N. 1 - anno XXVII
Marzo 2014
In Cammino...
Comunità pastorale VISITAZIONE DI MARIA VERGINE
… per arricchirci
pag. 2
Caritas e solidarietà
pag. 3
Tavola rotonda: Educare? Da soli non ce la si fa!
pag. 4
Tavola rotonda: “La comunità educante: per una nuova cultura educativa”
pag. 5
Don Bosco è qui
pag. 6
Noi… una cordata accordata
pag. 7
ACR: una scomessa con i piccoli per un cammino ad alta quota
pag. 8
Il Serming: Un arsenale … ma della pace
pag. 9
Festa dei bambini 2014
pag. 10
In preparazione al nostro SI
pag. 11
Canonizzazione di Giovanni Paolo II
Orari S. Messe e S. Confessioni
pag. 12-13
Linea Verde… gioca a tutto campo!!!
Notizie utili della Comunità Pastorale
pag. 14
Ricetta suor Roselia: Tortine di patate e speck
Uno sguardo … indietro
pag. 15
Dall’archivio parrocchiale della Comunità Pastorale:
Battesimi e Funerali: dal 10.11.2013 al 20.2.2014
pag. 16
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Informatore
Pastorale
Avviso sacro,
ciclostilato in proprio,
distribuzione gratuita
IN CAMMINO . . .
Ritorna il periodo della Quaresima, che ci condurrà a Pasqua ad ascoltare nuovamente l’annuncio
gioioso della nostra fede cristiana: Cristo è risorto!
Annuncio che da fiducia: il Signore è vivo e in mezzo a noi; annuncio che da speranza: il futuro,
pur pieno di incognite, è carico di luce, perché in Cristo ci attende la vita eterna!
Come possiamo vivere la Quaresima?
Papa Francesco, nel suo “Messaggio per la Quaresima 2014” ci invita a soffermarci su questa espressione di san Paolo: “Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è
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fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9).
Continua il Papa: “Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci rende ricchi?... La povertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre,
dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria… La ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio, la sua relazione unica con il Padre…” .
Gesù non è stato ricco di cose materiali, di fama, di gloria, di successi…; Gesù è stato ricco di Dio,
ricco dell’amore che veniva dal Padre e che sempre lo ha sostenuto e guidato. E ricco di questo amore divino, Gesù ha camminato nel mondo, cambiandone il volto, delineando i tratti di una storia e di una umanità da sempre sognate da Dio.
Gesù ha compiuto miracoli, ha parlato con una dolcezza ed un’autorità come nessun altro, ha amato, perdonato, regalato misericordia; ma anzitutto Gesù ha portato al mondo il volto dell’unico
vero Dio, ci ha parlato di Dio, ci ha fatti ricchi di Dio, un Dio Padre buono, paziente, colmo di grazia verso ciascuno dei suoi figli.
Vorremmo chiedere come dono per questa Quaresima la capacità di riscoprire il nostro essere figli
di Dio: questa è la più grande ricchezza e fortuna della nostra vita; questa è la notizia felice che ci
può portare a dire che “chi possiede Dio, non manca di nulla”; Dio e il suo Regno sono davvero il
tesoro trovato nel campo della vita!
Oggi credo che non sia semplice parlare di ricchezza e povertà: si rischia di
cadere nella retorica, si rischia di dire cose belle ma astratte, lontane dalla realtà segnata da un mondo (il nostro mondo occidentale) ancora per tanti
aspetti molto (troppo?...) benestante, ma che sta vedendo sottrarsi alcune
certezze e che soffre situazioni di povertà che mai si sarebbe immaginato di
dover affrontare.
Da credenti dobbiamo dare il nostro contributo, non solo di pensiero, ma
anche molto pratico, per portare giustizia ed equità nella società; ma ritengo
anzitutto indispensabile che in ognuno di noi ci sia questa decisa consapevolezza: Dio è la mia prima ed incrollabile ricchezza!
Dio (il Dio rivelatoci da Gesù) è, con la sua legge d’amore e di giustizia, la valida proposta e risposta
alle fami e alle seti dell’uomo: fami e seti fisiche, morali, spirituali; Dio nutre, dà pienezza alla nostra vita!
Siamo convinti di tutto questo?
Arricchiamoci allora di preghiera, di ascolto della Parola di Dio, di gesti di carità; e ben vengano le
pratiche del digiuno e dell’elemosina se, lungi dall’essere azioni solo esteriori o di autocompiacimento, diventano un modo per svuotarci di qualcosa per arricchirci di Dio e del suo amore.
“…da ricco che era, si è fatto povero per voi”: avvertire la nostra povertà ci spinge a guardare in alto
e supplicare aiuto: da soli, non stiamo in piedi. Se Dio ci manca, cadiamo. Se Dio è la nostra ricchezza, staremo in piedi. In piedi come Gesù, che si erge vittorioso sopra la morte e, saldo cammina ancora con noi pellegrini sulla terra.
Buona Quaresima, e buona Pasqua!
don Samuele
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CARITAS E SOLIDARIETA’
zia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la
causa del-la vedova» (Is 1, 1317).
Un Dio che afferma di non sopportare noviluni, sa-bati e assemblee sacre è davvero sorprendente, ma ancora più sorprendente è
l’idea di uomo che un si-mile Dio
ultimamente propone: un uomo
creato «a sua immagine e somiglianza», cioè anch’egli capa-ce
di bene, capace, non solo di far
posto all’altro, ma di essere addirittura solidale con l’altro.
Ma ci sono due rischi. Il primo: di
fronte al vertice del bene – essere come Dio senza essere Dio –
si rischia costantemente la confusione. Ci si può ad esempio assuefare ad un simile esercizio
alimentando «un surplus di ideologia altrui-stica , essa stessa
burocratizzata: 'lubrificazione sociale' attraverso la sollecitudine,
la ridistribuzio-ne, il dono, la gratuità, tutta la propaganda caritativa e delle relazioni umane» (Baudrillard La società dei consumi, Il
Mulino). La solidarietà si trasfor-
ma in «lubrifica-zione sociale»
ogniqualvolta, smarrendo
l’attenzio-ne per la concretezza
dell’altro, ci si ac-contenta e in
verità
anche si gode
dell’astrattezza stessa del gesto.
Un secondo: concepire e praticare la so-lidarietà come se si trattasse di una gara. Tra le mani
dell’uomo il bene si trasforma
spesso in male e si può infatti
fare della solidarietà, così come
della beneficienza, della carità,
del dono, eccetera, l’oggetto del
proprio godimento ed autocompiacimento. Quasi per un proprio
“bisogno”. Non basta andare
quindi «verso» l’altro per essere
«per» l’altro, così come non basta «dare», magari con abbondanza, per «donare».
