STRALCIO SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI
IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
Ente proponente il progetto:
CONSORZIO SOL.CO CREMONA Società Cooperativa Sociale
Il Consorzio Sol.co Cremona nasce a Cremona nel 1988 per volontà di un gruppo di
cooperative sociali mosse dalla necessità di strutturarsi, condividere idee, modalità
progettuali, nuovi servizi.
Inizia ad occuparsi principalmente di psichiatria, prima all’interno dell’ex Ospedale
Psichiatrico ed in seguito attraverso l’azione diretta di Cooperative di tipo A e B del
territorio.
Col passare degli anni il Consorzio e le Cooperative socie hanno operato un
importante processo di diversificazione, estendendo l’attività a nuove aree di
intervento (minori, disabilità, anziani, politiche attive del lavoro, ecc.).
Fin dalla sua nascita il Consorzio aderisce a Confcooperative e al Gruppo
Cooperativo CGM. Negli anni ha esteso la sua adesione a Coopservizi, CGM
Finance, Comunità Solidali, Mestieri, Cooperfidi, Irecoop Lombardia. Il Consorzio
Sol.co Cremona è iscritto al registro regionale e nazionale delle Cooperative Sociali,
al registro prefettizio delle Cooperative, al registro degli enti e delle associazioni che
svolgono Attività a favore degli Immigrati.
Localmente il Consorzio è coinvolto, direttamente e tramite le Cooperative socie nel
Dipartimento di Salute Mentale, nell’Organismo di Coordinamento dell’ASL di
Cremona, nel Tavolo del Terzo Settore, nei Piani di Zona e nel Form del Terzo
Settore.
Il Consorzio Sol.co Cremona è composto da 21 enti soci (cooperative sociali ed
associazioni). Non si tratta di un Consorzio di servizi, con la sola mutualità come
fine, ma punta ad essere un’impresa sociale affidabile, reputata e partecipata, capace
di incidere nella prospettiva dell’istituzione di comunità sullo sviluppo culturale,
sociale, economico del territorio in cui opera, muove e organizza risorse, attraverso
l’azione in rete di cooperative sociali e soggetti diversi del territorio.
Codice di accreditamento:
Albo e classe di iscrizione:
NZ06279
REGIONE LOMBARDIA
IV
CARATTERISTICHE PROGETTO
Titolo del progetto:
RAGAZZI AL CENTRO
Promuovere protagonismo e percorsi di autonomia
con adolescenti in situazione di disagio
Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
SETTORE: Educazione
AREA DI INTERVENTO: Centri di Aggregazione Giovanile (prevalente)
Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza
il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori
misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
ANALISI DELL’AREA DI INTERVENTO E CONTESTO TERRITORIALE
Il Centro Diurno “Giona – Sfam” (Servizio Formazione all’Autonomia Minori) si rivolge ad
adolescenti (15-19 anni) e rispettive famiglie in situazione di disagio, anche temporaneo, dovuto
 a provvedimenti dell’autorità giudiziaria
 alla difficoltà da parte degli adulti di far fronte autonomamente ai bisogni degli adolescenti
 a condizioni di povertà estrema
tali da rendere difficile l’ingresso e/o la permanenza nei percorsi scolastici, di formazione
professionale e di inserimento nel mondo del lavoro.
