHP. Efficienza energetica, innovazione tecnologica e formazione
le priorità.
Dopo ANIMA, anche AREA, l’Associazione europea per la refrigerazione, l’aria condizionata e le pompe di calore, presenta il proprio
Manifesto “Vision & Strategy 2020”.
Nello specifico, AREA si è occupata di stabilire una strategia per il
medio periodo, vale a dire, entro il 2020, a sostegno del settore RACHP
europeo, una sigla inglese che sta per sistemi di Refrigerazione, Aria
Condizionata e Pompe di Calore.
Secondo AREA, gli operatori del settore RACHP, che rappresentano il
link indispensabile tra produttori e utilizzatori finali, devono mantenere:
– Alti livelli di competenza;
– Istruzione e formazione permanenti;
– Capacità di attrarre personale giovane, i professionisti del futuro.
Continua a leggere su
http://www.expoclima.net/focus/associazioni/area_presenta_manifesto_strategico_2020.htm
■ LE NAZIONI UNITE RINGRAZIANO IL CENTRO STUDI GALILEO
Fonte I&F ONLINE www.industriaeformazione.it
Centro Studi Galileo è stato pubblicamente ringraziato per l’impegno
profuso nell’ambito della formazione nel settore del freddo e del condizionamento sulla rivista “Les Bonnes Pratiques en matière de
Climatisation Individuelle – Sécurité liée à l’utilisation des fluides frigorigènes” che viene pubblicata dalle Nazioni Unite e riguarda le buone
pratiche nell’ambito della refrigerazione. Un manuale che viene distribuito alle nazioni africane di lingua francofona per completare il percorso formativo intrapreso sul campo da Centro Studi Galileo.
Leggi lo “special thanks” rivolto a Centro Studi Galileo su
www.industriaeformazione.it
■ L’ITALIANO FABIO POLONARA AI VERTICI DEL PROTOCOLLO
DI MONTREAL
Da I&F ONLINE www.industriaeformazione.it
Decisione delle Parti del Protocollo di Montreal che stabilisce la nomina come co – Chair dell’RTOC
(Refrigeration, Air Conditioning
and Heat Pumps Technical
Options Committee) e come
membro del TEAP (Technology
and Economic Assessment
Panel) Prof. Fabio Polonara.
Le nomine del Prof. Polonara
sono un successo negoziale
importante dell’Italia in due
comitati che regolano la materia della refrigerazione all’interno della
cabina di regia del Protocollo di Montreal.
23
Speciale Nuova Regolamentazione F-gas per i tecnici del freddo
Guida AREA su F-gas
Una guida pratica sulla applicazione del nuovo
regolamento F-gas
SECONDA PARTE
PER JONASSON
Presidente AREA - Air Conditioning and Refrigeration European Association
V - TENUTA DEI REGISTRI
Gli operatori delle apparecchiature
che devono essere controllate periodicamente sono obbligati a creare e
mantenere dei registri. Quest’obbligo
esisteva già con il Regolamento (CE)
842/2006 ma sono state introdotte
alcune specificazioni e requisiti aggiuntivi. Va sottolineato che i registri devono
essere tenuti per ogni dispositivo
installato.
Informazioni da registrare
• Quantità e tipo di gas fluorurato
ad effetto serra installato.
• Quantità di gas fluorurati ad effetto
serra aggiunti: si specifica che questi gas aggiunti possono essere dovuti all’installazione, manutenzione ed
assistenza ma anche alle perdite.
• Nuovo! Se le quantità di gas fluorurati ad effetto serra installati
sono stati riciclati o rigenerati:
Se così fosse, deve essere registrato:
– Il nome e indirizzo dell’impianto di
riciclo e rigenerazione.
– Se presente, il numero di certificato.
• Quantità di gas fluorurati ad effetto
serra recuperati.
• L’identità dell’impresa che ha installato, ha prestato assistenza e
manutenzione, ma anche, ove
applicabile, deve essere annotato
il numero di certificato.
• Date e risultati dei controlli.
• Nuovo! Se il dispositivo è dismesso, le misure adottate per il recupero e lo smaltimento del refrigerante.
24
Chi conserva i registri e per quanto
tempo?
A meno che non esista un database
nazionale,
– L’operatore deve conservare i registri per 5 anni
– Nuovo! Il tecnico del freddo deve
mantenere una copia per 5 anni.
Le autorità competenti nazionali o la
Commissione Europea potrebbero
richiedere i registri.
Atti di esecuzione
La Commissione Europea potrebbe,
attraverso un atto di esecuzione:
– Determinare il modello dei registri.
– Specificare come i registri dovrebbero essere stabiliti e mantenuti.
N.B.: questa sezione sarà aggiornata
una volta che l’atto di esecuzione
verrà adottato.
VI - RECUPERO
Articoli 8 e 9
I gas fluorurati ad effetto serra sono
recuperati per essere riciclati, rigenerati o distrutti. Questi obblighi sono collegati con il recupero dei gas fluorurati ad effetto serra che dipendono dall’apparecchiatura presa in esame.
Apparecchiature fisse
e unità refrigerate dei camion
e rimorchi frigo
Le apparecchiature interessate incluse in questa categoria sono:
• I circuiti di raffreddamento degli impianti fissi di refrigerazione, gli
impianti fissi d’aria condizionata e le
pompe di calore fisse;
• I circuiti di raffreddamento degli impianti di refrigerazione dei autocarri
refrigerati e rimorchi frigoriferi.
Gli operatori di tali apparecchiature
devono assicurarsi che il recupero dei
gas ad effetto serra contenuti sia eseguito da un tecnico certificato.
Contenitore per gas fluorurati
ad effetto serra
L’impresa che usa un contenitore subito prima del suo smaltimento deve
provvedere al recupero di qualsiasi
tipo di gas residuo.
Il Regolamento (EC) 842/2006 faceva
riferimento alla ”persona che usa un
contenitore che raggiunge la fine del
ciclo di vita ed è soggetto al trasporto
e lo stoccaggio”. La formulazione del
nuovo Regolamento è più semplice, in
particolare precisa che:
• La “persona” responsabile è l’impresa, in qualsiasi caso, secondo una
definizione molto ampia di “impresa”
nell’articolo 2 punto 30, questa può
essere una persona fisica che esegue attività che interessano gli F-gas
come dettagliato in tale definizione,
considerando quindi pure l’operatore
e la casa produttrice del dispositivo.
• Il recupero deve essere eseguito
“immediatamente prima dello smantellamento”, non hanno quindi
aggiunta in questa definizione “il termine del ciclo di vita” e all”’uso per il
trasporto e la conservazione”.
Dispositivi, che includono apparecchiature mobili, apparecchiature
fisse e unità frigorifere degli auto-
carri e dei rimorchi e sistemi d’aria
condizionata in alcuni veicoli stradali.
Ci sono due situazioni da dover distinguere:
• Il recupero è tecnicamente possibile senza costi sproporzionati: l’operatore deve pianificare che il gas deve
essere recuperato da un tecnico adeguatamente qualificato.
• Il recupero non è tecnicamente
possibile ed implica costi elevati:
l’operatore deve pianificare l’eliminazione dei dispositivi senza previo
recupero dei gas.
L’eliminazione dei gas senza previo
recupero avviene in particolar modo
per gli F-gas contenuti nelle schiume
per isolamento. Solitamente è possibile il recupero degli F-gas usati
come refrigerante e solamente in
casi eccezionali potrà implicare costi
elevati.
Veicoli su strada
Nuovo! Il recupero dei gas fluorurati ad effetto serra nei veicoli su strada deve essere eseguito da persone adeguatamente qualificato.
Per i veicoli su strada secondo la disposizione della Direttiva 2006/40/EC1,
deve essere eseguito solamente da
una persona in possesso almeno di
un attestato di formazione conforme al
nuovo Regolamento (Articolo 10
assieme al regolamento di Commissione (EC) N° 307/2008 è considerato
adeguatamente qualificato). Questo si
applica alle seguenti categorie di veicoli2:
• Categoria M1: veicoli progettati e
costruiti per il trasporto di passeggeri e aventi non più di 8 posti a sedere oltre a quello del conducente.
• Categoria N1: veicoli progettati e
costruiti per il trasporto di materiali e
con un peso massimo non superiore
alle 3,5 tonnellate.
Regimi di responsabilità
del produttore
Gli Stati Membri devono “incoraggiare” lo sviluppo dei regimi di responsabilità del produttore per il recupero dei
gas fluorurati ad effetto serra e il loro
riciclo, rigenerazione o eliminazione.
Gli Stati Membri devono informare la
Commissione Europea sulle azioni
adottate nei sensi di tale obiettivo.
VII - FORMAZIONE
E CERTIFICAZIONE
Articolo 10
La formazione e la certificazione rimarranno quasi invariati dato che sono
state introdotte attraverso l’adozione
del Regolamento (EC) 842/2006 e dei
regolamenti della Commissione (CE)
No 303/2008 e 307/2008. In qualsiasi
caso, sono stati introdotti dei nuovi
requisiti.
Chi ha bisogno di essere certificato?
A - Le Persone fisiche (es. il personale) che effettuano particolari
compiti su certi tipi di dispositivi
devono essere certificate o qualificate.
Dispositivi interessati
• Impianti fissi di refrigerazione, di aria
condizionata e pompe di calore.
• Nuovo! Autocarri refrigerati (al di sopra delle 3,5 t.) e rimorchi frigoriferi.
• Dispositivi d’aria condizionata nei veicoli a motore nell’ambito della Direttiva 2006/40/EC riguardante i sistemi
mobili d’aria condizionata (solamente
le operazioni di recupero).
• Nuovo! I dispositivi d’aria condizionata nei veicoli a motore al di fuori dell’ambito della Direttiva 2006/40/EC
riguardante i sistemi mobili d’aria condizionata (solamente le operazioni di
recupero).
Gli Stati Membri possono adottare
ulteriori programmi di certificazione e
formazione per altri tipi di dispositivi.
Compiti
A) Installazione, assistenza, manutenzione.
B) Riparazione.
C) Nuovo! Smantellamento.
D) Controllo delle perdite.
E) Recupero.
Per tutti i compiti da a) a e) eseguiti
sulle apparecchiature fisse e sugli
autocarri refrigerati e rimorchi, il per-
1. Direttiva 2006/40/EC del Parlamento Europeo e del consiglio del 17 maggio 2006 che fa riferimento
alle emissioni provenienti dai sistemi d’aria condizionata nei veicoli a motori con modifica della Direttiva
del Consiglio 70/156/EEC (OJ L 161, 14.6.2006, p. 12).
2. Quale definite nell’allegato II della Direttiva del Consiglio 70/156/EEC del 6 Febbraio 1970 sul ravvicinamento delle leggi riguardo all’omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi.
sonale deve essere certificato.
Per i compiti e)
• Per il recupero relativo ai dispositivi
d’aria condizionata nei veicoli stradali all’interno dell’ambito della
Direttiva 2006/40/EC per gli impianti
mobili d’aria condizionata, il personale deve essere adeguatamente
qualificato, deve essere ad esempio
in possesso di almeno un attestato
di formazione. Gli Stati Membri devono assicurare che i programmi di formazione siano disponibili.
• Per il recupero relativo ai dispositivi
d’aria condizionata nei veicoli stradali
al di fuori della Direttiva 2006/40/EC
per gli impianti mobili d’aria condizionata, il personale deve essere appropriatamente qualificato, ma non è
richiesto un attestato.
B - Imprese (es. le aziende, ma anche
i lavoratori autonomi, in qualsiasi
caso, secondo una definizione più
amplia di “impresa” nell’Articolo 2
punto 30, si può intendere anche
una persona fisica che effettua dei
lavori con gli F-gas come viene
espresso in questa definizione,
includono anche gli operatori e i
produttori di dispositivi) che realizzano certi compiti su certi tipi di
dispositivi per altri soggetti devono
essere certificate.
Dispositivi interessati
• Impianti fissi di refrigerazione, d’aria
condizionata e pompe di calore.
Gli Stati Membri possono inoltre adottare ulteriori programmi di certificazione e formazione per altri tipi di dispositivi.
Compiti
• installazione, assistenza, manutenzione
• riparazione
• Nuovo! Smantellamento.
Gli utenti dell’apparecchiatura devono
adottare misure ragionevoli per accertare che l’impresa, che esercita i compiti di cui sopra, possieda il certificato
necessario.
Cosa succederà ai
certificati esistenti e agli attestati
di formazione?
I certificati e gli attestati di formazione
rilasciati prima dell’applicazione del
nuovo Regolamento rimarranno validi
secondo le condizioni in vigore al
momento del rilascio.
25
Riassunto dei requisiti di certificazione
Installazione,
assistenza
Riparazione
manutenzione
Smantellamento
Controllo
delle perdite
Recupero
Dispositivi fissi
RACHP
Camion frigo
e rimorchi
Impianti di AC
nei veicoli
stradali
Direttiva 2006/40
Impianti di AC
nei veicoli
stradali
Direttiva 2006/40
(1)
(2)
Impresa
Persona fisica
(1) Il personale deve essere appropriatamente qualificato, deve ad esempio essere in possesso di almeno un attestato di formazione.
(2) Il personale deve essere appropriatamente qualificato, non è richiesto nessun attestato di
formazione.
Certificazioni e programmi
di formazione
Contenuto
I programmi di certificazioni e di formazione devono trattare i temi già
inclusi negli attuali schemi in virtù del
Regolamento (CE) 842/2006, con in
aggiunta:
• Regolamenti e norme applicabili
• Prevenzione di emissione
• Recupero dei gas fluorurati ad effetto serra
• Maneggio sicuro dei dispositivi, dei
tipi e dimensioni coperti dal certificato
• Nuovo! Informazioni sulle tecnologie pertinenti alla sostituzione e
riduzione dell’uso dei gas fluorurati
ad effetto serra e il loro sicuro trattamento.
Il nuovo regolamento specifica anche
che la certificazione può essere ottenuta solamente quando il candidato
ha ottenuto e completato con successo un processo di valutazione.
Per quanto riguarda i requisiti minimi
per gli attestati di certificazione e formazione, il nuovo Regolamento fa
riferimento ai testi inerenti già esistenti: i regolamenti della Commissione (CE) No 303/2008, 306/2008, e
307/2008. Questi potrebbero essere
adattati e aggiornati dalla Commissione Europea attraverso un atto di
esecuzione.
26
Disponibilità
Gli stati membri devono notificare alla
commissione europea i loro programmi
di formazione e di certificazione, i quali
devono includere i cambiamenti richiesti da questa nuova regolamentazione
entro il 1° gennaio 2017. Comunque gli
stati membri con una piccola popolazione, per i quali creare un programma
rappresenterebbe una difficoltà in vista
della bassa richiesta, possono soddisfare comunque la richiesta riconoscendo i certificati di altri stati membri.
Gli stati membri devono riconoscere i
certificati e gli attestati di formazione
rilasciati in un altro stato membro. La
commissione può specificare le condizioni di mutuo riconoscimento in un
atto di implementazione successivo.
Agli Stati Membri non è permesso
limitare la libertà di stabilire o di effettuare una prestazione d’assistenza se
il certificato è stato rilasciato in un altro
stato membro.
Refrigeranti alternativi e tecnologie
Sebbene il nuovo Regolamento non
nomini i refrigeranti alternativi, l’Ammoniaca (NH3), Anidride Carbonica
(CO2), gli idrocarburi (HCs) e l’idrofluoroolefine (HFOs), questi sono i
principali fluidi interessati. Ci si attende
che la combinazione della fase di eliminazione “Phase Down” e i divieti pianificati portino a un aumento dei refrigeranti e delle tecnologie alternativi agli
HFC. Il nuovo Regolamento inoltre prevede di dare delle informazioni minime
ai tecnici certificati. Tali informazioni
riguardano le tecnologie, gli aspetti inerenti la sicurezza e i requisiti normativi.
