COP_06_14.indd 1 13/12/14 08:26 Inside La forza “nascosta” di un prodotto indispensabile Castel, società leader nei settori della refrigerazione e del condizionamento, è diventata espressione del miglior Made in Italy nel panorama nazionale e internazionale. Realtà ormai consolidata da oltre cinquant’anni di attività, Castel si contraddistingue per l’elevata affidabilità e qualità dei suoi prodotti unitamente alla notevole capacità organizzativa, all’efficienza logistica e alla puntualità nelle consegne. Buone Feste Seguici su www.castel.it Castel in ogni luogo, in ogni tempo, per ogni esigenza. COP_06_14.indd 2 13/12/14 08:26 REF-LOCATOR REF-VAC patent pending La qualità del tuo risultato lavorativo dipende direttamente dalla qualità della tua strumentazione. Per quale risultato ti decidi? REFCO – il tuo partner per lavori di qualità! DIGIMON-SE 2013 ENVIRO OCTA-WIRELESS REFCO Manufacturing Ltd. 6285 Hitzkirch - Switzerland www.refco.ch Di Daikin Emura... t’innamori in un attimo. 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ARE MADE FOR THE BETTER www.embraco.com K LO RING TUB E CO NN EC TIO NS LK 00 A PUH [ P V U[ L Z [ R – R 4 07 C – R 41 R6 0– 4A – ` W L L_H R 13 4 a – R 29 ; T 40 0A Tecnici di 3 generazioni in più di 36 anni di corsi con una media di oltre 3000 allievi allʼanno si sono specializzati al CSG Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ Consegna degli attestati da parte dell’Ing. Stefano Sarti, docente Centro Studi Galileo, nella sede dei corsi di Bologna ad un nutrito gruppo di partecipanti ad una sessione d’esame del Patentino Italiano Frigoristi. La sede viene gestita dal collega Madi Sakande, docente CSG anche per i corsi svolti per le Nazioni Unite nell’Africa francofona. TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A CASALE MONFERRATO Turina Guido ACEA PINEROLESE IND.LE spa Pinerolo Farruggia Antonino ACEA PINEROLESE IND.LE spa Pinerolo Lʼelenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”) DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo Cenaj Edmond CE IMPIANTI DI CENAJ Nichelino Bonetti Roberto CONTATO TERMOIDRAULICA Desio Varlam Costel ERRECI srl Corneliano Alba Cassano Marco FENICE spa Cascine Vica - Rivoli Vespo Nicola Fabio CESARE MESSINA srl Vigevano De Blasio Angelantonio DE BLASIO snc Marentino Zorza Emanuele EZ ENGINEERING srl Cividate al Piano Sbrighi Alberto FENICE spa Cascine Vica - Rivoli De Nardi Carlo CLIMAIR srl Milano Viglione Massimo ELETTRO 90 srl Bra Toccafondi Cristian FAST BEER DI TOCCAFONDI Bollate Malagoli Guido FENICE spa Cascine Vica - Rivoli Colombo Osvaldo COLOMBO IDRAULICA srl Caponago Agnetti Gianluca ELETTROTERMICA DI AGNETTI Massa Martana Barbera Paolo FENICE spa Cascine Vica - Rivoli Franza Marco Germano FENICE spa Cascine Vica - Rivoli Astolfi Ettore Fabio Milano Becerra Berrezueta Savino Rafael Lonate P. Giorgi Luca BERTACCINI & GROSSETTI snc Castel San Giovanni Chiesa Mattia BERTACCINI & GROSSETTI snc Castel San Giovanni Bellini Alessandro BIEMME snc Susa Bortoliero Luigi Marsilio Milano Barbero Massimo Angelo CALORSERVICE F.LLI BARBERO snc Castell’Alfero Barbero Matteo CALORSERVICE F.LLI BARBERO snc Castell’Alfero Regi Fabrizio CDG SERVICE TORINO srl Rivalta di Torino Marco Buoni e Riccardo Gaviati posano con gli allievi ai quali è stato da poco consegnato l’attestato di frequenza con profitto del corso sugli idrocarburi. Questi refrigeranti verranno usati in quantità sempre maggiore in futuro in quanto ad alta efficienza e basso impatto ambientale, contrariamente agli HFC che essendo forti gas ad effetto serra in Europa verranno diminuiti dell’80% con conseguente aumento rilevante di prezzo nei prossimi anni. 13 Campo Salvatore CS IMPIANTI DI CAMPO Carate Brianza Calzoni Valentino DOLLMAR MECCANICA srl Caleppio di Settala Serra Denis ELDO SERVICE DI SERRA Bareggio Pardi Alessandro ELETTRO MAGIC snc Tavazzano Mastrolia Massimo EUROEDIL snc Zibido S. Giacomo Tamim Hamza FACOLD SERVICE srl Malnate Faedo Marco FASFRIGOR DI FAEDO MARCO Verano Brianza Roberto Ferraris, docente CSG, esegue una carica – vuoto a scopo didattico a favore di alcuni allievi nel laboratorio della sede centrale Centro Studi Galileo a Casale Monferrato. Iacob Florin Torino Marzo Cristian Novalesa Mitri Ylli Paullo Patrucco Marco Casale M.to Sefa Edmond SE SERVICE DI SEFA Alessandria Illini Roberto AIR SYSTEM srl San Giacomo Telio Laratta Mirco BUCCINNÀ FRANCESCO Cornaredo Barzaghi Angelo BARZAGHI TERMOTECNICA Giussano Caiazzo Luigi Cerro Maggiore Bloise Francesco BI-TECH TECNOLOGY AND SYSTEM Meda Cerea Pietro Anzano del Parco Colombi Francesco CF TERMOIDRAULICA DI COLOMBI Bresso Fattarelli Dario FATTARELLI snc Cologno M.se Napolitano Antonio FITEM DI NAPOLITANO MATTEO Rodano Compagno Vincenzo COMPAGNO F.LLI snc Milano Ferent Marius Eduard FM IMPIANTI DI FERENT MARIUS Cologno M.se Recaldini Christian CR FRIGOR DI RECALDINI Pozzuolo M. Bertocchi Lorenzo GELMATIC ITALIA srl Orio al Serio Venturoli Roberto Avigliana Zoppi Stefano ZOPPI srl Treiso d’Alba Porro Federico ZOPPI srl Treiso d’Alba Vacca Giorgio ZOPPI srl Treiso D’Alba TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A MILANO Bacci Leonardo ABL ELETTRICA sas Milano Fendoni Davide AIR SYSTEM srl San Giacomo Telio 14 Alcuni allievi nella sede dei corsi CSG di Roma posano con il docente Donato Caricasole, in un momento conclusivo dell’esame per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi. Bontempi Giorgio GEOLOG srl San Giuliano M.se Rota Alessandro GNODI SERVICE srl Somma Lombardo Elefante Cristian GS TECNICA srl Pratissolo Scandiano Ibrahim Mohamed HM IMPIANTI Milano Calabria Domenicantonio ICC sas DI CALABRIA DOMENICANTONIO Villacortese Scodeggio Giovanni Roberto IDROSCODEGGIO IMPIANTI Cornaredo Togni Aldo IST. ZOOPROF. SPER. “UBERTINI” Brescia Ballini Bruno IST. ZOOPROF. SPER. “UBERTINI” Brescia Marconi Massimiliano LINEA CASA TIBALDI srl Milano Maggiali Antonio MARICE IMPIANTI DI MAGGIALI Cornaredo Beneficio Vincenzo MIB GLOBAL SERVICES sas Settimo Milanese Madi Sakande, docente Centro Studi Galileo alle prese con una prova pratica durante il corso promosso dalle Nazioni Unite e realizzato dallo stesso Centro Studi Galileo a Cotonou, Capitale del Benin. Ottonetti Massimo OEMME DI OTTONETTI Monserrato Gallotti Andrea PROSET FROID sas Garlasco Carrossa Cristian ORMA DI CARROSSA Muggiò Dalla Vecchia Marco RDV DI DALLA VECCHIA Muggiò Cola Lenny PARABIAGHI SERVIZI srl Milano Sorrenti Francesco SP IMPIANTI DI SORRENTI Cornaredo Lusardi Giuseppe PARABIAGHI SERVIZI srl Milano TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A BOLOGNA Sabau Marius CORALI sas Villafranca di Verona Dattoli Mario Franco EEE BASILICATA srl Matera Ceroni Stefano FORLì GRANDI IMPIANTI srl Forlì Spada Marino FORLì GRANDI IMPIANTI srl Forlì Tedeschini Marco FRIGO SERVICE RPF srl Spilamberto Sabattani Marco FRIGOTERMICA DI FANELLI snc Forlì Russo Matteo L’IDRAULICO DI RUSSO MATTEO Casalecchio di Reno Panisi Teodorico PANISI IMPIANTI E COSTRUZIONI sas Fabbrico Rinaldi Anacleto RITECNO DI RINALDI Guardasone di Traversetolo Testoni Gianluca TB TERMOIDRAULICA snc Finale Emilia Franchini Fabio Maranello Frigo Lorenzo SIVIMA srl Caorle Il Docente Fabio Braidotti, decano dell’insegnamento e della formazione con Centro Studi Galileo, osserva l’esecuzione di prove al laboratorio didattico nella sede centrale Centro Studi Galileo a Casale Monferrato su impianto didattico, appositamente realizzato per la migliore comprensione da parte degli allievi che, in 5000 all’anno, partecipano in tutta Italia ai corsi CSG.Nella sola sede di Casale arrivano circa 1000 tecnici all’anno per essere formati. Denis Zambello CLIMA CENTER srl Curtarolo 15 Pancotti Luciano MISA srl Pomezia Merci Gilberto NTS NEW TECNOLOGY SYSTEM srl Loc. Dossobuono Villafranca Njekam Raoul Carlos PIOVAN spa Santa Maria di Sala Palumbo Nicolò PRIMA VERA spa Milano Barbon Roberto PRIMA VERA spa Milano Verda Claudio PRIMA VERA spa Milano Trapani Maurizio SIVIMA srl Caorle In Montenegro, inviato dalle Nazioni Unite, Marco Buoni (VicePresidente AREA e Direttore tecnico Centro Studi Galileo) esamina tecnici balcanici nell’ambito del programma delle Nazioni Unite di formazione dei tecnici dei paesi emergenti ad un uso consapevole dei gas refrigeranti ad effetto serra. In questa occasione esperti dei paesi balcanici Albania, Serbia, Macedonia, Bosnia, Turchia e Montenegro hanno ottenuto, avendo superato positivamente l’esame, il patentino frigoristi valido in ogni paese della Unione Europea. TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A MOTTA DI LIVENZA Lovato Roberto BP AUTOMATION DI PIETROBON sas Cavaglià Vidosevich Ermacora Leonardo COSTAN spa Limana Caser Corrado COSTAN spa Limana Dalla Nora Mario ELETTRONICA VENETA spa Motta di Livenza Viel Denis COSTAN spa Limana Zago Mattia DRUSIAN IMPIANTI srl Oderzo Sguazzin Stefano IMAS DI SGUAZZIN San Giorgio N. Piatesi Morris COSTAN spa Limana Casagrande Patrizio ELETTRONICA VENETA spa Motta di Livenza Zykaj Lonidha LEO SERVICE Caorle Costantini Harry SIVIMA srl Caorle TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF AD AGLIANA Coni Mauro CM SERVICE DI CONI MAURO Firenze Borgini Marco CENTRO COMPRESSORI srl Portogruaro Vit Paolo CENTRO COMPRESSORI srl Portogruaro Claudio Ongaro CLIMA SYSTEM srl San Polo di Piave Michelutti Ermes COLDPROJET & C. sas San Vito Al Torre Gusatto Michele COSTAN spa Limana Brancher Jurgen COSTAN spa Limana Dal Farra Paolo COSTAN spa Limana Orrù Davide COSTAN spa Limana 16 Un docente CSG dell’Istituto della refrigerazione di Podgorica (Montenegro) fa eseguire una prova di saldobrasatura alla preside della Scuola Tecnica Bosniaca. Fortunatamente anche all’estero alcune donne si affacciano alla professione che vede in maggioranza tecnici di sesso maschile. Questa prova rientra nelle competenze richieste per maneggiare i gas refrigeranti in tutta AF FRIGO CLIMA IMPIANTI srl Teodoro Mariella Lega Emanuele Bomporto ATLAS COPCO ITALIA spa Mattei Michele Cinisello B.mo BARGELLINI ENRICO Casalecchio di Reno BENEDETTI ARREDAMENTI srl Benedetti Mirko Pavullo N/F CLIMATIC srl Finos Stefano Principe Umberto Rosa Gianluca Sacco Gianluca Spilamberto COMET snc DI CONTI E VENDER Vender Guido Bagnolo in P. Una saldobrasatura ottimamente eseguita è requisito essenziale per la tenuta dell’impianto e per la prevenzione di fughe di gas dannose per l’ambiente. Nella foto un tecnico dell’area francofona dell’Africa esegue una saldobrasatura a rame. Nieri Gabriele COREMAS srlu Livorno Smiroldo Cesare CAMINITI AGATINO CARMELO Santa Teresa di Riva Campanella Romolo Cristian MEDIACOM srl Marsala Morici Antonino TMB ITALIA srl Napoli Diaz Leonel Pisa Spina Andrea EDIL IMPIANTI DI SPINA S. Cipirello Giuffrida Michelangelo TMB ITALIA srl Napoli CORSI A BOLOGNA Napolitano Mauro GAMMA GROUP srl Cellino San Marco Filangeri Salvatore TMB ITALIA srl Napoli Belli Andrea ELETTRO MARIO srl Firenze Ammannati Alessandro HOSPITAL CONSULTING spa Bagno a Ripoli AERRE SERVICE srl Carollo Luigi Dondi Marco Rossi Luigi Cernusco S/N COOP. ITALIANA CONSUMATORI ENERGIE RINN. Plett Ivan Aquileia CPL CONCORDIA scarl Canton Alessandro Ferraresi Eddy Perboni Diego Ballerini Davide Concordia S/S CSI srl Caracciolo Sergio Castelfranco Emilia Volpi Leonardo LOMBARDI srl Buggiano Candela Oberdan METAL INOX DI BINI Empoli Regini Mauro PUCCI URBANO Empoli Zi Terrafino Sestini Marco Greve in Chianti TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF PRESSO L’UNIVERSITÀ DI PALERMO Barbasso Salvatore San Giovanni Gemini Rossi Michele CAMERA DI COMM. COSENZA Cosenza Consegna degli attestati nella sede dei Corsi di Roma del Centro Studi Galileo. Gli attestati, molto richiesti dalle aziende, sono importanti per i tecnici per formare un Curriculum Vitae dove, oltre all’esperienza pratica, si possa dimostrare un approfondimento teorico di livello. 17 DELTAVENDING srl Bindini Michele Ferrara - Loc. Mizzana DI STEFANO DANIELE Giarre DRAGONI FABRIZIO San Fiorano ELECTRO PROJECT Mazzini Mirco Bellaria Im FIRBIMATIC spa Lodi Davide Melloni Fabrizio Oca Morris Sala Bolognese FORTI ENRICO Meldola FRIGOR ART snc Musiani Alessandro Bologna FRIGOR BOX srl Fioroni Giuseppe Guidetti Corrado Scandiano FRIGOR LUX DI CARPI Carpi Alcide Motteggiana GAMBERINI ROBERTO Cento GAS POINT srl Lovascio Nicola Brescello La tradizionale consegna degli attestati ad un corso di Tecniche Frigorifere Specializzazione nella sede dei corsi di Milano del Centro Studi Galileo. I corsi di Tecniche Frigorifere base e specializzazione sono fondamentali per sostenere con successo l’esame per il Patentino Italiano Frigoristi PIF MANUTENFRIGO srl Perillo Alessandro Di Maio Pietro Spano Marco Bologna MHF SERVICE srl Bergonzini Claudio Pavullo Nel Frignano GRANILI STEFANO Ravenna N2N srl Di Nezza Michele Lalli Lorenzo Isernia LEONARDI GIACOMO Tassinari Fabio Casalecchio di Reno NEW SERVICE sas Fava Fabio Mirandola PANISI IMPIANTI E COSTRUZIONI sas Panisi Teodorico Fabbrico PARMALAT spa Faroldi Primo Collecchio RAM SISTEMI srl Mutti Stefano Poli Remo Imola RDM srl Gibellini Enrico Montale di Castelnuovo Rangone REALSTAR srl Ortu Maximiliano Calderara di Reno TECNICAF srl Bezzi Daniele Forlì RM srl Viti Simone Campi Bisenzio UCCELLARI REMO Uccellari Andrea Guiglia SEMINATI TOMMASO San Zenone Ezz. UMAIR AHMAD Bologna SINI IMPIANTI srl Sini Fabio Bologna UNIGRÀ srl Gentili Franco Conselice STEMA srl Milanesi Alessandro Comandini Manuel Forlì UNION spa Mennonna Domenico Sala Bolognese CORSI A TAURIANOVA ARREDI MACRÌ sas Macrì Salvatore Locri BRANCATI IDROTERMOSANITARIA Bellantonio Andrea Taurianova GLOBAL SERVICE ASSISTANCE Di Punzio Santo Francavilla F.na VESATE RTV DI LO BIANCO G. Bagnato Giuseppe Vibo Marina Donato Caricasole consegna un attestato di partecipazione ad un corso specialistico di grande particolarità: “Manutenzione e ripristino degli impianti frigoriferi e di condizionamento”. Il corso è Avanzato Post Patentino APP in quanto rivolto a quanti vogliono una ulteriore specializzazione una volta conseguita la certificazione obbligatoria. 18 Sommario Direttore responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato scientifico Marco Buoni, Enrico Girola, PierFrancesco Fantoni, Luigi Nano, Alfredo Sacchi Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato tel. 0142/452403 fax 0142/525200 Pubblicità tel. 0142/453684 Grafica e impaginazione A.Vi. Casale M. Fotocomposizione e stampa A. Valterza - Casale Monferrato E-mail: [email protected] www.industriaeformazione.it www.centrogalileo.it continuamente aggiornati www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Tecnici specializzati negli ultimi corsi del Centro Studi Galileo 13 Editoriale 20 2015: L’anno del “green cooling” Gli aggiornamenti normativi mondiali che ci attendono M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF Lancio della rivista “International Special Issue 2014-2015” e importanti aggiornamenti normativi europei – Aggiornamenti normativi F-Gas dal 1 gennaio 2015 – Aggiornamenti sul “libretto di impianto di climatizzazione” Guida AREA su F-gas Una guida pratica sulla applicazione del nuovo regolamento F-gas P. Jonasson – Presidente AREA – Air Conditioning and Refrigeration European Association Tenuta dei registri – Recupero – Formazione e certificazione – Divieti – Distribuzione degli F-Gas – Vendita di apparecchiature precaricate – Etichettatura del refrigerante riciclato/rigenerato – Divieti di manutenzione – Precarica dell’apparecchiatura – Eliminazione graduale degli HFC 24 Principi di base del condizionamento dell’aria 32 Condizionamento di locali in particolari condizioni gravose: il problema del surriscaldamento dei motori delle ventole del condensatore P.F. Fantoni – 158ª lezione Introduzione – Condensazione con ventole aspiranti – Un’occhiata alle ventole del condensatore – Declassamento del motore – Motori per alte temperature 35 Nuovo Regolamento Europeo F-gas 517/2014 Chiarimenti su certificazione necessaria per acquisto F-gas A. Borri – Direttore Generale Rivoira Refrigerant Disposizioni generali – Contenimento – Immissione in commercio e controllo dell’uso – FAQ (domande frequenti) Corrispondente in Argentina: La Tecnica del Frio Preparati alla normativa sugli F-gas M. Della Ragione - Danfoss Corrispondente in Francia: CVC Programma di controllo dei refrigeranti – I vantaggi dei refrigeranti per le vostre applicazioni – CO2 (R744) – Ammoniaca (NH3) - HFC La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati. Importanti obblighi per i proprietari di celle frigorifere e condizionatori M. Sakande – New Cold System 38 40 Obbligo del registro di impianto e apparecchiatura – Le sanzioni 42 I giorni contati dell’R22 e dei refrigeranti HFC P.F. Fantoni – 178ª lezione Introduzione – Quale temperatura di evaporazione? – Le miscele richiedono una certa attenzione – C’è manometro e manometro 45 Componenti principali di refrigerazione K. Kelly – Business Edge Compressori alternativi aperti – Il compressore a vite – Il compressore scroll – Il compressore rotativo – Il compressore rotativo a palette – Compressori centrifughi – Pompe ad assorbimento N. 383 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00. 