MICHELLE-J. NOEL
ESSERE AUTORE
DELLA PROPRIA VITA
SCEGLIERE LA PROPRIA VITA
Traduzione dal francese di Susanna Longo e Paola Artero
Per conttatare Michelle Noel in Italia :
00/39/33 84 42 66 44
Titolo originale : Être l’auteur de sa vie, Éditions Quintessence, 2006.
© 2008 — Éditions Quintessence
– S.A.R.L. Holoconcept –
Rue de la Bastidonne – 13678 Aubagne Cedex - France
Tél (+33) 04 42 18 90 94 – Fax (+33) 04 42 18 90 99
www.editions-quintessence.com
Proprietà letteraria Quintessence riservata.
ISBN 978-2-913281-96-7
PREMESSA E RINGRAZIAMENTI
Sono venuta al mondo nel 1946, piena di eczemi, in un
momento molto caotico della vita dei miei genitori. 40 anni dopo
avrei capito che materializzavo nel mio corpo (la mia biologia) la
paura ovvero una certa idea di separazione dei miei genitori.
Il mio cervello/computer non poteva che ingranare il «rifiuto»
provato e registrato da mia madre durante la gravidanza e il parto.
Ho dunque trascorso gran parte della mia vita a volermi fare
adottare, amare, integrare e, presa in questo conflitto di
devalorizzazione, conscio o inconscio, ho compensato con lunghi
studi, in un primo tempo sulla malattia, in un secondo tempo sulle
sue cause.
Tali studi ininterrotti mi hanno permesso di incontrare dei
maestri eccezionali e di integrare delle conoscenze straordinarie
sull’universo, sull’uomo e il suo sistema di pensiero, allo scopo di
aiutare gli altri a guarire o ad uscire dai loro schemi.
Era un modo per guarire me stessa e trovare presso i miei
genitori assenti e presenti il mio vero posto.
La felicità esiste, è a portata di mano. Basta semplicemente
volerla, immaginarla, deciderla, programmarla ? Ed essere certi al
cento per cento della potenza del vostro cervello inconscio.
Ho scritto questo libro per accompagnare tutti coloro che
continuano a credere che la felicità riguarda gli altri, per tutte le
persone perdute nel labirinto del loro divenire, impantanate in
mezzo alle loro decisioni o rimaste in panne fra i traumi del passato.
Da ogni situazione che ci sembra sgradevole e perfino drammatica,
compare sempre una funzione utile, quando si ha la pazienza di
cercarla. Se accettiamo di vivere ogni esperienza, ci viene proposta
una porta d’uscita (una soluzione), come un sentiero che s’apre
davanti a noi e che ci porta sempre, di bene in meglio, verso nuove
avventure.
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Premessa e ringraziamenti
Quando volete ritrovare una persona in mezzo alla folla,
pensate solo a lei. Il vostro cervello registra la sua immagine e, a un
tratto, la individuate. Se aveste fatto l'inverso, cioè osservato la folla,
non avreste potuto trovarla.
Osservate, pensate a quel che volete veramente, custodite i
vostri sogni e abbiate fiducia nella vostra incomparabile potenza
interiore, ovvero il cervello inconscio.
Ringrazio il mio fratello minore per avermi aiutato a vari livelli
a terminare questo libro.
Ringrazio i miei professori John Grinder, Robert Dilts, Tony
Robbins, Steven Brooks, Gilbert Altenbach, Boone Legrais, Bernard
Woestland, Maxie Maultsby per il loro modo pragmatico ed
elegante d’aiutare le persone e creare delle soluzioni.
Ringrazio i miei due figli: Benoît per le sue ricerche e Sébastien
per il suo aiuto.
Ringrazio soprattutto i miei geniali genitori per avermi
insegnato il coraggio e la responsabilità mostrandomi la strada da
intraprendere per vivere i propri sogni.