Guardando alla popolazione presente nel territorio cremonese tra i 15 e i 19 anni (e più in generale
alla realtà lombarda) si possono riscontrare alcune criticità:
 l’abbandono scolastico. Per quanto riguarda fenomeni come il drop out scolastico l’indagine
Eurostat del 2008, il Rapporto sulla scuola in Italia 2010 della Fondazione Giovanni Agnelli,
le indagini Istat 2011, 2012 e il Servizio Statistico del MIUR (Focus Dispersione Scolastica –
giugno 2013) fanno emergere come il Nord dell’Italia e la Lombardia non siano escluse da
percentuali ancora molto al di sopra di quanto prefissato da Strategia Europa 2020. Il tasso
di drop out, infatti, è stato registrato nel termine del 17,6% rispetto alla popolazione
studentesca e pare ancora lontano l’obiettivo del 10% indicato dai piani europei. Il
report della Fondazione Agnelli attribuisce addirittura in alcune zone della Lombardia la
percentuale del 23%. È bene tenere conto di alcune caratteristiche peculiari della provincia
di Cremona, raccolte dal ANALISI DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA PRESENTE
NELLE SCUOLE STATALI – giugno 2014, soffermandoci in particolare sui dati della
scuola secondaria di secondo grado (target del Centro Giona):
o la popolazione scolastica che accede alla scuola secondaria di secondo grado è in
aumento (+1,66% dall’anno precedente)
o gli alunni stranieri, nel Distretto di Cremona, sono il 15% e il dato registra ogni anno
degli incrementi
o nell’a.s. 2012-2013 si sono registrati i seguenti andamenti: aumento degli alunni di
licei e istituti per istruzione e formazione professionale; stabili gli iscritti agli istituti
tecnici e in diminuzione degli alunni nell’istruzione professionale
 La difficoltà nel formarsi e inserirsi nel mondo del lavoro. Le indagini Istat aggiornati a
maggio 2014 indicano il valore della disoccupazione giovanile (15-24 anni): 700.000
persone. L'incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è
pari all'11,7%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti
su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul
totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 43,0%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al
mese precedente ma in crescita di 4,2 punti nel confronto tendenziale . In particolare in
Lombardia il dato percentuale è leggermente al di sotto della media nazionale 20,1% ma
ancora lontano dagli obiettivi che l’Unione Europea ha decretato per gli Stati membri.
Da uno studio di Confartigianato Lombardia si registra che la realtà cremonese, in termini di
disoccupazione giovanile, ha il secondo valore più alto della regione attestandosi intorno al
23,6% (insieme a Como solo dietro a Varese).
Merita particolare attenzione anche una nuova categoria recentemente individuata, ovvero
quella dei Neet. Neet è l’acronimo di Not in Education, Employment or Training. Riguarda
gli adolescenti e i giovani compresi tra i 16 e i 35 anni che sono esclusi dal mondo
dell’istruzione e del lavoro e che non sono attivi nella ricerca di un’occupazione; essi, in
Lombardia, sono il 16,5% dei giovani tra i 16 e i 35 anni. Una categoria che vede aumentare
in maniera preoccupante i propri numeri e che troppo spesso, non rientrando nella fascia di
“obbligo scolastico”, rimane sommersa. Essa è sinonimo di un preoccupante e acuto stato di
apatia da parte dei ragazzi che potrebbe seriamente compromettere futuri progetti di
autonomia oltre che, nella peggiore delle ipotesi, aumentare l’incidenza di avvicinamenti ed
ingressi in percorsi di devianza che in alcuni casi possono sfociare nell’area del penale.
 Situazioni di disagio borderline dovute a povertà, percorsi di illegalità o condotte poco
socializzanti che hanno già valicato la soglia della “normalità” ma che potrebbero risultare
ancora escluse da una presa in carico istituzionale. Le situazioni di disagio borderline dovute
alla povertà crescente delle famiglie (si vedano gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio
Caritas sulle povertà in Lombardia) e la persistente presenza di ragazzi/e in percorsi di
illegalità rendono urgente la presa in carico precoce dei minori per evitare il loro ingresso in
percorsi di devianza conclamata difficilmente arginabile.
A tale analisi della situazione territoriale e nazionale si aggiungono le indicazioni della DGR n.
4757 del 23.01.2013 ove vengono definiti alcuni principi di fondo che costituiranno, con tutta
probabilità, le linee guida regionali inerenti la tutela dei minori e la presa in carico della famiglia con
minori in difficoltà. In questo testo si sottolinea il ruolo dei servizi che sono chiamati ad intervenire
nei momenti di maggiore fragilità familiare rispetto ai bisogni di cura, sostegno, protezione e tutela
dei minori. Si fa riferimento ad un necessario cambiamento delle progettualità e delle prassi,
orientato verso un approccio al tema tutela sempre più integrato tra le dimensioni sociale,
educativa, psicologica. I vari attori vengono orientati all’adozione di modelli gestionali ed operativi
di natura sistemica, per evitare la frammentazione degli interventi, la dispersiva sovrapposizione di
competenze, massimizzando i benefici che emergono dal lavoro multi-professionale. Pur rimarcando
il principio secondo cui la titolarità giuridica nelle situazioni di tutela del minore rimane di natura
istituzionale, vengono individuate metodologie che favoriscano l’integrazione tra le competenze
dei diversi attori in gioco: l’ente locale, la famiglia, la comunità territoriale. In quest’ottica
anche il terzo settore da erogatore di servizi, diventa soggetto attivo chiamato in forma concertata
con l’Ente locale a rischiare risorse proprie per progettare e realizzare soluzioni innovative. Il
progetto Centro Diurno Giona-Sfam si pone in linea con tale orientamento avendo nei sui punti
chiave del suo agire:
- La corresponsabilità si concretizza nella individuazione precoce dei bisogni, nello studio e nella
realizzazione di risposte individualizzate e territoriali, nella messa in campo delle risorse necessarie
(economiche, professionali, relazionali ed informali) e nella valutazione degli esiti. Il lavoro sociale,
soprattutto a favore di minori adolescenti, non può che essere orientato ad un recupero progressivo
delle autonomie personali e familiari attraverso percorsi fortemente flessibili e personalizzati.
