STRALCIO SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE Ente proponente il progetto: CONSORZIO SOL.CO CREMONA Società Cooperativa Sociale Il Consorzio Sol.co Cremona nasce a Cremona nel 1988 per volontà di un gruppo di cooperative sociali mosse dalla necessità di strutturarsi, condividere idee, modalità progettuali, nuovi servizi. Inizia ad occuparsi principalmente di psichiatria, prima all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico ed in seguito attraverso l’azione diretta di Cooperative di tipo A e B del territorio. Col passare degli anni il Consorzio e le Cooperative socie hanno operato un importante processo di diversificazione, estendendo l’attività a nuove aree di intervento (minori, disabilità, anziani, politiche attive del lavoro, ecc.). Fin dalla sua nascita il Consorzio aderisce a Confcooperative e al Gruppo Cooperativo CGM. Negli anni ha esteso la sua adesione a Coopservizi, CGM Finance, Comunità Solidali, Mestieri, Cooperfidi, Irecoop Lombardia. Il Consorzio Sol.co Cremona è iscritto al registro regionale e nazionale delle Cooperative Sociali, al registro prefettizio delle Cooperative, al registro degli enti e delle associazioni che svolgono Attività a favore degli Immigrati. Localmente il Consorzio è coinvolto, direttamente e tramite le Cooperative socie nel Dipartimento di Salute Mentale, nell’Organismo di Coordinamento dell’ASL di Cremona, nel Tavolo del Terzo Settore, nei Piani di Zona e nel Form del Terzo Settore. Il Consorzio Sol.co Cremona è composto da 21 enti soci (cooperative sociali ed associazioni). Non si tratta di un Consorzio di servizi, con la sola mutualità come fine, ma punta ad essere un’impresa sociale affidabile, reputata e partecipata, capace di incidere nella prospettiva dell’istituzione di comunità sullo sviluppo culturale, sociale, economico del territorio in cui opera, muove e organizza risorse, attraverso l’azione in rete di cooperative sociali e soggetti diversi del territorio. Codice di accreditamento: Albo e classe di iscrizione: NZ06279 REGIONE LOMBARDIA IV CARATTERISTICHE PROGETTO Titolo del progetto: RAGAZZI AL CENTRO Promuovere protagonismo e percorsi di autonomia con adolescenti in situazione di disagio Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): SETTORE: Educazione AREA DI INTERVENTO: Centri di Aggregazione Giovanile (prevalente) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: ANALISI DELL’AREA DI INTERVENTO E CONTESTO TERRITORIALE Il Centro Diurno “Giona – Sfam” (Servizio Formazione all’Autonomia Minori) si rivolge ad adolescenti (15-19 anni) e rispettive famiglie in situazione di disagio, anche temporaneo, dovuto a provvedimenti dell’autorità giudiziaria alla difficoltà da parte degli adulti di far fronte autonomamente ai bisogni degli adolescenti a condizioni di povertà estrema tali da rendere difficile l’ingresso e/o la permanenza nei percorsi scolastici, di formazione professionale e di inserimento nel mondo del lavoro. Guardando alla popolazione presente nel territorio cremonese tra i 15 e i 19 anni (e più in generale alla realtà lombarda) si possono riscontrare alcune criticità: l’abbandono scolastico. Per quanto riguarda fenomeni come il drop out scolastico l’indagine Eurostat del 2008, il Rapporto sulla scuola in Italia 2010 della Fondazione Giovanni Agnelli, le indagini Istat 2011, 2012 e il Servizio Statistico del MIUR (Focus Dispersione Scolastica – giugno 2013) fanno emergere come il Nord dell’Italia e la Lombardia non siano escluse da percentuali ancora molto al di sopra di quanto prefissato da Strategia Europa 2020. Il tasso di drop out, infatti, è stato registrato nel termine del 17,6% rispetto alla popolazione studentesca e pare ancora lontano l’obiettivo del 10% indicato dai piani europei. Il report della Fondazione Agnelli attribuisce addirittura in alcune zone della Lombardia la percentuale del 23%. È bene tenere conto di alcune caratteristiche peculiari della provincia di Cremona, raccolte dal ANALISI DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA PRESENTE NELLE SCUOLE STATALI – giugno 2014, soffermandoci in particolare sui dati della scuola secondaria di secondo grado (target del Centro Giona): o la popolazione scolastica che accede alla scuola secondaria di secondo grado è in aumento (+1,66% dall’anno precedente) o gli alunni stranieri, nel Distretto di Cremona, sono il 15% e il dato registra ogni anno degli incrementi o nell’a.s. 2012-2013 si sono registrati i seguenti andamenti: aumento degli alunni di licei e istituti per istruzione e formazione professionale; stabili gli iscritti agli istituti tecnici e in diminuzione degli alunni nell’istruzione professionale La difficoltà nel formarsi e inserirsi nel mondo del lavoro. Le indagini Istat aggiornati a maggio 2014 indicano il valore della disoccupazione giovanile (15-24 anni): 700.000 persone. L'incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all'11,7%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 43,0%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in crescita di 4,2 punti nel confronto tendenziale . In particolare in Lombardia il dato percentuale è leggermente al di sotto della media nazionale 20,1% ma ancora lontano dagli obiettivi che l’Unione Europea ha decretato per gli Stati membri. Da uno studio di Confartigianato Lombardia si registra che la realtà cremonese, in termini di disoccupazione giovanile, ha il secondo valore più alto della regione attestandosi intorno al 23,6% (insieme a Como solo dietro a Varese). Merita particolare attenzione anche una nuova categoria recentemente individuata, ovvero quella dei Neet. Neet è l’acronimo di Not in Education, Employment or Training. Riguarda gli adolescenti e i giovani compresi tra i 16 e i 35 anni che sono esclusi dal mondo dell’istruzione e del lavoro e che non sono attivi nella