ITALIASCUOLA.IT CORSO DI FORMAZIONE PER DIRIGENTI SCOLASTICI SUL TEMA: RISCHI STRESS LAVORO-CORRELATI Relatore: Andrea Bighi 1 CHE COSA SI INTENDE PER “STRESS LAVORO-CORRELATO”? “Per STRESS LAVORATIVO si intende la reazione emotiva, comportamentale e fisiologica ad aspetti avversi e nocivi del contenuto e dell’organizzazione del lavoro. E’ uno stato caratterizzato da livelli elevati di eccitazione e ansia, spesso accompagnati da senso di inadeguatezza.” (Commissione Europea Direz. Gen. Occupazione e Affari Sociali). ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 2 CHE COSA SI INTENDE PER “STRESS LAVORO-CORRELATO”? “Lo STRESS dovuto al lavoro può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può influire negativamente sulle condizioni di salute e provocano persino infortuni.” (National Institute for Occupational Safety and Heath – 1999) ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 3 Dai modelli teorici presenti in letteratura, che descrivono il fenomeno dello stress, emerge che lo stress lavoro-correlato è un fenomeno emergente dalla discrepanza percepita dal soggetto lavoratore tra il lavoro da svolgere (la “domanda” lavorativa) e la propria capacità di svolgerla (“controllo” sulle azioni e sull’ambiente). L’esperienza lavorativa può comportare la perturbazione dell’equilibrio tra individuo e ambiente di vita nelle sue dimensioni chimico-fisico-biologiche e psico-sociali. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 4 Come può reagire l’individuo per mantenere l’equilibrio con l’ambiente di vita, di cui il lavoro è una componente? L’individuo si sforza di mantenere l’equilibrio con l’ambiente di vita attraverso: la fuga (es. assenteismo, riduzione dell’impegno) e/o l’adeguamento di se stesso (es. l’apprendimento di nuove competenze) e/o l’azione di trasformazione del contesto (es. diversi stili di comunicazione, di leadership, ecc.) ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 5 QUALI SONO I PRINCIPALI FATTORI DI STRESS CHE POSSONO FAVORIRE PATOLOGIE E ALTERAZIONI DEI COMPORTAMENTI DEI LAVORATORI? Sono molteplici, ad esempio: condizioni microclimatiche disagevoli presenza di fattori chimici e fisici con intensità disturbante isolamento o sovraffollamento non trasparenza del modello organizzativo ambiguità e conflitto di ruolo mancanza di formazione Squilibrio tra responsabilità e competenze Rapporti interpersonali insoddisfacenti Clima e struttura dell’organizzazione Modalità dei processi decisionali Qualità degli scambi tra vita lavorativa e non lavorativa. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 6 CHE COSA SI INTENDE PER COPING? Per COPING si intendono gli “sforzi cognitivi e comportamentali”, cioè la capacità di risposta che un individuo mette in atto per affrontare richieste VALUTATE COME ECCEDENTI LE PROPRIE RISORSE. Questo concetto è di grande importanza per la valutazione del “RISCHIO DA STRESS LAVOROCORRELATO” e per la identificazione di alcune importanti strategie di PREVENZIONE. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 7 Infatti, se lo stress lavorativo è una condizione che emerge nella valutazione delle persone dalla discrepanza tra: - la “domanda lavorativa” (percepita) che gli viene posta per lo svolgimento delle attività attese e - la propria (percepita) capacità di “controllo”, allora per VALUTARE lo STRESS non si può valutare solo la “domanda” e per PREVENIRE lo STRESS non è sempre necessario agire solo sulla “domanda”. Quindi, per VALUTARE il Rischio di stress lavoro correlato, occorrerà anche considerare le risorse di COPING disponibile ai lavoratori. Per PREVENIRE il Rischio di stress, occorrerà anche aumentare la disponibilità di queste risorse di COPING disponibili ai lavoratori. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 8 QUALI SONO I PRINCIPALI STILI DI COPING? Lo stile di coping focalizzato sul PROBLEMA si manifesta nelle azioni rivolte a ridurre gli effetti di un problema cambiando uno o più elementi della situazione. Ad esempio, la persona: decide di fare qualcosa per modificare la situazione percepita come stressante; cerca informazioni e accetta informazioni anche disconfermanti le proprie aspettative; adotta strategie di problem setting e problem solving ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 9 QUALI SONO I PRINCIPALI STILI DI COPING? elabora e segue un piano d’azione chiede consigli operativi ai colleghi si rivolge ad uno psicologo per cambiare il proprio modo di pensare il problema in oggetto. Lo stile di coping focalizzato sulle EMOZIONI si manifesta nei comportamenti rivolti a ridurre o controllare le conseguenze emotive del problema. Ad esempio, la persona: cerca di dimenticare l’intera faccenda; non si lascia prendere la mano e si rifiuta di pensarci troppo ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 10 • • • • raccoglie notizie rassicuranti; tenta di vederne il lato positivo; conclude che non tutto il male viene per nuocere; sta in compagnia per distrarsi e gradisce la simpatia e la comprensione degli altri; • riscopre le cose veramente importanti della vita. E’ importante sottolineare che la FORMAZIONE dei lavoratori (e anche dei dirigenti e dei preposti) può aiutare a sviluppare entrambi gli stili di COPING fornendo competenze per lavorare meglio e sviluppando la consapevolezza delle proprie reazioni emotive. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 11 COME VALUTARE LO STRESS LAVOROCORRELATO? • Per adempiere all’obbligo di valutare anche il Rischio allo stress lavoro-correlato (art. 28, D.Lgs. 81/2008), è indispensabile: - valutare le eventuali condizioni di lavoro che, per intensità e/o frequenza e/o qualità, rendono insufficienti le risorse individuali e sociali di coping disponibile ai lavoratori; - orientare la eventuale necessità di modificare l’intensità e/o la frequenza e/o la qualità della “domanda lavorativa”; - intervenire a sostegno delle risorse individuali e sociali di coping disponibili ai lavoratori. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 12 L’affermazione che lo stress sia indefinibile e non misurabile deriva dalla mancanza di conoscenza delle ricerche scientifiche. QUALE SEQUENZA DI RAPPORTI SI EVIDENZIA NEL PROCESSO DI GENESI DELLO STRESS? Si evidenzia la seguente sequenza di rapporti: tra le caratteristiche del lavoro e la percezione (giudizio) espresso dai lavoratori; tra la percezione (giudizio) dei lavoratori e l’esperienza soggettiva di stress; tra l’esperienza soggettiva di stress e i cambiamenti di comportamento e/o stato di salute. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 13 La sequenza di questi rapporti costituiscono una base di MISURAZIONE dello stress lavoro-correlato. Nel processo che conduce allo stress lavoro correlato si possono, infatti, riconoscere diversi aspetti che, con opportuni “strumenti di osservazione e quantificazione” possono essere misurati: caratteristiche del lavoro: frequenza, durata, intensità e qualità delle richieste; percezione (giudizio) dei lavoratori riferibile a prevedibilità, controllabilità, importanza/desiderabilità, novità; esperienze di distress (stress negativo): sensazione di fatica cronica, senso di incapacità; ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 14 cambiamento di comportamento e/o stato di salute, depressione, conflittualità, sindromi psicosomatiche, ecc. E’ necessario precisare che le misure di questi diversi aspetti NON possono essere combinate in un unico e sintetico INDICE DI STRESS. Resterebbe, infatti, una inevitabile ambiguità di significato sintetico che non consentirebbe di attribuire i contributi relativi a ciascun aspetto rispetto agli altri. La NON riconducibilità del fenomeno dello stress lavoro correlato a un SINGOLO ASPETTO, a scapito degli altri, si riflette nella definizione di qual è l’oggetto della valutazione. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 15 QUAL E’ L’OGGETTO DELLA VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO – CORRELATO? L’oggetto della valutazione dello stress lavorocorrelato: NON può essere la SITUAZIONE (qualità e intensità della prestazione richiesta); e NEMMENO può essere il SOGGETTO (le sue caratteristiche di personalità). L’OGGETTO DI STUDIO E’ LA “PERSONA NEL CONTESTO”. Ovvero la persona come capacità (o incapacità) di risposta adattativa alla domanda lavorativa, ma anche come capacità (o incapacità) di agire per trasformare la domanda. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 16 QUALI STRUMENTI SONO OGGI DISPONIBILI PER LA MISURAZIONE DELLO STRESS? Molti strumenti sono basati su SCALE DI MISURAZIONE che possono essere suddivise in 4 differenti gruppi: 1. le scale di misurazione, centrate sugli eventi stressanti (stressor); 2. le scale di misurazione centrate sulle patologie/alterazioni del comportamento; 3. le scale di misurazione centrate sul modo in cui la persona gestisce gli eventi (scale di coping); 4. le scale centrate sullo stress (come i soggetti si percepiscono in stress). Queste scale raccolgono i giudizi che le persone possono dare sul proprio stato di salute e benessere. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 17 Nessuno di questi tipi di approcci, scale e strumenti di misura può DA SOLO restituire una rappresentazione del fenomeno dello stress lavoro-correlato e, tanto meno, fornire indicazioni su che cosa fare per gestirlo e contrastarne l’insorgenza. OCCORRE UN APPROCCIO MULTIDIMENSIONALE e conoscere le caratteristiche dei diversi strumenti e sceglierne una combinazione appropriata (o scegliere uno strumento che misuri tutti gli aspetti del problema). In ogni caso è opportuno sottolineare che la valutazione dello stress lavoro correlato non si esaurisce nella scelta e nell’utilizzo di strumenti di misura già predisposti. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 18 STIMA PRELIMINARE DEL RISCHIO – INDICATORI DEL FENOMENO Si è visto che, perché si presenti uno dei quadri sintomatici che chiamiamo “effetti dello stress” (degradazione delle condizioni di salute e alterazioni di varie forme di comportamento) è necessaria l’INTERAZIONE TRA UN CONTESTO AMBIENTALE e un “MOTORE SOGGETTIVO”; ovvero un individuo considerato per le sue capacità cognitive. Gli effetti patologici dello stress possono manifestarsi quando un individuo percepisce che le sue capacità sono insufficienti a sostenere il carico di lavoro cognitivo, emotivo e relazionale del lavoro. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 19 SENTIRSI INADEGUATI, prima ancora di ESSERE INADEGUATI, può diventare motivo di innesco delle reazioni che esitano nelle patologie e nelle alterazioni comportamentali stress – correlate. Per la prevenzione delle CAUSE e degli EFFETTI dello stress occorre quindi assumere una prospettiva di lettura sistemica del RAPPORTO TRA LAVORATORE E AMBIENTE. Una prospettiva in cui non ha senso considerare un termine della questione senza l’altro. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 20 Superare il riduzionismo degli approcci basati sulla RISPOSTA DELL’ORGANISMO DA UN LATO o sui FATTORI STRESSANTI DALL’ALTRO, comporta la rinuncia a una apparente semplificazione, ma ci consente di individuare un più efficace sistema di azioni per la valutazione del rischio e per la prevenzione. Tuttavia, la considerazione delle caratteristiche “OGGETTIVE” dell’organizzazione e dei processi lavorativi può consentire, se non la valutazione in senso proprio, quantomeno una STIMA PRELIMINARE DEL RISCHIO. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 21 STIMA PRELIMINARE DEL RISCHIO STRESS Per effettuare una STIMA PRELIMINARE del RISCHIO può risultare utile avere a disposizione LISTE DI INDICATORI da intendere non come guida alla ricerca delle CAUSE, ma come una guida alla ricerca degli INDIZI sull’esistenza del fenomeno “Stress lavorativo”. Operativamente, gli INDICATORI da considerare nella DIAGNOSI PRELIMINARE sono di tre tipi: 1- di MANIFESTAZIONE 2- di RISCHIO 3- di CONTRASTO ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 22 1. INDICATORI DI MANIFESTAZIONE DELLO STRESS Lo stress può MANIFESTARSI nei comportamenti dei lavoratori in molteplici modi. Ad un primo livello si possono considerare le manifestazioni riconducibili alla 1.1. STRATEGIA DI FUGA: elevati tassi di assenteismo, ritardi, “dimenticanza”, turn over. Si tratta di COMPORTAMENTI che indicano un tentativo di allontanarsi da una fonte di difficoltà esistenziale. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 23 1. INDICATORI DI MANIFESTAZIONE DELLO STRESS 1.2. Lo stress negativo può, ovviamente, anche manifestarsi nel degrado delle condizioni di salute dei lavoratori. I problemi di identificazione di tali manifestazioni sono prevalentemente legati alla limitatezza della sorveglianza sanitaria periodica. 1.3. Altre manifestazioni dello stress sono rintracciabili nell’analisi quantitativa o qualitativa delle prestazioni lavorative. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 24 In presenza di significative riduzioni delle prestazioni effettive rispetto a quelle attese si può pensare a un disimpegno come strategia di fuga o al fallimento dei tentativi di adattamento o azioni trasformativi. Per svolgere queste considerazioni, è ovviamente necessario che siano indicati dei parametri di prestazione attesa e che vengano registrate le prestazioni effettive. 1.4. Altre manifestazioni dello stress possono essere rilevate da un’osservazione dei “comportamenti relazionali”. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 25 In particolare ricorrenti episodi di conflittualità interpersonale sono un indizio importante di una situazione di stress. Non è però semplice disporre di questo tipo di informazione. La loro disponibilità dipende non solo dal sistema informativo, ma anche dalla sensibilità degli osservatori che devono registrare e classificare episodi di vita relazionale come segnali di aggressività. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 26 2. INDICATORI DI RISCHIO STRESS Per quanto concerne gli INDICATORI DI RISCHIO si può fare riferimento alle - caratteristiche del lavoro e - dell’organizzazione del lavoro che dagli studi riportati in letteratura sono più frequentemente associate alla presenza di elevati livelli di stress. Diviene in tal caso importante la raccolta di informazioni sulla presenza di situazioni lavorative “oggettivamente” caratterizzate da: ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 27 2. INDICATORI DI RISCHIO STRESS • • • • • disagi microambientali (rumore, temperatura, ecc.) isolamento o eccessivo sovraffollamento degli spazi orari di lavoro prolungati e/o atipici elevata incertezza sulle prospettive impossibilità di esercitare forme di controllo autonomo • marcata monotonia e ripetitività delle attività • elevate pressioni di risultato e/o di responsabilità ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 28 • carenza di feedback sul proprio operato o prevalenza di feedback negativi. Queste evidenze non vanno intese come meccanicamente predittive dello stress negativo, ma possono aiutare a stimare il grado di probabilità (P) dell’accadimento di problemi di stress correlato. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 29 3. INDICATORI DI CONTRASTO DELLO STRESS Per quanto riguarda gli INDICATORI DI CONTRASTO, si possono considerare quei PROVVEDIMENTI ORGANIZZATIVI e MANAGERIALI che siano orientati a rendere disponibili RISORSE INDIVIDUALI e SOCIALI DI COPING: - PIANI DI FORMAZIONE equilibrati nel sostenere lo sviluppo delle competenze specialistiche e delle competenze di vita; - Sistemi di riconoscimento delle prestazioni disposti a restituire feedback non solo di tipo sanzionatorio, ma anche premiante; ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 30 3. INDICATORI DI CONTRASTO DELLO STRESS - azioni di informazione e coinvolgimento dei lavoratori sulle rappresentazioni del futuro dell’organizzazione per rendere più controllabili e/o più desiderabili i cambiamenti strutturali che si rendono necessari; - sostegno allo sviluppo di aiuto reciproco tra i lavoratori per affrontare difficoltà lavorative o nel rapporto vita – lavoro (per es., scambi di informazione, libertà di auto-organizzazione dei turni, delle ferie, ecc.) ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 31 LA DIAGNOSI “PRELIMINARE” DEL RISCHIO DI STRESS LAVORO CORRELATO Prima di VALUTARE lo stress (e gestirlo, agendo sull’interazione individuo – organizzazione), occorre avere INFORMAZIONI sulla eventuale (o probabile) esistenza del fenomeno. A questo scopo è utile avere a disposizione una “SCHEDA DI RILEVAZIONE” DEGLI INDICATORI “OGGETTIVI”: - DI MANIFESTAZIONE, - DI RISCHIO e - DI CONTRASTO. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 32 Questa SCHEDA va utilizzata per annotare descrizioni e valutazioni sulla RICORRENZA dei CARATTERI OGGETTIVI del lavoro e dell’ORGANIZZAZIONE del lavoro che possono aiutare ad effettuare una STIMA preliminare. Se dall’indagine preliminare emerge che: a) l’ ”Indice preliminare del Rischio” può classificarsi basso/medio, vanno svolte alcune “INTERVISTE DI CONTROLLO” dell’eventuale falso negativo; b) l’ “Indice preliminare del Rischio” è, invece, classificato alto/grave va programmata e attuata una “indagine approfondita” con “Strumenti quantitativi” (Questionari) e “ qualitativi” (Interviste e focus group) della ricerca psicosociale per valutare con maggiore accuratezza i fattori di rischio e le condizioni di manifestazione del danno. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 33 LA DIAGNOSI “APPROFONDITA” DEL RISCHIO DI STRESS LAVORO CORRELATO La risposta degli individui alle “condizioni di lavoro” e l’ “effetto delle azioni” degli individui SULLE organizzazioni sono estremamente variabili. Essi, inoltre, non possono essere ricondotti a modelli di previsione delle cause basati su singoli “fattori”. Lo stress è , quindi, l’esito di una valutazione cognitiva ed emotiva della situazione lavorativa (la “domanda”) da parte di uno specifico soggetto in uno specifico contesto. Per questo motivo, non avrebbe senso valutare il rischio di stress misurando l’intensità della risposta patologica di un campione di individui. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 34 LA DIAGNOSI “APPROFONDITA” DEL RISCHIO DI STRESS LAVORO CORRELATO E nemmeno avrebbe senso farlo individuando forme organizzative e in sé “stressogene”. Occorre l’esercizio di una teoria più rispondente alla complessità del fenomeno e, soprattutto, di una teoria che orienti la ricerca della configurazione di quei fattori INDIVIDUALI e ORGANIZZATIVI che sono alla base di ogni concreta “storia di stress”. LA VALUTAZIONE DELLO STRESS IN SENSO PROPRIO E’ DUNQUE UNA VALUTAZIONE DI VALUTAZIONI, OVVERO UNA VALUTAZIONE DEI GIUDIZI CHE LE PERSONE DANNO DELLA PROPRIA ESPERIENZA LAVORATIVA. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 35 LA DIAGNOSI “APPROFONDITA” DEL RISCHIO DI STRESS LAVORO CORRELATO Per accedere a tali GIUDIZI SOGGETTIVI è imprescindibile il ricorso alle METODOLOGIE DELLA RICERCA PSICOSOCIALE che utilizzano strumenti di indagine “quantitativi” e “qualitativi”: - metodi quantitativi (ad esempio i questionari); - metodi qualitativi (ad esempio interviste, focus group, analisi dei contenuti, osservazione del partecipante). In generale tutti gli strumenti di ricerca psicosociale devono rispondere a criteri psicometrici di validità e di affidabilità (capacità di misure ripetibili con risultati confrontabili e sensibili alle differenze individuali). ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 36 LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVOROCORRELATO Per lo stress non è possibile indicare misure di prevenzione/gestione astratte dalle specifiche manifestazioni del problema. Valutare, fare prevenzione, correggere le disfunzioni organizzative e potenziare le capacità degli individui di fare fronte alla “domanda lavorativa” sono tutte attività strettamente interrelate. Uno degli assunti dell’intervento psicosociale dice: “Se vuoi capire un’organizzazione, cerca di cambiarla; se vuoi cambiare un’organizzazione, cerca di capirla”. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 37 In questo senso, il metodo di intervento più promettente è la “ricerca - azione”. Il datore di lavoro deve “stabilire” le misure adeguate e “prevenire, eliminare o ridurre lo stress da lavoro.” Queste misure possono toccare aspetti dell’organizzazione legati a - credenze, valori, tradizioni profondamente condivisi e sentiti dal datore di lavoro. Per questo può presentarsi una sorta di bias (pregiudizio) cognitivo ed emotivo che può portare il datore di lavoro stesso a non “vedere” proprio quelle misure che pure sarebbe necessario “stabilire”. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 38 Dunque, il datore di lavoro potrebbe non essere in grado di individuare le misure necessarie (non per sua cattiva volontà, ma proprio in forza del suo bias di comprensione del problema). Per questo è necessario che ricerchi e si avvalga di un aiuto PER VEDERE IL PROBLEMA DA UNA PROSPETTIVA DIVERSA. Questo è lo spazio in cui collocare anche la CONSULTAZIONE dei lavoratori e dei loro rappresentanti in tema di valutazione e prevenzione dello stress lavorativo. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 39 Assunto che lo stress è l’esito di uno squilibrio tra una domanda percepita come superiore a una capacità di risposta (coping), si dovrebbe agire anche con interventi di sostegno al coping stesso, in entrambe le sue dimensioni: cognitiva ed emotiva. In questo senso, tra i programmi di formazione per i lavoratori esposti a rischio di stress lavoro- correlato possono essere importanti anche interventi, individuali e di gruppo, di coaching emozionale (consapevolezza e modifica delle proprie risposte emotive come, ad esempio, la rabbia, il rancore, la tendenza alla sopraffazione). ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 40 LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVOROCORRELATO La PREVENZIONE DELLO STRESS è il risultato di un insieme di azioni che puntano a: 1. correggere le situazioni che comportano una “domanda” lavorativa percepita dai singoli lavoratori come eccessiva rispetto alle proprie capacità di risposta. Ad esempio, analisi e correzione: dello stile di leadership; della qualità e della frequenza dei feedback forniti dai capi; ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 41 LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVOROCORRELATO - dell’equilibrio tra competenze possedute dai lavoratori e delle responsabilità loro assegnate. 2. Potenziare le capacità di risposta dei singoli lavoratori sviluppandone competenze generali e specifiche, ma anche costruendo intorno a loro un sistema sociale supportivo da parte dei colleghi. Ad esempio, organizzando Corsi di Formazione per lo sviluppo di competenze di: - Negoziazione intraorganizzativa per gestire il conflitto di ruolo ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 42 LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVOROCORRELATO - problem setting e problem solving per affrontare le situazioni impreviste; 3. Intervenire tempestivamente nelle situazioni di disagio. Ad esempio, con l’intervento di specialisti coaching in grado di aiutare le persone a recuperare un senso di autosufficienza. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 43 Secondo il modello di Karasek, la PREVENZIONE può avvenire: - OTTIMIZZANDO (NON MINIMIZZANDO) LA DOMANDA Miglioramento della struttura e dei processi di comunicazione. Formazione dei dirigenti sull’adozione di stili di comandi situazionali. - AUMENTANDO IL CONTROLLO. Arricchimento ed estensione delle mansioni. Creazione di gruppi di lavoro autonomi. - AUMENTANDO IL SUPPORTO. Intensificazione e miglioramento del feedback Arricchimento del sistema premiante e dei riconoscimenti. Miglioramento del clima. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 44 LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVOROCORRELATO Da questo punto di vista, - stili di comando situazionali, - azioni di miglioramento del clima organizzativo - e processi di empowerment si configurano anche come azioni preventive dello stress lavoro- correlato. (Fonte: Stimare, valutare e prevenire lo stress lavoro correlato, di Attilio Pagano. Dossier Ambiente e Lavoro n. 85/2009. Milano) ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 45 LINEE GUIDA PER LA RILEVAZIONE DEI RISCHI PSICO-SOCIALI Si anticipa che una Commissione Ministeriale (di cui all’art. 6, D.Lgs. 81/08), in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi, sta procedendo alla messa a punto di LINEE GUIDA che avranno lo scopo di indicare un PROCESSO, le “tappe” della VALUTAZIONE dei rischi psico-sociali, senza entrare nel merito della stessa. La valutazione dei rischi psico-sociali è un’indagine mirata alla rilevazione di alcuni aspetti della vita lavorativa che, inevitabilmente, deve essere TARATA ed ADATTATA ad ogni luogo di lavoro, ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 46 LINEE GUIDA PER LA RILEVAZIONE DEI RISCHI PSICO-SOCIALI caratterizzato da specificità e particolarità pure se appartenente ad una tipologia omogenea; ad es. ogni istituzione scolastica può dirsi diversa dalle altre. Per quanto concerne lo STUMENTO da utilizzare nella VALUTAZIONE dei RISCHI PSICO-SOCIALI, posto che non ne esiste (né esisterà mai) uno “valido” per tutti, ciò che è importante è che il datore di lavoro si faccia garantire espressamente dallo Psicologo del lavoro, dal quale acquisisce tale strumento (ad es. il questionario) la validazione scientifica dello stesso. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 47 STRESS DA LAVORO: UN RISCHIO INEVITABILE? “La completa libertà dallo stress è la morte. Contrariamente a quanto si pensa di solito, noi non dobbiamo, e in realtà non possiamo, evitare lo stress, ma possiamo farvi fronte in modo efficace e trarne vantaggio imparando di più sui suoi meccanismi ed adattando la nostra filosofia dell’esistenza ad esso” H. Seyle: Stress without distress, 1974 ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 48 INQUADRAMENTO STRESS Lo stress è il secondo problema di salute legato all’attività lavorativa riferito più frequentemente Lo stress interessa quasi un lavoratore europeo su quattro Dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo stress Nel 2002 il costo economico dello stress legato all’attività lavorativa nell’UE a 15 Stati era di circa 20.000 milioni Euro Il numero di persone che soffrono di stress legato all’attività lavorativa è destinato ad aumentare. ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 49 DATI FONDAZIONE EUROPEA DEL 2007 L’ultima indagine “Condizioni di Lavoro nell’Unione Europea” della Fondazione Europea (2007) ha evidenziato che i problemi di salute connessi al lavoro, cui i lavoratori italiani fanno riferimento con maggiore frequenza, sono: mal di schiena (24%) lo stress (27%) la fatica (25%) dolori muscolari (22%) Dati confermati nella Regione Veneto (ricerca 2006) che ha coinvolto 2.000 lavoratori di 30 aziende (settore industria e terziario) ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 50 … GRAZIE DELL’ATTENZIONE ITALIASCUOLA.IT BIGHI ANDREA 51