Si deve differenziare tra informazioni
fornite durante il periodo di formazione
il processo di certificazione, e quelle
date agli operatori certificati.
I programmi di formazione e certificazione ora dovranno includere informazioni sulle tecnologie rilevanti per
sostituire o per riduzione l’uso dei gas
fluorurati ad effetto serra e il loro sicuro trattamento.
Gli operatori certificati devono aver
accesso alle informazioni su:
– Le tecnologie rilevanti da sostituire o
la riduzione dell’uso dei gas fluorurati ad effetto serra e il loro sicuro
trattamento e
– I requisiti normativi esistenti per
lavorare con i dispositivi contenenti i
refrigeranti alternativi.
VIII - DIVIETI
Articolo 11 + Allegato III
L’articolo 11 prevede che certi tipi di
dispositivi non conformi siano vietati
dal mercato nell’Unione Europea a partire da determinate date. I tipi di apparecchiature e le rispettive date sono
riportate nel dettaglio nell’Allegato III.
Esenzione totale
I dispositivi militari sono esonerati dai
divieti secondo l’Allegato III
Esenzione temporanea
L’articolo 11(3) permette esenzioni
temporanee secondo le seguenti condizioni:
• La richiesta deve essere avanzata
alla Commissione Europea da
un’autorità competente o da uno
Stato Membro;
• La richiesta deve esse motivata e
deve dimostrare che:
– Per uno specifico prodotto o una
parte di un apparecchiatura, o per
una specifica categoria di prodotti o
di apparecchiature, non sono
disponibili alternative, o non possono essere usate per ragioni tecniche o ragioni di sicurezza; oppure
– L’uso di alternative tecnicamente
fattibili e sicure implicherebbero
costi sproporzionati.
• L’esenzione può essere accordata
attraverso atti di esecuzione e per un
massimo di 4 anni.
La disposizione non esclude che una
nuova richiesta di riinvio sia prodotta
verso la fine dei 4 anni, provando che
persistono ostacoli per l’uso delle
alternative.
Eccezione
I divieti non si applicano ai dispositivi
Ecodesign che viene provato che producono meno emissioni di CO2-equivalente durante il proprio ciclo di vita,
rispetto a un dispositivo equivalente
che risponde sempre ai requisiti
Ecodesign e non contiene HFCs.
Le condizioni per tali eccezioni sono le
seguenti:
1 - Per i dispositivi soggetti ai requisiti
Ecodesign (per esempio è stata
adottata una misura Ecodesign per
l’apparecchiatura in questione).
Nel campo delle apparecchiature
RACHP, quanto detto sopra attualmente è il caso del:
a. Regolamento della Commissione
643/2009 che prevede i requisiti
Ecodesign per gli apparecchi di
refrigerazione ad uso domestico3.
b. Regolamento della Commissione
206/2013 che prevede i requisiti
Ecodesign per i condizionatori
d’aria e i ventilatori4.
Bisogna notare che le misure potenzialmente rilevanti di Ecodesign sono
in fase di adozione:
• ENTR Lot 1 sulle apparecchiature
(professionali) di refrigerazione e
quelli destinati al congelamento.
• ENTR lot 6 sui sistemi d’aria condizionata e ventilazione ad uso terziario.
• ENER lot 12 refrigerazione commerciale.
• ENER Lot 21 prodotti di riscaldamento dell’aria, prodotti di raffreddamento
e chillers ad alte temperature.
2 - Sia stato stabilito esplicitamente
nell’Ecodesign che le apparecchiature, per via di una resa energetica
più alta, producono emissioni più
basse di emissioni di CO2 durante
il ciclo di vita rispetto a delle apparecchiature equivalenti che soddisfano tutti requisiti rilevanti di
Ecodesign e non contengono HFC.
Attualmente nessuna delle norme
Ecodesign adottate contengono tale
dichiarazione.
Refrigeratori e congelatori
per uso commerciale
Apparecchiature incluse
I refrigeratori e i congelatori devono
essere:
• Dispositivi ermeticamente sigillati,
che l’articolo 2 punto 11 offre la definizione di dispositivo ermeticamente
sigillato come un “apparecchiatura in
cui tutte le parti contenenti gas fluorurati ad effetto serra sono solidamente sigillate mediante saldatura,
brasatura, o altra connessione permanente analoga, che può comprendere punti di accesso e valvole
sigillate o protetti per garantire una
riparazione o uno smaltimento adeguati che abbiano un comprovato
tasso di perdita inferiore a tre grammi annui sotto una pressione di
almeno un quarto della pressione
massima consentita”, e
• Per uso commerciale, l’articolo 2,
punto 32 definisce l’uso commerciale
come “impiego finalizzato a stoccaggio, esposizione o distribuzione di prodotti, per la vendita agli
utilizzatori finali nei negozi al dettaglio e nella ristorazione”
Date di applicazione
Le date di applicazione dipendono dal
GWP dell’HFC contenuto:
• HFC ≥2500 GWP: 1 Gennaio 2020
• HFC ≥150 GWP: 1 Gennaio 2022
Dispositivi fissi di refrigerazione
Questo divieto completa gli altri divieti
(vd. Sezione XII di queste linee guida).
Condizioni per essere vietato
• Il dispositivo contiene HFC ≥2500
GWP, che include particolarmente
R404A, R422D e R507.
• Il dispositivo non deve essere usato
per la surgelazione (al di sotto dei
–50 °C).
Dispositivi inclusi
L’articolo 2 punto 23 definisce le apparecchiature fisse come quelle apparecchiature che “di norma non sono in
3. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32009R0643:EN:NOT
4. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32012R0206:EN:NOT
movimento durante il funzionamento
[…]”. I dispositivi di refrigerazione,
però, non sono specificatamente definiti. Il Regolamento di attuazione contiene una sezione con le sottocategorie di “dispositivi di refrigerazione”.
Ecodesign ENTR Lot 1 sui prodotti
professionali di refrigerazione include:
– Vetrinette professionali per la conservazione.
– Cabine di trattamento.
– Locali frigoriferi.
– Processo di refrigerazione dei chiller
– Unità di condensazione (NB: le unità
di condensazione fa sempre parte di
un sistema più grande e l’efficienza
energetica dipende dall’ intero sistema).
Ecodesign Lot 12 sulla refrigerazione
commerciale include:
– Vetrinette commerciali refrigerate.
– Distributori automatici refrigerati.
Data di applicazione
1 gennaio 2020
Sistemi di refrigerazione
centralizzati multipack per uso
commerciale
Apparecchiature rientranti nel campo di applicazione della regolamentazione
• Sistemi di refrigerazione centralizzati multipack: l’articolo 2 punto 37 li
definisce come “sistemi con due o più
compressori funzionanti in parallelo, collegati a uno o più condensatori
comuni e a una serie di dispositivi di
raffreddamento quali banchi, vetrine
e congelatori o a celle frigorifere”.
• Per uso commerciale, l’articolo 2,
punto 32 definisce l’uso commerciale
come “impiego finalizzato a stoccaggio, esposizione o distribuzione di
prodotti, per la vendita agli utilizzatori
finali nei negozi al dettaglio e nella
ristorazione”.
• Con una capacità nominale ≥40kW
• Che contengono o si basano su
HFC ≥150 GWP
– Eccezione: nel circuito primario
del refrigerante dei sistemi a
cascata possono essere usati gli
HFC ≥1500 GWP; questo include
in modo particolare l’R32, R134a,
e R245fa. L’articolo 2 punto 38
offre la definizione di circuito refrigerante primario di sistemi a
cascata come “il circuito primario
di sistemi indiretti a media tempe-
27
ratura in cui una combinazione di
due o più circuiti di refrigerazione
separati sono collegati in serie in
modo tale che il circuito primario
assorba il calore versato al condensatore da un circuito secondario a media temperatura”.
Questo punto deve essere completato
sulla base delle discussioni in corso
tra EPEE (associazione dei costruttori
e la commissione europea.
Data di applicazione
1 gennaio 2022
Condizionatori d’aria mobili
per ambiente
Apparecchiature rientranti nel campo di applicazione
• Dispositivi ermeticamente sigillati
(vedi definizione dell’Articolo 2 punto
11 riportato qui sopra).
• L’utente finale può muovere di stanza
in stanza il condizionatore: ciò significa che la “mobilità” non dipende
dall’intervento di un tecnico professionista.
• Che contengono HFC ≥150 GWP.
Data di applicazione
1 gennaio 2020
Sistemi di condizionamento
d’aria monosplit
Apparecchiature rientranti nel campo di applicazione
• Sistemi di condizionamento d’aria
monosplit, che l’articolo 2 punto 39
definisce come “sistemi di climatizzazione costituiti da un’unità esterna e
da un’unità interna collegate dal tubo
del refrigerante, che devono essere installati sul sito di impiego”.
• Sistemi che contengono ≤3kg HFCs
• Sistemi che contengono HFCs ≥750
GWP: R32 è quindi esentato.
Data di applicazione
1 gennaio 2025
IX - DISTRIBUZIONE DEGLI F-gas
Articolo 11(4)
Articolo 6(3) e (4)
L’articolo 11(4) prevede che per fini
inerenti alla pratica dell’installazione,
assistenza, manutenzione o riparazione delle apparecchiature di condizionamento dell’aria, refrigerazione e
pompe di calore, come anche le unità
di refrigerazione degli autocarri refri-
28
gerati e rimorchi, i gas fluorurati ad
effetto serra possono essere solamente venduti e acquistati da imprese (come indicato in senso ampio)
certificate. Il riferimento agli attestati di
formazione e alle imprese che impiegano persone in possesso di tali attestati, in modo particolare per il settore
MAC, chiarisce che questo provvedimento si applica anche alle imprese
che si occupano di assistenza e riparazione delle unità d’aria condizionata
sui veicoli stradali contemplati dalla
Direttiva 2006/40/EC.
Quali sono i principali cambiamenti?
• Apparecchiature rientranti nel
campo di applicazione: adesso le
unità di refrigerazione degli autocarri e i rimorchi sono inclusi oltre alle
apparecchiature fisse RACHP.
• Operazioni coinvolte:
– Mentre il Regolamento (CE) 842/
2006 si limitava a menzionare il
contenuto e le operazioni di recupero, il nuovo Regolamento fa riferimento alla lista delle operazioni
che richiedono la certificazione:
installazione, assistenza, manutenzione, riparazione e smantellamento.
– Recupero e operazioni di controllo
delle perdite adesso sono escluse
a meno che non facciano parte
delle operazioni indicate sopra.
• Responsabilità comune: la responsabilità di distribuzione del refrigerante a una impresa certificata è ora
chiaramente condivisa tra i distributori e gli installatori.
Responsabilità comune
del distributore/installatore
Il regolamento (CE) 842/2006 prevedeva che solamente gli installatori certificati potessero prendere in consegna i gas fluorurati ad effetto serra.
Interpretato in modo letterale, significava che i distributori non dovevano in
realtà controllare se l’acquirente possedeva il certificato appropriato.
Il nuovo Regolamento corregge questa lacuna specificando che i distributori possono solamente vendere a
imprese certificate. In pratica significa
che i distributori dovranno effettuare
un controllo.
Cosa devono fare i distributori?
Secondo l’articolo 6(3) i distributori
devono stabilire e mantenere dei
registri con informazioni rilevanti
sull’acquirente, includendo:
• Numero di certificazione dell’acquirente.
• Quantità di refrigerante acquistate.
Questi registri devono essere mantenuti per 5 anni e resi disponibili sotto
richiesta di un’autorità nazionale o
dalla Commissione Europea.
La Commissione Europea potrebbe
determinare il formato di questi registri
mediante un atto di attuazione. In concreto, ogni distributore della vendita
dovrà controllare il numero di certificazione dell’acquirente e registrarlo
assieme alla quantità del refrigerante
acquistato.
Esempio dell’applicazione di questi
obblighi in Francia e le raccomandazioni per l’applicazione sono fornite
nell’Appendice 3 della Guida AREA.
X - VENDITA DI APPARECCHIATURE
PRECARICATE
Articolo 11(5)
Il proposito originale della Commissione Europea suggeriva di vietare la
precarica di quei condizionatori d’aria
non sigillati ermeticamente. Uno degli
obiettivi è stato quello di assicurare
che tale apparecchiatura venisse allora installata da operatori certificati.
Questo era già obbligatorio con il
Regolamento (CE) 842/2006 ma in
pratica veniva violato regolarmente.
Applicazione pratica - come far
rispettare tale dovere?
Quali le prove da fornire?
La prova richiesta deve dimostrare
che l’installazione sarà effettuata da
un’impresa certifica. L’informazione
consterà di due parti che dimostreranno:
1. il nome e i dettagli dell’impresa, e
2. il numero di certificazione dell’impresa.
A chi dovrà essere fornita la prova?
La prova dovrà essere fornita al venditore ma anche, alle autorità competenti incaricate di controllare che i
requisiti siano rispettati.
Come potrà essere fornita la prova?
Ci possono essere diverse possibilità
per assicurare il rispetto dei requisiti, es:
– Il prezzo dell’apparecchiatura include il servizio di installazione da
parte di un’impresa certificata;
– Gli acquirenti compilano un modulo
indicando i loro dati, i dati dell’apparecchiatura (numero di serie), la
data d’acquisto, e il nome e il numero di certificazione della azienda
che eseguirà l’installazione. I distributori poi conservano i registri di
queste informazioni e le inviano alle
autorità competenti per possibili
controlli. Gli acquirenti sono consapevoli di possibili ispezioni e penali
in caso di violazione.
Come assicurare regolari, semplici
ed efficaci controlli?
Nel primo esempio riportato, i controlli sono quasi inutili siccome
l’installazione è inclusa nel prezzo.
Nel secondo esempio, controlli
casuali dovrebbero essere realizzati
sulla base delle schede compilate
con i dati dell’acquirente, che saranno controllati con la azienda certificata indicata sui moduli e che ha eseguito poi l’installazione.
Incentivi addizionali
I produttori di apparecchiature dovrebbero indicare chiaramente che è obbligatoria per legge l’installazione professionale eseguita da un’impresa
certificata.
La mancanza del rispetto di questo
obbligo è punibile e comporta la perdita della garanzia.
XI - ETICHETTATURA
DEL REFRIGERANTE
RICICLATO/RIGENERATO
Articolo 12(6)
I gas fluorurati ad effetto serra riciclati
o rigenerati devono adesso essere etichettati in modo specifico.
L’etichetta, per la quale il formato sarà
determinato da un atto di esecuzione,
dovrà includere:
• Indicazione che la sostanza è stata
riciclata o rigenerata;
• Informazioni sul numero del lotto;
• Nome e l’indirizzo dell’impianto di
rigenerazione e riciclaggio.
I tecnici si devono accertare che
l’informazione qui sopra riportata sia
indicata sul refrigerante rigenerato/riciclato che usano.
XII - DIVIETI DI MANUTENZIONE
Articolo 13(3)
Principio
Assistenza e manutenzione delle
apparecchiature di refrigerazione con
una carica minima di 40 tonnellate di
CO2-equivalente con refrigeranti GWP
≥2500 sono proibite dal 1 gennaio
2020.
Ambito
→ Apparecchiature di refrigerazione
I seguenti tipi di apparecchiature sono
in qualsiasi modo esenti:
• Apparecchiature militari;
• Apparecchiature concepite per raffreddare prodotti a temperature inferiori (a -50°C);
• Le apparecchiature di refrigerazione
che beneficiano dell’esenzione dei
divieti sono indicate nell’Allegato III,
in particolare nei punti 12 e 13 (vedi
“esenzioni temporanee” nella sezione VIII di queste linee guida).