Dedico questo libro anche ai miei nipoti Kevin, Guillaume e
tutti quelli che verranno, affinché ognuno di essi sappia divenire
padrone del proprio destino e fare della sua vita un vero
capolavoro.
Dedico questo libro a tutti quelli che credono di non avere
fortuna. La fortuna e il caso non esistono. Ogni individuo, anche il
più sprovveduto, possiede la potenza interiore capace di sostituire
un problema con delle soluzioni, aprire nuove porte e riuscire nella
vita.
Con questo testo, ho voluto iniziarvi a realizzare i vostri sogni,
non in maniera fiabesca ma in modo reale, pragmatico, pratico,
utile e operativo. Quando il sogno diventa realtà, non abbiamo a
che fare con la magia, ma si tratta invece di programmazione
conscia o incoscia.
Questo libro diventerà il vostro compagno, vi porterà al
successo.
Vi basterà traversare le sei tappe per vedere, alla fine del vostro
tunnel, il sole comparire attraverso le nuvole.
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CAPITOLO I
STUDIO DELLO STATO PRESENTE
CONSTATAZIONE DELLA NOSTRA VITA ATTUALE
Mi sono spesso chiesta perché un gran numero di persone
coraggiose che non si erano realizzate nelle loro attività (matrimonio
o lavoro) e che si reinvestivano in nuove avventure, ricadevano
spesso negli stessi schemi, incontravano praticamente lo stesso tipo
di persone e rivivevano instancabilmente sempre le stesse storie
sfortunate, nonostante ogni sforzo di buona volontà, di
visualizzazione creativa o di positività.
Conoscevo da diversi anni le fantastiche facoltà del cervello
attraverso varie opere che avevo letto e certi studi che avevo fatto, e
sapevo «come» programmare un futuro più consono. Nonostante
ciò, in molti casi non funzionava; ne cercavo la spiegazione
attraverso ogni sorta di studi recenti e naturalmente, chi cerca trova.
Un giorno, ho deciso di creare un sito Internet (avevo già una
e-mail che funzionava benissimo), ho cambiato fornitore d’accesso
per sceglierne un altro più adatto. Appena mi sono abbonata al
nuovo provider, non ha funzionato più nulla. Non potevo più
ricevere le mail, ho chiamato allora un tecnico, che mi ha detto che
tutto ciò era normale. Prima di tutto, bisognava «cancellare i
parametri» della vecchia formula per «inserire i parametri» della
nuova. Adesso tutto era chiaro!
Ecco cosa conveniva fare con il nostro computer/cervello:
cancellare i parametri di un programma per potervi inserire i
parametri di un altro.
Sì, ma come?
7
Studio dello stato presente
Sapevo dunque programmare,
deprogrammare. Inoltre bisognava
deprogrammare!
ma non sapevo come
sapere cosa c’era da
Nel 1997, ho scoperto i lavori di Marc Fréchet, psicologo
clinico (morto nel 1998), che aveva messo a punto i cicli cellulari
memorizzati ed era proprio quello di cui avevo bisogno per
realizzare appieno le performance del cervello. Deprogrammare e
riprogrammare.
Ho capito che noi riproduciamo semplicemente gli schemi e i
processi mentali dei nostri genitori e dei nostri nonni.
Certo, prima di diventare una verità, ogni nuova informazione
deve superare tre tappe :
•
Prima tappa: l’informazione è messa in ridicolo.
•
Seconda tappa: l’informazione suscita
opposizione.
•
Terza tappa: si ammette che «è ovvio».
una
violenta
Ai nostri tempi, dichiarare che la felicità esiste, che possiamo
diventare autori e attori della nostra vita, o che una persona colpita
da una grave malattia può forse guarire, provoca spesso le prime
due tappe allo stesso tempo, la risata divertita e l’opposizione
violenta. E probabilmente sarete sospettati di appartenere ad una
setta.
