Pride Rivista mensile – Autorizzazione del tribunale di Milano n. 351 del 7/5/1999 – Direttore responsabile: Gianni Rossi Barilli. Distribuzione gratuita in tutti i locali (in edicola o libreria 2,5 euro). Trasporto esonerato da DDT ai sensi del DPR n. 472 del 14/8/1996 IL MENSILE GAY ITALIANO 140 • FEBBRAIO 2011 (2,5 € in edicola e libreria) www.prideonline.it copia gratuita SPECIALE DISCO CURARE L’AIDS CHAT GPS 2 febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 3 7 Come sta la notte? Stefano Bolognini 10 Vent’anni di Mucca Gianni Rossi Barilli 13 Sulle piste degli orsi Marco Albertini 16 Cronaca Italia 20 Cronaca estero 25 Guarire l’Aids Giulio Maria Corbelli 28 Fenomeno Glee Antonio Malvezzi 30 Sussurri e Grindr Paolo Colonna 32 Ragazze all’antica Andrea Pini 34 L’amore a Bucarest Francesco Gnerre 38 Il nostro caro trash Roberto Cangioli 40 Carta gaygrafica Francesco Belais 42 Ultracorpi 44 Omorama Alessandro Insy Loan Michetti 46 Cinema Vincenzo Patanè 48 Teatro Mario Cervio Gualersi 50 Libri Francesco Gnerre 52 Musica Roberto Cangioli 54 Vita notturna Francesco Belais 56 Metropoli 64 Dove e cosa PRIDE 140 FEBBRAIO 2011 Foto in copertina: Manuel Scrima DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Rossi Barilli E-mail: [email protected] AMMINISTRATORE UNICO Frank Semenzi ART DIRECTOR Paolo Colonna SEGRETERIA DI REDAZIONE Marco Albertini E-mail: [email protected] Edito da: Associazione Culturale GLBT Stampato da: EmmeK editore s.r.l. di Fino Mornasco (CO) REDAZIONE via Antonio da Recanate 2 20124 Milano Tel. 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Non si garantisce la pubblicazione di quanto prenotato o pervenuto oltre tali date. febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 5 Servizio di intermediazione camere per esempio Berlino da 19,- € e per persona/nott www.ebab.com · Call +49-30-236 236 10 6 febbraio 2011 · PRIDE CULTURA + ATTUALITÀ COME STA LA NOTTE? New York, Sydney, Amsterdam, Londra, Tokyo: le notti gay cambiano pelle in ogni angolo del globo e la cultura dance mostra la corda. E in Italia cosa succede? TESTO — STEFANO BOLOGNINI · [email protected] Sodoma potrebbe essere distrutta per la seconda volta, ma per carità, niente fuoco divino. Stando alle analisi dei media gay internazionali, bar, quartieri, disco e cruising godrebbero di pessima salute insieme al giornalismo tematico, alle chiese friendly, alle spiagge nudiste e ai maschi pompati di steroidi. L’ Entrepreneurship Magazine, un giornale economico, prevede addirittura il tramonto dei bar gay esattamente per il 2020. In effetti, un breve tour per i quartieri gay sparsi in ogni angolo del globo è sconsolante. Negli Stati Uniti è stop, o quasi, ai mega eventi dance del controverso “Circuit”, party a base di migliaia di decibel frequentatissimi da gay, che dopo un picco nel 2000, sono crollati con l’addio prematuro ai vari “Red Party”, “FireBall”, “The Morning Party”. A New York ha chiuso l’enorme discoteca Roxy, mentre Christopher Street, il quartiere gay simbolo del movimento dei diritti, sarebbe in degrado per l’ampia diffusione di spaccio e prostituzione. Rallentano la somministrazione di alcolici e le “scheccate” da bar anche a Toronto: due locali rimasti contro i sei di solo una decina di anni fa e a Boston sette sopravissuti, erano sedici negli anni ’90. Auckland ha uno solo superstite, mentre a Miami i locali gay sono ormai tutti misti. Il declino di San Francisco e dintorni è diventato oggetto di discussioni accademiche con una tesi intitolata Gay bar nella Silicon Valley, studio del declino di una istituzione sociale. E non si chiude solo in America. A Tokyo si spengono definitivamente le luci stroboscopiche in almeno un terzo dei club del quartiere gay Ni-chôme, secondo i dati pubblicati dall’ Independent. L’economista australiano Brad Ruting, rileva il declino di Oxford Street, il quartiere gay di Sydney: negozi e locali sono sempre meno gay e gli omosessuali sono poco interessati a frequentarli. Giusto per aggiungere un tocco di esotismo, il Mumbai Mirror, accenna che a Nuova Dehli, in India, sarebbero deserti persino i tradizionali luoghi di cruising PRIDE · febbraio 2011 all’aperto sostituiti dalle chat. Anche le notti della vecchia Europa non godrebbero di perfetta salute. La scena gay di Londra, in un report di Time Out, nonostante il sempre considerevole numero di appuntamenti settimanali, sarebbe in degrado per una svolta auto-distruttiva, tra droghe pesanti, morti per Ghb, una pericolosa droga sintetica, e sesso non protetto. Non scorrono più fiumi di champagne nemmeno a Parigi, dove i locali del Marais sono alle prese con norme sempre più restrittive tanto che il mensile Têtu ha intitolato una inchiesta “Le notti di Parigi hanno un futuro?”. Più a nord, Copenhagen chiude due locali storici e concentra i party nel week-end, così come Amsterdam, dove ha chiuso la storica discoteca Exit e il quartiere gay nei giorni feriali sarebbe pressoché deserto. In tutte le analisi sulla pessima salute delle notti gay tra gli imputati d’eccezione, oltre alle turbolenze della crisi economica, c’è evidentemente internet che avrebbe accolto la comunità gay ormai orfana di spazi pubblici. Ma, tra le righe del nefasto bollettino medico, più che una condanna a morte, si legge una “crisi” di tumultuosa trasformazione. Nei paesi che hanno raggiunto un buon grado di accettazione dell’omosessualità è maturato un sentimento comune che vive il locale esclusivo come un anacronismo. La scomparsa delle nuove generazioni dai locali gay storici della scena 7 ATTUALITÀ + CULTURA internazionale ne è la più limpida testimonianza: per chi è cresciuto a sesso scaricabile dal web e Will & Grace l’orientamento sessuale è un dettaglio, la visibilità scontata e l’esclusività dei locali gay non necessaria. Ma allora, chi e cosa frequentano i gay nel mondo, oltre a internet? Secondo Winq, un patinato giornale di cultura queer globale, il futuro che già stiamo vivendo è nei locali misti. Il resto lo si può tranquillamente godere con un giro preventivo su GayRomeo, frequentato sito di incontri on-line. Tramontata poi l’era delle grandi discoteche, l’offerta estera si starebbe specializzando in micro-nicchie. È il caso di New York dove la serata “Mantrax!” accoglie gay appassionati di heavy metal. La Grande Mela offre spazi anche al “Party Tall” per uomini alti più di un metro e ottanta o addirittura al “Main Man”, una feste gay dedicata agli omosessuali che odiano le feste gay. A Washington è grande successo per un bar sport, 10 maxi schermi che proiettano partite, che ha appena inaugurato una serata friendly. Il gestore che fino a ieri serviva solo tifosi eterosessuali dice: “Non immaginavo ci fossero tanti gay e lesbiche amanti dello sport”. I sex club, per parte loro, rispondono alla crisi riducendo il dress code solo ai calzini al Club Church di Amsterdam, mentre a Parigi e Berlino funzionano serate per ogni feticismo immaginabile. La crescita globale del bareback, dell’uso di droghe soprattutto nei sex club e delle infezioni da Hiv non sembrano impensierire più di tanto, mentre a Londra alcuni locali affrontano il problema offrendo stanze giusto per smaltire gli effetti nefasti del Ghb. L’allarme ecatombe globale della scena gay va quindi riclassificato piuttosto come mutazione antropologica della notte gay. Prova ne siano anche quei paesi dove i locali godono di ottima salute, a dispetto della crisi della cultura del divertimento nelle capitali occidentali. Accade in tutto l’est europeo e specialmente a Varsavia, con una scena gay frizzante e in costante ascesa. A Cuba, nel gennaio scorso, è stata inaugurata la prima discoteca gay ufficiale, mentre centinaia di gay con gli occhi a mandorla ballano Madonna, Lady Gaga o Kylie a Shanghai al Club Bobos e Singapore è la destinazione gay più cool dell’Asia. Sono città che solo oggi sperimentano una scena visibile ed esclusiva e che, tra trent’anni, si troveranno probabilmente a fare i conti con comunità gay che considererà 8 l’esclusività un anacronismo. L’Italia, con una quarantina d’anni di movimento di liberazione gay alle spalle, dovrebbe essere giunta al giro di boa delle notti gay, ma per le sue ben note peculiarità mostra ancora una volta una situazione particolare. Da nord a sud si spende meno e si esce meno, tanto che il numero di ingressi dei sessanta club affiliati al Circuito uno di Arcigay ha un trend che segue esattamente quello della crisi economica: un meno 3% tra 2008 e 2009, a inizio crisi, per arrivare a oggi con un meno 10% complessivo, traducibile in migliaia di ingressi in meno. Ma nonostante i numeri non lusinghieri i locali non hanno chiuso, e nelle notti gay italiane si intravedono, solo in embrione, le novità che abbiamo osservato sulla scena internazionale. Al Cassero di Bologna funzionano bene i party molto tematizzati con un pubblico misto, mentre Muccassassina di Roma tiene: “Nonostante la crisi i risultati di quest’anno sono ottimi, ma in tutta la Capitale c’è movimento e ci sono nuove serate, anche underground, a partire dal lunedì. In una città dove la gay street muove i primi passi solo ora c’è un terreno nuovo e ancora molto da costruire. E speriamo che l’Europride porti a un nuovo rinascimento”, spiega l’art director Diego Longobardi. A Milano non si può parlare di crisi per Join The Gap (c/0 il Borgo del Tempo Perso), ormai da anni la domenica gay per eccellenza organizzata da Arcigay Milano, a costante e massiccia frequentazione di giovani, mentre dai 30 anni in su sta vivendo una seconda giovinezza il sabato dello storico One Way. Stefano, il responsabile, spiega: “Offriamo un’atmosfera familiare, musica dance e prezzi bassi e abbiamo coinvolto molta gente. È cambiato l’orizzonte delle notti milanesi, è tramontato lo sballo totale e il fashion. La clientela ci chiede qualcosa di intimo, tranquillo, vuole sentirsi a casa sua”. Vanno bene, senza rincorrere le notti di Ibiza o New York del tempo che fu, anche le partecipate serate dei Magazzini generali e di “Barbarella”, ma c’è un’altra Milano che, come altre città europee, ha abbandonato senza rimpianti i luoghi tradizionali della movida esclusivamente gay, e che preferisce il misto del “Patchouli”, con karaoke, drag queen tra ragazzini sculettanti etero, lesbiche, gay e trans. O che prima della discoteca si ritrova nell’atmosfera casual chic del Mono: modernariato, cocktail abbondanti e barbe gay alternative in un contesto però almeno per definizione “misto”. Molto più a sud, dove la scena gay è ancora una novità, ci si ingrandisce. Giovanni Caloggero, amministratore del gruppo Pegaso di Catania, che gestisce la più grande discoteca gay del meridione dichiara: “In questi ultimi due anni l’aumento di presenze è di oltre il 20% e ci vengono a trovare persino dalla Puglia e dalla Calabria. Abbiamo inaugurato una seconda pista e nuove serate come quella della domenica invernale. Siamo in crescita, altro che crisi”. Insomma la movida gay italiana mantiene dei capisaldi che sembrano non risentire più di tanto dell’aria di smobilitazione che spira dalle storiche mecche gay internazionali. Anche da noi, però, tra i più giovani si diffonde la predilezione per situazioni meno etichettate. Francesco, 20 anni, intercettato al Borgo spiega: “Ieri serata etero del Karma, ero qui con i miei amici etero, oggi, serata gay, sono ancora qui con loro. La musica è molto diversa ma sono due belle serate”; Paolo, 18 anni, romano, mentre sorseggia una birra sulla gay street si chiede che “cos’è un cruising? Non ti basta il web per trovare?” e Filippo, 19 anni, di Torino in chat conclude: “Non capisco questa cosa dei locali gay esclusivi, io vado ovunque”. Speriamo che il trend rappresenti un progresso, anche se qualche punto interrogativo in proposito c’è. febbraio 2011 · PRIDE CORONA LA MIA VERITÀ 25 MARZOh.21 TEATRO COLOSSEO - TORINO Prevendite: www.teatrocolosseo.it Via Madama cristina 71 20125 torino Biglietteria aperta dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 tel. 011/6698034 011/6505195 [email protected] corona_manifesto.indd 1 PRIDE · febbraio 2011 infoline: www.teatrocolosseo.it www.ticketone.it tel. 011/19500822 [email protected] 14/12/10 19.24 9 ATTUALITÀ + CULTURA VENT’ANNI DI MUCCA Il celebre party del venerdì sera del circolo Mario Mieli di Roma inaugura il suo terzo decennio con il vento in poppa e celebra la propria storia con un lussuoso libro fotografico. TESTO — GIANNI ROSSI BARILLI Foto: Marco Rossi Almeno all’inizio, il rapporto tra il movimento gay italiano e la disco come suprema forma del divertimento contemporaneo (o trasgressione controllata che dir si voglia), non è stato dei più sereni. Proprio quel Mario Mieli da cui proviene il nome del circolo che ha inventato e fatto crescere Muccassassina, la serata disco a tutt’oggi più blasonata della capitale, tuonava nei lontani anni Settanta contro la falsa liberazione offerta agli omosessuali dallo sfruttamento commerciale del loro bisogno di aggregazione, che rappresentava secondo la sua analisi un incasellamento nel sistema della tolleranza repressiva a spese della potenzialità rivoluzionaria della soggettività gay. E quando una trentina d’anni fa, a Torino, il Fuori 10 cominciò a promuovere delle serate di autofinanziamento in discoteca, l’ala più radicale del movimento organizzava volantinaggi davanti alla porta del locale per boicottare quella che considerava una svendita degli ideali alla logica del capitale. Già da questi esempi si può valutare quanta acqua sia passata nel frattempo sotto i ponti, ma il mutamento epocale si realizzò già dai primi anni Ottanta, quando le prospettive della rivoluzione (gay e non) erano sfumate e un nuovo ordine incalzava, senza peraltro sminuire più di tanto la voglia di vivere delle masse gaie che non erano costituite di intellettuali e pian piano uscivano dai cespugli e dai cessi delle stazioni per andare a riempire le piste da ballo con annessa dark room. febbraio 2011 · PRIDE CULTURA + ATTUALITÀ Così il movimento fece tesoro della massima “se non puoi batterli unisciti a loro” e si adattò pragmaticamente a deviare verso scopi sociali almeno una parte del crescente flusso di risorse che proveniva dalla nuova industria del divertimento notturno. Le serate di autofinanziamento diventarono presto un’abitudine che nessuno più si sognava di contestare e una voce non trascurabile per far quadrare i magri bilanci dei vari circoli politici omosessuali sparsi per l’Italia. Tra questi il Mario Mieli, erede diretto dei collettivi romani degli anni Settanta e fiero della propria indipendenza al punto da non entrare nella rete nazionale creata da Arcigay a metà degli Ottanta. Fu qui che il format dell’iniziativa per raccogliere fondi (e per stare insieme inventandosi qualcosa di diverso dal solito) si perfezionò in modo originale, fino a produrre il marchio di Muccassassina che ormai da due decenni è “il” venerdì notte della scena glbt romana. L’evoluzione di questo appuntamento settimanale, migrato nel tempo in diverse sedi sviluppando la propria identità, ci racconta molto della nostra storia collettiva. Dai primi “scantinati” dove si sperimentava una creatività al tempo stesso audace e senza pretese ai megaspazi ipertecnologici di oggi dove si fa spettacolo secondo criteri più professionali, nel bene e nel male, c’è un salto che ci dice chi eravamo e chi siamo diventati. La costante comunque, almeno per quanto riguarda la Mucca, è un successo che non ha conosciuto soste e il mantenimento del legame con la realtà associativa di provenienza. La storia di Mucca è quindi a pieno titolo anche la storia del circolo Mario Mieli, e non solo per via dei soldi che la Mucca puntualmente produce ogni venerdì. Le iniziative politiche e culturali del circolo sono sempre passate giocoforza anche qui, dalle campagne di prevenzione dell’Aids degli anni Novanta al mitico Wordlpride del 2000 fino ad arrivare all’Europride di quest’anno. Contemporaneamente però ciascuna delle due realtà ha una propria fisionomia autonoma che si è evoluta anche per conto proprio. Muccassassina ha cambiato pelle molto più spesso della casa madre, seguendo il filo della propria popolarità, della mutevole tendenza discotecara e dell’innegabile creatività delle sue direzioni artistiche. C’è chi alle volte la considera una figlia un po’ degenere, ma è così che si è conquistata una fama addirittura internazionale che mantiene nel tempo a livello di critica e soprattutto di pubblico (anche 4.000 persone a sera). Oggi la Mucca è di fatto un party misto, anzi che più misto non si può, stando all’elenco dei frequentatori che la presidente del circolo Mario Mieli Rossana Praitano stila nell’introduzione al libro prodotto per celebrare il ventennale: “Vengono ragazzini e signore, coppie e singoli, dive e borgatari, stranieri e italiani, gay e trans, sessantenni e sbarbati, etero e lesbiche, palestrati e orsi, padri di famiglia e nonne, e via di seguito”. Il miscuglio prevale sulle identità a compartimenti stagni, anche se gay, lesbiche e trans restano, dice ancora Praitano, “i padroni di casa”. E questo è certo un ottimo modo per diffondere una cultura del rispetto della diversità propria e altrui. Diciamoci però francamente che non è questo il motivo principale per il quale si va alla Mucca. E per spiegare meglio questo punto lasciamo la parola alle immagini di queste pagine, un piccolo assaggio di quelle contenute nel libro, realizzate a titolo gratuito da importanti fotografi ai quali si è rivolto il direttore artistico Diego Longobardi per documentare il meglio delle serate di Muccassassina. PRIDE · febbraio 2011 Foto: Marco Ronca Foto: Mirta Lispi Foto: Fanny Coletta Foto: Marco Ronca 11 Solo € 19,9 al m ese0 L’AMORE NON È UNA BOTTA E VIA La ricerca del partner basata sull’affinità di coppia Offerta esclusiva PRIDE: http://it.gay-parship.com/pride 12 febbraio 2011 · PRIDE CULTURA + ATTUALITÀ SULLE PISTE DEGLI ORSI La socialità bear si è ridotta a mera occasione di intrattenimento o resistono l’orgoglio e la provocazione della propria doppia “diversità”, omosessualità e fisicità fuori dai canoni di bellezza comune? Facciamo il punto della situazione all’inizio del nuovo decennio. TESTO — MARCO ALBERTINI · [email protected] | ILLUSTRAZIONE — GIANLUCA “NEROBEAR” MANNA Se nel lontano 1979 un anoressico David Bowie cantava I am a Dj, I am what I play, sono un dj e sono ciò che suono, tre decenni dopo questa affermazione da noi sembra essere diventata “Sono un dj bear, vieni a ballare con me”. È un dato di fatto che in Italia oltre a dei carri o a uno sparuto spezzone di corteo a qualche pride, il mondo ursino oramai pubblicamente vive quasi esclusivamente di feste in discoteca, dove è il nome di chi si troverà alla consolle a fungere da richiamo principale. Malgrado ciò, dopo anni di stagnazione agitata da alcuni spunti di dibattito ospitati anche sulla nostra rivista, il blog Noirpink modello Pandemonium http://noirpink.blogspot.com ha recentemente rilanciato con forza tra i suoi post l’analisi della cultura bear nelle sue potenzialità e nelle critiche che le vengono mosse. E partendo da un’intervista a Les Kirk Wright, autore dei due volumi di The Bear Book - Readings in the History and Evolution of a Gay Male Subculture, nel blog è scaturita una riflessione a più voci su come si è evoluto e come sta cambiando il mondo degli orsi a livello globale, tra storia, gender and queer studies, sociologia e opinioni personali nelle quali ci si può più o meno ritrovare. Quando a un certo punto della nostra evoluzione come comunità anche vestire dalla taglia XL in su o possedere in maniera molto rilevante i caratteri sessuali secondari dei maschi adulti (come la pelosità diffusa) e stazza o altezza non proprio da proporzionata statua greca diventò politicamente corretto, gli “orsi” diventarono di fatto soggetti di interesse erotico alla luce del sole all’interno della cultura visiva gay. Questa forma del desiderio era sicuramente sempre esistita ma non era esibita o pubblicamente condivisa. Secondo Wright in questa “nuova” dimensione estetica c’era una forza politica potenzialmente rivoluzionaria e sovversiva, utile a una “rottura più ampia dell’ordine delle relazioni di potere (ma) queste potenzialità sono rimaste in larga parte inespresse”. In parole povere la rivoluzione è fallita perché, se la bellezza è una forma di potere, l’estetica ursina ha “solo” imposto una nuova forma di bellezza e un nuovo modo di esercitare del potere e dell’oppressione sociale, trasformando l’identità bear in un fenomeno commerciale e basta. Su questa scia si potrebbe qui inserire il pensiero espresso da Francesco Macarone PRIDE · febbraio 2011 13 ATTUALITÀ + CULTURA SUPERSTAR DJ SABATO 06.FEB.2010 21 FEB. 6 FEB. BEARDOC PRESENTA UN ALTRO SUPERSTAR DJ FROM LONDON HI-FI SEAN E GLI SPECIAL BEAR DANCERS APERITIVO A PADOVA DOMENICA 21.FEB.2010 BUFFET OFFERTO DALLE 19 ALLE 22 MUSICA POPBEAR PER BALLARE E LO SPETTACOLO DI LINDA E AMICHE INGRESSO 10 EURO SUPERSTAR DJ SABATO 06.MAR.2010 C M Y CONTINUA LA SERIE DI OSPITI INTERNAZIONALI BEARDOC PRESENTA CM MY DJ MARANDOS FROM EQUINOX– BARCELONA CY CMY 14 16 MAG. 6 MAR. K Flexo/ via Turazza 19/ Padova IT / info e prenotazioni: +39 334 1459804/ www.beardoc.com / Ingresso riservato ai soci Uno Club Card Palmieri, antropologo sociale e fondatore a Roma di Euro, Epicentro Ursino Romano, e maggiormente noto con il nome Warbear. Secondo lui “la stereotipizzazione dei linguaggi ha prodotto l’ennesima identità funzionale al mercato gay. (…) Basta prendere una persona qualsiasi di genere maschile (biologica o meno), metterle una camicetta a quadretti, (…) farle crescere la barba, farle tatuare una zampa d’orso su un braccio e farla ingrassare un po’. Ecco a voi un “Mac Bear”: un bell’orso preconfezionato pronto a essere carburante per la macchina-mercato dell’entertainment ursino”. Ci va persino più pesante Perdido, disegnatore bear e blogger che si è impegnato a far proseguire la fanzine cartacea WOOF! (vedi Pride n. 111) su internet http://wooflog.blogspot.com. Nel post dal titolo “RicOrsi Storici – la cosiddetta disfatta dei Bears” dichiara che “La rivoluzione degli Orsi, a nostro parere, non è fallita per il semplice fatto che non è mai neppure iniziata. La componente destabilizzante è tuttora un mero potenziale, ed è innegabile che le logiche tiranne della società dei consumi abbiano affossato qualcosa di così interessante sul nascere”. Gianbattista Ventrella, co-fondatore insieme al compagno Carlo Molinari di Orsiitaliani, il primo gruppo bear nato in Italia, invece non pensa “che si possa caricare la comunità bear di aspettative ‘rivoluzionarie’ che in realtà non sono mai state percepite dalla maggioranza dei membri. Ritengo che le associazioni di orsi siano nate dalla mera esigenza di condividere un ideale estetico ignorato o ridicolizzato dai mass-media gay e non, di poter dire di trovare un ciccione come Galeazzi magnificamente stupendo e, viceversa, di trovare un declamato sex symbol come Brad Pitt meno erotico di un palo della luce, senza per questo essere guardato come un marziano...”