in collaborazione con si ringrazia desideri preziosi giuseppe verdi gioiello in opera xxi mostra di argentieri e orafi romani 23 novembre > 1 dicembre 2013 auditorium parco della musica auditoriumexpo www.desideripreziosi.rm.camcom.it organizzazione e coordinamento camera di commercio di roma area promozione e sviluppo ufficio fiere e mostre [email protected] www.rm.camcom.gov.it segreteria organizzativa camera di commercio di roma angela nicosia emanuela panunzi confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa maria paola marta federico bottura direttore artistico corrado sacchi exhibition & graphic design filippo egidi dario curatolo (four in the morning s.r.l.) fotografie dei gioielli antonio idini Giancarlo Cremonesi Presidente Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma L a mostra “Desideri Preziosi”, organizzata dalla Camera di Commercio di Roma in collaborazione con CNA Roma, costituisce un punto fermo nell’ambito delle molteplici attività messe in atto dall’Istituzione a supporto delle eccellenze produttive locali. L’oreficeria romana è senza dubbio una di queste: risale al 1500, infatti, la presenza nella Capitale della prestigiosa “Università e Nobil Collegio dei Gioiellieri Orefici e Argentieri dell’Alma Città di Roma” di Sant’Eligio. Oggi le creazioni dei maestri argentieri e orafi romani sono tra i simboli più importanti del Made in Italy, grazie all’inconfondibile raffinatezza stilistica e all’altissima qualità della fattura. Giunta alla sua XXI edizione, “Desideri Preziosi” vanta un bilancio ricco di successi, avendo costantemente registrato una più che soddisfacente partecipazione di espositori e visitatori. La mostra ha, inoltre, rappresentato un prestigioso fiore all’occhiello delle iniziative di internazionalizzazione promosse dalla Camera di Commercio. L’edizione di quest’anno, “Giuseppe Verdi: gioiello in opera”, vuole rendere omaggio al Maestro nella ricorrenza dei duecento anni dalla sua nascita; il tema rappresenta il filo conduttore che ha ispirato i manufatti, appositamente realizzati per l’occasione. Per la prima volta la mostra si tiene all’Auditorium Parco della Musica, centro polivalente di cultura e sapienza tra i più importanti a livello mondiale, di cui la nostra Istituzione rivendica, con orgoglio, di essere uno dei Soci fondatori. La Camera di Commercio di Roma si impegna, ora e in futuro, a favorire le occasioni di incontro tra domanda e offerta del settore orafo, nella convinzione che iniziative del genere rappresentano uno stimolo efficace per la ripresa economica del nostro territorio. 05 01 Giovanni Bietti Accademia Nazionale di Santa Cecilia I 01 | Giuseppe Verdi ritratto fotografico con dedica autografa al Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, Genova, marzo 1899. Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Archivio Fotografico l rapporto tra la musica e l’arte orafa non è mai stato esplorato a fondo, ed è un peccato. Le similitudini e i punti di contatto - anche terminologici - tra i due ambiti sono infatti numerosi, e la metafora del gioiello, della lucentezza, dello scintillio viene usata spesso per descrivere le caratteristiche di un brano musicale, o lo stile di un particolare interprete. “Brillante” è addirittura, in molte partiture, una indicazione espressiva, un suggerimento all’interprete per cogliere appieno il carattere di una composizione: Allegro brillante, o Presto brillante, scrivono spesso i musicisti. Un esempio famosissimo, in tema con l’argomento principale di questa esposizione, è la conclusione dell’aria di Violetta nel primo atto della Traviata di Verdi: “sempre libera degg’io folleggiare di gioja in gioja, vo’ che scorra il viver mio pei sentieri del piacer”. Senza contare il fatto che il testo fa riferimento proprio alla “gioia”, vale senz’altro la pena di sottolineare che l’indicazione esecutiva di Verdi è Allegro brillante, e all’interprete (soprano) si chiede esplicitamente di cantare in modo “assai brillante”, ossia di rendere nel modo più virtuosistico tutte le ornamentazioni che rendono - letteralmente - scintillante la linea vocale. Ornamentazioni che, per inciso, nel linguaggio tecnico si chiamano “colorature”: hanno cioè la funzione di “colorare”, rendere più varia e sfaccettata la melodia. Già da queste rapide descrizioni il lettore avrà potuto cogliere quanto il linguaggio musicale possa avvicinarsi a quello dell’oreficeria, dato che tra le metafore più comuni troviamo termini quali, appunto, brillantezza, sfaccettatura, colore, lucentezza. Nel tardo Settecento e nell’Ottocento, per esempio, si sviluppò uno stile pianistico definito jeu perlé, il “suono perlato”: cascate di note, ravvicinate e velocissime, che tuttavia vanno “sgranate” una a una, senza far mai fondere i suoni o renderli indistinti. Come in una collana, insomma, è possi- 07 02 02 | La Traviata frontespizio