DELLA ANNO XXXV 30 OTTOBRE 2010 E 1,20 40 DIOCESI DI COMO PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI I colori di una salita Nella foto AC - Il Settimanale: paesaggio autunnale con vista sul gruppo delle Grigne nel tratto finale del cosiddetto «muro di Sormano» « B eato te!». Ci capita di dirlo o anche solo di pensarlo quando ad un altro accade una situazione che per noi resta allo stato di semplice desiderio. È un’esclamazione di per sé ancora lontana dall’invidia, ma che può aprirle la strada. Così come, invece, può essere l’anticamera di uno sforzo umano a trasformare anche il proprio desiderio in realtà, ad essere anche noi «beati» come consideriamo «beato» l’altro. Questo secondo sbocco è quello inteso da Gesù nel suo famoso discorso della montagna in cui si trovano appunto le «beatitudini evangeliche». Gesù identifica alcune situazioni beate e le propone ai suoi discepoli come progetto di vita. Non sono cioè un traguardo, qualcosa che sta in fondo, ma rappresentano un cammino. E qui dobbiamo fermarci un attimo a riflettere, perché questa pagina ci viene proposta ogni anno all’inizio del mese di novembre nella solennità di Tutti i Santi, ed è fin troppo facile concludere che i santi sono proprio coloro che hanno realizzato le beatitudini. Vero, ma sarebbe questa una verità parziale, che rischia anche di essere fuorviante. Ci farebbe incasellare delle figure straordinarie da mettere nelle loro nicchie e da venerare, con il rischio che la casa di questi santi – il paradiso – assomigli molto al museo delle cere… La santità non è un traguardo, ma un cammino. Santo è già colui che si fida di Gesù e si impegna ad ispirare la sua vita alle beatitudini e al vangelo. I santi che noi oggi veneriamo tali – perché la Chiesa ne ha riconosciuto la santità – hanno costruito la loro vita quotidiana su questa fiducia e ne possiamo vedere i frutti, ma, mentre camminavano in questa vita, la loro strada, pur contornata dai colori dell’amore donato e ricevuto, era in salita, ed essi hanno incontrato tante difficoltà, hanno dovuto superare tanti ostacoli, hanno avuto le loro luci e le loro ombre, momenti di entusiasmo e fasi di scoraggiamento. Insomma, i santi ci assomigliano, sono creature come noi. Noi siamo come loro, perché la santità è un progetto proposto a ciascuno di noi, senza alcun bisogno di trasformarci in supereroi inattaccabili e invincibili (quelli esistono solo nei fumetti!). E, se abbiamo la pazienza di dedicare un po’ di tempo alla lettura delle biografie dei santi avremmo la possibilità di scoprire che alcuni di essi ci as- somigliano anche di più, hanno vissuto vicino a noi, hanno cercato di essere cristiani facendo il nostro stesso mestiere, vivendo nella medesima vocazione. E scopriremmo che tanti uomini e donne esattamente come noi sono diventati santi attraverso una conversione, un cambiamento di vita e di mentalità che è intervenuto ad un certo punto della loro vita, grazie magari all’incontro con un altro santo o alla conoscenza della vita di qualche santo. Insomma, se continuiamo a considerare la santità come una vetta, rischiamo di restare chiusi nel rifugio e di non avventurarci mai sul sentiero che conduce in cima; se invece cominciamo a pensare la santità come un cammino, ci sarà più facile indossare gli scarponi e faticare sul sentiero in una sorta di scalata lenta e quotidiana. Santi, dunque, non sono quelli che fanno cose straordinarie, ma quanti cercano di fare straordinariamente bene le cose di tutti i giorni. Detto questo, indubbiamente le beatitudini rappresentano un progetto di vita che si distanzia, anche di molto, dal modo di vivere strombazzato dal nostro mondo. Alcuni atteggiamenti che Gesù beatifica assomigliano a valori che il mondo riconosce: ad esempio, la fame e la sete di giustizia la si ritrova quasi sempre nei proclami sociali di questo o quel personaggio famoso (salvo poi capire che cosa intenda per giustizia); la pace fa parte del patrimonio ideale dell’umanità (chi mai affermerebbe di operare contro la pace?), ma poi i criteri dell’assegnazione del Nobel per la pace - ad esempio - non coincidono perfettamente con quelli del Vangelo. Altri atteggiamenti, invece, sono l’esatto contrario di quanto il mondo predica come ricetta di felicità: la purezza del cuore è considerata come un rimasuglio di una morale vecchia e un po’ bacchettona, la misericordia è vista come debolezza e come fonte di insicurezza, la povertà in spirito è guardata con sospetto come un ostacolo all’inarrestabile progresso delle scienze. Quindi, per un autentico cammino di santità, sono davvero indispensabili una grande fiducia in Gesù ed un grande impegno a vivere pazientemente e sapientemente la situazione in cui siamo posti, confidando nella Provvidenza divina. Se ci pensiamo bene, i santi che la Chiesa ci propone, pur così diversi tra loro, hanno questo in comune: si sono fidati di Dio. don AGOSTINO CLERICI GIORNA GIORNATTA DEL SETTIMANALE 2010 Domenica 14 novembre sarà la Giornata de “Il Settimanale della diocesi di Como”. Entro lunedì 8 novembre è possibile prenotare le copie del numero speciale telefonando allo 031-263533, dalle ore 9.00 alle ore 18.00. NEL GIORNALE N. 42 DEL 13 NOVEMBRE SARÀ POSSIBILE VEDERE UNA AZIONE ANTICIP ANTICIPAZIONE DELLA NUOV A NUOVA GRAFICA CHE PAR TIRÀ CON ARTIRÀ IL PROSSIMO ANNO 2011 P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 BRUNO MAGGIONI NOVITÀ IN LIBRERIA IL PRETE UOMO DELLA PAROLA L e riflessioni che l’Autore propone sono nuove e provocanti; nuove, non perché si addentrano in ricerche o discussioni teologiche ma perché attingono alla freschezza delle pagine bibliche. E sono provocanti: il lettore attento noterà come anche sui problemi dibattuti oggi (identità, specificità, spiritualità… del prete) la lettura proposta solleva domande, invita alla riflessione, chiede il coraggio di riflettere attentamente e serenamente prima di agire. Nella prefazione l’Autore dichiara di voler sottolineare solo due aspetti: il rapporto del prete con la Parola e la profonda umanità della sua figura. Due chiavi di lettura che ci sembrano non limitare la riflessione ma collocarla nella sua giusta prospettiva. E’ difficile parlare di Dio - sottolinea l’Autore - se non si è uomini veri. E l’uomo vero “non si mostra soltanto in chiesa, nelle assemblee, nelle conferenze, ma sulla strada, a piedi, camminando con tutti, salutando, accorgendosi dei problemi quotidiani della gente normale”. Ancora: “Occorre incontrare la gente in luoghi comuni, ascoltare e parlare con loro senza l’impegno diretto di chissà quale testimonianza. Parlare del più e del meno non è tempo sprecato. Perché incontrando la gente comune si imparano tante cose. Per conoscere gli uomini in modo più diretto e il loro modo diretto di pensare, gli incontri professionali, ripeto, non bastano. In questi luoghi professionali non siamo del tutto normali, né chi ascolta né chi parla. Tutti un po’ diversi: loro e noi”. Sulla specificità della figura del prete, l’Autore precisa, fin dall’inizio, che “ciò che specifica il prete è senza dubbio essenziale, ma non basta. Ciò che lo specifica deve scaturire da ciò che è comune, cioè dalla sequela di ogni cristiano. La specificità del prete, se vuole essere vera ed evangelica, deve nascere dalla radice della sequela, come tutte le altre forme di vita cristiana. Per capire il pastore non basta identificare i tratti che gli sono propri, le funzioni che gli appartengono, le cose che solo lui può fare. Nessuno viene completamente identificato dalla funzione che svolge. La figura del pastore, come ogni altra figura, viene da una radice comune, ed evidenziare questa radice comune è essenziale”. Ed è appunto in questa prospettiva e secondo queste premesse - che l’Autore delinea la figura del prete quale: uomo affascinato dalla Parola; uomo di profonda umanità; uomo capace di ascolto; seminatore instancabile e attento della Parola; uomo senza confini; il custode della memoria. Un itinerario suggestivo del quale evidenziamo solo qualche provocazione. Innanzitutto, la nuova evangelizzazione non può ridursi ad un qualsiasi ripensamento del vangelo per inculturarlo nel mondo d’oggi, ma deve - prima di tutto e sopra tutto - concretizzarsi in una riscoperta della novità del vangelo stesso per evitare di proporre il Dio di Gesù in modo ovvio o come la semplice risposta alle attese umane. La Parola propone un Dio per nulla ovvio e che va ben oltre le attese umane. Una non ovvietà e un superamento che vanno mantenuti vivi e costantemente proposti. Poi, la necessità dell’ascolto: ascolto della Parola di Dio e ascolto delle persone. “Anche questa - annota l’Autore - è una lamentazione generale. E’ difficile trovare un sacerdote - è un semplice esempio - con cui parlare. Più in generale capita alle nostre comunità quello che capita a molte famiglie: tanto lavoro, tante cose,tanti impegni, e non c’è più tempo per parlare e ascoltare”. Quindi, rapportarsi al tema della nuova evangelizzazione in una precisa prospettiva: “I problemi della nuo- a cura di AGOSTINO CLERICI OLTRE LA VITA BRUNO MAGGIONI, Il prete uomo della Parola, Cittadella, pagine 100, euro 9,50 va evangelizzazione sono due: come evangelizzare una cultura che sembra indifferente alla domanda religiosa; e come evangelizzare una domanda religiosa, che tuttavia rimane lontana dal vangelo”. Con una sottolineatura che ci sembra essenziale: “siamo convinti che oggi abbiamo anzitutto - nei confronti dei problemi essenziali e complessi - bisogno di conoscerli a fondo, individuandone la radice e le motivazioni. Dare per scontato che conosciamo problemi e situazioni e che, perciò, ci occorrono soltanto decisioni e direttive pratiche sarebbe l’errore più grave che possiamo commettere”. Infine, la convinzione, forse mai profondamente interiorizzata, della natura della proposta evangelica: “Il cristianesimo è una proposta di sua natura popolare: per uomini quotidiani,uomini seri e pensosi questo sì, ma non necessariamente eccezionali”. Il prete è chiamato ad essere segno di queste priorità. Segno perché le visibilizza. Non da solo, ma assieme a tutti: credenti e non credenti. Con modi e tempi diversi, ma sempre e comunque a tutti per tutti. Come le pagine di questo volumetto che delinea i tratti del prete, uomo della Parola, uomo tra gli uomini. Custode di una memoria che è proposta a tutti. Ecco alcuni testi che ci aiutano a riflettere sul tema della morte e dell’escatologia cristiana. Dapprima un volume a più mani che raccoglie alcune voci di dizionari teologici, scandito da un’attenta riflessione biblicoteologica sull’esperienza della morte, sui temi dell’immortalità e della vita eterna, della risurrezione, del paradiso e dell’inferno. Vi è raccolto il contributo di tre importanti autori, scandito secondo la successione logica delle fasi che il pensiero tradizionale - quello dei Novissimi - ha inteso codificare. A un primo momento, dedicato alla riflessione teologica sulla morte proposta da Antonio Nitrola, segue un approfondimento in chiave biblica dei temi dell’immortalità e della vita eterna, a cura di Klaus Berger, e della risurrezione, a firma di Bruno Maggioni. KLAUS BERGER - BRUNO MAGGIONI ANTONIO NITROLA, Oltre la vita. Un mistero di pienezza, San Paolo, pagine 94, euro 9,00. Ecco due agili fascicoli curati da Luigi Guglielmoni e da Fausto Negri. Il primo è dedicato alle domande sull’aldilà. Perché il giorno della morte è chiamato dai cristiani “dies natalis” (giorno della nascita)? Davanti al dramma e all’assurdità della morte, a cosa serve la fede? Siamo certi che esiste un aldilà? Cielo, Paradiso, Inferno dove si trovano? La fine del mondo è prossima?... Questo libretto illustrato si propone di rispondere a queste e altre fra le domande più comuni sull’aldilà: una catechesi semplice, fatta di riflessioni, poesie e testimonianze. LUIGI GUGLIELMONI - FAUSTO NEGRI, Come sarà dopo?, Elledici, pagine 32, euro 3,90. Il secondo sussidio, attraverso riflessioni, poesie, immagini e meditazioni, intende presentare i “Novissimi”, cioè le “realtà ultime”, ed aiutare a riflettere su alcune domande che ciascun credente si pone. A chiusura del volume viene riportato quanto scritto da sant’Agostino e che risuona come risposta alla domanda del titolo: «Riposeremo e vedremo; vedremo e ameremo; ameremo e loderemo, nella fine che non avrà fine». LUIGI GUGLIELMONI - FAUSTO NEGRI, Cosa ci attende?, Elledici, pagine 32, euro 3,90. Il fondamento della fede nell’aldilà sta nella risurrezione di Gesù. Una delle domande a cui cerca di rispondere il volume di Carsten Peter Thiede (scomparso improvvisamente sei anni fa, proprio nell’atto di concludere l’edizione tedesca del libro ora tradotto in italiano da Elledici) riguarda proprio la storicità della risurrezione di Cristo. Il volume tenta di dare una risposta alla domanda: il Gesù della storia e il Cristo della fede sono un’unica e medesima persona o due persone differenti? L’ampia trattazione, svolta con stile avvincente e scientificamente documentata, giunge alla conclusione che “il Gesù della storia e il Cristo della fede sono due facce inseparabili della stessa moneta. Se guardiamo al Gesù della storia, sappiamo che l’altra faccia, il Cristo della fede, è pure presente anche se non possiamo vederla... Il messaggio di Gesù Cristo è indivisibile. E’ un messaggio sia di storia che di fede”. CARSTEN PETER THIEDE, Gesù: mito o realtà?, Elledici, pagine 136, euro 11,00. ARCANGELO BAGNI TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C Parola FRA noi SAP 11,22-12,2 SAL 144 2TS 1,11-2,2 LC 19,1-10 Se cambi il cuore, riacquisti la vista e riconosci Gesù di ANGELO SCEPPACERCA TERZA SETTIMANA del Salterio ZACCHEO VUOLE VEDERE GESÙ G esù sta andando a Gerusalemme. Oggi è a Gerico. Alle sue porte aveva incontrato un cieco che, affermando la sua fede, recupera la vista. Due città messe dinanzi alla scelta se accogliere o respingere, nella visita del Figlio di Davide, la salvezza. A Gerico entra in scena Zaccheo, un personaggio strepitoso, ben diverso dal cieco e dagli altri incontrati sulla strada verso Gerusalemme. Zaccheo non è virtuoso, non gli interessa né la Legge di Dio né la vita eterna. È il ricco capo dei pubblicani e, per vedere questo Gesù, gli basta salire sui rami di un sicomoro, a debita distanza. Da questo balcone, invece, è lui stesso visto da Gesù che gli fa fretta di scendere “perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Dinanzi alla fede del cieco, il miracolo pare scivolare nella semplicità di una dichiarazione: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato”. Per ridare sangue al cuore del ricco, è necessario che Gesù si fermi a casa sua. Zaccheo è toccato: scende in fretta e pieno di gioia dal suo albero. Gesù, passando, alza lo sguardo perché “ha sentito” Zaccheo. Non nella voce, ma nel desiderio. E gli si offre ospite a casa, familiare, intimo, amico. Zaccheo scende ed è già cambiato. Fa i conti in modo nuovo: dà invece di ricevere e guadagna perdendo. Sale la mormorazione della folla contro l’incauto gesto del Signore che ha scelto di entrare in casa di un peccatore. Zaccheo non si mette soggezione e appiana ogni polemica con una grande restituzione, non solo verso i tartassati, ma anche verso i colpiti da una povertà di cui lui stesso si sente responsabile perché peccatore. La dichiarazione di Gesù è il succo del Vangelo: se cambi il cuore, riacquisti la vista e rico- nosci in ogni uomo il fratello figlio dello stesso Padre. Questa è l’antica promessa depositata nella storia dell’umanità fin da Abramo, custodita dai padri ebrei fino ad oggi quando, a Gerico, sotto un sicomoro, passa il Messia di Dio e si ferma e chiede di entrare in casa di chi si sente perduto. Ho conosciuto anch’io “Zaccheo”, un negoziante di elettrodomestici, già quattro volte in Sri Lanka, a costruire casette per i pescatori spogliati dallo tsunami. Come Zaccheo, sente parlare in giro, raccontare, ma vuole vedere di persona. L’ho visto dare, più volte e senza enfasi. Fa tante domande solo per sapere di più di Gesù e del suo Vangelo. Non gli manca nulla di Zaccheo, a cominciare dalla statura. A Zaccheo manca qualcosa di M. il travolgente umorismo napoletano. E manca la caffettiera di M., nuova ad ogni viaggio perché alla fine, puntualmente, resta in altre mani. CHIESA PRIMOPIANO P A G I N A 3 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 G ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ abriele l’ha scritto nero su bianco: «Ho perso il lavoro, mi uccido». Gabriele ha voluto lasciare un messaggio che ripercorre la sua sofferenza, che è anche un diario, una denuncia. E racconta indirettamente tante altre storie vissute in silenzio, di gente che come lui, a 50 e passa anni, si ritrova senza un lavoro, quasi in miseria e scivola nella disperazione. Gabriele R., 55 anni genovese, si è tenuto tutto dentro, una pressione sempre più forte, insopportabile, ma prima di farla finita ha provato a spiegare. Due fogli di carta sono tutto quello che ha lasciato, lui che ormai si era convinto: «Con la morte finisce tutto, non c’è niente dopo». E’ venerdì. Gabriele ha meditato a lungo il suo gesto e la giornata forse gli dà l’ultima spinta: grigio, nuvole basse, c’è un vento che ti entra dentro e ricaccia la gente nelle case. Decide che è il momento di andarsene. Prende un foglio e racconta la sua storia di ragazzo che dalla provincia era arrivato in città. Sperava di essere riuscito a realizzare i suoi sogni: prima il titolo di studio da geometra, poi il matrimonio e un figlio. Ma arriva la crisi, quella parola che prima ti sembra lontana come l’America, poi, però, ti piomba addosso e d’improvviso ti costringe a fare i conti con la vita. Così a settembre cambia il vento, le porte si chiudono in faccia a Gabriele che si trova senza lavoro. Fa male all’orgoglio, Gabriele racconta passo per passo l’angoscia di bussare alle aziende, ai colleghi, descrive il dolore di sentirsi dire «no». I soldi cominciano a mancare davvero e lui si ritrova a fare i conti per mangiare. Cerca di tenere duro, di non perdere almeno la dignità. «Era un uomo per bene, molto chiuso però. Non frequentava quasi nessuno», racconta Attilio, uno dei suoi pochissimi conoscenti. E aggiunge: «Vedevamo che stava male, ma non avevamo capito che fosse così disperato. E poi sono in tanti a non riuscire ad arrivare alla fine del mese», spiega, mentre indica le luci di un bar lì vicino, che fino a pochi mesi fa a quest’ora era vuoto, mentre adesso sono in tanti a cercare un po’ di compagnia. Capita a Genova, ma non solo, ma a Gabriele non andava. E quella parola «pesare» ricorre spesso nel suo messaggio. Scrive con lucidità, parla della propria morte e del futuro senza di lui. Il resto è facile da immaginare: Gabriele dà un’ultima occhiata alla sua casa, pensa al figlio, alla moglie. Poi esce e sale per i boschi, cerca un posto appartato, tira fuori la corda che ha comprato e se la stringe al collo. ALCUNI SPUNTI PER RIFLETTERE QUANDO IL LAVORO UCCIDE... E ’ un racconto di cronaca che richiama molti altri casi tristi di morte. Scorrendo le pagine della cronaca troppe sono le morti legate alla crisi economica, che ha provocato effetti, a volte devastanti, sul proseguo della attività lavorativa. Ci sono casi come quello presentato. Il lavoro quotidiano era garanzia di un presente sereno che si apriva di giorno in giorno al futuro. La perdita di lavoro ha avvolto la vita di quel lavoratore con un buio così fitto che ha annebbiato ogni riferimento; egli si è trovato solo, sperimentando la propria impotenza, in lui la speranza ora definitivamente morta e con essa la sua vita. E come lui quanti altri casi. Oppure coloro che di fronte al licenziamento, che li ha portati ha perdere la fonte insostituibile del sostentamento per la sua famiglia, spesso già gravate da debito, tipo mutuo della casa, si sono fatti omicidi. In loro si annidato un risentimento così forte da indurre ad uccidere colui che essi ritenevano responsabili della perdita del loro lavoro. Oppure gli artigiani e piccoli imprenditori, che a seguito della crisi economica han dovuto abbassare le saracinesche La sua mancanza è occasione di sconforto. Di disagio estremo. Non di rado, però, un suo appoccio superficiale è causa di gravissime conseguenze. Anche mortali. In questa pagina alcuni spunti per riflettere sull’importanza che lega l’uomo ad una regolare occupazione, ma anche sulla necessità che questa venga vissuta nel rispetto dell’uomo stesso pagina a cura della Pastorale Sociale e del Lavoro della loro azienda, lasciando i propri dipendenti, meglio chiamarli collaboratori, senza più un lavoro. Molti di essi, prima di morire, hanno compiuto l’ultimo gesto di responsabilità; hanno venduto tutto quello che possedevano, casa compresa, destinando quei guadagni a coprire i debiti contratti con i dipendenti e i fornitori. Questi casi devono far riflettere. I dati statistici sulla chiusura di aziende e sui licenziamenti sono numeri freddi per chi si accontenta di una lettura aritmetica, ma per chi va più un profondità coglie angosce e sofferenze. L’abbandono, il sentirsi solo, il non cogliere più una speranza è dato comune emergente dai fatti di cronaca ricordati. Questi fatti richiamano ancora una volta l’importanza che il lavoro, data la sua molteplice valenza, ha per la persona umana. Una rilettura della Laborem Exercens è più che utile per contrastare una cultura che esaspera la dimensione oggettiva del lavoro a discapito di quella soggettiva. Ma non è sufficiente questo. Occorre creare anche luoghi di accompagnamento per chi vive la sofferenza per la perdita di lavoro, che li sostenga nel vivere il difficile e grave momento della perdita di lavoro con un accompagnamento concreto, tangibile ma anche di profonda e solidale vicinanza umana. E non può essere questo un percorso pastorale di carità e di speranza che le nostre comunità possono offrire? MORIRE SUL LAVORO: UNA TRAGEDIA (ANCHE) NOSTRA Facciamo ora memoria delle persone della nostra diocesi decedute per motivi di lavoro: 2 Febbraio: Vinicio Casarotto, di anni 52 operaio di una impresa veneta, precipitato a Gordona (SO) da un ponteggio mentre stava sistemando un’elica di una centralina idroelettrica. 18 marzo: Gianfranco Piazza, di anni 65 di Azzio (VA), travolto da un albero mentre lavorava nei boschi di Azzio nei pressi di un agriturismo. 29 aprile: Stefano Boggia, di anni 42 di Laglio (CO), mentre effettuava lavori di manutenzione lungo la statale Regina, è stato travolto da un’auto. 12 maggio: Guido Cossi, di anni 67 di Sondalo (SO), morto folgorato da una scarica elettrica provocata dalla caduta dell’albero che aveva appena tagliato con la motosega e che precipitando aveva troncato i cavi dell’alta tensione. Questi nominativi sono stati ripresi dalle cronache dei giornali. Auspichiamo che eventuali decessi ci vengano segnalati dai Parroci in modo che il nostro Vescovo, unitamente alla Pastorale Sociale e del Lavoro, possa esprimere la propria vicinanza di conforto ai familiari delle vittime. La dottrina sociale della Chiesa Il lavoro è uno di questi aspetti, perenne e fondamentale, sempre attuale e tale da esigere costantemente una rinnovata attenzione e una decisa testimonianza. Perché sorgono sempre nuovi interrogativi e problemi, nascono sempre nuove speranze, ma anche timori e minacce connesse con questa fondamentale dimensione dell’umano esistere, con la quale la vita dell’uomo è costruita ogni giorno, dalla quale essa attinge la propria specifica dignità, ma nella quale è contemporaneamente contenuta la costante misura dell’umana fatica, della sofferenza e anche del danno e dell’ingiustizia che penetrano profondamente la vita sociale … La Chiesa ritiene suo compito di richiamare sempre la dignità e i diritti degli uomini del lavoro e non stigmatizzare le situazioni, in cui essi vengono violate, e di contribuire ad orientare questi cambiamenti perché si avveri un autentico progresso dell’uomo e della società … La Dottrina Sociale della Chiesa, infatti, trova la sua sorgente nella Sacra Scrittura, e in particolare, nel Vangelo e negli scritti apostolici … Le fonti della dignità del lavoro si devono cercare soprattutto non nella sua dimensione oggettiva, ma nella sua dimensione soggettiva. In una tale concezione sparisce quasi il fondamento stesso dell’antica differenziazione degli uomini in ceti, a seconda del genere di lavoro da essi eseguito. Ciò non vuoI dire che il lavoro umano, dal punto di vista oggettivo, non possa e non debba essere in alcun modo valorizzato e qualificato. Ciò vuoI dire solamente che il primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso, il suo soggetto. A ciò si collega subito una conclusione molto importante di natura etica: per quanto sia una verità che l’uomo è destinato ed è chiamato al lavoro, però prima di tutto il lavoro è «per l’uomo », e non l’uomo «per il lavoro »… Difatti, lo scopo del lavoro, di qualunque lavoro eseguito dall’uomo - fosse pure il lavoro più «di servizio», più monotono, nella scala del comune modo di valutazione, addirittura il più emarginante - rimane sempre l’uomo stesso. (enciclica Laborem Exercens) INTENZIONI PER LE PARROCCHIE P adre, tu hai affidato all’uomo l’opera delle tue mani perché con il suo lavoro la porti a compimento per il bene di tutti i suoi figli: ora noi ti affidiamo, per mezzo del tuo Figlio Gesù Cristo, coloro che sul lavoro hanno incontrato la morte. (si possono elencare i nomi e i luoghi). Ti supplichiamo di far partecipi questi nostri fratelli, per la tua misericordia, alla pienezza della vita e concedi a chi soffre a causa della perdita dei propri cari il conforto della fede e il sostegno della carità fraterna. SOCIETÀ P A G I N A 4 INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 SINODO MEDIO ORIENTE LE 44 “PROPOSITIONES” COLPO D’OCCHIO Tra zucche e... zucconi In Italia mancano le zucche? Evidentemente sì, o almeno quelle nostrane non bastano. Chi pensava che in fatto di zucche eravamo autosufficienti può ricredersi. Dobbiamo importarle dalla Francia, dall’Argentina e finanche dall’Egitto e dagli Stati Uniti. Nessuno rida, che la faccenda è seria. Per i primi tre Paesi stiamo parlando della Cucurbita pepo, nome scientifico della zucca venduta solitamente confezionata in pezzi nei supermercati. Occhio all’etichetta, non accusateci di inguaribile autarchia, ma diffidate delle zucche francesi, argentine e delle zucche d’Egitto. Non valgono quelle italiane. Peggio che peggio le zucche che ci arrivano dagli Stati Uniti. Non bastasse la cattiva qualità, sono, per buona misura, vuote. Ebbene sì, Halloween, la festa delle zucche vuote, ha preso piede anche in Italia. Accolta nella nostra lingua, come altre parole d’accatto di origine anglo-americana, con tanto di avallo dei vocabolari: Zingarelli registra Halloween dalla ristampa 1999. Gli americani oltre a esportare democrazia, non sempre riuscendoci e a volte con qualche disastro collaterale, sono riusciti a esportare zucche vuote, con meno disastri ma pur sempre con inconvenienti di varia natura, a incominciare dall’aver fatto travisare ai bambini e forse a più di un adulto il vero significato della festa di Ognissanti. Per non dire delle zucche di plastica, più vuote di quelle autentiche, dei denti finti, delle maschere sanguinolente e altra paccottiglia orripilante in vendita puntualmente nei supermercati per celebrare Halloween. Per la gioia dei bambini e dei grandi, comprendendo nella “gioia dei grandi” soprattutto la contentezza di chi, con la festa delle zucche, finisce per fare buoni affari. Intendiamoci: siamo mille miglia lontano dal dare addosso ai bambini. Anzi, la partecipazione (innocente) dei pargoli e il loro altrettanto innocente ritornello “Dolcetto o scherzetto” contribuiscono a ricondurre in una dimensione accettabile di “gioco” una festa altrimenti collegata al macabro e al cattivo gusto di tradizioni (celtiche) non appartenenti alla nostra cultura. Sia consentito perciò, fatti salvi i bambini, dare addosso, con una strofa innocente, a quanti adulti, vaccinati e magari insegnanti nelle scuole - si entusiasmano a organizzare e diffondere la festa di Halloween: Non solo zucche, ma finanche vuote, / per copiare la moda americana! / Nessuno s’offenda e ci perdoni / se queste tradizioni un poco idiote / noi le traduciamo all’italiana / col nome di “Festa degli zucconi”. Ritorniamo alla festa vera, a Ognissanti. Per non far torto a nessuno, prima abbiamo citato Zingarelli, prendiamo questa volta da Devoto-Oli una buona definizione: “La festa cattolica dedicata a tutti i santi, sia a quelli del martirologio sia alle anime beate: fissata al primo novembre in età carolingia”. Opportuno il riferimento storico, ma ancor più opportuno l’inciso dove si specifica una verità fondamentale: i santi non sono solo quelli del martirologio (il repertorio ufficiale della Chiesa nel quale sono registrati tutti i santi “laureati”, per dire quelli che hanno superato l’esame di santità), ma anche, semplicemente, le anime beate, le anime di coloro che sono vissuti silenziosamente operando il bene e ora godono del Paradiso e della visione di Dio. Ognissanti, insomma, è la festa non solo dei santi riconosciuti, ma anche dei santi sconosciuti, dei santi nascosti, senza laurea e senza aureola, che - grazie a Dio, e nonostante tutto vogliamo sperare siano in numero maggiore dei santi laureati. PIERO ISOLA La presenza dei cristiani Q uarantaquattro “proposizioni” (in latino “propositiones”) riassumono le due settimane di lavori dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, dal titolo “La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. ‘La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola’ (At 4,32)”. L’elenco finale delle proposizioni è stato votato sabato 23 ottobre, nel corso della quattordicesima congregazione generale. La prima questione messa a fuoco è quella relativa alla “presenza cristiana in Medio Oriente”, dove “siamo chiamati a vivere come Chiesa di comunione, restando aperti a tutti, senza cadere nel confessionalismo”. Riferendosi alla difficile situazione in cui versano alcune comunità cristiane mediorientali, i padri sinodali ricordano che “essere cristiano comporta la condivisione della Croce di Cristo”; tuttavia occorre “attirare l’attenzione del mondo intero sulla situazione drammatica di certe comunità cristiane” che “soffrono ogni tipo di difficoltà, giungendo talvolta fino al martirio”, chiedendo “alle istanze nazionali e internazionali uno sforzo speciale per mettere fine a questa situazione di tensione”. Nelle “propositiones” si parla poi di pace (“le nostre Chiese s’impegnino a pregare e operare per la giustizia e la pace” e “si dedichino alla purificazione della memoria e alla promozione del linguaggio della pace e della speranza”) e dei pellegrinaggi ai Luoghi Santi (“occasione di una catechesi approfondita, attraverso un ritorno alle sorgenti”). Per una pastorale dell’emi- grazione. Per mantenere una presenza cristiana in quella che fu la culla del cristianesimo si esortano fedeli e comunità ecclesiali “a non cedere alla tentazione di vendere le loro proprietà immobiliari”. “Le nostre Chiese – proseguono le ‘propositiones’ – devono creare un ufficio o una commissione che si occupi dello studio del fenomeno migratorio e delle sue motivazioni per trovare i mezzi per contrastarlo”, impegnandosi a “consolidare la presenza dei cristiani” attraverso “progetti di sviluppo”. Chiedendo alle Chiese locali di “adottare una pastorale specifica dell’emigrazione”, i padri sinodali richiamano il legame “tra gli emigrati e la Chiesa di provenienza” e raccomandano che le Chiese d’accoglienza “conoscano e rispettino la teologia, le tradizioni e i patrimoni orientali”. Sui lavoratori immigrati in Medio Oriente, invece, si sollecitano Chiese, istituzioni e forze politiche “a fare tutto quanto rientra nelle loro competenze perché i diritti fondamentali degli immigrati, riconosciuti dal diritto internazionale, siano rispettati”. La comunione “in seno alla Chiesa cattolica”, “tra vescovi, clero e fedeli”, “con le Chiese e le comunità ecclesiali” costituisce uno degli elementi portanti del Sinodo. All’interno della Chiesa cattolica si raccomanda, tra l’altro, di “creare una commissione di cooperazione tra le gerarchie cattoliche del Medio Oriente, incaricata di promuovere strategie pastorali comuni”, si richiamano i nuovi movimenti ecclesiali a “operare in unione con il vescovo locale e secondo le sue direttive pastorali”, si fa cenno alla “situazione dei fedeli cattolici nei Paesi del Golfo” e alla “pastorale delle vocazioni”, si parla dell’“importanza della lin- gua araba” chiedendo d’intensificarne l’uso da parte della istituzioni vaticane. Nel rapporto tra vescovi, clero e fedeli ha suscitato la curiosità dei media la “propositio” relativa ai “preti sposati” (presenti nella Chiesa orientale), laddove si afferma che “il celibato ecclesiastico è stimato e apprezzato sempre e dovunque nella Chiesa cattolica, in Oriente come in Occidente”, chiedendo tuttavia “la possibilità di avere preti sposati fuori dai territori patriarcali” per “assicurare un servizio pastorale in favore dei nostri fedeli” rispettando “le tradizioni orientali”. Sul piano ecumenico, invece, si riafferma l’“importante ruolo” delle Chiese orientali cattoliche, incoraggiate “a instaurare un dialogo ecumenico a livello locale”, raccomandando che “siano maggiormente coinvolte nelle commissioni intenzionali di dialogo”. “Ogni battezzato dev’essere pronto a rendere ragione della sua fede”, rilevano infine i padri sinodali proponendo “centri di catechesi” per “una formazione di fede viva degli adulti”, incoraggiando “le scuole e le istituzioni educative cattoliche”, rilevando “l’importanza capitale dei nuovi mezzi di comunicazione” e ponendo particolare attenzione alle famiglie e ai giovani. Da ultimo, il dialogo interreligioso con ebrei e musulmani. Da un lato “le iniziative di dialogo e di cooperazione con gli ebrei sono da incoraggiarsi”. Dall’altro “nel Medio Oriente i cristiani condividono con i musulmani la stessa vita e lo stesso destino” e perciò “sono chiamati a continuare il fecondo dialogo di vita” con “uno sguardo di stima e di amore, mettendo da parte ogni pregiudizio negativo”. RIFIUTI IN CAMPANIA INTERVISTA A PASQUALE GIUSTINIANI I motivi dell’emergenza e la reazione della gente A Pasquale Giustiniani, membro della Commissione Giustizia e salvaguardia del creato della Conferenza episcopale campana e docente di Bioetica alla facoltà di giurisprudenza della seconda Università di Napoli, abbiamo chiesto un parere su questa ennesima emergenza dei rifiuti a Napoli. Come mai siamo sempre in una situazione di emergenza con i rifiuti in Campania? “Ironia delle parole: emergenza, che dovrebbe indicare stato da superare il più presto possibile, anche con mezzi straordinari, come un commissariamento e relativa ‘militarizzazione’ di certi luoghi della Campania e, in particolare, di Napoli e del suo hinterland, diviene, invece, uno stato di emergenza infinita. A cui purtroppo ci si abitua, soprattutto qui al Sud, dove l’arte di ‘arrangiarsi’ e di adattarsi inermi a quanto avviene ‘fuori’ è un atteggiamento atavico. Non si riesce né a progettare né a realizzare una se- rie di provvedimenti ‘mirati’ e risolutivi, che dovrebbero andare nella direzione del cambiamento di ‘cultura’, invece d’inseguire primariamente la tecnica (e la politica) di piccoli interventi riparatori, simili a chi, nell’approssimarsi della visita di un ospite, mette la polvere sotto il tappeto, ma non spazza mai davvero bene e sistematicamente. Rifiuti e relativo scarico (e discarica) evidenziano, simbolicamente, un modo di stare al mondo: una parte di noi, benché prodotta da noi, viene rifiutata e scaricata su imprecisati altri, i quali non vogliono i nostri scarti, mal digerendo soprattutto i loro”. La gente protesta fortemente… “La gente di Terzigno e dei paesi ubicati nel Parco nazionale del Vesuvio è legittimamente disperata: le promesse, a volte anche scritte da parte dei politici e degli amministratori locali, non sono mantenute e, all’occorrenza, sono gestite con ‘l’uomo della Provvidenza’ che arriva a risolvere. Anzi la parziale realizzazione del piano, con la prima discarica che diventa simile a un qualunque sversatoio incontrollato e che avvelena ambiente e persone, appare alla gente come una sorta di premonizione del peggioramento successivo inevitabile. Di qui la protesta, le manifestazioni e l’inserimento dei facinorosi e perfino la guerra tra poveri: povera gente destinata a breve a essere abbandonata ai suoi mai risolti problemi (non appena i riflettori mediatici si allontaneranno), posta di fronte a povera gente addetta all’ordine pubblico, di fronte ad altra povera gente che guida i camion della spazzatura e a cui è stato detto di sversare in un determinato sito. Poveri quasi senza regìa, prede dell’ultimo momento su cui scaricare violenza e rabbia repressa”. Esiste un problema per la salute? “Quello dei rifiuti è uno dei nuovi affari dell’illegalità diffusa e della delinquenza organizzata. Alludo non tanto allo sversamento in discarica (un luogo alternativo prima o poi si troverà), ma alla gestione provinciale della raccolta e dello smaltimento che è stata soltanto ‘politica’ e non ha tenuto presenti le differenti estensioni ed esigenze dei territori provinciali (la provincia di Napoli e di Caserta sono enormi rispetto a quella di Benevento, ad esempio). Come ha trovato impreparata la macchina amministrativa e politica ordinaria: i dipendenti degli ex consorzi da assorbire e gestire; le ecoballe non ecologiche che costano e che spesso sono ancora lì; i sottosuoli con rifiuti tossici e speciali da bonificare. Problemi enormi, insomma, ma anche affari per i mal intenzionati. Intanto, la raccolta differenziata non decolla in molte parti, in quanto non s’incide sulle abitudini inveterate tra la gente e non si attiva un vero e proprio esercizio virtuoso della raccolta. Intanto, sono state vane le promesse gridate all’opinione pubblica del ‘miracolo’ dell’inceneritore di Acerra, che continua a non funzionare, mentre mancano gli altri gangli territoriali che il piano generale prevedeva. Inoltre, fondata-mente o infondatamente, le persone si ritrovano, oltre ai miasmi e al percolato qui e là, anche le malattie più silenti di tipo dermatologico, respiratorio