in collaborazione con
si ringrazia
desideri preziosi
giuseppe verdi
gioiello in opera
xxi mostra di argentieri e orafi romani
23 novembre > 1 dicembre 2013
auditorium parco della musica
auditoriumexpo
www.desideripreziosi.rm.camcom.it
organizzazione e coordinamento
camera di commercio di roma
area promozione e sviluppo
ufficio fiere e mostre
[email protected]
www.rm.camcom.gov.it
segreteria organizzativa
camera di commercio di roma
angela nicosia
emanuela panunzi
confederazione nazionale dell’artigianato
e della piccola e media impresa
maria paola marta
federico bottura
direttore artistico
corrado sacchi
exhibition & graphic design
filippo egidi
dario curatolo (four in the morning s.r.l.)
fotografie dei gioielli
antonio idini
Giancarlo Cremonesi
Presidente
Camera di Commercio
Industria Artigianato e Agricoltura di Roma
L
a mostra “Desideri Preziosi”, organizzata dalla Camera di Commercio di Roma in collaborazione con CNA Roma, costituisce un punto
fermo nell’ambito delle molteplici attività messe
in atto dall’Istituzione a supporto delle eccellenze
produttive locali.
L’oreficeria romana è senza dubbio una di queste:
risale al 1500, infatti, la presenza nella Capitale
della prestigiosa “Università e Nobil Collegio dei
Gioiellieri Orefici e Argentieri dell’Alma Città di
Roma” di Sant’Eligio.
Oggi le creazioni dei maestri argentieri e orafi romani sono tra i simboli più importanti del Made in
Italy, grazie all’inconfondibile raffinatezza stilistica e all’altissima qualità della fattura.
Giunta alla sua XXI edizione, “Desideri Preziosi”
vanta un bilancio ricco di successi, avendo costantemente registrato una più che soddisfacente partecipazione di espositori e visitatori.
La mostra ha, inoltre, rappresentato un prestigioso
fiore all’occhiello delle iniziative di internazionalizzazione promosse dalla Camera di Commercio.
L’edizione di quest’anno, “Giuseppe Verdi: gioiello
in opera”, vuole rendere omaggio al Maestro nella
ricorrenza dei duecento anni dalla sua nascita;
il tema rappresenta il filo conduttore che ha ispirato i
manufatti, appositamente realizzati per l’occasione.
Per la prima volta la mostra si tiene all’Auditorium
Parco della Musica, centro polivalente di cultura e
sapienza tra i più importanti a livello mondiale, di
cui la nostra Istituzione rivendica, con orgoglio, di
essere uno dei Soci fondatori.
La Camera di Commercio di Roma si impegna, ora
e in futuro, a favorire le occasioni di incontro tra
domanda e offerta del settore orafo, nella convinzione che iniziative del genere rappresentano uno
stimolo efficace per la ripresa economica del nostro territorio.
05
01
Giovanni Bietti
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
I
01 | Giuseppe Verdi
ritratto fotografico con dedica autografa
al Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia,
Genova, marzo 1899.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Archivio Fotografico
l rapporto tra la musica e l’arte orafa non è mai
stato esplorato a fondo, ed è un peccato.
Le similitudini e i punti di contatto - anche terminologici - tra i due ambiti sono infatti numerosi,
e la metafora del gioiello, della lucentezza, dello
scintillio viene usata spesso per descrivere le caratteristiche di un brano musicale, o lo stile di un
particolare interprete. “Brillante” è addirittura, in
molte partiture, una indicazione espressiva, un
suggerimento all’interprete per cogliere appieno
il carattere di una composizione: Allegro brillante,
o Presto brillante, scrivono spesso i musicisti.
Un esempio famosissimo, in tema con l’argomento
principale di questa esposizione, è la conclusione
dell’aria di Violetta nel primo atto della Traviata di
Verdi: “sempre libera degg’io folleggiare di gioja
in gioja, vo’ che scorra il viver mio pei sentieri del
piacer”. Senza contare il fatto che il testo fa riferimento proprio alla “gioia”, vale senz’altro la pena
di sottolineare che l’indicazione esecutiva di Verdi è Allegro brillante, e all’interprete (soprano) si
chiede esplicitamente di cantare in modo “assai
brillante”, ossia di rendere nel modo più virtuosistico tutte le ornamentazioni che rendono - letteralmente - scintillante la linea vocale.
Ornamentazioni che, per inciso, nel linguaggio
tecnico si chiamano “colorature”: hanno cioè la
funzione di “colorare”, rendere più varia e sfaccettata la melodia.
Già da queste rapide descrizioni il lettore avrà potuto cogliere quanto il linguaggio musicale possa avvicinarsi a quello dell’oreficeria, dato che tra le metafore più comuni troviamo termini quali, appunto,
brillantezza, sfaccettatura, colore, lucentezza.
Nel tardo Settecento e nell’Ottocento, per esempio, si sviluppò uno stile pianistico definito jeu
perlé, il “suono perlato”: cascate di note, ravvicinate e velocissime, che tuttavia vanno “sgranate”
una a una, senza far mai fondere i suoni o renderli
indistinti. Come in una collana, insomma, è possi-
07
02
02 | La Traviata
frontespizio della prima edizione,
Milano, Tito di G. Ricordi 1853
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
bile toccare le singole perle una a una, così nel pianoforte ogni nota deve essere distinta dall’altra;
ma allo stesso tempo la definizione evoca anche la
levigata lucentezza, la leggerezza, l’eleganza delle
perle (molti istanti delle composizioni di Chopin
illustrano alla perfezione le caratteristiche del jeu
perlé, quell’insieme di virtuosismo e trasparenza,
di opalescente sfumatura e di precisione).
