Giugno 2010-06-14
Anche quest’anno è terminato il percorso
di arte terapia: IL DISEGNO E LA SCRITTURA
COME ESPRESSIONE DI SÉ promosso
dall’Associazione La Fraternità e condotto
da Mara Chinatti collaboratrice della stessa.
Il percorso svoltosi all’interno della Casa
Circondariale di Montorio è iniziato in
gennaio 2010 ed è finito in giugno dello
stesso anno. Hanno partecipato undici
persone di età ed etnia diversa.
È il secondo anno che vivo questa
esperienza e devo dire che sono molto
contenta di averla fatta. Il percorso si è
concluso con la consegna dell’attestato di
frequenza e, alle persone presenti, ho
“riconsegnato” in un piccolo libretto
ordinato, parte del loro lavoro. In esso ho
inserito, senza aggiungere o alterare,
disegni e scritti che hanno eseguito e
raccolto come meglio potevano e volevano
in un quaderno durante il percorso: Il
disegno e la scrittura come espressione di
sé. Ogni libretto, essendo personale, è
diverso sia nel suo contenuto sia nella sua
espressività. Creare armonia significa
cercare di ottenere l’unità nella diversità,
dove ogni parte può conservare le sue
tradizioni,
le
sue
caratteristiche
e
contemporaneamente lavorare su quel
“principio comune” che tiene legato tutto
l’organismo questo è stato lo scopo
essenziale del percorso. Difatti io non ho
insegno a disegnare o a scrivere ma ho
cercato di offrire ai partecipanti uno spazio
nel quale poter esprimere se stessi e
condividere liberamente il loro mondo
interiore senza puntare sul risultato
estetico. Per evitare tante parole che
possono essere fraintese, ho pensato di
spiegare meglio il lavoro svolto portando
come resoconto uno dei libretti consegnati
che oltre ad essere la testimonianza di un
partecipante è anche la prova del suo
impegno, la verifica del lavoro svolto e la
realizzazione dello scopo del percorso: Il
disegno e la scrittura come espressione di
sé. Prima di presentarlo è con gioia e
gratitudine che ringrazio gli autori per
avermi concesso la loro testimonianza ma
soprattutto per aver camminato, un po’ con
me, sul sentiero della vita.
Conduttrice
Mara Chinatti
IL DISEGNO E LA SCRITTURA
COME ESPRESSIONE DI SÉ
PERCORSO DI ARTE TERAPIA
Laboratorio di 60 ore
Verona 12 gennaio – 08 giugno 2010
Conduttrice Mara Chinatti
Introduzione
Innanzitutto desidero ringraziare Michele
per averci donato il suo prezioso lavoro
nonché il suo contributo così che una
maggior “apertura” interiore si è verificata
in tutti noi. La sua partecipazione entusiasta
non la teneva solo per sé ma la trasmetteva
anche ai compagni valorizzando il senso
delle tre ore durante le quali ci siamo
sentiti, poco o tanto, un gruppo unito
collegato dalla ricerca di maggior serenità e
tranquillità. Tre ore che non sono state
vissute solo come un’occasione per uscire
dalla stanza ma anche come un tentativo di
esprimere, di creare e di portare armonia e
bellezza, all’interno delle persone ma
anche,
pur
sembrando
paradossale,
all’ambiente circostante; cosa non facile se
penso all’ambiente difficile e di sofferenza
come quello in cui si è svolto il laboratorio di
arteterapia: Il disegno e la scrittura come
espressione di sé.
Voglio precisare che il lavoro svolto da
ogni partecipante una parte è stato svolto
da lui solo e una parte con la collaborazione
del gruppo nel rispetto però, del pensiero e
della elaborazione personale. Tutto il
materiale raccolto in queste pagine è il
frutto dell’impegno della persona venuta al
laboratorio. Le parole in corsivo sono
testualmente
riportate
dal
quaderno
personale mentre le altre sono usate come
anello di congiunzione per creare il filo
conduttore della storia che durante il
laboratorio dal protagonista è stata più
narrata che scritta. Nulla di ciò che c’è
scritto e disegnato in queste pagine è stato
aggiunto o alterato.
Durante il percorso di: Il disegno e la
scrittura come espressione di sé il mio ruolo
come conduttrice è stato quello di
accompagnare ogni persona partecipante
lungo il cammino “grafico” espressivo che
lui stesso ha scelto di compiere. Ho cercato
il più possibile di astenermi nel dare
suggerimenti, consigli, giudizi e critiche
personali ma bensì di valorizzare al
massimo sia loro in quanto esseri umani sia
il loro operato che io considero una
testimonianza e un riflesso di loro stessi (in
senso lato). Riconoscendole delle persone
che hanno anche delle capacità e delle
qualità da poter esprimere come meglio
credono, e come sono capaci io accoglievo il
loro lavoro concreto accettandolo come il
frutto dell’impegno, della buona volontà,
della ricerca e dell’espressione migliore che
in quel momento potevano o volevano
manifestare
di
sé.
Quando
invece
succedeva che respingevano una mia
proposta o rifiutavano di continuare ad
applicarsi nel “compito” iniziato, prima di
sostenere, approvare e condividere la loro
scelta, volevo conoscere sempre la loro
motivazione.
Pensieri di Luce a tutti
Mara
Chinatti
Alla domanda chi sono io?
Michele prima disegna, poi scrive ed
infine spiega:
Michele decide di proseguire costruendo
un ponte.
