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Psicologia del disgno infantile
Università : Università degli studi di Torino
Facoltà : Sc.Formazione
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L' Appunto
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Psicologia del disegno infantile.
L’attività grafica per il bambino è, ad ogni sua fase, un’espressione ludica.
Un bambino che disegna è, in primo luogo, un bambino che gioca e che, pertanto, sta facendo
attività creativa.
Martin BUBER: CREARE è l’attività più naturale dell’uomo, l’istinto primordiale della vita; ogni
altra attività del bambino è destinata alla sterilità. Sviluppare i poteri creativi dell’uomo è
condizione prima di ogni intervento educativo.
K. GANTSCHEWA (1940): bambino piccolo conosce il mondo diversamente dall’adulto; il“cane”
non ha una forma obiettiva: è qualcosa che morde o abbaia. Nella conoscenza del mondo il
bambino fa riferimento alle qualità dinamiche, l’adulto alle caratteristiche formali degli oggetti.
e.c
om
Nei primi 2anni di vita il bambino utilizza soprattutto i suoi sensi per conoscere la
realtàesterna.
La prima conoscenza viene dal sentire: il bambino coglie immediatamente, per conoscenza diretta,
le qualità dell’ambiente che lo circondano.
Dai 2 ai 6anni il bambino si appropria dei simboli: egli è in grado di comprenderli e anche di
combinarli in modo originale. La comunicazione tra l’adulto e il bambino è più apparente che
reale, perché, anche se utilizzano gli stessi simboli, li riferiscono a due diversi significati: il
bambino riferisce il suo discorso ad una realtà sentita, l’adulto ad una realtà pensata.
La dinamizzazionedeglioggetti da parte del bambino, ossia la sperimentazione della realtà
mediante un atteggiamento affettivo, non conduce soltanto ad un particolare tipo di
percezione fisionomica, ma ad attribuire ai simboli un diverso significato o valore cognitivo:
i simboli diventano segni di esperienza e non segni di una realtà fisica e geometrica.
Ct
rib
Howard GARDNER (1980): scritta pubblicitaria dell’aereo: “cicatrice nel cielo”; corpo nudo
“tutto scalzo”.
AB
Vi è un alto livello di creatività nei bambini di età prescolare che tende ad affievolirsi con
l’ingresso a scuola tra i 6 e i 14-16 anni, probabilmente perché l’adulto interviene con la sua
azione educativa anzitempo sul bambino e tende a svalorizzare e a scoraggiare come non
valida una conoscenza sentita a favore di una conoscenza pensata. Perciò il bambino, se
vuole guadagnare il riconoscimento dell’adulto, deve necessariamente rinnegare la sua visione
dinamica del mondo a favore di una visione geometrica e convenzionale.
Gli incessanti “perché” infantili testimoniano la difficoltà del bambino di accettare una visione
monodimensionale della realtà.
Corrado RICCI: 1887 “L’arte dei bambini”: analisi concentrata sul prodotto grafico e non sui
soggetti: la sua analisi è volta a studiare come il senso dell’arte nasca e si sviluppi nei bambini; la
trasparenza è un errore di logica dovuto alla motivazione a descrivere: il bambino disegna ciò che
sa, non ciò che vede; i disegni sono un prodotto della memoria perciò la motivazione al disegno è
rappresentare la realtà in un risultato non visivo, ma mnemonico e cognitivo.
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IL PERIODO DELLO SCARABOCCHIO.
PROSPETTIVA INTELLETTUALE
Teoria cognitiva o evolutiva, si tenta inizialmente di individuare le sorgenti del disegno
e di delinearne lo sviluppo.
I disegni dei bambini traducono una conoscenza non visiva ma intellettuale delle cose, perciò essi
sono riflessi di un mondo interiore o di una rappresentazione mentale.
HenryWALLON (1950): nel preambolo della rivista “Enfance”del 1950 scrive “alle sue origini, il
disegno è una semplice conseguenza del gesto. È il gesto che lascia la traccia della sua traiettoria su
una superficie. Successivamente, la genesi del disegno si verifica quando la traccia sulla superficie, da
conseguenza del gesto, ne diventa la causa. Il bambino a quel punto compie quel gesto con l’obbiettivo
di lasciare una traccia”
PierreNAVILLE (1950): nell’”Enfance”, il tracciato è un prolungamento del gesto, pura
motricità; la traccia è collegata a tracce organiche e corporee (escrementi), è l’espressione della
vita vegetativa; perciò l’espressività del tratto s’iscrive nella traccia che, a sua volta, è iscritta nella
vita istintiva. Naville pone l’origine del grafismo come conclusione di una tappa evolutiva.
e.c
om
Rudolf ARNHEIM (1956, prospettiva artistica): i primi scarabocchi sono una forma gradevole
dell’attività motoria collegata al piacere di lasciare tracce visibili. Parla di“movimento espressivo”
collegato allo stato d’animo e temperamento, ma non nei primi scarabocchi.
rib
Tuttavia, accanto ai primi scarabocchi, intesi come scarica di energia, si è progressivamente
affiancata una visione ludica del grafismo, se pure incardinata in un’attività di piacere
essenzialmente motorio.
