Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale PERIODICO DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI ATTORE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI INTERNET: www.mariabolognesi.it ANNO XVII N. 1 GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2008 E-mail: [email protected] In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta. S. “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e aprirà la porta, io cenerò con lui ed egli con me” (Ap. 3,20) P A S Q U A 2 0 0 8 Editoriale “Il Signore era là... MAI PIÚ TARDI DI CUORE ...e io non lo sapevo” D isorientamento. Credo che sia il sostantivo che meglio definisce lo stato d’animo di cui è preda la nostra società, soprattutto in questi primi mesi del nuovo anno. La fiducia nelle istituzioni si sta sciogliendo come un cono di gelato tra le mani di un bambino; non ci si sente più né tutelati né tanto meno sicuri, tormentati da un’opinione pubblica che copre “bonariamente” qualunque condotta morale, cancella il concetto di vergogna dal vocabolario della coscienza e usa impropriamente il termine “laicità” per allontanare il Dio-Amore dalla vita quotidiana e sostituirlo definitivamente con il dio-potere. La S. Pasqua dunque ci coglie così, disorientati e delusi, proprio come i discepoli di Emmaus: a noi l’impegno di non essere “tardi di cuore” e aprirci ad una speranza costruttiva. «Stolti e tardi di cuore» (Lc 24,13), dice Gesù ai due amici che camminano lungo la strada della vita; è l’unico episodio nei Vangeli in cui il Signore usa queste invettive, perché ha vinto la morte e proprio quelli più vicini a lui non se ne accorgono; come capita anche a noi di fare, perdono tempo a discutere e a polemizzare senza l’intenzione di approfondire realmente la comprensione dei fatti. Per loro è stato più semplice dimenticare gli insegnamenti delle Scritture, non credere al racconto del sepolcro vuoto descritto dalle donne e tornare alle loro esistenze, crogiolandosi in un inerte vittimismo. «Stolti e tardi di cuore», grida il Risorto alla nostra tristezza sterile. Lui ha sofferto per salvarci e noi abbiamo il coraggio di sentirci ingannati! Se credessimo veramente che siamo immagine del Bene, che la morte è sconfitta, sapremo riconoscere ad occhi chiusi – e a cuore aperto – il Bene nascosto in ogni situazione: ogni pane spezzato è collante di unione, ogni maglia di una catena è un passo verso la libertà, ogni dolore è un varco verso la crescita, persino ogni peccato riconosciuto è un appuntamento con la Misericordia. Una canzone di Fabrizio De André diceva: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. Se non avessimo paura di sporcarci le mani scavando, scopriremo che sotto il fango c’è una sorgente limpidissima. O forse basterebbe avere speranza in quella fonte. Nel 1960 Karol Wojtyla, allora da due anni Vescovo Ausiliario di Cracovia, nell’opera teatrale “La bottega dell’orefice” scriveva: “Non c’è speranza senza paura, né paura senza speranza”, alba splendente del motto biblico, “ Non abbiate paura”, con cui l’eletto Papa Giovanni Paolo II inaugurerà il suo pontificato. Liberati dalla paura Sì, abbiamo paura come ebbero paura gli Apostoli che si rinchiusero nel Cenacolo per timore dei giudei. Il giorno della Passione del Maestro erano già fuggiti, stravolti e sgomenti per aver dedicato la loro vita a una causa fallita. Era gente normale che teneva alla propria pelle, come tutti noi; idealmente molto bravi, ma di fronte alla minaccia pronti a far prevalere quello che in psicologia viene definito “istinto di conservazione”. Tutto cambia quando il Risorto alita su di loro lo Spirito Santo. Anche a noi è donato lo Spirito di Cristo che 2 (Gn 28,10). ci accompagna ispirandoci “gli stessi sentimenti che erano in Cristo Gesù” (Fil 2,5) per offrirci nella nostra realtà la stessa capacità di operare il bene come fece Lui stesso. Non abbiamo perciò nessuna scusa per restare ancora rintanati nel nostro Cenacolo di false certezze: dobbiamo fidarci del Bene e in esso trovare tutte le risposte per far tacere il Male. Essendo stati perdonati siamo divenuti figli del Bene e come tali dobbiamo comportarci, responsabilizzati del nostro ruolo, se pur piccolo ma in ogni caso molto determinante. Non è troppo tardi. Con Gesù non è mai troppo tardi. Come non fece nessun rimprovero agli Apostoli “fuggitivi” e attraversò il muro della loro diffidenza con un augurio di pace – “Pace a voi” (Gv 20,19) – allo stesso modo è pronto a fidarsi di noi e a “mandarci come il Padre ha mandato Lui”. Invece di recriminare, atteggiamento a cui è particolarmente incline l’animo umano, l’Emanuele consegna ai suoi Apostoli il Suo Spirito, iniettando in loro la dinamica del perdono, capace di assorbire il male per trasformarlo in bene. Se questi primi cristiani hanno trovato il coraggio di percorrere le strade di un mondo pagano e ostile in nome di quell’Amore, non credete che ognuno di noi possa contribuire al Regno dei Cieli? Abbandonarci all’attuale disorientamento, senza reagire, senza schierarsi, intrappolati in un vile torpore, rischia di portarci alla deriva lontano da Cristo: «Tu non sei freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo!» (Ap 3,15). La verità consolatrice Non è cosa rara lasciarsi spaventare dal male che prepotente divampa nel mondo, da quello che gli altri possono infliggerci e, soprattutto, da quello che inconsciamente sentiamo brontolare dentro di noi. In reazione a questo cerchiamo di nascondere le nostre insicurezze dietro alla spavalderia, dietro all’ironia sforzata il nostro senso di inferiorità e sotto alla nostra frenesia il vuoto spirituale. Ci sentiamo al sicuro solo quando la nostra maschera riesce a far paura al nostro prossimo e così la vita diventa teatro di una commedia dell’orrore. Dio, perciò, da Padre amorevole che si preoccupa delle debolezze dei suoi figli, ci fa dono di inviarci dopo il Verbo fatto carne, un altro Consolatore: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di Verità...» (Gv 14,15-21). Potrebbe sembrare uno scherzo di cattivo gusto che sia proprio lo Spirito di Verità a consolarci quando è proprio dalla verità che fuggiamo, eppure è in questo modo che Dio ci fa sentire già salvati e accolti; “SPE SALVI facti sumus” – nella speranza siamo stati salvati, dice San Paolo ai Romani e anche a noi (Rm 8,24) – ribadisce Papa Benedetto XVI nell’ultima Lettera Enciclica. Dio ci giudica e ci guarisce solo alla luce delle cause più nascoste nel profondo della nostra anima, come un dottore che analizza i sintomi per diagnosticare la malattia e trovare la cura giusta. Giacomo Leopardi scriveva nel suo “Zibaldone”: “Io non chiamo malvagio propriamente colui che pecca, ma colui che pecca o Finestre Aperte peccherebbe senza rimorso”; ecco, Dio coglie quel rimorso, immortala anche l’impercettibile rossore di vergogna che appare sulle nostre guance. Cosa c’è di più consolatore della consapevolezza che il Signore legge dentro i nostri cuori anche quando facciamo di tutto per rendere i nostri sentimenti incomprensibili! Solo la verità ci rende liberi (Gv 8,32), perciò lasciare che lo Spirito della consolazione e del perdono