. Per evitare di dilungarmi, e soprattutto di distorcere involontariamente il pensiero altrui, vi rimando alla lettura completa dei vari interventi e dei commenti che ne sono conseguiti sui due blog segnalati. Tornando però alla tesi espressa all’inizio dell’articolo, tutte queste elucubrazioni teoriche, per quanto affascinanti, quasi spariscono nel nulla se scendiamo su un piano di realtà. L’unica radura dove possiamo trovare il mondo ursino italiano sembra essere oramai la pista di una qualche discoteca nel fine settimana. Per verificare se ciò sia vero consultiamo qualche esperto del settore. Come Gianluca del gruppo Subwoofer di Roma. Oltre a organizzare feste bear nella capitale o in giro per l’Italia e l’Europa, Subwoofer annualmente è presente a vari pride, allestisce mostre d’arte a tema e vi consigliamo di vedere i loro video-flyer sul canale YouTube www.youtube.com/subwoofervision. A Gianluca chiediamo se davvero la scena bear italiana sia diventata solo un sistema per offrire “futile” divertimento. “Sicuramente”, ci risponde, “il fatto di aver assunto un vero e proprio status riconosciuto all’interno della comunità glbt (qi) ha cambiato la percezione che molti orsi (e loro ammiratori... perchè non scordiamoci che oltre a chi si sentiva escluso per la propria stazza, c’era anche chi si sentiva stigmatizzato e giudicato nei proprio gusti) avevano di se stessi, non più come elemento al di fuori di un gruppo, ma come parte integrante di esso. Questo non può non aver cambiato un po’ le carte in tavola. Ogni party gay mainstream si è dotato di una nuova lista, di una nuova nicchia, per un nuovo bacino di utenza, senza troppe domande sui contenuti che potevano essere apportati da questa comunità che prima sonnecchiava a bordo pista e che ora invece si scatena sotto un palco. Il processo, d’altronde, non vale solo per gli orsi; credo che sia lo specchio di una situazione di ben più ampia portata, una corsa verso un inoffensivo, omologato minimo comun denominatore che riunisca tutti sotto un unico tendone. Stessa musica per tutti, un go-go boy un po’ più peloso, e via”. E delle istanze “rivoluzionarie” che avevano contraddistinto il movimento bear ai suoi albori cosa ne è stato? “Forse”, prosegue Gianluca, “gli orsi che partecipavano di questo processo di cambiamento avevano desideri molto diversi. Ricordo i primi bear toga party come un momento di grande esplorazione, in cui si riunivano persone che venivano da ambienti e da esperienze anche molto differenti, con il forte desiderio di incontrarsi. E c’era una curiosità per i contenuti, per l’immaginario che si esplorava, che ora non può forse più esserci. In ogni caso, anche il contesto è cambiato, l’Italia è cambiata e non di poco in pochi anni... Anche la scena ursina si è trasformata, in osmosi con ciò che la circonda. Una sola cosa mi viene da dire, da affermare anche con una certa sicurezza, come una caratteristica immutata, e per me anche molto di peso nell’ambiente bear. La molla principale, quello che fa scattare tutto, che stacca l’orso dal computer, dalla Playstation, dalla Wii, dalla chat, sono gli amici. Non è così importante il DOVE si va, ma è importante andarci con gli amici, o per incontrare gli amici. Quello è il vero motore che smuove tutti, dai tempi dei primi mitici bear toga party a oggi”. A Claudio di Cockette, la serata bear milanese che con il nome iniziale di Moquette ha stravolto gli schemi per il ricercatissimo suono house, techno ed electro che propone, domandiamo invece come interpreta l’importanza, talvolta ai limiti del divismo, assunta dalla figura del bear dj. Anche questo è un segno di omologazione? “Trovo che il fenomeno del bear dj”, spiega, “sia una di quelle mode momentanee dovute al forte sdoganamento della scena ursina. Iconizzato come uomo barbuto e robusto, il bear in questo momento storico appartiene anche al mondo etero, tanto che come etichetta il termine è oramai entrato nel linguaggio comune e possiamo ritrovarlo anche in riviste patinate o durante la settimana della moda maschile. Cockette non si riconosce in icone bear che si inventano dj, perché ‘essere dj è una cosa seria, non scherziamo!’. Crediamo fortemente nel bisogno di innovazione, e così come il Magnum Club Italia fu partecipe nella creazione della scena bear italiana solo ludica e sociale venti anni fa, Cockette vuole reinventare la dimensione di club gay, dove i bear finalmente, dopo anni di ghetto sociale, possono integrarsi con altre realtà presenti nel mondo del clubbing. Ci sono ottimi bear dj che prima di essere orsi sono dj, e noi ci rivolgiamo a loro cercando di offrire qualità e innovazione musicale in un ambiente che ormai da tempo ha congelato la voglia di proposte diverse dal mercato ‘gaga-madonnaro ricoperto di pelo’. Il bear dj è solito suonare musica commerciale, house, i più avventurosi techno-house, in serate che invitano l’aggregazione di persone dalle stesse caratteristiche fisiche, dove tutto inizia come sempre e finisce allo stesso modo... Questa è la formula per arricchirsi sfruttando ciò che ora sembra tanto in voga! Ma quando il pelo stancherà, la musica annoierà e i dj cambieranno hobby cosa ne rimarrà?”. In attesa dei prossimi sviluppi bisogna accettare che ci troviamo di fronte a un mondo bear 2.0 ma già in evoluzione e sapersi adeguare. In fondo che male c’è a ritrovarsi spensierati su una pista da ballo a cantare: “Oh oh oh I want a ‘bear’ romance…”? febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 15 CRONACA ITALIA >> Roma Secondo cifre diffuse dall’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami), l’11% delle separazioni giudiziali è causato da tradimenti omosessuali: il 7% attribuibile ai mariti e il 4% alle mogli. Il presidente nazionale dell’Ami, Gian Ettore Gassani, pensa però che si tratti della punta dell’iceberg: Il fenomeno dell’omosessualità dei genitori”, ha affermato, “è molto più radicato di quanto si possa immaginare e tantissime coppie tendono a nascondere queste vicende optando per la separazione consensuale”. >> Roma È finita male, nel weekend di metà gennaio, una serata di festa e sesso progettata in chat alla quale avevano preso parte sette uomini. Due dei partecipanti si sono sentiti male a causa di un eccesso di droghe e alcol: uno era già morto quando hanno cercato di soccorrerlo, mentre l’altro è stato ricoverato in coma all’ospedale. Le cronache locali, per una volta, non si sono sbizzarrite sul filone morboso degli incontri gay a luci rosse, descrivendo l’episodio per quello che è stato: un tragico incidente. >> Torino L’edizione numero ventisei di “Da Sodoma a Hollywood – Torino Glbt Film Festival” si svolgerà dal 28 aprile al 4 maggio prossimi al cinema Massimo. Il comitato di selezione conferma ancora una volta l’intento di rinnovare la manifestazione, attraverso una scelta scrupolosa dei titoli, un maggiore coinvolgimento della città e del pubblico e una più articolata serie di appuntamenti collaterali per dare prestigio all’evento. L’immagine-guida di questa edizione è stata affidata al disegnatore Massimo Fenati, autore di Gus&Waldo, la coppia a fumetti di pinguini gay le cui avventure sono diventate famose in Italia e all’estero. >> Sanremo Pronto a partire, dal 15 al 19 febbraio, l’ennesimo festival della canzone. Due le imprescindibili icone gay in concorso: Patty Pravo con Il vento e le rose e Anna Oxa con La mia anima d’uomo. Tra le aspiranti icone c’è sicuramente Giusy Ferreri con Il mare immenso e per chi ama le emozioni forti Anna Tatangelo con Bastardo. La massima attesa riguarda però la ventilata apparizione di nostra signora Lady Gaga in qualità di ospite strapagata. 16 La consulta si ripete Ai primi di gennaio la stampa nazionale ha parlato di un nuovo intervento della corte costituzionale sul tema del matrimonio tra persone dello stesso sesso, sottolineando che si è trattato ancora una volta di un no, in quanto la diversità di sesso è “elemento essenziale” dell’istituto matrimoniale nel nostro ordinamento. In realtà, precisano gli avvocati di Rete Lenford (animatori con l’associazione radicale Certi Diritti della campagna di affermazione civile che lo scorso anno ha condotto decine di coppie omosessuali a chiedere ai rispettivi municipi le pubblicazioni matrimoniali), non si è trattato di una nuovo sentenza ma di un’ordinanza che giudicando un caso analogo a quelli in precedenza presentati alla corte ha rinviato alla sentenza emessa nell’aprile scorso. Che in effetti diceva no al matrimonio tout court ma nel contempo affermava il diritto fondamentale delle coppie omosessuali al riconoscimento delle loro unioni. Specificando testualmente che “spetta al parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni. Può accadere infatti”, aggiungevano i giudici, “che in relazione a ipotesi particolari, sia riscontrabile la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale, trattamento che questa corte può garantire con il controllo di ragionevolezza”. Nel frattempo il parlamento non si è mosso di un millimetro, mentre alla consulta sono approdate altre richieste di esprimersi sulle norme vigenti che ricalcavano nelle motivazioni quelle esaminate con la sentenza di aprile. E a queste la corte ha dato e darà risposte in fotocopia. Appare quindi strumentale il trionfalismo dei politici in cerca di voti in nome della difesa della famiglia tradizionale, che salutano queste ripetizioni come stop nuovi di zecca, ma dall’altro lato ogni riaffermazione del già detto contribuisce a sottolineare la fase di stallo in cui si trova la battaglia per il riconoscimento delle unioni gay. L’unica cosa certa è che i tempi per uscirne non saranno brevi. Sul versante legale restano in campo i ricorsi in appello contro sentenze negative in primo grado presentati in diverse città, che potrebbero aprire la strada a ulteriori ricorsi presso la corte di cassazione (una cui eventuale pronuncia negativa renderebbe possibile rivolgersi alla corte europea di giustizia) o di nuovo presso la corte costituzionale con quesiti diversi rispetto a quelli già affrontati. Come si dice, campa cavallo, ma al momento si tratta della sola prospettiva per così dire concreta. Una soluzione politica infatti non è all’orizzonte, dal momento che tra crisi economiche e intrighi istituzionali la questione glbt è di nuovo scomparsa dall’agenda di tutte le forze in campo. Se ne riparlerà (forse) in una delle prossime legislature. Ospite pericoloso Ospitare in casa temporaneamente una persona e ritrovarsi tra capo e collo un’accusa di sfruttamento della prostituzione non capita tutti i giorni, ma è proprio quel che è successo a un quarantacinquenne di Trento, assegnatario di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, che qualche mese fa, rientrando a casa a tarda notte, aveva trovato la porta sprangata. All’interno c’era il suo ospite, un ragazzo che gli era stato presentato da un parente con la richiesta di ospitarlo per un paio di settimane, che rifiutava di aprire per non meglio specificati motivi. Il padrone di casa aveva chiamato la polizia e aveva così scoperto che il suo ospite, al momento in compagnia di un cliente, in sua assenza si travestiva e si prostituiva nell’appartamento. Il ragazzo colto in flagrante aveva però raccontato una storia diversa agli agenti, dicendo che abitava in quella casa da alcuni mesi e che pagava a titolo di subaffitto quasi tremila euro al mese. Di qui l’accusa di sfruttamento della prostituzione a carico del quarantacinquenne, smontata per sua fortuna da diversi testimoni a discarico ma soprattutto da una situazione di indigenza che non rendeva credibile che percepisse una rendita da tremila euro al mese. Il titolare dell’appartamento infatti, disoccupato da lungo tempo, era assistito dalla Caritas e non aveva neppure un euro in banca. C’è voluto comunque qualche mese prima che il giudice decidesse di archiviare il procedimento di fronte agli elementi di prova che contraddicevano le affermazioni dell’ex ospite. febbraio 2011 · PRIDE www.gothicsauna.ch VICOLO VECCHIO 3 CH - 6900 MASSAGNO LUGANO T +41 91 967 50 51 18 Partner * BEARS DAY INGRESSO RIDOTTO E CONSUMAZIONE PER TUTTI I BEARS LOOK ORDINARY LOOK TOWEL dese Ingresso libero Sauna finlan rco notu Bag ne azio Consum Idromassaggio obbligatoria SATURDAY DOUBLE LIVE CORSO STATI UNITI, 35 - 10128 TORINO Tel. 346 3006612 - [email protected] Studi gay DOCCIA IDROMASSAGGIO BAGNO TURCO SAUNA AREA LETTURA AREA FUMATORI YOUNG & BEARS FRIENDLY Piuttosto originale nella formula, nel panorama angusto dei rapporti tra cultura glbt e università italiana, è partito a gennaio all’Università Statale di Milano un corso interamente dedicato alle tematiche omosessuali. Si tratta di undici lezioni con diverse prospettive disciplinari (storica, giuridica, psicologica ecc.) che faranno ottenere agli studenti dei crediti a patto di frequentarne almeno l’80% e di produrre al termine del corso un elaborato su uno degli aspetti affrontati. Coordinatrice del corso è la professoressa Antonella Besussi, docente di filosofia alla facoltà di scienze politiche, che in collaborazione con il collettivo Gay Statale ha definito un programma che prevede la partecipazione di docenti dell’ateneo milanese e di altre università nonché anche di esperti non accademici. A Roma invece l’XI municipio ha organizzato un corso di aggiornamento rivolto alle educatrici scolastiche di asili nido e scuole materne per imparare a interagire come si deve con il fenomeno sempre più diffuso di bambini con due mamme o due papà. “La nostra iniziativa”, ha spiegato l’assessore alle politiche culturali dell’XI municipio Carla Di Veroli, “vuol essere un’occasione per approfondire la conoscenza degli aspetti sociologici e psicologici di questi nuclei familiari. E vuole dare strumenti concreti alle maestre per rispondere adeguatamente agli interrogativi pedagogici nel lavoro di tutti i giorni”. Secondo Marilena Grassadonia dell’associazione Famiglie Arcobaleno, “la scuola deve essere il primo posto dove un bimbo di genitori omosessuali deve sentirsi accettato, accolto. Gli educatori perciò hanno un ruolo centrale”. w Lounge bar, Privé, Cabaret Sho Sorteggio INGRESSI OMAGGIO per ore 21.30 SABATO* E SE 30 XY S H o NAK re 22 OW ED PAR TY VENERDÌ ore 22 NAKED PARTY LUNEDÌ ore 22 NAKED PARTY Aiutare una persona transessuale senzatetto è discriminatorio nei confronti degli homeless “normali”. Parola del consigliere regionale toscano del Pdl Giovanni Donzelli, che ha vivacemente protestato per l’accoglienza ricevuta da un giovane transessuale in una struttura comunale gestita dalla Caritas a Firenze. “Essere gay o trans”, a parere di Donzelli “non deve essere un titolo preferenziale” per conquistarsi il diritto a non morire di freddo in strada nelle notti invernali. Il presunto scandalo nasce dal fatto che il circolo Arcigay di Firenze, dopo aver bussato invano a varie porte per trovare ospitalità al ragazzo, si è rivolto direttamente al sindaco Matteo Renzi, per intercessione del quale un posto è saltato fuori. Ecco dunque che l’ombra della discriminazione al contrario si è presentata alla mente del consigliere Donzelli. Arcigay Firenze si è sentita perciò in dovere di rispondergli: “Se Donzelli stesso pensasse a proporre politiche più serie e inclusive sull’accoglienza e l’assistenza ai senza fissa dimora in città, forse non ci troveremmo nella condizione di dover chiamare un sindaco il sabato sera alle 22 per lanciare un appello disperato”. Il giovane in questione, specifica inoltre l’associazione, “non è ‘un protetto dell’Arcigay cui è stata trovata una via preferenziale’, come affermato da Donzelli, ma una persona rifiutata da più strutture con posti disponibili proprio per la discrepanza tra i suoi documenti d’identità femminili e l’aspetto esteriore maschile, dunque oggetto di una duplice grave discriminazione. Per questo ci siamo rivolti al sindaco, che si è adoperato per porre immediato rimedio alla questione”. Su questioni simili si litiga anche a Modena, dove il consigliere comunale e regionale del Pdl Andrea Leoni è insorto contro l’apertura di uno sportello contro le discriminazioni per il quale sono stati stanziati 36.000 euro sotto la voce consulenze. Una spesa inutile, secondo Leoni, in questi tempi di vacche magre e restrizione dei servizi sociali. Un anonimo graffitaro ha poi sintetizzato il malumore con scritte in rima in giro per la città indirizzate al sindaco: “Trentaseimila euro ai gay rifili, ma poi li neghi agli asili. Grazie Pighi”. Nella polemica sono intervenuti la locale sezione dell’Agedo, coinvolta nel progetto antidiscriminazioni, e l’assessore alle politiche sociali Francesca Maletti, quest’ultima per chiarire che i fondi stanziati non sono comunali, ma regionali e statali, e vincolati alla realizzazione di iniziative per la lotta a ogni forma di discriminazione (non solo nei confronti dei gay) della quale si occuperà appunto lo sportello contestato. garageclub.it Pdl e discriminazioni ME RCO L ore LIV 21. EDÌ CRONACA ITALIA SALA TV LOUNGE BAR AREA RELAX febbraio 2011 · PRIDE CRONACA ITALIA Sconto di pena Quanto vale un tentato omicidio esclusivamente motivato dall’odio omofobico? Un anno fa i giudici di primo grado avevano condannato Alessandro Sardelli (qui a fianco), noto alle cronache con il soprannome di “Svastichella”, a sette anni di carcere per aver aggredito a Roma, nell’agosto del 2009, una coppia di ragazzi gay colpevoli di essersi baciati all’interno del suo campo visivo. A dodici mesi di distanza il processo d’appello ha ridotto la pena a quattro anni, nonostante la richiesta di conferma della condanna in primo grado avanzata dal pubblico ministero. Una perizia medicolegale ha ridimensionato la gravità delle ferite inferte a uno dei due ragazzi, rimasto a lungo in ospedale prima di riprendersi, e l’odio omofobico, in base alle norme in vigore, non costituisce un aggravante. Così, da un passaggio giudiziario all’altro, il caso che aveva fatto fremere di indignazione il paese intero non è sembrato più tanto tremendo e meritevole di una punizione severa. A Dino, il giovane mandato in ospedale da Sardelli, è rimasto l’amaro in bocca. “Sono indignato”, ha dichiarato, “di fronte a quei politici che dicono di voler combattere la violenza e poi non fanno nulla. Dovrebbero vergognarsi. Quattro anni per un tentato omicidio non sono nulla, considerando anche che difficilmente otterrò il risarcimento del danno, essendo l’aggressore nullatenente”. Il comune di Roma era parte civile al processo e il sindaco Gianni Alemanno ha commentato così la sentenza d’appello: “Non possiamo non rimanere profondamente perplessi di fronte a questa sentenza perché riduce a quattro anni una condanna per tentato omicidio. Tutto questo non sarebbe successo se in Italia esistesse una norma che preveda un’aggravante per omofobia. Credo che il parlamento debba fare una riflessione al di là degli schieramenti politici, per vedere di approvare questa norma”. Nel frattempo le aggressioni nella capitale proseguono indisturbate. Poco prima di capodanno, un ragazzo di ventidue anni è stato assalito da tre coetanei all’uscita di un locale a Trastevere, insultato perché gay, picchiato e ferito a un orecchio con un coccio di vetro. Anche in questo caso l’indignazione a caldo è stata tanta, ma i responsabili dell’aggressione sono rimasti ignoti. Dialogo a Pavia Forse non tutti sanno che il 13 gennaio è la giornata dedicata al dialogo tra religioni e omosessualità in memoria di Alfredo Ormando, intellettuale gay siciliano che proprio in quel giorno, nel 1998, si diede fuoco in piazza San Pietro a Roma in segno di protesta contro la chiusura del Vaticano nei confronti delle persone omosessuali. Quest’anno, per onorare la ricorrenza, diverse associazioni glbt locali hanno inviato ai rispettivi vescovi una lettera per chiedere di aprire un confronto sul tema. In generale la risposta è stata il silenzio assoluto, ma un’eccezione c’è stata, nella persona del vescovo di Pavia Giovanni Giudici (sopra) che ha risposto positivamente. Forse sollecitato dal fatto che Arcigay gli ha inviato una lettera aperta pubblicata sul quotidiano locale La provincia pavese. “Ci appelliamo a voi”, diceva il testo, “consapevoli delle differenze che ci dividono, per promuovere una riflessione su una questione fondamentale, che potrebbe veder nascere un proficuo dialogo tra differenti visioni e permettere un confronto in grado di individuare un terreno di impegno comune, finalizzato al rispetto della dignità umana”. La lettera citava poi senza reticenze i punti di divergenza tra movimento glbt e gerarchie cattoliche, dalla richiesta di depenalizzazione mondiale dell’omosessualità promossa all’Onu e osteggiata dal Vaticano alle terapie riparative. Monsignor Giudici, pur seccato per l’invito recapitato “a mezzo stampa”, ha risposto che da parte sua “non esistono obiezioni, purché questo confronto non avvenga sotto i riflettori ma venga utilizzato come occasione per comprendere meglio le problematiche umane che riguardano questo tema”. Se son rose fioriranno, ma non contiamoci troppo. PRIDE · febbraio 2011 19 CRONACA ESTERO >> LONDRA Un magistrato inglese ha multato due albergatori cristiani per essersi rifiutati di affittare una camera doppia a una coppia gay nel loro albergo nel sud dell’Inghilterra. A nulla sono valse le obiezioni degli imputati, marito e moglie, che hanno invocato le loro convinzioni religiose e hanno garantito che, per non discriminare nessuno, avrebbero fatto la stessa cosa con una coppia eterosessuale non sposata. Ai ricorrenti è stato riconosciuto un risarcimento di 1800 sterline ciascuno. >> Madrid Secondo l’amministrazione di centrodestra della capitale spagnola il pride fa troppo rumore. Così l’assessorato all’ambiente ha aperto una procedura contro il Collettivo gay e lesbiche di Madrid (Cogam), che ogni anno organizza l’evento, contestando l’eccesso di decibel e il degrado ambientale che puntualmente si verifica nel quartiere di Chueca per celebrare l’orgoglio glbt. Il Cogam rischia una pesante multa, ma la comunità glbt madrilena è sul piede di guerra e fa notare che il pride, oltre a quello politico e culturale, ha un valore economico non trascurabile determinato dal forte afflusso turistico. In tempi di crisi, conviene sabotarlo? >> Stoccolma Per la serie “a volte ritornano”, anche gli Abba hanno annunciato una rimpatriata dopo quasi trent’anni di assenza dalle scene. Lo ha dichiarato a un settimanale svedese l’ex componente dell’iconica band Agnetha Fältskog, spiegando che l’intenzione sarebbe quella di riunire il gruppo per pochi eventi a scopo benefico. >> Toronto L’organismo canadese di sorveglianza sulle trasmissioni radiotelevisive ha raccomandato la censura nei confronti di Money for Nothing, una celebre hit dei Dire Straits del 1985, perché nel testo compare tre volte la parola faggot (finocchio) usata come insulto verso gli omosessuali. Nell’ordinanza si riconosce che l’intento della canzone era ironico e non omofobico, ma si osserva che il termine faggot risulta comunque inappropriato. Alcune organizzazioni glbt hanno applaudito alla decisione, mentre alcune radio canadesi per protesta hanno trasmesso per ore di seguito la canzone incriminata. 