Dopo di
che riprende il suo viaggio.
E
strada facendo incontra altri viaggiatori
così che ora non è più solo.
Michele incontra altri viaggiatori e scrive
che: sulla strada dritta e senza burroni
vedo molte case e uccellini che cantano
sugli alberi.
Continua nel suo viaggio fino al punto in
cui scrive che: la strada finisce in un
incrocio fiorito e che porta in un paese
ove ci sono delle case, delle giostre e
dei bambini che giocando si divertono.
A
quella
vista
Michele
decide
di
concludere il suo viaggio immaginando
di compiere una gita con la propria
famiglia. Tutti assieme scelgono di farla
in elicottero. Chi lo guida è suo figlio il
quale li porta a vedere il panorama che
si trova fuori dalla città: è un boschetto.
La moglie di Michele è seduta al fianco
del figlio mentre Michele con la sua
bambina
osserva
dal
portellone
dell’elicottero il panorama sottostante.
Secondo capitolo
Chi sono io?
La speranza:
IL RITORNO A CASA
I
cuori sono tantissimi. Sembrano felici
ma non lo sono perché sono soli. Essi
non si vedono perché sono distanti tra
loro. Tutti sono di colore rosso come lo è
una fiamma accesa nell’immenso blu.
Dato che la gondola è il simbolo di
Venezia e del romanticismo Michele
pensa e poi dice che portare la propria
compagna in quella città e sulla gondola
è un atto romantico. Secondo lui: tutte
le persone del mondo vorrebbero
andare a Venezia con la propria amata e
portarla sulla gondola. Lui l’ha portata
ed è stata una cosa meravigliosa.
Michele oltre a ricordare delle belle
esperienze riconosce che sta anche
passando un brutto periodo e descrive il
suo disegno libero così: il mio equilibrio
è instabile; è come se fossi su una
bicicletta dove una parte di me guarda
avanti mentre l’altra guarda indietro. Mi
sono messo le cinture e le ho allacciate
in modo che possa essere stabile
intanto che aspetto che mi arrivi
l’equilibrio: per potermi sentire libero.
A
questo
punto
Michele sceglie
di
continuare
a
disegnare
il
suo
“particolare e delicato” momento e lo
comunica descrivendolo così: Mi sento
come un cane abbandonato, simile a
quelli che lasciano sull’autostrada.
Come loro non so dove andare e cosa
fare. Al cane disegnato gli ho messo gli
occhiali così che possa vedere meglio
dove andare.
Ma cosa può fare Michele nella
situazione che sta vivendo al presente?
A questa domanda egli risponde: La mia
difficoltà in questo periodo è quella di
orientarmi e per far ciò un modo che ora
sto usando è quello di disegnare e di
scrivere una modalità che ho scoperto
che mi piace molto.
Anche
se, in questo periodo, pur funzionando
l’orologio, il tempo sembra che non
passi mai così che per me, è una lunga
attesa.
Aspettando che il tempo trascorra
Michele fa una serie di disegni liberi
descrivendo ciò che raffigura. Così si
legge sul suo quaderno: Questo disegno
rappresenta un laghetto nel quale ci
sono degli uccelli tropicali: una femmina
con i suoi piccoli. Il laghetto è
circondato da un prato fiorito. Nel cielo
c’è uno storno di uccelli che emigrano
Guardando il mio disegno immagino di
poter passare una domenica serena con
la mia famiglia e giocare con i miei
bambini.
Dalla
nostalgia
famigliare
passa
all’ammirazione del proprio attuale
“impegno” che, come scrive nelle
pagine precedenti, vedi disegno: “il
cane abbandonato” ha scoperto che gli
piace molto farlo. Così il ponte della
ferrovia, che lui stesso ha disegnato, lo
considera una grande opera d’arte: la
definisce con queste parole: questa
costruzione è un capolavoro. Ma mentre
osservo il disegno ho la sensazione che
il treno con le sue vibrazioni possa
rovinare questo bellissimo capolavoro:il
ponte. Per far si che non succeda ho
pensato di rinforzare il ponte. Ho
pensato di fare alla base degli archi
delle piatteforme. In questo modo sono
sicuro che il ponte non crollerà.
Michele si mette all’opera e dopo aver
rinforzato il ponte soddisfatto scrive: La
sensazione che ho nel guardare il
disegno con le modifiche apportate,
ossia le piattaforme alla base degli
archi, è di stabilità e quindi io mi sento
più sicuro.
Dopo
di che Michele raffigura un incrocio con
quattro stop. Ora lo vogliono cambiare
per fare una rotonda dove si da la
precedenza a chi viene dalla parte
destra così diventeranno più scorrevoli.
Allo stesso modo in questo periodo sto
vivendo la mia vita più scorrevole e
tranquilla.
Michele in un certo senso “ritorna” a
casa, nella Casa della famiglia (titolo del
quadro). A tal proposito nel suo libro
prezioso ho la fortuna di leggere: CASA
DELLA FAMIGLIA. Questa per me è la
speranza, di casa della libertà della
famiglia, il piacere di poter stare con la
famiglia e i miei figli. E per concludere il
mio percorso posso dire di essere
arrivato a casa dove la mia famiglia mi
stava aspettando.
25/05/2010
Resoconto del per-corso di arte terapia
Verona, 12 gennaio 2010 – 8 giugno 2010.
IL DISEGNO E LA SCRITTURA
COME ESPRESSIONE DI SÉ
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