ricerca di un’occupazione; essi, in Lombardia, sono il 16,5% dei giovani tra i 16 e i 35 anni. Una categoria che vede aumentare in maniera preoccupante i propri numeri e che troppo spesso, non rientrando nella fascia di “obbligo scolastico”, rimane sommersa. Essa è sinonimo di un preoccupante e acuto stato di apatia da parte dei ragazzi che potrebbe seriamente compromettere futuri progetti di autonomia oltre che, nella peggiore delle ipotesi, aumentare l’incidenza di avvicinamenti ed ingressi in percorsi di devianza che in alcuni casi possono sfociare nell’area del penale. Situazioni di disagio borderline dovute a povertà, percorsi di illegalità o condotte poco socializzanti che hanno già valicato la soglia della “normalità” ma che potrebbero risultare ancora escluse da una presa in carico istituzionale. Le situazioni di disagio borderline dovute alla povertà crescente delle famiglie (si vedano gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio Caritas sulle povertà in Lombardia) e la persistente presenza di ragazzi/e in percorsi di illegalità rendono urgente la presa in carico precoce dei minori per evitare il loro ingresso in percorsi di devianza conclamata difficilmente arginabile. A tale analisi della situazione territoriale e nazionale si aggiungono le indicazioni della DGR n. 4757 del 23.01.2013 ove vengono definiti alcuni principi di fondo che costituiranno, con tutta probabilità, le linee guida regionali inerenti la tutela dei minori e la presa in carico della famiglia con minori in difficoltà. In questo testo si sottolinea il ruolo dei servizi che sono chiamati ad intervenire nei momenti di maggiore fragilità familiare rispetto ai bisogni di cura, sostegno, protezione e tutela dei minori. Si fa riferimento ad un necessario cambiamento delle progettualità e delle prassi, orientato verso un approccio al tema tutela sempre più integrato tra le dimensioni sociale, educativa, psicologica. I vari attori vengono orientati all’adozione di modelli gestionali ed operativi di natura sistemica, per evitare la frammentazione degli interventi, la dispersiva sovrapposizione di competenze, massimizzando i benefici che emergono dal lavoro multi-professionale. Pur rimarcando il principio secondo cui la titolarità giuridica nelle situazioni di tutela del minore rimane di natura istituzionale, vengono individuate metodologie che favoriscano l’integrazione tra le competenze dei diversi attori in gioco: l’ente locale, la famiglia, la comunità territoriale. In quest’ottica anche il terzo settore da erogatore di servizi, diventa soggetto attivo chiamato in forma concertata con l’Ente locale a rischiare risorse proprie per progettare e realizzare soluzioni innovative. Il progetto Centro Diurno Giona-Sfam si pone in linea con tale orientamento avendo nei sui punti chiave del suo agire: - La corresponsabilità si concretizza nella individuazione precoce dei bisogni, nello studio e nella realizzazione di risposte individualizzate e territoriali, nella messa in campo delle risorse necessarie (economiche, professionali, relazionali ed informali) e nella valutazione degli esiti. Il lavoro sociale, soprattutto a favore di minori adolescenti, non può che essere orientato ad un recupero progressivo delle autonomie personali e familiari attraverso percorsi fortemente flessibili e personalizzati. - Il territorio diviene dunque il punto di partenza per individuare le situazioni di fragilità e di disagio, il luogo con cui lavorare, individuare le risorse e condividere l’intervento, il punto di arrivo ovvero il luogo dove minori, adolescenti, famiglie riescono nuovamente a crescere e a far crescere. Seguendo queste indicazioni, il Consorzio Sol.Co Cremona, in materia di tutela minori ha sviluppato negli ultimi anni percorsi di coprogettazione con le istituzioni locali e gli enti non profit del territorio per riuscire a fornire risposte integrate, flessibili, qualificate e personalizzate a favore degli adolescenti della città di Cremona e dei centri limitrofi. In particolare ha implementato risposte alternative all’inserimento in comunità attraverso percorsi individualizzati, territoriali, domiciliari, di affido potenziato creando un centro propulsore: il Centro Diurno Giona Sfam. IL CENTRO DIURNO GIONA-SFAM: RAGAZZI COSTRUTTORI DEL PROPRIO FUTURO Breve storia Dal 2010 al 2012 al via la prima sperimentazione Servizio Formazione all’Autonomia Minori (SFAM) Tra il 2010 e il 2012 il Consorzio Sol.co Cremona ha realizzato una fondamentale sperimentazione attraverso l’accreditamento di Regione Lombardia del “Servizio di Formazione all’Autonomia per Minori”, secondo quanto stabilito dalla DGR n. 11263 del 10 febbraio 2010 e Dgr del 26 ottobre 2010 n. 694. Nel biennio di sperimentazione sono stati presi in carico 37 adolescenti tra i 14 e i 20 anni; si è trattato nell’81% dei casi di situazione inviate dal Servizio Sociale (soprattutto dalle Politiche Sociali del Comune di Cremona), con fragilità eterogenee e riconducibili soprattutto ad ambiti di disfunzione relazionale familiare, limiti evidenti in abilità e competenze didattiche rispetto alla loro fascia di età, comportamenti devianti e borderline che hanno reso difficile la coesistenza con le norme dell’ambiente scolastico e scarse motivazioni allo studio. Il 20% dei ragazzi inseriti nel progetto SFAM presentavano situazioni personali e familiari al limite della sostenibilità per i quali si ipotizzava un allontanamento dal nucleo ed un inserimento in comunità. Grazie al lavoro preventivo realizzato mediante l’inserimento dell’adolescente nello SFAM, la sinergia con i Servizi Sociali Territoriali, il supporto concreto alla genitorialità, è stato possibile evitare l’inserimento in comunità residenziale per minori. Diversi ragazzi, assolto l’obbligo scolastico e/o in prossimità del compimento della