della prima edizione, Milano, Tito di G. Ricordi 1853 Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca bile toccare le singole perle una a una, così nel pianoforte ogni nota deve essere distinta dall’altra; ma allo stesso tempo la definizione evoca anche la levigata lucentezza, la leggerezza, l’eleganza delle perle (molti istanti delle composizioni di Chopin illustrano alla perfezione le caratteristiche del jeu perlé, quell’insieme di virtuosismo e trasparenza, di opalescente sfumatura e di precisione). Si tratta senza dubbio di una delle tecniche più difficili da ottenere sul pianoforte, e molti addetti ai lavori giudicano infatti la qualità di un esecutore proprio a partire dal tocco e dal “perlato”. Ma i punti di contatto tra musica e oreficeria non si limitano alla terminologia. Essi si estendono alle pratiche artigianali, alla costruzione degli strumenti, perfino ai materiali impiegati. La liuteria, l’arte di costruire strumenti, è infatti un’attività artigianale paragonabile in tutto e per tutto all’oreficeria; ed è innegabile che alcuni grandi liutai del passato, come Antonio Stradivari o Giuseppe Guarneri (“del Gesù”), abbiano realizzato nei loro strumenti dei veri e propri gioielli, che non a caso raggiungono ai nostri giorni quotazioni da capogiro. I materiali di costruzione degli strumenti sono spesso materiali pregiati, legni particolari stagionati a lungo e metalli preziosi. Le corde di tanti pianoforti ottocenteschi erano infatti d’argento, e i tasti erano d’avorio (oggi non lo sono più, né le une né gli altri). Ma il primato nella “nobiltà” dei materiali di costruzione, tra gli strumenti occidentali moderni, spetta senz’altro al flauto. Gli esemplari migliori e più sonori di questo strumento sono infatti quelli realizzati in metallo prezioso: argento, oro, e in alcuni casi addirittura platino (un celebre brano per flauto solo, opera del compositore francese naturalizzato americano Edgar Varèse, si intitola Density 21,5: la cifra indica la densità, il peso specifico del platino, dato che il flautista per cui il brano fu scritto possedeva per l’appunto uno strumento realizzato con quel metallo). 08 La maggiore densità del metallo di costruzione permette infatti di controllare meglio l’emissione del suono, e in particolare quella che i flautisti chiamano la proiezione del suono, la capacità di far arrivare il suono fino in fondo ad una grande sala mantenendo pienezza e bellezza del timbro. Considerate queste analogie, non stupirà certo il fatto che tanti compositori abbiano voluto raffigurare e celebrare metalli preziosi e gemme nelle loro musiche, dalla famosa “Aria dei gioielli” nel Faust di Charles Gounod ai tanti brani descrittivi, spesso puramente strumentali (per clavicembalo, ad esempio) dedicati a perle, diademi, corone. L’opera lirica ha poi una sorta di predilezione per l’oro e per i gioielli, o per anelli, corone e monili fatati: basterà qui citare la celeberrima Tetralogia di Richard Wagner, uno dei monumenti dell’arte musicale di ogni tempo, che si intitola “L’Anello del Nibelungo” (e comincia con un atto unico che si intitola L’Oro del Reno). Prima di parlare in dettaglio di Giuseppe Verdi, vorrei concludere questa rapida panoramica introduttiva citando un grande compositore tedesco dell’Ottocento, Robert Schumann, che in un fulminante aforisma usa la metafora del gioiello in modo ancora diverso, riferendosi alla genialità, alla “punta di diamante”: IL GENIO Al diamante si perdonano le punte: è troppo costoso arrotondarle. Si celebra quest’anno il duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, che nacque a Busseto, frazione Roncole, il 10 ottobre 1813 e morì a Milano nel 1901. La carriera di Verdi attraversa quindi per intero l’Ottocento, e non a caso le vicende artistiche del grande compositore si intrecciano spesso con le 03 03 | Macbeth frontespizio della prima edizione completa, Milano, Giovanni Ricordi 1847 Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca 04 | Falstaff frontespizio del facsimile del manoscritto autografo, Milano, Ricordi 1954. Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca vicende politiche italiane: Verdi è infatti “il” musicista risorgimentale per eccellenza, il nome che nelle coscienze degli italiani dell’epoca si identificava con le sorti di una intera nazione alla ricerca di identità e di indipendenza. Al punto che sul finire degli anni Cinquanta del secolo dalle platee di molti teatri italiani si levava il grido Viva Verdi! per inneggiare all’Italia libera (si tratta infatti di un crittogramma, dietro il quale si celano queste parole: Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia). Non a caso, la nuova Italia unita decise di riconoscere pubblicamente il proprio debito nei confronti del compositore: Verdi fu invitato dallo stesso Cavour a far parte del primo Parlamento italiano, nel 1861. Gli accenni