14 Sabato, 10 novembre 2012
Vita diocesana
Educazione sessuale. Il fascicolo in distribuzione riguarda la fascia di età fra 0 e 25
anni: un’attenzione nei confronti di un tema delicato e fondamentale per l’umanità.
Consegna del progetto diocesano
L
a passione per l’uomo brucia nel
cuore della Diocesi di Como: da qui
nasce il desiderio di prendersi cura
della sessualità, dono stupendo che Dio
ha inscritto nella carne di ogni persona;
da qui nasce l’impegno educativo perché
questo dono diventi benedizione per ogni
vita che cresce.
La passione e l’impegno di molti
sono diventati un progetto, cioè uno
strumento per dare forma al cammino,
per condividerlo nel dialogo, per valutare
i passi compiuti e immaginarne di nuovi:
è il Progetto di educazione sessuale
0-25, una bella notizia che il Vescovo
Diego ci ha consegnato con la data del
1 novembre 2012, Solennità di Tutti i
Santi. Coincidenza non casuale, che ci
parla della santità in modo veramente
cristiano: non uno spiritualismo fuori
dal mondo, ma il vivere fino in fondo nel
nostro corpo la vocazione ad amare.
La storia del Progetto
Già nel 2007 in Diocesi era stato attivato
un Corso di Teoria e Metodologia
dell’Educazione Sessuale che aveva
raccolto un notevole interesse. L’anno
successivo il Vescovo, raccogliendo
questo lavoro già avviato, aveva indicato
come prioritario l’impegno per una
formazione cristiana all’affettività e alla
sessualità strutturata in modo “organico”
(vedi “Il Maestro è qui e ti chiama.
Proposte pastorali per il biennio 20082010”, p.74). Su questa priorità è stata
attivata una commissione di studio
con la collaborazione di diversi Uffici
diocesani (Famiglia, Giovani, Catechesi),
dell’Azione Cattolica, di operatori dei
consultori “La Famiglia” di Como e di
Sondrio. I diversi soggetti coinvolti hanno
messo in comune, a partire dai rispettivi
punti di osservazione, la conoscenza dei
diversi elementi in gioco nell’educazione
sessuale nel nostro contesto sociale e
nelle diverse età dello sviluppo, e hanno
condiviso la scelta di una prospettiva
teorica e metodologica, quella ideata
dal prof. Fabio Veglia, psicologo
psicoterapeuta, docente di Psicologia
e psicopatologia del comportamento
sessuale presso la Facoltà di Psicologia
dell’Università di Torino, da più di
vent’anni attivo nel campo della ricerca e
della formazione.
Proprio il prof. Veglia è stato il punto
di riferimento di una serie di iniziative
che hanno accompagnato la stesura del
Progetto, offrendo progressivamente
spunti per rielaborazioni sempre più
accurate. Lui stesso, invitato dalla
Fondazione Melazzini, ha tenuto a Como
il Corso del 2007 e lo ha guidato nelle
successive edizioni a Como e Sondrio nel
2009, per un totale di circa 120 operatori
formati. Nel 2010 si è realizzato anche
un corso avanzato (100 ore) per 20
“formatori di formatori”: figure preparate
professionalmente che svolgeranno ora
un ruolo fondamentale per l’attuazione
del Progetto.
Intanto le linee guida acquisite in queste
iniziative sono state applicate negli
Itinerari di fede per la preparazione
al matrimonio adottati dalla Diocesi
dal 2009 (sia con le schede Li mandò a
due a due, sia con interventi proposti
dai Consultori “La Famiglia”); hanno
ampliato in modo significativo i
contenuti della Scuola per operatori di
pastorale familiare; si sono incontrate
con l’interesse per una ripresa della
riflessione morale cristiana nell’ottica del
primo annuncio, che ha visto una tappa
importante nella giornata diocesana di
studio e approfondimento su “Genere,
identità sessuale, omosessualità” (relatori
il prof. Veglia e Mons. Angelo Riva).
Nell’Anno
dell’Eucaristia
Questa storia, questo cammino
diocesano, hanno dato forma a un testo
che ora, fresco di stampa, viene messo
nelle nostre mani, alle soglie dell’Anno
pastorale che la nostra Diocesi dedica
all’Eucaristia. Un altro impegno che
si aggiunge a un anno già affollato di
iniziative? E quindi destinato agli scaffali
delle nostre biblioteche parrocchiali,
in attesa di tempi più rilassati? Il Piano
pastorale ci aiuta a recuperare la
prospettiva unitaria del cammino e le
ragioni per non mettere la lampada “sotto
il moggio o sotto il letto”: «Nel cuore
del cristianesimo c’è il dono del corpo.