maggiore età, hanno preso parte a momenti d’aula ed esercitazioni sul campo (borse lavoro). La maggior parte di loro ha realizzato tali esperienze in maniera soddisfacente ricevendo encomi e complimenti dai responsabili delle aziende e manifestando un’adeguatezza che non era stato possibile fare emergere durante la loro recente storia formativa. L’80% circa dei ragazzi che dopo aver effettuato la borsa lavoro erano nelle condizioni anagrafiche e burocratiche di poter lavorare hanno ottenuto un regolare contratto di lavoro; si è trattato di 9 assunzioni. Nello specifico: Analisi dei dati periodo Novembre 2010 – Dicembre 2012 Totale ragazzi/e: 37 Ragazzi e ragazze 6 Maschi Femmine 31 Ente inviante 5 2 Servizi sociali Famiglia 30 Scuola In riferimento al settore dell’inserimento lavorativo: Nei due anni di sperimentazione dello SFAM (2011/2012) sono state attivate 36 esercitazioni all’autonomia con le seguenti caratteristiche: durata media 4 mesi; impegno medio settimanale: 3 volte a settimana; soggetti ospitanti: parrocchie, maneggio, fattoria, cooperative sociali, apicoltore, lavanderia. Nel biennio della sperimentazione (2011/2012) sono stati attivati 15 tirocini con le seguenti caratteristiche: durata media 6 mesi; impegno medio settimanale: tutti i giorni da lunedì a venerdì; aziende ospitanti: cooperative sociali di tipo B (assemblaggio, confezionamento, pulizia e cura del verde), azienda metalmeccanica, supermercato, officina e legatoria. 4 assunzioni presso l’azienda in cui è stato svolto il tirocinio, 3 assunzioni a seguito della ricerca attiva del lavoro. L’accompagnamento alla dimissione è stato un momento delicato ma fondamentale della sperimentazione. L’autonomia raggiunta dai ragazzi/e non è mai stata assoluta ma ritenuta adeguata rispetto agli obiettivi esplicitati nei Progetti Educativi Individualizzati. Dal 2013 il viaggio continua… Nel 2013, riconoscendo l’importanza per il territorio di un centro educativo rivolto agli adolescenti e intuita la necessità di percorsi educativi personalizzati come alternativa alla comunità per adolescenti che vivono un periodo di fragilità, disagio sociale e/o fortemente a rischio di devianza, è iniziata la collaborazione biennale con il Comune di Cremona che ha dato i natali al “Centro Diurno GionaSfam”. La coprogettazione col Consorzio Solco pertanto prosegue dopo il biennio di accreditamento grazie al canale preferenziale col Comune che però non è esclusivo infatti il “Centro Diurno GionaSfam” rimane aperto ai privati e collabora con altri Comuni come per esempio quello di Torricella e Gussola. Nell’anno 2013 il Consorzio Sol.co Cremona attraverso il Centro Diurno Giona Sfam ha realizzato percorsi di presa in carico educativa diurna e di inserimento guidato al mondo del lavoro a favore di 18 minori in situazione di forte disagio in carico al Comune di Cremona. Fra essi: 9 hanno un decreto del tribunale per i minorenni: per 5 di essi il TM ha disposto l’inserimento in comunità ma attraverso un intenso lavoro diurno è stato possibile evitarlo 2 sono autori di reato per i quali non sono state disposte misure cautelari Per 6 minori prossimi alla maggiore età sono stati avviati percorsi di esercitazione all’autonomia e tirocini lavorativi in forte sinergia con il Consorzio Mestieri Cremona. Per tre di essi, al termine del percorso, c’è stata l’assunzione presso aziende private. Una fitta rete di progetti con e per gli adolescenti Gli operatori del centro diurno Giona-Sfam hanno maturato negli anni una nutrita esperienza con e per gli adolescenti intervenendo a vario titolo in diversi progetti rivolti esclusivamente al mondo giovanile. Vantano la gestione di diversi servizi che diventano risorse formative poiché offrono un’approfondita conoscenza del settore giovanile, delle dinamiche del mondo adolescenziale, del territorio e delle risposte esso che mette in campo nonché sono opportunità importanti per declinare e costruire con il minore un percorso educativo individualizzato e globale con la possibilità di ampliare la gamma della proposte e ottimizzare l’utilizzo delle risorse. La gestione di appartamenti per l’autonomia, la collaborazione già in attivo con Consultorio UCIPEM, Scuole, Oratori, associazione per l’affido sono opportunità percorribili per offrire risposte adeguate ai diversi bisogni dei minori. DESTINATARI Il Centro Diurno “Giona – Sfam” è finalizzato alla promozione di percorsi e opportunità di sostegno e accompagnamento educativo per gli adolescenti (tra i 15 e i 18 anni )e i loro nuclei famigliari nei momenti di maggior fragilità rispetto ai bisogni di cura, protezione e tutela dei minori. Essi possono essere: Soggetti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria (TM – TO) Per i quali è in corso una segnalazione al TM Appartenenti a nuclei multi-problematici in carico ai servizi sociali Allontanati dalla famiglia d’origine Al fine di completare i percorsi di avvio all’autonomia, previa valutazione dell’equipe e su indicazione del servizio titolare della presa in carico, si potranno accompagnare, per periodi ben definiti e con obiettivi precisi, giovani neo-maggiorenni. Nelle rete: altri beneficiari Scuola: L’offerta dei servizi previsti nel progetto permetterà di arricchire il territorio di un centro capace di farsi carico di dinamiche adolescenziali sempre più compromesse e di difficile presa in carico all’interno dell’esclusivo sistema scolastico. Le scuole potranno beneficiare di un’offerta formativa di percorsi di sostegno allo studio e/o extra scolastici utili agli allievi e la possibilità di avvalersi della collaborazione di una realtà in grado di mettere a disposizione persone qualificate, attrezzature, luoghi, esperienze significative per l’orientamento e/o la ripresa della motivazione allo studio Comunità e territorio: è sempre un