espliciti ai gioielli e alle materie preziose nelle opere di Verdi sono più rari di quanto non accada nelle composizioni di tanti suoi colleghi: tutt’al più troviamo qualche accenno, come ad esempio i gioielli di Elisabetta nel Don Carlo, menzionati un paio di volte nel corso dell’opera. L’evocazione più ampia e suggestiva, sottolineata anche dalla musica che diventa letteralmente “scintillante”, è probabilmente quella che troviamo nel secondo atto del Falstaff, dove sentiamo proprio tintinnare l’oro, “talismano che apre ogni porta” e che “vince tutto”, il “buon capitano che marcia avanti”. La scarsità di riferimenti diretti all’oreficeria non significa comunque che non sia possibile tracciare dei paralleli anche molto sottili e approfonditi o trovare, per gli artigiani orafi, degli stimoli di grande interesse nel prendere la figura e l’opera del musicista di Busseto come punto di riferimento creativo. Prima di tutto, la musica di Verdi fa infatti immediatamente venire alla mente gli allestimenti scenici, i costumi, lo sfarzo degli ornamenti: di personaggi nobili e altolocati come Amneris, Elisabetta di Valois, Eboli, Desdemona, Lady Macbeth, oppure di cortigiane e personaggi mondani come Violetta. La fantasia evoca perfino i monili e i talismani degli 10 indimenticabili personaggi più umili ed emarginati del mondo drammatico verdiano, come Azucena o Ulrica. Un secondo aspetto che vale la pena di sottolineare è la grande importanza che nelle opere del compositore assumono aspetti come la luce scenica ed atmosferica, o il colore, il timbro strumentale che spesso sottolinea il percorso drammatico (Verdi insisteva molto, ad esempio, sulla “tinta”, l’atmosfera specifica del dramma). Nessun compositore aveva indicato con tale precisione nelle proprie partiture i cambi di luce (la luna che sale nel secondo atto del Ballo in maschera, ad esempio, che deve essere “nel massimo splendore” proprio nell’istante in cui Amelia lascia cadere il velo e viene quindi riconosciuta dagli altri personaggi), o il variare delle condizioni atmosferiche (il primo atto di Otello, che realizza un percorso continuo e conseguente dalla fosca tempesta iniziale fino al cielo sereno e stellato del Duetto conclusivo). Per quanto riguarda poi l’uso verdiano del colore (termine che i musicisti utilizzano per descrivere il timbro, le caratteristiche sonore dei diversi strumenti), sarà sufficiente un singolo esempio: l’alternanza, nel corso dell’intera partitura di Aida, del timbro aspro ed aggressivo delle trombe (che descrivono e sottolineano la sfera “pubblica” del dramma, gli istanti guerreschi, celebrativi, perfino giudiziari) e dei timbri più morbidi e sfumati (archi e legni, che prevalgono invece nelle scene di carattere “privato”, intimo, quelle in cui gli argomenti in primo piano sono invece l’amore e la gelosia). Questo breve spazio non ci permette naturalmente di scendere nel dettaglio della musica verdiana, ma possiamo citare almeno un procedimento tecnico, una caratteristica dello stile del compositore che mostra in modo molto sottile alcuni ulteriori possibili collegamenti tra musica e oreficeria. Riporto un’altra metafora, molto utilizzata, che illustra il modo in cui alcuni grandi musicisti riesco- 04 05 05 | Un ballo in maschera frontespizio di una delle prime edizioni, Milano, Tito di G. Ricordi 1859 Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca 06 | Otello una scena dell’Otello all’Opéra, tratta da “L’illustrazione italiana”, anno XXVIII, n.5, Numero verdiano, 3 febbraio 1901, p. 94. Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca no ad esaltare una melodia o un’aria, costruendo il discorso musicale in modo tale che un particolare momento lirico possa emergere in tutto il suo splendore da un contesto più sfumato o prosaico. La metafora utilizzata da molti musicisti e studiosi è la “montatura del gioiello”: la melodia o l’aria viene volutamente circondata da materiali musicali contrastanti che hanno, appunto, lo scopo dichiarato di farla risaltare. Possiamo provare ad approfondire questa specifica caratteristica della musica nel teatro verdiano, usando a mo’ di esempio una delle scene d’opera più famose e più commoventi di ogni tempo: il confronto tra Violetta e Alfredo nel secondo atto della Traviata, che culmina con il celeberrimo “Amami, Alfredo”. Non c’è lo spazio per un’analisi approfondita della scena, quindi siamo costretti a riassumere la situazione drammatica: Violetta è stata appena convinta dal padre di Alfredo, Germont, ad abbandonare il figlio; la ragione di tale richiesta, in sintesi, è che l’unione di Alfredo e Violetta è vista dalla buona società parigina come scandalosa, immorale. Violetta resta sola e si prepara a partire in segreto; sopraggiunge Alfredo che, ignaro del colloquio di lei con il padre, le annuncia l’arrivo del genitore e dichiara di volergli parlare per convincerlo