Cultura
LA SICILIA
.19
DARIO LO CICERO, PHILIP GOSSETT E DANIELE FICOLA
B
rani autografi inediti di Rossini, Donizetti
e Generali sono venuti alla luce nel corso
di una nuova catalogazione di alcuni faldoni della biblioteca del Conservatorio "Vincenzo Bellini" di via Squarcialupo a Palermo. I
preziosi manoscritti sono stati ritrovati dal bibliotecario Dario Lo Cicero e sottoposti a Philip Gossett, musicologo e storico di New York, uno dei più
autorevoli studiosi delle opere rossiniane.
Le composizioni sono state presentate ieri mattina da Daniele Ficola, direttore del Conservatorio,
e da Philip Gossett. Si tratta di tre arie di Gioacchino Rossini: "Un vago sembiante", "Presto amiche", "Aria di sortita"; opere rappresentate al Teatro Carolino di Palermo nei primi anni Venti dell’Ottocento.
Nel 1825 i fratelli Luigi e Giuseppe Valguarnera, proprietari del Teatro Carolino, ingaggiarono
come direttore degli spettacoli il compositore
bergamasco, Gaetano Donizetti, che scrisse per la
cantante Maria Tomaselli Tamburini l’aria "Cimentando i venti e l’onde", opera che adesso è
tornata a respirare grazie al fiuto di Lo Cicero. Di
Donizetti trovate anche la "Cantata per la partenza del Luogotenente Generale marchese Ugo delle Favare" e la "Cantata per il natalizio di re Ferdinando I". Entrambi i testi risalgono al 1825. Ma
Donizetti non era amato nella "città dei Vespri" e
la sua esperienza durò soltanto undici mesi. Il
pubblico palermitano folleggiava per il giovanissimo Vincenzo Bellini, il "cigno di Catania", che
con i suoi arabeschi musicali era capace di penetrare nell’anima e nel cuore degli appassionati
musicologi. I suoi brani andarono in scena sia prima che dopo la sua scomparsa.
Donizetti capì di non essere gradito e lasciò
senza rancore Palermo. Nel ruolo di direttore artistico venne chiamato il romano Pietro Generali, a
VINCENZO PRESTIGIACOMO
quel tempo maestro di cappella presso San Giacomo degli Spagnoli nella Capitale. Di questo compositore sono state ritrovate due cantate, "La vestale"
e "Il tempio di Minerva", e un’aria per soprano, coro e orchestra, "Cessar gli affanni", tutte opere
scritte nel corso della sua presenza a Palermo.
«Questi manoscritti - ha spiegato Philip Gossett
- sono passati inosservati nella catalogazione del
1986 anche a causa di una radicata indifferenza,
talvolta mista a pregiudizi nei confronti del patrimonio della biblioteca che l’ha custodito. E si
tratta di composizioni legate all’attività del Teatro Carolino di Palermo degli anni Venti dell’Ottocento».
E Dario Lo Cicero: «Quello che sta venendo alla
luce è solo la parte emersa di un iceberg. Sicuramente, studiando più a fondo i faldoni avremo altre piacevoli sorprese».
Ritrovate a Palermo arie di Rossini e Donizetti
SCOPERTE ALLA BIBLIOTECA DEL CONSERVATORIO “BELLINI”
ggi
MERCOLEDÌ 9 MAGGIO 2012
Rossini ritrovato, spunta a Palermo il manoscritto del 'Quintetto' de 'La gazzetta' - Adnkronos Spettacolo
08/05/12 15:00
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Martedì 8 Maggio 2012
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News > Spettacolo > Rossini ritrovato, spunta a Palermo il manoscritto del 'Quintetto' de 'La
gazzetta'
Composizioni legate all'attività del Teatro Carolino negli anni Venti
Rossini ritrovato, spunta a Palermo il
manoscritto del 'Quintetto' de 'La gazzetta'
ultimo aggiornamento: 08 maggio, ore 14:52
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - Tornano alla
luce importanti manoscritti, alcuni
sconosciuti altri creduti persi, di Gioacchino
Rossini e Gaetano Donizetti. I documenti, di
altissimo valore musicologico, sono stati
ritrovati nella Biblioteca del Conservatorio
'Vincenzo Bellini' di Palermo
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Manoscritto del 'Quintetto' di Rossini ritrovato nella Biblioteca del
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Roma, 8 mag. (Adnkronos) - Tornano alla luce importanti manoscritti, alcuni sconosciuti altri creduti
persi, di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti. I documenti, di altissimo valore musicologico, sono stati
ritrovati nella Biblioteca del Conservatorio 'Vincenzo Bellini' di Palermo dal docente e bibliotecario Dario Lo
Cicero, e sono stati presentati al pubblico dal direttore del Conservatorio, Daniele Ficola, dallo stesso Lo
Cicero e dal musicologo Philip Gossett, massimo esperto dell'opera italiana dell''800, ex docente presso
l’Università 'La Sapienza' di Roma e professore emerito dell’University of Chicago.
Il ritrovamento più importante, è quello del 'Quintetto' del I atto
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dell'opera 'La gazzetta' di Rossini. Finora era stato cercato senza fortuna
sia tra gli autografi del compositore pesarese, che tra le varie copie
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Sempre di Rossini sono stati ritrovati gli autografi di due arie aggiunte dal
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compositore in occasione delle rappresentazioni romane del 'Turco in Italia'
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nel novembre 1815: la cavatina di Don Narciso, 'Un vago sembiante', e
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quella di Donna Fiorilla, 'Presto amiche'.Di Donizetti sono state ritrovate
due cantate, ritenute perdute fino a pochissimo tempo fa: la 'Cantata per la
partenza del Luogotenente Generale March. Ugo delle Favare' e la 'Cantata per il natalizio di Re Ferdinando
I', composte entrambe nell’estate del 1825. A questi pezzi segue poi una cavatina sostitutiva per 'L’italiana in
Algeri' di Rossini, 'Cimentando i venti e l’onde', scritta da Donizetti nel 1825, quando il compositore si trovava
a Palermo come direttore del Teatro Carolino, per la cantante Maria Tomaselli Tamburini, che Donizetti
descrive come ''un cane'' in una lettera di quell’anno a Simone Mayr.