beneficio per la comunità avere punti di riferimento sicuri e percorsi educativi consolidati per giovani, specialmente adolescenti in una fase delicata della crescita e in un territorio nel quale, sempre più spesso, emerge la questione della sicurezza, del bullismo, dello spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, dell’alcolismo tra gli adolescenti. Avere un luogo dedicato agli adolescenti e giovani impegnati in iniziative significative vuol dire intervenire precocemente sulle situazione più a rischio di devianza. Obiettivi del progetto: IDEE DI FONDO Il centro diurno Giona-Sfam punta a diventare per il territorio cremonese un centro di riferimento specifico e competente rivolto alle dinamiche adolescenziali e capace di accompagnare e sostenere famiglie, servizi e scuole in risposte educative adeguate, divenendo solida alternativa all’inserimento in comunità. Le principali funzioni progettuali vertono intorno a questioni determinanti per l’ambito educativo e sono funzionali alla socializzazione, alla mediazione famigliare e al raggiungimento dell’autonomia. Particolare attenzione viene posta alla tematica della promozione dell’innovazione sociale (aggancio precoce, esercizio “comunitario” della tutela, progetti integrati di territorio) che si realizza sia nei percorsi preventivi, ma anche in termini riparativi (qualora si affrontino casi già piuttosto compromessi). Nota essenziale del progetto è il coinvolgimento e la sensibilizzazione del territorio. FINALITA’ Le finalità del Centro Diurno Giona-SFAM sono: incentivare forme di corresponsabilità nella presa in carico del minore e l’esercizio della tutela integrata; saper promuovere progettazioni educative flessibili e personalizzate senza perdere la ricchezza di momenti ed esperienze gruppali atte a facilitare dinamiche di crescita identitaria nel o tra pari lavorare per fare crescere la comunità aumentando le collaborazioni e le competenze per poter meglio accompagnare le situazioni di fragilità anche nell’ottica del reinserimento territoriale OBIETTIVI GENERALI E SOTTOBIETTIVI 1) favorire il benessere esistenziale dell’adolescente mediante un approccio globale (sviluppo capacità cognitive, razionali, valoriali, emotive, corporee e relazionali) e personalizzato; 2) accompagnare l’adolescente in un percorso di consapevolezza rispetto alla propria condizione formativa ed esistenziale; 3) strutturare percorsi di accompagnamento verso l’autonomia (capacità di assumersi gradualmente responsabilità) e strutturare l’ingresso nel mondo del lavoro; 4) sostenere i nuclei famigliari in condizione di disagio e/o povertà perché possano ugualmente garantire ai minori un sufficiente livello di tutela e una risposta educativa coerente ed efficace OBIETTIVI PER IL SERVIZIO CIVILE Offrire ai giovani di Servizio Civile un percorso formativo e di esperienza diretta che permetta loro di confrontarsi con i temi dell’educazione e del disagio giovanile in una prospettiva di promozione della dignità della persona attraverso un approccio globale al benessere dell’altro. Far loro sperimentare come la ricerca di risorse e sinergie territoriali sia elemento fondamentale per riconnettere il nucleo famigliare fragile alla comunità territoriale di riferimento facendo così in modo di generare nuove opportunità di crescita di un territorio. Tale esperienza consentirà loro non solo di usare in maniera utile e costruttiva il proprio tempo e di acquisire particolari competenze spendibili anche in contesti lavorativi, ma di sperimentare concretamente l’importanza dell’assumersi delle responsabilità nella società per contribuire alla crescita del proprio territorio. DAGLI OBIETTIVI GENERALI AGLI OBIETTIVI SPECIFICI 1) favorire il benessere esistenziale dell’adolescente mediante un approccio globale (sviluppo capacità cognitive, razionali, valoriali, emotive, corporee e relazionali) e personalizzato; OBIETTIVI SPECIFICI 1.1 proporre momenti e spazi di relazione, dialogo, ascolto mediante i quali permettere al ragazzo di rielaborare le esperienze (attraverso figure tutor); INDICATORI RISULTATI ATTESI Individuare un tutor di riferimento per ogni ragazzo - un incontro a fine settimana tra tutor e minore - incontro di revisione mensile tutor e minore - incontro al bisogno 1.2 incentivare la partecipazione a percorsi di protagonismo ed espressione di sé mediante esperienze laboratoriali; Numero di laboratori organizzati Numero di incontri individuali tutor - minori - 3 laboratori stagionali (cicli di 5/8 lezioni) afferenti alla sfera dell’espressività e animazione - 2 laboratori annuali afferenti alla sfera della manualità - 2 laboratori annuali per il settore sportivo - 1 attività di servizio e volontariato per ogni minore 1.3 favorire la Numero di attività extra - 1 attività per minore struttura (sportiva, espressiva o di partecipazione alle attività del territorio di volontariato) riferimento 2) accompagnare l’adolescente in un percorso di consapevolezza rispetto alla propria condizione formativa ed esistenziale; OBIETTIVI SPECIFICI 2.1 accompagnare in maniera individualizzata l’esperienza formativa mediante azioni specifiche di supporto alle scelte scolastiche garantendo un orientamento specifico e l’interazione costante con la scuola INDICATORI RISULTATI ATTESI Percorsi di orientamento individuali e/o per piccoli gruppi. Re-inserimento di ragazzi nei percorsi scolastici. Mantenimento del percorso scolastico intrapreso Colloquio con gli insegnanti 2.2 contribuire a migliorare gli esiti scolastici degli adolescenti in carico, con l’acquisizione di un metodo di studio e la maturazione di una maggiore motivazione all’impegno scolastico; Pagella e votazioni intermedie Controllo frequenza scolastica Autonomia scolastica del ragazzo (numero di volte che il ragazzo studia in autonomia e numero di richieste