Se invece parlate di catastrofi, disoccupazione, malattie
incurabili, di precarietà e di «tutto va male», siete nella norma e
potrete anche comparire alla televisione.
Per fortuna, ci sono sempre stati degli uomini che credono nei
propri sogni, che credono nell’incredibile e che dimostrano che
l’impossibile è possibile.
Se l’uomo si fosse fermato all’universo visibile, palpabile,
dimostrabile attraverso i sensi, saremmo certamente ancora fermi a
un passato remoto.
Saremmo evoluti alla luce delle sole scoperte sperimentali: il
fuoco, la pietra, la ruota, il vapore, il petrolio. L’uomo invece è
andato oltre e ha osato esplorare dei mondi invisibili.
Ecco alcune affermazioni «di esperti» basate sulla logica della
loro epoca, senza cercare di esplorare oltre:
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Essere autore della propria vita
•
Harry Warner, della celebre casa cinematografica Warner
Bros dichiarava, all’epoca in cui si progettava di passare
dal cinema muto al sonoro: «Chi diavolo avrebbe voglia di
sentir parlare gli attori?».
•
Nel 1878, il presidente della Western Union, la compagnia
ferroviaria americana, diceva a proposito del telefono:
«Che se ne farebbe la nostra società di questo giocattolo
elettrico?».
•
Nel 1899, Charles Duel, commissario dell’Ufficio brevetti
degli Stati Uniti, affermava: «Tutto quello che si poteva
inventare è già stato scoperto!».
•
Nel 1895, Lord Kelvin, uno dei più brillanti fisici del suo
tempo, dichiarava: «Le macchine volanti più pesanti
dell’aria sono irrealizzabili!» Ecc. ecc.
Più ci si ostina a contestare una novità, più si ritarda l’evidenza
della sua realtà. Per fortuna in ogni epoca ci sono stati uomini e
donne che, grazie alla loro immaginazione hanno superato ciò che
esisteva e si sono concentrati sull’innovazione e l’utilità.
Secondo Chris Morton e Ceri Louise Thomas, nel loro libro Il
mistero dei teschi di cristallo, alcuni esperimenti della fisica
quantistica suggeriscono come sia possibile per lo spirito umano
comunicare direttamente con gli oggetti inanimati, almeno al livello
delle particelle subatomiche. Un esperimento, realizzato nel 1989 da
Wayne Itano e i suoi colleghi del National Institute of Standards and
Technology di Boulder (Colorado), è stato descritto dal dottor Fred
Allan Wolf nel suo libro The dreaming Universe. L’esperimento
consisteva nell’osservare circa 5 000 atomi di berillio all’interno di
un campo magnetico, esposti a onde di energia radioattiva. Per
capire meglio questo esperimento, Fred Allan Wolf propone
l’analogia con una pentola d’acqua che viene sorvegliata mentre è
portata a ebollizione. L’esperimento ha confermato che una pentola
d’acqua non bolle mai quando la si guarda. Più i ricercatori
osservavano il processo, più gli atomi di berillio mettevano tempo
per «bollire». Secondo il dottor Wolf, i risultati dell’esperimento
erano provocati dall’«effetto dell’osservatore». Questo principio,
oggi largamente ammesso nell’ambito della ricerca quantistica è il
seguente: «Più un sistema quantistico è osservato in uno stato
particolare, più sono grandi le probabilità che resti in tale stato.»
9
Studio dello stato presente
Stando al dottor Wolf ciò che conta è l’intenzione
dell’osservatore, tenete bene a mente questo fatto: perché un
oggetto o un sistema possano restare nel loro stato iniziale, bisogna
che l’osservatore li osservi in questo stesso stato iniziale. Se, d’altro
canto, l’osservatore ha intenzione di vedere bollire la pentola, essa
si metterà a bollire. Bisogna capire che questa «intenzione» va
distinta da una semplice aspettativa. Bisogna anche che intervenga
l’azione appropriata. È stato provato sperimentalmente che i
meccanismi dello spirito umano hanno un effetto diretto sul
comportamento delle particelle subatomiche o «sistemi quantistici».