e oncologico… I nervi possono saltare”. Qual è il ruolo dei cattolici di fronte a queste situazioni? “Gli animatori e coloro che svolgono un servizio ministeriale in mezzo alla gente non possono che operare sui tempi medio-lunghi e non certamente nelle continue emergenze. Si tratta di educare a una cultura del cambiamento degli stili di vita e, insieme, di valorizzare l’imprenditorialità creativa e, sul piano tecnico, cercare e realizzare le soluzioni più avanzate e meno dannose per la biosfera. Si tratta, inoltre, di preparare quadri amministrativi e politici secondo le idealità cristiane della salvaguardia del creato e della giustizia. La situazione sta degenerando e ci può scappare, Dio non voglia, il morto, come già ci scappano i feriti dell’una e dell’altra barricata. Non dobbiamo celebrare funerali anche sulle vittime dei rifiuti nell’inerzia generale”. SOCIETÀ FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 P A G I N A 5 MA CHI È IL PUBBLICO? A proposito di morbosità I I Uomini per questo tempo nutile un codice deontologico, tanto vince la morbosità. È il ritornello che ogni volta sentiamo in occasione di dirette televisive controverse quando sul buon gusto e sul pudore hanno la meglio il desiderio di spiare dal buco della serratura, la ricerca dell’effetto drammatico, la necessità di fare il colpo giornalistico per arrivare prima dei concorrenti. La morbosità è di solito giustificata dall’idea che ci sia un pubblico a chiedere di entrare nei sentimenti degli altri, spiando e indagando nel loro intimo. La giustificazione teorica è il diritto di cronaca. Dobbiamo rassegnarci al dilagare della spazzatura? L’etica è del tutto impotente? Qualcosa si può dire in proposito, cioè che le giustificazioni addotte sono false. In realtà si parla oggi della comunicazione, in senso generale, nei termini di una “industria della comunicazione”, un mercato che smuove interessi nell’ordine dei 100 miliardi di euro all’anno. Dunque possiamo immaginare che nulla di quel che accade in televisione sia dovuto al caso. Insistere nell’indagare sui sentimenti ha l’effetto di innalzare gli indici di ascolto di un programma che diventa interessante per gli inserzionisti della pubblicità e dunque sono disposti a pagare di più. Ricordiamo quello che hanno dichiarato più volte i conduttori di programmi televisivi accusati di venire strapagati. Hanno detto spesso che gli introiti pubblicitari di una sola puntata servono a pagare il loro compenso annuale. Dunque se di industria si tratta diventa un po’ inutile invocare codici deontologici. Secondo punto: vince la morbosità perché il pubblico la vuole, la chiede, la desidera? Quello del pubblico è il ritornello messo in campo dagli operatori della comunicazione quando devono giustificare le loro malefatte. Hanno un’idea precisa di chi sia il “pubblico”? Hanno chiesto al “pubblico” se davvero vogliono vedere rappresentati quegli aspetti e non altri? Certamente no. In una industria della comunicazione di questo genere e con tali e tanti interessi in campo, siamo sicuri che i signori e le signore intervistate sui loro drammi, pronti e pronte a spargere lacrime e dolori a piene mani, non vengano pagati per questo? Non abbiamo contrattato un loro tornaconto dall’avere un’immagine televisiva? A queste domande i conduttori dovrebbero fornire delle risposte e queste domande dovrebbero venire rivolte dai cri- tici televisivi e girate ai dirigenti delle aziende editoriali di ogni genere. Sappiamo infatti che nel lavoro concreto delle redazioni entrano in gioco moltissimi e variegati interessi economici e commerciali. Pensiamo soltanto ad un aspetto negletto del nostro patrimonio culturale: la lettura dei libri. Ebbene una recensione su un giornale di ampia diffusione porta molte e molte copie vendute. Da qui gli interessi delle case editrici e le pressioni a fronte della scarsità di spazio tipico dei media in relazione alla grande quantità di opere pubblicate. Ecco perché ogni riflessione sull’etica della comunicazione dovrebbe sempre chiedersi quali siano gli interessi economici in campo. In Italia - ma la tendenza è mondiale - non esistono più gli editori puri bensì aziende che hanno molteplici settori di attività e tra questi anche nella comunicazione. Che deve dunque aiutare le vendite. FABRIZIO MASTROFINI CORSIVO di AGOSTINO CLERICI LE MIE... «LACUNE EVOLUTIVE» Mi sono messo nei miei panni ed ho ringraziato il Signore di non avere un terzo difetto originario, una di quelle «lacune evolutive» per usare un linguaggio darwiniano - che oggi come oggi appaiono come vere e proprie falle nel progresso inarrestabile dell’umanità. Prima di confessare i primi due «difetti», nomino quello a cui sono provvidenzialmente scampato: non sono un politico. Quindi mi si deve perdonare se ogni tanto penso in proprio e allungo su questa carta la mia opinione, rischiando subito che il mio libero pensiero - giusto o sbagliato che possa essere venga incasellato nelle categorie fissiste del vecchio ideologismo, peggiorato sembrava impossibile - dal bipolarismo della seconda Repubblica (o siamo già alla terza, forse ho perso il conto). Ma non sono un politico, e quindi non mi si deve dare la colpa di tutto quanto succede sotto il sole o durante una comune giornata ventosa d’autunno. Lo so che - secondo il famoso adagio quando piove il governo è ladro, ma non quando tira il vento, perché - lo ha detto anche Gesù - il vento soffia dove vuole, libero almeno lui! Non sono un politico, ma - ahimé - ho già altre due «lacune» a cui pensare, e non sono meno gravi e gravose. Sono un prete, e di questi tempi il sospetto aleggia sull’intera categoria, per colpa di qualche mela marcia (zero virgola zero zero... ma capisco che le statistiche in questo caso non valgano). Pensate che volevano affibbiarci una santa suora australiana come protettrice della gioventù dagli abusi sessuali dei preti. Leggendo qualche giornale sembrava addirittura che l’avessero canonizzata proprio perché aveva osato denunciare un prete molestatore al suo vescovo. Non è vero, ma siccome l’ha detto qualche giornalista bene (mal)informato, qualcosa di vero, dietro o sotto, deve esserci. E proprio qui c’è la falla peggiore nella trama già sfilacciata della mia umanità, quella di cui in queste settimane mi vergogno non poco. Non so nemmeno come scriverlo, ma intanto è risaputo: sono giornalista. Lo ammetto: faccio fatica a sfogliare i quotidiani, scivolo via su quei titoli altisonanti che trinciano giudizi senza alcuna misura (l’altro giorno qui vicino è caduto un tetto e il giorno dopo in prima pagina ho letto «Aiuto, Como ci cade in testa», ed io mi sono sentito parificato ad un terremotato di Haiti e adesso ho quasi paura a camminare sul marciapiedi!). Tengo il telecomando pronto durante i telegiornali per cambiare subito canale quando arriva Avetrana, ma poi, gira e rigira, non riesco a trovare nessuno che abbia una dose di giornalistico coraggio per non parlarne più. Sì, lo devo confessare chiaramente. Provo indignazione e rabbia quando mi parlano di un mio confratello che ha molestato un bambino. Ma provo anche vergogna quando vedo colleghi che maneggiano l’informazione come una clava. Una persona mi diceva: «Reverendo, non ci sono più mezze misure, ma abbiamo tante mezze calzette!». Chissà che cosa voleva dirmi. l terzo millennio interpella radicalmente il cristianesimo: dalle origini ad oggi esso ha vissuto stagioni diverse, ha incontrato problemi nuovi, si è misurato con culture diverse, ha compreso che il contenuto che è chiamato a proporre non gli appartiene: ne è custode e annunciatore. Una rilettura dei secoli che ci hanno preceduto ci porterebbe a capire come non sempre la proposta del Vangelo è stata fatta dentro il tempo in cui si viveva, avendo presente - allo stesso tempo l’orizzonte della piccola storia (quella in cui la persona si colloca) e della grande storia (quella che ci ha preceduto e nella quale ci collochiamo). Il Vangelo è donato ai cristiani: un dono da conservare e da proporre allo stesso tempo a tutti. Il nuovo millennio chiede ai cristiani innanzitutto di conoscere il Vangelo da uomini e da donne del proprio tempo, di questo tempo. E’ uomo e donna del proprio tempo chi è se stesso in dialogo –attento e leale- con le altre persone e con le domande che le abitano. Non è del proprio tempo chi sfugge le domande che la vita pone e da esse non si lascia interpellare, oppure si adatta alle situazioni per stare tranquillo. Questo è conformismo: fuga dal reale per rifugiarsi nell’immaginario. E’ necessario un inserimento nel proprio contesto sia per assumerne le caratteristiche, sia per prenderne le distanze in nome della propria libertà che nasce dalla coscienza. Si può trasformare la storia soltanto standoci dentro e a partire da dentro di essa; essere inseriti nella storia è per questo la condizione dell’essere liberi di fronte ad essa. L’impegnarsi per trasformare la storia è condizione della nostra libertà. Se si perde la padronanza di questi contatti con il mondo concreto, si vive in un mondo irreale: una vita, appunto fuori dal mondo che non può incidere né in bene né in male, se non per omissione! In questa prospettiva gioca un ruolo fondamentale la libertà di ciascuno: quella libertà che fa sì che si sia dentro una concreta situazione, ma mai prigionieri di essa. E veniamo al secondo aspetto: per essere uomini del proprio tempo occorre avere il senso della grande e della piccola storia. Si è sempre nella storia, ma il nuovo millennio ci invita ad assumere la consa- pevolezza di ciò che ci precede, di conoscere le nostre radici vicine e lontane, le radici della società e della sua situazione attuale. Occorre vivere la propria storia avendo il senso della grande storia per non restare disorientati nella propria quotidianità. Il senso e la saggezza della grande storia permettono di non dimenticare quanto di buono e di bello è stato fatto e di non ripetere gli errori del passato. Diventa allora possibile acquisire libertà dalla prepotenza dell’effimero, da ciò che è caduco o ha relativa importanza. Oggi l’effimero è molto prepotente, ma di fronte ad esso la memoria della propria storia dà pace e saggezza, consente di sdrammatizzare le situazioni. Il senso della grande storia permette di fare progetti di grande respiro, dà il senso globale e quello delle proporzioni, così da avere sott’occhio i particolari sapendoli inserire in un più vasto quadro, senza disperdersi in mille strade a vicolo cieco. Avere il senso della piccola storia significa avere la consapevolezza della libertà umana e della sua storicità: la piccola storia, quella della personale libertà umana, si colloca nella grande storia. In essa la libertà di ogni uomo è condizionata: occorre avere la consapevolezza dei suoi molti condizionamenti e, in positivo, delle sue possibilità concrete; ma è pure una libertà chiamata a rapportarsi alla libertà degli altri: proposta e risposta entro un gioco di rapporti personali, libertà interpellata e interpellante. Infine, la libertà umana è libertà educabile; una libertà non stimolata da altre libertà soffoca non si costruisce né edifica la storia in cui è chiamata ad esprimersi. Che significa, allora, proporre il Vangelo dentro il proprio tempo, sorretti da una profonda libertà che permette di vivere la piccola e grande storia nella consapevolezza che il passato non si ripete? E che la proposta evangelica richiede l’intreccio significative relazioni umane? FUORI dal CORO ARCANGELO BAGNI TSUNAMI IN INDONESIA: CARITAS ITALIANA SI ATTIVA PER AIUTI, LA PRIMA NAVE MERCOLEDÌ Dopo che la terra ha tremato, un nuovo tsunami si è abbattuto al largo delle coste di Padang, sull’isola di Sumatra in Indonesia, seminando morte e distruzione. Caritas italiana si è subito attivata a sostegno della Caritas locale, esprimendo “vicinanza e solidarietà per l’ennesima emergenza che ha colpito il Paese asiatico”. Il terremoto di lunedì sera, ha causato, secondo alcune testimonianze locali raccolte da un operatore di Caritas italiana presente sul posto, “un’onda di 3-7 metri che ha provocato notevoli danni: al momento una quarantina di vittime e circa un centinaio di dispersi”. Le comunicazioni rimangono difficili con le isole Mentawai, più vicine all’epicentro del sisma rispetto alla città di Padang e da alcune località colpite non è stato ancora possibile avere notizie dirette; le alte onde hanno reso per ora impossibile l’arrivo di soccorsi via mare, ma Caritas Padang ha già predisposto un primo carico di aiuti che è stato inviato mercoledì con la prima nave disponibile. Dopo lo tsunami del 2004, si sono verificate molte altre emergenze in Indonesia: terremoti nel 2005 e nel 2007, alluvioni nel 2008, fino al terremoto che sempre a Padang nel 2009 ha provocato circa 200 morti. Caritas italiana ha sostenuto la Caritas indonesiana, chiamata “Karina”, ed ha avviato progetti per un totale di circa 5,5 milioni di euro. Dal 2005 è presente sul posto con due operatori. P A G I N A 6 SOCIETÀ ECONOMIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 UNA VOCE FUORI DAL CORO SULLA VICENDA PARTENOPEA NAPOLI E RIFIUTI: SE AD ESSERE GETTATA È LA RICCHEZZA NAZIONALE I nizio l’articolo riflettendo sui costi dell’emergenza rifiuti in Campania; sulle responsabilità degli amministratori locali e dei politici che operano nelle Istituzioni e negli Organi dello Stato. I costi e gli sprechi, registrati in questi anni, sul capitolo “monnezza campana” sono molteplici e, quando verranno quantificati, risulteranno enormi. In breve, in modo più o meno cosciente, si è dato e si sta dando un contributo alla dissipazione della ricchezza nazionale, nonché al dissesto delle finanze pubbliche campane. Il costo del malaffare, dell’ignavia della classe politica campana e degli abitanti di questa bellissima regione, ricca di storia e di opere d’arte, verrà pagato dal contribuente italiano, il quale ha pieno diritto di protestare. E’ mia sommessa opinione quindi non è detto sia una verità - che, sin dalla fine del secondo conflitto mondiale, alcune forze politiche di sinistra e di estrema destra, abbiano lavorato per indebolire la democrazia e lo sviluppo economico del Paese. Non è quindi da escludere che il disastro campano sia stato favorito e indirizzato da disegni politici oscuri, da innominabili interessi industriali e malavitosi. Non è da trascurare l’ipotesi, che anche l’operazione “mani pulite”, dimostratasi presso- Non è corretto ricondurre a colpe governative ciò che invece è imputabile alla amministrazione locale. E la protesta violenta serve, in verità, unicamente la volontà di colpire le Istituzioni pagina a cura di GIANNI MUNARINI ché inincidente, nella lotta al malaffare, ma efficiente nell’operare il crollo del sistema partitico tradizionale, al di là degli intendimenti e della indiscussa buona fede dei magistrati, sia stata strumentalizzata da chi perseguiva la lotta contro le Istituzioni democratiche e lo sviluppo del Paese. La guerriglia che ha sconvolto Terzigno e altre località campane, non ha provocato solo la distruzione di compattatori della nettezza urbana, di mezzi pubblici e delle forze dell’ordine, il danneggiamento di negozi e di arredi pubblici, ma soprattutto è stata un attacco alla democrazia e alla convivenza civile. I costi concernenti i danni richiamati vanno a sommarsi a quelli registrati nelle precedenti emergenze, ovvero ai costi derivati dal trasporto su rotaia della “monnezza campana” in Germania e per via mare in Sardegna. Non intendo infierire, ma non è possibile dimenticare che molte foto scattate dai turisti a Napoli immortalano e divulgano i cumuli di rifiuti giacenti agli angoli delle vie e delle piazze. Ciò reca danno al- l’immagine dell’Italia e per conseguenza al suo turismo, quindi si tratta di un duro colpo inferto all’attività di alberghi e ristoranti, in un momento di grave crisi economica e quindi produrrà un aumento di disoccupazione soprattutto giovanile. Non amo il conformismo e la doppiezza dei cialtroni, quindi posso andare contro corrente, ovvero essere voce fuori dal coro. Egregi cittadini di Napoli, della Campania e oppositori di tutte le colorazioni e razze, smettetela di addossare, in via principale, la colpa della sconcezza e del fallimento dell’operazione “strade pulite a Napoli e dintorni” allo Stato, al Governo e a Berlusconi, in quanto la responsabilità principale è imputabile agli amministratori locali e allo scarso senso civico dei cittadini e solo, in via subordinata, allo Stato. I ritardi nella predisposizione di discariche idonee, la mancata costruzione di inceneritori, i differimenti nella costruzione di impianti di compostaggio e infine i livelli medi della raccolta differenziata che, nella provincia di Napoli, nel 2007 si attestava su un irrisorio 8%, vanno imputati agli amministratori locali, all’indifferenza dei cittadini, ai “No a tutto” e non certo al Governo. La richiamata vicenda partenopea porta a fotografare fatti che dicono che il nostro Paese è in piena decadenza. Il primo di questi fatti è la strumentalizzazione degli eventi a scopi elettorali, ovvero l’opposizione pensa che in primavera gli italiani verranno chiamati alle urne, quindi ritiene urgente indire una campagna tesa a colpire a morte Berlusconi, al fine di evitare che l’elettorato lo riconfermi vincitore. Colpisce la smemoratezza dell’opposizione, la quale pare aver dimenticato che al Governo di Napoli e della Campania v’è stato per molti anni il Centrosinistra, il quale non solo ha dimostrato incompetenza e incapacità di governo, ma ha dato prova di grande ingegnosità nello sperpero di denaro pubblico. Il secondo fatto è la mancanza di virtù civica dei cittadini, i quali, dopo aver sottovalutato il problema grave e complesso, della raccolta e dello smaltimento dell’immondizia, si sono buttati in azioni violente prive di ogni costrutto positivo. Fatto quest’ultimo che dimostra, fra l’altro, come la scarsa partecipazione intelligente e responsabile, alla vita sociale abbia precluso la possibilità di selezionare amministratori capaci, competenti e di alta professionalità. Non nego che anche le forze del Centrodestra, quando all’opposizione, e nei brevi momenti di responsabilità di governo, abbiano dato il dovuto rilievo al problema e tanto meno abbiano avanzato proposte adeguate e possibili, alla sua soluzione. I testi del magistero che vanno dall’Enciclica “Il fermo proposito” di Pio X alla Costituzione Conciliare, “Gaudium et spes”, pongono in evidenza che il funzionamento eccellente della società civile, in funzione al bene comune, richiede anche la presenza coordinatrice dei pubblici poteri, il supporto di leggi adeguate, la partecipazione ordinata e responsabile dei cittadini alla vita sociale. In questa ottica emerge la responsabilità del governo centrale, in quanto non ha provveduto all’opera di coordinamento e di controllo, nonché alle azioni sanzionatorie richieste dalla gravità degli accadimenti. Bertolaso, ha ricevuto il mandato di gestire la nuova emergenza che, nella fattispecie, significa porre una pezza su un paio di calzoni consunti, cosicché fra sei mesi, un anno o poco più, ci ritroveremo di fronte a una nuova emergenza, che andrà a gravare sulla spesa pubblica, rendendo così difficile agli amministratori comunali l’attuazione di politiche sociali a favore dei propri cittadini. INTANTO RIPRENDE UNA LOGICA PERVERSA NEI RAPPORTI SINDACALI CISL E UIL, BARLUMI DI REALISMO; CGIL, IDEOLOGISMO P onzio Pilato è sempre di attualità, ovvero resta un valido strumento di camuffamento delle responsabilità degli attori della scena pubblica e di quella privata. Per risolvere realmente l’annoso problema dei rifiuti di Napoli è indispensabile che l’autorità legittima locale riprenda a svolgere le proprie funzioni istituzionali. In concreto deve programmare, con attenzione ai tempi medio/lunghi, la risoluzione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani, in tutte le sue fasi operative. Debbo a questo punto sottolineare che, a mio sommesso giudizio, è un non senso abdicare a favore della violenza della piazza, quindi ritengo un errore grave la mancata sottoscrizione, da parte dei sindaci, del documento presentato da Bertolaso. E’ scandaloso sostenere “è la piazza che deve decidere”. I cittadini, a loro volta, debbono accettare la richiesta di sospendere le manifestazio- ni violente che rimembrano le antiche jacqueries, inconcludenti e portatrici di rovine e desolazioni ulteriori. In parole povere i campani debbono capire che non è tollerabile una situazione che pone a rischio la salute dei cittadini, intralcia lo svolgimento dell’attività scolastica, deturpa l’immagine dell’Italia, danneggia il turismo e favorisce lo sperpero di danaro pubblico. I rifiuti vanno quindi rimossi. Se non venisse fatto, i campani potrebbero sentirsi dire: “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Temo che i rifiuti maleodoranti che ricoprono Napoli e altre zone della Campania e il malcontento, in parte giustificato, della popolazione, siano di fatto incanalati nel fiume melmoso che tenta di sommergere e danneggiare le Istituzioni democratiche e lo sviluppo economico del Paese. Non credo sia un caso che, nei primi nove mesi del 2010, siano stati contestati con violenza ottusa, ben 273 impianti: manifestazioni “No Tav” in Piemonte; scontri ad Acerra durante i cortei indetti contro la costruzione di un termovalorizzatore; proteste in Sicilia del movimento “No-Ponte a Messina”; guerriglia a Brindisi per impedire la costruzione di un rigassificatore e a Civitavecchia una centrale termoelettrica. Gli italiani sono diventati contrari a qualsiasi tipo di opera pubblica, o di modifica sul proprio territorio e, incredibile ma vero, nel contempo rivendicano welfare, occupazione, casa, diritti, scuola e Università gratuite e di eccellenza. L’assurdo è che ignorano colpevolmente che tutte queste cose hanno un costo e quindi, per poterne beneficiare bisogna prima produrre ricchezza e per farlo è inevitabile l’opera di modernizzazione. Vorrei anche dire che la società civile e politica, non può raggiungere i suoi obiettivi, il suo fine, il bene comune, senza regole e senza disciplina interna, che è ordinamento delle parti al tutto, subordinazio- ne del particolare all’interezza della comunità, finalizzazione di tutte le attività al bene comune: essa è condizione di unità e garanzia di legalità, giustizia e ordine, nella vita sociale. Esistono verità scomode ma non per questo debbono essere taciute. Prima di chiudere l’articolo ritengo opportuno esaminare, anche se di sfuggita, il quadro economico e quello della finanza pubblica. Su quest’ultimo sostengo, in contraddittorio con la maggioranza del governo Berlusconi, che i conti pubblici sono in sofferenza: le entrate tributarie, da gennaio ad agosto, sono diminuite del 2,4-2,6%, il debito pubblico ad agosto ha toccato quota 1.843 miliardi di euro. Insomma l’ottimismo sbandierato dal ministro dell’economia non trova riscontro nella realtà dei fatti. Non posso infine ignorare il peggioramento registrato nei rapporti sindacali e nelle relazioni industriali, perché sono avvenimenti che intralciano la ripresa economica, danneggiano i lavoratori e indeboliscono il ruolo dell’Italia, nonché il suo peso a livello di Ue, di G7 e G20. In questo contesto colgo il pericoloso tassello della logica perversa, che ha riportato la Fiom ad essere cinghia di trasmissione dei partiti di estrema sinistra, coalizzati attorno a Nichi Vendola. Gli attacchi di sapore squadristico a sedi Cisl, Uil e a Bonanni hanno riconfermato che in Italia il passato non passa mai, esce dalla porta e rientra dalla finestra, mentre il futuro rimane sempre una chimera. Il sogno dell’unità sindacale pare svanito, ma ciò era prevedibile, perché la “filosofia” contrattuale e i barlumi di realismo che caratterizzano Cisl e Uil, sono e resteranno, incompatibili con l’ideologismo, di sapore ottocentesco, della Cgil. Il quadro non è per nulla tranquillizzante. Spero tuttavia che i cattolici sappiano ributtarsi nella lotta politica e sindacale, in forma autonoma, originale e con uomini di alto livello morale. P A G I N A 7 SOCIETÀ EUROP A EUROPA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 LE RISORSE PER CRESCERE BILANCIO 2011 E SOSTEGNI ALLA FAMIGLIA V ia libera al bilancio 2011, sì alle proposte di modifica della legislazione comune per i congedi di maternità, istituzione del servizio diplomatico Ue, reddito minimo europeo. La sessione plenaria dell’Assemblea dei 27, svoltasi a Strasburgo dal 18 al 21 ottobre, non ha riservato particolari sorprese, nonostante fossero in agenda provvedimenti rilevanti. Il lavoro svolto precedentemente nelle commissioni parlamentari aveva dipanato quasi tutti i nodi da sciogliere. Il Parlamento ha anzitutto approvato in prima battuta il bilancio per il prossimo anno, rispettando il quadro finanziario pluriennale e fissando a 130 miliardi di euro i pagamenti e a 143 miliardi gli stanziamenti d’impegno, ricalcando di fatto le cifre chieste dalla Commissione. Ora si apre una fase di trattative con il Consiglio (dove sono rappresentati i governi dei 27 Stati aderenti) e, in caso di compromesso, il bilancio sarà definitivamente approvato a metà novembre. Gli eurodeputati hanno insistito affinché i documenti contabili confermassero stanziamenti adeguati per sviluppo regionale, ricerca, innovazione, educazione, infrastrutture e reti energetiche. Le relatrici, la popolare polacca Sidonia Jedrzejewska, e la verde tedesca Helga Trupel, hanno sostenuto “la necessità di finanziamenti sufficienti” per avviare il nuovo Servizio europeo d’azione esterna, nonché investimenti per “aumentare la competitività dell’Unione e favorire il superamento della cri- si”. La crisi economica e le difficili situazioni dei bilanci nazionali non hanno consentito aumenti dei fondi comunitari. Il budget 2011 ha assunto d’altro canto un’importanza particolare in quanto per la prima volta il Parlamento si collocava sullo stesso piano rispetto al Consiglio quale autorità di bilancio. L’aula ha poi dato il benestare al testo legislativo sul congedo di maternità, portandolo dalle 14 settimane attuali a 20 settimane, tutte remunerate al 100% dello stipendio. I deputati hanno inoltre approvato l’introduzione del congedo di paternità (che dovrà essere di almeno due settimane). Al momento del voto finale, però, l’emiciclo si è diviso: i voti a favore sono stati 390, 192 i contrari e 59 le astensioni. Il progetto, ha spiegato la relatrice Edite Estrela, vuole “stabilire le regole minime a livello europeo”, mentre gli Stati membri (che devono ora affrontare l’argomento in sede di Consiglio, dove sono previste forti resistenze) “resterebbero liberi di introdurre o mantenere i regimi di congedo più favorevoli alle lavoratrici” di quelli previsti dalla direttiva comunitaria. Estrela aveva spiegato nel corso del dibattito: “La maternità non può essere vista come un fardello sui sistemi nazionali di sicurezza sociale, ma rappresenta un investimento per il futuro”. Nel testo sono previste indicazioni volte a proibire il licenziamento delle donne in caso di gravidanza; le donne devono poter tornare al loro impiego precedente “o a un posto equivalente, con la stessa retribuzione, categoria professionale e responsabilità di prima del congedo”. “Dobbiamo difendere la maternità”, che è “il primo passo per superare la crisi demografica dell’Europa”: Jerzy Buzek, presidente del Parlamento Ue, si è ricollegato al provvedimento parlamentare sui congedi intervenendo in aula con un discorso di metà mandato. Otto i punti affrontati da Buzek nel suo intervento: crisi economica, solidarietà europea, politica energetica e ambientale, politica estera, diritti umani, diritti delle donne, applicazione del Trattato di Lisbona e bilancio. Sul tema dei diritti umani il presidente dell’Eurocamera ha affermato: “So che davanti a me ci sono 735 difensori dei diritti umani, e alle mie spalle ce ne sono altri 500 milioni”. Sulle riforme istituzionali ha osservato: “Con il Trattato di Lisbona i poteri legislativi del Parlamento sono raddoppiati”, accrescendo “il nostro impegno e la nostra responsabilità”. Chiese europee Irlanda - Germania GARANTIRE IL DIRITTO ALL’EDUCAZIONE CATTOLICA Secondo mons. Donald McKeown, vescovo ausiliare di Down and Connor e presidente della Commissione per l’educazione cattolica dell’Irlanda del Nord, “l’attuale dibattito sulla diversità dell’offerta formativa” nel Paese “richiede il riconoscimento del fondamentale diritto dei genitori di scegliere per i propri figli un’educazione basata sulla fede”. “Questo principio chiave, che riconosce i diritti dei genitori, è garantito dalla Convenzione europea per i diritti dell’uomo - prosegue il vescovo -. Esso è inoltre garanzia di una società stabile e pluralista, come quella esistente in Irlanda e Gran Bretagna, che trova espressione nell’offerta di scuole basate sulla fede e sostenute dallo Stato”. Mons. McKeown, rammenta che i genitori che scelgono tali scuole per i loro figli “pagano le tasse per questo” e che “da diverse generazioni anche la Chiesa cattolica ha contribuito in modo sostanziale con finanziamenti e risorse alla scuola cattolica, e in definitiva ciò ha fatto risparmiare il denaro versato dai contribuenti”. “La lunga esperienza in tutta l’isola, al Nord e al Sud - conclude il presidente della Commissione per l’educazione cattolica - dimostra che le scuole cattoliche sono impegnate nell’accoglienza di alunni di ogni background e nella costruzione di una società coesiva ponendosi al servizio del bene comune”. La Commissione per l’educazione cattolica dell’Irlanda del Nord (Nicce) rappresenta gli ammi- nistratori di tutte le scuole cattoliche primarie e secondarie del Paese. ANNO SABBATICO PER STUDIARE TEOLOGIA Un anno sabbatico: questa l’offerta dell’Università di Erfurt, presentata nei giorni scorsi, che mette a disposizione di tutti gli interessati di trascorrere un periodo presso la facoltà di teologia cattolica. Chi intende aderire potrà dedicarsi alla ricerca e all’aggiornamento nelle materie teologiche e filosofiche e avere contemporaneamente un accompagnamento spirituale: è infatti possibile partecipare alla vita nei conventi. Oppure ricevere un supporto spirituale personalizzato, fornito ad esempio da professori della facoltà, dalle suore del convento delle Orsoline di Erfurt o dal clero della diocesi. I partecipanti all’iniziativa possono anche iscriversi come uditori ai corsi dell’università: in tal modo sarà possibile partecipare a tutte le lezioni regolari della facoltà di teologia cattolica, nonché di altre facoltà. Per consentire alle persone che fanno l’esperienza dell’anno sabbatico di orientarsi facilmente all’interno dell’università, la facoltà ha organizzato visite guidate al campus, alla biblioteca università e di ricerca che ha sede ad Erfurt e Gotha. MIGRANTI ED EUROPA: IL TEMA DELLA SETTIMANA SOCIALE DI FRANCIA A PARIGI PER... UN FUTURO DA COSTRUIRE INSIEME S ociologi, storici, parlamentari, uomini di Chiesa e operatori sociali. Saranno loro i protagonisti della 85ª Settimana Sociale di Francia che si svolgerà al “Parc Floral” di Parigi dal 26 al 28 novembre e avrà quest’anno per tema: “Migranti, un futuro da costruire insieme”. La Settimana sociale francese ha la caratteristica di avere un timbro ecumenico. Il primo giorno, infatti, a introdurre i partecipanti al tema saranno i rappresentanti delle Chiese cristiane presenti in Francia: il card. André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese, Jean-Charles Tenreire, presidente della Chiesa Riformata per l’Ile de France e mons. Gabriel de Comane, arcivescovo delle Chiese ortodosse russe in Europa Occidentale. Alla Settimana, visto l’argomento, prenderanno la parola anche gli stessi immigrati con momenti di scambio e di incontro con loro. Si parlerà di integrazione “tra realtà e modelli” e anche del rapporto tra Nord e Sud del mondo. Parteciperanno alle sessioni di lavoro anche 150 giovani delegati dai 18 ai 30 anni, provenienti da tutta Europa. A loro saran- no riservati incontri particolari e un momento di preghiera animato dai fratelli di Taizé. Pubblichiamo un’intervista a Jerome Vignon, presidente delle Settimane Sociali di Francia, rilanciata in questi giorni sul sito della Conferenza episcopale francese. lità, dell’accoglienza, dell’integrazione in relazione alla questione dell’identità si è allargato, è divenuto causa di tensione. Motivo in più per non eludere questo dibattito, che fa parte della dottrina sociale della Chiesa. Perché è stato scelto per la 85ª Settimana Sociale di Francia il tema “Migranti, un futuro da costruire insieme”? “E’ stata una richiesta dei partecipanti alle sessioni precedenti. Nel 2008 abbiamo proposto una serie di argomenti, tra cui uno sul ruolo dei migranti nella nostra società, insieme ad altri relativi al lavoro e alla crisi economica. L’anno scorso, è stato chiesto che le Settimane sociali avviassero una riflessione sull’immigrazione. E’ stata quindi una decisione del popolo a orientare il nostro lavoro, molto prima che le questioni legate alla legge sull’immigrazione o relative alle espulsioni dei Rom siano state sotto i riflettori di tutta Europa. Avevamo già discusso di questo argomento nel 1997. Nello spazio di quattordici anni, il divario all’interno della società intorno al problema dell’ospita- In quale modo le Chiese e la Chiesa cattolica in Francia contribuiscono al dibattito? “La Settimana Sociale nasce e si sviluppa sotto il segno dell’ecumenismo. Il tema delle migrazioni è una questione che colpisce la famiglia, è un tema cristiano. Un tema su cui le politiche ammettono una certa incapacità di tenere un discorso costruttivo e lungimirante per il pubblico. In Europa, con l’ondata di xenofobia, la tendenza alla paura e al ripiegamento su se stessi influenza i partiti della maggioranza. La Chiesa deve farsi ascoltare e dare coraggio alla politica! Noi constatiamo di aver bisogno degli immigrati. Sappiamo che sono importanti per la nostra società. Ma queste argomentazioni non riescono a toccare i cuori. E’ - la presenza degli immigrati nella nostra società - una questione dalla dimensione simbolica profonda. Rimanda ciascuno al suo modo di rappresentarsi il futuro, il suo posto nella società, ecc. Pone la questione dell’alterità e a come ci si costruisce la fiducia in se stessi per comunicare con gli altri. Il contributo della Chiesa cattolica, il coraggio dei vescovi e del papa sono insostituibili. Sono contributi non solo felici ma anche necessari”. Quali sono le sfide di un tale dibattito? “Questo tema si scontra direttamente con i sentimenti di preoccupazione, paura, senso di ingiustizia per alcuni dei nostri concittadini. Si confronta anche con le divisioni all’interno dello stesso popolo cristiano. Molti cattolici praticanti, per esempio, non sono d’accordo con l’atteggiamento del magistero. Le divisioni si sono manifestate chiaramente sulla questione dei Rom. Una parte dei cattolici si è sentita intrappolata in un discorso che ha considerato moralizzante. Ci si chiede allora: come vivere i principi fondamentali dell’accoglienza e del rispetto, quando ci si sente minacciati, destabilizzati nella propria identità? Cerchiamo di sentire diversi punti di vista, per portare tutti a percorrere un viaggio. A ciascuno viene chiesto di superare la sua opinione personale per iniziare un processo di discernimento. Si tratta cioè di situarsi in rapporto con questioni e sfide di più ampia portata. Cerchiamo di dare un senso alle cose. Ci sono eccessi che noi condanniamo, non solo come cristiani ma anche come cittadini della Repubblica francese. Non vogliamo però discutere sui massimi sistemi, ma discernere considerando i dettagli. Useremo gli argomenti della ragione, e in questo ci faremo aiutare da esperti e responsabili politici, ma faremo appello anche agli argomenti convincenti del cuore e della fede, ascoltando anche le voci degli stessi migranti. Questa edizione delle Settimane sociali del 2010 sarà sicuramente segnata da eventi politici di attualità. Ci confronteremo in questi giorni e continuamente con l’evoluzione di un dibattito che è di per se già vivace, sulla legge dell’immigrazione e sui diritti degli stranieri in Francia. Vogliamo che ogni partecipante possa vivere tre giorni come un momento di formazione e anche come esperienza spirituale, con momenti di preghiera, celebrazioni e incontri di fraternità”. CHIESA P A G I N A 8 CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 AGENDA del VESCOVO GIOVEDÌ 28 A Como, al mattino, Consiglio Episcopale; a Como, in serata, in Vescovado, Commissione per il Diaconato Permanente. Al mattino, a Como, in Vescovado, incontro con i sacerdoti ordinati nel 1971. A Cagno, nel pomeriggio, inaugurazione dell’oratorio - alle ore 17.00 Santa Messa. A Verceia, alle ore 10.00, Santa Messa e conferimento del sacramento della Confermazione; a Mese, alle ore 16.00, consacrazione del nuovo altare della chiesa parrocchiale. A Como, in Cattedrale, alle ore 10.30, pontificale nella solennità di Tutti i Santi. A Como-Monte Olimpino, alle ore 15.00, Santa Messa presso il cimitero in suffragio di tutti i defunti. A Como, mattino e pomeriggio, Consiglio Episcopale; a Como in Duomo, alle ore 18.30, Santa Messa di suffragio per i vescovi e i canonici della Cattedrale defunti. A Como, al mattino, in Vescovado, Consiglio Episcopale; a Milano, in Duomo, alle ore 18.30, celebrazione per i 400 anni di canonizzazione di san Carlo. APPROVAZIONE DEL SANTUARIO DIOCESANO DELLA «SANTISSIMA TRINITÀ MISERICORDIA» IN MACCIO DI VILLA GUARDIA a un decennio, con un’intensità notevolmente accresciuta nel corso degli ultimi anni, il sig. Gioacchino Genovese, della parrocchia Santa Maria Assunta in Maccio di Villa Guardia (Co), ha vissuto – specialmente in occasione di alcune novene serali guidate dai sacerdoti della parrocchia – particolari esperienze di preghiera associate a un’intensa supplica alla Santissima Trinità Misericordia, per ottenere la conversione dei cuori dei fedeli e perché la Chiesa e i sacerdoti siano consapevoli dell’essere strumento dell’immenso dono dell’amore misericordioso della Trinità. UFFICIO PER LA LITURGIA MINISTRI STRAORDINARI DELLA COMUNIONE: INCONTRI FORMATIVI PER I CANDIDATI DELLA PROVINCIA DI SONDRIO D I contenuti di questa singolare esperienza