- Il territorio diviene dunque il punto di partenza per individuare le situazioni di fragilità e di
disagio, il luogo con cui lavorare, individuare le risorse e condividere l’intervento, il punto di arrivo
ovvero il luogo dove minori, adolescenti, famiglie riescono nuovamente a crescere e a far crescere.
Seguendo queste indicazioni, il Consorzio Sol.Co Cremona, in materia di tutela minori ha sviluppato
negli ultimi anni percorsi di coprogettazione con le istituzioni locali e gli enti non profit del territorio
per riuscire a fornire risposte integrate, flessibili, qualificate e personalizzate a favore degli
adolescenti della città di Cremona e dei centri limitrofi. In particolare ha implementato risposte
alternative all’inserimento in comunità attraverso percorsi individualizzati, territoriali, domiciliari, di
affido potenziato creando un centro propulsore: il Centro Diurno Giona Sfam.
IL CENTRO DIURNO GIONA-SFAM: RAGAZZI COSTRUTTORI DEL PROPRIO
FUTURO
Breve storia
Dal 2010 al 2012 al via la prima sperimentazione Servizio Formazione all’Autonomia Minori
(SFAM)
Tra il 2010 e il 2012 il Consorzio Sol.co Cremona ha realizzato una fondamentale
sperimentazione attraverso l’accreditamento di Regione Lombardia del “Servizio di
Formazione all’Autonomia per Minori”, secondo quanto stabilito dalla DGR n. 11263 del 10
febbraio 2010 e Dgr del 26 ottobre 2010 n. 694.
Nel biennio di sperimentazione sono stati presi in carico 37 adolescenti tra i 14 e i 20 anni; si è
trattato nell’81% dei casi di situazione inviate dal Servizio Sociale (soprattutto dalle Politiche Sociali
del Comune di Cremona), con fragilità eterogenee e riconducibili soprattutto ad ambiti di
disfunzione relazionale familiare, limiti evidenti in abilità e competenze didattiche rispetto alla loro
fascia di età, comportamenti devianti e borderline che hanno reso difficile la coesistenza con le
norme dell’ambiente scolastico e scarse motivazioni allo studio.
Il 20% dei ragazzi inseriti nel progetto SFAM presentavano situazioni personali e familiari al limite
della sostenibilità per i quali si ipotizzava un allontanamento dal nucleo ed un inserimento in
comunità. Grazie al lavoro preventivo realizzato mediante l’inserimento dell’adolescente nello
SFAM, la sinergia con i Servizi Sociali Territoriali, il supporto concreto alla genitorialità, è stato
possibile evitare l’inserimento in comunità residenziale per minori. Diversi ragazzi, assolto l’obbligo
scolastico e/o in prossimità del compimento della maggiore età, hanno preso parte a momenti d’aula
ed esercitazioni sul campo (borse lavoro). La maggior parte di loro ha realizzato tali esperienze in
maniera soddisfacente ricevendo encomi e complimenti dai responsabili delle aziende e
manifestando un’adeguatezza che non era stato possibile fare emergere durante la loro recente storia
formativa. L’80% circa dei ragazzi che dopo aver effettuato la borsa lavoro erano nelle condizioni
anagrafiche e burocratiche di poter lavorare hanno ottenuto un regolare contratto di lavoro; si è
trattato di 9 assunzioni.