Vi è dunque un’interazione o comunicazione tra oggetti inanimati e
spirito umano. I nostri pensieri hanno appunto il potere di
influenzare le cose intorno a noi, in un modo che non si spiega con
le leggi della fisica tradizionale. Sembra che persino gli atomi si
rendano conto, in un certo modo, di venire osservati e cambino di
conseguenza il loro stato e il loro comportamento. Questo
fenomeno suggerisce che anche le particelle subatomiche hanno
una forma di «coscienza» o di «percezione» di ciò che succede
intorno a loro. È ciò che gli indiani d’America hanno chiamato «lo
spirito delle molecole», e questa coscienza sembra estendersi a una
sorta di relazione tra loro e i meccanismi interni del pensiero
umano.
Per estrapolazione, se osserviamo qualcosa o un sistema nel
suo stato iniziale, ci sono molte possibilità che esso resti nel suo
stato iniziale. Al contrario, se abbiamo un’intenzione diversa e
osserviamo ciò che invece vogliamo veramente, parteciperemo al
cambiamento.
Quando Jules Verne immaginava i telefoni cellulari o internet,
tutto ciò sembrava impossibile. Eppure che si tratti di aerei, di treni,
dei vostri occhiali, dell’automobile o del forno a microonde, nulla
esiste senza essere stato prima sognato dalla mente di qualcuno.
Tutto ciò è stato realizzato.
Quando l‘immaginazione dell’uomo è attiva, tutto diventa
possibile. La terra è rotonda, non è al centro dell’universo e gira
intorno al sole. Coloro che hanno scoperto queste leggi, prima di
poterle provare scientificamente, le hanno immaginate. È così che
Newton ha trovato la legge della gravitazione, Maxwell quella dei
campi magnetici, Bohr quella dell’atomo e naturalmente Einstein la
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Essere autore della propria vita
legge della relatività. La mente umana non ha limiti nella creazione
o nella scoperta, perché non utilizzarla nella propria vita?
Ho scritto questo libro per dimostrarvi che riscrivere la
sceneggiatura della propria vita, scrivere una bella storia, crearla e
viverla, è possibile.
Ma prima cerchiamo di sapere ciò che abbiamo dentro la testa
e quello che bisogna deprogrammare.
Il cervello umano, con le sue capacità eccezionali, lancia una
sfida alla tecnologia informatica più avanzata, aspetta ogni nostro
ordine per metterlo in atto, qualunque esso sia.
Qualunque siano i nostri mestieri, i nostri comportamenti, le
nostre malattie o i nostri amori, noi riproduciamo i nostri schemi
famigliari, dei nostri genitori ed antenati. Ma come possiamo
esserne certi?
Osserviamo il comportamento dei salmoni. Tutti i salmoni del
mondo, dopo aver nuotato per migliaia di chilometri in mare,
ritornano al loro luogo di origine per riprodursi. E per fare questo
non si servono di carte nautiche. Realizzano una fantastica
migrazione acquatica. Dipanano il filo mnesico della loro cartografia
interiore contenuta nella memoria ologrammica e fanno coincidere
il mondo esterno con il loro mondo interiore. Al momento del
richiamo della riproduzione, tutti i salmoni del mondo, maschi e
femmine, fanno un lungo viaggio di svariate migliaia di chilometri
per ritrovare i rispettivi luoghi d’origine.
Questa migrazione acquatica, come tutte le migrazioni,
obbedisce al dipanarsi di informazioni interne, proprio come voi
obbedite a delle informazioni interne inconsce.