spirituale sono stati fedelmente trascritti su alcuni quaderni al vaglio di una Commissione diocesana di studio appositamente costituita. Tale Commissione, che ha provveduto ad informare la Congregazione per la Dottrina della Fede, non ha riscontrato, in quest’esperienza e negli scritti, elementi contrari alla dottrina cattolica e alla morale, né ha ravvisato fenomeni di autosuggestione. In conseguenza di questa preghiera, molti fedeli, provenienti anche da altre parrocchie, si sono avvicinati alla vita e alla pratica della fede con evidenti frutti di conversione. Per questi motivi il Vescovo diocesano, S. Ecc. Mons. Diego Coletti, dopo la comunicazione Per i nuovi candidati al ministero straordinario della Comunione eucaristica della provincia di Sondrio vengono stabiliti tre incontri necessari prima di ricevere il mandato, previsto nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’ universo, domenica 21 novembre p.v. a cura dei parroci. Queste le date e i temi degli incontri. • Sabato 30 ottobre data nello scorso mese di gennaio al termine della visita pastorale nella parrocchia di Maccio (vedi nota 1); considerando che il bene dei fedeli esige una guida materna, premurosa e sicura da parte della Chiesa; visti i canoni 1230 ss. del Codice di Diritto Canonico (vedi nota 2); approverà che la chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta in Maccio, a partire dalla prima domenica d’Avvento 2010, sia anche riconosciuta come Santuario diocesano dedicato alla «Santissima Trinità Misericordia». (1) Estratto della comunicazione letta dal vescovo il 10 gennaio 2010 al termine della visita pastorale e consegnata alla comunità parrocchiale di Maccio in forma scritta: «Mi viene riferito di particolari esperienze di preghiera che si svolgono nella chiesa parrocchiale. In questi casi credo che si debba evitare da un lato l’ingenuità di chi pretende di sapere già e di poter esprimere giudizi e valutazioni definitive, e dall’altro lo scetticismo che impedisce di mettersi in ascolto di quanto potrebbe essere ricevuto come dono di Dio. Restiamo umili, attenti e prudenti, evitando chiacchiere inutili, in un atteggiamento di rispetto e di discrezione, e rimaniamo in attesa di capire e di giungere ad una valutazione serena e obiettiva, come la Chiesa sa di dover fare, e fa, in casi di questo genere. Accompagniamo questa attesa con molta preghiera e con la docilità e la serenità che dovrebbero essere tipiche di una comunità di figli di Dio». (2) Can. 1230 - Col nome di santuario si intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per un peculiare motivo di pietà, si recano numerosi in pellegrinaggio con l’approvazione dell’Ordinario del luogo. Il Signore Gesù, “servo” del Padre e degli uomini. La Chiesa di Cristo come comunità di servizio. La figura del ministro straordinario della Santa Comunione. • Domenica 7 novembre La visita e la cura pastorale degli infermi: i contenuti e le direttive del Rituale Romano. Come proporre i sacramenti della Penitenza e dell’ Unzione degli Infermi. • Sabato 13 novembre La comunione Eucaristica nelle case degli infermi la Domenica e nelle feste; negli altri giorni. Temi del Lezionario Eucaristico. Gli incontri, con la collaborazione di don Samuele Fogliada, parroco di Sazzo, si svolgono nei giorni fissati, dalle ore 14.30 alle ore 17.00, presso l’Istituto Pio XII, in via Carducci 12, a Sondrio. CONSIGLIO PRESBITERALE Il 19 ottobre la prima riunione del nuovo Consiglio I l 19 ottobre, presso il Seminario Vescovile, si è riunito per la prima volta il nuovo Consiglio Presbiterale, che, sotto la presidenza di monsignor Vescovo, ha affrontato i temi posti all’ordine del giorno. In particolare, esauriti alcuni adempimenti elettorali interni – con la lettura del decreto di nomina ai sensi dei cann. 495 ss. CJC e del Regolamento Diocesano (n. 534/99) –, si è preso in esame la programmazione del quinquennio di lavoro del Consiglio e una riflessione sullo stato di vita del clero. Dopo la preghiera dell’Ora Media la seduta si è aperta col saluto del Vescovo, il quale, dopo aver espresso la sua personale gratitudine ai nuovi membri del nuovo Consiglio, ha ricordato l’ottima qualità del lavoro svolto dai membri uscenti, che è risultato essere un prezioso ausilio per la conduzione della Diocesi. Il Vescovo ha poi chiarificato che ciascun membro del Consiglio agisce in scienza e coscienza personale ed ecclesiale, senza vincolo di mandato rispetto a quanti lo hanno eletto o designato. Compito specifico del Consiglio – ha precisato il Vescovo – è anzitutto quello di occuparsi della vita e dei problemi del clero, sotto i differenti aspetti teologico, spirituale, pastorale, esistenziale. Alcuni presbiteri hanno esplicitato il desiderio di aggregare al Consiglio un altro presbitero in rappresentanza dei vicari parrocchiali, in deroga al regolamento. Il Consiglio si è espresso a maggioranza sulla opportunità di tale aggiunta. Monsignor Battista Galli ha poi introdotto la riflessione sullo stato di vita attuale del clero diocesano. Nella sua relazione don Battista ha trattato tre aspetti in particolare: l’impatto del prete con la parrocchia all’uscita dal Seminario, impatto che normalmente il sacerdote affronta in una condizione di solitudine pastorale; il peso dei compiti di natura non propriamente sacerdotali, ma amministrativi e giuridici, che affaticano non poco l’operato concreto dei nostri preti; la qualità dei rapporti fraterni fra i preti nel vicariato, con il Vescovo e la Curia. Alla relazione ha fatto seguito un ampio e articolato dibattito. Nella varietà degli interventi di tutti i consiglieri si è tentato di dare fisionomia al disagio che attraversa oggi la vita concreta dei nostri preti. Un’attenzione particolare è stata riservata alle difficoltà poste dal rinnovamento in atto della pastorale diocesana e parrocchiale. Un rinnovamento da tempo invocato e sempre più richiesto dalle nuove condizioni di vita del nostro mondo, tuttavia non semplice da avviare e consolidare. Il rinnovamento dell’iniziazione cristiana, della preparazione al matrimonio e del ritmo pastorale scandito Mercoledì 3 novembre, in Cattedrale, alle ore 18.30, Santa Messa in suffragio di tutti i vescovi defunti - con un ricordo particolare per monsignor Felice Bonomini, monsignor Teresio Ferraroni e monsignor Alessandro Maggiolini - e per tutti i canonici del Duomo defunti. Per i sacerdoti che desiderano concelebrare, ritrovo alle ore 18.15 presso la chiesa di san Giacomo (portare camice e stola viola). Gli appuntamenti per il mese di novembre sono: • mercoledì 10 novembre, alle ore 16.00, in Cattedrale: Santa Messa celebrata dal Vescovo per gli anziani della città; • giovedì 11 novembre, alle ore 15.30, presso la chieas di santa Cecilia: adorazione eucaristica con il gruppo Mite. Gli incontri formativi per gli animatori e simpatizzanti dell’associazione inizieranno mercoledì 1 dicembre, alle ore 15.00, presso l’Istituto Canossiano di Como. dall’anno liturgico rischiano di appesantire, anziché semplificare e potenziare, la vita pastorale ordinaria. Si rende pertanto raccomandabile un’attuazione graduale e insieme efficace di tale rinnovamento. Soprattutto però, nei diversi interventi, si è posto l’accento sulla necessità di ritrovare in pienezza la radice di fede propria della vita sacerdotale: il rapporto fondante e costitutivo con Cristo, vissuto nel servizio concreto alla famiglia ecclesiale con l’appoggio insostituibile, e teologicamente rilevante, della fraternità presbiterale. mons. ANGELO RIVA CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 P A G I N A 9 TERZA ETÀ: L’ATTIVITÀ È INIZIATA CON LA VISITA AL SANTUARIO FRANCESCANO L’AC PELLEGRINA A PESCHIERA A ll’avvio di ogni anno pastorale è diventata consuetudine dell’Azione cattolica diocesana ravvivare le speranze, le attese, le energie dei soci di terza età con un devoto pellegrinaggio in un santuario caro alla tradizione cristiana del nostro Paese, quella tradizione che ha fecondato nei secoli la nostra storia, che ha stimolato innumerevoli artisti, che ha suscitato letteratura e leggenda, in un intreccio denso di suggestioni religiose, culturali, civili. La storia cristiana d’Italia, sia quella quotidiana, sia quella dei grandi eventi, s’intreccia a tal punto con la storia civile che non possiamo coglierne il senso profondo senza vederne l’intimo legame. L’abbiamo constatato anche a Peschiera, lo scorso 14 ottobre, in visita devota al Santuario della Madonna del Frassino, santuario francescano dedicato alla Vergine Maria, sul luogo dove una pia tradizione ricorda che la Madonna apparve a un umile contadino nel 1510, in un’epoca devastata dalla carestia, dalle pestilenze e dalle guerre di conquista fra Francia e Spagna. La statuetta della S pecializzata in neuropsichiatria, con titoli di studio e lunga esperienza “sul campo” degli svantaggi di soggetti in età evolutiva, dal 1946, quando era agli inizi la Nostra Famiglia, di don Giovanni Monza. Il parroco di San Giovanni alla Castagna, di Lecco, aveva cominciato ad occuparsi di giovani soggetti afflitti da vari handicap, specialmente bambini. Ben presto l’opera crebbe al punto da richiedere l’impegno a vita di un istituto secolare: la Piccole Apostole della Carità. Non solo in provincia di Como e Lecco e nell’Italia intera, (in cui sono presenti 35 centri) ma anche in Equador, Brasile, Sudan, e un promettente avvio in Cina, resa possibile anche da una “apostola” cinese. Don Monza si era reso conto che la riabilitazione era una “cenerentola” della medicina ufficiale, e rimaneva affidata al pragmatismo di volonterosi operatori. Occorreva un “salto di qualità” nella scienza. Così sorse l’Irccs (Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) dedicato a Eugenio Medea, che ne fu animatore scientifico. L’Istituto ha una sua personalità giuridica e finanziaria, ampiamente riconosciuto nella comunità scientifica, anche internazionale. L’età evolutiva è il periodo della vita nel quale è possibile intervenire efficacemente, per ridurre, se non eliminare, gli svantaggi fisici e mentali. Più avanti negli anni la cura diventa più difficile. Si è arrivati ad ottenere clamorosi successi nella cura di nati prematuri anche di soli 350 grammi. La sopravvivenza, pressoché vicina a zero, ora è dell’80% seguita, però, da postumi variamente invalidanti. A Bosisio Parini si curano diverse psicopatologie: dislessia, autismo, disturbi del comportamento. Per i più gravi, paradossalmente, ci sono meno problemi, mentre per i meno gravi sono in agguato depressione, chiusura ed aggressività, che li relegano ai margini in una società fortemente competitiva. Sempre a Bosisio Vergine, rinvenuta dal contadino nella cavità di un frassino, è ora conservata sull’altare del transetto destro, oggetto di popolare devozione e invocazione. Per l’ampio piazzale che isola il Santuario dal contesto urbano, il luogo invita alla pace contemplativa e alla preghiera, quella di ringraziamento e di lode, come tra- UCID COMO LE SFIDE DELLA NOSTRA FAMIGLIA è operativa una apparecchiatura d’avanguardia, anche per bambini in “stato vegetativo” ed opera una scuola professionale per disabili. In particolare, a Como è presente da molti anni, in via Zezio, una “Casa-famiglia”. Centro di “lavoro guidato”, officina per suscitare e coltivare le attitudini e le risorse personali dei soggetti disabili, con l’aiuto di genitori e molti volontari. Ai disabili vengono corrisposte remunerazioni non solo simboliche per il lavoro effettuato, per far capire loro il senso del denaro guadagnato e la dignità ed autostima che ne seguono, con effetti positivi sulla crescita psicologica e fisica. Ora l’opera Nostra Famiglia lancia una nuova ardita iniziativa: L’Ospedale Amico, struttura di eccellenza a misura di bambino, nel polo di Bosisio. DOMANDE E RIFLESSIONI Alla relazione sono seguite numerose domande. Tra queste mi sembrano rimarcabili alcune, che hanno riguardato lo “spirito” degli operatori, a con- bocca dal soavissimo Cantico delle Creature di san Francesco. L’interno della chiesa è impreziosito da affreschi del XVI secolo di buona Scuola veneta. Celebrare insieme il Sacrificio Eucaristico è per noi sempre una gioia, perché soprattutto lì ci sentiamo i tralci di un’unica vite, dove ancora fruttificano i rami di coloro tatto con gli aspetti più deprimenti delle infermità umane. La risposta è stata di una semplicità disarmante. Non solo non si rimane schiacciati dalla esperienza delle infermità cui si pone soccorso, ma si rimane gratificati da quanto si riesce a fare con successo. Alla base, però, ci sono la Fiducia, la Carità e la fondata e provata Speranza di essere utili al prossimo. Altra domanda ha permesso di distinguere le disabilità “dalla nascita” da quelle post-traumatiche, che richiedono trattamenti diversi. Quindi si è saputo che la percentuale di bambini con problemi di varia gravità e diverso tipo sono tra il 5 ed il 6%. Praticamente tutti vengono trattati. Tuttavia persiste il problema dei maggiori di anni 14. Per questi è stata posta la domanda circa la efficacia, nelle scuole comuni, degli “insegnanti di sostegno” così come sono oggi presenti. La risposta mi è parsa molto circospetta, per le situazioni così diverse riscontrabili nei fatti. Tuttavia ho potuto cogliere una opinione, che condivido pienamente, di un pregiudizio di “egualitarismo ideologico” che impedisce una maggiore flessibilità nella scelta delle strutture scolastiche in cui inserire gli studenti svantaggiati. Non sempre è utile l’inserimento in classi in cui gli svantaggi sono troppo pronunciati e possono generare scoraggiamento, frustrazioni, senso di inferiorità dannosi per lo sviluppo delle potenziali abilità. ATTILIO SANGIANI SALESIANI COOPERATORI COMO Il prossimo incontro dei Salesiani Cooperatori e amici a Tavernola al Salesianum sarà sabato 13 novembre alle ore 15.30. Vi sarà un momento formativo e comunicazioni delle attività dell’Associazione e Santa Messa. Sarà distribuito l’avviso per l’incontro provinciale (a cui siamo invitati) del 28 novembre a Milano in via Copernico ( dalle ore 9.30 alle ore 16.00). Il suddetto è il “Giorno del Cooperatore”. Inoltre un incontro di formazione ancora a Milano sarà il pomeriggio del 23 ottobre alle 15.00 sempre in via Copernico. La prossima conferenza annuale al Salesianum sarà il 12 dicembre (verrà distribuito avviso). che ci hanno lasciati su questa terra, ma nel memoriale della Pasqua di Cristo sono assolutamente presenti. Presenti con noi infatti erano Lisetta Caramel e Lidia Gerosa, l’una per la sua infaticabile opera catechistica e di stimolo nelle attività ecclesiali, l’altra per l’amore che portava a tutti i bisognosi, tanto da legare in eredità la sua casa alla Caritas di Morbegno, che ora l’ha adibita a luogo di accoglienza per i poveri. Se pensiamo a questi esempi, che hanno impreziosito la nostra storia recente, accanto alla lode sale a Dio l’invocazione struggente:” suscita ancora dei Santi fra noi! Manda ancora operai nella tua vigna!”. È un’invocazione che ci impegna perché ci riguarda da vicino, nell’ora storica che chiama i laici a collaborare con i Pastori mediante la formazione culturale, l’amore per Cristo e la sua Chiesa, per l’uomo e la sua storia – quella piccola e quella grande -. A Maria poi, avvocata no- stra, colei che intercede incessantemente per noi, abbiamo chiesto di sostenerci con il suo amore materno; abbiamo chiesto il suo coraggio indomito di restare ai piedi della Croce senza chiedere altro che la fedeltà e l’amore del suo Figlio. Abbiamo chiesto la forza di portare la croce nostra e quella del nostro tempo con la fiducia di chi sa che la salvezza c’è sempre se sappiamo attendere e sperare, come Maria. Il pellegrinaggio è anche opportuno per fare il punto sul cammino annuale, che sta per iniziare, per ricordare l’ampiezza delle offerte formative dell’Ac e della diocesi e per prepararci al rinnovo delle cariche associative. I soci di Azione cattolica si sono ridotti numericamente nel tempo, ma devono continuare a essere “il sale della terra e la luce del mondo”. Con questo augurio iniziamo il nuovo anno pastorale. GIULIA GALFETTI “C’È DI PIÙ!” IL 30 OTTOBRE RAGAZZI E GIOVANISSIMI DI AZIONE CATTOLICA A ROMA CON IL PAPA Sapete cosa succederà il 30 ottobre a Roma? I ragazzi e i giovanissimi di Azione cattolica si daranno appuntamento nella Capitale per un grande convegno nazionale. Piazza San Pietro accoglierà tutti i partecipanti sin dal mattino, per condividere la giornata all’insegna di canti, balli, preghiere e testimonianze. Un clima gioioso nell’attesa d’incontrare un invitato speciale che desidera fare festa e mettersi in dialogo con loro: il Santo Padre Benedetto XVI! Nel pomeriggio, protagonista l’Acr che farà festa a Villa Borghese, mentre i giovanissimi saranno in piazza del Popolo: ognuno con la passione per lo stare insieme, per valorizzare ciascuno il proprio arco d’età. Dai grandi numeri, la partecipazione della nostra Diocesi, dove oltre 350 ragazzi hanno risposto sì all’appello: ragazzi, giovani, educatori e genitori che verranno ospitati dall’Azione cattolica di Tivoli. Lo slogan “C’è di più!” sulle labbra, i nostri ragazzi vivranno tre giornate senza tregua, ma piene di gioia, incontri e condivisione con i loro coetanei di tutta Italia. EMANUELE MEAGO Responsabile Acr diocesano P A G I N A 10 CHIESA VISIT APASTORALE VISITA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 TREMEZZINA LE PAROLE DEL VESCOVO AI SINDACI Da mons. Coletti l’invito ad Amministratori e Parroci a collaborare in maniera collegiale per rendere migliore la qualità della vita nella zona “PARROCCHIE E COMUNI: INSIEME PER IL BENE DI TUTTI” I CRISTIANI NELLA SOCIETÀ CIVILE Il dovere di riattivare in noi una chiara identità cristiana. Ciò vale per la cultura, la scuola, il lavoro, lo sport, la famiglia, e, appunto, anche per le Amministrazioni Comunali e per gli Enti pubblici. Precisando alcuni punti. S i è svolto nella mattina di sabato 23 ottobre, a Griante, il terzo incontro zonale previsto dal calendario della visita pastorale nella Zona Tremezzina. Dopo le associazioni e i parroci, il Vescovo Diego Coletti ha incontrato gli Amministratori Pubblici dei dodici comuni del territorio. Tutti hanno accolto positivamente l’invito: erano presenti i sindaci di Bene Lario, Colonno, Grandola ed Uniti, Griante, Lenno, Menaggio, Mezzegra, Plesio, Sala Comacina e S. Siro, e i vicesindaci di Ossuccio e Tremezzo, nonché alcuni assessori e consiglieri sia di maggioranza che di minoranza. Il primo invito del Vescovo è stato quello di collaborare in maniera collegiale, tra Amministrazioni e tra Amministrazione e Parrocchia, nell’obiettivo di rendere qualitativamente migliore la vita di tutti. «Alcuni affermano che c’è chi si occupa di questioni spirituali e chi si occupa di questioni materiali. Assolutamente no! Materia e Spirito non sono divisi: l’uomo li comprende entrambi, è il mistero del Verbo che si è fatto carne». Così il Vescovo, e prose- gue: «Il compito è quello di mettersi al servizio perché l’altro, il prossimo, abbia una vita piena. E questo compito bisogna svolgerlo con impegno e serenamente. Il Vangelo dice: tu fai la tua parte, tu semina il seme buono nel terreno ben preparato, questa è la tua responsabilità; quando hai fatto questo, libera il cuore da un’eccessiva preoccupazione! Non dobbiamo seguire le spinte che vengono da preoccupazioni e paure, ma vivere con fiducia e speranza. Per riuscirci è indispensabile muoversi in un ambiente fraterno. RISCOPRIRE LA FRATERNITÀ Ricordate i principi della Rivoluzione Francese: libertà, uguaglianza e fraternità. Liberismo e egualitarismo da soli hanno generato milioni di morti, perché non erano accompagnati da una visione fraterna dell’altro. La fraternità è un compito, un dovere, senza di essa, prima o poi, tutte le relazioni diventano conflitti. E per coltivare la fratellanza c’è bisogno di nuova cura della “prossimità”, di iniziative che facciano paese, che facciano comunità». E riflettendo sugli eventi catastrofici degli ultimi mesi, di terremoti e alluvioni, e sulla brutalità dei più recenti fatti di cronaca, ha citato la frase del Padre Nostro: “liberaci dal male”, ma aggiungendo una considerazione più pungente sulle responsabilità di ciascuno in questo male. Ha ricordato il grido di Caino: “Sono forse io il custode di mio fratello?”, e ha aggiunto: «Certo! Se no cosa stai al mondo a fare? Dio ci ha dato una testa e un cuore e grandi capacità e possibilità: usiamole! Usiamole per “liberarci dal male”! Il male spesso ce lo facciamo da noi, non usando la testa, l’attenzione e l’amore nel fare. Bisogna decidersi a spendere del tempo per riflettere e cercare soluzioni insieme. Ci sono molte più possibilità di far del bene al vostro livello di quello che stanno mostrando i politici nazionali. Prendiamo coscienza di questo e maturiamo una qualità di confronto politico fatto di riflessione e di pensiero». ELISA DENTI ORATORI, BENE COMUNE E FAMIGLIA: DIVERSE LE TEMATICHE AL CENTRO DEL DIBATTITO LA PAROLA AGLI AMMINISTRATORI A Griante si è parlato anche di questioni “pratiche” come il futuro dell’Acquafredda, della cappella Sommariva e della via “Regina” P roposte ma anche preoccupazioni degli Amministratori sono emersi durante l’incontro con il Vescovo. Il Sindaco di Lenno, Mario Pozzi, ha posto l’accento sul disagio giovanile, legato spesso ad alcool e droga, e ha auspicato una maggior presenza degli Oratori e una possibile collaborazione tra questi ultimi e l’Amministrazione. «Il tema dell’educare - ha dichiarato il Vescovo - è uno dei temi su cui la diocesi sta insistendo in modo particolare. L’Oratorio va senz’altro rilanciato. Dovrebbero frequentarlo genitori e figli insieme e diventare come una famiglia allargata nella quale si intrecciano relazioni ed affetti e si vivono i valori di fraternità e condivisione». Il Vicesindaco di Tremezzo, Mauro Guerra, ha sottolineato la difficoltà di portare avanti certi valori nella situazione attuale: «Oggi è complicato fare la propria parte - ha dichiarato - perché c’è molta confusione. Al di là della crisi e dei problemi economici, ci sono forti perplessità riguardo la capacità degli organismi pubblici di servire il Paese. Il momento è dominato da sen- timenti negativi quali paura, sfiducia, diffidenza, ripiegamento su se stessi e le proprie cose. In tale situazione è difficile gestire e parlare di “pubblico”, portare avanti discorsi comuni e collettivi. L’impegno richiesto è moltissimo. Bisogna ricostruire l’idea di “bene comune” e “destino comune”, e da qui ricostruire l’idea della politica, mettendoci dentro anche l’entusiasmo per la vita e, come ha detto Lei, mettendoci del nostro per “liberarci dal male”, senza angoscia e con fiducia». Alcuni consiglieri di minoranza di Menaggio hanno espresso invece preoccupazione sull’urgente necessità di recuperare lo spirito giusto di confronto e collaborazione tra maggioranza e minoranza, occupate spesso solo a intralciarsi a vicenda, cadendo in una visione distorta della politica; mentre il Sindaco di Mezzegra, Claudia Lingeri, ha posto l’accento sull’”entità famiglia”, oggi in forte crisi. A questo riguardo il Vescovo ha commentato: «La famiglia è l’elemento fondante e, al momento, è l’anello debole. Il fatto è che i problemi che gravano sulla famiglia sono moltissimi, a partire dalle pressioni a livello economico, sociale, educativo, mediatico, e via dicendo. L’antidoto al degrado dell’umanità è sempre il Vangelo, ma i problemi sono complessi e richiedono soluzioni complesse». PROBLEMI PRATICI Tra le questioni “pratiche” sollevate dalle amministrazio- ni si segnalano la preoccupazione per la sorte dell’abazia dell’Acquafredda (Lenno) e della Cappella Sommariva (Villa Carlotta, Tremezzo). Il Vescovo si è detto particolarmente attento alla destinazione futura della prima e disponibile ad una collaborazione con Comune ed Ente Villa Carlotta per la seconda. L’ultimo pensiero è stato per la Statale “Regina”: «Risolvere il problema di questa strada troppo trafficata non è solo un obiettivo viabilistico ma riguarda il bene comune. Basti pensare ai drammatici incidenti, allo stress di chi la percorre quotidianamente per lavoro, ai disagi familiari che crea. In questo senso la diocesi appoggia e incoraggia ogni tentativo di rendere la situazione più tollerabile e serena». La raccomandazione finale a chiusura dell’incontro, particolarmente intenso e prolungatosi molto oltre l’orario previsto, è stata: «Cercate altre occasioni di riflettere tutti insieme, di riunirvi, di condividere, nel rispetto delle idee diverse e nella forza degli obiettivi comuni. Certi problemi si risolvono solo insieme». E. D. Anzitutto dicendo che essere cattolici è meraviglioso, ma com’è difficile! Difficile mantenersi saldi nella coerenza, fedeli ai propri ideali di vita, camminare con i disonesti senza lasciarsi corrompere, evitare le manovre intriganti e mafiose, insegnare ai giovani, rendersi conto che troppi se ne lavano le mani, e accorgersi che anche dentro il “tempio” c’è via vai di mercanti. Il mondo è prostrato, svestito, svuotato. Un deserto. Anche il cattolicesimo è diventato solo sussurro. Mentre invece, nel deserto, dovrebbe essere una “voce che grida”, come quella di Giovanni il Battista. Troppe volte si riduce a calcolo organizzativo, comodità di vita, scenografia. Ma oggi c’è da capire che militare nell’alveo cattolico significa portare una croce, con nel petto la voglia di urlare. E’ tempo di verità. E’ tempo di dire ai maghi e agli illusionisti di smetterla con le bugie, e di dire a tutti che è ora di scuotersi dai cupi torpori del video, dalle frasi dei falsi profeti, dal diabolico tepore del consumismo. Bisogna invece passare ad una vita di azione, e lottare per l’uomo, per la sua libertà dalla schiavitù del male, del peccato. E’ tempo di azione, di serietà, di chiarezza. Il cattolico deve riprendere a credere, a lottare, a far vivere i suoi ideali, che non sono un gioco politico, un baratto, un’esibizione scenica, ma l’essenza dell’insegnamento cristiano, e quindi della salvezza dell’uomo e della società. Lievito buono nella farina inerte. Il mondo cattolico può fare molto. Può dare completezza alle aspirazioni della gente e non deve stancarsi mai di richiamare il cristiano alle responsabilità, all’onestà, alla giustizia, alla coerenza, alla solidarietà, alla famiglia come fondamento della società. Non si può sempre giocare a guardie e ladri. E’ tempo di riunire le forze, di dialogare, di fare politica sul serio. Riunire le forze : cioè assemblare, fare “comunione” in verticale con Dio, e in orizzontale con i fratelli di fede. Dialogare: cioè accogliere le diversità, per correggersi, per migliorare. Sarà così ricchezza per tutti. Fare politica: Paolo VI diceva che è il modo migliore per esercitare la carità. Gesù insegnava: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. Che è come dire : Se non si va in “missione” si diventa inutili, e quindi buttàti via. mons. AMBROGIO DISCACCIATI CHIESA VISIT APASTORALE VISITA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 Sono stati due giorni intensi ma ricchi di incontri e appuntamenti quelli trascorsi dal Vescovo a Lenno per l’incontro con la comunità parrocchiale. Il 23 ottobre mons. Coletti ha visitato anche la parrocchia di Mezzegra V CONTINUANDO IL CAMMINO Vescovo che li ha ricambiati con parole affettuose ed ampi sorrisi. Il Vescovo e i suoi accompagnatori hanno poi raggiunto la vicina chiesa di Sant’Andrea, detta anche “dei morti” perché durante la peste di manzoniana memoria fu utilizzata quasi come lazzaretto. Il Vescovo Diego ha apprezzato la semplicità della piccola chiesa romanica che conserva tra le sue mura l’eco di una forte religiosità e sa ancora attirare i fedeli davanti alla bella statua della Madonna del Rosario. Dopo un breve raccoglimento mons. Coletti ha percorso a piedi le strade tra Casanova e il centro del paese ed ha voluto visitare lo storico Oleificio Vanini, dove si è intrattenuto con interesse seguendo il pro- cesso artigianale di produzione dell’olio. Ha quindi raggiunto il Camposanto per una preghiera di suffragio. Non è mancata una visita alla vicina sede della scuola professionale ENFAPI. Nel pomeriggio, dopo la pausa per il pranzo presso la casa delle Suore Adoratrici, nella bella chiesa arcipretale S. Stefano, si è svolto l’incontro con i bimbi e i ragazzi che frequentano il catechismo, con le catechiste e una rappresentanza di genitori. Il Vescovo è stato accolto da un vivace sventolio di bandierine realizzate dagli stessi ragazzi e dalle catechiste. I ragazzi hanno rivolto domande personali al Vescovo, che non si è sottratto anche alle più impertinenti, per approfondirne la conoscenza e forse anche per stabilire con Lui una simpatica confidenza. Il pomeriggio è proseguito con una visita al Battistero romanico e alla preziosa piccola cripta. Una breve ma toccante visita a “Villa Salus”, casa di cura e ricovero femminile fondata dalla dottoressa Adele Bonomi, di cui è in corso la causa di beatificazione. Il direttivo, le pazienti e il personale hanno gradito il saluto del Vescovo che ha infuso speranza ed ha avvolto con la sua cordialità questo luogo di sofferenza e di qualificata assistenza. La prima lunga giornata di Visita Pastorale si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica alla Residenza Amica, pensionato per sacerdoti e laici. L’abbraccio di Lenno al Vescovo, iniziato con i più piccini si è concluso idealmente con i più anziani, quasi a testimoniare una continuità nella fede. LA COMUNITA’ PARROCCHIALE UNA DOMENICA DI FESTA LA VISITA A SALA E COLONNO La Visita Pastorale proseguirà la prossima settimana, il 5 e 7 novembre, a Sala Comacina e Colonno. Ecco un breve programma della due giorni: L a seconda e conclusiva giornata di Visita Pastorale alla comunità lennese, sotto un cielo plumbeo che non ha minimamente offuscato la gioia e la partecipazione, è iniziata a Masnate, la frazione alta del paese. La chiesa della Santissima Trinità, particolarmente curata negli addobbi floreali, ha accolto il Vescovo nel corso della Celebrazione Eucaristica officiata da don Mario Malacrida. Gli antichi banchi in legno stipati di fedeli hanno reso ancora più intimo e familiare l’incontro domenicale con Gesù. L’affresco della Trinità che decora l’abside evoca con forza la presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito unendo in fratellanza tutti i convenuti. Di seguito, sul sagrato, il Vescovo Coletti ha salutato i presenti e conversato amabilmente rinsaldando il vincolo tra i fedeli e il proprio Pastore. Il secondo momento di Visita è avvenuto alle ore 10.30 presso la chiesa arcipretale di Santo Stefano. Sul portale della chiesa il Vescovo ha ricevuto il saluto ufficiale del Sindaco di Lenno Mario Pozzi, che ha espresso, a nome della comunità civile, la gratitudine per sua affettuosa vi- 11 LENNO L’INCONTRO CON LA COMUNITA’ L’ARRIVO enerdì 22 ottobre ha avuto inizio la tanto attesa Visita Pastorale. Grande fermento già all’alba per gli operai del Comune impegnati nella pulizia e abbellimento delle strade. Il Vescovo Diego è giunto a Lenno accompagnato da mons. Giuliano Zanotta e da mons. Flavio Feroldi e, al suo arrivo, si è incontrato con don Mario Malacrida, arciprete di Lenno, che nelle ultime settimane ha saputo coinvolgere i parrocchiani, preparandoli all’accoglienza gioiosa e rivitalizzante con il proprio Vescovo. La prima “tappa” ha avuto come meta la Scuola Materna e l’Asilo Nido, alla presenza del Sindaco Mario Pozzi, dei membri del direttivo e del personale. I piccoli, all’inizio comprensibilmente intimiditi, si sono via via rilassati e hanno accolto con allegri canti il P A G I N A Venerdì 5 Ore 9.30 Visita alla RSA Villa Stefania a Sala Comacina Ore.15.00 Incontro con il parroco don Signorelli Ore 16.00 Visita ad ammalati e anziani Ore 18.00 S. Messa a Sala Comacina Ore 20.30 Incontro con la comunità apostolica cinanza. Dopo il rito di benedizione e aspersione penitenziale il Vescovo in corteo con chierichetti e priori, ha fatto ingresso nella chiesa gremita. La bella parrocchiale era un trionfo di luci, che evidenziavano gli artistici affreschi, di fiori, a sottolineare la felicità dell’incontro con Cristo, nel suo Pastore Vescovo Diego. Il canto del gloria ha riportato i fedeli nel vivo mistero dell’Eucaristia. L’omelia ha richiamato i fedeli a sincerità di cuore, confidenza nell’amore di Gesù, umiltà e considerazione per i fratelli. La celebrazione con tanti chierichetti, i priori con i mantelli rossi, i canti esegui- ti dalla corale diretta dal maestro Mario Zanotta e soprattutto la presenza e la parola di mons. Coletti resteranno a lungo nel cuore e nella memoria dei parrocchiani. Anche don Mario Malacrida al termine della S. Messa ha ringraziato a nome di tutti i fedeli lennesi il Vescovo per la grande forza coinvolgente della fede e dell’esempio. Al termine, sulla piazza antistante il Battistero, il Vescovo si è intrattenuto con i presenti ed ha avuto per tutti un sorriso e una parola di speranza. Nel pomeriggio alle 15.30 nel salone parrocchiale mons. Coletti ha incontrato la Comunità Apostolica, cioè tutti coloro che a vario titolo partecipano più attivamente alla vita parrocchiale. Priori, consorelle, consiglio parrocchiale, religiose, catechisti, coristi, i volontari che espletano quotidianamente anche i servizi più umili ma indispensabili per mantenere vitale la nostra parrocchia. L’incontro ha emozionato e rincuorato; l’invito del Vescovo a conoscere più intimamente Gesù, a rinnovare energie e impegno, superando stanchezze e delusioni ha convinto i presenti che è proprio bello e giusto lavorare nella vigna del Signore. Sabato 6 Ore 10.00 a Menaggio, incontro con i rappresentanti della Vita Consacrata Domenica 7 Ore 9.00 Incontro con don Federico Perego di Colonno Ore 10.00 S. Messa a Colonno e visita al cimitero Ore 15.00 Incontro con i cresimandi Ore 15.30 Celebrazione eucaristica con amministrazione sacramento della confermazione Ore 17.00 Incontro con la comunità apostolica Ore 18.30 a Lenno: incontro con i fidanzati del percorso zonale di preparazione al matrimonio P A G I N A 12 CHIESA VISIT AP ASTORALE VISITAP APASTORALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 VALLE D’INTELVI DOMENICA 24 OTTOBRE IL MINI SINODO Raccolte le disposizioni del Vescovo è arrivato il momento per la Valle d’Intelvi di elaborare alcune scelte concrete per impostare il cammino pastorale dei prossimi anni in un’ottica di sempre maggior integrazione omenica 24 ottobre la Casa di spiritualità “Nostra Signora di Fatima” in Pellio Intelvi si è animata accogliendo sacerdoti, Comunità Apostoliche ed anche persone di buona volontà che sotto la guida di mons. Italo Mazzoni, vicario episcopale territoriale, si sono sentite chiamate a condividere il Mini Sinodo. Mons. Mazzoni ci ha ricordato che “Mini” non ha il significato riduttivo di “piccolezza”, ma si riferisce al cammino che si radica in una zona precisa, “piccola parte” dell’ampia realtà che è la diocesi e si allarga a tutte le altre. Sinodalità è fare comune; sinodo è scegliere una strada da fare, è il modo di fare Chiesa. Le cose veramente ecclesiali sono quelle fatte insieme. Ci siamo preparati, abbiamo D CONSIGLIO PASTORALE VICARIALE Impegno nel progetto di costituire il CPV tra un anno, in attesa dei Consigli Pastorali Interparrocchiali delle cinque Comunità Pastorali del Vicariato; individuazione dei laici che collaboreranno col Vicario Foraneo per approfondire ruolo, compiti, composizione, struttura e metodo del CPV; il CPV avrà anche compito di formazione dei componenti. L’assemblea ha approvato. E’ TEMPO DI SCEGLIERE condiviso riflessioni e preghiera intensa nei giorni precedenti ed ora ci siamo: è il momento di arrivare ad alcune decisioni condivise e concrete, inizio di un cammino per uno stile nuovo fra noi, stile sinodale come indicato dal Vicario Foraneo don Paolo. Il momento di preghiera comune ci vede invocare lo Spirito Santo col canto “Veni Creator” e meditare sulla Prima Lettera di S. Paolo ai Corinzi (13,1-8.11.13) aiutati dalla riflessione di don Italo: “Tutto ciò che siamo e facciamo, senza la carità, non ci giova, è inconcludente, non porta a nulla. La carità pastorale non si esprime ugualmente per tutti: per i preti consiste nell’amare una per una tutte le persone loro affidate, cercarle e portarle a Cristo attraverso i Sacramenti diventando comunione con loro; per i laici parliamo di carità apostolica, missione verso il mondo, carità familiare per chi è chiamato al matrimonio; i consacrati sono chiamati ad una carità - comunione e ad una carità - dono nel segno dell’obbedienza. Per vivere tutte queste forme di carità abbiamo bisogno della comunità: non possiamo donarci a tutti, ma a tutti il Signore ha affidato la povertà del mondo. Vi chiedo di lavorare e dialogare nella carità, nella fiducia. Guardatevi dalla sfiducia: come una gomma essa può cancellare ogni piano pastorale, ogni impegno di lavoro …!” Il momento di preghiera si conclude con la benedizione e il canto “Santa Maria del cammino”. Mons. Mazzoni riprendendo la parola scandisce le tappe che dal ’99 (con il Vescovo Maggiolini) ad oggi hanno tracciato il percorso che ci ha portati a questo Mini Sinodo. E’ stato poi dato spazio ai lavori di gruppo seguiti da uno o più sacerdoti sui seguenti temi: Consiglio Pastorale Vicariale – Oratori e cammini di catechesi – Celebrazioni – Pastorale della salute e Caritas – Valorizzazione del patrimonio artistico a servizio della evangelizzazione. Ogni gruppo ha seguito linee guida comuni: Comprendere ciò che il Vescovo vuole dirci; Concretizzare la proposta; Individuare i responsabili; Formazione dei responsabili. Dopo un intenso confronto, in ogni ambito si sono individuate considerazioni/proposte condivise divenute argomento di confronto nell’assemblea finale che le ha in gran parte approvate. Ringrazia per il clima di sintonia che si è respirato nell’incontro e sottolinea come anche in Valle Intelvi si creda nella Provvidenza data la non facile “impresa” di passare dalle indicazioni di orientamento alla concretezza di lavoro. Il cammino che ha portato al Mini Sinodo è iniziato più di un anno fa con la preparazione alla Visita Pastorale del Vescovo. La Valle D’Intelvi è stata, infatti, la prima zona della diocesi a ricevere, nell’arco di