Carissimi, oggi la potenza dell’uomo sembra oggettivarsi al di fuori di lui, anzi contro di lui: in conoscenze scientifiche e creazioni tecniche che tendono a svilupparsi per mezzo del loro dinamismo interno, al punto che l’uomo non è più padrone della propria potenza, che anzi sembra dominarlo. Il potere della fede suscita un nuovo tipo di uomo capace di dominare queste forze, capace di padroneggiare la propria potenza. L’essenza della verità, del vero è generare bene e bellezza: vita=SI. L’essenza della menzogna, falsità, apparenza è generare rottura, distruzione: morte=NO Buona settimana Don Giuseppe *************************** Papa Francesco: UDIENZA - San Giuseppe educatore – mercoledì 19/03/14 Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi, 19 marzo, celebriamo la festa solenne di san Giuseppe, Sposo di Maria e Patrono della Chiesa universale. Dedichiamo dunque questa catechesi a lui, che merita tutta la nostra riconoscenza e la nostra devozione per come ha saputo custodire la Vergine Santa e il Figlio Gesù. L’essere custode è la caratteristica di Giuseppe: è la sua grande missione, essere custode. Oggi vorrei riprendere il tema della custodia secondo una prospettiva particolare: la prospettiva educativa. Guardiamo a Giuseppe come il modello dell’educatore, che custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita «in sapienza, età e grazia», come dice il Vangelo. Lui non era il padre di Gesù: il padre di Gesù era Dio, ma lui faceva da papà a Gesù, faceva da padre a Gesù per farlo crescere. E come lo ha fatto crescere? In sapienza, età e grazia. Partiamo dall’età, che è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica. Giuseppe, insieme con Maria, si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha “allevato”, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati – Giuseppe è stato un rifugiato, con Maria e Gesù – per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c’è tutto il lungo periodo della vita di Gesù nella sua famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, e Gesù ha imparato a fare il falegname con suo padre Giuseppe. Così Giuseppe ha allevato Gesù. Passiamo alla seconda dimensione dell’educazione, quella della «sapienza». Giuseppe è stato per Gesù esempio e maestro di questa sapienza, che si nutre della Parola di Dio. Possiamo pen sare a come Giuseppe ha educato il piccolo Gesù ad ascoltare le Sacre Scritture, soprattutto accompagnandolo di sabato nella sinagoga di Nazareth. E Giuseppe lo accompagnava perché Gesù ascoltasse la Parola di Dio nella sinagoga. E infine, la dimensione della «grazia». Dice sempre San Luca riferendosi a Gesù: «La grazia di Dio era su di lui» (2,40). Qui certamente la parte riservata a San Giuseppe è più limitata rispetto agli ambiti dell’età e della sapienza. Ma sarebbe un grave errore pensare che un padre e una madre non possono fare nulla per educare i figli a crescere nella grazia di Dio. Crescere in età, crescere in sapienza, crescere in grazia: questo è il lavoro che ha fatto Giuseppe con Gesù, farlo crescere in queste tre dimensioni, aiutarlo a crescere. Cari fratelli e sorelle, la missione di san Giuseppe è certamente unica e irripetibile, perché assolutamente unico è Gesù. E tuttavia, nel suo custodire Gesù, educandolo a crescere in età, sapienza e grazia, egli è modello per ogni educatore, in particolare per ogni padre. San Giuseppe è il modello dell’educatore e del papà, del padre. Affido dunque alla sua protezione tutti i genitori, i sacerdoti – che sono padri –, e coloro che hanno un compito educativo nella Chiesa e nella società. In modo speciale, vorrei salutare oggi, giorno del papà, tutti i genitori, tutti i papà: vi saluto di cuore! Vediamo: ci sono alcuni papà in piazza? Alzate la mano, i papà! Ma quanti papà! Auguri, auguri nel vostro giorno! Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini, vicini! Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza, del vostro amore. Siate per loro come san Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino; educatori, e camminate con loro. E con questa vicinanza, sarete veri educatori. Grazie per tutto quello che fate per i vostri figli: grazie. A voi tanti auguri, e buona festa del papà a tutti i papà che sono qui, a tutti i papà. Che san Giuseppe vi benedica e vi accompagni. E alcuni di noi hanno perso il papà, se n’è andato, il Signore lo ha chiamato; tanti che sono in piazza non hanno il papà. Possiamo pregare per tutti i papà del mondo, per i papà vivi e anche per quelli defunti e per i nostri, e possiamo farlo insie me, ognuno ricordando il suo papà, se è vivo e se è morto. E preghiamo il grande Papà di tutti noi, il Padre. Un “Padre nostro” per i nostri papà: Padre Nostro… E tanti auguri ai papà! *************************** 21 marzo 2014 - Con i parenti delle vittime della mafia Ai mafiosi: CONVERTITEVI, SMETTETE DI FARE IL MALE! Cari fratelli e sorelle, grazie di avere fatto questa tappa a Roma, che mi dà la possibilità di incontrarvi, prima della veglia e della “Giornata della memoria e dell’impegno” che vivrete stasera e domani a Latina. Ringrazio Don Luigi Ciotti e i suoi collaboratori, e anche i Padri Francescani di questa parrocchia. Saluto anche il vescovo di Latina, Mons. Crociata, qui pre sente. Grazie, Eccellenza. Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza, ed è questa: che il senso di responsa bilità piano piano vinca sulla corruzione, in ogni parte del mondo… E questo deve partire da dentro, dalle coscienze, e da lì risanare, risanare i comportamenti, le relazioni, le scelte, il tessuto sociale, così che la giustizia guadagni spazio, si allarghi, si radichi, e prenda il posto dell’iniquità. So che voi sentite fortemente questa speranza, e voglio condividerla con voi, dirvi che vi sarò vicino anche questa notte e domani, a Latina – pur se non potrò venire fisicamente, ma sarò con voi in questo cammino, che richiede tenacia, perseveranza. In particolare, voglio esprimere la mia solidarietà a quanti tra voi hanno perso una persona cara, vittima della violenza mafiosa. Grazie per la vostra testimonianza, perché non vi siete chiusi, ma vi siete aperti, siete usciti, per raccontare la vostra storia di dolore e di speranza. Questo è tanto importante, specialmente per i giova ni! Vorrei pregare con voi – e lo faccio di cuore – per tutte le vittime delle mafie. Anche pochi giorni fa, vicino a Taranto, c’è stato un delitto che non ha avuto pietà nemmeno di un bambino. Ma nello stesso tempo preghiamo insieme, tutti quanti, per chiedere la forza di andare avanti, di non scoraggiarci, ma di continuare a lottare contro la corruzione. E sento che non posso finire senza dire una parola ai grandi assenti, oggi, ai protagonisti assenti: agli uomini e alle donne mafiosi. Per favore, cambiate vita, convertitevi, fermatevi, smettete di fare il male! E noi preghiamo per voi. Convertitevi, lo chiedo in ginocchio; è per il vostro bene. Questa vita che vivete adesso, non vi darà piacere, non vi darà gioia, non vi darà felicità. Il potere, il denaro che voi avete adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi, è denaro insanguinato, è potere insanguinato, e non potrete portarlo nell’altra vita. Convertitevi, ancora c’è tempo, per non finire all’inferno. E’ quello che vi aspetta se continuate su questa strada. Voi avete avuto un papà e una mamma: pensate a loro. Piangete un po’ e convertitevi. Preghiamo insieme la nostra Madre Maria che ci aiuti: Ave Maria… . . . non sarete il futuro 2 se non siete già ora il presente 21 marzo 2014 - Cinesi e italiani, colpe e doveri identici LA LEZIONE DI PRATO Per anni non hanno visto, non hanno sentito, non hanno parlato. Proprio come i cinesi, da loro stessi accusati di omertà mafiosa, concorrenza sleale, sfruttamento. Ora che la Procura di Prato ha arrestato anche due italiani, insieme a tre datori di lavoro asiatici, per il tragico incendio del Macrolotto costato nel dicembre scorso la vita a sette persone, il disvelamento è finalmente avvenuto. Dietro ai laboratori dell’orrore, all’inabissamento di tanti uomini e donne costretti a dormire e a mangiare negli stessi luoghi di produzione, c’era dunque (e ancora prospera) una rete di complicità che coinvolge molti nostri connazionali. Un segreto di Pulcinella, anche se non pochi hanno preferito credere che a Prato ci fossero due comunità – la italiana e la cinese – assolutamente distinte, persino opposte, auto referenziali. Non è mai stato così: chi affittava capannoni agli imprenditori cinesi, salvo poi chiudere gli occhi su quanto accadeva all’interno degli stessi? Chi praticava prezzi da usura negli affitti per costringere i giovani in arrivo dalle regioni più remote della Cina a vivere 24 ore su 24 nelle fabbriche della vergogna? Tanti sapevano e nessuno parlava, dunque. Perché negli stabilimenti del Macrolotto hanno trovato un impiego anche diversi pratesi, che in tempi di crisi economica hanno accettato di sorvolare su standard ambientali, norme di sicurezza e condizioni igieniche pur di guadagnare quanto serviva per sbarcare dignitosamente il lunario. Per alcuni, si è trattato di una scelta senza alternative, frutto indesiderato di una congiuntura che non ha risparmiato neppure il "pronto moda". Insieme a quella degli affari, ha finito per restringersi anche la sfera dei diritti e troppi ne stanno facendo le spese, anche