MICHELLE-J. NOEL ESSERE AUTORE DELLA PROPRIA VITA SCEGLIERE LA PROPRIA VITA Traduzione dal francese di Susanna Longo e Paola Artero Per conttatare Michelle Noel in Italia : 00/39/33 84 42 66 44 Titolo originale : Être l’auteur de sa vie, Éditions Quintessence, 2006. © 2008 — Éditions Quintessence – S.A.R.L. Holoconcept – Rue de la Bastidonne – 13678 Aubagne Cedex - France Tél (+33) 04 42 18 90 94 – Fax (+33) 04 42 18 90 99 www.editions-quintessence.com Proprietà letteraria Quintessence riservata. ISBN 978-2-913281-96-7 PREMESSA E RINGRAZIAMENTI Sono venuta al mondo nel 1946, piena di eczemi, in un momento molto caotico della vita dei miei genitori. 40 anni dopo avrei capito che materializzavo nel mio corpo (la mia biologia) la paura ovvero una certa idea di separazione dei miei genitori. Il mio cervello/computer non poteva che ingranare il «rifiuto» provato e registrato da mia madre durante la gravidanza e il parto. Ho dunque trascorso gran parte della mia vita a volermi fare adottare, amare, integrare e, presa in questo conflitto di devalorizzazione, conscio o inconscio, ho compensato con lunghi studi, in un primo tempo sulla malattia, in un secondo tempo sulle sue cause. Tali studi ininterrotti mi hanno permesso di incontrare dei maestri eccezionali e di integrare delle conoscenze straordinarie sull’universo, sull’uomo e il suo sistema di pensiero, allo scopo di aiutare gli altri a guarire o ad uscire dai loro schemi. Era un modo per guarire me stessa e trovare presso i miei genitori assenti e presenti il mio vero posto. La felicità esiste, è a portata di mano. Basta semplicemente volerla, immaginarla, deciderla, programmarla ? Ed essere certi al cento per cento della potenza del vostro cervello inconscio. Ho scritto questo libro per accompagnare tutti coloro che continuano a credere che la felicità riguarda gli altri, per tutte le persone perdute nel labirinto del loro divenire, impantanate in mezzo alle loro decisioni o rimaste in panne fra i traumi del passato. Da ogni situazione che ci sembra sgradevole e perfino drammatica, compare sempre una funzione utile, quando si ha la pazienza di cercarla. Se accettiamo di vivere ogni esperienza, ci viene proposta una porta d’uscita (una soluzione), come un sentiero che s’apre davanti a noi e che ci porta sempre, di bene in meglio, verso nuove avventure. 5 Premessa e ringraziamenti Quando volete ritrovare una persona in mezzo alla folla, pensate solo a lei. Il vostro cervello registra la sua immagine e, a un tratto, la individuate. Se aveste fatto l'inverso, cioè osservato la folla, non avreste potuto trovarla. Osservate, pensate a quel che volete veramente, custodite i vostri sogni e abbiate fiducia nella vostra incomparabile potenza interiore, ovvero il cervello inconscio. Ringrazio il mio fratello minore per avermi aiutato a vari livelli a terminare questo libro. Ringrazio i miei professori John Grinder, Robert Dilts, Tony Robbins, Steven Brooks, Gilbert Altenbach, Boone Legrais, Bernard Woestland, Maxie Maultsby per il loro modo pragmatico ed elegante d’aiutare le persone e creare delle soluzioni. Ringrazio i miei due figli: Benoît per le sue ricerche e Sébastien per il suo aiuto. Ringrazio soprattutto i miei geniali genitori per avermi insegnato il coraggio e la responsabilità mostrandomi la strada da intraprendere per vivere i propri sogni. Dedico questo libro anche ai miei nipoti Kevin, Guillaume e tutti quelli che verranno, affinché ognuno di essi sappia divenire padrone del proprio destino e fare della sua vita un vero capolavoro. Dedico questo libro a tutti quelli che credono di non avere fortuna. La fortuna e il caso non esistono. Ogni individuo, anche il più sprovveduto, possiede la potenza interiore capace di sostituire un problema con delle soluzioni, aprire nuove porte e riuscire nella vita. Con questo testo, ho voluto iniziarvi a realizzare i vostri sogni, non in maniera fiabesca ma in modo reale, pragmatico, pratico, utile e operativo. Quando il sogno diventa realtà, non abbiamo a che fare con la magia, ma si tratta invece di programmazione conscia o incoscia. Questo libro diventerà il vostro compagno, vi porterà al successo. Vi basterà traversare le sei tappe per vedere, alla fine del vostro tunnel, il sole comparire attraverso le nuvole. 