Accanto ai manoscritti di Rossini e Donizetti, ne sono stati ritrovati tre di Pietro Generali (1773-1832),
importante compositore del primo Ottocento successivamente messo in ombra dalla crescente fama di
Rossini. Si tratta di due cantate, 'La Vestale' e 'Il Tempio di Minerva', e un’aria per soprano, coro e orchestra,
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Rossini ritrovato, spunta a Palermo il manoscritto del 'Quintetto' de 'La gazzetta' - Adnkronos Spettacolo
08/05/12 15:00
'Cessar gli affanni', scritta nel 1825 per Palermo, dove Generali fu direttore artistico del Teatro Carolino (oggi
Teatro Bellini), sia prima che dopo la breve permanenza di Donizetti.Una prima parte dei ritrovamenti della
Biblioteca palermitana è l’oggetto di un articolo, sul numero attualmente in corso di stampa della 'Rivista
Italiana di Musicologia', a firma di Philip Gossett e Dario Lo Cicero, dal titolo 'Tre autografi sconosciuti
rossiniani e la collezione della Biblioteca del Conservatorio di Palermo'. I brani autografi di Rossini, Donizetti
e Generali facevano parte di una miscellanea custodita nella Biblioteca del Conservatorio di Palermo,
inventariata nel 1986 semplicemente come 'Antologia di brani operistici di Rossini, Donizetti, Generali manoscritto'. Miscellanea ''passata inosservata anche a causa di una radicata indifferenza, talvolta mista a
pregiudizi -spiegano Gossett e Lo Cicero- nei confronti del patrimonio della biblioteca che l’ha custodito''. Si
tratta di composizioni chiaramente legate all’attività del Teatro Carolino di Palermo nel corso degli anni Venti
dell’Ottocento.''Quella che sta venendo alla luce -aggiungono Gossett e Lo Cicero- è solo la parte emersa di
un iceberg. Forse è arrivato il momento di indagare su quel restante 90% ancora sommerso. Ad esempio la
musica di numerosi operisti, messi in quegli anni in ombra dal successo di Rossini, è ancora in larga parte
sconosciuta, poco studiata e pochissimo eseguita''.
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Rossini, Donizetti, Generali: autografi ritrovati al “Bellini” di Palermo | Il Corriere Musicale
13/05/12 15:31
Si tratta di cinque manoscritti, tra i quali l’importante Quintetto dal I atto
de La gazzetta di Rossini, considerato perduto. A introdurre la scoperta Dario
Lo Cicero, Daniele Ficola e Philip Gossett, che abbiamo intervistato
di Monika Prusak
L a Biblioteca del Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo si sta svegliando dopo un lungo inverno di
cattiva gestione o meglio «non-gestione» come la definisce l’attuale bibliotecario Dario Lo Cicero nel corso
della conferenza stampa svoltasi l’8 maggio 2012. È ancora inestimabile la quantità di manoscritti e autografi
che si trovano sugli scaffali, ma questo patrimonio eccezionale lentamente sta venendo alla luce. A introdurre
le recenti scoperte sono stati Daniele Ficola, direttore del Conservatorio, Dario Lo Cicero, grazie al quale la
scoperta ha avuto inizio e Philip Gossett, uno dei massimi esperti dell’opera italiana dell’Ottocento, ex
docente dell’Università “La Sapienza” di Roma e professore emerito dell’University of Chicago (ascoltate qui
un esclusivo documento audio da noi pubblicato). La conferenza costituisce «un’occasione importante al
livello istituzionale per noi che lavoriamo nell’Alta Formazione Artistica e Musicale», ha affermato Daniele
Ficola, «per dare un segnale importante sul patrimonio che custodiscono le biblioteche storiche delle nostre
istituzioni, in alcuni casi già oggetto di indagine accurata, come ad esempio le Biblioteche dei Conservatori di
Napoli, Milano e Bologna.»
Tutta l’attenzione dell’incontro si è concentrata su cinque manoscritti ritrovati in una miscellanea inventariata
nel 1986 come «[Antologia di brani operistici di Rossini, Donizetti, Generali] – manoscritto», ovvero tre
autografi di Rossini, un autografo di Donizetti e un autografo di Pietro Generali, che risalgono agli anni Venti
dell’Ottocento e sono legati all’attività del Teatro Carolino di Palermo. Si tratta dell’aria “Cessar gli affanni”
per soprano, coro e orchestra scritta nel 1825 da Pietro Generali, all’epoca direttore artistico del Teatro
Carolino e acclamato compositore, una cavatina sostitutiva per L’italiana in Algeri rossiniana, “Cimentando i
venti e l’onde”, scritta da Donizetti per la cantante Maria Tomaselli Tamburini nel 1825, quando egli era
direttore del Carolino, due arie aggiunte da Rossini in occasione delle rappresentazioni romane del Turco in
Italia nel novembre 1815, “Un vago sembiante”, cavatina di Don Narciso, e “Presto amiche”, cavatina di
Donna Fiorilla, e l’autografo più importante, considerato perduto, il Quintetto dal I atto de La gazzetta di
Rossini. «Questi ritrovamenti sono quelli più clamorosi», ha constatato Dario Lo Cicero, «è per questo che è
stata indetta una conferenza stampa, ma ci sono tantissime cose che sono saltate fuori nel corso degli anni
[…], perché questa biblioteca copre un arco storico veramente notevole». Come racconta egli stesso il volume
più antico risale al primo decennio del Cinquecento, ma vi si trovano anche importanti testimonianze del
secolo scorso.
La presenza a Palermo di Philip Gossett, che da anni studia gli autografi di Rossini ed è autore di diverse
edizioni critiche delle opere del compositore pesarese, ha permesso di conoscere qualche dettaglio sulle
composizioni ritrovate.