Refrigerante e quantità della carica
Refrigerante GWP ≥2500 per una
carica minima di 40 tonnellate di CO2equivalente.
La tabella qui sotto riassume la carica
minima corrispondente a 40 tonnellate
di CO2 equivalente per la maggior
parte dei comuni refrigeranti GWP
≥2500 usati nella refrigerazione.
Refrigerante
GWP
Carica
minima
(Kg)
404A
422D
507
3922
2729
39852
10.20
14.66
10.04
Eccezioni
Refrigeranti rigenerati
I refrigeranti rigenerati GWP ≥2500
potrebbero essere usati fino al 1 gennaio 2030 secondo le seguenti condizioni:
• Sono stati adeguatamente etichettati secondo l’articolo 12(6) (vedere
5. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:286:0001:0030:EN:PDF
sezione XI di queste linee guida).
• Sono usati per l’assistenza e il mantenimento di apparecchiature di refrigerazione esistenti.
Refrigeranti reciclati GWP ≥2500
potrebbero essere usati fino al 1 gennaio 2030 secondo le seguenti condizioni:
• Sono usati per l’assistenza e il mantenimento di apparecchiature di refrigerazione esistenti.
• Sono stati recuperati da apparecchiature simili, es. apparecchiature
di refrigerazione.
– Possono solamente essere usati
dall’:
– impresa che ha eseguito il loro
recupero oltre alla manutenzione
o l’assistenza, o dall’
– impresa per la quale è stato effettuto il recupero oltre alla manutenzione o l’assistenza.
Queste eccezioni sono in linea con
quelle presente nel Regolamento
1005/2009 sulle sostanze che riducono
lo strato d’ozono, applicabili al riutilizzo
degli HCFC fino al 31 dicembre 20145.
Cosa significa per i tecnici
del freddo?
I refrigeranti GWP ≥ 2500 sono per lo
più trattati nelle applicazioni con temperature medie o basse come nei
supermercati, nei magazzini frigoriferi,
nell’industria di trasformazione alimentare, nella ristorazione, nelle navi
frigorifere, nella refrigerazione industriale di prodotti ortofrutticoli.
Nella maggior parte di queste installazioni le cariche di refrigerazione sono
più alte o molto più alte di 10-15 kg,
ciò significa che rientreranno nella
regolamentazione dei divieti.
Questa disposizione inoltre avrà un
grande impatto sia sui tecnici sia sul
cliente.
Siccome i produttori e gli importatori di
refrigerante saranno molto probabilmente riluttanti ad accumulare refrigeranti invendibili, la scarsità di refrigeranti con alto GWP sarà ciò che, con
molta probabilità, si verificherà molto
prima che entri in vigore il divieto del 1
gennaio 2020.
La gestione, le vendite e la distribuzione di refrigeranti recuperati o rigenerati
hanno fatto insorgere molte domande:
• Dove comprarli? Chi li tratterà?
• Come essere sicuri della loro provenienza, purezza e qualità?
29
Cosa raccomanda AREA?
Anche se le installazioni di refrigeranti
con un alto GWP saranno legali fino al
1 gennaio 2020, AREA raccomanda di
essere già molto restrittivi nel promuovere e indicare le installazioni che continuano a lavorare con questi refrigeranti. Qualora fosse necessario il loro
utilizzo, dobbiamo raccomandare caldamente ai clienti/utenti finali di informarsi sulle conseguenze, dovranno
fare i conti con il livello di disponibilità
e il prezzo di questi refrigeranti in futuro. Non riuscendo a informare a fondo
i clienti di tali questioni ne potrebbero
derivare obblighi contrattuali da parte
del fornitore di queste installazioni e
quindi problemi per il tecnico.
XIII - PRECARICA
DELL’APPARECCHIATURA
Articolo 14
Nella sua proposta originale per una
revisione, la Commissione Europea
propose di vietare la precarica dei
condizionatori d’aria e delle pompe di
calore. Questa proposta perseguiva
due obiettivi:
1. Garantire l’installazione di apparecchiature precaricate da parte di professionisti certificati.
2. Preservare l’integrità della fase di
eliminazione (garantendo che il
refrigerante caricato sia effettivamente registrato).
Durante il processo decisionale, questa proposta fu successivamente
abbandonata e sostituita da due misure mirate ad affrontare i suddetti obiettivi. L’installazione eseguita da operatori certificati è trattata nell’articolo
11(5) (vedere sezione X).
L’articolo 14 sulla precarica di apparecchiature tratta il secondo obiettivo e
stabilisce un sistema di tracciabilità
in grado di garantire che il refrigerante caricato rientri nella fase di eliminazione graduale (phase down).
Per far sì che questi doveri vengano
rispettati, i produttori o importatori
devono documentare che il refrigerante
sia incluso nelle quote ed elaborare
una dichiarazione di conformità
mediante un atto di esecuzione.
Cosa significa per gli installatori?
La responsabilità per l’osservanza
delle regole rimane per i produttori o
30
gli importatori. Ciò nonostante, gli
installatori trattando apparecchiature
precaricate da installare ad un cliente
potrebbero voler verificare che la
dichiarazione di conformità dell’apparecchiatura sia presente.
XIV - ELIMINAZIONE GRADUALE
DEGLI HFC
L’articolo 15-18 + Allegati V e VI
Il nuovo regolamento include una fase
di eliminazione secondo la quale la
quantità degli HFC immessi sul mercato europeo diminuirà gradualmente tra
il 2015 e il 2030. La definizione di “HFC”
nell’articolo 2 punto 2 chiarisce anche
che le miscele contenenti HFC sono
considerate HFC.
La Commissione perciò assicura che la
quantità di HFC che i produttori e gli
importatori mettono sul mercato ogni
Refrigerante
GWP
23
32
134a
125
245fa
404A
407A
407C
407D
407F
410A
417A
422A
422D
423A
424A
426A
427A
428A
434A
437A
438A
442A
449A
507
508A
508B
ISCEON MO89
14800
675
1430
3500
1030
3922
2107
1774
1627
1825
2088
2346
3143
2729
2280
2440
1508
2138
3607
3245
1805
2265
1888
1397
3985
13214
13396
3805
Volume
minimo
(Kg)
6.76
148.15
69.93
28.57
97.09
25.50
47.46
56.37
61.46
54.79
47.89
42.63
31.82
36.64
43.86
40.98
66.31
46.77
27.72
30.82
55.40
44.15
52.97
71.58
25.09
7.57
7.46
26.28
anno non ecceda la quantità massima
permessa.
Ambito applicativo
La fase di eliminazione si applica a tutti
i produttori o importatori di ≥100 tonnellate di CO2 equivalente di HFC. La
tabella qui sotto riassume le corrispondenti soglie peso (es. equivalente a 100
tonnellate di CO2- equivalente) per la
maggior parte dei più comuni gas fluorurati ad effetto serra.
Le seguenti categorie di HFC sono
escluse dalla fase di eliminazione ma
sono soggette a specifiche etichettature e requisiti:
• HFC importati per la distruzione.
• HFC usati come materie prime per
produrre altri componenti.
• Forniture di HFC da esportare al di
fuori dell’UE in grandi quantitativi.
• HFC per uso nelle apparecchiature
militari.
• HFC usato per i semiconduttori.
• (dal 1 gennaio 2018) gli HFC usati
per gli inalatori-dosatori a livello farmaceutico.
Si dovrebbe notare che gli HFO
(R1234yf, R1234ze) non sono inclusi
nella lista HFC, inoltre non sono soggetti alla fase di eliminazione.
Assegnazione delle quote
La specificazione delle quantità massime sarà determinata per ogni produttore o importatore all’inizio di ogni
anno a partire dal 2015. Si calcolerà
un valore di riferimento basato sul
volume medio annuo collocato sul
mercato da ogni impresa dal 2009 al
2012.
Basato sul valore di riferimento, le
quantità massime annue saranno calcolate usando le seguenti percentuali.
Anno
Percentuale
2015
2016-17
2018-20
2021-23
2024-26
2027-29
2030
100%
93%
63%
45%
31%
24%
21%
Ogni impresa per cui è stato stabilito
un valore di riferimento riceverà una
quota corrispondente all’89% del suo
valore di riferimento moltiplicato con la
percentuale indicata per il rispettivo
anno. Il rimanente 11% della quantità
sarà assegnata alle nuove imprese
per cui non è stato stabilito ancora un
valore di riferimento.
Registro
Sarà istituito dalla Commissione un
registro elettronico. Il registro includerà i produttori e gli importatori a cui
è stata assegnata una quota, così
come gli importatori che collocano
apparecchiature precaricate con HFC
sul mercato.
Cosa significa?
Ragionando sulla base della media
dei livelli di GWP di refrigeranti collocati sul mercato europeo ne deriva un
interessante quadro sull’impatto della
fase di eliminazione6. Le stime sulla
media del livello di GWP nell’UE puntano approssimativamente a 2300 di
CO2- equivalente (nel 2013). É possibile trasformare queste percentuali
nelle cifre di consumo medio di CO2equivalente per ogni anno (ndr cioè
indicativamente quanto sarà il GWP
medio delle sostanze che circoleranno
in Europa in quell’anno).
La tabella qui sotto mostra la conseguenza che si potrebbe avere negli
anni 2015 - 2030.
NOTIZIE DALL’EUROPA
■ LEGISLAZIONE
Revisione Regolamento F-gas - AREA ha preparato una guida riguardante l’implementazione delle
novità previste dalla revisione del Regolamento sugli F-gas. Essa sarà pubblicata a breve e tratta nello
specifico le nuove disposizioni come, ad esempio, quelle relative alla ricerca delle fughe, ai sistemi di
rilevamento delle perdite ed alla vendita di refrigeranti fluorurati. (Pagina 5 della Newsletter AREA)
Nuove norme PED – Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea è stato pubblicato il nuovo elenco di
norme armonizzate ai sensi della direttiva sulle attrezzature a pressione. Tra le norme di recente pubblicate, citiamo:
• EN 378-2: 2008 + A2: 2012, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti di sicurezza e
ambientali
• EN 12178: 2003, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Dispositivi che indicano il livello del
liquido - Requisiti, prove e marcatura
• EN 12263: 1998, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Commutazione di sicurezza dei dispositivi per la limitazione della pressione - Requisiti e prove
• EN 12284: 2003, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Valvole - Requisiti, prove e marcatura
• EN 13136: 2013, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Dispositivi di sovrappressione e relative tubazioni - Metodi di calcolo
• EN 14276-1: 2006 + A1: 2011, Attrezzature a pressione per sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Parte 1: Recipienti - Requisiti generali
• EN 14276-2: 2007 + A1: 2011, Attrezzature a pressione per sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Parte 2: Tubazioni - Requisiti generali
(Pagina 6 della Newsletter AREA)
■ AMBIENTE
Nuovo sito web – Green Cooling Initiative ha lanciato un nuovo sito web (www.green-cooling-initiative.org). Il sito dispone di un nuovo strumento che consente di ricercare i dati sulle emissioni dirette e
indirette in tutto il mondo, il potenziale di riduzione delle emissioni, il numero di apparecchi in uso,
nonché le unità vendute nel settore del freddo in quasi tutti i paesi del mondo.
Inoltre, il sito permette di accedere a una serie di dati di mercato e informazioni tecniche sul settore
del freddo, in particolare sui sottosettori dell’aria condizionata, condizionamento dell’aria per veicoli,
refrigeratori d’acqua e refrigerazione domestica. (Pagina 7 della Newsletter AREA)
■ REFRIGERANTI
Anno
2015
2016-17
2018-20
2021-23
2024-26
2027-29
2030
Phase down Media CO2
percentuale equivalente
100%
93%
63%
45%
31%
24%
21%
2300
2139
1449
1035
713
552
483
Supponendo che il valore di partenza
di GWP di 2300 di CO2-equivalente
sia ragionevolmente corretto diventa
abbastanza ovvio che già nel 2018
sarà difficile usare l’R410A e anche
l’R134a nelle nuove installazioni.
Questo si deve al fatto che i nuovi
impianti devono ricompensare la perdita delle cariche di refrigerante con
alto GWP già esistenti negli impianti al
fine di raggiungere il valore medio.
6. Refrigerants in Future and in Legislation 2013,
di Heinz Jürgensen, Bitzer.
Eliminazione HCFC – Molti Paesi dell’est Europa (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia,
Montenegro, Romania, Serbia e Turchia) hanno partecipato al meeting svoltosi in Montenegro nel
mese di settembre riguardante l’eliminazione dei refrigeranti HCFC e la regolamentazione d’uso dei
refrigeranti HFC. Alcuni tecnici di queste nazioni sono stati anche valutati sulle competenze attualmente richieste dall’Unione Europea per la certificazione dei tecnici frigoristi (il c.d. “patentino” F-gas).
La sessione di valutazione teorico-pratica è stata condotta da Marco Buoni, vice presidente dell’AREA
e Direttore Tecnico del Centro Studi Galileo. (Pagina 3 della Newsletter AREA)
■ FORMAZIONE
Progetto Real Alternatives – Il nuovo programma di apprendimento multilingue “REAL Alternatives”
si propone di migliorare le competenze dei tecnici che lavorano nel settore della refrigerazione, condizionamento e pompe di calore e che lavorano con i seguenti refrigeranti:
• biossido di carbonio • ammoniaca • idrocarburi • refrigeranti a bassa infiammabilità, come HFO e R32
La formazione tratta la progettazione, installazione, assistenza e manutenzione degli impianti che lavorano con questi refrigeranti (caratteristiche del refrigerante, sicurezza, efficienza, affidabilità e contenimento delle fughe). Il programma di formazione gratuita sarà lanciato nel 2015 e prevede molteplici
modalità di apprendimento in diverse lingue (tra cui l’italiano). Il progetto è stato sviluppato da associazioni di categoria ed enti di formazione provenienti da tutta Europa ed è in parte finanziato dal programma di apprendimento permanente dell’Unione europea, con il supporto di operatori del settore.
Per saperne di più sul progetto è possibile:
• registrarsi in www.realalternatives.eu/login-register per ricevere news e aggiornamenti
• aggiungere risorse o collegamenti web alla biblioteca virtuale di apprendimento a
www.realalternatives.eu/e-library
• chiedere di diventare un partner ufficiale: www.realalternatives.eu/stakeholders
• registrarsi come ente formativo per offrire formazione e valutazioni a partire dal 2015
(Pagina 2 della Newsletter AREA)
31
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Principi di base
del condizionamento dell’aria
158ª lezione
Condizionamento di locali in particolari condizioni
gravose: il problema del surriscaldamento dei motori
delle ventole del condensatore
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32
INTRODUZIONE
Quando l’impianto di condizionamento con condensazione in aria deve
lavorare in ambienti molto caldi, non
solo il processo di condensazione
stesso può risultare difficoltoso, ma
anche il funzionamento dei motori
delle ventole del condensatore può
risultare problematico. Per questo è
necessario assicurarsi che tali motori
siano stati progettati in maniera tale
da poter lavorare anche con le inevitabili sovratemperature che si possono
verificare in tali situazioni.
CONDENSAZIONE CON VENTOLE
ASPIRANTI
Nei condensatori che vengono normalmente impiegati negli impianti frigoriferi per la refrigerazione e per il
condizionamento la ventilazione viene
progettata in modo tale che l’aria
ambiente che deve asportare il calore
transiti per prima attraverso la batteria
alettata e poi attraversi la ventola che
crea la movimentazione del flusso
d’aria.