6 CAPITOLO I STUDIO DELLO STATO PRESENTE CONSTATAZIONE DELLA NOSTRA VITA ATTUALE Mi sono spesso chiesta perché un gran numero di persone coraggiose che non si erano realizzate nelle loro attività (matrimonio o lavoro) e che si reinvestivano in nuove avventure, ricadevano spesso negli stessi schemi, incontravano praticamente lo stesso tipo di persone e rivivevano instancabilmente sempre le stesse storie sfortunate, nonostante ogni sforzo di buona volontà, di visualizzazione creativa o di positività. Conoscevo da diversi anni le fantastiche facoltà del cervello attraverso varie opere che avevo letto e certi studi che avevo fatto, e sapevo «come» programmare un futuro più consono. Nonostante ciò, in molti casi non funzionava; ne cercavo la spiegazione attraverso ogni sorta di studi recenti e naturalmente, chi cerca trova. Un giorno, ho deciso di creare un sito Internet (avevo già una e-mail che funzionava benissimo), ho cambiato fornitore d’accesso per sceglierne un altro più adatto. Appena mi sono abbonata al nuovo provider, non ha funzionato più nulla. Non potevo più ricevere le mail, ho chiamato allora un tecnico, che mi ha detto che tutto ciò era normale. Prima di tutto, bisognava «cancellare i parametri» della vecchia formula per «inserire i parametri» della nuova. Adesso tutto era chiaro! Ecco cosa conveniva fare con il nostro computer/cervello: cancellare i parametri di un programma per potervi inserire i parametri di un altro. Sì, ma come? 7 Studio dello stato presente Sapevo dunque programmare, deprogrammare. Inoltre bisognava deprogrammare! ma non sapevo come sapere cosa c’era da Nel 1997, ho scoperto i lavori di Marc Fréchet, psicologo clinico (morto nel 1998), che aveva messo a punto i cicli cellulari memorizzati ed era proprio quello di cui avevo bisogno per realizzare appieno le performance del cervello. Deprogrammare e riprogrammare. Ho capito che noi riproduciamo semplicemente gli schemi e i processi mentali dei nostri genitori e dei nostri nonni. Certo, prima di diventare una verità, ogni nuova informazione deve superare tre tappe : • Prima tappa: l’informazione è messa in ridicolo. • Seconda tappa: l’informazione suscita opposizione. • Terza tappa: si ammette che «è ovvio». una violenta Ai nostri tempi, dichiarare che la felicità esiste, che possiamo diventare autori e attori della nostra vita, o che una persona colpita da una grave malattia può forse guarire, provoca spesso le prime due tappe allo stesso tempo, la risata divertita e l’opposizione violenta. E probabilmente sarete sospettati di appartenere ad una setta. Se invece parlate di catastrofi, disoccupazione, malattie incurabili, di precarietà e di «tutto va male», siete nella norma e potrete anche comparire alla televisione. Per fortuna, ci sono sempre stati degli uomini che credono nei propri sogni, che credono nell’incredibile e che dimostrano che l’impossibile è possibile. Se l’uomo si fosse fermato all’universo visibile, palpabile, dimostrabile attraverso i sensi, saremmo certamente ancora fermi a un passato remoto. Saremmo evoluti alla luce delle sole scoperte sperimentali: il fuoco, la pietra, la ruota, il vapore, il petrolio. L’uomo invece è andato oltre e ha osato esplorare dei mondi invisibili. Ecco alcune affermazioni «di esperti» basate sulla logica della loro epoca, senza cercare di esplorare oltre: 8 Essere autore della propria vita • Harry Warner, della celebre casa cinematografica Warner Bros dichiarava, all’epoca in cui si progettava di passare dal cinema muto al sonoro: «Chi diavolo avrebbe voglia di sentir parlare gli attori?». • Nel 1878, il presidente della Western Union, la compagnia ferroviaria americana, diceva a proposito del telefono: «Che se ne farebbe la nostra società di questo giocattolo elettrico?». • Nel 1899, Charles Duel, commissario dell’Ufficio brevetti degli Stati Uniti, affermava: «Tutto quello che si poteva