Si tratta senza dubbio di una delle tecniche più difficili da ottenere sul pianoforte, e molti addetti ai
lavori giudicano infatti la qualità di un esecutore
proprio a partire dal tocco e dal “perlato”.
Ma i punti di contatto tra musica e oreficeria non si
limitano alla terminologia. Essi si estendono alle
pratiche artigianali, alla costruzione degli strumenti, perfino ai materiali impiegati.
La liuteria, l’arte di costruire strumenti, è infatti
un’attività artigianale paragonabile in tutto e per
tutto all’oreficeria; ed è innegabile che alcuni grandi
liutai del passato, come Antonio Stradivari o Giuseppe Guarneri (“del Gesù”), abbiano realizzato nei loro
strumenti dei veri e propri gioielli, che non a caso
raggiungono ai nostri giorni quotazioni da capogiro.
I materiali di costruzione degli strumenti sono spesso materiali pregiati, legni particolari stagionati a
lungo e metalli preziosi. Le corde di tanti pianoforti
ottocenteschi erano infatti d’argento, e i tasti erano
d’avorio (oggi non lo sono più, né le une né gli altri).
Ma il primato nella “nobiltà” dei materiali di costruzione, tra gli strumenti occidentali moderni,
spetta senz’altro al flauto. Gli esemplari migliori e
più sonori di questo strumento sono infatti quelli
realizzati in metallo prezioso: argento, oro, e in alcuni casi addirittura platino (un celebre brano per
flauto solo, opera del compositore francese naturalizzato americano Edgar Varèse, si intitola Density 21,5: la cifra indica la densità, il peso specifico
del platino, dato che il flautista per cui il brano fu
scritto possedeva per l’appunto uno strumento realizzato con quel metallo).
08
La maggiore densità del metallo di costruzione
permette infatti di controllare meglio l’emissione del suono, e in particolare quella che i flautisti
chiamano la proiezione del suono, la capacità di
far arrivare il suono fino in fondo ad una grande
sala mantenendo pienezza e bellezza del timbro.
Considerate queste analogie, non stupirà certo il
fatto che tanti compositori abbiano voluto raffigurare e celebrare metalli preziosi e gemme nelle
loro musiche, dalla famosa “Aria dei gioielli” nel
Faust di Charles Gounod ai tanti brani descrittivi,
spesso puramente strumentali (per clavicembalo, ad esempio) dedicati a perle, diademi, corone.
L’opera lirica ha poi una sorta di predilezione per
l’oro e per i gioielli, o per anelli, corone e monili
fatati: basterà qui citare la celeberrima Tetralogia
di Richard Wagner, uno dei monumenti dell’arte
musicale di ogni tempo, che si intitola “L’Anello
del Nibelungo” (e comincia con un atto unico che
si intitola L’Oro del Reno).
Prima di parlare in dettaglio di Giuseppe Verdi,
vorrei concludere questa rapida panoramica introduttiva citando un grande compositore tedesco dell’Ottocento, Robert Schumann, che in un
fulminante aforisma usa la metafora del gioiello
in modo ancora diverso, riferendosi alla genialità,
alla “punta di diamante”:
IL GENIO
Al diamante si perdonano le punte:
è troppo costoso arrotondarle.
Si celebra quest’anno il duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, che nacque
a Busseto, frazione Roncole, il 10 ottobre 1813 e
morì a Milano nel 1901.
La carriera di Verdi attraversa quindi per intero
l’Ottocento, e non a caso le vicende artistiche del
grande compositore si intrecciano spesso con le
03
03 | Macbeth
frontespizio della prima edizione completa,
Milano, Giovanni Ricordi 1847
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
04 | Falstaff
frontespizio del facsimile del manoscritto autografo,
Milano, Ricordi 1954.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
vicende politiche italiane: Verdi è infatti “il” musicista risorgimentale per eccellenza, il nome che
nelle coscienze degli italiani dell’epoca si identificava con le sorti di una intera nazione alla ricerca
di identità e di indipendenza.
Al punto che sul finire degli anni Cinquanta del secolo dalle platee di molti teatri italiani si levava il grido
Viva Verdi! per inneggiare all’Italia libera (si tratta
infatti di un crittogramma, dietro il quale si celano
queste parole: Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia).
Non a caso, la nuova Italia unita decise di riconoscere pubblicamente il proprio debito nei confronti del
compositore: Verdi fu invitato dallo stesso Cavour a
far parte del primo Parlamento italiano, nel 1861.
Gli accenni espliciti ai gioielli e alle materie preziose nelle opere di Verdi sono più rari di quanto
non accada nelle composizioni di tanti suoi colleghi: tutt’al più troviamo qualche accenno, come ad
esempio i gioielli di Elisabetta nel Don Carlo, menzionati un paio di volte nel corso dell’opera.
L’evocazione più ampia e suggestiva, sottolineata anche dalla musica che diventa letteralmente
“scintillante”, è probabilmente quella che troviamo nel secondo atto del Falstaff, dove sentiamo
proprio tintinnare l’oro, “talismano che apre ogni
porta” e che “vince tutto”, il “buon capitano che
marcia avanti”.
La scarsità di riferimenti diretti all’oreficeria non significa comunque che non sia possibile tracciare dei
paralleli anche molto sottili e approfonditi o trovare, per gli artigiani orafi, degli stimoli di grande interesse nel prendere la figura e l’opera del musicista
di Busseto come punto di riferimento creativo.