scopra la nostra verità è l’unico percorso in grado di liberarci dalla schiavitù dei limiti umani. Un percorso che allontana depressione e frustrazione, ponendoci nei confronti degli altri con un atteggiamento più aperto e solidale, meno ossessionato dall’urgenza di sentenziare. TOC...TOC... Ora che abbiamo riscoperto di possedere il “kit” necessario per affrontare le nostre paure e trovare la libertà nella fede, siamo pronti ad aprire la porta al Signore che bussa. Facciamolo entrare, insistiamo perché resti, senza preoccuparci della casa in disordine perché sicuramente Gesù troverà qualcosa di buono in noi; non importa se in frigo non abbiamo niente di speciale da preparare, basterà un pezzo di pane per creare comunione. Abbiamo bisogno di vivere la grazia dell’incontro con Gesù nell’Eucaristia per saldare la nostra amicizia con Lui; dobbiamo ricevere il Corpo di Cristo ogni volta come fosse una “rinascita” che si rispecchia nella vita e non un’abitudine convenzionale, altrimenti potremmo diventare semplici “conoscenti” di Gesù pur spacciandoci per “amici intimi”. Se ancora qualche timore ci trattiene dal togliere il chiavistello dall’uscio del nostro cuore, accorre la Vergine Ausiliatrice, colei che in punta di piedi, ma tenacemente, ha tenuto uniti i discepoli nel momento di sconforto. Non dimentichiamo che chi bussa alla porta è il Gesù nel volto dell’altro magari vende tappeti o semplicemente fa consegne a domicilio, chiunque esso sia, merita un nostro sorriso. Maria Bolognesi ha scardinato la porta affinché il Signore potesse entrare nella sua vita ed essere un tutt’uno con Lui. Nei suoi diari non mancano parole di paura e di sgomento, ma ciò l’ha resa ancora più salda di fronte alle difficoltà e più intraprendente nell’abbandonarsi totalmente alla volontà di Dio. Sentite?! Qualcuno sta bussando. Corriamo ad aprire. Shaskespeare scriveva “Ah, com’è bello essere uomo!”. Sì, è proprio stupendo scoprire la propria umanità dalle labbra di Gesù, scoprire che possiamo essere portatori di luce, perché la fede è la più forte delle nostre certezze! Nel clima pasquale, si possa rinnovare in noi questa certezza e divenire energia “pulita” per rimboccarci le maniche e “risorgere”. sommario Editoriale Mai più tardi di cuore .............................. pag. 2 Il diario «Quando io avessi perduto Te, non avrei più nulla...» ............................. » 4 News ......................................................... » 4 Anniversario del Battesimo di Maria Bolognesi ................................. » 5 Passa il testimone .................................... » 7 Sulle ali della Poesia Una poesia per il papà ............................ » 8 28° Anniversario della nascita al cielo di Maria Bolognesi ..................... » 10 Maria Bolognesi, sorgente di musica ..... » 13 Auguri e Novità........................................... » 15 Appuntamenti ........................................... » 16 Ludovica Mazzuccato Curiosità È consuetudine nel periodo pasquale regalare la COLOMBA, un dolce la cui forma ricorda quella di una colomba con ali distese. La colomba richiama all’episodio del diluvio universale descritto nella Genesi (Gn 8,10-11), allorché ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, un messaggio di pace: il castigo divino concluso, le acque del diluvio si stanno ritirando, inizia un’epoca nuova per l’umanità intera. La colomba diventa quindi simbolo della pace, e nel periodo pasquale questa simbologia richiama alla pace portata da Gesù, il “Principe della Pace”, che con il suo sacrificio ha riconciliato l’uomo a Dio, suo Padre. Finestre Aperte In ossequio al decreto di Urbano VIII, si dichiara di non voler attribuire a quanto di straordinario è narrato in questo giornale altra fede se non umana e di non voler prevenire il giudizio definitivo della Chiesa, al quale la Redazione intende sottomettere in tutto il suo. Il Consiglio Direttivo del Centro ringrazia per le offerte pervenute per la Causa e le opere di Maria. Per offerte: Conto Corrente Postale 26145458 FINESTRE APERTE [email protected] Direttore Responsabile: Mons. Daniele Peretto Direttore: Giuseppe Tesi Sede e Redazione: Centro Maria Bolognesi Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo Telefax: 0425.27931 Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992 Stampa: Think Adv - Conselve (Pd) 3 Il Diario «Quando io avessi perduto Te, non avrei più nulla...» Proponiamo questa riflessione, scritta da Maria Bolognesi nel dicembre del 1959, una riflessione breve, ma che offre lo spunto per una riflessione di grande attualità: il materialismo che ci allontana da Dio. La Serva di Dio ci svela qual è l’unica vera ricchezza. “Oh Gesù se fossi sicura di diventare la più ricca del mondo per perdere l’anima e l’amore dei miei poveri e ammalati, preferirei di ritornare indietro come quando ero piccola, senza pane e senza vesti, lavorando molto senza essere compresa. Ma chi può staccarmi da un Dio così grande? Amore immenso senza fine, nessuno potrà distogliermi neanche sbattendomi come un cencio messo al vento. Il mio piccolo cuore cercherà di amarti e di farti amare sempre più. Quando io avessi perduto Te, non avrei più nulla, sarei nulla, invece so di essere tua figlia facendo del bene senza perdere tempo inutilmente e attendere con certezza la tua gloria”. NEWS UNA CITAZIONE IMPORTANTE Nel nuovo libro di Antonio Socci “Il segreto di Padre Pio”, troviamo citata Maria Bolognesi: nel capitolo Ci proteggono e ci salvano (da pag. 238 a pag. 241) l’autore dedica alla Serva di Dio una riflessione delicata e toccante a testimonianza che la luminosità della sua figura cattura le anime sensibili. 4 CONCLUSO L’ITER BUROCRATICO CIVILE PER LA TRASLAZIONE PRIVILEGIATA DELLE SPOGLIE MORTALI DI MARIA BOLOGNESI In occasione del 28° anniversario della nascita al cielo di Maria Bolognesi – celebrato il 30 gennaio u.s. nella Chiesa dei Santi Francesco e Giustina – è stato reso noto che si è concluso positivamente l’iter burocratico civile per la traslazione delle spoglie della Serva di Dio dal cimitero di Rovigo presso la Chiesa di S. Sebastiano di Bosaro. L’accoglienza dei resti mortali della Serva di Dio presso la Chiesa Parrocchiale di Bosaro – dove ha ricevuto il Battesimo – rappresenta l’apice di un percorso compiuto dall’intera comunità per valorizzare la figura della Bolognesi: il 21 ottobre 2006 è stata a lei intitolata la piazza del sagrato parrocchiale e dedicata una scultura commemorativa, raffigurante un libro su cui è incisa una frase tratta dai suoi diari. Nata a Bosaro il 21 ottobre 1924 e cresciuta in condizioni di estrema povertà, Maria Bolognesi trascorse una vita di silenziosa donazione alle persone sofferenti e ammalate, secondo lo spirito evangelico. Il processo di canonizzazione di Maria Bolognesi si è aperto nel 1992. Oggi il procedimento ecclesiastico è nella fase romana, iniziata nel 2000; la procedura per riconoscere la santità di vita di Maria Bolognesi è suffragata dagli atti del processo al presunto miracolo attribuito all’intercessione della Serva di Dio, atti che il 16 dicembre 2005 sono stati depositati al dicastero per le cause