negli stabilimenti tessili pratesi. Ha dunque ragione il procuratore della città toscana, Piero Tony, nel definire l’operazione di ieri un vero e proprio «salto culturale». Intendiamoci: le accuse rivolte ai datori di lavoro cinesi che costringevano a turni massacranti i loro sottoposti sono gravissime e vanno dall’incendio colposo all’omicidio colposo plurimo, dall’omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro fino al favoreggiamento di "clandestini". Eppure anche i proprietari dell’immobile, due italiani, hanno avuto secondo gli inquirenti «piena consapevolezza» di quanto stava accadendo. Un concorso di colpa che, se dimostrato, può diventare un precedente pesantissimo per altri proprietari immobiliari, in gran parte nostri connazionali. Quel che conta è però adesso far seguire alla mossa dei giudici e delle forze dell’ordine, una vera e propria mobilitazione della città e dell’intera opinione pubblica. Qualcosa si è già visto in questi mesi e fa ben sperare: il "tavolo Prato" nei giorni scorsi è approdato direttamente al Quirinale e ora attende segnali di operatività da parte di governo, regione ed enti locali, proprio nei giorni in cui la città si prepara a un attesissimo test elettorale per l’elezione del sindaco… ****************************** Quaresima di Fraternità 2014 Decanato di Porlezza A Nis (200.000 abitanti), nel sud della Serbia, ci liani per offrire loro un ambiente in cui nutrirsi, cusono numerosi servizi che non riescono i risponderarsi e risocializzare. re ad alcuni bisogni essenziali: tra il servizio della Rendiconto Quaresima 2013 mensa pubblica comunale, che serve oltre 5.000 in decanato abbiamo raccolto € 7.743 pasti al giorno ma è vicina alla chiusura per mansono stati destinati così: canza di fondi e le persone con disturbi mentali progetto diocesano "un pozzo per restare" € 3.000 che, considerate solamente casi sanitari, non venaiuto in situazioni di emergenza gono sostenuti dal punto di vista sociale. Questo presenti nel nostro territorio € 1.743 crea nei loro confronti ulteriore emarginazione. Il altre offerte: Lecco - Casa Abramo € 500 progetto intende supportare la mensa popolare di Albania - missione di don Maurizio € 500 Nis, affinché continui ad offrire pasti caldi alle perZambia - missioni diocesane € 500 sone bisognose e l'apertura di un Centro diurno per Sri Lanka - missione salesiana € 500 pazienti psichiatrici gestito dagli operatori della Indonesia - missione di padre Antonio € 500 Caritas serba con il supporto tecnico di esperti itaBolivia – missione Sr Zita € 500 . . . non sarete il futuro 3 se non siete già ora il presente 23 - 30 marzo 2014 / III settimana di Quaresima Anno A – II / L. d. O. III Sabato 22 ore 17.00 Cusino ore 19.30 S. Margherita Domenica 23 ore 9.30 Cavargna ore 11. 00 S. Bartolomeo ore 14.30 S. Bartolomeo ore 17.00 S. Nazzaro Lunedì 24 ore 17. 00 S. Margherita Martedì 25 ore 9.00 Cusino ore 21.00 Oratorio o … Mercoledì 26 ore 9.00 S. Nazzaro Giovedì 27 ore 9.00 Cavargna Venerdì 28 ore 17.00 in Parrocchia ore 20.30 in Parrocchia Sabato 29 ore 17.00 Cusino ore 19.30 S. Margherita Def. Def. Curti Pietro e Bari Silvio Def. Busi Enzo, Scalini Zita, Vischi Franco // Capra Angiolina, Gaspare, Mario e Giuliano Def. Secondo Intenzioni per malato 2a Confessione per i Comunicandi (4a elem.) Def. Monga Maria, Angiolina e familiari // Ernesto e Amalia Def.. Annunciazione del Signore Def. Catechesi dell’Arcivescovo per Adulti e Giovani (vedi libretto) Def. Butti Gilberto e genitori Def. Via Crucis Ragazzi Via Crucis per Giovani e Adulti Def. Curti Armida e Cola Battista Def. Pozzi Carlo, Strepparava Angelina // Curti Luigi, Lucia e Gentile, Caneva Bortolo, Olga e Silvia Domenica 30 ore 9.30 Cavargna Def. ore 11. 00 S. Bartolomeo Def. Bugna Caterina ore 17.00 S. Nazzaro Def. Monga Ivano // famiglia Monga Alfredo e Caneva Celesta // Mazza Maria, Pietro e figli APPUNTAMENTI Domenica 23 ore 14 30 2a Confessione per i Comunicandi (4a elem.) a S. Bartolomeo ore 18.30 Incontro Adolescenti e Giovani (nati nel 1999 e maggiori) Martedì 25 ore 21.00 2° Catechesi dell’Arcivescovo per Giovani e Adulti in Oratorio, o a gruppi o in casa (ritirare il sussidio per seguire l’incontro) Giovedì 27 ore 14.30 Incontro preadolescenti (2a e 3a media) Venerdì 28 ore 17.00 in Parrocchia Via Crucis Ragazzi ore 20.30 in Parrocchia Via Crucis per Giovani e Adulti Domenica 30 ore 8.45 Ritiro di Quaresima in Oratorio 5a elem. e 1a media . . . non sarete il futuro 4 se non siete già ora il presente ore 18.30 . . . non sarete il futuro Incontro Adolescenti e Giovani (nati nel 1999 e maggiori) VEDI PROGRAMMA DELLA QUARESIMA 2014 5 se non siete già ora il presente