Prima di tutto, la musica di Verdi fa infatti immediatamente venire alla mente gli allestimenti scenici,
i costumi, lo sfarzo degli ornamenti: di personaggi
nobili e altolocati come Amneris, Elisabetta di Valois, Eboli, Desdemona, Lady Macbeth, oppure di
cortigiane e personaggi mondani come Violetta.
La fantasia evoca perfino i monili e i talismani degli
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indimenticabili personaggi più umili ed emarginati del mondo drammatico verdiano, come Azucena
o Ulrica.
Un secondo aspetto che vale la pena di sottolineare è la grande importanza che nelle opere del compositore assumono aspetti come la luce scenica ed
atmosferica, o il colore, il timbro strumentale che
spesso sottolinea il percorso drammatico (Verdi
insisteva molto, ad esempio, sulla “tinta”, l’atmosfera specifica del dramma).
Nessun compositore aveva indicato con tale precisione nelle proprie partiture i cambi di luce (la luna
che sale nel secondo atto del Ballo in maschera, ad
esempio, che deve essere “nel massimo splendore”
proprio nell’istante in cui Amelia lascia cadere il velo
e viene quindi riconosciuta dagli altri personaggi),
o il variare delle condizioni atmosferiche (il primo
atto di Otello, che realizza un percorso continuo e
conseguente dalla fosca tempesta iniziale fino al
cielo sereno e stellato del Duetto conclusivo).
Per quanto riguarda poi l’uso verdiano del colore
(termine che i musicisti utilizzano per descrivere il timbro, le caratteristiche sonore dei diversi
strumenti), sarà sufficiente un singolo esempio:
l’alternanza, nel corso dell’intera partitura di Aida,
del timbro aspro ed aggressivo delle trombe (che
descrivono e sottolineano la sfera “pubblica” del
dramma, gli istanti guerreschi, celebrativi, perfino
giudiziari) e dei timbri più morbidi e sfumati (archi
e legni, che prevalgono invece nelle scene di carattere “privato”, intimo, quelle in cui gli argomenti in
primo piano sono invece l’amore e la gelosia).
Questo breve spazio non ci permette naturalmente di scendere nel dettaglio della musica verdiana,
ma possiamo citare almeno un procedimento tecnico, una caratteristica dello stile del compositore
che mostra in modo molto sottile alcuni ulteriori
possibili collegamenti tra musica e oreficeria.
Riporto un’altra metafora, molto utilizzata, che illustra il modo in cui alcuni grandi musicisti riesco-
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05
05 | Un ballo in maschera
frontespizio di una delle prime edizioni,
Milano, Tito di G. Ricordi 1859
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
06 | Otello
una scena dell’Otello all’Opéra, tratta da “L’illustrazione italiana”,
anno XXVIII, n.5, Numero verdiano, 3 febbraio 1901, p. 94.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
no ad esaltare una melodia o un’aria, costruendo
il discorso musicale in modo tale che un particolare momento lirico possa emergere in tutto il suo
splendore da un contesto più sfumato o prosaico.
La metafora utilizzata da molti musicisti e studiosi è la “montatura del gioiello”: la melodia o l’aria
viene volutamente circondata da materiali musicali contrastanti che hanno, appunto, lo scopo dichiarato di farla risaltare.
Possiamo provare ad approfondire questa specifica caratteristica della musica nel teatro verdiano,
usando a mo’ di esempio una delle scene d’opera
più famose e più commoventi di ogni tempo: il confronto tra Violetta e Alfredo nel secondo atto della
Traviata, che culmina con il celeberrimo “Amami,
Alfredo”. Non c’è lo spazio per un’analisi approfondita della scena, quindi siamo costretti a riassumere
la situazione drammatica: Violetta è stata appena
convinta dal padre di Alfredo, Germont, ad abbandonare il figlio; la ragione di tale richiesta, in sintesi,
è che l’unione di Alfredo e Violetta è vista dalla buona società parigina come scandalosa, immorale.
Violetta resta sola e si prepara a partire in segreto;
sopraggiunge Alfredo che, ignaro del colloquio di
lei con il padre, le annuncia l’arrivo del genitore e
dichiara di volergli parlare per convincerlo ad accogliere Violetta in seno alla famiglia.
Il pathos straziante della scena sta nell’impossibilità per Violetta di confessare ogni cosa ad Alfredo: ha promesso a Germont di sparire in silenzio.
La sfida compositiva e drammaturgica che Verdi
affronta in questa memorabile scena è quella di
descrivere attraverso la musica la lacerazione interiore di Violetta, che ama Alfredo ma deve lasciarlo per sempre, senza dirgli nulla e senza fargli
intuire la verità. E Verdi risolve la sfida sfruttando
in modo straordinario la ritmica verbale apprestata dal suo librettista Francesco Maria Piave: l’agitazione interiore di Violetta si traduce in una serie di
frasi spezzate, esitanti e soprattutto ritmicamente
12
“deboli”; ma il punto culminante, quando Violetta
non riesce più a mentire e lascia prorompere (“con
passione e forza”, dice la didascalia scenica in partitura) il suo amore per Alfredo, è sottolineato da
un improvviso e spettacolare cambiamento della
scrittura ritmica: l’accento, per la prima volta dopo
molte battute, è “forte”, il canto di Violetta comincia “in battere” su una nota lunga, tenuta, decisa, e
l’effetto è quindi la risoluzione di una tensione che
il compositore ha volutamente accumulato fin lì, in
modo quasi insostenibile.
“Amami, Alfredo” è insomma il gioiello, il momento più lucente e più intenso della scena, e tutto ciò
che precede (e segue) questa espansione lirica è la
“montatura” che deve metterne in risalto le qualità.