due mesi, la visita di mons. Coletti. All’intensa visita che ha toccato non solo le parrocchie ma tutte le realtà socio-assistenziali della Valle, lo scorso giugno, circa quattrocento fedeli delle parrocchie sono arrivati a Como per la restituzione della Visita, nella basilica di Sant’Abbondio. Dagli atti di restituzioni ha preso il via la preparazione del mini sinodo che si è tenuto la scorsa domenica. pagina a cura dell’USVI I LAVORI DELL’ASSEMBLEA CINQUE PROPOSTE PER UNA VALLE persone della Valle (non solo gli stranieri). Spesso Caritas e Centro ascolto si sovrappongono: si sottolinea l’importanza di scindere i ruoli: Caritas con compito formativo e Centri di ascolto per l’intervento sulle emergenze; si sottolinea l’importanza di contattare gli altri “gruppi missionari” presenti sul territorio (a Schignano, Casasco, Blessagno e Pigra) per considerare possibili collaborazioni. PATRIMONIO ARTISTICO E EVANGELIZZAZIONE ORATORI Diverse le esperienze sul territorio; esigenza di formare una mentalità d’oratorio e trovare nel tempo una struttura per ogni Comunità Pastorale; esigenza di modalità oratoriali diverse da proporre ai bambini fino ai 13 anni ed esperienze per adolescenti e giovani (argomento da approfondire). CAMMINI DI CATECHESI Proposta di attuazione dell’iniziazione cristiana per i fanciulli con un cammino catecumenale tra due anni a partire dal primo anno di frequenza; in questi due anni formazione dei catechisti e progetto per una Commissione Catechistica in cui confluiranno persone con specifiche competenze; catechesi degli adulti con incontri mensili già fissati per Bassa e Media Valle (ogni secondo giovedì del mese), argomento:l’Esodo. L’assemblea approva la catechesi dei fanciulli, la catechesi degli adulti e la formazione dei catechisti; oratori e commis- LE TAPPE sione catechistica necessitano di ulteriori approfondimenti CELEBRAZIONI Valutazione sull’ipotesi di riduzione del numero delle Messe, con criteri di attenzione per le comunità più piccole; necessità di spiegare bene alle comunità il perché di queste riduzioni intese soprattutto a favorire la qualità delle celebrazioni (Messe più curate, più comunitarie); si sottolinea l’importanza dei ministeri laicali come appoggio ai sacerdoti. L’assemblea su invito di Mons. Mazzoni ritiene Sacerdoti, religiosi e membri delle comunità apostoliche si sono riuniti in cinque gruppi per discutere della situazione della Valle e lanciare, partendo dalle indicazioni del Vescovo, proposte operative per il cammino pastorale necessario un ulteriore approfondimento su questi argomenti da riprendere nelle comunità. PASTORALE DELLA SALUTE E CARITA’ Importanza di formare ministri laici con riferimento alla spiritualità delle persone nelle case di cura, per gli anziani e gli ammalati. Caritas-Centro ascolto: si segnala che il peso della crisi economica ha portato a ridurre la disponibilità all’ascolto per aumentare quella dell’aiuto verso il bisogno economico anche delle Si segnalano le seguenti proposte: un pellegrinaggio vicariale primaverile ogni anno in paesi diversi –preparazione di banche dati sulle opere d’arte presenti in ogni parrocchia – open day come percorso religioso – riscoperta dell’arte e della fede nelle cappelle devozionali – corso di iconografia – coinvolgimento delle scuole in percorsi di riscoperta artistica delle chiese – catechismo nelle novene per portare ai bambini il messaggio delle immagini – scoperta del significato base dei dipinti per dare ai fanciulli i primi rudimenti del cammino di fede; non è stato reperito il nome di un referente né un’ipotesi di commissione tecnica zonale (è partita una Commissione tecnica dioce-sana). Si approvano il pellegrinaggio e l’apprendimento della lettura dell’opera d’arte come espressione della fede (la Bibbia del popolo oggi è importante). Mons. Mazzoni consiglia anche la lettura del Direttorio della religiosità popolare. P A G I N A CHIESA CARIT AS CARITAS IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 EDITORIALE UNA VERA CONDIVISIONE E’ POSSIBILE l 2010 è l’Anno Europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Caritas Europa e Caritas Italiana hanno dato vita a una campagna dal nome “Zero Poverty” (www.zeropoverty.org) per dare voce alle persone costrette a vivere in condizioni di povertà ed esclusione sociale e motivare ogni cittadino europeo a impegnarsi direttamente su questi temi. Informare, sensibilizzare, mobilitare: in questo modo la campagna “Zero Poverty” invita a sollecitare e animare le nostre comunità. La riflessione che vi proponiamo, accompagnerà sia il tempo di Avvento sia quello di Quaresima, inserendosi nel cammino comune di Caritas e Ufficio Missionario. Un impegno ad affrontare la tematica della povertà e dell’esclusione sociale, che è presente in modo significativo anche nelle nostre realtà. Territorio, il nostro, che presenta al suo interno, contemporaneamente, queste due caratteristiche: quella della povertà ed emarginazione e quella della ricchezza sia materiale sia relazionale. Il titolo del cammino proposto “Ricchi e poveri: riduciamo le distanze!” ci introduce in questa dinamica che quotidianamente viviamo nelle nostre comunità e che spesso affrontiamo come se fosse altro dalla nostra esperienza di vita, una questione da risolvere o con una elargizione in denaro oppure da accantonare quasi con fastidio, perché ci ricorda che la fatica del vivere non è una questione da “terzo mondo”, ma è presente in modo significativo anche in mezzo a noi. Per affrontare in modo corretto questo tema, che ci porterà in queste settimane di Avvento a riflettere su alcune azioni specifiche rispetto al consumo, all’informazione, al giusto utilizzo delle risorse, all’integrazione e all’accoglienza, penso che la prima azione da compiere sia quella di capire cosa significhi partire da una condizione di condivisione della povertà. Una condivisione vera è possibile solo se cerchiamo di recuperare in profondità il senso della povertà evangelica: tutti partiamo da una condizione di bisogno, che possiamo superare solo se insieme accogliamo la salvezza che ci è donata, non a ciascuno individualmente, ma a tutti nella misura in cui sappiamo realizzare la comunione alla quale siamo chiamati.L’approccio alla povertà con questo metodo della condivisione ci pone in un particolare atteggiamento di servizio, facendoci capire che i gesti e le cose che doniamo hanno un valore intrinseco ben più importante di quello economico, perché mette in gioco tutta la nostra esperienza di vita a favore di chi ha bisogno. I ROBERTO BERNASCONI direttore Caritas diocesana 13 CARITAS E UFFICIO MISSIONARIO AVVENTO DI FRATERNITA’ La Caritas diocesana propone con il Centro Missionario Diocesano la “Campagna AvventoNatale di fraternità 2010”. Il progetto assume un valore particolare in occasione dell’Anno Europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale pagina a cura della CARITAS DIOCESANA L a Caritas diocesana si mobilita per sensibilizzare le Parrocchie e tutta la comunità in prossimità del tempo di Avvento e si fa promotrice della “Campagna di Avvento-Natale di fraternità 2010”. Il tema di quest’anno è “Ricchi e poveri: riduciamo le distanze!” e la proposta è condivisa con il Centro Missionario Diocesano, con il quale la Caritas sta portando avanti i progetti in via di realizzazione in Burkina Faso e in Sudan. La Caritas diocesana ha così realizzato alcune iniziative e sussidi rivolti ai catechisti, agli educatori, ai giovani e agli adulti (vedi la scheda nella pagina). Evidenziamo in particolare il Sussidio per i giovani, adulti e famiglie che affronta i temi dell’accoglienza e dell’integrazione; l’informazione alternativa; il consumo critico e responsabile; infine, il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. I PROGETTI Inoltre, nel sussidio vengono presentati i progetti che la Caritas diocesana sostiene grazie ai fondi raccolti durante la “Campagna di Avvento”. Si tratta del Centro Speranza di Wakara (sostegno economico alle attività della struttura che raccoglie persone disabili) e la realizzazione del Centro sociale e culturale nel villaggio di Gossina, entrambi in Burkina Faso. In Sudan, invece, si vuole sostenere Radio “Voice of Hope”, una radio comunitaria aderente al Sudan Catholic Radio Network che fa parte di un progetto nato nel 2006 per promuovere la pace in quel Paese. Di seguito pubblichiamo uno stralcio della Guida per il Catechista/Educatore, rela- tivo alla prima settimana di Avvento che ha per tema l’accoglienza e l’integrazione. E’ uno spunto di riflessione utile per iniziare con “speranza gioiosa” il cammino di Avvento 2010. GUIDA Dal libro del profeta Isaia “Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore”. Riflessione Il profeta Isaia ci introduce nel tempo di Avvento con una speranza quasi gioiosa. “Il mondo è avvolto nell’oscurità della guerra e della morte, i popoli alzano la spada, la terra è striata dal sangue. Ma ecco che da un colle si irradia una luce misteriosa e divina. Tutti i popoli lasciano cadere dalle mani le spade, anzi le trasformano in falci per le messi, e si incamminano da ogni angolo della terra verso il colle luminoso di Sion. È quasi un pellegrinaggio simile a quello degli Ebrei quando marciavano verso Gerusalemme al canto dei Salmi delle ascensioni (Sal 120-134). La Parola di Dio annunzia e provoca un programma di pace, di disarmo, di collaborazione internazionale, di giustizia e di pace”. (Ravasi) Non solo vicini, ma fratelli Viviamo in una società complessa nella quale il vivere insieme, il comunicare, l’accogliere l’altro sono sempre più fragili e difficili. Ai possibili contrasti con vicini o parenti, si aggiungono, sempre più estese, l’indifferenza, la diffidenza, una comunicazione convenzionale e sterile... Sovente ci si mette in contatto con persone solo per necessità od opportunismo: per avere informazioni, aiuti, favori. Si cerca l’altro quando e perché serve. Così succede che si valorizzino immigrati, perché utili per certi lavori, per poi considerarli intrusi ed invadenti. In teoria si ritiene che tutte le persone siano uguali… Preoccupati delle proprie cose, manca il tempo per incontrare le persone, il piacere di parlare, la pazienza di ascoltare. Perché cambiare? E’ necessario allora un impegno di cambiamento per uscire dai tentacoli della nostra cultura che privilegia l’estetico, l’emozionale, il soggettivo, per passare a una dimensione sociale fatta di apertura all’altro, relazioni profonde ed appaganti che potranno portarci verso un nuo- vo umanesimo. Attività per introdurre il tema Il catechista/educatore, dopo una breve introduzione in cui spiega ai bambini qual è il tema prescelto, legge insieme a loro la storia di un migrante, giunto nel nostro Paese per seguire il sogno di una vita migliore (Allegato 1). Terminata la lettura, i bambini vengono invitati a evincere dalla storia appena ascoltata quelli che secondo loro sono stati gli elementi di “accoglienza” e quelli di “mancata accoglienza”, motivando brevemente le proprie scelte... Segno comunitario Poiché è importante che il percorso di riflessione che i bambini intraprendono durante l’Avvento venga condiviso con la Comunità Parrocchiale, si propone – la prima domenica di Avvento – di disporre i bambini/ragazzi del catechismo alle diverse entrate della chiesa, muniti di un simbolico cartellino di riconoscimento (es. “Comitato di Accoglienza”), affinché accolgano con un sorriso e una stretta di mano tutti coloro che si apprestano a partecipare alla celebrazione eucaristica. I materiali per le parrocchie COME SOSTENERCI 1 Sussidio per giovani, adulti e famiglie: affronta i temi del Consumo critico e responsabile, dell’Informazione Alternativa, della Sostenibilità Ambientale e dell’Accoglienza a partire dalla Dottrina Sociale della Chiesa; contiene molte indicazioni pratiche per modificare positivamente il proprio stile di vita. 2 Guida per il Catechista/Educatore: accompagna e sostiene il percorso di Avvento-Natale proposto dal Catechista/Educatore con riflessioni teoriche e attività pratiche sui temi dell’Accoglienza e del Consumo Responsabile. 3 Sussidio/Poster per i bambini: è un poster che ogni bambino/ragazzo può appendere in casa; su un lato è raffigurato il planisfero e sull’altro vengono indicate le “buone prassi” sui temi dell’Accoglienza e del Consumo responsabile. 4 Scheda progetti: è dedicata alla presentazione dei progetti che la Caritas diocesana finanzierà - tramite la raccolta fondi di Avvento - in Sudan e Burkina Faso. 5 Salvadanaio: piccolo per il singolo bambino/ragazzo, formato più grande se utilizzato presso esercizi commerciali, luoghi pubblici, comunità…). Le donazioni per i progetti in Burkina Faso e in Sudan (indicare sempre nella causale la destinazione) si possono effettuare su: - C.C.P. (Conto Corrente Postale) 20064226 intestato a Caritas Diocesana di Como, piazza Grimoldi 5, 22100 Como - C/C (Conto Corrente Bancario) del Credito Valtellinese intestato a Caritas Diocesa-na di Como, piazza Grimoldi 5, 22100 Como, IBAN IT95 F 05216 10900 0000 0000 5000 - direttamente presso la Sede della Caritas Diocesana, che è disponibile anche per ulteriori informazioni, tel. 031.304330, fax 031.304040, [email protected]. Le prenotazioni del materiale vanno effettuate entro la fine di ottobre presso la Caritas diocesana: tel. 031.304330, fax 031.304040, o e-mail [email protected]. La distribuzione del materiale alle Parrocchie che ne faranno richiesta avverrà intorno alla metà di novembre. Dal 25 di ottobre i sussidi sono inoltre a disposizione sul sito Internet della Caritas diocesana www.como.caritas.it . Per ulteriori informazioni o per l’organizzazione e la realizzazione di incontri di approfondimento (nelle Parrocchie o nelle Zone) sulle tematiche affrontate nella “Campagna di Avvento-Natale di fraternità 2010” contattare la Caritas diocesana ([email protected]; tel. 031.304330). P A G I N A 14 Molto forti sono i pregiudizi nei confronti di chi si batte per la sua salvaguardia. Eppure si tratta di un impegno al quale tutti noi dobbiamo sentirci chiamati con forza pagina a cura del’Ufficio Diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro - Salvaguardia del Creato e Stili di vita ’ C è ancora un pregiudizio assai diffuso rispetto a coloro che si impegnano per la salvaguardia del creato, pregiudizio che fatica ad essere annullato: essi sono ritenuti dei patiti. Eppure se noi stiamo attenti ad analizzare le preoccupazioni che circolano nell’opinione pubblica quella della necessità di salvaguardare il creato non è poi così secondaria. Se questo è il sentire comune assai diffuso nella società civile, anche la comunità cristiana non è esente da questo pregiudizio. Eppure i recenti documenti della Chiesa, basti pensare all’ampiezza della sintesi che il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa riserva a tale argomento, un intero capitolo, il decimo e la frequenza con cui Papa Benedetto XVI ritorna sulla delicata e nodale questione della salvaguardia del creato, tra tutti basti pensare all’enciclica ‘Caritas in veritate’ nella quale dedica a questa questione ben quattro numeri, da 48 al 51 (a nessun altro argomento specifico è stato dato tanto spazio nell’enciclica), dovrebbe aver prodotto una maggior sensibilizzazione dei credenti verso i temi dell’ambiente e far nascere una responsabilità collettiva. Nonostante questi pregiudizi, se noi indaghiamo con attenzione su quanto si fa nelle nostre parrocchie e anche nelle diocesi italiane ci accorgeremmo che parecchie sono le iniziative che si fanno a favore della CHIESA Salvaguardia Creato SalvaguardiaCreato del IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 RIMBOCCARSI LE MANICHE TUTELARE IL CREATO, NON MODA MA RESPONSABILITÀ È BUONO salvaguardia del creato. In un incontro primaverile sugli stili di vita organizzato in una zona pastorale della nostra diocesi si è avuto il pienone in sala e in quella sala si è venuti alla conoscenza di iniziative interessanti. Purtroppo queste sensibilità e attività rimangono chiuse in se stesse e non contagiano, se non raramente, chi non abbia una sensibilità propria verso questa importante questione. E che la questione della salvaguardia del creato debba essere affrontata con decisione, deve essere sentita e fatta propria anche da coloro che sono al di là della ristretta cerchia degli addetti ai lavori è un richiamo costante e pressante dell’attuale Pontefice; infatti egli non cessa di dire che la nostra generazione dovrà render I 50 ANNI DEL GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA “... e Dio vide che era cosa buona” In occasione del cinquantesimo anno della propria fondazione, il Gruppo Naturalistico della Brianza, storica associazione ambientalista di Canzo, domenica 3 ottobre scorso, presso la chiesa di S. Francesco d’Assisi a Canzo, ha proposto «E Dio vide che era cosa buona», un momento di riflessione sul tema della bellezza del Creato e sulla necessità della sua salvaguardia. In un’atmosfera di meditazione e di preghiera sono stati letti brani tratti da libri biblici, in particolare dalla Genesi e dai Salmi, in cui si invitava alla lode e al ringraziamento a Dio, Creatore e Padre. Infatti, la consapevolezza di aver ricevuto il creato in dono, segno dell’amore di Dio, può far nascere il desiderio di impegnarsi per la sua cura e salvaguardia. Non sono mancati riferimenti al Messaggio dei Vescovi della CEI per la 5ª Giornata per la salvaguardia del Creato, celebrata lo scorso 1° settembre 2010, dal titolo “Custodire il creato, per coltivare la pace”, per sottolineare il profondo legame che intercorre fra la convivenza umana e la custodia della terra. L’incontro, che si è svolto alla vigilia della festa liturgica di San Francesco (tradizionalmente considerato patrono di chi ama la natura), si è concluso con il canto del “Laudato sii”, la recita della “Preghiera Semplice” e la benedizione di don Ezio, rettore della chiesa di S. Francesco. conto alle generazioni future su come noi abbiamo custodito e coltivato il creato. Il richiamo del Papa, lo possiamo dire senza tema di smentita, pone in primo piano il livello dell’impegno morale, che mette in gioco i valori della solidarietà e della responsabilità, e, a livello consequenziale e imprescindibile quello della cultura, una cultura che superi la barriera dell’individualismo per diventare cultura collettiva. A questo punto si aprono due considerazioni, una di carattere strategico e l’altra di natura operativa: esse si richiamano a vicenda.. La considerazione strategica richiama l’educazione. E’ necessario che la sensibilità verso la salvaguardia del creato, o meglio la custodia del creato, non sia lasciata ad una sensibilità spontanea, ma sia frutto di un percorso educativo partendo da quanto la Sacra Scrittura dice circa il creato e il rapporto tra il creato e l’uomo. E’ un percorso che deve trovare già il suo giusto spazio nella catechesi ordinaria sia dei fanciulli e ragazzi sia in quella degli adulti. La considerazione di natura operativa è quella di mettere in rete, meglio sarebbe dire condividere, mettere in circolazione in modo più vasto e divulgativo possibile, le iniziative e le esperienze che sono attualmente in atto, tipo gli stili di vita adottati, il bilancio di giustizia, i gruppi di acquisto solidale, le attività dirette in modo specifico a salvaguardare e valorizzare il territorio e le sue risorse. Molte diocesi si sono poste su questa linea. Hanno dato vita alla rete interdiocesana degli stili di vita. Dopo soli tre anni sono più di una trentina le diocesi che aderiscono e parecchie altre stanno mostrando il loro interesse alla rete. Da questo giornale qualche mese fu lanciata la proposta: dar avvio ad una rete interparrocchiale per la salvaguardia del creato. Viene rinnovato ancora questo invito. Scopo è quello di far meglio conoscere le iniziative in atto per essere condivise e quindi dar vita ad una cultura diffusa circa la salvaguardia del creato che possa incidere sulle scelte personali e collettive. GIUSEPPE CORTI DALLA CARITAS IN VERITATE L’uomo e l’ambiente Vengono di seguito offerti alcuni passi tratti dall’enciclica ‘Caritas in veritate’ di Benedetto XVI sulla necessità di salvaguardare il creato. I passi sono rintracciabili nei nn. 48 51. “Il tema dello sviluppo è oggi fortemente collegato anche ai doveri che nascono dal rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale. Questo è stato donato da Dio a tutti, e il suo uso rappresenta per noi una responsabilità verso i poveri, le generazioni future e l’umanità intera. … La natura è espressione di un disegno di amore e di verità. Essa ci precede e ci è donata da Dio come ambiente di vita. Ci parla del Creatore (cfr. Rm 1,20) e del suo amore per l’umanità. E’ destinata ad essere “ricapitolata” in Cristo alla fine dei tempi (cfr. Ef 1,9-10; Col 1,19-20). Anch’essa quindi, è una vocazione.” (n. 48) “All’uomo è lecito esercitare un governo responsabile sulla natura per custodirla, metterla a profitto e coltivarla anche in forme nuove e con tecnologie avanzate in modo che essa possa degnamente accogliere e nutrire la popolazione che la abita. C’è spazio per tutti su questa nostra terra. … Ciò implica l’impegno di decidere insieme … con l’obiettivo di rafforzare quell’alleanza tra essere umano e ambiente che deve essere specchio dell’amore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino”. (n. 50) “E’ necessario un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita, nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti. … La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendo così deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso” (n. 51). STILI DI VITA MONITO CONTRO LO SPRECO Una società che consuma, troppo, lo fa anche senza troppo curarsi di quanto spreca. Il tema è talmente attuale che lo stesso Parlamento Europeo ha inteso metterlo in agenda. Giovedì 28 ottobre si sono aperte, infatti, a Bruxelles, le prime Giornate europee contro lo spreco. Ad inaugurare i lavori una conferenza sul tema: “Trasformare lo spreco alimentare in risorsa”. Proprio in questa sede, contestualmente alla conferenza, è stata sottoscritta da parlamentari, accademici e rappresentanti di organizzazioni della società civile la Dichiarazione congiunta sullo spreco alimentare che si prefigge di arrivare, entro il 2025 ad una riduzione di almeno il 50% della quantità di sprechi a livello globale. Sempre nell’ambito delle Giornate Bologna ospiterà, sabato 30 ottobre, la presentazione, in anteprima assoluta, del “Libro nero dello spreco alimentare in Italia”, primo rapporto dettagliato degli sprechi lungo la catena agro-alimentare, dal campo alla tavola. Si chiuderà, ancora sabato 30, con un pranzo contro lo spreco per 500 persone, in piazza Maggiore, a Bologna, cucinato con i prodotti invenduti nella filiera agro-alimentare raccolti dalle organizzazioni che recuperano il cibo a favore degli indigenti Ma davvero sprechiamo tanto? Basti sapere che dal 1974 ad oggi lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50%. Il 40% del cibo prodotto negli Stati Uniti viene gettato. Per non parlare di quello che accade in Europa. In Gran Bretagna si gettano ogni anno 6,7 milioni di tonnellate di cibo ancora perfettamente consumabile. In Svezia in media ogni famiglia getta via il 25% del cibo acquistato. In Italia, ogni anno, prima che il cibo giunga nei nostri piatti, se ne perde una quantità che potrebbe soddisfare fabbisogni alimentari, per l’intero anno, di tre quarti della popolazione italiana. Qualcosa come 44 milioni di abitanti... Buttiamo via circa 37 miliardi di euro, pari al 3% del nostro PIL. E noi? Siamo impotenti di fronte a questo scempio? Certo che no! Come sempre basterebbe qualche accorgimento in più. Sin dal supermercato. Acquistando prodotti che intendiamo consumare a breve, senza perderci in beni con scadenze lontane, che non di rado finiscono in angoli nascosti di qualche credenza, per saltar fuori quando ormai è troppo tardi... Non si dimentichi, inoltre, che molti alimenti possono essere consumati oltre la data di scadenza. Basta un po’ di attenzione. In merito c’è chi ha suggerito di introdurre il sistema della doppia etichettatura, come già avviene in altri paesi europei indicando, sulla confezione, il giorno di scadenza commerciale e quello per la sicurezza del consumatore. MARCO GATTI P A G I N A Como CRONACA DI E P R O V I N C I A 15 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 “DENTRO” IL NOSTRO TERRITORIO 437 litri sprecati ogni giorno in città 4 37,41 litri consumati al giorno di acqua potabile per abitante. Oltre cento litri in più rispetto al fabbisogno calcolato in base agli standard fissati della Regione Lombardia che farebbero variare tale soglia tra i 260 e 340 litri al giorno per abitante. E’ questo uno dei dati più curiosi che sono stati illustrati nel corso dell’ultima seduta della Commissione comunale II, ovvero “Assetto del Territorio-Ambiente”, dedicata all’analisi della documentazione relativa al P.G.T., il Piano di Governo del Territorio, il nuovo strumento urbanistico destinato a sostituire i Piani Regolatori Generali. Dopo due sedute introduttive, ai consiglieri comunali è stato presentato il Piano Geologico, ovvero l’analisi di tutte le componenti di natura geologica, idraulica e sismica relativa al territorio cittadino. Interessanti sono alcune informazioni relative agli aspetti idrici, a partire appunto dai già citati 437 litri di acqua consumati quotidianamente da ogni abitante È questo uno dei dati più curiosi illustrati la scorsa settimana nel corso dell’ultima seduta della Commissione comunale II legata all’iter di approvazione del Piano di gestione del Territorio di LUIGI CLERICI che attualmente non è possibile imputare direttamente ai cittadini come consumo effettivo o in parte dovuto alle perdite delle reti. Altri aspetti sicuramente curiosi sono l’aumento importante del livello di tutte le falde dell’area cittadina dovute principalmente a due motivi. Il fatto che l’acqua che alimenta l’acquedotto cittadino e l’acquedotto industriale è “pescata” direttamente dal lago, e quindi le falde non vengono più utilizzate per queste necessità così come per ciò che riguarda l’attività delle industrie del settore tessile che, per le diverse laborazioni, avevano bisogno di un ingente quantità d’acqua. Ormai in Como questo tipo di realtà industriali non esistono più e ciò ha permesso alle falde di salire sempre di più nonostante i trend trentennali relative alle precipitazioni piovose sul territorio forniscano risultati negativi rispetto al passato (l’esempio concreto più lampante di questa situazione è dovuto ai ripetuti allagamenti del tunnel ferroviario “Monte Olimpino 2” recentemente sottoposto ad un lungo intervento di restauro e impermeabilizzazione). Sempre collegata allo stato delle falde è l’analisi relativa ai pozzi presenti in città, ormai in disuso ma in alcuni casi ancora potenzialmente attivi. Secondo l’analisi effettuata delle loro acque sono ancora riscontrabili, oltre a tracce di fenobarbital, un barbiturico utilizzato come farmaco soprattutto negli anni ‘30 e ‘40 per curare, ad esempio l’in- sonnia e l’epilessia, e che cadde in disuso negli anni ‘60, nonché elementi ferrosi. Spostando la nostra attenzione sul lago sono state analizzate le più significative esondazioni del Lario, a partire da quella vasta e rovinosa del 1678 a quella del 1888, del 1976 e del 2002. Riguardo al lago si deve sottolineare che ancora oggi la zona delle sponde è interessata dal fenomeno della subsidenza, ovvero il lento e progressivo abbassamento di un terreno posto a contatto con una massa d’acqua, nella misura di 2/3 millimetri l’anno. Un fenomeno cirscritto solo a questa parte della convalle in quan- to lo studio ha evidenziato come all’interno le misurazioni del terreno rientrino in una situazione di normalità. Infine l’analisi idrica del territorio è stata completata dal censimento dei ben 42 corsi d’acqua minori del territorio, il 40% dei quali è stato intubato. Per quanto riguarda alcuni aspetti interessanti dal punto di vista geologico particolarmente significativo è stato il punto fatto sulle cave. Attualmente queste sono ubicate solo in territori limitrofi al territorio comunale mentre un tempo ne esistevano di attive come quelle di arenaria sull’attuale Spina Verde o la vecchia miniera di Camerlata. L’analisi geologica del terreno ha anche portato alla luce gli effetti degli ingenti scavi, nonché dei riporti di materiale, effettuati per consentire il transito della linea ferroviaria nel XIX secolo. Infine due annotazioni sulla sismicità di Como. Il territorio della nostra città è stato inserito nella IV fascia di classificazione, ovvero a rischio molto basso ma questo non pregiudica che, nell’eseguire delle costruzioni, debbano comunque essere seguite particolari procedure. Di PGT la Commissione Consiliare II tornerà ad occuparsi lunedì 2 novembre. L’ACCORDO SOTTOSCRITTO LA SCORSA SETTIMANA Agenzia delle Entrate e Comune contro l’evasione fiscale genzia delle Entrate e Comune di Como alleati per contrastare l’eva sione fiscale. È stata sottoscritta lo scorso giovedì 21 ottobre, presso la sala giunta di Palazzo Cernezzi, la convenzione che avvia, di fatto, la collaborazione tra i due enti sul campo dell’accertamento tributario e del contrasto all’evasione fiscale. In base all’intesa raggiunta palazzo Cernezzi invierà all’agenzia delle entrate, attraverso personale appositamente formato, segnalazioni quali- A ficate relative a notizie, dati o situazioni in grado di nascondere pratiche ad elevato potenziale evasivo. All’agenzia quindi il compito di effettuare i necessari accertamenti. Al Comune spetterà il 33% delle somme effettivamente riscosse sulla base delle segnalazioni inviate. «La lotta all’evasione fiscale - ha dichiarato il sindaco di Como Stefano Bruni - rappresenta un principio di giustizia e questo accordo stipulato con l’Agenzia delle Entrate risponde all’interesse degli stessi comaschi. Un terzo del gettito accertato e riscosso resterà, infatti, nelle casse comunali. Sotto certi aspetti, inoltre, questo accordo, i cui effetti saranno ben monitorati, rappresenta una prima applicazione del federalismo fiscale. Non faremo né i poliziotti né i delatori, ma andiamo a mettere a fattor comune tutta una serie di informazioni e documenti per permetteranno di intercettare eventuali trasgressori. Tutto ciò su filo della continuità rispetto ad altre intese, come quella già in essere con la Guardia di finanza, rife- rita al controllo economico reddituale legato ai servizi scuola, mensa, nidi». «La Convenzione - ha sottolineato il direttore provinciale dell’Agenzia delle entrate Michele Garubba - consentirà un’ azione più incisiva sul fronte del contrasto all’evasione fiscale. Le segnalazioni riguarderanno gli ambiti del commercio e delle professioni, dell’urbanistica e territorio, delle proprietà edilizie e patrimonio immobiliare, delle residenze fiscali all’estero e dei beni indicativi di capacità contributiva. Tutti ambiti di attività per i quali il Co- mune può disporre di informazioni particolarmente dettagliate». Si stringono così ulteriormente le maglie contro gli evasori comaschi. Nel 2009 la lotta all’evasione portò nelle casse dell’Agenzia delle Entrate di Como circa 43 milioni di euro. Sono circa una sessantina i Comuni che, in Lombardia, hanno già sottoscritto questa convenzione con l’Agenzia delle Entrate, tra questi tutti i capoluoghi di provincia, ad esclusione di Mantova, che dovrebbe provvedervi nei prossimi mesi. Tra quelli comaschi vi sono anche Erba e Cantù. A Bergamo i 68 controlli effettuati su segnalazione del Comune hanno portato ad un accertamento di oltre 2 milioni di euro (comprensivi di imposte, sanzioni e interessi); a Varese a seguito dei controlli è stata accertata un’evasione di 4 milioni di euro (comprensivi di imposte, sanzioni e interessi). In Lombardia, dall’aprile dello scorso anno, circa 700 sono state le “segnalazioni qualificate” ricevute dall’Agenzia delle Entrate della Lombardia, per una maggiore imposta e sanzioni accertate di oltre 5 milioni di euro. CRONACA P A G I N A 16 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 L’ASSOCIAZIONE “ANTONIO E LUIGI PALMA” Una mano amica per alleviare il dolore U na tradizione che si rinnova, così come la sua finalità. La sala bianca del Casino del Teatro Sociale di Como ha ospitato, giovedì 28 ottobre, alle 20.30, un concerto a favore dell’associazione “Antonio e Luigi Palma per la cura del dolore”. La musica che incontra il dolore. Un abbraccio delicato e silente. Una mano tesa. Una carezza… Nata 18 anni fa, allo scopo di mantenere viva la memoria di due professionisti, Antonio e Luigi Palma, la cui vita fu caratterizzata da un deciso impegno sociale, l’associazione si è ritagliata, nel tempo, un ruolo importante dentro il mondo comasco della malattia terminale. Il suo scopo è infatti quello di offrire assistenza e cura gratuita, presso il loro domicilio, alle persone affette da tumore maligno in fase avanzata. Assistenza assicurata grazie ad un’equipe qualificata e ad una rete di volontari appositamente preparata. Un impegno delicato, gravoso, vitale. Un’esperienza di sostegno ed accompagnamento ad affrontare con serenità l’ultima fase della vita. A guidare il sodalizio è il prof. Angelo Palma che, come in passato, ci aiuta a tratteggiare un pur breve bilancio dell’attività dell’associazione. «L’associazione “Antonio e Luigi Palma” - ci spiega il presidente - si Un sodalizio, attivo da 18 anni sul territorio comasco, che nel tempo ha visto crescere il proprio servizio a malati allo stadio terminale e alle loro famiglie. Un impegno prezioso di grande delicatezza e professionalità di MARCO GATTI prefigge lo scopo di assistere, a domicilio, malati nella fase terminale della loro vita, offrendo loro e alle loro famiglie il necessario supporto medico e psicologico». Quanto è cresciuta l’attività dell’associazione in questi anni? «Il nostro impegno è aumentato in maniera rilevante in virtù dell’ampliamento dell’area di operatività. All’inizio i nostri passi si sono concentrati sulla città di Como. Poi, via via, nel tempo, il servizio ha abbracciato anche altre realtà territoriali. Oggi svolgiamo attività di servizio domiciliare all’interno dei seguenti comuni del Distretto Socio Sanitario di Como: Brunate, Como, Tavernerio, Montorfano, Albese, S. Fermo, Cavallasca, Cernobbio, Moltrasio. Un raggio d’azione ben più ampio che, se da un lato conferma la preoccupante incidenza delle malattie tumorali sul nostro territorio, dall’altro è riprova della bontà e della qualità dell’impegno che portiamo avanti, come l’Asl stessa ci ha spesso riconosciuto. E come ci conferma la vicinanza che le famiglie stesse ci esprimono anche quando il loro congiunto se n’è andato». Può darci qualche numero rispetto al servizio che svolgete? «Nel 2008 abbiamo assistito un’ottantina di pazienti. Le “uscite” per servizi di assistenza sono complessivamente state circa 2500. Nel 2009 i pazienti seguiti sono saliti a 88, per un totale di circa 2650 uscite. Per avere un’idea dell’incremento della nostra attività basti pensare che nel 2004 i malati seguiti erano soltanto 28». E rispetto all’equipe medica? «Ci avvaliamo di 3 medici, 3 infermiere e 2 Asa. Abbiamo la fortuna di avvalerci di uno staff di grande competenza e professionalità in grado di accompagnare il malato in questa fase delicata della sua vita, limitandone il più possibile il dolore e aiutandolo a rielaborarne il senso. Non dimentichiamoci che abbiamo a che fare con malati allo stadio terminale, le cui aspettative di vita, pur, ovviamente, su tempistiche differenti, non sono certo di lunga dura- ta. La nostra assistenza non può, pertanto, limitarsi al semplice supporto medico-infermieristico, ma deve, necessariamente, assicurare anche un adeguato affiancamento di carattere psicologico. Quattro sono, pertanto, le diverse specialità che si configurano nella nostra equipe: medico, infermiere specialistico, Asa e medico psicologo, il cui ruolo di mediazione e di appoggio nei confronti del malato della famiglia risulta essenziale. Una “squadra” unita e affiatata che lavora mettendo al centro del suo impegno l’uomo, le sue fatiche, i suoi dolori, le sue tragicità». E il volontariato? «Il gruppo di volontari di cui ci avvaliamo, sono circa una ventina, rappresenta il fiore all’occhiello della nostra associazione. Persone di grande sensibilità e delicatezza, attente e preparate grazie ad un paziente lavoro di formazione continua (annuale) che ci consente di mantenere vive le professionalità, ma anche di aprire le porte a nuove “leve”, in virtù del crescente bisogno. Un gruppo motivato, preparato e in crescita è condizione essenziale per rispondere al meglio alle necessità che la società manifesta in questo settore». Com’è il vostro rapporto con le strutture ospedaliere e gli hospice del territorio? «Di grande collaborazione e rispetto, anche se le attività si concretizzano, com’è ovvio, in maniera differente. L’hospice si configura, infatti, come un luogo di assistenza dal taglio più prettamente ospedaliero. La nostra attività è invece circoscritta all’ambito del sostegno e dell’accompagnamento domiciliare. Un servizio dunque caratterizzato da un’umanità e da un approccio differenti. Come, del resto, è naturale che sia». Ma da che cosa è dettata la scelta dell’hos- pice piuttosto che dell’assistenza domiciliare? «Credo sia più corretto rivolgere una domanda del genere a personale medico, di certo più qualificato di me nel dare una risposta di questo genere. Riflettendo sul “senso” mi sento, però, di poter dire che la scelta è spesso legata a ragioni “contingenti”. Quando ci si trova immersi nella tragicità di avere in famiglia un malato terminale i familiari, in genere, ne prediligono la vicinanza, la prossimità, propendendo affinché questi viva i suoi ultimi giorni tra le mura domestiche. A volte, però, ciò non è possibile, per le ragioni e le motivazioni più diverse. Da qui la scelta dell’hospice, strutture in grado di offrire un’assistenza ad hoc per questo tipo di situazioni». L’associazione “Antonio e Luigi Palma”, una risorsa preziosa, da custodire con cura sul nostro territorio. ASSISTENZA A DOMICILIO E RSA: QUALI RISPOSTE AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI? IL