Interazione ospite-parassita: PATOGENESI BATTERICA DANNO TISSUTALE La colonizzazione delle strutture esposte, il superamento delle barriere, l’invasione dei tessuti profondi comportano il danno anatomo-funzionale dell’ospite. Responsabili del danno possono essere sia i mediatori dell’ospite (pirogeni, enzimi lisosomiali, mediatori del sistema immune, etc..) che i fattori intrinseci di virulenza dei microrganismi tra cui: LE TOSSINE ….quindi Le tossine sono responsabili del danno localizzato o sistemico che può derivare da: un effetto diretto sulle cellule dell’ospite un effetto indiretto, mediato dall’interazione di tali molecole con componenti di umorali o cellulari dell’ospite Eso- e Endo-tossine Confronto Esotossine Natura proteica Termolabili Immunogeni Neutralizzabili da anticorpi Profili di azione molto differenziati Estrema potenza Alcune attive per ingestione Endotossine Lipopolisaccaridi Termostabili Immunogeni, ma non neutralizzabili da anticorpi Profili di azione poco differenziati Meno potenti Inattive per ingestione Classificazione delle Esotossine LE MANIFESTAZIONI TOSSICHE DELLE DIVERSE ESOTOSSINE NELL’ORGANISMO SENSIBILE VARIANO IN FUNZIONE DELL’ORGANO BERSAGLIO PRINCIPALE. SOTTO QUESTO PROFILO LE PRINCIPALI TOSSINE PROTEICHE PRODOTTE DAI BATTERI SI POSSONO DISTINGUERE IN: TOSSINE CITOLITICHE in grado di ledere le membrane delle cellule bersaglio provocandone la morte; TOSSINE NEUROTROPE le cui cellule bersaglio sono localizzate nel sistema nervoso centrale o periferico; ENTEROTOSSINE attive a livello delle cellule della mucosa dell’intestino; TOSSINE PANTROPE in grado di danneggiare, attraverso l’inibizione della sintesi proteica, qualsiasi cellula in possesso di recettori idonei a fissare la tossina. MECCANISMO D’AZIONE DELLE ESOTOSSINE Le tossine rilasciate dai batteri si legano a specifici recettori presenti su cellule bersaglio ed esplicano i loro effetti biologici: a) formando pori o canali transmembrana sulle membrane integre (tossine di tipo I) b) danneggiando la membrana cioè agendo enzimaticamente sui fosfolipidi di membrana (Fosfolipasi C, emolisina termolabile di Pseudomonas aeruginosa) (tossine di tipo II) c) penetrando direttamente nel citoplasma delle cellule ospiti, attraverso un meccanismo di endocitosi recettore-mediato (tossine di tipo III) Esotossine – aspetti molecolari Le esotossine sono grosse molecole proteiche, o complessi multimerici In genere, una parte [B, da binding] della tossina serve per riconoscere il recettore specifico cui legarsi Una parte distinta [A, da active] penetra nella cellula, e vi svolge un’attività di tipo enzimatico, intossicandola Struttura delle esotossine I due peptidi sono legati da ponti disolfurici che vengono scissi dalle proteasi. Il peptide B è responsabile della penetrazione intracellulare del peptide A attivato. I due peptidi inoculati singolarmente sono del tutto innocui . TOSSINE CITOLITICHE LE TOSSINE CITOLITICHE (emolisine) HANNO COME BERSAGLIO DELLA LORO AZIONE TOSSICA LA MEMBRANA CELLULARE DI CUI MODIFICANO LA STRUTTURA NECESSARIA AL MANTENIMENTO DELL’INTEGRITA’ FISIOLOGICA DELLA CELLULA. L’AZIONE CITOLITICA PUO’ ESSERE LA CONSEGUENZA: DELL’ATTIVITA’ ENZIMATICA CHE CONSENTE LORO IDROLIZZARE NUMEROSI FOSFOLIPIDI DI MEMBRANA; DI DELL’AZIONE COME DETERGENTI CHE PROVOCA LA DISORGANIZZAZIONE DELLA STRUTTURA DELLA MEMBRANA CELLULARE PER SOLUBILIZZAZIONE DEI COSTITUENTI LIPIDICI E PROTEICI; DELLA CAPACITA’, COME PER LA STREPTOLISINA O, DI LEGARSI, NELLA FORMA RIDOTTA, AL COLESTEROLO PRESENTE ALLA SUPERFICIE DELLA MEMBRANA CELLULARE, IMPEDENDONE LA NORMALE INTERAZIONE CON I FOSFOLIPIDI ADIACENTI E DIMINUENDO