INDICE Introduzione 5 Capitolo 1: Customer Satisfaction 7 1.1 Cos’è la Customer satisfaction 7 1.2 Evoluzione 8 1.3 Marketing relazionale 10 1.4 Soddisfazione del cliente 11 1.5 Fedeltà 14 1.6 Come costruire la fedeltà 17 Capitolo 2: La misurazione della Customer Satisfaction 21 2.1 Modalità di Misurazione 21 2.2 Metodi di Misurazione 2.2.1 Metodi Diretti 2.2.1.1 Spiegazione dei metodi 2.2.1.2 Il questionario 2.2.2 Metodi indiretti 2.2.2.1 I reclami e la Customer Satisfaction 2.2.2.2 Garanzia e soddisfazione 2.2.2.3 Soddisfazione ed indicatori di performance 2.2.2.4 Altri strumenti di misurazione 23 24 24 26 27 28 32 Capitolo 3: Carraro S.p.A. 34 34 37 3.1 Il Gruppo Carraro 38 3.2 La storia 40 3.3 Prodotti e mercati 42 1 3.4 La strategia e i fattori critici di successo 43 3.5 La struttura organizzativa 47 Capitolo 4: Lo stage in Carraro 49 4.1 Il service Centers 49 4.2 Composizione e struttura 50 4.3 Il progetto di stage 4.3.1 Termini di garanzia 4.3.2 Tipologia di garanzie 4.3.3 Reclami in garanzia 871 52 54 58 60 4.4 “Quarta” 64 Capitolo 5: Analisi dei reclami: Introduzione metodologia applicata 71 5.1 Difettosità 72 5.2 Analisi Reclami per prodotto 75 5..3 Valore Reclamato 77 5.4 Diagramma di Pareto 79 Capitolo 6: Analisi dei recalmi 81 6.1 Informazioni preliminari 81 6.2 Andamenti delle vendite 83 6.3 Assali ad impiego agricolo 6.3.1 Il caso McCormick 6.3.1.1 Assale 142095 6.3.2 Il caso Renault 6.3.2.1 Assale 142120 85 88 90 93 94 2 6.4 Assali ad uso industriale 6.4.1 Assale 143812 6.4.2 Assale 143811 96 99 100 6.5 Trasmissioni 102 Capitolo 7: Conclusioni 7.1 Tabelle dei risultati ottenuti 7.1.1 McCormick 7.1.2 Renault 7.1.3 CNH Burlington 105 106 106 109 110 Appendice 117 Bibliografia 141 3 4 INTRODUZIONE Con l’evolversi dei mercati economici si è assistito ad un radicale cambiamento nella logica delle imprese ed in generale di tutte le organizzazioni. Nell’ambito di questo processo evolutivo si è andato progressivamente affermando un concetto d’orientamento non solo al mercato, ma più specificatamente al cliente, inteso come punto di riferimento di ogni produttore di beni e/o servizi. Ci si è resi conto che il vero patrimonio di ogni organizzazione è rappresentato dalla popolazione servita e dalla capacità di gestirla in modo continuativo. Nasce così l’esigenza di dover effettuare un monitoraggio continuo sul livello di soddisfazione della clientela. Questo controllo viene effettuato con metodi: 1) Diretti: chiedendo ai propri clienti, solitamente attraverso questionari, di esprimere il loro livello di apprezzamento e le loro valutazioni su tutto ciò che riguarda il prodotto erogato. 2) Indiretti: che consentono la rilevazione della “customer satisfaction” attraverso l’impiego di “filtri”, o attraverso degli indicatori che, in maniera più o meno esplicita, permettono di correlare i diversi risultati operativi al livello della di soddisfazione della clientela. Tra gli indicatori che recentemente stanno assumendo una grande rilevanza ai fini di una misurazione indiretta della “Customer Satisfaction”, e di una efficace gestione di tutto il ciclo di relazione, 5 vi è il comportamento dell’impresa nei confronti di un eventuale reclamo. Con questo elaborato ci si propone di analizzare i dati ricavati dai reclami in garanzia dell’azienda Carraro S.p.A., leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti quali assali e trasmissioni. Si vuole perciò capire quali siano stati i problemi riscontrati dai clienti e quali le cause che li hanno originati. L’esperienza vissuta in azienda ha riguardato l’implementazione di un database in cui venivano inseriti i reclami. Dai dati inseriti si e cercato di ottenere delle informazioni che fossero utili all’azienda. 6 CAPITOLO PRIMO CUSTOMER SATISFACTION 1.1 COS’È LA CUSTOMER SATISFACTION? In letteratura esistono numerose definizioni: • “il risultato derivante da un’esperienza di consumo che include lo stato cognitivo dell’acquirente nell’essere adeguatamente ricompensato per i sacrifici ai quali si è sottoposto”, (Howard & Sheth, 1969); • “il gap o la distanza tra la combinazione di attributi ideale per il consumatore di un prodotto o servizio e la combinazione degli attributi degli stessi prodotti o servizi offerti in un mercato ” (Handy, 1997); • “Come una valutazione che rappresenta che l’esperienza di consumo è stata buona almeno quanto ci si aspettava” (Hunt, 1997); • “la percezione del Cliente di avere speso bene il proprio denaro, avendo ottenuto, in proporzione alle proprie aspettative, il massimo possibile rispetto alla realtà ambientale dove vive” (Cherubini, 1996). Il concetto di orientamento al Cliente inteso come punto di riferimento di ogni produttore di beni o servizi nell’ambito del processo evolutivo del marketing si è andato progressivamente affermando. L’idea di Customer Satisfaction si è con il tempo diffusa evolvendosi in Customer Loyalty; ci si è resi conto che il vero 7 patrimonio di n’azienda sta nel riuscire a mantenere fedele la propria clientela. 1.2 EVOLUZIONE Il primo passo verso un migliore orientamento al Cliente fu compiuto circa nel 1950 quando la General Electric, evidenziò l’importanza di una pianificazione delle attività aziendali mirate al soddisfacimento dei bisogni del Cliente. Il concetto di azienda, cioè di ente che produce un bene od offre un servizio, venne stravolto proponendo invece come scopo finale quello di capire ciò di cui necessitano i Clienti, cercando di soddisfare le loro esigenze e le loro aspettative. Venne introdotto il “Marketing Concept” i principi fondamentali erano: 1. Orientamento al Cliente; 2. Nomina di un responsabile Customer Service con alto potere esecutivo; 3. Istituzione di uno staff con precise mansioni di marketing 4. Integrazione delle varie mansioni istituite sotto la guida di un responsabile; 5. Aumentare i profitti invece di aumentare il volume di vendita. Fino ad allora erano aspetti tralasciati dalle aziende, ma con il tempo le imprese che avevano compreso l’importanza della proposta la accolsero facendola propria . 8 Questo concetto non riuscì però a mantenere le promesse auspicate, le ragioni furono: • Lo staff organizzato per soddisfare il Cliente non era sufficientemente addestrato e non aveva un esperienza adeguata; • Le aziende erano abituate a ricercare sempre nuovi Clienti più che cercare di mantenere soddisfatti quelli già esistenti, si dimostrò poi che individuare un nuovo Cliente costava molto di più che mantenerlo una volta acquisito. • Non si era ancora considerato un controllo continuo sulla soddisfazione, ci si basava sostanzialmente sull’analisi di specifiche decisioni e progetti per l’acquisizione di nuovi Clienti. Comunque il Marketing Concept si dimostrò importante perché apri una discussione tra manager ed esperti del settore riguardo all’importanza del Cliente e promosse l’integrazione delle varie aree funzionali a soddisfare le esigenze del mercato. “Soddisfare il Cliente è la missione principale e lo scopo di qualsiasi impresa” (Drucker, 1973) . P. Drucker uno degli studiosi che portò avanti la teoria del “marketing Concept” affermò che le aziende non esistono solo per ridurre i costi di transizione e massimizzare i profitti, ma sopratutto per commercializzare un’offerta che possa soddisfare i bisogni dei Clienti, in modo efficace ed efficiente. Ci si accorse negli anni successivi, quando la concorrenza divenne più forte che era 9 necessario aumentare i rapporti con i Clienti cercando di comprendere come si potesse soddisfare appieno i bisogni i loro bisogni. A questo punto venne introdotta l’idea della “Customer Satisfaction”, che nella sua semplicità e senza la necessità di metodologie complesse poteva informare le varie aree aziendali circa le valutazioni, le critiche e le aspettative della clientela. Il Cliente assumeva secondo questa nuova visione un aspetto centrale; le imprese iniziarono a capire l’importanza di mantenere soddisfatti i Clienti acquisiti e non solo, si resero conto della necessità di potenziare l’offerta in modo da diversificarsi dalla concorrenza per venire incontro ai bisogni della Clienti. Per misurare la Customer Satisfaction nel lungo periodo si sono sviluppati metodi diversi, sempre più raffinati e precisi con lo scopo non solo si controllare il livello effettivo delle prestazione che venivano erogate ma anche per monitorare le opinioni dei Clienti. 1.3 MARKETING RELAZIONALE Fino alla fine degli anni novanta, la maggior parte delle attività di marketing management erano indirizzate prevalentemente ad acquisire due fasce di Clienti, era inusuale che un impresa investisse in risorse umane e materiali con l’obiettivo di creare un legame di fedeltà con la clientela. Grazie alle numerose ricerche empiriche effettuate in materia da studiosi e società di consulenza, gli atteggiamenti nel modo di gestire le relazioni con il mercato si sono profondamente modificati. Si è sviluppata la necessità di focalizzare l’attenzione sui rapporti a lungo termine con i Clienti, 10 mantenendo immutati il ruolo ed il peso che la domanda aveva nei processi di programmazione strategica. Si pone ora l’attenzione sul mantenimento duraturo delle relazioni con la clientela, piuttosto che sulla chiusura delle singole transizioni. Si è modificato il concetto stesso di Cliente, inteso adesso come una persona, di cui si devono conoscere tutte le esigenze ed aspettative. Nasce il concetto di un marketing basato su una relazione duratura con la clientela, il cosiddetto “marketing relazionale”. L’azienda per porre in essere questo cerca di dimostrare al Cliente obiettivo di essere in grado di soddisfare ogni esigenza particolare in maniera superiore ai concorrenti. In un’azienda industriale, come la Carraro, si passa da un tipo di marketing relazionale che raggruppa i Clienti in classi ad un modello definito “Customer Relation Ship Management ” che richiede una focalizzazione ancora maggiore sul Cliente , infatti ogni singolo Acquirente possiede delle esigenze specifiche e può essere raggiunto con offerte personalizzate. 1.4 SODDISFAZIONE DEL CLIENTE La soddisfazione del cliente dipende dalla qualità complessiva delle prestazioni ricevute in cambio del prezzo corrisposto. Perciò la sua soddisfazione ha origine dal valore percepito, che non dipende solo dalla quantità erogata dal fornitore, ma anche dalle aspettative che ha il Cliente stesso. La soddisfazione è data dal valore massimo del rapporto tra valore e prezzo che può ottenere rispetto alle possibili alternative. 11 Oltre che dalla qualità erogata, ha notevole importanza nell’atto dell’acquisto il coinvolgimento, che riflette il livello di attrazione che l’ Acquirente assume nei confronti del prodotto. Se risulta essere molto coinvolto nella decisione di acquisto allora si manifesta un processo di apprendimento; tale processo può essere di tipo 1. intellettuale, basandosi essenzialmente sul ragionamento e sulla logica; 2. affettivo: quando è basato sulle emozioni; 3. sensoriale: basato sull’intuizione. La combinazione tra il grado di coinvolgimento e il modo di apprendimento consente di evidenziare percorsi diversi del processo di risposta. Nel sistema economico, una parte molto importante dell’ attività commerciale riguarda il processo di transazioni in cui il cliente risulta essere anch’esso un azienda. In questo caso il Cliente sa perfettamente ciò che vuole è anche il prodotto e ben definito. Il Cliente perciò risulta essere tecnicamente competente poiché è un Acquirente professionale, di conseguenza l’acquisto è fondato più su basi oggettive. La soddisfazione si fonda sia sulle aspettative che sulla tipologia di qualità fornita. Le aspettative si basano su tre categorie di bisogni: 1. Bisogni Impliciti: sono quei bisogni che il Cliente ha, sa di avere e di cui da assolutamente per scontata la soddisfazione rivolgendosi ad un particolare fornitore; 12 2. Bisogni Espressi: sono quei bisogni che il Cliente ha, sa di avere, ma di cui non da per scontata la soddisfazione e, proprio per questo tende a chiarirli; sono in relazione alle sue specifiche e particolari esigenze. 3. Bisogni Latenti: sono qui bisogni che il Cliente ha ma della cui esistenza non è per niente consapevole; sono qualcosa di inaspettato fino al momento in cui scopre i benefici che derivano dall’utilizzazione del bene. Mentre per quel che riguarda la qualità erogata e il suo impatto sulla soddisfazione possiamo definirla come la sommatoria di tre soddisfazioni parziali prodotte da altrettanti tipi di qualità erogata, basandoci sul modello concettuale di Noriaki Kano, proposto alla fine degli anni settanta. 1. Qualità Implicita: rappresenta quella qualità che se non viene fornita genera una forte insoddisfazione (con il rischio di perdere il Cliente), ma se viene erogata ha un limitato effetto sulla Customer Satisfaction, poiché questo tipo di qualità rientra nelle aspettative di base ed e data per scontato. Data la loro natura, di solito il Cliente non parla di queste aspettative (bisogni impliciti) ma le evidenzia soltanto se deve fare dei reclami quando è insoddisfatto. 2. Qualità espressa: rappresentano il tipo di richiesta del Cliente che generano una soddisfazione proporzionale alla performance; quindi incrementi di performance determinano incrementi della Customer Satisfaction. Sono di solito le prime aspettative che emergono quando si parla di qualità con un Cliente (bisogni espliciti). 13 3. Qualità Latente: in questa categoria rientrano quegli attributi che hanno il potere di deliziare il Cliente e che possono spingerlo alla fedeltà. Sono prestazioni che non si aspettava e che non credeva di volere ma che una volta ricevute lo rendono entusiasta (bisogni latenti). Questi generano effetti esponenziali; piccoli incrementi di performance generano forti aumenti di Customer Satisfaction. 1.5 FEDELTA’ Dal paragrafo precedente si ricava che per un azienda “mantenere le promesse”, “essere affidabili”, “fare il proprio dovere”, cioè accontentare il Cliente sono il primo passo per generare soddisfazione. Ciò che si evince è la necessità di stupirlo, cercando strategie originali che rendano l’offerta proposta più interessante. Purtroppo questo non basta c’è il bisogno di “fidelizzarli”. E’molto importante capire il rapporto intercorrente tra soddisfazione e fedeltà e considerare in questo contesto il ruolo che viene giocato dalla Customer Satisfaction. “soddisfare semplicemente i Consumatori che hanno la liberà di scegliere, non è quanto basta per renderli fedeli” (Jones & Sasser ,1995); “la soddisfazione e la fedeltà si muovono insieme” (Stewart, 1997). 14 I Clienti fedeli sono in genere i più soddisfatti e perciò redditizi, ma al contrario la soddisfazione non si traduce sempre in fedeltà. A questo punto occorre effettuare una distinzione tra le due dimensioni che entrano in gioco quando si parla di fedeltà; ossia la dimensione cognitiva e quella comportamentale. Per molti anni si associò la fedeltà solo all’aspetto comportamentale (ossia il comportamento d’acquisto ripetuto nei confronti di una medesima offerta, sia essa un impresa, un prodotto o un servizio). Dimensione Comportamentale: si parla di fedeltà in questo senso, quando il Cliente per soddisfare un particolare bisogno, si rivolge sempre in maniera ripetuta nei confronti della medesima marca (o azienda). Dimensione Cognitiva: riguarda l’aspetto attitudinale del processo di acquisto, è l’atteggiamento che il Cliente manifesta sulla possibilità di potersi servire presso un unico fornitore rispetto all’opposta eventualità di servirsi di molti; si verifica quando la volontà del cliente è orientata verso un unico fornitore, nonostante le eventuali aziende concorrenti operino azioni di attrazione. Possiamo ora introdurre un nuovo concetto la “fedeltà assoluta”, che si rende possibile solo quando entrambe le dimensioni raggiungono i livelli massimi. Con la sola dimensione comportamentale siamo in presenza fondamentalmente di un processo ripetitivo, che può essere carente sotto l’aspetto motivazionale, ed in seguito ad azioni anche ridotte poste in essere dalla concorrenza il comportamento all’acquisto potrebbe avere suscettibili cambiamenti. Considerando i diversi livelli che possono assumere i tipi di dimensione, possiamo suddividerli in: 15 1.Fedeltà indotta: il consumatore acquista esclusivamente quel tipo di prodotto o servizio; si tratta di fedeltà totale a quell’impresa ma nello stesso tempo l’acquirente assume un comportamento negativo nei riguardi dell’offerta. E’un caso limite per l’azienda, il Cliente si rivolge ad essa per l’acquisto solamente perché esistono una serie di elementi che gli impediscono di rivolgersi ad altri imprese del tipo: ¾ Alti costi di riconversione di tipo economico ¾ Di tempo ¾ D’uso ¾ Scarsa presenza di concorrenza ¾ Alte barriere all’uscita Sono casi in cui non ha alternative e appena avrà offerte di servizi migliori le afferrerà. 