Esperienze sul miglioramento della raccolta differenziata a scuola. Obiettivo? Un miglior rapporto salute e sostenibilità ambientale Roberto Genta, Servizio Istruzione del Comune di Asti • Vorrei dirvi che al di là delle azioni che si mettono in campo, che sono poi la scoperta dell’acqua calda, sono invece i processi, come si dicono le cose e come le tiri fuori, che permettono di circoscrivere aree di lavoro, probabilmente nuove • Perché mi sembra che da solo, sapere il parere degli esperti che ci dicono di ipotesi catastrofiste o salvifiche non produca i cambiamenti auspicati Forse è che siamo troppo bombardati da ricette si deve far così fare cosà, e forse non siamo troppo convinti delle cose che facciamo. In fondo basta poco per farci cambiare idea o fare deroghe Figuriamoci insegnarlo agli altri. In fondo se ci pensiamo bene in ognuno di noi un’educazione esiste già. Ciò che i genitori mi hanno detto d’essere in principio, questo io sono: e nient’altro. E nelle istruzioni dei genitori sono contenute le istruzioni dei genitori dei genitori alla loro volta tramandate di genitore in genitore in un’interminabile catena d’obbedienza. (Italo Calvino) Abbiamo voluto cimentarci con due questioni Volevamo migliorare… …migliorare la raccolta differenziata a scuola che è molto condizionata (condivisione tra colleghi, presenza di contenitori in aula / corridoio, assenza di pensiero organizzativo, collaborazione del personale ausiliario) …migliorare la fruizione della mensa scolastica: esplorare una cosa così importante per la vita dei ragazzi lasciata, nonostante anche l’impegno degli addetti, al caso. Perché si spreca il cibo? Frutta e verdura così salutari eppure consumate poco. Alimentazione cioè spazio di benessere per la mente e per il corpo, consumato in fretta, subito o progettato poco anche dagli insegnanti. Sono 2 questioni che hanno sovente punti di contatto, e su cui sarebbe importante riprendere parola Forse sapete che nelle ipotesi di quello che chiamiamo Sistema educativo locale ci sono dei gruppi di lavoro. Così insieme abbiamo definito alcune azioni… rifiuti abbiamo immaginato Una Griglia di osservazione: si tratta di definire un raggio di azione fuori da scuola in cui osservare, disegnare una mappa, e redigere un unico rapporto di classe, poi sulla mappa riportare i punti “critici”. E’ fuori da scuola che la città cambia aspetto, cittadini si diventa provandoci… la Griglia di osservazione e il report poi un’Azione allestita al fine di migliorare la rrd a scuola. Si ragiona a livello di piano corridoio del plesso. Ogni classe identifica bene i suoi contenitori di classe. Qualche altra classe decide di collaborare. Qualcuna decide anche per l’organico. Cosa succede tra la raccolta di classe e il cortile? In cortile ci sono i contenitori? quali, quanti, sono utilizzati? Tutto è talmente normale che quasi non ci si pensa più. Quando si dice rifiuto. Come la penso io! Un questionario sensibile sui significati, le osservazioni e le valutazioni che i ragazzi esprimono su tematiche trattate dai grandi ma che coinvolgono scelte e motivazioni fin da piccoli. una mini-formazione delle insegnanti coinvolte per entrare nel dettaglio di “che cosa differenziare”. Poi le insegnanti trasferiranno conoscenza e un piccolo modello organizzativo alle loro classi. “Rita parla di creare Isole di piano (carta, plastica, secco) dapprima con materiali in dotazione poi accetta proposta di contenitori ”belli e funzionali” dotati di sacco”. Alla fine si coglie la necessità di un metodo cioè lavorare passo passo senza forzare la partecipazione di colleghi al fine di disporre di una sperimentazione da migliorare e diffondere. educazione alimentare Abbiamo realizzato un “questionario sensibile” - la dietista ha incontrato le classi - una fattoria didattica ha fatto incontrare una frutta o una verdura con la classe - faremo una serie di laboratori all’Istituto per l’Agricoltura - questionario ai docenti di autocontrollo - la documentazione finale Abbiamo una ipotesi, anzi due… Dal momento che il mondo adulto si lascia difficilmente intaccare dal pensiero trasformativo dei bambini, loro potrebbero partire da quel che hanno più tra le mani: la scuola intesa come “luogo”. La scuola - edificio di cura dei modi per renderlo più sostenibile. La scuola - edificio di opportunità per crescere da cittadini coniugando benessere personale e civico Un edificio collocato in un luogo più ampio che è il quartiere, di cui i ragazzi sono molto (poco) competenti. Che cosa conoscono del quartiere e come riconoscono la scuola inserita nel quartiere? L’altra ipotesi, che è più che una ipotesi, è che ragionando di rifiuti… ma analoghi ragionamenti si potrebbero fare con l’alimentazione… che nei sistemi naturali il concetto di rifiuto è inesistente, tutti i cicli della biosfera sono di tipo circolare e si concludono senza sprechi, nel senso che tutti gli “scarti” sono sempre metabolizzati e riutilizzati …invece nelle nostre società il modello delle attività industriali è di tipo lineare. Materie prime dall’ambiente - trasformazione in beni di consumo - scarti da eliminare. E poi? i prodotti una volta utilizzati diventano essi stessi rifiuti da buttare o meglio da restituire all’ambiente in forme non biodegradabili come invece avviene in natura Diventa urgente ri-trovare il sentiero, recuperare il senso delle cose, ridare circolarità d’utilizzo alle cose La scuola quindi come spazio di cura “per imparare davvero come dovrebbe andare il mondo” e forse … (forse) essere più felici!