52 Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento 50 (Parte centoquarantaduesima) – A cura di P. Fantoni Aggiungi agli amici “Centro Studi Galileo” su Facebook Diventa follower di “Centro Studi Galileo” su Twitter Cerca i video di “Centro Studi Galileo” su YouTube Editoriale 2015: l’anno del “green cooling” Gli aggiornamenti normativi mondiali che ci attendono MARCO BUONI Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA Segretario Generale Associazione deiTecnici italiani del Freddo - ATFCoordinatore pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo Il 2015 sarà un anno di particolare importanza per il nostro settore. Il lancio della rivista International Special Issue ne è una tappa fondamentale. Il nuovo anno sarà infatti caratterizzato in tutto il mondo per: – La fine dell’ HCFC R22 nei paesi sviluppati tra cui l’Italia, dove nessun impianto potrà più essere caricato con R22. Quindi, se un impianto ha una perdita, l’R22 dovrà essere recuperato e mandato allo smaltimento e l’impianto riempito con i vari sostituti disponibili sul mercato. Ovviamente se la macchina funziona correttamente questa non viene coinvolta se non perché verranno svolte le ispezioni periodiche di buon funzionamento, come da registro delle apparecchiature. – La riduzione dell’R22 nei paesi in via di sviluppo. – Il maggior utilizzo dei refrigeranti alternativi sia nei paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo (naturali quanto a basso GWP). In Europa in particolare, dovuto alla nuova regolamentazione europea che diminuirà gli HFC di quasi l’80% nei prossimi 15 anni, con ovviamente un conseguente aumento di prezzo degli stessi. – Un accordo internazionale, che possibilmente avverrà a Parigi nel COP21, sulla diminuzione di tutti i gas ad effetto serra tra i quali gli HFC, che sono tra i gas a maggior impatto ambientale. Per questi grandi cambiamenti del settore della refrigerazione e del condizionamento saranno indispensabili in tutto il mondo gli aggiornamenti e 20 sempre più richiesti sono i corsi del Centro Studi Galileo, voluti da qualche tempo pure dalle Nazioni Unite per la certificazione delle competenze. L’unico modo per garantire un passaggio sicuro ed efficiente alle nuove tecnologie è, infatti, garantire e verificare le competenze dei tecnici che le controllano, utilizzano e riparano. Il Patentino Frigoristi rilasciato dal CSG, valido in tutta Europa, è richiesto per questo motivo ormai da ogni paese del mondo. In questa maniera viene a formarsi una competenza mondiale. Il Patentino Italiano Frigoristi PIF, nato dal Patentino Europeo Frigoristi PEF evolve ora per il mercato estero in Certification of refrigeration Technicians COT. LANCIO DELLA RIVISTA “INTERNATIONAL SPECIAL ISSUE 2014-2015” e importanti aggiornamenti normativi europei A PARIGI PRESSO LA SEDE UNESCO PRESENTATA LA RIVISTA INTERNAZIONALE DEL CENTRO STUDI GALILEO INTERNATIONAL SPECIAL ISSUE. Nella cornice dell’UNESCO a Parigi, nell’ambito dell’impulso dato dalle Nazioni Unite – UNEP alla formazione con particolare riguardo ai nuovi refrigeranti per limitare l’effetto serra, il Centro Studi Galileo ha lanciato l’International Special Issue 2014 – 2015 di Industria & Formazione. La rivista in questo consesso (vedi foto copertina) è stata consegnata a tutti i partecipanti ed in particolare ai 184 capi di Stato e di Governo firmatari del protocollo di Montreal. In dettaglio: L’International Special Issue 20142015 di Industria&Formazione, con l’introduzione del Ministro dell’Ambiente italiano, On. Galletti, e del sottosegretario generale delle Nazioni Unite, Achim Steiner, pubblicato dal Centro Studi Galileo, dall’Associazione dei Tecnici italiani del Freddo e dall’European Energy Centre (UK) in collaborazione con le Nazioni Unite, l’Istituto Internazionale del Freddo e con i maggiori esperti ed associazioni a livello mondiale è stato presentato da Alessandro Peru (Min. Ambiente), Didier Coulomb (IIR) e Marco Buoni (CSG) al convegno mondiale delle Nazioni Unite sul protocollo di Montreal, in cui sono state proposte soluzioni per l’eliminazione dei refrigeranti HFC. Nell’occasione oltre 200 esperti del settore hanno potuto apprezzare la pubblicazione e la stessa verrà anche distribuita a tutti i prossimi convegni mondiali che hanno un collegamento con la refrigerazione e il condizionamento (come la conferenza sul protocollo di Kyoto a Lima 2014 e Parigi 2015) ed inviata alle migliaia di operatori del freddo e condizionamento collegati con il Centro Studi Galileo. Su www.centrogalileo.it si può visionare la rivista in versione sfogliabile online. Chi desidera ricevere la rivista in formato cartaceo invii una email a [email protected] indicando l’indirizzo postale. Il CSG durante il lancio ha ricevuto i complimenti da parte delle Nazioni Unite per i suoi sforzi rivolti alla formazione dei Paesi in via di sviluppo svolti con le Nazioni Unite. I corsi sviluppati negli ultimi mesi sono: – in Rwanda a Kigali, certificazione per tutti i Paesi africani anglofoni – in Benin a Cotonou, certificazione dei frigoristi per tutti i Paesi africani francofoni – in Montenegro a Podgorica, certificazione dei frigoristi per tutti i Paesi dei Balcani. La certificazione dei frigoristi verrà inoltre svolta nei seguenti stati: Eritrea, Gambia, Paesi dell’Ex-Unione Sovietica Ucraina, Bielorussia, Tajikistan, Uzbekistan. AGGIORNAMENTI NORMATIVI F-gas DAL 1 GENNAIO 2015 Dal 1 gennaio 2015 sono diverse le novità che interesseranno i tecnici del freddo e che quindi dovranno essere conosciute. 1. Le visite periodiche sugli impianti si svolgeranno sempre con la stessa cadenza ma i limiti di carica degli impianti dipendono dalle tonnellate equivalenti di anidride carbonica a cui queste sostanze corrispondono. Questa nuova unità di misura corrisponde alla quantità in peso del refrigerante presente dentro all’impianto, moltiplicata per il suo GWP, cioè il suo impatto sul riscaldamento globale (Es. R410a impianto split da 2,8 kg ha un corrispettivo equivalente di 5846 ton-eq CO2). Inseriamo 2 tabelle molto importanti per il tecnico del freddo dalle quali si possono ricavare l’equivalenza in tonnellate di CO2 e la frequenza dei controlli. Gli impianti e le apparecchiature devono essere sottoposti a controllo con le seguenti scadenze (vedi nota 13 per conversione ton.eq CO2 e kg di sostanza): a) ogni 12 mesi: per impianti e apparecchiature con un contenuto di sostanze controllate comprese tra 5 e 50 ton.eq CO2; b) ogni 6 mesi: per impianti e apparecchiature con un contenuto di sostanze controllate tra 50 e 500 ton.eq CO2. c) ogni 3 mesi: per impianti e apparec- *fino al 31 dicembre 2016 le apparecchiature contenenti meno di 3 kg di gas fluorurati a effetto serra o le apparecchiature ermeticamente sigillate, etichettate come tali e contenenti meno di 6 kg di gas fluorurati a effetto serra, non sono soggette a controlli delle perdite e quindi visite periodiche chiature con un contenuto di sostanze controllate superiore ai 500 ton.eq CO2 (in questo caso è obbligatorio un sistema fisso di rilevamento perdite). Ove esista un sistema fisso idoneo di rilevamento delle perdite correttamente funzionante, la frequenza dei controlli può essere dimezzata (es. caso a) diventa ogni 24 mesi. 21 Su richiesta, il presente registro è messo a disposizione dell’autorità competente dello Stato italiano o della Commissione Europea. 2. Vengono inseriti anche tutti i dati di smaltimento del refrigerante e dell’apparecchiatura a fine vita: gli operatori conservano il registro delle apparecchiature per almeno cinque anni oppure le imprese che svolgono le attività per conto degli operatori conservano copia del registro per almeno cinque anni. 3. I gas refrigeranti fluorurati HFC possono solamente essere comprati da, o venduti a, persone o imprese che sono in possesso della certificazione/attestazione. In poche parole il tecnico del freddo potrà comprare il gas refrigerante solo dietro presentazione del patentino frigoristi o della certificazione dell’azienda. Sono ovviamente esclusi i trasportatori e i magazzinieri che comunque avranno alle spalle un’azienda in possesso di tale certificazione. Il registro delle persone che acquistano e delle quantità di refrigerante acquistato viene tenuto per 5 anni. (Vedi pure articolo AREA su questo numero e sul precedente). AGGIORNAMENTI SUL “LIBRETTO DI IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE” E’ necessario distinguere bene il registro delle apparecchiature, prima enunciato, dal libretto di impianto valido solamente per gli impianti di confort ambientale. Quest’ultimo viene allegato a tutti gli impianti indipendentemente dalla potenza. Mentre gli impianti, con più di 12 kw, termici utili devono anche essere sottoposti al controllo energetico periodico che verrà trascritto sul rapporto dell’efficienza energetica della macchina. Il modello da usare è quello previsto dal D.M. 10/02/2014 (G.U. n. 55 del 07/03/2104) che sostituisce i preesistenti modelli di “libretto di impianto”, “libretto di centrale” e comprende anche gli impianti di condizionamento, finora esenti da tale adempimento. Esso è stato concepito in modo modulare per tenere conto delle diverse possibilità di composizione dell’im- 22 Tabelle delle visite periodiche per il rapporto di efficienza energetica degli impianti di climatizzazione. pianto termico. L’installatore, cui compete la prima compilazione del libretto per i nuovi impianti, o il responsabile dell’impianto, per gli impianti esistenti, provvede a compilare soltanto le schede pertinenti al caso e nel numero necessario a descrivere tutti i componenti dell’impianto termico. Per gli impianti esistenti la compilazione del nuovo libretto, a cura del responsabile dell’impianto, va fatta in occasione e con la gradualità dei controlli periodici di efficienza energetica previsti dal D.P.R. n. 74/2013 o di interventi su chiamata di manutentori o installatori. Per ogni sistema edificio/impianto, di norma, va compilato un solo libretto di impianto in modo da stabilire un legame univoco tra edificio e codice di impianto che sarà attribuito dal catasto regionale degli impianti termici (ogni regione con sue regole specifiche). Solo nel caso di impianti centralizzati, nei quali l’impianto di climatizzazione invernale è distinto (impianti che in comune hanno soltanto il sistema di rilevazione delle temperature nei locali riscaldati e raffreddati) dall’impianto di climatizzazione estiva, è possibile compilare due diversi libretti di impianto. Per i requisiti minimi delle aziende che effettuano questo lavoro e quindi la compilazione del libretto di impianto di climatizzazione è stato altresì definito che, nel caso di impianti con macchine frigorifere contenenti gas serra, occorre, inoltre, che l’impresa sia iscritta al registro nazionale delle persone e delle imprese ai sensi del DPR 43/2012. Le macchine frigorifere e le pompe di calore, per le quali nel corso delle operazioni di controllo sia stato rilevato che i valori dei parametri che caratterizzano l’efficienza energetica sono inferiori del 15 per cento rispetto a quelli misurati in fase di collaudo o primo avviamento riportati sul libretto di impianto, devono essere riportate alla situazione iniziale, con una tolleranza del 5 per cento. Qualora i valori misurati in fase di collaudo o primo avviamento non siano disponibili, si fa riferimento ai valori di targa. Definizione alquanto di difficile realizzazione pratica in quanto le condizioni di targa vengono difficilmente riportate su queste macchine. ● ULTIME NOTIZIE ■ SOFTWARE PER FRIGORISTI Da I&F ONLINE www.industriaeformazione.it Da gennaio sarà disponibile un rivoluzionario software per le imprese frigoriste. Software per la gestione degli interventi inerenti agli FGAS, idraulici, elettrici e generici. Un’app “on site”, per gestire tutti gli interventi in mobilità, per tenere sotto controllo il lavoro che si effettua direttamente dal cantiere o dal cliente e completare in automatico i registri obbligatori, il Registro delle Apparecchiature e le scorte gas o un intervento generico. A lavoro effettuato, si annota l’intervento sul software e in automatico viene condiviso in azienda per non perderne traccia e fatturare immediatamente senza perdite di tempo in ufficio. Il software permetterà di assicurarsi la fatturazione del 100% degli interventi e sveltire la gestione. Un solo intervento non fatturato, supera il costo del software. Continua a leggere su www.industriaeformazione.it ■ IL NUOVO REGISTRO APPARECCHIATURA Disponibile alla Vendita il nuovo registro delle apparecchiature, email a [email protected] oppure tel. 0142/452403 Da I&F ONLINE www.industriaeformazione.it La nuova Regolamentazione Europea 517/14 decorrente dal 1 gennaio 2015 modifica la gestione del Controllo Perdite. Dal 1 gennaio 2015 la soglia dei 3 kg per il Registro dell’Apparecchiatura e visite periodiche viene convertita nella più accurata misura delle tonnellate equivalenti di Anidride Carbonica. Il nuovo regolamento sostituisce le soglie espresse in peso di gas fluorurati ad effetto serra (3kg) con soglie espresse in tonnellate di quantità di CO2 equivalente. L’articolo 2, § 7 definisce “tonnellate di CO2-eq” come “la quantità di gas a effetto serra espressa come il prodotto del peso dei gas a effetto serra in tonnellate metriche e del loro potenziale di riscaldamento globale GWP”. Le nuove soglie avranno effetti molto importanti sulle apparecchiature che funzionano con refrigeranti ad alto GWP. Infatti, renderanno le apparecchiature soggette a periodici controlli di perdite sebbene siano al di sotto dei 3 kg di refrigerante, e d’altro canto, le apparecchiature attualmente soggette ai periodici controlli di perdite potrebbero evitare l’obbligo per la stessa ragione. Maggiori informazioni su www.industriaeformazione.it ■ QUANTO GAS VIENE DISPERSO DAI SISTEMI DI REFRIGERAZIONE E CONDIZIONAMENTO? Da I&F ONLINE www.industriaeformazione.it Come è noto a tutti i tecnici e addetti del settore la dispersione in atmosfera dei gas causa gravi danni ambientali. Per tale motivo abbiamo sposato senza indugi la causa del grande cambiamento e del passaggio ai refrigeranti impatto zero. Öko-Recherche, istituto tedesco specializzato, ha recentemente presentato le sue ultime scoperte sui tassi di perdita nei sistemi di refrigerazione e condizionamento in Germania, dati che possono avere un valore statistico anche per l’Italia e per l’Europa occidentale. Il rapporto, che è stato commissionato Ufficio Federale Tedesco per l’Ambiente (Umwelt Bundesamt – UBA), mostra tassi tipici di perdita di circa il 6% per i piccoli impianti con carica inferiore a 10 kg HFC e di circa il 3% per i grandi impianti con carica superiore ai 100 kg. Gli impianti con tasso di perdita evidenziata minore sono i medi con carica che varia dai 10 kg ai 100 kg con un tasso di perdita dell’1%. ■ AREA PRESENTA IL MANIFESTO STRATEGICO AL 2020 Da Expoclima.net Con “Vision & Strategy 2020”, AREA pone sei obiettivi chiave per professionisti, imprese, istituzioni e utilizzatori finali del settore RACHP. Efficienza energetica, innovazione tecnologica e formazione le priorità. Dopo ANIMA, anche AREA, l’Associazione europea per la refrigerazione, l’aria condizionata e le pompe di calore, presenta il proprio Manifesto “Vision & Strategy 2020”. Nello specifico, AREA si è occupata di stabilire una strategia per il medio periodo, vale a dire, entro il 2020, a sostegno del settore RACHP europeo, una sigla inglese che sta per sistemi di Refrigerazione, Aria Condizionata e Pompe di Calore. Secondo AREA, gli operatori del settore RACHP, che rappresentano il link indispensabile tra produttori e utilizzatori finali, devono mantenere: – Alti livelli di competenza; – Istruzione e formazione permanenti; – Capacità di attrarre personale giovane, i professionisti del futuro. Continua a leggere su http://www.expoclima.net/focus/associazioni/area_presenta_manifesto_strategico_2020.htm ■ LE NAZIONI UNITE RINGRAZIANO IL CENTRO STUDI GALILEO Fonte I&F ONLINE www.industriaeformazione.it Centro Studi Galileo è stato pubblicamente ringraziato per l’impegno profuso nell’ambito della formazione nel settore del freddo e del condizionamento sulla rivista “Les Bonnes Pratiques en matière de Climatisation Individuelle – Sécurité liée à l’utilisation des fluides frigorigènes” che viene pubblicata dalle Nazioni Unite e riguarda le buone pratiche nell’ambito della refrigerazione. Un manuale che viene distribuito alle nazioni africane di lingua francofona per completare il percorso formativo intrapreso sul campo da Centro Studi Galileo. Leggi lo “special thanks” rivolto a Centro Studi Galileo su www.industriaeformazione.it ■ L’ITALIANO FABIO POLONARA AI VERTICI DEL PROTOCOLLO DI MONTREAL Da I&F ONLINE www.industriaeformazione.it Decisione delle Parti del Protocollo di Montreal che stabilisce la nomina come co – Chair dell’RTOC (Refrigeration, Air Conditioning and Heat Pumps Technical Options Committee) e come membro del TEAP (Technology and Economic Assessment Panel) Prof. Fabio Polonara. Le nomine del Prof. Polonara sono un successo negoziale importante dell’Italia in due comitati che regolano la materia della refrigerazione all’interno della cabina di regia del Protocollo di Montreal. 23 Speciale Nuova Regolamentazione F-gas per i tecnici del freddo Guida AREA su F-gas Una guida pratica sulla applicazione del nuovo regolamento F-gas SECONDA PARTE PER JONASSON Presidente AREA - Air Conditioning and Refrigeration European Association V - TENUTA DEI REGISTRI Gli operatori delle apparecchiature che devono essere controllate periodicamente sono obbligati a creare e mantenere dei registri. Quest’obbligo esisteva già con il Regolamento (CE) 842/2006 ma sono state introdotte alcune specificazioni e requisiti aggiuntivi. Va sottolineato che i registri devono essere tenuti per ogni dispositivo installato. Informazioni da registrare • Quantità e tipo di gas fluorurato ad effetto serra installato. • Quantità di gas fluorurati ad effetto serra aggiunti: si specifica che questi gas aggiunti possono essere dovuti all’installazione, manutenzione ed assistenza ma anche alle perdite. • Nuovo! Se le quantità di gas fluorurati ad effetto serra installati sono stati riciclati o rigenerati: Se così fosse, deve essere registrato: – Il nome e indirizzo dell’impianto di riciclo e rigenerazione. – Se presente, il numero di certificato. • Quantità di gas fluorurati ad effetto serra recuperati. • L’identità dell’impresa che ha installato, ha prestato assistenza e manutenzione, ma anche, ove applicabile, deve essere annotato il numero di certificato. • Date e risultati dei controlli. • Nuovo! Se il dispositivo è dismesso, le misure adottate per il recupero e lo smaltimento del refrigerante. 