2. Infedeltà: è il caso in cui un Cliente non è soddisfatto del prodotto acquistato e quindi il suo atteggiamento non sarà ripetuto nel tempo, è il caso peggiore in cui può ritrovarsi l’azienda. Il Cliente si rivolgerà alla concorrenza poiché la sua opinione nei confronti di quest’ultima e nettamente migliorata. Questa situazione si verifica quando dopo avere effettuato l’acquisto e perciò testato il prodotto si rende conto che le sue richieste non sono state soddisfatte. In questa categoria un ruolo fondamentale spetta anche alla pubblicità negativa, ad esempio al passaparola tra persone che può minare la reputazione dell’organizzazione. 3. Fedeltà desiderata: si verifica quando il Cliente, manifesta sì un atteggiamento favorevole alla marca ma indirizza i suoi acquisti 16 verso ditte concorrenti; anche in questo caso un ruolo importante è svolto dalla possibile esistenza di barriere che gli impediscono di cambiare il suo orientamento. 4. Fedeltà Assoluta: si ottiene in presenza di atteggiamenti estremamente positivi nei confronti della marca legati a comportamenti di acquisto orientati in via esclusiva alla gamma di prodotti offerti; quando un Cliente vuole comprare esclusivamente da una precisa azienda e non lo stesso prodotto offerto dai concorrenti. L’acquirente sa bene ciò che vuole ed essendo sempre stato soddisfatto dell’offerta non pensa minimamente di poter cambiare orientamento. 1.6 COME COSTRUIRE LA FEDELTÀ Come appena spiegato è importante per un’azienda saper fidelizzare i Clienti. Il modo in cui può farlo è seguendo questi tre punti ordinati in sequenza logica e temporale: 1. Comprendere: Per ogni Cliente l’azienda deve saper capire precisamente i rapporti che intercorrono tra causa ed effetto, questi sono alla base delle reazioni di soddisfazione nelle fasi di acquisizione, uso e abbandono. Per questo scopo ci si avvale di accurate attività di segmentazione della clientela attuale e della clientela potenziale con ricerche e studi sistematici sul mercato. 17 Per riprodurre le diverse fasi che il Cliente percorre da quando scaturisce il bisogno a quando utilizza il prodotto si possono eseguire interviste in profondità oppure focus group; in maniera da poter redigere un questionario mirato che faccia capire quali siano i fattori che influenzano i processi di acquisto, il livello di fedeltà del Cliente e il suo ruolo nel mercato. Il questionario verrà poi somministrato ad un campione di Clienti intenzionate all’acquisto (ponendo attenzione agli elementi del prodotto e dell’azienda ) o d’abbandono (considerando i problemi affrontati e la loro incidenza). Queste indagini hanno lo scopo di ottenere informazioni su: a) le vendite di breve periodo b) sulle stime delle quote di mercato c) sull’importanza relativa del rapporto tra Benefici/Problemi; d) sul proprio posizionamento nel mercato; e) sull’impatto delle azioni promozionali. Se queste indagini vengono ripetute nel tempo su un panel di consumatori l’azienda può disporre di una visione dinamica su fenomeni e sulla loro evoluzione nel tempo. 2. Conoscere: Acquisiti i dati necessari si passa alla loro organizzazione per poterli elaborare nella maniera più efficace ed efficiente. Torna utile a questo scopo il Customer Profiling, ossia un sistema capace di fornire, per ogni Cliente, un dettaglio sul suo comportamento attuale ed atteso. Si tratta in pratica di possedere, in ogni momento, delle informazioni riguardo le tipologie di prodotti 18 usati dal Cliente, le modalità di utilizzo e la probabilità che quel Cliente rimanga fedele all’azienda. Molti di questi dati risultano subito disponibili e riguardano: a) per le persone fisiche i dati anagrafici; b) per le aziende: la localizzazione e le dimensioni del mercato di riferimento. Per le informazioni sulla dimensione comportamentale ci si rifà all’atteggiamento d’acquisto e d’uso dei prodotti finiti. Questi valori saranno utili nella creazione di indici predittivi, costruiti utilizzando il comportamento del consumatore negli ultimi mesi. Questo tipo di lavoro aiuta a: a) valutare e quantificare l’efficacia delle strategie nella creazione di valore; b) mirare a determinate nelle fasce di clientela le azioni di Loyalty; c) quantificare i tassi di Loyalty e Retention; d) valutare cambiamenti nel valore attuale netto della base Clienti; e) classificare i Clienti; f) valutare il sistema Customer Service. In un’azienda con molti Clienti e con un alto tasso di scambi commerciali è difficile gestire un efficace Customer Profiling anche se applicandolo i vantaggi sarebbero sicuramente molto elevati. 19 3) Curare: Uno strumento efficace per curare il Cliente ed attuare insieme ad esso una efficiente strategia di Loyalty è il Customer Care, cioè l’interfaccia tra il cliente e l’azienda. Viene attuato solitamente per via telefonica data la numerosità e la disomogeneità delle relazione esistenti con i Clienti, si propone come strumento atto a risolvere i problemi e i disagi causati dall’utilizzo del prodotto aziendale. Perché però il Customer Care crei un vantaggio a livello competitivo è necessario che: a) le risorse umane utilizzate siamo adeguatamente preparate: quindi riescano a gestire ogni tipo di problemi non solo i più complessi, ma anche quelli più rari. Devono poter riconoscere i Clienti vecchi da quelli nuovi per evitare inutili e ripetitive spiegazioni nel primo caso, e non lasciare per scontato nulla nel secondo. Devono poter mantenere un buon rapporto con i Clienti, questo riuscendo anche ad ascoltare le lamentele; ascoltare significa comprendere i bisogni, accorgersi delle esigenze e apprendere per migliorare; b) la tecnologia sia la più sofisticata possibile: in maniera che il Cliente riesca a risolvere il suo problema riuscendo a parlare con un operatore preparato senza dover essere sbalzato da una line telefonica ad un’altra. 20 CAPITOLO SECONDO LA MISURAZIONE DELLA CUSTOMER SATISFACTION 2.1 MODALITA’ DI MISURAZIONE La complessità dei fenomeni da tenere sotto costante controllo, nonché la turbolenza degli scenari, sta stimolando le imprese ad individuare nuove ed aggiornate modalità di misura delle Customer Satisfaction. In effetti le imprese sono incentivate ad approfondire le conoscenza dei propri Clienti perché tale comportamento, oltre a facilitare gli interventi di miglioramento di tutti i processi produttivi, rappresenta un vero e proprio fattore di successo. In particolare, esaminando un campione di imprese circa le modalità di misurazione della Customer Satisfaction, è emerso che le informazioni raccolte non servono esclusivamente per risolvere problemi ma anche per focalizzare l’intera struttura sull’importanza di sviluppare relazioni durature con la clientela. Nell’organizzare una tecnica che consenta in prima istanza di misurare la Customer Satisfaction e correlare successivamente i giudizi ai risultati gestionali o ai processi di miglioramento, è necessario che vi sia una chiara consapevolezza del fatto che: “le tecniche di misurazione forniscono indicazioni parziali e spesso non comparabili tra di loro”, ovvero che ognuna presenta specificità, vantaggi e svantaggi (Gododman J., 1992). In tal senso, per poter misurare efficacemente tutti gli aspetti della Customer 21 Satisfaction, è opportuno che l’impresa si attivi nel predisporre un sistema formalizzato fondato sull’utilizzo contestuale di più strumenti. Nel complesso si tratta di un significativo progresso verso la strada della centralità del Cliente, che si conferma sempre più come fattore di successo, e verso un ottimizzazione degli strumenti di misurazione utilizzati per proteggere e valorizzare il patrimonio delle risorse. Un altro elemento di successo e di grande importanza nella progettazione dei sistemi di misurazione è legato al coinvolgimento dei Clienti; evidentemente anche per quanto attiene alla raccolta delle informazioni, è necessario adottare un approccio basato unicamente sulle intuizioni del management. Per quanto riguarda la modalità attraverso cui raccogliere le informazioni necessarie alla misurazione della, al giorno d’oggi la casistica è già sufficientemente ampia e tale da consentire una distinzione tra misurazione diretta e indiretta. La misurazione diretta si riferisce a quelle tecniche che prevedono un esplicito coinvolgimento del Cliente, al quale è richiesto di esprimere un giudizio puntuale sul livello di soddisfazione della prestazione a lui erogata. L’aspetto caratterizzante, quindi, risiede nella volontà dell’impresa di sentire la “viva voce del Cliente” e, al tempo stesso, di utilizzare sistemi di ascolto non mediati. In questi schemi rientrano tipicamente le ricerche di marketing, opportunamente adattate per la misurazione della Customer Satisfaction. I sistemi indiretti, invece, consentono la rilevazione grazie all’impiego di “filtri” o attraverso degli indicatori che, in maniera più o meno esplicita, permettono di correlare i diversi risultati operativi al livello di soddisfazione della clientela. 22 Si rende necessario per l’impresa per poter efficacemente impostare un programma di misurazione della Customer Satisfaction adeguare gli strumenti e le logiche di misurazione del passato all’attuale morfologia dei mercati, alle strategie perseguite e, in particolare, alla complessità dei fenomeni da interpretare. La progettazione di un sistema di misurazione richiede lo svolgimento di diverse attività tra loro collegate, di cui una delle più importanti riguarda la definizione degli obiettivi e delle modalità di utilizzazione delle informazioni, ed esige, inoltre, che il sistema di misurazione rispetti alcuni criteri operativi: • deve generare informazioni strategiche per il management (top e medio); • deve essere relativamente semplice da progettare e da comprendere; • deve essere credibile per consentire un legame con le performance dei dipendenti e con relativi sistemi di compenso; • Non deve essere eccessivamente costoso da sviluppare e gestire. 2.2 METODI DI MISURAZIONE Come è stato osservato, l’impresa per misurare la soddisfazione del Cliente dispone di un ampia gamma di strumenti, classificabili in diretti ed indiretti 23 2.2.1 Metodi diretti In questa categoria nella maggior parte dei casi vengono utilizzate le ricerche di mercato per misurare in maniera diretta il livello di soddisfazione. Nell’abito delle metodologie applicate in questi ed in altri contesti, e più recentemente sviluppate per comprendere le esigenze dei Clienti, per rilevare eventuali carenze dei servizi e per misurare la Customer Satisfaction, si possono sicuramente citare quelle del Critical Technique (Bitter M., Booms B., Tetreault M., 1990) e del Customer Satisfaction Survey (IBM Semeà 1993), nonché quella del ServQual (Parasuraman A., Zeithaml V. Berry L., 1985,1993,1998), del SerPerf (Cronin J., Taylor S., 1992). 2.2.1.1 Spiegazione dei Metodi In particolare la prima tecnica risulta idonea a misurare il livello di soddisfazione soprattutto quando non si conoscono con esattezza gli atteggiamenti del Cliente. La tecnica è impostata sull’osservazione degli atteggiamenti di quei Clienti coinvolti in attività considerate critiche ai fini della soddisfazione finale; attraverso un breve questionario di tre domande si provvede a classificare i dati in maniera da definire l’importanza che i Clienti attribuiscono ad ogni elemento del servizio e le motivazioni della loro soddisfazione o insoddisfazione. Il Customer Satisfaction Survey (CSS), consente di confrontare nel tempo i miglioramenti perseguiti, estrapolando degli indicatori numerici. 24 1) Il ServQual, metodologia quantitativa presentata per la prima volta nel 1985, attraverso una prima serie di 22 domande, misura le aspettative generiche dei Clienti verso il servizio esaminato e con un’altra serie di domande, verifica il livello di soddisfazione espresso sull’azienda oggetto di indagine. Prendendo spunto dal precedente modello è stato impostato il SerPerf (rispetto al primo non prevede un confronto tra attese del cliente e prestazioni erogate), che metodologicamente si sviluppa in tre fasi: 1) esame della validità delle 22 domande del SerQual in un ottica di sola misurazione delle prestazioni; 2) comparazione tra i differenti trattamenti statistici al fine di scegliere il più efficace; 3) analisi finale delle relazioni tra qualità, livello di soddisfazione e intenzione all’acquisto. Avendo ben chiare le caratteristiche di questa tecnica, sono state individuate altre due tecniche per determinare deduttivamente l’importanza dei singoli elementi dell’offerta: • la prima si basa sull’uso della regressione lineare; • la seconda ricorre alle tecniche della Cojoint Analysis. Entrambe devono portare alla descrizione dei fattori maggiormente graditi dai differenti segmenti di clientela. 25 Con riferimento alla prima tecnica, il presupposto operativo è che la soddisfazione generale viene considerata come funzione dei subsistemi di offerta; così come la soddisfazione di un subsistema è funzione dei singoli attributi d’offerta che lo compongono. Soddisfazione generale = f ( Subsistema 1,..., Subsitema n) Il subsistema che presenterà il coefficiente di regressione più alto è quello che contribuisce maggiormente alla soddisfazione del Cliente. In tal senso molti ricercatori hanno fatto ricorso alla Cojoint Analysis per valutare quanto i singoli elementi dell’offerta impattassero sulla soddisfazione generale. Questo metodo necessita la presenza di un questionario complesso e conseguentemente un forte impegno del Cliente (è stato in fatti rilevato un alto numero di non rispondenti rispetto all’altro metodo); in tal senso, per evitare di sottoporre al Cliente un numero elevato di alternative, si riduce drasticamente il numero di subsistemi inseriti nel questionario. 2.2.1.2 Il Questionario La costruzione del questionario, prevede da un punto di vista sequenziale prima la raccolta dei dati e poi l’analisi dei risultati; tuttavia, ai fini della sua costruzione, è necessario che il ricercatore abbia già definito la tecnica alla quale voglia ricorrere tra quelle precedentemente descritte, Indipendentemente dalla scelta effettuata, le alternative di risposta dovrebbero rispondere ad almeno tre requisiti: 26 1) essere esclusive: cioè riferite a domande esplicitamente indirizzate ad un solo elemento dell’offerta; 2) essere esaustive: cioè in grado di fornire all’intervistato tutte le alternative credibili e probabili; 3) essere chiare: cioè univocamente interpretabili dai differenti segmenti di clientela coinvolti nella ricerca; Le attese e le valutazioni possono essere rilevate attraverso alcune scale, tra le quali le più frequentemente utilizzate sono: ¾ la scale di Likert, in cui le domande spingono l’intervistato a prendere una posizione verso uno specifico fenomeno oggetto di misurazione; ¾ la scale gerarchica, che permette di definire in ordine gerarchico l’importanza attribuita ad ogni singolo elemento dell’offerta e di confrontarne quindi la relativa importanza; può essere espressa in termini percentuali o attraverso una classifica, ¾ la scala di importanza, consente di rilevare in termini assoluti l’importanza di alcuni attributi; ¾ scala di valutazione, attraverso cui si valutano gli attributi dell’offerta. 2.2.2 Metodi Indiretti Con l’affermazione dei principi del miglioramento progressivo e crescente, propri dei sistemi di qualità totale, il ruolo della misurazione e del controllo della Customer Satisfaction è stato rivisto è modificato. 27 La conoscenza del livello di soddisfazione, infatti, non discende più unicamente da informazioni raccolte con metodologie di misurazione “successive” o dirette, ma passa anche per strumenti in grado di fornire indicazioni indirette sulle prestazioni erogate. Alcuni di tali indicatori non solo consentono un adeguata misurazione della soddisfazione, ma garantiscono anche il controllo concomitante delle prestazioni necessarie al processo di produzione ed erogazione dell’offerta. L’azienda Carraro ha desio di operare anche in questo senso per cercare di migliorare il rapporto con i propri Clienti, cercando di capire le loro esigenze e migliorare l’offerta erogata. 