Nello specifico:
Analisi dei dati periodo Novembre 2010 – Dicembre 2012
Totale ragazzi/e: 37
Ragazzi e ragazze
6
Maschi
Femmine
31
Ente inviante
5
2
Servizi sociali
Famiglia
30
Scuola
In riferimento al settore dell’inserimento lavorativo:
Nei due anni di sperimentazione dello SFAM (2011/2012) sono state attivate 36 esercitazioni
all’autonomia con le seguenti caratteristiche:

durata media 4 mesi;

impegno medio settimanale: 3 volte a settimana;

soggetti ospitanti: parrocchie, maneggio, fattoria, cooperative sociali, apicoltore, lavanderia.
Nel biennio della sperimentazione (2011/2012) sono stati attivati 15 tirocini con le seguenti
caratteristiche:




durata media 6 mesi;
impegno medio settimanale: tutti i giorni da lunedì a venerdì;
aziende ospitanti: cooperative sociali di tipo B (assemblaggio, confezionamento, pulizia e
cura del verde), azienda metalmeccanica, supermercato, officina e legatoria.
4 assunzioni presso l’azienda in cui è stato svolto il tirocinio, 3 assunzioni a seguito della
ricerca attiva del lavoro.
L’accompagnamento alla dimissione è stato un momento delicato ma fondamentale della
sperimentazione. L’autonomia raggiunta dai ragazzi/e non è mai stata assoluta ma ritenuta adeguata
rispetto agli obiettivi esplicitati nei Progetti Educativi Individualizzati.
Dal 2013 il viaggio continua…
Nel 2013, riconoscendo l’importanza per il territorio di un centro educativo rivolto agli adolescenti e
intuita la necessità di percorsi educativi personalizzati come alternativa alla comunità per adolescenti
che vivono un periodo di fragilità, disagio sociale e/o fortemente a rischio di devianza, è iniziata la
collaborazione biennale con il Comune di Cremona che ha dato i natali al “Centro Diurno GionaSfam”. La coprogettazione col Consorzio Solco pertanto prosegue dopo il biennio di accreditamento
grazie al canale preferenziale col Comune che però non è esclusivo infatti il “Centro Diurno GionaSfam” rimane aperto ai privati e collabora con altri Comuni come per esempio quello di Torricella e
Gussola.
Nell’anno 2013 il Consorzio Sol.co Cremona attraverso il Centro Diurno Giona Sfam ha realizzato
percorsi di presa in carico educativa diurna e di inserimento guidato al mondo del lavoro a favore di
18 minori in situazione di forte disagio in carico al Comune di Cremona.
Fra essi:
 9 hanno un decreto del tribunale per i minorenni: per 5 di essi il TM ha disposto
l’inserimento in comunità ma attraverso un intenso lavoro diurno è stato possibile
evitarlo
 2 sono autori di reato per i quali non sono state disposte misure cautelari
Per 6 minori prossimi alla maggiore età sono stati avviati percorsi di esercitazione all’autonomia e
tirocini lavorativi in forte sinergia con il Consorzio Mestieri Cremona. Per tre di essi, al termine del
percorso, c’è stata l’assunzione presso aziende private.
Una fitta rete di progetti con e per gli adolescenti
Gli operatori del centro diurno Giona-Sfam hanno maturato negli anni una nutrita esperienza con e
per gli adolescenti intervenendo a vario titolo in diversi progetti rivolti esclusivamente al mondo
giovanile. Vantano la gestione di diversi servizi che diventano risorse formative poiché offrono
un’approfondita conoscenza del settore giovanile, delle dinamiche del mondo adolescenziale, del
territorio e delle risposte esso che mette in campo nonché sono opportunità importanti per declinare e
costruire con il minore un percorso educativo individualizzato e globale con la possibilità di
ampliare la gamma della proposte e ottimizzare l’utilizzo delle risorse. La gestione di appartamenti
per l’autonomia, la collaborazione già in attivo con Consultorio UCIPEM, Scuole, Oratori,
associazione per l’affido sono opportunità percorribili per offrire risposte adeguate ai diversi bisogni
dei minori.