24 Chi conserva i registri e per quanto tempo? A meno che non esista un database nazionale, – L’operatore deve conservare i registri per 5 anni – Nuovo! Il tecnico del freddo deve mantenere una copia per 5 anni. Le autorità competenti nazionali o la Commissione Europea potrebbero richiedere i registri. Atti di esecuzione La Commissione Europea potrebbe, attraverso un atto di esecuzione: – Determinare il modello dei registri. – Specificare come i registri dovrebbero essere stabiliti e mantenuti. N.B.: questa sezione sarà aggiornata una volta che l’atto di esecuzione verrà adottato. VI - RECUPERO Articoli 8 e 9 I gas fluorurati ad effetto serra sono recuperati per essere riciclati, rigenerati o distrutti. Questi obblighi sono collegati con il recupero dei gas fluorurati ad effetto serra che dipendono dall’apparecchiatura presa in esame. Apparecchiature fisse e unità refrigerate dei camion e rimorchi frigo Le apparecchiature interessate incluse in questa categoria sono: • I circuiti di raffreddamento degli impianti fissi di refrigerazione, gli impianti fissi d’aria condizionata e le pompe di calore fisse; • I circuiti di raffreddamento degli impianti di refrigerazione dei autocarri refrigerati e rimorchi frigoriferi. Gli operatori di tali apparecchiature devono assicurarsi che il recupero dei gas ad effetto serra contenuti sia eseguito da un tecnico certificato. Contenitore per gas fluorurati ad effetto serra L’impresa che usa un contenitore subito prima del suo smaltimento deve provvedere al recupero di qualsiasi tipo di gas residuo. Il Regolamento (EC) 842/2006 faceva riferimento alla ”persona che usa un contenitore che raggiunge la fine del ciclo di vita ed è soggetto al trasporto e lo stoccaggio”. La formulazione del nuovo Regolamento è più semplice, in particolare precisa che: • La “persona” responsabile è l’impresa, in qualsiasi caso, secondo una definizione molto ampia di “impresa” nell’articolo 2 punto 30, questa può essere una persona fisica che esegue attività che interessano gli F-gas come dettagliato in tale definizione, considerando quindi pure l’operatore e la casa produttrice del dispositivo. • Il recupero deve essere eseguito “immediatamente prima dello smantellamento”, non hanno quindi aggiunta in questa definizione “il termine del ciclo di vita” e all”’uso per il trasporto e la conservazione”. Dispositivi, che includono apparecchiature mobili, apparecchiature fisse e unità frigorifere degli auto- carri e dei rimorchi e sistemi d’aria condizionata in alcuni veicoli stradali. Ci sono due situazioni da dover distinguere: • Il recupero è tecnicamente possibile senza costi sproporzionati: l’operatore deve pianificare che il gas deve essere recuperato da un tecnico adeguatamente qualificato. • Il recupero non è tecnicamente possibile ed implica costi elevati: l’operatore deve pianificare l’eliminazione dei dispositivi senza previo recupero dei gas. L’eliminazione dei gas senza previo recupero avviene in particolar modo per gli F-gas contenuti nelle schiume per isolamento. Solitamente è possibile il recupero degli F-gas usati come refrigerante e solamente in casi eccezionali potrà implicare costi elevati. Veicoli su strada Nuovo! Il recupero dei gas fluorurati ad effetto serra nei veicoli su strada deve essere eseguito da persone adeguatamente qualificato. Per i veicoli su strada secondo la disposizione della Direttiva 2006/40/EC1, deve essere eseguito solamente da una persona in possesso almeno di un attestato di formazione conforme al nuovo Regolamento (Articolo 10 assieme al regolamento di Commissione (EC) N° 307/2008 è considerato adeguatamente qualificato). Questo si applica alle seguenti categorie di veicoli2: • Categoria M1: veicoli progettati e costruiti per il trasporto di passeggeri e aventi non più di 8 posti a sedere oltre a quello del conducente. • Categoria N1: veicoli progettati e costruiti per il trasporto di materiali e con un peso massimo non superiore alle 3,5 tonnellate. Regimi di responsabilità del produttore Gli Stati Membri devono “incoraggiare” lo sviluppo dei regimi di responsabilità del produttore per il recupero dei gas fluorurati ad effetto serra e il loro riciclo, rigenerazione o eliminazione. Gli Stati Membri devono informare la Commissione Europea sulle azioni adottate nei sensi di tale obiettivo. VII - FORMAZIONE E CERTIFICAZIONE Articolo 10 La formazione e la certificazione rimarranno quasi invariati dato che sono state introdotte attraverso l’adozione del Regolamento (EC) 842/2006 e dei regolamenti della Commissione (CE) No 303/2008 e 307/2008. In qualsiasi caso, sono stati introdotti dei nuovi requisiti. Chi ha bisogno di essere certificato? A - Le Persone fisiche (es. il personale) che effettuano particolari compiti su certi tipi di dispositivi devono essere certificate o qualificate. Dispositivi interessati • Impianti fissi di refrigerazione, di aria condizionata e pompe di calore. • Nuovo! Autocarri refrigerati (al di sopra delle 3,5 t.) e rimorchi frigoriferi. • Dispositivi d’aria condizionata nei veicoli a motore nell’ambito della Direttiva 2006/40/EC riguardante i sistemi mobili d’aria condizionata (solamente le operazioni di recupero). • Nuovo! I dispositivi d’aria condizionata nei veicoli a motore al di fuori dell’ambito della Direttiva 2006/40/EC riguardante i sistemi mobili d’aria condizionata (solamente le operazioni di recupero). Gli Stati Membri possono adottare ulteriori programmi di certificazione e formazione per altri tipi di dispositivi. Compiti A) Installazione, assistenza, manutenzione. B) Riparazione. C) Nuovo! Smantellamento. D) Controllo delle perdite. E) Recupero. Per tutti i compiti da a) a e) eseguiti sulle apparecchiature fisse e sugli autocarri refrigerati e rimorchi, il per- 1. Direttiva 2006/40/EC del Parlamento Europeo e del consiglio del 17 maggio 2006 che fa riferimento alle emissioni provenienti dai sistemi d’aria condizionata nei veicoli a motori con modifica della Direttiva del Consiglio 70/156/EEC (OJ L 161, 14.6.2006, p. 12). 2. Quale definite nell’allegato II della Direttiva del Consiglio 70/156/EEC del 6 Febbraio 1970 sul ravvicinamento delle leggi riguardo all’omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi. sonale deve essere certificato. Per i compiti e) • Per il recupero relativo ai dispositivi d’aria condizionata nei veicoli stradali all’interno dell’ambito della Direttiva 2006/40/EC per gli impianti mobili d’aria condizionata, il personale deve essere adeguatamente qualificato, deve essere ad esempio in possesso di almeno un attestato di formazione. Gli Stati Membri devono assicurare che i programmi di formazione siano disponibili. • Per il recupero relativo ai dispositivi d’aria condizionata nei veicoli stradali al di fuori della Direttiva 2006/40/EC per gli impianti mobili d’aria condizionata, il personale deve essere appropriatamente qualificato, ma non è richiesto un attestato. B - Imprese (es. le aziende, ma anche i lavoratori autonomi, in qualsiasi caso, secondo una definizione più amplia di “impresa” nell’Articolo 2 punto 30, si può intendere anche una persona fisica che effettua dei lavori con gli F-gas come viene espresso in questa definizione, includono anche gli operatori e i produttori di dispositivi) che realizzano certi compiti su certi tipi di dispositivi per altri soggetti devono essere certificate. Dispositivi interessati • Impianti fissi di refrigerazione, d’aria condizionata e pompe di calore. Gli Stati Membri possono inoltre adottare ulteriori programmi di certificazione e formazione per altri tipi di dispositivi. Compiti • installazione, assistenza, manutenzione • riparazione • Nuovo! Smantellamento. Gli utenti dell’apparecchiatura devono adottare misure ragionevoli per accertare che l’impresa, che esercita i compiti di cui sopra, possieda il certificato necessario. Cosa succederà ai certificati esistenti e agli attestati di formazione? I certificati e gli attestati di formazione rilasciati prima dell’applicazione del nuovo Regolamento rimarranno validi secondo le condizioni in vigore al momento del rilascio. 25 Riassunto dei requisiti di certificazione Installazione, assistenza Riparazione manutenzione Smantellamento Controllo delle perdite Recupero Dispositivi fissi RACHP Camion frigo e rimorchi Impianti di AC nei veicoli stradali Direttiva 2006/40 Impianti di AC nei veicoli stradali Direttiva 2006/40 (1) (2) Impresa Persona fisica (1) Il personale deve essere appropriatamente qualificato, deve ad esempio essere in possesso di almeno un attestato di formazione. (2) Il personale deve essere appropriatamente qualificato, non è richiesto nessun attestato di formazione. Certificazioni e programmi di formazione Contenuto I programmi di certificazioni e di formazione devono trattare i temi già inclusi negli attuali schemi in virtù del Regolamento (CE) 842/2006, con in aggiunta: • Regolamenti e norme applicabili • Prevenzione di emissione • Recupero dei gas fluorurati ad effetto serra • Maneggio sicuro dei dispositivi, dei tipi e dimensioni coperti dal certificato • Nuovo! Informazioni sulle tecnologie pertinenti alla sostituzione e riduzione dell’uso dei gas fluorurati ad effetto serra e il loro sicuro trattamento. Il nuovo regolamento specifica anche che la certificazione può essere ottenuta solamente quando il candidato ha ottenuto e completato con successo un processo di valutazione. Per quanto riguarda i requisiti minimi per gli attestati di certificazione e formazione, il nuovo Regolamento fa riferimento ai testi inerenti già esistenti: i regolamenti della Commissione (CE) No 303/2008, 306/2008, e 307/2008. Questi potrebbero essere adattati e aggiornati dalla Commissione Europea attraverso un atto di esecuzione. 26 Disponibilità Gli stati membri devono notificare alla commissione europea i loro programmi di formazione e di certificazione, i quali devono includere i cambiamenti richiesti da questa nuova regolamentazione entro il 1° gennaio 2017. Comunque gli stati membri con una piccola popolazione, per i quali creare un programma rappresenterebbe una difficoltà in vista della bassa richiesta, possono soddisfare comunque la richiesta riconoscendo i certificati di altri stati membri. Gli stati membri devono riconoscere i certificati e gli attestati di formazione rilasciati in un altro stato membro. La commissione può specificare le condizioni di mutuo riconoscimento in un atto di implementazione successivo. Agli Stati Membri non è permesso limitare la libertà di stabilire o di effettuare una prestazione d’assistenza se il certificato è stato rilasciato in un altro stato membro. Refrigeranti alternativi e tecnologie Sebbene il nuovo Regolamento non nomini i refrigeranti alternativi, l’Ammoniaca (NH3), Anidride Carbonica (CO2), gli idrocarburi (HCs) e l’idrofluoroolefine (HFOs), questi sono i principali fluidi interessati. Ci si attende che la combinazione della fase di eliminazione “Phase Down” e i divieti pianificati portino a un aumento dei refrigeranti e delle tecnologie alternativi agli HFC. Il nuovo Regolamento inoltre prevede di dare delle informazioni minime ai tecnici certificati. Tali informazioni riguardano le tecnologie, gli aspetti inerenti la sicurezza e i requisiti normativi. Si deve differenziare tra informazioni fornite durante il periodo di formazione il processo di certificazione, e quelle date agli operatori certificati. I programmi di formazione e certificazione ora dovranno includere informazioni sulle tecnologie rilevanti per sostituire o per riduzione l’uso dei gas fluorurati ad effetto serra e il loro sicuro trattamento. Gli operatori certificati devono aver accesso alle informazioni su: – Le tecnologie rilevanti da sostituire o la riduzione dell’uso dei gas fluorurati ad effetto serra e il loro sicuro trattamento e – I requisiti normativi esistenti per lavorare con i dispositivi contenenti i refrigeranti alternativi. VIII - DIVIETI Articolo 11 + Allegato III L’articolo 11 prevede che certi tipi di dispositivi non conformi siano vietati dal mercato nell’Unione Europea a partire da determinate date. I tipi di apparecchiature e le rispettive date sono riportate nel dettaglio nell’Allegato III. Esenzione totale I dispositivi militari sono esonerati dai divieti secondo l’Allegato III Esenzione temporanea L’articolo 11(3) permette esenzioni temporanee secondo le seguenti condizioni: • La richiesta deve essere avanzata alla Commissione Europea da un’autorità competente o da uno Stato Membro; • La richiesta deve esse motivata e deve dimostrare che: – Per uno specifico prodotto o una parte di un apparecchiatura, o per una specifica categoria di prodotti o di apparecchiature, non sono disponibili alternative, o non possono essere usate per ragioni tecniche o ragioni di sicurezza; oppure – L’uso di alternative tecnicamente fattibili e sicure implicherebbero costi sproporzionati. • L’esenzione può essere accordata attraverso atti di esecuzione e per un massimo di 4 anni. La disposizione non esclude che una nuova richiesta di riinvio sia prodotta verso la fine dei 4 anni, provando che persistono ostacoli per l’uso delle alternative. Eccezione I divieti non si applicano ai dispositivi Ecodesign che viene provato che producono meno emissioni di CO2-equivalente durante il proprio ciclo di vita, rispetto a un dispositivo equivalente che risponde sempre ai requisiti Ecodesign e non contiene HFCs. Le condizioni per tali eccezioni sono le seguenti: 1 - Per i dispositivi soggetti ai requisiti Ecodesign (per esempio è stata adottata una misura Ecodesign per l’apparecchiatura in questione). Nel campo delle apparecchiature RACHP, quanto detto sopra attualmente è il caso del: a. Regolamento della Commissione 643/2009 che prevede i requisiti Ecodesign per gli apparecchi di refrigerazione ad uso domestico3. b. Regolamento della Commissione 206/2013 che prevede i requisiti Ecodesign per i condizionatori d’aria e i ventilatori4. Bisogna notare che le misure potenzialmente rilevanti di Ecodesign sono in fase di adozione: • ENTR Lot 1 sulle apparecchiature (professionali) di refrigerazione e quelli destinati al congelamento. • ENTR lot 6 sui sistemi d’aria condizionata e ventilazione ad uso terziario. • ENER lot 12 refrigerazione commerciale. • ENER Lot 21 prodotti di riscaldamento dell’aria, prodotti di raffreddamento e chillers ad alte temperature. 2 - Sia stato stabilito esplicitamente nell’Ecodesign che le apparecchiature, per via di una resa energetica più alta, producono emissioni più basse di emissioni di CO2 durante il ciclo di vita rispetto a delle apparecchiature equivalenti che soddisfano tutti requisiti rilevanti di Ecodesign e non contengono HFC. Attualmente nessuna delle norme Ecodesign adottate contengono tale dichiarazione. Refrigeratori e congelatori per uso commerciale Apparecchiature incluse I refrigeratori e i congelatori devono essere: • Dispositivi ermeticamente sigillati, che l’articolo 2 punto 11 offre la definizione di dispositivo ermeticamente sigillato come un “apparecchiatura in cui tutte le parti contenenti gas fluorurati ad effetto serra sono solidamente sigillate mediante saldatura, brasatura, o altra connessione permanente analoga, che può comprendere punti di accesso e valvole sigillate o protetti per garantire una riparazione o uno smaltimento adeguati che abbiano un comprovato tasso di perdita inferiore a tre grammi annui sotto una pressione di almeno un quarto della pressione massima consentita”, e • Per uso commerciale, l’articolo 2, punto 32 definisce l’uso commerciale come “impiego finalizzato a stoccaggio, esposizione o distribuzione di prodotti, per la vendita agli utilizzatori finali nei negozi al dettaglio e nella ristorazione” Date di applicazione Le date di applicazione dipendono dal GWP dell’HFC contenuto: • HFC ≥2500 GWP: 1 Gennaio 2020 • HFC ≥150 GWP: 1 Gennaio 2022 Dispositivi fissi di refrigerazione Questo divieto completa gli altri divieti (vd. Sezione XII di queste linee guida). Condizioni per essere vietato • Il dispositivo contiene HFC ≥2500 GWP, che include particolarmente R404A, R422D e R507. • Il dispositivo non deve essere usato per la surgelazione (al di sotto dei –50 °C). Dispositivi inclusi L’articolo 2 punto 23 definisce le apparecchiature fisse come quelle apparecchiature che “di norma non sono in 3. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32009R0643:EN:NOT 4. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32012R0206:EN:NOT movimento durante il funzionamento […]”. I dispositivi di refrigerazione, però, non sono specificatamente definiti. Il Regolamento di attuazione contiene una sezione con le sottocategorie di “dispositivi di refrigerazione”. Ecodesign ENTR Lot 1 sui prodotti professionali di refrigerazione include: – Vetrinette professionali per la conservazione. – Cabine di trattamento. – Locali frigoriferi. – Processo di refrigerazione dei chiller – Unità di condensazione (NB: le unità di condensazione fa sempre parte di un sistema più grande e l’efficienza energetica dipende dall’ intero sistema). Ecodesign Lot 12 sulla refrigerazione commerciale include: – Vetrinette commerciali refrigerate. – Distributori automatici refrigerati. Data di applicazione 1 gennaio 2020 Sistemi di refrigerazione centralizzati multipack per uso commerciale Apparecchiature rientranti nel campo di applicazione della regolamentazione • Sistemi di refrigerazione centralizzati multipack: l’articolo 2 punto 37 li definisce come “sistemi con due o più compressori funzionanti in parallelo, collegati a uno o più condensatori comuni e a una serie di dispositivi di raffreddamento quali banchi, vetrine e congelatori o a celle frigorifere”. • Per uso commerciale, l’articolo 2, punto 32 definisce l’uso commerciale come “impiego finalizzato a stoccaggio, esposizione o distribuzione di prodotti, per la vendita agli utilizzatori finali nei negozi al dettaglio e nella ristorazione”. • Con una capacità nominale ≥40kW • Che contengono o si basano su HFC ≥150 GWP – Eccezione: nel circuito primario del refrigerante dei sistemi a cascata possono essere usati gli HFC ≥1500 GWP; questo include in modo particolare l’R32, R134a, e R245fa. L’articolo 2 punto 38 offre la definizione di circuito refrigerante primario di sistemi a cascata come “il circuito primario di sistemi indiretti a media tempe- 27 ratura in cui una combinazione di due o più circuiti di refrigerazione separati sono collegati in serie in modo tale che il circuito primario assorba il calore versato al condensatore da un circuito secondario a media temperatura”. Questo punto deve essere completato sulla base delle discussioni in corso tra EPEE (associazione dei costruttori e la commissione europea. Data di applicazione 1 gennaio 2022 Condizionatori d’aria mobili per ambiente Apparecchiature rientranti nel campo di applicazione • Dispositivi ermeticamente sigillati (vedi definizione dell’Articolo 2 punto 11 riportato qui sopra). • L’utente finale può muovere di stanza in stanza il condizionatore: ciò significa che la “mobilità” non dipende dall’intervento di un tecnico professionista. • Che contengono HFC ≥150 GWP. Data di applicazione 1 gennaio 2020 Sistemi di condizionamento d’aria monosplit Apparecchiature rientranti nel campo di applicazione • Sistemi di condizionamento d’aria monosplit, che l’articolo 2 punto 39 definisce come “sistemi di climatizzazione costituiti da un’unità esterna e da un’unità interna collegate dal tubo del refrigerante, che devono essere installati sul sito di impiego”. • Sistemi che contengono ≤3kg HFCs • Sistemi che contengono HFCs ≥750 GWP: R32 è quindi esentato. Data di applicazione 1 gennaio 2025 IX - DISTRIBUZIONE DEGLI F-gas Articolo 11(4) Articolo 6(3) e (4) L’articolo 11(4) prevede che per fini inerenti alla pratica dell’installazione, assistenza, manutenzione o riparazione delle apparecchiature di condizionamento dell’aria, refrigerazione e pompe di calore, come anche le unità di refrigerazione degli autocarri refri- 28 gerati e rimorchi, i gas fluorurati ad effetto serra possono essere solamente venduti e acquistati da imprese (come indicato in senso ampio) certificate. Il riferimento agli attestati di formazione e alle imprese che impiegano persone in possesso di tali attestati, in modo particolare per il settore MAC, chiarisce che questo provvedimento si applica anche alle imprese che si occupano di assistenza e riparazione delle unità d’aria condizionata sui veicoli stradali contemplati dalla Direttiva 2006/40/EC. Quali sono i principali cambiamenti? • Apparecchiature rientranti nel campo di applicazione: adesso le unità di refrigerazione degli autocarri e i rimorchi sono inclusi oltre alle apparecchiature fisse RACHP. • Operazioni coinvolte: – Mentre il Regolamento (CE) 842/ 2006 si limitava a menzionare il contenuto e le operazioni di recupero, il nuovo Regolamento fa riferimento alla lista delle operazioni che richiedono la certificazione: installazione, assistenza, manutenzione, riparazione e smantellamento. – Recupero e operazioni di controllo delle perdite adesso sono escluse a meno che non facciano parte delle operazioni indicate sopra. • Responsabilità comune: la responsabilità di distribuzione del refrigerante a una impresa certificata è ora chiaramente condivisa tra i distributori e gli installatori. Responsabilità comune del distributore/installatore Il regolamento (CE) 842/2006 prevedeva che solamente gli installatori certificati potessero prendere in consegna i gas fluorurati ad effetto serra. Interpretato in modo letterale, significava che i distributori non dovevano in realtà controllare se l’acquirente possedeva il certificato appropriato. Il nuovo Regolamento corregge questa lacuna specificando che i distributori possono solamente vendere a imprese certificate. In pratica significa che i distributori dovranno effettuare un controllo. Cosa devono fare i distributori? Secondo l’articolo 6(3) i distributori