A questo punto consiglierei senz’altro al lettore
l’ascolto di questo celebre passo, che illustra la
potenza del “gesto” musicale verdiano meglio di
qualsiasi tentativo di spiegazione.
Pure, è possibile esaminarne la tecnica di costruzione anche solo riportando dal libretto tutta la
parte di Violetta in questa scena (il “battere” di
ogni frase musicale è graficamente evidenziato
tramite il grassetto sottolineato; si noterà facilmente come esso cada sempre verso la fine della
frase verbale, fino al momento culminante in cui
l’accento si sposta improvvisamente sulla prima
sillaba):
Ch’ei qui non mi sorprenda…
Lascia che m’allontani…
Tu lo calma…
Ai piedi suoi
Mi getterò,
divisi ei più
non ne vorrà!
sarem felici,
perché tu m’ami,
Alfredo,
Non è vero?
06
07
07 | La Traviata
frontespizio della nuova edizione riveduta,
Milano, Tito di G. Ricordi.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
E poi, più avanti:
Lo vedi?
Or son tranquilla…
Ti sorrido…
Sarò là,
tra quei fior,
presso a te sempre,
sempre presso a te…
Ed ecco finalmente lo spostamento di accento sulla
prima sillaba della frase, proprio nel momento culminante. Violetta comincia in battere, su una nota
lunga nella quale scarica tutta la tensione drammatica della scena, le esitazioni delle precedenti
frasi spezzettate e quasi balbettate:
Amami, Alfredo,
amami quant’io t’amo…
Credo che l’esempio, pur nella sua schematicità e incompletezza, sia sufficiente a far capire la
forza dirompente della tecnica verdiana (che egli,
naturalmente, riprende e sviluppa dai suoi grandi
predecessori) e l’effetto elettrizzante che questa
musica aveva sugli spettatori dell’epoca e che continua ad avere su di noi, dopo duecento anni.
Possiamo dirlo: nella sua musica, Giuseppe Verdi
si è dimostrato senza dubbio un grande, raffinatissimo orefice.
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08 | Otello
L. Crosio, particolare tratto da “Scena illustrata”,
anno XXXVI, n.22, Numero verdiano, 15 novembre 1900.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
09 | Aida
frontespizio dell’edizione originale,
Milano, Edizioni Ricordi 1871.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
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10 | Aida
L. Crosio, particolare tratto da “Scena illustrata”,
anno XXXVI, n.22, Numero verdiano, 15 novembre 1900.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
11 | Aida
una scena dell’Aida all’Opéra, tratta da “L’illustrazione italiana”,
anno XXVIII, n.5, Numero verdiano, 3 febbraio 1901, p. 94.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Biblioteca
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| LUCREZIA
| LOREDANO
| JACOPO
| GIOCOLIERE
12 | I due Foscari
foto di scena di Lelli e Massotti
6 > 16 marzo 2013
Teatro dell’Opera
Direttore Riccardo Muti
13 | I due Foscari
figurini di Maurizio Balò
(Lucrezia, Loredano, Jacopo, il Giocoliere)
6 > 16 marzo 2013
Teatro dell’Opera
Direttore Riccardo Muti
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14
La Scuola dell’Arte della Medaglia
una scuola di eccellenza della Zecca dello Stato
L
14 | monile Armonia
in lavorazione
nero del Belgio inciso
a Camera di Commercio di Roma, molto attenta alle realtà del territorio, ha invitato nuovamente la Scuola a partecipare a “Desideri Preziosi”, vetrina di eccellenza dell’oreficeria romana.
La Scuola dell’Arte della Medaglia dell’Istituto
Poligrafico e Zecca dello Stato è una scuola-laboratorio di alta specializzazione, che, caso unico al
mondo, opera nella Zecca.
La Scuola ha una storia importante; ha compiuto
106 anni di attività, dal momento che fu istituita nel 1907 nella Regia Zecca. Dal 1911 opera
nell’edificio della Zecca dell’Italia unita (l’attuale
palazzo storico della Zecca italiana) concepito, già
allora, come un organismo “innovativo” e articolato in più funzioni fra loro collegate: “fabbrica delle
monete”, luogo di istruzione e laboratorio d’arte
con la Scuola dell’Arte della Medaglia e di divulgazione e conservazione con il Museo della Zecca.
Dal 1978 (anno in cui la Zecca dello Stato, dal Ministero del Tesoro è divenuta parte dell’Istituto Poligrafico) la Scuola ha ampliato i suoi interessi in
funzione di un percorso culturale in cui la formazione si identifica in un progetto di ampio respiro.
Sono state aggiunte, man mano, nuove attività,
oltre agli insegnamenti istituzionali di modellazione e incisione a taglio diretto, realizzando così un
percorso completo e di valore che comprende le
attuali quindici discipline: tecnica dello sbalzo e cesello, modellazione in cera, smalto a grande fuoco,
formatura, progettazione e modellazione tridimensionale, storia dell’arte, tecnologia dei materiali,
computer grafica applicata; restauro, incisione calcografica a bulino, incisione di pietre dure, microformatura e disegno.
Ai corsi triennali si accede tramite concorso; possono partecipare alla selezione i giovani in possesso di un diploma di istruzione artistica. Ogni anno
sono ammessi dodici allievi e la Scuola è gratuita.
La medaglia rappresenta il punto di partenza e il
punto di arrivo di una lunga serie di professioni,
23
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15 | Giuseppe Verdi
scultura in malta terracotta in lavorazione
accomunate fra loro dalla storia dei mestieri d’arte e
dalle arti del metallo, ormai a rischio “estinzione”.