dei Santi. Il fatto prodigioso è la guarigione “istantanea, completa e duratura” - come si richiede a un miracolo - di un bambino vicentino che nel febbraio del ‘94 si riprese da una malattia che non lasciava speranze: una guarigione avvenuta dopo le preghiere di intercessione alla Serva di Dio da parte dei famigliari del piccolo. Mentre si resta in attesa che si completi anche l’iter religioso per la traslazione privilegiata, si auspica che nel Polesine si possa divulgare la figura di Maria Bolognesi, quale frutto prezioso di questa terra. xxx Finestre Aperte 26 dicembre 2007 anniversario del Battesimo Bosaro - Parrocchia di S. Sebastiano IL BATTESIMO DI MARIA BOLOGNESI, IL NOSTRO BATTESIMO! Nella festività di S. Stefano, protomartire, numerosissimi amici di Maria Bolognesi si sono ritrovati nella Chiesa parrocchiale di Bosaro (RO) per ricordare il Battesimo della Serva di Dio, ivi ricevuto 83 anni fa. Il momento dell’accoglienza Il Presidente del Centro Giuseppina Giacomini così si è espressa: “La Casa del Signore, che ci sta ospitando per la celebrazione, porta i segni di un imminente restauro generale; infatti questa chiesa si prepara anche ad accogliere le spoglie mortali della Serva di Dio le quali dal cimitero di Rovigo saranno traslate a Bosaro e qui tumulate; tutto ciò sarà fatto senza clamore e senza alcun segno esteriore di devozione perché così è prescritto dalle leggi canoniche, che regolano le tumulazioni privilegiate come nel suddetto caso”. “Mi pare di capire che il silenzio intorno a Maria Bolognesi ancora sconosciuta nella sua stessa terra d’origine – ha continuato la prof. Giacomini – sia il distintivo per eccellenza di una creatura che ha sempre voluto restare nell’ombra, che ha custodito come perle preziosissime i doni di natura e di grazia che la bontà infinita del Signore, nell’arco degli anni, l’ha voluta ricompensare per la sua offerta, ovvero per quel gioioso fiat, immediato, generoso, spontaneo, rinvigorito da tanti altri quotidiani e sempre gioiosi sì”. Inevitabile riflettere sul nostro sì, sulla disponibilità che manifestiamo al Signore e che troppo spesso si riduce ad un impegno par-time; così la Serva di Dio ci è vicina, con il suo esempio forte quanto umile. “Riunirsi in preghiera per ricordare il giorno della sua entrata nella famiglia di Dio – ha proseguito il Presidente del Centro Maria Bolognesi – significa ringraziare il Signore per averci donato questa creatura esemplare, nella quale si può cogliere quanto ci è utile per una vita di fedeltà”. La Prof. Giacomini così ha concluso: “Maria Bolognesi, nella sua bontà senza pari, ha sempre portato pazienza, amando e perdonando tutti. Anche ora, davanti alla culla del Bam- Don Daniele Peretto bino Gesù, lei ci indica di guardare solo a Lui, a quel Bambino che, con la potenza del suo amore, si è fatto piccolo per stare ancora più vicino a noi, per custodirci dentro il suo cuore”. Ha poi rivolto un caloroso ringraziamento, anche a nome del Postulatore Padre Tito Sartori, a tutta la comunità di Bosaro, al parroco don Camillo Magarotto e a Mons. Daniele Peretto Vice Postulatore. All’omelia “Siamo insieme in questo pomeriggio per vivere l’ascolto della parola di Dio – ha esordito Mons. Peretto –; siamo insieme per riflettere su quanto il Signore ci dirà; siamo insieme per pregare celebrando l’Eucarestia; siamo insieme per ricordare un evento essenziale per la persona della Serva di Dio Maria Bolognesi: il suo battesimo; siamo in questa chiesa parrocchiale di Bosaro dove Maria Bolognesi ha ricevuto il sacramento del Battesimo; qui, in questa chiesa, in questa casa di Dio, lei ha cominciato ad essere componente la famiglia di Dio; Maria, in Finestre Aperte 5 26 dicembre 2007 quel momento, da semplice creatura di Dio perché da Dio creata a sua immagine e somiglianza, si è trovata ad essere profondamente cambiata perché elevata dall’amore paterno di Dio alla condizione di figlia di Dio; inserita in questo spazio comunitario di Chiesa per testimoniare, nel concreto della vita quotidiana, le grandi cose che Dio sa fare. È vissuta per poco tempo dentro questa realtà comunitaria di Chiesa, ma qui la pianta della sua persona è cresciuta fortificata e ben radicata nella fede. L’ambiente familiare dei nonni è stato il giardino bene innaffiato di fede e di amore evangelico, che ha permesso prendesse colore e luminosità la sua persona. Il suo amore a Gesù si è manifestato con il calore della affettuosa familiarità e con l’impegno di carità verso chi poteva trovarsi nel disagio e nella povertà”. L’omelia del Vice Postulatore ha toccato nell’intimo i fedeli presenti: “Il sì, detto dalla Madonna, l’ha resa madre; il sì, detto dalla Serva di Dio Maria Bolognesi a Dio, la sua docilità, la sua disponibilità a Dio l’hanno arricchita, l’hanno fatta fiorire alla sensibilità e ai lineamenti del suo Gesù. Tutto questo è divenuto realtà di vita, esperienza, presto, nell’ambito della sua famiglia, ma anche nell’ambito della nuova comunità parrocchiale in cui si è trovata inserita per eventi di natura familiare; Maria si è pure sentita chiamata ad operare, con responsabilità, nell’Azione Cattolica parrocchiale; ha donato sempre in questo ambito il suo tempo e le sue energie nell’accoglienza e nella cura dei bambini perché le loro madri avessero la possibilità di attendere al lavoro con serenità. Lei ha rinunciato ad essere madre in una sua personale famiglia, ma è stata madre per tante famiglie, per tante madri e per i loro figli. Una maternità - ha concluso Mons. Peretto - che è stata ancora sollecita presenza nel grande mondo delle missioni, aiutando materialmente chi opera in quel mondo, perché sia conosciuto il vangelo e l’amore del Signore consegni speranza a tanta gente”. Il Signore aspetta il nostro fiat e, se la nostra voce trema, troviamo il coraggio tra le braccia consolatrici della Serva di Dio! Ludovica Mazzuccato (da “la Settimana” n. 2, del 13 gennaio 2008) Ogni 22 del mese, nella Chiesa Parrocchiale di S. Sebastiano, martire, in Bosaro (RO) alle ore 17.30, viene celebrata la S. Messa e, a seguire, esposizione eucaristica con recita del Rosario per le vocazioni e la santificazione del clero. AVVISO AI LETTORI Cari amici lettori, da questo numero di Finestre Aperte, in applicazione alle nuove disposizioni delle Poste Italiane, il vostro nominativo sarà stampato su etichetta removibile, che potrete facilmente staccare dalla copertina, senza rovinarla. Il bollettino del conto corrente postale lo troverete, pertanto, all’interno della rivista. Cogliamo l’occasione per ricordarvi che è iniziato un nuovo anno e che le spese sono sempre in aumento: il vostro contributo – libero e volontario – per ricevere il nostro trimestrale è una goccia indispensabile per andare avanti. Sono molti i periodici che chiedono ai propri lettori di sottoscrivere un abbonamento fisso, noi però non lo abbiamo mai fatto e non lo facciamo, confidando sempre nella vostra sensibilità. Sicuramente siamo una realtà che ha ancora tanto bisogno di crescere; vorremmo potervi offrire sempre qualcosa di più attraverso le nostre pagine, per questo ci impegniamo costantemente, cercando di “allargare” i 6 nostri orizzonti, basti pensare alla rubrica “Sulle ali della Poesia”. Vi saremo grati se farete entrare attraverso le “nostre finestre aperte”, il vostro sostegno materiale e morale: è questo un mezzo indispensabile per una diffusione sempre più ampia della figura di Maria Bolognesi. Sappiate che la vostra offerta sarà utile anche per sostenere la Causa di Canonizzazione della Serva di Dio ed ora, in particolare, per le spese relative all’imminente traslazione delle sue spoglie dal Cimitero di Rovigo alla Chiesa Parrocchiale di Bosaro. Il seme che deciderete di donare a Finestre Aperte – siatene certi – fruttificherà in più direzioni. Si sta attraversando – è vero – un momento economico incerto e preoccupante per tutti, ma sappiate pure che il vostro gesto di solidarietà è per noi – lo ribadiamo – come “goccia preziosa” che sempre disseta, per cui, fin d’ora, abbiate il nostro grazie e la nostra riconoscenza. La Redazione Finestre Aperte Passa il testimone UNA STAFFETTA DI FEDE Villadose, 20 novembre 2007 Carissima Giuseppina, volevo ringraziarla di cuore per il dono prezioso che mi ha fatto. Il libretto intitolato: SEGRETA SORGENTE non è arrivato per caso ... In questi giorni, si sente sempre di più parlare di meditazione, di mantra, di yoga orientale... Ero quasi convinta di provare ma... Domenica 11 novembre mi trovavo a casa di mia sorella discutendo su questo argomento. Mi disse di non ascoltare questa filosofia orientale che è di moda, ma di credere al Vangelo di Cristo senza avere dubbi, portandomi come esempio Maria Bolognesi. Un esempio da seguire ed imitare. Maria parlava con Gesù, donava tutta se stessa a Gesù, le sue gioie, i suoi dolori... Maria amava. Avevo capito che aveva ragione e che stavo per prendere la strada sbagliata, ma volevo anch’io meditare... Ed ecco, il giorno dopo, mi arriva per posta il libretto: SEGRETA SORGENTE, proprio per meditare! Come l’ho visto, ho iniziato a leggerlo. Ho sentito subito dentro di me che Maria Bolognesi mi è sempre vicina e pronta ad aiutarmi. Sì, Maria è grande e mi ha guidato verso la giusta via. Ora non ho più dubbi, e non voglio più saperne di filosofie orientali. Grazie Maria, grazie Giuseppina! Con riconoscenza la vostra fedele lettrice Maura Tita Padre Alfonso nel giardino della casa “Maria Bolognesi” Finestre Aperte Recentemente abbiamo celebrato l’ottantatreesimo anniversario della nascita della Serva di Dio Maria Bolognesi. Maria Bolognesi è conosciuta come una donna di silenziosa carità, che realizza quello che San Paolo dice nella lettera agli Efesini. Fin dalla creazione del mondo Dio ci ha scelti e benedetti con ogni benedizione spirituale affinché noi possiamo rendere le nostre vite una “fragrante” offerta al Signore. La sua dolcezza, il suo profondo amore e la sua bontà per i bambini, per i poveri e per gli ammalati, la sua vita di sacrificio, di sofferenza, di incomprensioni e umiliazioni, parlano della sua completa dedizione e consacrazione al sacro cuore di Cristo. Era l’ottobre del 2003 quando sono venuto a Roma per la beatificazione di Madre Teresa e mentre risiedevo a casa di Anna e Vittorino Romagnolo a Ceregnano sono venuto a conoscenza della sacra vita di Maria Bolognesi. Accettai l’invito di visitare questa casa di amore e devo dire che sono stato benedetto in molti modi dopo aver visitato questo posto sacro. Sono certo che questa era la volontà di Maria Bolognesi. Personalmente ho potuto crescere in santità traendo ispirazione dalla sua vita santa e semplice. Sono riuscito a condividere il suo messaggio di silenzio e servizio con la gente di Calcutta. Prego per lei con fervore e ho ricevuto tante benedizioni attraverso la sua forte intercessione. Ciò che più mi ha ispirato nella vita di Maria Bolognesi è il suo Maria Bolognesi nell’opera completo abbandono tra le di Venerino Tosini braccia di Dio. Il suo completo arrendersi alla volontà di Dio, il suo entusiasmo e il suo completo sforzo per servire i bambini orfani, i poveri e gli ammalati, la sua inestinguibile sete dell’amore di Dio, rivelano il suo essere una “vittima” per Cristo. Oggi attraverso la sua fraterna intercessione, noi possiamo crescere nel fervente desiderio di conoscere, amare e servire Cristo più diligentemente. Preghiamo perché il materno spirito di Maria Bolognesi guidi le nostre vite e ci guidi ad uno spirito di totale abbandono e fiducia nella provvidenza di Dio. Preghiamo soprattutto perché il Signore Eucaristico continui a nutrirci e sostenerci, diffondendo il “profumo della fede, dell’amore e dell’umiltà” di cui la Serva di Dio Maria Bolognesi ha lasciato una bella testimonianza, soprattutto per la gente di Rovigo. Possa Dio concedere il riposo eterno alla sua anima. *Padre Alphonso Francis * Nato a Calcutta il 3.10.1965, opera nel villaggio di Guma (Diocesi di Calcutta), vicino al confine con il Bangladesh, nella parrocchia di San Francesco Saverio. 7 Rubrica a cura di Ludovica Mazzuccato UNA POESIA PER IL PAPÀ Le poesie premiate U n successo di adesioni anche per questo “volo poetico”, successo che conferma la capacità introspettiva della poesia e la conseguente esigenza di dare spazio a quest’arte “umanizzante”. La qualità delle opere pervenute è particolarmente alta e la scelta è stata ardua. Ciò che emerge in maniera predominante è la difficoltà di comunicazione emotiva con la figura paterna, sia nella rievocazione di un ricordo che nella descrizione del presente. Solo la poesia riesce a superare lo “scoglio”: versi pieni di verità e di emozioni che, tratteggiando figure diverse di papà, evidenziano il “valore” della figura paterna, da recuperare nell’esempio di S. Giuseppe. RADICI GRAZIE PAPÀ QUEL NASTRO ROSSO Sabrina Doni di Rubano (PD) Gabriella Burba di Cervignano del Friuli (UD) Tiziana Monari di Prato Pelle dura tagliata dice di fatica e sudore. Pelle che insegna che parla di te di me. Di nascosto amo osservare le tue mani papà Mi ricordano quella che sono. “Assomigli a tuo padre”, dicono e il cuore si riempie d’orgoglio. Sei stato per noi l’albero della vita, radici piantate nella terra degli avi e rami protesi verso il futuro, un albero forte dai frutti succosi eretto nel vento che squassa le foglie. Siamo cresciuti protetti dal nulla che insidia la vita senza radici, all’ombra dell’albero ove sosta il viandante e cantano uccelli nel primo mattino. Ancora al tramonto risuona il ricordo di feste e di canti, di nascite e pianti, ricolmi calici di vino dorato all’ombra dell’albero padre di vita. Era quel nastro rosso fra i capelli e il vento Il senso di appartenenza alla figura paterna rende più forte la nostra identità. L’autrice rivela un legame forte con il padre, un legame che si esprime in maniera silenziosa ma tangibile. NUOVO FIORE Simona Ferrari di Ferrara Ti prendo sottobraccio Ed insieme ci incamminiamo. Tu ed Io. Un giardino irto di spine Ci ha accompagnato in questa vita. Lacrime salate Ci hanno spesso diviso. Ma ecco fra noi sbocciare un Nuovo Fiore, Nutrito da una forza nuova, Implacabile e potentissima. Il PerDono. Ti voglio bene, papà. Affresco toccante: archiviato il tempo dei “contrasti”, l’autrice ritrova il padre e insieme coltivano un fiore molto speciale che intensifica il legame di sangue: il perdono. 