Purificando il discorso quindi da
questi due rischi, vorrei ora dare
concretezza all’opera del Signore
attraverso le persone. Intendo
DARE VOCE AL BENE, offrendo
una mappatura (per difetto) della
solidarietà presente nella nostra
Comunità Pastorale:
* Sono quasi 150 le famiglie assistite dai nostri Centri d’Ascolto e S. Vincenzo per bisogni materiali (viveri e
altro)
* Oltre 25 volontari portano conforto umano e spirituale agli ospiti delle case di riposo presenti nella nostra
città (Villa Flora, Casa Famiglia, Centro Diurno Anziani via Manzoni)
* Oltre 40 giovani in questi anni hanno svolto il servizio di dame e/o barellieri a Lourdes, portando assistenza, umanità e testimonianza alle persone malate. Inoltre hanno partecipato a due impegnativi campi di
lavoro estivi organizzati dalla Caritas Ambrosiana (in Abruzzo, dopo il terremoto, e a Palermo)
* I nostri oratori svolgono un doposcuola per circa 25 ragazzi in difficoltà, in accordo con le famiglie, scuole
medie e le altre associazioni di volontariato
* Durante i centri estivi i nostri oratori si sono fatti carico dell’accoglienza di minori di oltre 30 famiglie, assumendosi tutti gli oneri di due mesi di attività ricreative, per dare ai ragazzi un tempo e un luogo sano di
svago e gioco
* Le scuole materne paritarie, in seguito alle diminuzioni di risorse pubbliche sulle figure di sostegno alle
disabilità, si sono fatte carico di assumere insegnanti specialisti per non lasciare i bambini senza un aiuto
educativo specifico. Inoltre hanno aiutato diverse famiglie in difficoltà professionali a proseguire la loro
scelta educativa di partecipazione ai nostri percorsi scolastici, riducendo loro i costi dei contributi mensili.
* Sono numerosi i progetti di sostegno alle missioni, alla cooperazione internazionale (Ucraina, ma non solo) e aiuto nelle emergenze (cfr. Filippine)
* In collaborazione con il Centro della famiglia di Bresso, si svolge nella nostra Comunità Pastorale una
Scuola d’Italiano per stranieri adulti (mamme) al lunedì e al mercoledì mattina, così da dare spazio reale
alle persona umana e ai suoi bisogni e favorire concretamente l’integrazione culturale.
* Il Fondo Famiglia e lavoro istituito dal Card. Tettamanzi ha dato “ossigeno” ad oltre 20 famiglie colpite duramente dalla crisi economica di questi ultimi anni.
Tutto questo non vuole essere autocelebrazione. Possiamo infatti fare meglio e fare di più!
Tuttavia, per onor di verità e di giustizia, mi sembra opportuno dare VOCE AL BENE, raccontare la
SOLIDARIETA’ DEL TERRITORIO, così che ciascuno possa vedere la luce di Dio nella fraternità della comunità cristiana. Non rimane superfluo un GRAZIE a chi si fa strumento della Provvidenza….
Don Marco Borghi
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. . . .IN CAMMINO
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La solidarietà è un segno di
quella capacità di bene che contraddistingue l’uomo. L’uomo è
capace di bene, è capace di rapportarsi all’altro secondo una relazione di bene.
La relazione di bene rinvia ad un
legame con l’altro non più definito dal «verso» ma dal «per»:
l’uomo è capace di an-dare verso
l’altro non per sé ma per l’altro.
Questa capacità di bene supera
la sola perseveranza in sé, la
chiusura nel proprio esse-re, e si
dilata nell’apertura dell’essere per
l’altro. Proprio per questo il modo
di esistere dell’uomo si differenzia da quello di ogni altro esistente e di ogni altro vivente.
Il messaggio biblico non si stanca
di ri-peterlo: «Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è un
abominio per me; non posso sopportare noviluni, sabati, assemblee sacre, delitto e solennità. I
vostri noviluni e le vostre feste io
detesto, sono per me un peso;
sono stanco di sop-portarli (...)
Cessate di fare il male, imparate
a fare il bene, ricercate la giusti-
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IN CAMMINO . . .
EDUCARE?
DA SOLI NON CE LA SI FA!
Venerdì 7/02/2014 Cormano si è dedicata una serata collocata all’interno della Settimana
dell’educazione che, seppur conclusasi temporalmente il 31 gennaio, in realtà prosegue come
tema di assoluta urgenza e attualità.
Al tavolo hanno partecipato esponenti di vari luoghi educativi della città, a testimoniare che la
prima alleanza è stata realizzata già lì, tra scuola paritaria e pubblica, tra comune e parrocchia,
tra operatori scolastici e del tempo libero; non ultimo, i relatori sono stati scelti in quanto educatori sia per la professione che svolgono sia per il loro essere genitori, rappresentando così in
questo dialogo anche la voce delle famiglie.
Punto di partenza dei pensieri della serata sono state alcune parole che il nostro Cardinale Angelo Scola ha pronunciato il 21/01 a Carate Brianza sul tema della comunità educante.
A GIOVANNA MERIANO insegnante e vice preside della scuola media di via Adda, a ALESSIO
ANDREOTTI assessore ai Servizi Sociali del comune di Cormano e a ROBERTO SEREGNI allenatore sportivo, è stata chiesta una riflessione su un primo spunto offerto dal Cardinale, che
affida alla comunità educante, nella pluralità ed eterogeneità dei suoi componenti, il mandato di
essere luogo in cui il ragazzo possa fare esperienza di unità di sé, grazie al vedere gli adulti vivere tra loro un’esperienza di comunità, di fraternità.
I contributi hanno messo in evidenza il tema della reciprocità (i ragazzi hanno tanto da dare se
gli adulti sono capaci di mettersi in discussione, così come sincerità e trasparenza sono veicolo
di unità e di accordo tra le agenzie educative e la famiglia), la centralità del prendersi cura (il luogo educativo non è una stanza di mattoni ma la presenza di adulti capaci di accettare la sfida
educativa), la necessità di un approccio umile (i contrasti possono appianarsi se ci si pone con
rispetto per l’altro e desiderio di incontro con tutte le realtà).
Don Marco e don Samuele, sottolineando l’importanza di stare dentro la vita dei ragazzi, di testimoniare chi si è, nella consapevolezza che l’esito può non essere quello sperato, hanno introdotto il secondo tema della serata: una riflessione sulla figura dell’educatore, delineata dal Cardinale come testimone, cioè come colui che vive in prima persona quanto propone e lo vive con
i ragazzi, implicandosi.
Le riflessioni di LUISA MASCHERONI catechista, DANIELE TRAVERSO insegnante di religione
presso la scuola media di Brusuglio e FRANCESCO PISA pedagogista ed educatore professionale, hanno descritto alcune caratteristiche dell’educatore: è colui che si fa educare dalla comunità testimoniando la bellezza di appartenervi (nella gioia perseverante che permette di accettare il limite), che ricerca la verità nel confronto (aperto e teso al bene comune, al “NOI”) e che assume consapevolmente una responsabilità sociale ma anche personale (ponendosi come adulto
autorevole).
Il dibattito conclusivo della serata ha in realtà spalancato ulteriori punti di
lavoro, proponendo la prosecuzione del dialogo in gruppi di confronto animati da spirito collaborativo e fraterno, che valorizzino ciò che esiste, a
partire dai bisogni reali e non da discorsi teorici. L’immagine suggerita è
quella del mosaico, dove ognuno faccia bene il suo, partendo dal centro
generatore della comunità educante che è Gesù.
Lucia Bonalumi
“Psicologa della Fondazione Carcano Grassi”
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E’ stata una serata coinvolgente e
interessante quella che venerdì 7
febbraio si è svolta presso l’Oratorio
di Cormano e che ha visto protagonisti, insieme al pubblico, diversi interlocutori impegnati, in vari ambiti,
nella grande sfida dell’EDUCARE.
La Tavola Rotonda, organizzata dalla Comunità Pastorale, è stata promossa sulla scia delle iniziative
diocesane organizzate in occasione
della Settimana dell’educazione 2014:
un intenso e ricco itinerario di riflessione, confronto e preghiera delle
comunità della diocesi, proprio sul
tema dell’educare, che ha visto, tra gli
eventi più significativi, la presenza
sul territorio milanese dell’Urna di S.