ad accogliere Violetta in seno alla famiglia. Il pathos straziante della scena sta nell’impossibilità per Violetta di confessare ogni cosa ad Alfredo: ha promesso a Germont di sparire in silenzio. La sfida compositiva e drammaturgica che Verdi affronta in questa memorabile scena è quella di descrivere attraverso la musica la lacerazione interiore di Violetta, che ama Alfredo ma deve lasciarlo per sempre, senza dirgli nulla e senza fargli intuire la verità. E Verdi risolve la sfida sfruttando in modo straordinario la ritmica verbale apprestata dal suo librettista Francesco Maria Piave: l’agitazione interiore di Violetta si traduce in una serie di frasi spezzate, esitanti e soprattutto ritmicamente 12 “deboli”; ma il punto culminante, quando Violetta non riesce più a mentire e lascia prorompere (“con passione e forza”, dice la didascalia scenica in partitura) il suo amore per Alfredo, è sottolineato da un improvviso e spettacolare cambiamento della scrittura ritmica: l’accento, per la prima volta dopo molte battute, è “forte”, il canto di Violetta comincia “in battere” su una nota lunga, tenuta, decisa, e l’effetto è quindi la risoluzione di una tensione che il compositore ha volutamente accumulato fin lì, in modo quasi insostenibile. “Amami, Alfredo” è insomma il gioiello, il momento più lucente e più intenso della scena, e tutto ciò che precede (e segue) questa espansione lirica è la “montatura” che deve metterne in risalto le qualità. A questo punto consiglierei senz’altro al lettore l’ascolto di questo celebre passo, che illustra la potenza del “gesto” musicale verdiano meglio di qualsiasi tentativo di spiegazione. Pure, è possibile esaminarne la tecnica di costruzione anche solo riportando dal libretto tutta la parte di Violetta in questa scena (il “battere” di ogni frase musicale è graficamente evidenziato tramite il grassetto sottolineato; si noterà facilmente come esso cada sempre verso la fine della frase verbale, fino al momento culminante in cui l’accento si sposta improvvisamente sulla prima sillaba): Ch’ei qui non mi sorprenda… Lascia che m’allontani… Tu lo calma… Ai piedi suoi Mi getterò, divisi ei più non ne vorrà! sarem felici, perché tu m’ami, Alfredo, Non è vero? 06 07 07 | La Traviata frontespizio della nuova edizione riveduta, Milano, Tito di G. Ricordi. Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca E poi, più avanti: Lo vedi? Or son tranquilla… Ti sorrido… Sarò là, tra quei fior, presso a te sempre, sempre presso a te… Ed ecco finalmente lo spostamento di accento sulla prima sillaba della frase, proprio nel momento culminante. Violetta comincia in battere, su una nota lunga nella quale scarica tutta la tensione drammatica della scena, le esitazioni delle precedenti frasi spezzettate e quasi balbettate: Amami, Alfredo, amami quant’io t’amo… Credo che l’esempio, pur nella sua schematicità e incompletezza, sia sufficiente a far capire la forza dirompente della tecnica verdiana (che egli, naturalmente, riprende e sviluppa dai suoi grandi predecessori) e l’effetto elettrizzante che questa musica aveva sugli spettatori dell’epoca e che continua ad avere su di noi, dopo duecento anni. Possiamo dirlo: nella sua musica, Giuseppe Verdi si è dimostrato senza dubbio un grande, raffinatissimo orefice. 14 08 09 08 | Otello L. Crosio, particolare tratto da “Scena illustrata”, anno XXXVI, n.22, Numero verdiano, 15 novembre 1900. Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca 09 | Aida frontespizio dell’edizione originale, Milano, Edizioni Ricordi 1871. Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca 17 10 11 10 | Aida L. Crosio, particolare tratto da “Scena illustrata”, anno XXXVI, n.22, Numero verdiano, 15 novembre 1900. Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca 11 | Aida una scena dell’Aida all’Opéra, tratta da “L’illustrazione italiana”, anno XXVIII, n.5, Numero verdiano, 3 febbraio 1901, p. 94. Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca 19 12 13 | LUCREZIA | LOREDANO | JACOPO | GIOCOLIERE 12 | I due Foscari foto di scena di Lelli e Massotti 6 > 16 marzo 2013 Teatro dell’Opera Direttore Riccardo Muti 13 | I due Foscari figurini di Maurizio Balò (Lucrezia, Loredano, Jacopo, il Giocoliere) 6 > 16 marzo 2013 Teatro dell’Opera Direttore Riccardo Muti 20 21 14 La Scuola dell’Arte della Medaglia una scuola di eccellenza della Zecca dello Stato L 14 | monile Armonia in lavorazione nero del Belgio inciso a Camera di Commercio di Roma, molto attenta alle realtà del territorio, ha invitato nuovamente la Scuola a partecipare a “Desideri Preziosi”, vetrina di eccellenza dell’oreficeria romana. La Scuola dell’Arte della Medaglia dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato è una scuola-laboratorio di alta specializzazione, che, caso unico al mondo, opera nella Zecca. La Scuola ha una storia importante; ha compiuto 106 anni di attività, dal