8 Un ringraziamento accorato che si esprime nella delicata similitudine padre-albero. Un albero che ha protetto ed educato. una cometa da inseguire in un cielo che aveva risposte era un’altra vita come fiore in attesa quando correva il tempo del cuore in un passato velato in quel carnevale breve da vivere. Era la tua mano grande che copriva la mia e quel cavallo bianco in una Firenze profumata d’arancio solo domeniche in prima fila noi due a increspare il sole senza inverno alle finestre. Poi la vita disegna profili il cielo non ha più risposte il nostro passaggio è senza orme per noi ladri di sabbia. L’autrice immortala un momento vissuto con il padre, velato nei dettagli per far emergere la caducità della vita e, perciò, l’esigenza di condividere ogni attimo prezioso con chi amiamo. “UNA POESIA PER L’ITALIA” Nuovo numero, nuova tematica. Inviateci entro il 20 maggio 2008, le poesie ispirate all’ITALIA – pensieri, emozioni, speranze, ecc. legate al nostro Paese – che non superino i 30 versi, in un’unica copia, corredata delle proprie generalità e dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali. Per spedire le opere (per posta, per fax o per e-mail in file doc.), per richiedere Finestre Aperte e ricevere informazioni, rivolgersi a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo Telefax: 0425.27931 e-mail [email protected] - www.mariabolognesi.it Finestre Aperte Sulle ali della Poesia VERRÒ IL MIO PAPÀ PADRE PAR-TIME Salvatore D’Aprano di Montréal (Québec – Canada) Angelica Nicolò (8 anni) di Marcianise (CE) Rossella Manzo di Cesano Boscone (MI) Verrò, o padre mio, in un meriggio assolato nel silente eremo ove tu riposi ad accendere un cero sotto la tua lapide e cambiare i fiori oramai avvizziti. Verrò per raccogliermi davanti alla tua tomba e discorrere con te, da padre a figlio, perché ho ancora bisogno del saggio tuo consiglio. Per farmi perdonare qualche dispiacere che, senza volerlo, ti ho arrecato; verrò per rimembrare il passato. Per confidarti le mie tristezze e pene; verrò poiché ho il tuo sangue che scorre nelle vene. E quando, anche per me, suonerà l’ora della dipartita e la truce Signora colpirà il mio debole cuore col suo maglio, dirò addio alla terrena vita, cessando l’oneroso mio travaglio. E come solevi fare quand’ero bambino prenderai dolcemente la mia mano e accompagnerai al cospetto del Divino il tuo ramingo figlio che viene da lontano. Il mio papà lavora tutti i giorni sia sul posto di lavoro e sia in casa. Nei momenti liberi scrive poesie, gioca con me, con mio fratello e fa tante coccole alla mia dolce mamma. La Domenica soprattutto è festa grande perché al mattino andiamo prima in chiesa dove io canto nella schola cantorum e tutti insieme ascoltiamo la parola di Gesù; poi di sera ci porta sulle giostre e ci compra sempre la pizza ed il gelato. Però quando piove o fa freddo ci porta al Mc Donald’s o al pomopizza e lo stesso riesce a renderci felici. Il mio papà è un grande papà perché è coraggioso, generoso e buono, e anche se a volte sta tanto male non fa pesare niente a nessuno. Ha sempre il sorriso sulle labbra e come dice lui bisogna veder nero solo quando è buio. Anche se sono una femminuccia, da grande voglio essere proprio come lui. Vedo nei tuoi occhi che brillano quando mi aspetti sulla soglia di casa la stessa gioia triste dei miei riflessi nello specchio dopo un lungo weekend passato a raccontarci cose che forse non ci saremmo mai dette se tu fossi qui con me a tempo pieno. Vite spezzate dall’incomprensione dalla ricerca di quell’io che si nasconde e lo si vuole nell’altro che non c’è, non ci sarà. Una corsa verso una felicità che separa le unioni più profonde e spacca come il vento che, gelido, ti passa sul viso e segna la cicatrice di un disagio che si nasconde nell’ipocrisia dei giorni di diritto da passare insieme come quel pane che è stato spezzato e poi distribuito dimenticandosi della conta dei sentimenti. Padre part-time il mio per te e il tuo per me e nullo quello dell’incontro fatto di parole nascoste, di carezze ricercate di pensieri non esplosi. Padre part-time figlia spezzata tra due case nell’odio di un’insostenibile separazione. Un padre che non c’è più e il desiderio del figlio lontano di andare sulla sua tomba. Meravigliosa consolazione la certezza di rincontrarsi un giorno. A MIO PADRE Giancarlo Milani di Cardano al Campo (VA) Ti cerco, nei giorni grigioverde di marzo tra viottoli sordi dove s’è spento l’eco dei tuoi passi e il tempo, ha nascosto le orme tra foglie che piangono rugiada disciolte al sole, fuse con l’ombra. Ti cerco, nell’aria brizzolata di finta primavera fra il cantico delle allodole, forzando, un’epica suggestione. Ti cerco da allora... tra luci di speranza... . Opera dai toni lirici che rendono più efficace il messaggio poetico: la ricerca del padre, che sia fisica o emotiva, è una ricerca infinita e insaziabile, piena di speranza per trovare anche un po’ di se stessi. Finestre Aperte La giovanissima autrice dipinge in maniera accurata il ritratto “poetico” del suo papà. Colpisce la capacità di cogliere le piccole cose del quotidiano che coinvolgono il lettore. A MIO PADRE Ines Scarparolo di Vicenza Era di gennaio un triste giorno. Il chiarore s’incupì lassù nel cielo quando un angelo a te si fece attorno e il tuo corpo avvolse nel suo velo. Tu mi lasciavi, padre con l’amaro del mio non dirti ciò che avevo in cuore, rimase un vuoto duro da riempire e ancora non si placa il mio dolore. Era di gennaio un triste giorno e tu morivi senza darmi un bacio... L’anniversario della morte del proprio padre – anche se a distanza di molti anni dall’avvenimento – diviene per l’autrice autentico momento di intima evocazione, nel rimpianto di parole mai dette. La poesia tratta un tema attuale: i rapporti tra figli e genitori separati. Situazione difficile descritta con sano realismo e con la straordinaria capacità di coglierne anche i lati positivi, se pur sofferti. ABBÀ GIUSEPPE Sabina Lo Faro di Montalto Dora (TO) Non riesco a comprendere come tanta gente non riconosca tua dolcezza, tua mitezza, tuo profondo amor per quel bambino, dono divino. Oh, beato Giuseppe che potesti abbracciarlo baciarlo sulla fresca guancia tenerlo sulle tue ginocchia... Oh, beato veramente Giuseppe patrono dei papà tu che, solo, insieme al Padre “suo” nei cieli fosti da lui chiamato Abbà. Poesia semplice e incisiva che rivaluta la santità – spesso messa in secondo piano – di S. Giuseppe, come idillio della figura paterna, esempio intramontabile. 