2.2.2.1 I reclami e la Customer Satisfaction Tra gli indicatori che recentemente stanno assumendo una grande rilevanza ai fini di una misurazione indiretta e di una efficace gestione di tutto il ciclo di relazione, vi è il comportamento dell’impresa nei confronti di un eventuale reclamo. Con il termine Reclamo si intende una manifestazione implicita od esplicita di insoddisfazione da parte del Cliente il quale sia rimasto vittima di un eventuale difetto o disservizio riconosciuto oggettivamente tale da parte dell’azienda fornitrice sulla base delle proprie politiche, direttive e standard. Durante gli anni Ottanta e Novanta lo slogan perseguito dal mondo aziendale era quello di erogare una qualità a “zero difetti”, oggi le imprese stanno orientando risorse crescenti nel migliorare le proprie capacità di recupero in presenza di un eventuale reclamo. Tuttavia, non tutti i Clienti reclamano, e coloro che lo fanno non sempre ricorrono a strumenti ufficiali (spesso si protesta 28 informalmente con un intermediario come ad esempio il centro assistenza). Per le aziende “business to business”, come Carraro, il reclamo coincide con l’insoddisfazione perciò risulta essere un importante indicatore della Customer Satisfaction. Essendo il fenomeno sottodimensionato, quindi, si corre il rischio che questo indicatore indiretto dia informazioni distorte circa i reali livelli di soddisfazione. Volendo rappresentare graficamente i possibili comportamenti del Cliente nei confronti di un eventuale disservizio, si possono descrivere quattro differenti situazioni (vedi figura 2.1): Comportamenti dei Clienti in caso di disservizio Atto Abbandono Insoddisfazione Reclamo Gestione Insoddisfazione del reclamo d’acquisto Azione di terzi Risarcimento Continuazione del rapporto soddisfazione (fonte: nostra elaborazione) (Figura 2.1) 29 ¾ abbandono: concludere definitivamente la relazione con l’impresa senza comunicare a quest’ultima il fatto di essere rimasto insoddisfatto della prodotto; ¾ reclamo: reclamare formalmente all’impresa ¾ azione di terzi: avviare una procedura di reclamo e di rimborso del danno ricevuto avvalendosi del supporto di terzi (associazioni consumatori, avvocato, eccetera); ¾ continuazione del rapporto: continuare il rapporto come se nulla fosse accaduto. A fronte di queste alternative, il compito dell’impresa è quello di stimolare al massimo la propensione al reclamo da parte dei Clienti insoddisfatti, al fine non soltanto di recuperare il rapporto leso, ma anche di evitare il passaparola negativo. Far sì che i Clienti manifestino la propria sensazione all’impresa è un obiettivo non semplice, sia a causa del comportamento dei Clienti stessi, ma anche perché spesso le imprese non facilitano tale forma di comunicazione. Per incoraggiare la comunicazione dell’esistenza di un problema, le imprese hanno iniziato a creare apposite strutture atte a questo scopo, individuando dei veri e propri responsabili per la gestione di un reclamo. Nel caso di Carraro esistono delle specifiche figure chiamati “Advisor” interfacciano l’azienda produttrice ai Clienti, si occupano di tutto ciò che è relativo all’insoddisfazione, cercando le cause ma soprattutto le soluzioni. Tra gli strumenti finora adottati per acquisire il maggior numero di reclami, ricordiamo il “telemarketing in entrata”, ovvero basato su numeri verdi o linee telefoniche dedicate. Compito dell’impresa, tuttavia, non è esclusivamente quello di fornire una risposta ad un eventuale reclamo, ma gestire in maniera 30 efficace tutti gli aspetti di questo specifico rapporto vissuto con il Cliente. In particolare, gli elementi che incidono sulla soddisfazione nei confronti di un reclamo riguardano: ¾ l contesto in cui è inserita l’insoddisfazione che può essere a sua volta determinato da due elementi: 1) la tipologia del problema occorso al prodotto; 2) l’importanza che il bene o servizio aveva per il Cliente; ¾ gli attributi del recupero che sintetizzando interessano: 1) le modalità di acquisizione del reclamo; 2)le procedure di gestione del reclamo; 3) le forme di compensazione offerta al Cliente; 4) la proattività/reattività nella gestione (figura 2.2). Aspetti che incidono sul recupero Gentilezza ACUISIZIONE DEL RECLAMO Empatia PROATTIVITA’ Autonomia GESTIONE DEL Decisionale SODDISFAZIONE RECLAMO Velocità VALORE DEL Valore PROBABILITA’ DI intrinseco ACQUISTO RIMBORSO Valore commisurato (fonte: Adattamento di Smith,1999) (Figura 2.2) 31 Riguardo al contesto, la soddisfazione del Cliente sarà sicuramente influenzata sia dalla tipologia del problema occorso, sia dall’importanza che il prodotto aveva per il Cliente stesso. Basandoci sui principi della Teoria dello Scambio si può assumere che una persona e tanto più soddisfatta quanto più le risorse ricevute per risarcire il problema saranno similari alla prestazione primaria acquistata. Ciò implica ,ad esempio, che se il Cliente ha subito un disservizio di tipo economico il recupero dovrebbe riguardare il campo economico. E’importante che l’impresa comprenda ciò che effettivamente è in grado di soddisfare quando si verificano dei reclami; l’attributo a cui viene dato maggiore importanza interessa il valore rimborsato erogato. Nel caso Carraro gli esistono delle figure che Un altro elemento che incide in maniera significativa sulla soddisfazione del Cliente e sulla sua eventuale propensione al riacquisto, riguarda le modalità di acquisizione del reclamo. Ciò che infastidisce il Cliente è un è un’evidente atteggiamento di distacco da parte del personale addetto, addirittura un comportamento scortese. In ultimo anche le procedura di gestione del reclamo incidono sulla percezione del Cliente. E’ evidente che un atteggiamento orientato a passare il problema ad altre funzioni aziendali, infastidisce non poco. 2.2.2.2 Garanzia e soddisfazione Un altro strumento per raccogliere indicazioni sulle prestazioni erogate e sul livello di soddisfazione, è quello dell’utilizzo della 32 garanzia “soddisfatti o rimborsati” (se prevista dalle norme del contratto). La garanzia, rispetto al reclamo, stimola maggiormente il Cliente a manifestare tutti i motivi di insoddisfazione e tutte le carenze dell’offerta acquistata rispetto ai parametri di riferimento stabiliti, dal momento che dovrebbe ricevere una qualche forma di rimborso. Una garanzia, infatti coinvolge il cliente nei processi di miglioramento, e serve inoltre a ribadire l’importanza della soddisfazione a tutta la struttura aziendale; un efficace gestione dello strumento in esame, quindi, dovrebbe portare dei ritorni all’impresa, sia operativi che di marketing. Per quanto riguarda la natura e i contenuti della garanzia l’impresa deve valutare quale tra le possibili alternative assicuri maggiori ritorni. In particolar, gli aspetti più critici di un servizio di garanzia interessano la presenza o meno di condizioni e l’oggetto stesso della garanzia. Relativamente alla prima alternativa, una garanzia incondizionata può esporre l’impresa a situazioni critiche da un punto di vista economico, soprattutto quando non è in grado di presidiare la qualità delle prestazioni promesse; al tempo stesso la presenza di clausole limitatorie può disincentivare l’utilizzo e complicare la sua gestione da parte degli addetti. La scelta tra una garanzia condizionata o incondizionata deve prendere in considerazione il target a cui si rivolge, in particolare analizzando: • il costo delle garanzie , e confrontandolo con il valore, attuale e potenziale, delle differenti tipologie di Clienti; • il grado di etica presente nella società. 33 Un altro ambito di valutazione interessa i contenuti della garanzia, ovvero se estenderla all’intera offerta aziendale o solo ad una parte. L’impresa dovrebbe orientarsi verso quell’alternativa che garantisce i maggiori ritorni sia in termini economici che di accrescimento delle risorse intangibili. Nel caso che stiamo seguendo l’impresa attua una tipologia di garanzia in base al Cliente; Clienti più importanti hanno termini molto più elastici. 2.2.2.3 Soddisfazione ed indicatori di performance La valutazione indiretta del livello di soddisfazione può essere condotta, inoltre, anche tramite la lettura di alcuni indicatori relativi alle prestazioni erogate. Molte imprese usano sistemi formalizzati di controllo relativi ad alcuni parametri del processo produttivo considerati discriminanti dai Clienti. Per mezzo delle informazioni raccolte è possibile evidenziare alcuni aspetti del prodotto o del servizio (tempi d’erogazione, tempi di risposta, tempi di evasione dei reclami,assistenza, ecc.). Gli indicatori possono esser usati esclusivamente per prestazioni quantificabili. 2.2.2.4 Altri strumenti di misurazione La soddisfazione della propria clientela può essere valutata anche attraverso le impressioni raccolte direttamente dal personale dell’azienda. 34 A fronte di una facilità di rilevazione estremamente semplificata si profila, tuttavia, l’autovalutazione un può rischio discostarsi decisamente in maniera realistico: significativa dall’effettiva percezione dei Clienti. Cautele in questo senso possono essere assunte effettuando periodici controlli tra i risultati emersi dalle indagini dirette, e le autovalutazioni interne; eventuali scostamenti, possono essere usati al fine di evidenziare il gap (lacune cognitive). 35 36 CAPITOLO TERZO 37 3.1 Il Gruppo Carraro Carraro è un Gruppo industriale che progetta, produce e commercializza sistemi per l’autotrazione destinati a trattori agricoli, macchine movimento terra, carrelli telescopici, veicoli commerciali ed automobili. La holding Carraro S.p.A. è quotata alla Borsa Italiana dal 1995 ed è situata a Campodarsego (Padova). Il Gruppo Attualmente il Gruppo è composto da 13unità produttive, localizzate in Italia e all’estero. Gli stabilimenti italiani si trovano principalmente nel Nord Est della Penisola, in un’area che da anni rappresenta uno dei poli industriali più avanzati e attivi d’Europa; accanto a questi sono operativi i nuovi stabilimenti di India, Stati Uniti, Polonia, Argentina, Corea e Germania. È inoltre presente una sede commerciale in Giappone, con lo scopo di presidiare in loco i mercati, ed un ufficio di rappresentanza in Turchia. L’andamento generale del 2004 risulta Per ciò che riguarda 2002 ha avuto infatti una svolta così positiva da riportare l’azienda in un solo anno all’utile, pari a 1,876 milioni di euro; Assali e trasmissioni rappresentano il core business del Gruppo, mentre altre unità si dedicano alla produzione di variatori di fase per automobili, frizioni, ingranaggi e componenti meccanici. Dal bilancio del 2002 (l’ultimo che abbiamo a disposizione) possiamo vedere anche una netta svolta positiva si è passati da una perdita 38 nell’anno precedente di circa 23 milioni di euro ad un utile di quasi 2 milioni di euro. I prodotti Carraro hanno ottenuto la preferenza delle maggiori case mondiali produttrici di veicoli. Il processo di globalizzazione, attuato nel corso degli ultimi anni, ha portato il Gruppo ad espandere la propria presenza su mercati e aree strategiche quali l’Europa dell’Est, il Far East e l’America del Nord e del Sud con l’obiettivo di consolidare la propria leadership sui mercati maturi e di concretizzare le nuove opportunità offerte dai mercati emergenti. Questa strategia, attuata attraverso acquisizioni e joint-ventures, è inoltre volta all’obiettivo di seguire i clienti nei loro processi di internazionalizzazione, di trasferire su mercati nuovi il know-how del Gruppo e di poter usufruire di bassi costi d’acquisto e di manodopera. La capacità del gruppo di operare sui mercati globali è testimoniata dal prestigioso riconoscimento attribuito dalla SAE, la Società degli Ingegneri Automotive USA, che ha nominato Carraro “Company of the year” per l’anno 1998. Il premio è attribuito annualmente all’azienda che ha eccelso nel campo della produzione fuoristrada (veicoli movimento terra, trattori e componentistica) nelle aree dei nuovi prodotti, nuovi processi, qualità del prodotto e del servizio, innovazione e servizio al cliente. 39 E’ la prima volta che viene nominato un Gruppo non americano dopo che, negli anni passati, società quali Caterpillar e John Deere avevano ricevuto questo riconoscimento. Il Gruppo Carraro ha attualmente una capitalizzazione di Borsa di circa 140 milioni di Euro. 3.2 La storia La storia del Gruppo Carraro è una case-history di successo di una realtà imprenditoriale locale che, negli anni, attraverso strategie di differenziazione, innovazione ed internazionalizzazione, è divenuta una realtà multinazionale leader mondiale nel proprio mercato. Fondata nel 1932, Carraro produce originariamente seminatrici per l’agricoltura destinate ad un mercato interregionale e, negli anni ‘50 entra nel mercato dei trattori agricoli, con la produzione del primo trattore con marchio “Tre Cavallini”. Tre sono le fasi principali dello sviluppo del Gruppo Carraro: la prima è quella della diversificazione nella produzione di assali e trasmissioni, che diviene il core business della società; la seconda è quella del processo di decentramento delle produzioni e di costituzione del Gruppo; la terza è quella della globalizzazione. Negli anni ‘70 Carraro attua una svolta fondamentale con la diversificazione nella produzione di assali e trasmissioni, divisione della società che, a partire dagli anni ‘80, diviene il core business della società. La piena affermazione della Carraro in questo mercato può essere datata al 1985, quando vengono raggiunti i 100.000 assali venduti e Carraro acquisisce la leadership mondiale che continua a detenere tuttora. 40 Nella seconda metà degli anni ’80, lo sviluppo della produzione di assali e trasmissioni porta la Carraro ad attuare una strategia di decentramento delle produzioni accessorie, attraverso l’acquisizione e la costituzione di società che svolgono specifiche attività funzionali rispetto al mercato. Seguendo questa strategia si costituisce negli anni ‘80 il Gruppo Carraro con l’acquisizione della OMG (fabbricazione di frizioni, snodi e componenti per autovetture), successivamente incorporata nella Carraro PNH (produzione di assali per veicoli stradali), e della SIAP (produzione di ingranaggeria). Nel 1989 inoltre nascono la TQT (trattamenti termici per ingranaggi) e la STM (stampaggio di componenti in acciaio) che operano, insieme a SIAP, nel polo di Maniago. Gli anni ‘90 segnano il processo di internazionalizzazione e di globalizzazione del Gruppo che inizia con la costituzione di filiali commerciali negli Stati Uniti, (nel 1992 nasce Carraro North America) e in Germania (nel 1995 è costituita Carraro Vertiebs) e prosegue con le acquisizioni e le joint-ventures che portano il Gruppo a stabilire insediamenti produttivi in India, Polonia, Stati Uniti, Argentina e Corea e uffici commerciali in Turchia, Giappone e Corea. Gli anni ‘90 rappresentano inoltre una tappa fondamentale per Carraro nel processo di apertura del Gruppo ai mercati finanziari internazionali, avvenuto nel 1995 con la quotazione della holding Carraro S.p.A. alla Borsa Italiana. Nel dicembre 1995 Carraro S.p.A. si quota alla Borsa con un’Offerta Globale di 15.000.000 di azioni (pari al 35,7% del capitale sociale), collocate attraverso un’Offerta Pubblica di 41 Sottoscrizione e Vendita in Italia ed un collocamento privato ad investitori professionali italiani ed esteri. Sono state collocate, attraverso l’OPVS, un numero di 9.689.750 azioni ad un prezzo di Lire 4.500 per azione per un controvalore lordo di lire 43.603.875.000. 3.3 PRODOTTI E I MERCATI La produzione Carraro può essere suddivisa e ripartita su quattro dimensioni: • per tipologia di prodotto - assali differenziali - trasmissioni - gruppi di trazione - riduttori - differenziali - frizioni • per tipo di applicazione - macchine agricole - macchine movimento terra - carrelli da piazzale - autoveicoli su strada e fuoristrada • per area geografica di destinazione del prodotto 42 In particolare i mercati ad elevato indice di industrializzazione (Europa e Nord America) richiedono i prodotti tecnologicamente più evoluti. I paesi emergenti, invece, utilizzano configurazioni di prodotti di lunga sperimentazione. L’attenzione del Gruppo Carraro verso l’innovazione e la differenziazione ha portato all’introduzione e allo sviluppo di nuovi prodotti ad alta tecnologia ed elevato standard qualitativo. 3.4 LA STRATEGIA E I FATTORI CRITICI DI SUCCESSO La strategia del Gruppo Carraro è principalmente orientata verso: ¾ Crescita Il Gruppo Carraro opera al fine di crescere e sviluppare il proprio business attraverso un consolidamento delle aree strategiche di successo, quali quella degli assali e delle trasmissioni, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e nuovi segmenti di mercato, nonchè attraverso la valorizzazione di nuove opportunità di mercato soprattutto nei paesi emergenti. I dati economici relativi al 2002 confermano il successo nel perseguire tale obiettivo,. ¾ Diversificazione geografica e di prodotto L’obiettivo del Gruppo Carraro è quello di muoversi verso un processo di diversificazione del business all'interno del mercato di competenza. 43 La diversificazione è perseguita su due linee direttrici: quella geografica e quella di prodotto. La diversificazione geografica consente di attenuare il rischio di ciclicità delle attività produttive e di essere in grado di sfruttare opportunità in mercati caratterizzati da alti tassi di sviluppo e da basso costo del lavoro. La diversificazione per prodotto ha l’obiettivo di individuare nuovi business nei quali sfruttare e valorizzare le proprie competenze, rispondendo alle nuove richieste del mercato. ¾ Globalizzazione Unitamente al consolidamento delle posizioni di leadership già acquisite nel mercato del Nord-America e dell’Europa, la strategia è orientata verso la globalizzazione dei mercati sia a livello di presenza commerciale sia a livello di presenza produttiva nelle aree in cui oltre ad esistere un mercato potenziale di dimensioni rilevanti si possono ottenere economie nei costi di produzione. I fattori critici di successo nella strategia Carraro si possono riassumere in: ¾ Innovazione Il Gruppo Carraro investe in modo continuo e massiccio nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie sfruttando il know-how già acquisito. Nel 2002 le spese di ricerca e sviluppo sono state pari a 2,3 milioni di euro. 44 ¾ Eccellenza qualitativa Il successo del Gruppo Carraro si basa su un fattore determinante per il mercato di sbocco, ossia la qualità. La qualità rappresenta un tema sul quale Carraro investe in maniera costante negli anni. Il premio Q1 Award, attribuito dalla Ford New Holland ai propri fornitori migliori, la certificazione ISO9001 e il QS9000 rappresentano il riconoscimento dell’eccellenza qualitativa. Nel 1998 Carraro è inoltre stata nominata “Company of the year” dalla SAE, la Società degli Ingegneri Automotive USA. ¾ Orientamento al cliente e approccio di partnership La politica del gruppo Carraro è fortemente improntata all’orientamento al cliente. Tra i suo clienti vi sono i maggiori gruppi industriali del mondo nel campo meccanico (tra i quali Case New Holland, John Deere, Renault, Fiat, Mercedes, Piaggio, Caterpillar e Agco). Carraro ha sviluppato nei loro confronti un posizionamento che non la pone quale semplice fornitore ma come partner nella fornitura dei componenti meccanici, sempre orientato a lavorare in modo integrato con il cliente e a trovare soluzioni innovative per le specifiche esigenze. Questo approccio strategico è risultato vincente in un mercato caratterizzato dalla tendenza delle aziende produttrici di trattori agricoli e di macchine movimento terra all’outsourcing. Infatti, queste aziende necessitano di definire rapporti di lungo periodo con i propri fornitori improntati sul ricorso al coengineering e al just in time. In sintesi necessitano di partner industriali. 