devono stabilire e mantenere dei registri con informazioni rilevanti sull’acquirente, includendo: • Numero di certificazione dell’acquirente. • Quantità di refrigerante acquistate. Questi registri devono essere mantenuti per 5 anni e resi disponibili sotto richiesta di un’autorità nazionale o dalla Commissione Europea. La Commissione Europea potrebbe determinare il formato di questi registri mediante un atto di attuazione. In concreto, ogni distributore della vendita dovrà controllare il numero di certificazione dell’acquirente e registrarlo assieme alla quantità del refrigerante acquistato. Esempio dell’applicazione di questi obblighi in Francia e le raccomandazioni per l’applicazione sono fornite nell’Appendice 3 della Guida AREA. X - VENDITA DI APPARECCHIATURE PRECARICATE Articolo 11(5) Il proposito originale della Commissione Europea suggeriva di vietare la precarica di quei condizionatori d’aria non sigillati ermeticamente. Uno degli obiettivi è stato quello di assicurare che tale apparecchiatura venisse allora installata da operatori certificati. Questo era già obbligatorio con il Regolamento (CE) 842/2006 ma in pratica veniva violato regolarmente. Applicazione pratica - come far rispettare tale dovere? Quali le prove da fornire? La prova richiesta deve dimostrare che l’installazione sarà effettuata da un’impresa certifica. L’informazione consterà di due parti che dimostreranno: 1. il nome e i dettagli dell’impresa, e 2. il numero di certificazione dell’impresa. A chi dovrà essere fornita la prova? La prova dovrà essere fornita al venditore ma anche, alle autorità competenti incaricate di controllare che i requisiti siano rispettati. Come potrà essere fornita la prova? Ci possono essere diverse possibilità per assicurare il rispetto dei requisiti, es: – Il prezzo dell’apparecchiatura include il servizio di installazione da parte di un’impresa certificata; – Gli acquirenti compilano un modulo indicando i loro dati, i dati dell’apparecchiatura (numero di serie), la data d’acquisto, e il nome e il numero di certificazione della azienda che eseguirà l’installazione. I distributori poi conservano i registri di queste informazioni e le inviano alle autorità competenti per possibili controlli. Gli acquirenti sono consapevoli di possibili ispezioni e penali in caso di violazione. Come assicurare regolari, semplici ed efficaci controlli? Nel primo esempio riportato, i controlli sono quasi inutili siccome l’installazione è inclusa nel prezzo. Nel secondo esempio, controlli casuali dovrebbero essere realizzati sulla base delle schede compilate con i dati dell’acquirente, che saranno controllati con la azienda certificata indicata sui moduli e che ha eseguito poi l’installazione. Incentivi addizionali I produttori di apparecchiature dovrebbero indicare chiaramente che è obbligatoria per legge l’installazione professionale eseguita da un’impresa certificata. La mancanza del rispetto di questo obbligo è punibile e comporta la perdita della garanzia. XI - ETICHETTATURA DEL REFRIGERANTE RICICLATO/RIGENERATO Articolo 12(6) I gas fluorurati ad effetto serra riciclati o rigenerati devono adesso essere etichettati in modo specifico. L’etichetta, per la quale il formato sarà determinato da un atto di esecuzione, dovrà includere: • Indicazione che la sostanza è stata riciclata o rigenerata; • Informazioni sul numero del lotto; • Nome e l’indirizzo dell’impianto di rigenerazione e riciclaggio. I tecnici si devono accertare che l’informazione qui sopra riportata sia indicata sul refrigerante rigenerato/riciclato che usano. XII - DIVIETI DI MANUTENZIONE Articolo 13(3) Principio Assistenza e manutenzione delle apparecchiature di refrigerazione con una carica minima di 40 tonnellate di CO2-equivalente con refrigeranti GWP ≥2500 sono proibite dal 1 gennaio 2020. Ambito → Apparecchiature di refrigerazione I seguenti tipi di apparecchiature sono in qualsiasi modo esenti: • Apparecchiature militari; • Apparecchiature concepite per raffreddare prodotti a temperature inferiori (a -50°C); • Le apparecchiature di refrigerazione che beneficiano dell’esenzione dei divieti sono indicate nell’Allegato III, in particolare nei punti 12 e 13 (vedi “esenzioni temporanee” nella sezione VIII di queste linee guida). Refrigerante e quantità della carica Refrigerante GWP ≥2500 per una carica minima di 40 tonnellate di CO2equivalente. La tabella qui sotto riassume la carica minima corrispondente a 40 tonnellate di CO2 equivalente per la maggior parte dei comuni refrigeranti GWP ≥2500 usati nella refrigerazione. Refrigerante GWP Carica minima (Kg) 404A 422D 507 3922 2729 39852 10.20 14.66 10.04 Eccezioni Refrigeranti rigenerati I refrigeranti rigenerati GWP ≥2500 potrebbero essere usati fino al 1 gennaio 2030 secondo le seguenti condizioni: • Sono stati adeguatamente etichettati secondo l’articolo 12(6) (vedere 5. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:286:0001:0030:EN:PDF sezione XI di queste linee guida). • Sono usati per l’assistenza e il mantenimento di apparecchiature di refrigerazione esistenti. Refrigeranti reciclati GWP ≥2500 potrebbero essere usati fino al 1 gennaio 2030 secondo le seguenti condizioni: • Sono usati per l’assistenza e il mantenimento di apparecchiature di refrigerazione esistenti. • Sono stati recuperati da apparecchiature simili, es. apparecchiature di refrigerazione. – Possono solamente essere usati dall’: – impresa che ha eseguito il loro recupero oltre alla manutenzione o l’assistenza, o dall’ – impresa per la quale è stato effettuto il recupero oltre alla manutenzione o l’assistenza. Queste eccezioni sono in linea con quelle presente nel Regolamento 1005/2009 sulle sostanze che riducono lo strato d’ozono, applicabili al riutilizzo degli HCFC fino al 31 dicembre 20145. Cosa significa per i tecnici del freddo? I refrigeranti GWP ≥ 2500 sono per lo più trattati nelle applicazioni con temperature medie o basse come nei supermercati, nei magazzini frigoriferi, nell’industria di trasformazione alimentare, nella ristorazione, nelle navi frigorifere, nella refrigerazione industriale di prodotti ortofrutticoli. Nella maggior parte di queste installazioni le cariche di refrigerazione sono più alte o molto più alte di 10-15 kg, ciò significa che rientreranno nella regolamentazione dei divieti. Questa disposizione inoltre avrà un grande impatto sia sui tecnici sia sul cliente. Siccome i produttori e gli importatori di refrigerante saranno molto probabilmente riluttanti ad accumulare refrigeranti invendibili, la scarsità di refrigeranti con alto GWP sarà ciò che, con molta probabilità, si verificherà molto prima che entri in vigore il divieto del 1 gennaio 2020. La gestione, le vendite e la distribuzione di refrigeranti recuperati o rigenerati hanno fatto insorgere molte domande: • Dove comprarli? Chi li tratterà? • Come essere sicuri della loro provenienza, purezza e qualità? 29 Cosa raccomanda AREA? Anche se le installazioni di refrigeranti con un alto GWP saranno legali fino al 1 gennaio 2020, AREA raccomanda di essere già molto restrittivi nel promuovere e indicare le installazioni che continuano a lavorare con questi refrigeranti. Qualora fosse necessario il loro utilizzo, dobbiamo raccomandare caldamente ai clienti/utenti finali di informarsi sulle conseguenze, dovranno fare i conti con il livello di disponibilità e il prezzo di questi refrigeranti in futuro. Non riuscendo a informare a fondo i clienti di tali questioni ne potrebbero derivare obblighi contrattuali da parte del fornitore di queste installazioni e quindi problemi per il tecnico. XIII - PRECARICA DELL’APPARECCHIATURA Articolo 14 Nella sua proposta originale per una revisione, la Commissione Europea propose di vietare la precarica dei condizionatori d’aria e delle pompe di calore. Questa proposta perseguiva due obiettivi: 1. Garantire l’installazione di apparecchiature precaricate da parte di professionisti certificati. 2. Preservare l’integrità della fase di eliminazione (garantendo che il refrigerante caricato sia effettivamente registrato). Durante il processo decisionale, questa proposta fu successivamente abbandonata e sostituita da due misure mirate ad affrontare i suddetti obiettivi. L’installazione eseguita da operatori certificati è trattata nell’articolo 11(5) (vedere sezione X). L’articolo 14 sulla precarica di apparecchiature tratta il secondo obiettivo e stabilisce un sistema di tracciabilità in grado di garantire che il refrigerante caricato rientri nella fase di eliminazione graduale (phase down). Per far sì che questi doveri vengano rispettati, i produttori o importatori devono documentare che il refrigerante sia incluso nelle quote ed elaborare una dichiarazione di conformità mediante un atto di esecuzione. Cosa significa per gli installatori? La responsabilità per l’osservanza delle regole rimane per i produttori o 30 gli importatori. Ciò nonostante, gli installatori trattando apparecchiature precaricate da installare ad un cliente potrebbero voler verificare che la dichiarazione di conformità dell’apparecchiatura sia presente. XIV - ELIMINAZIONE GRADUALE DEGLI HFC L’articolo 15-18 + Allegati V e VI Il nuovo regolamento include una fase di eliminazione secondo la quale la quantità degli HFC immessi sul mercato europeo diminuirà gradualmente tra il 2015 e il 2030. La definizione di “HFC” nell’articolo 2 punto 2 chiarisce anche che le miscele contenenti HFC sono considerate HFC. La Commissione perciò assicura che la quantità di HFC che i produttori e gli importatori mettono sul mercato ogni Refrigerante GWP 23 32 134a 125 245fa 404A 407A 407C 407D 407F 410A 417A 422A 422D 423A 424A 426A 427A 428A 434A 437A 438A 442A 449A 507 508A 508B ISCEON MO89 14800 675 1430 3500 1030 3922 2107 1774 1627 1825 2088 2346 3143 2729 2280 2440 1508 2138 3607 3245 1805 2265 1888 1397 3985 13214 13396 3805 Volume minimo (Kg) 6.76 148.15 69.93 28.57 97.09 25.50 47.46 56.37 61.46 54.79 47.89 42.63 31.82 36.64 43.86 40.98 66.31 46.77 27.72 30.82 55.40 44.15 52.97 71.58 25.09 7.57 7.46 26.28 anno non ecceda la quantità massima permessa. Ambito applicativo La fase di eliminazione si applica a tutti i produttori o importatori di ≥100 tonnellate di CO2 equivalente di HFC. La tabella qui sotto riassume le corrispondenti soglie peso (es. equivalente a 100 tonnellate di CO2- equivalente) per la maggior parte dei più comuni gas fluorurati ad effetto serra. Le seguenti categorie di HFC sono escluse dalla fase di eliminazione ma sono soggette a specifiche etichettature e requisiti: • HFC importati per la distruzione. • HFC usati come materie prime per produrre altri componenti. • Forniture di HFC da esportare al di fuori dell’UE in grandi quantitativi. • HFC per uso nelle apparecchiature militari. • HFC usato per i semiconduttori. • (dal 1 gennaio 2018) gli HFC usati per gli inalatori-dosatori a livello farmaceutico. Si dovrebbe notare che gli HFO (R1234yf, R1234ze) non sono inclusi nella lista HFC, inoltre non sono soggetti alla fase di eliminazione. Assegnazione delle quote La specificazione delle quantità massime sarà determinata per ogni produttore o importatore all’inizio di ogni anno a partire dal 2015. Si calcolerà un valore di riferimento basato sul volume medio annuo collocato sul mercato da ogni impresa dal 2009 al 2012. Basato sul valore di riferimento, le quantità massime annue saranno calcolate usando le seguenti percentuali. Anno Percentuale 2015 2016-17 2018-20 2021-23 2024-26 2027-29 2030 100% 93% 63% 45% 31% 24% 21% Ogni impresa per cui è stato stabilito un valore di riferimento riceverà una quota corrispondente all’89% del suo valore di riferimento moltiplicato con la percentuale indicata per il rispettivo anno. Il rimanente 11% della quantità sarà assegnata alle nuove imprese per cui non è stato stabilito ancora un valore di riferimento. Registro Sarà istituito dalla Commissione un registro elettronico. Il registro includerà i produttori e gli importatori a cui è stata assegnata una quota, così come gli importatori che collocano apparecchiature precaricate con HFC sul mercato. Cosa significa? Ragionando sulla base della media dei livelli di GWP di refrigeranti collocati sul mercato europeo ne deriva un interessante quadro sull’impatto della fase di eliminazione6. Le stime sulla media del livello di GWP nell’UE puntano approssimativamente a 2300 di CO2- equivalente (nel 2013). É possibile trasformare queste percentuali nelle cifre di consumo medio di CO2equivalente per ogni anno (ndr cioè indicativamente quanto sarà il GWP medio delle sostanze che circoleranno in Europa in quell’anno). La tabella qui sotto mostra la conseguenza che si potrebbe avere negli anni 2015 - 2030. NOTIZIE DALL’EUROPA ■ LEGISLAZIONE Revisione Regolamento F-gas - AREA ha preparato una guida riguardante l’implementazione delle novità previste dalla revisione del Regolamento sugli F-gas. Essa sarà pubblicata a breve e tratta nello specifico le nuove disposizioni come, ad esempio, quelle relative alla ricerca delle fughe, ai sistemi di rilevamento delle perdite ed alla vendita di refrigeranti fluorurati. (Pagina 5 della Newsletter AREA) Nuove norme PED – Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea è stato pubblicato il nuovo elenco di norme armonizzate ai sensi della direttiva sulle attrezzature a pressione. Tra le norme di recente pubblicate, citiamo: • EN 378-2: 2008 + A2: 2012, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti di sicurezza e ambientali • EN 12178: 2003, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Dispositivi che indicano il livello del liquido - Requisiti, prove e marcatura • EN 12263: 1998, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Commutazione di sicurezza dei dispositivi per la limitazione della pressione - Requisiti e prove • EN 12284: 2003, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Valvole - Requisiti, prove e marcatura • EN 13136: 2013, Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Dispositivi di sovrappressione e relative tubazioni - Metodi di calcolo • EN 14276-1: 2006 + A1: 2011, Attrezzature a pressione per sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Parte 1: Recipienti - Requisiti generali • EN 14276-2: 2007 + A1: 2011, Attrezzature a pressione per sistemi di refrigerazione e pompe di calore - Parte 2: Tubazioni - Requisiti generali (Pagina 6 della Newsletter AREA) ■ AMBIENTE Nuovo sito web – Green Cooling Initiative ha lanciato un nuovo sito web (www.green-cooling-initiative.org). Il sito dispone di un nuovo strumento che consente di ricercare i dati sulle emissioni dirette e indirette in tutto il mondo, il potenziale di riduzione delle emissioni, il numero di apparecchi in uso, nonché le unità vendute nel settore del freddo in quasi tutti i paesi del mondo. Inoltre, il sito permette di accedere a una serie di dati di mercato e informazioni tecniche sul settore del freddo, in particolare sui sottosettori dell’aria condizionata, condizionamento dell’aria per veicoli, refrigeratori d’acqua e refrigerazione domestica. (Pagina 7 della Newsletter AREA) ■ REFRIGERANTI Anno 2015 2016-17 2018-20 2021-23 2024-26 2027-29 2030 Phase down Media CO2 percentuale equivalente 100% 93% 63% 45% 31% 24% 21% 2300 2139 1449 1035 713 552 483 Supponendo che il valore di partenza di GWP di 2300 di CO2-equivalente sia ragionevolmente corretto diventa abbastanza ovvio che già nel 2018 sarà difficile usare l’R410A e anche l’R134a nelle nuove installazioni. Questo si deve al fatto che i nuovi impianti devono ricompensare la perdita delle cariche di refrigerante con alto GWP già esistenti negli impianti al fine di raggiungere il valore medio. 6. Refrigerants in Future and in Legislation 2013, di Heinz Jürgensen, Bitzer. Eliminazione HCFC – Molti Paesi dell’est Europa (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia e Turchia) hanno partecipato al meeting svoltosi in Montenegro nel mese di settembre riguardante l’eliminazione dei refrigeranti HCFC e la regolamentazione d’uso dei refrigeranti HFC. Alcuni tecnici di queste nazioni sono stati anche valutati sulle competenze attualmente richieste dall’Unione Europea per la certificazione dei tecnici frigoristi (il c.d. “patentino” F-gas). La sessione di valutazione teorico-pratica è stata condotta da Marco Buoni, vice presidente dell’AREA e Direttore Tecnico del Centro Studi Galileo. (Pagina 3 della Newsletter AREA) ■ FORMAZIONE Progetto Real Alternatives – Il nuovo programma di apprendimento multilingue “REAL Alternatives” si propone di migliorare le competenze dei tecnici che lavorano nel settore della refrigerazione, condizionamento e pompe di calore e che lavorano con i seguenti refrigeranti: • biossido di carbonio • ammoniaca • idrocarburi • refrigeranti a bassa infiammabilità, come HFO e R32 La formazione tratta la progettazione, installazione, assistenza e manutenzione degli impianti che lavorano con questi refrigeranti (caratteristiche del refrigerante, sicurezza, efficienza, affidabilità e contenimento delle fughe). Il programma di formazione gratuita sarà lanciato nel 2015 e prevede molteplici modalità di apprendimento in diverse lingue (tra cui l’italiano). Il progetto è stato sviluppato da associazioni di categoria ed enti di formazione provenienti da tutta Europa ed è in parte finanziato dal programma di apprendimento permanente dell’Unione europea, con il supporto di operatori del settore. Per saperne di più sul progetto è possibile: • registrarsi in www.realalternatives.eu/login-register per ricevere news e aggiornamenti • aggiungere risorse o collegamenti web alla biblioteca virtuale di apprendimento a www.realalternatives.eu/e-library • chiedere di diventare un partner ufficiale: www.realalternatives.eu/stakeholders • registrarsi come ente formativo per offrire formazione e valutazioni a partire dal 2015 (Pagina 2 della Newsletter AREA) 31 Speciale corso di climatizzazione per i soci ATF Principi di base del condizionamento dell’aria 158ª lezione Condizionamento di locali in particolari condizioni gravose: il problema del surriscaldamento dei motori delle ventole del condensatore PIERFRANCESCO FANTONI CENTOCINQUANTOTTESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 15 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti. È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni 0142.452403 [email protected] È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. 