20 Il piccolo principe Un bambino ha bisogno di un papà e una mamma o possono bastare anche due babbi, uno stuolo di bambinaie e cameriere a disposizione, una nursery stile Versailles e la prospettiva di ereditare un patrimonio attualmente stimato in 175 milioni di sterline? L’interrogativo si pone dopo che sir Elton John e il suo compagno David Furnish hanno annunciato al mondo la nascita del loro primo figlio Zachary Jackson Levon Furnish-John. Il piccolo, venuto al mondo grazie all’imprescindibile aiuto di un’anonima madre in affitto, è nato in California il 25 dicembre scorso (sarà solo una coincidenza?) ed è stato presentato ufficialmente in società tre settimane dopo con un servizio in esclusiva della rivista Ok Magazine, che ha messo ovviamente in copertina una foto dell’augusta famiglia gay. Con il pargolo che se la dorme beatamente in braccio a sir Elton, del tutto ignaro delle polemiche innescate ai quattro angoli del pianeta dalla notizia della sua nascita. In Italia, addirittura, il sottosegretario Carlo Giovanardi ha salutato il lieto evento evocando il “racket dei feti” e gli esperimenti eugenetici dei nazisti. Con il solo plausibile effetto di far rivoltare nella tomba il vecchio Adolf, visto che pare proprio che il padre biologico del piccolo Zachary sia il sessantetreenne Elton (e non il più giovane e belloccio David), ovvero quanto di più lontano dalla stirpe di eroi wagneriani vagheggiata nel Terzo Reich. Anche in Gran Bretagna (patria della coppia John-Furnish unita in civil partnership secondo la legge inglese dal 2005) le cose non sono andate del tutto lisce perché la Bbc ha pensato bene di affidare la gestione dei servizi dedicati alla nascita di Zachary a un fondamentalista cristiano, suscitando le comprensibili ire della comunità glbt. Di tutto questo il piccolo principe non si cura minimamente, anche perché babbo e babbo gli hanno regalato come “stanza dei giochi” un appartamento a Los Angeles, adiacente al loro, del valore di due milioni di dollari. Qui crescerà con tutti gli agi, circondato dalle tate. E se ciò non dovesse bastare a colmare il deficit di figure femminili di riferimento paventato dai critici della genitorialità gay, avrà a disposizione ben due madrine lesbiche: Ingrid Sischy e la sua partner Sandy Brant, amiche di vecchia data di Elton John. Nel frattempo già si vocifera che i Furnish-John abbiano in mente di dare a tambur battente a Zachary anche un fratellino o una sorellina. Vittoria in Uganda La magistratura ugandese, lo scorso 3 gennaio, ha posto un limite di principio alla persecuzione indiscriminata delle persone glbt che imperversa nel paese, vietando l’outing a mezzo stampa. Un’iniziativa legale era stata avviata da tre esponenti di un’associazione per i diritti glbt dopo che nell’ottobre scorso il tabloid ugandese Rolling Stone aveva pubblicato una lista di nomi, foto e indirizzi di attivisti omosessuali, con l’incitamento a impiccarli come titolo di copertina (vedi anche Pride n. 139). In novembre un tribunale aveva vietato in via temporanea a Rolling Stone di ripetere l’esperimento in attesa di una sentenza definitiva e generale sull’argomento che è infine arrivata due mesi dopo. Il giudice ha così stabilito che d’ora in avanti nessun giornale avrà il diritto di violare la privacy dei cittadini glbt con l’intento di danneggiarli, fino a metterne seriamente in pericolo la vita come è accaduto con lo “scoop” di Rolling Stone. Tale testata è stata condannata al pagamento delle spese legali e a risarcire i tre attivisti che avevano promosso la causa con una somma pari a circa 500 euro ciascuno. Non un granché sul piano economico, hanno commentato i risarciti, ma quello che conta è il principio. Nel frattempo in Uganda l’omosessualità resta illegale a tutti gli effetti e ancora pende come una spada di Damocle in parlamento una proposta di legge per inasprire le pene di chi commette atti “contronatura”. Il tutto in un clima in cui le campagne omofobe fomentate dal fondamentalismo religioso sono all’ordine del giorno. febbraio 2011 · PRIDE c/o BORGO DEL TEMPO PERSO Photo: Ilario Botti - Artwork: Marco Contini via F. Massimo, 36 - MILANO - MM3 Porto di Mare Comitato Provinciale Arcigay Milano C.I.G. - Centro di iniziativa Gay Tel. 02.54.12.22.25 www.arcigaymilano.org 03 nel 1951 nasce ad Aradeo (LC) GIOVANNI MINERBA, fondatore insieme ad OTTAVIO MAI della prima rassegna europea di film a tematiche omosessuali nel 1986: il Torino GLBT Film Festival 09 nel 1951 nasce BRUNO FIORENTINO, tra i fondatori del FUORI! 10 nel 2002 inaugura al Colony di Milano JOIN THE GAP 16 nel 1954 nasce a Villanuova sul Clisi (BS) GIANPAOLO SILVESTRI, già Senatore della Repubblica e tra i fondatori di Arcigay 22 nel 1980 nasce a Latina il cantante TIZIANO FERRO 23 nel 1984 nasce il GIG Centro di Iniziativa Gay di Milano PRIDE · febbraio 2011 21 CRONACA ESTERO Complotti anticristiani L’educazione sessuale e civile impartita nelle scuole pubbliche di molti paesi europei è una minaccia per la libertà religiosa. Lo ha ribadito il 10 gennaio papa Ratzinger in un discorso agli ambasciatori accreditati in Vaticano. Il problema si verifica, ha spiegato, “là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione”. La tesi papale è che i cattolici per godere a pieno della loro libertà devono poter continuare a opprimere con la loro propaganda i peccatori (vedi gli omosessuali). Un po’ come se il Ku KluX Klan dicesse che il divieto di incitare ai pogrom è un vulnus insopportabile per la libertà di espressione (e talvolta in effetti l’ha fatto). Le sottili argomentazioni del pontefice non esauriscono comunque la creatività che regna nel giardino di delizie della pastorale cattolica. Si pensi per esempio al cardinale di Cordoba Demetrio Fernandez (sopra), che in un’omelia pronunciata subito dopo Natale nella cattedrale della città spagnola ha denunciato nientemeno che un complotto organizzato dall’Unesco (sì, proprio l’organizzazione Onu per l’educazione, la scienza e la cultura) allo scopo di far diventare omosessuale la metà della popolazione mondiale entro vent’anni. La fonte di questa scottante informazione, ha affermato Fernandez, è il cardinale Ennio Antonelli, che presiede in Vaticano il Pontificio consiglio per la famiglia. E lo strumento per attuare il diabolico progetto sono i programmi per introdurre nelle scuole “l’ideologia di genere”. Secondo la quale, sempre secondo Fernandez,”nessuno nasce uomo o donna, bensì sceglie secondo il suo capriccio, e può cambiare sesso quando vuole, a suo piacimento”. Il che naturalmente è in totale contrasto con il piano divino della creazione. Questo però è ancora niente rispetto ai danni che gli omosessuali, con le loro assurde pretese di libertà, provocano a giudizio di alcuni fondamentalisti cristiani d’oltreoceano. Come la profetessa televisiva statunitense Cindy Jacob, che a quanto pare è stata l’unica a capire che una recente (e a prima vista inspiegabile) moria di migliaia di uccelli in Arkansas è stata il frutto dell’ira di Dio contro l’abolizione del divieto di dichiararsi gay o lesbiche nelle forze armate americane. E perché prendersela proprio con l’Arkansas? Perché qui era stato governatore Bill Clinton, che appena eletto presidente aprì la prima breccia verso il riconoscimento dei militari omosessuali con il compromesso del don’t ask don’t tell. Il collegamento può sembrare tortuoso, ma sicuramente meno di quello stabilito dalla Philadelphia Church of God tra le devastanti alluvioni che hanno colpito l’Australia negli ultimi mesi e la vergogna rappresentata dalla parta del Mardi Gras di Sydney. La parità avanza Il dipartimento di stato americano ha annunciato che da questo mese sarà introdotta sui passaporti, alla voce “informazioni sui genitori” (per i figli minorenni), la dizione “genitore 1” e “genitore 2” per riconoscere l’esistenza di famiglie diverse da quelle eterosessuali. In un primo tempo si era detto che le definizioni tradizionali di “padre” e “madre” sarebbero scomparse, ma poi, al primo accenno di prevedibili polemiche politiche, il segretario di stato Hillary Clinton ha corretto il tiro con una soluzione di compromesso: i genitori saranno qualificati come “madre o genitore 1” e “padre o genitore 2” per smussare un po’ il conflitto tra amici e nemici della famiglia gay. Nel frattempo, l’idea che omo e etero non siano poi così diversi come alcuni ancora pensano, lo attesta sempre più di frequente anche la scienza, a costo di scoprire l’acqua calda. Uno studio condotto da un’équipe di neurobiologi dello University College di Londra ha stabilito che quando ci sono in ballo sentimenti d’amore e d’affetto il cervello degli umani gay si comporta proprio come quello degli umani etero. Proviamo insomma tutti le stesse emozioni secondo schemi cerebrali comuni, sui quali il diverso orientamento sessuale non incide per nulla. Incide invece parecchio, ma qui usciamo dal terreno della biologia per entrare in quello della cultura, quando si tratta di decidere chi deve fare i lavori di casa. Una ricerca della facoltà di scienze della salute dell’università australiana di La Trobe ha messo a confronto i modelli di organizzazione domestica di 317 coppie dello stesso sesso con quelli di 958 coppie eterosessuali, concludendo che le prime si dividono le incombenze quotidiane in modo molto più paritario delle seconde. Come volevasi dimostrare, qualche volta gay è meglio. 22 febbraio 2011 · PRIDE CRONACA ESTERO Omocidio a Manhattan La vita di Carlos Castro (a sinistra nella foto), sessantacinquenne giornalista e sostenitore dei diritti gay notissimo in Portogallo, è finita in un lago di sangue al trentaquattresimo piano del Hotel Intercontinental a Times Square, nel cuore di New York. Qui il 7 gennaio l’ha trovato la polizia, allertata da un’amica che non riusciva a mettersi in contatto con lui, all’interno della stanza che occupava da alcuni giorni con il suo connazionale e giovane fotomodello Renato Seabra (a destra). I due facevano coppia fissa da alcuni mesi, dopo che Seabra si era fatto conoscere in Portogallo partecipando a un reality per aspiranti modelli, ma il giovane, che ha confessato di averlo ucciso, ha negato che fossero amanti. Fatto sta che avevano deciso di trascorrere insieme la vacanze di fine anno negli Stati Uniti ed erano andati d’amore e d’accordo per una settimana abbondante prima che Seabra, al culmine di una violenta lite sentita da numerosi altri ospiti dell’albergo, fracassasse il cranio del suo anziano compagno di viaggio con un computer portatile e poi, in pieno raptus, lo evirasse con l’aiuto di un cavatappi. Il giovane omicida è stato fermato poco dopo la scoperta del corpo di Castro in un’ospedale dove era andato a farsi medicare alcune ferite al viso e alle mani che si era provocato lottando con la sua vittima e poi mettendo in atto un maldestro tentativo di suicidio. In evidente stato confusionale, Seabra ha raccontato agli agenti di aver tagliato i testicoli a Castro per liberarlo dei suoi “demoni omosessuali”. È stato così temporaneamente ricoverato in un ospedale psichiatrico e pochi giorni dopo è stata formalizzata nei suoi confronti l’accusa di omicidio volontario. Un macho tutto per noi Dopo il clamoroso coming out alla fine del 2009, il campione di rugby gallese Gareth Thomas (a fianco) non ha smesso di praticare lo sport che lo ha reso famoso ma ha intrapreso in parallelo la nuova carriera di testimonial internazionale dei diritti glbt. In questa veste è stato di recente ospite negli Stati Uniti del talk show di Ellen DeGeneres, dove ha rivelato di aver ricevuto le confessioni private di molti altri atleti gay che ancora non hanno avuto il coraggio di dichiararsi. “Non voglio forzarli a uscire allo scoperto”, ha affermato Gareth, “ma l’influenza degli sportivi è tale che se si dichiarassero per lanciare un messaggio positivo potrebbero cambiare il mondo. Mostrare che si può essere gay e fare sport insieme agli altri è un messaggio molto forte da porre all’attenzione degli adulti e dei più giovani”. Thomas ha di recente raccontato la propria esperienza anche in un video (disponibile su internet) realizzato nell’ambito di un progetto per la prevenzione dell’omofobia e del bullismo. Ha parlato di come è cresciuto in un ambiente machista e di come si è sentito costretto a mentire sulla propria omosessualità per poter diventare un giocatore di rugby, entrando poi in crisi per l’impossibilità di continuare a vivere nella menzogna. “Essere sinceri con se stessi rende liberi”, ha concluso. “Ognuno ha diritto di gestire il proprio destino, ma mentire mette il vostro destino nelle mani di un altro, perché vi fa vivere nella paura di essere scoperti. Dire la verità è riprendere le cose in mano. Chiunque vogliate diventare, fatelo dicendo la verità. Credetemi, ne vale la pena”. Nel frattempo è in cantiere un film biografico su questo coraggioso atleta, in cui a vestire i panni del protagonista sarà l’attore Mickey Rourke, che ha rivelato in un’intervista di aver sempre desiderato girare un film sul rugby e di avere finalmente trovato nella storia di Gareth Thomas lo spunto adeguato. Resta però il fatto che Rourke, se pure ha il carisma, non ha più il fisico per interpretare il ruolo al meglio. Oltre vent’anni di eccessi di vario genere lo separano infatti dal sex symbol rugbysta. Speriamo che almeno per le scene negli spogliatoi si serva di una controfigura. PRIDE · febbraio 2011 23 24 febbraio 2011 · PRIDE CULTURA + ATTUALITÀ GUARIRE L’AIDS Dai nuovi farmaci alla terapia genetica, tutte le strade intraprese dalla ricerca scientifica per trovare una cura in grado di debellare completamente il virus Hiv. TESTO — GIULIO MARIA CORBELLI · [email protected] Nel mondo della ricerca sull’Hiv si torna a ragionare di “cura”. Non solo di “terapia” o “trattamento” ma di “cura” nel senso classico del termine, cioè di qualcosa che permetta di stare in buona salute per lungo tempo senza terapie. Una vera rivoluzione della speculazione scientifica, che fino a poco tempo fa considerava la guarigione un obiettivo irraggiungibile. Oggi persino la più importante società scientifica di lotta all’Aids mondiale, la International Aids Society, ha deciso di costituire un gruppo di lavoro internazionale chiamato Towards a cure. Lo scopo? Coordinare gli sforzi che la ricerca compie in ogni angolo del pianeta per capire come liberarsi da questo stramaledetto virus. A capo di questo gruppo di cervelloni c’è un premio Nobel del calibro di Françoise Barré-Sinoussi, quella che insieme a Luc Montagnier nel 1983 individuò per la prima volta il virus Hiv. Un gruppo di tutto rispetto, quindi, che non si perderebbe – speriamo – dietro a vuote utopie. Ma è davvero possibile trovare una cura per l’Hiv? O, per dirla in altro modo, qualcuno è mai guarito dall’Hiv? Sembra di sì: circa tre anni fa si è parlato molto del cosiddetto “Paziente di Berlino”. In realtà Timothy Ray Brown non è affatto di Berlino ma è lì che vive e che nel 2007 ha subito un duplice trapianto di midollo osseo. Dal momento che Timothy, oltre ad avere una brutta forma di leucemia che rendeva urgente il trapianto, era anche sieropositivo, i medici pensarono bene di provare a trapiantargli un midollo speciale. L’Hiv per attaccare e distruggere le cellule del sistema immunitario usa delle “porte di ingresso” o recettori; quella che usa più frequentemente è chiamata CCR5, ma alcune persone per motivi genetici ne sono sprovvisti e per loro diventare sieropositivi risulta quasi impossibile. Il midollo usato per aiutare Timothy è stato prelevato proprio da un donatore che presenta questa particolare “resistenza” al virus. E sembra che oltre a guarirlo dalla leucemia, lo abbia anche guarito dall’infezione da Hiv. I risultati delle analisi di Timothy 38 mesi dopo il trapianto sono stati pubblicati a dicembre su una prestigiosa rivista scientifica: il virus non è rintracciabile né nel suo sangue, né nel liquido cervico-spinale, né nella mucosa intestinale, nonostante da tre anni non assuma terapia antiretrovirale. Gero Hütter, a capo del team di medici che ha seguito il caso, considera “ragionevole concludere che in questo paziente si sia raggiunta la guarigione dall’infezione da Hiv”. Altri commentatori affermano che probabilmente il virus c’è ancora ma in quantità talmente irrilevanti che non solo non risulta nelle analisi effettuate ma non può nemmeno riprendere a replicarsi in maniera da compromettere la salute del paziente. Bisogna tenere presente che, prima del duplice trapianto di midollo osseo, Timothy ha dovuto subire anche un massiccio trattamento chemioterapico che ha distrutto quasi completamente le cellule del suo sistema immunitario; opera completata, in concomitanza con l’intervento, dai farmaci immunosoppressori necessari per evitare il rigetto del trapianto. Questo potrebbe – secondo i medici – aver fatto piazza pulita delle cellule infette così che, come risulta anche dalle analisi, tutte le cellule del sistema immunitario che Timothy ha attualmente sono derivate dal midollo osseo che gli è stato donato mentre sono completamente sparite tutte quelle che aveva prima del trapianto. Come si può capire, tutti questi interventi se da un lato hanno permesso a Timothy di smettere di assumere farmaci antiretrovirali senza sviluppare l’Aids, dall’altro hanno gravemente compromesso il suo stato di salute: oltre ai due trapianti e ai pesanti trattamenti chemioterapici e PRIDE · febbraio 2011 immunosoppressori collegati, un anno e mezzo dopo l’intervento un grave problema neurologico lo ha portato a una temporanea cecità e a problemi di memoria. Lui stesso ha raccontato la sua esperienza alla rivista tedesca Stern, riferendo della complessa fisioterapia che ha dovuto seguire e dei cambiamenti della sua personalità notati dagli amici. Al giornalista che gli ha chiesto se non sarebbe stato meglio continuare a vivere con l’Hiv Timothy ha risposto: “Forse. Forse sarebbe stato meglio. Ma non mi faccio più questo genere di domande”. Insomma, ciò che lo ha guarito – ammesso che lo abbia fatto – non è una strategia che possa essere applicata su larga scala e probabilmente neanche a poche altre persone. Ma dal punto di vista scientifico è sicuramente una svolta fondamentale, perché può essere considerata la proof of concept, cioè la prova a livello teorico, che la guarigione non è irraggiungibile. E questo incoraggia gli studi in questo campo, che oggi possono cominciare a guardare con speranza al sostegno dei maggiori istituti internazionali. Da un lato ci sono coloro che, sulla scia della storia di Timothy, indagano la possibilità di modificare geneticamente il sistema immunitario in modo da 25 ATTUALITÀ + CULTURA Françoise Barré-Sinoussi proteggerlo dall’attacco del virus. Ma dall’altro lato l’obiettivo principale continua a essere la “eradicazione”, cioè il tentativo di usare i nuovi farmaci, più potenti e meglio tollerabili, per uccidere tutte le cellule infette presenti nell’organismo così da debellare completamente il virus. In questo campo, la sfida più grossa è rappresentata dai reservoir, quelle “riserve” di virus che persistono nonostante la terapia faccia piazza pulita tutto intorno. Alcune cellule del sistema immunitario hanno il compito di conservare a lungo la memoria delle infezioni che l’organismo ha subito. Per mantenere i loro “ricordi” nel tempo, queste cellule reservoir hanno vite lunghe in cui non fanno niente, non si replicano ma sopravvivono in uno stato di latenza. A lungo. E si portano dentro tracce dell’Hiv. Purtroppo questo cellule non sono attaccabili dai farmaci, che sono efficaci solo sulle cellule attive, capaci di riprodursi. Inoltre tracce di virus, anche se in quantità minime, restano anche in altre cellule del sistema immunitario, come una flebile, infinitesimale infezione che continua a svolgersi anche quando i farmaci sembrano lavorare alla perfezione. Infine ci sono organi del corpo umano in cui i farmaci riescono a penetrare con maggiori difficoltà e lì possono conservarsi delle cellule infette inattaccabili. Tutto questo fa sì che, se dopo aver abbattuto la carica virale a livelli non rilevabili si interrompe la terapia, la replicazione virale riprende nel giro di poche settimane, ricominciando a distruggere il sistema immunitario. Pochi anni fa si era sperato che l’utilizzo dei farmaci di nuovissima generazione, da poco disponibili, potesse costituire un’arma importante per abbattere questa replicazione residua. Si sperava, cioè, che aggiungendo questi farmaci, più efficaci e meglio tollerati dei precedenti, agli altri – almeno tre – che generalmente compongono la terapia antiretrovirale altamente attiva (Haart – Highly active anti-retroviral therapy) 26 si potesse eliminare i reservoir ed eradicare il virus. Così non è stato, purtroppo: tutte le ricerche fatte con questa strategia di intensificazione della terapia non hanno dato i risultati sperati. La strategia che si sta cercando di mettere in campo, quindi, è quella di un