di aiuto all’educatore e ai compagni). - attivazione di 2 percorsi di orientamento annuali - inserimento nelle scuole di almeno 3 ragazzi che hanno abbandonato gli studi - partecipazione di tutti i ragazzi in carico ad un percorso di studi - confronto attivo con tutte le scuole - votazione di tutti i ragazzi al limite delle loro possibilità - frequenza scolastica costante per tutti i ragazzi - 1/3 dei ragazzi raggiungano l’autonomia scolastica entro fine anno 2.3 ritrovare Realizzazione di percorsi - realizzazione di 2 mirati al recupero della percorsi annuali con il motivazioni e passione dopo fallimenti motivazione e coinvolgimento di scolastici/lavorativi rielaborazione almeno 3 ragazzi ogni attraverso la condivisione corso con altri ragazzi di percorsi e azioni orientati al “fare” e alla produzione di risultati concreti e tangibili 3) strutturare percorsi di accompagnamento verso l’autonomia (capacità di assumersi gradualmente responsabilità) e strutturare l’ingresso nel mondo del lavoro; OBIETTIVI SPECIFICI INDICATORI RISULTATI ATTESI 3.1 avviare e sostenere percorsi di orientamento - realizzazione di 2 al lavoro percorsi annuali con il percorsi di coinvolgimento di orientamento al lavoro attraverso una graduale almeno 6 ragazzi ogni presa di coscienza dei corso propri punti di forza e di debolezza (bilancio di competenze); 3.2 agevolare tirocini e borse lavoro - inserire almeno 20 ragazzi in percorsi di l’inserimento lavorativo realizzati tirocini e borse lavoro e favorire attività di servizio mediante la realizzazione di esperienze professionalizzanti diversificate (tirocini, borse lavoro, ecc.) ad alto valore orientativo e in sinergia con gli enti pubblici, gli enti formativi e le imprese del territorio; 4) sostenere i nuclei famigliari in condizione di disagio e/o povertà perché possano ugualmente garantire ai minori un sufficiente livello di tutela e una risposta educativa coerente ed efficace INDICATORI OBIETTIVI SPECIFICI Partecipare alle attività 4.1 facilitare de territorio l’inserimento nel territorio dei nuclei famigliari estranei a dinamiche di comunità così da trovare sostegno e diventare a propria volta risorsa del territorio. RISULTATI ATTESI 4.2 coinvolgere la famiglia nelle pratiche di cura e nella coprogettazione dell’intervento - avere colloqui mensili con tutti i genitori dei minori in carico - attivare un corso di 3 incontri con uno psicologo sul tema della genitorialità Colloqui mensili con i genitori - partecipare ad eventi del territorio con almeno 3 nuclei familiari - rendere stabile la partecipazione al territorio di almeno 2 nuclei familiari Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi METODOLOGIA DI INTERVENTO Si istituisce una equipe integrata tra Politiche Sociali (titolari della presa in carico) ed ente gestore al fine di gestire le segnalazioni, i macro obiettivi dell’intervento, i tempi, la relazione con la famiglia, il monitoraggio e la verifica, la dimissione. Tali funzioni si realizzano attraverso un incontro mensile dell’equipe integrata. Verranno opportunamente individuate forme e modalità per il passaggio di situazioni dal Centro Diurno 6-15 anni al CD Giona-Sfam al fine di comprendere gli obiettivi già raggiunti e quelli da perseguire, in continuità con il progetto educativo individualizzato. Oltre all’incontro tecnico mensile sopra descritto, il Consorzio Sol.co Cremona si rende disponibile alla strutturazione di micro-equipe sul caso che vedranno il coinvolgimento dell’a.s. di riferimento e dell’educatore tutor individuato. Per ciascuno dei ragazzi inseriti si provvederà alla stesura di un progetto individualizzato (PEI) condiviso tra l’equipe del Centro e i Servizi Sociali; il PEI tiene conto delle attitudini, aspirazioni e bisogni del singolo ragazzo ed è orientato al raggiungimento degli obiettivi personali. Considerata l’età dei minori beneficiari sarà fondamentale stipulare un patto educativo con il ragazzo e con la famiglia durante la fase di accoglienza. Senza l’adesione al progetto diventa assolutamente difficoltosa la prosecuzione del progetto. Pertanto il primo impegno dell’equipe educativa sarà quello di creare le condizione affinché si giunga ad un consenso rispetto al percorso. (obiettivo 4) Il PEI può essere declinato in due differenti accezioni: “il percorso di sostegno educativo e scolastico” oppure “il percorso di inserimento guidato nel mondo del lavoro”. “PERCORSI DI SOSTEGNO EDUCATIVO E SCOLASTICO” E’ rivolto a ragazzi/e tra i 15 e i 18 anni che necessitano di supporti al fine di intervenire su situazioni di dropout, prevenire la fuoriuscita dal percorso formativo e affrontare insuccessi scolastici, fasi di disagio e di fragilità esistenziale. Ciò riguarderà sia situazioni per le quali sono presenti prescrizioni da parte della autorità giudiziaria e/o per casi in fase di segnalazione e/o a favore di minori in carico al servizio sociale. Gli elementi caratterizzanti tale percorso sono legati ai saperi, alle competenze sociorelazionali e alla capacità di riflettere sul sé e sulla realtà. Il CD “Giona – Sfam” prevede di combinare, a seconda della situazione e delle esigenze del minore preso in carico, i seguenti elementi: a. SOSTEGNO ALLO STUDIO (obiettivo 2) Il sostegno allo studio è attività fondamentale all’interno dell’esperienza di “Giona – Sfam” e si articola in percorsi individualizzati finalizzati a formulare una proposta mirata ed efficace in grado di soddisfare i bisogni e le esigenze dei ragazzi/e. Ciò è possibile grazie alla presenza di educatori professionali e di un nutrito gruppo di volontari competenti (giovani universitari o professori in pensione). Il percorso si differenzia in due ATTIVITA’: - Corsi di italiano L2 e prima scolarizzazione; - sostegno nello studio e nell’acquisizione di finalizzate al conseguimento di maggiori