9 30 gennaio 2008 Rovigo - Chiesa dei Santi Francesco e Giustina MARIA BOLOGNESI, TERRA BUONA Celebrato il 28° anniversario della nascita al cielo della Serva di Dio Sono passati vent’otto anni da quando quel 30 gennaio del 1980, il cuore di Maria Bolognesi provato da lunghi anni di malattia, smise di battere mentre la sua ultima opera pittorica si asciugava sul cavalletto. Il cuore “spirituale” della Serva di Dio, però continua a pulsare, tant’è che il ricordo del suo anniversario è divenuto un appuntamento di grazia e di preghiera per un numero sempre crescente di fedeli. Così anche quest’anno gli amici di Maria Bolognesi si sono ritrovati nella Chiesa dei Santi Francesco e Giustina di Rovigo, per celebrare questa ricorrenza. Era frequente la presenza della Serva di Dio in questa Casa del Signore – come ha sottolineato la prof. Giuseppina Giacomini, presidente del Centro – perciò non risulta difficile, con la fantasia del cuore, immaginarla presente a condividere l’Eucaristia celebrata in sua memoria; altrettanto spontaneo è interpretare la vicinanza di Maria Bolognesi come un aiuto a far tesoro del suo esempio in questo momento di grave crisi della nostra società. Un esempio semplice ma così fulgido di fede da apparire inattuabile ai nostri tempi; in realtà la Serva di Dio ci insegna un valore in grado di spianare anche la montagna più ripida: la perseveranza nel testimoniare quel Dio-Amore che non ci abbandona mai, soprattutto quando ci sentiamo schiacciati sotto il peso della Croce. La S. Messa presieduta dal Postulatore della Causa di Canonizzazione, Padre Tito M. Sartori, si è rivelata ancora una volta un momento di approfondimento della figura della Bolognesi. Padre Tito, infatti, durante l’omelia e seguendo il percorso tracciato 10 dalla lettura del Vangelo, la parabola del seminatore, ha illustrato come la Serva di Dio sia stata terra buona per la Parola di Dio, terra che ha accolto la Parola e ha donato tutta se stessa affinché fruttificasse. Il Postulatore ha dato lettura anche di documenti particolarmente toccanti scritti da Maria Bolognesi. Ogni cristiano ha la possibilità di essere terra fertile per il seme di Dio, e non bisogna scoraggiarsi se in alcuni momenti della nostra vita diventiamo sassi o spine per quel seme. Si ringrazia Padre Tito, il parroco della Chiesa ospitante Mons. Giulio Bernardinello, il vice Postulatore Mons. Daniele Peretto e tutti i concelebranti. Un ringraziamento a quanti hanno partecipato alla S. Messa: la loro presenza è testimonianza di quel frutto che Maria Bolognesi ha lasciato in questa vita terrena. Ludovica Mazzuccato Padre Tito M. Sartori L’Omelia di P. Tito M. Sartori LA PAROLA DI DIO Le parole di Gesù tratte dal Vangelo di Marco, delineano, nella parabola del seminatore, i diversi modi con i quali noi possiamo accogliere il Suo gesto tendente a comunicarci la Verità. Sono descritte quattro categorie di persone simboleggiate attraverso le immagini della strada, delle pietre, delle spine, del terreno buono. Cercherò di illustrare due argomenti: il primo, che riguarda l’accoglienza della Parola sotto i simboli surriferiti; poi mi soffermerò sulle caratteristiche del seme abbondantemente sparso sul terreno. 1. PAROLA ACCOLTA I quattro tipi di accoglienza, rappresentativi di quattro categorie di persone, non possiamo e non dobbiamo considerarli statici, come se una persona dovesse sempre essere equiparata a strada, a pietra, a terreno pieno di spine, o a terreno buono. Non è vero: nella vita di ciascuno di noi, c’è l’alternarsi di queste situazioni al punto tale che alle volte siamo come la strada, altre volte siamo insensibili come le pietre, altre volte ci troviamo circondati da spine, alle volte offriamo del terreno buono. Siccome l’occasione dell’incontro odierno è data dal 28° anniversario della morte di Maria Bolognesi, Serva di Dio – e quindi, per così dire, terreno buono – non tratterò delle prime tre possibilità, ma soltanto dell’ultima. Qui l’interrogativo è d’obbligo: come si comporta un Servo di Dio, terreno buono, nei momenti difficili Finestre Aperte 28° anniversario della nascita al cielo della vita, nei quali ineluttabilmente tutti noi incappiamo? Rispondo illustrando l’atteggiamento di fondo che caratterizzò la vita di Maria Bolognesi e che troviamo descritto nella preghiera di lei inserita nella visione mistica del venerdì santo del 20 aprile 1963: “Gesù, fa’ che sappia cercare solo te attraverso tutte le ombre di questa vita”. Mi fermo sul concetto di fondo: quello di ombra. È molto strano che una persona senza cultura, con la sola prima elementare alle spalle, abbia potuto equiparare la realtà mondana a ombra. Certamente la Bolognesi ignorava che l’immagine da lei utilizzata non era nuova, ma si trovava addirittura nella Lettera agli Ebrei: La legge possiede solo un’ombra dei beni futuri (Eb 10,1). L’autore di quella lettera intendeva significare che i riti sacrificali antico-testamentari erano stati sostituiti dal sacrificio cruento di Cristo, agnello immolato al Padre per liberare l’umanità dal peso della colpa. La Bolognesi, che viveva profondamente il contatto con la divinità e che della preghiera aveva fatto come l’atmosfera nella quale il suo spirito si muoveva, poteva qualificare ombra la realtà di questa vita. Padre Tito e i concelebranti Finestre Aperte Perché la realtà in cui siamo è ombra? Perché essa è illuminata da Dio, ma noi non vediamo Dio, vediamo il riflesso della divinità, non scorgiamo la divinità. L’ombra è qualcosa di vacuo, di transitorio, di passeggero. Ciò che viene riflesso, è la realtà che cade sotto i nostri sensi e perciò da noi conosciuta; ma la sorgente della realtà è Dio, è Lui che è l’essere. Noi siamo l’ombra dell’Essere suo. Scorgere Lui presente nell’ombra, significa svelare il mistero della vita, capire ciò che è Dio per ciascuno di noi. Quindi il povero, l’ammalato, la persona che ti fa del male, sono tutte ombre, ossia riflessi della presenza divina. Tutta la realtà è come fosse un appuntamento con Dio, sicché ciascuno di noi può approfittare di quest’ombra per cercare la sorgente della Luce. 2. QUADRO DI VITA QUOTIDIANA Adesso vi voglio leggere un quadro drammatico, che lei – Maria Bolognesi – fa di questa vita. Quadro drammatico, che io tolgo da uno scritto di lei datato 11 febbraio 1976. Si tratta di una lunga lettera indirizzata ad una famiglia di Pellestrina (Venezia). Di questa lunga lettera scelgo un breve stralcio. Se non vi avessi già detto che si tratta di una lettera del 1976, potreste essere indotti a credere di averlo letto nel Corriere della Sera di questa mattina. Sentite che cosa scrive: “C’é un caos da per tutti i rami; sì, sì, viene una guerra civile, non ce la scapotiamo. Quante disgrazie, quante miserie, quanta gente ribelle, da tremare. Sono pensieri grandi, da noi è quasi sette giorni che siamo senza pane. Ma cosa vogliono? Arrivano bollette di luce con supplemento, bollette di acqua, luce, gas, telefono, ma chi può andare avanti così? Sono cose impossibili. Se gli impiegati statali, onorevoli, tutti i ministri avessero le buste paga di appena il necessario, quanto meno camorra; i milioni li passano di mano così, come noi le 10 mila lire, che ci sembrano balsamo. Vedremo un brutto rovescio di questo specchio. Oh, se pregassimo di più, cominciando dai sacerdoti, dalle suore, sarei certa che la vita sarebbe più riposante. Gesù ci guarda, piange, ma noi, incalliti, non ci interessa del suo pianto, ma siamo dei falliti. Fratellini, preghiamo, preghiamo e che Gesù abbia misericordia di tutti”. Quando la prima volta lessi queste parole, rimasi un po’ incredulo. Allora le riferii alla situazione politica che ebbe drammatica conclusione il 9 maggio 