Giovanni Bosco durante la sua peregrinazione nei cinque continenti.
La serata è stata condotta e moderata dalla psicologa Dott.ssa Lucia
BONALUMI, collaboratrice presso le
scuole materne della Fondazione
“Carcano Grassi”, e sono intervenute, portando la propria testimonianza, varie figure educative operanti
sul nostro territorio e con i nostri
ragazzi: la prof.ssa Giovanna Meriano (vice-preside della scuola secondaria “A. Manzoni” di Cormano), il
dr. Francesco Pisa (pedagogista), il
prof. Daniele Traverso (insegnante di
religione della scuola secondaria di
Brusuglio), il sig. Alessio Andreotti
(assessore ai Servizi Socio Sanitari
del Comune di Cormano), la sig.ra
Luisa Mascheroni (catechista medie),
il sig. Roberto Seregni (Dirigente “S.
Luigi” ) e i sacerdoti don Marco Fumagalli e don Samuele Lazzati, che
operano direttamente nella pastorale
giovanile e dell’iniziazione cristiana
dei nostri oratori.
Gli spunti di riflessione da cui
ha preso il via il confronto sono stati
offerti dalle parole che il Card. Scola
ha pronunciato, rivolgendosi alla
comunità educante di Carate Brianza, proprio in occasione dell’apertura
della Settimana dell’educazione, con le
quali ha sottolineato l’importanza
della collaborazione e dell’unità delle
diverse figure educanti nel cammino
di crescita di un giovane.
Attraverso lo snodarsi degli interventi è emersa chiaramente la convinzione ferma e condivisa che LA
FAMIGLIA OCCUPI UN RUOLO
CENTRALE E FONDAMENTALE
nel percorso di crescita di ciascun
individuo. Essa svolge un compito
che va supportato e condiviso, il suo
ruolo non deve e non può essere
“scavalcato” dall’intervento di altre
agenzie educative ma occorre che
tutte operino in sinergia con essa e
tra loro. La famiglia deve potersi
sentire parte integrante di una rete,
di un villaggio, di una comunità.
NON E’ POSSIBILE EDUCARE DA SOLI. Tutti gli educatori sono
chiamati a confrontarsi e a collaborare tra loro, a non sentirsi e considerarsi unici davanti alla grande sfida
educativa e a comprendere che il
lavoro educativo quotidiano, sia esso
quello primariamente famigliare,
oppure scolastico o sportivo, concorre davvero alla formazione integrale
della persona solo se viene superato
l’individualismo. La comunità diviene davvero educante, se si riconosce
essa stessa davvero una comunità di
adulti capaci di UNITA’, di creare
RETE e di condividere VALORI.
Si è ribadita la necessità per
ciascun educatore di non delegare ad
altri il proprio ruolo, di riscoprire la
propria vocazione a FARSI CARICO
fino in fondo della vita del ragazzo
che gli è stato affidato, di andare
oltre quei confini che rendono la relazione un “frammento”, e di mettersi i n g i oc o t ot a l m e n t e , di
“implicarsi”, di accettare la sfida
rivelandosi per quello che si è veramente ed evitando di calcolare il
tempo e le forze donate.
IL RAPPORTO EDUCATIVO ARRICCHISCE RECIPROCAMENTE
L’EDUCATORE E L’EDUCANDO,
non è mai un movimento a senso
unico, porta entrambi a una
“conversione”, al cambiamento e,
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pertanto, a una crescita: in tale dinamica l’adulto è chiamato a essere
ESIGENTE, ma al contempo ACCOGLIENTE, riconoscente verso colui
al quale cammina accanto, scoprendo
che l’educare è “un’arte” gioiosa.
Non è mancata la sottolineatura di quanto sia difficile educare
nell’OGGI, alle prese con una società
che non sembra fornire opportuno
sostegno a chi svolge tale compito.
Davanti a tale realtà, ognuno nel
proprio ambito, deve e può impegnarsi per sviluppare a relazioni, ad
esperienze e a luoghi che consentano
davvero validi percorsi educativi.
Occorre per questo mantenere uno
sguardo realistico al nostro presente
e non dimenticare che ci è chiesto di
operare nell’OGGI, con QUESTI ragazzi, con le risorse che abbiamo e
con i limiti che ci sono: esiste, infatti,
il rischio di venir meno alle nostre
responsabilità, rifugiandoci nella
chimera di qualcosa che avrebbe potuto o dovuto esserci, e che invece
non c’è.
Al di là dell’ ammirevole impegno umano e professionale che
ognuno di noi può mettere nel proprio compito educativo, l’educatore
credente sa di poter contare anche
sull’affidamento al Vero Maestro:
davanti a Lui può presentarsi portando con sé i nomi, i volti, le storie
dei propri figli /alunni/ atleti/ ragazzi, e affidarGli la realizzazione
del loro grande e originale progetto
di vita.
A serata conclusa, non rimane quindi che augurare di incontrarci, di
nuovo e presto, per proseguire la
riflessione sui temi dell’educare, aprire tavoli di confronto tra le diverse agenzie formative e adoperarci
per dare corpo ad una comunità educante; potremo davvero superare la
frammentarietà e contribuire al compimento pieno e vero di quell’opera
d’arte che è la vita di ciascun nostro
ragazzo!
Claudia Berrettini
. . . .IN CAMMINO
MARZO 2014
“LA COMUNITÀ EDUCANTE: PER UNA NUOVA CULTURA EDUCATIVA”
IN CAMMINO . . .
MARZO 2014
E’ con immensa gioia che scrivo queste poche righe riguardo a don Bosco,
per la venerazione all’insigne Reliquia che abbiamo compiuto insieme a tanti
ragazzi, educatori, catechisti e genitori della nostra Comunità Pastorale, sabato 1° febbraio nel Duomo di Milano.
Non potevo non esserci a questo momento solenne insieme a Maria Teresa
mia moglie: entrambi siamo ex allievi salesiani.
Partiti dalla stazione delle Ferrovie Nord di Cormano accompagnati da don
Samuele e dalle suore e salutati da don Claudio e da don Marchino siamo
arrivati dopo un tragitto a piedi da Cadorna, in piazza Duomo.
Una fitta e fastidiosa pioggerellina ci ha accompagnati.
Dopo un’ora di attesa e una lunga fila siamo finalmente entrati nella nostra
Cattedrale, sempre bella più che mai. Mentre eravamo in fila abbiamo avuto
anche l’inaspettato incontro con il Vicario Generale della nostra Diocesi Mons. Delpini che aveva accolto nel
primo pomeriggio l’urna di don Bosco, giunta in piazza Fontana, trasportata dal deposito di via Teodosio su un
vecchio tram ATM con la matricola 1815 (anno di nascita di don Bosco.)
Avrei avuto tante cose, tante intenzioni da presentare a don Bosco: tante persone, tanti ammalati da ricordare! Ma quando sono stato davanti a Lui ho avuto netto nel cuore un sentimento di silenzio e di stupore:
“Don Bosco sono qui e questo mi basta. Ho rivissuto la mia gioiosa esperienza nelle tue scuole!”
Ho riascoltato le parole che sempre la mia nonna Rosa mi diceva:
“Lù l’è un Lader. El te ciapa el coeur!” (Lui è un ladro, ti prende il cuore!)