attacco su diversi fronti: da un lato intensificare la terapia per rendere minima la replicazione virale, dall’altro stimolare il sistema immunitario perché faccia uscire allo scoperto e renda attaccabili anche quelle cellule latenti che conservano il virus per decenni pur in presenza dei farmaci. Su questa linea si muove ad esempio lo studio Eramune, il più importante studio internazionale verso una cura promosso proprio dal gruppo di lavoro Towards a cure della International Aids Society. Lo studio è già partito anche in Italia, ma se c’è qualcuno che vuole correre ad arruolarsi nella speranza di essere un novello “Paziente di Berlino” è bene che prenda in considerazione che si tratta solo dei primi passi della ricerca in questo settore, passi non ancora confortati da risultati eclatanti. Notizie incoraggianti ma ancora lontane da approdi concreti vengono anche dalla terapia genetica: gli ingegneri del Dna stanno provando a modificare i codici in maniera da stimolare la produzione di cellule resistenti al virus che possano soppiantare quelle infette negli individui sieropositivi. Paula Cannon dell’Università della California ha sperimentato questo approccio nei topi: utilizzando una tecnica detta “dita di zinco”, ha modificato il genoma di alcune cellule staminali per inibire lo sviluppo del recettore CCR5 e ha poi inoculato queste staminali modificate in un gruppo di roditori, successivamente infettati con il virus Hiv. Dopo 12 settimane, il sistema immunitario dei topi “geneticamente modificati” aveva mantenuto la forza iniziale mentre quello di altri topi infettati e non modificati si era fortemente indebolito. Ora la Cannon spera di poter provare questo approccio anche sugli uomini, anche se in realtà un suo collega californiano del Beckman Research Institute ha provato un approccio simile su quattro volontari: oltre a indurre una modificazione che inibisse lo sviluppo del CCR5, John Rossi ha anche cercato di impedire al virus di adottare diverse modalità di attacco delle cellule e che si sviluppassero così resistenze. Secondo i risultati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine, i quattro pazienti hanno tollerato bene la terapia sperimentale e le cellule hanno effettivamente prodotto delle armi capaci di contrastare il virus Hiv fino a due anni dopo l’intervento. Tuttavia non sono guariti né si è registrata una diminuzione della carica virale, secondo Rossi perché la quantità di cellule modificate era, per motivi di sicurezza, molto bassa, troppo per dare risultati clinici. E ora lui e i suoi colleghi progettano un nuovo studio in cui impiegheranno questa tecnica in maniera più massiccia. “È uno studio piccolo ma è un passo nella giusta direzione” ha commentato Pablo Tebas, che conduce anche lui uno studio all’Università di Pennsylvania su una terapia che mira a distruggere il CCR5 nelle cellule. Secondo Tebas, “la cosa più promettente è che questo studio mostra che puoi modificare le cellule staminali in modo da renderle resistenti all’Hiv e che la progenie di queste cellule sarà ancora resistente ma comunque funzionante”. Insomma gli studi in questa direzione ci sono, e sono anche numerosi e alcuni persino incoraggianti. Almeno per gli scienziati. Per chi vive con l’Hiv e per chi vuole rimanere sieronegativo, invece, si tratta di notizie che possono solleticare la curiosità ma che per ora non portano a nulla di certo. Ciò che è sicuro, e che a dispetto delle illazioni di alcuni esponenti del clero cattolico è stato confermato da innumerevoli ricerche scientifiche, è che l’infezione si previene evitando che sangue o sperma di una persona sieropositiva penetrino nell’organismo, cosa che è facile fare anche nel più acrobatico rapporto sessuale usando profilattici, lubrificanti, dental dam e tutte le simpatiche diavolerie che la cultura del safer sex ha messo a nostra disposizione. febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 27 ATTUALITÀ + CULTURA FENOMENO GLEE La serie musicale più amata dell’anno conquista i Golden Globes e viene apprezzata persino dal quotidiano cattolico Avvenire. Nella seconda stagione è arrivato un nuovo personaggio gay, Blaine: si metterà con Kurt? TESTO — ANTONIO MALVEZZI Darren Everett Criss Persino il quotidiano cattolico Avvenire, per voce di Mirella Poggialini, tesse le lodi di Glee, telefenomeno dell’anno approdato sul preserale di Italia Uno, parlando di “racconto avvincente, abile sceneggiatura e buona regia”. In realtà lo share delle prime puntate è stato piuttosto deludente, il 4,68%, ma si può spiegare col fatto che i veri fan, i cosiddetti gleeks, le hanno già viste su Fox dove va già in onda la seconda stagione. Per il pubblico generalista tricolore, poi, Glee è forse troppo innovativo mentre oltre oceano, ai Golden Globes, il serial musicale amato da ben 8 milioni di spettatori americani, si è accaparrato ben tre premi. Il motivo principale del successo di Glee e delle vendite stratosferiche della colonna sonora (milioni di copie in tutto il mondo) è probabilmente da ricercare nella capacità di ribaltare il paradigma del teen movie, dove i protagonisti non sono ricchi e affermati ma emarginati alla ricerca di riscatto, senza una visione pietistica quanto piuttosto affermativa della diversità: il malinconico gay Kurt con la voce da soprano (Chris Colfer) sa fronteggiare omofobia e discriminazione, realizzandosi attraverso la musica, vera protagonista della serie: i numeri cantati e danzati sono davvero di grande fattura – vedi quelli della puntata dedicata al Rocky Horror Picture Show, in grado di ricreare lo spirito dell’originale aggiornandolo alla queerness contemporanea – e non semplici riempitivi coreografici. La seconda serie ha portato tra le altre cose una bella novità. Si chiama Blaine ed è uno splendido ragazzo moro dichiaratamente gay. Lo interpreta un apollineo ventitreenne californiano ma dal sangue misto 28 irlandese-filippino, Darren Everett Criss. Attore ma non solo, Darren si è fatto le ossa a teatro dove ha fatto parlare di sé per una curiosa “musicover” del maghetto più famoso del mondo, A Very Potter Musical. In tv è già apparso in cinque episodi di Eastwick e in una puntata di Cold Case, lasciando il segno per l’abbinamento vincente di capacità recitative e un’avvenenza fuori dal comune. “Dopo un po’ di esperienza nello show – ha dichiarato a Interview il bel Darren – ero davvero emozionato all’idea di vedere un personaggio così forte, un giovane uomo, gay e orgoglioso senza paura di esserlo, fare la sua apparizione in un network televisivo tra l’altro importante e conosciuto come la Fox. È la prima volta che vedo uno studente apertamente omosessuale così giovane e innocente che deve fare i conti col fatto di essere apertamente gay a un’età così giovane. Ma il mio personaggio non viene definito dal suo orientamento sessuale, non è ciò che davvero importa di Blaine: naturalmente è una parte importante della sua persona. Ma Blaine non la pensa così, quantomeno nella società utopistica in cui vive alla Dalton Academy, dove tutto quanto sembra fin troppo perfetto”. “È un personaggio alla Tom Ford, molto carismatico, composto ed elegante” ha puntualizzato Criss a Vanity Fair. “Non direi che è molto ‘regina’, è solo molto, molto ‘cool’. Ha anche avuto molte esperienze negative e tribolazioni vissute anche da Kurt. Quando lo incontriamo, Blaine vede molto di se stesso in Kurt in termini di esperienze e nel modo in cui vedono il mondo intorno. Sente il bisogno di condividere la sua esperienza, essere una fonte di forza per lui e aiutarlo davvero. Ha un’energia straordinaria. Non potrei averne una percezione più positiva. Io sono cresciuto nella comunità gay ma sono etero. So che la gente vuole saperlo e quando dico che ‘non importa se Blaine è gay o no’ pensa che io sia gay. Così mi definisco un maschio eterosessuale ma come attore la questione è recitare un personaggio. In questo caso si tratta di un omosessuale”. Infatti, l’arrivo di Blaine da una scuola “rivale” della fittizia William McKinley High School a Lima, paesotto dell’Ohio realmente esistente, lo porterà ad avvicinarsi al Glee club nemico per questioni di bullismo omofobico – argomento quanto mai di attualità anche in Italia – e attirerà l’attenzione di Kurt che, a parte l’amicizia con Mercedes Jones, non ha certo compagni affettuosi con cui condividere il tempo libero. Kurt inizierà presto ad ammirarlo, sia come cantante che come persona e in America i veri fan si chiedono a gran voce: allora, è finalmente arrivato l’uomo della vita di Kurt? Si fidanzeranno? Blaine gli dedicherà una romantica serenata? Ovviamente non tocca a noi rispondere ma la curiosità è tanta. Vi possiamo anticipare che in una scena – onirica? – i due sembrano flirtare e corrono al rallentatore mano nella mano al ritmo di un classico natalizio, Baby it’s Cold Outside che è uno dei cavalli di battaglia di Darren Criss. La vita di Criss sembra davvero procedere parallelamente a quella di Blaine, visto che Darren ha già realizzato un Ep dal titolo Human ed è apparso in varie raccolte tra cui una curiosa compilation dal titolo Me and My Dick (‘Io e il mio pisello’), bizzarra colonna sonora dell’omonimo musical softcore prodotto da Team StarKid. Forse l’unico tocco vagamente trasgressivo di un attore/cantante che sembra persino troppo bello per essere vero. febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 29 ATTUALITÀ + CULTURA SUSSURRI E GRINDR Un breve vademecum per orientarsi nella giungla delle chat Gps che aiutano a trovare sempre l’uomo ideale più vicino. È la geolocalizzazione, bellezza. TESTO — PAOLO COLONNA · [email protected] Cosa sei frocio a fare, ormai, senza un profilo su qualche chat? L’unica eccezione che conosco è il nostro Direttore – un caso a parte, glielo dico sempre (“Sei licenziato”, ndr) – ma anche lui sa benissimo che da parecchi anni il battuage più praticato dai gay (single e non) è di gran lunga quello online. So cosa state pensando: “Tante grazie, bella, devi arrivare tu a raccontarcelo e addirittura scriverci su un pezzo? E non l’aveva già fatto qualcun altro, per di più?” No, calma, anche nel consueto tran tran del rimorchio via chat ogni tanto c’è qualche novità. Bisogna restare al passo con i tempi: se ancora non l’avete, quindi, cominciate subito a risparmiare qualche euro e compratevi uno smartphone. Già, perché le chat per iPhone e simili hanno una marcia in più, rispetto a quelle di pc e mac: il Gps (acronimo di Global Positioning System). “Ommadonna” – direte – “ma questo deve proprio tirarsela da esperto di informatica? Che noia”. Coraggio, è tutto molto semplice, ve lo spiego in un paragrafo. Grazie al Gps il telefonino è in grado di registrare la vostra posizione ovunque siate, e le chat che sfruttano questo sistema possono non soltanto mettervi in contatto con il vostro uomo ideale, ma anche segnalarvi quanto è vicino. Se siete in palestra, in metropolitana o dal parrucchiere con il vostro smartphone potete dunque individuare il futuro marito a pochi metri da voi, conquistarlo con le vostre brillanti doti interlocutorie e finire orizzontali in tempi brevissimi. Pratico, no? La chat Gps più diffusa fra i gay sparsi sul globo è sicuramente Grindr (www.grindr.com), con oltre un milione di utenti. Creata circa un paio di anni fa dal geek californiano trentenne Joel Simkhai e disponibile inizialmente solo per iPhone, ora la si può usare anche con il Blackberry (versione attualmente in beta), con l’iPad e presto persino con gli smartphone basati su Android, il sistema operativo di proprietà di Google. Grindr esiste in due versioni: quella basic è gratuita, mentre quella X(tra) con qualche funzionalità in più e senza annunci pubblicitari costa 2,39 € al 30 mese. Intuitiva, user-friendly e veloce, Grindr ha riscosso quasi subito un enorme successo, ed è facile capire perché. Usarla è semplicissimo: basta scattarsi una foto e crearsi un profilo con i dati salienti, e non appena lo smartphone avrà registrato la vostra attuale posizione vedrete comparire accanto alla vostra le foto degli altri maschietti disponibili in zona, disposti in ordine di vicinanza. Una volta individuato quello più appetibile potrete quindi comunicargli gusti e misure opportunamente dettagliati, bombardarlo di foto esplicite, e inviargli il vostro indirizzo con tanto di mappa per raggiungervi in men che non si dica. Non manca anche un pizzico di ironia, a partire dal nome stesso (grinder significa letteralmente “tritacarne”). E se non siete soddisfatti della fauna locale potete sempre cliccare sul pulsante “Load More Guys”, ed ecco spuntare in elenco tanti altri uomini pronti all’uso, anche se magari un po’ meno dietro l’angolo. Un avvertimento, però: fate molta attenzione alla foto che scegliete per il profilo e al testo che scrivete (vi consiglio di leggere con attenzione le guidelines sul sito prima di crearlo). Per rimanere disponibile sull’App Store dell’iPhone Grindr impone delle regole piuttosto rigide: evitate quindi di esporre le pudenda sul profilo (volendo, però, potete sempre inviarle in privato alla vostra potenziale preda). Se non rispettate le condizioni d’uso non solo verrete bannati e il vostro profilo sarà inesorabilmente cancellato, ma la procedura per poter poi ricomparire sul Tritacarne è piuttosto complicata (parlo per esperienza diretta, ovviamente). Il neo-puritanesimo di Grindr (e Apple) è già stato sbeffeggiato a dovere: sul sito di Queerty potete vedere una divertente gallery di profili bannati di recente, con la motivazione per ognuno: (http://tinyurl.com/yypazqu). Naturalmente Grindr non è l’unica applicazione di questo tipo: ad aggiungere la geolocalizzazione (!) ora si sono decise pure le chat storiche per pc (Gaydar, Me2, Manhunt e anche la più fetish Recon.com, tutte con le rispettive app); stranamente su iPhone GayRomeo è un po’ in ritardo, ma il Gps è imminente pure per loro; c’è poi anche Scruff (www.scruffapp.com), un clone di Grindr pensato per bear e orsofili; e infine Fab (http://fab.com), per usare la quale però è necessario avere un profilo su Facebook (d’altra parte chi non, escludendo il Direttore?) e che è appunto più simile a un social network vero e proprio per soli froci che a una chat. Ce n’è già per tutti i gusti, insomma, e questo elenco è sicuramente destinato ad allungarsi ancora. Che aspettate, quindi? State ancora incollati al pc sulle chat normali a perdere tempo prezioso con l’uomo con cui avreste volentieri già messo al mondo dei figli, se soltanto non abitasse a Canicattì? Antiche. febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 31 ATTUALITÀ + CULTURA RAGAZZE ALL’ANTICA La memoria dei femminelli resiste nella tradizione popolare della provincia napoletana e rivive a teatro grazie all’impegno di un’apposita associazione. Con grande successo di pubblico, come ha dimostrato un recente spettacolo a Torre Annunziata. TESTO — ANDREA PINI · [email protected] Torre Annunziata è oggi una disordinata città “moderna”, fatta di strade lunghissime sigillate da palazzoni post anni ’60, con la visione del mare negata. Eppure fino a 50 anni fa era un antico e bel paese di pescatori sulle rive del golfo, stretto sotto il Vesuvio, lungo la strada tra Napoli e Pompei. Poi è esplosa la speculazione edilizia ed è finita. Nei paesi della zona come Torre Annunziata, Torre del Greco, Pagani, Nocera, Castellammare, e un po’ in tutta la provincia di Napoli sopravvive ancora oggi nella memoria e nella cultura collettiva l’antica tradizione dei femminelli. A Torre, negli anni ’50 e ’60 i femminelli vivevano nei vicoli. Ostentavano la femminilità ma erano in genere vestiti da uomo e si travestivano solo in determinate occasioni, forse a casa loro per ricevere i giovani in cerca di esperienze sessuali, a volte nelle feste private, a volte in eventi popolari in cui si organizzavano manifestazioni pubbliche: potevano anche essere i festeggiamenti perché una squadra locale di calcio aveva vinto un torneo! Nei vicoli si ricorda anche una coppia di masculoni, che erano due lesbiche conosciute da tutti. E i femminelli vivevano mescolati con il popolo, con un loro ruolo riconosciuto e accettato. La femminell è una figura antica e rispettata, integrata nella cultura popolare. Aveva sentimenti e movimenti femminili in un corpo che era maschile quasi per sbaglio e questo non metteva in discussione la virilità dei maschi etero. Non a caso il femminell era chiamato molto spesso anche mezzafemmina, sia a Torre che in molte altri parti dell’Italia del centrosud. Il suo ruolo era quello di avviare al sesso il giovane maschio (etero) prima che arrivasse al matrimonio, facendo da tampone all’esuberanza virile degli adolescenti e dei giovani, e proteggendo nel contempo la verginità delle ragazze da marito. Invece il ricchione o recchione è una figura più moderna, con un tipo di omosessualità più maschile. Recchione è diventato un termine spregiativo, perché riferito a un maschio che ha perso la dignità di essere maschio. Non a caso per offendere qualcuno qui ancora si usa dire: sei un ricchione piuttosto che: sei una femminell. 32 La figura del femminell era molto diffusa in tutta l’area circumvesuviana e nella provincia napoletana e non era una caratteristica solo della città di Napoli. Anzi oggi si può dire che a Napoli è scomparsa ed è rimasta solo come folklore (mentre le moderne femminelle si sono trasformate in trans). Invece nella provincia sopravvive ancora, anche se solamente nella memoria popolare, come ha dimostrato lo straordinario successo di un recente spettacolo torrese cui hanno assitito 500 persone stipate al teatro Politeama l’8 gennaio scorso. La cosa più straordinaria è probabilmente la partecipazione del pubblico. Addirittura è pieno di famiglie con bambini, che senza problemi godono di uno spettacolo “sboccato”, pieno di doppi sensi molto forti, di continui riferimenti al sesso e agli organi sessuali… In nessun’altra parte d’Italia i genitori avrebbero portato i figli piccoli a vedere cose del genere! Lo spettacolo va avanti e indietro tra il palco e la platea con un ritmo e un’energia senza pari. Gino Di Cristo, presidente dell’AFAN (Associazione Femmenell Antiche Napoletane) presenta il gruppo degli Spaccapaese con Gerardo Amarante. L’attore Ciro Cascina introduce lo spettacolo in modo strepitoso, irrompendo in mezzo al pubblico, e recitando un pezzo di Raffaele Viviani, prima in versione maschile e poi in versione femminell. Tutti sono completamente coinvolti e rapiti perché l’intervento di Ciro è esplosivo, “arriva dritto al cuore”, dice qualcuno. Non è un pezzo sulla figura del femminiell: è una femminiell scatenata che ognuno può sentire nel proprio corpo, con il proprio corpo, proprio fisicamente. Lo spettacolo che segue con il gruppo degli Spaccapaese è quasi un classico dell’avanspettacolo, recitato dal bravissimo Gerardino Amarante, fatto di gag, battute, barzellette, storie inventate (come la saga degli Widsòr inglesi, in versione mezzafemmina), tutto a sfondo smaccatamente sessuale e omosessuale; intervallato con canzoni e musiche dal vivo (tammorre, castagnette, triccabballacche, putipù, scetavajasse, flauti e organetto): musiche tradizionali e canzoni popolari raccolte soprattutto nella vicina zona dell’agro nocerino e risalenti al ‘600 e al ‘700, rispettando la lingua antica. Uno dei pezzi proposti, ripreso anche ne La gatta cenerentola, è stato ‘O rosario re femminelli (Il rosario dei femminelli). E poi ancora una tammurriata per la Madonna delle galline (canto a ritmo di tammorra che si usa ancora oggi a Pagani per la celebrazione della Madonna locale). E Francesca a castiello, canto che si usava nei campi tra i contadini raccontando i fatti e le corna dei loro proprietari terrieri. E anche una bella filastrocca-scongiuro antico tradizionale contro i malocchi, che non guasta mai! febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 33 ATTUALITÀ + CULTURA L’AMORE A BUCAREST Uno sguardo inedito sulla realtà gay della Romania e una bella storia d’amore nel romanzo di un giovane scrittore romeno. TESTO — FRANCESCO GNERRE · [email protected] Bucarest 1992. In un liceo della città un gruppo di studenti sta provando la messa in scena teatrale di un testo tratto da Dichiarazione d’amore, un film culto del 1985 che secondo molti critici anticipava la rivoluzione del 1989 e la caduta di Ceausescu. Ad assistere alle prove c’è anche Nicu, uno studente della facoltà di giornalismo che deve scrivere un articolo per la rivista universitaria a cui collabora. Appena entrato nella palestra del liceo e ha guardato i giovani attori, è stato colpito dal ragazzo che interpreta il ruolo del protagonista, il diciassettenne Gabriel: due occhi verdi, “così belli da sembrare finti: due pietre preziose premute a forza in una maschera di gesso”. Comincià cosi Quei giorni a Bucarest di Stefan B. Rusu (Playground, Roma 2010, pp.154, euro 11,00), un romanzo ambientato in Romania ma scritto in italiano da un autore romeno che da anni vive nel nostro paese. “Per pubblicarlo”, afferma Stefan, “mi ha molto aiutato l’editor Angelo Bresciani, soprattutto per lo stile e per l’individuazione di certe parole”. 