Professor Gossett, come ha saputo dell’esistenza di questi manoscritti?
«Ho saputo dei manoscritti grazie al mio amico Jesse Rosenberg di Chicago, che ha lavorato per tanto tempo
in Italia e che conosceva Dario Lo Cicero e mi ha aiutato a contattarlo. Ho scritto a Dario dicendo che sarei
stato grato di sapere di cosa si trattava, dal momento che conosco bene la scrittura di Rossini, e in risposta ho
ricevuto non solo le descrizioni di quello che è stato ritrovato, ma anche, qualche giorno dopo, le immagini di
tutti i manoscritti. Erano di grande interesse. Sapevo esattamente cosa fosse e così ho proposto a Dario di
scrivere un articolo a quattro mani per la Rivista Italiana di Musicologia, del cui comitato editoriale faccio
http://www.ilcorrieremusicale.it/rossini-donizetti-generali-autografi-ritrovati-al-bellini-di-palermo/
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Rossini, Donizetti, Generali: autografi ritrovati al “Bellini” di Palermo | Il Corriere Musicale
13/05/12 15:31
parte. Quindi ho scritto al direttore che mi ha dato il suo consenso per pubblicare l’articolo quest’anno, il testo
è pronto e uscirà nel mese di giugno».
Di quali manoscritti si tratta?
«Si tratta in tutto di cinque manoscritti, ma ci sono anche altre cose bellissime qui in conservatorio. Questi
cinque documenti sono: un autografo di Pietro Generali di cui si sa troppo poco, un autografo di Donizetti,
scritto quando egli fu direttore del Teatro Carolino di Palermo, e tre autografi di Rossini, due dei quali sono
manoscritti di pezzi che conoscevamo già, e che furono aggiunti da Rossini al Turco in Italia nell’edizione
romana del 1815. Ma il terzo brano è veramente straordinario. Si tratta di un pezzo che Rossini scrisse per la
sua opera La gazzetta a Napoli nel 1816 [Quintetto dal I atto, ndr], ma che probabilmente non fu utilizzato per
la recita in quell’anno. Crediamo infatti che quando l’opera fu ripresa a Palermo nel 1827 Rossini inviò al
Carolino questo brano, che poi comunque non fu rappresentato, come tra l’altro la scena IX del primo atto,
che si conclude con la grande aria di Doralice. L’affascinante Quintetto di Rossini si conclude con una melodia
che conosciamo dal Primo Finale del Barbiere di Siviglia, con lo stesso testo, ma utilizzato in modo diverso. Nel
Barbiere, in Do maggiore, il motivo appare all’inizio della stretta del Finale e poi torna all’inizio della ripresa,
ma in un’altra tonalità, Mi bemolle maggiore. Questo è molto insolito in Rossini. Nel Quintetto il motivo torna
sempre in Do e non in Mi bemolle, soltanto sfiora l’altra tonalità. C’è dunque un accenno a quello che succede
nel Barbiere, ma senza fare esattamente la stessa cosa.
Quando nel 2002 abbiamo pubblicato l’edizione critica de La gazzetta, abbiamo pensato che questo brano non
si potesse trovare. Sapevamo della sua esistenza, perché il testo risulta dal libretto, ma si trattava di due scene
che non sono essenziali per lo sviluppo della trama. Era consuetudine di Rossini fare scrivere i recitativi per le
sue opere dai collaboratori, anche nel Barbiere di Siviglia non c’è una nota di recitativo scritta di suo pugno. In
questo caso non sembra esserci nessuna traccia del recitativo che porta al Quintetto, né nell’autografo de La
gazzetta che si trova a Napoli, né in nessuna fonte secondaria. Abbiamo cercato in tutto il mondo, da Boston
fino all’Italia, ma non abbiamo trovato nulla. Quindi questa scoperta è davvero importante. Non è che i teatri
hanno l’obbligo di utilizzare il Quintetto per la rappresentazione, ma se lo volessero fare, noi dobbiamo
renderglielo possibile. Ho stabilito un accordo con la casa Ricordi per aggiungere il brano alla nostra edizione
del 2002, in modo tale che i teatri abbiano la possibilità di eseguirlo insieme al resto dell’opera».
Una curiosità: come si fa a riconoscere un autografo di Rossini?
«Guardi, ho così tanta esperienza nello studio della scrittura di Rossini, che riesco a capire subito se si tratta di
un autografo o meno. In questo caso conosciamo anche il testo ed è improbabile che qualcun altro al mondo
volesse mettere in musica il testo di Rossini. Persone e istituzioni mi fanno vedere tanti documenti che si
rivelano falsi e spesso mi dispiace dire che la scoperta non è autentica. In questo caso ho potuto rispondere a
Dario che sono sicurissimo dell’autenticità di questi brani proprio perché conosco la storia di ognuno di essi.
Dopo cinquant’anni di esperienza nel guardare le partiture di Rossini posso dire con assoluta certezza cosa è
stato scritto da lui».
Cosa succederà adesso a questi documenti?
