Frammenti di un discorso amoroso
5 ottobre – 10 novembre 2013 4 mostre, ognuna dedicata ad un collezionista veronese, in
altrettanti Musei della città, curata da Andrea Bruciati e inaugurata sabato 5 ottobre, in
occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.
GIORGIO FASOL > Museo Lapidario Maffeiano | Piazza Bra', 28
LORENZO LOMONACO > Chiesa di San Giorgetto | Piazza S. Anastasia
ALBERTO MARANGON > Casa di Giulietta | Via Cappello 23
MARCO MARTINI > Museo Civico di Storia Naturale | Lungadige di Porta Vittoria 9
Disporre oggetti in spazi deputati ad altre tipologie espressive, punteggiare di segni, sale
preposte alla conservazione del bene storico, accostare riflessioni contemporanee ai luoghi
simbolici e agli archivi della città di Verona...Tutto questo per suscitare connessioni, letture
laterali per rivendicare priorità alla stratificazione degli intendimenti che sottendono l'opera,
rivelandola nuovamente.
Frammenti di un discorso amoroso
, titolo liberamente ispirato al saggio di Roland Barthes (Fragments d'un discour amoureaux,
1977) è un progetto che intende rivendicare quel colloquio orizzontale che si instaura fra l'opera
d'arte, il luogo che la ospita e il collezionista. Le relazioni desideranti che si concretizzano,
creano una piattaforma virtuosa atta a depositare i frammenti di un dialogo subliminale ed
evocato, ora diversamente fondato sul valore latente dell'emotività e della conoscenza
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eteroclita. Quattro lavori, uno per sede espositiva, che provengono dal tessuto collezionistico
del territorio veronese che qualificano diversamente quattro diverse sedi museali prestigiose ma
non predisposte alla voce dell'arte contemporanea.
Il risultato è quello di innescare dei dialoghi pertinenti, dove è lo scambio a divenire soggetto
preminente, in funzione di un approccio rivelatore e suggestivo. Il progetto così concepito si
avvale della fondamentale collaborazione con il Comune di Verona, in particolare dell'ausilio
della direttrice dei civici musei Paola Marini, e trova nel contrappunto degli ambienti del Museo
Lapidario, Museo di Scienze Naturali, Casa di Giulietta e Chiesa di San Pietro Martire (anche
conosciuta come San Giorgetto), un valore aggiunto.
Come accennavo, il progetto rimanda ad una passione profonda, almeno per quanto concerne
gli interessati: un abbinamento, quello fra 'amateur' e sede museale che ha innescato delle
partiture innovative, stimolanti, e di certo inedite se rapportate alle opere contemporanee in
mostra, rivelazioni preziose ancorché discrete di spazi museali di grande pregio. In questo
modo i 'pezzi' del collezionista Giorgio Fasol sono stati dislocati nella parte esterna del Museo
Lapidario Maffeiano, quella seicentesca del pronao; mentre Lorenzo Lomonaco ha trovato sede
nella zona centrale della Chiesa medioevale, affrescata di San Pietro Martire. Dello stesso
avviso Alberto Marangon che ha ricreato una sorta di studiolo nella roboante Casa di Giulietta,
nei locali del secondo piano più intimi, mentre la collezione di Marco Martini è stata accolta al
Museo di Storia Naturale, in una sala atlante, quasi fosse un novello archivio warburghiano.
Quattro opere selezionate dalla loro personale wunderkammern, in cui artisti dai nomi
prestigiosi del sistema dell'arte globale, si giustappongono ad una selezione mirata di italiani
emergenti, con alcune punte di 'veronesità'. Lavori che interrogano i diversi media e che
rappresentano degnamente le ricerche dei rispettivi autori nonché il gusto maturo e autorevole
dei prestatori scaligeri. Si tratta pertanto di un elenco di sedici autori, saliti agli onori della
cronaca internazionale, che includono, rispettivamente: Pierre Bismuth, Alberto Garutti, Anri
Sala, Sislej Xhafa (Giorgio Fasol); Shilpa Gupta, Elad Lassry, Steven Pippin, Tobias Putrih
(Lorenzo Lomonaco); Andrea Galvani, Giovanni Ozzola, Luca Pozzi, Luca Trevisani (Alberto
Marangon) e Jesse Ash, Runo Lagomarsino, Wilfriedo Prieto, Vanessa Safavi (Marco Martini).