Per tale ragione tali ventole vengono
denominate “aspiranti”. Il vantaggio
che si ricava con una simile soluzione
è che l’aria ambiente, il cui compito è
quello di raffreddare il condensatore
sottraendo calore al refrigerante che
deve compiere il cambiamento di
stato, attraversa la batteria alla temperatura più bassa possibile rispetto a
quella ambiente.
Ad esempio, in una giornata con tem-
peratura dell’aria a +27 °C la batteria
condensante viene attraversata da
aria a +27 °C e non da aria più calda,
fatto che comporterebbe un minor
effetto raffreddante della stessa a
parità di portata.
Se dal punto di vista dello scambio
termico la situazione appena descritta
è ideale, esiste però il problema che
l’aria che viene “risucchiata” dalla ventola attraverso la batteria convoglia
anche una discreta quantità di sporcizia che si trova in sospensione nell’aria stessa.
In mancanza di griglie di protezione,
tale sporcizia va a intasare il condensatore, occludendo parzialmente o
totalmente gli spazi esistenti tra
un’aletta e l’altra.
Esiste un’altra controindicazione ad
utilizzare una ventola aspirante sul
condensatore. Infatti, l’aria calda che
esce dalla batteria condensante
necessariamente deve lambire il
motore elettrico della ventola.
In condizioni di funzionamento standard tale aria risulta essere comunque più fresca del motore elettrico e
quindi provoca un benefico effetto su
di esso, abbassandone la sua temperatura.
Invece, in condizioni di funzionamento
gravoso, ossia con alte temperature
ambiente, l’aria che esce dal condensatore può raggiungere temperature
troppo elevate per garantire un adeguato raffreddamento del motore elettrico della ventola, contribuendo, così,
ad un suo ulteriore surriscaldamento
invece che apportare una diminuzione
della sua temperatura.
UN’OCCHIATA ALLE VENTOLE
DEL CONDENSATORE
Il mancato raffreddamento del motore
elettrico della ventola, anzi il suo ulteriore surriscaldamento provocato dall’aria che esce dal condensatore, non
è un fenomeno positivo se si desidera
che tale motore possa durare nel
tempo.
Quando la condensazione avviene in
ambienti caratterizzati da particolari
situazioni gravose (come quelli in cui
la temperatura ambiente è molto elevata) va tenuto presente che i componenti, frigoriferi ed elettrici, del circuito
devono avere caratteristiche particolari. Ad esempio se l’aria in cui avviene
la condensazione si trova ad una temperatura di 35 °C la condensazione
avviene a circa 50 °C (vedi figura 1).
Questo significa che l’aria che esce
dal condensatore può trovarsi ad una
temperatura attorno a 43-45 °C. Essa,
se la ventola del condensatore è di
tipo aspirante, investe in seguito il
motore elettrico della ventola. I motori
elettrici di piccola potenza funzionanti
a 50 Hz solitamente vengono dimensionati per funzionare con temperature ambiente massime attorno ai 40 °C.
Questo significa che sia la batteria di
scambio sia il motore delle ventole
lavorano in condizioni limite. Tale
situazione limite non si presenta di frequente, per cui nella maggior parte
della propria vita lavorativa condensatore e motore si troveranno a funzionare in condizioni più favorevoli, ossia
con temperature più basse.
Il problema nasce quando il processo
di condensazione deve avvenire in
Tabella 1.
Potenze ammissibili P/PN (%)
Attitudine
slm (m)
Temperatura ambiente (°C)
fino 1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
fino 40
100
98
94
91
87
92
77
45
97
95
91
88
84
79
74
50
93
91
87
84
81
76
71
55
88
86
82
80
76
72
67
60
82
80
77
74
71
67
63
Figura 1.
Esempio delle temperature di funzionamento del condensatore
e del motore delle ventole aspiranti con temperature ambiente di 35 °C.
ambienti ad alta temperatura. Se, per
esempio, la temperatura dell’aria è di
50 °C, allora la temperatura di con-
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densazione si aggira attorno a 65 °C
e l’aria che esce dalla batteria si
trova, dopo essersi riscaldata acquistando calore dal refrigerante, ad una
temperatura che si aggira attorno ai
58-60 °C. A questo punto, se essa
investe il motore della ventola non è
in grado di garantirne il necessario
raffreddamento.
DECLASSAMENTO DEL MOTORE
Se il fattore di servizio del motore è 1,
come accade per la maggior parte dei
motori elettrici di piccola potenza,
esso non può mai funzionare in condizioni di sovratemperatura, in quanto in
fase progettuale esso non è stato
dimensionato per sopportare tale tipo
di funzionamento, anche per brevi
33
intervalli di tempo. Il problema delle
sovratemperature è molto importante
se si vuole preservare il motore da
eventuali guasti durante il suo funzionamento. Per comprendere tale fatto
basti pensare che, in linea di massima, ogni 10 °C di aumento della temperatura di funzionamento può comportare una diminuzione di più del
50% della durata di vita dell’isolamento. Questo si traduce in una maggiore probabilità che con il tempo il
motore vada in cortocircuito o scarichi
a massa.
Quindi se il motore è costretto a lavorare in ambienti con alte temperature
deve essere declassato per poter
garantirne la sua durata nel tempo.
Ciò vuol dire che deve funzionare a
potenze inferiori a quella nominale,
alla medesima tensione e frequenza
di alimentazione di quella nominale. In
pratica deve assorbire meno corrente,
così si riscalda di meno e “compensa”
il negativo effetto dovuto alle alte temperature ambiente.
Nella tabella 1 viene riportato, a titolo
d’esempio, il fattore di declassamento
di un motore in funzione delle temperature ambiente. Come si può notare,
a livello del mare il motore può erogare la sua potenza nominale di targa
fino a temperature ambiente di 40 °C
mentre per temperature superiori tale
potenza si riduce: già a 45 °C ambiente la potenza va ridotta del 3 % rispetto quella nominale, mentre a 50 °C del
7% e così via fino ad una riduzione del
18% per temperature ambiente di 60
°C. Ciò significa che ogni 100 W di
potenza nominale del motore della
ventola dobbiamo rinunciare a 18 W.
MOTORI PER
ALTE TEMPERATURE
Il declassamento del motore non è
cosa realizzabile sull’unità condensante dell’impianto di condizionamento. Infatti, la riduzione della potenza
assorbita (e quindi erogata) dal motore della ventola comporta inevitabili
variazioni nella portata del flusso
d’aria che interessa la batteria di
scambio.
Come ben sappiamo, meno aria significa minore raffreddamento del condensatore e quindi aumento della sua
pressione di lavoro. Questo non è
34
accettabile sia perchè comporta un
aumento dei consumi elettrici dell’impianto sia perchè, nel caso specifico, il
nostro impianto è a servizio in un
luogo in cui già si deve lavorare in
condizioni critiche a causa delle alte
temperature ambiente. La diminuzione della portata d’aria non farebbe
altro che peggiorare ulteriormente le
già gravose condizioni di lavoro dell’impianto.
Il problema, allora, si risolve ricorrendo all’impiego di ventole dotate di
motori elettrici per alte temperature.
Tali motori vengono costruiti adottando particolari accorgimenti sia per
quanto riguarda i materiali che la tecnologia costruttiva.
Ad esempio gli avvolgimenti elettrici
del motore vengono costruiti utilizzando filo di rame per resistere ad alte
temperature. così come tutte le connessioni elettriche, ed il filo di rame
viene opportunamente collocato nelle
cave del motore con lo stesso scopo.
A seconda delle sovratemperature
che può sopportare, il motore può
essere classificato in varie classi. La
classe di sovratemperatura è il valore
di temperatura che deve essere sommato alla temperatura ambiente per
determinare la temperatura finale di
lavoro. Ad esempio in classe B la temperatura che possono raggiungere gli
avvolgimenti del motore in più rispetto
alla temperatura ambiente è di 80 K
mente in classe F è di 105 K e in classe H è di 125 K.
Questo significa che il motore di una
ventola in classe B può funzionare con
temperature degli avvolgimenti fino a
circa 130 °C senza che per questo
vada incontro a problemi di funzionamento nel tempo. È quindi un motore
che può essere ritenuto idoneo per
azionare la ventola di un condensatore di un impianto che deve lavorare in
particolari condizioni gravose di temperatura ambiente.
●
ULTIME NOTIZIE
Notizie dall’Europa
da refripro.eu
POLITICA & AMBIENTE
Diminuito l’uso dei gas fluorurati in Europa
Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, rispetto al 2012, la quantità di gas fluorurati immessa
nel mercato europeo nel 2013 è diminuita del 2,4% in termini di tonnellate e dell’1,4% in termini di
CO2 equivalente.
4° Simposio sui fluidi refrigeranti di Dubai
Il 28 e il 29 ottobre, si è tenuto a Dubai il 4° Simposio sui fluidi refrigeranti nei paesi con temperatura ambiente elevata. Il Simposio è stato organizzato da ESMA, AHRI, UNIDO e UNEP ed è stato
co-sponsorizzato dall’EPEE, l’associazione europea dei produttori delle tecnologie per la refrigerazione, la climatizzazione e le pompe di calore.
INDUSTRIA & TECNOLOGIA
La Cina annuncia la chiusura di cinque linee di produzione di HCFC
La Cina ha annunciato la chiusura di cinque linee di produzione di HCFC, ossia del 16% del volume
totale della sua produzione.
Simposio AFCE: scetticismo rispetto al nuovo regolamento sui gas fluorurati
In occasione del simposio tradizionale dell’AFCE, tenutosi il 23 ottobre a Parigi, la nuova
Regolamentazione sui gas fluorurati è stata accolta con scetticismo.
ECONOMIA & GENERALITÀ
Pratiche anticoncorrenziali: la Commissione interpella Honeywell e DuPont
La Commissione teme che una serie di accordi, conclusi tra Honeywell e DuPont nel 2010 relativi
alla produzione del R-1234yf, possa intralciare la concorrenza sul mercato del R-1234yf. Gli accordi in questione riguardano in particolare l’organizzazione della produzione e lo sviluppo dei processi di fabbricazione.
Le pompe di calore ci permetteranno di evitare l’importazione di gas russo?
Secondo l’associazione europea delle pompe di calore EHPA, l’installazione di 60 milioni di pompe
di calore entro il 2030, eviterebbe all’Europa d’importare il gas russo. Attualmente in Europa sono
installati 6 milioni di pompe di calore.
Speciale nuova normativa riduzione gas fluorurati
Nuovo Regolamento Europeo
F-gas 517/2014
Chiarimenti su certificazione necessaria
per acquisto F-gas
ALESSANDRO BORRI
Nella foto Ennio Campagna - Rivoira
presenzia ad un corso CSG
Direttore Generale Rivoira Refrigerant
Sono state chiarite le corrette modalità
a cui ottemperare per l’acquisto e per
la vendita dei gas refrigeranti fluorurati (HFC), tematica che aveva suscitato
alcune perplessità e/o dubbi interpretativi da parte dei diversi operatori del
settore (distributori gas refrigeranti,
rivenditori di componentistica, installatori e frigoristi).
L’interpretazione definitiva in merito alla
corretta applicazione del Regolamento
Europeo 517/2014 è stata ottenuta grazie al concreto interessamento del
Ministero dell’Ambiente – Direzione
Generale per lo Sviluppo Sostenibile,
il Clima e l’Energia, al quale Rivoira
Refrigerants ha rivolto la richiesta di
chiarimenti ottenendo un riscontro
avallato anche dalla Commissione
Europea. Con la finalità di inquadrare il
contesto normativo elenchiamo i tre
articoli del Regolamento Europeo che
si focalizzano sulla tematica dell’acquisto e vendita di gas refrigeranti.
funzionamento dipende da tali gas;
d) installa, fornisce assistenza, manutiene, ripara, verifica le perdite o
smantella apparecchiature che
contengono o il cui funzionamento
dipende da gas fluorurati a effetto
serra;
e) è l’operatore di apparecchiature
che contengono o il cui funzionamento dipende da gas fluorurati a
effetto serra;
f) produce, importa, esporta, immette
in commercio o distrugge i gas
elencati nell’allegato II;
g) immette in commercio prodotti o
apparecchiature contenenti i gas
elencati nell’allegato II;
N.B.: il termine «impresa» è stato tradotto, non perfettamente, nella versione italiana del regolamento dal termine
originale inglese “undertaking”; è stato
finalmente chiarito che tale definizione
va interpretata in senso ampio, ovvero
intendendo come “impresa” colui che
prende in consegna il gas HFC, sia
come persona fisica che giuridica.
Capo I
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 2 – Definizioni
Paragrafo 30
«impresa», la persona fisica o giuridica che:
a) produce, utilizza, recupera, raccoglie, ricicla, rigenera o distrugge
gas fluorurati a effetto serra;
b) importa o esporta gas fluorurati a
effetto serra o prodotti e apparecchiature che contengono tali gas;
c) immette in commercio gas fluorurati a effetto serra o prodotti e apparecchiature che contengono o il cui
Capo II
CONTENIMENTO
Articolo 6 – Tenuta dei Registri
Paragrafo 3
Ai fini dell’articolo 11, paragrafo 4, le
imprese che forniscono gas fluorurati
a effetto serra istituiscono registri contenenti informazioni pertinenti relative
agli acquirenti di gas fluorurati a effetto serra, compresi i seguenti dettagli:
a) i numeri dei certificati degli acquirenti; e
b) le rispettive quantità di gas fluorura-
ti a effetto serra acquistati.
Le imprese che forniscono gas fluorurati a effetto serra conservano tali registri per almeno cinque anni.
Le imprese che forniscono gas fluorurati a effetto serra, su richiesta, mettono tali registri a disposizione dell’autorità competente dello Stato membro
interessato o della Commissione.
Capo III
IMMISSIONE IN COMMERCIO E
CONTROLLO DELL’USO
Articolo 11 – Restrizioni
all’immissione in commercio
Paragrafo 4
Ai fini dell’esercizio dell’installazione,
assistenza, manutenzione o riparazione delle apparecchiature che contengono gas fluorurati a effetto serra o il cui
funzionamento dipende da tali gas per
cui è richiesto un certificato o un attestato a norma dell’articolo 10, i gas fluorurati a effetto serra sono esclusivamente venduti a e acquistati da imprese in possesso dei certificati o degli
attestati pertinenti a norma dell’articolo 10 o da imprese che impiegano persone in possesso di un certificato o di
un attestato di formazione ai sensi dell’articolo 10, paragrafi 2 e 5. Il presente paragrafo non impedisce alle imprese non certificate che non svolgono le
attività di cui alla prima frase del presente paragrafo, di raccogliere, trasportare o consegnare gas fluorurati a
effetto serra.
In pratica:
1. per poter acquistare (tecnico del
freddo) o vendere (es. distributore
35
nazionale di gas refrigeranti, rivenditore di componentistica aftermarket) refrigerante, colui che
acquista deve essere in possesso:
a. del patentino personale del frigorista (PIF)
oppure
b. della certificazione della azienda
(CIF).
Infatti, si fa riferimento alla definizione
con interpretazione in senso ampio
del termine inglese “undertaking”
ovvero di “colui che prende in consegna” il gas refrigerante sia come persona fisica che giuridica.
“Coloro che prendono in consegna”
sono quindi aziende (imprese), ma
anche tecnici frigoristi indipendenti; in
altri termini possono anche essere
persone, ovvero tecnici del freddo, che
manipolano ed effettuino attività che
coinvolgano gas fluorurati, includendo
gli operatori e le aziende costruttrici.
Quindi, gli F-Gas possono essere
venduti sia alle persone fisiche in
possesso di certificazione/attestazione personale (PIF) che alle imprese in possesso di certificazione/attestazione aziendale (CIF).