inventare è già stato scoperto!». • Nel 1895, Lord Kelvin, uno dei più brillanti fisici del suo tempo, dichiarava: «Le macchine volanti più pesanti dell’aria sono irrealizzabili!» Ecc. ecc. Più ci si ostina a contestare una novità, più si ritarda l’evidenza della sua realtà. Per fortuna in ogni epoca ci sono stati uomini e donne che, grazie alla loro immaginazione hanno superato ciò che esisteva e si sono concentrati sull’innovazione e l’utilità. Secondo Chris Morton e Ceri Louise Thomas, nel loro libro Il mistero dei teschi di cristallo, alcuni esperimenti della fisica quantistica suggeriscono come sia possibile per lo spirito umano comunicare direttamente con gli oggetti inanimati, almeno al livello delle particelle subatomiche. Un esperimento, realizzato nel 1989 da Wayne Itano e i suoi colleghi del National Institute of Standards and Technology di Boulder (Colorado), è stato descritto dal dottor Fred Allan Wolf nel suo libro The dreaming Universe. L’esperimento consisteva nell’osservare circa 5 000 atomi di berillio all’interno di un campo magnetico, esposti a onde di energia radioattiva. Per capire meglio questo esperimento, Fred Allan Wolf propone l’analogia con una pentola d’acqua che viene sorvegliata mentre è portata a ebollizione. L’esperimento ha confermato che una pentola d’acqua non bolle mai quando la si guarda. Più i ricercatori osservavano il processo, più gli atomi di berillio mettevano tempo per «bollire». Secondo il dottor Wolf, i risultati dell’esperimento erano provocati dall’«effetto dell’osservatore». Questo principio, oggi largamente ammesso nell’ambito della ricerca quantistica è il seguente: «Più un sistema quantistico è osservato in uno stato particolare, più sono grandi le probabilità che resti in tale stato.» 9 Studio dello stato presente Stando al dottor Wolf ciò che conta è l’intenzione dell’osservatore, tenete bene a mente questo fatto: perché un oggetto o un sistema possano restare nel loro stato iniziale, bisogna che l’osservatore li osservi in questo stesso stato iniziale. Se, d’altro canto, l’osservatore ha intenzione di vedere bollire la pentola, essa si metterà a bollire. Bisogna capire che questa «intenzione» va distinta da una semplice aspettativa. Bisogna anche che intervenga l’azione appropriata. È stato provato sperimentalmente che i meccanismi dello spirito umano hanno un effetto diretto sul comportamento delle particelle subatomiche o «sistemi quantistici». Vi è dunque un’interazione o comunicazione tra oggetti inanimati e spirito umano. I nostri pensieri hanno appunto il potere di influenzare le cose intorno a noi, in un modo che non si spiega con le leggi della fisica tradizionale. Sembra che persino gli atomi si rendano conto, in un certo modo, di venire osservati e cambino di conseguenza il loro stato e il loro comportamento. Questo fenomeno suggerisce che anche le particelle subatomiche hanno una forma di «coscienza» o di «percezione» di ciò che succede intorno a loro. È ciò che gli indiani d’America hanno chiamato «lo spirito delle molecole», e questa coscienza sembra estendersi a una sorta di relazione tra loro e i meccanismi interni del pensiero umano. Per estrapolazione, se osserviamo qualcosa o un sistema nel suo stato iniziale, ci sono molte possibilità che esso resti nel suo stato iniziale. Al contrario, se abbiamo un’intenzione diversa e osserviamo ciò che invece vogliamo veramente, parteciperemo al cambiamento. Quando Jules Verne immaginava i telefoni cellulari o internet, tutto ciò sembrava impossibile. Eppure che si tratti di aerei, di treni, dei vostri occhiali, dell’automobile o del forno a microonde, nulla esiste senza essere stato prima sognato dalla mente di qualcuno. Tutto ciò è stato realizzato. Quando l‘immaginazione dell’uomo è attiva, tutto diventa possibile. La terra è rotonda, non è al centro dell’universo e gira intorno al sole. Coloro che hanno scoperto queste leggi, prima di poterle provare scientificamente, le hanno immaginate. È così che Newton ha trovato la legge della gravitazione, Maxwell quella dei campi magnetici, Bohr quella dell’atomo