Alcuni studi molto approfonditi sugli uccelli inanellati e i loro
siti di riposo, provano che ogni uccello, prima di riprender il volo
migratorio, anziché posarsi in modo aleatorio sul sito, si posa in
realtà sullo stesso ciuffo d’erba (con un’approssimazione di 10 cm),
scelto nel passato dal suo genitore. Ogni uccello trova il proprio
posto. Questo è la prova che le informazioni di volo sono
informazioni memorizzate all’interno del clan famigliare di ogni
uccello. Dai genitori ai figli, esse sono trasmesse in maniera
immutabile all’interno del gruppo; si tratta di vere e proprie carte di
navigazione interne, frutto di una memoria, riutilizzate fedelmente
11
Studio dello stato presente
da ogni generazione successiva, quando l’individuo fa scorrere la
propria cassetta mnesica della carta stradale interna.
La stessa cosa succede con in salmoni, tranne che in questo
caso si tratta di una lettura acquatica e non aerea.
Voi riproducete esattamente le carte dei vostri genitori nella
stessa maniera, di cervello in cervello. La differenza con in salmoni
o gli uccelli è che voi potete, quando ne prendete coscienza,
cambiare le carte.
Credere che tutti i salmoni siano identici sarebbe un grosso
errore, madornale quanto credere che tutti gli uomini del mondo
sono simili. Proprio come gli esseri umani, i salmoni prendono
direzioni diverse a seconda del loro continente: salmoni europei o
americani... Su uno stesso continente sono diversi a seconda del
paese: salmoni norvegesi, scozzesi, irlandesi... Nello stesso paese
sono diversi a seconda delle regioni: salmoni delle Highlands, delle
Lowlands... in Scozia. Nella stessa provincia sono differenti a
seconda del «villaggio», salmoni di Loch Ness, del Loch Lomond...
Maschi e femmine tornano a incontrarsi nel loro clan, nel loro pezzo
di territorio.
Prendiamo adesso delle uova di salmone delle Highlands
scozzesi e trasportiamole immediatamente, dopo la cova, nelle
sorgenti della Loira, mantenendo le condizioni necessarie alla loro
sopravvivenza. Si svilupperanno, quindi cresceranno e infine se ne
andranno verso il mare discendendo la Loira. Dove andranno, sette
anni dopo? Nelle Highlands o nella Loira?
Ebbene, ritorneranno nella sorgente in cui sono nati, nel nostro
caso la Loira. In questo caso il programma arcaico-ancestrale di
questi salmoni è stato cambiato.
In conclusione, le peripezie della migrazione dei salmoni non
sono altro che rischi eventuali in una programmazione territoriale
che essi rispettano invariabilmente (inconsciamente). Quale è il
rapporto con l’essere umano? Noi riproduciamo una
programmazione inconscia rispetto alle generazioni che ci hanno
preceduto. Non è assolutamente colpa nostra se non ci realizziamo
in certi campi, né è colpa dei nostri antenati: si tratta solo di
memorie che circolano.
Pensare che tutto abbia un senso è rassicurante. Perché una
vita, un comportamento, una malattia che non avessero senso,
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Essere autore della propria vita
potrebbero sembrare ingiuste. Perché ci sono persone belle e altre
brutte, persone malate e altre in buona salute? Credere che in
questo magnifico universo le cose siano ingiuste è un’illusione.
In un primo tempo andremo alla ricerca di questi famosi
programmi, quindi li abbandoneremo e ci incammineremo verso
una nuova vita: quella che avremo scelto. La facilità o la difficoltà
non esistono per il nostro cervello inconscio (questo è un concetto
che ripeterò altre volte).
CICLI MEMORIZZATI
Voltaire ha pronunciato questa straordinaria frase: «La
conoscenza libera l’uomo».
Effettivamente, non lanciatevi più in terapie interminabili
poiché, non appena prendiamo coscienza delle nostre memorie, o
semplicemente del fatto che riproduciamo degli schemi, il
programma si ferma, come se una cassetta fosse stata cancellata.