momento che fu istituita nel 1907 nella Regia Zecca. Dal 1911 opera nell’edificio della Zecca dell’Italia unita (l’attuale palazzo storico della Zecca italiana) concepito, già allora, come un organismo “innovativo” e articolato in più funzioni fra loro collegate: “fabbrica delle monete”, luogo di istruzione e laboratorio d’arte con la Scuola dell’Arte della Medaglia e di divulgazione e conservazione con il Museo della Zecca. Dal 1978 (anno in cui la Zecca dello Stato, dal Ministero del Tesoro è divenuta parte dell’Istituto Poligrafico) la Scuola ha ampliato i suoi interessi in funzione di un percorso culturale in cui la formazione si identifica in un progetto di ampio respiro. Sono state aggiunte, man mano, nuove attività, oltre agli insegnamenti istituzionali di modellazione e incisione a taglio diretto, realizzando così un percorso completo e di valore che comprende le attuali quindici discipline: tecnica dello sbalzo e cesello, modellazione in cera, smalto a grande fuoco, formatura, progettazione e modellazione tridimensionale, storia dell’arte, tecnologia dei materiali, computer grafica applicata; restauro, incisione calcografica a bulino, incisione di pietre dure, microformatura e disegno. Ai corsi triennali si accede tramite concorso; possono partecipare alla selezione i giovani in possesso di un diploma di istruzione artistica. Ogni anno sono ammessi dodici allievi e la Scuola è gratuita. La medaglia rappresenta il punto di partenza e il punto di arrivo di una lunga serie di professioni, 23 15 15 | Giuseppe Verdi scultura in malta terracotta in lavorazione accomunate fra loro dalla storia dei mestieri d’arte e dalle arti del metallo, ormai a rischio “estinzione”. Ancora oggi l’artista-artigiano cesella, incide, modella con i tradizionali strumenti e arnesi, ripetendo con diversa creatività i medesimi gesti che eseguirono gli antichi maestri. Nel contesto della didattica, è stato pertanto strutturato un percorso di studio e ricerca tecnicocreativa con la consapevolezza che conservare e perpetuare le “sapienze” del passato nel presente, equivale alla conservazione di un patrimonio culturale “immateriale”. All’utilizzo delle tecniche “antiche” si affianca quello delle tecniche digitali. La Scuola dell’Arte della Medaglia, tramite progetti speciali, propone in ambito didattico la realtà del laboratorio professionale, contribuendo alla produzione della Zecca con progetti, prototipi di medaglie e oggetti artistici, così da inserire le attività degli allievi nella realtà produttiva. 16 | Coro - spilla smalto cloisonné su argento, progetto della serie “Un gioiello per Gustav Klimt” 16 Quest’anno la ventunesima edizione di Desideri Preziosi è dedicata al duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Verdi. La Scuola dell’Arte della Medaglia ha realizzato per questa occasione una scultura che rappresenta il grande maestro così come viene presentato nella moneta da 2 euro realizzata dalla Zecca dello Stato per la Repubblica italiana. Sono stati poi raccolti lavori, realizzati in passato ma anche appositamente creati per Desideri Preziosi, che hanno ispirato i giovani e i “maestri” della Scuola dell’Arte della Medaglia sui temi di Giuseppe Verdi e della musica. La Musica e la personalità di Giuseppe Verdi sono state interpretate in monili, smalti, pietre incise, in oggetti che raccontano il ritmo vitale che scaturisce da un brano, da un’opera musicale, relazionando fra loro i diversi modi di rappresentare e creare. Infine, viene presentato un bassorilievo di Emilio Greco, “la Musica”, opera che è parte del patrimonio storico della Scuola dell’Arte della Medaglia: un omaggio al maestro Verdi attraverso un maestro della scultura italiana. 25 17 | Albero della vita - monile smalto cloisonné su argento progetto della serie “Un gioiello per Gustav Klimt” 17 26 18 | Emile - spilla incisione su pietre dure: Carrara, rosso di Verona, foglia d’oro e montatura in ottone, progetto della serie “Un gioiello per Gustav Klimt” 19 | Giuseppe Verdi dal dipinto di Giovanni Boldini, smalto a miniatura su rame 18 19 27 28 alfonsi riccardo 30 argentia di roberta roselli 32 arte orafa licciardello 34 cinti orafo 36 corrado sacchi 38 cristiana perali 40 effe.ti.esse. design 42 fabrizio di cori gioielli 44 fausto maria franchi 46 gio’lelli di giorgia stella 48 giorì di gianni ricci lab. orafo incastonatore 50 giovanni battista bruno di belmonte 52 glauco cambi gioielli-scultura 54 goldenfauser snc 56 laboratorio orafo fiori marco 58 mhs jewels 60 paola petteruti bottega orafa 62 patrizia corvaglia per anda 2004 srl 64 pierpaolo ardigo’ creazione gioielli 66 porpora gioielli 68 pucci tiziano gioielli d’arte 70 roberto giansanti 72 saccares 74 silmaril 76 studio incisioni creazioni orafe luca vichi 78 taberna aurea 80 vincenzo farella creazioni 82 zannetti 84 la vetrina dei desideri alberto ercoli alberto ercoli