«Degli autografi del Turco non farei nulla in questo momento, perché abbiamo già pubblicato un’edizione di
ambedue i pezzi e perché non c’è quasi nulla da aggiungere a queste musiche. Quello che si dovrebbe fare è
un’edizione buona basata sull’autografo, ma la lascio alla prossima edizione di Rossini fra cento anni. Quello
de La gazzetta è un caso più urgente e ho già dato la mia disponibilità a Ricordi per aggiungere il testo
ritrovato all’edizione critica che è in circolazione. In questo modo, se qualcuno avesse voglia di rappresentare
l’opera per intero, potrà richiedere alla casa editrice il materiale completo del Quintetto. Scriverò io il
recitativo mancante, come ho già fatto per quello della scena VI. Alcuni recitativi sono indispensabili, perché
contengono delle informazioni chiave, che si devono conoscere per capire l’opera. È così anche nel caso del
Quintetto, ma non per quanto riguarda le scene VII e VIII per esempio, le quali funzionano bene anche senza.
http://www.ilcorrieremusicale.it/rossini-donizetti-generali-autografi-ritrovati-al-bellini-di-palermo/
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Rossini, Donizetti, Generali: autografi ritrovati al “Bellini” di Palermo | Il Corriere Musicale
13/05/12 15:31
Abbiamo già stabilito una prima esecuzione assoluta al New England Conservatory of Music [di Boston, ndr]
negli Stati Uniti e successivamente nel 2013 o 2014 un direttore svizzero vorrebbe organizzare diverse recite
professionali in Belgio, Polonia, Giappone e forse in Svizzera e Italia. L’ho rassicurato che il materiale sarà
pronto per la rappresentazione a Boston nei mesi di marzo-aprile del 2013. Quindi devo assolutamente
consegnare il lavoro pronto a Ricordi entro i primi dell’anno e ci vorrà del tempo, perché il Quintetto è una
partitura lunga e complessa».
Visto che stiamo parlando delle nuove scoperte che riguardano la ricerca musicologica, vorrei chiederle che cosa pensa
della ricerca in Italia?
«È una domanda complessa e difficile, perché in questo momento di crisi economica il Governo ha deciso di
togliere soldi alle Università e al lavoro scientifico, soprattutto per quanto riguarda gli studi umanistici che
sono considerati meno importanti. Secondo noi sono fondamentali, soprattutto per l’Italia, che ha guadagnato
la sua reputazione in gran parte grazie alle arti. È impensabile per esempio, che un posto come Pompei non
abbia un sufficiente finanziamento per sostenersi. Conosco personalmente un americano che si chiama David
Packard, che attraverso la sua fondazione per gli studi umanistici [Packard Humanities Institute, ndr] da dieci
anni sostiene gli scavi di Ercolano [Herculaneum Conservation Project, ndr]. Tutto ciò è ridicolo, perché
dovrebbe essere il Governo Italiano a intuire l’importanza di questo patrimonio. Se parliamo di musica la
situazione è ancora più grave. Spesso sono i conservatori stessi a non riconoscere l’importanza delle scoperte
come questa di cui parliamo oggi, perché i cantanti vogliono semplicemente studiare quello che hanno sentito
in disco e l’importanza della biblioteca è sottovalutata. È molto particolare e curioso incontrare un direttore
come quello del Conservatorio di Palermo, che si interessa alla ricerca e capisce che anche noi siamo musicisti
e non dilettanti».
© Riproduzione riservata
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AGI.it - Musica: trovati a Palermo inediti di Rossini e Donizzetti
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Musica: trovati a Palermo inediti di Rossini e Donizzetti
13:16 08 MAG 2012
(AGI) - Palermo, 8 mag. - Manoscritti autografi da poco ritrovati nella biblioteca del Conservatorio "V. Bellini" di Palermo, tra i
quali composizioni inedite di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti, sono stati presentati stamattina da Daniele Ficola, direttore
del Conservatorio, e Philip Gossett, massimo esperto dell'opera italiana ottocentesca.
Di alcuni brani era nota l'esistenza ma erano considerati perduti, altri erano finora sconosciuti. Presentate inoltre quattro cantate
scritte appositamente per Palermo e pure ritrovate recentemente nella biblioteca, due di Pietro Generali, "La Vestale" e Il "Tempio
di Minerva", e due di Donizetti, ritenute perdute fino a pochissimo tempo fa: "Cantata per la partenza del Luogotenente Generale
March. Ugo delle Favare" e "Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I", composte entrambe nell'estate del 1825. In una
miscellanea, inventariata nel 1986 semplicemente come "Antologia di brani operistici di Rossini, Donizetti, Generali manoscritto", Dario Lo Cicero ha rinvenuto cinque pezzi di estremo interesse: si tratta di brani autografi, tre di Rossini, uno di
Donizetti e uno di Pietro Generali (1773-1832), importante compositore del primo Ottocento, poi oscurato dall'astro di Rossini.
Si tratta di una miscellanea legata all'attivita' del Teatro Carolino di Palermo nel corso degli anni Venti dell'Ottocento. Dei brani di
Rossini, due erano gia' conosciuti da copie dell'epoca, mentre l'autografo ora rinvenuto era considerato perduto. Sono due arie
aggiunte dal compositore pesarese in occasione delle rappresentazioni romane del "Turco in Italia" nel novembre 1815, "Un vago
sembiante", cavatina di Don Narciso, e "Presto amiche", cavatina di Donna Fiorilla. Il terzo pezzo, che costituisce il ritrovamento
piu' importante, finora era stato cercato senza fortuna sia tra gli autografi di Rossini che tra le varie copie d'epoca: e' il quintetto
dal primo atto de "La gazzetta".
A questi tre pezzi segue una cavatina sostitutiva per "L'italiana in Algeri", "Cimentando i venti e l'onde", scritta da Donizetti nel
1825, quando il compositore si trovava a Palermo come direttore del Teatro Carolino, per la cantante Maria Tomaselli Tamburini,
dall'autore definita "un cane" in una lettera di quell'anno al collega Simone Mayr. Conclude l'antologia l'autografo di un'aria di
Pietro Generali per soprano, coro e orchestra, "Cessar gli affanni", scritta nel 1825 per Palermo, dove Generali fu direttore
artistico del Carolino sia prima che dopo la breve permanenza di Donizetti.
Per Gossett e Lo Cicero "questa miscellanea, composta esclusivamente da manoscritti autografi di Rossini, Donizetti e Generali,
e' di grandissima importanza. Tuttavia e' passata inosservata anche a causa di una radicata indifferenza, talvolta mista a
pregiudizi, nei confronti del patrimonio della biblioteca che l'ha custodito. Un patrimonio decisamente sottovalutato, con la
parziale eccezione del fondo Pisani, ma che negli ultimi anni sta diventando oggetto di intense ricerche ed attenzioni sempre
maggiori".