Certamente, bisogna sapere anche quali schemi volete cambiare o
avete bisogno di cambiare.
Immaginiamo il cervello così:
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Studio dello stato presente
Che cos’è dunque il nostro cervello cosciente e cosa fa? Pensa,
ragiona, calcola, vuole questo o non vuole quello. Al livello conscio,
vogliamo dirigere la nostra vita e abbiamo l’impressione di essere
logici. Però se guardiamo un iceberg, dalla superficie, la realtà
apparente è per noi vera e falsa allo stesso tempo. Noi scorgiamo
solo la parte emergente del tutto irrilevante rispetto alla parte
immersa, che non possiamo vedere. La stessa cosa succede per
tutto quello che osserviamo nella nostra vita: quel che è vero per
noi è spesso una realtà completamente falsa.
John Grinder, professore di linguistica all’università di Santa
Cruz in California e coautore della Programmazione NeuroLinguistica (PNL) conosceva bene i lavori di Alfred Korzybski, il
padre della semantica generale.
La PNL si fregia allora del famoso slogan «la mappa non è il
territorio». Ovvero, tutto ciò che noi percepiamo consciamente o
che vediamo e capiamo in tutti i settori della vita è una realtà che ci
è propria, ma che è soltanto una percezione possibile fra le tante, di
un luogo, di una persona, di una cosa.
Jean Guitton ha detto: «Nulla è reale, noi siamo al centro di
una illusione che dispiega intorno a noi un corteo di apparenze, di
illusioni, che crediamo reali. Viviamo in un’allucinazione continua».
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Essere autore della propria vita
Tutto ciò di cui siamo coscienti è qui e ora. Certo,
consciamente ci si può ricordare dei particolari o elementi della vita;
poi resta tutto ciò di cui non siamo consapevoli come gli
apprendimenti e le esperienze: camminare, afferrare delle cose,
scrivere, è diventato per noi un fatto automatico... Tutte le nostre
risorse, le nostre conoscenze, le nostre capacità si trovano nel
cervello inconscio. Ciò di cui non siamo consapevoli è il fatto che,
quando abbiamo un desiderio preciso a livello cosciente, il cervello
inconscio si incarica di realizzarlo. Sapete farlo naturalmente per le
cose semplici, cioè lasciate fare poiché ne ignorate completamente il
processo. Invece, non appena si tratta di un desiderio che ritenete
importante e volete trovare coscientemente una soluzione, ecco che
appaiono le difficoltà. Il nostro cervello cosciente non è
particolarmente efficace, né è un buon consigliere, ed inoltre
influenza notevolmente la vostra parte inconscia con le sue
emozioni e le sue credenze negative.
Che cosa fa allora il nostro cervello inconscio? È in realtà il
nostro migliore amico, osservatore attento della nostra coscienza,
non pensa, non ragiona, non giudica, non conosce la nostra logica,
ma ne possiede una propria. È in grado di intervenire quando glielo
chiediamo e possiede tutte le risorse necessarie e un forte potenziale
per realizzare grandi cambiamenti. Ma il cervello cosciente, ribelle,
si oppone. Il nostro cervello inconscio può trattare fino a 30 miliardi
di bits di informazioni al secondo. Il sistema nervoso dell’uomo
contiene circa 28 miliardi di neuroni. Senza neuroni, il nostro
sistema nervoso sarebbe incapace di interpretare l’informazione che
riceviamo tramite i nostri sensi, di trasmetterla al cervello e di
eseguirne le istruzioni. Ognuno di questi neuroni è un minuscolo
computer indipendente. I neuroni agiscono in modo autonomo, ma
possono anche comunicare tra loro simultaneamente tramite
risonanza o attraverso una rete impressionante di fibre nervose
lunghe 160.000 km. Il nostro cervello è in grado di trattare le
informazioni in modo stupefacente. La reazione di un neurone può
propagarsi a centinaia di migliaia di altri neuroni in meno di 20
millisecondi, cioè un tempo inferiore al battito delle ciglia.