AB
Ct
Daniel WIDLOCHER: al principio dell’espressione grafica resta prioritario l’incontro
fortuito di un gesto con una superficie grafica che lo registra.
Georges-Henri LUQUET: il bambino inizia a disegnare per gioco, imitando l’adulto
(fattore ambientale). I movimenti della mano sono dovuti a sovrabbondanza di energia neuromuscolare; il piacere è dato dalla liberazione energetica + la scoperta di possedere
un potere creativo.
AnnaOiverioFERRARIS (1973):lo scarabocchio è un evento cinetico che provoca piacere visivo
e motorio in cui non interviene altro fattore intellettivo se
non l’intenzione di lasciare una traccia.
Gli studi più recenti tendono a non affrontare più il tema delle origini dell’espressione grafica in
modo specifico, invocando una molteplicità di fattori e di motivazioni, quali il piacere di tracciare
segni, di imitare gli altri, di creare, di riempire spazi etc.
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EVOLUZIONEDEGLISCARABOCCHI.
Generalmente si pone l’inizio dell’attività grafica intorno ai 18 mesi.
i tracciati orizzontali si sviluppano prima di quelli verticali;
PRUDHOMMEAU: gli scarabocchi sono privi di intenzionalità rappresentativa e di
contenuto.
LilianeLURCAT: l’esecuzione del gesto grafico dipende dall’asse del corpo.
om
La maturazionebiologica e le condizionineurologiche hanno un ruolo importante
nello sviluppo del disegno.
L’intera fase dello scarabocchio è compresa tra il momento in cui l’occhio comincia a
seguire la mano e il momento in cui la mano è guidata dall’occhio e la linea si trasforma
progressivamente in linea di contorno; il DOPPIOCONTROLLO (= controllo della
partenza e dell’arrivo) permette al bambino di eseguire varie figure geometriche; tutti i
successivi perfezionamenti tecnici dipendono da un crescente controllo motorio e da
uno sviluppo percettivo integrato alla funzione motoria.
S’invocano caratteristiche individuali e temperamentali ma ogni successo evolutivo è
attribuito alla ripetizione dell’esercizio.
Ct
rib
e.c
- SCARABOCCHIOCONNOME.
La comparsa dell’intenzionalità rappresentativa si verifica in modo automatico:
apparentemente lo scarabocchio non subisce alcuna trasformazione formale, ma è
ipotizzabile un cambiamento nel modo di pensare del bambino, infatti egli, nel suo
scarabocchio, comincia a vedere una figura e le attribuisce un nome. Dopo l’esecuzione
del suo “disegno” il bambino appare desideroso di mostrarlo a genitori o insegnanti e gli
attribuisce un NOME.
AB
Georges-HenriLUQUET (1927): il disegno rappresenta qualcosa; il bambino è naturalmente
orientato al disegno figurativo (=riproduzione grafica degli
oggetti
della realtà), perciò c’è un’intenzione realistica: il disegno
infantile
è essenzialmente e volontariamente realistico.
A 3anni il bambino scorge casualmente una rassomiglianza
vaga tra
la forma dei suoi tracciati e un oggetto reale → realismo
casuale o
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fortuite
possono
bambino,
all’intenzione.
fortuito. Bisogno
di dare un
significato
e rassomiglianze
inducono il bambino a fornire le prime interpretazioni, che
variare anche di fronte allo stesso prodotto, e generano nel
da questo momento in poi, una vera preoccupazione
rappresentativa. Al realismo fortuito, segue il realismo
intenzionale, che inaugura l’era del disegno vero e proprio: il
disegno
nasce
quando
l’interpretazione
è
conforme
om
DanielWIDLOCHER (1965): la rassomiglianza casuale non emerge dalla forma in sé ma da
un’improvvisa e nuova capacità di trovare un’analogia tra la forma
e
un dato della percezione.
Ct
rib
e.c
PROSPETTIVAARTISTICA.
Il disegno infantile è una delle forme espressive della creatività del bambino , pertanto
può essere considerato non solo in relazione al pensiero, ma anche in relazione alla
creativitàartistica.
La prospettiva artistica sposta l’attenzione da cosa il bambino disegna (intenzionalità
rappresentativa) a come disegna (risorse elaborate nel processo creativo) per
comprendere come il bambino pensa, sente e vede.
AB
VictorLOWENFELD: autore di un manuale sull’espressione artistica infantile, sostiene
che si può
valutare lo sviluppo della creatività artistica del bambino.
La creatività è un istinto che tutti possediamo, che usiamo
per esprimere e
risolvere i problemi della vita.
L’espressione artistica del bambino porta inevitabilmente all’acquisizione di un valido
indicatore dello sviluppo mentale, sociale, emotivo. Tutte le componenti dello sviluppo
(emotiva, intellettiva, percettiva, sociale) sono riflesse nello sviluppo e nell’attività
creativa, inoltre motivando il bambino all’espressione artistica, si promuove una
personalità più integrata.
Herbert READ: in “Education through Art” vede l’educazione estetica come un
educare i sensi,
che sono alla base di consapevolezza, intelligenza e giudizio. Una
personalità
integrata si forma solo se questi sensi vengono portati ad un
armonico ed abituale
rapporto col mondo esterno.
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