Ancora oggi l’artista-artigiano cesella, incide, modella con i tradizionali strumenti e arnesi, ripetendo con diversa creatività i medesimi gesti che eseguirono gli antichi maestri.
Nel contesto della didattica, è stato pertanto strutturato un percorso di studio e ricerca tecnicocreativa con la consapevolezza che conservare e
perpetuare le “sapienze” del passato nel presente,
equivale alla conservazione di un patrimonio culturale “immateriale”.
All’utilizzo delle tecniche “antiche” si affianca
quello delle tecniche digitali.
La Scuola dell’Arte della Medaglia, tramite progetti
speciali, propone in ambito didattico la realtà del
laboratorio professionale, contribuendo alla produzione della Zecca con progetti, prototipi di medaglie e oggetti artistici, così da inserire le attività
degli allievi nella realtà produttiva.
16 | Coro - spilla
smalto cloisonné su argento,
progetto della serie “Un gioiello per Gustav Klimt”
16
Quest’anno la ventunesima edizione di Desideri
Preziosi è dedicata al duecentesimo anniversario
della nascita di Giuseppe Verdi. La Scuola dell’Arte
della Medaglia ha realizzato per questa occasione
una scultura che rappresenta il grande maestro
così come viene presentato nella moneta da 2 euro
realizzata dalla Zecca dello Stato per la Repubblica
italiana. Sono stati poi raccolti lavori, realizzati in
passato ma anche appositamente creati per Desideri Preziosi, che hanno ispirato i giovani e i “maestri” della Scuola dell’Arte della Medaglia sui temi
di Giuseppe Verdi e della musica.
La Musica e la personalità di Giuseppe Verdi sono
state interpretate in monili, smalti, pietre incise,
in oggetti che raccontano il ritmo vitale che scaturisce da un brano, da un’opera musicale, relazionando fra loro i diversi modi di rappresentare
e creare.
Infine, viene presentato un bassorilievo di Emilio
Greco, “la Musica”, opera che è parte del patrimonio storico della Scuola dell’Arte della Medaglia:
un omaggio al maestro Verdi attraverso un maestro della scultura italiana.
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17 | Albero della vita - monile
smalto cloisonné su argento
progetto della serie “Un gioiello per Gustav Klimt”
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18 | Emile - spilla
incisione su pietre dure:
Carrara, rosso di Verona,
foglia d’oro e montatura in ottone,
progetto della serie “Un gioiello per Gustav Klimt”
19 | Giuseppe Verdi
dal dipinto di Giovanni Boldini,
smalto a miniatura su rame
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alfonsi riccardo
30
argentia di roberta roselli
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arte orafa licciardello
34
cinti orafo
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corrado sacchi
38
cristiana perali
40
effe.ti.esse. design
42
fabrizio di cori gioielli
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fausto maria franchi
46
gio’lelli di giorgia stella
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giorì di gianni ricci lab. orafo incastonatore
50
giovanni battista bruno di belmonte
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glauco cambi gioielli-scultura
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goldenfauser snc
56
laboratorio orafo fiori marco
58
mhs jewels
60
paola petteruti bottega orafa
62
patrizia corvaglia per anda 2004 srl
64
pierpaolo ardigo’ creazione gioielli
66
porpora gioielli
68
pucci tiziano gioielli d’arte
70
roberto giansanti
72
saccares
74
silmaril
76
studio incisioni creazioni orafe luca vichi
78
taberna aurea
80
vincenzo farella creazioni
82
zannetti
84
la vetrina dei desideri
alberto ercoli
alberto ercoli
designer e realizzazione
alberto ercoli
tipologia
anello
tecnica
cera persa
metallo
argento 925‰
pietre
tormalina verde
storia
“Il Trovatore”
Anello di Leonora
30
31
alfonsi riccardo
designer e realizzazione
riccardo alfonsi
tipologia
pendente
tecnica
miste da banchetto
metallo
oro rosa e oro bianco 750 ‰
pietre
diamanti taglio brillante
storia
Sintesi
32
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argentia di roberta roselli
designer e realizzazione
roberta roselli
tipologia
collana
tecnica
traforo sbalzo
metallo
argento puro 1000 ‰
pietre
quarzo rutilato, tormaline nere, quarzo ialino
storia
Piano-forte è il tempo scandito dalla musica
come un altalenarsi di suoni, chiaro e scuro,
bianco e nero
34
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arte orafa licciardello
designer e realizzazione
massimo licciardello
tipologia
ciondolo
tecnica
sbalzo, cesello, incisione
metallo
oro 750 ‰
pietre
diamanti
storia
“Nabucco” - Va’ pensiero
Il pensiero vola fra costellazioni di ricordi,
desideri ed emozioni
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37
cinti orafo
designer e realizzazione
massimo cinti
tipologia
ciondolo
tecnica
traforo e varie da banchetto
metallo
oro bianco 750 ‰
pietre
diamanti taglio brillante
storia
Chiave di violino
38
39
corrado sacchi
designer e realizzazione
corrado sacchi
tipologia
collana
tecnica
microfusione a cera persa
metallo
oro 750 ‰
pietre
brillanti bianchi e neri, onice
storia
“Otello” - Atto Quarto
Otello, Desdemona e il Pianto del Salice
...”sedea chinando sul sen la testa!...
Salce! Salce! Salce! Cantiamo! Cantiamo!
Il Salce funebre sarà la mia ghirlanda!”...
