SOLDATINI DI CARTA
L’ultima puntata sui soldatini di
carta western pubblicati dal Corriere dei Piccoli è dedicata a quelli
creati nel 1965 da Sergio Toppi,
maestro riconosciuto della Nona
Arte e dell’illustrazione, purtroppo recentemente scomparso.
L’esordio di Toppi nell’ambiente
del fumetto avvenne nel 1961 sul
Corriere dei Piccoli, diretto in quel
periodo da Guglielmo Zucconi,
con illustrazioni per alcuni episodi della serie de Il Mago Zurlì, su
testi di Carlo Triberti. In seguito
pubblicò altre storie di argomento
storico e bellico su testi di Mino
Milani, scrittore e principale soggettista del Corriere dei Piccoli, vignette umoristiche e una bellissima riduzione de La Sacra Bibbia di
Corrado Vanni.
Similmente a Pratt, Battaglia, Trevisan, Cimpellin, Natoli, Francesconi e De Paoli, il Maestro ha
disegnato soldatini da ritagliare
per il Corriere dei Piccoli, fornendo
dal 1961 al 1968 una copiosa produzione di affascinanti tavole in
cui ha raggiunto vertici inusitati
in questa forma di arte, erroneamente definita “povera” da critici
incompetenti.
Nella sua vasta produzione fumettistica e illustrativa si nota una forma quasi ossessiva per le armi, le
uniformi, per i temi bellici in genere. Forse questo suo stato d’animo
gli derivava dall’infanzia vissuta
come sfollato da Milano con i suoi
genitori nelle valli dell’Ossola: «Ci
dicevano che là era più tranquillo, e invece nasceva la repubblica partigiana
[…] ci colpivano gli alleati, quegli americani di colore, che avevamo visto solo
al cinema: ci apparivano come marziani, ricchi e potenti».
In realtà, sull’argomento era solito ironizzare: «sono così mite che non
sono nemmeno antimilitarista».
Tale passione si tradusse anche
nella costruzione di figurini tridimensionali in atteggiamenti simili
ai personaggi dei suoi fumetti. In
un articolo dello sceneggiatore
Giorgio Pezzin (Zagor, Il Piccolo
Ranger) in memoria del Maestro,
l’autore ricorda che Decio Canzio
gli parlò dei soldatini tridimensionali costruiti dall’artista, che
probabilmente servivano per ispirazione nelle storie, oltre che per
ricerca e documentazione. Spinto
dalla curiosità, Pezzin ottenne un
incontro con il Maestro, il quale gli illustrò i propri figurini alti
15-20 cm, fatti con il DAS, dipinti
a tempera, “sporcati” e usurati in
vario modo e completati con particolari fatti di legno, carta, filo di
ferro ecc. rappresentanti indiani,
trapper, guerrieri vari.
Sul Corriere dei Piccoli ha pubblicato
tre serie di soldatini: la serie we-
Il Far West da
ritagliare sul
Corriere dei Piccoli:
Sergio Toppi
di Bruno Caporlingua
Toppi, Tutto sul West, Le porte dell’ignoto, 1965
stern del 1965 (12 puntate), quella
medioevale (12 puntate) e quella
sulle Forze Armate italiane (4 pun-
tate), entrambe del 1966. In realtà,
l’autore si era già cimentato in altri
giochi da ritagliare sul settimanale
Toppi, Tutto sul West, Diligenze e pony - express, 1965
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di via Solferino. Vediamoli brevemente.
Iniziò sul n.49 del 1961 con una
puntata della serie Le grandi battaglie intitolata L’irruzione di Millo
nell’inviolabile covo (Dardanelli), in
cui fu ricostruita la celebre impresa compiuta dalla nostra Marina
durante la guerra di Libia. L’illustrazione centrale era accompagnata da 5 figurini, quattro militari italiani e uno turco, senza la
tipica base di sostegno, ma che
sicuramente i bambini dell’epoca ritagliarono subito per le loro
battaglie di fantasia. La descrizione dell’evento bellico era firmata
Lord Keiffel, uno pseudonimo sotto cui si celava il grande scrittore
Mino Milani.
Sul n.19 del 1962 Toppi disegnò Fatevi la stazione spaziale, con tre figurini in tuta da astronauti, un trattore, una base spaziale e un razzo
da costruire. Per quel che risulta,
uno dei pochissimi giochi italiani
da ritagliare su tema fantascientifico-spaziale, abbastanza comuni,
invece, in USA e in Spagna. Nel
n.41 del medesimo anno, in occasione dell’apertura del Concilio
Vaticano II, presentò in copertina
i personaggi da ritagliare sul Concilio Ecumenico (prelati e soldati
pontifici) con un’imponente scenografia dell’aula conciliare per
costruire uno splendido diorama,
confermando l’attitudine pedagogica del CdP per il gioco istruttivo.
Sul n.4 del 1963 c’era, a tutta pagina, un bel Vascello del secolo XVII da
costruire. Nel 1964, con il marchio
Galbani, due puntate (n.19 e 25)
incentrate su personaggi, con una
base da ritagliare, dei supermercati (siamo agli inizi di quel genere
di distribuzione e di vendita alimentare), proposti quindi per scopo ludico-pubblicitario.