(Andrea Bruciati, consulente artistico ArtVerona)
Per informazioni e orari:
GIORGIO FASOL > Museo Lapidario Maffeiano
Piazza Bra, 28 | tel. 045 590087
da martedì a domenica | dalle 8.30 alle 14.00
LORENZO LOMONACO > Chiesa di San Giorgetto
Piazza S. Anastasia | Ingresso gratuito
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In collaborazione con Legambiente Volontariato Verona
sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18
ALBERTO MARANGON > Casa di Giulietta
Via Cappello, 23 | tel. 045 8034303 | lunedì dalle 13.30 alle 19.30
da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30
MARCO MARTINI > Museo Civico di Storia Naturale
Lungadige di Porta Vittoria 9 | te. 045 8079400
da lunedì a giovedì dalle 9 alle 17 | sabato e domenica dalle 14 alle 18
chiuso il venerdì
foto: Elad Lassry, Meat & Onion, particolare
Giorgio Fasol Nato a Verona nel 1938 fissa gli esordi da collezionista nel giorno del
diploma, quando aveva il sogno di acquistare un Morandi; nel 1958 però costava un milione e
mezzo (soldi che equivalevano all'acquisto di una casa di 100 metri con garage in periferia a
Verona). L'incontro con Renzo Sommaruga, scultore e stampatore di libri d'arte, lo aiutò a
distinguere tra buona pittura e "croste". A casa sua vide un'opera di Capogrossi ed ebbe il
"primo colpo di fulmine con l'arte contemporanea"...
Si sente spesso di
fronte a un bivio ma alla fine si fa sempre guidare dall'istinto. Frequenta gallerie giovani o che
promuovono i giovani, compra solo giovanissimi alle prime esposizioni, in una sorta di
scommessa con "il tempo".
Nel 2010 il MART di Trento e Rovereto ha organizzato una mostra della sua collezione, Ama
molto una frase di Giuseppe Panza di Biumo: "Se ami l'arte l'arte ama te, se tu vuoi sfruttare
l'arte, è l'arte che sfrutta te".
Museo Lapidario Maffeiano
Fra i più antichi musei pubblici europei, il Lapidario (collezione epigrafica greca, etrusca,
paleoveneta e romana, ma anche araba) fu istituito nel 1745 grazie soprattutto all'appassionata
opera di raccolta di Scipione Maffei, insigne uomo di cultura veronese, nel luogo compreso fra
le antiche mura che congiungevano piazza Bra e Castelvecchio. Il luogo era stato pensato fin
dall'inizio come un giardino di accesso al teatro dell'Accademia Filarmonica. La sistemazione a
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museo si deve allo stesso Scipione Maffei; il Museo fu poi acquistato dal Comune nel 1883.
Il materiale epigrafico e i rilievi sono distribuiti secondo sezioni cronologiche nel cortile, nel
sotterraneo e in due sale superiori. L'allestimento secondo criteri moderni, completato nel 1982,
a cura di Lanfranco Franzoni, su progetto dell'architetto Arrigo Rudi, ha messo in risalto, tra
l'altro, il pronao neoclassico, ingresso principale al Teatro Filarmonico attraverso la Sala
Maffeiana.
Opere in mostra
Pierre Bismuth, Arte per tutti, ma capita solo da te, 2003
neon bianco 8 mm, installato su plexiglas
cm 41 x 60
Alberto Garutti, Senta Titolo, 1986
lamiera tra due vetri, cornice in ferro
cm 120 x 85
Diango Hernandez, Tired Stop, 2008
sedia e segnale stradale
cm 178 x 65 x 50 - ed. ½
Anri Sala, A Spurious Emission for baroque trio and country band, 2007
libretto, audio-CD, saldato in plastica Score, numerato e firmato, compact disc
ed. 52/80
Lorenzo
Lomonaco
Nato e vissuto sempre a Verona, ha 36 anni e di professione è medico gastro-enterologo.
