Friedrich Wilhelm Nietzsche Röcken Lipsia Richard Wagner Salomé, Rée e Nietzsche Elisabeth Nietzsche Abitazione di Nietzsche a Torino PERIODIZZAZIONE DELLE OPERE a) periodo wagneriano-schopenhaueriano (giovanile) [1872-1876]: Nascita della tragedia (1872); Considerazioni inattuali (1873-76); b) periodo illuministico [1878-1882]: Umano, troppo umano (1878-80), Aurora (1881), La gaia scienza (1882), Gli idilli di Messina (1882); c) il periodo del meriggio: Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno (1883-1885); d) periodo conclusivo: Al di là del bene e del male (1886), Genealogia della morale (1887), Il crepuscolo degli idoli, L’anticristo, Ecce homo, Nietzsche contra Wagner (1888). APOLLINEO E DIONISIACO: INFLUENZE DA SCHOPENHAUER “E così potrebbe valere per Apollo ciò che Schopenhauer dice dell’uomo impigliato nel velo di Maia […]. Apollo come la magnifica immagine divina del principium individuationis, dai cui gesti e sguardi ci parla tutto il piacere e la saggezza della “parvenza”, insieme alla sua bellezza” “Nello stesso luogo Schopenhauer ci ha descritto l’incontenibile orrore che afferra l’uomo quando perde la fiducia nelle forme di conoscenza dell’apparenza. Se a questo orrore aggiungiamo il rapimento estatico che per lo stesso infrangersi del principium individuationis sale dall’intimo dell’uomo, anzi della natura, allora gettiamo uno sguardo sull’essenza del dionisiaco, resaci ancor più vicina dall’analogia dell’ebbrezza.” LA METAFISICA NE LA NASCITA DELLA TRAGEDIA “l’esistenza del mondo è giustificata unicamente come fenomeno estetico. Effettivamente l’intero libro riconosce solo un senso e un senso recondito d’artista dietro tutto l’accadere – un “Dio”, se si vuole, ma certo solo un Dioartista totalmente incurante e immorale, che nel costruire come nel distruggere, nel bene come nel male, vuole provare lo stesso piacere e dispotismo, e che, creando mondi, si libera dalla pena della pienezza e della sovrabbondanza, dalla sofferenza delle contrapposizioni che in lui sono compresse. Il mondo è in ogni istante la raggiunta liberazione di Dio […] che sa redimersi solo nella apparenza” (La nascita della tragedia, prefazione del 1871) LE QUATTRO CONSIDERAZIONI INATTUALI • David Strauss, l’uomo di fede e lo scrittore; • Sull’utilità e il danno della storia per la vita; • Schopenhauer come educatore; • Richard Wagner a Bayreuth; LA STORIA “Solo in quanto la storia serva la vita, vogliamo servire la storia: ma c’è un modo di coltivare la storia e una valutazione di essa, in cui la vita intristisce e degenera” LA ROTTURA CON WAGNER “Questo incrociarsi di due libri mi sembrò che avesse un suono di presagio. Non suonava come se si fossero incrociate due spade? In ogni modo così lo sentimmo noi: perché entrambi tacemmo” UMANO, TROPPO UMANO “Dove voi vedete ideali, io vedo cose umane, ahi troppo umane” PERCHE’ ZARATHUSTRA? “Zarathustra fu il primo a vedere nella lotta tra il bene e il male la vera ruota che spinge le cose – è opera sua la traduzione della morale in termini metafisici […]. Zarathustra ha creato questo errore fatale, la morale: di conseguenza egli deve essere anche il primo a riconoscere quell’errore” (Nietzsche, Ecce homo) DELLE TRE METAMORFOSI - il cammello Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo. Molte cose pesanti vi sono per lo spirito, lo spirito forte e paziente nel quale abita la venerazione: la sua forza anela verso le cose pesanti, più difficili a portare. Che cosa è gravoso? domanda lo spirito paziente e piega le ginocchia, come il cammello, e vuol essere ben caricato. Qual è la cosa più gravosa da portare, eroi? così chiede lo spirito paziente, affinché io la prenda su di me e possa rallegrarmi della mia robustezza. […] Tutte queste cose, le più gravose da portare, lo spirito paziente prende su di sé: come il cammello che corre in fretta nel deserto sotto il suo carico, così corre anche lui nel suo deserto. - il leone Ma là dove il deserto è più solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone, egli vuol come preda la sua libertà ed essere signore nel proprio deserto. Qui cerca il suo ultimo signore: il nemico di lui e del suo ultimo dio vuol egli diventare, con il grande drago vuol egli combattere per la vittoria. Chi è il grande drago, che lo spirito non vuol più chiamare signore e dio? ‘Tu devi’ si chiama il grande drago. Ma lo spirito del leone dice ‘io voglio’. ‘Tu devi’ gli sbarra il cammino, un rettile dalle squame scintillanti come l’oro, e su ogni squama splende a lettere d’oro ‘tu devi!’. Valori millenari rilucono su queste squame e così parla il più possente dei draghi: “tutti i valori delle cose – risplendono su di me”. “Tutti i valori sono già stati creati, e io sono – ogni valore creato. In verità non ha da essere più alcun ‘io voglio’!”. Così parla il drago. - il leone 2 Fratelli, perché il leone è necessario allo spirito? Perché non basta la bestia da soma, che a tutto rinuncia ed è piena di venerazione? Creare valori nuovi – di ciò il leone non è ancora capace: ma crearsi la libertà per una nuova creazione – di questo è capace la potenza del leone. Crearsi la libertà e un no sacro anche verso il dovere: per questo, fratelli, è necessario il leone. Prendersi il diritto per valori nuovi – questo è il più terribile atto di prendere, per uno spirito paziente e venerante. In verità è un depredare per lui e il compito di una bestia da preda. Un tempo egli amava come la cosa più sacra il ‘tu devi’: ora è costretto a trovare illusione e arbitrio anche nelle cose più sacre, per predar via libertà dal suo amore: per questa rapina occorre il leone. - il fanciullo Ma ditemi, fratelli, che cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in grado di fare? Perché il leone rapace deve anche diventare un fanciullo? Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì. Sì, per il giuoco della creazione, fratelli, occorre un sacro dire di sì: ora lo spirito vuole la sua volontà, il perduto per il mondo conquista per sé il suo mondo. Tre metamorfosi vi ho nominato dello spirito: come lo spirito divenne cammello, leone il cammello, e infine il leone fanciullo. Così parlò Zarathustra. L’ETERNO RITORNO “Camminavo in quel giorno lungo il lago di Silvaplana attraverso i boschi; presso una possente roccia che si levava in figura di piramide, vicino a Surlej, mi arrestai. Ed ecco giunse a me quel pensiero.” L’ETERNO RITORNO - 2 Che faresti se un giorno o una notte un demone si introducesse di soppiatto nella tua solitudine più solitaria e ti dicesse: «Questa vita, quale la stai vivendo adesso e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte; e in essa non ci sarà niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e ogni sospiro e ogni cosa incredibilmente piccola e grande della tua vita dovrà per te ritornare, e tutto nello stesso ordine e successione - e così pure questo ragno e questo chiaro di luna tra gli alberi, e così anche questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta - e tu con essa, granello di polvere!» […] la domanda di fronte a tutto e a ogni cosa: «Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?» graverebbe sul tuo agire come il peso più grande! O quanto dovresti amare te stesso e la vita per non desiderare nient’altro che quest’ultima eterna conferma e suggello?