designer e realizzazione alberto ercoli tipologia anello tecnica cera persa metallo argento 925‰ pietre tormalina verde storia “Il Trovatore” Anello di Leonora 30 31 alfonsi riccardo designer e realizzazione riccardo alfonsi tipologia pendente tecnica miste da banchetto metallo oro rosa e oro bianco 750 ‰ pietre diamanti taglio brillante storia Sintesi 32 33 argentia di roberta roselli designer e realizzazione roberta roselli tipologia collana tecnica traforo sbalzo metallo argento puro 1000 ‰ pietre quarzo rutilato, tormaline nere, quarzo ialino storia Piano-forte è il tempo scandito dalla musica come un altalenarsi di suoni, chiaro e scuro, bianco e nero 34 35 arte orafa licciardello designer e realizzazione massimo licciardello tipologia ciondolo tecnica sbalzo, cesello, incisione metallo oro 750 ‰ pietre diamanti storia “Nabucco” - Va’ pensiero Il pensiero vola fra costellazioni di ricordi, desideri ed emozioni 36 37 cinti orafo designer e realizzazione massimo cinti tipologia ciondolo tecnica traforo e varie da banchetto metallo oro bianco 750 ‰ pietre diamanti taglio brillante storia Chiave di violino 38 39 corrado sacchi designer e realizzazione corrado sacchi tipologia collana tecnica microfusione a cera persa metallo oro 750 ‰ pietre brillanti bianchi e neri, onice storia “Otello” - Atto Quarto Otello, Desdemona e il Pianto del Salice ...”sedea chinando sul sen la testa!... Salce! Salce! Salce! Cantiamo! Cantiamo! Il Salce funebre sarà la mia ghirlanda!”... 40 41 cristiana perali designer e realizzazione cristiana perali tipologia bracciale tecnica cera persa metallo argento dorato e brunito storia “Aida” La femminilità espressa in un ornamento profondamente legato alle simbologie dell’antico Egitto e alla splendida musica dell’opera del grande Maestro 42 43 effe.ti.esse. design designer francesca suardi e francesco tagliaferri realizzazione effe.ti.esse. design di francesco tagliaferri tipologia anello tecnica mista, manuale e controllo numerico metallo argento 925 ‰ rodiato storia “Nabucco” - Va’ pensiero ... la musica... vola al cuore di chi... l’indossa! 44 45 fabrizio di cori gioielli designer e realizzazione fabrizio di cori tipologia tagliacarte tecnica a lastra metallo oro 750 ‰ e argento 925 ‰ pietre diamanti, rubini, lapislazzulo storia “Nabucco” Fra le righe del Nabucco trovasti il coraggio di ricominciare, musicando l’opera che ti portò al decollo della tua celebrità. Energia interiore e potenza della musica sono state più forti di un guscio di tartaruga 46 47 fausto maria franchi designer e realizzazione enrico franchi tipologia anello tecnica modellazione in cera, fusione a cera persa, smalto a gran fuoco metallo argento 999,9 ‰ storia “Aida” ” ... t’ispiri il Signore un concento...” 48 49 gio’lelli di giorgia stella designer e realizzazione giorgia stella tipologia orecchini tecnica cera persa e banchetto metallo argento 925 ‰ e oro 750 ‰ storia “Un ballo in maschera” Il riflesso della beltà della donna, identificatosi nel candore della luna, in un unico corpo si fonde e fa sì che, dall’animo umano, arte in musica nasca 50 51 giorì di gianni ricci lab. orafo incastonatore designer don massimiliano diacono floridi realizzazione gianni ricci tipologia paliotto per altare tecnica mista, traforo metallo argento e argento dorato storia “Requiem” Paliotto per l’altare che i Doria Pamphilj hanno commissionato per la cappella della camera da letto di Villa del Principe, a Genova, ove Verdi fu ospite 52 53 giovanni battista bruno di belmonte designer e realizzazione giovanni battista bruno di belmonte tipologia orecchini tecnica mista banchetto metallo oro giallo 750 ‰ pietre tanzaniti ovali e goccia cabochon, rubini princess storia “La Traviata” I rubini rappresentano la passione che arde nel cuore di Violetta e la tanzanite sta a significare la purezza dell’amore che alberga nel cuore di ogni donna 54 55 glauco cambi gioielli - scultura designer e realizzazione glauco cambi tipologia collana tecnica diretta, niello, modellazione a cera persa metallo acciaio, argento, palladio, niello pietre quarzo stellato storia Un elemento essenziale della musica verdiana è l’accordatura a 432 Hertz detta “La verdiano”. Gli esperimenti della teoria cimatica, che analizza l’effetto morfogenetico delle onde sonore, hanno mostrato come le 432 vibrazioni al secondo del diapason, applicate a un piano cosparso di polveri sottili, originino un’immagine ben definita. Questa stessa immagine è stata trasferita, con la tecnica del niello, su un disco di palladio e argento, a contatto con un diapason di acciaio armonico 56 57 goldenfauser snc designer gravagnone - cervoni - paoletti realizzazione goldenfauser snc tipologia collana con ciondolo rapper tecnica incisione, smaltatura, incastonatura metallo acciaio e argento pietre rubini, zirconi, tsavoriti storia “Macbeth” Giuseppe Verdi visto da Renato