DESTINATARI
Il Centro Diurno “Giona – Sfam” è finalizzato alla promozione di percorsi e opportunità di sostegno
e accompagnamento educativo per gli adolescenti (tra i 15 e i 18 anni )e i loro nuclei famigliari
nei momenti di maggior fragilità rispetto ai bisogni di cura, protezione e tutela dei minori. Essi
possono essere:
 Soggetti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria (TM – TO)
 Per i quali è in corso una segnalazione al TM
 Appartenenti a nuclei multi-problematici in carico ai servizi sociali
 Allontanati dalla famiglia d’origine
Al fine di completare i percorsi di avvio all’autonomia, previa valutazione dell’equipe e su
indicazione del servizio titolare della presa in carico, si potranno accompagnare, per periodi ben
definiti e con obiettivi precisi, giovani neo-maggiorenni.
Nelle rete: altri beneficiari
Scuola: L’offerta dei servizi previsti nel progetto permetterà di arricchire il territorio di un centro
capace di farsi carico di dinamiche adolescenziali sempre più compromesse e di difficile presa in
carico all’interno dell’esclusivo sistema scolastico. Le scuole potranno beneficiare di un’offerta
formativa di percorsi di sostegno allo studio e/o extra scolastici utili agli allievi e la possibilità di
avvalersi della collaborazione di una realtà in grado di mettere a disposizione persone qualificate,
attrezzature, luoghi, esperienze significative per l’orientamento e/o la ripresa della motivazione allo
studio
Comunità e territorio: è sempre un beneficio per la comunità avere punti di riferimento sicuri e
percorsi educativi consolidati per giovani, specialmente adolescenti in una fase delicata della crescita
e in un territorio nel quale, sempre più spesso, emerge la questione della sicurezza, del bullismo,
dello spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, dell’alcolismo tra gli adolescenti. Avere un luogo
dedicato agli adolescenti e giovani impegnati in iniziative significative vuol dire intervenire
precocemente sulle situazione più a rischio di devianza.
Obiettivi del progetto:
IDEE DI FONDO
Il centro diurno Giona-Sfam punta a diventare per il territorio cremonese un centro di
riferimento specifico e competente rivolto alle dinamiche adolescenziali e capace di
accompagnare e sostenere famiglie, servizi e scuole in risposte educative adeguate,
divenendo solida alternativa all’inserimento in comunità.
Le principali funzioni progettuali vertono intorno a questioni determinanti per
l’ambito educativo e sono funzionali alla socializzazione, alla mediazione
famigliare e al raggiungimento dell’autonomia.
Particolare attenzione viene posta alla tematica della promozione dell’innovazione
sociale (aggancio precoce, esercizio “comunitario” della tutela, progetti integrati di
territorio) che si realizza sia nei percorsi preventivi, ma anche in termini riparativi
(qualora si affrontino casi già piuttosto compromessi).
Nota essenziale del progetto è il coinvolgimento e la sensibilizzazione del
territorio.
FINALITA’
Le finalità del Centro Diurno Giona-SFAM sono:
 incentivare forme di corresponsabilità nella presa in carico del minore e
l’esercizio della tutela integrata;
 saper promuovere progettazioni educative flessibili e personalizzate senza
perdere la ricchezza di momenti ed esperienze gruppali atte a facilitare
dinamiche di crescita identitaria nel o tra pari
 lavorare per fare crescere la comunità aumentando le collaborazioni e le
competenze per poter meglio accompagnare le situazioni di fragilità anche
nell’ottica del reinserimento territoriale
OBIETTIVI GENERALI E SOTTOBIETTIVI
1) favorire il benessere esistenziale dell’adolescente mediante un
approccio globale (sviluppo capacità cognitive, razionali, valoriali,
emotive, corporee e relazionali) e personalizzato;
2) accompagnare l’adolescente in un percorso di consapevolezza rispetto
alla propria condizione formativa ed esistenziale;
3) strutturare percorsi di accompagnamento verso l’autonomia (capacità
di assumersi gradualmente responsabilità) e strutturare l’ingresso nel
mondo del lavoro;
4) sostenere i nuclei famigliari in condizione di disagio e/o povertà perché
possano ugualmente garantire ai minori un sufficiente livello di tutela e
una risposta educativa coerente ed efficace
OBIETTIVI PER IL SERVIZIO CIVILE
Offrire ai giovani di Servizio Civile un percorso formativo e di esperienza diretta
che permetta loro di confrontarsi con i temi dell’educazione e del disagio
giovanile in una prospettiva di promozione della dignità della persona attraverso un
approccio globale al benessere dell’altro.