La serie di ambientazione western
fu presentata sul n.25 del 1965,
in cui era annunziato, a partire
dal numero successivo, un inserto centrale con la rubrica Tutto sul
West: racconti, curiosità e, soprattutto, soldatini western. La scelta
degli argomenti trattati fu affidata
a Giorgio Martinelli, giornalista
con la passione dei cavalli e con
una grande competenza sul West
americano, da lui visitato a lungo, mentre le illustrazioni erano
di Bruno Faganello, artista autore, tra l’altro, di nove splendide
copertine per Il Piccolo Ranger, e
infine c’erano i soldatini da ritagliare di Toppi. L’inserto era così
strutturato: un racconto in prima e
quarta pagina con illustrazioni di
Faganello, le due pagine centrali
con i soldatini e in quella finale,
oltre il racconto, varie curiosità,
tipo un piccolo dizionario western
La tenda indiana, 1965
sempre a cura di Martinelli.
Come annunziato, sul numero
successivo, il 26, oltre al nuovo
Corrierino Estate, supplemento in
formato libretto che alternava storie di Lucky Luke, l’allegro giustiziere del West disegnato dal belga
Maurice de Bévere in arte Morris,
con tavole del Principe Valiant creato da Hal Foster, nella metà destra
della copertina c’erano le prime figurine da ritagliare sul West.
La puntata, intitolata Le porte dell’ignoto, era dedicata ai cacciatori di
pellicce, primi esploratori della
wilderness. Fra indiani e trappers
che lottavano contro grizzly, iniziava un’indimenticabile sequenza in dodici puntate di personaggi
e abitazioni creati da un Toppi in
stato di grazia, anche se chiaramente in debito con Sergio Leone e il suo Per un pugno di dollari
(1964)! Le figurine erano disegnate con abiti precisi nei particolari e
poco hollywoodiani, con un predominante colore marrone scuro
che rendeva perfettamente l’idea
dell’ambientazione nelle Montagne rocciose, in cui vissero Daniel
Boone, Davy Crockett e Kit Carson,
ivi rappresentati. C’era anche una
capanna dei trappers da costruire.
Erano raffigurati guerrieri Mandan, Hidatsa e Seminole, in una continuazione ideale con la serie di
Pratt [Fumetto n.83, 2012]
Nel n.27, Gli indiani -1 era incentrato sui nativi americani, con guerrieri delle tribù Mandan, Hidatsa,
Sioux guidati da Toro Seduto,
Cavallo Pazzo e Aquila di Guerra,
valenti capi della nazione Dakota.
Immancabile un tepee, tenda degli
indiani delle pianure, e un travois,
il mezzo di trasporto indiano.
Sul n.28, in una pagina spiccava
1849: la febbre dell’oro e nell’altra Gli
indiani dell’ovest. La febbre dell’oro,
che seguì alla scoperta di un giacimento aurifero nel West, diede
le estremità a perpendicolo, utilizzato per le cucine
dell’esercito. In ogni caso
il carro di Toppi fu riproposto tale e quale e da solo sul
n.16 del 1976 del Corriere dei
Ragazzi.
Le tavole del n.30 erano intitolate Mandrie, Winchester
e Cow-boy, due pagine con
cow-boys a cavallo, a piedi
e in bivacco e guerrieri Siksika (Piedi neri), una mandria
di Longhorn e perfino una
marchiatura di vitello. Nel
n.31, Diligenze e “Pony-express”
era dedicato agli unici mezzi di comunicazione, trainati da cavalli, che per lungo
tempo unirono il paese, prima dell’arrivo del progresso La frontiera avanza 1965
tecnologico rappresentato
dalla strada ferrata: una delle più ne, infatti si intitolava Indiani e solbelle tavole western pubblicate sul dati in guerra e presentava i protaCorriere dei Piccoli, con tutti i perso- gonisti di quelle sanguinose guernaggi a cavallo. Le figure davano re: il Generale Custer e i soldati
una vera scarica di adrenalina al del 7° Cavalleria, con Toro Seduto,
lettore! C’era un Buffalo Bill ancora ripreso mentre celebra riti magici
alle prime armi, quando era pony- durante la battaglia, Gall, capo dei
express, un drappello di cavalleria Sioux Unkpapa, Pioggia in faccia e
alla carica con le sciabole sguaina- numerosi guerrieri Minneconjou,
te, guerrieri Cheyenne e Sioux all’at- Sioux e Sans-Arc.
tacco e una spettacolare diligenza Nel n.33 i protagonisti erano Sceattaccata dagli indiani, una vera riffi e Banditi, con i soliti nomi già
perla fra quelle che circolano nel visti nelle precedenti serie di Tremondo delle milizie su carta!
visan [Fumetto n.79, 2011] e Pratt:
La puntata successiva, nel n.32, Hickok, i fratelli Earp, Holliday e
era imperniata sulle guerre india- Masterson da una parte e Billy the
Kid, Jesse James, Cole Younger e
Joachim Murieta dall’altra. In più
giudice, banchiere, vigilante, sceriffo e banditi. C’erano un saloon,
l’ufficio dello sceriffo e la banca,
ma solo nelle parti frontali, poco
coinvolgenti rispetto a quelle disegnate sei anni prima da Trevisan.