E uscendo dal nostro Duomo mi sono riecheggiate le parole del canto che ha accompagnato il nostro Joy &
Company:
“Siete tutti ladri, ragazzi miei: non ho più il mio cuore,
ce l’avete voi. Ma non mi interessa
da ora in poi ogni mio respiro sarà per voi!”
Ancora una volta e per sempre: grazie don Bosco!
Francesco e Maria Teresa Mascheroni
APPUNTAMENTI ORATORIO
TUTTI i VENERDI’ ore 6.30 a CORMANO preghiera per adolescenti e giovani
(segue colazione insieme)
6 aprile
ritiro spirituale adolescenti e giovani
11 e 12 aprile
ritiro spirituale prima media
12 aprile
in Duomo a Milano ore 20.45 per i giovani
Veglia in Traditione Symboli
18 aprile
Biciclettata Crocevia delle Parrocchie in mattinata
21-22-23 aprile
in vista della Professione di Fede
con il Decanato e la terza media a Roma
24-25-26 aprile
a Brusuglio 3 giorni per i chierichetti
10 maggio
a Brusuglio S. Cresima per Cormano e Brusuglio
11 maggio
a Ospitaletto S. Cresima
08 giugno
Professione di Fede a Brusuglio per tutti
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Nei giorni successivi impariamo a conoscere il volto
dell’altro con occhi diversi, ad impegnarci noi stessi
per migliorare il gruppo, a perdonare, conoscere ed
accettare i limiti degli altri ed aprirci al gruppo con
le nostre fragilità avendo il coraggio di “SUPERARE
LA LINEA”.
Molto spesso ci siamo ritrovati a lavorare in gruppi
sia per affrontare questioni/ tematiche importanti
(spunti tratti dal
film) sia per organizzare degli innovativi giochi serali
capaci di coinvolgere 78 persone nel
riconoscere
una
persona tramite un
messaggio,
compiere un gioco completamente muti, realizzare una
scenetta più fantasiosa possibile e rappresentare
un gigante presepe vivente.
I lavori svolti da ogni gruppo ci hanno coinvolto
così tanto da prolungare una riflessione di massimo
un’ora a ben due discutendo su chi fosse un
LEADER chi un CAPO.
Attraverso la parola di Dio che ci ha accompagnato
nelle preghiere e nella Messa ci ha fatto comprendere il vero NOI.
Un grazie di cuore a tutti dai più piccoli ai più grandi perché attraverso il gesto di ciascuno abbiamo
fatto nostri il significato di SEMPLICITA’, AMORE,
GIOCO, AFFETTO, PREGHIERA e CONDIVISIONE.
E’ TUTTO NOSTRO E NOI SIAMO DI DIO!
QUARESIMA 2014
- VENERDÌ DI QUARESIMA:

Venerdì 14 marzo ore 21:
Meditazione su “Fede e Affetti”
con il Prof. Enzo Gibellato a CORMANO

Venerdì 21 marzo ore 21:
Via Crucis animata dalle famiglie e dai ragazzi della scuola
di Via Adda a OSPITALETTO

Venerdì 28 marzo ore 21:
Via Crucis animata dal Gruppo Missionario a CORMANO

Venerdì 4 aprile ore 21:
Via Crucis animata dai giovani a OSPITALETTO

Martedì 8 aprile ore 21 in Duomo: Via Crucis con il Card. Scola per Zona Pastorale VII

Venerdì 11 aprile ore 21:
Via Crucis animata dal Coro Corte dei Manli a CORMANO

VENERDI’ SANTO 18 aprile ore 21: Vie Crucis a Cormano-Brusuglio e Ospitaletto

INOLTRE: nelle tre chiese tutti i venerdì alle ore 17, Via Crucis per i bambini




ARCIVESCOVO:
Le riflessioni del Card. Scola andranno in onda su Telenova alle 20.45 e su Radio Marconi alle
21.00 nei martedì 18 - 25 marzo; 1 - 8 APRILE. Per chi desidera vivere comunitariamente
l’ascolto del Vescovo, il ritrovo sarà a BRUSUGLIO alle ore 20.30 in sala parrocchiale
GESTO CARITATIVO:
Istituzione di due Borse Lavoro per giovani disoccupati della Comunità
LIBRETTO PER LA PREGHIERA PERSONALE:
acquistabile in sacrestia / banco buona stampa
SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE:
TUTTI i sabati ore 17.00 nelle parrocchie (16.30 a Cormano)
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. . . .IN CAMMINO
MARZO 2014
4 ore e 340 km e finalmente raggiungiamo Nevegal, una località nel comune di Belluno, pronti per
iniziare 3 giorni (2-5 gennaio) di conoscenza e condivisione.
Il nostro GRANDE gruppo è formato da 78 partecipanti tutti diversi tra di loro ma con un’unica cosa
in comune: METTERSI IN GIOCO.
Oltre a noi ragazzi studenti dalla I alla V superiore,
universitari / lavoratori, i nostri educatori, preti e
suore quest’anno si sono aggiunti 3 new entry: 3
famiglie con i loro figli della nostra comunità.
Dopo un primo pomeriggio ricco di attività e giochi
mirati alla socializzazione e alla conoscenza, la visione serale del film “Fuga dal Natale” e la preghiera vissuta con fermento danno il via e un titolo a
questa convivenza:
NOI .. UNA CORDATA ACCORDATA!
IN CAMMINO . . .
Anche quest'anno ho deciso di proseguire la mia avventura come educatrice nel gruppo ACR. Ho compiuto
questa scelta perché facendo io stessa parte dell'AC ho reputato importante che anche i nostri ragazzi e ragazze
potessero vivere questo cammino che li aiuti a trovare uno stile autentico nello stare con gli altri e con Dio.
Quest'anno siamo ripartite con un gruppo del tutto rinnovato e con delle avvincenti proposte: far vivere ai nostri
ragazzi la dimensione del servizio esplorando delle realtà che ci circondando e che a volte non conosciamo. Le
ragazze e i ragazzi hanno risposto positivamente alla attività proposte, hanno saputo mettersi in gioco con tutte
le loro abilità, con impegno, simpatia e serietà. Ho trovato veramente bella la scelta di responsabilizzare i nostri
ragazzi (eleggere proprio come gli adulti i rappresentanti dei ragazzi dell'ACR per l'Assemblea Diocesana) in
modo che potessero capire che i veri protagonisti sono loro!
Alice
MARZO 2014
E’ stata un po’ una scommessa il cammino dell’ACR di quest’anno. Non che non conoscessi l’ACR, ma l’avevo
vissuta un po’ più da spettatrice. Quest’anno invece, il coinvolgimento è stato maggiore, e giunti a circa metà
cammino, mi sembra di intravedere nei seguenti punti, gli elementi – per me – più salienti e caratterizzanti il cammino.
 Uno stile di condivisione fra gli educatori e fra gli educatori e i don che seguono l’ACR.
 L’entusiasmo dei ragazzi, la loro fedeltà all’impegno mensile, la loro serietà nel vivere certi momenti forti di
preghiera, di incontro con altre persone e realtà.
 Il legame con l’ACR diocesana, che ci permette di condividere insieme ad altri gruppi ACR esperienze forti
e nello stesso tempo ci invita a rimanere radicati nel proprio territorio, per essere fermento e novità di vita.