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cristiana perali
designer e realizzazione
cristiana perali
tipologia
bracciale
tecnica
cera persa
metallo
argento dorato e brunito
storia
“Aida”
La femminilità espressa in un ornamento
profondamente legato alle simbologie
dell’antico Egitto e alla splendida musica
dell’opera del grande Maestro
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effe.ti.esse. design
designer
francesca suardi e francesco tagliaferri
realizzazione
effe.ti.esse. design di francesco tagliaferri
tipologia
anello
tecnica
mista, manuale e controllo numerico
metallo
argento 925 ‰ rodiato
storia
“Nabucco” - Va’ pensiero
... la musica... vola al cuore di chi... l’indossa!
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fabrizio di cori gioielli
designer e realizzazione
fabrizio di cori
tipologia
tagliacarte
tecnica
a lastra
metallo
oro 750 ‰ e argento 925 ‰
pietre
diamanti, rubini, lapislazzulo
storia
“Nabucco”
Fra le righe del Nabucco trovasti il coraggio
di ricominciare, musicando l’opera
che ti portò al decollo della tua celebrità.
Energia interiore e potenza della musica
sono state più forti di un guscio di tartaruga
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fausto maria franchi
designer e realizzazione
enrico franchi
tipologia
anello
tecnica
modellazione in cera, fusione a cera persa,
smalto a gran fuoco
metallo
argento 999,9 ‰
storia
“Aida”
” ... t’ispiri il Signore un concento...”
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gio’lelli di giorgia stella
designer e realizzazione
giorgia stella
tipologia
orecchini
tecnica
cera persa e banchetto
metallo
argento 925 ‰ e oro 750 ‰
storia
“Un ballo in maschera”
Il riflesso della beltà della donna,
identificatosi nel candore della luna,
in un unico corpo si fonde e fa sì che,
dall’animo umano, arte in musica nasca
50
51
giorì di gianni ricci
lab. orafo incastonatore
designer
don massimiliano diacono floridi
realizzazione
gianni ricci
tipologia
paliotto per altare
tecnica
mista, traforo
metallo
argento e argento dorato
storia
“Requiem”
Paliotto per l’altare che i Doria Pamphilj
hanno commissionato per la cappella
della camera da letto di Villa del Principe,
a Genova, ove Verdi fu ospite
52
53
giovanni battista
bruno di belmonte
designer e realizzazione
giovanni battista bruno di belmonte
tipologia
orecchini
tecnica
mista banchetto
metallo
oro giallo 750 ‰
pietre
tanzaniti ovali e goccia cabochon,
rubini princess
storia
“La Traviata”
I rubini rappresentano la passione che arde
nel cuore di Violetta e la tanzanite sta a significare la purezza dell’amore che alberga
nel cuore di ogni donna
54
55
glauco cambi gioielli - scultura
designer e realizzazione
glauco cambi
tipologia
collana
tecnica
diretta, niello, modellazione a cera persa
metallo
acciaio, argento, palladio, niello
pietre
quarzo stellato
storia
Un elemento essenziale della musica verdiana
è l’accordatura a 432 Hertz detta “La verdiano”.
Gli esperimenti della teoria cimatica,
che analizza l’effetto morfogenetico delle
onde sonore, hanno mostrato come le 432
vibrazioni al secondo del diapason,
applicate a un piano cosparso di polveri sottili,
originino un’immagine ben definita.
Questa stessa immagine è stata trasferita,
con la tecnica del niello, su un disco di palladio e argento, a contatto con un diapason di
acciaio armonico
56
57
goldenfauser snc
designer
gravagnone - cervoni - paoletti
realizzazione
goldenfauser snc
tipologia
collana con ciondolo rapper
tecnica
incisione, smaltatura, incastonatura
metallo
acciaio e argento
pietre
rubini, zirconi, tsavoriti
storia
“Macbeth”
Giuseppe Verdi visto da Renato Guttuso.
Bozzetto realizzato in occasione della rappresentazione dell’opera al Teatro Regio
di Parma, nel 1963, per la regia di Bernardo
Bertolucci
58
59
laboratorio orafo fiori marco
designer e realizzazione
marco fiori
tipologia
collana
tecnica
costruzione del gioiello
metallo
oro 750 ‰
pietre
acquamarina, perle grigie e nere
storia
“La Traviata”
Il pentagramma sul quale scorre l’opera comincia da sinistra (I Atto) ove le microperle
si muovono su un’onda ideale frivola per poi
scorrere (II Atto) su un filo ideale sinuoso verso destra (III Atto) dove il pentagramma nel
finale si apre; perle e gocce di acquamarina
sfumano come lacrime a chiudere l’opera
60
61
mhs jewels
designer e realizzazione
marcello hubert seregni
tipologia
spilla / pendente
tecnica
lavorazione a mano eseguita
con tecnica a banchetto
metallo
argento 925 ‰, doratura
storia
VIVA V.E.R.D.I.