1978 con l’uccisione di Aldo Moro. Oggi posso dire che sono parole profetiche. Più volte e in più occasioni, anche in questi giorni, si è sentito ventilare la possibilità di una guerra civile: speriamo che si sia trattato di un gioco di parole! Anche l’accenno alla mancanza di pane sembra improprio, eppure quante volte in questi giorni si è accennato alla lievitazione dei prezzi riguardanti beni di prima necessità, tra i quali il pane! Sappiamo purtroppo tutti, ormai, come non si riesca ad arrivare a fine mese con il salario, tanto meno con la pensione. Incredibile che lei abbia scritto queste parole l’11 febbraio 1976, trentadue anni fa! Come si comporta una persona che vive a contatto con Dio in frangenti così pesanti come quelli qui descritti e che purtroppo rifletto11 30 gennaio 2008 no la situazione odierna. Ecco come si comporta: Oh, se pregassimo di più, cominciando dai sacerdoti, dalle suore, sarei certa che la vita sarebbe più riposante. Gesù ci guarda, piange. L’accenno immediato è alla fede, al contatto con il Signore, che diventa così fonte di conforto, di forza, pur nella sofferenza della tribolazione. 3. LA PAROLA DI DIO È SPADA DELLO SPIRITO Il 2 gennaio 1978, due anni dopo, Maria scrive un’altra lettera alla stessa famiglia: “Signore, il Pastore sei tu, le pecorelle sono tue. Io ti offro il cuore, le mie mani, tutta me stessa; sono il tuo piccolo cencio, usami come vuoi ed io sarò pronta”. Con queste parole iniziamo a trattare il secondo punto, concernente la natura del seme. Il Seminatore sparge il seme. Che cos’è il seme? Il seme è la Parola di Dio, è Gesù: Lui è il seme, Lui è la Parola, che svela la realtà della vita. Il Signore ci svela il valore delle più piccole cose: il bicchiere d’acqua dato al bisognoso, le lacrime asciugate ad una persona, l’assistenza al malato, la preghiera fatta per coloro che si trovano in difficoltà, tutto ciò esprime la parola di Gesù accolta dentro il nostro cuore, la parola di Gesù che vive dentro di noi. A proposito della Parola di Dio, Paolo, scrivendo agli Efesini, asserisce che essa è la spada dello Spirito. Perché Paolo dice che la parola di Gesù è una spada? Perché penetra dentro la nostra coscienza, e vi scopre il valore della vita, perché la Parola sua è verità, dice ciò che esiste, indica la sorgente della luce, che proietta le ombre di cui parlai all’inizio, riferendo le parole di Maria Bolognesi. Gesù è la Luce, penetra nell’anima, ti fa capire ciò che devi fare, ciò che devi evitare, ciò che devi omettere, ciò che devi cercare di perseguire, le finalità che devono animare dal di dentro i tuoi giorni. Tutto ciò è luce, è verità che penetra la coscienza e la illumina dal di dentro. 12 4. LA PAROLA DI DIO È SEME La parola di Dio oltre che spada è anche seme. Che cosa contraddistingue il seme? Il seme si auto-divide per dare la vita. Da un granello di frumento, hai la spiga. L’autodivisione costituisce un processo rigenerativo. Cerchiamo di capire che cosa volesse dire Gesù, affermando che il seme è la Parola. S. Pietro ci aiuta a interpretare tale processo rigenerativo in questo modo: “[Siamo] rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna” (1Pt 1,23). A tale proposito ci sovviene quanto asserito dallo stesso Gesù: “Chi è mia madre e [chi sono] i miei fratelli? Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Mc 3,34-35). Tante volte mi sono chiesto: “Ma che cosa vorrà dire Gesù con queste espressioni?”. L’ascolto della Parola e la corrispondente osservanza di essa, equivale a compiere la volontà di Dio espressa da quella stessa Parola. In tal modo si diviene madre e fratello di Gesù. Madre, perché il fare la volontà del Padre, equivale a riprodurre nell’azione Gesù, venuto per fare la volontà del Padre suo; fratello, perché si diviene così copia fedele di lui nell’essere e nell’agire. E questo è esattamente quello che ha fatto Gesù: ha ascoltato la volontà del Padre e l’ha eseguita fino alla morte di croce. Ma questo è quello che ha fatto anche la Vergine: ha accolto la parola nel suo grembo ed è stata sotto la croce per offrire al Padre quella Parola, che aveva preso carne in lei. Miei cari, l’insegnamento che apprendiamo dal Vangelo e dalla vita della Bolognesi, spalanchi la nostra anima alla fiducia. Non dobbiamo aver paura: le difficoltà sono tante, la vita è complessa, non è semplice, ma se si ha la fede, se si spera nel Signore, se si è animati dalla carità, tutto può concorrere a delle soluzioni impensabili. Le tre virtù teologali sono l’asse portante della vita spirituale; se si fonda la nostra vita sulla fede, sulla speranza e sulla carità, Dio, che è Amore e Luce, sarà sempre con noi. (da “la Settimana” n. 6, del 10 febbraio 2008) Finestre Aperte MARIA BOLOGNESI, SORGENTE DI MUSICA quando i progetti nascono dal cuore Le idee originali e generose di questi due amici di Maria Bolognesi ci permettono di realizzare una serata (vedi pag. 16) di musica e poesia. Rovigo, 9 novembre 2007 Gent.ma Sig.a Giuseppina, grazie di cuore per il suo dono tanto prezioso quanto gradito. Ho imparato a conoscere e ad amare sempre di più Maria Bolognesi grazie soprattutto alle Messe cui mi avete invitata e alle vostre illuminanti pubblicazioni. Mi permetto di proporre un’ulteriore iniziativa per onorare Maria: un concerto d’organo a lei dedicato nello splendido “Callido”, appena restaurato, nella Chiesa del Cimitero di Rovigo. Sarebbe bello alternare i brani musicali con la lettura di alcune delle sue bellissime poesie. Se la mia proposta è gradita, possiamo incontrarci, una Domenica, dopo la S. Messa della Rotonda. Con i più cari saluti. Paola Chiarion Messina, 22 gennaio 2008 Non ci è dato sapere cosa sarà di noi, tanto meno se, usciti di casa, chi incontreremo e, ahimè, se faremo ritorno a casa. Questo in poche parole il filo conduttore che mi ha portato a conoscere Maria Bolognesi. Da anni scrivo, poesie, testi, musica... da pochi anni condivido tramite concorsi e pubblicazioni ciò che scrivo. Il 2007 è stato per me un anno particolarmente erto per la mia salute. Dopo un ricovero particolarmente difficoltoso, ho cercato distrazione in qualche concorso di poesia. E qui ho trovato quello del “Centro”. Il primo impatto è stato duro: Maria, chi è costei? Una santa che non ha trasformato l’acqua in vino, né le nocciole in foglie, che non parlava agli animali... anzi, una santa con una vita difficile, con problemi con la legge.... Ho chiesto in giro, a sacerdoti vari, ma nessuno la conosceva. Che sia uno scherzo? L’ennesima burla, o truffa? Le vie del Signore, però, sono sempre – e sottolineo sempre – diverse e più semplici delle mie, e tutto ciò che io non capisco, il Signore dipana. Inoltre, almeno mi è dato di condividere le sofferenze di Gesù in infinitesima parte, per fortificarmi nella fede e per “capire”. Così la mia salute è Finestre Aperte scivolata ancora, e i tempi di “stallo” a casa e a letto sono aumentati. Ho avuto possibilità di leggere e approfondire la vita di Maria Bolognesi... Non parlava agli animali, ma sussurrava alle rose, non ha cambiato l’acqua in vino, ma ha sciolto dei grossi nodi di fede nel mio cuore, e mi ha aiutato ad accettare