Far loro sperimentare come la ricerca di risorse e sinergie territoriali sia elemento
fondamentale per riconnettere il nucleo famigliare fragile alla comunità territoriale
di riferimento facendo così in modo di generare nuove opportunità di crescita di un
territorio.
Tale esperienza consentirà loro non solo di usare in maniera utile e costruttiva il
proprio tempo e di acquisire particolari competenze spendibili anche in contesti
lavorativi, ma di sperimentare concretamente l’importanza dell’assumersi delle
responsabilità nella società per contribuire alla crescita del proprio territorio.
DAGLI OBIETTIVI GENERALI AGLI OBIETTIVI SPECIFICI
1) favorire il benessere esistenziale dell’adolescente mediante un
approccio globale (sviluppo capacità cognitive, razionali, valoriali,
emotive, corporee e relazionali) e personalizzato;
OBIETTIVI
SPECIFICI
1.1 proporre momenti e
spazi di relazione,
dialogo, ascolto mediante
i quali permettere al
ragazzo di rielaborare le
esperienze (attraverso
figure tutor);
INDICATORI
RISULTATI ATTESI
Individuare un tutor di
riferimento per ogni
ragazzo
- un incontro a fine
settimana tra tutor e
minore
- incontro di revisione
mensile tutor e minore
- incontro al bisogno
1.2 incentivare la
partecipazione a percorsi
di protagonismo ed
espressione di sé
mediante esperienze
laboratoriali;
Numero di laboratori
organizzati
Numero di incontri
individuali tutor - minori
- 3 laboratori stagionali
(cicli di 5/8 lezioni)
afferenti alla sfera
dell’espressività e
animazione
- 2 laboratori annuali
afferenti alla sfera della
manualità
- 2 laboratori annuali per
il settore sportivo
- 1 attività di servizio e
volontariato per ogni
minore
1.3 favorire la
Numero di attività extra
- 1 attività per minore
struttura
(sportiva, espressiva o di
partecipazione alle
attività del territorio di
volontariato)
riferimento
2) accompagnare l’adolescente in un percorso di consapevolezza rispetto
alla propria condizione formativa ed esistenziale;
OBIETTIVI
SPECIFICI
2.1 accompagnare in
maniera individualizzata
l’esperienza formativa
mediante azioni
specifiche di supporto
alle scelte scolastiche
garantendo un
orientamento specifico e
l’interazione costante con
la scuola
INDICATORI
RISULTATI ATTESI
Percorsi di orientamento
individuali e/o per piccoli
gruppi.
Re-inserimento di ragazzi
nei percorsi scolastici.
Mantenimento del
percorso scolastico
intrapreso
Colloquio con gli
insegnanti
2.2 contribuire a
migliorare gli esiti
scolastici degli
adolescenti in carico, con
l’acquisizione di un
metodo di studio e la
maturazione di una
maggiore motivazione
all’impegno scolastico;
Pagella e votazioni
intermedie
Controllo frequenza
scolastica
Autonomia scolastica del
ragazzo (numero di volte
che il ragazzo studia in
autonomia e numero di
richieste di aiuto
all’educatore e ai
compagni).