32 INTRODUZIONE Quando l’impianto di condizionamento con condensazione in aria deve lavorare in ambienti molto caldi, non solo il processo di condensazione stesso può risultare difficoltoso, ma anche il funzionamento dei motori delle ventole del condensatore può risultare problematico. Per questo è necessario assicurarsi che tali motori siano stati progettati in maniera tale da poter lavorare anche con le inevitabili sovratemperature che si possono verificare in tali situazioni. CONDENSAZIONE CON VENTOLE ASPIRANTI Nei condensatori che vengono normalmente impiegati negli impianti frigoriferi per la refrigerazione e per il condizionamento la ventilazione viene progettata in modo tale che l’aria ambiente che deve asportare il calore transiti per prima attraverso la batteria alettata e poi attraversi la ventola che crea la movimentazione del flusso d’aria. Per tale ragione tali ventole vengono denominate “aspiranti”. Il vantaggio che si ricava con una simile soluzione è che l’aria ambiente, il cui compito è quello di raffreddare il condensatore sottraendo calore al refrigerante che deve compiere il cambiamento di stato, attraversa la batteria alla temperatura più bassa possibile rispetto a quella ambiente. Ad esempio, in una giornata con tem- peratura dell’aria a +27 °C la batteria condensante viene attraversata da aria a +27 °C e non da aria più calda, fatto che comporterebbe un minor effetto raffreddante della stessa a parità di portata. Se dal punto di vista dello scambio termico la situazione appena descritta è ideale, esiste però il problema che l’aria che viene “risucchiata” dalla ventola attraverso la batteria convoglia anche una discreta quantità di sporcizia che si trova in sospensione nell’aria stessa. In mancanza di griglie di protezione, tale sporcizia va a intasare il condensatore, occludendo parzialmente o totalmente gli spazi esistenti tra un’aletta e l’altra. Esiste un’altra controindicazione ad utilizzare una ventola aspirante sul condensatore. Infatti, l’aria calda che esce dalla batteria condensante necessariamente deve lambire il motore elettrico della ventola. In condizioni di funzionamento standard tale aria risulta essere comunque più fresca del motore elettrico e quindi provoca un benefico effetto su di esso, abbassandone la sua temperatura. Invece, in condizioni di funzionamento gravoso, ossia con alte temperature ambiente, l’aria che esce dal condensatore può raggiungere temperature troppo elevate per garantire un adeguato raffreddamento del motore elettrico della ventola, contribuendo, così, ad un suo ulteriore surriscaldamento invece che apportare una diminuzione della sua temperatura. UN’OCCHIATA ALLE VENTOLE DEL CONDENSATORE Il mancato raffreddamento del motore elettrico della ventola, anzi il suo ulteriore surriscaldamento provocato dall’aria che esce dal condensatore, non è un fenomeno positivo se si desidera che tale motore possa durare nel tempo. Quando la condensazione avviene in ambienti caratterizzati da particolari situazioni gravose (come quelli in cui la temperatura ambiente è molto elevata) va tenuto presente che i componenti, frigoriferi ed elettrici, del circuito devono avere caratteristiche particolari. Ad esempio se l’aria in cui avviene la condensazione si trova ad una temperatura di 35 °C la condensazione avviene a circa 50 °C (vedi figura 1). Questo significa che l’aria che esce dal condensatore può trovarsi ad una temperatura attorno a 43-45 °C. Essa, se la ventola del condensatore è di tipo aspirante, investe in seguito il motore elettrico della ventola. I motori elettrici di piccola potenza funzionanti a 50 Hz solitamente vengono dimensionati per funzionare con temperature ambiente massime attorno ai 40 °C. Questo significa che sia la batteria di scambio sia il motore delle ventole lavorano in condizioni limite. Tale situazione limite non si presenta di frequente, per cui nella maggior parte della propria vita lavorativa condensatore e motore si troveranno a funzionare in condizioni più favorevoli, ossia con temperature più basse. Il problema nasce quando il processo di condensazione deve avvenire in Tabella 1. Potenze ammissibili P/PN (%) Attitudine slm (m) Temperatura ambiente (°C) fino 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 fino 40 100 98 94 91 87 92 77 45 97 95 91 88 84 79 74 50 93 91 87 84 81 76 71 55 88 86 82 80 76 72 67 60 82 80 77 74 71 67 63 Figura 1. Esempio delle temperature di funzionamento del condensatore e del motore delle ventole aspiranti con temperature ambiente di 35 °C. ambienti ad alta temperatura. Se, per esempio, la temperatura dell’aria è di 50 °C, allora la temperatura di con- Distributore SUNISO leader mondiale lubrificanti minerali e sintetici (P.O.E.) per compressori frigoriferi 00157 ROMA - Via Melissa, 8 Tel. (+39) 06 41793441-5232 Fax (+39) 06 41793078 www.sacirt.it [email protected] densazione si aggira attorno a 65 °C e l’aria che esce dalla batteria si trova, dopo essersi riscaldata acquistando calore dal refrigerante, ad una temperatura che si aggira attorno ai 58-60 °C. A questo punto, se essa investe il motore della ventola non è in grado di garantirne il necessario raffreddamento. DECLASSAMENTO DEL MOTORE Se il fattore di servizio del motore è 1, come accade per la maggior parte dei motori elettrici di piccola potenza, esso non può mai funzionare in condizioni di sovratemperatura, in quanto in fase progettuale esso non è stato dimensionato per sopportare tale tipo di funzionamento, anche per brevi 33 intervalli di tempo. Il problema delle sovratemperature è molto importante se si vuole preservare il motore da eventuali guasti durante il suo funzionamento. Per comprendere tale fatto basti pensare che, in linea di massima, ogni 10 °C di aumento della temperatura di funzionamento può comportare una diminuzione di più del 50% della durata di vita dell’isolamento. Questo si traduce in una maggiore probabilità che con il tempo il motore vada in cortocircuito o scarichi a massa. Quindi se il motore è costretto a lavorare in ambienti con alte temperature deve essere declassato per poter garantirne la sua durata nel tempo. Ciò vuol dire che deve funzionare a potenze inferiori a quella nominale, alla medesima tensione e frequenza di alimentazione di quella nominale. In pratica deve assorbire meno corrente, così si riscalda di meno e “compensa” il negativo effetto dovuto alle alte temperature ambiente. Nella tabella 1 viene riportato, a titolo d’esempio, il fattore di declassamento di un motore in funzione delle temperature ambiente. Come si può notare, a livello del mare il motore può erogare la sua potenza nominale di targa fino a temperature ambiente di 40 °C mentre per temperature superiori tale potenza si riduce: già a 45 °C ambiente la potenza va ridotta del 3 % rispetto quella nominale, mentre a 50 °C del 7% e così via fino ad una riduzione del 18% per temperature ambiente di 60 °C. Ciò significa che ogni 100 W di potenza nominale del motore della ventola dobbiamo rinunciare a 18 W. MOTORI PER ALTE TEMPERATURE Il declassamento del motore non è cosa realizzabile sull’unità condensante dell’impianto di condizionamento. Infatti, la riduzione della potenza assorbita (e quindi erogata) dal motore della ventola comporta inevitabili variazioni nella portata del flusso d’aria che interessa la batteria di scambio. Come ben sappiamo, meno aria significa minore raffreddamento del condensatore e quindi aumento della sua pressione di lavoro. Questo non è 34 accettabile sia perchè comporta un aumento dei consumi elettrici dell’impianto sia perchè, nel caso specifico, il nostro impianto è a servizio in un luogo in cui già si deve lavorare in condizioni critiche a causa delle alte temperature ambiente. La diminuzione della portata d’aria non farebbe altro che peggiorare ulteriormente le già gravose condizioni di lavoro dell’impianto. Il problema, allora, si risolve ricorrendo all’impiego di ventole dotate di motori elettrici per alte temperature. Tali motori vengono costruiti adottando particolari accorgimenti sia per quanto riguarda i materiali che la tecnologia costruttiva. Ad esempio gli avvolgimenti elettrici del motore vengono costruiti utilizzando filo di rame per resistere ad alte temperature. così come tutte le connessioni elettriche, ed il filo di rame viene opportunamente collocato nelle cave del motore con lo stesso scopo. A seconda delle sovratemperature che può sopportare, il motore può essere classificato in varie classi. La classe di sovratemperatura è il valore di temperatura che deve essere sommato alla temperatura ambiente per determinare la temperatura finale di lavoro. Ad esempio in classe B la temperatura che possono raggiungere gli avvolgimenti del motore in più rispetto alla temperatura ambiente è di 80 K mente in classe F è di 105 K e in classe H è di 125 K. Questo significa che il motore di una ventola in classe B può funzionare con temperature degli avvolgimenti fino a circa 130 °C senza che per questo vada incontro a problemi di funzionamento nel tempo. È quindi un motore che può essere ritenuto idoneo per azionare la ventola di un condensatore di un impianto che deve lavorare in particolari condizioni gravose di temperatura ambiente. ● ULTIME NOTIZIE Notizie dall’Europa da refripro.eu POLITICA & AMBIENTE Diminuito l’uso dei gas fluorurati in Europa Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, rispetto al 2012, la quantità di gas fluorurati immessa nel mercato europeo nel 2013 è diminuita del 2,4% in termini di tonnellate e dell’1,4% in termini di CO2 equivalente. 4° Simposio sui fluidi refrigeranti di Dubai Il 28 e il 29 ottobre, si è tenuto a Dubai il 4° Simposio sui fluidi refrigeranti nei paesi con temperatura ambiente elevata. Il Simposio è stato organizzato da ESMA, AHRI, UNIDO e UNEP ed è stato co-sponsorizzato dall’EPEE, l’associazione europea dei produttori delle tecnologie per la refrigerazione, la climatizzazione e le pompe di calore. INDUSTRIA & TECNOLOGIA La Cina annuncia la chiusura di cinque linee di produzione di HCFC La Cina ha annunciato la chiusura di cinque linee di produzione di HCFC, ossia del 16% del volume totale della sua produzione. Simposio AFCE: scetticismo rispetto al nuovo regolamento sui gas fluorurati In occasione del simposio tradizionale dell’AFCE, tenutosi il 23 ottobre a Parigi, la nuova Regolamentazione sui gas fluorurati è stata accolta con scetticismo. ECONOMIA & GENERALITÀ Pratiche anticoncorrenziali: la Commissione interpella Honeywell e DuPont La Commissione teme che una serie di accordi, conclusi tra Honeywell e DuPont nel 2010 relativi alla produzione del R-1234yf, possa intralciare la concorrenza sul mercato del R-1234yf. Gli accordi in questione riguardano in particolare l’organizzazione della produzione e lo sviluppo dei processi di fabbricazione. Le pompe di calore ci permetteranno di evitare l’importazione di gas russo? Secondo l’associazione europea delle pompe di calore EHPA, l’installazione di 60 milioni di pompe di calore entro il 2030, eviterebbe all’Europa d’importare il gas russo. Attualmente in Europa sono installati 6 milioni di pompe di calore. Speciale nuova normativa riduzione gas fluorurati Nuovo Regolamento Europeo F-gas 517/2014 Chiarimenti su certificazione necessaria per acquisto F-gas ALESSANDRO BORRI Nella foto Ennio Campagna - Rivoira presenzia ad un corso CSG Direttore Generale Rivoira Refrigerant Sono state chiarite le corrette modalità a cui ottemperare per l’acquisto e per la vendita dei gas refrigeranti fluorurati (HFC), tematica che aveva suscitato alcune perplessità e/o dubbi interpretativi da parte dei diversi operatori del settore (distributori gas refrigeranti, rivenditori di componentistica, installatori e frigoristi). L’interpretazione definitiva in merito alla corretta applicazione del Regolamento Europeo 517/2014 è stata ottenuta grazie al concreto interessamento del Ministero dell’Ambiente – Direzione Generale per lo Sviluppo Sostenibile, il Clima e l’Energia, al quale Rivoira Refrigerants ha rivolto la richiesta di chiarimenti ottenendo un riscontro avallato anche dalla Commissione Europea. Con la finalità di inquadrare il contesto normativo elenchiamo i tre articoli del Regolamento Europeo che si focalizzano sulla tematica dell’acquisto e vendita di gas refrigeranti. funzionamento dipende da tali gas; d) installa, fornisce assistenza, manutiene, ripara, verifica le perdite o smantella apparecchiature che contengono o il cui funzionamento dipende da gas fluorurati a effetto serra; e) è l’operatore di apparecchiature che contengono o il cui funzionamento dipende da gas fluorurati a effetto serra; f) produce, importa, esporta, immette in commercio o distrugge i gas elencati nell’allegato II; g) immette in commercio prodotti o apparecchiature contenenti i gas elencati nell’allegato II; N.B.: il termine «impresa» è stato tradotto, non perfettamente, nella versione italiana del regolamento dal termine originale inglese “undertaking”; è stato finalmente chiarito che tale definizione va interpretata in senso ampio, ovvero intendendo come “impresa” colui che prende in consegna il gas HFC, sia come persona fisica che giuridica. Capo I DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 2 – Definizioni Paragrafo 30 «impresa», la persona fisica o giuridica che: a) produce, utilizza, recupera, raccoglie, ricicla, rigenera o distrugge gas fluorurati a effetto serra; b) importa o esporta gas fluorurati a effetto serra o prodotti e apparecchiature che contengono tali gas; c) immette in commercio gas fluorurati a effetto serra o prodotti e apparecchiature che contengono o il cui Capo II CONTENIMENTO Articolo 6 – Tenuta dei Registri Paragrafo 3 Ai fini dell’articolo 11, paragrafo 4, le imprese che forniscono gas fluorurati a effetto serra istituiscono registri contenenti informazioni pertinenti relative agli acquirenti di gas fluorurati a effetto serra, compresi i seguenti dettagli: a) i numeri dei certificati degli acquirenti; e b) le rispettive quantità di gas fluorura- ti a effetto serra acquistati. Le imprese che forniscono gas fluorurati a effetto serra conservano tali registri per almeno cinque anni. Le imprese che forniscono gas fluorurati a effetto serra, su richiesta, mettono tali registri a disposizione dell’autorità competente dello Stato membro interessato o della Commissione. Capo III IMMISSIONE IN COMMERCIO E CONTROLLO DELL’USO Articolo 11 – Restrizioni all’immissione in commercio Paragrafo 4 Ai fini dell’esercizio dell’installazione, assistenza, manutenzione o riparazione delle apparecchiature che contengono gas fluorurati a effetto serra o il cui funzionamento dipende da tali gas per cui è richiesto un certificato o un attestato a norma dell’articolo 10, i gas fluorurati a effetto serra sono esclusivamente venduti a e acquistati da imprese in possesso dei certificati o degli attestati pertinenti a norma dell’articolo 10 o da imprese che impiegano persone in possesso di un certificato o di un attestato di formazione ai sensi dell’articolo 10, paragrafi 2 e 5. Il presente paragrafo non impedisce alle imprese non certificate che non svolgono le attività di cui alla prima frase del presente paragrafo, di raccogliere, trasportare o consegnare gas fluorurati a effetto serra. In pratica: 1. per poter acquistare (tecnico del freddo) o vendere (es. distributore 35 nazionale di gas refrigeranti, rivenditore di componentistica aftermarket) refrigerante, colui che acquista deve essere in possesso: a. del patentino personale del frigorista (PIF) oppure b. della certificazione della azienda (CIF). Infatti, si fa riferimento alla definizione con interpretazione in senso ampio del termine inglese “undertaking” ovvero di “colui che prende in consegna” il gas refrigerante sia come persona fisica che giuridica. “Coloro che prendono in consegna” sono quindi aziende (imprese), ma anche tecnici frigoristi indipendenti; in altri termini possono anche essere persone, ovvero tecnici del freddo, che manipolano ed effettuino attività che coinvolgano gas fluorurati, includendo gli operatori e le aziende costruttrici. Quindi, gli F-Gas possono essere venduti sia alle persone fisiche in possesso di certificazione/attestazione personale (PIF) che alle imprese in possesso di certificazione/attestazione aziendale (CIF). Tali soggetti devono essere regolarmente registrati (sezione C) con certificato in corso di validità sul registro telematico F-Gas del Ministero dell’Ambiente, disponibile all’indirizzo http://www.fgas.it/Ricerca per le seguenti attività: – 303/2008 “Attività di Installazione, manutenzione o riparazione di apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra (articolo 8 del D.P.R. n. 43/2012) svolte ai sensi dell’articolo 2 del Regolamento (CE) n. 303/2008 36 – 304/2008 “Attività di Installazione, manutenzione o riparazione di impianti fissi di protezione antincendio e di estintori contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra (articolo 8 del D.P.R. n. 43/2012) svolte ai sensi dell’articolo 2 del Regolamento (CE) n. 304/2008” – 305/2008 e 306/2008 (non attinenti al mercato refrigerazione e condi- zionamento) 2. in accordo all’articolo 6 – paragrafo 3 del Regolamento Europeo: a. i distributori (nel caso di vendita diretta ad installatori, frigoristi, utilizzatori finali) b. i rivenditori di componentistica aftermarket (nel caso di vendita ad installatori, frigoristi, utilizzatori finali) che forniscono gas fluorurati ad effetto serra devono: – richiedere la compilazione di un modello (autodichiarazione) nella quale vengono chiaramente indicati • ragione sociale e indirizzo dell’azienda acquirente • tipologia di utilizzo del refrigerante (rivendita, prima carica impianto, avviamento e manutenzione impianto ecc.) • certificazione azienda • certificazione del personale N.B. Rivoira Refrigerants ha predispo- REGOLAMENTO (UE) N. 517/2014 DEL 16 APRILE 2014 SUI GAS FLUORURATI A EFFETTO SERRA MODULO RICHIESTA CERTIFICAZIONI AZIENDALI E/O PERSONALI Il nuovo Regolamento F-Gas, le cui disposizioni si applicheranno a decorrere dal 1° Gennaio 2015, stabilisce dei limiti all’immissione al commercio dei gas fluorurati (F-Gas), al fine di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra nell’ambiente; ciò avverrà limitando progressivamente le quantità prodotte ed importate nella UE e vietando l’uso di F-Gas ad elevato GWP (Global Warming Potential = Potenziale di Riscaldamento Globale) in particolari applicazioni, sia in impianti nuovi, che in manutenzione. Il Regolamento introduce anche prescrizioni per i soggetti, quali Rivoira Refrigerants, che forniscono gas fluorurati, dovendo essi creare e mantenere per almeno 5 anni dei registri con tutte le informazioni rilevanti sugli acquirenti di gas fluorurati, incluso il numero delle loro certificazioni e le quantità di gas fluorurati acquistati. A tale scopo, seguendo le linee guida di Assogastecnici / Federchimica, abbiamo preparato un questionario che trovate nella pagina successiva o che potete richiedere via e-mail in formato Acrobat PDF editabile, e che deve essere restituito compilato con la dichiarazione d’uso degli F-Gas. Il questionario, una volta compilato, permetterà di comprendere se la Società, in base al nuovo regolamento europeo: a) non sarà tenuta a fornire copia delle certificazioni (in questa casistica rientrano i rivenditori, i costruttori di apparecchiature ed impianti che non fanno uso di gas fluorurati al di fuori delle loro unità produttive, gli esportatori di F-Gas al di fuori del territorio dell’Unione Europea) b) sarà obbligata a fornire copia delle certificazioni (in questa casistica rientrano frigoristi, installatori, manutentori) Precisiamo inoltre che anche coloro che, per la tipologia di attività svolta, non saranno tenuti a fornire la certificazione, dovranno comunque dichiarare il tipo di utilizzo dei gas refrigeranti fluorurati (F-Gas). sto un apposito modulo (immagine a lato). – istituire appositi registri contenenti tutte le informazioni pertinenti relative agli acquirenti di gas fluorurati a effetto serra, ovvero i seguenti dettagli: • i numeri dei certificati degli acquirenti; • le rispettive quantità di gas fluorurati a effetto serra acquistati. Le imprese di cui ai punti a) e b) che forniscono gas fluorurati a effetto serra devono conservare tali registri per almeno cinque anni; devono altresì mettere tali registri a disposizione dell’autorità competente dello Stato membro interessato o della Commissione. FAQ (domande frequenti) Domanda 1 E’ sufficiente l’autocertificazione di colui che ritira gli F-Gas (con n° certificazione aziendale e/o personale) oppure è necessario anche consegnare una copia della certificazione stessa per successiva archiviazione ottica da parte dell’impresa che fornisce gas fluorurati ad effetto serra? Risposta A valle di verifiche effettuate riteniamo che copia della certificazione debba essere da richiesta e inserita su archiviazione ottica, considerato che la stessa deve essere messa a disposizione per un periodo minimo di 5 anni in caso di controlli da parte delle autorità competenti. Domanda 2 La persona ovvero “colui che prende in consegna” il gas refrigerante è colui che ritira fisicamente i recipienti contenenti F-Gas dal banco e/o dal magazzino del rivenditore e/o del distributore (esempio… ritira le bombole e le colloca nel furgone)? Il chiarimento si rende necessario perché se l’accezione “prende in consegna” venisse applicata alla lettera non sarebbe possibile, ad esempio, consegnare i recipienti ad un operatore (magazziniere ad esempio) non in possesso di certificazione. Risposta a. Azienda installatrice Un dipendente dell’azienda installatrice certificata (ad esempio un magazziniere) può ritirare fisicamente i recipienti contenenti F-Gas pre- sentando la regolare certificazione dell’azienda (e quindi prende in consegna le bombole con quella e non con la certificazione della persona). b. Aziende costruttrici di impianti Nel caso di aziende costruttrici di apparecchiature e impianti che non fanno uso di gas fluorurati al di fuori delle loro unità produttive non è necessario indicare il numero della certificazione (basterà compilare il modello allegato selezionando l’apposita casella). c. Utilizzatori finali (supermercati, aziende alimentari, aziende chimi- che, ospedali, banche ecc. ecc.) Nel caso di utilizzatore finale non in possesso della certificazione aziendale (CIF), ad esempio un supermercato e/o un’azienda alimentare che acquisti direttamente gas refrigerante, i recipienti non possono essere presi in consegna da personale che non sia in possesso di certificazione personale (PIF); in altre parole i recipienti possono essere soltanto presi in consegna dal personale addetto alla manutenzione interna, che deve obbligatoriamente presentare il patentino del frigorista. 