CONVEGNO DELLA SPI CGIL Buon successo di presenze ha registrato, la scorsa settimana, il convegno promosso dallo Spi Cgil di Como su «Assistenza a domicilio e Rsa: quali risposte agli anziani non autosufficienti?», all’auditorium Don Guanella. Molti i numeri e gli spunti emersi nell’ambito dell’incontro, che offrono una fotografia interessante rispetto ad un fenomeno di grande attualità. Nei prossimi dieci anni, secondo quanto ha dichiarato la Spi Cgil, gli over 65 aumenteranno di 26.600 unità e altri 16mila saranno, in più rispetto ad oggi, gli anziani che avranno un’età superiore a 80 anni. «Se dovessimo trasporre le attuali percentuali di non autosufficienti e di ricoverati nell’arco di 10 anni – dichiara Amleto Luraghi, segretario Spi Cgil Como - ci vorrebbero almeno 1500 posti letto in più nelle RSA. Senza contare un bisogno forte e diffuso di assistenza domiciliare che già oggi vede più di 4.000 pazienti assistiti in assistenza domiciliare e un lavoro privato di cura di circa 10.000 badanti. Le istituzioni ai vari livelli devono affrontare per tempo ed in maniera comune e integrata questi problemi. Per questo è stato importante, come è avvenuto oggi, confrontarsi coi vari soggetti che operano in questo campo, e che le istituzioni devono saper ascoltare. Tutto l’intervento sanitario e sociale deve trovare un nuovo equilibrio: crescono i costi di gestione delle strutture, manca un adeguamento della quota sanitaria, le famiglie hanno sempre più difficoltà a sostenere le rette delle RSA, che negli ultimi anni sono aumentate in media del 30%, mentre le pensioni sono rimaste al palo, con un aumento lordo in cinque anni del 9%. È importante avere ospedali moderni ma non basta, bisogna rafforzare la prevenzione, occorre che quando un anziano viene dimesso abbia una continuità assistenziale. È necessario che nel territorio vi sia una vera “presa in carico” delle persone non autosufficienti. Il grado di non autosufficienza degli anziani ricoverati e i bisogni di personalizzazione richiedono un adeguato finanziamento pubblico e richiedono di affrontare in modo equo e sostenibile i temi della responsabilità e della compartecipazione dei ricoverati e delle loro famiglie. Ma soprattutto va potenziata una risposta integrata nel territorio e una più estesa e qualificata assistenza domiciliare. Tante sono in sostanza le questioni aperte, che anche oggi abbiamo affrontato nel corso del convegno; come Spi riteniamo che il sistema delle Rsa sia fondamentale e vada difeso, potenziato, orientato. Inoltre va tutelata la qualità del lavoro di chi presta servizio in queste strutture: le esternalizzazioni sono una via sbagliata. Occorre recuperare una stretta integrazione tra politiche sanitarie e politiche sociali, sviluppare e qualificare ulteriormente l’assistenza domiciliare e le soluzioni semiresidenziali, con la collaborazione di Comuni, enti locali e mondo del volontariato. Il sindacato dei pensionati della Cgil – ha concluso Luraghi – continuerà questo percorso di confronto con tutti gli interlocutori coinvolti, a tutela dei diritti delle persone anziane» CRONACA P A G I N A Como 17 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 IL PRIMO CENTRO INTERCULTURALE COMASCO Arco Iris, una finestra aperta sull’integrazione U na finestra aperta sull’integrazione, uno spazio organizzato per il dialogo e il confronto interculturale; un centro di riflessione teorico-pratica sull’educazione interculturale; un centro di documentazione e di supporto ai cittadini e ai servizi. Questo ed altro sarà il centro interculturale Arcoiris ufficialmente presentato la scorsa settimana presso la sede Acli di via Brambilla 35. I centri interculturali sono una realtà molto dif- L’iniziativa è promossa e sostenuta (anche economicamente) dalle Acli e dalla cooperativa sociale Questa Generazione. Due realtà molto vicine che hanno deciso far convergere in un unico polo ‘specialistico’ le attività che da molti anni entrambe le realtà sviluppano fusa sia in Italia che all’estero: in particolare in Lombardia ne esiste uno in quasi tutte le province: Como va così a colmare un gap. L’iniziativa è promossa e sostenuta (anche econo- micamente) dalle ACLI e dalla cooperativa sociale Questa Generazione: due realtà molto vicine che hanno scelto in questo modo di far convergere in un unico polo ‘specialistico’ le attività che da mol- ti anni entrambe le realtà sviluppano. Di cosa si tratta? A spiegarlo è Luisa Seveso, presidente delle Acli comasche: «Si tratta di una iniziativa sostenuta dalle Acli e dalla cooperativa Questa Generazione che vedono in questo spazio un’opportunità per portare a sintesi e qualificare un’offerta di attività e servizi già attualmente molto ricca e che è cresciuta nel tempo. Basti pensare, ad esempio, che lo stesso nome del centro è quello che le Acli avevano dato ad un’associazione che negli anni 80 offriva corsi di alfabetizzazione ai cittadini immigrati, e poi ad una cooperativa che nel decennio successivo ha gestito in città, in via Tatti, la prima struttura di accoglienza rivolta a cittadini stranieri. Il Patronato Acli, in seguito, ha dato continuità a tali azioni con sportelli informativi, azioni di tutela amministrativa, servizi di disbrigo pratiche anche per i cittadini immigrati. Le attività della cooperativa Questa Generazione sull’argomento, più recenti cronologicamente, non sono meno rilevanti: dalla mediazione linguistica e culturale nelle scuole e nei quartieri alla gestio- CHE COSA FA La sede di Arco Iris sarà a Como, in Via Brambilla 35. Si svolgeranno le seguenti attività. PARTNER ED AMICI DEL PROGETTO Attività culturali: - Corsi di cultura e lingua italiana per cittadini stranieri, ma anche corsi di cultura e lingua straniera (arabo, turco, cinese etc.) rivolti a coloro che sono interessati ad approfondire la conoscenza culturale e linguistica di altri Paesi - Incontri, manifestazioni, mostre, iniziative multiculturali, scambi culturali finalizzati all’informazione e sensibilizzazione sui temi della migrazione e dell’integrazione, anche valorizzando le realtà di gruppi e associazioni sia italiane che straniere presenti sul territorio - Biblioteca specialistica: servizio di informazione, documentazione sulle tematiche migratorie ed intercultura a disposizione di cittadini, professionisti e enti del territorio. Il Centro Interculturale Arco Iris nasce anche con il sostegno di enti ed associazioni della città. E’ patrocinato da: - Amministrazione provinciale di Como - Assessorato Servizi Sociali, Sanità e Pari Opportunità - Comune di Como - Assessorato alla Famiglia e alle Politiche Educative, e Assessorato alla Cultura E’ inoltre sostenuto da: - Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, Ufficio XII - Como - Politecnico di Milano - Polo di Como - Università dell’Insubria - CreaRes, Centro di ricerche su etica negli affari e responsabilità sociale - Confcooperative, Unione di Como Servizi alle Agenzie Socio Educative del territorio e alla persona - Consulenze specialistiche e di psicologia trans culturale rivolti ai nuclei famigliari e agli adolescenti ricongiunti e di seconda generazione. - Sportello di orientamento, assistenza e consulenza sulle questioni burocratiche per operatori e tecnici dei servizi. - Corsi per insegnanti, operatori sociali e sanitari, educatori ed animatori sull’accoglienza, l’intercultura e l’insegnamento dell’italiano L2. - Consulenza per gli operatori dei servizi (scuole, servizi sociali, strutture e servizi sanitari) con interventi di facilitazione linguistico-culturale e/o di psicologia trans culturale per supportare la gestione dei casi presi in carico. Servizi alle imprese - Sportello di orientamento, assistenza e consulenza sulle questioni burocratiche (documenti di soggiorno, ricongiungimenti familiari, decreti flussi, assunzioni, consulenza giuridica). - Traduzione di materiali, comunicazioni, volantini. - Corsi di cultura e lingua straniera organizzati per le imprese che necessitano di formare il proprio personale per attività lavorative all’estero, con particolare riferimento alla lingua e cultura araba, cinese, indiana e comunque in funzione delle specifiche esigenze dell’impresa. DOV’È Centro interculturale Arcoiris Via Brambilla 35 - 22100 Como telefono 031-3312730 fax 031 3312750 (dalle 11.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì) e-mail: [email protected] ne di punti e strumenti informativi (sportelli, guide ai servizi,…), dalla consulenza ai servizi sociali e sanitari per la gestione di situazioni di particolare complessità alla collaborazione con le imprese per l’accompagnamento al lavoro di cittadini immigrati. La cooperativa collabora inoltre, fin dall’avvio, alle attività del’Osservatorio Immigrazione dell’Amministrazione Provinciale». Oltre alla ricca attività ordinaria, Acli e cooperativa sociale Questa Generazione hanno svolto nel tempo diversi progetti innovativi. Tra questi segnaliamo alcune iniziative svolte in collaborazione nell’ultimo anno: - giornate interculturali rivolte alle comunità straniere per conoscere i musei civici; - corsi di alta formazione rivolta agli avvocati sui temi dell’immigrazione; - sportello ‘focal point’ per la lotta alla discriminazione per i cittadini stranieri e la promozione delle pari opportunità». «Il Centro Interculturale Arco Iris - prosegue Luisa - nasce anche con il sostegno di molti enti ed associazioni della città, e intende porsi come polo di secondo livello sui temi dell’integrazione interculturale. Non andrà, quindi, a sostituire le attività che ciascun servizio già gestisce, ma al contrario provvederà ad integrarle, da un lato intercettando e facendo convergere domande e richieste, dall’altro affiancando alle risposte attuali anche servizi di maggiore specializzazione: dalle azioni culturali ai servizi alle imprese, dalla formazione agli operatori dei servizi alla consulenza amministrativa». CON “MONDO TURISTICO” VISITA GUIDATA ALL’ABBAZIA DI PIONA E ALLA CHIESA DI S. TOMMASO DI CANTERBURY A CORENNO PLINIO L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per sabato 30 ottobre una visita guidata all’Abbazia di Piona e alla chiesa di S. Tommaso di Canterbury a Corenno Plinio. L’incontro con la guida è fissato alle ore 14.30 al parcheggio antistante il sagrato dell’Abbazia di Piona. L’Abbazia di Piona è un luogo affascinante, posto in un’ampia baia della parte nord orientale del lago; ha una storia interessante e complessa che ha lasciato segni di devozione e arte nella chiesa e nel chiostro. Ci si porterà poi a pochi chilometri di distanza, lungo la sponda orientale del lago, a Corenno Plinio, un borgo caratteristico per le sue scelotte ripidissime, che mostra nella parte alta i resti di un antico castello, mentre a lago la suggestiva chiesa di S. Tommaso di Canterbury, dalle sobrie forme barocche, con all’interno resti di affreschi medievali e rinascimentali e sulla piazzetta le arche trecentesche degli Andreani, La quota di partecipazione è di 7 euro per i soci di Mondo Turistico, 8 euro per i non soci. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 3394163108; e-mail: [email protected]; sito internet: www. mondoturistico.it. CRONACA P A G I N A 18 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 TESTIMONIANZE DI UNA LONTANA STAGIONE DI GHIACCI Massi erratici e avelli: un triangolo “di pietra” I l tanto celebrato paesaggio comasco è stato deteminato in larga parte dall’azione dei grandi ghiacciai che a più riprese durante il Quaternario (negli ultimi due milioni e mezzo di anni circa), in corrispondenza dei periodi climatici più freddi, scendevano dalle montagne alpine fino ai margini della Pianura Padana. Durante queste avanzate, i ghiacciai esercitavano un’intensa azione di erosione e di escavazione sulle rocce sottostanti e trasportavano verso sud le enormi quantità di detriti rocciosi prodotti. Quando il clima ritornava ad essere più mite, il ghiaccio si scioglieva, abbandonando tali materiali rocciosi di dimensioni e natura molto varia a formare i cosiddetti depositi morenici, oggi sparsi in molte zone del nostro territorio. I ghiacciai hanno depositato sul nostro territorio, in particolare, nella zona del Triangolo Lariano, anche blocchi isolati di notevoli dimensioni, i cosiddetti “trovanti” o “massi erratici”, costituiti prevalentemente nelle nostre zone da ghiandone (una granodiorite proveniente dalla Valmasino così chiamata per la presenza di grossi cristalli di colore bianco-rosato), da gneiss (rocce a tessitura orientata formate da quarzo, miche e feldspati chiari) e da serpentiniti (di colore verde scuro, provenienti dalla Valchiavenna e dalla Valmalenco, così chiamate perché il loro aspetto ricorda quello della pelle dei serpenti). Fu il naturalista lecchese Antonio Stoppani nel secolo XIX a intuire per Ricca è la presenza, sul nostro territorio, di materiali rocciosi di dimensioni e natura molto varia. Ecco di che cosa si tratta di SILVIA FASANA primo l’origine dei massi erratici, che espose nel suo scritto “Valsassina e il territorio di Lecco”: «...sul dorso dei colli, sui fianchi dei monti, sui margini dei laghi,… dappertutto... vedrete o solitari, o in gruppi fantastici, o allineati in modo mostruoso... pezzi enormi di graniti, di porfidi, di serpentini, di rocce alpine di ogni genere evidentemente divelti dai monti lontani portati giù, a centinai di miglia di distanza e posti a giacere così rudi e informi, ove possono meglio stupirci...». L’illustre geologo Giuseppe Nangeroni, uno dei primi a studiarli sistematicamente, in un suo lavoro del 1949 spiegò il loro nome comune osservando: «il… popolano brianzolo, … ha dato a tutti questi massi l’appellativo generico di “truant”, trovanti, quasi fossero trovatelli, figli abbandonati dai genitori dopo che li hanno portati ben lontani dal luogo natio». Le dimensioni dei trovanti, la loro “diversità” rispetto alle rocce su cui poggiano, hanno incuriosito e attratto l’uomo fin dall’antichità. La loro origine spesso è stata spiegata con un intervento soprannaturale, magico. In- numerevoli sono infatti le leggende fiorite intorno ai trovanti che vedono protagonisti Dio, i Santi, la Madonna o il diavolo, streghe, lupi mannari o altro ancora. Su alcuni massi erratici si trovano incisioni a forma di coppelle, cerchi, canalet-ti. La presenza di questi segni, detti nel loro complesso “incisioni rupestri non figurative”, sono frequenti sulle Alpi; nella nostra zona sono particolarmente concentrate in alcune località, come la “Spina Verde” di Como, il Pian delle Noci in Valle Intelvi e i rilievi dell’alto Lario occidentale. Particolarmente interessanti sono anche i massi a-velli, misteriose tombe a forma di vasca scavate nei massi erratici e orientate generalmente in direzione est-ovest. Queste sepolture, molto probabilmente destinate a personaggi di alto rango, costituiscono una singolarità della zona che va da Como al Canton Ticino, dalla Brianza alla Valtellina. Di problematica datazione, i massi avelli vengono attribuiti dagli ultimi studi all’arco temporale tra la fine del V secolo e il termine del VI secolo d.C., tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476) e l’occupazione da parte dei Longobardi del territorio lariano, dopo la resa dei Bizantini attestati nelle fortificazioni dell’Isola Comacina (588). Nella zona di Torno si ha una grande concentrazione di questi particolari massi: l’Avello del Maas, l’avello di Rasina, l’avello de i Piazz, l’avello di Negrenza e l’avello delle Cascine di Negrenza. Ma i massi erratici, PER UNA TUTELA DEI MASSI ERRATICI Già alla fine del 1800 si registrarono diverse iniziative per sensibilizzare la comunità scientifica e il mondo politico sulla protezione dei massi erratici. Nel 1884 il canonico Vincenzo Barelli, appassionato studioso dei massi avelli ne acquistò alcuni a nome della Provincia di Como, affinché venissero difesi quali “monumenti di importanza storica”. Nei primi decenni del secolo successivo, su sollecitazione dei partecipanti al Congresso Geologico nazionale di Lecco del 1911, una speciale commissione del Club Alpino Italiano intraprese un primo studio e un’azione per la salvaguardia dei trovanti più caratteristici. Insieme ad altri contributi da più parti, si arrivò negli anni ’20 all’iscrizione di un gran numero di trovanti, tra cui la Pietra Pendula di Torno, tra i monumenti di sommo pregio, tutelati dal Ministero della Pubblica Istruzione. Con la legge per la protezione delle bellezze naturali (Legge 29 giugno 1939, n. 1497), si fece un grosso passo avanti, proteggendo esplicitamente «a causa del loro notevole interesse pubblico» «le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale e di singolarità geologica». Nel 1949 un gruppo di geologi della Commissione Scientifica del CAI, tra cui Giuseppe Nangeroni, presentò un rilevamento sistematico di circa 200 trovanti della regione dei laghi, chiedendo la salvaguardia di quelli più interessanti, tra cui il Sasso del Lupo e la Pietra Nairola (Blevio), il masso di ghiandone di Piazzaga (Torno), la Pietra Luna e la Pietra Lentina (Bellagio), il Sass Negher ed il Sasso di Preguda (Valmadrera). Oggi, le Pietre Lentina, Luna, Pendula e Nairola, il Sass Negher ed il Sasso di Preguda sono riconosciuti come “Monumenti Naturali” dalla Regione Lombardia (Legge Regionale n. 86 del 30 novembre 1983, “Piano generale delle aree regionali protette”), con l’intento di tutelarli e valorizzarli. fonte di ottimo materiale edilizio a portata di mano, sono stati spesso distrutti ed usati come materia- NOTE IN VILLA L’associazione culturale “Scacciapensieri” promuove per sabato 6 novembre “Note in villa”, una visita guidata della prestigiosa Villa Bossi a Bodio Lomnago (VA), oggi sede di produzione del clavicembalo e museo di strumenti originali a pizzico, a fiato, a corda e di utensili dell’attività liutaria. Dopo un percorso attraverso gli ambienti storici della villa, si giungerà infine all’antica cantina, dove la visita si concluderà con una dimostrazione musicale eseguita al clavicembalo e all’organo. L’Associazione Musicale di Villa Bossi vuole essere al tempo stesso un riferimento per proposte in cui arte, bellezze architettoniche e territorio possano incontrarsi per diventare “impresa”, offrendo un vasto programma di iniziative culturali di portata internazionale. Seguirà un ricco buffet con specialità di prodotti naturali presso un agriturismo con visita guidata dell’azienda agricola e dimostrazione della produzione. Per maggiori informazioni e iscrizioni: Associazione Culturale Scacciapensieri, tel. 345.3302077; e-mail: [email protected]; sito internet: http://scacciapensieri-isa.blogspot.com/. li da costruzione o per ricavarne elementi ornamentali di case e chiese, manufatti vari quali ma- cine e ancora pilastrelli per segnalazioni viarie, cippi stradali, fontane. (continua) CRONACA P A G I N A 19 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 UN’INIZIATIVA DI “STRINGHE COLORATE”, ASF E PROVINCIA DI COMO La curiera luogo di vita e di... lettura “ L a corriera racconta storie”. Si presenta con questo nome l’originale iniziativa promossa dall’associazione comasca Stringhe colorate, dall’azienda di traspoto Asf Autolinee e con il supporto della provincia di Como. Una sorta di rassegna itinerante che, per un mese, “animerà” le corriere in viaggio lungo la tratta extraurbana C10 (Como Menaggio). Alcuni clown, qualche scrittore, qualche libro, e tanta allegria. Questi gli ingredienti di un progetto che nasce con l’ambizione di riempire di contenuti uno spazio spesso “morto”. A illustrarci il senso del progetto è lo stesso Alberto Terzi, sociologo e presidente dell’associazione culturale Stringhe Colorate. «Abbiamo proposto ad Asf Autolinee di diventare una sorta di “bus cultura”, invitando i loro clienti a leggere racconti brevi che saranno distribuiti sui mezzi. Puntiamo, in questo modo, nel favorire la promozione della cultura, soprattutto nei giovani, ma non solo. A titolo sperimentale, dunque, manderemo dei nostri clown che potranno intrattenersi con i viaggiatori e leggere con loro dei testi. Non mancherà anche qualche “nostro” autore. Uno spunto per promuovere questa iniziativa è nato infatti dal successo del libro Note in movimento di Lisa Tassoni, Dalla scorsa settimana, e per un mese, alcuni clown “animertanno” la tratta extraurbana da Como a Menaggio, incentivando alla lettura scritto dalla giovane autrice sotto forma di diario quotidiano proprio sulla tratta Como-Menaggio durante il tragitto che la separava da scuola. La rassegna si prefigge, pertanto, anche l’ambizioso scopo di promuovere i giovani talenti lariani verso un pubblico altrettanto giovane, rappresentato dagli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Da qui l’idea di diffondere sugli autobus anche L’Anonimuomo ideato da Giada Negri e gli estratti dei Racconti del Buonumore, raccolta di brevi storie e aneddoti raccontati da anziani e rielaborati da giovani scrittori. Ai viaggiatori regaleremo un piccolo oggetto in cui saranno inseriti due racconti alla volta». Il progetto si concluderà con un concorso tra i viaggiatori ai quali verranno sottoposte alcune domande sui racconti ricevuti in omaggio e che saranno selezionati sulla base delle risposte forni- te. Grazie alla collaborazione degli autisti di Asf Autolinee sarà possibile lasciare il proprio nome per partecipare all’estrazione di 5 lettori mp3 di ultimissima generazione e di altrettanti abbonamenti mensili extraurbani. La prima corsa “animata” è partita da Menaggio venerdì scorso alle 06.20 e si ripeterà anche nelle settimane successive in giorni variabili. «La “prima” è andata meglio del previsto - ci spiega Alberto Terzi - e si è mostrata particolarmente interessante su due versanti. Il primo ha riguardato gli autisti, che si sono manifestati da subito disponibili nell’offrirsi come promotori giornalieri dell’iniziativa. La seconda ha riguardato i giovani viaggiatori che, a parte la prima corsa in cui erano ancora all’oscuro del progetto e piuttosto assonnati, hanno ben interagito con i nostri clown. Il percorso di sensibilizzazione ora continuerà con nuove promozioni, anche attraverso un sito internet di taglio sportivo molto seguito sul nostro territorio. Proprio sulla scorta del buon riscontro avuto nella prima giornata abbiamo deciso di rafforzare la presenza dei nostri clown sulle corse di questa settimana, così da raggiungere il maggior numero di utenti». «Si tratta di un’iniziativa a nostro avviso mol- La presentazione dell’iniziativa la scorsa settimana to interessante - ha spiegato l’ing. Annarita Polacchini, amministratore delegato di ASF Autolinee - che offre lo spunto per permettere alle nostre corriere di assumere uno spirito nuovo rispetto al semplice mezzo di trasporto. I nostri autobus possono diventare luoghi di convivialità, conoscenza, cultura, così da permettere di vivere più a fondo, e in maniera diversa, questi momenti di spostamento. Un ringraziamento particolare non può non andare ai nostri autisti che si sono, da subito, mostrati entusiasti e disponibili a farsi coinvolti nell’iniziativa, seppur in minima parte e compatibilmente con lo svolgimento delle proprie man- sioni». Plauso al progetto anche dall’assessore alla Cultura della provincia di Como Mario Colombo. «Da sempre - ha dichiarato - la Provincia di Como favorisce la diffusione di idee creative e stimolanti, soprattutto se rivolte al pubblico giovane. Confidiamo nella perfetta riuscita del progetto che auspichiamo si riveli veicolo di principi di educazione civica mirati ad accrescere la corresponsabilità nell’uso corretto del mezzo pubblico inteso come bene comune e come occasione di cultura e di aggregazione sociale». Terminato il mese di sperimentazione, sulla base di risultati raccolti si valuterà se dare continui- tà, ed eventualmente estendere l’iniziativa. M. Ga. DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE Oltre il giardino. Linguaggi della mente e forme di creatività al Broletto “Oltre il giardino. Linguaggi della mente e forme di creatività”. Il Dipartimento di Salute mentale dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como si è reso promotore di un’iniziativa “colorata” che lascia spazio alla creatività e alla libera espressione. Due gli eventi promossi, strettamente legati l’uno all’altro. Il palazzo del Broletto ospita, dal 25 ottobre all’8 novembre una particolare mostra d’arte. In aggiunta a ciò previsto un convegno che si terrà l’8 novembre presso la Biblioteca Comunale di Como, come momento conclusivo e di sintesi della mostra stessa. «Questa iniziativa – spiega il dott. Claudio Cetti, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Como - è il risultato dell’intenso e appassionato impegno di una molteplicità di soggetti e nasce dalla convinzione che il processo creativo messo in atto nel “fare arte” produce benessere, salute e migliora la qualità della vita. Guardando le fotografie di queste vere e proprie opere d’arte, ci si emoziona perché, attraverso la comunicazione non verbale, ci si avvicina ad una sfera emotiva, affettiva e relazionale che non sempre trova vie di espressione. E’ particolarmente rilevante che questa ricchezza di significati provenga da luoghi storicamente connotati dalla sofferenza e dall’emarginazione: ciò conferisce all’ evento un valore aggiunto , in quanto si fa promotore di inclusione sociale. Il convegno permetterà, attraverso la partecipazione di esperti, il confronto anche teorico tra professionalità e approcci diversi, da quello psichiatrico o psicoterapeutico, a quello dell’arte terapia, a quello dell’arte tout court». P A G I N A 20 CRONACA Como&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 GRANDE FESTA LA SCORSA SETTIMANA Monte Olimpino i 45 anni dell’asilo “Bakhita” Alcuni momenti della festa che ha celebrato i 45 anni dell’asilo o scorso fine settimana è stata occasione di grande festa per l’asilo di Monte Olimpino, che ha celebrato i 45 anni di vita. Un incontro “missionario” venerdì sera, uno spettacolo “semiserio” sabato e una giornata di giochi domenica hanno salutato questo invidiabile traguardo. Allo scopo di far memoria di questo anniversario da Monte Olimpino ci è arrivato un contributo che, volentieri, pubblichiamo. “45 anni, un anniversario per festeggiare, per ricordare e ringraziare, un tempo significativo che è passato lasciando tracce di Bene. Qui a Monte Olimpino era il 24 settembre 1965 quando i primi bambini hanno ini- L Un traguardo salutato con entisiasmo dall’intera comunità ziato a frequentare il nuovo asilo delle Canossiane, dedicato poi a Santa Giuseppina Bakita. Si sa che un edificio, per quanto bello e funzionale possa essere, rimane un involucro di pietre e cemento, freddo e vuoto, se non c’è vita. Se non ha un cuore. Ma il nostro asilo, un cuore che batte, ce l’ha. Il cuore dell’asilo sono i bambini, tanti bambini, che di qui sono passati e passeranno, con i loro volti, le loro storie, i loro sogni, i loro affetti più cari. Sono venuti accompagnati per mano e sono stati affidati ad altre mani che hanno aiutato e aiutano a diventare grandi. Hanno imparato, hanno condiviso, si sono fidati, si sono accorti che ognuno è unico, ma nessuno è solo, che ogni giorno si vive la bellezza e la fatica dell’incontro e del confronto con gli altri, e che gli altri possono essere gli amici per la vita. Hanno acquisito e messo a punto autonomie personali e hanno avuto la percezione di ciò che si è chiamati ad essere, scoprendo la dignità e la bellezza di una immagine di cui c’è traccia in ognuno di noi. Ma il cuore dell’asilo è fatto anche dalle maestre e da tutte le persone che lì, ogni giorno, aiutano e insegnano a crescere, che educano e sostengono la piccola pianta affinché possa divenire un grande albero con radici profonde che con il passare del tempo e degli anni rimanga in piedi, anche sotto le tempeste che si potranno abbattere su di essa. E il cuore dell’asilo batte con il ritmo del grande cuore delle Madri, che accolgono, fanno crescere e aprono al bene. Queste Madri, volute da Maddalena di Canossa per portare l’amore di Gesù a tutti, sanno che c’è bisogno di tempo, di pazienza, di spazio, di cure per far crescere e far fiorire, perchè “educare è cosa del cuore” e questo vale per un Oratorio come per un asilo. E queste Madri, con umiltà e serenità sono anche vicine e presenti nella vita di Parrocchia, con l’attenzione verso gli ammalati, gli anziani, le famiglie, la realtà dell’oratorio, il catechismo dei ragazzi. Le incontri, le guardi, ti parlano, le vedi pregare e ti vengono in mente le parole di Gesù “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”. Già, una vita che ha il sapore della luce, perchè ha lo stile della gratuità, dell’accoglienza, del servizio, della serenità. E così è stata anche quando, per un breve momento, è sembrato che se ne potesse fare a meno e da 150 anni porta questo sapore e questa luce fino ai confini del mondo. Far festa per questi 45 anni aiuta a fermarsi e ripensare al nome e al volto di tutte le Madri che sono passate di qui e alle cose belle vissute insieme. Ti viene in mente che ci hanno accompagnato nei vari momenti significativi della vita, e continuano ad accompagnare, e ti ricordi che ci hanno aiutato ieri e ancora oggi a crescere e a diventare persone adulte. E davanti a tanto e alla stima e all’affetto che cogli nei loro occhi non puoi che essere contento e lasciare libero il cuore per dire insieme grazie! Noi che eravamo all’asilo... e siamo diventati grandi”. APPUNTAMENTO IL 6 NOVEMBRE La locanda di Emmaus a Breccia ocanda di Emmaus”, un titolo scelto quasi per caso, aiutati sosolo dal periodo (autunno 2009) in cui si cominciava a prospettare questa incredibile esperienza. Un gruppo affiatato, quello degli adolescenti della parrocchia di Bernate, ma senza nessuna esperienza di teatro, recitazione o canto, se non quella di una scenetta di fine Grest affrontata con molto entusiasmo.. Alcuni adulti che ci hanno creduto fino in fondo e che hanno dato una mano a portare a termine questa avventura…. e sicuramente l’aiuto di qualcuno particolare, che ha aiutato a continuare anche superando i momenti di difficoltà… L “ Uno spettacolo, promosso da un gruppo di adolescenti della parrocchia di Bernate per raccogliere fondi a beneficio di una missione nel cuore del Kenya Ecco i termini di questa operazione, che si è rivelata una bellissima esperienza, che si potrebbe descrivere con un fiume di parole, che comunque però a fatica descriverebbero l’altalenarsi di emozioni e di sentimenti di amicizia e complicità che hanno coinvolto i protagonisti. A fine maggio, in occa- sione della festa per il saluto al parroco don Costante che lasciava la comunità, si è giunti alla prima rappresentazione nel salone dell’oratorio, ed è stato molto bello vedere gli sforzi coronati dalla commozione di molti tra quelli che erano venuti ad assistere alla rappresentazione. Alcuni tra loro hanno pensato di invitare i protagonisti a replicare in un vero e proprio teatro, il Teatro Cristallo dell’oratorio di Breccia, e ora ci si sta preparando con ansia a questo evento, “che ci sembra più grande di noi - spiegano alcuni “artisti” - ma con la speranza nel cuore di poter aiutare in modo ancora più incisivo i bambini di nonno Luigi, un ex-muratore di Carate Brianza che da oltre vent’anni ha deciso di dedicare la sua esistenza a chi nulla ha da offrire se non il suo sorriso, e si è trasferito in Kenya, dove ha fondato la missione di Ndugu Zangu. Il nome è un po’ ostico, ma il suo significato è profondo e coinvolgente: significa “fratellanza”. Ospita circa 200 tra bambini e ragazzi, in buona parte orfani e cardiopatici. Un piccolo gioiello di speranza nel cuore della savana, dove alcuni di noi si sono recati di persona questa estate, portando a casa ricordi ed esperienze indimenticabili. Vi aspettiamo…. ve ne parleremo!” L’appuntamento è per sabato 6 novembre, alle ore 21, presso il Cine Teatro Cristallo di Breccia. Biglietto d’ingresso 7 euro, ridotto 5 euro. CRONACA P A G I N A 21 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 AL “SOCIALE” DOMENICA 30 OTTOBRE “Scrivi: amore” teatro musicale sul beato Luigi Monza I l 30 ottobre alle ore 20.45, presso il Teatro Sociale di Como, andrà in scena lo spettacolo "Scrivi: AMORE", teatro musicale sul beato Luigi Monza, già rappresentato lo scorso maggio presso il Teatro Comunale Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia con notevole successo. Il progetto teatrale è il frutto di un approfondimento che i giovani della Diocesi di Concordia Pordenone stanno svolgendo sulla figura di questo prete lombardo, fondatore dell'Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità e dell'Associazione La Nostra Famiglia, per portarne in scena il messaggio ed il carisma. A coadiuvare il gruppo teatrale vi è il coro e l'orchestra dei giovani della Diocesi, il tutto supervisionato e guidato da affermati professionisti di Jobel Teatro. Fondamentale il ruolo di Jobel (Arteam), che da anni dirige scuole teatro stabili, seminari, stage e laboratori in tutta Italia per promuovere il linguaggio teatrale come strumento di crescita e Protagonisti della rappresentazione i giovani della diocesi di Concordia Pordenone e Jobel Teatro di Roma confronto. Lo spettacolo è una piccola Odissea, un piccolo viaggio dantesco dei nostri giorni, dove un giovane uomo, un musicista, cerca qualcosa. Nel suo peregrinare Marco, il protagonista, si trova di fronte ad un'umanità ferita, ad una condizione di malessere in cui vive l'uomo di oggi. Ma ogni ferita ha la sua cura, che Marco apprenderà passo dopo passo, grazie ad un uomo misterioso che gli fornirà strumenti per guardare la realtà da una nuova prospettiva, portando anche lo spettatore ad intravedere ciò che normalmente si fa fatica a scorgere. Lo spettacolo utilizza oltre alla recitazione anche i linguaggi della musica, della danza e del canto. Le musiche originali composte da Roberto Brisotto raccontano in maniera straordinaria le suggestioni dei quadri dello spettacolo, dando alle azioni sceniche quella sospensione di armonia necessaria per raggiungere il cuore dello spettatore. Il Coro e l'Orchestra dal vivo, sotto la guida di Denis Feletto, sottolineano i passaggi salienti del viaggio di Marco nella sua città e amplificano il pensiero di don Luigi Monza, un pensiero che vuole essere oggi vivo e concreto nella quotidia- nità. La collaborazione costante ed affiatata, sul palco e dietro le quinte, di "giovani artisti" uniti a professionisti dei vari settori rappresenta la sfida e, in un certo senso, il segreto di un'esperienza di formazione umana, artistica e spirituale unica nel suo genere. BEATO LUIGI MONZA: COME DEFINIRLO? In molti ci hanno provato: uomo semplice, profeta della carità, parroco secondo il cuore di Dio. Ma la cornice da cui emerge questo sacerdote vissuto nella prima metà del secolo scorso (1898-1954), ha contorni sfumati. Non per mancanza di precisione o perché i fatti della sua vita sono stati scarsamente incisivi, ma perché il fondamento del suo messaggio - la carità pratica dei primi cristiani si distende nel tempo e nelle più diverse latitudini (Italia, Africa, Brasile, Ecuador, Cina). La sua vita non ebbe nulla di straordinario ma non è forse l'ordinarietà dei luoghi e degli episodi il terreno fecondo per puntare in alto, verso la straordinarietà di cammini che aprono alla santità? Un uomo dal gesto cordiale e preveniente, dal parlare misurato e discreto, dal pianto nascosto e dal sorriso mai equivoco, dallo sguardo incoraggiante e fiducioso, dal passo sicuro verso una carità squisita dovunque ci fosse un bene da compiere. Giovane prete entusiasta, attento e generoso soprattutto con coloro che non contano agli occhi degli uomini ma sono i privilegiati del Regno, anticipa profeticamente i tempi e propone una forma di vita consacrata secolare: nel mondo, con i mezzi del mondo, senza cadere nella mondanità. Tutto, sempre, con un solo scopo: creare legami di fraternità interrotti da un imperante egoismo o appannati dalle tentazioni più subdole della società. A noi, che lo osserviamo con il desiderio di lasciarci contagiare, consegnerebbe tre semplici parole; le stesse che regalò sul letto di morte a chi, con giusto timore, pensava alle prospettive future: "Vedrai, vedrai, ma vedrai!". E ora i suoi occhi guardano ciò che noi non abbiamo ancora finito di vedere. (Gianna Piazza) Per informazioni e /o approfondimenti della spiritualità del Beato Luigi Monza: gianna [email protected], tel 031-625111. Chi è interessato a conoscere meglio lo spettacolo teatrale, può visitare il sito: www.luigimonzateatro.it L'ingresso al Teatro è gratuito. Lo spettacolo dura 1 ora e 1/4. CAVALLASCA: SALUTE SENZA ETÀ. NUOVIO INCONTRI FINESTRA SUL CAMPIONATO: IL COMO PAREGGIA E RIMANE SUL FONDO CLASSIFICA Sotto un cielo autunnale e con i riflettori accesi dal primo minuto il Como non riesce a sfatare il tabù del ‘Sinigaglia’, e nonostante una prova volenterosa rimane sul fondo classifica. Gli azzurri restano, quindi, in ultima posizione anche se ora in coabitazione con il Ravenna.Nonostante le tre punte schierate dalla coppia Garavaglia-Brevi, ovvero Rossini, Cozzolino e Villar, in campo dal primo minuto, i lariani non sono riusciti ad impensierire più del dovuto la compagine altoatesina che, in effetti, ha creato un numero maggiore di occasioni da rete. La classifica lariana resta sempre drammatica e questo è ben testimoniato da quanto affermato dal direttore generale Degennaro a fine partita. Il dirigente ha ammesso che se non si vincono partite come queste la situazione è destinata a farsi sempre più difficile. Da parte loro i tifosi hanno sempre sostenuto i ragazzi, nonostante qualche legittimo coro di contestazione di tanto in tanto, ma l’attesa vittoria anche questa volta non è giunta e questo Como sembra essere sul punto di fare concorrenza a quello del campionato 1999/2000. Allora bisognò aspettare metà dicembre (Como-Carrarese 2-0) per assaporare la prima vittoria casalinga. La partita vede partire bene la formazione lariana che ha due occasioni con Cozzolino e Filipe, mentre gli ospiti crescono nella ripresa e Furlan al 60' manca una clamorosa palla gol. Finale elettrizzante con El Kaddouri che manda sull’esterno della rete (80') e sul rovesciamento di fronte è provvidenziale il portiere ospite Zomer ad opporsi efficacemente