Sul n.34 teneva banco L’epopea dei
Nasi Forati, come erano definiti
i Wal-Lam-Wat-Kin, che sotto la
guida del celebre capo Giuseppe,
abbandonarono l’Oregon per dirigersi con una marcia di 2000 km
verso la frontiera canadese. Dopo
15 combattimenti vittoriosi dovettero arrendersi al Generale Miles.
I figurini rappresentavano soldati
della fanteria USA e indiani Nasi
Forati, oltre ai due protagonisti, il
capo Giuseppe e il gen. Miles. Le
figure erano veramente belle, peccato per i colori troppo scuri, i cavalli avevano una tonalità violacea!
Sul n.35 Toppi riprendeva quota
nelle costruzioni con Il “saloon” e i
suoi personaggi, infatti la ricostruzione ambientale era ottima. Erano presenti pochi personaggi, ma
azzeccati: lo sceriffo, il barista, il
pianista, i cow-boys che bevono,
giocano a carte o si prendono a pugni. Peccato che, come avvenuto
nella serie disegnata da Trevisan,
anche nel saloon di Toppi non c’e-
impulso alla corsa verso
l’ovest, coinvolgendo cercatori, avventurieri e coloni, tutti attirati dal grande
miraggio del prezioso minerale giallo! In quell’occasione Toppi presentò
vigilantes, cercatori e
sceriffi. La pagina dedicata ai nativi dell’ovest era
una bellissima sequenza
di indiani Navaho, Tlingit,
Zuni e Hopi. I cavalli dei
guerrieri avevano un dinamismo che mancava in
quelli della serie di Pratt,
più statici.
Il numero successivo offriva uno spaccato de I
Pionieri: la frontiera avanza,
con Jim Bridger, famosa
guida, scout e perfino i
mormoni con Brigham Young,
scelta inusitata per una serie di milizie di carta. Essi furono i pionieri
che si diressero verso quattro piste
principali: la pista dell’Oregon
(la più battuta, detta Oregon Trail),
quella della California, quella spagnola e quella del Postale di Butterfield. Nella seconda pagina c’era un carro erroneamente chiamato Conestoga, in realtà un Chuck
Wagon, infatti il primo era svasato ai lati con una forma a barca e
con le ruote molto grandi adatte
a arrampicarsi su piste impervie,
quello pubblicato, invece, era con
Gli indiani, 1965
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La febbre dell’oro e gli indiani dell’Ovest
ra alcuna presenza femminile.
Gli indomabili Apache erano i protagonisti della terz’ultima puntata
(n.36).
Nel numero successivo (n.37) Il
rodeo, oggi come ieri presentava una
serie di figure sul più grande spettacolo del West. In pratica era quasi un diorama. Sia negli USA che
Indiani e soldati in guerra
in Spagna e Francia esistono molte rappresentazioni da ritagliare
sui rodei, ma quella di Toppi era
spettacolare, anche perché aveva
disegnato manzi e vitelli turbolenti, oltre i cavalli selvaggi, cavalcati
dai cow-boys.
In sostanza quella di Sergio Toppi
era una bellissima serie di tavole
da ritagliare sul Far West che ancora oggi lascia a bocca aperta chi
la guarda, tanto più se si considera
che fino a quel momento l’artista
non aveva mai disegnato storie di
ambientazione western. Per inciso, nel 1966, verosimilmente per
interessamento di D’Ami [come
confermato dall’artista Giovanni Ca-
Gli indiani dell’Ovest
Gli Apache
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selli, n.d.a.], molte produzioni del
Corriere dei Piccoli furono tradotte per i periodici francesi delle
Éditions S.A.G.É. fra cui anche i
celebri soldatini di carta. Infatti su
Tom et Jerry furono editati quelli di
Giancarlo Francesconi della serie
Soldati d’Italia, mentre sul mensile
Rintintin quelli della serie western
di Toppi, benché sacrificati dal
formato più piccolo rispetto al
settimanale di via Solferino e dalla
cucitura centrale dell’albo.
L’ultimo approccio del Maestro
con figurine da ritagliare apparve
su La Bancarella n.5 del 1978, mensile tabloid genovese del disegnatore Gualtiero Schiaffino, che in
quel numero propose Il Gioco del
potere, disegnato da Dino Battaglia, Enric Siò e Sergio Toppi. Si
trattava di un gioco da tavolo inerente gli anni di piombo, con un
campo di gioco, regole e figurine
da ritagliare che riproducevano
i protagonisti politici e sociali di
quegli anni bui. Toppi disegnò
l’avv. Agnelli, Marco Pannella,
l’on. Cossiga e l’on. Flaminio Piccoli, oltre a casalinghe, brigatisti
e militanti del PCI e del Psi (quelli
di una volta): una chicca che concluse la stagione delle figurine da
ritagliare sulle riviste italiane a fumetti.
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Il Far West da ritagliare sul Corriere dei Piccoli