 Infine le tre parole chiavi: condivisione, preghiera e servizio, attuate attraverso esperienze di incontro con
realtà presenti nel territorio, nelle quali il servizio a favore della persona è l’elemento caratterizzante
dell’incontro stesso e che permette ai ragazzi – ma non solo a loro – di arricchire il loro cuore di gesti buoni, sinceri, gratuiti e di volti nuovi da ricordare, per i quali pregare e perché no da rincontrare.
Antonella
In una Chiesa che ci esorta sempre più a farci prossimo tra gli ultimi, tra i più
piccoli, ha trovato consenso la proposta dell’ACR di quest’anno. La regola di vita spirituale a cui ogni bambino è
richiamato, la dimensione del servizio, la missionarietà e la partecipazione a una dimensione di Chiesa che vada
oltre i nostri confini, sono stati gli ingredienti imprescindibili che hanno ispirato il cammino di quest’anno.
Con il sostegno dei nostri sacerdoti, l’ambizione di un percorso esigente da proporre a tutti i nostri ragazzi di età
compresa tra gli 8 e gli 11 anni della nostra Comunità Pastorale ha preso forma!
La risposta dei ragazzi e delle famiglie è stata la conferma che vale la pena “osare”, puntare in alto!
L’entusiasmo mostrato dai ragazzi dinanzi alle varie proposte e la loro capacità di cogliere prima e di rielaborare
dopo, la profondità delle varie esperienze vissute, ci esorta a continuare e a credere che la nostra Chiesa è davvero ricca: c’è una strada e una chiamata per ciascuno di noi, fin da piccoli.
E ancora da grandi, tra i piccoli.
Monica
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Un arsenale… ma della pace.
Domenica 9 febbraio noi del gruppo giovani insieme a don Samuele Lazzati, don Marco Fumagalli e
suor Roselia ci siamo recati in visita alla sede del
Servizio Missionario Giovani a Torino. Una volta
arrivati siamo stati accolti da Gianni, un volontario
che vive là e contribuisce nel portare avanti questo progetto.
Dopo un breve resoconto di come è nato e si è
evoluto il Sermig negli ultimi 40/50 anni Gianni ci
ha guidato all’interno dell’intera struttura attraverso i laboratori dove vengono divisi per categorie quegli oggetti che vengono donati ogni giorno
per chi ne ha più bisogno, reparti dove al modico
costo di un euro vengono effettuate regolari visite
mediche da volontari che offrono parte del loro
tempo lavorativo e dormitori dove ogni giorno
vengono ospitate fino a 250 persone che non hanno un posto dove poter mangiare e dormire.
Dopo aver partecipato alla messa e aver pranzato,
anche noi abbiamo dato una mano nel caricare
tutte le donazioni, che erano raccolte in apposite
casse, e nel separare quegli abiti che potevano
essere ridistribuiti a famiglie bisognose da quelli
che, ormai rovinati, vengono mandati in Romania
ad una associazione dove possono essere riutilizzate le stoffe. Alla fine dopo un momento di riflessione insieme a Gianni siamo tornati indietro.
Personalmente quel giorno ho portato a casa
un’esperienza nuova e molto intensa. Pensare che
una struttura che inizialmente era una fabbrica
d’armi potesse trasformarsi in una così grande
opera di bene che, grazie alla carità e all’aiuto di
molti, è arrivata anche ad aprire una sede in Brasile capace di ospitare fino a 1200 posti a notte è
davvero incredibile.
Un altro particolare che mi ha colpito molto è stato il fatto che, come Gianni ci ha più e più volte
ripetuto durante la giornata, tutti coloro che si
sono messi in gioco per il bene degli altri non sono eroi o gente dalle doti straordinarie, ma gente
comune che possiamo incontrare ovunque tutti i
giorni e che possiamo aiutare nel nostro piccolo
perché qualsiasi cosa compiuta per aiutare è significativa.
Questa quindi è l’esperienza che ho potuto vivere
partecipando solamente ad un pomeriggio di attività al Sermig e ritengo che almeno una volta nella vita si potrebbe fare uno sforzo e partecipare
ad una giornata di questo genere, anche solo per
rendersi conto di come gira il mondo al di fuori
della nostra tranquilla vita di tutti i giorni.
Marco Mascheroni
Noi per un giorno ci siamo immedesimati in quelle persone povere che vengono aiutate da quel
posto e dalle persone che ci lavorano.
Il Sermig mette a disposizione tutto per quelle persone, è un piccolo paese raccolto in un edificio,
con due chiese, la farmacia, la scuola l’ospedale, il dentista, le camere, la mensa… c’è tutto per
stare bene. Anche le persone che ci “lavorano” avevano l’aria di gente che stava bene dentro, che
ad aiutare quelle persone, a mettersi e ad essere a disposizione quasi si divertivano, ma soprattutto
avevano uno scopo di vita.
Lo stesso Mattia, che ci accompagnò/guidò tutto il giorno e ci presentò l’Arsenale sembrava avere
appiccicata in testa un’etichetta: ”Io aiuto perché fa bene agli altri e a me!”.
Ad ognuno di noi durante quella visita venne voglia di cambiare, di lavorare, di aiutare, di lasciar
perdere tutte le comodità e le cose materiali che abbiamo e di mettere a disposizione il proprio
tempo, la propria volontà, alzare gli occhi dal cellulare che abbiamo in mano ogni secondo di ogni
giorno e accorgersi che c’è gente cha ha bisogno, e non ha bisogno del cellulare, ma ha bisogno di
noi, di me e di te. Tutti noi siamo rimasti colpiti da quest’esperienza e dalla volontà che quei giovani (il “nostro” Mattia aveva 34 anni ed era il più “anziano”) ci mettevano per aiutare le persone
più bisognose, che non riescono a chiedere aiuto ma ne hanno davvero tanto bisogno. In fondo, a
pensarci bene il Sermig è ancora un arsenale dove l’unica arma prodotta, però, è la pace.
Giorgia e Tommaso
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. . . .IN CAMMINO
MARZO 2014
Il Sermig
MARZO 2014
IN CAMMINO . . .
E’ grande la trepidazione legata
all’attesa di una vita nuova, ed ancora
più grande è la gioia che accompagna la
nascita e l’accoglienza di un figlio.
La Chiesa partecipa alla felicità dei genitori, li incoraggia e sostiene, si fa premurosa ed attenta per farsi vicina ad
ogni realtà della vita; tenta di fare in
modo che ogni persona che si avvicina
alla comunità cristiana riceva chiaramente il messaggio “Sii il benvenuto,
questa è casa tua”, un
messaggio che si esprime
con le parole e i segni, i
gesti e i sentimenti.
Da questo sguardo positivo e pieno di rispetto deve cominciare ogni autentica accoglienza della comunità nei confronti di
chi domanda il dono del
Battesimo per i propri figli.
Proprio per questo motivo, anche nella
nostra parrocchia, da qualche anno si è
iniziato un percorso di pastorale battesimale: dopo un primo incontro con il
parroco, gli Operatori della pastorale
battesimale si impegnano ad incontrare
personalmente le famiglie nelle loro case per far percepire loro la vicinanza
della comunità che li accoglie e li accompagna portando la propria testimonianza di fede vissuta.
Per rendere veritiero il gesto sacramentale del Battesimo è però doveroso proporre loro un percorso che a poco a poco li aiuti a prendere coscienza e a fare
scelte coerenti con il vangelo, a prendere parte attiva alla vita comunitaria perché possano vivere pienamente il loro
compito educativo nei confronti dei figli.