Il nostro cervello/computer è capace di trattare vari argomenti
contemporaneamente. Potete guardare un film alla televisione
pensando a ciò che mangerete fra poco oppure a quello che avete
fatto ieri sera.
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Studio dello stato presente
Il cervello può riconoscere una persona per strada in meno di
un secondo. Può raggiungere una tale velocità perché, al contrario
del computer che funziona tappa per tappa, i miliardi di neuroni
possono affrontare tutti simultaneamente lo stesso problema. Inoltre
il vostro cervello tratta lo spazio e il tempo.
Possediamo il più incredibile computer del pianeta, allora
perché non possiamo avere successo in ciò che facciamo e
raggiungere i nostri scopi? Perché, purtroppo, nessuno ce ne
fornisce il libretto di istruzioni.
Vi propongo di insegnarvi a servirvene nel capitolo «Essere
autore della propria vita».
Oltre alle nostre parti consce e inconsce, possediamo anche un
cervello archivista che ha archiviato le nostre memorie (ovviamente
non siamo consapevoli dei nostri archivi).
Tutto comincia con il nostro concepimento. Quando lo
spermatozoo del padre incontra l’ovulo della madre, proprio in
quell’attimo il bambino non ha coscienza e tutto viene trasmesso da
centrale di comando a centrale di comando, da cervello a cervello.
Ma come ne possiamo essere certi?
Cito il dottor Brosse: «Un ricercatore sovietico, l’astronomo
Kozyrev individuò, a proposito di esperimenti applicati alla
telepatia, un’energia ancora sconosciuta che gli apparecchi hanno
registrato sotto forma di curve, parallelamente a degli effetti
meccanici e chimici già noti. Questa energia non si propaga come le
onde luminose e si manifesta ovunque istantaneamente. La
modificazione delle proprietà di ognuno dei suoi frammenti si
manifesta dappertutto nello stesso tempo. È onnipresente e ci lega
agli altri così come collega ogni cosa all’universo. Possiede un certo
numero di proprietà che è possibile studiare in laboratorio. La sua
densità è maggiore vicino al destinatario del pensiero di
quanto non lo sia vicino all’autore»; essa spiega che il pensiero
è trasmesso istantaneamente, senza limiti di distanza e anche a
distanze notevoli. La densità di quest’energia è determinata dal
pensiero e dalla sua qualità: «la densità della poesia non è uguale a
quella della matematica».
Naturalmente vi sono persone che sono consapevoli di questo
fenomeno e che lo utilizzano. L’importante è che noi ne siamo
parimenti coscienti. Come diceva Bernard Woestelandt: «Il giorno
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Essere autore della propria vita
in cui avrete un pensiero molto forte, molto intenso, molto
profondo, esso percorrerà dei canali invisibili che vi circondano e
andrà a colpire altri individui». Questa scoperta scientifica ci
permette di capire la frase di Gesù Cristo: «Chiunque guarda con
desiderio una donna, ha già commesso adulterio nel suo cuore».
Matteo 5, 27.
Pensare a una persona può perturbarla enormemente.
Tutti i cervelli sono in interrelazione gli uni con gli altri, in un
clan famigliare e nell’Universo. Intorno a noi non esiste il vuoto. Noi
siamo tutti collegati tramite miliardi di campi di forza (se potessimo
vedere ciò che succede intorno a noi ci vedremmo circondati da
qualcosa di simile a miliardi di spaghetti). Immaginiamo
metaforicamente un fisico-chimico che in qualche parte del mondo
trovi una formula chimica. Un fisico-chimico che si interessi allo
stesso problema a Parigi, di fronte alla televisione, mentre guarda
una trasmissione qualunque, sarà in grado di conoscere la formula.