DI FATTO LA RIGIDITA’ DELLA MEMBRANA CON LA PRODUZIONE DI DISCONTINUITA’ FISICHE O FUNZIONALI CHE INFLUENZANO LA PERMEABILITA’ CELLULARE. Citotossina del Clostridium difficile TOSSINE NEUROTROPE TOSSINA TETANICA E TOSSINA CARBONCHIOSA agiscono sul sistema nervoso centrale e provocano la morte dopo l’instaurarsi di una PARALISI SPASTICA per contrattura muscolare generalizzata; TOSSINA BOTULINICA agisce a livello del sistema nervoso periferico e provoca la morte in seguito all’instaurarsi di una PARALISI FLACCIDA. Meccanismo di azione della tossina tetanica e botulinica Tossine tetanica e botulinica Polipeptidi unici, che si dividono in frammento A e frammento B Il frammento B delle due tossine riconosce recettori diversi diversi i bersagli In ambedue i casi il frammento A, una volta dentro la cellula, ha attività di endopeptidasi zinco-dipendente, attiva su proteine necessarie per la neuroesocitosi Clostridium tetani Virulenza ‘condizionata’: le spore, diffuse nell’ambiente, devono poter penetrare attraverso la cute, e raggiungere punti con potenziale di ossidoriduzione alterato, dove possano germinare Anche replicandosi poco, con poca reazione infiammatoria, producono una potente tossina, che provoca il tetano Struttura della tossina tetanica Tossina tetanica Si lega a recettori del sistema nervoso centrale; il frammento A risale fino alle sinapsi inibitorie dei motoneuroni bulbari e spinali, dove blocca il rilascio del mediatore chimico [GABA] I motoneuroni, disinibiti, inviano impulsi continui, che provocano il tetano [paralisi spastica] Botulismo classico, alimentare •Il botulismo classico è un’intossicazione, che segue all’ingestione della potente esotossina botulinica, che può trovarsi preformata in qualche alimento •L’agente eziologico è il Clostridium botulinum, che provoca malattia senza infettare Botulismo infettivo Clostridium botulinum produce una potente tossina, ma è poco virulento Infetta solo in particolari condizioni •Spore che contaminano ferite con necrosi [come per il tetano] •Spore che germinano nell’intestino di lattanti, con flora microbica non ben assestata Tossina botulinica Il frammento B si lega a recettori di neuroni, facendo endocitare il frammento A, che risale fino alle placche neuromuscolari, dove blocca il rilascio del mediatore chimico [acetilcolina], impedendo il passaggio dell’impulso motorio e causando la paralisi flaccida Tossine carbonchiose Una subunità B media l’attacco al recettore dell’una o dell’altra subunità attiva, rispettivamente: Tossina carbonchiosa Fattore edematogeno La parte B costituisce l’antigene protettivo I due principali fattori che condizionano la patogenicità del Bacillus Antracis sono codificati da due plasmidi denominati pX01 (codifica la tossina) e pX02 (codifica la capsula). Perché il batterio sia virulento è necessaria la presenza del pX01, mentre per avere una stimolazione antigenica è sufficiente la presenza del plasmide pX02. Queste scoperte furono sfruttate da Pasteur che sintetizzò il vaccino. ENTEROTOSSINE SONO UN GRUPPO ETEROGENEO DI ESOTOSSINE, DIFFERENTI PER LA SPECIE BATTERICA PRODUTTRICE, PER LE DIMENSIONI E LA STRUTTURA MOLECOLARE, NONCHE’ PER IL MECCANISMO D’AZIONE E VARIE PROPRIETA’ CHIMICHE O BIOLOGICHE, MA TUTTE ACCOMUNATE DALL’ATTIVITA’ ENTEROPATOGENA (diarrea, vomito) DI INTENSITA’ E DURATA VARIABILE. ENTEROTOSSINE CITOTOSSICHE provocano lesioni cellulari; ENTEROTOSSINE CITOTONICHE non provocano lesioni evidenti ed agiscono mediante attivazione dell’enzima adenilato-ciclasi. TRA QUESTE RICORDIAMO L’ENTEROTOSSINA DI VIBRIO CHOLERAE. Enterotossine stafilococciche Prodotte da circa 1/3 dei ceppi di