Tali soggetti devono essere regolarmente registrati (sezione C) con certificato in corso di validità sul registro
telematico F-Gas del Ministero
dell’Ambiente, disponibile all’indirizzo
http://www.fgas.it/Ricerca per le seguenti attività:
– 303/2008 “Attività di Installazione,
manutenzione o riparazione di
apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e
pompe di calore contenenti taluni
gas fluorurati ad effetto serra (articolo 8 del D.P.R. n. 43/2012) svolte ai
sensi dell’articolo 2 del Regolamento
(CE) n. 303/2008
36
– 304/2008 “Attività di Installazione,
manutenzione o riparazione di
impianti fissi di protezione antincendio e di estintori contenenti
taluni gas fluorurati ad effetto serra
(articolo 8 del D.P.R. n. 43/2012)
svolte ai sensi dell’articolo 2 del
Regolamento (CE) n. 304/2008”
– 305/2008 e 306/2008 (non attinenti
al mercato refrigerazione e condi-
zionamento)
2. in accordo all’articolo 6 – paragrafo
3 del Regolamento Europeo:
a. i distributori (nel caso di vendita
diretta ad installatori, frigoristi,
utilizzatori finali)
b. i rivenditori di componentistica
aftermarket (nel caso di vendita
ad installatori, frigoristi, utilizzatori finali)
che forniscono gas fluorurati ad
effetto serra devono:
– richiedere la compilazione di un
modello (autodichiarazione) nella
quale vengono chiaramente indicati
• ragione sociale e indirizzo dell’azienda acquirente
• tipologia di utilizzo del refrigerante (rivendita, prima carica
impianto, avviamento e manutenzione impianto ecc.)
• certificazione azienda
• certificazione del personale
N.B. Rivoira Refrigerants ha predispo-
REGOLAMENTO (UE) N. 517/2014 DEL 16 APRILE 2014
SUI GAS FLUORURATI A EFFETTO SERRA
MODULO RICHIESTA CERTIFICAZIONI
AZIENDALI E/O PERSONALI
Il nuovo Regolamento F-Gas, le cui disposizioni si applicheranno a decorrere dal 1° Gennaio 2015, stabilisce dei limiti all’immissione al commercio
dei gas fluorurati (F-Gas), al fine di ridurre progressivamente le emissioni di
gas serra nell’ambiente; ciò avverrà limitando progressivamente le quantità
prodotte ed importate nella UE e vietando l’uso di F-Gas ad elevato GWP
(Global Warming Potential = Potenziale di Riscaldamento Globale) in particolari applicazioni, sia in impianti nuovi, che in manutenzione.
Il Regolamento introduce anche prescrizioni per i soggetti, quali Rivoira
Refrigerants, che forniscono gas fluorurati, dovendo essi creare e mantenere per almeno 5 anni dei registri con tutte le informazioni rilevanti sugli
acquirenti di gas fluorurati, incluso il numero delle loro certificazioni e le
quantità di gas fluorurati acquistati.
A tale scopo, seguendo le linee guida di Assogastecnici / Federchimica,
abbiamo preparato un questionario che trovate nella pagina successiva o
che potete richiedere via e-mail in formato Acrobat PDF editabile, e che deve
essere restituito compilato con la dichiarazione d’uso degli F-Gas.
Il questionario, una volta compilato, permetterà di comprendere se la
Società, in base al nuovo regolamento europeo:
a) non sarà tenuta a fornire copia delle certificazioni (in questa casistica
rientrano i rivenditori, i costruttori di apparecchiature ed impianti che non
fanno uso di gas fluorurati al di fuori delle loro unità produttive, gli esportatori di F-Gas al di fuori del territorio dell’Unione Europea)
b) sarà obbligata a fornire copia delle certificazioni (in questa casistica
rientrano frigoristi, installatori, manutentori)
Precisiamo inoltre che anche coloro che, per la tipologia di attività svolta,
non saranno tenuti a fornire la certificazione, dovranno comunque dichiarare il tipo di utilizzo dei gas refrigeranti fluorurati (F-Gas).
sto un apposito modulo (immagine a
lato).
– istituire appositi registri contenenti tutte le informazioni pertinenti relative agli acquirenti di
gas fluorurati a effetto serra,
ovvero i seguenti dettagli:
• i numeri dei certificati degli acquirenti;
• le rispettive quantità di gas fluorurati a effetto serra acquistati.
Le imprese di cui ai punti a) e b) che
forniscono gas fluorurati a effetto serra
devono conservare tali registri per
almeno cinque anni; devono altresì
mettere tali registri a disposizione dell’autorità competente dello Stato membro interessato o della Commissione.
FAQ (domande frequenti)
Domanda 1
E’ sufficiente l’autocertificazione di
colui che ritira gli F-Gas (con n° certificazione aziendale e/o personale)
oppure è necessario anche consegnare una copia della certificazione
stessa per successiva archiviazione
ottica da parte dell’impresa che fornisce gas fluorurati ad effetto serra?
Risposta
A valle di verifiche effettuate riteniamo
che copia della certificazione debba
essere da richiesta e inserita su archiviazione ottica, considerato che la
stessa deve essere messa a disposizione per un periodo minimo di 5 anni
in caso di controlli da parte delle autorità competenti.
Domanda 2
La persona ovvero “colui che prende
in consegna” il gas refrigerante è colui
che ritira fisicamente i recipienti contenenti F-Gas dal banco e/o dal magazzino del rivenditore e/o del distributore
(esempio… ritira le bombole e le colloca nel furgone)?
Il chiarimento si rende necessario perché se l’accezione “prende in consegna” venisse applicata alla lettera non
sarebbe possibile, ad esempio, consegnare i recipienti ad un operatore
(magazziniere ad esempio) non in
possesso di certificazione.
Risposta
a. Azienda installatrice
Un dipendente dell’azienda installatrice certificata (ad esempio un
magazziniere) può ritirare fisicamente i recipienti contenenti F-Gas pre-
sentando la regolare certificazione
dell’azienda (e quindi prende in consegna le bombole con quella e non
con la certificazione della persona).
b. Aziende costruttrici di impianti
Nel caso di aziende costruttrici di
apparecchiature e impianti che
non fanno uso di gas fluorurati al di
fuori delle loro unità produttive non
è necessario indicare il numero
della certificazione (basterà compilare il modello allegato selezionando l’apposita casella).
c. Utilizzatori finali (supermercati,
aziende alimentari, aziende chimi-
che, ospedali, banche ecc. ecc.)
Nel caso di utilizzatore finale non in
possesso della certificazione aziendale (CIF), ad esempio un supermercato e/o un’azienda alimentare
che acquisti direttamente gas refrigerante, i recipienti non possono
essere presi in consegna da personale che non sia in possesso di certificazione personale (PIF); in altre
parole i recipienti possono essere
soltanto presi in consegna dal personale addetto alla manutenzione
interna, che deve obbligatoriamente
presentare il patentino del frigorista.
37
Assistenza tecnica agli abbonati - soci ATF
Preparati alla normativa
sugli F-gas
MARIARITA DELLA RAGIONE
Danfoss
PROGRAMMA DI CONTROLLO
DEI REFRIGERANTI
Il grafico illustra i tempi del phase-out
dei refrigeranti HCFC secondo quanto concordato nel Protocollo di
Montreal e le diverse proposte per il
phase-down degli HFC. La curva iniziale relativa alle proposte sugli HFC
è indicativa e non fa parte delle proposte.
Forse il meccanismo più efficace delle
normative sugli F-gas sarà il phasedown dei refrigeranti HFC in base al
GWP. Il phase-down consentirà di
ridurre l’offerta di refrigeranti ad alto
GWP nei paesi in cui la domanda non
può essere soddisfatta. A sua volta,
questo comporterà prezzi significativamente più elevati dei refrigeranti
HFC. Più alto sarà il GWP, più elevato
sarà il prezzo. Sebbene i refrigeranti
di transizione come R407A e R407F
non siano direttamente interessati dai
divieti nel breve termine, il loro prezzo
sicuramente aumenterà e questi refrigeranti diventeranno proibitivi per la
maggior parte delle applicazioni che
richiedono diversi kg di carica.
I VANTAGGI DEI REFRIGERANTI
PER LE VOSTRE APPLICAZIONI
Negli ultimi due decenni, il settore
della refrigerazione e della climatizzazione ha compiuto enormi progressi
in termini di riduzione dell’utilizzo di
refrigeranti dannosi per l’ozono. Da
una prospettiva generale, la tendenza
è che l’industria si stia muovendo
38
sempre più verso refrigeranti naturali,
ove ciò sia tecnicamente attuabile. È
molto probabile che i refrigeranti sintetici svolgeranno ancora un ruolo
importante nel settore della refrigerazione e della climatizzazione, ma solo
in impianti a carica ridotta, che utilizzano le nuove sostanze a basso
potenziale di riscaldamento globale
(GWP). Parametri quali efficienza,
sicurezza, impatto ambientale, ridotta
permanenza in atmosfera, proprietà
chimiche e fattori economici influenzeranno la scelta dei futuri refrigeranti. Di seguito riportiamo una breve
panoramica sui vantaggi offerti dai
refrigeranti in varie applicazioni.
CO2 (R744)
• Grazie al basso GWP, la CO2 è particolarmente adatta per le applicazioni di food retail, dove l’impatto è minimo in caso di perdite e le sue proprietà termodinamiche la rendono
ideale per il recupero di calore.
• I cicli di CO2 transcritici eliminano
una grande proporzione del ciclo termico ad alte temperature e il refrigerante è quindi particolarmente indicato per le pompe di calore.
• Nella refrigerazione industriale, la
CO2 consente di ridurre la carica di
ammoniaca, aumentare l’efficienza e
ridimensionare le apparecchiature di
refrigerazione.
• Nel trasporto refrigerato, applicazioni commerciali leggere e electronics cooling, la CO2 offre una soluzione non infiammabile ed ecocompatibile.
Ammonica (NH3)
• L’ammoniaca è uno dei refrigeranti
più efficienti dal punto di vista energetico in applicazioni ad alta e bassa
temperatura. Con una crescente attenzione rivolta al consumo di energia,
l’ammoniaca è una scelta sicura e
sostenibile per il futuro.
• L’ammoniaca offre migliori proprietà
di trasferimento del calore rispetto
alla maggior parte dei refrigeranti chimici e quindi i costi di costruzione dell’impianto saranno inferiori. Queste proprietà ottimizzano inoltre il rendimento
termodinamico dell’impianto, in quanto
ne riduce i costi operativi.
• Con un GWP e un ODP (Ozone
Depletion Potential) pari a zero,
l’ammoniaca è un refrigerante particolarmente ecosostenibile.
• In molti paesi, il costo dell’ammoniaca (per kg) è notevolmente inferiore a
quello degli HFC.
Idrocarburi (R290, R600)
• Offrono un’elevata efficienza energetica e capacità rispetto agli HFC.
• L’infiammabilità ne limita l’uso in piccoli impianti e chiller (per es. i chil-
ler impiegati negli impianti di refrigerazione alimentare o per il condizionamento dell’aria di interi edifici).
• Consente di ottenere temperature di
evaporazione molto basse senza surriscaldamento del compressore in
applicazioni con pompe di calore
(con gli HFC, è necessario installare
una resistenza supplementare per le
giornate particolarmente fredde).
HFC
• Una soluzione di transizione che può
essere utilizzata in impianti retrofit con
HFC ad alto GWP. In genere R407 A/F
al posto di R404A
HFC e HFO lievemente infiammabili
• Il basso GWP e la bassa infiammabilità li rendono idonei per gli impianti relativamente grandi.
• Particolarmente interessanti per il
condizionamento dell’aria in mancanza di alternative naturali con un
GWP ultra basso.
• Idonei anche per gli impianti di refrigerazione in cui un design tradizionale
con HFC può essere usato con modifiche di piccola entità (e spesso con una
ridotta diminuzione delle prestazioni).
Processo di approvazione Danfoss
Prima di immettere prodotti per refrigeranti infiammabili sul mercato, Danfoss
ricorre a un esaustivo processo di
approvazione. I passi principali includono:
• Assicurare il rispetto della Direttiva
sulle apparecchiature a pressione
97/23/CE (PED) per il gruppo di fluidi I.
Ottenere l’approvazione di terzi, se
necessario.
• Valutare le fonti di accensione per la
conformità con ATEX zona 2. Ottenere
l’approvazione di terzi, se necessario.
• Valutare o testare la compatibilità chimica tra gli elastomeri e le specifiche dei
refrigeranti infiammabili in questione.
• Aggiornare la documentazione interna per assicurare che eventuali cambi
di prodotto futuri tengano conto dell’infiammabilità.
• Aggiornare la documentazione, le
tabelle di capacità e altri documenti
pertinenti per i clienti Danfoss.
Il processo di approvazione è solo una
parte della procedura di valutazione del
rischio che guida il nostro approccio ai
refrigeranti infiammabili. Questo processo tiene continuamente in considerazione la legislazione, le norme di
sicurezza e l’esperienza di settore con
i refrigeranti infiammabili. Il risultato è
una procedura interna continuamente
aggiornata per le vendite e la progettazione dei prodotti in funzione delle esigenze del mercato, ma con la sicurezza come priorità assoluta.
39
Speciale nuova regolamentazione gas fluorurati
Importanti obblighi
per i proprietari di celle frigorifere
e condizionatori
MADI SAKANDE
New Cold System
La nuova Regolamentazione 517/2014
del 16 aprile 2014 sui gas fluorurati a
effetto serra, abroga (annulla) il Regolamento (CE) n. 842/2006.
Il Regolamento entra in vigore il 9 giugno 2014 e si applica a decorrere dal
1° gennaio 2015. Il Regolamento
842/2006 a decorrere dal 1° gennaio
2015 è abrogato.
Principali novità e modifiche rispetto al regolamento che era in vigore
precedentemente:
1. Non sarà più la quantità di F-gas
contenuta ad essere considerata,
ma l’impatto ambientale misurato
come tonnellate di CO2 equivalente
GWP (global warming potential) del
F-gas considerato per il quantitativo
in tonnellate contenute nel circuito)
2. Inclusione degli impianti su autocarri, rimorchi (e container) refrigerati,
sia nelle visite periodiche sia nei
Registri Apparecchiature
3. Controllo dell’uso HFC ad alto GWP
– Restrizione immissione in commercio.
OBBLIGO DEL REGISTRO DI
IMPIANTO E APPARECCHIATURA
Quali controlli prescrive?
• La apparecchiature fisse e mobile di
refrigerazione devono essere controllate da personale specializzato
(imprese o privati iscritti al “Registro
telematico nazionale delle persone e
delle imprese certificate” visualizzabile
su: www.fgas.it), come previsto dall’ art.
13 del DPR 43/2012, con la frequenza
nella tabella sotto citata.
40
Quali sono gli impianti interessati
alla manutenzione periodica?
• tutti gli impianti di climatizzazione
invernale ed estiva, apparecchiature fisse e mobili di refrigerazione,
• pompe di calore fisse,
• apparecchiature fisse di protezione
antincendio,
• celle frigorifere e autocarri-rimorchi
refrigerati,
• chiller (refrigeratore acqua).
1. devono essere muniti di un “libretto di impianto”se la quantità del
refrigerante è superiore o uguale
al valore minimo segnato sulla
tabella precedente
2. devono essere registrati sul sito
dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale:
www.ispra.it
Dove trovo i dati sul mio impianto
senza libretto?
• Dalla targhetta posizionata lateralmente osservo: gas Rxxx peso x.xxkg
• Verifico sulla tabella superiore la
periodicità della manutenzione.