le mie piccole sofferenze fisiche. Non è mai stata nella mia vita una presenza incombente, ma un angelo custode, un ologramma etereo, tenace e silenzioso.... Così, ho partecipato al “concorso” con una poesia.... In quel periodo i problemi si moltiplicavano, poi un giorno “quel” giorno preciso arriva la rivista “Finestre Aperte” e tre giorni dopo il quaderno e il libro su Maria... Da quel momento la vita mia è in discesa. Certo non si sono risolti tutti i problemi, ma i nodi più importanti sono sciolti, e proprio dal giorno in cui ricevevo la vostra risposta (il 12 ottobre 2007). Ho sentito una calore, un abbraccio che mi ha dato forza e chiarezza nei pensieri. Oggi a distanza di pochi mesi nemmeno ci credo. La maggior parte dei miei guai sono a soluzione, ma sopratutto vedo l’uscita della galleria. Non voglio esser esagerato dicendo che leggendo il libro di Maria ho sentito a tratti odore di fiori, quando in casa non ne avevo. Ho apprezzato la “Maria” grande lavoratrice, e sento che oggi mi sta accanto. Voglio conoscerla meglio, perché la biografia sul sito non è molto chiara ed andrebbe in certi punti approfondita... Ho pensato che un inno o una canzone, approvata e liturgicamente valida e corretta sia un buon inizio per conoscerla meglio. Senza alcun dubbio Maria Bolognesi per me non è stata uno tsunami, ma una pregevole brezza primaverile, un vento che entra dalla finestra e ordina i fogli invece che distrarli. Ripeto, parlo di “inno autorizzato” perché so che il troppo fervore può recare danno, e una canzone per essere eseguita in una liturgia, necessita dell’approvazione ecclesiastica. Ho dovuto dunque affrontare due problemi. Primo: il Signore ancora una volta mi ha reso degno della Sua Passione, appesantendo la piccola Croce che porto di sopra, e perdendo un mare di tempo. Ma il Signore conosce i suoi polli e sa quanto siamo capaci di sopportare, e con me è sempre davvero generoso. Secondo: scrivere un testo adatto, possibilmente liturgico, con una musica facile, orecchiabile, e sopratutto eseguibile da qualsiasi organista, anche il più inesperto. Così, dopo il carteggio con Giuseppina Giacomini, ho iniziato a fissare le idee... il resto è storia. Per il futuro, se Maria Bolognesi gradirà, e certo ce lo farà sapere in qualche modo, si può pensare ad una “Messa” completa. Se sono rose, se ne occuperà Maria Bolognesi... Rocco Fodale 13 Parole e musica dell’Inno alla Serva di Dio Maria Bolognesi di ROCCO FODALE 1 - Dal cuor di Dio sbocciata al suo giardino Maria sei il fior più bello e profumato. L’Amore di Dio per sempre canti Grazie per Te noi imploriamo. 2 - Il cuor ardente a Dio rivolto ognora Senza riposo espone sofferenze Riunisci nell’Ostia tutti i cuori. Di chi Dio ha già smarrito. 3 - Il Buon Consiglio la Madre t’ha dato, La sola via d’amore a Lui conduce D’amor nei pensieri tutti includi, disserra il silente canto. 4 - Fiore più bello del Giardin di Dio, il corpo modellasti nel dolore, di Cristo conosci anche il Calvario vissuto nel corpo e nel cuore. 5 - Al Silenzioso Canto voglio unirmi E dare Gloria a Dio d’aver creato D’amore un Paradiso in terra, Roseto di Dio, sei Maria. PREGHIERA PER IL SINODO della Diocesi di Adria-Rovigo 1. Signore, che guidi e proteggi la tua Chiesa, ti rendiamo grazie per averci rivelato il tuo amore e per averci chiamati a “camminare insieme” nella Chiesa, dietro il tuo Figlio Gesù. Tu ci chiami a testimoniare in questo tempo la tua Parola che ci fa vivere. 2. Dona alla Chiesa che è in Adria-Rovigo il tuo Spirito di sapienza, perché in questo Sinodo diocesano sappia leggere i segni dei tempi e rispondere agli interrogativi e ai problemi dei giovani e delle famiglie, dei poveri e dei sofferenti. 14 3. Sostieni la nostra speranza nelle difficoltà, donaci il coraggio del rinnovamento, il gusto della ricerca appassionata della verità, la pazienza nel dialogo e la gioia dell’ascolto. 4. Suscita in noi un nuovo slancio missionario perché sappiamo portare agli uomini di oggi la luce e la forza del tuo Vangelo e la Chiesa sia segno visibile della tua presenza e del tuo amore. 5. Maria, Madre della Chiesa, intercedi per noi: rafforza la nostra vita di comunione e fa’ che siamo nel nostro amato Polesine testimoni di gioia e annunciatori di speranza. Amen. Finestre Aperte S. Pasqua 2008 Per la Domenica delle Palme L’ulivo benedetto Oh, i bei rami d’ulivo! Chi ne vuole? Son benedetti, li ha baciati il sole. In queste foglioline tenerelle vi sono scritte tante cose belle. Sull’uscio, alla finestra, accanto al letto metteteci l’ulivo benedetto! Come la luce e le stelle serene: un po’ di pace ci fa tanto bene. Giovanni Pascoli Di te dice il mio cuore: “Cercate il suo volto”. Il tuo volto io cerco, o Signore. Non nascondermi il tuo volto. (Sal 27,8-9) Con l’augurio: La Pasqua ci renda “vere icone” e l’empio di Maria Bologni ci incorai a far diventare il nostro volto sempre più simile a quello del Signore. Redazione Finestre Aperte Centro Maria Bolognesi Dittico con S. Veronica di Hans Memling NOVITÀ “Lettera ai romani dell’Apostolo Paolo” di Padre Tito M. Sartori. Comunicazione per chi riceve Finestre Aperte Opera di alto contenuto teologico. Un “dono” del Postulatore per approfondire la fede e per aiutare la Causa di canonizzazione. Chi fosse interessato può contattare direttamente il Centro Maria Bolognesi. TUTELA DATI PERSONALI Nel rispetto di quanto disposto dal D. Lgs 196/2003 Le comunichiamo che i suoi dati fanno parte dell’archivio elettronico del Centro Maria Bolognesi e saranno usati esclusivamente per comunicarLe le nostre iniziative. In qualsiasi momento e gratuitamente Lei potrà richiedere modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione degli stessi attraverso richiesta scritta da inviare a: CENTRO MARIA BOLOGNESI - via G. Tasso, 49 - 45100 ROVIGO In caso di cancellazione del nominativo non potremmo più spedirLe alcuna informazione. Non ricevendo nessuna comunicazione in merito, ci consideriamo autorizzati a conservare nel nostro archivio elettronico i Suoi dati personali nel rispetto del D. Lgs 196/2003. La ringraziamo per l’attenzione e cogliamo l’occasione per augurare pace e serenità a Lei e a tutti i suoi cari, con un ricordo nella preghiera. Centro Maria Bolognesi Finestre Aperte 15 CHIESA DELLA SACRA FAMIGLIA Ferrara - Via Bologna, 148 Giovedì 1 maggio 2008 ore 18.00 Venerdì 25 aprile 2008 ore 16.00 CHIESA SANTA MARIA DEI SABBIONI Tradizionale cammino spirituale Rovigo - Via Oroboni (cimitero di Rovigo) Concerto in onore della Serva di Dio Maria Bolognesi all’organo Prof. Paola A T T E N Z I O N E Compila e spedisci questo tagliando per ricevere il materiale desiderato riguardante Maria Bolognesi e per segnalare eventuali variazioni di indirizzo. Anche il tuo contributo ci permette di far conoscere Maria Bolognesi. Cognome q Finestre Aperte Nome q Biografia Via q Breve profilo Cap. Città q Preghiera q Variazione Indirizzo Spedire a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo Chiarion Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30), viene celebrata una S. Messa per la Serva di Dio Maria Bolognesi presso il Tempio cittadino “La Rotonda” di Rovigo