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Autografi di Rossini e Donizetti inediti scoperti al Conservatorio di Palermo - Palermo - Repubblica.it
10/05/12 19:08
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Autografi di Rossini e Donizetti inediti
scoperti al Conservatorio di Palermo
Sono stati ritrovato nella biblioteca dell'istituto due cantate del compisitore di "Elisir d'amore" e due arie
aggiuntive del "Turco in Italia"
di ALESSANDRA SCIORTINO
PALERMO - È un patrimonio più vasto e prezioso di
quanto si possa immaginare quello della Biblioteca del
Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo dove sono
stati recentemente ritrovati dei preziosi autografi di Rossini
(il Quintetto del primo atto dall’opera "La gazzetta" e due
arie aggiunte per il "Turco in Italia"), e due cantate di
Donizetti ritenute prima d’ora perdute, la "Cantata per la
partenza del Luogotenente Generale March. Ugo delle
Favare" e la "Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I".
Uno dei manoscritti ritrovati
Artefice della scoperta è stato il bibliotecario Dario Lo
Cicero che da anni si batte perché la collezione
palermitana abbia la degna attenzione, a cominciare dal territorio.
Qualità dell'aria nel comune di
PALERMO
Previsioni meteo nel comune di
PALERMO
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D’interesse per la comunità scientifica e musicale (si prospetta anche un’esecuzione, giusto coronamento di
una simile scoperta) e di lustro per un patrimonio a lungo e ingiustamente sottovalutato, i manoscritti ritrovati
hanno entusiasmato il professore Philip Gossett, esimio esperto dell’opera italiana ottocentesca. Questi
autografi rappresentano tuttavia soltanto la cima emersa di un iceberg, insieme a tanti autori considerati
minori già scovati e a chissà quale patrimonio ancora da scoprire, tra il materiale inventariato ma non
catalogato.
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Rossini ritrovato, spunta a Palermo il manoscritto del 'Quintetto' de 'La gazzetta' - Yahoo! Notizie Italia
08/05/12 15:47
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Rossini ritrovato, spunta a Palermo il manoscritto del
'Quintetto' de 'La gazzetta'
Adnkronos News – 53 minuti fa
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - Tornano alla luce importanti manoscritti, alcuni sconosciuti altri creduti persi, di Gioacchino
Rossini e Gaetano Donizetti. I documenti, di altissimo valore musicologico, sono stati ritrovati nella Biblioteca del
Conservatorio 'Vincenzo Bellini' di Palermo dal docente e bibliotecario Dario Lo Cicero, e sono stati presentati al pubblico dal
direttore del Conservatorio, Daniele Ficola, dallo stesso Lo Cicero e dal musicologo Philip Gossett, massimo esperto
dell'opera italiana dell''800, ex docente presso l’Università 'La Sapienza' di Roma e professore emerito dell’University of
Chicago.
Il ritrovamento più importante, è quello del 'Quintetto' del I atto dell'opera 'La gazzetta' di Rossini. Finora era stato cercato
senza fortuna sia tra gli autografi del compositore pesarese, che tra le varie copie d’epoca. Nel libretto per la prima
napoletana dell'opera infatti si trova il testo per questo quintetto, ma la musica era completamente ignota. Probabilmente
all’epoca il quintetto era eseguito di rado, per decisione forse dello stesso compositore.
Sempre di Rossini sono stati ritrovati gli autografi di due arie aggiunte dal compositore in occasione delle rappresentazioni
romane del 'Turco in Italia' nel novembre 1815: la cavatina di Don Narciso, 'Un vago sembiante', e quella di Donna Fiorilla,
'Presto amiche'.Di Donizetti sono state ritrovate due cantate, ritenute perdute fino a pochissimo tempo fa: la 'Cantata per la
partenza del Luogotenente Generale March. Ugo delle Favare' e la 'Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I', composte
entrambe nell’estate del 1825. A questi pezzi segue poi una cavatina sostitutiva per 'L’italiana in Algeri' di Rossini,
'Cimentando i venti e l’onde', scritta da Donizetti nel 1825, quando il compositore si trovava a Palermo come direttore del
Teatro Carolino, per la cantante Maria Tomaselli Tamburini, che Donizetti descrive come ''un cane'' in una lettera di
quell’anno a Simone Mayr.
Accanto ai manoscritti di Rossini e Donizetti, ne sono stati ritrovati tre di Pietro Generali (1773-1832), importante
compositore del primo Ottocento successivamente messo in ombra dalla crescente fama di Rossini. Si tratta di due cantate,
'La Vestale' e 'Il Tempio di Minerva', e un’aria per soprano, coro e orchestra, 'Cessar gli affanni', scritta nel 1825 per Palermo,
dove Generali fu direttore artistico del Teatro Carolino (oggi Teatro Bellini), sia prima che dopo la breve permanenza di
Donizetti.Una prima parte dei ritrovamenti della Biblioteca palermitana è l’oggetto di un articolo, sul numero attualmente in
corso di stampa della 'Rivista Italiana di Musicologia', a firma di Philip Gossett e Dario Lo Cicero, dal titolo 'Tre autografi
sconosciuti rossiniani e la collezione della Biblioteca del Conservatorio di Palermo'. I brani autografi di Rossini, Donizetti e
Generali facevano parte di una miscellanea custodita nella Biblioteca del Conservatorio di Palermo, inventariata nel 1986
semplicemente come 'Antologia di brani operistici di Rossini, Donizetti, Generali - manoscritto'. Miscellanea ''passata
inosservata anche a causa di una radicata indifferenza, talvolta mista a pregiudizi -spiegano Gossett e Lo Cicero- nei confronti
del patrimonio della biblioteca che l’ha custodito''. Si tratta di composizioni chiaramente legate all’attività del Teatro Carolino
di Palermo nel corso degli anni Venti dell’Ottocento.''Quella che sta venendo alla luce -aggiungono Gossett e Lo Cicero- è solo
la parte emersa di un iceberg. Forse è arrivato il momento di indagare su quel restante 90% ancora sommerso. Ad esempio la
musica di numerosi operisti, messi in quegli anni in ombra dal successo di Rossini, è ancora in larga parte sconosciuta, poco
studiata e pochissimo eseguita''.