34 I due giovani protagonisti scoprono presto di amarsi, ma debbono fare i conti con le difficoltà di vivere una storia d’amore gay nei primi anni Novanta in Romania dove la legge proibisce di essere omosessuali e dove al terrore di essere frocio si aggiunge un terrore ancora maggiore, quello di essere scoperti. Eppure Nicu questo terrore un po’ lo ha superato, e forse perché si è sentito protetto dal denaro, dall’eleganza e dall’aria sicura dello straniero ricco, vive già una storia con Vittorio, un italiano che lavora a Bucarest per conto di una delle prime aziende venete che ha scelto di investire nella Romania postcomunista. La sua relazione è però complicata dalla differenza di classe: Vittorio con il suo completo Armani ha l’aspetto dell’attore di un telefilm americano e la sua casa sembra “una profumeria per ricchi”, mentre Nicu ha ancora l’impressione di “puzzare di povertà”, “delle file per il pane, della carne tritata, dell’acqua calda a giorni alterni, delle scarpe aggiustate con lo spago”. Gabriel sembra avere meno problemi, forte dell’incoscienza della sua giovane età, ma deve fare i conti con l’omofobia della società e della famiglia. Suo padre è un intellettuale, noto architetto, professore universitario tra i più stimati a Bucarest, ma nemmeno lui fa eccezione malgrado le sue idee politiche progressiste, perché in Romania scrive il narratore, “l’odio per i froci è come il tifo per la nazionale di calcio, come la bandiera, unisce tutti”. All’autore del romanzo, che come abbiamo accennato ora vive in Italia, chiedo il perché di un’omofobia così forte. “La mia storia”, risponde Stefan B. Rusu, “è ambientata nei primi anni Novanta, perché sono quelli che ho conosciuto meglio prima di venire in Italia. Ho cercato di presentare un’immagine della Bucarest di quegli anni, a volte insistendo sui dettagli che sottolineano la decadenza materiale della città, le sue chiusure sociali, ma anche le speranze e la vivacità dei giovani. Oggi Bucarest è cambiata molto, ma l’omofobia è rimasta quasi inalterata. Le leggi che condannavano l’omosessualità non ci sono più, ma l’ostracismo sociale e familiare sono ancora fortissimi. La chiesa ortodossa è molto più chiusa di quella cattolica, anche se può sembrare difficile da credere. La conseguenza è che non esistono luoghi di aggregazione e al pride partecipano di solito non più di duecento-trecento persone, scortate da mille poliziotti per evitare le aggressioni da parte di militanti dell’estrema destra”. “Negli ultimi tempi”, dice ancora Stefan, “ho pochi contatti con il mondo gay romeno, ma so che esiste un’associazione molto attiva, Accept (http://accept-romania.ro), che lotta per difendere i diritti dei gay, la società romena è però molto maschilista e se la situazione è difficile a Bucarest, figuriamoci nei piccoli centri”. Un’omofobia così acuta c’entra con l’eredità del regime comunista? “Non credo”, spiega Stefan, “che il comunismo abbia contribuito più di tanto a questa chiusura. Si tratta di una questione culturale più ampia. In tutto l’est europeo le libertà individuali non sono tenute in gran conto rispetto all’idea di collettività e di nazione. L’anima della nazione spesso da noi è più forte dell’individuo”. L’amore dei giovani protagonisti del romanzo sfida però tutti gli ostacoli e procede con sorprendenti colpi di scena per arrivare a un finale che appare più una proiezione utopica da parte di chi ha bisogno di sognare un altro mondo possibile che un verosimile scioglimento dei conflitti. Il romanzo è comunque appassionante e nelle ultime pagine persino commovente. I giovani protagonisti appaiono molto diversi dall’immagine che molti hanno in Italia dei romeni “belli e dannati”, spesso violenti e responsabili di alcuni dei più efferati omicidi di gay degli ultimi anni. “Io non credo”, mi dice ancora l’autore del romanzo, “che oggi i romeni siano più violenti di altri giovani di altre comunità. Penso che si tratti di un cliché veicolato dai media. Certo un atteggiamento di risentimento verso gli italiani pieni di soldi che sono venuti in Romania a comprare qualsiasi cosa forse c’è stato negli anni scorsi, ma sono convinto che oggi non sia più così. Del resto anche il fascino che l’italiano esercitava sui giovani, oggi è sentito molto di meno”. febbraio 2011 · PRIDE 313_pride_pgp_210x144_05_2010_V3.qxp:- 25-05-2010 14:29 Pagina 1 La Griglia La migliore carne di Milano il solo nei ristoranti del gruppo Ethos, cotta sulla griglia a legna, oltre a carni di Chianina Certificate, Nebraska, Aberdeen Angus, Bufala, Costate e Fiorentine di Scottona nazionali. Le Farine biologiche macinate a pietra Abbiamo scelto per voi farina di grano tenero, farina di grano tenero integrale, kamut, farro integrale e monococco. Il Pane Il nostro pane, viene prodotto artigianalmente e rispetta le seguenti peculiarità: 1) A lievitazione naturale con pasta madre. 2) Con farina da agricoltura biologica. 3) Cotto con forno a Legna. Via Farini, angolo via Giuseppe Ferrari (Parcheggio pubblico del Monumentale 1 minuto a piedi) RESTAURANT PIZZERIA STEAK HOUSE 20100 Milano - Tel. 02 36637422 [email protected] - www.graniebraci.it Le Pizze Le nostre pizze sono prodotte con 100% di farina di grano tenero tipo “0” biologica, acqua, olio, sale, lievito di birra. Cotte nel tradizionale forno a legna. Oltre all’impasto classico abbiamo anche l’impasto prodotto con 100% farina integrale di grano tenero biologica macinata a pietra ad alto contenuto di fibre. Si accettano tutte le carte di credito • Aria condizionata • Ingresso animali consentito ORARI: 12.00 - 14.30 / 19.00 - 24.00 Sempre aperti Tutti i ristoranti del gruppo Ethos utilizzano energia ad impatto Zero LifeGate PRIDE · febbraio 2011 Tutti i ristoranti del gruppo Ethos aderiscono al progetto strutture eco-sostenibili di Legambiente Turismo 35 36 febbraio 2011 · PRIDE C M Y CM MY CY CMY K PRIDE · febbraio 2011 37 ATTUALITÀ + CULTURA IL NOSTRO CARO TRASH Viaggio allucinante nelle discariche del pop italiano, dove la tematica glbt trova ovviamente un posto d’onore. Come testimonia Orrore a 33 giri, un blog interamente dedicato alla conservazione e divulgazione della nostra spazzatura musicale. TESTO — ROBERTO CANGIOLI · [email protected] Diciamo(ce)lo: certe canzoni lasciano il segno. Talvolta sono così… inascoltabili che proprio per questo meritano di essere ricordate e menzionate ai posteri. Come fossero l’antitesi al nostro blasonato Festival, che paradossalmente con il passare degli anni sembra abbia sostanzialmente sovvertito il suo scopo, ossia premiare le canzoni italiane più significative, visti certi risultati oggettivamente scandalosi come l’aver promosso nel 2010 in seconda posizione il terzetto Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici. D’altro canto parlare sempre e solo di belle canzoni a volte risulta scontato, banale e tutto sommato semplice. “Ci sono migliaia di siti web che parlano ed elogiano i dischi ritenuti ‘stupendi’, ci spiega Vittorio ‘V I K K’ Papa, ideatore del blog Orrore a 33 giri (www.orrorea33giri.com), “cinque anni fa mi accorsi che invece nessuno in Italia avesse pensato a dischi dimenticati e accantonati, per cui eccoci qui; dopo un lustro, riusciamo ancora a suscitare interesse, spinti soprattutto dalla voglia di confrontarci con un’audience più ampia, che solo il web può fornire”. Orrore a 33 Giri si prefigge di parlare di musica trash italiana e straniera, “weird music”, canzoni comiche e demenziali; suggerisce percorsi 38 alternativi all’ascoltatore, fornendo spunti, riscoprendo dischi e personaggi del passato, senza perdere di vista l’attualità e sempre usando una sana dose di ironia mista a preparazione e conoscenza della materia, senza avere paura di prendere posizioni scomode o impopolari. Senza scomodare gli stornelli beceri di Occhio Fino e Culattini Fiorello (vedi articolo “Musica e pregiudizi” uscito su Pride di febbraio 2009) – che comunque trovate menzionati sul sito – è sufficiente scandagliare uno qualsiasi degli argomenti che appaiono sulla pagina principale di Orrore a 33 giri per imbattersi in prelibatezze musicali di rara caratura compositiva. Non c’è da stupirsi se una massiccia dose di queste ghiottonerie rientrano sotto l’etichetta “gay music” (http://tinyurl.com/5v6y2wj), poiché statisticamente c’è una miriade di gay che pur di avvicinarsi a un microfono e mettersi in mostra firmerebbe carte false. Non solo. Come confermano anche Francesco “Roger” Roggero e Franco “FrankDee” Malatesta, che affiancano Vittorio nella ricerca e nella proposta delle segnalazioni, “abbiamo scoperto che il pubblico omosessuale è assolutamente attratto e interessato all’argomento! Tanti gay e transgender ci contattano per segnalarci nomi, dischi o rivelarci qualche gossip da dietro le quinte”. febbraio 2011 · PRIDE CULTURA + ATTUALITÀ Alcune di queste chicche preziose si perdono nel tempo, altre paradossalmente sono recentissime, segno che la storia musicale del passato non ha insegnato evidentemente nulla o più semplicemente che il dio denaro non si preoccupa del livello culturale di ciò che sforna quotidianamente sul mercato. Vediamone alcune, tra le più eclatanti, ascoltabili su Orrore a 33 giri o rintracciabili su YouTube. Il gusto per alcune baracconate ha radici lontane: sull’onda del Renatino italiano nel 1979 i Triangolo, capitanati dai fratelli Tirelli (già nei Quarto Sistema assieme a un giovanissimo Cristiano Malgioglio) propongono un pop-rock delirante cercando di elevarsi a Queen e Bee Gees nostrani. Più interessante della musica sono le note misogine (“Gli uomini sono stupidi e le donne ancora di più”) all’interno dell’Lp e le foto in chiaro stile gay leather che lanciano un presentimento sull’identità del gruppo: ci fanno o ci sono? La vita artistica di Clem Sacco (Clemente all’anagrafe) è simile a quella di tante meteore. Dopo aver riscosso un certo successo negli anni ’60, per sbarcare il lunario in un’epoca non troppo remota, accettò di esibirsi all’Alexander Bar (uno tra i più vecchi locali gay di Milano) en travesti interpretando vari stili, dal rock al soul, in maniera sempre ironica. Il risultato di quelle serate è il disco di Clementina Gay contenente il bizzarro Forse Che Sì, Forse Che No, Non Si Sa! che, considerando lo standard dell’epoca, non sfigura nella media dei brani proposti allora. Nonostante la censura in Italia, il successo negli anni ’70 di Je t’aime, moi non plus produsse nel nostro paese una serie di canzoni erotiche destinate a un mercato di nicchia. Per lo più questi 45 giri venivano esiliati nei mercatini, non certo esposti nei negozi di dischi più famosi. Interessante la proposta di Timothy, che affianca a una serie di canzoni etero sullo stile della più famosa d’oltralpe, anche un brano in versione gay. Uscito con il nome di Timothy e Luca, Due descrive nei minimi particolari la fellatio con i fiocchi che Luca ha praticato a un altro, proprio mentre è intento a rendere lo stesso servizio all’amico (Timothy) che nonostante l’incazzatura si eccita come uno stallone. Su Orrore a 33 giri a tal proposito si legge: “Impareggiabile il dialogo tra i due, dove il principio femminista di indipendenza e libertà (anche sessuale) viene ribaltato in chiave omosessuale (‘io faccio quello che mi pare’)”. Fantastico. Rimanendo a una trentina di anni fa, è emblematica l’esperienza di Louis e Loran, virtuali progenitori dei più recenti Kymera, che propongono con coraggio la loro Gay, riassumendo il peggio di Renato Zero, Cristiano Malgioglio e Raffaella Carrà con un inno pop antesignano dell’emancipazione omosessuale (“Tu sei donna come me, la mia vera identità l’ho nascosta, sai perché? Perché sono gay!”). Ineguagliabile il coretto di rimando… sono gay, sono gay… Chissà come la prenderebbe Povia se venisse a sapere che già nel 1981 Gianni Greco anticipò con la sua Tommi i pruriti che più tardi sarebbero diventati quelli di Luca che era gay. Tommi racconta la vicenda di un ragazzo ancora evidentemente indeciso che, pronto per uscire al suo primo appuntamento omosessuale, impeccabilmente vestito da donna, si rompe un tacco scendendo le scale e in lacrime torna in casa a chiamare la ragazza che ha conosciuto a scuola, per chiederle di uscire con lui. Gianni Greco, che più tardi come autore de L’elefante gay (portata in auge dall’allora bambina Erika Mannelli all’Ambrogino d’Oro del 1984), chiuderà PRIDE · febbraio 2011 un’ideale trilogia sull’omosessualità, inserisce come lato b del 45 giri Donna più donna, probabilmente una delle primissime canzoni italiane in cui viene affrontato l’amore saffico, anche se purtroppo il voyeurismo etero pervade tutto il testo conferendogli un che di morboso. Purtroppo, volenti o nolenti, nella spazzatura musicale non ci finiscono solo le meteore: vi sono personaggi dello spettacolo che magari all’apice della loro carriera, hanno sentito quell’irrefrenabile bisogno di addentare un microfono per puro esibizionismo, con risultati talvolta inquietanti. Lo scrittore Aldo Busi, ad esempio, si è cimentato una ventina di anni fa in Pazza (mai titolo fu così azzeccato), musicassetta e relativo supporto: un libretto contenente i testi dei brani e due racconti inediti dello scrittore di Montichiari. Elementi che contraddistinguono quest’opera unica nel suo genere (sperando che rimanga tale) sono l’ossessionante desiderio di sbandierare una presunta superiorità culturale e l’assoluta assenza di talento musicale dell’interprete, per altro non mascherata (volutamente?). Più recentemente anche la drag queen italiana più famosa ha voluto cimentarsi alla voce per passione della buona musica. Platinette da viva – vol.1 racchiude una serie di cover tutto sommato non scontate, ma comunque intrise di “orgoglio gay”. Anche qui il trash si pesa a quintali, ma se nel caso di Busi l’intenzionalità poteva apparire dubbia, qui è una certezza. Anche il modesto e divino Otelma ha voluto suggellare il sogno di lanciarsi nell’empireo stellato musicale con il cd Divino infarcito di bieca dance e brani nazional popolari pieni di doppi (?) sensi di dubbio gusto. Due titoli su tutti: il Gelato (“Ha due palle, ha un cono retto, bello lungo e prediletto, ha il sapore dell’amore, ne van pazze pure le suore…”) e Ti infilo una candela rossa (dove?). Non c’è che dire, un’uscita divina, come il titolo del brano che chiude questo must della cultura trash. In mezzo a cotante leccornie di elevato spessore c’è da sbizzarrirsi; certo è che per ricercare queste rarità camp, una certa predisposizione alla cultura gay bisogna pur averla… “La cosa strabiliante è che non siamo gay, anche se è una domanda ricorrente da parte di chi ci legge; siamo open minded: ci piace avere a che fare con gente simpatica e soprattutto pensante, tutto il resto è noia; sarebbe il nostro sogno organizzare una festa in un locale gay con la gente che balla sulle note de L’elefante gay. Wow, che figata!”. Che frociata, diremmo noi... 39 ATTUALITÀ + CULTURA CARTA GAYGRAFICA L’Italia è un paese gay friendly? A giudicare dalla toponomastica si direbbe proprio di sì. Ecco una piccola guida geografica dei paesi e delle città più “gay” nel nostro paese, con un occhio al resto del mondo. TESTO — FRANCESCO BELAIS · [email protected] | ILLUSTRAZIONE — ALEN PINKU Proprio quest’anno si festeggiano i centocinquanta anni dell’unità d’Italia, il nostro bel paese, così variegato per paesaggi e tipologia di popolazione. Dal momento che viviamo in una nazione che inizia a nord con Chiasso per terminare all’estremo sud con Brindisi e Trapani, mi sono domandato: sarà forse per questo che il caos e la confusione, su tutti i fronti, vi dominano incontrastati? Se la risposta è affermativa, allora l’Italia dovrebbe essere anche un paese dove non esiste l’omofobia, dove i gay vivono benissimo, godono di tutti i diritti e via discorrendo e, chissà, magari nella mente di buona parte della popolazione già lo è. Vi domandate perché? Be’, provate a spulciare sulla nostra cartina geografica (magari con l’aiuto di Google Maps) vedrete quante amene località dal nome evocativo, per quanto riguarda le tematiche che ci stanno a cuore, si possono scoprire sul nostro territorio. E senza alcuna distinzione tra nord e sud, checché ne dicano i leghisti. Primo posto in assoluto nella top list della gay geografia spetta (a pari merito) a due località in provincia di Napoli: Frocia Prima e Frocia Seconda, sotto il comune di Scisciano. Non è da meno Femminella, ridente (vorrei ben vedere) località nel comune di Civitella Roveto, in provincia de L’Aquila. 40 La nostra capitale, come al solito, fa buon sfoggio di sé e, anche in questo caso, non tradisce le aspettative: sulla via Casilina, già famosa per le sue attrattive legate alle trasgressioni trans, dopo Tor Vergata e Tor Bella Monaca troviamo Torre Gaia e Finocchio. Finocchio d’altra parte è un paese davvero inflazionato, se ne trova uno anche in Romagna, in provincia di Sarsina, dalle parti di Cesena, e un altro nelle vicinanze di Bologna a San Benedetto Val di Sambro. C’è un Finocchito a Ogliastro Cilento, in provincia di Salerno e un Finocchieto a Stroncone (anche il comune cui appartiene non suona male), in provincia di Terni, un altro Finocchieto in provincia di Chieti e, sempre da quelle parti, stavolta in provincia di Rieti, pure una Finocchietana. Se vogliamo riappropriarci della Corsica, c’è una bella Finocchiaja anche là, non distante da Porto Vecchio e, all’estremo nord, al largo di Bastia c’è una piccola isoletta dal simpatico nome di Finocchiarola. Chissà se sulle sue rive non vi sia pure una spiaggia gay, male non ci starebbe davvero. Come non suonerebbe strano poter dire: “Quest’estate vacanze gay a Finocchiarola e poi, magari per sbaglio, ritrovarsi tutti a Torre del Lago”. Sembra che in Corsica i finocchi non manchino davvero. Sempre sull’ex territorio italiano, alle spalle di Ajaccio c’è anche una bella Finocchia, sotto il paese di Cuttoli – Corticchiato (da notare, tutti nomi estremamente… francesi!). Tornando in Italia, molti di noi potrebbero chiedere la cittadinanza onoraria di Ricchiò, in terra siciliana, nel Comune di Caronia, in provincia di Messina. E che dire di Gaione, località in provincia di Parma, di Gaiola e di Gaietto dalle parti di Cuneo, oppure di Gaiole in Chianti in Toscana? C’è un Gaio (chissà magari anche più di uno) pure sotto Spilinbergo, in provincia di Pordenone e un’altra Gaiola la troviamo anche in provincia di Padova, non distante da Limena. In Lombardia, nella provincia di Varese vicino a Grezzana troviamo invece Busoni, che forse sarebbe stato meglio dalle parti di Bologna, visto che là ce ne sono tanti. C’è un’area a Reggio Emilia con il nome di Buco del Signore, che ai più cattolici potrebbe risultare un tantino blasfemo. Buco Masi, che potrebbe suonare come uno strumento di lavoro del celebre porno attore gay, è piuttosto una frazione del comune di Finale Emilia, Modena. Una Bucolia e una Bucolia Superiore Terza, si trovano invece dalle parti di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro. Per gli amanti delle robe forti c’è pure Fisto, nel comune di Spiazzo, in provincia di Trento cui potrebbe fare da contraltare Checchin, frazione di Camposampiero, Padova. Ma il top del top – purtroppo – non si trova in Italia. Il primato assoluto della gay geografia va al continente africano con ben due paesi dal nome di Culo, uno in Zaire e uno in Angola. Mi fermo qui. La lezione di gay geografia è finita per oggi. Resta soltanto una domanda: come si chiameranno gli abitanti di tutti i paesi menzionati? febbraio 2011 · PRIDE PRIDEmarketcall PRIDE · febbraio 2011 16-12-2010 12:01 Pagina 1 41 PORTFOLIO 42 febbraio 2011 · PRIDE ULTRACORPI Dopo aver esposto all’Istituto italiano di cultura a Tokyo nel 2009, reduce da una mostra a Madrid allestita per MadBear 2010 e in attesa di vedere i suoi lavori in occasione dell’Europride a Roma questa estate, vi presentiamo alcune illustrazioni a tema omoerotico di Stefano Centonze in arte Onze. Diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, collabora regolarmente con il quotidiano il Manifesto ma numerosi suoi lavori sono apparsi anche su Corriere della Sera, la Repubblica, Liberazione e altre riviste, e ha disegnato copertine per volumi editi da Mondadori, Feltrinelli e Laterza. Nel suo universo figurativo spiccano i colori vivi e una linea che ricorda la street art, e per Pride ha selezionato immagini attinenti soprattutto al mondo ursino, proposto anche sotto l’originale sfaccettatura della presenza di uno stimolo materno a nutrire, proteggere e far crescere, suggerimento visivo di un aspetto che il gay bear manifesta con rilevanza. www.onze111.com PRIDE · febbraio 2011 43 RUBRICHE Omorama di Alessandro Insy Loan Michetti [email protected] ANTROPOLOGIE NEWYORKESI Tra le scienze sociali l’antropologia è la mia preferita. Ti permette di vedere, studiare, analizzare forme e comportamenti umani in maniera assolutamente soggettiva e arbitraria. Non si richiedono popolazioni ampie da cui desumere statistiche dalla precisione matematica, ma basandosi tutto sull’occhio insindacabile dell’osservatore le relazioni finali si liberano delle critiche dei detrattori sebbene risultino poi molto spesso attendibili quanto I viaggi di Gulliver. Il mese scorso ho passato 4 settimane a New York proprio con questo intento: capire se e quali fossero le differenze tra i nostri gay e quelli che popolano quell’infilzata di grattaceli conficcati come frecce nel centro di un’isola che a vederla in fase di atterraggio stupisce per la sua esigua estensione. Mi sono quindi appostato nei locali, imboscato tra le fratte dei parchi, appollaiato alle uscite dei ristoranti per capire: è davvero New York la terra promessa per i gay? E la risposta (ricordate soggettiva perché l’antropologia lo permette?) è sì. Lo è. Ma quando esce spontaneamente la domanda successiva: sono gli omosessuali newyorkesi diversi da quelli nostrani? La risposta è: neppure per sogno. Non sono più alti né più bassi, non hanno tre occhi o due cazzi: e che ci crediate o meno sono in tutto e per tutto uguali a noi. Sono certamente più socievoli e se entri in un bar da solo non ti vedi lampeggiare sulla testa una scritta al neon che pulsa gridando “qui c’è uno sfigato!”. Per cui dopo dieci minuti uno straccio d’uomo con cui avere un’inattesa e a volte piacevole conversazione lo trovi. E non necessariamente deve poi finire con la sua mano che lascivamente si insinua tra le tue mutande allo scoccare del terzo drink. Certo, non sono tutti degli animatori di villaggi turistici e anche all’ombra della statua della libertà esiste l’irritante razza dei palo-in-culo, ma in linea di massima la voglia di conoscere anche uso amicizia è molto diffusa. New York è la terra delle opportunità? Sicuramente. E se quello che cerchi è un uomo qui ne trovi a miliardi e molti 44 bellissimi. Ma altrettanto abbondanti sono anche le possibilità di essere scaricati o meglio, di non essere neppure presi in considerazione per qualcosa che possa sopravvivere al primo incontro. Qui si corre, si trotta e si ha sempre qualcos’altro da fare per fermarsi a considerare se quella è la persona giusta per te e se vuoi rivederla una seconda volta. Ma anche in questo non trovo che l’Atlantico sia uno spazio sufficientemente ampio per rendere le cose drammaticamente differenti. Qui costruire un rapporto può essere altrettanto irreale ed essere mollati è ugualmente frequente. A cambiare semmai è il modo in cui lo si fa. Codici culturali differenti hanno creato tecniche e frasari raffinati in decenni di appuntamenti dribblati e abbandoni repentini di campo portandoli a essere solo molto più carini di noi nel momento in cui ti dicono (o ti fanno capire) che “è stato bellissimo incontrarti, buona fortuna”. Potendo scegliere io sono comunque per la morbida linea americana che ti permette di uscire con un briciolo di sportiva dignità. Cortesia che invece in Italia ti puoi anche scordare perché al di là dei matti che ci sono in cielo, in terra e in ogni luogo, qui da noi si tende a essere più grezzi e piuttosto che affrontare la questione in maniera aperta e matura preferiscono sparire nel nulla per cui ti chiedi se non sia il caso di coinvolgere la redazione della Sciarelli o invece, all’estremo opposto, iniziano una serie di minuetti e machiavellismi, di motivazioni cavillose, di spiegazioni inconcepibili che allungano e dilungano un semplice e unico assunto: non c’è trippa per gatti. New York è la terra del rimorchio facile? In generale sì, ma sempre con quel retrogusto di puritanesimo dal quale non si riescono a liberare da quando venne esportato a bordo del Mayflower insieme alle foglie di tè. Malgrado le tante battaglie per la liberazione sessuale, alle spalle dei newyorchesi, anche negli approcci più sfacciati, vedi sempre un padre pellegrino che gli pizzica le orecchie. E le mille luci di New York seducono ancora? E come! Almeno me. Sicuramente si è persa l’extravaganza che si respirava allo Studio 54, al Roxy e al The Saint. Tutto ormai sembra confezionato con nastri di perbenismo e borghesia ed entrando nei locali a volte ti chiedi: “Ma è tutto qua?”