e naturalmente Einstein la 10 Essere autore della propria vita legge della relatività. La mente umana non ha limiti nella creazione o nella scoperta, perché non utilizzarla nella propria vita? Ho scritto questo libro per dimostrarvi che riscrivere la sceneggiatura della propria vita, scrivere una bella storia, crearla e viverla, è possibile. Ma prima cerchiamo di sapere ciò che abbiamo dentro la testa e quello che bisogna deprogrammare. Il cervello umano, con le sue capacità eccezionali, lancia una sfida alla tecnologia informatica più avanzata, aspetta ogni nostro ordine per metterlo in atto, qualunque esso sia. Qualunque siano i nostri mestieri, i nostri comportamenti, le nostre malattie o i nostri amori, noi riproduciamo i nostri schemi famigliari, dei nostri genitori ed antenati. Ma come possiamo esserne certi? Osserviamo il comportamento dei salmoni. Tutti i salmoni del mondo, dopo aver nuotato per migliaia di chilometri in mare, ritornano al loro luogo di origine per riprodursi. E per fare questo non si servono di carte nautiche. Realizzano una fantastica migrazione acquatica. Dipanano il filo mnesico della loro cartografia interiore contenuta nella memoria ologrammica e fanno coincidere il mondo esterno con il loro mondo interiore. Al momento del richiamo della riproduzione, tutti i salmoni del mondo, maschi e femmine, fanno un lungo viaggio di svariate migliaia di chilometri per ritrovare i rispettivi luoghi d’origine. Questa migrazione acquatica, come tutte le migrazioni, obbedisce al dipanarsi di informazioni interne, proprio come voi obbedite a delle informazioni interne inconsce. Alcuni studi molto approfonditi sugli uccelli inanellati e i loro siti di riposo, provano che ogni uccello, prima di riprender il volo migratorio, anziché posarsi in modo aleatorio sul sito, si posa in realtà sullo stesso ciuffo d’erba (con un’approssimazione di 10 cm), scelto nel passato dal suo genitore. Ogni uccello trova il proprio posto. Questo è la prova che le informazioni di volo sono informazioni memorizzate all’interno del clan famigliare di ogni uccello. Dai genitori ai figli, esse sono trasmesse in maniera immutabile all’interno del gruppo; si tratta di vere e proprie carte di navigazione interne, frutto di una memoria, riutilizzate fedelmente 11 Studio dello stato presente da ogni generazione successiva, quando l’individuo fa scorrere la propria cassetta mnesica della carta stradale interna. La stessa cosa succede con in salmoni, tranne che in questo caso si tratta di una lettura acquatica e non aerea. Voi riproducete esattamente le carte dei vostri genitori nella stessa maniera, di cervello in cervello. La differenza con in salmoni o gli uccelli è che voi potete, quando ne prendete coscienza, cambiare le carte. Credere che tutti i salmoni siano identici sarebbe un grosso errore, madornale quanto credere che tutti gli uomini del mondo sono simili. Proprio come gli esseri umani, i salmoni prendono direzioni diverse a seconda del loro continente: salmoni europei o americani... Su uno stesso continente sono diversi a seconda del paese: salmoni norvegesi, scozzesi, irlandesi... Nello stesso paese sono diversi a seconda delle regioni: salmoni delle Highlands, delle Lowlands... in Scozia. Nella stessa provincia sono differenti a seconda del «villaggio», salmoni di Loch Ness, del Loch Lomond... Maschi e femmine tornano a incontrarsi nel loro clan, nel loro pezzo di territorio. Prendiamo adesso delle uova di salmone delle Highlands scozzesi e trasportiamole immediatamente, dopo la cova, nelle sorgenti della Loira, mantenendo le condizioni necessarie alla loro sopravvivenza. Si svilupperanno, quindi cresceranno e infine se ne andranno verso il mare discendendo la Loira. Dove andranno, sette anni dopo? Nelle Highlands o nella Loira? Ebbene, ritorneranno nella sorgente in cui sono nati, nel nostro caso la Loira. In questo caso il programma arcaico-ancestrale di questi salmoni è stato cambiato. In conclusione, le peripezie della migrazione dei salmoni non sono altro che rischi eventuali in una programmazione territoriale