Guttuso. Bozzetto realizzato in occasione della rappresentazione dell’opera al Teatro Regio di Parma, nel 1963, per la regia di Bernardo Bertolucci 58 59 laboratorio orafo fiori marco designer e realizzazione marco fiori tipologia collana tecnica costruzione del gioiello metallo oro 750 ‰ pietre acquamarina, perle grigie e nere storia “La Traviata” Il pentagramma sul quale scorre l’opera comincia da sinistra (I Atto) ove le microperle si muovono su un’onda ideale frivola per poi scorrere (II Atto) su un filo ideale sinuoso verso destra (III Atto) dove il pentagramma nel finale si apre; perle e gocce di acquamarina sfumano come lacrime a chiudere l’opera 60 61 mhs jewels designer e realizzazione marcello hubert seregni tipologia spilla / pendente tecnica lavorazione a mano eseguita con tecnica a banchetto metallo argento 925 ‰, doratura storia VIVA V.E.R.D.I. 62 63 paola petteruti bottega orafa designer paola petteruti e paola riccucci realizzazione paola petteruti tipologia ciondolo tecnica lavorazione al filo metallo argento 925 ‰ storia Musica infinita 64 65 patrizia corvaglia per anda 2004 srl designer patrizia corvaglia realizzazione G.M. di giorgio galeno tipologia bracciale tecnica microscultura in cera persa metallo argento 925 ‰ storia “Nabucco” Il Teatro dell’Opera accoglie il Nabucco che lo avvolge con la sua straordinaria magia 66 67 pierpaolo ardigò creazione gioielli designer e realizzazione pierpaolo ardigò tipologia collier rigido tecnica cera persa e banchetto metallo argento e bronzo pietre zirconi storia Le note e il pentagramma si fondono per diventare tutt’uno con il Maestro 68 69 porpora gioielli designer e realizzazione jlt tipologia anello tecnica prototipazione, incisione laser, smaltatura e lavorazione a mano metallo argento 925 ‰ storia “Aida” 70 71 pucci tiziano gioielli d’arte designer e realizzazione tiziano pucci tipologia spilla tecnica fusione a cera persa metallo oro 750 ‰ e argento brunito 925 ‰ storia “Aida” Il Re 72 73 roberto giansanti designer roberto giansanti realizzazione stefano casagrande raffi tipologia collana tecnica lavorazione a mano eseguita con tecnica a banchetto metallo oro giallo e bianco 750 ‰ pietre diamanti taglio brillante moderno e rubini cabochon, corallo baccellato storia “Falstaff” - Atto III “Tutto nel modo è burla. L’uomo è nato burlone.” 74 75 saccares designer e realizzazione claudio saccares tipologia ciondolo tecnica banchetto, traforo metallo oro e argento pietre perla cinese fiume, quarzo ametista, onice nero storia Chiave di violino in stile futurista 76 77 silmaril designer e realizzazione silmaril snc tipologia collana tecnica lavorazione artigianale interamente a mano, traforo, incassatura a pavè metallo oro giallo 750 ‰ pietre perle giapponesi, brillanti, tormalina rosa, acquamarina, quarzo palmera e ametista, pietre naturali storia “Aida” La purezza del Nilo e la grandezza del Faraone, racchiusi in un gioiello dedicato alla “celeste Aida” 78 79 studio incisioni creazioni orafe luca vichi designer e realizzazione luca vichi tipologia spilla tecnica bassorilievo con incisione a mano metallo oro giallo 750 ‰ storia “Aida” Parte di scenografia 80 81 taberna aurea designer stefano colasuonno e ginevra fiorentini realizzazione stefano colasuonno tipologia ciondolo centrale tecnica cera persa e banchetto metallo argento e oro pietre incisione di corniola storia “Rigoletto” ...“sempre un amabile leggiadro viso, in pianto o in riso, è menzognero”... 82 83 vincenzo farella creazioni designer e realizzazione vincenzo farella tipologia ciondolo tecnica cera persa metallo oro 750 ‰ storia Le radici della patria. VIVA V.E.R.D.I.! 84 85 zannetti designer e realizzazione riccardo zannetti tipologia orologio - gioiello tecnica lavorazione a banchetto, incastonatura, smaltatura, incisione metallo acciaio placcato e oro giallo pietre diamanti bianchi e neri, madreperla storia Pianoforte con tasti in madreperla smaltata e diamanti applicati nella lunetta interna, ispirato alle liriche da camera per voce e pianoforte 86 87 elenco dei partecipanti ALBERTO ERCOLI VIA DEI BERGAMASCHI, 57 - 00186 ROMA t. 066784889 [email protected] ALFONSI RICCARDO VIA VITTORIA, 80 - 00186 ROMA t. 0669380447 f. 0669380447 [email protected] www.riccardoalfonsi.it ARGENTIA DI ROBERTA ROSELLI VIA URBANA, 32 - 00184 ROMA t. 066875488 [email protected] www.argentia-jewels.com ARTE ORAFA LICCIARDELLO VIA DEI SERPENTI, 5 - 00184 ROMA t. 064881002 f. 064881002 [email protected] www.arteorafa-licciardello.it CINTI ORAFO VIA STIMIGLIANO, 4 - 00199 ROMA t. 0686218932 f. 0686218932 [email protected] www.cintijewels.com CORRADO SACCHI VIA DELLA PALOMBELLA, 39/40 - 00186 ROMA t. 066869223 f. 0668805074 [email protected] www.sacchigioielli.it CRISTIANA PERALI VIA DEI BANCHI VECCHI, 60 - 00186 ROMA t. 0668802907 f. 0668802907 [email protected] www.cristianaperali.it