livelli di i livelli di autonomia: metodo di studio, organizzazione del lavoro e dei tempi, gestione dei rapporti con i pari e con gli adulti in ambito formativo. A seconda delle esigenze di ogni ragazzo/a viene calibrato il percorso didattico di studio. Il CD Giona Sfam, alla luce della sperimentazione biennale regionale, ha già una buona rete di rapporti con le istituzioni scolastiche che rende maggiormente efficace l’intervento. Il CD è anche abilitato a fornire, in accordo con la scuola inviante, momenti formativi e didattici presso il centro che siano però riconosciuti come monte ore scolastico dalla scuola stessa. b. SOSTEGNO EDUCATIVO (obiettivo 1) Per ciascun ragazzo viene individuato un educatore tutor allo scopo di divenire punto di riferimento ed interfaccia preferenziale nella relazione educativa. Le ATTIVITA’ di seguito esposte potranno essere gestite con operatori differenti ma sarà compito dell’educatore tutor ricomporre, mediante colloqui individuali con cadenza settimanale, le esperienze realizzate, rielaborando il significato che esse hanno avuto, come hanno impattato sul sé e come si collocano in relazione agli obiettivi del PEI. Per favorire la crescita armonica della persona, i processi di ricostruzione del sé, di consolidamento dell’autostima e le dinamiche positive di gruppo, vengono proposte attività animative, ludiche, espressive, di comunicazione e di servizio. Attività ludiche animazione Le attività sono: Avviamento allo sport (calcetto, calcio a 7, roccia, nuoto, rugby, volley, parkour, basket, ultimate frisbee, bowling e judo). Visite guidate presso città e esperienze culturali significative, con particolare attenzione ai beni culturali presenti nel nostro territorio. Momenti di soggiorno estivo finalizzato alla villeggiatura, alla socializzazione, alla conoscenza di nuovi luoghi ed esperienze, al servizio nei confronti di realtà significative per l’attenzione ai più svantaggiati. Grazie all’esperienza maturata nel tempo esistono contatti consolidati con diverse realtà locali presenti sul territorio disposte all’accoglienza e a favorire inserimenti mirati: A.S.D. San Michele, Società Sportiva S. Ambrogio, Squadra Calcio a 11 di Robecco e di Persichello, Società Sportiva S.Ilario, Sported Maris, Kodokan Cremona, Parkour Cremona, ASD Urania e Kiss My Disc Ultimate Frisbee Cremona. Attività espressività e comunicazione Laboratori attivati a moduli: percussioni connesse alla rielaborazione dei vissuti emotivi e della storia personale. Laboratorio di avviamento teatrale. Editing del notiziario mensile Gnews. Laboratorio di danza. Laboratorio musicale (scrittura testi, canto e incisione). Corso di giocoleria. Laboratorio di cucina, cucito, economia domestica, ecc. Produzione di oggettistica Attività di servizio e volontariato Ad ogni ragazzo/a inserito nel CD “Giona – Sfam” viene proposta un’esperienza di volontariato per incentivare forme di corresponsabilità e di scoperta di risorse personali spendibili non solo per sé ma anche al servizio degli altri e della comunità. In particolare sono percorribili le seguenti azioni: Affiancamento nell’animazione presso la Casa di Riposo “Fondazione la Pace Onlus” Manutenzione delle aree verdi presso il Centro Sociale per Anziani “Cremona Solidale”, Parrocchie, Associazioni, ecc. Consegna a domicilio della spesa e compagnia ad anziani soli o in difficoltà. Riordino e pulizia della piazzola per la raccolta differenziata. Servizio di traslochi per nuclei famigliari in difficoltà. Spazio gioco per bambini. Collaborazione con la comunità “S. Francesco” di Marzalengo. Sostegno ad attività ricreative e animative legate ai Centri Estivi / Grest parrocchiali. Collaborazione con il Centro Parrocchiale e la Cooperativa Sociale “Il Segno” di tipo B di Fuscaldo (Cs) impegnate nella promozione di occasioni di lavoro e crescita per giovani calabresi. Attività laboratori manuali Esistono anche attività laboratoriali-manuali periodiche inseribili nel PEI dei minori: Agricoltura biologica e fattoria didattica; apicoltura e costruzione casette per le api; giardinaggio; laboratorio di creatività manuale; laboratorio di riparazione biciclette; laboratorio meccanico finalizzato alle gare di “autosburla”; lavorazione del ferro e del legno. La seconda tipologia, invece, è nominata “PERCORSI DI INSERIMENTO GUIDATO NEL MONDO DEL LAVORO” a favore di ragazzi/e di età compresa tra i 16 e i 19 anni ed è finalizzata a realizzare esperienze formative (esperienze d’aula e esercitazioni all’autonomia) e lavorative (tirocini e borse lavoro) a forte valenza orientativa. I percorsi sono individualizzati e coniugano una parte fortemente introspettiva di autovalutazione e conoscenza di sé con una parte di motivazione e conoscenza del mondo del lavoro (gestiti mediante colloqui individuali ed esperienze di piccolo gruppo). Il percorso è finalizzato anche a strutturare esperienze concrete di sperimentazione tramite esercitazioni all’autonomia e tirocini di inserimento lavorativo (secondo le recenti linee guida di Regione Lombardia) all’interno di realtà aziendali e produttive della provincia di Cremona. I percorsi saranno implementati in sinergia con il Consorzio Mestieri di Cremona, ente accreditato per i servizi al lavoro presso il Ministero del Lavoro e presso Regione Lombardia. Nei percorsi viene affrontato il tema del lavoro in senso ampio e profondo come una delle dimensioni fondamentali e costitutive per l’essere umano già dalla giovane età, come occasione per favorire processi di autonomia e come strumento di realizzazione personale e dei bisogni della comunità. (obiettivo 3) - MODULO INFORMATICA: “ABC INFORMATICA” Corso di avviamento all’informatica finalizzato a far apprendere gli strumenti funzionali alla ricerca attiva del lavoro ed ad alcuni aspetti legati all’autonomia, in