Avrete sicuramente notato che un bambino di tre anni sa usare
il videoregistratore e accendere la televisione. Non l’ha imparato da
solo, ma tramite l’esperienza dei suoi genitori.
L’esperimento che dimostrava come tutti i cervelli sono
collegati fra loro fu realizzata in modi diversi, per esempio con dei
topi. Alla fine della Seconda Guerra mondiale i russi hanno
realizzato degli studi molto avanzati sulle potenzialità del cervello.
Alcuni esperimenti furono allora intrapresi in Siberia e rivelati circa
trent’anni dopo.
Per esempio in un laboratorio russo, un biologo, di fronte a
una nidiata di sette topolini, nati da una sua cavia, ebbe l’idea di
prenderli (non ancora svezzati) e di portarli al comandante di un
sottomarino atomico russo che doveva partire in immersione nel
Pacifico per una missione di un mese. Regolarono i loro orologi alla
stessa ora; da parte sua il comandante doveva, quando lo
desiderava e molte volte di seguito, mettere i topolini insieme o
separatamente in un condotto lanciasiluri e espellerli nell’acqua,
(dove ovviamente morivano). Nello stesso istante invece il biologo
attaccava degli elettrodi alla madre dei topolini, rimasta in
laboratorio, per avere una registrazione continua del suo cervello.
Aveva anche previsto dei meccanismi di generazione elettrica di
emergenza in caso di guasto. Il biologo ignorava del tutto in quale
17
Studio dello stato presente
momento preciso il comandante avrebbe lanciato i topolini
nell’acqua.
I sette topolini furono lanciati in giorni e ore precisi, diversi per
ognuno di essi.
Di ritorno alla base, il comandante trasmise al biologo gli orari
di lancio dei topi. Quest’ultimo confrontò allora l’ascissa oraria del
tracciato della madre e sette spikes (picchi d’intensità) vennero
rilevati nei sette precisi istanti in cui i sette topolini morivano.
L’esperimento dimostra perfettamente l’esistenza di relazioni di
onde speciali da cervello a cervello, specie fra una madre e i suoi
piccoli.
Ritroviamo questo tipo di comunicazione tra gli elefanti che
vivono in branco. Quando un elefantino si perde gli elefanti hanno
un sistema per ritrovarlo. Compiono tutti insieme una specie di
danza formando grandi cerchi. Ad un certo punto, fanno in più un
giro su se stessi di 360°. Dopo un po’, se la fronte degli adulti si
trova sullo stesso asse di quella dell’elefantino, sono emesse e
ricevute delle particolari onde «S», diverse dalle onde cerebrali note
abitualmente. A questo punto devono soltanto marciare nella
direzione dell’elefantino per ritrovarlo.
Possiamo constatare la stessa cosa con le piante.
L’esperimento è stato realizzato con dei gerani, una pianta madre e
i suoi undici piccoli, posti tutti intorno. Erano tutti ben innaffiati e
nutriti, e quando un piccolo geranio fu innaffiato con acqua tossica
e morì, gli altri piccoli non reagirono. Quando invece la madre fu
innaffiata con acqua tossica e morì, i piccoli sopravvissuti, che
comunque stavano benissimo, innaffiati con acqua di sorgente e
concimati, morirono lo stesso.
Gli esperimenti della dottoressa Thérèse Brosse sulla reazione
delle piante al pensiero umano rafforzano l’idea che tutto funzioni
in relazione da cervello a cervello.
Delle sperimentazioni realizzate in Francia e in Inghilterra
mostrano l’influenza psichica che può essere esercitata sia sul
fenomeno della crescita sia su quello della germinazione. Il grano, il
prezzemolo, il lino rosso sono stati oggetto di esperimenti curiosi.
Un quarto d’ora di pensiero ogni giorno era sufficiente per ottenere
un buon risultato alla fine della settimana, ed era persino superfluo
continuare. Nello stesso vaso, diviso in due parti, furono disposti dei
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