EFFE.TI.ESSE. DESIGN VIA DELLA GIULIANA, 38 - 00195 ROMA t. 063728468 f. 0697258025 [email protected] www.effetiessedesign.com FABRIZIO DI CORI GIOIELLI VIA ALESSANDRO FLEMING, 17 - 00031 ARTENA (RM) t. 069515900 f. 069515900 [email protected] www.fabriziodicori.it FAUSTO MARIA FRANCHI VIA DEL CLEMENTINO, 98/100 - 00186 ROMA t. 066871558 f. 066871558 [email protected] www.faustomariafranchi.com GIO’LELLI DI GIORGIA STELLA VIA AURELIA, 359 - 00058 SANTA MARINELLA (RM) m. 3287291923 f. 0766537670 [email protected] www.giolelli.it GIORÌ DI GIANNI RICCI LAB. ORAFO INCASTONATORE VIA GIACOMO MATTEOTTI, 7 00032 CARPINETO ROMANO (RM) t. 069798643 [email protected] GIOVANNI BATTISTA BRUNO DI BELMONTE VIA FAMAGOSTA, 16 - 00192 ROMA t. 0639743159 [email protected] www.gioiellicreativi.it GLAUCO CAMBI GIOIELLI-SCULTURA VIA PLAUTO, 10/A - 00193 ROMA t. 0639751300 f. 0639751300 [email protected] www.glaucocambi.it GOLDENFAUSER SNC VIA DI BOCCEA, 470 - 00166 ROMA t. 066622787 - 066624909 f. 066622787 [email protected] www.goldenfauser.it www.shakeyourbones.com PUCCI TIZIANO GIOIELLI D’ARTE VIA DEL BOSCHETTO, 135 - 00184 ROMA t. 064742794 [email protected] www.puccigioiellidarte.it LABORATORIO ORAFO FIORI MARCO VIA ENEA, 55 - 00181 ROMA t. 067806998 m. 3333953522 [email protected] ROBERTO GIANSANTI PIAZZA CUBA, 12 - 00198 ROMA t. 0644244915 f. 0644244915 [email protected] www.giansantigioiellerie.com MHS JEWELS VIALE DI VILLA PAMPHILI, 13/B - 00152 ROMA t. 065806820 [email protected] SACCARES VIA GARIGLIANO, 13 - 00198 ROMA t. 068417082 [email protected] PAOLA PETTERUTI BOTTEGA ORAFA VIA CESARE MACCARI, 330/332 - 00125 ROMA t. 0652356364 f. 0652356364 [email protected] www.paolapetteruti.it SILMARIL VIA DEI CORONARI, 36 - 00186 ROMA t. 066869559 f. 066869559 [email protected] PATRIZIA CORVAGLIA PER ANDA 2004 SRL VIA DEI BANCHI NUOVI, 45 - 00186 ROMA m. 3398743367 [email protected] www.patriziacorvaglia.it PIERPAOLO ARDIGO’ CREAZIONE GIOIELLI VIA BERGAMO, 35 - 00198 ROMA t. 068540611 m. 3497516281 f. 068540611 [email protected] www.pierpaoloardigo.com PORPORA GIOIELLI VIA SEBASTIANO VENIERO, 18 - 00192 ROMA t. 0639030529 f. 0639030529 [email protected] www.porporagioielli.com STUDIO INCISIONI CREAZIONI ORAFE LUCA VICHI VIA SAN PAOLO ALLA REGOLA, 36/B - 00186 ROMA t. 0668308150 [email protected] TABERNA AUREA VIA VITO GIUSEPPE GALATI, 103/B - 00155 ROMA t. 064071447 f. 064071447 [email protected] VINCENZO FARELLA CREAZIONI VIA DI SANTA CHIARA, 62/63 - 00186 ROMA t. 0668805885 [email protected] www.vincenzofarellacreazioni.it ZANNETTI VIA MONTE D’ORO, 19 - 00186 ROMA t. 066876651 f. 066875027 [email protected] www.zannetti.it allestimento Il progetto ha come riferimento concettuale il pentagramma musicale. La scelta accomuna la realizzazione dell’allestimento e l’insieme della comunicazione visiva. Il pentagramma viene ulteriormente connotato dalla riproposizione dell’incipit del celebre coro del Nabucco (Va’ pensiero) che viene qui interpretato con materiali e oggetti che rimandano a “Desideri preziosi”. La scelta del pentagramma tiene insieme il riferimento al luogo in cui la mostra viene realizzata ma anche rimanda all’idea di spartito, progetto, composizione articolata all’interno della quale gli elementi preziosi trovano la propria collocazione armonica. Proprio per questa ragione le righe vivono di scelte cromatiche che rimandano a materiali preziosi per eccellenza: oro, argento, turchese (pietra preziosa che dall’oriente giungeva in Europa attraverso la Turchia, appunto). E i gioielli, divenuti note musicali, si dispongono con naturalezza sul pentagramma secondo le posizioni esatte dell’aria di Verdi, a unire bellezza ed armonia, nell’anno del centenario. SEZIONE LONGITUDINALE H - H’ SEZ. X - X’ SEZ. Y - Y’ SEZ. Z - Z’ X’ Y’ Z’ W’ J’ SEZ. J - J’ SEZ. W - W’ SEZIONE LONGITUDINALE K - K’ H’ H X’ Y’ Z’ W’ K’ J’ K 01 | Progetto di allestimento pianta 94 95 pentagramma panneggi battute F note alte D D F A F A D note basse B G B B A C pannelli C chiave di violino D D E CONCEPT note alte 96 note basse 02 | Progetto di allestimento esploso assonometrico 97 regesto 2012 maya simboli e profezie nel gioiello 2011 il gioiello che unisce: italia 1861 - 2011 2010 burlesque, colore e ironia nel gioiello 2009 gioielli in fiore 2008 gioiello, labirinto di sogni 2007 ara pacis gioiello augusteo 2002 il volto del gioiello 2001 odissea nel...gioiello 2000 omaggio a benvenuto cellini nel cinquecentesimo anniversario della nascita 1999 l’aria, l’acqua, il cielo, la terra... e gli orafi romani 1998 roma in un gioiello 1997 il gioiello canta la divina commedia 2006 vibrazioni d’oro nel cielo 1996 gioielli in fiaba 2005 passi di danza raccontati nell’oro 1995 un omaggio a fellini 2004 gioiello, sogno poetico 1994 immaginifico berniniano 2003 adriano nella roma di yourcenar 1993 alle soglie del 2000 finito di stampare roma, novembre 2013