45 Con il supporto del sistema CADAM lo staff dei tecnici può elaborare adattamenti personalizzati a misura delle richieste dei clienti. Oltre agli abituali ed accurati test a cui è sottoposto ogni nuovo prodotto, vengono svolte prove di laboratorio personalizzate per i nostri clienti. Il Reparto Prove è attrezzato per sviluppare oltre 50.000 ore di test all’anno. Di conseguenza il gruppo è in grado di offrire prodotti già collaudati, eliminando la necessità di ulteriori prove di affidabilità da parte dei clienti. ¾ Gli altri fattori Altri fattori critici di successo sono infine rappresentati dalla leadership di costo, dalla forte posizione sui mercati internazionali e dalla leadership nel processo produttivo in termini di alta produttività, efficienza, flessibilità e assistenza post vendita. ¾ Assistenza post vendita. Gli addetti al Servizio Post Vendita controllano sul luogo il prodotto durante il suo funzionamento per stabilire il livello di soddisfazione degli utilizzatori finali. Una precoce individuazione di potenziali aree critiche suggerisce modifiche ed evoluzioni del prodotto. Il Servizio Post Vendita assiste il personale dell’azienda cliente nelle operazioni di controllo dei prodotti, oltre che nelle fasi di pianificazione dell’assistenza in clientela e di gestione dei ricambi. ¾ Flessibilità 46 Una produzione organizzata secondo criteri estremamente flessibili, una costante analisi degli ordini ed una pianificazione delle forniture permettono di reagire velocemente ad improvvise variazioni di programma da parte dei clienti, consentendo la riduzione del magazzino sia alla fonte che a destinazione. 3.5 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA L’organizzazione decentralizzata promuove lo spirito imprenditoriale e azioni mirate a tutti i livelli, sempre mantenendo sinergie incrociate all’interno del gruppo. La struttura dell’azienda rispecchia lo schema tradizionale per la realizzazione di un nuovo prodotto, ovvero: 1-Idea iniziale; 2-Concretizzazione della stessa; 3-Risultato del lavoro svolto. Si individuano pertanto le tre macro-aree principali. Il Competence Centre: si prefigge di pianificare la strategia di business, di progettazione e di produzione, nonché di recuperare le risorse necessarie a realizzare il tutto. Il Profit Centre: è la divisione che si occupa del core business ovvero della produzione di assali, trasmissioni, componenti e ricambi. Ed è proprio in queste 4 BU che viene suddiviso il Sistema Generale di Direzione. Il Service Centre: racchiude in sé tutte le attività di contorno e di supporto alla principale, permettendo di “trarre le conclusioni” su quanto fatto. Questo è di fondamentale importanza per formulare previsioni sul 47 trend aziendale e quindi per implementare nuove strategie. Si ha quindi l’area dedicata all’amministrazione e controllo, fonte: rete aziendale Carraro S.p.A (Grafico: Organigramma aziendale ) 48 CAPITOLO 4 4.1 IL SERVICE CENTERS L’obiettivo dell’area Service Centers è mantenere, sviluppare e curare le relazioni con i clienti acquisiti, nonché cercare e sviluppare relazioni con potenziali clienti nell’area di competenza. La sua principale responsabilità è capire come Carraro può massimizzare la Soddisfazione Cliente e attivarsi perché le necessarie azioni siano intraprese dagli enti aziendali competenti. In particolare l’attività prevede: - relazioni dirette con tutti i clienti dell’area di competenza in collaborazione e coordinazione con Product Manager, Key Customer Account e Customer Care (la relazione prevede: negoziazione prezzi e condizioni di vendita, proposte per nuove applicazioni, visite regolari, ecc.); - partecipazione alla stesura dei piani vendita e successiva implementazione; - fornire a Product Manager gli input relativi a specifiche richieste sullo sviluppo gamma prodotti; - identificazione di nuove opportunità di mercato non necessariamente legate a prodotti esistenti; 49 4.2 COMPOSIZIONE E STRUTTURA Il progetto di Stage è effettuato nel settore riguardante il “quality e customer satisfaction”. La missione di questo settore sta nel fare in modo che ogni problema sia affrontato ponendo al centro dell’attenzione i bisogni del cliente. I suoi compiti sono di: • garantire un’adeguata assistenza tecnica al Cliente • preparare e gestire la documentazione tecnica • collaborare con le parti commerciali per la definizione delle condizioni di garanzia • seguire la gestione secondo i contratti in essere • monitorare il comportamento del prodotto. L’azienda lo suddivide in tre reparti: 1- ASSISTENZA POST-VENDITA: i suoi advisors trattano direttamente col Cliente, cercano di aiutarlo a risolvere i problemi relativi al prodotto; nel caso si siano verificati guasti il Cliente invierà la sua richiesta di garanzia per un danno subito dal prodotto acquistato dall’azienda. La richiesta di rimborso verrà poi inoltrata all’assistente post-vendita, il quale effettuerà tutte le verifiche del caso prima di accettarla e di restituirla agli Advisor . Per effettuare i controlli ci si avvale internamente della collaborazione del reparto ripristini interni, per comprendere le modalità del difetto direttamente sul particolare in questione, e della qualità fornitori, nel caso in cui il difetto sia dovuto direttamente alla merce acquisita dall’esterno. 50 2- RIPRISTINI: Operano in base agli input ricevuti dagli advisors. Si occupano della riparazione concreta del particolare danneggiato, dopo aver verificato l’effettiva responsabilità interna. Questo avviene in sede a Campodarsego o fuori sede, direttamente dal cliente. Hanno anche il compito di organizzare brevi corsi di formazione per il cliente sul prodotto e di effettuare audit a campione per testare la qualità del prodotto (dopo aver selezionato un campione casuale, questo viene smontato e ne viene constata la conformità). 3- DOCUMENTAZIONE TECNICA: si occupa della redazione dei manuali di riparazione e dei cataloghi ricambi. La documentazione tecnica viene eseguita su richiesta dell’ufficio commerciale al rilascio di un nuovo prodotto o su richiesta diretta del cliente. Alla stesura della documentazione collabora l’ingegneria fornendo i dati tecnici necessari. E’ importante sottolineare lo stretto legame che intercorre tra queste divisioni, che si manifesta anche attraverso una relazione informale basata sulla stima e sulla fiducia reciproca. Tutte operano per offrire al cliente tutta l’assistenza di cui necessita per poter utilizzare al meglio il prodotto acquistato. 51 4.3 IL PROGETTO DI STAGE Il lavoro svolto durante il periodo di Stage si colloca all’interno dell’area dei servizi post-vendita. Il compito riguarda la gestione dei reclami in garanzia. Si tratta, una volta messi disposizione i reclami, di inserirli in un database, effettuando prima un monitoraggio su: 1) i dati che si vanno ad inserire (come date, prezzi e ore lavoro); 2) la ricerca degli eventuali elementi mancanti 3) la scelta del codice difetto1. Anche se i Clienti forniscono una piccola descrizione del guasto questa non sempre è sufficiente per identificare il problema, in alcuni casi addirittura la lingua usata non è ne italiano ne inglese ( ma della nazione del Cliente ) , per effettuare questa operazione è indispensabile una conoscenza linguistica dei termini nonché tecnica della conformazione dei prodotti, importante a tal fine è l’aiuto dei Responsabili della documentazione Tecnica, i quali si occupano di redigere i manuali dei vari prodotti, grazie a loro mi è possibile imparare a “leggere” i progetti. Per svolgere queste mansioni viene utilizzato “Cics”, un programma che permette la gestione di una gamma vastissima di operazioni, quali: 1 È un codice che identifica il tipo di rotture avuta dal prodotto. Ad esempio per un guasto ai freni si usa: MFF. 52 ¾ Risalire alla data di produzione (questa infatti non veniva indicata dai clienti) attraverso la ricerca combinata di partnumber e serial-number; ¾ Risalire agli importi dei pezzi sostituiti; ¾ Verificare che i pezzi danneggiati facessero realmente parte del prodotto venduto; queste le operazioni più frequenti, le potenzialità del programma permettono anche: ¾ Il controllo del fatturato; ¾ Il controllo della quantità di pezzi stampati; ¾ Il controllo delle quantità prodotte ¾ La verifica dei reclami 870 ¾ Etc. Una volta effettuati controlli e dovute correzioni i reclami sono inseriti in un data base e poi valorizzati. 53 4.3.1 Termini di garanzia Per effettuare i controlli sulle date, viene messa a disposizione una tabella con tutti gli estremi del contratto di garanzia per ogni Cliente. I clienti con un certo livello di fatturato significativo per l’azienda stipulano con la stessa un contratto di durata variabile che entrambe le parti sottoscrivono e devono rispettare. La riparazione è effettuata in garanzia se: - il guasto si verifica entro x mesi dalla consegna del prodotto finale al primo utilizzatore finale; - il guasto si verifica entro un massimo di x ore di utilizzo della macchina; - se il veicolo è sempre stato sottoposto al programma di manutenzione stabilito. Il contratto standard prevede una garanzia di 18 mesi dalla data di fatturazione del prodotto, e quale si verifichi prima tra 12 mesi e 1500 ore di funzionamento dalla data di prima immatricolazione del veicolo. Inoltre la sostituzione di parti che siano soggette a danneggiamento o degrado prematuro a causa della loro natura strutturale, del tipo di impiego, del logorio naturale ed invecchiamento (come dischi freno e dischi frizione, guarnizioni, tenute, scambiatori di calore, componenti in gomma o resina, filtri, lubrificanti e combustibili) non è coperta. 54 L'intervento che verrà garantito per le anomalie che si presentano nel periodo di garanzia specificato, comprese le carenze di caratteristiche, si limita a: ¾ riparazione o sostituzione gratuita di ogni componente o prodotto fornito, oppure accredito del valore equivalente, quando lo stesso, in modo provato, sia risultato difettoso o notevolmente pregiudicato nel suo impiego sin dall'origine per errato metodo di montaggio o di costruzione. ¾ I costi diversi da quelli attinenti la riparazione o sostituzione dei componenti o dei prodotti, quali stacco, riattacco o manovre per accedere al componente o prodotto non saranno riconosciuti. ¾ In nessuna circostanza, compresa l'inefficacia degli interventi, CARRARO S.P.A. sarà responsabile di perdite economiche, costi diretti o consequenziali. ¾ Le parti o i componenti contestati dovranno essere resi disponibili per almeno 90 giorni dall’avvenuta sostituzione. Il reclamo deve essere trasmesso entro 60 giorni dalla data della riparazione o dell'intervento. La garanzia decade se: • l'anomalia del componente o del prodotto risulta essere la conseguenza di un uso: errato, negligente, per effetto di una manutenzione non appropriata o a causa di incidenti; • il componente o il prodotto subiscono modifiche o alterazioni; 55 • il componente o prodotto non viene appropriatamente trasportato, immagazzinato e protetto a partire dalla data di spedizione e sino alla data dell'entrata in servizio; • il componente o prodotto subisce deterioramenti o danni che siano la conseguenza manipolazione e di condizioni manutenzione di non montaggio, adeguate, di sollecitazioni diverse da quelle ammesse o non rispondenti a metodi, pratiche approvate; • il componente o prodotto vengono sostituiti o riparati con componenti o prodotti di un diverso venditore. Nel caso di fornitura di componenti, sono esclusi nei confronti dell’azienda i costi relativi allo smontaggio e rimontaggio, particolarmente per quanto riguarda il risarcimento dei danni non verificatisi sull'oggetto stesso della fornitura, a meno che non subentri forzatamente la responsabilità relativa a casi intenzionali di negligenza sul prodotto stesso e di assenza delle caratteristiche garantite. Sono in ogni caso esclusi i costi diretti o consequenziali, in particolare se dovuti ad atti od omissioni nell'adempimento, nelle fasi di installazione, trasporto, manutenzione uso ed impiego dei componenti o dei prodotti. Costi o rimborsi straordinari per la riparazione, manutenzione o sostituzione di componenti o parti, possono essere autorizzati esclusivamente da un rappresentante CARRARO S.P.A. a meno di accordi preventivamente concordati per iscritto. 56 Viene riservato il diritto di modificare il componente o il prodotto nel progetto, disegno o materiale senza per questo avere l'obbligo di applicare tali modifiche a componenti o prodotti distribuiti prima della modifica. Se i termini del contratto vengono rispettati l’Acquirente provvede a redarre il relativo reclamo in garanzia ed ad inviarlo all’azienda, la quale dopo averlo accuratamente analizzato, risarcisce il Cliente dei costi sostenuti. Tali costi riguardano: 9 spese di manodopera (retribuzione delle ore di lavoro necessarie per ripristinare il prodotto); 9 rimborso materiale (costi delle parti sostituite); in alcuni casi se il contratto di garanzia lo prevede anche: 9 rimborso chilometrico (spesa sostenuta per trasportare la macchina al concessionario autorizzato) 9 ed handling (un’ulteriore voce di spesa che è calcolata percentualmente sul costo delle parti in funzione del cliente e del paese da cui proviene il reclamo). In situazioni particolari, in cui ad esempio la numerosità dei difetti è elevata, le parti concordano ad hoc la procedura da seguire. 57 4.3.2Tipologie di garanzia Carraro distingue le garanzie in tre tipologie differenti caratterizzate da un codice: 1. 870: viene denominata anche “A Zero Ore”, si verifica quando un prodotto o i suoi componenti presentano delle non conformità ancor prima del loro utilizzo. Riguarda problemi di lavorazione o di montaggio che non sono stati riscontrati attraverso i test interni all’azienda (ogni prodotto prima di essere inviato al cliente deve superare un collaudo). Solitamente la merce viene rispedita al magazzino (anche se in alcuni casi si attua una procedura chiamata “di ripristino esterno” ,ossia si incarica un concessionario di fiducia dell’azienda che ha il compito di ripristinare il prodotto), che si occupa di analizzare e risistemare il danno se ciò non è possibile si provvede alla rottamazione. 2. 871 Denominata “Garanzia Contrattuale”, riguarda tutte le non conformità che il prodotto presenta dopo la sua prima utilizzazione fino alla scadenza dei termini di contratto. In questo caso il Cliente dopo aver accertato il danno e riparato il prodotto, invierà una richiesta di rimborso in cui verranno specificati i parametri inserirti in sede di contratto,come: ¾ pezzi sostituiti; ¾ ore di manodopera; ¾ spese di trasporto; ¾ etc. 58 3. 873: Denominata anche “Campagna di richiamo” sono incluse tutte quelle non conformità derivanti da una errata progettazione del prodotto; la causa va dunque individuata a monte. E’ sicuramente il tipo più grave di difetto in quanto implica una non conformità di diversi articoli (tutti con le stesse specifiche tecniche) che potranno essere riparati a seguito di una revisione da parte del reparto prototipi. Se dunque un cliente lamenta questo tipo di non conformità si sa già a priori che tutti gli altri clienti riforniti dello stesso prodotto avranno la medesimo tipo di problema. L’analisi dei reclami in garanzia della tipologia 873 verrà tralasciata in quanto durante lo stage non è mai stata trattata una campagna di richiamo. Per quel che riguarda reclami “A Zero Ore” il compito svolto riguardava una semplice migrazione di dati da un data base ad un altro di valori già imputati dagli Advisor senza la possibilità di trattare o supervisionare i campi inseriti. Per quanto concerne invece la tipologia 871 oltre ad essere i più diffusi sono anche i reclami sui quali d’ora in poi sposteremo l’attenzione. 