. Ma questo è il rischio che corrono tutti i miti, gli ombelichi del mondo e i primi della classe: le aspettative sono sempre altissime e gli aggettivi che ti sei guadagnato devono sempre essere superlativi, assoluti. Scendere dall’ottimo al buono non è ammissibile, pena critiche feroci da amante deluso. Del resto è comprensibile, siamo cresciuti nel suo mito del “tutto di più” per mantenere il quale tutti i suoi abitanti, dal delivery boy della pizzeria a Woody Allen, si danno un gran da fare. Per una città che non sembra vivere per loro quanto semmai il contrario. Una divinità fatta di street e di avenue alla quale votano la loro vita vestali indefesse sempre in a hurry per mantenere ardente il suo faro che nonostante tutto proietta ancora una luce seducente e ammirata su tutto il mondo. febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 45 RUBRICHE Cinema di Vincenzo Patanè [email protected] I RAGAZZI STANNO BENE Presentato al Festival di Roma fuori concorso I ragazzi stanno bene, diretto dall’americana Lisa Cholodenko, ha fatto parlare molto di sé. Merito anche della presenza della bravissima e bella Julianne Moore, che si dimostra sempre più un’icona gay, vicina in ogni sua dichiarazione ai nostri bisogni (è stata premiata con il Marc’Aurelio al festival proprio nei giorni delle infauste dichiarazioni omofobe di Berlusconi…) e protagonista di tanti film fondamentali a tematica gay, come Lontano dal paradiso, The Hours e A Single Man. Al centro della storia una famiglia lesbica, che vive felicemente in un’accogliente casa fuori città in California. Jules (Julianne Moore) e Nic (Annette Bening) sono una coppia affiatata, stanno da molto tempo assieme e si amano sin dai tempi del college. Grazie all’inseminazione artificiale hanno potuto realizzare il loro desiderio di avere dei figli, che hanno cresciuto con amore: la diciottenne Joni (Mia Wasikowska) e il quindicenne Laser (Josh Hutcherson). A rompere quest’atmosfera positiva è la curiosità dei ragazzi che vogliono conoscere il donatore all’origine della loro nascita. È Laser a fare la prima mossa, anche perché sente il bisogno di confrontarsi con una figura maschile. Così, quando Joni si prepara ad andarsene per frequentare il college, la convince a rintracciare il loro padre biologico. Benché un po’ riluttante, Joni si dà da fare: telefona alla banca del seme e fa contattare il padre Paul (Mark Ruffalo), un attraente quarantenne proprietario di un ristorante biologico, per chiedergli se vuole incontrarla. Paul accetta. Ora è uno scapolo incallito, con alle spalle una vita spensierata, nella quale, quando aveva 19 anni, trovava “più divertente donare lo sperma invece che il sangue”. La prima reazione di Jules e Nic alla notizia è indispettita, ma poi acconsentono a invitare Paul a casa. La sua presenza di fatto allarga la famiglia, anche perché inizialmente piace a tutti, ma poi finisce per sconvolgerne gli equilibri. I due ragazzi restano affascinati dal suo stile di vita indipendente; in Laser, che vive un momento di sessualità confusa, scatta poi un desiderio di emulazione. Ma la cosa più forte è l’attrazione reciproca fra Paul e Jules, che così scopre il sesso con un uomo. Quando Nic scopre il loro rapporto, iniziano litigi a tutto campo. In un finale non privo di sorprese, non tutto sarà come prima e i legami all’interno della famiglia dovranno essere ridefiniti. La sceneggiatura è stata scritta dalla regista, che vive con una donna e ha un figlio ottenuto con inseminazione artificiale, e da Stuart Blumberg, un ex donatore di sperma. Il film indipendente ha faticato a trovare dei finanziamenti, perché a molti è sembrato rischioso mostrare una famiglia lesbica serena, in opposizione agli schemi precostituiti. Alla fine si è però dimostrata una scommessa vinta, perché il film viene regolarmente accolto dovunque da successo di pubblico e critica e le due protagoniste sono già in lizza per il Golden Globe e gli Oscar. Di fondo è una commedia, che sa divertire ma sa anche mostrare la complessità e l’umanità dei personaggi. Da un lato ci sono i ragazzi e Paul i quali, ciascuno a modo proprio, sentono l’esigenza di incontrarsi. Dall’altro Nic e Jules. Quest’ultima è il personaggio più complesso: se prova attrazione per Paul è anche perché vive un momento di forte vulnerabilità. Dopo aver provato a fare diversi lavori, Jules si è dedicata anima e corpo alla conduzione della famiglia e ora, mentre i ragazzi stanno diventando grandi, si sente stanca e un po’ inutile. Ma è una crisi tipica di tutte le coppie che stanno assieme da tanti anni e che quindi sono fatalmente un po’ logore. Il film mostra dunque come i meccanismi dell’amore e della coppia siano in fondo sempre gli stessi, soprattutto in una famiglia in cui i figli crescono e cominciano a vivere la propria vita. Da questo punto di vista, Paul è solo ciò che porta a galla una crisi latente. Peccato solo per la solita pecca: mentre i rapporti fra le due protagoniste sono visti con una certa fisicità ma sempre in maniera casta, sotto le coperte (mentre guardano film porno gay maschili…), quelli fra Jules e Paul sono ben più espliciti. Certo, si vuole mostrare la carica erotica esplosiva di un nuovo rapporto però che noia… DA NON PERDERE Esce in dvd (Cinemare) + o - Il sesso confuso – Racconti di Mondi nell’era Aids, di Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli. Il film-documentario, ripercorrendo la storia della malattia a partire dalla comparsa nel 1981, fa intelligentemente il punto della situazione su un fenomeno che ha stravolto i nostri costumi di vita, mutando il modo di rapportarci con gli altri, e ha scatenato sentimenti profondi, dalla piena solidarietà alla più sprezzante omofobia. È un’opera corale in cui tante persone (a cominciare proprio dai due registi), note e meno note, raccontano in che maniera hanno avuto personalmente a che fare col virus. Nel contempo, viene ripercorso il modo differente in cui la malattia è stata percepita nei quattro decenni dell’era Aids, fino ai giorni nostri, nei quali è un nemico che conosciamo sicuramente meglio e forse ci fa un po’ meno paura ma è tutt’altro che debellato e che vive sordo e rancoroso in agguato vicino a noi. Il film, ben girato e pieno di momenti significativi, con interessanti contrapposizioni di diversi punti di vista, è fondamentale in un paese come il nostro in cui, a differenza di altri, si è fatto poco o niente sull’argomento. 46 febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 47 RUBRICHE Teatro di Mario Cervio Gualersi [email protected] IL MARE DI (NA)POLI “Si scrive perché si cerca compagnia, poi si pubblica perché gli editori danno un po’ di denaro”. Lo affermava Anna Maria Ortese (1914-1998), una delle voci più straordinarie (e sottovalutate) della narrativa del Novecento, la cui vita ha dovuto sopportare grandi dolori e ristrettezze economiche. Poveri e semplici, Il porto di Toledo, L’iguana, Il cardillo addolorato sono i romanzi più noti che ci hanno regalato pagine indimenticabili, ma altrettanto significativi sono i racconti di Il mare non bagna Napoli, usciti nel 1953, malinconico ritratto di un’Italia uscita malconcia dalla guerra. Si raccontano piccoli e grandi drammi familiari, lotte per trovare un lavoro che riscatti dalla miseria, speranze mai appagate di incontrare l’amore, espedienti per rendere l’esistenza meno dura. A questi si è ispirato Paolo Poli per il suo nuovo spettacolo, Il mare. Ottantun anni portati spavaldamente, instancabile nei travestimenti da gran dama dall’animo gretto, popolana maliziosa, bersagliere o torero (assolutamente fuori contesto, ma gli si perdona tutto), Paolo si prodiga attraverso sketch, canzoni e balletti per comporre un mosaico che illustra la nostra storia minore dagli anni Trenta ai Settanta. Ricordi ed emozioni del pubblico più maturo si affastellano sulle note di Si fa ma non si dice (Milly), Tango Italiano (Milva), il mambo di Besame mucho, il refrain di Legata a un granello di sabbia (Nico Fidenco) rivisitate dal mattatore, ma anche gli spettatori più giovani vengono coinvolti in questo divertissement che svela un passato relativamente recente ma, al tempo stesso, lontano anni luce dalla nostra spietata quotidianità. Dove sono finite quelle zitelle trepidanti, le nobildonne spocchiose, le borghesotte arricchite dal boom economico che giocavano a fare le intellettuali con i neologismi mediati dalle riviste femminili? A differenza di quanto succedeva lo scorso anno con i Sillabari, tratti dai racconti di Goffredo Parise, i personaggi della Ortese si fondono al meglio con l’esuberanza visiva dell’affabulatore Poli e prendono vita in un susseguirsi di rapidissime vicende, una sorta di vertigine della parola in cui il nostro è benissimo coadiuvato dai fedeli Mauro Barbiero, Fabrizio Casagrande, Alberto Gamberini e Giovanni Siniscalco, attori, mimi e ballerini, quasi sempre en travesti per animare romantiche adolescenti, signorinette imbranate ma anche Messaline con tanto di bighe, sposine timorate e vogliose vedovelle. Squadra vincente non si cambia, così non possono mancare i rutilanti costumi di Santuzza Calì, le musiche di Jacqueline Perrotin, le coreografie di Claudia Lawrence e soprattutto i meravigliosi fondali dipinti di Lele Luzzati, vere opere d’arte che continuano a testimoniare la grandezza dell’artista scomparso. Inevitabile un accenno ai 150 anni dell’unità di questa disastrata Italia che qualche testa balzana vorrebbe dividere di nuovo: chi se non Paolo a vestirne i panni tricolori? Scoppiano gli applausi ma c’è ancora tempo per gli imperdibili bis finali: doppi e tripli sensi a sfondo erotico con le rime – solitamente censurate – di Lorenzo Stecchetti, Palazzeschi o qualche altro scomodo poeta minore. Fino al 6 febbraio all’Eliseo di Roma, poi la lunga tournée prosegue a Napoli (8-13/2), Reggio Calabria (18-20/2), Pescara (1-3 marzo), Livorno (7-8/3), Imperia (10/3), Lodi (13/3), Sondrio (15/3), Vercelli (17/3), Genova (18-20/3), Bergamo (22-27/3) e Palermo (18-29 maggio). IN CARTELLONE Autore della nuova drammaturgia napoletana, attore in palcoscenico e sullo schermo, da qualche anno Enzo Moscato si cimenta in veste di chansonnier. In questa veste propone Toledo suite, un viaggio musicale colto e raffinato, popolare e originale in cui l’antico e il moderno, l’aspro e lo smarrito si armonizzano grazie alle elaborazioni musicali di Pasquale Scialò e ai testi di Brecht, Duras, Cohen, Viviani, Weill, Taranto, supportati dalle immagini sceniche di Mimmo Paladino. Moscato affida alla forma-canzone per mandarci dei segnali, quasi ferite mentali vicine all’essenza del teatro. Alla sala Ridotto del Mercadante di Napoli dal 17 al 27/2. Tradotta in 30 lingue, ha fatto sfracelli e raccolto una messe di premi in Francia, a Londra e New York. Art, pièce di Yasmina Reza (di cui la scorsa stagione abbiamo visto Il dio della carneficina) è una riflessione sull’amicizia al maschile, le complessità delle sue geometrie emotive e la sottile linea che spesso la divide dall’amore. La disputa sull’acquisto di un dipinto travolge Serge, il suo più caro amico Marc e Yvan che vorrebbe mettere pace ma diventa bersaglio dei loro attacchi. Diretto da Giampiero Solari, un trio d’eccezione: Alessio Boni (seduttivo Caravaggio televisivo), Alessandro Haber e Gigio Alberti. Al teatro Franco Parenti di Milano dall’8 al 20/2. 48 febbraio 2011 · PRIDE FEBBRAIO 2011 TUTTI I VENERDÌ COMMERCIAL DISCO CON ANIMAZIONE - DJ A ROTAZIONE GRAZIANO DJ - MR MADS DJ BINO VOICE NUOVI PREZZI! VISITA IL SITO PER SCOPRIRLI! VENERDÌ 11 TACCHI ALLO SBARAGLIO CON DONNA RACHELE LADY DELIRIA, FENICIA POMPOSA & MISS VIOLETTA VOICE IVANCA PERVINCA SABATO 19 DISCO HARD NOVITÀ! SABATO 12 MARZO BEAROMEO’S VENERDÌ 4 SURPRISE PARTY GIORGINO DJ LOLA VOICE SUPER CARNEVALE TUTTI I MERCOLEDÌ BEARBAR DALLE 21 ALLE 2 LOUNGE DJ SET CON MR MADS DJ SABATO 5 MASK PARTY SABATO 26 FIST PARTY TUTTI I MARTEDÌ UNDERWEAR PARTY DALLE 21 ALLE 2 TUTTI I GIOVEDÌ NAKED PARTY DALLE 21 ALLE 2 WWW.ROMEOSCLUB.IT NEW! 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Il senatore prima annuncia grandi rivelazioni, poi arretra e non è facile capire se dietro le sue “rivelazioni” ci sia la volontà di autopromuoversi come bibliofilo o millanteria, oppure, conoscendo il personaggio, altri oscuri motivi. Sentito dai magistrati egli comunque non ha dato spiegazioni convincenti su come sia venuto in possesso del capitolo del romanzo che non è stato reso pubblico. È ora probabile, anche in seguito alle rivelazioni di Pino Pelosi (che prima si era autoaccusato del delitto ed era stato condannato a 9 anni, poi, di recente, ha raccontato a sorpresa una versione diversa dei fatti) che l’inchiesta venga di nuovo riaperta, ma è difficile credere che si possa arrivare a una verità chiara e definita. Probabilmente non sapremo mai con certezza se a uccidere Pasolini sia stato il solo Pino Pelosi o una banda di ragazzi di vita, o dei picchiatori fascisti o degli agenti dei servizi segreti; se quella morte si possa spiegare con le dinamiche del rapporto di Pasolini con i ragazzi che rimorchiava o se sia stata l’esecuzione di una condanna emessa da poteri più o meno occulti che si servirono di Pelosi come esca per far tacere definitivamente lo scrittore che sapeva e soprattutto diceva troppo. Alla questione dell’omicidio e ai misteri che circondano quella morte, il libro di Carnero, il più interessante tra quelli pubblicati su Pasolini nel corso dell’anno, dedica poche pagine in un’appendice in cui si ricostruisce sinteticamente quanto sappiamo con certezza, le diverse ipotesi sull’assassinio, sugli “attori” presenti sulla scena del delitto la notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975, e sugli eventuali mandanti, perché il libro non vuole essere un ennesimo scoop su quel tragico avvenimento. C’è anzi un invito esplicito a evitare che l’attenzione, tutta spostata sulla vicenda della morte, possa finire con il “depotenziare” la carica conoscitiva, di indagine e di provocazione dell’opera di Pasolini. E per far emergere questa carica conoscitiva Carnero rilegge la complessa opera pasoliniana nella sua interezza seguendo un criterio a metà tra il tematico e il cronologico, rimandando continuamente a esperienze biografiche dello scrittore, alla storia italiana, alle analisi lucide e impietose dello scrittore, alle sue intuizioni profetiche che mettevano a fuoco problemi con cui ancora oggi siamo chiamati a confrontarci. L’autore, senza venir meno al suo ruolo di studioso ma evitando tecnicismi e elucubrazioni, riesce a rendere la lettura scorrevole e appassionante ricorrendo di frequente alle parole dello stesso Pasolini, che spesso sorprendono ancora per la loro attualità. Uno spazio più ampio è dedicato al romanzo Ragazzi di vita, come esempio di un’analisi più approfondita di un testo tra i più letti dello scrittore, ma il lettore che non è uno studioso di letteratura o che conosce Pasolini più per motivi extraletterari legati agli scandali della sua vita e della sua morte, ha la possibilità di avvicinarsi agevolmente a tutta l’opera di Pasolini, forse l’intellettuale italiano più importante e originale del Novecento che continua a suscitare interesse e ad affascinare per il suo stesso modo di essere intellettuale, sempre conflittuale, sempre caratterizzato da uno scarto rispetto alle regole e alla morale codificate, sempre coscienza critica della società. Quanto al tema dell’omosessualità, che certo Carnero non minimizza, come spesso si è fatto da parte di molti critici, va aggiunto a quanto egli scrive che una volta che a Pasolini era stato impedito, nel 1949 con lo scandalo di Ramuscello, di tenere nascosto il suo segreto, egli ne aveva fatto uno strumento di conoscenza, e parlava da omosessuale sempre, anche se l’argomento, come succede in alcuni dei più controversi interventi giornalistici, poi confluiti in Scritti corsari e Lettere luterane, era il carcere, l’aborto, la mutazione antropologica o la scomparsa delle lucciole. E non sono molti gli intellettuali italiani che hanno osato esibire così provocatoriamente il loro disagio di essere omosessuali in una società così fortemente omofoba, e proclamare in maniera così forte quanto possa essere insostenibile e “intollerabile, per un uomo, essere tollerato”. SEGNALAZIONI Curzio Malaparte, La pelle, Adelphi, Milano 2010, pp. 380, 20,00 € Il noto romanzo del 1949 in una nuova edizione curata da Caterina Guagni e Giorgio Pinotti, corredato da una “storia del libro”. Condannato insieme al suo autore (il consiglio comunale di Napoli nel 1950 vota all’unanimità “il bando morale di Curzio Malaparte dalla città”), messo all’Indice dalla chiesa per “immoralità”, La pelle rimane, tra tanto populismo neorealista del dopoguerra, uno degli esempi più belli di narrativa carnevalesca e liberatoria. Famoso, tra gli altri, l’episodio della figliata dei femminielli napoletani nel capitolo “Il figlio di Adamo”. Marco “Dalissimo” Pelliccione, Nessun dio sulla terra, Editrice Zona, Civitella in Val di Chiana (Ar) 2010, pp. 126, 13,00 € Romanzo d’esordio che ricorda un po’ il film Le fate ignoranti (la morte di un uomo che lascia una moglie e un fidanzato, la curiosità dei due sopravvissuti di incontrarsi e di conoscersi), ma l’atmosfera è completamente diversa: il fidanzato rimasto solo vive l’ossessione della perdita in maniera inquietante e morbosa e la narrazione assume i toni del “giallo” con suggestioni letterarie surreali e misteriose. Giustina Porcelli, La prima donna, Morellini Editore, Milano 2010, pp. 270, 17,90 € Mentre sta per rinascere come donna, Gabriele (poi Lele, Gabrielle e infine Gabry) ripercorre il caos della sua vita difficile, dalle amicizie e complicità infantili in un paese del sud Italia alla realizzazione del suo sogno. Un romanzo di esordio che mette insieme toni da commedia e tentativi di cogliere la verità di un’esperienza complessa come il cambiamento di sesso. 50 febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 51 RUBRICHE Musica di Roberto Cangioli [email protected] PRIDE VIDEO CLASSICS Chissà quante volte in gioventù avrete registrato su una cassetta audio o su cd le canzoni che in quel determinato momento rappresentavano la vostra colonna sonora personale (oggi si chiama banalmente playlist), magari da portare appresso assieme all’inseparabile, ormai vetusto walkman. Bene, tutti sanno che esistono da tempo in commercio svariate compilation audio che ripropongono temi cari all’universo gay, tanto che quattro anni fa l’Independent si prese l’onere di stilare una sorta di hit parade “rosa” in cui vennero inclusi un centinaio di titoli e persino il nostro mensile, anni fa, pubblicò la famigerata “Pride compilation”. Per i suddetti presupposti riteniamo lodevole l’iniziativa da parte di una piccola etichetta indipendente brasiliana di pubblicare due dvd che includono quelli che a detta del curatore risultano essere le canzoni da sempre risuonate nelle orecchie e nel cuore di un “gay DOCG”. Certo, non sempre la qualità audio/video è ottimale – d’altronde basti pensare alla scarsa reperibilità di alcuni brani che sono andati irrimediabilmente perduti negli archivi delle case discografiche e alla difficoltà di ottemperare al pagamento dei diritti d’autore (sulla cui legislazione il Brasile chiude spesso più di un occhio) – e la scelta dei titoli risulta talvolta opinabile (all’appello mancano inspiegabilmente fra l’altro Abba e Village People), tuttavia va ammirato lo sforzo di racchiudere in due volumi una sorta di storia del videoclip gay. Scontato che tra i 32 brani costituenti questi Pride Video Classics vol.1 & 2 fossero inclusi must come Smalltown Boy dei Bronsky Beat e Relax dei Frankie Goes To Hollywood, più sorprendente il fatto che appaiano episodi famosi, ma raramente visti in Tv una trentina di anni fa e oltre, come gli intramontabili I Will Survive di Gloria Gaynor, La Vie En Rose di Grace Jones, I Feel Love di Donna Summer, You Make Me Feel di Sylvester e il divertente duetto Elton John/RuPaul di Don’t Go Breaking My Heart. Questi video, che risultano interessanti quasi esclusivamente per il ruolo enciclopedico che rivestono, erano tuttavia ben lontani dal voler toccare una qualsiasi tematica o raccontare una storia; si limitavano a riprendere l’esibizione del cantante, tutt’al più inserendo in scena qualche ballerina. Senza voler togliere nulla alle interpretazioni di artisti gay come i Pet Shop Boys, dei loro “parenti stretti” Erasure, di Boy George e del coraggioso Jonny McGovern di Soccer Practice; né sminuendo le icone Cher e Kylie Minogue (tutti inclusi in questi due dvd), da annotare la presenza di episodi mai visti in Italia e di altre “meteore” come i deliranti Army of Lovers con la loro Crucified, la spagnola Monica Naranjo con Amor y Lujo o il più recente It’s Ok To Be Gay di Tomboy, tutti video che senza perifrasi sbandierano la diversità come antidoto al grigiore quotidiano. Ce n’è per tutti i gusti e per tutti i paesi, tranne l’Italia, dove nessuno fin’ora aveva mai osato tanto. Entrambi i dvd, disponibili presso la catena Fnac in Brasile (www.fnac.com.br), si possono acquistare a basso costo via internet all’indirizzo del produttore http://nfk. lojapronta.net. NOTE IN PILLOLE Joan as Police Woman – The Deep Field (Pias) Joan Wasser si è fatta notare una decina di anni fa per aver preso parte alla corte di Antony & The Johnsons e di Rufus Wainwright quando già aveva formato la sua band, Joan As Police Woman, influenzando positivamente molti artisti grazie al suo spirito libero e pregno di ottimismo; lo stesso che si percepisce in questo The Deep Field, definito da lei stessa come “Il mio disco più estroverso e gioioso”, ma è anche il suo album più sentimentale, intimo e al contempo più universale mai pubblicato. Sana ventata di speranza d’inizio anno. Mylène Farmer – Bleu Noir (Universal) Alla fine Mylène Farmer – icona francese e precorritrice di temi ambigui e scandalosi – si è lasciata produrre da firme straniere come Moby, RedOne e Archive. Pur non rinunciando alle proprie tradizioni che la vogliono regina dell’eletro-pop d’oltralpe, parcheggiato giusto un momento il collaboratore di sempre Laurent Boutonnat, questo Bleu Noir supera a pieni voti la prova esterofila risultando un disco appetibile e coerente con la precedente produzione della rossa Madonna francese per eccellenza. Écoutez par vous-mêmes! 