su Rossini e Maah sulla conseguente ribattuta. “Mi è piaciuta la determinazione con cui la squadra è scesa in campo, anche se come spesso accade tra le mura amiche è mancata la finalizzazione - ha sottolineato negli spogliatoi il mister azzurro, Carlo Garavaglia - Ma se non si vincono partite di questo tipo, la situazione si fa sempre più dura». Due notizie, intanto, sul fronte societario. Il Como ha superato l’esame Covisoc. La scorsa settimana gli ispettori di controllo di conti e documenti della Lega Calcio hanno fatto visita alla società rappresentata, per l’occasione, dal vice-presidente Rivetti. Il Como ha superato senza intoppi queste verifiche con l’assicurazione che proprio in questi giorni si sta procedendo alla ripianazione dei debiti di bilancio ed al pagamento degli stipendi arretrati. Sul fronte della cessione della proprietà azzurra ad alcuni imprenditori bresciani, intanto, trattativa rimane aperta anche se nulla è ancora definitivo. Sul Lario si cerca ancora di capire se ci sono le condizioni economiche affinché il gruppo di imprenditori bresciani che si è fatto avanti nelle ultime settimane possa entrare, o meno, in seno ai vertici di viale Sinigaglia. L’interessamento dei bresciani sembra essersi notevolente raffreddato rispetto all’entusiasmo iniziale. “Se son rose fioriranno...” ha aggiunto in proposito Di Bari che ha assicurato di non voler chiudere questa trattativa a tutti i costi anche se sembra chiaro che, personalmente, sembra un po’ stanco del Como. L.CL. Nuovi appuntamenti nell’ambito del secondo ciclo del percorso “Una salute senza età”, promosso dall’assessorato ai Servizi Sociali, in villa Imbonati, a Cavallasca. Tutti gli incontri avranno luogo a titolo gratuito. venerdì 29 ottobre, ore 15 Le protesi in ortopedia Dott. Francesco Floris, specialista in ortopedia e medicina dello sport. venerdì 5 novembre, ore 15 La piramide alimentare lombarda. A tavola per star bene, sul filo della tradizione. Dott. Alfredo Vanotti, responsabile Servizio Nutrizione Clinica e Dietetica Asl provincia di Como CRONACA P A G I N A 22 Como&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 IL PROSSIMO 7 NOVEMBRE Solzago saluta don Umberto Gosparini I l prossimo 7 novembre, con la celebrazione di una S. Messa alle ore 11.30, la comunità di Solzago saluterà don Umberto Gosparini, nuovo fidei donum, incaricato dal vescovo per l’apertura della nuova missione diocesana, nella diocesi di Carrabayllo, in Perù, alla periferia di Lima. In preparazione a questo appuntamento la comunità ha voluto rinnovargli il suo “grazie” con il testo che segue: “Questa volta non è il “ciclico” cambio di parroco, ma la comunità di Solzago sa di donare il suo Pastore a una comunità più grande: la Diocesi. Una diocesi aperta all’ Amore Universale. Sarà poco, ma ci sentiamo “dentro” a questo DONO. Sette anni, il tempo di don Il sacerdote è stato incaricato dal vescovo per l’apertura della nuova missione diocesana, nella diocesi di Carrabayllo, Perù, alla periferia di Lima Umberto con noi, abbastanza perché Solzago si senta partecipe con gioia di questo momento, dove vede che l’Uomo, il Pastore di questo gregge, non ha solo “detto”, ma ha concretizzato con il “fare”, l’Amore per i fratelli più bisognosi che in questo periodo trascorso con noi ci ha predicato con tanta insistenza. “E mentre i Giudei chie- dono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani…” 1 Cor. 1, 22-23 Non so quante volte lo abbiamo sentito annunciare dalla sua viva voce nelle prediche appassionate, come anche in molti incontri di catechesi e non solo. Quella catechesi familiare a cui tanto tiene e che coinvolge un gran numero di persone per una Chiesa missionaria, aperta e portatrice di un “lieto messaggio destinato ai poveri”. Ed è proprio il Cristo di cui don Umberto si è innamorato che riaffiora in ogni suo gesto e parola; un Cristo degli ultimi a cui lui ha dedicato gran parte del suo ministero sacerdotale. E ancora una volta è “pronto” a gettare le reti in una nuova avventura, questa volta a Lima, in una realtà tutt’altro che facile, là dove la presenza del “povero” non dà adito a dubbi interpretativi od esegetici; le sue mani ancora una volta entreranno in contatto con la nuda terra. Sappiamo che a lui la terra piace, la coltiva, la ama, la ascolta; non è un uomo dai discorsi altisonanti, ma l’amore per il suo Signore trasforma anche la parola più semplice in un invito a mettersi in cammino alla sua sequela. Lo vediamo sereno, già proiettato verso un nuovo orizzonte, ma capace di trasmettere quella Gioia che non viene dal mondo, ma dalla certezza che sia LUI a guidarci. Questi sette anni trascorsi a Solzago sono stati fecondi di relazioni, ci hanno permesso di respirare un’aria di mondialità, di apertura verso realtà diverse dal quotidiano sentire. Questa nuova missione arricchisce la vita della nostra Chiesa locale e della Chiesa tutta e in un abbraccio universale non possiamo che ringraziarlo di tutto il cuore e sperare che le nostre comunità ecclesiali possano sostenere e alimentare questo fecondo seme di Amore. Ecco perché c’è gioia nel donare il “nostro” don Umberto. Ci sentiamo gregge buono nel aver fatto “sudare” il suo Pastore, ma non gli abbiamo tolto, anzi lo abbiamo aiutato a rafforzare quel seme di Missionarietà che gli è proprio”. LA LUCE NELLA NOTTE IL 31 OTTOBRE IN S. GIACOMO ANCHE A COMO CONTRO L’ICTUS CEREBRALE La chiesa di S. Giacomo, in piazza Grimoldi, a Como, ospita la nuova edizione di “La luce nella notte”, importante occasione di evangelizzazione di strada proprio in occasione della tanto blasonata notte di Halloween. L’iniziativa di preghiera e riflessione è organizzata dall’associazione Nuovi Orizzonti con la collaborazione della Pastorale Giovanile, della Caritas Diocesana e l’Associazione Papa Giovanni XXIII. L’appuntamento è in chiesa alle 21.30. Il 29 ottobre si celebra anche a Como la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale. Per l’occasione, l’Associazione A.L.I.Ce onlus di COMO organizza presso la sede del Distretto di Como dell’ASL di Como - via Croce Rossa, 1/3, dalle 9 alle 12, uno stand informativo di sensibilizzazione riguardo la prevenzione e il riconoscimento precoce dei sintomi, e su cosa fare in caso di “emergenza ictus”. La Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale è giunta in Italia alla sua terza edizione. Ogni giorno nel nostro Paese l’ictus colpisce circa 660 persone. I DATI DI CONFINDUSTRIA E OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO La crisi rallenta ma non arresta la sua morsa L o spettro della crisi mantiene ferma la sua ombra sul comasco, anche se qualche pur timido segnale di ripresa non manca all’orizzonte. A delineare questo quadro l’intreccio dei dati forniti, rispettivamente, dalla Confindustria di Como - che ha recentemente diffuso i numeri relativi alla congiuntura economica sul 3° trimestre - e dalla Provincia, il cui Osservatorio del mercato del lavoro ha comunicato i dati provinciali relativi al mese di settembre. La fotografia di Confindustria, basata su un’indagine svolta attorno alla metà di settembre su un campione di aziende rappresentative di tutti i più importanti comparti produttivi ci svela alcuni im- portanti segni più. Lievi segnali di miglioramento per i settori tessile - abbigliamento, tinto stamperie, chimico - gomma materie plastiche, metalmeccanico, grafico cartotecnico. Segnali invece più freddi per i settori del legno, alimentare, terziario, materiali da costruzione. Complessivamente nei primi 9 mesi del 2010 sono state fruite complessivamente 9.393.363 ore di cassa integrazione, il 23% in meno di quanto osservato nel medesimo periodo del 2009. Riduzioni importanti per i settori tessile e metalmeccanico (per entrambi 16% di ore di cassa utilizzate). I valori rilevati fino al termine del mese di settembre indicano che, ad eccezione del legno (+3%) e dei vari (+9%), settori con-traddistinti da un lieve incremento nel ricorso alla cassa integrazione, si osserva una riduzione nell’utilizzo dello strumento rispetto al 2009, dato confermato anche dai settori chimico (-71%), e grafico/cartotecnico (34%). Soffermandosi, brevemente, sui dati provinciali elaborati dall’Osservatorio per il settore Politiche attive del lavoro della Provincia si registra un progressivo e costante aumento, dal 2004 al 2009 del flusso di persone in cerca di lavoro (erano state 10.338 nel 2004, hanno toccato quota 18.537 nel 2009). 13.306 il dato invece relativo al periodo gennaio - settembre 2010. Percentuali in crescita anche per le richiesta avanzate dalla popolazione straniera, comunitaria (8320 registrati nel 2004, 14.819 nel 2009, 10.650 nel periodo gennaio - settembre 2010) ed extracomunitaria (1977 nel 2004, 3354 nel 2009, 2535 nel periodo gennaio - settembre 2010). In riferimento agli avviati al lavoro si registra un lieve incremento dal 2009 al 2010, passati da 34.735 (il periodo in questione è sempre gennaio settembre 2010) a 36.882. Confrontando i dati a livello lombardo e soffermandosi sul numero di persone in cerca di occupazione e sul tasso di disoccupazione si riscontra come nel 2008 si registrassero circa 11 mila persone nel comasco in ceca di lavoro, con un tasso di disoccupazione attorno al 4,2% (rispetto ad una media regionale del 3,7%). Nel 2009 nel comasco erano 15 mila le persone in cerca di lavoro, e il tasso di disoccupazione era salito a 5,7%, più vicino ad una media regionale balzata al 5,4%. CRONACA P A G I N A 23 Prealpi&Bassa IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 È STATO INAUGURATO LA SCORSA SETTIMANA Casa Anziani: ecco il nuovo reparto “ I l nome ‘Casa’ è la sintesi del significato da attribuire a questa struttura: non ospedale, non clinica, non ospizio o ricovero, ma luogo familiare, affettivo e rassicurante”. Una frase, uno slogan, una scelta di vita. Nelle poche righe che precedono, e che hanno accompagnato il biglietto d’invio all’inaugurazione del nuovo reparto, sabato scorso, è ben riassunto il senso dell’impegno della Casa Anziani di Uggiate Trevano. Una presenza numerosa ha accompagnato, sabato scorso, 23 ottobre, il taglio del nastro del nuovissimo reparto, la benedizione del parroco delle comunità di Uggiate Trevano e Ronago don Mario Ziviani, ed il taglio del nastro opera del prefetto di Como Michele Tortora. Una storia iniziata nel lontano 1987. All’epoca alcuni Comuni dell’area prealpina decisero di costituirsi in consorzio per la costruzione e la gestione di una casa di riposo per persone anziane. La Casa venne ufficialmente aperta in data 1° marzo 1994. In quella data venne infatti costituito il “Consorzio Casa di Riposo per persone anziane” composto da da 12 Comuni che si assunsero l’impegno di dare vita alla struttura e di gestirla. Successivamente, per adeguarsi alle nuove normative, a far data dal 1° gennaio 2004, il Consorzio venna trasformato in Azienda Speciale Consortile. Le costanti richieste di ricovero che seguirono indussero l’assemblea consortile a optare, molto presto, per la realizzazio- La struttura raggiunge così una capacità di 94 posti complessivi. Circa un centinaio gli anziani in lista d’attesa ne di un secondo lotto che venne inaugurato i 6 dicembre 1998. La capacità della Casa prima del terzo lotto era di 80 posti. Il terzo lotto dei lavori, che ha portato alla realizzazione di un nuovo reparto di degenza comprendente dieci camere doppie e quattro camere singole, tutte dotate di servizi, i soggiorni di piano, il corridoio di servizio e disimpegno, i servizi generali ed i locali ausiliari, ha portato la capacità ricettiva della struttura a 94 posti (ne sono stati autorizzati 24, ma i nuovi ospiti accolti saranno 14 in virtù di alcuni spostamenti all’interno della struttura). Un grande balzo in avanti, non sufficiente, in ogni caso, ad esaurire una lista d’attesa di circa 100 persone. Un centinaio, circa, anche i dipendenti in servizio presso la struttura. Notevole soddisfazione per il traguardo raggiunto è stata espressa dal presidente del Consiglio di Amministrazione della Casa, Luigi Capiaghi, e dal presidente dell’Assemblea dei sindaci, Fortunato Turcato. I Comuni “parte in causa” nella vita della Casa Anziani di Uggiate sono: Albiolo, Binago, Bizzarone, Cagno, Cavallasca, Drezzo, Gironico, Parè, Rodero, Ronago, Uggiate Trevano e Valmorea. «Attraverso l’inaugurazione di questo nuovo reparto - ha dichiarato, tra l’altro Capiaghi - diamo continuità ad un impegno preso con il territorio e la sua popolazione. Impegno che si realizza attraverso il perseguimento di alcuni obiettivi prioritari: assicurare il benessere psico-fisico degli ospiti, il rispetto della vita, la centralità della persona, la valorizzazione della persona anziana. Un servizio reso quotidianamente con dedizione e impegno dal personale incaricato e grazie ad una preziosa rete di volontariato». «Siamo partiti nel 1994 - ha spiegato Fortunato Turcato, il presidente dell’assemblea del 12 sindaci - con una sessantina di ospiti, e siamo arrivati ai quasi cento di oggi, segno che l’impegno di tutti i Comuni interessati e dell’Amministrazione della struttura non sono mai venuti a mancare, e continuano ad essere presenti per migliorare ed implementare la qualità del servizio che offriamo ai cittadini. I numeri ci danno la direzione di quanto la struttura nel tempo sia andata radicandosi sul territorio, fino a diventarne privilegiato punto di riferimento. Lo conferma il proficuo rapporto di collaborazione instauratosi con associazioni e parrocchie del territorio. Spesso le strutture pubbliche sono additate come esempio di inefficienza e di mala gestione. La nostra Casa Anziani dimostra invece come con serietà, onestà e competenza si possano raggiungere risultati davvero sorprendenti. Senza ombra di dubbio posso dire essere la nostra Casa una delle Il prefetto Michele Tortora al taglio del nastro del nuovo reparto. Sopra l’ingresso della Casa Anziani strutture oggi in grado di offrire il maggior numero di servizi e con i più elevati standard qualitativi di tutto il territorio provinciale. E di questo gran parte del merito va al personale che qui presta la sua opera, al quale non manchiamo, ogni giorno, di chiedere il massimo, e che, quotidianamente, risponde con i fatti». Si ricorda che la struttura, oltre a configurarsi come residenza sanitaria assistenziale (dalla capacità di 94 posti), dispone anche di un centro diurno anziani, di un centro notturno integrato e svol- ge un servizio di erogazione pasti a domicilio. «La nostra Casa - ha confermato Fortunato attualmente ospita anche 30 persone in day hospital, e svolge un servizio di erogazione di pasti a domicilio per una trentina di persone. Servizio parimenti importante, quest’ultimo, che dà la misura di quanto il servizio che svolgiamo rappresenti un valore prezioso per il nostro territorio». «Dei 24 posti che abbiamo appena inaugurato ha concluso Turcato, con un appello alle autorità presenti - ben 14 non sono A LOMAZZO I CENTO ANNI DI NONNA CAROLINA La Casa Albergo di Lomazzo ha festeggiato, nei giorni scorsi, la signora Balzarotti Carolina nata a Lazzate il 27 ottobre 1910. La signora Balzarotti, figlia di una famiglia numerosa (3 fratelli e 5 sorelle), ha iniziato a lavorare in giovane età, prima alla Tessitura Snia Viscosa di Cesano M. ed in seguito alla Tessitura Martinetta di Rovellasca dove è stata tra i primi 10 dipendenti assunti da Luigi Cattaneo. Sposata nel 1936 a Lazzate, ha avuto un figlio nato nel 1938. Vedova di guerra nel 1944 ha dedicato la Sua vita al ricamo, al lavoro nei campi e alla cura della propria famiglia accudendo per molti anni i propri genitori malati. Una volta in pensione, all’età di 53 anni, la signora Balzarotti ha iniziato a seguire il figlio Sacerdote, oggi Parroco di Fenegrò (CO). Fino a due anni fa frequentava attivamente la vita della Parrocchia e si occupava della contabilità. La signora è ospite della Casa Albergo da giugno 2009 è una persona cordiale, molto vivace e con la quale è piacevole conversare. La festa di compleanno si è caratterizzata nella Santa Messa concelebrata da don Vittorio Bianchi (parroco di Cermenate) e don Virginio Vergani (parroco di Fenegrò), lo scambio degli auguri con la presidenza e direzione della Casa, con le autorità del comune di residenza: il sindaco, il parroco, il presidente del gruppo anziani ed eventuali altri rappresentanti del comune di Fenegrò. Per chiudere con il taglio della torta e brindisi comunitario. accreditati. Per questi la retta sarà, necessariamente più alta, pur per un periodo limitato, fino a quando la Regione non ci concederà il necessario accreditamento. L’auspicio è che quanto prima la Regione arrivi a questo passo, doveroso, pur in un periodo di fatica per la stessa pubblica amministrazione. Secondo la legge l’accreditamento può essere chiesto a distanza di sei mesi dall’inizio dell’attività. Tra sei mesi esatti compiremo questo passo, nella speranza di ottenere una risposta tempestiva e positiva». P A G I N A 24 CRONACA Bassa&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 UN PERCORSO DI APPROFONDIMENTO A Cermenate parola di... libertà D ignità umana, libertà, liberazione, salvezza, relazioni umane di pace: sono tutti temi importanti e legati profondamente alla nostra condizione di uomini e quindi al nostro vivere. Poiché tutti noi adulti abbiamo un’insopprimibile desiderio di libertà e di realizzazione della nostra vita, ecco la necessità di confrontarci con chi ci dà una indicazione chiara e precisa: la Parola di Dio. Quest’anno la Diocesi invita gli adulti a conoscere e a riflettere anche sui suddetti valori a partire dall’esperienza dell’esodo degli Ebrei dall’Egitto. Nelle due parrocchie di Asnago e in Cermenate si è quindi pensato alla “libertà” come filo rosso che unisca tutti gli incontri di approfondimento della nostra fede cristiana. «Cerchiamo di offrire “piatti” succulenti - spiegano gli organizzatori - e diversificati, cioè abbiamo tenuto conto delle varie sfaccettature della fede vissuta proponendo relatori e sottolineature diverse. Cosicché, chi riuscisse a partecipare a tutti gli incontri, si portereb- QUALE FUTURO PER I POPOLI INDIGENI DELL’AMAZZONIA BRASILIANA? “Quale futuro per i popoli indigeni dell’Amazzonia brasiliana?” E’ questo il tema dell’incontro, organizzato dall’associazione missionaria “Vita del Mondo”, che si tiene venerdì 29 ottobre, alle 21, nella sala consigliare del Comune di Villa Guardia. Un’ occasione per illustrare la realtà degli indios della “Raposa Serra do Sol”, una terra indigena nel nord del Brasile al confine con Guiana e Venezuela, dove il Comune di Villa Guardia, dal 2006, sostiene alcuni progetti di sviluppo. All’incontro sarà presente fratel Carlo Zacquini, missionario della Consolata, responsabile della Pastorale indigenista della diocesi di Roraima e referente dei progetti sostenuti dal Comune comasco. Con lui ci saranno anche alcuni indio macuxì. Un cammino, proposto dalle parrocchie per approfondire il senso della nostra fede cristiana be a casa un bel bagaglio senza avere nausea per aver “mangiato” sempre la stessa “pappa”. Il “ristorante” di turno sarà l’oratorio di Cermenate che aprirà le sue sale alle 21. I “cuochi” sono tutti provetti, stimati e noti insegnanti del nostro seminario diocesano: è garantito che ci sarà da leccarsi le… orecchie e da colmare il cuore!» Il “primo” sarà una portata di tipo biblico-liturgico. Ce la cucinerà don Marco Cairoli, biblista, presentandoci il vangelo di Matteo, che caratterizzerà le festività del prossimo anno liturgico. Ci aiuterà a capire come Dio in Gesù Cristo non ci lascia soli, così come ha sentito il grido degli Israeliti ed è sceso a liberarli dall’Egitto. Il “secondo” sarà un piatto afrodisiaco: don Angelo Riva, insegnante di teologia morale, aiuterà soprattutto gli adulti più giovani a gustare il frutto non proibito della sessualità umana, così come liberatoria ed esaltante la intese Dio nella creazione. Il “terzo” sarà una macedonia succulenta preparataci da don Michele Gianola, insegnante di teologia spirituale, il quale metterà nella teglia i vari frutti derivanti dalla educazione cristiana dei giovani con una spruzzata di succo vocazionale. Infine il “caffè” verrà offerto da don Saverio Xeres, insegnante di storia della Chiesa, con una sapida relazione su una figura a noi cermenatesi molto cara: don Gian Battista Scalabrini, coevo dell’altrettanto famoso don Luigi Guanella. Bibbia, liturgia, morale, educazione, spiritualità sono dunque le tipologie dei primi quattro incontri. Ma le “portate” non si esauriscono qui: presso il convento dei frati, infatti, prima padre Andrea Bizzozero e poi padre Stefano Dallarda aiuteranno a conoscere ed attualizzare il libro dell’Esodo nei giovedì di Avvento e di Quaresima. «Speriamo - concludono - che a tanti fedeli cristiani venga voglia di appro- fittare di queste serate per nutrire con cibo sostanzioso il proprio cuore, la propria mente, la pro- pria fede. E, poiché l’appetito vien mangiando, non si manchi dal primo incontro in poi». L’ELENCO DETTAGLIATO DEGLI INCONTRI Approfondimenti, presso l’oratorio di Cermenate alle 21:00: · giovedì 4 novembre: “Il Dio-con-noi non ci lascia soli: Il Vangelo di Matteo”. don M.Cairoli. · martedì 16 novembre: “L’amore che libera e ci fa uomini attraverso la sessualità”, don A.Riva. · giovedì 2 dicembre: “Liberi nel dire sì: L’accompagnamento dei ragazzi e dei giovani fino a scelte di vita mature”. don M.Gianola. · mercoledì 12 gennaio 2011: “Verso la terra promessa? Scalabrini e i migranti”, don Saverio Xeres. Catechesi degli adulti, presso il convento dei frati di Cermenate alle 21:00: · giovedì 9 e 16 dicembre: “La venuta di Cristo, liberatore e salvatore: l’esodo degli Israeliti e l’esodo di noi cristiani”, padre Andrea. · giovedì 23 dicembre: “Rimetti a noi i nostri debiti”. Celebrazione penitenziale con confessioni. · i giovedì dal 10/3 al 14/4: “Antica e nuova Pasqua: Il libro dell’Esodo”, padre Stefano. · mercoledì 20 aprile: “Liberaci dal male”, celebrazione penitenziale con confessioni. A LURATE CACCIVIO IL 7 NOVEMBRE Insieme contro la sindrome di Ondine Raccogliere fondi da investire nella ricerca e nella cura di una grave e rara malattia come la Sindrome da Ipoventilazione Centrale Congenita, meglio conosciuta come sindrome di Ondine, è l’obiettivo dello spettacolo che si terrà domenica 7 novembre alle ore 15 al Cinema - Teatro Pax in via Pascoli 10 a Lurate Caccivio. Lo spettacolo benefico è organizzato dagli “Amici del 1971” di Villa Guardia, i coscritti della mamma di Matteo, il bambino di Fino Mornasco vittima di questa malattia di cui si contano in Italia soltanto 45 casi. I soggetti colpiti da questa sindrome devono trascorrere le proprie giornate in compagnia del respiratore artificiale perché quando si addormentano smettono di respirare. Il loro corpo se ne “dimentica” e in pochi istanti rischiano di passare dal sonno alla morte. La respirazione autonoma, infatti, è regolata da un gene e tutte le alterazioni che riguardano questo gene provocano un difetto più o meno grave nel controllo della respirazione nel sonno. Le cause della malattia non sono note, ma dipende verosimilmente da un’alterazione genetica e si manifesta con un difetto, a livello del sistema nervoso centrale, nella regolazione del respiro. Ciò comporta che chi n’è affetto non ha il controllo del respiro automatico e quindi ha bisogno di un supporto meccanico alla respirazione. Tali supporti sono ventilatori applicati tramite una maschera facciale, una tracheotomia o stimolatori del diaframma. Questa condizione di disabilità dura tutta la vita, e quindi il paziente avrà sempre bisogno delle tecnologie (le macchine) e di qualcuno che vegli su di lui durante il sonno. Nonostante i passi avanti compiuti nella ricerca il giorno d’oggi ancora non esiste una terapia in grado di guarire da questa malattia che può essere estremamente variabile potendo coinvolgere non solo l’apparato respiratorio ma anche il sistema gastroenterico, cardiaco e nervoso. Lo spettacolo teatrale avrà come protagonista la “Giovane Compagnia di Tavernola” che svolge la sua attività amatoriale presso l’Oratorio della Parrocchia di Cristo Re a Como - Tavernola. La commedia che presenterà domenica 7 novembre a Lurate Caccivio, dal titolo “Fiaba di Pinocchio” è stata elaborata da don Fabio Molteni, Laura Belluzzi e Annamaria Lanza. Al termine dello spettacolo che si propone di far trascorrere un pomeriggio in allegria e solidarietà soprattutto ai genitori e ai loro bambini, a tutti i presenti sarà offerta una merenda. L’ingresso è libero con libera offerta che gli “Amici del 1971” di Villa Guardia devolveranno interamente all’Associazione italiana per la Sindrome da Ipoventilazione Centrale Congenita (Sindrome di Ondine) perché l’unica speranza per questi pazienti è nella ricerca e nella possibilità di trovare una cura. PAOLO BORGHI CRONACA P A G I N A 25 Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 ARTE E STORIA IN VALLE INTELVI SS. Nazaro e Celso, gioiello di Scaria S cendendo lungo la provinciale che da Lanzo porta alla bassa Valle Intelvi non può sfuggire, all’occhio attento di un appassionato curioso di originalità, che, a mezza costa sulla sinistra alle falde del monte Caslè, quasi soffocato dai boschi, si erge un complesso monumentale che, anche a prima vista e così da lontano, si può indovinare valga due ore di tempo per una visita approfondita. Stiamo parlando della chiesa di S.Nazaro e Celso di Scaria, uno dei monumenti più complessi, interessanti e artistici di tutta la Valle Intelvi. Una visita alla piccola chiesa tra i boschi può rivelarsi, come dice Piero Angela, un itinerario da apprendersi camminando. Vi si può arrivare anche in auto, ma la stradina che porta a S.Nazaro e Celso offre un panorama stupendo su tutta l’alta Valle. Vale dunque la pena percorrerla a piedi, Si tratta di uno dei monumenti più complessi, interessanti e artistici di tutta l’area intelvese. Scopriamo perchè approfittando di una visita proprio in occasione della ricorrenza dei defunti di RINA CARMINATI FRANCHI anche perché, seguendo la vista della bellissima e massiccia torre campanaria, si vive, a poco a poco, il gusto di scoprire tutto l’insieme, mano a mano che si avvicina. Prima di tutto dobbiamo costatare quanto quella minuscola chiesina sappia racchiudere in sé tante testimonianze e ricordi. Ben quattro secoli sono rappresentati nella costruzione delle sue mura e, nonostante condivida la sua notorietà con il ben più famoso santuario di S.Maria, collocato in centro Scaria, la chiesa dei Carloni, meta di tante visite guidate, questo piccolo luogo di culto è ancora oggi la parrocchiale di Scaria . La descrive così, già nel lontano, 1593 mons. Feliciano Ninguarda durante la sua visita pastorale “La parrocchia del suddetto luogo sotto il titolo di S.Nazaro e Celso distante dalla terra mezzo miglio e fabbricata a una nave, tutta dipinta con pitture molto belle, ha un’altare nella cappella maggiore… appresso vi è un campanile in torre con due campane… Ha un cimitero che circonda la chiesa…” L’esterno della chiesa sul lato sud si appoggia al corpo di una massiccia costruzione con bifore, che gli storici ritengono fosse in origine una torre di segnalazione, circondata da un portichetto che poggia su colonne lisce di granito, molto probabilmente costruito per proteggere gli affreschi che ancora vi possiamo ammirare. Anche se sarebbe troppo lungo descrivere tutti i dipinti, meritano una citazione particolare quelli della cappella absidale, risalenti al XV secolo. L’abside ha una forma quadrangolare e si presenta al visitatore tutta affrescata, dalla volta a crociera allo zoccolo, svelandosi in tutto il suo splendore. La data d’inizio di questo ciclo si reputa sia stata incisa sul retro della porticina della sacrestia. Vi si legge 29 maj 1516 da Pietro, un pittore bravissimo che, ha fatto studiare molti storici, ma che nessuno è riuscito togliere dall’ombra dei tempi, vista la sua modesta notorietà. Il ciclo di cui parliamo è veramente un trionfo di armonia compositiva, di colori e di luci festose (Elsa Ascarelli D’amore Arte lombarda ). Ma anche il piccolo cimitero che circonda il complesso monumentale merita una piccola visita. Da antichi documenti apprendiamo che circondava di fatto tutto la chiesa. Che fosse un antico luogo fortificato farebbero ritenere i grossi conci di pietra a base della muratura. Più in là nel tempo, lo denuncia la presenza delle tre porte rivolte verso Pellio, Lanzo e Scaria. Fu probabilmente utilizzato per la sepoltura dei defunti provenienti da questi paesi dell’alta valle . In un angolo, sotto il portichetto tutto affrescato troviamo un piccolo manufatto vicino al qua- le vale la pena soffermarsi. Due piccole croci in ferro battuto ci ricordano che in questo piccolo cimitero furono sepolti, per loro desideri, due grandi figli di Scaria, che portarono in tutta Europa la loro arte: Carlo Innocenzo e Diego Carloni. Essi avrebbero, per i loro meriti, potuto aspirare a una ben più importante sepoltura, ma scelsero di essere tumulati qui, tra la loro gente, molto più importante, per loro, che i principi e i vescovi che tanto li avevano osannati in vita . AFFERMAZIONE DELLA GIOVANE PIANISTA RUSSA Julianna Avdeeva vince il “Chopin” di Varsavia L a giovane pianista russa Julianna Avdeeva ha vinto la medaglia d’oro alla sedicesima edizione del prestigioso Concorso Pianistico Internazionale “F. Chopin” di Varsavia. Julianna Avdeeva, attualmente allieva effettiva presso la rinomata International Piano Academy di Dongo, che abbiamo avuto il piacere di conoscere ed apprezzare sul nostro territorio, essendo stata invitata lo scorso anno a Sondrio ad aprire la stagione concertistica del C. I. D “Circolo Musicale” e a Lugano, per il festival “Celebrating Chopin - Le forme e gli amici”, ha conquistato il pubblico e la giuria con la sua interpretazione del repertorio chopiniano. L’artista è attualmente allieva effettiva presso la rinomata International Piano Academy di Dongo di ELENA OREGGIONI E’ la seconda donna, dopo la celebre Martha Argerich nel 1965, a vincere questo importantissimo riconoscimento. Il concorso Chopin di Varsavia, che si tiene dal 1927 ogni cinque anni, è uno dei più vecchi e rinomati del mondo. Possono parteciparvi pianisti in età compresa tra i 17 e i 28 anni. Al concorso di quest’anno, iniziato il 30 settembre, si sono qualificati, dopo attente selezioni, 81 giovani pianisti di 23 paesi. Nota per la sua difficoltà, la competizione richiede perfezione nell’esecuzione dell’intera opera di Chopin: notturni e mazurke, polacche, sonate e due concerti. Quest’anno la pressione per i candidati era particolarmente forte, dato che si celebrava il bicentenario della nascita di Chopin. Tra i vincitori del passato figurano pianisti rinomati quali Maurizio Pollini (1960), Martha Argerich (1965), Garrick Ohlsson (1970), Krystian Zimerman (1975), Dang Thai Son (1980), Stanis- lav Bunin (1985), Alexei Sultanov e Philippe Giusiano (1995), Yundi Li (2000) e Rafal Blechacz (2005). La vincitrice del concorso riceve una medaglia d’oro, una corona d’alloro in oro, un premio di 30.000 Euro e due concerti con i New York Philarmonic a Varsavia e a New York e due concerti con la NHK Symphony Orchestra diretta da Charles Dutoit a Tokyo. Avdeeva ha inoltre vinto il premio Krystian Zimerman per la migliore interpretazione delle sonate di Chopin, dotato di 12.000 Euro. Il 20 ottobre 2010, verso le 23.45, la giuria del concorso ha pronunciato il suo verdetto in occasione di una conferenza stampa. Ingolf Wunder (Austria) e Lukas Ge- niusas (Russia/Lituania) hanno ottenuto entrambi il secondo premio. Il russo Daniil Trifonov è giunto terzo. Il quarto e il quinto premio sono stati attribuiti, rispettivamente, al bulgaro Evgeni Bozhanov e al francese François Dumont, altro allievo della International Piano Academy di Dongo, che si è potuto conoscere e apprezzare il 28 marzo 2010 sempre nell’ambito del festival luganese “Celebrating Chopin”. Il sesto posto non è stato attribuito. Per ulteriori informazioni e per ascoltare le performance dei vincitori è possibile visitare i siti http://konkurs.chopin.pl, www.comopianoacademy. com e www.pianoassocia tion.ch. A MENAGGIO LA DISABILITÀ RIFIORISCE NELL’ARTE Si chiuderà domenica 31 ottobre la mostra allestita presso il salone IAT di Menaggio, in piazza Garibaldi (orari di visita 9-18) che raccoglie un’esposizione di opere artistiche e di prodotti artigianali realizzate da persone con disabilità, ospitate nella Residenza socio sanitaria per Disabili Anffas Residence di Grandola ed Uniti. La mostra ha come titolo è: “A Menaggio la disabilità rifiorisce nell’arte”. Si tratta della replica dell’esposizione tenutasi la scorsa primavera a Villa Carlotta di Griante-Tremezzo il cui Ente è patrocinatore dell’iniziativa, che vede la diretta collaborazione del Comunedi Menaggio. Tema conduttore della mostra: I fiori. Il tema floreale è da sempre caro ad ANFFAS tant’è che il simbolo della stessa è una Rosa Blu. Tale fiore è anche il nome che verrà dato alla casa della solidarietà “La Rosa Blu”, struttura in costruzione, sempre a Grandola ed Uniti e che sarà attrezzata con servizi ambulatoriali, diurni e residenziali, sociali e rivolti a persone con disabilità e disagio sociale. Accanto alle realizzazioni artistiche ed artigianali è anche possibile ammirare i crisantemi coltivati nelle serre ergo terapiche di Grandola ed Uniti. L’iniziativa è organizzate a favore della Casa della Solidarietà “La Rosa Blu” in costruzione a Grandola ed Uniti (Como). Essa ospiterà servizi diurni e residenziali rivolti a persone con disabilità, più in generale, persone in stato di difficoltà all’interno di mini alloggi, residenza sanitario-assistenziale, micronido, comunità alloggio e servizio di formazione all’autonomia con la presenza di palestra e piscina. Si sottolinea che “La Rosa Blu” avrà un’importante ricaduta occupazionale, creando ex-novo almeno una sessantina di posti di lavoro nel settore socio sanitario, amministrativo e dei servizi alberghieri, oltre ad offrire un’occasione di sostegno per l’intero comparto commerciale ed artigianale locale. P A G I N A 26 CRONACA ValliVaresine IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 VEGLIA MISSIONARIA A BEDERO VALCUVIA LA CELEBRAZIONE CON DON SAVIO, IN PARTENZA PER IL PERÙ Con il pensiero a Carabayllo... S mato dal Vescovo a “ricominciare” una nuova vita e una nuova esperienza in terra di missione, in una zona densamente abitata alle porte della città di Lima. Nel suo intervento, la sera della veglia missionaria, don Savio ha raccontato ai presenti – sulla sua esperienza - il significato dell’essere missionario e il ruolo del missionario tra la gente della propria missione; una testimonianza che ha sottolineato l’attenzione che il sacerdote missionario ha nel condividere il cammino di vita della propria gente. E con la stessa essenzialità e semplicità di don Savio anche tante altre persone si impegnano in Valcuvia e Valmarchirolo a favore delle missioni, proponendo nelle varie parrocchie iniziative concrete di animazione missionaria, di solidarietà e di promozione umana. Una tra queste, ormai nota a tutti e conosciuta è la Mostra Mercato Missionaria che la parrocchia di Gemonio assieme al locale Gruppo Missionario propongono, ormai da più di trent’anni, per raccogliere fondi a favore di varie attività missionarie in tutto il mondo. Sede della mostra è – come consueto - la palestra della “Casa della Gioventù” ubicata in piazza Vittoria, nel centro del paese, proprio davanti alla chiesa parrocchiale e di fianco all’oratorio. Nel- VALCUVIA INAUGURATA LA STRUTTURA VOLUTA DA COMUNITÀ MONTANA Il nuovo asilo nido ora è realtà l 13 giugno 2008, con una cerimonia ufficiale, veniva inaugurato a Cuveglio il cantiere per la costruzione del nuovo asilo nido della Comunità Montana della Valcuvia (CMV). L’opera, voluta dall’allora direttivo comunitario, nasceva per far fronte e rispondere alle numerose richieste di posti per accogliere in un luogo idoneo bambini con meno di tre anni I di età di famiglie residente in zona. Un accordo sottoscritto nei mesi precedenti col comune di Cuveglio permetteva di avere a disposizione il terreno adatto, mentre la collaborazione tra Regione Lombardia, ditta Mascioni di Cuvio e Comunità Montana Valcuvia permetteva di finanziare l’opera, che nasceva come esempio concreto di sussidiarietà e di collaborazione pubblico- privato. Giovedì scorso, 21 ottobre, gli assessori regionali Giulio Boscagli e Raffaele Cattaneo erano a Cuveglio e, assieme alle autorità della zona potevano inaugurare il nuovo asilo nido della Comunità Montana delle Valli del Verbano (nel frattempo subentrata alla CMV). Il prevosto di Canonica, don Gianluigi Bollini ha benedetto la nuova struttura, mentre al- A CITTIGLIO INCONTRO SUL GIOCO D’AZZARDO Organizzata dall’assessorato ai servizi sociali del comune di Cittiglio e dall’Asl Varese si svolgerà con inizio alle ore 20.45 di venerdì 29 ottobre, nella sala consiliare del comune di Cittiglio (via Provinciale, 46) l’incontro conferenza: A che gioco giochiamo? Quando il gioco d’azzardo diventa un problema. Relatore sarà il professor Vincenzo Marino, direttore del Dipartimento dipendenze dell’Asl della provincia di Varese. Sabato 6 e domenica 7 novembre (con prosecuzione sabato 13 novembre) si svolgerà il corso di specializzazione di primo livello per squadre Aib (anti incendio boschivo) facenti capo sia alla Comunità Montana Valli del Verbano sia alla Comunità Montana del Piambello. Allo stesso modo nei giorni 29, 30 e 31 ottobre si svolgerà anche il corso di Specializzazione Aib di secondo livello riservato a due squadre di nove elementi scelti tra i volontari con già l’abilitazione di primo livello e con alle spalle almeno 3 anni di esperienza operativa in attività antincendio boschivo. l’architetto Simone Micheli, all’ingegnere Renato Marchesi e al PI Roberto Fusetti il compito di illustrare ai presenti le caratteristiche tecniche della struttura, la funzionalità degli spazi ottenuti e le particolarità tecnologiche installate. Il nuovo asilo, infatti, oltre ad essere architettonicamente interessante è anche un edificio che utilizza le più avanzate tecnologie in fatto di risparmio energetico e di fonti di energia rinnovabili. L’ambiente è climatizzato con un impianto geotermico a pompa di calore che manterrà una temperatura calda in inverno e fresca in estate, eliminando umidità ed impurità in eccesso nell’aria; i pannelli fotovoltaici installati sul tetto provvederanno al fabbisogno elettrico della struttura e la produzione in eccesso sarà immessa in rete. L’edificio estremamente razionale all’esterno, ma ben inserito nel contesto ambientale che lo circonda, presenta, al contrario, al suo interno un caleidoscopio di forme e di colori voluti apposta per rendere il più possibile accogliente e piacevole ai piccoli ospiti l’ambiente a loro destinato. Il nuovo nido potrà accogliere 60 bambini, tre volte la capacità di quello attuale, con un significativo incremento e miglioramento del servizio offerto da Comunità Montana alle famiglie residenti nei comuni convenzionati. A.C. l’ampio locale sono esposti per la vendita oggetti dell’artigianato africano, orientale e sud americano, tappeti orientali e tanti prodotti locali. Durante tutto il periodo della mostra verranno raccolti anche i fondi destinati quale “Contributo allo studio per un bambino africano”. Questa è un’iniziativa propria della zona pastorale Valli Varesine che la ripropone con successo ormai da tanti anni. Con un versamento di 60 euro è possibile pagare un intero anno di scuola ad un bambino africano, ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ pezzare Pane per tutti i Popoli è stato lo slogan guida della veglia missionaria che nelle Valli Varesine si è svolta la sera di sabato scorso, 23 ottobre, nella chiesa parrocchiale di sant’Ilario a Bedero Valcuvia. Numerosi i fedeli presenti, giovani e adulti, per sottolineare nella preghiera l’impegno missionario della chiesa locale, ma anche per ascoltare e salutare don Savio Castelli che il prossimo mese partirà missionario fidei donum - assieme a don Umberto Gosparini alla volta della nuova missione che la diocesi di Como aprirà in Perù, nella diocesi di Carabayllo. Don Savio che per 17 anni è stato parroco di Caravate dopo una lunga esperienza missionaria maturata in precedenza in Argentina (in diocesi di Santiago del Estero, sempre assieme a don Umberto), oggi è chia- ma sono accettate anche offerte a piacere: “tante piccole offerte insieme – scrivono gli organizzatori – serviranno per lo studio di molti bambini”. La mostra – che si è inaugurata sabato 23 ottobre - rimarrà aperta sino al 7 novembre prossimo con i seguenti orari: giorni feriali dalle ore 15.00 alle ore 19.00; venerdì e sabato: dalle ore 15.00 alle ore 22.00; domenica e festivi dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 22.00. ANTONIO CELLINA SOLENNITÀ DI SAN FEDELE Arbizzo in festa G iovedì 28 ottobre ricorre la festa liturgica di san Fedele, evangelizzatore della Chiesa di Como e martire ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano Erculeo, morto nel III sec. d.C., patrono principale della parrocchia di Arbizzo. A lui risulta dedicata la chiesa di Arbizzo ab immemorabili e tale dedicazione è rimasta anche dopo l’erezione della parrocchia di Arbizzo (1627), la ricostruzione della chiesa parrocchiale(1699) e la sua consacrazione(1945). La comunità di Arbizzo ricorderà il suo patrono con una festa, che avrà luogo nei giorni 29,30 e 31 ottobre e che è improntata ad una intensificazione dei rapporti di solidarietà sia tra i parrocchiani che tra i fedeli della altre comunità parrocchiali vicine, che sono invitate a partecipare alle attività. Il programma è il seguente. ore 21.00: tombolata e musica per tutti ore 16.30: Santa Messa vespertina ore 19.00: cena comunitaria ore 21.00: serata in musica ore 10.00: Santa Messa in onore del santo ore 12.00: pranzo comunitario ore 15.00: solenne tradizionale processione per le vie del paese con la statua del Santo (accompagna il “Corpo Musicale” di Marchirolo) ore16.30: castagnata e musica del Corpo musicale di Marchirolo sul piazzale antistante la chiesa. Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A P A G I N A 27 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 SONDRIO L’IMPEGNO DELLA COMUNITÀ MONTANA A SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO LOCALE Itinerari di fede, fra storia e arte Si è affermato uno stile di intervento che prevede lo studio, l’analisi e la catalogazione dei beni culturali del territorio così da stilare percorsi e interventi ragionati di CIRILLO RUFFONI N egli ultimi anni la Comunità Montana di Sondrio ha svolto una proficua attività per la conoscenza e la salvaguardia dei beni culturali del proprio territorio. All’inizio gli interventi avvenivano in modo abbastanza occasionale, man mano che si presentava una necessità, come il recupero di un mulino o il restauro di un edificio storico. Ora i beni culturali vengono studiati in modo tale da creare un percorso, che può quindi avere anche una particolare valenza turistica. Una delle iniziative più recenti è stata la catalogazione degli antichi affreschi presenti sulle abitazioni, terminata con una pubblicazione dal titolo Segni sacri sulle case. In seguito, molti di questi affreschi (alcuni erano in condizioni disperate) sono stati salvati e restaurati. Allo scopo di presentare i lavori di recupero compiuti in vari paesi, come Berbenno, Ponte e in particolare Chiuro, proprio in questo Comune, venerdì 22 ottobre, è stato promosso un apposito convegno, che ha visto la partecipazione di numerosi addetti ai lavori, un po’ meno della popolazione locale. Il densissimo pomeriggio culturale è sta- to aperto dalla proiezione di una serie di immagini, con l’accompagnamento di brani musicali eseguiti con la chitarra classica da Laura Mondiello. Si sono quindi svolti gli interventi del sindaco di Chiuro Tiziano Maffezzini e, naturalmente, dei rappresentanti della Comunità Montana di Sondrio: l’assessore Dario Ruttico e il responsabile del Servizio Cultura Gianpaolo Palmieri, che hanno illustrato i progetti realizzati dal loro ente in ambito culturale. Il presidente della Biblioteca di Chiuro, Giorgio Baruta, ha invece proposto agli ascoltatori un suggestivo itinerario nel borgo vecchio, nel quale un tempo si distinguevano due recinti fondamentali: quello laico-amministrativo, che aveva al centro il palazzo Quadrio e quello sacro, con la Porta Maggiore, la chiesa di RIMOZIONE CARTELLONISTICA TROPPI INCIDENTI SULLE STRADE Rete Ferroviaria Italiana sta procedendo alla rimozione di alcuni impianti pubblicitari, lungo la linea Colico - Tirano, individuati come abusivi oltre che pericolosi per la circolazione. In questa prima fase saranno dismessi i cartelloni installati sulla proprietà della Rete Ferroviaria Italiana, successivamente si procederà alle azioni normative previste quali la verbalizzazione dell’infrazione e la diffida. Alle operazioni in corso sovraintendono anche gli agenti della Polizia Stradale e della Polizia Ferroviaria impegnati tra l’altro nella regolazione del traffico. Si aggiunge così un altro capitolo al lungo e complesso lavoro intrapreso nei mesi scorsi dalla Provincia in collaborazione con Prefettura, con Polizia di Stato, Anas ed Rfi. Lo scorso fine settimana è stato caratterizzato, sulle strade della provincia di Sondrio, da un numero importante di incidenti stradali. I controlli da parte delle forze dell’ordine si intensificano e si fanno sempre più puntuali, come testimoniano i report che danno il bilancio del numero di vetture fermate, il tipo di infrazioni rilevate (soprattutto eccesso di velocità e guida in stato di ebbrezza) e la quantità sia di patenti ritirate sia di punti decurtati. Particolarmente grave la situazione registrata sulla Statale 38 all’altezza dell’abitato di Tresenda, dove sabato 23, Riccardo Panella, di 69 anni, è stato travolto mentre attraversava sulle strisce: per lui l’impatto è stato fatale. Il giorno dopo, nello stesso punto, uno scontro frontale. Servono prudenza e strade più sicure. San Giacomo e la cappella dei Discilpini, con il suo Portichetto, che è stato oggetto dei più recenti restauri. Di particolare interesse l’intervento di Cecilia Ghibaudi, responsabile per la Soprintendenza dei territori di Ponte e Chiuro. «Le opere dipinte sulle facciate delle nostre abitazioni – ha esordito la relatrice – non sono strepitose dal punto di vista artistico, ma sono state molto vicine alle popolazioni della Valtellina. Sono frutto della fatica e dei sacrifici di gente umile; davanti ad esse i nostri antenati si sono inginocchiati ed hanno pregato, per questo meritano attenzione ed un grande rispetto da parte nostra. Noi concentriamo spesso l’attenzione sul restauro – ha proseguito Cecilia Ghibaudi -, ma dobbiamo sempre ricordare che ci sono due operazioni molto più importanti, che sono la prevenzione e la manutenzione». Prevenire significa avere cura di conservare le opere in luoghi idonei, con ottimali condizioni di luce, al riparo dall’umidità, protette dall’ossidazione o dai tarli, evitando di riporre paramenti e stendardi in involucri di plastica. Per spiegare l’attività di manutenzione, invece, la relatrice è ricorsa ad un esempio. Come noi sottoponiamo la nostra macchina a periodiche revisioni per evitare che improvvisamente si rompa e ci lasci per strada, così deve avvenire anche per le opere d’arte. Un regolare controllo delle opere, per pulirle dalla polvere o dall’ossidazione, per individuare eventuali piccoli danni e ripararli, favorisce la buona conservazione ed evita di dover poi ricorrere ad un restauro, che costituisce sempre un’operazione un po’ traumatica. «Il miglior restauro è sempre quello che non si deve fare». Molto spesso, però, è necessario intervenire con urgenza per salvare le opere gravemente danneggiate. Questo, purtroppo, avviene con frequenza in Valtellina, dove, soprattutto i dipinti, non sono stati conservati in modo idoneo e presentano pieghe, bruciature, strappi, ossidazioni, ridipinture successive, fatte a volte da pittori poco esperti e con l’uso di sostanze pittoriche sconosciute. Allora il restauratore deve affrontare numerosi problemi, che può risolvere soltanto dopo l’elaborazione di un progetto mirato di intervento. A questo punto la relazione di Cecilia Ghibaudi è diventata più tecnica, in quanto ha toccato alcune questioni, come le modalità per effettuare l’analisi stratigrafica delle opere allo scopo di in- dividuare i successivi interventi; il modo per ripristinare lo stato originario, oppure per sistemare un dipinto quando presenta grosse lacune e via dicendo. Il criterio fondamentale che viene seguito è quello del massimo rispetto per il lavoro che il pittore ha compiuto nella creazione della sua opera. Sono risultate tecniche anche le relazioni di Massimo Tisato e di Massimo Romeri, che hanno illustrato rispettivamente i numerosi lavori di restauro compiuti a Berbenno, a Ponte e a Chiuro e le modalità di analisi che ci permettono di individuare gli autori di molti affreschi, come i pittori Cipriano Valorsa, Fermo Stella, Giovannino da Sondalo, Luigi Valleni di Albosaggia e così via. Giovanna Virgilio ha invece presentato, con la proiezione di belle immagini, il lavoro da lei compiuto per la catalogazione dei dipinti sulle facciate delle case, in particolare delle Madonne in maestà, cioè sedute sul trono. Don Giovanni Da Prada le chiamava «le derelitte», perché portano i segni evidenti di oltre mezzo millennio, ma proprio per questo le immagini hanno un particolare valore storico e artistico. L’ultimo restauro (senza dubbio di maggior valore) è stato quello compiuto nella cappella dei Disciplini, a Chiuro. A questo punto c’era naturalmente la curiosità di conoscere qualcosa di più sulla storia e sull’attività di questa confraternita, chiamata anche dei Battuti o Flagellanti. Il compito è stato affidato a monsignor Felice Rainoldi, il quale, con lo zelo che lo contraddistingue, si è presentato con una dottissima e documentatissima relazione, che naturalmente ha potuto illustrare solo in parte per gli evidenti limiti di tempo. Le sue parole hanno comunque delineato un quadro molto nitido delle antiche confraternite medioevali, fondate nel Quattrocento probabilmente in seguito alla predicazione di San Bernardino da Siena. Gli iscritti alla Schola, come si chiamava allora, si impegnavano a vivere nel pieno spirito del Vangelo, con la preghiera quotidiana, la pratica delle opere di misericordia corporali e spirituali e la partecipazione alle cerimonie e alle processioni, durante le quali eseguivano anche particolari riti penitenziali come la flagellazione. Oggi di queste confraternite ci rimangono solo gli edifici e le opere d’arte realizzate. Un tempo, invece, esse hanno svolto un ruolo importante nella vita religiosa di tutti i nostri paesi. P A G I N A CRONACA 28 Valchiavenna IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 ANGELA PELLICCIARI OSPITE A CHIAVENNA È INTERVENUTA SUL RISORGIMENTO Guardare con onestà alla storia A lla vigilia delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, il circolo culturale La Torre di Chiavenna ha organizzato una conferenza dal titolo “Risorgimento da riscrivere”. L’incontro, aperto al pubblico, sì è tenuto venerdì 22 ottobre nella Sala del Credito Valtellinese a Chiavenna, con l’intento di ripercorrere i passaggi storici che hanno portato alla formazione del nostro Stato nazionale, superando la visione storica tradizionale per soffermarsi in particolare sui conflitti tra Stato e Chiesa, tra l’idea di patria e quella di religione. Alla conferenza, tenuta dalla saggista Angela Pellicciari hanno partecipato in qualità di relatori anche i professori Giancarlo Loforti e Guido Scaramellini, presidente del Centro studi storici valchiavennaschi. Angela Pellicciari è nata nel 1948 a Fabriano ma vive da tempo a Roma, laureata in storia e filosofia, insegnante prima e giornalista poi, è autrice di numerose pubblicazioni e saggi che hanno contribuito in maniera si- La storica e saggista ha articolato la sua conferenza sul tema “Risorgimento da riscrivere”; la Pellicciari ha illustrato i passaggi che hanno portato alla costituzione dell’Italia analizzando i rapporti Stato-Chiesa di DAVIDE TARABINI gnificativa alla revisione storiografica del Risorgimento. Tra i suoi ultimi studi citiamo “Risorgimento ed Europa”, “I panni sporchi dei Mille”, “Risorgimento anti-cattolico” e “Risorgimento da riscrivere”. Attualmente scrive per diverse testate, quotidiani nazionali e tiene una trasmissione radiofonica sulla storia della Chiesa per Radio Maria. “Mi sento una voce nel deserto, ma è necessario acquisire consapevolezza di un Risorgimento diverso da quello che è stato divulgato e raccontato nei libri di scuola” questo il filo conduttore della serata, durante la quale la Pellicciari ha spiegato che la monarchia dei Savoia si è proposta come una monarchia liberale e costituzionale, ma in realtà, in nome dell’unità d’Italia, ha condotto una vera e TERRITORIO VISITA DEL ROTARY DI COLICO Alla scoperta di Piuro anno scoperto e apprezzato la storia di Piuro e hanno offerto un prezioso contributo alla Caritas di Chiavenna. Domenica 17 ottobre, ottanta persone hanno preso parte a “Piuro... Una giornata nella storia”. L’iniziativa è stata promossa dal club di Colico di Inner wheel, l’associazione femminile legata al Rotary. La manifestazione è stata incentrata sulla visita di alcuni luoghi del territorio comunale - in particolare palazzo Vertemate Franchi e il Belfort - e sulla cuci- H na tipica locale. Franca Trincherà, presidente del Club che riunisce tesserate di diverse province, ha saputo conquistare gli applausi di soci provenienti da Valtellina e Valchiavenna, ma anche dalla Brianza, da Lecco e Como. «Nel rispetto delle finalità della nostra associazione, abbiamo unito un’iniziativa a carattere culturale a un progetto di solidarietà - spiega -. I nostri ospiti hanno apprezzato la storia di Piuro, attraverso le visite al Belfort e a palazzo Vertemate, e i sapori dell’enogastronomia locale». Il compitoci illustrare l’importanza del lavoro svolto dalla Caritas è toccato ai rappresentanti del Centro d’ascolto di Chiavenna. Anche se in valle la situazione è meno grave di quella che si osserva in altre zone, non vanno sottovalutate le numerose richieste d’aiuto raccolte dalle venti parrocchie della Valchiavenna. Negli ultimi due anni c’è stato un sensibile aumento delle situazioni a rischio, sia per la popolazione originaria della valle, sia per gli stranieri. Il Centro ha distribuito viveri, indumenti e mobili, senza propria guerra di religione contro la Chiesa cattolica. I liberali piemontesi, pur dichiarandosi cattolici, hanno abolito tutti gli ordini religiosi della Chiesa di Stato, cominciando dai Gesuiti e dalle Dame del Sacro Cuore, si sono appropriati dei loro averi, sopprimendo le opere pie e vietando persino al Papa di pubblicare le encicliche. “Un esempio? A Fabriano, dove sono nata, c’erano 19 conventi e sono stati tutti espropriati. Uno di questi era stato trasformato in caserma e oggi è diventato il Museo della Carta e della Filigrana, ma gli affreschi e le ricchezze che c’erano un tempo sono andati tutti distrutti”. Un Risorgimento violentemente anticristiano quello descritto da Angela Pellicciari: “Chi ha voluto questo? Il Risorgimento italiano ha avuto l’appoggio della massoneria, della Francia e dell’Inghilterra, che miravano ad arginare Roma e lo Stato pontificio”. Ma alla domanda sul perché, ancora oggi, queste pagine di storia siano così poco conosciute, la saggista preferisce non rispondere:”Sono una storica e vi porto la mia esperienza da storica. Ognuno può trarre le conclusioni che meglio crede”. Non sono poi mancati i riferimenti all’attuali- tà nel pensiero della Pellicciari: “Noto un certo parallelismo tra il Risorgimento e l’odierno processo di integrazione dell’Unione europea. Oggi come allora l’Europa sembra dimenticare le proprie radici cristiane, negare l’esposizione dei crocefissi significa imporre a tutti la volontà di pochi. È un atteggiamento inaccettabile, espressione di una mentalità agnostica che non ci appartiene”. E ha inoltre osservato: “Il modello antireligioso che si era imposto nell’Ottocento, contro il potere temporale prima e spirituale poi della Chiesa, cerca oggi di insinuarsi sulle concezioni di vita e di morte relative all’eutanasia”. Al termine della conferenza è seguito un vivace dibattito , dove il pubblico, intervenuto numeroso e con molti giovani, ha mostrato di apprezzare la lezione tenuta dalla Pellicciari. A PROPOSITO DEL LIMO SCURO SVASATO DALLA DIGA DI MADESIMO Nei giorni scorsi, nei fiumi e nei torrenti dell’alta Valchiavenna alcuni sedimenti neri sono stati svasati dalla diga di Madesimo. Arpa Lombardia dipartimento di Sondrio, nella persona del dottor Maurizio Tagni, responsabile dell’Unità operativa monitoraggi e sistemi ambientali, ha precisato che: «Quella in corso a Madesimo in questi giorni è una fluitazione autorizzata dallo Ster Lombardia dell’invaso di proprietà di Edipower. Come Arpa stiamo monitorando costantemente ogni fase di questo intervento. Tutti i campioni prelevati verranno analizzati e verificati. Alcuni prelievi di limo erano stati già effettuati nei giorni precedenti alla fluitazione e dagli esami compiuti dal nostro ufficio non era emersa la presenza di alcuna sostanza inquinante. I campioni prelevati ieri non hanno fatto emergere una concentrazione anomala di materiali in sospensione. Il colore molto scuro del limo - ha precisato il responsabile - deriva probabilmente dagli agi delle resinose che sono cadute nel lago negli ultimi anni. Queste sostanze si sono trasformate in compost assumendo una connotazione cromatica molto scura”. dimenticare i contributi economici necessari per affrontare situazioni d’emergenza. «Siamo stati tutti molto felici di potere sostene- re la Caritas, un’organizzazione che opera per le persone in difficoltà e a Chiavenna è legata anche alla straordinaria testimonianza di suor Ma- ria Laura - ha concluso Franca Trinchera -. È stata preziosa anche la collaborazione di diverse aziende del territorio». TUTTO ESAURITO PER LA RASSEGNA Vocincoro: un successo utto esaurito per Vocincoro, la rassegna annuale di canto corale organizzata dal Coro Nivalis di Chiavenna in memoria del suo fondatore e primo maestro Flavio Bossi. Sul palco il Coro Alpette è i Cantori delle Cime di Lugano, oltre ovviamente al coro ospitante. Alpette nell’armonizzazione del primo maestro del Coro, Giovanni Uvire, e “Kapios ghiortasi”, testo poetico del premio Nobel greco Odisseas Elitis, armonizzata da Flaminio Gervasi e “Carnavalito Quebradeño”, popolare, armonizzata da Pasquale Amico, eseguite dai Cantori delle Cime di Lugano. Apprezzate in particolare “La Ballata del soldato”, eseguita dal Coro Sul palco sono saliti anche il sindaco Maurizio De Pedrini e l’assessore T alla cultura del comune di Chiavenna Raffaella Palmi per consegnare le riproduzioni della scultura “Il coro” che rappresenta anche il logo della manifestazione. Il Coro Alpette di Torino la domenica ha visitato Chiavenna, improvvisando alcuni brani in piazza Pestalozzi e in piazza Bertacchi, applauditi dalle numerose persone presenti. S.B. P A G I N A CRONACA 30 SondrioEconomia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 CONFINDUSTRIA SONDRIO CELEBRATI A CHIAVENNA I 100 ANNI DELL’ASSOCIAZIONE Quattro strategie di rilancio P culturale della regione. «Il mondo produttivo lombardo si trova a fronteggiare gli effetti di questa crisi, aggravata da quelli che io ho definito i quattro concorrenti sleali. Mi riferisco ai trasferimenti dello Stato a quattro regioni del sud; alle regioni a statuto Speciale; ai Paesi neocomunitari; alla Cina». Per Gibelli, la strada percorribile è dunque soltanto quella dell’innovazione e delle infrastrutture: «Un indirizzo chiaro per dare nuovo slancio alla regione considerata il motore dell’economia nazionale». Il presidente della Commissione Cultura di Con- ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ er i suoi 100 anni di fondazione, Confindustria Sondrio ha organizzato un importante evento celebrativo che si è svolto lunedì 25 ottobre a Chiavenna. Alle ore 17.00 si è tenuto il convegno pubblico presso il Teatro della Società Operaia con la presentazione del volume Industria storica di Valchiavenna - Raccontare il passato per guardare al futuro. Nel suo intervento, il presidente degli Industriali Sondrio, Paolo Mainetti, ha rimarcato la coerenza della sezione valtellinese e valchiavennasca con la posizione espressa dal presidente Marcegaglia nell’affermare l’indipendenza di Confindustria. Il presidente Mainetti ha indicato le quattro priorità per sostenere l’economia industriale in provincia di Sondrio: «Il primo capitolo riguarda le infrastrutture, con il primo tratto della Statale 38 che contiamo di vedere concluso entro il 2011, e il rapido finanziamento delle tangenziali di Morbegno e Tirano. Modernizzare significa anche puntare sui trafori del Mortirolo e della Mesolcina. Innovazione: il territorio valtellinese e valchiavennasco è fertile nelle sue imprese e nei suoi lavoratori, anche per questo abbiamo deciso di sostenere Politec dal 2010. Semplificazione, con riferimento al comparto normativo. Education: la formazione delle nuove generazioni». In ultima analisi Mainetti ha fatto appello all’unione tra le categorie produttive e i lavoratori per il rilancio dell’economia. Ospite dell’incontro, Andrea Gibelli, vicepresidente della Regione Lombardia, che nel suo intervento ha fatto riferimento a quel valore che lui stesso ha definito “lombardismo” ossia all’atteggiamento rivolto a tutelare e sviluppare il patrimonio economico e findustria, Alessandro Laterza, ha chiuso le relazioni sottolineando l’importanza delle differenze che caratterizzano il nostro Paese, «non una debolezza, ma un punto di forza. La provincia di Sondrio è una terra di confine, che ha affrontato nella sua storia enormi cambiamenti. La partita del futuro, questa terra se la giocherà tutta puntando su tre grosse peculiarità: le acque; il sistema bancario locale; l’ambiente e il turismo». Elementi che, se ben sfruttati, secondo Laterza, consentiranno alla Valtellina di tenere testa anche alla supremazia cinese. INCONTRO PREPARATORIO ALLA CONFERENZA DI VENEZIA Energia idroelettrica e territorio M artedì 26 ottobre, a Sondrio, presso la sala del Consiglio provinciale, si è svolto un incontro internazionale sul tema La produzione di energia idroelettrica nelle Alpi: aspetti ecologici, economici e sociali. L’incontro di Sondrio si inserisce nell’ambito delle attività preparatorie alla terza Conferenza Internazionale sull’Acqua nelle Alpi che avrà luogo a Venezia il 25 e il 26 novembre prossimi. La rilevanza del tema acqua è nota ed è importante evidenziare come da anni si lavori per salvaguardare tale patrimonio naturale. La questione dell’acqua è indissolubilmente legata a quella delle montagne, e la Convenzione delle Alpi costituisce da tempo un’importante assise in cui ricercare sempre più efficaci politiche e misure per andare oltre i confini nazionali a salvaguardia del patrimonio acqua-montagne. In tale quadro, i governi dei Paesi che condividono l’arco alpino hanno isti- tuito una piattaforma specifica denominata “Gestione dell’Acqua nello Spazio Alpino” e la X Conferenza dei Ministri delle Alpi, tenutasi ad Evian nel 2009, ha affidato all’Italia l’organizzazione della III Conferenza Internazionale sull’Acqua nelle Alpi. Scopo principale è quello di mettere a confronto differenti livelli amministrativi, tecnici e accademici, nonché i portatori d’interesse e la po- FESTA DEL RINGRAZIAMENTO AD APRICA IL 7 NOVEMBRE Organizzata da Coldiretti Sondrio, si svolgerà domenica 7 novembre, ad Aprica, per la prima volta nella località orobica, la Giornata Provinciale del Ringraziamento. Saranno presenti a questa importante festa le autorità provinciali sondriesi, ma anche una delegazione bresciana, invitata per vicinanza non solo geografica. Il programma di massima prevede a partire dalle ore 9.30 l’accoglienza dei partecipanti; alle ore 10.30, la Santa Messa solenne nel santuario di Maria Ausiliatrice, con l’offerta dei doni della terra, celebrata dal parroco di Aprica don Augusto Azzalini e dall’assistente ecclesiastico provinciale di Coldiretti don Gianni Dolci; alle ore 11.30 il saluto della autorità presso l’area tennis e la benedizione delle macchine agricole e degli animali; alle ore 13.00, il momento conviviale. La Camera di Commercio di Sondrio, in collaborazione con Regione Lombardia, offre alle imprese della provincia di Sondrio la possibilità di accedere a contributi a fondo perso fino ad un massimo di euro 13.500 per azienda a fronte dell’acquisto di servizi di consulenza organizzativa e dell’assunzione di laureandi/laureati. Il testo del bando è pubblicato sul sito www.so.camcom.it. La prima scadenza per la presentazione delle domande di ammissione a contributo per l’acquisto di servizi di consulenza organizzativa è fissata per martedì 2 novembre. Successivamente le domande potranno essere presentate a partire dal 1° dicembre 2010 fino al 15 gennaio 2011. polazione, sulle tematiche della gestione dell’acqua, anche attraverso la divulgazione dei risultati della suddetta piattaforma. Nell’incontro preparatorio di Sondrio l’attenzione degli esperti è stata focalizzata nella ricerca di modalità ed approcci che permettano di usare l’energia idroelettrica senza compromettere sensibilmente l’ecologia e l’idromorfologia dei fiumi, e con una particolare attenzione alla salvaguardia di quei corsi d’acqua o di quei tratti fluviali che preservino ancora il proprio stato naturale. È da tempo, infatti, che gli approcci e le soluzioni tecniche si stanno impegnando nella ricerca di un buon equilibrio tra la necessità di diffondere maggiormente la produzione energetica da fonti rinnovabili (quale quella idroelettrica) e le esigenze ecologiche dei fiumi. Il principio di “lasciare più spazio ai fiumi” è ormai acquisito e viene applicato ovunque. Nel corso dei lavori sondriesi sono state mostrate soluzioni fattibili, alcune già in atto, altre in fase di realizzazione, che possono ridurre gli impatti sull’ecologia fluviale oltre a fungere da ispirazione per adattare gli impianti costruiti nel passato. Anche la necessità ecologica di lasciare un deflusso residuo sufficiente e di assicurare vie di migrazione per i pesci concepite su misura per le diverse situazioni locali è gradualmente divenuta pratica comune e costituisce uno standard ai fini della concessione di nuovi permessi di sfruttamento delle acque o per la conferma ed il rinnovo di permessi esistenti. È stato inoltre introdotto il tema del bilanciamento di benefici e costi, ambientali ed economici, legati alla produzione idroelettrica e all’impatto degli impianti sulle risorse idriche in montagna. Ciò ha permesso di illustrare alcune ricadute e opportunità per il territorio alpino, in una prospettiva di sviluppo economico e sociale sostenibile, di creazione di valore aggiunto e di coinvolgimento e contemperamento degli interessi che insistono nelle zone alpine. In tale contesto si inserisce la presentazione, in anteprima rispetto alla Conferenza finale di Venezia, della bozza di linee guida comuni redatte dalla Piattaforma Acqua per un Dal prossimo primo dicembre la provincia di Sondrio – grazie a un accordo promosso da Palazzo Muzio – potrebbe avere il “Treno della Neve”, sulla scorta di quanto accade in altre realtà turistiche dell’arco alpino con l’arrivo della stagione sciistica. Le abbondanti nevicate di questi giorni, che fanno davvero ben sperare per un settore tanto importante per la bilancia economica di Valtellina e Valchiavenna, dicono che la presenza di amanti dello sci sulle piste del sondriese potrebbero essere numerosi (di solito il bacino di utenza oltrepassa il milione di persone). E considerate le croniche carenze infrastrutturali del territorio – compresa la viabilità di accesso, che nei prossimi mesi sarà ancora più difficoltosa visti i lavori nelle gallerie sulla Superstrada ColicoLecco – la possibilità di usufruire del treno potrebbe essere un’ottima soluzione, in quanto a risparmio di tempi, code e inquinamento. I termini dell’intesa, stretta con Trenitalia-Le Nord, sono ancora in fase di definizione. Rispetto a oggi, il tragitto Milano-Lecco-ColicoSondrio-Tirano richiederà dieci minuti in meno: le tariffe, però, saranno ritoccate verso l’alto. I treni saranno nuovi, open space (ovvero con ampie vetrate panoramiche), allestiti con rastrelliere per bloccare sci e snowboard. Le corse saranno il venerdì pomeriggio da Milano (partenza alle ore 18.00 con arrivo a Sondrio alle ore 19.45, Tresenda ore 20.00, Tirano ore 20.20), poi il sabato mattina (alle ore 7.00 con arrivo a Sondrio alle ore 8.45, Tresenda ore 9.00, Tirano ore 9.20), mentre la domenica sera ci sarà un convoglio di ritorno con partenza alle ore 18.00 da Tirano e arrivo a Milano alle ore 20.20. Dalle stazioni partiranno servizi navetta con pullman che assicureranno continuità del servizio, raggiungendo le località sciistiche. Si sta valutando l’opportunità di una fermata anche a Morbegno per garantire il collegamento con la Valgerola. Altro argomento oggetto di confronto con Trenitalia, il miglioramento del servizio per i pendolari. uso sostenibile del “piccolo idroelettrico” nella regione alpina. Proprio di questo documento si è parlato nel corso della tavola rotonda pomeridiana, che si è conclusa con la sintesi dei punti fondamentali che verranno discussi nella Conferenza di Venezia. P A G I N A CRONACA 31 Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 TESTIMONIANZE UNA FAMIGLIA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA, FATTA DI AFFETTO E COMPRENSIONE Il dono prezioso dell’affido ’ L esperienza dell’affido famigliare vuol dire essere un «trampolino di crescita o sostegno» che va oltre il confine dell’essere genitore. È una sorta di vocazione, spiega Enzo Capitani, presidente dell’associazione Una famiglia per l’affido. «Noi – spiega riferendosi alla propria realtà famigliare – abbiamo un ragazzo un affido e una ragazza per un progetto di accoglienza». Alle volte si giunge alla separazione dai genitori biologici a seguito di problematiche gravi; in questi casi il minore viene tolto dal proprio contesto famigliare e inserito in un altro. Più sereno e maggiormente in grado di essere un corretto stimolo per la crescita. Malattia, alcolismo, incapacità di crescere in figlio stanno alla base di una sentenza del tribunale che decide con autorità per il bene del minore. «Una famiglia per l’affido è come un’antenna sul territorio: quando e quando c’è bisogno ci si chiede se fra noi c’è disponibilità». Spesso, però, come nel caso di Capitani, si giunge ad un affido consensuale: «in questo caso il genitore sa tutto ed è d’accordo. In ogni caso, c’è sempre un assistente sociale che segue il periodo dell’affido». Risulta anche utile un con- fronto con altre famiglie che vivono un esperienza simile. Nell’ambito degli incontri promossa da Una famiglia per l’affido offre momenti di incontro e scambio di esperienze tra le famiglie affidatarie. «L’esperienza di accogliere un minore in famiglia è inizia- ta quando ancora non c’era la Cooperativa Ippogrifo - ricorda -. È uno strumento importante perché permette incontro, informazione e formazione per le famiglie che sono interessate a provare quest’esperienza; a volte alcune si smontano dopo aver sentito la testimonianza». Ciò fa capire quanto siano importanti gli incontri che sono programmati annualmente dalla Cooperativa: «ben quattro tra ottobre e dicembre oltre a quello del 20 novembre; giornata dedicata ai Diritti dell’Infanzia nella quale Ippogrifo illustrerà l’affido famigliare». Ragionando in generale sull’esperienza che propone la sua associazione, Capitani rivela che «Il problema più grosso per iniziare un affido è passare dalla teoria ai fatti. Non è semplice “aprire la porta” e far entrare un altro nella tua realtà famigliare; diventa quindi essenziale lavorare in rete con tutti i soggetti coinvolti: assistenti, associazioni e SONDRIO IL BANDO DELLA FONDAZIONE ANNA E MICHELE MELAZZINI così via. In questo senso, l’unione alla Provincia, che ha assunto l’onere togliendolo alle Asl, ha offerto quel necessario coordinamento che prima mancava. Ippogrifo mette in contatto bambino e famiglia e per la stessa famiglia la Cooperativa rimane un punto d’appoggio». L’affido è di per sé temporaneo, da rinnovare ogni due anni, tempo in cui viene valutato se l’inserimento del minore è ben riuscito. «L’affido più riuscito e quando si riesce a far tornare il bambino a casa sua ma più irrobustito nelle sue convinzioni; in grado di affrontare con nuovi strumenti la sua realtà di vita. Quando inizia un affido, per prima cosa si cerca di sopperire a ciò che nelle famiglia di provenienza è mancato; spesso sono attenzioni, coccole, lasciar parlare e ascoltare ciò che è mancato ma non si può generalizzare, molto dipende da caso a caso e dall’età del soggetto. Un grosso traguardo è riuscire a far dire al ragaz- zo: io esisto, io ci sono». Questo perché spesso sono affidati a seguito di realtà tristi e disagevoli anche psicologicamente. «Rimane sempre molto importante lo stare attenti a non fare differenze tra i propri figli e i figli affidatari; io li considero tutti uguali e desidero un rapporto di reciprocità. Ci si rende conto che l’affido è riuscito quando oltre a essere riusciti a trasmettere una presenza amica si giunge anche a impostare delle regole di comportamento, che spesso mancano». Nella maggior parte dei casi sono persone che si sono abituate a autogestirsi, «dare uno stile “famigliare” è il punto più duro». Seppur impegnativa, l’esperienza dà anche molte gratificazioni se, come spiega: «ci sono famiglie che hanno anche sei bambini in affido». Sia l’affido che l’accoglienza, lo ricordiamo, sono possibili anche nell’ambito di famiglie “mononucleari”. a cura di ROBERT WALTER NAZZARI Premio per le tesi sulla famiglia RIPRENDE L’INIZIATIVA COMPITI A TEMPO PIENO: GRUPPO DELLA GIOIA E INSIEME CERCANO VOLONTARI a Fondazione Anna e Michele Melazzini di Sondrio ha pubblicato il nuovo bando di concorso per l’assegnazione di un premio agli autori di tesi di laurea che contribuiscano ad approfondire la conoscenza e la comprensione della famiglia intesa quale comunità attenta alla relazione educativa e considerata nei suoi aspetti culturali, sociali, teologici, filosofici, medici e psicologici. All’assegnazione del premio che ammonta a 1.500 euro - possono concorrere coloro che si sono laureati presso un’Università italiana o un Ateneo Pontificio nell’anno solare 2010. Le domande di partecipazione dovranno pervenire alla Fondazione entro il 31 gennaio 2011. Il premio sarà assegnato entro il 30 aprile 2011 sulla base delle valutazioni espresse da un’apposita commissione nominata dalla Fondazione. Il vincitore potrà presentare il proprio lavoro nell’ambito di un convegno pubblico sul tema della tesi premiata. Il bando e le norme di partecipazione al concorso, che sono disponibili anche sul sito www.fondazionemelaz zini.it. Le Onlus Cooperativa Sociale Insieme e l’associazione Gruppo della Gioia ricercano volontari per l’attività di doposcuola. Anche quest’anno riparte Compiti a tempo pieno, uno spazio settimanale pomeridiano di sostegno allo svolgimento dei compiti per gli alunni con difficoltà nel rendimento scolastico e che frequentano la scuola media. Questa proposta è inserita nel più ampio progetto “Sali in cattedra” di prevenzione della dispersione scolastica, finanziato dalla legge Regionale 23/99 e gestito da Cooperativa Sociale Insieme e Gruppo della Gioia, in collaborazione con diverse scuole, istituti comprensivi e comuni del mandamento di Morbegno. Vista l’esperienza molto positiva dell’anno scorso, stiamo cercando dei volontari che affianchino gli educatori nel far fare i compiti ai ragazzi, riuscendo così a far lavorare i ragazzi o a coppie o comunque a piccoli gruppi, per rendere più proficuo e personalizzato possibile il sostegno dato. Eccovi alcune informazioni sulle attività: a Morbegno il doposcuola è ripartito il 26 ottobre e si svolge il martedì e il giovedì presso la sede dell’oratorio di Morbegno dalle ore 14.15 alle ore 16.15; a Talamona il doposcuola rivolto ai ragazzi delle scuole medie viene svolto in Ludoteca il martedì pomeriggio; a Cosio Valtellino l’attività si realizzerà, partire dall’8 novembre, sempre in