Questo primo annuncio fa emergere
l’azione di Dio nella vita delle persone e
il dono dello Spirito che sempre
l’accompagna ma, come tale, richiede
un seguito, cioè un cammino articolato
durante il quale provare a viverlo insieme.
Per realizzare un pezzetto di questo
cammino missionario, anche
quest’anno, lo scorso 15 Febbraio si è
tenuta nel nostro centro parrocchiale la
Festa dei Bambini dedicata ai bambini da 0 a 6 anni. Dopo una semplice e
gustosa merenda, qualche gioco e qualche chiacchiera in compagnia sperimentando la gioia dello
stare insieme, la festa si è
spostata in Chiesa: il linguaggio simbolico della
fede, in particolare quello
celebrativo della liturgia, è il
modo più efficace per fare esperienza
della fede cristiana, con il senso dello
stupore che esso è capace di suscitare
nei bambini.
Piccoli gesti pensati per loro (le candele,
l’aspersione con l’acqua benedetta, il
segno della croce sulla fronte, la benedizione durante la comunione), il vangelo, l’omelia accompagnata dalla presentazione di icone, l’offertorio e la preghiera dei fedeli espressi con parole a
misura di bambino, i canti di ringraziamento e di gioia, sono il segno più concreto di una accoglienza cristiana sincera nel ricordo del Santo Battesimo.
L’appuntamento è per l’anno prossimo
per una Festa dei Bambini ancora più
gioiosa e partecipata!
Anna Bruschi
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. . . .IN CAMMINO
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Tutto iniziò lunedì 7 ottobre 2013 presso un’aula di via Roma con undici coppie di fidanzati, cinque coppie guida e don Marco.
Dopo una breve presentazione arrivò la “fatidica” domanda:” Cosa vi aspettate dal corso fidanzati?”; non sapevamo che risposta dare in quanto non avevamo idee molto chiare in merito. Amici
da poco sposati ci riportavano esperienze contrastanti riguardo al corso: c’era chi era riuscito ad
apprezzarne i contenuti e chi invece lo riteneva un’esperienza poco coinvolgente e non stimolante.
Il percorso ha avuto inizio con lo psicologo che ha riportato la sua esperienza nella vita di coppia
prendendo in considerazione alcuni momenti-chiave (la presenza e/o invadenza di entrambe le
coppie di genitori, l’arrivo di un figlio, l’entità coppia…), momenti che si danno per scontati, ma
che in realtà non sono.
Gli incontri successivi sono stati condotti dalle coppie guida : ogni sera veniva presentato un tema
diverso come il “dialogo” tra fidanzati, tra partner e tra marito e moglie. La gioia profonda nel raccontare all’altro le proprie giornate, i propri pensieri. Il dialogo è fatto di scambi d’opinione e ciò
non può avvenire senza esserci un ascolto reciproco, altro tema proposto.
Non poteva mancare il tema del perdono proposto attraverso la parabola del Padre Misericordioso
che ci ha fatto riflettere soprattutto nei confronti non dei due coniugi e nel nostro caso di fidanzati,
ma allargando il cerchio d’azione anche alle famiglie d’origine.
Un incontro che ha destato molto interesse è stato quello sulla sessualità e i metodi naturali che ha
ampliato le nostre conoscenze e ci ha permesso di riflettere e di coglierne gli spunti e le informazioni.
Incontri di grande rilevanza sono stati tenuti da don Marco riguardo all’unione del Sacramento del
matrimonio davanti a Dio. Noi, nel momento in cui ci sposiamo non giuriamo di amarci, rispettarci, sostenerci davanti a una persona qualsiasi, ma davanti a Dio, colui che ci ha creati e ci ha permesso di incontrare la persona che ci accompagnerà PER TUTTA LA VITA. E’ un GIURAMENTO SOLENNE. Noi accogliamo nostro marito o nostra moglie, attraverso il matrimonio, con la
Grazia di Dio. Ed è proprio a Lui che chiediamo di far parte del nostro matrimonio, di guidarci e di
illuminare Sempre il nostro cammino.
Possiamo affermare che il corso è stato molto stimolante e coinvolgente soprattutto perchè i protagonisti siamo stati noi. Ci siamo confrontati, abbiamo espresso la nostra opinione, felici di poter
tornare casa con quel qualcosa in più. E ancor più bello è stato, oltre che parlarne tra di noi coppie,
anche con coppie reduci dai precedenti corsi fidanzati nella serata proposta da don Marco. Ciascuna di loro ha riportato esperienze di vita prima e dopo aver fatto il corso con storie molto diverse tra di loro che hanno permesso di arricchire il nostro pensiero riguardo al progetto di vita.
Ringraziamo tutte le coppie guida e don Marco per il sostegno, la partecipazione e la possibilità di un dialogo e un ascolto.
Concludiamo con questa frase che ci ha particolarmente colpito:
“Ogni sera prima di andare a letto si chiede SCUSA per non addormentarsi arrabbiati e ogni mattina ci si ri-infila la fede per dire TI AMO. “ Claudia Berrettini
Valentina e Antonio
IN CAMMINO . . .
Canonizzazione di Giovanni Paolo II
Il giorno 27 Aprile 2014 Papa Giovanni Paolo II verrà proclamato santo.
Abbiamo pensato fosse giusto dedicargli uno spazio su “IN CAMMINO”.
Certo, cosa dire o ricordare di lui? Moltissime potevano essere le scelte. Abbiamo optato per questo
articolo (non completamente trascritto e diviso in quattro parti) di Riccardo Tonelli tratto dalla rivista dei Salesiani “Note di pastorale giovanile”.
Il titolo “Il dialogo tra Giovanni Paolo II e i giovani” dice già molto: a voi la lettura!
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I GIOVANI «VERSO» IL PAPA
Una fede adulta e matura, che
sa vibrare con forti note giovanili
Lo sappiamo bene: purtroppo
molti giovani, anche vicini
all’ambiente ecclesiale, non hanno una stima eccessivamente alta
della fede dei cristiani adulti.
Spesso hanno l’impressione di
entrare in contatto con un mondo
che non è più il loro, segnato da
modelli di esistenza in cui faticano a riconoscersi e da cui prendono volentieri le distanze. Certo, la constatazione non può essere generalizzata: le molte e felici eccezioni documentano però
la linea di tendenza e gli interventi necessari per invertirla.
Nei confronti del Santo Padre il
processo corre però in direzioni
opposte. Colpisce i giovani la
forza della sua fede: fondata su
una esperienza sicura e stabile,
il Cristo Signore, sa spalancarsi
verso una speranza oltre ogni
misura. I giovani lo riconoscono
con gioia e lo gridano forte. Loro
se ne intendono… visto che sanno immediatamente prendere le
distanze nei confronti di coloro
le cui parole risuonano vuote,
lontane dalla vita, di circostanza.
Il Papa lo riconosce e lo dice ripetutamente. Colpisce la sincerità di fede profonda della riflessione proposta in Varcare la soglia della speranza: «Ogni parroco di Roma sa che la visita alla
parrocchia deve concludersi con
l’incontro del Vescovo di Roma
con i giovani. E non soltanto a
Roma, ma ovunque il Papa si
rechi, cerca i giovani e ovunque
dai giovani viene cercato. Anzi,
in verità non è lui ad essere cercato. Chi è cercato è il Cristo, il
quale sa quello che c’è in ogni
uomo (Gv 2, 25), specialmente in
un uomo giovane».