Qui, in modo particolare, Eucaristia
e sessualità s’incontrano. Non senza
meraviglia, scopriamo che l’Eucaristia
è concreta scuola di amore, sia quando
l’amore è ricerca della pecorella smarrita,
sia quando è chinarsi sul fratello che
soffre, sia quando è abbraccio e intimità.
Il progetto diocesano accompagna
alla scoperta del “grande mistero” (Ef
5,32) che Dio ha legato alla sessualità,
invitando credenti e non credenti ad
avanzare nella progressiva comprensione
dei linguaggi, delle esigenze, delle
sorprese e delle mete della vita sessuale»
(Diego Coletti, “Il Maestro è qui e spezza
il pane per noi. Piano pastorale – Anno
2013”, n.20). Da qui nasce l’invito del
Vescovo a studiare e realizzare il progetto,
perché «è in gioco la vita stessa delle
nuove generazioni», perché si tratta
di favorire esperienze umane ricche
e riuscite, che possano sperimentare
«la gioia dei corpi dati in dono, delle
carezze felici, dell’intimità accogliente e
delicata nella ricerca del bene dell’altro»
(«Consegna del Progetto» in Progetto di
educazione sessuale 0-25).
L’attuazione
del Progetto
Il Progetto si concretizza in iniziative di
formazione e di supporto sul campo per
i genitori e gli educatori: non “esperti
esterni”, ma gli adulti che sono già figure
di riferimento per i ragazzi devono
essere in grado di accompagnarli in
un cammino di maturazione anche
nella dimensione sessuale; il progetto
vuole affiancare questi adulti per
aiutarli nel loro importante compito
educativo. Destinatari finali del
Progetto sono i ragazzi da 0 a 25 anni
(per questo nel nome del progetto
compare l’espressione “0-25”), con
attenzioni specifiche alle diverse fasce
di età. Il Progetto intende coinvolgere
famiglie, oratori e parrocchie, scuole,
associazioni con finalità educative,
invitando a dialogare tutti coloro che
hanno a cuore il bene dei ragazzi e
che già di fatto li accompagnano nel
cercare il senso della propria sessualità:
la dimensione del Vicariato è quella in
cui più facilmente si potrà realizzare
una collaborazione sul territorio. Per
il coordinamento del Progetto è stata
costituita l’Équipe diocesana 0-25
([email protected]) che
con la collaborazione degli Uffici pastorali
diocesani e degli altri soggetti interessati
offrirà informazioni, strumenti, formatori
e supervisione del progetto.
ANTONELLO SIRACUSA
Suddiviso in sei capitoli. Ottanta pagine sintetiche e di facile consultazione.
Ecco in sintesi i contenuti della pubblicazione
I
l Progetto di educazione sessuale 0-25, pubblicato e distribuito in
questi giorni, è un libretto di 80 pagine formato A5. Il testo è affiancato da
un apparato di didascalie che permettono di individuare rapidamente le tesi proposte e il dettaglio dei contenuti.
Il testo, che si apre con la Consegna del
progetto da parte del Vescovo e la Presentazione a cura di don Italo Mazzoni, Vicario episcopale per la Pastorale,
si articola in sei capitoli: I. La sessualità umana, dove si mette a fuoco l’idea
di sessualità che sta alla base del progetto e attraverso sei dimensioni “evolutive” se ne esplora la complessità; II.
L’educazione sessuale, pensata come
parte dell’educazione integrale della
persona, capace di fare sintesi degli
aspetti emotivi e cognitivi; un’educazione attuata con un lessico familiare
dagli adulti che già ricoprono un ruolo
significativo nei confronti dei giovani,
mentre gli esperti intervengono in situazioni particolari di difficoltà e disagio; III. La sessualità dall’infanzia
alla giovinezza, dove si analizzano le
particolarità legate a quattro diverse
fasce di età (prima infanzia, seconda
infanzia e fanciullezza, adolescenza,
giovinezza); IV. Il metodo, dove si
spiega il Metodo Narrativo ideato dal
prof. Veglia e si individuano gli argomenti fondamentali dell’educazione
sessuale; V. La proposta morale, forse il capitolo più delicato, che rilegge
il contributo della riflessione morale
cristiana per una vita autenticamente umana, parlando un linguaggio attento alla varietà delle situazioni e alla
gradualità dei cammini, dando voce
a una comunità che vuole farsi carico della ricerca della “verità che rende
liberi” anche nelle situazioni in cui il
discernimento è difficile e sofferto; VI.
Attuazione del progetto, dove si illustrano le iniziative formative previste, i
modelli di intervento, i requisiti di metodo e di stile che contraddistinguono
l’adesione al Progetto.
A.S.
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