particolare programma di scrittura testi: compilazione cv e lettera di presentazione; internet: ricerca attiva del lavoro sui siti delle agenzie e sui siti specializzati nelle offerte di lavoro, selezione aziende per l’autocandidatura. programmi di calcolo: creazione di un piccolo schema di gestione economica delle entrate ed uscite personali, con particolare attenzione al risparmio. - MODULO ORIENTAMENTO E BILANCIO DI COMPETENZE: “CONOSCITI, SCEGLI e SPERIMENTATI” Corso avanzato finalizzato alla maggior consapevolezza di sé, dei propri punti di forza/debolezza, delle proprie attitudini e delle informazioni fondamentali per approcciarsi al mondo del lavoro (norme nell’ambito lavorativo, diritti e doveri del lavoratore, ricerca attiva del lavoro, ecc.). I contenuti e i moduli del corso saranno i seguenti: il mondo del lavoro: conoscenza del mercato del lavoro con particolare attenzione alle norme generali ed alle abilità e capacità richieste, diritti e doveri. Lavoro sul sé e orientamento: rispetto al mondo del lavoro, in che posizione mi trovo? Analisi dei propri punti di forza e di debolezza caratteriali, attitudinali, formativi e professionali. Questo modulo si avvarrà principalmente dello strumento del bilancio di competenze per arrivare a stendere un concreto piano d’azione funzionale ad una reale ed efficace ricerca attiva del lavoro. Particolare attenzione verrà posta su due concetti base per un orientamento efficace: le strategia di coping, modalità di affrontare situazioni di criticità, e il locus of control, ovvero la consapevolezza del grado di autodeterminazione sul proprio progetto di ricerca del lavoro. Il bilancio di competenze potrà essere svolto anche come lavoro di gruppo. Il bilancio di competenze porta anche ad una prima stesura del libretto formativo personale che negli anni andrà arricchendosi delle esperienze e delle competenze acquisite. La ricerca attiva del lavoro: dopo aver steso il bilancio di competenze si procede alla condivisione degli strumenti (lettera di presentazione, cv, telefonata, colloquio) e dei luoghidove implementare il proprio progetto di ricerca attiva del lavoro(centro per l’impiego, agenzie, aziende, internet, giornali). Training on the job: il corso può sfociare in una sperimentazione vera e propria all’interno del mondo del lavoro attraverso due strumenti: o l’esercitazione all’autonomia, ovvero un’esperienza laboratoriale in alcune realtà collegate al consorzio; o il tirocinio di inserimento lavorativo presso aziende della provincia di Cremona, come disciplinato dalle recenti linee guida di Regione Lombardia - ESERCITAZIONI ALL’AUTONOMIA E TIROCINI L’avviamento al lavoro passa necessariamente anche dall’esperienza sul campo e questo avviene attraverso due strumenti: esercitazione all’autonomia e tirocinio di inserimento lavorativo. Il primo strumento, l’esercitazione all’autonomia, si prefigura come un’esperienza inserita nel progetto individuale del ragazzo che permette di sperimentarsi in un ambiente esterno a quello del CD Giona - Sfam. Durante l’esercitazione vengono affidati dei compiti e delle mansioni da svolgere in autonomia e sotto la direzione di un tutor. Gli obiettivi e i risultati monitorati riguardano: l’autonomia e l’autoorganizzazione rispetto al raggiungimento del luogo dell’esercitazione; la relazione con un nuovo ambiente strutturato; le relazioni con pari e superiori; l’organizzazione e lo svolgimento delle mansioni assegnate. Il secondo strumento è il tirocinio come previsto dal DM 142/98 e dal regolamento attuativo della legge 196/97 e, da marzo 2012, come previsto dalle indicazioni operative del D.g.r. 20 marzo 2012 e successivo decreto d’approvazione del 27 novembre 2012. Il tirocinante è seguito da un tutor designato dell’ente inviante e da un tutor aziendale che insieme verificheranno il raggiungimento degli obiettivi descritti nel progetto individuale. Il tirocinio così come previsto dalla legge ha come primo obiettivo la formazione del tirocinante. Ed è questo che avviene. Il ragazzo attraverso il tirocinio impara a vivere in un ambiente lavorativo ed apprende competenze lavorative specifiche. In questo periodo il mercato richiede personale già formato o con esperienza; il tirocinio si prefigura quindi come occasione preziosa per il tirocinante. Inoltre il tirocinio è un’ottima opportunità anche per l’azienda che in futuro, avendo già conosciuto e formato sul campo il ragazzo, potrebbe decidere di stabilizzarlo all’interno del personale aziendale mediante assunzione. L’aspetto interessante che accomuna entrambi gli strumenti è la possibilità di gestire l’eventuale contributo motivazionale insieme all’educatore tutor, in un ottica futura di autonomia. Le decisioni rispetto all’utilizzo del denaro vengono condivise dal ragazzo con la famiglia e con l’educatore, cercando di fare scelte che vanno oltre la contingenza e puntino anche al risparmio per eventuali necessità future (patentino, patente, acquisto del ciclomotore, corso di formazione, acquisto di pc). CRONOPROGRAMMA Per praticità si è immaginato di dare avvio al progetto di SC nel mese di gennaio. Si provvederà, in fase di progettazione esecutiva, a ri-allineare il cronoprogramma con il reale avvio del progetto di SC. AZIONI AZIONI A BENEFICIO DIURETTO DEI VOLONTARI DEL SC programmazione partecipata inizio servizio civile convegno presentazione/conclusione del SC formazione SC monitoraggio SC FASI DI SVOLGIMENTO accompagnamento educativo sostegno scolastico laboratori sportivi laboratori espressivi laboratori manuali 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 attività di volontariato attività del territorio gite e soggiorni orientamento scolastico Modulo informatica Modulo orientamento e bilancio di competenze tirocini ed esercitazioni colloqui con la famiglia colloqui con AS STRUMENTI