Una vicinanza oltre le necessarie distanze
L’attenzione e l’ascolto verso il
Santo Padre è altissimo perché i
giovani lo sentono vicino, amico,
compagno di cammino nella vita,
nella trascendenza della sua figura. Un documento che certamente molti giovani hanno letto con
crescente commozione, come ho
fatto anch’io, è il bellissimo capitolo sui giovani di Varcare la
soglia della speranza. Ad anni di
distanza, risuona attualissima la
confessione del Santo Padre: «Il
giorno dell’inaugurazione del
pontificato, il 22 ottobre 1978,
dopo la conclusione della liturgia, dissi ai giovani in piazza San
Pietro: ‘Voi siete la speranza della Chiesa e del mondo. Voi siete
la mia speranza’. Quelle parole
vengono costantemente ricordate».
Il Papa veramente «è vicino» ai
giovani. Lo avvertono tutti, anche quando nei raduni oceanici
la sua figura è solo un punto
bianco sull’orizzonte e la voce
arriva rotta dalla stanchezza e dai
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12
mille disturbi di rilancio. Corrono pronti ai suoi appuntamenti,
come risposta necessaria ad una
presenza continua, attenta, preoccupata. Quella del Papa è una vicinanza tutta speciale. Le
distanze istituzionali sono, per
necessità di cose, alte e, spesso,
insuperabili. Non sono però un
ostacolo, anzi descrivono meglio
la vicinanza orizzontale. Molti
adulti stanno bruciando la loro
relazione educativa verso i giovani perché vorrebbero rinunciare al ruolo che loro compete, per
cercare una impossibile compagnia. Non sanno che l’adulto che
gioca di ribasso, perde ulteriore
ascolto.
In ascolto sincero dei giovani
Colpisce constatare come il Santo Padre, nell’esercizio della sua
responsabilità apostolica, ci tenga a dichiarare la sua disponibilità ad accogliere e ad ascoltare i
giovani: «Non è affatto più importante ciò che vi dirò: importante è ciò che mi direte voi. Me
lo direte non necessariamente
con le parole, me lo direte con la
vostra presenza, con il vostro
canto, forse anche con la vostra
danza, con le vostre rappresentazioni, infine con il vostro entusiasmo».
Spesso noi adulti lo diciamo in
tutti i toni: l’ascolto dei giovani è
uno dei ritornelli più ripetuti. I
fatti però documentano che affermazioni del genere sono poco
sincere. In fondo, noi sappiamo
gno, da raccogliere con disponibilità e interpretare nella fede,
per cambiare la storia nella direzione del Vangelo.
Una presenza capace di provocare, esigendo e sollecitando
con decisione
Giovanni Paolo II riafferma la
centralità del Vangelo, annunciato nella Chiesa. È caratteristico il tono, sempre dolce e carico di stima e
amore,
anche
quando è impegnativo e provocatorio.
La
sua parola assume frequentemente i toni della denuncia coraggiosa e della provocazione.
Riafferma, per esempio, la necessità di superare le frontiere
dei nazionalismi e i conflitti che
vengono dall’egoismo, rilancia
la libertà dalle prigionie ideologiche e consumistiche…
I giovani più sensibili colgono
nelle parole del Papa espressioni irrinunciabili di quel
progetto di vita nuova nel Signore della vita, al cui servizio
si pone la parola stessa del
Santo Padre. Per questo, reagiscono con l’applauso sincero,
quello stesso applauso che invece negano a coloro che cercano
di affascinarli con i toni della
lusinga. Essi avvertono che la
sua parola nasce da una passione fortissima per la vita e la
felicità dei giovani e, soprattutto, dalla vicinanza del mistero di Dio, di cui il Papa è
testimone convinto e autorevole.
Un entusiasmo oltre ogni difficoltà.
L’ultimo atteggiamento che voglio sottolineare, l’abbiamo continuamente sotto lo sguardo, soprattutto in questi ultimi anni.
Fatica, sofferenza, spossatezza
anche fisica non spengono mai
l’entusiasmo di Giovanni Paolo
II. L’aveva dichiarato, quando le
forze lo reggevano ancora:
«Abbiamo
bisogno
dell’entusiasmo dei giovani».
Ora lo documentano i fatti.
Lo sa raccogliere dal cuore dei
giovani che incontra. Lo fa proprio e ne rimane profondamente
segnato. Ci contagia davvero
tutti: i giovani, che ricevono in
dono il contraccambio di quello
che sanno offrire, e noi adulti,
spesso scoraggiati e affaticati da
una lettura rassegnata
dell’esistente.
Riccardo Tonelli
1-continua
ORARI S. MESSE E SANTE CONFESSIONI
Parrocchia
Feriali
Sabato
Domenica
BRUSUGLIO
S. Vincenzo D.M.
18.00
18.00
S. Confessioni ore 17.00
10.30
S. Confessioni prima della S. Messa
CORMANO
S.S. Salvatore
7.55
17.30
S. Confessioni ore 16.30
8.30 - 10.00 - 17.30
S. Confessioni prima delle S. Messe
OSPITALETTO
Buon Pastore
8.30
18.00
S. Confessioni ore 17.00
9.30 - 11.00 - 18.00
S. Confessioni prima delle S. Messe
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13
. . . .IN CAMMINO
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troppe cose per dedicare tempo
ad ascoltare altri o, nel migliore
dei casi, stentiamo a riconoscere
quanto i giovani ci propongono
perché ignoriamo i codici linguistici di cui essi si servono.
Il Papa propone e chiede il coraggio dell’ascolto sincero dei
giovani, anche nei casi in cui la
loro voce risulta di difficile
interpretazione, perché è
disturbata
e
inquietante.
Giovanni Paolo
II motiva frequentemente
questo suo atteggiamento.
Riporto, come
esempio, le espressioni di grande coraggio di
Varcare la soglia della speranza: «Non è vero che è il Papa a
condurre i giovani da un capo
all’altro del globo terrestre. Sono loro a condurre lui. E anche
se i suoi anni aumentano, essi lo
esortano ad essere giovane, non
gli permettono di dimenticare la
sua esperienza, la sua scoperta
della giovinezza e della grande
importanza che essa ha per la
vita di ogni uomo. Penso che
questo spieghi molto».
Per il Papa i giovani sono un
frammento del futuro di Dio nelle incertezze dell’oggi, un se-
MARZO 2014
IN CAMMINO . . .
Il trentaduesimo anno di attività è ormai lanciato, possiamo dirci di aver ormai fatto il famoso
giro di boa, non siamo più ragazzini ma neanche troppo adulti, direi piuttosto maturi, responsabili, con
tanta esperienza e sicurezza che ci permette ancora di sfidare faccia a faccia
l’avventura educativa dei ragazzi attraverso la promozione di uno sport a misura di
persona.
Ormai il nostro schema di gioco prevede di occupare tutto il campo, di esserci su
ogni palla, con la sola differenza che l’obiettivo o il risultato spesso e volentieri
non è solo segnare un goal, un canestro da tre punti o una schiacciata devastante
della solita centrale di turno ma, costruire e lavorare con un gruppo di ragazzi e i
loro genitori, camminare insieme condividendo emozioni, fatiche e gioie.
E’ anche per questo che tanti allenatori-educatori si mettono ancora in gioco
gratuitamente , credendo nei momenti di formazione, sia attraverso i clinic tecnici di aggiornamento ma soprattutto con la condivisione e il dialogo con gli altri operatori della nostra
comunità e le loro attività parallele, le linee guida dei nostri sacerdoti che ci permettono di contribuire ad
animare quella enorme e indispensabile agenzia educativa che si chiama …Oratorio.