http://it.notizie.yahoo.com/rossini-ritrovato-spunta-palermo-il-manoscritto-del-quintetto-125200444.html
Pagina 1 di 2
Corriere del Mezzogiorno
10/05/12 19:09
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LA SCOPERTA DEL DOCENTE DARIO LO CICERO
Il Rossini ritrovato, riportati alla luce
diversi manoscritti del compositore
Documenti rinvenuti alla Biblioteca del Conservatorio
Vincenzo Bellini. Ci sono anche due cantate di Donizetti
PALERMO – Alla Biblioteca del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo trovato un tesoro. Tornano
infatti alla luce importanti manoscritti, alcuni sconosciuti altri creduti persi, di Gioacchino Rossini e
Gaetano Donizetti. I documenti, di altissimo valore musicologico, sono stati ritrovati dal docente e
bibliotecario Dario Lo Cicero, e sono stati presentati al pubblico dal direttore del Conservatorio, Daniele
Ficola, dallo stesso Lo Cicero e dal musicologo Philip Gossett, massimo esperto dell'opera italiana dell'800.
fotogallery 4 foto - inserisci il link alla gallery
QUINTETTO DI ROSSINI - Il ritrovamento più importante, come si legge da Adnkronos, è quello del
“Quintetto” del I atto dell'opera “La gazzetta” di Rossini. Finora era stato cercato senza fortuna sia tra gli
autografi del compositore pesarese, che tra le varie copie d'epoca. Nel libretto per la prima napoletana
dell'opera infatti si trova il testo per questo quintetto, ma la musica era completamente ignota.
Probabilmente all'epoca il quintetto era eseguito di rado, per decisione forse dello stesso compositore.
AUTOGRAFI DI DUE ARIE - Sempre di Rossini sono stati ritrovati gli autografi di due arie aggiunte dal
compositore in occasione delle rappresentazioni romane del “Turco in Italia” nel novembre 1815: la
cavatina di Don Narciso, “Un vago sembiante”, e quella di Donna Fiorilla, “Presto amiche”.
CANTATE DI DONIZETTI - Di Donizetti sono state ritrovate due cantate, ritenute perdute fino a
pochissimo tempo fa: la “Cantata per la partenza del Luogotenente Generale March”. “Ugo delle Favare” e
la “Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I”, composte entrambe nell'estate del 1825. A questi pezzi
segue poi una cavatina sostitutiva per “L'italiana in Algeri” di Rossini, “Cimentando i venti e l'onde”, scritta
da Donizetti nel 1825, quando il compositore si trovava a Palermo come direttore del Teatro Carolino.
PIETRO GENERALI - Accanto ai manoscritti di Rossini e Donizetti, ne sono stati ritrovati tre di Pietro
Generali (1773-1832), importante compositore del primo Ottocento successivamente messo in ombra dalla
crescente fama di Rossini. ''Quella che sta venendo alla luce -aggiungono Gossett e Lo Cicero- è solo la
parte emersa di un iceberg. Forse è arrivato il momento di indagare su quel restante 90% ancora
sommerso. Ad esempio la musica di numerosi operisti, messi in quegli anni in ombra dal successo di
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultu…riportati-luce-alcuni-manoscritti-compositore-20195530356_print.html
Pagina 1 di 2
Musica: ritrovati a Palermo manoscritti perduti di Rossini e Donizetti | Palermo la Repubblica.it
08/05/12 15:05
Musica: ritrovati a Palermo manoscritti perduti di Rossini e Donizetti
Roma, 8 mag. (Adnkronos) - Tornano alla luce importanti manoscritti, alcuni sconosciuti altri creduti persi, di
Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti. I documenti, di altissimo valore musicologico, sono stati ritrovati
nella Biblioteca del Conservatorio 'Vincenzo Bellini' di Palermo dal docente e bibliotecario Dario Lo Cicero, e
sono stati presentati oggi al pubblico dal direttore del Conservatorio, Daniele Ficola, dallo stesso Lo Cicero e
dal musicologo Philip Gossett, massimo esperto dell'opera italiana dell''800, ex docente presso l'Universita' 'La
Sapienza' di Roma e professore emerito dell'University of Chicago. Il ritrovamento piu' importante, e' quello
del 'Quintetto' del I atto dell'opera 'La gazzetta' di Rossini. Finora era stato cercato senza fortuna sia tra gli
autografi del compositore pesarese, che tra le varie copie d'epoca. Nel libretto per la prima napoletana
dell'opera infatti si trova il testo per questo quintetto, ma la musica era completamente ignota. Probabilmente
all'epoca il quintetto era eseguito di rado, per decisione forse dello stesso compositore. Sempre di Rossini
sono stati ritrovati gli autografi di due arie aggiunte dal compositore in occasione delle rappresentazioni
romane del 'Turco in Italia' nel novembre 1815: la cavatina di Don Narciso, 'Un vago sembiante', e quella di
Donna Fiorilla, 'Presto amiche'. Di Donizetti sono state ritrovate due cantate, ritenute perdute fino a
pochissimo tempo fa: la 'Cantata per la partenza del Luogotenente Generale March. Ugo delle Favare' e la
'Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I', composte entrambe nell'estate del 1825. A questi pezzi segue poi
una cavatina sostitutiva per 'L'italiana in Algeri' di Rossini, 'Cimentando i venti e l'onde', scritta da Donizetti
nel 1825, quando il compositore si trovava a Palermo come direttore del Teatro Carolino, per la cantante
Maria Tomaselli Tamburini, che Donizetti descrive come ''un cane'' in una lettera di quell'anno a Simone
Mayr. (segue)
(08 maggio 2012 ore 14.02)
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/13:51-13:51/4159707
Pagina 1 di 2
Musica: ritrovati a Palermo manoscritti perduti di Rossini e Donizetti (2) | Palermo la Repubblica.it
08/05/12 15:05
Musica: ritrovati a Palermo manoscritti perduti di Rossini e Donizetti (2)
(Adnkronos) - Accanto ai manoscritti di Rossini e Donizetti, ne sono stati ritrovati tre di Pietro Generali (17731832), importante compositore del primo Ottocento successivamente messo in ombra dalla crescente fama di