Considerata l’età dei minori cui si rivolge il servizio (15-18 anni), diviene indispensabile formalizzare fin dall’inizio del percorso un PATTO di corresponsabità in cui minore, servizio inviante, famiglia e CD Giona SFAM dichiarano i propri impegni e i tempi del percorso. Inoltre per ciascuno dei minori inseriti nel CD Giona Sfam viene redatto un Progetto Educativo individualizzato (come specificato in precedenza). Ciascuno dei PEI previsti si articola in: FASE DI ACCOGLIENZA: anagrafica, anamnesi (redatta di concerto con l’ente inviante), competenze evolutive e trasversali di partenza PEI: articolato secondo le aree di lavoro con indicati obiettivi specifici, indicatori, step di aggiornamento FASE DI DIMISSIONE: con indicate le competenze evolutive e trasversali raggiunte, la valutazione per aree, la relazione conclusiva Inoltre, per il PERCORSO DI INSERIMENTO GUIDATO AL MONDO DEL LAVORO viene utilizzato lo strumento del BILANCIO COMPETENZE che costituisce una traccia per un lavoro sia individuale che di piccolo gruppo finalizzato ad aumentare la consapevolezza dei propri punti di forza e punti di debolezza e di orientare il percorso di inserimento al lavoro. Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto Attraverso le risorse del Servizio Civile potremmo dare ulteriori sviluppi al progetto Centro Diurno Giona-SFAM: seguire con maggior vicinanza il percorso individuale di ciascun minore, incrementare la partecipazione ad alcune attività e proposte che giungono dal territorio, mantenere i contatti con gli adolescenti incontrati durante gli eventi e le promozioni, aumentare gli orari di apertura del centro (orari serali o fine settimana rispondendo alle esigenze degli adolescenti), sviluppare le proposte laboratoriali del centro ed estendere l’invito ad adolescenti del territorio favorendo percorsi di integrazione, sensibilizzazione ed educazione tra pari (peer education). Nello specifico ai Giovani del Servizio Civile sarà chiesto: VOLONTARI DEL SERVIZIO ORE CIVILE SETTIMANALI Attività di sostegno allo 10 studio MANSIONI Attività espressive, sport e 12 animazione Affiancamento nella organizzazione ed animazione con l’affidamento, sempre in accompagnamento, delle seguenti attività: cura dei contatti e promozione evento sul territorio, accoglienza e coordinamento attività destinate ai ragazzi. Mantenimento dei contatti con i partecipanti anche dopo l’evento. Accompagnamento individuale o a piccoli gruppi e partecipazione alle attività del territorio Promozione di attività per adolescenti anche in orari serali e/o giorni festivi all’interno del centro giona-SFAM o sul territorio Aggiornamento delle pagine di facebook e del sito. Integrazione e apertura al territorio 8 Avviamento al lavoro 8 Affiancamento individuale nel recupero scolastico dei ragazzi più bisognosi di rinforzo Affiancamento dell’operatore nel corso di formazione e orientamento con particolare Progettazione e programmazione 1 Gruppo volontari del centro 1 intervento nella corso di avviamento all’informatica. Supporto al minore nella compilazione del Bilancio Competenze Supporto al minore nella fase di ricerca attiva del lavoro e nella fase esperienziale (tirociniesercitazioni) Partecipazione alla progettazione e verifica dei percorsi individuali. Strutturazione del programma settimanale Coordinamento delle attività dei volontari Numero dei volontari da impiegare nel progetto: Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 6 30 0 5 Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: - - flessibilità oraria; disponibilità ad un impegno occasionale in giorni festivi; disponibilità nel periodo estivo per lo svolgimento di attività estive, escursioni, campeggi, ecc… disponibilità a condividere con i soci, i volontari e gli operatori momenti di confronto, verifica e formazione; disponibilità a partecipare a convegni, momenti di studio e seminari organizzati da altri Enti sul territorio riguardanti il settore e le aree di intervento del progetto; la cura delle sedi, degli strumenti e delle attrezzature messe a disposizione per la realizzazione del progetto. Criteri e modalità di selezione dei volontari: MODALITA’ DI RECLUTAMENTO E SELEZIONE DEI VOLONTARI La modalità di reclutamento e selezione dei giovani si configura come un percorso graduale di approccio sia alle tematiche del progetto, sia all’Ente stesso. Il percorso prevede quattro diversi momenti: CONTATTO INFORMATIVO INCONTRO INFORMATIVO COLLOQUIO PRESELETTIVO INCONTRO CON IL SELETTORE diffusione del bando, della scheda progetto, del testo della L.64/2001 e dei criteri di selezione attraverso tutti i canali di comunicazione a disposizione del Consorzio (sito, social, ecc…) organizzazione di un incontro informativo presso la sede del Consorzio per la presentazione pubblica del progetto, la diffusione del materiale informativo, il testo del bando e per dare le informazioni necessarie per partecipare alla selezione. dopo la presentazione della domanda da parte dei giovani è previsto un colloquio personale nella sede del Consorzio che prevede anche la compilazione, insieme alla commissione interna, di una prima scheda nella quale vengono raccolte notizie circa la vita del giovane, gli studi, il lavoro, la famiglia, gli interessi personali, ecc…. incontro del gruppo di giovani con il selettore esterno. Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: La possibilità di vivere l’esperienza del Servizio Civile non è preclusa a nessuno. Tuttavia ci sono alcuni requisiti che possono in qualche modo orientare la scelta dei candidati. Tali requisiti sono: Requisiti non indispensabili ma a favore della selezione: - titoli di studio attinenti al progetto; - esperienze di volontariato precedenti; - disponibilità a spostamenti nel territorio; - possesso della patente B per la guida di autoveicoli