37 Assistenza tecnica agli abbonati - soci ATF Preparati alla normativa sugli F-gas MARIARITA DELLA RAGIONE Danfoss PROGRAMMA DI CONTROLLO DEI REFRIGERANTI Il grafico illustra i tempi del phase-out dei refrigeranti HCFC secondo quanto concordato nel Protocollo di Montreal e le diverse proposte per il phase-down degli HFC. La curva iniziale relativa alle proposte sugli HFC è indicativa e non fa parte delle proposte. Forse il meccanismo più efficace delle normative sugli F-gas sarà il phasedown dei refrigeranti HFC in base al GWP. Il phase-down consentirà di ridurre l’offerta di refrigeranti ad alto GWP nei paesi in cui la domanda non può essere soddisfatta. A sua volta, questo comporterà prezzi significativamente più elevati dei refrigeranti HFC. Più alto sarà il GWP, più elevato sarà il prezzo. Sebbene i refrigeranti di transizione come R407A e R407F non siano direttamente interessati dai divieti nel breve termine, il loro prezzo sicuramente aumenterà e questi refrigeranti diventeranno proibitivi per la maggior parte delle applicazioni che richiedono diversi kg di carica. I VANTAGGI DEI REFRIGERANTI PER LE VOSTRE APPLICAZIONI Negli ultimi due decenni, il settore della refrigerazione e della climatizzazione ha compiuto enormi progressi in termini di riduzione dell’utilizzo di refrigeranti dannosi per l’ozono. Da una prospettiva generale, la tendenza è che l’industria si stia muovendo 38 sempre più verso refrigeranti naturali, ove ciò sia tecnicamente attuabile. È molto probabile che i refrigeranti sintetici svolgeranno ancora un ruolo importante nel settore della refrigerazione e della climatizzazione, ma solo in impianti a carica ridotta, che utilizzano le nuove sostanze a basso potenziale di riscaldamento globale (GWP). Parametri quali efficienza, sicurezza, impatto ambientale, ridotta permanenza in atmosfera, proprietà chimiche e fattori economici influenzeranno la scelta dei futuri refrigeranti. Di seguito riportiamo una breve panoramica sui vantaggi offerti dai refrigeranti in varie applicazioni. CO2 (R744) • Grazie al basso GWP, la CO2 è particolarmente adatta per le applicazioni di food retail, dove l’impatto è minimo in caso di perdite e le sue proprietà termodinamiche la rendono ideale per il recupero di calore. • I cicli di CO2 transcritici eliminano una grande proporzione del ciclo termico ad alte temperature e il refrigerante è quindi particolarmente indicato per le pompe di calore. • Nella refrigerazione industriale, la CO2 consente di ridurre la carica di ammoniaca, aumentare l’efficienza e ridimensionare le apparecchiature di refrigerazione. • Nel trasporto refrigerato, applicazioni commerciali leggere e electronics cooling, la CO2 offre una soluzione non infiammabile ed ecocompatibile. Ammonica (NH3) • L’ammoniaca è uno dei refrigeranti più efficienti dal punto di vista energetico in applicazioni ad alta e bassa temperatura. Con una crescente attenzione rivolta al consumo di energia, l’ammoniaca è una scelta sicura e sostenibile per il futuro. • L’ammoniaca offre migliori proprietà di trasferimento del calore rispetto alla maggior parte dei refrigeranti chimici e quindi i costi di costruzione dell’impianto saranno inferiori. Queste proprietà ottimizzano inoltre il rendimento termodinamico dell’impianto, in quanto ne riduce i costi operativi. • Con un GWP e un ODP (Ozone Depletion Potential) pari a zero, l’ammoniaca è un refrigerante particolarmente ecosostenibile. • In molti paesi, il costo dell’ammoniaca (per kg) è notevolmente inferiore a quello degli HFC. Idrocarburi (R290, R600) • Offrono un’elevata efficienza energetica e capacità rispetto agli HFC. • L’infiammabilità ne limita l’uso in piccoli impianti e chiller (per es. i chil- ler impiegati negli impianti di refrigerazione alimentare o per il condizionamento dell’aria di interi edifici). • Consente di ottenere temperature di evaporazione molto basse senza surriscaldamento del compressore in applicazioni con pompe di calore (con gli HFC, è necessario installare una resistenza supplementare per le giornate particolarmente fredde). HFC • Una soluzione di transizione che può essere utilizzata in impianti retrofit con HFC ad alto GWP. In genere R407 A/F al posto di R404A HFC e HFO lievemente infiammabili • Il basso GWP e la bassa infiammabilità li rendono idonei per gli impianti relativamente grandi. • Particolarmente interessanti per il condizionamento dell’aria in mancanza di alternative naturali con un GWP ultra basso. • Idonei anche per gli impianti di refrigerazione in cui un design tradizionale con HFC può essere usato con modifiche di piccola entità (e spesso con una ridotta diminuzione delle prestazioni). Processo di approvazione Danfoss Prima di immettere prodotti per refrigeranti infiammabili sul mercato, Danfoss ricorre a un esaustivo processo di approvazione. I passi principali includono: • Assicurare il rispetto della Direttiva sulle apparecchiature a pressione 97/23/CE (PED) per il gruppo di fluidi I. Ottenere l’approvazione di terzi, se necessario. • Valutare le fonti di accensione per la conformità con ATEX zona 2. Ottenere l’approvazione di terzi, se necessario. • Valutare o testare la compatibilità chimica tra gli elastomeri e le specifiche dei refrigeranti infiammabili in questione. • Aggiornare la documentazione interna per assicurare che eventuali cambi di prodotto futuri tengano conto dell’infiammabilità. • Aggiornare la documentazione, le tabelle di capacità e altri documenti pertinenti per i clienti Danfoss. Il processo di approvazione è solo una parte della procedura di valutazione del rischio che guida il nostro approccio ai refrigeranti infiammabili. Questo processo tiene continuamente in considerazione la legislazione, le norme di sicurezza e l’esperienza di settore con i refrigeranti infiammabili. Il risultato è una procedura interna continuamente aggiornata per le vendite e la progettazione dei prodotti in funzione delle esigenze del mercato, ma con la sicurezza come priorità assoluta. 39 Speciale nuova regolamentazione gas fluorurati Importanti obblighi per i proprietari di celle frigorifere e condizionatori MADI SAKANDE New Cold System La nuova Regolamentazione 517/2014 del 16 aprile 2014 sui gas fluorurati a effetto serra, abroga (annulla) il Regolamento (CE) n. 842/2006. Il Regolamento entra in vigore il 9 giugno 2014 e si applica a decorrere dal 1° gennaio 2015. Il Regolamento 842/2006 a decorrere dal 1° gennaio 2015 è abrogato. Principali novità e modifiche rispetto al regolamento che era in vigore precedentemente: 1. Non sarà più la quantità di F-gas contenuta ad essere considerata, ma l’impatto ambientale misurato come tonnellate di CO2 equivalente GWP (global warming potential) del F-gas considerato per il quantitativo in tonnellate contenute nel circuito) 2. Inclusione degli impianti su autocarri, rimorchi (e container) refrigerati, sia nelle visite periodiche sia nei Registri Apparecchiature 3. Controllo dell’uso HFC ad alto GWP – Restrizione immissione in commercio. OBBLIGO DEL REGISTRO DI IMPIANTO E APPARECCHIATURA Quali controlli prescrive? • La apparecchiature fisse e mobile di refrigerazione devono essere controllate da personale specializzato (imprese o privati iscritti al “Registro telematico nazionale delle persone e delle imprese certificate” visualizzabile su: www.fgas.it), come previsto dall’ art. 13 del DPR 43/2012, con la frequenza nella tabella sotto citata. 40 Quali sono gli impianti interessati alla manutenzione periodica? • tutti gli impianti di climatizzazione invernale ed estiva, apparecchiature fisse e mobili di refrigerazione, • pompe di calore fisse, • apparecchiature fisse di protezione antincendio, • celle frigorifere e autocarri-rimorchi refrigerati, • chiller (refrigeratore acqua). 1. devono essere muniti di un “libretto di impianto”se la quantità del refrigerante è superiore o uguale al valore minimo segnato sulla tabella precedente 2. devono essere registrati sul sito dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale: www.ispra.it Dove trovo i dati sul mio impianto senza libretto? • Dalla targhetta posizionata lateralmente osservo: gas Rxxx peso x.xxkg • Verifico sulla tabella superiore la periodicità della manutenzione. Devo cambiare il mio impianto? • No, devo solo adeguarmi e fare eseguire le verifiche periodiche da azienda certificata a norma CE 303/2008. Devo cambiare il gas refrigerante? • No, il cambio viene fatto solo in caso di impianto vuoto o grosso guasto in ogni caso viene preventivamente concordato con l’installatore di fiducia, certificato secondo CE 303/2008. Posso da solo verificare l’impianto? • No, solo personale con regolare pa- tentino (PIF o PEF) impiegato in aziende registrate e certificate F-GAS. Con quale cadenza devo verificare l’impianto? • In funzione del peso e del tipo di gas che leggo sull’etichetta (vedi tabella sopra). Come si presenta il registro di impianto e di apparecchiature? • E’ un libretto cartaceo dove il tecnico certificato annota tutte le informazioni sull’impianto frigorifero secondo il regolamento CE 303/2008. Chi controlla la conformità degli impianti? • Carabinieri (NOE: Nucleo Operativo Ecologico) • Guardia Costiera • Guardia Forestale Il titolare dell’impianto è responsabile? • Sì, il responsabile è il titolare dell’impianto (vedi sanzioni). Viene chiamato anche “Operatore”. Qualora stipula un contratto con l’azienda certificata per seguire il suo impianto dovrà specificare le operazioni/responsabilità. LE SANZIONI Ricordiamo che per le apparecchiature e gli impianti in questione è previsto l’obbligo di predisporre appositi registri di controllo ove devono essere annotati le quantità aggiunte, recuperate o eliminate di gas refrigerante. Sanzioni a capo dell’operatore per la mancata predisposizione del registro dei controlli o la tenuta dello stesso in maniera incompleta, inesatta o non riportante tutti i dati previsti. Salvo che il fatto costituisca reato, è prevista la sanzione amministrativa: • da 7.000 euro a 100.000 euro, nei confronti dell’operatore che non tiene il registro i cui modelli sono stati predisposti dal Ministero dell’Ambiente; • da 7.000 euro a 100.000 euro, nei confronti dell’operatore che non tiene il registro: – dell’apparecchiatura di refrigerazione, di condizionamento d’aria, delle pompe di calore contenenti gas fluorurati a effetto serra; – del sistema degli impianti fissi di protezione antincendio, in modo incompleto, inesatto o comunque non riportante i seguenti dati: – nome dell’operatore, indirizzo postale e numero di telefono; – quantità e tipo di gas fluorurati a effetto serra installato nell’apparecchiatura o nell’impianto; – quantità eventualmente aggiunte e quelle recuperate durante le operazioni di manutenzione, di riparazione e di smaltimento definitivo; – eventuali altre informazioni pertinenti; – identificazione della società o del tecnico che ha eseguito la manutenzione o la riparazione; – data e risultati dei controlli effettuati; • da 7.000 euro a 100.000 euro, nel caso in cui l’operatore utilizzi un registro non conforme a quello previsto dal Ministero dell’Ambiente e pubbli- cato nel proprio sito internet; • da 500 euro a 5.000 euro, nei confronti dell’operatore che non mette a disposizione il registro: – al Ministero dell’Ambiente, per il tramite dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca dell’ambiente (ISPRA); e/o – alla Commissione europea. Sanzioni a capo dell’operatore che non comunica, entro il 31 maggio di ogni anno, la quantità di gas fluorurati a effetto serra emessi in atmosfera nell’anno precedente o comunica detti dati in maniera incompleta, inesatta o comunque non utilizzando il modello previsto. Salvo che il fatto costituisca reato, è prevista la sanzione amministrativa da 1.000 euro a 10.000 euro nei confronti dell’operatore che: • non provvede ad inviare, entro il 31 maggio di ogni anno, al Ministero dell’Ambiente, per il tramite dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca dell’ambiente (ISPRA) una dichiarazione contenente le informazioni riguardanti la quantità di gas fluorurati a effetto serra emessi in atmosfera nell’anno precedente; • trasmetta al Ministero, per il tramite dell’ISPRA, una dichiarazione incompleta o inesatta; • utilizzi una dichiarazione non conforme al formato previsto dal Ministero dell’Ambiente e pubblicato nel proprio sito internet pervia ufficializzazione con apposito avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. La dichiarazione dovrà riportare i dati contenuti nel relativo registro. Ora scelga in modo consapevole il suo tecnico frigorista!!! Ultime informazioni su www.associazioneATF.org Continua a seguire Centro Studi Galileo su: 41 Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF I giorni contati dell’R22 e dei refrigeranti HFC 178ª lezione di base PIERFRANCESCO FANTONI ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI CENTOSETTANTOTTESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 15 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi”: 1) calendario corsi 2014, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica. È DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni: 0142.452403 [email protected] 42 Introduzione Continuiamo ad evidenziare le differenze esistenti tra la gestione dei vecchi refrigeranti, come l’R22, e le miscele di nuova generazione, in special modo quelle che presentano un glide di temperatura piuttosto marcato, come l’R407C o l’R422A/D. Anche quando si eseguono i controlli tramite misure di pressione e temperatura possono insorgere dei piccoli problemi d’ordine pratico, che comunque sono facilmente risolvibili se si conoscono i principi di base del settore. Quale temperatura di evaporazione? Quando montiamo il manometro di bassa pressione sul circuito frigorifero possiamo leggere immediatamente a quale pressione sta lavorando l’impianto ed avere anche la temperatura a cui sta avvenendo l’evaporazione. Talvolta risulta essere molto comodo e veloce avere le temperature direttamente dal manometro, senza dover utilizzare un termometro. Tale lettura è immediata quando si usano refrigeranti che non presentano problemi di glide, come l’R22, l’R134a o il 410A. Se però si lavora con una miscela zeotropa, come può essere l’R407C o l’R422A/D, la lettura della temperatura sul manometro deve essere fatta con una certa accortezza. Nella figura 1 è riportato un manometro di bassa che, tra le altre, riporta la scala delle temperature per l’R407C. Innanzitutto, va notato che la scala delle temperature cui fa riferimento il manometro è quella del liquido che, come ormai ben sappiamo, è ben diversa dalla scala di temperatura del vapore. Detto questo, se sul manometro leggiamo una temperatura di +5 °C, cui corrisponde una pressione di circa 0,56 Mpa (ossia 5,6 bar), dobbiamo prestare attenzione al fatto che tale valore si riferisce, come scritto sul quadrante dello strumento, alla temperatura di inizio evaporazione, quella che altrimenti viene anche detta temperatura di bolla. Se per verifica utilizzamo un termometro e lo poniamo a contatto dell’evaporatore in un punto qualsiasi, probabilmente ben difficilmente riusciremo a misurare una temperatura di +5°C. Rimane, allora, da capire come mai manometro e termometro non ci forniscono la stessa misura. Le miscele richiedono una certa attenzione Il problema, se ci pensiamo bene, non è di poco conto. Se vogliamo fare una regolazione fine della carica del nostro impianto e, per far questo, ci basiamo sulla temperatura di evaporazione è necessario poter determinare in maniera inequivocabile tale valore mediante gli strumenti. Per chiarire la questione, proviamo a riferirci al funzionamento di un’evaporatore, come mostra la figura 2. La pressione di evaporazione è di 5,6 bar, cui corrisponde, come sopra detto, una temperatura di bolla di +5 °C. Tale tem- Figura 1. Lettura della temperatura dell’R407C sulla scala del manometro. Pressione bar 0 + 0,5 + 1,0 + 2,0 + 3,0 + 4,0 + 5,0 + 5,6 + 6,0 + 7,0 T bolla (°C) - 44,3 - 35,4 - 28,7 - 18,4 - 10,5 - 4,0 + 1,5 + 5,0 + 6,5 + 10,9 Tabella 1. T rugiada (°C) - 37,1 - 28,4 - 21,8 - 11,7 - 4,0 + 2,4 + 7,8 + 11,0 + 12,6 + 16,9 Temperatura media (°C) - 40,7 - 38,9 - 25,2 - 15,1 - 7,3 - 0,5 + 4,6 + 8,0 + 9,5 + 13,9 Figura 2. Esempio delle possibili temperature dell’407C durante la fase di evaporazione corrispondenti ad una pressione di circa 5,6 bar. peratura, come si vede in figura, non è la temperatura misurabile sull’evaporatore, ma è la temperatura a cui inizia il processo di evaporazione del refrigerante. Come sappiamo, già nel passaggio all’interno della valvola termostatica, quando avviene l’espansione, il