52 febbraio 2011 · PRIDE X tutto il 2011 presentando questo coupon in uno dei 3 negozi riceverai subito il 50% di sconto su un DVD da 20€ a tua scelta, pagandolo solo 10€ VIENI DALLE NOSTRE PARTI?? ABITI IN ZONA?? ... SCEGLI IL SEXY SHOP + VICINO A TE: PRIDE · febbraio 2011 53 RUBRICHE Vita notturna di Francesco Belais [email protected] Il popolo della notte ha bisogno di nuovi spazi. Questa è un’esigenza che si respira ormai da un po’ di tempo. La maggior parte dei luoghi deputati all’intrattenimento danzante notturno sono discoteche vecchie almeno di una ventina d’anni, se non di più. Hanno sicuramente cambiato pelle a seguito di vari restyling architettonici, ma nonostante questo resta quella patina di vecchiume che non si toglie nemmeno con i migliori lifting. Non parliamo poi dei tanti storici locali che sono diventati garage, supermercati, negozi di scarpe o grandi magazzini. Non è un bel segno, come non lo è il fatto che la stessa fine l’abbiano fatta molti cinema e teatri delle nostre città. Del resto, il commercio smuove molto più denaro della musica e dell’arte in generale. Qualche tempo fa mi sono trovato a visitare la meravigliosa struttura del Maxxi di Roma, il nuovo museo di arte contemporanea. Durante la visita ho pensato: come sarebbe bello se anche la musica elettronica, house, minimal ecc., espressione artistica contemporanea di musicisti visionari e un po’ sballati, potesse avere una sua collocazione più idonea, degli spazi così belli, moderni e avveniristici. Delle strutture per essere ascoltata e ballata come le compete. Ma anch’io sono un pazzo, sognatore e visionario e mi sa che, almeno in Italia, questa resterà per molto solo un’idea di pochi. Ma visto che sognare è gratis, tanto vale farlo alla grande. GENTE DELLA NOTTE DANI TORO Dj spagnolo, 28 anni, nato a Valencia sotto il segno dei Gemelli, si divide tra Barcellona e Milano. È uno dei resident di Barbarella (Milano) di Deseo 54 (Valencia) e dei party europei itineranti White e Black della Riedjik Prod. In rete il suo sito personale è www.danitoro.com, su Facebook: Dani Toro. Dani Toro è il tuo vero nome o un nome d’arte? Daniel è ovviamente il mio vero nome, Toro è un nickname, i miei amici a Valencia mi chiamavano così quando iniziai a fare palestra. Come e quando hai cominciato a fare il dj? Faccio il dj dal ‘99, un amico mi prestò un paio di vecchi turntables della Akiyama e iniziai a fare i primi mix. Col tempo poi riuscii a comprarmi i piatti Technics, carissimi all’epoca. Com’è stata la tua “prima volta” al mixer di una disco? A Valencia dove lavoravo come pr, ero molto nervoso, volevo dare il meglio, ma non sapevo se tecnicamente ci sarei riuscito. È strano ma quando metti su due pezzi, e vedi che la gente risponde bene, senti dentro di te una delle migliori sensazioni al mondo. Fai o facevi anche un lavoro di giorno? Facevo. Ho sempre lavorato nel campo dell marketing. Riuscivi a conciliare entrambe le cose? Sì, anche se molte volte sono mancato a riunioni importanti per poter suonare. L’ultimo caso e stato al pride di Madrid del 2009, quando per andare a suonare mi licenziai. Ma voi ragazzi non fate queste cose. Quali sono le più grandi differenze tra la movida gay spagnola e quella italiana? In Spagna siamo molto piu liberi di organizzare certi eventi, abbiamo piu supporto pubblico e questo si rispecchia nei party, nei pride ecc. La movida in Italia ora sta crescendo, posti come Roma o Milano sono sempre più vivi sulla questione glbt. Torniamo alla vita notturna, qual è la cosa più imbarazzante che ti è accaduta in una serata? Quando il padrone di un locale mi ha domandato che ne pensavo del ragazzo ventenne che stava facendo il dj. Io, vista la differenza di età tra i due, gli chiesi se fosse suo figlio. In realtà mi rispose che era il suo fidanzato. Cosa porti con te ogni sera nella tua borsa dei dischi? Sempre le cuffie Sehnheiser, la Mini Kaos pad, un panino integrale con tacchino o se riesco un shake di proteine. Sai, alle 3 del mattino viene una certa fame. La cosa più bella dell’essere un dj? Far ballare la gente. Vengo da un lavoro in cui le cose non mi andavano niente male, ma quello che mi dà la musica non ha prezzo. Sei single o fidanzato? Single, qualche candidato? Mai rubato il fidanzato a un amico? Solo preso in prestito! Cosa pensi della scena gay italiana? Si devono fare ancora molti passi ma li deve fare sopratutto la gente. In Spagna quando la gente ha incominciato a farli allora le cose si sono potute cambiare pure in politica... PIATTI CALDI AA. VV. - Dj Ravin presents Dubai Fashion District (Energy) Si aggiunge una nuova città alla serie dedicata ai quartieri della moda. Queste compilation vengono distribuite in tutto il mondo e riscuotono sempre più successo grazie alle qualità musicali delle tracking-lists raffinate ed eclettiche. Dubai è la nuova capitale per eccellenza della moda e rappresenta una porta aperta sul mondo arabo tutto da scoprire, sui caldi colori e sul mix di suoni, tendenze e luoghi che mescolano il gusto occidentale alla tradizione orientale. AA. VV. - Josè Padilla - Bella musica 3 (Energy) Prosegue il percorso musicale alla scoperta di quei brani che resistono alle mode e ai tempi, selezionati dal padre spirituale del genere chill-out. Direttamente dalla sua raccolta infinita Josè Padilla confeziona il terzo volume, fornendo una nuova selezione di brani che cavalcano le stagioni evocando emozioni positive in una fusione di diversi stili musicali che spaziano dal classico al contemporaneo. 54 febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 55 METROPOLI Metropoli www.prideonline.it ITALIA ERMES Ermes è l’unica agenzia matrimoniale per “altrosessuali” in Italia, quindi non solo per gay e lesbiche ma anche per tutte quelle persone che non possono essere individuate nell’eterosessualità e al tempo stesso non vogliono rinunciare all’idea di un rapporto affettivo stabile (bisex, trans, asessuati, ermafroditi, intersessuali, queer). L’agenzia Ermes fornisce un’assistenza altamente qualificata per la ricerca dell’anima gemella, basata sull’affinità oggettiva unita alla conoscenza diretta degli iscritti da parte dello staff, nel rispetto assoluto della privacy. Attraverso una fitta rete di collaboratori e i vari uffici italiani ed esteri, offriamo colloqui informativi personalizzati gratuiti, riservati e solo su appuntamento in tutta Italia, anche nei giorni festivi. Vi forniremo supporto logistico e organizzativo per incontrare il partner o, se siete una coppia, organizzeremo il vostro matrimonio legale all’estero. Da noi troverete totale disponibilità all’ascolto, al sostegno e al consiglio in qualunque problematica. Partendo da Perugia l’agenzia Ermes è in continua espansione: tenetevi aggiornati visitando il sito web. Per realizzare i vostri sogni affettivi, fidatevi di chi cerca per voi come voi stessi fareste! www.agenziaermes.com GAY PARSHIP Anno nuovo, amore vero! Dai desideri alla realizzazione il passo intermedio necessario è l’azione: perché Cupido possa scoccare le sue frecce bisogna creare delle occasioni giuste. E iscriversi a gay-Parship.it è il primo passo nella giusta direzione! Con oltre 1 milione di iscritti, è la prima e più importante agenzia europea on line rivolta a single omosessuali in cerca di una storia d’amore importante e duratura. Il servizio si basa sul metodo Parship per determinare l’affinità di coppia tra le persone. La registrazione è semplice, gratuita e include il test di personalità: i risultati sono immediatamente disponibili, insieme a suggerimenti mirati per le proprie relazioni. E ora gli utenti hanno a disposizione anche una specifica applicazione iPhone gratuita da scaricare dall’App Store. In questo modo collegarsi ai propri contatti, inviare messaggi, ricevere le notifiche potrà avvenire davvero in tempo reale. Per conoscere in tempi ancora più rapidi la persona giusta, quella “per una vita insieme”. it.gay-PARSHIP.com GAY LOVE SPIRIT Gay Love Spirit è una rete internazionale di istruttori e terapeuti, e il centro su cui si basa il lavoro è la connessione fra sessualità e spiritualità nell’uomo. Il proposito è dunque una 56 consapevole esplorazione di questa connessione insieme ad altri uomini. Questo seminario per esordienti si terrà a Milano durante un intero fine settimana. Ci sarà un’ampia varietà di esercizi col corpo, meditazione e molti incontri sensuali, nonché tecniche di respirazione e massaggio. Sii curioso e stimolato dall’idea di incontrare persone differenti e fai conoscenza con loro attraverso i vari esercizi. L’istruttore Thomas e i suoi assistenti ti accompagneranno e ti aiuteranno a fare delle nuove esperienze dei sensi in un ambiente davvero protetto. Info: 3312196969 www.gaylovespirit.it LEATHER FEST Il gruppo Leather Friends Italia organizza sabato 12 presso il Flexo Club di Padova “Leather Fetish Party”, dress code: leather, fetish, worker. rubber, jeans, no fashion. Dj Set Rikk Hard. Per tutti gli amanti del genere è possibile aderire al nuovo gruppo iscrivendosi direttamente sul posto. Il prossimo 9 aprile grande evento internazionale sempre presso il Flexo Padova: “MisterLeatherMan” Italy. www.lfitalia.it PIEMONTE TORINO 011 SAUNA CLUB Con la stagione invernale la Sauna 011 ha aggiunto un nuovo appuntamento a tema al suo programma ricreativo. Concepita secondo lo schema gia testato con grande successo dei naked party del sabato notte, la serata del mercoledì si propone a un pubblico di soci più vasto. Mix di naked, underwear e jockstrap l’evento ha inizio alle 20 al cruising bar della 011 e alle 22:30 la 011 sospenderà i servizi “acqua” per aprire le porte a “Evening free”, per continuare tutti insieme la nottata. Info: 011 284263 www.011saunaclub.it GARAGE CLUB Ampliato su due livelli con lounge bar, ristorazione, area fumatori, sala video, sauna finlandese con cromoterapia, vasca idromassaggio Jacuzzi, ambienti relax, bagno turco e climatizzazione. Per tutti rientro giornaliero e ingresso per la serata successiva gratuiti. Riduzioni per gli under 25, militari, forze dell’ordine, soci circolo Maurice, associazione GayLib e per gli orsi del sito www.superbear.eu. Sabato è “Bears day”, ingresso ridotto con consumazione per tutti i bear. Tutti i mercoledì alle 21:30 “Live sexy show” e a seguire naked party. Lunedì e venerdì dalle 22 il molto frequentato “Naked party”. Sabato sera alle 21.30 “Saturday double live: ordinary look (lounge bar, privé, cabaret show con ingresso libero e prima consumazione obbligatoria) e towel look (lounge bar, privé, cabaret show, sauna finlandese, bagno turco e idromassaggio). Sorteggio ingressi omaggio per Les Folies Scandal. Tutti i giorni, dalle 19 aperitivo offerto ai soci. Aperto tutti i giorni dalle 14 alle 2 (orario prolungato nelle serate naked). Info: 346 3006612 www.garageclub.it LOMBARDIA MILANO DEPOT Volete divertirvi ma rimanere anonimi? Curiosi di conoscere anche l’universo fetish femminile o bisex? Semplicemente stare nudi senza pregiudizi? Provare qualche esperienza un po’ “forte”? Indossare le vostre divise in pelle, lattice o military? Depot vi permette tutto questo e anche di più e questo lo caratterizza da quasi 10 anni. Una serie di appuntamenti a tema sempre in evoluzione e l’intenzione di stupirvi ancora in futuro lo rende unico e inimitabile, grazie soprattutto ai clienti. Il calendario completo lo trovate su Pride oppure sul sito. www.depotmilano.com GRANI E BRACI Grani&Braci, il ristorante, pizzeria e steak house di via Farini (M2 Garibaldi), e tutti i ristoranti del Gruppo Ethos (Acqua e farina ad Agrate, Sanmauro a Casatenovo e Risoamaro a Mariano Comense) vi suggeriscono di venire a degustare le pizze con impasto di kamut, antenato del grano duro. Una pizza molto più leggera e digeribile rispetto a quella con impasto classico grazie all’assenza di lieviti aggiunti. Naturalmente rimangono in menù le pizze con impasto classico e quelle con impasto integrale. E per gli amanti dell’alimentazione sana e naturale, tutti i ristoranti hanno pasta bio, verdure bio, carni bio, birre bio, vini bio, caffè biologico, in un’ottica di ricerca di sapori veri e di salute per una corretta alimentazione. Info: 02 36637422 www.graniebraci.it ILLUMINED Tre piani di superdivertimento vi aspettano all’Illumined. Al piano superiore ogni sera dalle 22 e la domenica dalle 20, apre la “sala Fire”, la naked area del locale dove a date prefissate si tengono gli appuntamenti speciali. Il bar è aperto 24 ore su 24 e nel piano seminterrato la zona relax è sempre pronta, pulita e attrezzata con numerose e accoglienti cabine. Gli appuntamenti speciali nella “sala Fire” del mese di febbraio sono: “Fire Off” (Fire Zone spegne le luci) ogni lunedì; “Fist” venerdì 4; “Dildos” venerdì 11; “Masked” venerdì 18; “Total Naked“ venerdì 25; Domenica 20 “Fist” dalle ore 15. “Naked Party” tutti i sabati. L’ingresso è riservato esclusivamente ai soci Arcigay muniti di tessera e di un documento di identità. Cruising Illumined è in via Napo Torriani 12 (vicino alla Stazione Centrale). Info: 02 66985060 LA CESIRA – DQ Giovedì 10 ci penserà la Cesira con il suo staff a mettere sotto torchio il bellissimo Giorgio Ronchino, il personaggio più “chiacchierato” della scorsa edizione del Grande Fratello. La serata sarà realizzata con la speciale e graditissima collaborazione di Ego Milano. Giovedì 24 vogliamo finalmente vedere il suggestivo palco dell’Ariston calcato dalla Cesira, che in “Perché San Remo è San Remo” si presenterà a noi nel ruolo di presentatrice ufficiale del festival e non mancheranno le sorprese! E al termine delle esibizioni Moira dj ci farà scatenare con la sua febbraio 2011 · PRIDE cruising bar 24 ore su 24 7 giorni su 7 VIA NAPO TORRIANI 12 (STAZIONE CENTRALE) MIILANO - TEL.0266985060 avviso riservato ai soci in g re s s o e s c lu s iva m e nte c o n u n o - c a r d e d o c u m e nto di i d e nti t à PROGRAMMA SALA FIRE FEBBRAIO FIST PARTY VEN 04/02 DALLE 22.00 DOM 20/02 DALLE 15.00 DILDOS PARTY VEN 11/02 DALLE 22.00 MASKED PARTY VEN 18/02 DALLE 22.00 TOTAL NAKED PARTY VEN 25/02 DALLE 22.00 FIRE OFF FIRE ZONE SPEGNE LE LUCI TUTTI I LUNEDÌ DALLE 22.00 NAKED PARTY TUTTI I SABATI DALLE 22.00 VIA NAPO TORRIANI 12 (STAZIONE CENTRALE) MIILANO - TEL.0266985060 PRIDE · febbraio 2011 57 GIORNO & NOTTE Art Club Metropoli www.prideonline.it 58 Finalmente, per tutti gli amanti della musica dance e soprattutto delle nuove tendenze, ha riaperto l’Art Club Musical Theatre, il famoso locale a Desenzano del Garda. A un anno dalla festa di chiusura “ArrivederciArt” (vedi Pride novembre 2009), il 1° dicembre 2010 è stato inaugurato il nuovo spazio, creato ex novo e ideato in chiave moderna dalla speciale e vulcanica Madame Sisì. Troverete un angolo dove si può degustare esclusivamente dell’ottimo vino e una zona tutta per ballare, comprensiva di una pista dove si possono esibire i migliori artisti, non solo dj. Il locale è sistemato su due livelli e i colori prevalenti sono, ovviamente, il rosa e il bianco. Madame SìSì vi aspetta tutti i mercoledì, venerdì e sabato. Non conoscete la Madame? Aggiungetevi al fan club diventando suoi amici su Facebook! www.artclubdisco.it febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 59 METROPOLI inconfondibile selezione musicale. Buffet, prima consumazione, spettacolo e disco a 12 euro. Cene su prenotazione a partire da 35 euro. Lo Stacco apre alle 20:30 e lo spettacolo inizia alle 22:15. Info e prenotazioni Max 333 2600608 www.lacesira.it Metropoli METRÒ CENTRALE SAUNA www.prideonline.it Gli appuntamenti domenicali alla sauna Metrò Centrale sono indimenticabili: un affollamento di corpi che si scaldano in questo freddo inverno! Domenica 6 e domenica 20, inoltre, vi aspetta un ricco buffet nel fornitissimo bar ma tutti i giorni della settimana puoi creare il tuo spazio di divertimento a seconda dei tuoi gusti. Spazia dalla zona acqua, con la vasca idromassaggio e gli scuri antri della sauna a vapore, alle zone fitness e cruising con le cabine relax. Sempre a disposizione un servizio massaggi, anche su prenotazione. Per maggiori dettagli visita il nostro sito. Info: 02 66719089 www.metroclub.it ONEWAY Sabato 5 torna dj Giorgino col suo ricco programma per una serata bear davvero speciale. Sabato 12 dj Max Morelli vi scuoterà con la sua musica house-commerciale fino all’alba. Grande appuntamento sabato 19 con il “Kylie Minogue Tribute Party” e nel corso della serata avrete la possibilità di vincere due biglietti per il concerto dell’ 8 marzo al Mediolanum Forum di Assago; in consolle dj Giorgino. Sabato 26 ritorna con noi dj Max Morelli. Ingresso 15 euro e in lista 12 euro. Info e liste: 02 2421341, 348 7424824, Angelo 345 7091435 www.onewaymilano.com STUDIO KNOW HOW Proprio accanto alla stazione Centrale lo Studio Know How è il più grande sex shop gay only in Italia che soddisfa ogni esigenza grazie al suo assortimento di dvd per ogni gusto, accessori fetish, leather, bdsm dei migliori produttori mondiali, gadget per un regalo divertente o per sentirsi più orgogliosi. In fase finale di costruzione il nuovo sito di e-commerce che vi permetterà di scegliere e acquistare da casa in tutta comodità e con la cortesia, la discrezione e il supporto di sempre. Info: 02 67391224 www.skhonlinemi.com BRESCIA LIVING ROOM Il Living Room è un locale giovane e colorato, dove la varietà dei cocktail, dei drink e della birra offre una selezione pronta a soddisfare la richiesta del cliente più esigente, in un’atmosfera familiare frizzante e qualche volta un po’ pazza. L’ampia fascia oraria d’apertura, dalla prima colazione all’aperitivo serale, lo rende un luogo perfetto per tutti. Nelle serate “LVR” lo spazio si trasforma con eventi a tema ogni fine settimana e sempre nuovi ogni mese. LE CHIC LOUNGE MUSIC BAR Le Chic questo mese si declina in versione “Television”, dal bianco e nero alle serie Tv, oltre a due special openings di lunedì da non 60 perdere! Venerdì 4 “Black & White” sfoggia i tuoi abiti optical. Venerdì 11 “Imagine you and me in a sweet night”. Venerdì 18 “The L Word first season party”, una serata tutta da scoprire dove il protagonista sarai tu, porta la tua macchina fotografica. Domenica 20 “Aperidisco” dalle 18:30. Special opening lunedi 14 per San Valentino, un clima romantico tra fragole e champagne (gradita la prenotazione). Lunedì 21 “Speed Date only4men”, pochi minuti per conoscersi ma molto divertimento assicurato (iscrizione necessaria al 349 7184020). Venerdì 4 marzo carnevale a Le Chic e inoltre tutti i giovedì aperitivo e karaoke e la domenica “Aperitivo Chic”! Dal lunedì al mercoledì puoi organizzare da noi la tua festa privata! Info, liste e tavoli: 349 5401850 NEW TRAP GENERATION Sabato 5 Grace Jones, grande regina della disco-dance anni ‘80, sarà la protagonista incontrastata dell’Icon party! Sabato 12 “All the lovers party”, dedicato a innamorati, amorini e amorazzi, e chi più ne ha più ne deve mettere (la generosità innanzitutto)! Venerdi 18 “Rage”, serata super-specializzata e non per tutti, con dress code d’ingresso molto intransigente! Sabato 19 la serata bear del gruppo Extralarge a tema “Motorway” per gli appassionati di autostrade, moto e motociclisti! In attesa della megafesta di compleanno del Trap, “Soft & hot” party. Ringraziamo tutti i nostri soci che finora hanno creduto nella proposta del New Trap di Franco, Max, Colette, Matteo, Luca, Mattia, Marco, Cristian, Gigi, Mizzy, Vincenzo, Sergio, Alfredo, Enrico, Lorenzo, Gino, Nico, Giovanni, Mauro. In main room musica commerciale by Mr Mads dj & Luca Carrara. Al Primopiano musica house con Renato dj & guest djs. Ingresso riservato ai soli soci Arci e Arcigay. Info: 340 6857585 www.trapmad.it RAGE Venerdì 18 secondo appuntamento “strictly dress code” per gli amanti del genere leather, militare, uniform, rubber, s/m o naked presso il Trap. Una rigida selezione all’ingresso garantirà l’accesso alle serate solo a chi avrà un abbigliamento a tema. L’ampio guardaroba all’entrata permetterà ai clienti del locale di cambiarsi (o spogliarsi) comodamente. Le serate sono aperte anche ai club leather che vogliono promuovere le loro iniziative. Ingresso riservato ai possessori di tessere Arci-Arcigay. Riduzione all’ingresso a chi presenterà tessera di associazioni o leather club italiani e/o stranieri. www.rageclub.it TRENTINO ALTO ADIGE BOLZANO PAPARAZZI Geena Queenie, esuberante padrona di casa del Paparazzi, ha il piacere di comunicarvi che la discoteca diventa anche pub da mercoledì a domenica dalle 18 alle 2 (escluse le serate disco). Inoltre vi invita alla nuova serata con buffet “Dimanche imperial” domenica 6 dalle 20 alle 3, un evento da non perdere! E per il terzo anno consecutivo ci sono anche le serate “The First Disco” con l’immancabile animazione, il primo e terzo sabato del mese. Info Andrea 333 6071630 www.thefirstdisco.it SAUNA EXIT Veniteci a trovare e godetevi il nuovo look, provate il nuovo massaggiatore e per le giornate “only men in sauna” consultate il sito o iscrivetevi a www.gayromeo.com/sauna-exit-bolzano. Seguite la