- attivazione di 2 percorsi
di orientamento annuali
- inserimento nelle scuole
di almeno 3 ragazzi che
hanno abbandonato gli
studi
- partecipazione di tutti i
ragazzi in carico ad un
percorso di studi
- confronto attivo con
tutte le scuole
- votazione di tutti i
ragazzi al limite delle
loro possibilità
- frequenza scolastica
costante per tutti i ragazzi
- 1/3 dei ragazzi
raggiungano l’autonomia
scolastica entro fine anno
2.3 ritrovare
Realizzazione di percorsi - realizzazione di 2
mirati al recupero della
percorsi annuali con il
motivazioni e passione
dopo fallimenti
motivazione e
coinvolgimento di
scolastici/lavorativi
rielaborazione
almeno 3 ragazzi ogni
attraverso la condivisione
corso
con altri ragazzi di
percorsi e azioni orientati
al “fare” e alla
produzione di risultati
concreti e tangibili
3) strutturare percorsi di accompagnamento verso l’autonomia (capacità
di assumersi gradualmente responsabilità) e strutturare l’ingresso nel
mondo del lavoro;
OBIETTIVI
SPECIFICI
INDICATORI
RISULTATI ATTESI
3.1 avviare e sostenere
percorsi di orientamento
- realizzazione di 2
al lavoro
percorsi annuali con il
percorsi di
coinvolgimento di
orientamento al lavoro
attraverso una graduale
almeno 6 ragazzi ogni
presa di coscienza dei
corso
propri punti di forza e di
debolezza (bilancio di
competenze);
3.2 agevolare
tirocini e borse lavoro
- inserire almeno 20
ragazzi in percorsi di
l’inserimento lavorativo realizzati
tirocini e borse lavoro
e favorire attività di
servizio mediante la
realizzazione di
esperienze
professionalizzanti
diversificate (tirocini,
borse lavoro, ecc.) ad alto
valore orientativo e in
sinergia con gli enti
pubblici, gli enti
formativi e le imprese del
territorio;
4) sostenere i nuclei famigliari in condizione di disagio e/o povertà perché
possano ugualmente garantire ai minori un sufficiente livello di tutela e
una risposta educativa coerente ed efficace
INDICATORI
OBIETTIVI
SPECIFICI
Partecipare alle attività
4.1 facilitare
de territorio
l’inserimento nel
territorio dei nuclei
famigliari estranei a
dinamiche di comunità
così da trovare sostegno e
diventare a propria volta
risorsa del territorio.
RISULTATI ATTESI
4.2 coinvolgere la
famiglia nelle pratiche di
cura e nella coprogettazione
dell’intervento
- avere colloqui mensili
con tutti i genitori dei
minori in carico
- attivare un corso di 3
incontri con uno
psicologo sul tema della
genitorialità
Colloqui mensili con i
genitori
- partecipare ad eventi del
territorio con almeno 3
nuclei familiari
- rendere stabile la
partecipazione al
territorio di almeno 2
nuclei familiari
Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le
attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in
servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo
che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
METODOLOGIA DI INTERVENTO
Si istituisce una equipe integrata tra Politiche Sociali (titolari della presa in carico)
ed ente gestore al fine di gestire le segnalazioni, i macro obiettivi dell’intervento, i
tempi, la relazione con la famiglia, il monitoraggio e la verifica, la dimissione. Tali
funzioni si realizzano attraverso un incontro mensile dell’equipe integrata.
Verranno opportunamente individuate forme e modalità per il passaggio di
situazioni dal Centro Diurno 6-15 anni al CD Giona-Sfam al fine di comprendere gli
obiettivi già raggiunti e quelli da perseguire, in continuità con il progetto educativo
individualizzato.
Oltre all’incontro tecnico mensile sopra descritto, il Consorzio Sol.co Cremona si
rende disponibile alla strutturazione di micro-equipe sul caso che vedranno il
coinvolgimento dell’a.s. di riferimento e dell’educatore tutor individuato.
Per ciascuno dei ragazzi inseriti si provvederà alla stesura di un progetto
individualizzato (PEI) condiviso tra l’equipe del Centro e i Servizi Sociali; il PEI
tiene conto delle attitudini, aspirazioni e bisogni del singolo ragazzo ed è orientato al
raggiungimento degli obiettivi personali.
Considerata l’età dei minori beneficiari sarà fondamentale stipulare un patto
educativo con il ragazzo e con la famiglia durante la fase di accoglienza. Senza
l’adesione al progetto diventa assolutamente difficoltosa la prosecuzione del progetto.
Pertanto il primo impegno dell’equipe educativa sarà quello di creare le condizione
affinché si giunga ad un consenso rispetto al percorso. (obiettivo 4)
Il PEI può essere declinato in due differenti accezioni: “il percorso di sostegno
educativo e scolastico” oppure “il percorso di inserimento guidato nel mondo del
lavoro”.