59 4.3.3 Reclami in garanzia 871 descrizione dettagliata delle operazioni svolte: 1.RICEVIMENTO DEL RECLAMO: il cliente ha inviato un reclamo, si tratta di valutare se: • Le ore d’utilizzo della macchina non superino quelle previste dal contratto, le date d’immatricolazione della macchina e di fatturazione siano anch’esse conformi alla garanzia; • Risalire dal part number (codice numerico che identifica una tipologia di prodotti) e serial number (codice numerico progressivo che permette di identificare insieme al part number specifico prodotto) alla data di produzione del prodotto per verificare che le informazioni date dal cliente siano reali; 2. VERIFICA: Si invita il cliente a restituire il prodotto difettato per effettuare dei controlli sulle cause di non o mal funzionamento. Questa richiesta viene effettua raramente, solitamente se si sa a priori che l’articolo è difettoso perché appartenente ad un lotto di produzione fallato, oppure se si ritiene che il cliente abbia utilizzato il prodotto in modo improprio o non abbia provveduto adeguatamente al suo mantenimento. Si procede quindi con l’ordine di reso e successivamente con l’arrivo del prodotto nello stabilimento. 60 3.VALORIZZAZIONE: Si verificano le richieste del Cliente riguardanti: • le ore impiegate per la riparazione o sostituzione delle parti danneggiate. Ci si accerta che il valore dichiarato sia verosimile con il lavoro svolto; • le parti sostituite siano effettivamente inerenti alla tipologia di non conformità riscontrata e che il rimborso per le parti sostituite sia congruente col listino prezzi; • Conteggio di tutti i costi sostenuti dal cliente in caso di Rientro. 4.INVIO DELLA NOTA DI ACCREDITO: Dopo il controllo dei parametri del punto precedente ed effettuate le eventuale correzione si effettua una “Nota di Accredito”, cioè una richiesta per l’ammontare calcolato che può essere inferiore a quello richiesto dal cliente, secondo i tempi concordati con il cliente stesso. 5.DISMISSIONE : ossia la rottamazione, avviene quando la non conformità è tale da non poter ripristinare il prodotto o il costo del recupero e tale da non renderlo conveniente (ciò avviene solo nel caso in cui il prodotto sia rientrato). 6.CHIUSURA: si chiude la pratica riguardate il reclamo. Per la trattazione dei reclami sono chiamati ad operare tre tipologie di soggetti: 1. Il Cliente 61 2. L’Advisor: colui che ha un rapporto diretto con il cliente. Si occupa di trattare i termini del contratto di garanzia, di risolvere gli eventuali problemi che si possono verificare dopo la vendita, di gestire la tipologia degli 870, ed un primo esame dei moduli 871. 3. Assistente Post-Vendita: si occupa essenzialmente di tutto ciò che riguarda i reclami del tipo “Garanzia Contrattuale”, effettua i controlli e gli eventuali modifiche necessarie per il calcolo dell’importo da risarcire (vedremo un maniera approfondita più avanti questa figura). I soggetti qui descritti devono lavorare in maniera sequenziale e coordinata per poter svolgere la procedura descritta al passo precedente. Procedura rallentata anche dal fatto che i reclami possono essere ricevuti sia in forme cartacea che attraverso la email, i controlli sulle ore di lavoro e la verifica effettiva del guasto possono essere effettuate solo da una persona adeguatamente addestrata, i prodotti possono avere più parti danneggiate il che significa dover controllare il prezzo di ognuno di essi, solo dopo questo iter la nota di Accredito può essere inoltrata al cliente, successivamente il reclamo viene archiviato. Per rendere i claim facilmente consultabili, e poterli usare per effettuare dei controlli sui prodotti, è stato necessario inserirli in un data base aziendale, il programma usato è “Quarta”. 62 Esempio di un reclamo NUMERO DEL PART SERIAL RECLAMO NUMBER NUMBER DATA DI RIPARAZIONE ORE MACCHINA DESCRIZIONE DIFETTO DATA DI PRME PARTI RIMBORSO SPEDIZIONE PART SOSTIUITE RICHISTO (figura 4.1) 63 4.4“QUARTA” Quarta è un programma inserito nella rete INTRANET locale di Carraro, consente l’archiviazione e la gestione dei reclami; dopo essere stati inseriti (secondo il procedimento che descriverò inseguito) i claim possono essere modificati solo parzialmente e nei campi riguardanti cambiamenti dell’importo rimborsato, i dati restanti sono “intoccabili”. Grazie a questo programma è possibile far partecipe il Cliente alla gestione del proprio reclamo, potendo inviarglielo coretto ed in ogni momneto con la spiegazioni di ogni passaggio avvenuto. Inoltre permette di rintracciare chi ha inserito il reclamo. 4.4.1 Inserimneto di un Claim Dopo aver avviato il programma la schermata di partenza, da la possibilità di rivede tutti i claim inseriti. (figura4.2) 64 1. Il primo passaggio è l’inserimento del codice cliente (codice numerico che identifica un Cliente preciso) e del partnumber (codice che identifica il tipo di prodotto che si è danneggaito).Figura 4.3. (figura 4.3) 2.Il passaggio successivo è l’inserimento del difetto occorso all articolo (figura 4.4), questo viene scelto da un elenco di possibili cause (tabella 1, in appendice ). E’ l’assistente post-vendita che dopo aver analizzato il claim controllando la descrizione del guasto fornita dal Cliente, ed aver esaminato i pezzi sostituiti che decide il codice da attribuire. 65 (figura 4.4) 3.Si passa successivamente ad inserire i dati generali (figura 4.5) relativi al numero del reclamo, le varie date di produzione, di spedizione, di reclamo, di fatturazione, di rottura, di riparazione, le ore lavoro dalla macchina ( i veicoli su cui vengono montati i prodotti Carraro, contano le ore in cui sono impiegati e non lo spazio percorso), chilometri percorsi per portare la macchina a riparare, percentuale di handling (valore aggiuntivo che viene rimborsato, viene calcolato in percentuale sulle parti sostituite), e il valore reclamato dal cliente. Se le parti sopra elencate non fossero valide “Quarta” blocca l’inserimento e avvisa dell’errore. 66 (figura4.5) 4.Si inserisce il codice della “prime part” (figura 4.6), cioè la parte difettata o danneggiata che ha causato il guasto alla macchina (quando i pezzi vengono ripristinati e non cambiati questo passaggio può venire saltato). Solitamente viene indicata dal cliente, in alternativa spetta all’assistente post-vendita indicarla. 67 (figura 4.6) 6.Infine vengono riportati i dati relativi ai costi (vedi figura 4.7): a) delle parti; b) del lavoro; c) dell’ handling; d) del rimborso chilometrico. Quarta calcolare in automatico i costi dei ricambi sostituiti, andando ad attingere alla combinazione prezzo/cliente (questo vale solo per la prime-part, le parti restanti che vengono elencate concorrono lo stesso a formare il valore restituito, perciò vanno inserite manualmente); Una volta inseriti i dati il reclamo viene valorizzato e quindi a disposizione degli Advisor. 68 (figura 4.7) 69 70 CAPITOLO 5 ANALISI DEI RECLAMI: INTRODUZIONE METODOLOGIA APPLICATA Le informazioni che abbiamo ottenute dal percorso di analisi svolto permetteranno all’azienda di migliorare l’impatto della Customer Satisfaction, cercando di eliminare le principali cause di difetto alla radice ed offrendo prodotti qualitativamente superiori. Aumentando di conseguenza anche l’impatto con i Clienti in termini di immagine. Useremo i dati inseriti nel programma “Quarta”, per effettuare delle possibili considerazioni riguardo ai reclami ricevuti, con le informazioni a nostra disposizione, cercheremo di capire: 1. quali sono i prodotti più problematici, individuati grazie ai codici identificativi; 2. quali sono i difetti maggiormente riscontrati dai clienti e dove si localizzano; 3. la percentuale che viene rimborsata rispetto al fatturato e alle quantità vendute del prodotto 4. il legame tra la tipologia di rottura e il costo 5. le cause dei difetti 71 5.1 DIFETTOSITA’ Come già accennato il gruppo Carraro si occupa principalmente della produzione di assali e trasmissioni, e in parte minore effettua anche un servizio di vendita di pezzi di ricambio; nel proseguo non terremo conto della parte relativa ai ricambi in quanto non fa parte dell’analisi effettuata grazie ai dati avuti. Il campo di maggiore attività riguarda la produzione e vendita di assali, infatti ben l’86% di prodotti venduti riguardano questo tipo di prodotto. Il rapporto tra quantità di trasmissioni e assali venduti è piuttosto standard, infatti in termini percentuali non varia molto da anno in anno. Come si può vedere dal grafico 5.1, le percentuali del 2003 sono variate del 2%, rispetto all’anno successivo. 72 Assali e trasmissioni quantità del venduto 2004 assali 86% trasmissioni 14% Assali e trasmissioni quantità del venduto 2003 assali 88% trasmissioni 12% (grafico 5.1) 73 I dati organizzati in questo modo non mettono in luce però i settori in cui i prodotti vengono commercializzati, e le diverse tipologie di articoli che l’azienda progetta. Perciò almeno per gli assali si è deciso di fare suddivisione che si basa sui veicoli in cui vengono montati. ¾ Assali ad impiego Agricolo: sono installati su trattori, raccogli cotone, mietitrebbiatrici, etc. ¾ Assali ad impiego Industriale: il loro utilizzo riguarda soprattutto mezzi del tipo terne (sono scavatrici con pale meccaniche nella parte anteriore e retro escavatore), caricatori telescopici, (livellatrici), escavatori rotanti, compattatori greader vibranti e trancer (scava trincee). 74 5.2 ANALISI RECLAMI PER PRODOTTO La garanzia Carraro risponde esclusivamente ai malfunzionamenti causati dalla qualità dei prodotti o da problemi relativi al design; un utilizzazione errata del prodotto da parte del Cliente, rotture dovute a cause accidentali, o l’utilizzo del prodotto al di fuori delle specifiche di target non vengono coperti da garanzia. Una volta messi a disposizione tutti i dati, è possibile effettuare la classificazione rispetto alle categorie descritte nel paragrafo precedente. Il grafico 5.2 mostra le percentuali di reclami con la detta suddivisione per l’anno 2004. E’necessario però effettuare una scrematura dei dati, vengono eliminati tutti quei claim che per come sono stati gestiti non danno nessuna informazioni riguardante l’articolo danneggiato. Cerchiamo ora di capire quali sono i prodotti che creano maggiori problemi. ASSALE AD IMPIEGO AGRICOLO Recalmi Ricevuti per Tipologia di Prodotto ASSALE AD IMPIEGO INDUSTRIALE 15% 16% TRASMISSIONE 69% (grafico 5.2) 75 La percentuale di reclami riguardante le trasmissioni rappresenta il 15% del totale, valore molto simile alle proporzioni già viste per le vendite in quantità (grafico 5.1). E’interessante invece a questo punto notare la differenza che esiste tra le due tipologie di assali. Gli assali ad uso agricolo sono la maggior parte dei reclami ricevuti si parla di un valore quasi pari al 70% del totale. Purtroppo non è possibile ricavare le percentuali riguardanti l’anno 2004 divise per categorie (in quanto questa classificazione è decisa da noi), ci dovremmo perciò accontentare dei soli valori recuperati dal database dei reclami. 76 5.3 IL VALORE RECLAMATO Rappresenta il valore che il Cliente richiede come risarcimento, ciò che esso dichiara di aver speso per rendere di nuovo operativo il prodotto. Nel momento in cui un claim viene processato questa voce subisce solitamente diversi tagli: sui prezzi dei pezzi sostituiti: se si nota che vengono richiesti rimborsi su componenti che non fanno parte del prodotto, o spesso succede che i Clienti richiedono un valore pari al loro prezzo di vendita e non al valore di acquisto; nelle ore lavoro per la riparazione: i tagli possono riguardare i costi orari (hanno un massimale stabilito da contratto) o anche le ore che sono state impiegate per riparare l’articolo. I risultati a cui perveniamo dimostrano che ci sono elevate differenze tra ciò che viene richiesto e quanto in realtà viene rimborsato (figura 5.3), in effetti il risarcimento mediamente e il 69% di quanto reclamato. Ci sono inoltre cospicue diversità tra i prodotti presi in considerazione. I reclami di assali agricoli infatti vengono accolti per un valore superiore al 77%, mentre la percentuale sugli assali industriali e le trasmissioni è intorno al 60% (grafico 5.3). 77 Rapporto tra valore richiesto e risarcimento erogato 250000,0 200000,0 150000,0 Valore Reclamato Valore Rimborsato 100000,0 50000,0 ,0 ASSALE AD IMPIEGO AGRICOLO ASSALE AD IMPIEGO INDUSTRIALE TRASMISSIONE (figura 5.3) Ho trattato immediatamente questo argomento perché a mio parere risulta un assai importante, infatti durante l’esperienza di stage ho notato quanto questa differenza di valori possa creare attrito e conflitti tra le parti. Bisogna dire che però grazie all’uso di un database che consente il recupero immediato di tutti i reclami inseriti,è possibile aiutare i Clienti a capire perché le loro richieste non sono state accettate. 78 5.4 DIAGRAMMA DI PARETO Fu Vilfredo Pareto (1848-1923), economista italiano, ad elaborare questo tipo di rappresentazione grafica. E’ un efficace tecnica di supporto all’azione del problem solving, ed è una metodologia grafica che individua i problemi più seri dando quindi degli input per decidere le priorità d’intervento. Il prodotto di un’analisi di Pareto è un diagramma di Pareto che consente di individuare gli aspetti prioritari d’affrontare. L'obiettivo del diagramma è rappresentare in modo efficace i dati più importanti per concentrare l’attenzione su di essi. Il segreto del successo in ogni campo di intervento risiede infatti nell'avere poche e chiare priorità sulle quali intervenire. In generale si può affermare empiricamente che le tipologie di problemi più importanti sono dell’ordine del 20% del totale e risolvendo queste si può risolvere l’80% dei problemi singoli. Poiché non esistono problemi importanti in assoluto bisogna imparare ad individuare le priorità in funzione degli aspetti seguenti: - situazione in cui ci si trova; - obiettivi. Il diagramma di Pareto costituisce la rappresentazione grafica dell’analisi. L’applicazione dell’analisi e del diagramma di Pareto è basata sulle seguenti fasi: 1. decidere come classificare i dati 79 2. rilevare i dati ed ordinarli 3. disegnare il diagramma 4. costruire la linea cumulativa 5. aggiungere le informazioni di base Nel nostro caso viene applicata per diminuire i reclami, oltre a cercare di capire quali sono le cause primarie su cui agire, verrà usata anche in termini di costi sostenuti dall’azienda per la riparazione; questo ultimo utilizzo può essere importantissimo se si pensa che a volte può capitare che grandi difettosi non si traducano in costi alti per l’azienda, e che al contrario difetti con frequenza modesta possano causare perdite assai più ingenti. 80 CAPITOLO 6 ANALISI DEI RECLAMI 6.1 INFORMAZIONI PRELIMINARI Durante il periodo trascorso in azienda sono stati trattati diversi clienti, la scelta è stata forzata dalla necessità di inserire i reclami in scadenza (se non vengono inseriti entro un periodo stabilito da contratto, Carraro è tenuta a rispondere dell’intera cifra richiesta). Di nessun cliente è stato possibile trattare i claim relativi a tutto il 2004 in quanto gli stessi non erano ancora pervenuti al momento della fine dello stage. Inoltre alcuni Clienti hanno inviato reclami senza specificare ne part-number ne serial-number, questo rendeva difficile identificare il prodotto, se non attraverso un controllo incrociato tra tutte le parti danneggiate e il modello della macchina sulla quale l’articolo veniva montato, il tempo richiesto per effettuare questa procedura risultava essere molto elevato. Per le motivazioni spigate legate al tempo, i claim sono stati inseriti senza part-number e senza serial-number, ciò però li ha resi inutilizzabili in sede di analisi. I dati che verranno utilizzati riguardano i reclami di una serie di Acquirenti che sono stati inseriti con sufficiente regolarità, scelta influenzata dal fatto che essi fornivano precise indicazioni sui problemi corredandole con una seri di elementi e codici. I Clienti presi in esame sono: 1) BURLINGTON; 2) MCCORMICK; 3) RENAULT. 81 Essi rappresentano nel 2003 il 23% del fatturato totale della sede Carraro di Campodarsego. Sono stati scelti oltre che per le motivazioni già elencate anche perché le loro tipologia di contratto sono simili, ricordiamo che al contratto standard Carraro citato nel capitolo 4, possono esserci diverse e sostanziali modifiche come la durata di garanzia o la percentuale di handling rimborsata. Per avere una idea più chiara dell’importanza dei diversi Clienti basta guardare il grafico 6.1, che rappresenta la percentuale delle spese sostenute dall’azienda per rimborsare i reclami in garanzia nell’anno 2003. Percentuali rimborsi sul totale nel 2003 CNH Burlington 12% RENAULT 4% McCormick 7% (grafico 6.1) 82 6.2 ANDAMENTI DELLE VENDITE Il campo in cui opera Carraro riguarda prevalentemente la produzione di assali e trasmissioni. Dal 2003 al 2004 c’è stato un netto aumento nelle vendite infatti si è passati da 20.000 a più di 27.000 trasmissioni vendute mentre per gli assali c’è stato un incremento di quasi 40.000 unità, per un totale di 160.000. Dai grafici qui sotto riportati (grafico 6.2) si possono vedere gli andamenti delle vendite totali, e gli andamenti delle vendite dei tre Clienti presi in considerazione. I grafici riguardano gli anni 2003 e 2004 divisi per prodotto. Trasmissioni 2003 2500 Trasmissioni Vendute ai Clienti Analizzati 2003 2000 1500 1000 Trasmissioni Vendute 2003 500 G en n Fe aio bb ra io M ar zo Ap ril M e ag gi G o iu gn o Lu gl io Ag Se ost tte o m br O e tto b N ov re em D bre ic em br e 0 Trasmissioni 2004 Trasmissioni Vendute ai Clienti Analizzati 2004 Trasmissioni Vendute 2004 G en n Fe aio bb ra io M ar zo Ap ri M le ag g G io iu gn o Lu gl A g io Se o s tte to m b O re tto N ov bre em D br ic e em br e 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 83 Assali 2004 20000 Totale Assali Venduti ai Clienti Analizzati 2004 15000 10000 Assali Venduti 2004 5000 G en n Fe ai o bb ra M io ar zo Ap ril M e ag g G io iu gn o Lu gl Ag io Se o s t te to m b O re tto N ov bre em D br ic em e br e 0 Assali 2003 Totale Assali Venduti ai Clienti Analizzati 2003 Assali Venduti 2003 G en n Fe aio bb ra io M ar zo Ap r M il e ag g G io iu gn o Lu gl A g io Se os tte to m b O re t N tob ov re em D br ic em e br e 12000 10000 8000 6000 4000 2000 0 (grafico6. 