che essi rispettano invariabilmente (inconsciamente). Quale è il rapporto con l’essere umano? Noi riproduciamo una programmazione inconscia rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto. Non è assolutamente colpa nostra se non ci realizziamo in certi campi, né è colpa dei nostri antenati: si tratta solo di memorie che circolano. Pensare che tutto abbia un senso è rassicurante. Perché una vita, un comportamento, una malattia che non avessero senso, 12 Essere autore della propria vita potrebbero sembrare ingiuste. Perché ci sono persone belle e altre brutte, persone malate e altre in buona salute? Credere che in questo magnifico universo le cose siano ingiuste è un’illusione. In un primo tempo andremo alla ricerca di questi famosi programmi, quindi li abbandoneremo e ci incammineremo verso una nuova vita: quella che avremo scelto. La facilità o la difficoltà non esistono per il nostro cervello inconscio (questo è un concetto che ripeterò altre volte). CICLI MEMORIZZATI Voltaire ha pronunciato questa straordinaria frase: «La conoscenza libera l’uomo». Effettivamente, non lanciatevi più in terapie interminabili poiché, non appena prendiamo coscienza delle nostre memorie, o semplicemente del fatto che riproduciamo degli schemi, il programma si ferma, come se una cassetta fosse stata cancellata. Certamente, bisogna sapere anche quali schemi volete cambiare o avete bisogno di cambiare. Immaginiamo il cervello così: 13 Studio dello stato presente Che cos’è dunque il nostro cervello cosciente e cosa fa? Pensa, ragiona, calcola, vuole questo o non vuole quello. Al livello conscio, vogliamo dirigere la nostra vita e abbiamo l’impressione di essere logici. Però se guardiamo un iceberg, dalla superficie, la realtà apparente è per noi vera e falsa allo stesso tempo. Noi scorgiamo solo la parte emergente del tutto irrilevante rispetto alla parte immersa, che non possiamo vedere. La stessa cosa succede per tutto quello che osserviamo nella nostra vita: quel che è vero per noi è spesso una realtà completamente falsa. John Grinder, professore di linguistica all’università di Santa Cruz in California e coautore della Programmazione NeuroLinguistica (PNL) conosceva bene i lavori di Alfred Korzybski, il padre della semantica generale. La PNL si fregia allora del famoso slogan «la mappa non è il territorio». Ovvero, tutto ciò che noi percepiamo consciamente o che vediamo e capiamo in tutti i settori della vita è una realtà che ci è propria, ma che è soltanto una percezione possibile fra le tante, di un luogo, di una persona, di una cosa. Jean Guitton ha detto: «Nulla è reale, noi siamo al centro di una illusione che dispiega intorno a noi un corteo di apparenze, di illusioni, che crediamo reali. Viviamo in un’allucinazione continua». 14 Essere autore della propria vita Tutto ciò di cui siamo coscienti è qui e ora. Certo, consciamente ci si può ricordare dei particolari o elementi della vita; poi resta tutto ciò di cui non siamo consapevoli come gli apprendimenti e le esperienze: camminare, afferrare delle cose, scrivere, è diventato per noi un fatto automatico... Tutte le nostre risorse, le nostre conoscenze, le nostre capacità si trovano nel cervello inconscio. Ciò di cui non siamo consapevoli è il fatto che, quando abbiamo un desiderio preciso a livello cosciente, il cervello inconscio si incarica di realizzarlo. Sapete farlo naturalmente per le cose semplici, cioè lasciate fare poiché ne ignorate completamente il processo. Invece, non appena si tratta di un desiderio che ritenete importante e volete trovare coscientemente una soluzione, ecco che appaiono le difficoltà. Il nostro cervello cosciente non è particolarmente efficace, né è un buon consigliere, ed inoltre influenza notevolmente la vostra parte inconscia con le sue emozioni e le sue credenze negative. Che cosa fa allora il nostro cervello inconscio? È in realtà il nostro migliore amico, osservatore attento della nostra coscienza, non pensa, non ragiona, non giudica, non conosce la nostra logica, ma ne possiede una propria. È in grado di intervenire quando