presenza di due educatori, il lunedì e il giovedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00 presso la sala House di Regoledo. Per chi fosse interessato a collaborare ci si può rivolgere ai seguenti recapiti: Cooperativa Sociale Insieme 0342/614587 (chiedendo di Marzia Scinetti o Francesca Canazza); Marzia Scinetti (coordinatrice Progetto) 338/6277382. nel 2005 con l’intento di raccogliere e sviluppare la lezione di pensiero e di vita di Anna e Michele Melazzini. La Fondazione ha lo scopo di promuovere, sostenere e svolgere direttamente attività nei settori della formazione, della promozione della cultura e dell’arte, della solidarietà nell’ambito del territorio lombardo ed in particolare nella Diocesi di Como, accogliendo il COSA È LA FONDAZIONE MELAZZINI La Fondazione Anna e Michele Melazzini è stata costituita in Sondrio ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ L mandato del Concilio Vaticano II a “sostenere con la dottrina e con l’azione i giovani e gli stessi sposi, particolarmente le nuove famiglie, ed a formarli alla vita familiare, sociale, apostolica” (Gaudium et Spes, n. 52), la Fondazione intende prendere a cuore i problemi e valorizzare le risorse delle famiglie, con creativa sollecitudine per la famiglia fondata sul matrimonio. Per il raggiungimento degli scopi statutari la Fondazione collabora in particolare con l’Azione Cattolica ed intende ricercare – sulla base della condivisione di ideali e di obiettivi concreti – ogni possibile collaborazione progettuale, operativa e finanziaria con soggetti pubblici e privati, istituzioni civili, culturali ed ecclesiali, espressioni del non profit e del volontariato. UNA VETRINA DA SFOGLIARE Notizie dal territorio LA CARTA DI MORBEGNO CONTRO LE MAFIE «La mafia in Valtellina non c’è… Ma non è detto che la Valtellina abbia a disposizione strumenti in grado di prevenire ed evitarla». L’affermazione è di Alessandro Delise, consulente antimafia e responsabile del settore alla Filca Cisl nazionale, intervenuto a spiegare il senso della “Carta di Morbegno”, su cui il sindacato ha promosso una due-giorni di confronto. Il sindacato di via Bonfadini ha annunciato il proprio ingresso nel progetto avviato dalla Filca e dal Siulp come risposta a casi di corruzione malaffare. Nelle ultime settimane è emersa con evidenza un’emergenza legalità anche in provincia di Sondrio, motivo per cui il “Progetto San Francesco” – voluto dalla Cisl contro le mafie – è approdato anche in Valtellina e Valchiavenna. Il sindacato coinvolge in questa iniziativa le forze dell’ordine aderenti al Siulp, i bancari della Fiba e i rappresentanti degli Enti locali per far nascere un organismo di controllo, coordinamento e verifica delle situazioni a rischio: appalti e subappalti e servizi sono il terreno più fertile per il riciclaggio del denaro sporco; mentre il nero e la scarsa attenzione alla sicurezza riguardano soprattutto l’edilizia. La volontà della Cisl è quella di mandare messaggi forti affinchè la provincia di Sondrio non diventi terreno fertile per situazioni legate alla malavita. FONDAZIONE DI PROVINCE ALPINE Martedì 26 ottobre, a Belluno, il presidente della provincia Verbano Cusio Ossola Massimo Nobili e il collega veneto Gianpaolo Bottacin si sono incontrati per siglare la nascita della Federazione delle Province Alpine, il cui protocollo verrà firmato entro fine anno anche con la provincia di Sondrio. L’accordo mira a facilitare lo scambio di esperienze, il confronto sui problemi specifici delle province con territori a prevalenza montani così da favorire un’azione comune nell’individuare le possibili soluzioni e progetti di crescita e sviluppo. INCONTRI SULLA SITUAZIONE PALESTINESE A CHIAVENNA E NEL COLICHESE Mercoledì 3 novembre, presso la sede della Società Operaia di Chiavenna, a partire dalle ore 15.00, ci sarà un incontro dedicato alla Palestina dal titolo Piazza Pulita. Memoria di un popolo oppresso, con don Nandino Capovilla e Betta Tusset (Pax Christi). Organizza l’Associazione Scuola Aperta di Chiavenna. Gli stessi relatori interverranno, a partire dalle ore 20.45, presso l’Oratorio di Villatico, sul tema Kairos Palestina, un momento di verità - Una parola di fede, speranza e amore dal cuore delle sofferenze dei palestinesi. P A G I N A CRONACA 32 SondrioSocietà IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 SONDRIO INCONTRO DI APPROFONDIMENTO CON IL PROGETTO IL FILO DI ARIANNA La figura del Garante in carcere I l progetto Il filo di Arianna, promosso dalle associazioni Quarto di Luna, AFAAT, Il Richiamo del Jobèl con la cooperativa Ippogrifo e il sostegno della Casa Circondariale di Sondrio e di UEPE-Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Como, martedì della scorsa settimana ha organizzato a Sondrio presso la sala delle Acque del BIM un momento di confronto su Il ruolo e l’importanza della figura del Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà. Il coordinatore Francesco Racchetti ha ricordato ai rappresentanti del mondo politico-istituzionale, della società civile, del volontariato e dell’economia che il reinserimento degli exdetenuti riguarda tutti, e che «Questo è l’inizio di un nuovo percorso verso l’obiettivo finale di superare la separatezza di chi vive dentro il carcere (detenuti, polizia penitenziaria, operatori) o vi gravita attorno (familiari dei detenuti), per cominciare a vivere questa realtà come una componente importante e preziosa della comunità, perché chi fa un percorso di riflessione nella sofferenza per i suoi errori, si può reinserire e ha molto da dare, come mostrano le esperienze in atto di lavori in casa e i contatti tra detenuti e studenti». Sottolineature riprese in diverso modo dal Presidente della Provincia Massimo Sertori e dal Presidente del Tribunale di Sondrio Gianfranco D’Aietti, il quale ha sostenuto che, «Se da una parte nell’attuale crisi è difficile parlare di edilizia, dall’altra è importante supplire per quanto possibile con l’attenzione alla popolazione carceraria e ai singoli detenuti: questa è probabilmente la goccia che aiuta a sopravvivere». Antonina D’Onofrio, Direttrice della Casa circondariale di Sondrio, ne ha illustrato la situazione. I detenuti sono circa cinquanta rinchiusi in un’unica sezione, dove si trovano i detenuti comuni, i protetti (sex-offenders), quelli con problematiche di incolumità personale e gli assegnati dall’Autorità giudiziaria, dal Provveditorato regionale della Lombardia e dal Ministero. Circa il 40% è extra comunitario, mentre la maggioranza degli italiani risiede in provincia, è sempre più giovane e proviene dai vari strati sociali. La D’Onofrio si è detta certa che la figura del Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà (d’ora in poi, Garante) sarà di supporto agli operatori penitenziari e una garanzia per i diritti dei detenuti, anche extracomunitari, poiché è in grado di valutarne le istanze e di rappresentarle all’esterno; potrà essere di aiuto per la formazione professionale in vista dell’inserimento dei detenuti al lavoro e dell’integrazione sociale soprattutto degli immigrati; per i detenuti con famiglie in difficoltà economiche e con scarsi strumenti culturali, che non riescono ad affrontare la carcerazione del Il reinserimento sociale degli ex detenuti è una questione che investe la società su più livelli di responsabilità; la nascita di un’istituzione come quella del Garante permette la realizzazione di percorsi e di una rete di collaborazioni che assicurano giustizia e recupero di PIERANGELO MELGARA congiunto, né a sostenerlo. Con la collaborazione dell’Amministrazione penitenziaria, il Garante potrà agevolare i contatti tra detenuto e famiglia specie in vista della scarcerazione e, nel rispetto delle prescrizioni del Tribunale dei Minori e degli Enti competenti, potrà favorire il rapporto tra genitori e figli e tutelare il ruolo genitoriale soprattutto coi minori. «La presenza del Garante - ha proseguito D’Onofrio - sarà importante anche per una maggiore collaborazione con gli enti sul territorio. Per esempio, potrà dare un sostegno ai detenuti tossicodipendenti - circa il 40% - molti dei quali anche alcol-dipendenti: li prenderebbe in carico durante la carcerazione e soprattutto nel percorso di riabilitazione nelle comunità e col sostegno alle famiglie. Infatti, questi ragazzi sono recidivi, sia perché ritornano a fare uso di sostanze stupefacenti, sia perché privi di validi punti di riferimento. Inoltre, in un istituto piccolo come Sondrio manca del “servizio nuovi giunti”, per accogliere chi entra per la prima volta; abbiamo anche pochi esperti per le cure e, attualmente, un solo educatore che un giorno la settimana segue detenuti tossicodipendenti, alcol-dipendenti, sex-offenders, a volte anche omosessuali, o borderline con problemi di natura psicologica e psichiatrica e sdoppiamento della personalità. Per lo psichiatra ci rivolgiamo all’Azienda ospedaliera, mentre il servizio sanitario è garantito solo su 12 ore. È difficile garantire le attività trattamentali come prescrive l’ordinamento e, per di più, siamo al di sotto dei livelli minimi del personale di polizia penitenziaria, così che le aree di trattamento e di sicurezza ne soffrono. Per questo, mi auguro che il Garante supporti le esigenze del detenuto e dell’Amministrazione e contribuisca a contenere i disagi». A completare il quadro, Francesco Racchetti ha osservato che, accanto alle problematiche esposte, che limitano le possibilità di proposte, iniziative e percorsi formativi, il carcere piccolo però consente relazioni personali tra agenti di custodia e detenuti, realtà che tutti sottolineano in modo positivo. Inoltre, forse con il Garante potrà esserci una migliore collaborazione fra istituzioni, strutture e società civile per dare maggiori stimoli e opportunità. Su questo è intervenuto Luigi Pagano, Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria con alle spalle un curriculum di trentuno anni di servizio nelle carceri italiane e una delle persone che più ha contribuito a renderne noti i problemi a livello sociale, sempre mettendo in luce che il rapporto con il territorio, e ancor più con Enti Locali e Regione, è essenziale per le iniziative educative di reinserimento sociale e per evitare, per quanto possibile, eventi critici. È sua convinzione che non dovrebbero esistere né istituti piccoli come quello di Sondrio, né moloch come San Vittore, Opera, Regina Coeli, ecc. «L’ideale sarebbero quattrocento detenuti per istituto - ha detto -, però c’è la crisi e l’aumento dei detenuti sembra un trend che non muterà in tempi brevi. Non ci saranno nuove carceri e difficilmente sarà aumentato il personale di polizia penitenziaria, mentre è positivo l’aumento dei ruoli educativi. Sulla base di tali presupposti, tenendo il sovraffollamento come “normalità”, si può agire nel rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti e del personale, col ridurre anzitutto le tensioni non fermandosi ai diritti previsti dall’ordinamento, ma cercando di andare oltre. I risultati ci danno ragione e, lavorando sui diritti e razionalizzando le risorse, potremo aprire gli istituti al territorio, ai volontari, alla Regione». Anche per il Direttore della Casa Circondariale di Monza, Massimo Parisi, caduta la diffidenza verso il Garante, oggi la sua figura può essere inserita in una progettualità che pone la persona al centro. Egli può aiutare l’Amministrazione penitenziaria, diventando la “sentinella” della trasparenza che il carcere deve avere; può fare da eco nella società delle iniziative che si svolgono nell’istituto e iniziare un nuovo rapporto con il territorio. «Credo che in questa lo- gica di collaborazione - ha concluso -, di sottolineatura delle difficoltà e dei problemi, e anche di quello che non è perfettamente legale, il Garante può essere di stimolo a lavorare per uscire dall’attuale criticità». Concetti ripresi anche da Patrizia Ciardiello, responsabile del Servizio Comunicazione e Rapporti con gli Organi di informazione P.R.A.P. Lombardia, che ha voluto sottolineare la scelta felice attuata a Sondrio con la modifica dell’articolo 48 dello Statuto comunale che eleva il Garante al rango di organo statutario dell’Ente, rinforzandone l’azione futura. Da ultimo, Giorgio Bertazzini, attuale Garante della Provincia di Milano, ha riproposto i problemi più grossi che oggi riguardano le carceri, dalla mancata custodia attenuata per le madri con bambini fino a tre anni, ai tossicodipendenti (più della metà dovrebbe stare in strutture esterne), al sovraffollamento che però non deve diventare un alibi (in proposito, ecco il comunicato Ansa del 18 ottobre scorso del maggior sindacato degli agenti di polizia penitenziaria, il SAPPE, dove si denuncia che “Sono ormai passati quasi dieci mesi - era il 13 gennaio 2010 - da quando il Governo decretò ufficialmente lo stato di emergenza nazionale conseguente all’eccessivo affollamento degli istituti penitenziari presenti sul territorio nazionale, ma la situazione non è affatto cambiata. Anzi, è peggiorata. Dai 64.791 detenuti che c’erano nelle 206 carceri del Paese il 31 dicembre 2009 siamo arrivati a contare 68.536 presenze il 13 ottobre scorso, rispetto alla capienza regolamentare di poco superiore a 43mila posti letto...”), alla capacità di assunzione di responsabilità perché, se si riduce la recidiva del 50-60%, può anche starci l’incidente di percorso. «Nell’art. 48 dello Statuto di Sondrio - ha osservato - il Garante appare come figura super partes e il percorso iniziato ha tutte le condizioni per operare bene: al punto 3, infatti, in riferimento alle persone limitate nella libertà, si parla di “diritto al lavoro, formazione, crescita culturale, tutela della salute, cura della persona, anche mediante la pratica di attività formative, culturali e sportive”». Bertazzini ha poi evidenziato i problemi delle carceri: la crisi ha causato l’aumento degli indigenti (su questo si possono attivare non solo gli Enti, ma anche il volontariato); la riduzione dei tempi di lavoro, perché i detenuti sono raddoppiati; l’assistenza sanitaria, perché il passaggio al servizio sanitario nazionale deve ancora andare a regime; la sicurezza, cui il Garante può contribuire creando un clima positivo di rapporti umani. «I Garanti possono entrare nelle carceri senza preavviso - ha continuato , per verificare lo stato delle celle, ma anche le condizioni in cui lavorano gli operatori. È curioso che nei luoghi dove si vuole far rispettare la legalità non si sia rispettosi delle normative. Per esempio, solo poco più di un quarto delle celle nelle carceri italiane sono a norma col regolamento del 2000, dalla luce allo spazio interno, all’arredo anche igienico. «Al riguardo il Garante può attivare gli enti locali e il mondo del volontariato laico e cristiano, ricordando sempre che agenti e detenuti, anche se hanno commesso i reati più orribili e ripugnanti, sono tutti dotati di diritti ontologicamente inviolabili». A SONDRIO UNA MOSTRA SULLE CIVILTÀ PRECOLOMBIANE Il Comune di Sondrio, avvalendosi dell’apporto e della collaborazione di una studiosa di civiltà precolombiane e del Consolato Generale della Repubblica Dominicana, intende proporre alle scuole una mostra, dall’alto valore didattico, di presentazione di manufatti, preziosi e reperti risalenti alle popolazioni che abitavano la Hispanola, odierna Santo Domingo, all’epoca dell’arrivo di Cristoforo Colombo. Quando approdò nell’isola Colombo restò ammaliato dalla bellezza e dalla generosità degli indigeni che, unica esperienza a noi nota, coabitarono pacificamente con i nuovi venuti europei. L’esposizione propone un percorso che illustra usi e costumi degli Arawak-Tainos, intrecciati con gli eventi dell’ epoca, attraverso dodici pannelli con reperti inediti, proiezioni nonché fotografie di epoca contemporanea. Il percorso didattico verrà curato personalmente dalla professoressa Serena Poncy Casalini, storica e restauratrice, già Conservatore della Casa di Colombo di Santo Domingo, ideatrice della esposizione di pezzi provenienti da collezione privata. La mostra si terrà presso Palazzo Martinengo, fino al 30 ottobre, con orario continuato dalle ore 10.30 alle ore 18.00. L’esperta sarà presente giornalmente e accompagnerà le classi lungo il percorso, facendo da qualificata guida. IN ARRIVO IL DVD CON LE RUPI DEL VINO È ormai imminente l’uscita del film-documentario Rupi del Vino di Ermanno Olmi: l’omonima pubblicazione, edita da Cineteca Bologna e Slow Food, è stata presentata al grande pubblico in occasione del Salone del Gusto di Torino. Il cofanetto conterrà il dvd del docu-film, con due interviste a Olmi; un libro con scritti di Goffredo Fofi (sui rapporti tra Olmi e Soldati), Antonio Cherchi (su vino, Valtellina e agricoltura saggia), Marco Vitale (sulle architetture della montagna) e la riproposta dei Ragionamenti d’Agricoltura di Pietro Ligari (1752) relativi al calendario stagionale per la coltivazione della vigna. L’iniziativa, autorizzata e seguita da Fondazione ProVinea, è un momento di evidenziazione del valore culturale, storico e ambientale dei vigneti terrazzati e della natura della Valtellina. Attraverso il susseguirsi delle immagini e la lettura dei testi scritti viene rilevata la forte identità che caratterizza il paesaggio e l’intero territorio della provincia di Sondrio. P A G I N A CRONACA 33 Sondrio&provincia RICONOSCIMENTO PER IL MEDICO E RICERCATORE FARMACEUTICO GIORGIO MOSCONI ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 PRO VALTELLINA FINANZIAMENTI Un’eccelleza valtellinese per l’Italia nel mondo S G iorgio Mosconi è nato a Grosio ed è cresciuto a Sondalo. A settembre ha ricevuto la nomina a Protagonista Italiano nel Mondo da parte del Ministero degli Affari Esteri per il suo impegno nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci anti-infettivi. Lo scienziato partecipa, come relatore, alla Conferenza Protagonisti Italiani nel mondo, promossa dal Ministero degli Affari Esteri, il 28-29 ottobre presso la Villa Manin di Passariano (Udine), per testimoniare la sua esperienza professionale internazionale nel campo della ricerca biomedica. All’incontro intervengono sul successo italiano all’estero ottanta tra studiosi, imprenditori, professionisti, che si confrontano su come migliorare il “Sistema Italia”. Si parlerà dell’identità culturale che è alla base dell’eccellenza italiana e verranno proposte iniziative per sostenere l’immagine del nostro paese al di fuori dei confini nazionali. «È stato l’aver vissuto a Sondalo, sede storica del più grande sanatorio antitubercolare in Europa, a ispirare le mie scelte professionali e di vita», spiega Giorgio Mo- sconi che, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e la specializzazione in chirurgia otorinolaringoiatrica e maxillo facciale, ha deciso, nel 1989, di dedicarsi alla ricerca farmaceutica. Lasciata l’Italia, ha diretto centri di ricerca internazionali in Svizzera, Belgio e negli Stati Uniti, dove tuttora vive e lavora, che hanno portato allo sviluppo e alla commercializzazione nuovi antibiotici e antivirali per il trattamento di infezioni gravi, resistenti alle terapie convenzionali. «Sono stati 22 anni di grandi sacrifici ma anche di grandi soddisfazioni professionali che mi hanno permesso di raccogliere un enorme bagaglio di competenze scientifiche e manageriali» dice Mosconi. Grazie al lavoro di team, Mosconi e i suoi collaboratori hanno messo a disposizione della classe medica mondiale nuovi farmaci salvavita e sono stati fra i primi a capire e sviluppare nuove combinazioni di farmaci antivirali per la terapia dell’HIV. La naturale evoluzione del suo impegno nella ricerca lo ha portato a mettere a frutto questo patrimonio nel campo delle cosiddette malattie neglet- te. Patologie, quali la tubercolosi, tuttora una delle prime cause di morte nel mondo, che non attirano l’interesse delle grandi multinazionali del farmaco in quanto scomparse nel mondo occidentale e che per questo rimangono ancora ben lontane dall’essere sconfitte. L’interesse per questa patologia nasce, in Mosconi, dall’essere sempre stato a contatto con la problematica della tubercolosi. «Di fatto dagli anni Sessanta la ricerca farmaceutica sulla malattia si è fermata in quanto la tubercolosi non è più stata conside- rata un’emergenza medica nei nostri paesi ed è risultata perciò economicamente poco interessante». E questo, insieme ad altri motivi, ha portato ad avere armi spuntate contro quest’infezione, che si è aggravata per l’insorgenza della resistenza ai farmaci correnti, compresa la rifampicina. Il problema sta assumendo contorni inquietanti, non solo per le popolazioni povere del mondo flagellate dall’infezione- sono oltre 2 milioni le persone che ogni anno muoiono nel mondo per la tbc- ma anche per i paesi sviluppati dove queste malattie stanno emergendo nuovamente in seguito ai forti flussi migratori. Mosconi, dopo anni di esperienza all’estero, ha un sogno nel cassetto. «Vorrei mettere a disposizione la mia professionalità e creare proprio a Sondalo un centro internazionale dedicato alla ricerca antitubercolare come non ne esistono al mondo». Un progetto ambizioso, a cui Mosconi tiene molto: rendere Sondalo e la Valtellina, legati storicamente alla tubercolosi, centri di eccellenza per la lotta alla malattia dando, in questo modo, una grande visibilità alla valle. «Ho ricevuto proposte in questo senso anche da altri paesi, ma l’attaccamento alla mia terra mi impone di lanciare questa sfida proprio da qui» afferma l’esperto. Si tratta di un progetto ambizioso ma non impossibile, che richiede un’impostazione manageriale chiara, come nelle imprese biofarmaceutiche private, e che prevede diverse fasi di sviluppo con momenti di verifica interni ed esterni, organizzando congressi internazionali con l’obiettivo di attirare l’interesse della comunità scientifica mondiale. TAPPE IN PROVINCIA DI SONDRIO ANCHE NELL’EDIZIONE 2011 Record di presenze valtellinesi al «Giro» S e non è record poco ci manca, davvero un filotto notevole di presenze per la Valtellina al Giro d’Ita- lia in questi ultimi anni. Nell’ultimo decennio infatti sono tante le tappe che hanno interessato il territorio della Provincia di Sondrio e molto A SONDALO UNA MOSTRA DEDICATA AL VILLAGGIO MORELLI “Il villaggio Morelli identità paesaggistica e valore monumentale - un itinerario visivo” è il titolo dell’allestimento in programma a Sondalo da venerdì 29 ottobre a domenica 7 novembre 2010. La mostra fotografica, curata dalla dott.ssa Caterina Resta e dalla dott.ssa Luisa Bonesio (presidente dell’associazione culturale “Terraceleste”), è stata realizzata in occasione del convegno internazionale sull’architettura del “Morelli” che si è svolto lo scorso 15 e 16 ottobre a Sondalo e viene ora riproposta nella cornice della sala Consiglio del municipio per tutti gli interessati. Oltre alle immagini storiche relative alla costruzione del grande complesso sanatoriale si potranno ammirare anche fotografie con particolari architettonici e immagini del parco del “Morelli”. Verranno inoltre proiettati i documentari storici dell’Istituto Luce di Cinecittà. L’iniziativa è stata voluta dall’associazione “Terraceleste” e dal Comune di Sondalo con il patrocinio della Provincia di Sondrio, Comunità Montana Alta Valtellina, Pro Loco di Sondalo e Fai. Giovedì 28 ottobre alle ore 20.45 è prevista la serata di inaugurazione con la presenza dell’ing. Carlo Zubiani e del professor Stefano Rossattini autore del libro” Un villaggio straordinario”. spesso proprio sulle strade valtellinesi si è deciso il Giro, come lo scorso anno con l’attacco di Ivan Basso su Mortirolo e Gavia e la conseguente conquista della maglia rosa, poi tenuta fino al traguardo finale di Verona. Anche il 2011, l’anno del 150 esimo anniversario dello Stato Italiano, il Giro d’Italia non mancherà di onorare con la sua presenza la Valtellina, la conferma è arrivata la scorsa settimana in occasione del galà di presentazione del Giro d’Italia che si è tenuto presso il Teatro Carignano di Torino, la prima capitale d’Italia, maestro di cerimonie Angelo Zomegnan, direttore del Giro e grande amico della Valtellina. In rappresentanza del comitato organizzatore valtellinese l’assessore allo sport e turismo della Provincia di Sondrio Alberto Pasina e il presidente della Comunità Montana di Sondrio Tiziano Maffezzini. IL PROGRAMMA VALTELLINESE Questa volta, visto il calendario e le tappe non si tratterà dell’atto finale e decisivo della competizione, il passaggio in Valtellina è previsto sempre nell’ultima settimana, ma non coinciderà su espressa decisione degli organizzatori con le classiche tappe alpine e le grandi salite perché si ritiene utile non inflazionarle. Questo il programma valtellinese, mercoledì 25 maggio la lunga tappa Feltre - Sondrio di 240 km che passa da Tonale e Aprica, ma si chiude in piano, darà la possibilità di fughe da lontano dopo i tapponi dolomitici o si chiuderà con la classica volata in gruppo se le gambe saranno pesanti. Giovedì 26 maggio si riparte da Morbegno, come nel 2009, per raggiungere tra orobici saliscendi San Pellegrino Terme, prima delle ultime montagne in Piemonte e la consegna della maglia rosa dopo la cronometro a Milano il 29 maggio 2011. CORDATA PUBBLICO PRIVATO Soddisfazione tra i promotori della candidatura valtellinese per le tappe del Giro, una cordata pubblico - privato che ha come capofila la Provincia di Sondrio e coinvolge Camera di Commercio, BIM, i comuni sede di tappa Sondrio e Morbegno, le Comunità Montane interessate dagli arrivi e partenze di tappa, inoltre Regione Lombardia sempre attenta al territorio provinciale, e un pool di partner privati che intendono approfittare della visibilità dell’evento come veicolo per promuoversi in Italia e all’estero. Il Consorzio Turistico Provinciale di Sondrio soggetto coordinatore dei comitati organizzatori locali si conferma strumento ideale per gestire iniziative di alto respiro e notevole impatto promozionale e mediatico che anche per il 2011 prevede la promozione del territorio in abbinamento al “circus” del Giro d’Italia. ono complessivamente 25 i progetti di utilità sociale rivolti alle fasce più deboli della comunità locale, anziani, malati, famiglie in stato di bisogno, premiati da Pro Valtellina nell’ambito del Secondo Bando 2010 che metteva a disposizione 280mila euro. Il Consiglio di Amministrazione presieduto da Marco Dell’Acqua ha valutato le richieste pervenute deliberando nella sua più recente seduta la ripartizione dei contributi. Fra i beneficiari figurano Enti Pubblici, scuole, associazioni impegnate nel sociale, cooperative sociali e parrocchie, tra cui oltre un terzo di nuovi assegnatari che per la prima volta hanno partecipato ai bandi di Pro Valtellina. «Questo è un segnale importante – sottolinea il presidente Dell’Acqua –, il risultato di un impegno che come consiglio di amministrazione ci siamo assunti dal nostro insediamento, alla fine del 2008. Valorizzare l’attività della fondazione comunitaria e promuovere i bandi attraverso una più attenta opera di comunicazione e di divulgazione per raggiungere tutti i possibili destinatari, soprattutto quelli che, per motivi diversi, non avevano mai presentato richieste di contributo, era un obiettivo importante. Crediamo di essere sulla buona strada. Al contempo mi fa piacere rilevare la qualità dei progetti finanziati che concretizzano la meritoria attività svolta da Enti Pubblici e associazioni in campo sociale. In particolare, è da apprezzare lo sforzo compiuto dai richiedenti per seguire le linee del bando, requisito indispensabile per ottenere i contributi». Le 25 domande finanziate riguardano progetti che vanno dalla riqualificazione di strutture per le attività di ricreazione, integrazione e socializzazione di disabili e persone in condizioni di disagio al sostegno delle famiglie in difficoltà e all’intervento a favore di giovani a rischio di psicosi fino all’acquisto di attrezzature per migliorare i servizi resi ai disabili. Altri contributi sono stati assegnati a case di riposo per adeguare la dotazione dei mezzi e a scuole per promuovere iniziative a sostegno della crescita e dell’integrazione degli alunni. I 280mila euro messi a disposizione dal bando consentiranno ai beneficiari di realizzare le iniziative presentate, finanziate fino a un massimo del 50% del loro costo complessivo. L’importo dei contributi assegnati varia da un minimo di 2mila a un massimo di 25mila euro, a seconda dell’entità del progetto. P A G I N A 34 MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 30 OTTOBRE 2010 MINORI E INTERNET UNA RICERCA SU 25 PAESI EUROPEI TRA RISCHI E OPPORTUNITA’ P iù del 12% dei ragazzi europei si dichiara turbato o infastidito dalla rete e nella maggioranza dei casi i genitori sono rimasti all’oscuro dei rischi corsi dai loro figli. Lo afferma una nuova ricerca promossa dalla London School of Economics di Londra che ha coinvolto 23 mila ragazzi tra i 9 e i 16 anni in 25 Peasi europei. Capofila del progetto, chiamato “Eu Kids Online” per l’Italia è l’Osscom, Osservatorio sulla Comunicazione dell’Università Cattolica di Milano. Senza trascurare i pericoli i ricercatori sottolineano, però, come “la maggioranza dei bambini non si sia imbattuta in esperienze destabilizzanti nel corso della navigazione e che anzi si sia trovata perfettamente a proprio agio in situazioni che gli adulti considerano rischiose”. A suscitare disagio nei giovani internauti sono contenuti come la pornografia, il bullismo, messaggi a sfondo sessuale. I principali risultati della ricerca, finanziata dalla Commissione Europea, sono disponibili nel report “Risks and safety on the internet”, scaricabile dal sito www.eukidsonline.net. Genitori e figli a confronto “Si tratta della prima ricerca di questo tipo – racconta al Sir, Giovanna Masceroni, coordinatrice dei ricercatori della Cattolica – frutto di un lavoro iniziato nel 2006. La particolarità di questo studio non sta tanto nel tema, su cui sono state fatte molte ricerche in questi anni, ma nella dimensione dell’indagine e nella scelta di coinvolgere sia i minori che i loro genitori”. Proprio da questo confronto emerge il dato, forse, più allarmante: la maggioranza dei genitori di bambini che hanno sperimentato situazioni pericolose in rete è del tutto inconsapevole di quanto accaduto ai propri figli. L’Italia è, inoltre, il Paese con la percentuale più alta di accessi privati a internet da parte dei minori: il 59% vi accede dalla propria camera o da computer a cui hanno accesso Cimarosa Il matrimonio segreto I l matrimonio segreto è un melodramma giocoso in due atti di Domenico Cimarosa (1749-1801) su libretto di Giovanni Bertati il quale, a sua volta, si era basato sulla commedia The clandestine Marriage (1766) di George Colman e David Garrick e sul romanzo Sophie, ou le mariage secret (1768) di M.me Riccoboni. Fu messo in scena per la prima volta il 7 febbraio 1792 al Burgtheater di Vienna. Il successo fu strepitoso. All’imperatore Leopoldo II il lavoro piacque molto tanto che decise di farlo “ricominciare da capo” subito dopo l’esecuzione. Fatto mai accaduto sino a quel momento. Questo non fu solo un trionfo momentaneo e locale; l’opera suscitò infatti moltissimi applausi ovunque, rimanendo sino ai nostri giorni nei palinsesti dei maggiori teatri lirici del mondo. Dopo Le Nozze di Figaro di Mozart è considerata l’opera buffa per eccellenza. Composta in una forma elegante e misurata, l’opera reca abbastanza evidenti influssi mozartiani e anticipazioni rossiniane, in un continuo fluire melodico. La componente stilistica, equidistante dall’intensa passione di un Piccinni come dalla grottesca comicità in Paisiello, modella una materia consolidata e affinata in vent’anni di teatro, senza cedimenti improvvisi o debolezze. E’ una sorta di microcosmo im-perniato su cadenze di malinconici abbandoni nei ruoli dei due sposi segreti, di esplosioni di vitalità, come nella baruffa finale del primo atto, di costanti accenni a contesti e comportamenti di un repertorio ormai dominato. L’invenzione melodica è costante e l’orchestra viene plasmata da una raffinata stru- mentazione. L’invenzione cimarosiana non conosce debolezze o cedimenti, tutto è vivo e vitale. L’opera A L L ' O P E R A divenne il simbolo dell’opera buffa italiana e, nello stesso GRAMMA tempo, del Settecento, quale epoca dell’innocenza e della spontaneità creativa. Forse nessuno, più di Stendhal, apprezzò la grazia, la misura, l’eleganza della vicenda amorosa di Carolina e Paolino. Formalmente Il matrimonio segreto resta vincolato a tutte le regole del vecchio dramma giocoso: l’aria in forma bipartita (andante-allegro), il duetto, il terzetto, il quartetto e il concertato. Il musicista campano non era figlio d’arte: il padre era muratore e la madre una lavandaia. Iniziò a frequentare il Conservatorio della Madonna di Loreto a Napoli nel 1761. In seguito studiò con Niccolò Piccinni (1728-1800). Esordì come operista nel 1772. Essendosi compromesso nel 1799 con la Repubblica partenopea, dovette scontare quattro mesi di carcere. Quando venne liberato se ne andò a Napoli e visse gli ultimi anni della sua vita a Venezia. GUIDA PEN TA Atto I: Udite, non udite (Geronimo); E’ vero che in casa (Fidalma); Perdonare, signor mio (Carolina). Atto II: Pria che spunti in ciel l’aurora (Paolino). a cura di ALBERTO CIMA esclusivo contro una media europea del 48%. “Dobbiamo sensibilizzare i genitori sui rischi che i loro figli corrono in rete – spiega Giovanna Mascheroni ma non dobbiamo dimenticare che la sicurezza on-line non si raggiunge con l’installazione di nuove tecnologie ma con il dialogo famigliare. I genitori devono imparare a navigare con i propri figli e a parlare di quello che si fa in rete. Internet rappresenta, infatti, una grande opportunità per i ragazzi e non bisogna demonizzarla, ma semplicemente cercare di limitare i rischi che si possono incontrare”. L’Italia e l’Europa La ricerca ha coinvolto mille tra bambini e ragazzi italiani di diversa età e provenienza geografica. Le loro risposte hanno confermato una tendenza che vede l’Italia agli ultimi posti per quanto riguarda l’accesso ad internet. Una classifica guidata dai Paesi nordici. “La ricerca – spiega Sonia Musica a Lugano Domenica 31 ottobre Il penultimo appuntamento con la rassegna “Celebrating Chopin” organizzata con la collaborazione della International Piano Academy – Lake Como di Dongo propone un momento musicale interamente dedicato alla Ballata per pianoforte. Nell’accogliente Auditorio “Stelio Molo” di Lugano, domenica 31 ottobre alle ore 17, si esibirà la giovane e già affermata pianista croata Martina Filjak con un repertorio alquanto romantico dedicato alle Ballate di F. Chopin e J. Brahms. Nata a Zagabria (Croazia), Martina Filjak ha debuttato all’età di 12 anni con i Solisti di Zagabria, sviluppando in seguito costantemente il suo straordinario talento pianistico. Cresciuta in una famiglia di pianisti, la Filjak ha proseguito la sua educazione musicale all’accademia musicale di Zagabria e in seguito a Vienna, Karlsruhe e Rotterdam. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: www.pianoassociation.ch AIART COMO Livingstone, fra le autrici del rapporto - mostra come i ragazzi comincino a usare internet sempre prima e sempre più spesso. La rete è ormai parte integrante della vita dei giovani in tutti i paesi europei, e i ragazzi svolgono molte attività online, spesso vantaggiose come l’uso di internet per i compiti, per guardare video e comunicare con gli amici nei servizi di messaggistica istantanea”. Tuttavia, continua l’esperta, “i bambini più piccoli hanno maggiori difficoltà a superare le esperienze negative online, quindi le politiche di promozione della sicurezza online e di alfabetizzazione digitale dovrebbero essere rivolte ai più piccoli”. Il dato non è trascurabile se si considera che i ragazzi cominciano a usare la rete sempre prima: l’età media di accesso è di 7 anni in Svezia e di 10 in Italia. Secondo la ricerca “La Repubblica Ceca, l’Estonia, la Lituania e la Svezia sono i paesi che registrano un più alto tasso di incidenza dei rischi online; in Italia, Portogallo e Turchia la percentuale di bambini che si sono imbattuti in pericoli è invece tra le più basse in Europa”. Non solo rischi ma opportunità Lo studio mostra come un maggiore uso delle rete da parte dei ragazzi significhi anche un aumento delle opportunità e non soltanto dei rischi che, non necessariamente, si traducono in esperienze dannose. “Un dato positivo arriva però dalla capacità dei ragazzi di difendersi”, continua Giovanna Mascheroni. Secondo i dati, infatti, il 39% degli utenti si è trovato di fronte a minacce (dai contenuti violenti, al bullismo, alla pornografia, fino a Il secondo incontro del progetto “Teleforum”, promosso dall’AIART (con Age, Agesc, Cif, Uciim), si svolgerà Venerdì 29 ottobre alle ore 20.45 presso il Centro Card. Ferrari di viale C. Battisti a Como. L’argomento della relazione, “Indicatori per valutare la qualità dei programmi televisivi”, è di particolare interesse ai fini di una più consapevole comprensione del valore, o disvalore, di ciò che la televisione ci offre. Relatore sarà il prof. Massimo Scaglioni, docente di “Storia dei media” presso l’Università Cattolica di Milano, e animatore, come esperto, della trasmissione “Il grande Talk”, messa in onda dalla Televisione cattolica “TV 2000”: si tratta di una trasmissione che si occupa di commentare aspetti significativi della produzione televisiva recente. L’invito è rivolto in particolare a genitori, docenti, catechisti ed educatori. 29 ottobre a Como casi di tentato adescamento) ma solo il 12% ne è rimasto turbato. “Questo significa che non necessariamente l’esposizione a possibili rischi si traduca in disagi per i minori. Nonostante questo - conclude la ricercatrice – per migliorare le difese è necessario lavorare a partire dalla scuola e dalle famiglie, puntando non tanto sulle conoscenze tecniche ma sull’approccio culturale”. MICHELE LUPPI INFORMATIVA PER GLI ABBONATI La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale. DELLA DIOCESI DI COMO il settimanale Direttore responsabile: AGOSTINO CLERICI Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r .l. Coop.r.l. • Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. 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