2) In tutti e quattro c’è un picco negativo in Agosto, dovute alla chiusura estiva dell’Azienda. I prodotti venduti riguardano sia macchina ad uso agricolo che industriale. Se avessimo analizzato esclusivamente assali e trasmissioni ad uso agricolo avremmo potuto individuare un trend stagionale con maggiori vendite nei mesi subito precedenti alla primavera, e addirittura avendo avuto a disposizione dati relativi a più anni si sarebbe potuto vedere la netta flessione delle vendite con regolarità di circa cinque anni. 84 Come già accennato lo studio che d’ora in poi porteremo avanti manterrà divise le tre categorie di prodotto stabilite al capitolo precedente: 1. Assali Agricoli 2. Assali Industriali 3. Trasmissioni 6.3 Assali ad impiego agricolo Come primo passaggio raccogliamo tutti i reclami relativi agli assali ad uso agricolo e li divideremo per tipologia di guasto. Ricordiamo che gli assali ad uso agricolo riguardano il 69% dei claim ricevuti. I difetti maggiormente riscontrati per gli assali ad uso agricolo sono “PO5” e “PO6”. Il codice “PO5” identifica “perdita olio dal lato destro”, mentre “PO6” identifica “perdita olio lato sinistro”; si è deciso di non raggruppare queste due voci in un’unica generica, poiché lato destro e sinistro sono comunque costituiti da elementi che possono essere installati esclusivamente da un unica parte. Insieme questi due difetti rappresentano più del 40% di tutti i reclami pervenuti in questa classe2. La generica nomenclatura “Var” raggruppa tutti quei reclami per cui non è stato possibile abbinare una causa dell’elenco. 2 Tutte le considerazioni che verranno fatte in seguito relative a percentuali di quantità e di costi saranno sottointese per categoria di prodotto e non sul totale. 85 Frequenze Difetti 1 250 0,9 0,8 200 0,7 0,6 150 0,5 0,4 100 0,3 0,2 50 0,1 Frequenza Assoluta MB VAR ROT S10 UPL ROP RCC BD1 POS RU1 RDG RMR SPB BSC P12 CS1 AB1 MFF SR7 GSF PO7 AS2 TM1 PO6 0 PO5 0 Frequenza Cumulata (grafico 6.3) Passiamo ora alla verifica dei relativi costi sostenuti per pagare i reclami. Anche in questo caso “PO5” e “PO6” rappresentano i difetti con incidenza maggiore, quasi il 30% delle spese sostenute (grafico 6.4). Sono parti estremamente complesse e costituite fondamentalmente da due elementi: il mozzo e la calotta. I motivi di queste perdite possono essere svariate ma nel maggior parte dei casi riassunte da problemi nelle tenute e nelle guarnizioni, imputabili a fattori interni all’azienda: 1) Fissaggi poco accurati se il danno si verifica entro le 500 ore di uso della macchina; 2) Problemi di design: se si verificano dopo le 500. Si riscontra allora solitamente un usura della tenuta. 86 Dopo le 1000 ore i guasti possono derivare dall’obsolescenza delle parti. O esterni all’azienda: 1) problemi di fornitura. Il prodotto risulta essere difettato sin dall’inizio. Spese Sostenute 35000 1 0,9 30000 0,8 25000 0,7 20000 0,6 0,5 15000 0,4 10000 0,3 0,2 5000 0,1 0 0 Frequenza Assoluta Frequenza Cumulata (grafico 6.4) Una precisazione importante ora va fatta per il codice “AB1” (assale bloccato), infatti come costi sostenuti risulta essere circa il 16% del totale, e si colloca al secondo posto nel diagramma, mentre nel grafico riguardate la frequenza ha una percentuale abbastanza bassa. Questo difetto fa si che il volante non trasmetta il movimento alle ruote. Della categoria assali agricoli fanno parte sia Renault che McCormick. 87 Separeremo ora i loro claim in modo da poterli studiare in maniera distinta. Questa decisione è presa poiché i due Clienti producendo veicoli diversi (anche se utilizzati nello stesso settore), e necessitano di assali fatti “su misura” (rispetto al veicoli su cui vengono installati), i prodotti risultano perciò fisicamente dissimili e vengono identificati con codici diversi (anche per questo motivo non sarebbe stato possibile trattarli contemporaneamente). Ora focalizzeremo la nostra attenzione, in maniera da scendere sempre più nel dettaglio, così da individuare quali siano i prodotti che creano maggiori problemi, di scoprirne le cause e trovare le possibili soluzioni. 6.3.1 Il Caso McCormick Per McCormiCk l’assale ad uso agricolo più venduto nel 2003 risulta essere il “141320”, solo questo ha rappresentato nel 2004 il 14% dei reclami inviatici3, e il 6% dei costi sostenuti per i rimborsi. I difetti hanno riguardato meno dell’1% della produzione 2003 di questo assale . In realtà l’articolo che ha il numero maggiore di guasti è il “142095” con il 39% dei reclami, ha richiesto il 54% dei costi complessivi sostenuti per i rimborsi a questo Cliente. Dalle date di 3 La percentuale riguarda i reclami inviatici da questo cliente, d’ora in poi sarà dato per scontato. 88 produzione si nota che sono stati riparati circa il 30% degli assali prodotti nel 2002 e quasi il 20% del 2003. Assali Difettosi 149002 6% 146949 6% 141320 14% 146870 7% 146866 9% 142095 39% (grafico 6.5) Per la situazione relativa ai “146866” e”146870”, le non conformità riscontrate riguardano meno del 3% degli assali prodotti; lo stesso vale per il “149002” anche se la percentuale dei guasti risulta un po’ più alta circa il 6% del venduto nel 2003. L’articolo “146949” non crea quasi problemi infatti i reclami riguardano quasi esclusivamente il assali prodotti nel 2002. Scendiamo ora più nel particolare e cerchiamo di studiare la situazione dell’assale “142095”. 89 6.3.1.1 Assale 142095 Essendo questo il prodotto a cui sono stati imputati i maggiori problemi, concentreremo la nostra attenzione su di esso. Dall’analisi del diagramma di Pareto sulle frequenze dei difetti (grafico 6.6), si nota come i primi tre spiegano più del 70% del totale. Particolare attenzione va posta al codice MFF (malfunzionamento freni), da un esame più accurato sulla “prime-part” si scopre che la maggior parte dei guasti deriva dai dischi freno (codice 134180). E bene precisare che questi sono componenti acquistati all’esterno e non di produzione Carraro perciò una prima considerazione che si può fare in merito riguarda un più accurato controllo sulle forniture (i prodotti potrebbero non rispettano le specifiche concordate in fase contrattuale), ricordiamo però che il problema può derivare anche a causa di danni durante il montaggio o la spedizione. L’elevata numerosità dei difetti PO5 (perdita olio lato destro) e PO6 (perdita olio lato sinistro), deriva osservando la prime-part da perdite olio causate per il 70% in entrambi i casi da una rottura dell’anello di tenuta. 90 Frequenza Difetti "142095" 30 1 0,9 25 0,8 0,7 20 Frequenza Assoluta Frequenza Cumulata 0,6 15 0,5 0,4 10 0,3 0,2 5 0,1 VAR AS2 ROT RU1 AB1 CS1 SPB PO6 PO5 0 MFF 0 (grafico 6.6) Proviamo ad osserviamo i costi che ne derivano (grafico 6.7), per aver un idea di quali siano i guasti più dispendiosi per l’azienda. Spese Sostenute "142095" 12000 1,2 10000 1 8000 0,8 6000 0,6 4000 0,4 2000 0,2 VAR AS2 ROT RU1 CS1 SPB PO6 PO5 AB1 0 MFF 0 Frequenza Assoluta Frequenza Cumulata (grafico 6.7) 91 In questo caso sono i primi quattro difetti a rappresentare il 73% dei costi sostenuti. Come visto nel diagramma relativo alle frequenze anche ora “MFF” risulta essere al primo posto, infatti rappresenta un terzo dei costi totali. Interessante invece è il caso di “AB1” (Assale Bloccato), che costituisce il 5% dei difetti è quasi il 20% dei costi; questo anche se è un problema poco frequente e i costi dei pezzi di ricambio non sono molto alti, ha solitamente bisogno di molte ore di manodopera per la riparazione, in quanto c’è la necessità di smontare molti componenti per individuare la fonte del danno . Infine PO5 e PO6 che rappresentano insieme il 45% dei problemi riscontrati e in termini di costo sono circa il 20%. 92 6.3.2 Renault Assali Difettosi 133580 14% 142120 25% 141509 10% (grafico 6.8) Per il caso Renault ripercorreremo la stessa proceduta seguita per Mccormik. Innanzitutto osserviamo che il prodotto più venduto nel 2003 (grafico 6.8) è il “133580” che rappresenta il 14% de reclami e il 9% dei costi, questo articolo non è così problematico come può sembrare in un primo momento, il danno riguarda solo l’1,9% degli assali prodotti nel 2003. Passando ora al “142120” osserviamo che risulta essere con il 25% dei reclami inviatici da Renault il più difettoso, in effetti da solo rappresenta anche il 39% dei costi per i rimborsi. Guardando le date di produzione ci accorgiamo che ben il 26% degli assali prodotti nel 2003 dopo un anno ha riscontrato delle rotture; una valore molto 93 alto. Non possiamo fare nessun confronto con i dati relativi al 2002 in quanto è entrato in produzione solo all’inizio del 2003. Per quel che riguarda l’articolo “141509”, la percentuale dei reclami si aggira intorno al 10% di quelli ricevuti e al 9% dei costi relativi ai rimborsi; importante rilevare come appena l’1,7% della produzione del 2003 di questo assale ha avuto problemi dopo un anno di utilizzo. Passiamo ora all’analisi degli specifici assali per poter dare qualche informazione aggiuntiva. 6.3.2.1 Assale 142120 Studiamo il più problematico sia in termini di quantità che di costi. In questo caso la curva non ha il suo classico aspetto, ciò è dovuto dal fatto che sono molti i problemi con frequenze simili. Come si può vedere dal diagramma di Pareto sui difetti (grafico 6.9): Frequenze Difetti "142120" 30 1,2 Frequenza Assoluta 25 1 Frequenza Cumulata 20 0,8 15 0,6 10 0,4 5 0,2 0 0 (grafico 6.9) 94 Sono necessari i primi 5 difetti a spiegare il 70% del totale. In questo caso “AS2” (assale non sterza), si trova al primo posto. Cercando una possibile spiegazione proviamo a controllare la prime-part, cioè la parte accusata che ha provocato il danno, notiamo che è la calotta il problema. Questa subisce una sorta di bloccaggio che impedisce alla ruota di girare (il movimento non si trasmette dal volante all’assale) . Il grafico dei costi (grafico 6.10) ha un andamento simile al grafico delle frequenze. I dati così strutturati non ci permettono di definire il difetto che maggiorante incide sul rimborso. Sono necessari i primi sei difetti a spiegare circa il 78% di tutti i costi. Questo deriva dal fatto che rotture meno usuali come ad esempio “BSC” (boccola sospensione consumata), hanno costi di riparazione molto alti anche se basse frequenze di rottura. Quest’ultima è prodotta in Carraro, la sua usura crea difficoltà nel funzionamento delle sospensioni. Costi Sostenuti "142120" 7000 1,2 6000 1 5000 Frequenza Assoluta Frequenza Cumulata 0,8 4000 0,6 3000 2000 1000 0 0,4 0,2 0 (grafico 6.10) 95 6.4 ASSALI AD USO INDUSTRIALE Passiamo ora ad analizzare la categoria “assali ad uso industriale”, il Cliente di cui studieremo i reclami è CNH Burlington. Il primo passo sarà, come fatto in precedenza, andare a cercare quali sono i prodotti commercializzati ad avere un incidenza maggiore sui reclami (grafico 6.11). Assali Difettosi 145951 19% 143811 30% 143814 9% 143812 35% (grafico 6.11) Come si evince sono sostanzialmente 4 gli assali che creano il 93% dei problemi. A titolo di informazione nel 2003 Carraro ha venduto a CNH Burlington 12 differenti tipologie di assali, esclusivamente ad uso industriale. 96 Il primo in termini di quantità reclamate, risulta essere il “143812” con il 35% dei reclami, rappresenta anche il prodotto più venduto al Cliente nell’anno precedente; come spese figura con il 30% dei rimborsi del 2004. La quantità di assali che hanno subito guasti in rapporto alla quantità venduta nell’anno precedente si aggira all’incirca attorno l’1,8%. Passando all’articolo “143811”,esso riguarda il 30% dei claim ricevuti da “Burlington”, se controlliamo i rimborsi circa il 40% delle spese sostenute per risarcire questo “Cliente”, sono dovute a questo assale. Effettuiamo il solito confronto tra le quantità difettose riscontrate nel 2004 e le quantità vendute nel 2003, la percentuale trovata di assali danneggiati è l’1,7%. Per gli assali ad uso industriale i difetti maggiormente riscontrati sono i PO6 e PO5 (grafico 6.12). In entrambi i casi i due difetti insieme rappresentano più del 43% dei problemi dei vari prodotti. Frequenze Difetti 1 60 0,9 50 0,8 0,7 40 Frequenza Assoluta Frequenza Cumulata 0,6 0,5 30 0,4 20 0,3 0,2 10 0,1 0 S10 VAR MB ROT BD1 POS PO8 AS2 SFC AS1 PO7 MFF RU1 RDG AB1 TM1 PO6 PO5 0 (grafico 6.12) 97 Per quel che riguarda le spese sostenute per il recupero o la sistemazione degli assali le prime cinque tipologie di danni spiegano oltre il 70% del totale (grafico 6.13). Spese Sostenute 16000 1 14000 0,9 12000 0,8 0,7 10000 0,6 8000 0,5 6000 0,4 4000 2000 0 Frequenza Assoluta Frequenza Cumulata 0,3 0,2 0,1 0 (grafico 6.13) In questo caso i costi maggiori (grafico 6.13) si sono avuti per il difetto AB1 (assale bloccato), che rappresenta il 6% dei reclami ricevuti, situazione simile a com’era già accaduta nel diagramma di Pareto per gli assali agricoli. Verifichiamo ora i quali sono le principali cause di rottura e come incidono sui costi di rimborso riguardo alle due tipologie di assali più reclamate ossia “143812” e “143811”. 98 6.4.1 Assale “143812” I guasti che si sono verificati più spesso riguardano le fuoriuscite di olio (grafico 6.14 ), riguardano oltre il 50% dei casi. C’era da aspettarselo dopo aver visto i diagrammi precedenti; da un più attenta analisi della “prime-part”, si scopre che per quel che riguarda “PO5” i problemi dipendono da fuoriuscite causate da usura di “forcelle” e “trombe”; per “PO6” guasti sono originati da danneggiamenti agli “anelli combi”, cioè dalle tenute; per il guasto “TM1” (perdita di olio da martinetto), nella maggioranza dei casi si è dovuto sostituire tutto il pezzo. Frequenza Difetti 143812 18 1 16 0,9 14 0,8 0,7 12 Frequenza Assoluta Frequenza Relativa 0,6 10 0,5 8 0,4 6 0,3 VAR S10 MB POS PO7 AS1 SFC PO8 MFF RDG AB1 0 RU1 0 TM1 0,1 PO6 0,2 2 PO5 4 (grafico 6.14) Dal grafico delle spese (grafico 6.15) ci accorgiamo della sostanziale differenza tra PO5 e PO6; avendo già verificato le prime-part corrispondenti questo diverso valore era atteso, infatti i componenti che hanno generato la perdita dell’olio dal lato sinistro 99 sono elementi di grandi dimensioni e costosi, mentre per quel che riguarda il lato destro il problema deriva dalle solite tenute. Spese Sostenute "143812" 1 14000 0,9 12000 0,8 10000 Frequenza Assoluta Frequenza Relativa 0,7 0,6 8000 0,5 6000 0,4 0,3 4000 0,2 2000 0,1 VAR S10 POS MB SFC PO8 PO7 RDG AS1 TM1 PO6 RU1 MFF AB1 0 PO5 0 (grafico 6.15) 6.4.2 Assale “143811” Per quel che riguarda l’ultimo assale industriale che andiamo a studiare; controllando i guasti dobbiamo prendere ben i primi cinque difetti per poter spiegare più del 75% del totale (grafico 6.16). Il difetto più importante è “AB1” (assale bloccato) che riguarda circa il 25% di tutti i reclami ricevuti. 100 Frequenza Difetti "143811" 16 1 14 0,9 Frequenza Relativa Frequenza Cumulata 0,8 12 0,7 10 0,6 8 0,5 6 0,4 0,3 4 0,2 ROT AS1 TM1 SFC AS2 RDG PO7 RU1 PO5 PO6 0 MFF 0,1 0 AB1 2 (grafico 6.16) Interessante adesso però è vedere quant’è l’importanza di “AB1” in termini di costi per l’azienda (grafico 6.17), infatti rappresenta da solo più della metà delle spese avute per i rimborsi di questo assale; l’esame della “prime-part” ci informa che “coppia conica” è l’elemento che ha contribuito in maniera sostanziale alle rotture. Costi Sostenuti "143811" 1 12000 0,9 10000 0,8 0,7 8000 Frequenz a Assoluta Frequenz a 0,6 0,5 6000 0,4 4000 0,3 0,2 2000 0,1 ROT SFC TM1 PO7 AS2 PO6 AS1 RDG PO5 MFF RU1 0 AB1 0 (grafico 6.17) 101 La coppia conica si trova all’interno della calotta ed è l’elemento che specifica la rotazione della ruota (se verso avanti o all’indietro). 6.5 TRASMISSIONI Il Cliente CNH Burlinghton oltre a acquistare assali, si rifornisce da Carraro anche di trasmissioni e gruppi cambio. Dopo aver raccolto i dati abbiamo potuto notare che è un unico modello di trasmissioni a causare più del 50% delle richieste di rimborso. L’articolo accusato è il “139804” (grafico 6.18). Trasmissioni Difettose 139804 52% (grafico 6.18) Se andiamo a vedere la percentuale relativa di spesa, all’incirca il 54% spese complessive per i rimborsi delle trasmissioni e dipesa da questo prodotto. 