S. aureus Almeno 9 sierotipi: SEA, SEB, SEC1, SEC2, SEC3, SED, SEE, SEH, SEG Omologie genetiche Spesso in profagi Enterotossine stafilococciche Tossiche per ingestione Intossicazioni alimentari - epidemie Tossiche per inalazione [la SEB rientra fra le armi biologiche] Resistono a riscaldamento Provocano febbre, nausea, vomito, diarrea In alte concentrazioni, sistemicamente Sindrome da shock tossico Vibrio cholerae Ingresso per os Localizzazione alla superficie della mucosa dei villi intestinali Adesine Produzione di una esotossina binaria Intossicazione degli enterociti maturi, con alterazione funzionale Patologia: diarrea, perdita di acqua e sali, disidratazione Tossina colerica Paradigma di tossina binaria 5 monomeri B circondano un monomero A Le parti B, reagendo coi recettori specifici, modificano allostericamente il complesso, traslocando attraverso la membrana cellulare il polipeptide A, che si scinde in A1 ed A2. Il frammento A1 è enzimaticamente attivo; ADP-ribosilante per una proteina di membrana che controlla l’AMP ciclasi Meccanismo di azione della tossina colerica LA TOSSINA COLERICA INDUCE UNA NOTEVOLE QUANTITA’ DI AMP-ciclico NELLE CELLULE DELLA MUCOSA INTESTINALE (intestino tenue) E PROVOCA UNA PERTURBAZIONE NEL PASSAGGIO DI ACQUA ED ELETTROLITI CHE SI TRADUCE NELLA PERDITA DI ACQUA VERSO IL LUME INTESTINALE CON LA CONSEGUENTE DIARREA E DISIDRATAZIONE DELL'ORGANISMO. Meccanismo di azione della tossina colerica Tossina colerica Il frammento A1, in presenza di NAD, catalizza l’aggiunta di ADP-riboso (ADPR) alla proteina accettrice di GTP che attiva l’adenilato ciclasi. L’enzima attivato, in presenza di ATP e Mg++, catalizza la formazione di cAMP che ha una serie di effetti su diversi tessuti intervenendo nella regolazione degli scambi idrici. TOSSINE PANTROPE LA TOSSINA DIFTERICA E’, TRA QUESTE TOSSINE, QUELLA MEGLIO CONOSCIUTA NEL MECCANISMO D’AZIONE. E’ COSTITUITA DA UNA CATENA POLIPEPTIDICA CON DUE PONTI DISOLFURICI. LA MOLECOLA PUO’ ESSERE TAGLIATA DA SPECIFICHE PROTEASI IN DUE FRAMMENTI, IL FRAMMENTO A ED IL FRAMMENTO B. IL FRAMMENTO B REAGISCE CON RECETTORI PRESENTI ALLA SUPERFICIE CELLULARE ED ATTRAVERSO UN PROCESSO LENTO ED IRREVERSIBILE SI LEGA ALLA PARTE IDROFOBA DELLA MEMBRANA IN PROSSIMITA’ DEL RECETTORE, PENETRANDO IN PARTE LA MEMBRANA IN CUI CREA UN CANALE ATTRAVERSO IL QUALE IL FRAMMENTO A PENETRA ALL’INTERNO DELLA CELLULA SI DISTACCA DAL FRAMMENTO B E DIVIENE ENZIMATICAMENTE ATTIVO. Corynebacterium diphteriae Ingresso per os Localizzazione dell’infezione alla mucosa dell’anello oro-faringeo Infiammazione fibrinosa, con formazione di pseudomembrane [ difterite] Produzione di una potente esotossina, che intossica organi e tessuti nobili Difterite Per lo più, localizzazione all’orofaringe A volte: localizzazione laringea = croup Grave, per occlusione vie aeree Anche: localizzazione cutanea A parte il croup, la gravità della malattia è dovuta alla intossicazione: la terapia efficace è quella antitossica, non tanto quella antibiotica Meccanismo d’azione della tossina difterica Polipeptide unico, viene scisso in due frammenti [A e B] uniti da ponte S-S A penetra nel citosol dopo che B ha reagito col recettore; ADP ribosila il fattore di allungamento [EF2] che nella cellula eucariotica interviene nella biosintesi della catena polipeptidica a livello della traslocazione sul ribosoma, bloccando le sintesi proteiche Struttura della tossina difterica Gli anticorpi contro il frammento A sono in grado di neutralizzare l’attività enzimatica (in vitro) della tossina ridotta ma non sono in grado di neutralizzare l’azione tossica in vivo, attività questa che è posseduta