Devo cambiare il mio impianto?
• No, devo solo adeguarmi e fare eseguire le verifiche periodiche da azienda certificata a norma CE 303/2008.
Devo cambiare il gas refrigerante?
• No, il cambio viene fatto solo in caso
di impianto vuoto o grosso guasto in
ogni caso viene preventivamente
concordato con l’installatore di fiducia, certificato secondo CE 303/2008.
Posso da solo verificare l’impianto?
• No, solo personale con regolare pa-
tentino (PIF o PEF) impiegato in aziende registrate e certificate F-GAS.
Con quale cadenza devo verificare
l’impianto?
• In funzione del peso e del tipo di gas
che leggo sull’etichetta (vedi tabella
sopra).
Come si presenta il registro
di impianto e di apparecchiature?
• E’ un libretto cartaceo dove il tecnico
certificato annota tutte le informazioni sull’impianto frigorifero secondo il
regolamento CE 303/2008.
Chi controlla la conformità degli
impianti?
• Carabinieri (NOE: Nucleo Operativo Ecologico)
• Guardia Costiera
• Guardia Forestale
Il titolare dell’impianto
è responsabile?
• Sì, il responsabile è il titolare dell’impianto (vedi sanzioni). Viene chiamato anche “Operatore”. Qualora
stipula un contratto con l’azienda
certificata per seguire il suo impianto dovrà specificare le operazioni/responsabilità.
LE SANZIONI
Ricordiamo che per le apparecchiature e gli impianti in questione è previsto
l’obbligo di predisporre appositi registri
di controllo ove devono essere annotati le quantità aggiunte, recuperate o
eliminate di gas refrigerante.
Sanzioni a capo dell’operatore per la
mancata predisposizione del registro
dei controlli o la tenuta dello stesso
in maniera incompleta, inesatta o
non riportante tutti i dati previsti.
Salvo che il fatto costituisca reato, è
prevista la sanzione amministrativa:
• da 7.000 euro a 100.000 euro, nei
confronti dell’operatore che non tiene
il registro i cui modelli sono stati predisposti dal Ministero dell’Ambiente;
• da 7.000 euro a 100.000 euro, nei
confronti dell’operatore che non tiene
il registro:
– dell’apparecchiatura di refrigerazione, di condizionamento d’aria,
delle pompe di calore contenenti
gas fluorurati a effetto serra;
– del sistema degli impianti fissi di
protezione antincendio, in modo
incompleto, inesatto o comunque
non riportante i seguenti dati:
– nome dell’operatore, indirizzo postale e numero di telefono;
– quantità e tipo di gas fluorurati a
effetto serra installato nell’apparecchiatura o nell’impianto;
– quantità eventualmente aggiunte e
quelle recuperate durante le operazioni di manutenzione, di riparazione e di smaltimento definitivo;
– eventuali altre informazioni pertinenti;
– identificazione della società o del
tecnico che ha eseguito la manutenzione o la riparazione;
– data e risultati dei controlli effettuati;
• da 7.000 euro a 100.000 euro, nel
caso in cui l’operatore utilizzi un registro non conforme a quello previsto
dal Ministero dell’Ambiente e pubbli-
cato nel proprio sito internet;
• da 500 euro a 5.000 euro, nei confronti dell’operatore che non mette a
disposizione il registro:
– al Ministero dell’Ambiente, per il
tramite dell’Istituto superiore per la
protezione e la ricerca dell’ambiente (ISPRA);
e/o
– alla Commissione europea.
Sanzioni a capo dell’operatore che
non comunica, entro il 31 maggio di
ogni anno, la quantità di gas fluorurati a effetto serra emessi in atmosfera nell’anno precedente o comunica detti dati in maniera incompleta,
inesatta o comunque non utilizzando
il modello previsto.
Salvo che il fatto costituisca reato, è
prevista la sanzione amministrativa da
1.000 euro a 10.000 euro nei confronti dell’operatore che:
• non provvede ad inviare, entro il 31
maggio di ogni anno, al Ministero
dell’Ambiente, per il tramite dell’Istituto superiore per la protezione e la
ricerca dell’ambiente (ISPRA) una
dichiarazione contenente le informazioni riguardanti la quantità di gas
fluorurati a effetto serra emessi in
atmosfera nell’anno precedente;
• trasmetta al Ministero, per il tramite
dell’ISPRA, una dichiarazione incompleta o inesatta;
• utilizzi una dichiarazione non conforme al formato previsto dal Ministero
dell’Ambiente e pubblicato nel proprio
sito internet pervia ufficializzazione
con apposito avviso pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana.
La dichiarazione dovrà riportare i dati
contenuti nel relativo registro.
Ora scelga in modo consapevole il
suo tecnico frigorista!!!
Ultime informazioni su
www.associazioneATF.org
Continua a seguire
Centro Studi Galileo su:
41
Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF
I giorni contati dell’R22
e dei refrigeranti HFC
178ª lezione di base
PIERFRANCESCO FANTONI
ARTICOLO DI
PREPARAZIONE AL
PATENTINO FRIGORISTI
CENTOSETTANTOTTESIMA
LEZIONE SUI CONCETTI
DI BASE SULLE TECNICHE
FRIGORIFERE
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni semplificate per i
soci ATF del corso teorico-pratico
di tecniche frigorifere curato dal
prof. ing. Pierfrancesco Fantoni.
In particolare con questo ciclo di
lezioni di base abbiamo voluto, in
questi 15 anni, presentare la
didattica del prof. ing. Fantoni, che
ha tenuto, su questa stessa linea,
lezioni sulle tecniche della
refrigerazione ed in particolare di
specializzazione sulla
termodinamica del circuito
frigorifero.
Visionare su www.centrogalileo.it
ulteriori informazioni tecniche
alle voci “articoli”
e “organizzazione corsi”:
1) calendario corsi 2014,
2) programmi,
3) elenco tecnici specializzati negli
ultimi anni nei corsi del Centro
Studi Galileo divisi per provincia,
4) esempi video-corsi,
5) foto attività didattica.
È DISPONIBILE
LA RACCOLTA COMPLETA
DEGLI ARTICOLI
DEL PROF. FANTONI
Per informazioni: 0142.452403
[email protected]
42
Introduzione
Continuiamo ad evidenziare le differenze esistenti tra la gestione dei vecchi refrigeranti, come l’R22, e le
miscele di nuova generazione, in special modo quelle che presentano un
glide di temperatura piuttosto marcato,
come l’R407C o l’R422A/D. Anche
quando si eseguono i controlli tramite
misure di pressione e temperatura
possono insorgere dei piccoli problemi
d’ordine pratico, che comunque sono
facilmente risolvibili se si conoscono i
principi di base del settore.
Quale temperatura di evaporazione?
Quando montiamo il manometro di
bassa pressione sul circuito frigorifero
possiamo leggere immediatamente a
quale pressione sta lavorando
l’impianto ed avere anche la temperatura a cui sta avvenendo l’evaporazione. Talvolta risulta essere molto
comodo e veloce avere le temperature direttamente dal manometro, senza
dover utilizzare un termometro.
Tale lettura è immediata quando si
usano refrigeranti che non presentano
problemi di glide, come l’R22, l’R134a
o il 410A. Se però si lavora con una
miscela zeotropa, come può essere
l’R407C o l’R422A/D, la lettura della
temperatura sul manometro deve
essere fatta con una certa accortezza.
Nella figura 1 è riportato un manometro di bassa che, tra le altre, riporta la
scala delle temperature per l’R407C.
Innanzitutto, va notato che la scala
delle temperature cui fa riferimento il
manometro è quella del liquido che,
come ormai ben sappiamo, è ben
diversa dalla scala di temperatura del
vapore. Detto questo, se sul manometro leggiamo una temperatura di +5
°C, cui corrisponde una pressione di
circa 0,56 Mpa (ossia 5,6 bar), dobbiamo prestare attenzione al fatto che
tale valore si riferisce, come scritto sul
quadrante dello strumento, alla temperatura di inizio evaporazione, quella
che altrimenti viene anche detta temperatura di bolla. Se per verifica utilizzamo un termometro e lo poniamo a
contatto dell’evaporatore in un punto
qualsiasi, probabilmente ben difficilmente riusciremo a misurare una temperatura di +5°C. Rimane, allora, da
capire come mai manometro e termometro non ci forniscono la stessa
misura.
Le miscele richiedono una certa
attenzione
Il problema, se ci pensiamo bene, non
è di poco conto. Se vogliamo fare una
regolazione fine della carica del
nostro impianto e, per far questo, ci
basiamo sulla temperatura di evaporazione è necessario poter determinare
in maniera inequivocabile tale valore
mediante gli strumenti.
Per chiarire la questione, proviamo a
riferirci al funzionamento di un’evaporatore, come mostra la figura 2. La
pressione di evaporazione è di 5,6 bar,
cui corrisponde, come sopra detto, una
temperatura di bolla di +5 °C. Tale tem-
Figura 1.
Lettura della temperatura
dell’R407C sulla scala
del manometro.
Pressione
bar
0
+ 0,5
+ 1,0
+ 2,0
+ 3,0
+ 4,0
+ 5,0
+ 5,6
+ 6,0
+ 7,0
T bolla
(°C)
- 44,3
- 35,4
- 28,7
- 18,4
- 10,5
- 4,0
+ 1,5
+ 5,0
+ 6,5
+ 10,9
Tabella 1.
T rugiada
(°C)
- 37,1
- 28,4
- 21,8
- 11,7
- 4,0
+ 2,4
+ 7,8
+ 11,0
+ 12,6
+ 16,9
Temperatura media
(°C)
- 40,7
- 38,9
- 25,2
- 15,1
- 7,3
- 0,5
+ 4,6
+ 8,0
+ 9,5
+ 13,9
Figura 2.
Esempio delle possibili temperature dell’407C durante la fase
di evaporazione corrispondenti ad una pressione di circa 5,6 bar.
peratura, come si vede in figura, non è
la temperatura misurabile sull’evaporatore, ma è la temperatura a cui inizia
il processo di evaporazione del refrigerante. Come sappiamo, già nel passaggio all’interno della valvola termostatica, quando avviene l’espansione,
il liquido inizia parzialmente ad evaporare, per cui quando esso esce dalla
valvola già registriamo una temperatura superiore a +5 °C.
In una miscela azeotropa il processo
di evaporazione avviene con aumento
progressivo della temperatura, per cui
possiamo ipotizzare che in questo
punto la temperatura sia già salita a
+7°C. Quando il refrigerante entra nell’evaporatore possiamo essere in presenza già di un 30%, o forse anche
più, di vapore, a seconda delle condizioni di funzionamento dell’impianto.
Una piccola parte di liquido è ulteriormente già evaporatore all’interno del
tubo che collega la valvola d’espansione con l’evaporatore, per cui la
temperatura è ulteriormente salita,
seppur di poco.
Sta di fatto, comunque, che il nostro
evaporatore lavora a temperature ben
superiori a quella di 5 °C che possiamo leggere sul manometro.
C’è manometro e manometro
L’arcano sembrerebbe chiarito. Tuttavia
non sempre è così. Esistono alcuni
manometri che riportano una scala
delle temperature per l’R407C, o per
altri refrigeranti che presentano un
glide, che si riferisce ai valori medi tra
la temperatura di bolla e la temperatura di rugiada del refrigerante a quella
pressione. Sembra che tutto sia fatto
apposta per complicare le cose.
Vediamo se è proprio così. Nella tabella 1 vengono riportati, per alcuni valori delle pressioni manometriche, le
temperature per l’R407C di bolla,
rugiada e le temperature medie tra
queste due.
43
La colonna della temperatura media
ci fornisce il valore che viene riportato sulla scala delle temperature
dell’R407C del nostro manometro. Alla
pressione di 5,6 bar esso ci segnala
una temperatura di +8 °C, che rappresenta la temperatura di funzionamento
grossomodo della parte centrale dell’evaporatore del nostro circuito frigorifero
(vedi figura 2). Quindi l’indicazione che
ci viene fornita dalla lettura dello strumento trova all’incirca corrispondenza
nelle reali condizioni di funzionamento
dell’evaporatore.
Esistono anche casi di manometri che
sulla scala delle temperature riportano
la temperatura di rugiada, ossia quella
del vapore. In questo caso in corripsondenza della pressione letta di 5,6
bar tale scala indica una temperatura
di circa 11 °C.
Tale valore rappresenta la temperatura del refrigerante al termine del suo
processo di evaporazione, ossia del
punto in cui il liquido si è esaurito completamente, punto dal quale in poi c’è
tutto vapore.
Nella figura 2 esso è individuabile
all’incirca verso la parte terminale dell’evaporatore e non ha una determinazione ben fissa nelle varie condizioni
di funzionamento del cicuito. Infatti se
nell’evaporatore vi è scarsità di liquido
esso tende ad arretrare, mentre se vi
è abbondanza di liquido esso tende a
portarsi verso la parte finale dell’evaporatore e può, talvolta nei casi più
estremi, anche essere individuato
lungo il tubo di aspirazione.
●
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
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Nuovo software F-gas control
Registro delle apparecchiature
COS’È? Un programma per tenere sotto controllo il lavoro che si effettua direttamente dal cantiere. Un Gestionale “on site” (direttamente in cantiere o dal cliente), per gestire tutti gli interventi in mobilità, completare in automatico registri e comunicare immediatamente in ufficio
l’intervento effettuato per non perderne traccia e poter fatturare immediatamente.
COSA CONSISTE: Un sistema per annotare tutti i lavori, dalla richiesta a quelli da terminare,
appena terminati o in fase di avanzamento, direttamente condivisi con l’ufficio. Compilando 2
fogli, la richiesta di intervento e il foglio di intervento (a fine lavoro) vengono compilati una serie
di registri per gestire gli interventi.
TIPOLOGIA DI INTERVENTI: • interventi inerenti agli F-gas: utile alla gestione degli interventi,
dei libretti e dei registri obbligatori richiesti dalla normativa per essere conformi alla certificazione F-gas. • interventi generici: utile alla gestione degli interventi di natura diversa dagli F-gas
effettuati dal cliente, di tipo idraulico, elettrico, e artigianato in genere.
COME FUNZIONA: • Il cliente chiama perche ha un problema • La ditta, compila il registro di
richiesta intervento dove indica chi è il cliente e che problema ha • Viene automaticamente creato un registro degli interventi da effettuare in funzione alla tipologia (fgas, generico, ... ) • Chi va
ad effettuare il lavoro ha traccia della tipologia del problema, in modo di recarsi dal cliente con
l’attrezzatura e il materiale necessario • Ad intervento effettuato, si compila il foglio di intervento trasmettendo in automatico in ufficio cosa si è effettuato per poter fatturare subito e non perdere traccia dell’intervento.
CIÒ PERMETTE DI: Non dimenticare interventi effettuati: CON UN SOLO INTERVENTO DIMENTICATO IL PROGRAMMA VIENE RIPAGATO. Non dimenticare interventi da fare avendo ne un
elenco consultabile ovunque. Avere i registri obbligatori per legge auto-compilati senza perdite
di tempo. Inoltre include: • Gestione magazzino scorte gas • Gestione magazzino generico •
Checklist e istruzioni per manutenzione impianti refrigeranti • Istruzioni dei macchinari • Tabelle
di calcolo. • Dichiarazioni di conformità (caldaie, elettrico, installazione,...)
A CHI È INDIRIZZATO: A tutte le aziende artigiane per gestire interventi inerenti a: • F-gas idraulici • elettrici • caldaie • libretti di impianti termici • interventi generici per ogni attività artigiana.