penombra tra candele e incensi e troverete la via del piacere tra due saune finlandesi, un bagno turco, due vasche idromassaggio da 4 e da 6 posti, sala relax, camerini relax e uno snack bar dove si possono gustare anche pasti caldi. Scoprite nuovi amici in un ambiente e in un’atmosfera unici per comfort, divertimento e relax. Info: 347 4700645 www.sauna-exit.it VENETO VENEZIA METRÒ VENEZIA SAUNA Sono tanti i turisti stranieri che vengono in vacanza a Venezia e passano a farci visita alla sauna di Mestre, perché siamo vicinissimi alla stazione e all’aeroporto Marco Polo. Gente nuova per conoscere chi vuoi tu e divertirti in un locale pulito, alla moda, con personale professionale e massaggiatori anche su appuntamento. Metrò Venezia è intrigante, discreta e puoi trovare dalla zona acqua alla zona fetish del “Black level” dove sbizzarrire le tue fantasie. Aperto tutti i giorni dalle 14 alle 2 Info 041 5384299 www.metroclub.it PADOVA THE BLOCK Sabato 5 “Shocking Party” con dj Francesco Belais e in sala Randy “Priscilla Splendor show” per festeggiare i compleanni di Mat, Fefé e Daitarn. Sabato 12 “Kamasutra” con dj Andy J e performance de “I coniugi Gismonti”. Grande appuntamento con “Takeshy Kurosawa fashion party” sabato 19 con dj Vins Langella, in regalo le nuove t-shirt Randy e in sala Randy “Le Barbie atomiche”. Per il compleanno di Fabio sabato 26 “I love Barcelona” con dj Enrico Arghentini, live performance di Miss Pomponia e show di Lady Violet, AD Marco B, Mitho Voice. Ogni sabato notte nelle due sale a rotazione i dj Andy J, Ronkini, Jack, Killer. Apertura dalle 23 alle 4. Info 339 060434 www.block.it FLEXO CLUB Il Flexo è aperto dal mercoledì alla domenica per tante serate all’insegna del divertimento! Si parte il mercoledì con “Il Salotto di Linda”; giovedì e venerdì cruising bar per tutti gli appetiti; sabato serata disco; domenica torna Miss Linda a presentare gli spettacoli di drag queen e il karaoke sino a tarda ora. Sabato 5 Beardoc, la serata evento per l’universo orsi ed estimatori, con ospite “MrGagaBear” in tour in febbraio 2011 · PRIDE PRIDE · febbraio 2011 61 METROPOLI esclusiva e dj set by Massimo Santi. Sabato 12 “Leather Night”, serata organizzata dal gruppo Leather Friends Italia con dress code leather, fetish, worker, jeans, rubber, no fashion. Sabato 19 “Dirty” con strip boy e live sex show. Sabato 26, dopo il successo del capodanno, “Bent 4” e il Flexo si trasforma ancora per una serata indimenticabile. Info 049 8074707, 339 7379579 www.prideonline.it www.flexoclub.it Metropoli HOT DOG NAKED CLUB Per tutti gli amanti dei Naked Party lo Hot Dog è il posto giusto 7 giorni su 7 tutto l’anno! All’interno diverse zone completamente attrezzate: dark zone, camerini, stanza degli specchi, mega lettone, sling, glory holes “open & close”, sale Tv XXX, bar. Lunedì entri in due e paga uno; martedì nudi in maschera fornita dal club; mercoledì nudi o slip; giovedì torna a grande richiesta “Orgia Party”; venerdì solo nudi; sabato nudi o slip; domenica sempre più ricca: apertura alle 14 nudi in maschera sino alle 20 e dopo solo nudi e alle 17 buffet offerto al bar. Domenica 6 e 20 ”Hot Boy Show”, dove potrete “toccare” il cielo con un... Riduzioni sugli ingressi nei passaggi tra i club Hot Dog, sauna Metrò Padova, Flexo Club, sauna Metrò Venezia a Mestre. www.hot-dog-club.com OFFICINA Per tutto il mese di febbraio Officina vi aspetta dal giovedì alla domenica con eccitanti appuntamenti. Ogni giovedì e sabato solo nudi, venerdì continua l’appuntamento orgia con ingresso naked-underwear. Speciale orgia con Giovanni animatore hard venerdì 18 e con Luca MI venerdì 25. Ogni domenica pomeriggio un diverso appuntamento, visita il calendario per tutti gli eventi del mese! Domenica 13 pomeriggio in collaborazione con Porsei Veneti e domenica 27 “Jeans party”. Sabato 26 secondo appuntamento con “Il mercato degli schiavi”. Per essere informato su ogni iniziativa iscriviti al club virtuale www.gayromeo.com/officina, potrai conoscere tutti i membri! Info: 349 0941909 www.clubofficina.com VERONA ROMEO’S Tutti i venerdì Romeo’s propone commercial disco con a rotazione Mr Mads dj e Graziano dj e la voce di Bino Voice. Venerdì 11 Donna Rachele aprirà le porte di “Tacchi allo sbaraglio”, la serata più top del venerdì sera, in compagnia di Lady Deliria, Fenicia Pomposa e Miss Violetta, voice Ivanca Pervinca. Sabato 12 torna BeaRomeo’s con “Surprise Party”, festa tutta da scoprire e in consolle Giorgino dj e Lola Voice. Per i più golosi non mancherà l’ormai attesissimo angolo BearPasta! Sabato 19 “Disco Hard”, una nuova serata avvolta dal mistero per ballare ma soprattutto divertirsi alla grande! Hard Sesssion Romeo’s parte sabato 5 con “Mask Party”; sabato 26 “Fist Party”; domenica 6 e 20 “Naked” dalle 16 alle 22; tutti i martedì “Underwear Party” dalle 21 alle 2 e tutti i giovedì “Naked Party” dalle 21 alle 2. Tutti i mercoledì sera continua la serata BearBar, per farsi quattro chiacchiere e risate, divertimento e anche un po’ di buona musica suonata dal nostro Mr Mads dj. La programmazione 62 completa e ancora di più sul nostro nuovo sito. Info: 340 9660487 www.romeosclub.it SKYLIGHT Tutti i sabati lo Skylight di San Bonifacio (Verona) ti offre serate indimenticabili. La sala centrale “Heart Tattoo Room” con i dj Andrea de Luca e Daniel propone la musica commerciale ed è il nucleo della serata. Qui assisterete agli show di Le Killer, Miss Nanà, Kelly Minogue e Demetra Devil, e all’animazione dei bellissimi ragazzi Skylight nei tubi trasparenti che alle 3 si trasformano in docce. Sabato 26 “Karma Burlesque”, lo show dei Karma B. La sala “Giulio Cesare”, impero della musica techno-house, ospita i dj più in voga nei club italiani e londinesi affiancati dai dj Kuya e Emme. Sabati 5 Nacha World, sabato 12 Tasty Tim, sabato 19 Giusy Consoli. Il “Kitchen Privé”, casa dei dj Carlotta e Max, è dedicato alla musica revival di grande successo. La pizzeria è sempre a disposizione fino alla chiusura della serata. Apertura locale alle ore 00:30. Info: 3382390848 www.skylightdisco.com TOSCANA FIRENZE FABRIK Ogni venerdì “Show yourself!”, (w)underwear & fetish night. Un nuovo appuntamento per far vedere chi sei: in mutande, sui tacchi, con il kilt, vestito da calciatore, con le catene, con le piume, in pelle, in gomma, come vuoi... Ammissione libera, no dresscode. Giovedì “Blackout Party”, illuminazione a intensità ridotta, contatti ad alto voltaggio. Sabato 5 “Stars on 45”, musica anni ‘70-’80-’90 solo da 45 giri! Domenica 13 e 27 “HardSexParty h. 16-21”, dress code obbligatorio: leather, rubber, sospensorio o total naked (ammissione riservata in lista sul nostro sito) dalle 16 alle 21. La serata prosegue regolarmente fino alle 3. Sabato 19 “Bears Troops”, l’evento della comunità ursina toscana. Weblist esclusivamente sul nostro sito. Info: 349 8906645 www.fabrikfirenze.it EMILIA ROMAGNA BOLOGNA CRUISING 69 Ha aperto a Bologna un nuovo cruising in via De’ Carracci 69, a due passi dalla stazione ferroviaria, facilmente raggiungibile anche a piedi! 180 metri quadrati di spazio hard per i tuoi freddi pomeriggi. Cabine, labirinto, sling, darkroom, video ma, vera grande novità per Bologna, un cruising aperto sin dal primo pomeriggio! Info: Massimo 349 4702213 www.gayromeo.com/cruising69 MOVIDA CLUB Continuano le serate hard che ormai da due anni riscuotono un notevole successo. Il locale è a due passi da piazza Maggiore e a dieci minuti dalla stazione, ed è aperto tutti i giorni dalle 21:30 a tarda notte e il sabato fino alle 5 del mattino. Su 250 metri quadri di spazio troverai a tua disposizione cabine, glory holes, darkroom, sling, una sala fumatori, 2 sale video, un fornitissimo bar e musica di qualità. Per gli eventi tieniti sempre aggiornato sul sito Info: 051 232507 www.cruisingmovida.com LAZIO ROMA K CLUB Da gennaio K è tornato ad accogliere i propri uomini 7 giorni su 7! È possibile accedere tutti i giorni della settimana al locale che 15 anni fa ha dato vita a una nuova tipologia di intrattenimento gay e bisex nella capitale. www.ksexclub.it SOUVENIR Il primo gay shop della capitale ha aperto i battenti nella gay street romana, via di San Giovanni in Laterano (a pochi passi dal Colosseo) per essere punto di riferimento della comunità romana e non solo. Al suo interno, arredato con gusto e stile moderni, trovano spazio libri, un’ampia scelta di volumi fotografici, dvd, cd, abbigliamento intimo con marchi in esclusiva per Roma, sex toys, gadget e accessori rainbow per tutti i gusti. Souvenir sarà inoltre anche l’info corner dell’Europride 2011 dove sarà possibile avere anche informazioni su test hiv, malattie sessualmente trasmissibili, consultori psicologici, assistenza legale e informazioni sulle attività delle associazioni glbt romane. www.souvenirsouvenir.eu CAMPANIA NAPOLI DEPOT Vi ricordiamo tutti i sabati la serata “Black out” completamente al buio e da questo mese il venerdì potrete entrare al club senza obbligo di dress code particolare. Domenica 6 e 20 appuntamento underwear dalle 20 alle 3. Domenica 13 e 27 doppio appuntamento: dalle 15 alle 22 “Masked naked “e dalle 22 alle 3 open cruising night senza obblighi di dress code. Da noi gli under 25 hanno tanti vantaggi in più: per loro martedì, mercoledì e domenica l’ingresso costa solo 7 euro con consumazione e guardaroba compresi. Un motivo in più per non mancare agli appuntamenti del mese! www.depotnapoli.com SAUNA APOCALIXE È in via Giuseppe Ricciardi 21 la nuova sauna per soli uomini Apocalixe. Su due piani, con sauna finlandese, bagno turco, grotta idro, sale video tv e xxx, sala fumatori, dark room, sex room. Info: 081 5543298 Enzo 333 9467202 www.apocalixe.com febbraio 2011 · PRIDE STUDIO KNOW HOW ENTERTAINMENT DVD n. 12902 DVD n. 12926 DVD n. 12930 DVD n. 12944 DVD n. 12970 DVD n. 12985 DVD n. 12987 DVD n. 13036 DVD n. 13040 DVD n. 13041 DVD n. 13068 DVD n. 13073 DVD n. 13094 DVD n. 13099 DVD n. 13100 DVD n. 13105 DVD n. 13106 DVD n. 13123 DVD n. 13124 DVD n. 13125 Per informazioni e ordini tel. 02 67391224 MILANO Via Antonio da Recanate 7 (MM Centrale) 20124 tel. 02-67391224 fax 02-67847756 Aperto dal lunedì al sabato (orario continuato) h. 9,30 - 19,30 ROMA Via S.Gallicano 13 (Trastevere) tel. 06-58335692 fax 06-58390427 Chiuso il lunedì, aperto dal martedì al sabato h. 10,00 - 20,00 www.skhonlinemi.com [email protected] PRIDE · febbraio 2011 63 DOVE & COSA Dove & Cosa www.prideonline.it ANCONA Locali e discoteche Pensiero Stupendo Via Montignano 3, Castel Colonna (AN) ven.–sab. e prefestivi 23:00–04:00 tel. 347 0779266, 347 4758758 www.pensierostupendo.net Saune Velluto S.S. Adriatica Sud 184, Marzocca (AN) dom. lun e gio. 15:00–24:00, ven. 15:00–01:00, sab. 15:00–02:00 chiuso martedì e mercoledì www.saunavelluto.it Ristoranti Trattoria Anita via al Luio 60, Alzano Lombardo (BG) chiuso lunedì e martedì a pranzo tel. 035 521830 Saune ASTI The City Sauna via della Clementina 8 tel. 035 240418 www.thecitysauna.com Locali e discoteche Shop Boschetto Bar viale Partigiani 34 tel. 0141 352471, 347 5811687 Center Fantasy sex shop via Manzù 3/d, Curno (BG) tel. 035 614111 www.centerfantasy.it BARI Associazioni Between Project tel. 346 1674512 www.betweenproject.com Kabum Pride Village Associazione Promozione Pari Opportunità tel. 348 6104584 www.lefateignoranti.fan-club.it Locali e discoteche El Merendero Disco SS 100 uscita Adelfia, Rutigliano (BA) www.elmerenderodisco.it Makumba Gay Pride c/o Heineken Disco Pub via G. Pastore km 1.100, Gioia del Colle (BA) one night gay ogni primo e terzo sabato tel. 347 3670135 www.gaybari.it North Wind Disco Pub via Giannone 18 (zona campus) 21:00–4:00, chiuso lunedì tel. 080 5580028 www.nordwinddiscopub.eu.com NovantaGradi Events, iniziative del gruppo e sulla movida gay pugliese tel. 340 3523807, 347 5053583 www.novantagradievents.com Saune Millennium Bath via Adriatico 13 mar.–ven. 15:30–23:00, sab.–dom. 15:30–24:00, chiuso lunedì tel 080 5342530 www.millenniumbath.com BERGAMO Locali e discoteche Divina Fashion Bar borgo Santa Caterina 1 19.00–2.00, chiuso domenica e lunedì www.bardivina.it Get Up Club via Bianzana 46 tel 349 5525092 64 www.discogetup.com Mamo’s Bar via Baschenis 13/a dalle 17:00, chiuso lunedì tel. 035 270014 www.mamos.it Altro Comotti Gomme via Giovanni XXIII 1, Azzano S. Paolo (BG) sconti per i lettori di Pride tel. 035 532110 [email protected] BOLOGNA Associazioni AGEDO Bologna c/o Arcigay Il Cassero tel. 338 1869101 www.agedo.org Arcigay nazionale via Don Minzoni 18 tel. 051 6493055 www.arcigay.it Comitato provinciale Arcigay Il Cassero via Don Minzoni 18 tel. 051 6494416 www.cassero.it Gruppi sportivi Bogasport asd Volley, basket, calcetto e tennis Vieni a giocare con noi! tel. 338 1083693 [email protected] www.bogasport.it Bart via Polese 47/a tel. 051 243998 www.bartclub.net Cruising Club 69 via De’ Carracci 69 tutti i giorni dalle 14:00 tel. 349 4702213 www.gayromeo.com/officina69 Easy Staff stagione invernale c/o La Scuderia piazza Verdi 9 one night venerdì 22:00–04:00 www.gaybologna.com Blitz Disco Dinner one night sabato con cena, drag show e disco via Circonvallazione Nord 147, Bazzano (BO) dalle 21:00 tel. 338 1459580 Ganesh via Polese 47/c 19:00–03:00 tel. 051 5877771 Movida Club via S. Felice 6/b lun.–dom. 22:00–04:00 tel. 051/232507 www.cruisingmovida.com Red Club via del Tipografo 2 dalle 23:00 venerdì e sabato tel. 051 6011241 www.discoredclub.com Ristoranti Trattoria Papa Re piazza Unità 6 chiuso domenica tel. 051 356120 Saune Black Sauna via del Tipografo 2 14:00–02:00, ven.–sab. 14:00–03:00 chiuso martedì tel. 051 6011241 www.blacksauna.com Cosmos Sauna via Boldrini 22 Steam via Ferrarese 22/i dalle 14:00 tel. 051 363953 www.steamsauna.it Shop Igor Libreria via S. Petronio Vecchio 3 tel. 051 229466 www.facebook.com/igor.libreria La Boutique dell’Eros via Polese 32 tel. 051 4070551 www.laboutiquedelleros.it Robintur – Felsina Viaggi via Guerrazzi 19/e tel. 051 235181 www.robintur.it BOLZANO Hotel Gruppo Pesce c/o piscina Vandelli via di Corticella 180/4 allenamenti mar. e ven. 19:30–20:20 (primo turno) 20:20–21:10 (secondo turno) tel. 329 4547793 Hotel I Portici Hotel, 4 stelle via Indipendenza 69 tel. 051 42185 www.iporticihotel.com Locali e discoteche Alpin Garden Wellness Resort, 5 stelle via J. Skasa 68, Ortisei (BZ) tel. 0471 796021, fax 0471 796601 www.alpingarden.com Locali e discoteche Bossanova Pub via Cappuccini 8/a tel. 347 4575846 Paparazzi disco & pub via Galvani 39 mer.–dom. 18:00–02:00 tel. 333 6071630 www.thefirstdisco.it Saune Exit sauna wellness via Visitazione 2/Mariaheimweg 2 mar. gio. ven. 18:00–24:00, sab. dom. 14:00–24:00, chiuso lunedì www.sauna-exit.it BRESCIA Locali e discoteche Art Club Musical Theatre via Mella 4, Desenzano del Garda (BS) tel. 030 9127285 www.artclubdisco.com Antico Borgo (dalla Giò) via Borgo Trento 38 Circolo Le Visionnaire concerti live, proiezioni, esposizioni contrada Carmine 10/c 18:00–01:00 da lunedì a sabato www.levisionnaire.info Big Mama’s via Mapella 7, Lonato (BS) tel. 347 2563585, 347 1509452 www.bigmamas.it DayBar viale Europa 45/m, Montichiari (BS) www.daybar.it Factory Disco c/o Parking Centro Commerciale Italmark via Padana superiore 171, Ospitaletto (BS) tel. 338 7460610, 328 4828471 www.factorydisco.it Le Chic, lounge music bar via del Palazzo 1, Montirone (BS) gio. e dom. 19:00–02:00, ven.–sab. 22:30–05:00 tel. 349 5401850 Living Room Bar via E. Ferri 31 tel. 030 2310939 lun. 07:30–15:00, mar.–ven. 07:30– 01:00, sab. 17:00–02:00, dom. chiuso Out Limits via U. Foscolo 2, Paderno Franciacorta (BS) 22:30–05:00 venerdì e sabato tel. 335 8775189 www.outlimits.it Re Desiderio Pub vicolo Lungo 11 www.redesiderio.com Sisì pub piazza Duomo 13/a, Desenzano del Garda (BS) tel. 030 9140085 lun.–sab. 21:00–02:00, dom. 18:00– 02:00, chiuso primo lun. e mar. del mese www.sisipub.com Trap via Castagna 55 venerdì e sabato tel. 340 6857585 www.trapmad.it Saune Splash Club via Faustinella 1, Desenzano del Garda (BS) lun.–ven. 15:00–01:00, sab. 15:00– 02:00, dom. 14:00–24:00 tel. 030 9142299 www.splashclub.it Shop Sexy Shop C’est La Vie viale Marconi 130, Desenzano del Garda (BS) aperto tutti i giorni tel. 030 9911784 Altro Lucas Kazan Production produzione film hard via del Molin 45/f, Desenzano del Garda (BS) tel. 333 2017811 www.lucaskazan.com BRINDISI Hotel B&B Lune Saracene strada Provinciale 28, OstuniFrancavilla km 13, S. Michele Salentino tel. 0831 966294 www.lunesaracene.it Pietrefitte B&B contrada Pascarosa SP14 Ostuni/ Martina Franca tel. 0831 330778, 348 0446507 www.pietrefitte.com CAGLIARI Locali e discoteche Go Fish via G.B. Venturi 12/14 giovedì e sabato tel. 070 45453169, 348 5876314 www.go-fish.it Il Fico d’India lungomare Poetto tel. 070 380936 Rainbow Café via Rossini 16 angolo via Verdi tel. 347 6078384 Altro Il Delfino club, agenzia relazionale per gay e lesbiche (su appuntamento) via Bonaria 66 tel. 331 5262754 www.agenziaildelfino.com CASERTA Ristoranti Taverna La Napoli Popolare viale degli Ulivi, Pinetamare (CE) tel. 081 5094144, 339 1221381, 331 9390916, 393 6748577 CATANIA Associazioni KALON associazione culturale glbte Tel. 393 6711629 www.kalonglbte.it Hotel B&B Crispi Rooms via Francesco Crispi 15, 1° piano tel./fax 095 532548 www.crispirooms.com Tre Vie Style Apartment via Santa Barbara tel. 347 8388791 [email protected] www.3vie.eu B&B Four rooms via Monserrato 9 tel. 095 448239, 348 3243872 www.4roomshotel.com Hotel Villa Romeo, 3 stelle via Platamone 8 tel. 095 534714 www.hotelvillaromeo.it Locali e discoteche Codice Rosso cruising bar via Conte Ruggero 48 tel. 340 9076099 www.ilcodicerosso.com Diva Club viale Kennedy 80, Lidi Playa one night venerdì dalle 23:30 tel. 349 2693745 febbraio 2011 · PRIDE DOVE & COSA via de’ Macci 8r tel. 055 2469022 www.yagbar.com www.sanmauroweb.it Saune Associazioni Florence Baths via Guelfa 93 rosso tel. 055 216050 www.florencebaths.eu Friendly Versilia Tel. 199 443686 (infoline) www.friendlyversilia.it LUCCA Hotel Altro Extro, parrucchieri via di Avane 58, Empoli (FI) tel. 0571 82007 B&B La Mimosa via Pisana 66 tel. 0583 583121 www.bblamimosa.it/lgbt.html FORLÌ - CESENA Hotel Villaggio Camping delle Rose via Nazionale Adriatica 29, Gatteo a Mare (FC) tel. 0547 86213 www.villaggiorose.com Locali e discoteche Exarea Café viale Gramsci 81 one night giovedì dalle 21:00 alle 24:00, domenica aperitivo con drag show dalle 19:00 alle 22:00 tel. 338 5652490 www.myspace.com/exarea81 GENOVA Locali e discoteche www.cristinagarofalo.it Le Capannine viale Kennedy 93, Lidi Playa, Stradella Capannine tel. 349 2693745 one night venerdì www.cristinagarofalo.it Pegaso’s Circus viale Kennedy 80, Lidi Playa one night sabato e prefestivi tel. 095 7357268, 348 3534116 www.pegasos.it Ristoranti Neva Caffè piazza San Francesco 4/5 07:00–03:00 tel. 095 315545 Saune Terme di Achille via Tezzano 13 da mar.a dom. 14:00–24:00, sab. no stop t. 095 7463543, 333/4305708 www.termediachille.com Sauna Mykonos via Platamone 20 da mar. a dom. 16:00–23:00 tel. 095 531355 www.saunamykonos.it COMO Ristoranti Risoamaro via Milano (Mariano Comense) chiuso domenica tel. 031 750997 www.risoamaro.it COSENZA Altro Libreria Domus Universitaria corso Italia 74-84 tel. 0984 36910 CREMONA Associazioni PRIDE · febbraio 2011 Comitato provinciale Arcigay La Rocca via Speciano 4 (presso ARCI) www.arcigaycremona.it La Goccia, gay credenti via De Berenzani 18/c tel. 0372 471622, 347 4116736 Locali e discoteche Notte Praga viale Po 129/d one night sabato 23:00–04:00 t. 0372 410798, 349 3763150 www.nottepraga.com Aqua Club Bar (presso la sauna) aperto ven.–sab. 21:30–02:00 Virgo Discoclub via Carzino 13 rosso tel. 347 8151451 www.virgoclub.com Saune Aqua Club salita Salvatore Viale 15/r dom.–lun., mer.–gio. 15:00–21:00 ven.–sab. 15:00–21:00 e 21:30–02:00 chiuso martedì tel. 010 5533098 FIRENZE GROSSETO Hotel Associazioni Medici Hotel, 2 stelle via de’ Medici 6 tel. 055 284818 www.hotelmedici.it Pensione Matilde via Nazionale 17 tel. 055 2690935, 392 9127871 www.pensionematilde.eu Friendly Maremma www. friendlymaremma.it Locali e discoteche LECCO Ristoranti Ristorante Sanmauro via De Gasperi 82 (Casatenovo) tel. 039 9202601 B&B Las Dunas via Alfano 20/b, Torre del Lago (LU) tel. 348 9173963 www.lasdunasbeb.com B&B Libano via Tabarro 23, Torre del Lago (LU) tel. 335 5955290 www.bedandbreakfast-libano.it Locali e discoteche Adagio viale Europa 9, Torre del Lago (LU) 12–notte tel. 392 9232446 www.adagiolounge.com Stupid!A viale Europa 1, Torre del Lago (LU) tel. 0584 350976 www.stupida.tv Frau Disco viale Europa, Torre del Lago (LU) tel. 0584 342282 www.fraumarleen.com G-Live via Casola, Marina di Massa (LU) tel. 392 9618819 www.glive.eu Mama Beach viale Europa a 100 m dal Mama Mia, Torre del Lago (LU) www.mamabeach.it Mama Mia viale Europa 5, Torre del Lago (LU) tel. 345 1068618 www.mamamiadisco.com Priscilla bar tabacchi viale Europa, Torre del Lago (LU) aperto tutto l’anno, Pride in distribuzione tel. 0584 341804 www.priscillacaffe.it Ristoranti Buddy Fast Food – Caffè –Ristorante viale Europa, 9 Torre del Lago (LU) tel. 346 9952338 www.buddyhouse.it Bigodini venerdi e sabato cena e drag show c/o Buddy Viale Europa, 9 Torre del Lago (LU) dalle 21:00 tel. 346 9952338 www.bigodiniristorante.it MANTOVA Shop Etnoambienti, mobili etnici via Lonato 4, Castiglione delle Stiviere (MN) chiuso lunedì mattina tel. 0376 638007, 339 1118042 www.etnoambienti.it MESSINA Locali e discoteche Shatulle Bar piazza Palladini 4, Taormina (ME) tel. 0942 23056 MILANO Associazioni Comitato provinciale Arcigay CIG Centro di Iniziativa Gay via Bezzecca 3 lun.–ven. 15:00–20:00 tel. 02 54122225 Telefono amico gay: 20:00–23:00 lun. mar. gio. ven. 02 541222227 www.arcigaymilano.org AGEDO nazionale Associazione Genitori Di Omosessuali via Bezzecca 4 giov 14:00–17:30 tel. 02 54122211 www.agedo.org ASA Associazione Solidarietà Aids via Arena 25 tel. 02 58107084 www.asamilano.org Gruppo del Guado, cristiani omosessuali via Soperga 36 tel. 392 6466944, 347 7345323 www.gaycristiani.it VARCO - Rete Evangelica Fede e Omosessualità Gruppo GLBT valdese c/o chiesa Valdese di Milano via della Signora 6 http://gruppovarco.altervista.org Gruppi Sportivi Crisco club, gay disco - cruising bar via San Egidio 43/r tel. 055 2480580 aperto dalle 22:00, chiuso dom. e mar. www.criscoclub.com Fabrik cruising bar via del Lavoro 19 zona ind. 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