dagli anticorpi contro il frammento B che sono gli unici ad impedire il legame della tossina alla cellula Tossine ADP ribosilanti Il processo della ribosilazione consiste nell’aggiunta di un riboso sulla proteina bersaglio attraverso una molecola di NAD Le principali tossine ADP ribosilanti sono la tossina difterica e la tossina A di Pseudomonas aeruginosa Esotossina A di Pseudomonas aeruginosa Ha meccanismo di azione analogo a quello della tossina difterica Frammento A ADP ribosila l’EF2 delle cellule che hanno il recettore per il frammento B Tossina di Shiga o Verocitotossina Prodotta da Shigella disenteriae e da alcuni ceppi di E. coli Azione analoga a quella della ricinotossina Modificazione enzimatica del 28S RNA e blocco delle sintesi proteiche Svelabile per l’azione su cellule Vero Tossina Shiga : potente esotossina ad azione citolitica • 1 subunità A • 5 subunità B Blocco del legame EF-1 dipendente dall’aminoacil-tRNA al ribosoma 1 Ciò previene il legame dell’aminoacil-tRNA ed interrompe la sintesi proteica •Le subunità B si legano ad un glicolipide globotriosilceramide(Gb3) della cellula ospite favorendo il trasferimento della subunità A all’interno della cellula La subunità A taglia l’rRNA 28S della subunità ribosomiale 60S Endotossine LE ENDOTOSSINE BATTERICHE SONO RAPPRESENTATE DALLA COMPONENTE LIPOPOLISACCARIDICA DELLA MEMBRANA ESTERNA TIPICA DEI BATTERI GRAMNEGATIVI LA CUI STRUTTURA E’ UGUALE IN TUTTE LE SPECIE, IL CHE SPIEGA PERCHE’ IN TUTTE LE INFEZIONI DA GRAMNEGATIVI ESISTANO UNA SERIE DI SINTOMI COMUNI. Superficie di Gram- negativo Superficie di Gram-negativo Antigene flagellare Escherichia coli O157 O157:H7 Antigene somatico ANTIGENE O catena terminale polisaccaridica, composta da sequenze oligosaccaridiche ripetute che, differendo nei diversi batteri, sono responsabili della specificita’ antigenica; CORE di natura polisaccaridica con composizione abbastanza costante in tutti i batteri Gram-negativi; LIPIDE A responsabile dell’azione tossica del lipopolisaccaride. E’ formato da uno scheletro di diglucosamina unita mediante legami -1,6, cui sono legati una serie di acidi grassi (capronico, laurico, miristico, palmitico e stearico) che possono presentare qualche differenza nelle diverse specie batteriche; è in genere unito al core mediante tre unità di KDO (chetodeossizucchero), molecola che si ritrova solo nei batteri. Schema di LPS (1) Schema di LPS (2) Schema di LPS (3) Interazione dell’LPS con il complesso CD14/TLR4 L’LPS legato alla proteina sierica LBP interagisce con CD14/TLR4 e stimola l’attivazione di diversi pathway di trasmissione intracellulare del segnale di attivazione Principali attivita’ della endotossina (lipide A) Pirogenicità Lesioni vascolari (necrosi degli endoteli) Attivazione dei sistemi della coagulazione Induzione della produzione di chinine Attivazione della via alternativa del Complemento Trombocitopenia Neutropenia iniziale seguita da granulocitosi Stimolazione alla produzione di CSF e conseguente aumento dei monociti Induzione di prostaglandine Iperglicemia seguita da ipoglicemia Induzione di interferone Reazioni (locale e generalizzata) di Schwartzman EFFETTI DELL'ENDOTOSSINA RUOLO DELL'ENDOTOSSINA NELLO SHOCK ENDOTOSSICO Shock endotossico: Shock endotossico: grave quadro clinico che può accompagnare le setticemie da batteri Gram- caratterizzato da febbre, ipotensione, acidosi, insufficienza renale e respiratoria e nelle fasi finali da CID ed insufficienza d’organo. Frequenza: 1% dei pazienti ospedalizzati sviluppa sepsi; 20-30% nei reparti di terapia intensiva. Esito fatale: 40-60% dei pazienti, nonostante terapie antibiotiche