102 Bisogna però notare che si tratta anche dell’articolo più venduto a CNH Burlington in questa categoria (rappresenta il 70% di tutte le trasmissioni vendute). La percentuale dei reclami rapportata al venduto 2003 è il 2%. Effettuando il controllo sulle quantità danneggiate i difetti che si riscontrano maggiormente attraverso il diagramma di Pareto, sono TBC, ossia trasmissione bloccata, rappresenta da solo il 45% dei guasti totali, e “P15” (perdita olio trasmissione) insieme raggiungono l’80% del totale (grafico 6.19). Frequenza Difetti 80 1 70 0,9 0,8 60 0,7 50 0,6 40 0,5 30 0,4 Frequenz a Assoluta Frequenz a Relativa 0,3 20 0,2 10 0,1 PCA AS1 RVB DIM POP MVC S10 P15 0 TBC 0 (grafico 6.19) Passando ai costi (grafico 6.20) anche in questo caso TBC risulta essere il valore più elevato; in percentuale stiamo parlando del 40% delle spese per i reclami di trasmissioni verso Burlington nel 2004. 103 Costi Sostenuti 1 30000 0,9 25000 0,8 0,7 20000 Frequenza Assoluta Frequenza Cumulata 0,6 0,5 15000 0,4 10000 0,3 0,2 5000 0,1 0 VAR AS1 RVB RU1 MVC PCA POP S10 TR1 DIM P15 TBC 0 (grafico 6.20) I diagrammi di Pareto relativi all’articolo “139804” in questo caso non vengono tracciati, pichè il loro comportamento è identico all’andamento appena discusso relativo alla totalità delle trasmissioni vendute al Cliente. 104 CAPITOLO 7 CONCLUSIONI L’azienda Carraro risarcisce esclusivamente i prodotti per cui si è potuto constatare che le cause sono dovute a responsabilità del produttore, ossia problemi di origine qualitativa o di design. Non sono stati presi in esame reclami: • i cui parametri di Garanzia non fossero rispettati. Non risulterebbero spese a carico dell’azienda; • per cui si è potuto accertare un utilizzo errato del Cliente. In questo caso è l’assistente post-vendita che si occupa di capire quando il danno è generato dal prodotto o no, grazie ad un’attenta preparazione in merito ai prodotti. Lo scopo dell’elaborato non è ricercare possibili soluzioni ai difetti; per effettuare considerazioni di questo tipo sono necessari anni di esperienza sul campo, nonché una conoscenza più approfondita dei prodotti. Ciò che ci eravamo prefissati fin dall’inizio era rintracciare e definire quali sono stati per Carraro i prodotti a più alta incidenza di rottura e da cosa è stato originato il mal funzionamento per poterne alla fine paragonare i costi in proporzione alle quantità vendute. Questo è stato possibile grazie alla politica di Carraro; l’azienda ha capito l’importanza della soddisfazione del Cliente intesa come 105 prerogativa fondamentale per mantenere un vantaggio competitivo duraturo in mercati in continua evoluzione. Si è capita l’importanza di usare un metodo, fino a ora poco sfruttato,come il monitoraggio sui reclami in garanzie per valutare il livello di soddisfazione. Questo approccio risulta meno intrusivo nei confronti dei Clienti, ma permette all’azienda di offrire un prodotto sempre più affidabile. 7.1 TABELLE DEI RISULTATI OTTENUTI Riassumeremo ora i risultati a cui siamo pervenuti mantenendo la suddivisone per Cliente. 7.1.1 McCORMICK E’ un marchio di proprietà Landini, lo stabilimento produttivo si trova a Don Caster (UK). Costruisce veicoli agricoli commercializzati in tutta Europa con gamme di potenza che variano dai 130 ai 270 hp. Acquista da Carraro assali anteriori sterzanti con e senza sospensioni. 106 Dati sintetici: Cliente McCormick Tipo di prodotto Assale Agricolo Prodotto più venduto 141320 Prodotto più difettoso per quantità Prodotto più difettoso per costi 142095 142095 Valori dell''articolo più difettoso Percentuale di reclami sul totale cliente Percentuale sui rimborsi totali al Cliente 39% 54% Percentuale di prodotti difettosi sul venduto 20% 2003 MFF. Frequenza: 25,96% Difetti più frequenti PO6. Frequenza: 24,09% PO5. Frequenza: 20,19 Totale Difetti che incidono di più sulle spese 70,24 MFF. Frequenza: 32,26% AB1. Frequenza: 18,38% PO5. Frequenza: 11,98 Totale 62,62 Da i dati raccolti si nota che l’assale più difettoso risulta essere il 142095con ben il 39% di tutti i reclami inviatici da McCormick. Il dato è ancora più allarmante se si pensa che ben un assale su cinque lamenta malfunzionamenti; controllando i guasti più frequenti arriviamo alla conclusione che i problemi derivano fondamentalmente da due cause un cattivo funzionamento nell’impianto frenante e da perdite localizzate nei lati dell’assale, 107 difetti che come vediamo dai dati sulle frequenze dei rimborsi incidono in maniera sostanziale sui costi, anche se è da notare che un difetto meno frequente come AB1 risulta essere al secondo posto; il motivo è semplicemente dovuto al fatto che per la riparazione è necessario smontare quasi interamente l’assale (è perciò costi di manodopera elevati). 108 7.1.2 RENAULT Renault e’ un marchio francese che si occupa di diverse tipologie di veicoli, compresi i mezzi agricoli.Acquista da Carraro esclusivamente assali anteriori ad impiego agricolo sterzanti con o senza sospensioni. Dati sintetici: Cliente Renault Tipo di prodotto Assale Agricolo Prodotto più venduto 13580 Prodotto più difettoso per quantità Prodotto più difettoso per costi 142120 142120 Valori dell''articolo più difettoso Percentuale di reclami sul totale cliente Percentuale sui rimborsi totali al Cliente Percentuale di prodotti difettosi sul venduto 2003 25% 39% 26% AS2. Frequenza: 17,41% SR7. Frequenza: 12,90% Difetti più frequenti TM1. Frequenza: 12,26% GSF. Frequenza: 11,61 PO5. Frequenza:11,61 Totale 74,84% BSC. Frequenza: 13,51% PO5. Frequenza: 13,09% Difetti che incidono di più sulle spese GSF. Frequenza: 13,00% AS2. Frequenza:12,33 PO6. Frequenza:10,73 Totale 62,66% 109 Come è accaduto per McCormik anche per Renault non è l’assale più venduto il prodotto che crea maggiori problemi ma bensì il 142120. Circa il 20% dei reclami in garanzia inviatici da Renault riguardano quest’assale, inoltre il 26% del venduto nel 2003 ha avuto dei guasti dopo un anno di utilizzo. Dobbiamo prendere i primi cinque difetti per riuscire a spiegare più del 75% del totale, il problema principale sembra derivare da un cattivo funzionamento nel meccanismo di guida, “AS2” ci indica che qualcosa impedisce alle ruote di girare. Per ciò che riguarda i costi otteniamo dei risultati che non ci aspettavamo a quanto pare i difetti più costosi non coincidono con i più frequenti. 7.1.3 CNH Burlington Burlington rappresenta la sede produttiva di veicoli industriali di CNH. Mezzi come: terne, dozer, trancer, etc. Lo stabilimento è situato a Burlington nel Iowa (U.S.A.). Quest’azienda commercializza i suoi prodotti in tutto il Nord America, sotto il marchio Case o New Oland. Acquista da Carraro assali anteriori, posteriori e trasmissioni tutte è tre di tipologia industriale. 110 Dati sintetici Assali: Cliente CNH Burlington Tipo di prodotto Assale Industriale Prodotto più venduto 143812 Prodotto più difettoso per quantità 143812 Prodotto più difettoso 143811 per costi Valori dell''articolo più difettoso Percentuale di reclami sul totale cliente Percentuale sui rimborsi totali al Cliente Per quantità Per costi 35% 30% 30% 40% 1,80% 1,70% Percentuale di prodotti difettosi sul venduto 2003 Difetti più frequenti Totale Difetti che incidono di più sulle spese PO5. Frequenza: 23,94% AB1. Frequenza: 25,42% PO6. Frequenza: 16,90% PO5. Frequenza: 15,25% TM1. Frequenza: 11,27% MFF. Frequenza: 11,27% RU1. Frequenza: 8,45% PO6. Frequenza: 10,17% AB1. Frequenza: 7,04% RU1.Frequenza:10,17% 67,61% 72,88% PO5. Frequenza: 24,16% AB1. Frequenza: 46,34% AB1. Frequenza: 13,43% RU1.Frequenza:15,60% RU1. Frequenza: 12,88% MFF. Frequenza: 8,48% MFF. Frequenza:9,51% PO5. Frequenza: 5,61% PO6. Frequenza: 9,25% Totale 69,24 77,74% 111 Il prodotto più venduto a CNH Burlington risulta essere il “143812” ed è anche il primo come numerosità di reclami, ben il 35% del totale ricevuto. I difetti che vengono riscontrati più frequentemente sembrano essere delle perdite di olio dai lati degli assali. Il problema maggiore risulta “PO6” (perdita olio lato destro). Dalle verifiche fatte nei capitoli precedenti abbiamo potuto verificare che la differenza con i costi di PO5 dipendeva esclusivamente dalle parti usurate, (nel primo caso risultano avere un valore economico superiore). Il prodotto appena descritto risulta essere il più reclamato mentre la tipologia di assale che ha richiesto le spese maggiori da parte dall’azienda per i rimborsi è il 143811. Il difetto maggiore sia a livello di frequenza che di costi risulta essere “AB1”, ossia assale bloccato, questo guasto impedisce che il volante trasmetta il movimento alle ruote. 112 Dati sintetici trasmissioni: Cliente CNHE Burlington Tipo di prodotto Trasmissione Prodotto più venduto 139804 Prodotto più difettoso per quantità 139804 Prodotto più difettoso per costi 139804 Valori dell''articolo più difettoso Percentuale di reclami sul totale 52% cliente Percentuale sui rimborsi totali al 54% Cliente Percentuale di prodotti difettosi sul 2% venduto 2003 TBC. Frequenza: 44,93% Difetti più frequenti P15. Frequenza: 32,91% S10. Frequenza: 9,49% Totale Difetti che incidono di più sulle spese 87,33% TBC. Frequenza: 43,9% P15. Frequenza: 29,30% DIM. Frequenza: 7,82% Totale 81,02% Per quel che riguarda le trasmissioni, dai dati inseriti nella tabella possiamo vedere che l’articolo 139804 risulta essere sì il più 113 venduto, ma anche il più reclamato; più della metà delle spese dovute per i rimborsi verso CNH Burlington sono causate da guasti a questo prodotto, anche se è importante notare come la percentuale di trasmissioni mal funzionanti non sia molto alta (2% del venduto 2003). Se passiamo a guardare le frequenze possiamo vedere che oltre il 40% del totale è causato dal blocco della trasmissione e quasi il 30% da una perdita di olio, ed insieme rappresentano più del 73% dei costi. 114 APPENDICE Cenni Storici • 1932. Nasce la prima seminatrice in linea che segna la nascita e lo sviluppo della Carraro. • 1951. Viene prodotta la prima autoseminatrice. • 1958. Esce dalla catena di montaggio il primo trattore agricolo. • 1964. Nasce il primo trattore Carraro quattro ruote motrici. Per l’industria di Campodarsego sono gli anni del trattore In pochi anni il marchio dei “tre cavallini” si fa conoscere in tutta Europa. • 1970. La Carraro entra nel settore della lavorazione del terreno con le prime frese; attività che prosegue con la nascita dell’erpice rotante. • 1973. Si sviluppa all’interno della Carraro la divisione “Assali e Trasmissioni” che si specializza nella progettazione e costruzione di assali e trasmissioni per trattori agricoli e macchine movimento terra. • 1979. Oltre il 36% del fatturato totale dell’azienda viene sviluppato dal settore assali. • 1983. La produzione dei trattori da quest’anno opera come entità separata nel nuovo stabilimento di Rovigo. Gli 80.000 metri quadrati dello stabilimento di Campodarsego vengono interamente dedicati alla produzione di assali. • 1985. Viene lanciata sul mercato una nuova generazione di assali che ottiene un vasto successo presso tutti i costruttori. Nei primi mesi viene superato il traguardo dei 100.000 assali venduti. Ormai la Carraro è ai vertici mondiali. 115 • 1986. La Carraro acquisisce la OMG di Gorizia (ora Carraro PNH), azienda specializzata nella fabbricazione di componenti auto, frizioni e snodi. • 1988. Viene acquisita la SIAP di Maniago (PN) produttrice di ingranaggeria e stampati. • 1989. Si procede alla riorganizzazione di SIAP con l’obiettivo di renderla un’azienda a produzione interamente integrata. A questo scopo vengono create nella stessa area due nuove unità, la STM (stampati) e la TQT (trattamenti termici). • 1990. Un importante passo verso il traguardo dell’Eccellenza. La Carraro viene premiata con il Q1 Award, il riconoscimento che Ford New Holland assegna ogni anno ai suoi migliori fornitori. • 1991. Nasce una nuova divisione dedicata alla produzione di assali e altri componenti destinati a veicoli stradali, di uso commerciale, industriale e fuoristradistico. • 1992. Viene inaugurata a Chicago, Illinois, la Carraro North America società costituita per promuovere e sviluppare i rapporti commerciali del Gruppo con il mercato NordAmericano. • 1994. Carraro ottiene la certificazione del Sistema Qualità secondo le norme ISO 9001 rilasciata dall’Ente Internazionale BSI (British Standards Institution). • 1995. Nasce la Carraro GmbH, filiale commerciale a Francoforte. Dal 27.12 la Carraro è quotata al Mercato Telematico delle Borse Valori Italiane. • 1996. Si avvia una produzione di ingranaggeria tramite la società DPF di Poggiofiorito (Chieti). Carraro ottiene il 116 prestigioso riconoscimento QS 9000, una certificazione di qualità basata sui criteri dei tre maggiori costruttori automobilistici americani, Ford, Chrysler e General Motors. • 1997. Viene aperta una filiale commerciale in Giappone per le vendite nei mercati del Far East e un ufficio di rappresentanza in Turchia. Attraverso una joint venture al 51% con uno dei maggiori gruppi industriali indiani, Escorts Ltd., si costituisce la Carraro India, società destinata alla produzione di trasmissioni e assali per trattori agricoli. • 1998. 19 marzo: posa della “prima pietra” del nuovo stabilimento Carraro India a Pune, 150 Km a nord est di Bombay. Settembre: il Gruppo Carraro nominato “Company of the Year” dalla SAE, la Società degli Ingegneri Automobilistici USA. Novembre: viene concluso un accordo per l’acquisizione della maggioranza della Fabryka Osi Napedowych S.A., società polacca con sede a Radomsko, a circa 180 Km da Varsavia, produttrice di assali pesanti per autobus e camion. Dicembre: è stata definita con Agco, terzo produttore mondiale di trattori e di macchinari per l’agricoltura, l’acquisizione dello stabilimento argentino di Haedo, nell’area di Buenos Aires. • 1999. Febbraio: è stata ufficializzata l’acquisizione della Torrington Company (Gruppo Ingersoll Rand) di uno stabilimento negli Stati Uniti che sarà destinato alla produzione di assali e trasmissioni. Lo stabilimento è situato a Calhoun in Georgia, occupa una superficie coperta di oltre 26000 metri quadrati. Aprile: ufficializzata la costituzione di Carraro Korea Co.Ltd, società con sede a Ulsan, a circa 300 Km da Seoul. 117 Luglio: con l’inaugurazione dello stabilimento, Carraro India ha avviato ufficialmente la produzione di sistemi di trasmissione per applicazioni agricole. Il nuovo stabilimento, localizzato a Pune (150 km a sud-est di Bombay), diverrà il centro d’eccellenza per la produzione di trasmissioni per trattori fino a 90 CV. • 2000. Marzo: inaugurata a Calhoun - Georgia - la nuova plant di Carraro North America, destinata alla produzione di assali e trasmissioni per applicazioni industriali e di assali per trattori. Giugno: acquisita O&K Antriebstechnik, società tedesca specializzata nella produzione di riduttori, assali e sistemi di trasmissione per macchine “heavy duty”. • 2001. Dicembre: accorpamento e fusione delle sei società operative esistenti in Italia (Carraro SpA, Carraro PNH SpA, SIAP SpA, TQT Srl, DPF Srl, Trenton Srl) in due sole società (Carraro SpA e SIAP SpA), divenute centri di riferimento rispettivamente per la produzione di sistemi integrati di trasmissione e per l’ingranaggeria. • 2002. Marzo: siglato accordo con Meccanica Fananese Srl (Modena) per la cessione dello stabilimento produttivo di Frassinoro (ex- Trenton Srl), allo scopo di focalizzare l’attività del Gruppo sul core business,ovvero su sistemi completi di trasmissione, rinunciando alla produzione di componenti non strategici. 118 Bilancio 2003 Dall’assemblea che il 14 maggio 2004 ha approvato il bilancio del Gruppo emergono considerazioni moderatamente positive. E’ confermato il trend positivo iniziato nel 2002, dopo un 2001 caratterizzato dal peggior risultato nella storia di Carraro con una perdita di 22,758 milioni di euro, cui aveva concorso in termini pesantissimi i risultati dell’Argentina. Il 2002 ha avuto infatti una svolta così positiva da riportare l’azienda in un solo anno all’utile, pari a 1,876 milioni di euro; bisogna tuttavia tener conto del fatto che l’azienda ha dovuto affrontare la crisi di O&KA, la controllata tedesca che ha riportato perdite pari a 4,7 milioni di euro, nonché degli accantonamenti per il completamento di ristrutturazioni in Polonia e Germania. Il 2003 conferma l’andamento del precedente esercizio registrando un utile di 5,560 milioni di euro. Risultato netto consolidato 10.000 0 -10.000 -20.000 -30.000 20011 2002 2 2003 3 119 Il bilancio, nei dati essenziali, mostra inoltre un incremento del fatturato non grande (+2,3%), ma ottenuto in un mercato ancora depresso, a segnalare un aumento della penetrazione dell’azienda; I dati riassuntivi riportati di seguito si intendono in migliaia di euro. Carraro S.p.A. 2003 2002 Ricavi netti 275.896 273.093 Utile operativo 13.959 15.227 Risultato netto 8.310 (8.972) Patrimonio netto 51.376 43.066 Cash flow 18.946 1.631 ROE(utile netto/CP) 19.30% (17,24%) ROI(utile op./CI) 5,41% 5,80% Personale in forza al 31/12 844 853 Spesa in R&S/fatturato 2,33% 2,33% Investimenti lordi 9.996 11.073 da segnalare anche l’ulteriore contrazione del debito netto, ridottosi di ulteriori 20 milioni di euro. Di fatto tutti gli indici hanno segnato un miglioramento, creando le condizioni per riprendere, dopo alcuni esercizi, la distribuzione dei dividendi. 