62
63
paola petteruti bottega orafa
designer
paola petteruti e paola riccucci
realizzazione
paola petteruti
tipologia
ciondolo
tecnica
lavorazione al filo
metallo
argento 925 ‰
storia
Musica infinita
64
65
patrizia corvaglia
per anda 2004 srl
designer
patrizia corvaglia
realizzazione
G.M. di giorgio galeno
tipologia
bracciale
tecnica
microscultura in cera persa
metallo
argento 925 ‰
storia
“Nabucco”
Il Teatro dell’Opera accoglie il Nabucco
che lo avvolge con la sua straordinaria magia
66
67
pierpaolo ardigò
creazione gioielli
designer e realizzazione
pierpaolo ardigò
tipologia
collier rigido
tecnica
cera persa e banchetto
metallo
argento e bronzo
pietre
zirconi
storia
Le note e il pentagramma si fondono
per diventare tutt’uno con il Maestro
68
69
porpora gioielli
designer e realizzazione
jlt
tipologia
anello
tecnica
prototipazione, incisione laser,
smaltatura e lavorazione a mano
metallo
argento 925 ‰
storia
“Aida”
70
71
pucci tiziano gioielli d’arte
designer e realizzazione
tiziano pucci
tipologia
spilla
tecnica
fusione a cera persa
metallo
oro 750 ‰ e argento brunito 925 ‰
storia
“Aida”
Il Re
72
73
roberto giansanti
designer
roberto giansanti
realizzazione
stefano casagrande raffi
tipologia
collana
tecnica
lavorazione a mano
eseguita con tecnica a banchetto
metallo
oro giallo e bianco 750 ‰
pietre
diamanti taglio brillante moderno
e rubini cabochon, corallo baccellato
storia
“Falstaff” - Atto III
“Tutto nel modo è burla.
L’uomo è nato burlone.”
74
75
saccares
designer e realizzazione
claudio saccares
tipologia
ciondolo
tecnica
banchetto, traforo
metallo
oro e argento
pietre
perla cinese fiume, quarzo ametista,
onice nero
storia
Chiave di violino in stile futurista
76
77
silmaril
designer e realizzazione
silmaril snc
tipologia
collana
tecnica
lavorazione artigianale interamente a mano,
traforo, incassatura a pavè
metallo
oro giallo 750 ‰
pietre
perle giapponesi, brillanti, tormalina rosa,
acquamarina, quarzo palmera e ametista,
pietre naturali
storia
“Aida”
La purezza del Nilo e la grandezza del Faraone,
racchiusi in un gioiello dedicato alla “celeste
Aida”
78
79
studio incisioni creazioni orafe
luca vichi
designer e realizzazione
luca vichi
tipologia
spilla
tecnica
bassorilievo con incisione a mano
metallo
oro giallo 750 ‰
storia
“Aida”
Parte di scenografia
80
81
taberna aurea
designer
stefano colasuonno e ginevra fiorentini
realizzazione
stefano colasuonno
tipologia
ciondolo centrale
tecnica
cera persa e banchetto
metallo
argento e oro
pietre
incisione di corniola
storia
“Rigoletto”
...“sempre un amabile leggiadro viso,
in pianto o in riso, è menzognero”...
82
83
vincenzo farella creazioni
designer e realizzazione
vincenzo farella
tipologia
ciondolo
tecnica
cera persa
metallo
oro 750 ‰
storia
Le radici della patria. VIVA V.E.R.D.I.!
84
85
zannetti
designer e realizzazione
riccardo zannetti
tipologia
orologio - gioiello
tecnica
lavorazione a banchetto, incastonatura,
smaltatura, incisione
metallo
acciaio placcato e oro giallo
pietre
diamanti bianchi e neri, madreperla
storia
Pianoforte con tasti in madreperla smaltata
e diamanti applicati nella lunetta interna,
ispirato alle liriche da camera per voce
e pianoforte
86
87
elenco dei partecipanti
ALBERTO ERCOLI
VIA DEI BERGAMASCHI, 57 - 00186 ROMA
t. 066784889
[email protected]
ALFONSI RICCARDO
VIA VITTORIA, 80 - 00186 ROMA
t. 0669380447 f. 0669380447
[email protected]
www.riccardoalfonsi.it
ARGENTIA DI ROBERTA ROSELLI
VIA URBANA, 32 - 00184 ROMA
t. 066875488
[email protected]
www.argentia-jewels.com
ARTE ORAFA LICCIARDELLO
VIA DEI SERPENTI, 5 - 00184 ROMA
t. 064881002 f. 064881002
[email protected]
www.arteorafa-licciardello.it
CINTI ORAFO
VIA STIMIGLIANO, 4 - 00199 ROMA
t. 0686218932 f. 0686218932
[email protected]
www.cintijewels.com
CORRADO SACCHI
VIA DELLA PALOMBELLA, 39/40 - 00186 ROMA
t. 066869223 f. 0668805074
[email protected]
www.sacchigioielli.it
CRISTIANA PERALI
VIA DEI BANCHI VECCHI, 60 - 00186 ROMA
t. 0668802907 f. 0668802907
[email protected]
www.cristianaperali.it
EFFE.TI.ESSE. DESIGN
VIA DELLA GIULIANA, 38 - 00195 ROMA
t. 063728468 f. 0697258025
[email protected]
www.effetiessedesign.com
FABRIZIO DI CORI GIOIELLI
VIA ALESSANDRO FLEMING, 17 - 00031 ARTENA (RM)
t. 069515900 f. 069515900
[email protected]
www.fabriziodicori.it
FAUSTO MARIA FRANCHI
VIA DEL CLEMENTINO, 98/100 - 00186 ROMA
t. 066871558 f. 066871558
[email protected]
www.faustomariafranchi.com
GIO’LELLI DI GIORGIA STELLA
VIA AURELIA, 359 - 00058 SANTA MARINELLA (RM)