Quest’anno abbiamo avuto la fortuna, durante la festa di Natale, dove tutti i gruppi di calcio, basket e
volley si danno appuntamento per vivere insieme un pomeriggio e una serata anche per scambiarsi gli auguri ma soprattutto per conoscersi e rendersi conto di cos’è linea verde attraverso momenti di festa e una
cena condivisa, dicevo, abbiamo avuto la fortuna di proporre una raccolta fondi a favore dell’ospedale da
poco inaugurato a nairobi e gestito dalla congregazione delle nostre amate suore. Quando ne parlavo con
Suor Roselia ero un pò scettico, in questi momenti difficili, in una situazione economica critica soprattutto
per le famiglie ma, ci abbiamo creduto, e come succede a volte, basta un contropiede per vincere la partita,
le nostre squadre hanno risposto oltre ogni aspettativa regalando sicuramente tanta speranza a chi ne ha
veramente bisogno.
Mi sembra giusto invece ricordare e ringraziare quel gruppo di allenatori di basket e volley che hanno accettato la mia impegnativa proposta , hanno prelevato tante ore dalla loro “banca del tempo”, e sono andati gratuitamente a fare attività motoria-sportiva nella famosa ora di ginnastica mattutina nelle nostre scuole elementari di Ospitaletto con l’aiuto e la presenza delle maestre.
Queste probabilmente sono solo alcune delle nostre azioni che prevedono il gioco a tutto campo, non è
ancora finito il primo tempo e abbiamo ancora tutto il secondo da riempire, la stagione finisce a giugno, le
proposte, gli intenti e i prossimi obiettivi ci aspettano e sono solo da mettere in pratica.
Marco Baronio
Comunità Pastorale “Visitazione di Maria Vergine”
PARROCCHIE SS. SALVATORE (Cormano) - S. VINCENZO D.M. (Brusuglio) - BUON PASTORE (Ospitaletto)
Parrocchia SS. Salvatore - Cormano - ORARI UFFICI: mercoledì e venerdì ore 9.30÷12.30
Don Marco Borghi (parroco): Via Roma, 6 Cormano - tel/fax. 0245499663 (cell. 3387793694)
e-mail: [email protected] - [email protected]
Don Claudio Dell’Orto (Vicario parroco): Via Comasinella, 6 - Brusuglio - tel. 0236687755 (cell. 3478408560)
e-mail: [email protected]
Don Samuele Lazzati: Via D’Annunzio 9, Ospitaletto - tel/fax 0266302514 (cell. 3476609984)
e-mail: [email protected]
Don Marco Fumagalli: Via Roma, 10 - Cormano - tel. 0287213715 - cell. 3383064215
e-mail: [email protected]
Suore di Brusuglio: Via Comasinella 6, tel. 0236687756: e-mail: [email protected]
Suore di Ospitaletto: Via Alfieri, tel. 3451696258
Centro d’ascolto Caritas (Via Roma 6): cell. 3281995049
Centro della Famiglia Via Villoresi, 43 Bresso, tel 0266503439 sito: www.centrofamigliabresso.it
Per informazioni sulle tre parrocchie: www.chiesadicormano.it
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TORTINA DI PATATE E SPECK
Ingredienti:
4 patate
100 gr. di speck
1 porro
2 uova
Mezzo bicchiere di panna
1 noce di burro
Olio extra vergine di oliva
Sale e pepe
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Lessare le patate e, una volta fredde, sbucciarle e tagliarle a fette spesse.
Tagliare a rondelle il porro e a listarelle lo speck.
Scaldare un cucchiaio d’olio in una padella e farvi rosolare dolcemente il porro; dopo qualche minuto, aggiungere anche lo speck e quando sono entrambi dorati trasferirli in un piatto e metterli da parte.
Aggiungere nella stessa padella una noce di burro e altri due cucchiai d’olio e farvi dorare le fette di patata,
salarle e peparle. Una volta rosolate unire alle patate il soffritto di porri e speck, mescolare e versare le uova
sbattute con un pizzico di sale e la panna. Se la padella può andare in forno, tanto meglio. Altrimenti trasferire
il composto in una pirofila unta con un filo d’olio, quindi infornare in forno già caldo a 180 gradi per circa 20
minuti o, comunque, finché la superficie non risulta gonfia e dorata.
UNO SGUARDO … INDIETRO
19.12.13 - Festa di Natale UNIVERSITA’ 3° ETA’
21.12.13 - I gruppi sportivi hanno festeggiato il Natale
31.12.13 - Festa di fine anno degli adolescenti e giovani
all’oratorio di Cormano
31.12.13 - Aspettando Capodanno per famiglie e adulti
all’oratorio di Ospitaletto
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. . . .IN CAMMINO
IN CAMMINO . . .
DAGLI ARCHIVI PARROCCHIALI:
DAL 10.11.2013 AL 20.2.2014
Battesimi Cormano: Messina Amelia, Melaj Morena, Maragna Marissa, D’Amico Asia.
Battesimi Ospitaletto: Tripodi Michele, Esposito Nicole, Torigiotti Giulia, Conti Gloria,
Scanzi Simone.
Battesimi Brusuglio: Mazzara Giorgia, Mangiarotti Viola, Rachiteanu Daniele, Chinea
Cristina.
Funerali Cormano: Longoni Severino, Porro Rosanna, Tosto Enzo, Scevarolli Margherita,
Silvestri Alfo, Laffranchi Giacomo, Bombonato Zaira, Strada Luigi, Poli Roberto, Colombo
Rosa Bianca, Valbusa Ida, Gallini Lorenzo, Menta Maria, Scoloppio Raffaele, Marzana Bruna, Dones Ivana, Chiari Maria, Biancotto Luigi, Di Camillo Maria Dina, Contardi Norma, Borghetto Marino, Maspero Mario, Lombardi Pierina, Chiolo Giuseppa, Vannetiello Filippo.
Funerali Ospitaletto: Magni Lidia, Sioli Vincenzo, Radice Luigi, Tenca Piera, Di Pierro Angelo, Biondi Gabriella, Tassini Giuseppe, Schettino Margherita, Lupano Luigina, Solimando
Anna Maria, Valerin Maria Luigia, Ciccaldo Paolo, Visintin Lorella, Biondi Aldo, Rossano Antonia, Rosa Arrigoni, Quaranta Maria, Guzzi Ivana, Sietti Maria Franca, Rivaroli Rosanna.
Funerali Brusuglio: Hurlimann Franco, Bordini Angelo, Beretta Maria, Gritti Metilde, Pozzi Bianca, Ragnoli
Maria, Mapelli Patrizia, Mariani Emilia, Rosa Baiocco.
Matrimonio Cormano:
MARZO 2014
Mariotti Riccardo - Bonanno Federica.
Questo numero dell'Informatore Pastorale “In Cammino...” è stato realizzato con il contributo di:
STUDIO CORMANO S.A.S. di Villa Fabio & C.
Sede legale: Via Cantinotti, 47 - 20032 Cormano (MI)
Tel. 02.61.52.371 - Fax 02.66.30.97.87 - e-mail: [email protected]
Unità locale: Via De Amicis, 8 - 20091 Bresso (MI)
Tel. 02.61.40.004 - Fax 02.66.50.68.59 - e-mail: [email protected]
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tel. e fax 0523/860256, internet: www.badenchini.it
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5 - Parrocchia S. Vincenzo (Brusuglio)