La passione per l'arte, fin da piccolo, è stata una questione familiare: il nonno ha collezionato
arte moderna fin dagli anni '60 e la sua infanzia è stata quindi pervasa dalla presenza di opere
d'arte, quadri, sculture. Appena ha potuto, ha iniziato ad acquistare opere in autonomia
orientandosi inizialmente verso l'arte degli anni 60-70 che per tanti anni aveva riempito il suo
immaginario. In seguito, complice anche l'incontro con un lavoro fotografico di Andrea Galvani,
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si è reso conto di voler sondare l'arte del suo tempo, la contemporaneità, quell'arte che dà voce
al sentimento e alle problematiche del presente e della generazione a cui appartiene.
Per selezionare le opere e gli artisti cerca di mantenersi informato mediante la lettura di
pubblicazioni d'arte, ma soprattutto partecipando attivamente a fiere, mostre in galleria o
esposizioni museali. Si orienta su artisti giovani, magari ancora poco conosciuti ma di qualità,
fidandosi anche del consiglio di alcuni galleristi.
"Collezionare artisti giovani del mio tempo - afferma - mi ha dato e mi dà il privilegio di poterli
conoscere e, talvolta, poter instaurare con loro rapporti di amicizia, che vanno oltre il mero
piano artistico."
San Giorgetto
San Giorgetto dei Domenicani venne eretto tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo pochi
anni prima dell'inizio dei lavori per la costruzione dell'adiacente basilica di Sant'Anastasia.
Assunse il nome di San Pietro Martire nel 1424, quando fu affidata alla confraternita omonima.
Nel 1807 passò in proprietà al Comune di Verona. In essa sono presenti significativi esempi
della scultura trecentesca quali il monumento funebre di Bavarino de' Crescenzi (1346) sulla
facciata, l'arca di Guglielmo di Castelbarco (1321), ritenuta il prototipo delle arche degli
Scaligeri, sulla sommità dell'arco che dava accesso al convento dei Domenicani, e le tre arche
addossate all'esterno della facciata posteriore.
Alla metà del XIV secolo divenne la "cappella dei cavalieri brandeburghesi" in servizio presso la
corte di Cangrande II della Scala. Devoti di San Giorgio, santo militare, la fecero ornare di
affreschi votivi e dei loro stemmi. L'interno costituisce una delle principali gallerie cittadine di
affreschi del Trecento, non inferiore da questo punto di vista a San Zeno e a Sant'Anastasia.
Opere in mostra
Shilpa Gupta, Senza titolo, 2006
stampa su tela
cm 101,6 x 134,6 - ed. 5/6
Elad Lassry, Meat & Onions, 2010
c-print con cornice dipinta
cm 29.2 x 36.3 - ed. 5/5
Steven Pippin, End of photography, 2011
colore c-type
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cm 60 x 50 - ed. 1/3
Tobias Putrih, Times, April 19, 2011
tecnica mista su carta
cm 31 x 31
Alberto Marangon
La sua passione per l'arte contemporanea nasce quasi per gioco qualche anno fa quando un
caro amico ed apprezzato artista, Giovanni Morbin, lo invitò ad un vernissage in una galleria di
Verona per un'esposizione di un artista contemporaneo spagnolo. Ricordo che la curiosità era
tanta, forse stimolata dall'interesse che la sua famiglia coltivava per il collezionismo di arte
classica. Durante l'evento incontrò una persona che fu poi determinante per la sua entrata nel
mondo del collezionismo: Giorgio Fasol, un maestro ed un caro amico. La sua cultura, la sua
energia mista ad una grande semplicità sono gli ingredienti che lo hanno stimolato e proiettato
in questa dimensione sensoriale, che è poi diventato un viaggio ricco di emozioni e di
straordinari incontri
Coltiva questa nuova passione con la moglie Chiara.
La scelta di collezionare opere di giovani artisti è legata ad un'accessibilità economica ma,
soprattutto, alla possibilità di condividere con loro delle esperienze di vita e conoscere i loro
progetti ed il modo di interpretare il dinamismo dei tempi moderni.
Vede il collezionismo come una sfida con il destino e lo incuriosisce osservare come
l'irrazionalità emotiva e sensoriale che vive davanti ad un'opera che lo porta all'acquisto possa
tradursi in investimento economico.