liquido inizia parzialmente ad evaporare, per cui quando esso esce dalla valvola già registriamo una temperatura superiore a +5 °C. In una miscela azeotropa il processo di evaporazione avviene con aumento progressivo della temperatura, per cui possiamo ipotizzare che in questo punto la temperatura sia già salita a +7°C. Quando il refrigerante entra nell’evaporatore possiamo essere in presenza già di un 30%, o forse anche più, di vapore, a seconda delle condizioni di funzionamento dell’impianto. Una piccola parte di liquido è ulteriormente già evaporatore all’interno del tubo che collega la valvola d’espansione con l’evaporatore, per cui la temperatura è ulteriormente salita, seppur di poco. Sta di fatto, comunque, che il nostro evaporatore lavora a temperature ben superiori a quella di 5 °C che possiamo leggere sul manometro. C’è manometro e manometro L’arcano sembrerebbe chiarito. Tuttavia non sempre è così. Esistono alcuni manometri che riportano una scala delle temperature per l’R407C, o per altri refrigeranti che presentano un glide, che si riferisce ai valori medi tra la temperatura di bolla e la temperatura di rugiada del refrigerante a quella pressione. Sembra che tutto sia fatto apposta per complicare le cose. Vediamo se è proprio così. Nella tabella 1 vengono riportati, per alcuni valori delle pressioni manometriche, le temperature per l’R407C di bolla, rugiada e le temperature medie tra queste due. 43 La colonna della temperatura media ci fornisce il valore che viene riportato sulla scala delle temperature dell’R407C del nostro manometro. Alla pressione di 5,6 bar esso ci segnala una temperatura di +8 °C, che rappresenta la temperatura di funzionamento grossomodo della parte centrale dell’evaporatore del nostro circuito frigorifero (vedi figura 2). Quindi l’indicazione che ci viene fornita dalla lettura dello strumento trova all’incirca corrispondenza nelle reali condizioni di funzionamento dell’evaporatore. Esistono anche casi di manometri che sulla scala delle temperature riportano la temperatura di rugiada, ossia quella del vapore. In questo caso in corripsondenza della pressione letta di 5,6 bar tale scala indica una temperatura di circa 11 °C. Tale valore rappresenta la temperatura del refrigerante al termine del suo processo di evaporazione, ossia del punto in cui il liquido si è esaurito completamente, punto dal quale in poi c’è tutto vapore. Nella figura 2 esso è individuabile all’incirca verso la parte terminale dell’evaporatore e non ha una determinazione ben fissa nelle varie condizioni di funzionamento del cicuito. Infatti se nell’evaporatore vi è scarsità di liquido esso tende ad arretrare, mentre se vi è abbondanza di liquido esso tende a portarsi verso la parte finale dell’evaporatore e può, talvolta nei casi più estremi, anche essere individuato lungo il tubo di aspirazione. ● È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. Cerca “Centro Studi Galileo” su Facebook Cerca “Centro Studi Galileo” su Twitter Cerca “Centro Studi Galileo” su YouTube Nuovo software F-gas control Registro delle apparecchiature COS’È? Un programma per tenere sotto controllo il lavoro che si effettua direttamente dal cantiere. Un Gestionale “on site” (direttamente in cantiere o dal cliente), per gestire tutti gli interventi in mobilità, completare in automatico registri e comunicare immediatamente in ufficio l’intervento effettuato per non perderne traccia e poter fatturare immediatamente. COSA CONSISTE: Un sistema per annotare tutti i lavori, dalla richiesta a quelli da terminare, appena terminati o in fase di avanzamento, direttamente condivisi con l’ufficio. Compilando 2 fogli, la richiesta di intervento e il foglio di intervento (a fine lavoro) vengono compilati una serie di registri per gestire gli interventi. TIPOLOGIA DI INTERVENTI: • interventi inerenti agli F-gas: utile alla gestione degli interventi, dei libretti e dei registri obbligatori richiesti dalla normativa per essere conformi alla certificazione F-gas. • interventi generici: utile alla gestione degli interventi di natura diversa dagli F-gas effettuati dal cliente, di tipo idraulico, elettrico, e artigianato in genere. COME FUNZIONA: • Il cliente chiama perche ha un problema • La ditta, compila il registro di richiesta intervento dove indica chi è il cliente e che problema ha • Viene automaticamente creato un registro degli interventi da effettuare in funzione alla tipologia (fgas, generico, ... ) • Chi va ad effettuare il lavoro ha traccia della tipologia del problema, in modo di recarsi dal cliente con l’attrezzatura e il materiale necessario • Ad intervento effettuato, si compila il foglio di intervento trasmettendo in automatico in ufficio cosa si è effettuato per poter fatturare subito e non perdere traccia dell’intervento. CIÒ PERMETTE DI: Non dimenticare interventi effettuati: CON UN SOLO INTERVENTO DIMENTICATO IL PROGRAMMA VIENE RIPAGATO. Non dimenticare interventi da fare avendo ne un elenco consultabile ovunque. Avere i registri obbligatori per legge auto-compilati senza perdite di tempo. Inoltre include: • Gestione magazzino scorte gas • Gestione magazzino generico • Checklist e istruzioni per manutenzione impianti refrigeranti • Istruzioni dei macchinari • Tabelle di calcolo. • Dichiarazioni di conformità (caldaie, elettrico, installazione,...) A CHI È INDIRIZZATO: A tutte le aziende artigiane per gestire interventi inerenti a: • F-gas idraulici • elettrici • caldaie • libretti di impianti termici • interventi generici per ogni attività artigiana. VANTAGGI: Il software permetterà alle aziende di: • velocizzare il lavoro richiesto dal protocollo di Kyoto • MANTENIMENTO REGISTRI IN AUTOMATICO • ottimizzare la gestione dei lavori. Il programma sfrutta una piattaforma internet per essere accessibile da ogni dispositivo connesso ad internet, in maniera da gestire l’operazione direttamente dal cliente e aggiornare in tempo reale i registri dell’azienda. La normativa degli F-gas, richiede di conservare obbligatoriamente i seguenti registri: • registro di richiesta intervento • registro di evasione ordine • registro degli interventi periodici programmati • registro gestione reclami • registro della gestione delle scorte di gas. UTILITÀ PER L’AZIENDA ACQUIRENTE: (non tutti i servizi sono inclusi inizialmente): • velocità di gestione degli interventi: l’intervento effettuato in cantiere viene annotato e subito disponibile in ufficio per la fatturazione • sicurezza della fatturazione del 100% degli interventi (con 1 intervento non fatturato per distrazione il programma viene già ripagato) • velocità di gestione dei registri (verranno compilati in automatico senza perdite di tempo in ufficio) • gestione semi automatica scorte gas • schemi di istruzioni per le rilevazioni da effettuare per compilare il libretto • schede tecniche e istruzioni dei climatizzatori ecc. per migliorare gli interventi • check list per interventi di manutenzione • pubblicità e convenzioni per acquisti gas, strumenti, e tarature strumenti • informative generiche su aggiornamenti normativi. UTILITÀ PER IL CLIENTE FINALE: (vantaggio per l’azienda acquirente che può vendere al cliente un valore aggiunto): • possibile integrazione con sistema di misura instantanea dei consumi delle macchine (il cliente finale, connettendosi, potrà visualizzare i consumi) • statistiche sugli storici di interventi inerenti alla macchina che l’installatore gli vuole installare (meno problemi ha riscontrato quella macchina e più l’acquirente sarà interessato a comprarla anche ad un prezzo superiore). QUANTO COSTA: Il costo è di 19 € al mese* acquistato con sconto CENTRO STUDI GALILEO, con canone annuo e periodo di prova gratuito iniziale. *Il costo è indicativo in quanto è in fase di definizione. 44 Speciale formazione per i soci ATF Componenti principali di refrigerazione: il compressore TERZA PARTE KELVIN KELLY – BUSINESS EDGEI NANO L’autore dell’articolo (a destra). Tratto da “Refrigeration, Air Conditioning and Heat Pumps Technology”, l’intero manuale in lingua inglese può essere acquistato sul sito web www.businessedgeltd.co.uk COMPRESSORI ALTERNATIVI APERTI re a vite, messa in pratica, è stata brevettata da Lysholm in Svezia nel 1934 ed è stata elaborata dal Svenska Rotor Maskina (SRM). I compressori a vite si sono basati sulla progettazione di Lysholm, con rotori a bivite, che furono introdotti nel mercato della refrigerazione nel 1958 e trovarono la loro collocazione nel gap che interessava la capacità di refrigerazione nelle macchine alternative e centrifughe. In seguito è stato sempre più apprezzato l’utilizzo di olio iniettato per il raffreddamento, la saldatura, la lubrificazione, la versatilità, l’affidabilità e la compattezza dei compressori a vite. Tutto ciò ha fatto guadagnare loro una fetta significativa di mercato nella gamma di capacità sovrapponendosi ora alle macchine alternative e centrifughe. Il compressore a vite rotatorio è una progettazione volumetrica elicoidaleassiale ed è adatta per i refrigeranti ad alta pressione e per le applicazioni Il compressore alternativo è disponibile nella versione conosciuta come “open drive”, aperta, dove il motore del compressore non è all’interno del flusso del refrigerante. L’albero a gomito del compressore passa attraverso una guarnizione e un giunto di accoppiamento a cui è collegato l’azionamento del motore. In alcuni casi il motore è appoggiato su una struttura comune con il compressore e l’albero sporgente è collegato attraverso un accoppiamento flessibile. L’allineamento di questa disposizione è molto importante per impedire la vibrazione e i danni alla guarnizione del compressore che potrebbe provocare la perdita del refrigerante e dell’olio. I compressori ermetici e semiermetici sono stati progettati per risolvere questo problema. Un produttore adatta l’alloggiamento del motore direttamente al corpo del compressore e l’albero a gomiti del compressore è collegato anche all’albero del motore. Non si possono verificare problemi di allineamento e la prestazione di questo compressore, in termini di perdita della guarnizione, è molto buona. alternative a gas come il propano, l’elio, la CO2, il gas naturale e l’aria. Nel compressore con tecnologia bivite, la compressione è raggiunta mediante due rotori collegati tra loro posizionati in un carter adiacente. I lobi del rotore maschio sono sezioni non simmetriche che si sviluppano verticalmente lungo la lunghezza del rotore e si combinano con le corrispondenti cavità del rotore femmina. Mentre i rotori girano, il gas è aspirato in tutta la lunghezza del rotore per riempire il volume fra i lobi adiacenti. Quando il volume interlobare presente in tutta la lunghezza del rotore viene riempito, la rotazione dei rotori si sposta verso la zona di mandata dopo la porta d’entrata così da saldare lo spazio interlobare. Siccome i rotori continuano a girare, il collegamento dei lobi sul lato dello scarico dei compressori riduce progressivamente il volume occupato dal gas innescando la compressione. La compressione continua IL COMPRESSORE A VITE I compressori a vite sono utilizzati in larga misura nelle grandi applicazioni della refrigerazione industriale e di climatizzazione. La prima progettazione del compresso- Un compressore alternativo aperto con accoppiamento diretto. 45 fino a quando il volume interlobare raggiunge la porta d’uscita nel carter e il gas viene scaricato. Il flusso uniforme del gas, il processo di compressione unidirezionale, la coppia e lo spostamento positivo attraverso il moto rotatorio contribuiscono a far sì che l’operazione avvenga senza vibrazioni. La progettazione fornisce la semplicità e l’assenza di volume nocivo porta a un’alta efficienza volumetrica. La capacità di controllo del compressore a vite è in grado di fornire una modulazione di capacità che può arrivare bassa fino ad un 10% del pieno carico. Questo si raggiunge idraulicamente mediante una valvola di regolazione a cassetto nel compressore che crea un vuoto per permettere al gas di tornare indietro nel collettore di aspirazione riducendo perciò il livello di pompaggio del compressore. Siccome il gas è rilasciato prima della compressione, si suppone quindi che si verifichino minime perdite termodinamiche. La posizione della valvola di regolazione a cassetto è controllata elettronicamente ed è determinata dalla temperatura, dalla pressione e dai segnali di input di ottimizzazione della capacità del compressore alle variazioni di carico. È stato sviluppato ed introdotto con successo un tipo alternativo di compressore a vite. Si tratta del compressore a vite singolo. Ha un rotore a vite accoppiato con due rotori laterali. Un compressore efficiente e affidabile fu ideato da Bernard Zimmern e venne fatto conoscere negli anni 60. Gli elementi funzionali essenziali del moderno compressore a vite singola sono: un rotore con 6 scanalature che ingranano con due rotori a stella ognuno dei quali ha undici denti, i rotori a stella che sono fatti con un materiale speciale sintetico e il rotore dinamicamente bilanciato è fatto di ghisa. La parte della carcassa che si trova in corrispondenza dell’entrata estrema del principale rotore cilindrico è ridotta per permettere al gas di entrare nelle scanalature sia in modo assiale sia radiale. Il lato di scarico del rotore principale si estende per un breve tratto oltre i punti in cui scorrono le scanalature; le porte di scarico includono essenzialmente le aperture triangolari nel corpo del rotore principale in questa regione. Durante il processo di compressione, il 46 gas viene intrappolato nelle scanalature dai denti delle stelle e viene compresso attraverso la parete di ogni dente fino a quando la parete libera la porta di scarico e il gas compresso viene fatto uscire totalmente. La dimensione della porta di scarico determina l’indice di compressione. Il processo di compressione che avviene sulla parete dei denti di una stella è esattamente duplicato da una serie di processi di compressione che avvengono sul lato opposto dell’altra stella. L’esistenza di due stelle fa sì che ogni scanalatura sia usata due volte in una rotazione completa del principale rotore. Inoltre, la simmetria dei processi di compressione risulta zero nei carichi radiali di pressione del gas sui cuscinetti. Anche perché le scanalature finiscono sulla superficie del cilindro del rotore principale nel lato dello scarico, ed è possibile programmare che entrambe le estremità del principale rotore si trovino nella pressione di aspirazione; in quel caso il carico assiale si avvicinerà a zero. Perciò, a parte il peso degli assemblaggi del rotore, l’unico carico sui cuscinetti si verifica con la pressione del gas che agisce sulla piccola area occupata dai 2 o 3 denti della stella presenti su ogni vite a stella. L’immagine A & B di aspirazione mostrano le scanalature del rotore principale “a”, “b” & “c” che sono aperte all’aspirazione in un lato e sono sigillate nell’altro lato dai denti del rotore a stella. Siccome il rotore principale gira, la lunghezza effettiva delle scanalature aumenta con un aumento corrispondente nel volume aperto verso la camera di aspirazione (A). Siccome la scanalatura “a” prende la posizione delle scanalature “b” e “c” fa sì che il volume aumenti, inducendo il vapore di aspirazione a entrare nella scanalatura stessa. Un’ulteriore rotazione del rotore principale (B), le scanalature che sono state aperte alla camera di aspirazione interagiscono con i denti del rotore a stella. Questo coincide con ogni scanalatura che progressivamente viene sigillata dall’anello cilindrico che si trova nel rotore principale. Una volta che la scanalatura viene chiusa dalla camera di aspirazione, la fase di aspirazione del ciclo di compressione è completa. Nell’immagine di compressione C, mentre il rotore principale gira, il volu- Processo compressione A aspirazione B aspirazione C compressione D scarico Processo di compressione di un compressore a vite. me del gas intrappolato all’interno della scanalatura viene ridotto e la lunghezza della scanalatura si accorcia dando luogo alla compressione. Nell’immagine di scarico D, mentre il rotore a stella si avvicina al lato di una scanalatura, la pressione del vapore intrappolato raggiunge un valore massimo che avviene quando il bordo della scanalatura inizia a sovrapporsi sulla porta di scarico a forma triangolare. La compressione cessa immediatamente mentre il gas è distribuito nella porta di scarico. Il dente del rotore a stella continua a ridurre la scanalatura fino a che il volume della scanalatura è ridotta a zero. Questa compressione di pressione avviene a turno per ogni scanalatura/dente della stella. La capacità di controllo è raggiunta con una valvola di regolazione a cassetto, che permette una modulazione infinita tra 100 e 25% della capacità con pieno carico. L’olio è normalmente iniettato attraverso la carcassa vicino al lato di scarico del compressore per agire come refrigerante, lubrificante e sigillante. La maggior parte di questo olio resta nel gas compresso dove è separato prima di essere refrigerato e iniettato nuovamente. Alcuni compressori a vite singola non richiedono olio lubrificante, ciò elimina il bisogno di un dispositivo di controllo dell’olio e comporta un’efficienza più alta del sistema globale. Una sezione di separazione dell’olio incorpora una camera di attenuazione del suono e esiste una valvola di scarico di non ritorno dell’olio all’interno del compressore. Il separatore agisce anche come serbatoio dell’olio, ha una spia di livello e un filtro a maglie inox 150. Un riscaldatore ad olio può essere anche incorporato per prevenire la migrazione del refrigerante e la condensazione nell’olio lubrificato. Per proteggere tali compressori dalla sporcizia e dalle particelle, che potrebbero circolare con il refrigerante del sistema, viene incorporato un filtro integrale d’aspirazione per catturare e trattenere queste particelle. Questo filtro di aspirazione è solitamente inaccessibile. Qualora un compressore venisse installato all’interno di un sistema costruito in loco, dovrebbe essere posto all’entrata del compressore, un filtro di aspirazione aggiuntivo, che potrebbe essere facilmente manutenuto. Aspirazione La compressione nello scroll è creata attraverso l’interazione di uno scroll orbitale e uno scroll fisso. Il gas entra in un’uscita aperta mentre l’altra apertura orbita. Aspirazione Mentre lo scroll continua la sua orbita, il gas viene compresso nella zona a falcetto. L’apertura viene chiusa mentre il gas viene attirato nello scroll. Aspirazione A questo punto il gas arriva nella porta centrale, la pressione di scarico è stata raggiunta. Aspirazione In realtà, durante l’operazione, tutti i sei passaggi del gas passano attraverso diverse fasi di compressione tutto il tempo, tanto che risulta quasi continua l’aspirazione e lo scarico. IL COMPRESSORE SCROLL Due spirali identiche sono accoppiate insieme in una spirale concentrica. L’idea fu proposta quasi 100 anni fa ma è stata sviluppata solo recentemente per l’applicazione pratica e livelli di produzione di massa. Durante la compressione, uno scroll (spirale fissa) rimane fisso mente l’altro scroll (spirale orbitante) orbita intorno al primo. Bisogna precisare che lo scroll orbitante non gira ma “orbita“ attorno allo scroll fisso. Lo scroll orbitante aspira il gas nella sacca esterna a forma di mezza luna creata dai due scroll. L’azione centrifuga dello scroll orbitante isola i lati dello scroll. Mentre il movimento orbitante continua, il gas viene forzato verso il centro dello scroll e le sacche vengono compresse. Quando il gas compresso raggiuge il centro, è scaricato verticalmente in una camera e nella porta di scarico in cima al compressore. La pressione di scarico, comprime la parte più alta dello scroll aiuta a sigillare le parti sotto e sopra dello scroll. Aspirazione Qui sopra viene illustrato il principio di compressione in un compressore scroll. Durante un’orbita singola, alcune sacche di gas sono compresse simultaneamente, fornendo una compressione fluida e continua. Sia il processo di aspirazione (la parte esterna delle parti dello scroll) e il processo di scarico (la parte interna) sono continui. Se viene messo a confronto con la tecnologia del compressore a pistone, il compressore scroll fornisce alcuni significativi vantaggi: sono necessari per comprimere il gas solamente due componenti, un scroll fisso e uno orbitante. Questi due sostituiscono i circa 15 componenti presenti in un compressore a pistone, che sono richiesti per svolgere lo stesso lavoro. Il compressore scroll offre tre vantaggi di efficienza rispetto a un compressore a pistone: 1. I processi di aspirazione e di scarico di un compressore scroll sono fisicamente separati, riducendo il trasferimento di calore tra il gas di aspirazione e di scarico. In un compressore a pistone, il cilindro è esposto al gas di aspirazione e di scarico: ne deriva l’alto trasferimento di calore. Questo riduce l’efficienza del compressore. 