Rossini. Si tratta di due cantate, 'La Vestale' e 'Il Tempio di Minerva', e un'aria per soprano, coro e orchestra,
'Cessar gli affanni', scritta nel 1825 per Palermo, dove Generali fu direttore artistico del Teatro Carolino (oggi
Teatro Bellini), sia prima che dopo la breve permanenza di Donizetti. Una prima parte dei ritrovamenti della
Biblioteca palermitana e' l'oggetto di un articolo, sul numero attualmente in corso di stampa della 'Rivista
Italiana di Musicologia', a firma di Philip Gossett e Dario Lo Cicero, dal titolo 'Tre autografi sconosciuti
rossiniani e la collezione della Biblioteca del Conservatorio di Palermo'. I brani autografi di Rossini, Donizetti
e Generali facevano parte di una miscellanea custodita nella Biblioteca del Conservatorio di Palermo,
inventariata nel 1986 semplicemente come 'Antologia di brani operistici di Rossini, Donizetti, Generali manoscritto'. Miscellanea ''passata inosservata anche a causa di una radicata indifferenza, talvolta mista a
pregiudizi -spiegano Gossett e Lo Cicero- nei confronti del patrimonio della biblioteca che l'ha custodito''. Si
tratta di composizioni chiaramente legate all'attivita' del Teatro Carolino di Palermo nel corso degli anni Venti
dell'Ottocento. ''Quella che sta venendo alla luce -aggiungono Gossett e Lo Cicero- e' solo la parte emersa di
un iceberg. Forse e' arrivato il momento di indagare su quel restante 90% ancora sommerso. Ad esempio la
musica di numerosi operisti, messi in quegli anni in ombra dal successo di Rossini, e' ancora in larga parte
sconosciuta, poco studiata e pochissimo eseguita''.
(08 maggio 2012 ore 14.02)
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/13:51/4159708
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Scoperte a Palermo composizioni inedite di Rossini e Donizetti - LASTAMPA.it
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08/05/2012 - "NUOVI" SPARTITI PER DUE MAESTRI DELLA MUSICA
Scoperte a Palermo composizioni
inedite di Rossini e Donizetti
Manoscritti autografi e di
attribuzione quasi certa, erano
nella biblioteca del Conservatorio
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Kate Bush, la regina è tornata e batte persino Adèle
Donizetti, contenenti composizioni inedite.
tutti gli articoli
Lo racconta Philip Gossett, massimo esperto
FEED
dell'opera italiana ottocentesca che ha
annunciato la scoperta questa mattina con
Daniele Ficola, direttore del conservatorio.
Opere inedite di Donizetti e Rossini sono state trovate nella
biblioteca del conservatorio di Palermo
Le opere erano all'interno di una miscellanea, inventariata nel 1986 come «Antologia di brani operistici di
Rossini, Donizetti, Generali - manoscritto» e legata all'attività del Teatro Carolino di Palermo negli anni
Venti dell'Ottocento.
Lo studioso Dario Lo Cicero ha trovato cinque brani autografi, tre di Rossini, uno di Donizetti e uno di
Pietro Generali (1773-1832), compositore del primo Ottocento, oscurato dall’astro di Rossini.
Due brani di Rossini erano già noti grazie a copie dell’epoca, mentre del terzo si conosceva l'esistenza, ma
era considerato perduto. Le prime due sono arie scritte dal compositore per la prima romana del "Turco in
Italia" nel novembre 1815: "Un vago sembiante", la cavatina (o "aria di sortita", è l'aria in cui un
personaggio entra in scena) di Don Narciso, e "Presto amiche", la cavatina di Donna Fiorilla. Il terzo pezzo
è, naturalmente, il ritrovamento più importante. Cercato senza esito tra gli autografi di Rossini e tra le
varie copie d’epoca, è il quintetto dal primo atto de "La gazzetta".
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Per quanto riguarda l'opera perduta di Gaetano Donizetti, è una cavatina sostitutiva per "L’italiana in
Algeri", "Cimentando i venti e l’onde", del 1825. In quell'anno, il compositore era stato per breve direttore
artistico del Teatro Carolino di Palermo e aveva scritto quest'aria per Maria Tomaselli Tamburini, che,
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all'interno di una lettera al collega Simone Mayr, definiva "un cane".
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L'antologia si chiude con un’aria per soprano, coro e orchestra di Pietro Generali, "Cessar gli affanni",
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anch'essa composta nel 1825, sempre a Palermo. Lì, Generali era stato direttore artistico del Carolino sia
prima e dopo la permanenza di Donizetti.
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Secondo Gossett e Lo Cicero «questa miscellanea, composta da manoscritti autografi di Rossini, Donizetti
e Generali, è di grande importanza. Tuttavia, è passata inosservata a causa di una radicata indifferenza,
talvolta mista a pregiudizi, nei confronti del patrimonio della biblioteca, che ha custodito il manoscritto.
Un patrimonio decisamente sottovalutato, con la parziale eccezione del fondo Pisani, ma che è diventato
oggetto di intense ricerche ed attenzioni sempre maggiori».
http://www3.lastampa.it/musica/sezioni/news/articolo/lstp/453419/
Gotye - Somebody That I Used
To Know
Arisa - La notte (videoclip)
Pagina 1 di 2
Scoperte a Palermo composizioni inedite di Rossini e Donizetti - LASTAMPA.it
08/05/12 15:46
To Know
Sono state, inoltre, presentate quattro cantate, scritte per Palermo, anch'esse ritrovate di recente nella
biblioteca. Due sono di Donizetti, ritenute perdute fino a poco tempo fa: "Cantata per la partenza del
Luogotenente Generale March. Ugo delle Favare" e "Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I", entrambe
risalenti all’estate del 1825. Le altre due, invece, sono di Pietro Generali, "La Vestale" e "Il Tempio di
Minerva".