Casa di Giulietta
Il Museo Casa di Giulietta ha sede in una costruzione di impianto medievale, dove forse sin dal
XIII secolo risiedeva la famiglia Dal Cappello che dà il nome alla via e il cui emblema è scolpito
in rilievo nella chiave di volta dell'arco interno del cortile dell'edificio. L'intero complesso è stato
oggetto nel corso dei secoli di interventi di restauro e ristrutturazione, passando per le mani di
diversi proprietari. Cresceva intanto la leggenda che lo identificava come casa natale di
Giulietta Capuleti e il Comune di Verona, nel 1907, reputò opportuno acquisire l'intero
complesso di età medievale. Negli anni Trenta del Novecento, per intuizione del direttore dei
musei civici Antonio Avena, l'edificio venne trasformato in museo e successivamente gli venne
impresso un carattere neogotico. Alla restituzione del suggestivo clima storico e artistico
contribuiscono le opere e i reperti d'arte esposti e, dal 2002, un allestimento legato al Romeo e
Giulietta di Franco Zeffirelli del 1968. Fa parte del sistema dei Musei d'Arte e Monumenti del
Comune di Verona, che in qualche occasione organizza al suo interno anche mostre
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temporanee.
Opere in mostra
Andrea Galvani, L'intelligenza del male #5, 2007
stampa fotografica su carta Kodak Ultra Endura - alluminio D-bond da mm 3
cm 117 x 146 – cm 135 x 164 con cornice e distanziatore
tiratura di 5 esemplari unici in differenti formati + 2 p.d.a.
Giovanni Ozzola, Smoke
stampa fotografica
cm 122 x 166
Luca Pozzi, Supersymmetric Partner - Paolo Veronese "Utima Cena", Pinacoteca di Brera,
Milano, 2010
stampa fotografica
cm 120 x 220
Luca Trevisani, Alcune cose non le puoi bloccare, 2008
installazione con teche e palloni otturatori
misure variabili
Marco Martini
31 anni e farmacista a Verona. La passione per le arti visive affonda la sua origine in un
profondo amore per il cinema coltivato ai tempi della scuola, insieme ad amici coinvolti
nell'organizzazione di eventi cinematografici a Verona.
La passione e la cultura sconfinata di questi amici sul cinema gli hanno permesso di entrare in
un rapporto differente con le immagini: comprendere come dietro un'inquadratura o uno stacco
di montaggio ci sia tutta una serie di significanti e riferimenti esterni, gli ha permesso di
acquisire una dimestichezza fino allora ignota con un linguaggio che trovava estremamente
stimolante, quello delle immagini.
Da lì, quasi naturalmente, si è accostato alla fotografia, di cui ammirava anche l'aspetto pratico,
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analogico, molto legato alla chimica e quindi al suo corso di studi. Ma è stata la visione del
video di Douglas Gordon 24 hours Psycho e una visita all'Hamburger Banhoff di Berlino, che lo
hanno portato alla convinzione che la somma di tutti i suoi interessi poteva trovarla nel museo o
nella galleria d'arte, luoghi ultimi oggi designati alla produzione di sapere e di rielaborazione di
immaginari.
Così ha iniziato a frequentare qualche galleria della sua città e le fiere, arrivando alle prime
acquisizioni, che rimangono comunque ancora un momento occasionale rispetto alla ricerca,
che è sempre l'aspetto primario.
Colleziona esclusivamente giovani e giovanissimi, oltre che per un mero fattore economico,
perché ama l'idea di poter crescere all'unisono con la raccolta e seguire da vicino l'evolversi del
loro lavoro.
Museo Civico di Storia Naturale
Opere in mostra
Vanessa Safavi, Vital Energy and Relaxed Being (red), 2012
silicone, plexiglass
Wilfredo Prieto, Coca-Cola, 2012
pezzo di puzzle
cm 16 x 16
Runo Lagomarsino, We Support, 2007
proiezione di una diapositiva e pannello isolante
cm 31 x 27 x 13
Jesse Ash, Untitled (hands),
collage di giornale incorniciato
cm 27 x 42
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