2. La compressione attraverso lo scroll e il processo di scarico è molto fluido. Uno scroll comprime il gas con circa 1-1/2 rotazioni e cioè meno della metà se messo a confronto con un compressore a pistone. Il processo di scarico avviene con una rotazione 47 Verso il condensatore Scarico Paletta rotativa Canale di scarico Scanalatura del rotore Lubrificante (olio) Porta di aspirazione Cilindro Rotore Compressore rotativo. completa, 360 gradi, rispetto ai 3060 gradi della rotazione di un compressore a pistone. 3. Il compressore scroll non ha valvole. Mentre un compressore a pistone ha bisogno di valvole di aspirazione e scarico, il design scroll non richiede una valvola dinamica. Questo elimina tutte le perdite della valvola. Il risultato è che il compressore dello scroll è un 10%-15% indubbiamente più efficiente di un compressore a pistone. Un compressore scroll non ha spazio nocivo, tutto il gas intrappolato nel processo di compressione nella sacca esterna delle parti dello scroll è rilasciato attraverso la porta di scarico. Ciò significa che il compressore scroll ha decisamente una capacità più alta di un compressore a pistone in condizioni operative estreme. Un compressore scroll ha il movimento estremamente limitato, che, a differenza di un compressore a pistone, può essere perfettamente equilibrato. Dovuto al fatto che il flusso di aspirazione e di scarico sono continui, un compressore scroll ha impulsi di gas molto bassi. Non è un fattore marginale che non vi siano valvole dinamiche per il bilanciamento e che non vi sia rumore; tutto ciò determina un problema comune in un compressore a pistone. Un compressore a pistone è stato progettato per essere durevole in tutti i tipi di impianti, lo sforzo significativo di pro- 48 gettazione e il costo del sistema hanno richiesto di proteggere il compressore dai colpi di liquido e di residui nel sistema. Un compressore scroll può essere progettato per essere compatibile con la presenza di liquido e residuo. Questo può essere fatto permettendo allo scroll di separare la presenza di contaminanti o di liquido. Questa caratteristica permette a un compressore scroll compatibile di avere una tolleranza superiore al liquido e al residuo. Il compressore scrollo usa due scroll accoppiati tra loro per avvicinare il gas d’aspirazione e comprimere il gas attraverso la porta di scarico. Quando uno scroll è fisso, l’altro compie un movimento orbitale rispetto al primo per raggiungere il processo di aspirazione/compressione. Questo processo è continuo, lineare e i bassi livelli di rumore sono dovuti alla macchina rotativa. Il design è tale che possono essere usate alte velocità; il compressore è quindi compatto in rapporto con il flusso di gas raggiunto quando viene paragonato ad altri tipi di compressori. Per raggiungere questa prestazione sono necessarie alte velocità ma la vibrazione non è un problema. IL COMPRESSORE ROTATIVO Il compressore rotativo utilizza un unico eccentrico lobo rotativo dotato di “rotore eccentrico” (rolling piston). Questo pistone è in realtà un anello in contatto con una valvola scorrevole o una paletta, tale paletta divide le regioni di aspirazione e di scarico della pressione del compressore. Il compressore ha soltanto tre parti mobili importanti. Queste macchine producono un basso livello di rumore e di vibrazione. Il compressore è dotato di una valvola di scarico e una molla che è utilizzata per forzare la valvola scorrevole contro il rotore eccentrico. Questi compressori sono per lo più adatti alle alte temperature, alle applicazioni con un indice basso di compressione come i sistemi d’aria condizionata e di conseguenza possono essere trovati nei blocchi di piccole unità. IL COMPRESSORE ROTATIVO A PALETTE Il compressore rotativo a palette impiega una serie di palette o lame, che sono installate in modo equidistanti intorno alla periferia di un rotore scanalato. Il rotore è montato eccentricamente in un cilindro d’acciaio in modo che il rotore quasi tocchi la parete del cilindro da un lato; i due sono separati soltanto da uno strato lubrificante in questo punto. Direttamente di fronte a questo punto lo spazio fra il rotore e la parete del cilindro è massimo. Le teste o le estremità delle piastre sono installate sulle estremità del cilindro per sigillare quest’ultimo ed assicurare l’albero del rotore. Le pale si muovono avanti e indietro in modo radiale nelle scanalature del rotore siccome seguono la circonferenza del cilindro quando il rotore sta girando. Le pale sono tenute fermamente contro la parete del cilindro attraverso la forza centrifuga di azione sviluppata dalla rotazione del rotore. In alcuni casi le lame sono caricate a molla per ottenere la tenuta contro la parete del cilindro. Il vapore di aspirazione, portato nel cilindro con le porte di aspirazione nella parete, è intrappolato fra le pale rotanti adiacenti. Il vapore compresso è scaricato mentre le palette ruotano dal punto massimo di rotazione al punto minimo. Il vapore compresso è scaricato dal cilindro attraverso le porte collocate nella parete del cilindro vicino al punto di rotazione minima. Il compressore rotativo a paletta è un tipo rotativo volumetrico, che presenta il vantaggio di semplicità al contrario dei complessi sistemi a vite o a scroll. Le alte velocità di scivolamento, al contatto delle pale con la cavità del cilindro, richiedono un’attenta progettazione e limitano questo tipo di macchina a compressori più piccoli come le unità con motore frazionario. Tuttavia, le macchine di questo tipo con una grossa cubatura sono state costruite con successo e usate come booster. Un booster è la prima fase del processo di compressione a due fasi. In applicazioni simili la carica è relativamente leggera. Laddove vengono richiesti indici di compressione più alti per le applicazioni a bassa temperatura, è abbastanza comune, per i compressori rotativi a paletta, essere programmati con due fasi di configurazioni. Il vano del compressore rotatorio non ha un serbatoio per contenere la riserva di olio. L’olio è estratto dallo scarico attraverso un separatore di olio (descritto nella serie successiva) e distribuito successivamente in un modo controllato nella superficie interna del cassone del rotore per realizzare la lubrificazione necessaria. Alcuni modelli ora sono costruiti all’interno di un corpo che hanno un serbatoio d’olio adiacente al compressore per semplificare la gestione dell’olio e per perfezionare la sicurezza di lubrificazione. COMPRESSORI CENTRIFUGHI I principi di funzionamento del compressore centrifugo sono simili a quelli della ventola centrifuga o della pompa. La bassa pressione e la bassa velocità del vapore sono portate dal condotto di aspirazione nella cavità d’entrata o centrale, “eye”, della ruota girante lungo l’asse dell’albero del motore. Entrando nella ruota, il vapore viene forzato in modo radiale verso l’esterno tra le pale della girante attraverso l’azione della forza centrifuga prodotta da quest’ultima. Il gas è scaricato dalle punte delle pale nel compressore ad alta velocità con un aumento della temperatura e della pressione. L’alta pressione, l’alta velocità del vapore scaricate dalla periferia della ruota sono raccolte nei passaggi progettati nel corpo che riducono la velocità del vapore e le dirigono verso l’entrata della prossima fase della girante o, nel caso dell’ultima fase della girante, a una camera di sca- Entrata dell’acqua nel condensatore Uscita dell’acqua dal condensatore Condensatore Motore o turbina Economizzatore Compressore centrifugo Uscita dell’acqua refrigerata o della salamoia Entrata dell’acqua refrigerata o della salamoia Condensatore Diagramma di flusso di un chiller centrifugo refrigerato ad acqua. rico, da dove il vapore passa attraverso il condotto di scarico al condensatore. Il compressore centrifugo ha un principio semplice ed è una macchina perfettamente equilibrata senza il contatto su superfici di compressione. Tuttavia, per via delle alte velocità del gas che è necessario per questo processo, la macchina centrifuga diventa realmente operativa in dimensioni abbastanza grandi. Inoltre, un alto rapporto di compressione potrebbe richiederne molti stadi di compressione. Ciò aumenta il costo e la complessità, contemporaneamente introduce più perdite di attrito del gas. Il compressore centrifugo è effettivamente molto utilizzato nelle applicazioni di climatizzazione, dove il rapporto di pressione è modesto. Al di sotto anche di queste condizioni, i tipi più piccoli utilizzano le unità con aumento di velocità per raggiungere il rapporto di compressione richiesto. Poiché il refrigerante stesso genera pressione, devono essere prese in considerazione, nella progettazione del compressore, la densità del vapore del refrigerante ed il compressore centrifugo in quanto non è versatile quanto il pistone o altri tipi volumetrici. Tali macchine hanno normalmente una capacità di raffreddamento molto alta e sono progettati per cariche di raffreddamento sostanziale nei grandi edifici e nelle applicazioni industriali. Sono molto usate negli USA e in altri paesi caratterizzati da grandi edifici e che operano ad alte temperature. POMPE AD ASSORBIMENTO Il sistema ad assorbimento del bromuro di litio utilizza due pompe separate; una per il refrigerante e l’altra per la soluzione. Ci sono due pompe in un impianto chiller ad assorbimento ad ammoniaca, una pompa della soluzione ed una pompa idraulica, entrambe collegate e comandate elettricamente. La pompa della soluzione è una pompa volumetrica che utilizza una valvola di controllo di ingresso, una valvola di controllo di scarico e un diaframma Teflon che funziona con una pompa idraulica progettato per distribuire una pressione pulsante da 0-27 Bar (0-400 psig). Alla pressione zero nella pompa idraulica, la valvola di controllo di ingresso si apre attraverso la pressione esistente nell’unità del chiller, permettendo alla soluzione di riempire la cavità superiore della pompa di soluzione. Questo flette il diaframma verso il basso. Quando la pressione sopra e sotto sono uguagliate, la valvola a molla d’entrata si chiuderà. La pompa idraulica adesso può distribuire una pressione positiva verso il fondo del diaframma, forzandolo verso l’alto. Questo costringe la soluzione a passare dalla pompa di scarico attraverso la valvola di controllo nel condotto di scarico stesso. Quando le pressioni si eguaglieranno lungo il diaframma, la valvola di scarico a molla si chiuderà. ● 49 GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centoquarantaduesima) A cura dell’ing. PIERFRANCESCO FANTONI Fattore termico: Rapporto tra il calore sensibile e la somma del calore latente e del calore sensibile che caratterizzano un determinato quantitativo d’aria. Nella climatizzazione, il fattore termico fornisce un’indicazione delle caratteristiche termoigrometriche dell’aria di un dato ambiente. Il suo valore varia entro i limiti 0 (l’aria ambiente è caratterizzata da un carico termico composto di solo calore latente, quindi ricca di umidità) e 1 (aria caratterizzata da un carico termico composto da solo calore sensibile, quindi aria povera di umidità). Il fattore termico può anche venire espresso in percentuale e non ha unità di misura. IPCC: Intergovernmental Panel on Climate Change (comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici). Ente creato nel 1988 per iniziativa dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) con lo scopo di esaminare i dati scientifici ricavati sull’evoluzione del clima e di studiare il cambiamento climatico in atto e i suoi impatti ambientali e socio-economici. Tale organismo, formato da esperti del settore e da migliaia di autorevoli scienziati di varie discipline appartenenti a 195 50 nazioni, ha il compito di analizzare anche le conseguenze ecologiche e socio-economiche delle possibili evoluzioni del clima, e le relative strategie collegate a tali evoluzioni. Periodicamente l’IPCC elabora dei rapporti relativi alle possibili evoluzioni del clima in relazione alle attività antropiche. Le previsioni elaborate dall’IPCC permettono di comprendere, tra l’altro, se i programmi in atto di contenimento e controllo delle sostanze ad effetto serra (tra cui i refrigeranti fluorurati, F-gas) permettono di diminuire l’impatto delle attività umane sull’atmosfera. L’ultimo studio elaborato ha confermato che l’aumento della temperatura media della Terra, anche solo di pochi gradi, avrebbe conseguenze disastrose nei confronti di ecosistemi come i ghiacciai dell’Artico e le barriere coralline. Inoltre è accertato che gli eventi atmosferici più estremi, che risultano essere sempre più violenti e frequenti negli ultimi anni (come ad esempio gli uragani ed i nubrifagi) traggono energia proprio dal riscaldamento globale. Quest’ultimo è responsabile anche del fenomeno della siccità, che si manifesta con il mancato arrivo delle piogge stagionali in quelle zone dove i fenomeni climatici naturali sono stati fortemente alterati e che provoca danni a colture, allevamenti ed ecosistemi naturali. Sempre secondo l’ultimo studio elaborato dall’IPCC pare evidente che una eventuale fusione delle calotte polari rappresenta una grave minaccia in quanto porterebbe ad un aumento dei livelli dei mari, un’eventualità che non solo metterebbe a rischio tutte le nostre città costiere, ma produrrebbe nuovi e imprevedibili sconvolgimenti climatici. Premente, tubo: Altra denominazione che viene data al tubo di mandata del compressore, ossia a quello che collega l’uscita del compressore con il condensatore. È caratterizzato da un diametro più piccolo rispetto al tubo di aspirazione ed è attraversato dal refrigerante in fase di vapore ad alta pressione e alta temperatura. Nel caso di compressori di media-grande potenza, soprattutto se di tipo alternativo, tale tubazione può essere interessata da vibrazioni significative, causate dalle onde di pressione del refrigerante che viene espulso dal compressore. Per tale ragione sul tubo premente, il più vicino possibile al compressore, possono essere installati degli ammortizzatori/attenuatori (giunti antivibranti) con lo scopo di attutire l’intensità di tali vibrazioni. Scambiatore di calore: Dispositivo utilizzato per trasferire calore tra due fluidi che si trovano a diverse temperature e risultano trovarsi separati fisicamente tra di loro. In genere, in un impianto frigorifero, viene utilizzato per recuperare del calore che altrimenti verrebbe disperso o per raffreddare uno dei due fluidi e contemporaneamente riscaldare l’altro o, infine, per portare al cambiamento di stato uno dei due fluidi a discapito di un raffreddamento/riscaldamento dell’altro. Il flusso relativo dei due fluidi può essere equicorrente, controcorrente o incrociato. Nel settore del condizionamento e della refrigerazione esistono diverse tipologie di scambiatori di calore: i più utilizzati sono quelli costituiti da tubi in rame e alette in alluminio (pacco alettato), idonei per lo scambio di calore in aria, e quelli a piastre saldobrasate, a fascio tubiero o tubo dentro tubo, idonei per lo scambio di calore con acqua. Temperatura di rugiada: Temperatura di un refrigerante allo stato di vapore saturo, ossia temperatura alla quale l’ultima goccia di liquido inizia l’ebollizione. Corrisponde alla temperatura alla quale un refrigerante comincia a condensare. Nelle miscele di tipo zeotropo la temperatura di rugiada non coincide con la temperatura di bolla. ● Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario. Honeywell Genetron® Performax™ LT Risparmiare sui costi di gestione degli impianti frigoriferi, con una riduzione dei costi energia elettrica fino al 15%, e dimezzare le emissioni di CO2 è ora possibile grazie al Performax™ LT! Performax™ LT (R-407F) è un gas refrigerante utilizzabile negli impianti TN e BT, dalle prestazioni eccezionali e con GWP inferiore di oltre il 50% rispetto al R-404A e R-507. Comparazione con HCFC R-22 (preso come riferimento = 100%) EN 12900 a MT T. evap.ne = -10°C, T. cond.ne = 45°C (surriscaldamento 10°C, sottoraffreddamento 0°C) 145% 140% Performax™ LT può essere utlizzato per: • il retrofit degli impianti di refrigerazione, TN e BT, ad R-22; • per nuovi impianti, in sostituzione di R-404A* o R-507*. 135% 130% 125% 120% 115% 110% 105% 100% 95% 90% 85% 80% R-22 Performax™ LT R-404A R-407A R-407C R-422D Rivoira Refrigerants s.r.l. Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428 [email protected] * il costo della chiamata è determinato dall’operatore utilizzato. R-427A R-438A * Entrambi i gas, R-404A e R-507, avendo un GWP di circa 4.000 (il limite proposto dal Regolamento F-Gas è di 2.500), non saranno più utilizzabili a partire dal 2017 (impianti nuovi) o dal 2020 (manutenzione). Seguici anche su facebook www.facebook.com/RivoiraRefrigerants www.rivoiragas.com COP_06_14.indd 51 13/12/14 08:26 GP-A.I.1408_SERVICE_210x297_IT_2013 03.09.14 10:37 Seite 1 ECCELLENZA NELLA RIPARAZIONE DEI COMPRESSORI. Potete fidarvi degli elevati standard qualiativi di Green Point in tutto il mondo: in qualità di network di assistenza del Gruppo BITZER, offriamo un servizio clienti rapido e flessibile per il Vostro compressore. Siamo in grado di riparare qualsiasi tipo di compressore alternativo/vite con estrema velocità, affidabilità e qualità grazie ad un esperienza pluriennale e all'utilizzo esclusivo di ricambi originali. Green Point: il servizio di riparazione d'eccellenza per compressori BITZER ed altri importanti marchi. 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