120 E’ importante inoltre soffermarsi su alcuni punti che riguardano la gestione del Gruppo nella fase evolutiva che l’industria in generale sta vivendo. Il piano strategico 2004-2007 presentato alla comunità finanziaria definisce gli obiettivi e le leve che guideranno il processo di cambiamento del Gruppo. Gli obiettivi portanti del piano sono una forte crescita del fatturato (+10% annuo) nei principali mercati di riferimento del Gruppo, il costante recupero di redditività (+1% annuo) ed il deciso miglioramento della posizione finanziaria netta. Il tutto sarà caratterizzato da una logica di top-down/bottom-up: ha coinvolto cioè tutte le funzioni aziendali, assicurando coerenza, promuovendo lo spirito imprenditoriale e stimolando la coesione interna. La nuova struttura sarà pertanto basata su 4 Business Unit, focalizzate rispettivamente sul mercato dei sistemi completi di trasmissione (drivelines), sul segmento dei riduttori planetari e dei powertrain elettrici (drives), su ingranaggeria e fusioni (components) e sui ricambi. Tali Business Unit sono coordinate da “centri di competenza” e da “centri di profitto” che garantiscono innovazione e creatività, qualità dei processi e condivisione delle risorse. Saranno inoltre dotati di grande autonomia operativa e flessibilità per una gestione rapida ed efficiente dei processi decisionali. Le tre direttrici fondamentali su cui si agirà saranno: 1-La focalizzazione delle plants: finalizzata a sfruttare appieno la capacità e le competenze manifatturiere, migliorandone l'efficienza, riducendo la complessità del product mix, e ridisegnando in alcuni casi anche profondamente la logistica di stabilimento e i layout. 121 2-La localizzazione della produzione: l'incidenza delle attività realizzate al di fuori dei paesi dell'Europa occidentale (Italia e Germania) passerà dall'attuale 27% al 50% nel 2007; a ciò contribuirà anche il fatto che il 50% dei nuovi business verrà realizzato fuori Europa, in particolare in India, Sud America e Far East. 3-La saturazione dei siti manifatturieri: oggi parzialmente sottoutilizzati, con il contestuale ricorso all'outsourcing delle lavorazioni non strategiche o a basso valore aggiunto, al fine di contenere l'aumento dei costi di manodopera e gli investimenti. Particolare attenzione verrà quindi posta alle attività di Global Sourcing, che dovranno sfruttare i benefici della localizzazione (a percentuale di acquisti da paesi in via di sviluppo passerà dal 20% al 60% in 4 anni). L'ottimizzazione dei processi aziendali, con l'obiettivo contestuale di migliorare il livello di soddisfazione dei clienti, avrà un impatto positivo sulla composizione dei costi generali di gruppo, per i quali è prevista nel 2007 un'incidenza sul fatturato dell'8%. Il piano strategico verrà sostenuto da una disciplinata politica di investimenti previsti in 96 milioni di Euro (2004-2007), interamente autofinanziati dal Cash Flow, per due terzi rivolti allo sviluppo, all'industrializzazione dei nuovi prodotti ed al recupero di produttività e per un terzo al mantenimento dell'assetto produttivo. Grazie al Free Cash Flow generato nel quadriennio 2004-2007 ci si attende un miglioramento della posizione finanziaria netta prevista per il 2007 al di sotto dei 90 milioni di Euro. 122 Strategia di Internazionalizzazione La strategia di internazionalizzazione, attuata negli anni ‘90, ha portato il Gruppo Carraro ad espandere la propria presenza con insediamenti produttivi in Europa dell’Est, in Asia, nell’America del Nord e nell’America del Sud. Attualmente Carraro è presente con unità produttive in Italia, Polonia, India, Corea, Stati Uniti ed Argentina e con filiali commerciali in Turchia e in Giappone. Al fine di gestire adeguatamente il portafoglio di società estere, nel febbraio 1999 è stata costituita la società lussemburghese Carraro International. In particolare, i mercati emergenti (Far-East, Europa dell’Est e America Latina) rappresentano aree di business potenziali molto interessanti, da un lato per gli alti tassi di crescita annua del mercato e, dall’altro, per la possibilità di trasferire know-how tecnologico ed usufruire di bassi costi del lavoro. E’ quindi possibile acquisire maggiore competitività producendo e commercializzando un prodotto ad elevata qualità e a basso costo di produzione. I nuovi investimenti risultano inoltre funzionali rispetto alla politica di partnership basata sul principio di “seguire” il cliente nel suo processo di globalizzazione e di ampliamento dei mercati. Carraro India, costituita nel marzo del 1997 in joint-venture con Escort Ltd., produce trasmissioni per trattori agricoli per il mercato indiano. Il Gruppo Carraro detiene una quota di controllo del 51% nella società che ha sede a Pune e impiega 280 addetti tutti di provenienza locale. Il progetto di investimento in India prevede che, in una seconda fase, saranno costruite altre due fabbriche per la 123 produzione di ingranaggeria e di prodotti on highway; a regime Carraro India impiegherà circa 1.000 persone e svilupperà un fatturato di 200 miliardi di lire. L’India è il maggiore produttore di trattori del mondo e le previsioni indicano un trend in sviluppo con una crescita stimata dell’8% su base annua per i prossimi 5-10 anni. Nell’ottobre del 1998 Carraro ha concluso un accordo per l’acquisizione della maggioranza della Fabryka Osi Napedowych S.A., società polacca produttrice di assali pesanti per autobus e camion, con sede a Radomsko a circa 180 Km. da Varsavia. La finalizzazione dell’acquisizione si è conclusa nell’ottobre 1999. A seguito di un programma di ristrutturazione concordato con l’azienda, attualmente in F.O.N. sono occupate circa 340 persone. I principali obiettivi dell’operazione sono quelli di acquisire una società in posizione strategica per la penetrazione nei mercati dell’Europa centrale e orientale, l’opportunità di ampliare la gamma dei prodotti Carraro entrando in un nuovo segmento di mercato rappresentato dagli assali pesanti per autobus e camion e la possibilità di usufruire di bassi costi di manodopera. L’Europa centrale e orientale è infatti un mercato che presenta grandi potenzialità di sviluppo sia nel segmento dei prodotti onhighway che off-highway. In questa area si producono attualmente 83.000 trattori e vi sono piani di ammodernamento e sviluppo delle infrastrutture che favoriranno l’incremento della produzione di macchine movimento terra. Il settore automobilistico è infine in fase di grande espansione tanto che le principali case produttrici mondiali hanno aperto stabilimenti produttivi nel paese. In particolare, la Polonia è sicuramente il 124 paese più interessante in quanto è in grado di coniugare una forza lavoro con elevata istruzione e competenze nel campo dell’ingegneria con un costo del lavoro molto contenuto, inferiore del 10% rispetto a paesi limitrofi quali ad esempio la Repubblica Ceca. Nel dicembre del 1998 Carraro ha acquisito da Acgo, terzo produttore mondiale di trattori e macchinari per l’agricoltura, lo stabilimento di Haedo (area di Buenos Aires) dotato di macchinari e impianti per la produzione di assali e trasmissioni che svilupperà a regime un fatturato di 115 miliardi di lire. L’operazione di acquisizione permetterà al Gruppo Carraro di perseguire due obiettivi strategici: la costituzione di una base produttiva per la penetrazione nei mercati sudamericani e l’apertura di nuove prospettive di collaborazione con Agco, uno dei maggiori produttori mondiali nel settore agricolo. Negli Stati Uniti Carraro ha acquisito dalla Torringhton Company (Gruppo Ingersoll Rand) uno stabilimento situato a Calhoun in Georgia, destinato alla produzione di assali e trasmissioni e di nuovi prodotti per il mercato nordamericano ed inaugurato ufficialmente lo scorso 21 marzo. Carraro Korea Ltd., con sede a Ulsan (300 Km. da Seul), è controllata interamente da Carraro International. A partire dal giugno 2000 il Gruppo Carraro ha inoltre acquisito il 100% della O&K Antriebstechinik, divisione della società Orenstein & Koppel AG (controllata dal Gruppo multinazionale Case New Holland), con sede ad Hattinger (Germania). La società acquisita produce riduttori, assali e sistemi di trasmissione per macchine da costruzione e da miniera. 125 TABELLA CODICE DIFETTI E DECRIZIONE: Codice difetto Descrizione AB1 ASSALE BLOCCATO AS1 ASSEMBLAGGIO ERRATO AS2 ASSALE NON STERZA AUS ANELLO SEEGER NON STERZA BD1 BLOCCAGGIO DIFFERENZIALE NON FUNZIONA BSC BOCCOLA SOSPENSIONE CONSUMATA CD1 CONVERTITORE DIFETTOSO CON CONTAMINAZIONE CR1 CUFFIA ROTTA CS1 CONT. SOSP. NON FUNZIONA DIM DIFFICOLTA’ INSERIMENTO MARCIA EGM EGM DIFETTOSO EUC ERRORE UTILIZZO CLIENTE GRI GRIPAGGIO GSF GIOCO SNODO SFERICO MB MOZZO BLOCCATO MFF MALFUNZIONAMENTO FRENI MVC MALFUNZIONAMETO VALVOLA DI CONTROLLO P11 PERDITA OLIO CILINDRO SOSPENSIONE P15 PERDITA OLIO TLB PCA PERDITA OLIO CAMBIO P05 PERDITA OLIO LATO SINISTRO P06 PERDITA OLIO LATO DESTRO P07 PERDITA OLIO DIFFERENZIALE P08 PERDITA OLIO CORPO CENTRALE POP PERDITA OLIO POMPA TRASMISSIONE POS PERDITA OLIO SFIATO RBE ROTTURA BOBINA ELETTRROVALVOLA RCC ROTTURA CORPO CENTRALE RDG ROTTURA DOPPIO GIUNTO RMR ROTTURA MOZZO RUOTA 126 ROP ROTTURA PRIGIONIERO ROT ROTTURA DIFFERENZIALE RTD ROTTURA TROMBA TRAVE DESTRA RTS ROTTURA TROMBA TRAVE SINISTRA RU1 ASSALE RUMOROSO S10 ELETTROVALVOLA NON FUNZIONA SC1 STRAPPA CAMBIANDO DALLA 1° ALLA 2° SFC SENSORE FRENO PARCHEGGIO IN CORTO SPB SOSPENSIONE BLOCCATA SR1 SENSORE 138644 NON FUNZIONA SR2 SENSORE 134513 NON FUNZIONA SR3 SENSORE 138645 NON FUNZIONA SR5 SENSORE PRESSIONE NON FUNZIONA SR7 POTENZIOMETRO NON FUNZIONA TBC TRASMISSIONE BLOCCATA TM1 TRAFIAL OLIO DA MARTINETTO TR1 TRASMISSIONE RUMOROSA UPL USURA PLANETARIO VAR VARIO AB1: il volante non trasmette movimento alle ruote; AS1: le parti sono state montate in modo errato; AS2: le ruote risultano bloccate e di conseguenza il volante; AUS: l’anello seeger difettoso impedisce la trasmissione del movimento dal volante all’assale; BD1: Il differenziale ha un comportamento errato; BSC: il differenziale è bloccato; CD1: il congegni che collega il motore al cambio automatico non funziona; CON: alcune parti sono arrugginite; CR1: la guarnizione applicata all’asta guida è rotta; 127 CS1:il congegno che controlla il movimento delle sospensioni è difettoso; DIM: le marce non si innestano o hanno difficoltà; EGM: il dispositivo che controlla le rotture avvertendo con segnali luminosi o acustici è rotto; EUC: utilizzo errato on non conforme da parte del Cliente; GRI: grippaggio dei pistoni del martinetto; GSF: l’ingranaggio che unisce l’asta guida alla calotta non funziona; MB: parti dell’assale che trasmettono il movimento alle ruote, se non funzionano il veicolo non si muove; MFF: il dispositivo frenante non funziona; MVC: la valvola di controlla interna alla trasmissione non funziona; P11: le sospensioni trafilano olio; P15: la scatola della trasmissione perde olio; PCA: il gruppo cambio trafila olio; PO5-PO6: perdita olio dai lati dell’assale, dovuto a guarnizione tra i mozzi o tra le calotte danneggiate, o problemi di tenuta dei treni; PO7: il differenziale (congegno che permette all’assale di sterzare) ha le guarnizione rotte; PO8: il corpo centrale, ossia l’involucro dell’assale ha perdite; POP: la pompa dell’olio della trasmissione è danneggiata; POS: sfiato danneggiato; RBE: l’elettrovalvola non ha corrente; RCC: l’assale ha delle incrinature; RDG: è il congegno che permette la sterzata, se non funziona l’assale non può girare; 128 RMR: il mozzo, cioè il pezzo che collega le calotte alla ruota è rotto; ROP: elementi contenuti nel mozzo creano problemi; ROT: danni al differenziale; RTD-RTS: trave che si collega al corpo centrale è danneggiata; RU1: l’assale emette dei rumori particolarmente forti; S10: valvola che permette il passaggio dei fluidi; SC1: problemi di innesto della seconda marcia; SFC: il sensore del freno posteriore non funziona SPB: le sospensioni non ammortizzano; SR1: sensore che permette un corretto funzionamento delle marce è guasto; SR2:sensore che regola l’inserimento della frizione; SR3: sensore che mette in circolo l’olio quando la sua temperatura raggiunge il giusto valore; SR5: il sensore mantiene l’ioli alla giusta pressione; SR7: sensore elettrico che permette un corretto funzionamento dello sterzo; TBC: la trasmissione non funziona; TM1: il martinetto perde olio a causa di problemi sulle tenute; TR1: la trasmissione emette rumori particolari; UPL: il treno porta satelliti (presente in entrambi i lati dell’assale), è guasto; VAR: tutti quei problemi che si manifestano con una bassa frequenza. 129 TABELLE CON I DATI USATI Dati verranno riportati divisi per Cliente McCORMIK Tabella delle quantità vendute e del fatturato in base al codice prodotto: McCORMICK Fatturato Codice Articolo Quantità Vendute (in Migliaia di Euro) Assali 146867 222 348 146868 114 181 146869 24 43 146870 199 365 146949 175 368 146954 47 122 147563 463 716 147983 73 144 147984 42 127 148304 11 37 148305 5 36 149001 212 403 149002 196 593 141319 590 700 141620 41 53 141320 2461 2983 143781 34 41 146864 152 226 146865 340 503 146866 966 1469 141535 33 84 141533 84 227 140963 3 8 140964 74 206 142095 360 1157 141536 90 267 130 Tabella assali difettosi distinti per codice prodotto: Codice Articolo Assali Difettosi 140964 4 141139 1 141319 3 141320 37 141533 7 141535 3 141620 2 142095 104 146864 9 146865 7 146866 23 146868 1 146870 18 146949 16 146954 1 147563 3 147984 3 149001 7 149002 15 131 Assale “142095” Dati quantità e spese sostenute in base al codice difetto: Codice difetto Quantità Spese sostenute MFF 27 9841,7155 PO6 25 3260,533 PO5 21 3642,474 SPB 10 3118,2485 CS1 5 1770,803 AB1 5 5560,01 RU1 3 1601,15 ROT 2 953,938 AS2 2 300,856 VAR 4 359,9285 132 RENAULT Tabella delle quantità vendute e del fatturato in base al codice prodotto: RENAULT Fatturato Codice Articolo Assali Quantità (in Migliaia di Vendute Euro) 133580 1274 1698 133583 587 744 136673 198 352 138521 265 443 140660 332 430 140661 256 415 141331 201 364 141509 1126 1317 142120 336 1161 144464 742 937 144465 -1 -1 145706 122 402 146401 140 455 146402 85 276 147217 8 29 147387 783 888 147388 808 933 147869 102 181 147870 33 60 148994 5 7 148995 1 2 148996 1 4 148997 1 4 149697 14 66 149697 18 60 149697 12 20 149698 1 3 149699 41 134 149928 24 84 149928 22 77 150017 66 216 150166 2 3 133 Tabella assali difettosi distinti per codice prodotto: Codice Articolo Assali Difettosi 142120 164 133580 92 141509 65 138521 41 141331 39 136673 37 133583 34 145706 29 140660 27 140661 25 147388 23 149928 17 144464 14 146402 13 146401 12 147387 12 149697 5 147217 2 147869 2 147870 2 149699 2 150017 2 141332 1 143950 1 134 Assale “142120” Dati quantità e spese sostenute in base al codice difetto: Codice difetto Quantità Spese sostenute AS2 27 5714,43 SR7 20 1524,1092 TM1 19 3350,7247 GSF 18 5494,7203 PO5 18 5531,4205 PO6 14 4534,29 BSC 13 5714,43 CS1 6 1587,145 PO7 5 1120,09 RU1 4 1369,39 AB1 3 1487,86 SPB 3 897,3 P12 2 118,11 RDG 2 1024,31 RTD 1 1725,9 VAR 9 1575,63 135 CNH BURLINGTON Tabella delle quantità vendute e del fatturato in base al codice prodotto: BURLINGTON Fatturato Codice Articolo Trasmissioni Assali Quantità (in Migliaia di Vendute Euro) 147096 2 3 139802 710 879 139804 3338 4837 139882 255 324 139884 663 962 143811 2605 3595 143812 2559 3641 143813 52 75 143814 484 826 143815 76 134 143830 453 554 143831 68 86 143832 48 52 145442 1259 732 145951 1043 1130 146038 69 96 146039 63 68 147102 14 23 147103 38 60 147104 13 17 147105 39 50 147627 19 11 136 Tabella assali difettosi distinti per codice prodotto: Codice Articolo Assali Difettosi 143811 60 143812 71 143813 4 143814 18 143815 2 143829 5 143830 2 143831 1 143832 2 145442 1 145951 38 147103 1 147105 1 Assale “143812” Dati quantità e spese sostenute in base al codice difetto: Codice Difetto Quantità Spese soStenute PO5 17 12257,421 PO6 12 4694,85 TM1 8 4604,904 RU1 6 6535,683 AB1 5 6816,33 MFF 4 4827,39 RDG 4 3214,455 PO8 3 907,425 SFC 3 661,326 AS1 2 3456,33 PO7 2 1511,187 POS 2 104,1 MB 1 504,18 S10 1 378,51 VAR 1 262,62 137 Assale “143811” Dati quantità e spese sostenute in base al codice difetto: Codice Difetto Quantità Spese sostenute AB1 15 10704,893 PO5 9 1691,653 MFF 7 1958,094 PO6 6 932,505 RU1 6 3603,34 PO7 5 541,443 RDG 3 1296,8 AS2 2 815,66 SFC 2 176,87 TM1 2 393,966 AS1 1 984,51 RDT 1 88,935 Trasmissioni Tabella trasmissioni difettose distinte per codice prodotto: Codice Articolo Trasmissioni difettose 139802 10 139804 82 139882 6 139884 23 143811 6 143812 5 143814 3 147095 7 147096 16 138 Dati quantità e spese sostenute in base al codice difetto: Codice difetto Quantità Spese Sostenute TBC 71 26375,191 P15 52 17603,7025 S10 15 2975,082 MVC 8 2524,944 POP 6 2815,05 DIM 2 4696,98 RVB 2 246,801 AS1 1 56,313 PCA 1 2787,184 139 140 BIBLIOGRAFIA Cherubini S., “Marketing dei serizi”, Francoangeli, Milano, 1996 Fedel A, “Grazie per il reclamo! 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