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10/05/12 19:12
Ritrovati a Palermo manoscritti inediti di Rossini e Donizetti
Pubblicato da Manuela Chimera, Mercoledì, 9 Maggio 2012.
Sono stati ritrovati a Palermo alcuni manoscritti inediti di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti. I documenti hanno
un altissimo valore musicologico e sono riemersi dalla Biblioteca del Conservatorio Vincenzo Bellini del capoluogo
siciliano, dopo che per decenni sono stati creduti persi. E’ stato Dario Lo Cicero, docente e bibliotecario, a riportarli alla luce
e grazie a Daniele Ficola, direttore del Conservatorio, a Lo Cicero e al musicologo Philip Gossett sono stati nuovamente
presentati al pubblico.
Il ritrovamento alla Biblioteca del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo di manoscritti inediti di Rossini e Donizetti è uno
dei più importanti degli ultimi anni. Quello più prezioso è senza dubbio il ‘Quintetto’ del primo atto dell’opera ‘La gazzetta’
di Gioacchino Rossini, a cui Google aveva dedicato un Doodle qualche tempo fa. Questo brano era da tempo ricercato, ma
non era mai saltato fuori, né fra gli autografi del compositore di Pesaro, né fra le copie dell’epoca. Infatti nel libretto della
prima napoletana dell’opera c’era solo il testo di questo quintetto, ma mancava del tutto lo spartito con la musica.
Si pensa che molto probabilmente questo quintetto non venisse eseguito molto spesso dal compositore, probabilmente per
sua stessa decisione, magari non gli piaceva più di tanto. Ma il ‘Quintetto’ di Rossini non è l’unico inedito ad essere saltato
fuori. Sempre del compositore di Pesaro sono stati ritrovati gli autografi di due arie aggiunte alle rappresentazioni
romane del ‘Turco in Italia’ del novembre del 1815: abbiamo di nuovo fra noi la cavatina di Don Narciso, ‘Un vago sembiante’
e quella di Donna Fiorilla, ‘Presto Amiche’. Chissà se ce le faranno sentire al prossimo Rossini Opera Festival?
E Donizetti? Di lui sono state ritrovate alcune cantate, la ‘Cantata per la partenza del Luogotenente Generale March’,
‘Ugo delle Favare’, la ‘Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I’, tutte composte per l’estate del 1825. A queste si
aggiungono poi la cavatina sostitutiva per ‘L’italiana in Algeri’ di Rossini e ‘Cimentando i venti e le onde’, scritte da Donizetti
nel 1825, quando era a Palermo in veste di direttore del Teatro Carolino.
Accanto a Rossini e Donizetti, però, abbiamo anche il ritrovamento di tre manoscritti di Pietro Generali, un importante
compositore del primo Ottocento che visse però all’ombra di Rossini. Gossett e Lo Cicero hanno dichiarato soddisfatti:
‘Quella che sta venendo alla luce è solo la parte emersa di un iceberg. Forse è arrivato il momento di indagare su quel
restante 90% ancora sommerso. Ad esempio la musica di numerosi operisti, messi in quegli anni in ombra dal successo di
Rossini, è ancora in larga parte sconosciuta, poco studiata e pochissimo eseguita’.
© 2012 Trilud S.p.A.
http://www.apollodoro.it/articolo/ritrovati-a-palermo-manoscritti-inediti-di-rossini-e-donizetti_stampa/7757/
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08/05/12 15:02
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Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti. I documenti, di altissimo valore musicologico, sono stati ritrovati nella
Biblioteca del Conservatorio 'Vincenzo Bellini' di Palermo dal docente e bibliotecario Dario Lo Cicero, e sono stati
presentati oggi al pubblico dal direttore del Conservatorio, Daniele Ficola, dallo stesso Lo Cicero e dal musicologo
Philip Gossett, massimo esperto dell'opera italiana dell''800, ex docente presso l'Universita' 'La Sapienza' di Roma e
professore emerito dell'University of Chicago. Il ritrovamento piu' importante, e' quello del 'Quintetto' del I atto
dell'opera 'La gazzetta' di Rossini. Finora era stato cercato senza fortuna sia tra gli autografi del compositore
pesarese, che tra le varie copie d'epoca. Nel libretto per la prima napoletana dell'opera infatti si trova il testo per
questo quintetto, ma la musica era completamente ignota. Probabilmente all'epoca il quintetto era eseguito di rado,
per decisione forse dello stesso compositore. Sempre di Rossini sono stati ritrovati gli autografi di due arie aggiunte
dal compositore in occasione delle rappresentazioni romane del 'Turco in Italia' nel novembre 1815: la cavatina di
Don Narciso, 'Un vago sembiante', e quella di Donna Fiorilla, 'Presto amiche'. Di Donizetti sono state ritrovate due
cantate, ritenute perdute fino a pochissimo tempo fa: la 'Cantata per la partenza del Luogotenente Generale March.
Ugo delle Favare' e la 'Cantata per il natalizio di Re Ferdinando I', composte entrambe nell'estate del 1825. A questi
pezzi segue poi una cavatina sostitutiva per 'L'italiana in Algeri' di Rossini, 'Cimentando i venti e l'onde', scritta da
Donizetti nel 1825, quando il compositore si trovava a Palermo come direttore del Teatro Carolino, per la cantante
Maria Tomaselli Tamburini, che Donizetti descrive come ''un cane'' in una lettera di quell'anno a Simone Mayr.
(segue)
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24a. Conferenza stampa 8 maggio 2012