glielo chiediamo e possiede tutte le risorse necessarie e un forte potenziale per realizzare grandi cambiamenti. Ma il cervello cosciente, ribelle, si oppone. Il nostro cervello inconscio può trattare fino a 30 miliardi di bits di informazioni al secondo. Il sistema nervoso dell’uomo contiene circa 28 miliardi di neuroni. Senza neuroni, il nostro sistema nervoso sarebbe incapace di interpretare l’informazione che riceviamo tramite i nostri sensi, di trasmetterla al cervello e di eseguirne le istruzioni. Ognuno di questi neuroni è un minuscolo computer indipendente. I neuroni agiscono in modo autonomo, ma possono anche comunicare tra loro simultaneamente tramite risonanza o attraverso una rete impressionante di fibre nervose lunghe 160.000 km. Il nostro cervello è in grado di trattare le informazioni in modo stupefacente. La reazione di un neurone può propagarsi a centinaia di migliaia di altri neuroni in meno di 20 millisecondi, cioè un tempo inferiore al battito delle ciglia. Il nostro cervello/computer è capace di trattare vari argomenti contemporaneamente. Potete guardare un film alla televisione pensando a ciò che mangerete fra poco oppure a quello che avete fatto ieri sera. 15 Studio dello stato presente Il cervello può riconoscere una persona per strada in meno di un secondo. Può raggiungere una tale velocità perché, al contrario del computer che funziona tappa per tappa, i miliardi di neuroni possono affrontare tutti simultaneamente lo stesso problema. Inoltre il vostro cervello tratta lo spazio e il tempo. Possediamo il più incredibile computer del pianeta, allora perché non possiamo avere successo in ciò che facciamo e raggiungere i nostri scopi? Perché, purtroppo, nessuno ce ne fornisce il libretto di istruzioni. Vi propongo di insegnarvi a servirvene nel capitolo «Essere autore della propria vita». Oltre alle nostre parti consce e inconsce, possediamo anche un cervello archivista che ha archiviato le nostre memorie (ovviamente non siamo consapevoli dei nostri archivi). Tutto comincia con il nostro concepimento. Quando lo spermatozoo del padre incontra l’ovulo della madre, proprio in quell’attimo il bambino non ha coscienza e tutto viene trasmesso da centrale di comando a centrale di comando, da cervello a cervello. Ma come ne possiamo essere certi? Cito il dottor Brosse: «Un ricercatore sovietico, l’astronomo Kozyrev individuò, a proposito di esperimenti applicati alla telepatia, un’energia ancora sconosciuta che gli apparecchi hanno registrato sotto forma di curve, parallelamente a degli effetti meccanici e chimici già noti. Questa energia non si propaga come le onde luminose e si manifesta ovunque istantaneamente. La modificazione delle proprietà di ognuno dei suoi frammenti si manifesta dappertutto nello stesso tempo. È onnipresente e ci lega agli altri così come collega ogni cosa all’universo. Possiede un certo numero di proprietà che è possibile studiare in laboratorio. La sua densità è maggiore vicino al destinatario del pensiero di quanto non lo sia vicino all’autore»; essa spiega che il pensiero è trasmesso istantaneamente, senza limiti di distanza e anche a distanze notevoli. La densità di quest’energia è determinata dal pensiero e dalla sua qualità: «la densità della poesia non è uguale a quella della matematica». Naturalmente vi sono persone che sono consapevoli di questo fenomeno e che lo utilizzano. L’importante è che noi ne siamo parimenti coscienti. Come diceva Bernard Woestelandt: «Il giorno 16 Essere autore della propria vita in cui avrete un pensiero molto forte, molto intenso, molto profondo, esso percorrerà dei canali invisibili che vi circondano e andrà a colpire altri individui». Questa scoperta scientifica ci permette di capire la frase di Gesù Cristo: «Chiunque guarda con desiderio una donna, ha già commesso adulterio nel suo cuore». Matteo 5, 27. Pensare a una persona può perturbarla enormemente. Tutti i cervelli sono in interrelazione gli uni con gli altri, in un clan famigliare e nell’Universo. Intorno a noi non esiste il vuoto. Noi siamo tutti collegati tramite miliardi di