VANTAGGI: Il software permetterà alle aziende di: • velocizzare il lavoro richiesto dal protocollo
di Kyoto • MANTENIMENTO REGISTRI IN AUTOMATICO • ottimizzare la gestione dei lavori. Il programma sfrutta una piattaforma internet per essere accessibile da ogni dispositivo connesso ad
internet, in maniera da gestire l’operazione direttamente dal cliente e aggiornare in tempo reale i
registri dell’azienda. La normativa degli F-gas, richiede di conservare obbligatoriamente i seguenti registri: • registro di richiesta intervento • registro di evasione ordine • registro degli interventi
periodici programmati • registro gestione reclami • registro della gestione delle scorte di gas.
UTILITÀ PER L’AZIENDA ACQUIRENTE: (non tutti i servizi sono inclusi inizialmente): • velocità
di gestione degli interventi: l’intervento effettuato in cantiere viene annotato e subito disponibile
in ufficio per la fatturazione • sicurezza della fatturazione del 100% degli interventi (con 1 intervento non fatturato per distrazione il programma viene già ripagato) • velocità di gestione dei
registri (verranno compilati in automatico senza perdite di tempo in ufficio) • gestione semi automatica scorte gas • schemi di istruzioni per le rilevazioni da effettuare per compilare il libretto •
schede tecniche e istruzioni dei climatizzatori ecc. per migliorare gli interventi • check list per
interventi di manutenzione • pubblicità e convenzioni per acquisti gas, strumenti, e tarature strumenti • informative generiche su aggiornamenti normativi.
UTILITÀ PER IL CLIENTE FINALE: (vantaggio per l’azienda acquirente che può vendere al cliente un valore aggiunto): • possibile integrazione con sistema di misura instantanea dei consumi
delle macchine (il cliente finale, connettendosi, potrà visualizzare i consumi) • statistiche sugli
storici di interventi inerenti alla macchina che l’installatore gli vuole installare (meno problemi ha
riscontrato quella macchina e più l’acquirente sarà interessato a comprarla anche ad un prezzo
superiore).
QUANTO COSTA: Il costo è di 19 € al mese* acquistato con sconto CENTRO STUDI GALILEO,
con canone annuo e periodo di prova gratuito iniziale.
*Il costo è indicativo in quanto è in fase di definizione.
44
Speciale formazione per i soci ATF
Componenti principali
di refrigerazione:
il compressore
TERZA PARTE
KELVIN KELLY – BUSINESS EDGEI NANO
L’autore dell’articolo (a destra).
Tratto da “Refrigeration, Air Conditioning and Heat Pumps Technology”, l’intero manuale in lingua inglese può essere acquistato sul sito web www.businessedgeltd.co.uk
COMPRESSORI ALTERNATIVI
APERTI
re a vite, messa in pratica, è stata brevettata da Lysholm in Svezia nel 1934
ed è stata elaborata dal Svenska Rotor
Maskina (SRM). I compressori a vite si
sono basati sulla progettazione di
Lysholm, con rotori a bivite, che furono
introdotti nel mercato della refrigerazione nel 1958 e trovarono la loro collocazione nel gap che interessava la capacità di refrigerazione nelle macchine
alternative e centrifughe. In seguito è
stato sempre più apprezzato l’utilizzo di
olio iniettato per il raffreddamento, la
saldatura, la lubrificazione, la versatilità, l’affidabilità e la compattezza dei
compressori a vite. Tutto ciò ha fatto
guadagnare loro una fetta significativa
di mercato nella gamma di capacità
sovrapponendosi ora alle macchine
alternative e centrifughe.
Il compressore a vite rotatorio è una
progettazione volumetrica elicoidaleassiale ed è adatta per i refrigeranti ad
alta pressione e per le applicazioni
Il compressore alternativo è disponibile
nella versione conosciuta come “open
drive”, aperta, dove il motore del compressore non è all’interno del flusso del
refrigerante. L’albero a gomito del
compressore passa attraverso una
guarnizione e un giunto di accoppiamento a cui è collegato l’azionamento
del motore.
In alcuni casi il motore è appoggiato su
una struttura comune con il compressore e l’albero sporgente è collegato
attraverso un accoppiamento flessibile.
L’allineamento di questa disposizione è
molto importante per impedire la vibrazione e i danni alla guarnizione del
compressore che potrebbe provocare
la perdita del refrigerante e dell’olio. I
compressori ermetici e semiermetici
sono stati progettati per risolvere questo problema.
Un produttore adatta l’alloggiamento
del motore direttamente al corpo del
compressore e l’albero a gomiti del
compressore è collegato anche all’albero del motore. Non si possono verificare problemi di allineamento e la prestazione di questo compressore, in termini di perdita della guarnizione, è
molto buona.
alternative a gas come il propano, l’elio,
la CO2, il gas naturale e l’aria.
Nel compressore con tecnologia bivite,
la compressione è raggiunta mediante
due rotori collegati tra loro posizionati in
un carter adiacente. I lobi del rotore
maschio sono sezioni non simmetriche
che si sviluppano verticalmente lungo
la lunghezza del rotore e si combinano
con le corrispondenti cavità del rotore
femmina. Mentre i rotori girano, il gas è
aspirato in tutta la lunghezza del rotore
per riempire il volume fra i lobi adiacenti. Quando il volume interlobare presente in tutta la lunghezza del rotore
viene riempito, la rotazione dei rotori si
sposta verso la zona di mandata dopo
la porta d’entrata così da saldare lo
spazio interlobare. Siccome i rotori continuano a girare, il collegamento dei lobi
sul lato dello scarico dei compressori
riduce progressivamente il volume
occupato dal gas innescando la compressione. La compressione continua
IL COMPRESSORE A VITE
I compressori a vite sono utilizzati in
larga misura nelle grandi applicazioni
della refrigerazione industriale e di climatizzazione.
La prima progettazione del compresso-
Un compressore alternativo aperto con accoppiamento diretto.
45
fino a quando il volume interlobare raggiunge la porta d’uscita nel carter e il
gas viene scaricato.
Il flusso uniforme del gas, il processo di
compressione unidirezionale, la coppia
e lo spostamento positivo attraverso il
moto rotatorio contribuiscono a far sì
che l’operazione avvenga senza vibrazioni. La progettazione fornisce la
semplicità e l’assenza di volume nocivo
porta a un’alta efficienza volumetrica.
La capacità di controllo del compressore a vite è in grado di fornire una modulazione di capacità che può arrivare
bassa fino ad un 10% del pieno carico.
Questo si raggiunge idraulicamente
mediante una valvola di regolazione a
cassetto nel compressore che crea un
vuoto per permettere al gas di tornare
indietro nel collettore di aspirazione
riducendo perciò il livello di pompaggio
del compressore.
Siccome il gas è rilasciato prima della
compressione, si suppone quindi che si
verifichino minime perdite termodinamiche. La posizione della valvola di
regolazione a cassetto è controllata
elettronicamente ed è determinata
dalla temperatura, dalla pressione e dai
segnali di input di ottimizzazione della
capacità del compressore alle variazioni di carico.
È stato sviluppato ed introdotto con
successo un tipo alternativo di compressore a vite. Si tratta del compressore a vite singolo. Ha un rotore a vite
accoppiato con due rotori laterali. Un
compressore efficiente e affidabile fu
ideato da Bernard Zimmern e venne
fatto conoscere negli anni 60.
Gli elementi funzionali essenziali del
moderno compressore a vite singola
sono: un rotore con 6 scanalature che
ingranano con due rotori a stella ognuno dei quali ha undici denti, i rotori a
stella che sono fatti con un materiale
speciale sintetico e il rotore dinamicamente bilanciato è fatto di ghisa. La
parte della carcassa che si trova in corrispondenza dell’entrata estrema del
principale rotore cilindrico è ridotta per
permettere al gas di entrare nelle scanalature sia in modo assiale sia radiale.
Il lato di scarico del rotore principale si
estende per un breve tratto oltre i punti
in cui scorrono le scanalature; le porte
di scarico includono essenzialmente le
aperture triangolari nel corpo del rotore
principale in questa regione.
Durante il processo di compressione, il
46
gas viene intrappolato nelle scanalature dai denti delle stelle e viene compresso attraverso la parete di ogni
dente fino a quando la parete libera la
porta di scarico e il gas compresso
viene fatto uscire totalmente. La dimensione della porta di scarico determina
l’indice di compressione. Il processo di
compressione che avviene sulla parete
dei denti di una stella è esattamente
duplicato da una serie di processi di
compressione che avvengono sul lato
opposto dell’altra stella. L’esistenza di
due stelle fa sì che ogni scanalatura sia
usata due volte in una rotazione completa del principale rotore. Inoltre, la
simmetria dei processi di compressione risulta zero nei carichi radiali di pressione del gas sui cuscinetti. Anche perché le scanalature finiscono sulla
superficie del cilindro del rotore principale nel lato dello scarico, ed è possibile programmare che entrambe le estremità del principale rotore si trovino nella
pressione di aspirazione; in quel caso il
carico assiale si avvicinerà a zero.
Perciò, a parte il peso degli assemblaggi del rotore, l’unico carico sui
cuscinetti si verifica con la pressione
del gas che agisce sulla piccola area
occupata dai 2 o 3 denti della stella presenti su ogni vite a stella.
L’immagine A & B di aspirazione
mostrano le scanalature del rotore principale “a”, “b” & “c” che sono aperte
all’aspirazione in un lato e sono sigillate nell’altro lato dai denti del rotore a
stella. Siccome il rotore principale gira,
la lunghezza effettiva delle scanalature
aumenta con un aumento corrispondente nel volume aperto verso la
camera di aspirazione (A). Siccome la
scanalatura “a” prende la posizione
delle scanalature “b” e “c” fa sì che il
volume aumenti, inducendo il vapore di
aspirazione a entrare nella scanalatura
stessa.
Un’ulteriore rotazione del rotore principale (B), le scanalature che sono state
aperte alla camera di aspirazione interagiscono con i denti del rotore a stella.
Questo coincide con ogni scanalatura
che progressivamente viene sigillata
dall’anello cilindrico che si trova nel
rotore principale. Una volta che la scanalatura viene chiusa dalla camera di
aspirazione, la fase di aspirazione del
ciclo di compressione è completa.
Nell’immagine di compressione C,
mentre il rotore principale gira, il volu-
Processo compressione
A aspirazione
B aspirazione
C compressione
D scarico
Processo di compressione di un
compressore a vite.
me del gas intrappolato all’interno della
scanalatura viene ridotto e la lunghezza della scanalatura si accorcia dando
luogo alla compressione.
Nell’immagine di scarico D, mentre il
rotore a stella si avvicina al lato di una
scanalatura, la pressione del vapore
intrappolato raggiunge un valore massimo che avviene quando il bordo della
scanalatura inizia a sovrapporsi sulla
porta di scarico a forma triangolare. La
compressione cessa immediatamente
mentre il gas è distribuito nella porta di
scarico. Il dente del rotore a stella continua a ridurre la scanalatura fino a che
il volume della scanalatura è ridotta a
zero. Questa compressione di pressione avviene a turno per ogni scanalatura/dente della stella.
La capacità di controllo è raggiunta con
una valvola di regolazione a cassetto,
che permette una modulazione infinita
tra 100 e 25% della capacità con pieno
carico.
L’olio è normalmente iniettato attraverso la carcassa vicino al lato di scarico
del compressore per agire come refrigerante, lubrificante e sigillante. La
maggior parte di questo olio resta nel
gas compresso dove è separato prima
di essere refrigerato e iniettato nuovamente. Alcuni compressori a vite singola non richiedono olio lubrificante, ciò
elimina il bisogno di un dispositivo di
controllo dell’olio e comporta un’efficienza più alta del sistema globale. Una
sezione di separazione dell’olio incorpora una camera di attenuazione del
suono e esiste una valvola di scarico di
non ritorno dell’olio all’interno del compressore. Il separatore agisce anche
come serbatoio dell’olio, ha una spia di
livello e un filtro a maglie inox 150. Un
riscaldatore ad olio può essere anche
incorporato per prevenire la migrazione
del refrigerante e la condensazione
nell’olio lubrificato.
Per proteggere tali compressori dalla
sporcizia e dalle particelle, che potrebbero circolare con il refrigerante del
sistema, viene incorporato un filtro integrale d’aspirazione per catturare e trattenere queste particelle. Questo filtro di
aspirazione è solitamente inaccessibile.
Qualora un compressore venisse installato all’interno di un sistema costruito in
loco, dovrebbe essere posto all’entrata
del compressore, un filtro di aspirazione
aggiuntivo, che potrebbe essere facilmente manutenuto.
Aspirazione
La compressione nello scroll
è creata attraverso l’interazione di
uno scroll orbitale e uno scroll fisso.
Il gas entra in un’uscita aperta
mentre l’altra apertura orbita.
Aspirazione
Mentre lo scroll continua la sua
orbita, il gas viene compresso
nella zona a falcetto.
L’apertura viene chiusa mentre il
gas viene attirato nello scroll.
Aspirazione
A questo punto il gas arriva nella
porta centrale, la pressione di
scarico è stata raggiunta.
Aspirazione
In realtà, durante l’operazione, tutti
i sei passaggi del gas passano
attraverso diverse fasi di
compressione tutto il tempo, tanto
che risulta quasi continua
l’aspirazione e lo scarico.
IL COMPRESSORE SCROLL
Due spirali identiche sono accoppiate
insieme in una spirale concentrica.
L’idea fu proposta quasi 100 anni fa ma
è stata sviluppata solo recentemente
per l’applicazione pratica e livelli di produzione di massa. Durante la compressione, uno scroll (spirale fissa) rimane
fisso mente l’altro scroll (spirale orbitante) orbita intorno al primo. Bisogna
precisare che lo scroll orbitante non
gira ma “orbita“ attorno allo scroll fisso.
Lo scroll orbitante aspira il gas nella
sacca esterna a forma di mezza luna
creata dai due scroll. L’azione centrifuga dello scroll orbitante isola i lati dello
scroll.
Mentre il movimento orbitante continua, il gas viene forzato verso il centro
dello scroll e le sacche vengono compresse. Quando il gas compresso raggiuge il centro, è scaricato verticalmente in una camera e nella porta di scarico in cima al compressore. La pressione di scarico, comprime la parte più
alta dello scroll aiuta a sigillare le parti
sotto e sopra dello scroll.
Aspirazione
Qui sopra viene illustrato il principio di compressione
in un compressore scroll.
Durante un’orbita singola, alcune sacche di gas sono compresse simultaneamente, fornendo una compressione fluida e continua. Sia il processo di
aspirazione (la parte esterna delle parti
dello scroll) e il processo di scarico (la
parte interna) sono continui.
Se viene messo a confronto con la tecnologia del compressore a pistone, il
compressore scroll fornisce alcuni
significativi vantaggi:
sono necessari per comprimere il gas
solamente due componenti, un scroll
fisso e uno orbitante. Questi due sostituiscono i circa 15 componenti presenti in un compressore a pistone, che
sono richiesti per svolgere lo stesso
lavoro.
Il compressore scroll offre tre vantaggi
di efficienza rispetto a un compressore
a pistone:
1. I processi di aspirazione e di scarico
di un compressore scroll sono fisicamente separati, riducendo il trasferimento di calore tra il gas di aspirazione e di scarico. In un compressore a pistone, il cilindro è esposto al
gas di aspirazione e di scarico: ne
deriva l’alto trasferimento di calore.
Questo riduce l’efficienza del compressore.
2. La compressione attraverso lo scroll
e il processo di scarico è molto fluido.