m. 3287291923 f. 0766537670
[email protected]
www.giolelli.it
GIORÌ DI GIANNI RICCI LAB. ORAFO INCASTONATORE
VIA GIACOMO MATTEOTTI, 7
00032 CARPINETO ROMANO (RM)
t. 069798643
[email protected]
GIOVANNI BATTISTA BRUNO DI BELMONTE
VIA FAMAGOSTA, 16 - 00192 ROMA
t. 0639743159
[email protected]
www.gioiellicreativi.it
GLAUCO CAMBI GIOIELLI-SCULTURA
VIA PLAUTO, 10/A - 00193 ROMA
t. 0639751300 f. 0639751300
[email protected]
www.glaucocambi.it
GOLDENFAUSER SNC
VIA DI BOCCEA, 470 - 00166 ROMA
t. 066622787 - 066624909 f. 066622787
[email protected]
www.goldenfauser.it
www.shakeyourbones.com
PUCCI TIZIANO GIOIELLI D’ARTE
VIA DEL BOSCHETTO, 135 - 00184 ROMA
t. 064742794
[email protected]
www.puccigioiellidarte.it
LABORATORIO ORAFO FIORI MARCO
VIA ENEA, 55 - 00181 ROMA
t. 067806998 m. 3333953522
[email protected]
ROBERTO GIANSANTI
PIAZZA CUBA, 12 - 00198 ROMA
t. 0644244915 f. 0644244915
[email protected]
www.giansantigioiellerie.com
MHS JEWELS
VIALE DI VILLA PAMPHILI, 13/B - 00152 ROMA
t. 065806820
[email protected]
SACCARES
VIA GARIGLIANO, 13 - 00198 ROMA
t. 068417082
[email protected]
PAOLA PETTERUTI BOTTEGA ORAFA
VIA CESARE MACCARI, 330/332 - 00125 ROMA
t. 0652356364 f. 0652356364
[email protected]
www.paolapetteruti.it
SILMARIL
VIA DEI CORONARI, 36 - 00186 ROMA
t. 066869559 f. 066869559
[email protected]
PATRIZIA CORVAGLIA PER ANDA 2004 SRL
VIA DEI BANCHI NUOVI, 45 - 00186 ROMA
m. 3398743367
[email protected]
www.patriziacorvaglia.it
PIERPAOLO ARDIGO’ CREAZIONE GIOIELLI
VIA BERGAMO, 35 - 00198 ROMA
t. 068540611 m. 3497516281 f. 068540611
[email protected]
www.pierpaoloardigo.com
PORPORA GIOIELLI
VIA SEBASTIANO VENIERO, 18 - 00192 ROMA
t. 0639030529 f. 0639030529
[email protected]
www.porporagioielli.com
STUDIO INCISIONI CREAZIONI ORAFE LUCA VICHI
VIA SAN PAOLO ALLA REGOLA, 36/B - 00186 ROMA
t. 0668308150
[email protected]
TABERNA AUREA
VIA VITO GIUSEPPE GALATI, 103/B - 00155 ROMA
t. 064071447 f. 064071447
[email protected]
VINCENZO FARELLA CREAZIONI
VIA DI SANTA CHIARA, 62/63 - 00186 ROMA
t. 0668805885
[email protected]
www.vincenzofarellacreazioni.it
ZANNETTI
VIA MONTE D’ORO, 19 - 00186 ROMA
t. 066876651 f. 066875027
[email protected]
www.zannetti.it
allestimento
Il progetto ha come riferimento concettuale
il pentagramma musicale.
La scelta accomuna la realizzazione dell’allestimento
e l’insieme della comunicazione visiva.
Il pentagramma viene ulteriormente connotato
dalla riproposizione dell’incipit del celebre coro
del Nabucco (Va’ pensiero) che viene qui interpretato
con materiali e oggetti che rimandano a “Desideri preziosi”.
La scelta del pentagramma tiene insieme il riferimento
al luogo in cui la mostra viene realizzata ma anche
rimanda all’idea di spartito, progetto, composizione
articolata all’interno della quale gli elementi preziosi
trovano la propria collocazione armonica.
Proprio per questa ragione le righe vivono di scelte
cromatiche che rimandano a materiali preziosi
per eccellenza: oro, argento, turchese (pietra preziosa
che dall’oriente giungeva in Europa attraverso la Turchia,
appunto). E i gioielli, divenuti note musicali, si dispongono
con naturalezza sul pentagramma secondo le posizioni
esatte dell’aria di Verdi, a unire bellezza ed armonia,
nell’anno del centenario.
SEZIONE LONGITUDINALE H - H’
SEZ. X - X’
SEZ. Y - Y’
SEZ. Z - Z’
X’
Y’
Z’
W’
J’
SEZ. J - J’
SEZ. W - W’
SEZIONE LONGITUDINALE K - K’
H’
H
X’
Y’
Z’
W’
K’
J’
K
01 | Progetto di allestimento
pianta
94
95
pentagramma
panneggi
battute
F
note alte
D
D
F
A
F
A
D
note basse
B
G
B
B
A
C
pannelli
C
chiave di violino
D
D
E
CONCEPT
note alte
96
note basse
02 | Progetto di allestimento
esploso assonometrico
97
regesto
2012
maya
simboli e profezie nel gioiello
2011
il gioiello che unisce:
italia 1861 - 2011
2010
burlesque, colore e ironia nel gioiello
2009
gioielli in fiore
2008
gioiello, labirinto di sogni
2007
ara pacis
gioiello augusteo
2002
il volto del gioiello
2001
odissea nel...gioiello
2000
omaggio a benvenuto cellini
nel cinquecentesimo anniversario
della nascita
1999
l’aria, l’acqua, il cielo, la terra...
e gli orafi romani
1998
roma in un gioiello
1997
il gioiello canta la divina commedia
2006
vibrazioni d’oro nel cielo
1996
gioielli in fiaba
2005
passi di danza raccontati nell’oro
1995
un omaggio a fellini
2004
gioiello, sogno poetico
1994
immaginifico berniniano
2003
adriano nella roma di yourcenar
1993
alle soglie del 2000
finito di stampare
roma, novembre 2013
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