campi di forza (se potessimo vedere ciò che succede intorno a noi ci vedremmo circondati da qualcosa di simile a miliardi di spaghetti). Immaginiamo metaforicamente un fisico-chimico che in qualche parte del mondo trovi una formula chimica. Un fisico-chimico che si interessi allo stesso problema a Parigi, di fronte alla televisione, mentre guarda una trasmissione qualunque, sarà in grado di conoscere la formula. Avrete sicuramente notato che un bambino di tre anni sa usare il videoregistratore e accendere la televisione. Non l’ha imparato da solo, ma tramite l’esperienza dei suoi genitori. L’esperimento che dimostrava come tutti i cervelli sono collegati fra loro fu realizzata in modi diversi, per esempio con dei topi. Alla fine della Seconda Guerra mondiale i russi hanno realizzato degli studi molto avanzati sulle potenzialità del cervello. Alcuni esperimenti furono allora intrapresi in Siberia e rivelati circa trent’anni dopo. Per esempio in un laboratorio russo, un biologo, di fronte a una nidiata di sette topolini, nati da una sua cavia, ebbe l’idea di prenderli (non ancora svezzati) e di portarli al comandante di un sottomarino atomico russo che doveva partire in immersione nel Pacifico per una missione di un mese. Regolarono i loro orologi alla stessa ora; da parte sua il comandante doveva, quando lo desiderava e molte volte di seguito, mettere i topolini insieme o separatamente in un condotto lanciasiluri e espellerli nell’acqua, (dove ovviamente morivano). Nello stesso istante invece il biologo attaccava degli elettrodi alla madre dei topolini, rimasta in laboratorio, per avere una registrazione continua del suo cervello. Aveva anche previsto dei meccanismi di generazione elettrica di emergenza in caso di guasto. Il biologo ignorava del tutto in quale 17 Studio dello stato presente momento preciso il comandante avrebbe lanciato i topolini nell’acqua. I sette topolini furono lanciati in giorni e ore precisi, diversi per ognuno di essi. Di ritorno alla base, il comandante trasmise al biologo gli orari di lancio dei topi. Quest’ultimo confrontò allora l’ascissa oraria del tracciato della madre e sette spikes (picchi d’intensità) vennero rilevati nei sette precisi istanti in cui i sette topolini morivano. L’esperimento dimostra perfettamente l’esistenza di relazioni di onde speciali da cervello a cervello, specie fra una madre e i suoi piccoli. Ritroviamo questo tipo di comunicazione tra gli elefanti che vivono in branco. Quando un elefantino si perde gli elefanti hanno un sistema per ritrovarlo. Compiono tutti insieme una specie di danza formando grandi cerchi. Ad un certo punto, fanno in più un giro su se stessi di 360°. Dopo un po’, se la fronte degli adulti si trova sullo stesso asse di quella dell’elefantino, sono emesse e ricevute delle particolari onde «S», diverse dalle onde cerebrali note abitualmente. A questo punto devono soltanto marciare nella direzione dell’elefantino per ritrovarlo. Possiamo constatare la stessa cosa con le piante. L’esperimento è stato realizzato con dei gerani, una pianta madre e i suoi undici piccoli, posti tutti intorno. Erano tutti ben innaffiati e nutriti, e quando un piccolo geranio fu innaffiato con acqua tossica e morì, gli altri piccoli non reagirono. Quando invece la madre fu innaffiata con acqua tossica e morì, i piccoli sopravvissuti, che comunque stavano benissimo, innaffiati con acqua di sorgente e concimati, morirono lo stesso. Gli esperimenti della dottoressa Thérèse Brosse sulla reazione delle piante al pensiero umano rafforzano l’idea che tutto funzioni in relazione da cervello a cervello. Delle sperimentazioni realizzate in Francia e in Inghilterra mostrano l’influenza psichica che può essere esercitata sia sul fenomeno della crescita sia su quello della germinazione. Il grano, il prezzemolo, il lino rosso sono stati oggetto di esperimenti curiosi. Un quarto d’ora di pensiero ogni giorno era sufficiente per ottenere un buon risultato alla fine della settimana, ed era persino superfluo continuare. Nello stesso vaso, diviso in due parti, furono disposti dei 18