Uno scroll comprime il gas con circa
1-1/2 rotazioni e cioè meno della
metà se messo a confronto con un
compressore a pistone. Il processo
di scarico avviene con una rotazione
47
Verso il condensatore
Scarico
Paletta rotativa
Canale di scarico
Scanalatura
del rotore
Lubrificante (olio)
Porta di aspirazione
Cilindro
Rotore
Compressore rotativo.
completa, 360 gradi, rispetto ai 3060 gradi della rotazione di un compressore a pistone.
3. Il compressore scroll non ha valvole.
Mentre un compressore a pistone ha
bisogno di valvole di aspirazione e
scarico, il design scroll non richiede
una valvola dinamica. Questo elimina tutte le perdite della valvola.
Il risultato è che il compressore dello
scroll è un 10%-15% indubbiamente
più efficiente di un compressore a
pistone.
Un compressore scroll non ha spazio
nocivo, tutto il gas intrappolato nel processo di compressione nella sacca
esterna delle parti dello scroll è rilasciato attraverso la porta di scarico. Ciò
significa che il compressore scroll ha
decisamente una capacità più alta di
un compressore a pistone in condizioni
operative estreme.
Un compressore scroll ha il movimento
estremamente limitato, che, a differenza di un compressore a pistone, può
essere perfettamente equilibrato.
Dovuto al fatto che il flusso di aspirazione e di scarico sono continui, un compressore scroll ha impulsi di gas molto
bassi. Non è un fattore marginale che
non vi siano valvole dinamiche per il
bilanciamento e che non vi sia rumore;
tutto ciò determina un problema comune in un compressore a pistone.
Un compressore a pistone è stato progettato per essere durevole in tutti i tipi
di impianti, lo sforzo significativo di pro-
48
gettazione e il costo del sistema hanno
richiesto di proteggere il compressore
dai colpi di liquido e di residui nel sistema. Un compressore scroll può essere
progettato per essere compatibile con
la presenza di liquido e residuo. Questo
può essere fatto permettendo allo scroll
di separare la presenza di contaminanti o di liquido. Questa caratteristica permette a un compressore scroll compatibile di avere una tolleranza superiore
al liquido e al residuo.
Il compressore scrollo usa due scroll
accoppiati tra loro per avvicinare il gas
d’aspirazione e comprimere il gas attraverso la porta di scarico. Quando uno
scroll è fisso, l’altro compie un movimento orbitale rispetto al primo per raggiungere il processo di aspirazione/compressione. Questo processo è
continuo, lineare e i bassi livelli di rumore sono dovuti alla macchina rotativa.
Il design è tale che possono essere
usate alte velocità; il compressore è
quindi compatto in rapporto con il flusso di gas raggiunto quando viene paragonato ad altri tipi di compressori.
Per raggiungere questa prestazione
sono necessarie alte velocità ma la
vibrazione non è un problema.
IL COMPRESSORE ROTATIVO
Il compressore rotativo utilizza un unico
eccentrico lobo rotativo dotato di “rotore eccentrico” (rolling piston). Questo
pistone è in realtà un anello in contatto
con una valvola scorrevole o una paletta, tale paletta divide le regioni di aspirazione e di scarico della pressione del
compressore.
Il compressore ha soltanto tre parti
mobili importanti. Queste macchine
producono un basso livello di rumore e
di vibrazione.
Il compressore è dotato di una valvola
di scarico e una molla che è utilizzata
per forzare la valvola scorrevole contro
il rotore eccentrico. Questi compressori sono per lo più adatti alle alte temperature, alle applicazioni con un indice
basso di compressione come i sistemi
d’aria condizionata e di conseguenza
possono essere trovati nei blocchi di
piccole unità.
IL COMPRESSORE ROTATIVO
A PALETTE
Il compressore rotativo a palette impiega una serie di palette o lame, che
sono installate in modo equidistanti
intorno alla periferia di un rotore scanalato. Il rotore è montato eccentricamente in un cilindro d’acciaio in modo
che il rotore quasi tocchi la parete del
cilindro da un lato; i due sono separati
soltanto da uno strato lubrificante in
questo punto. Direttamente di fronte a
questo punto lo spazio fra il rotore e la
parete del cilindro è massimo. Le teste
o le estremità delle piastre sono installate sulle estremità del cilindro per sigillare quest’ultimo ed assicurare l’albero
del rotore. Le pale si muovono avanti e
indietro in modo radiale nelle scanalature del rotore siccome seguono la circonferenza del cilindro quando il rotore
sta girando. Le pale sono tenute fermamente contro la parete del cilindro
attraverso la forza centrifuga di azione
sviluppata dalla rotazione del rotore. In
alcuni casi le lame sono caricate a
molla per ottenere la tenuta contro la
parete del cilindro.
Il vapore di aspirazione, portato nel
cilindro con le porte di aspirazione nella
parete, è intrappolato fra le pale rotanti
adiacenti. Il vapore compresso è scaricato mentre le palette ruotano dal
punto massimo di rotazione al punto
minimo. Il vapore compresso è scaricato dal cilindro attraverso le porte collocate nella parete del cilindro vicino al
punto di rotazione minima.
Il compressore rotativo a paletta è un
tipo rotativo volumetrico, che presenta il
vantaggio di semplicità al contrario dei
complessi sistemi a vite o a scroll. Le
alte velocità di scivolamento, al contatto delle pale con la cavità del cilindro,
richiedono un’attenta progettazione e
limitano questo tipo di macchina a
compressori più piccoli come le unità
con motore frazionario. Tuttavia, le
macchine di questo tipo con una grossa cubatura sono state costruite con
successo e usate come booster. Un
booster è la prima fase del processo di
compressione a due fasi. In applicazioni simili la carica è relativamente leggera. Laddove vengono richiesti indici di
compressione più alti per le applicazioni a bassa temperatura, è abbastanza
comune, per i compressori rotativi a
paletta, essere programmati con due
fasi di configurazioni.
Il vano del compressore rotatorio non
ha un serbatoio per contenere la riserva di olio. L’olio è estratto dallo scarico
attraverso un separatore di olio
(descritto nella serie successiva) e
distribuito successivamente in un modo
controllato nella superficie interna del
cassone del rotore per realizzare la
lubrificazione necessaria.
Alcuni
modelli ora sono costruiti all’interno di
un corpo che hanno un serbatoio d’olio
adiacente al compressore per semplificare la gestione dell’olio e per perfezionare la sicurezza di lubrificazione.
COMPRESSORI CENTRIFUGHI
I principi di funzionamento del compressore centrifugo sono simili a quelli
della ventola centrifuga o della pompa.
La bassa pressione e la bassa velocità
del vapore sono portate dal condotto di
aspirazione nella cavità d’entrata o
centrale, “eye”, della ruota girante
lungo l’asse dell’albero del motore.
Entrando nella ruota, il vapore viene
forzato in modo radiale verso l’esterno
tra le pale della girante attraverso
l’azione della forza centrifuga prodotta
da quest’ultima. Il gas è scaricato dalle
punte delle pale nel compressore ad
alta velocità con un aumento della temperatura e della pressione. L’alta pressione, l’alta velocità del vapore scaricate dalla periferia della ruota sono raccolte nei passaggi progettati nel corpo
che riducono la velocità del vapore e le
dirigono verso l’entrata della prossima
fase della girante o, nel caso dell’ultima
fase della girante, a una camera di sca-
Entrata dell’acqua
nel condensatore
Uscita dell’acqua
dal condensatore
Condensatore
Motore o turbina
Economizzatore
Compressore
centrifugo
Uscita dell’acqua
refrigerata o della
salamoia
Entrata dell’acqua
refrigerata o della
salamoia
Condensatore
Diagramma di flusso di un chiller centrifugo refrigerato ad acqua.
rico, da dove il vapore passa attraverso
il condotto di scarico al condensatore.
Il compressore centrifugo ha un principio semplice ed è una macchina perfettamente equilibrata senza il contatto
su superfici di compressione. Tuttavia,
per via delle alte velocità del gas che è
necessario per questo processo, la
macchina centrifuga diventa realmente
operativa in dimensioni abbastanza
grandi. Inoltre, un alto rapporto di compressione potrebbe richiederne molti
stadi di compressione. Ciò aumenta il
costo e la complessità, contemporaneamente introduce più perdite di attrito del gas. Il compressore centrifugo è
effettivamente molto utilizzato nelle
applicazioni di climatizzazione, dove il
rapporto di pressione è modesto. Al di
sotto anche di queste condizioni, i tipi
più piccoli utilizzano le unità con
aumento di velocità per raggiungere il
rapporto di compressione richiesto.
Poiché il refrigerante stesso genera
pressione, devono essere prese in considerazione, nella progettazione del
compressore, la densità del vapore del
refrigerante ed il compressore centrifugo in quanto non è versatile quanto il
pistone o altri tipi volumetrici.
Tali macchine hanno normalmente una
capacità di raffreddamento molto alta e
sono progettati per cariche di raffreddamento sostanziale nei grandi edifici e
nelle applicazioni industriali. Sono
molto usate negli USA e in altri paesi
caratterizzati da grandi edifici e che
operano ad alte temperature.
POMPE AD ASSORBIMENTO
Il sistema ad assorbimento del bromuro di litio utilizza due pompe separate;
una per il refrigerante e l’altra per la
soluzione.
Ci sono due pompe in un impianto chiller ad assorbimento ad ammoniaca,
una pompa della soluzione ed una
pompa idraulica, entrambe collegate e
comandate elettricamente. La pompa
della soluzione è una pompa volumetrica che utilizza una valvola di controllo
di ingresso, una valvola di controllo di
scarico e un diaframma Teflon che funziona con una pompa idraulica progettato per distribuire una pressione pulsante da 0-27 Bar (0-400 psig). Alla
pressione zero nella pompa idraulica,
la valvola di controllo di ingresso si apre
attraverso la pressione esistente nell’unità del chiller, permettendo alla soluzione di riempire la cavità superiore
della pompa di soluzione. Questo flette
il diaframma verso il basso. Quando la
pressione sopra e sotto sono uguagliate, la valvola a molla d’entrata si chiuderà. La pompa idraulica adesso può
distribuire una pressione positiva verso
il fondo del diaframma, forzandolo
verso l’alto.
Questo costringe la soluzione a passare dalla pompa di scarico attraverso la
valvola di controllo nel condotto di scarico stesso. Quando le pressioni si
eguaglieranno lungo il diaframma, la
valvola di scarico a molla si chiuderà.
●
49
GLOSSARIO
DEI TERMINI
DELLA
REFRIGERAZIONE
E DEL
CONDIZIONAMENTO
(Parte centoquarantaduesima)
A cura dell’ing.
PIERFRANCESCO FANTONI
Fattore termico: Rapporto tra il
calore sensibile e la somma del
calore latente e del calore sensibile
che caratterizzano un determinato
quantitativo d’aria. Nella
climatizzazione, il fattore termico
fornisce un’indicazione delle
caratteristiche termoigrometriche
dell’aria di un dato ambiente. Il suo
valore varia entro i limiti 0 (l’aria
ambiente è caratterizzata da un
carico termico composto di solo
calore latente, quindi ricca di
umidità) e 1 (aria caratterizzata da
un carico termico composto da solo
calore sensibile, quindi aria povera di
umidità). Il fattore termico può anche
venire espresso in percentuale e non
ha unità di misura.
IPCC: Intergovernmental Panel on
Climate Change (comitato
intergovernativo sui cambiamenti
climatici). Ente creato nel 1988 per
iniziativa dell’Organizzazione
Meteorologica Mondiale (WMO) e
del Programma delle Nazioni Unite
per l’Ambiente (UNEP) con lo scopo
di esaminare i dati scientifici ricavati
sull’evoluzione del clima e di
studiare il cambiamento climatico in
atto e i suoi impatti ambientali e
socio-economici. Tale organismo,
formato da esperti del settore e da
migliaia di autorevoli scienziati di
varie discipline appartenenti a 195
50
nazioni, ha il compito di analizzare
anche le conseguenze ecologiche e
socio-economiche delle possibili
evoluzioni del clima, e le relative
strategie collegate a tali evoluzioni.
Periodicamente l’IPCC elabora dei
rapporti relativi alle possibili
evoluzioni del clima in relazione alle
attività antropiche. Le previsioni
elaborate dall’IPCC permettono di
comprendere, tra l’altro, se i
programmi in atto di contenimento e
controllo delle sostanze ad effetto
serra (tra cui i refrigeranti fluorurati,
F-gas) permettono di diminuire
l’impatto delle attività umane
sull’atmosfera.
L’ultimo studio elaborato ha
confermato che l’aumento della
temperatura media della Terra,
anche solo di pochi gradi, avrebbe
conseguenze disastrose nei
confronti di ecosistemi come i
ghiacciai dell’Artico e le barriere
coralline.
Inoltre è accertato che gli eventi
atmosferici più estremi, che risultano
essere sempre più violenti e
frequenti negli ultimi anni (come ad
esempio gli uragani ed i nubrifagi)
traggono energia proprio dal
riscaldamento globale. Quest’ultimo
è responsabile anche del fenomeno
della siccità, che si manifesta con il
mancato arrivo delle piogge
stagionali in quelle zone dove i
fenomeni climatici naturali sono stati
fortemente alterati e che provoca
danni a colture, allevamenti ed
ecosistemi naturali.
Sempre secondo l’ultimo studio
elaborato dall’IPCC pare evidente
che una eventuale fusione delle
calotte polari rappresenta una grave
minaccia in quanto porterebbe ad un
aumento dei livelli dei mari,
un’eventualità che non solo
metterebbe a rischio tutte le nostre
città costiere, ma produrrebbe nuovi
e imprevedibili sconvolgimenti
climatici.
Premente, tubo: Altra
denominazione che viene data al
tubo di mandata del compressore,
ossia a quello che collega l’uscita del
compressore con il condensatore. È
caratterizzato da un diametro più
piccolo rispetto al tubo di aspirazione
ed è attraversato dal refrigerante in
fase di vapore ad alta pressione e
alta temperatura. Nel caso di
compressori di media-grande
potenza, soprattutto se di tipo
alternativo, tale tubazione può
essere interessata da vibrazioni
significative, causate dalle onde di
pressione del refrigerante che viene
espulso dal compressore. Per tale
ragione sul tubo premente, il più
vicino possibile al compressore,
possono essere installati degli
ammortizzatori/attenuatori (giunti
antivibranti) con lo scopo di attutire
l’intensità di tali vibrazioni.
Scambiatore di calore: Dispositivo
utilizzato per trasferire calore tra due
fluidi che si trovano a diverse
temperature e risultano trovarsi
separati fisicamente tra di loro. In
genere, in un impianto frigorifero,
viene utilizzato per recuperare del
calore che altrimenti verrebbe
disperso o per raffreddare uno dei
due fluidi e contemporaneamente
riscaldare l’altro o, infine, per portare
al cambiamento di stato uno dei due
fluidi a discapito di un
raffreddamento/riscaldamento
dell’altro. Il flusso relativo dei due
fluidi può essere equicorrente,
controcorrente o incrociato. Nel
settore del condizionamento e della
refrigerazione esistono diverse
tipologie di scambiatori di calore: i
più utilizzati sono quelli costituiti da
tubi in rame e alette in alluminio
(pacco alettato), idonei per lo
scambio di calore in aria, e quelli a
piastre saldobrasate, a fascio tubiero
o tubo dentro tubo, idonei per lo
scambio di calore con acqua.
Temperatura di rugiada:
Temperatura di un refrigerante allo
stato di vapore saturo, ossia
temperatura alla quale l’ultima
goccia di liquido inizia l’ebollizione.
Corrisponde alla temperatura alla
quale un refrigerante comincia a
condensare. Nelle miscele di tipo
zeotropo la temperatura di rugiada
non coincide con la temperatura di
bolla.
●
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