“PERCORSI DI SOSTEGNO EDUCATIVO E SCOLASTICO”
E’ rivolto a ragazzi/e tra i 15 e i 18 anni che necessitano di supporti al fine di
intervenire su situazioni di dropout, prevenire la fuoriuscita dal percorso formativo e
affrontare insuccessi scolastici, fasi di disagio e di fragilità esistenziale. Ciò
riguarderà sia situazioni per le quali sono presenti prescrizioni da parte della autorità
giudiziaria e/o per casi in fase di segnalazione e/o a favore di minori in carico al
servizio sociale.
Gli elementi caratterizzanti tale percorso sono legati ai saperi, alle competenze sociorelazionali e alla capacità di riflettere sul sé e sulla realtà. Il CD “Giona – Sfam”
prevede di combinare, a seconda della situazione e delle esigenze del minore preso in
carico, i seguenti elementi:
a. SOSTEGNO ALLO STUDIO (obiettivo 2)
Il sostegno allo studio è attività fondamentale all’interno dell’esperienza di “Giona –
Sfam” e si articola in percorsi individualizzati finalizzati a formulare una proposta
mirata ed efficace in grado di soddisfare i bisogni e le esigenze dei ragazzi/e. Ciò è
possibile grazie alla presenza di educatori professionali e di un nutrito gruppo di
volontari competenti (giovani universitari o professori in pensione).
Il percorso si differenzia in due ATTIVITA’:
- Corsi di italiano L2 e prima scolarizzazione;
- sostegno nello studio e nell’acquisizione di finalizzate al conseguimento
di maggiori livelli di i livelli di autonomia: metodo di studio,
organizzazione del lavoro e dei tempi, gestione dei rapporti con i pari e
con gli adulti in ambito formativo.
A seconda delle esigenze di ogni ragazzo/a viene calibrato il percorso didattico di
studio.
Il CD Giona Sfam, alla luce della sperimentazione biennale regionale, ha già una
buona rete di rapporti con le istituzioni scolastiche che rende maggiormente efficace
l’intervento. Il CD è anche abilitato a fornire, in accordo con la scuola inviante,
momenti formativi e didattici presso il centro che siano però riconosciuti come monte
ore scolastico dalla scuola stessa.
b. SOSTEGNO EDUCATIVO (obiettivo 1)
Per ciascun ragazzo viene individuato un educatore tutor allo scopo di divenire
punto di riferimento ed interfaccia preferenziale nella relazione educativa. Le
ATTIVITA’ di seguito esposte potranno essere gestite con operatori differenti ma
sarà compito dell’educatore tutor ricomporre, mediante colloqui individuali con
cadenza settimanale, le esperienze realizzate, rielaborando il significato che esse
hanno avuto, come hanno impattato sul sé e come si collocano in relazione agli
obiettivi del PEI.
Per favorire la crescita armonica della persona, i processi di ricostruzione del sé, di
consolidamento dell’autostima e le dinamiche positive di gruppo, vengono proposte
attività animative, ludiche, espressive, di comunicazione e di servizio.
Attività ludiche animazione
Le attività sono:
 Avviamento allo sport (calcetto, calcio a 7, roccia, nuoto, rugby, volley,
parkour, basket, ultimate frisbee, bowling e judo).
 Visite guidate presso città e esperienze culturali significative, con particolare
attenzione ai beni culturali presenti nel nostro territorio.
 Momenti di soggiorno estivo finalizzato alla villeggiatura, alla
socializzazione, alla conoscenza di nuovi luoghi ed esperienze, al servizio nei
confronti di realtà significative per l’attenzione ai più svantaggiati.
Grazie all’esperienza maturata nel tempo esistono contatti consolidati con diverse
realtà locali presenti sul territorio disposte all’accoglienza e a favorire inserimenti
mirati: A.S.D. San Michele, Società Sportiva S. Ambrogio, Squadra Calcio a 11 di
Robecco e di Persichello, Società Sportiva S.Ilario, Sported Maris, Kodokan
Cremona, Parkour Cremona, ASD Urania e Kiss My Disc Ultimate Frisbee Cremona.
Attività espressività e comunicazione
Laboratori attivati a moduli:
 percussioni connesse alla rielaborazione dei vissuti emotivi e
della storia personale.
 Laboratorio di avviamento teatrale.
 Editing del notiziario mensile Gnews.
 Laboratorio di danza.
 Laboratorio musicale (scrittura testi, canto e incisione).
 Corso di giocoleria.
 Laboratorio di cucina, cucito, economia domestica, ecc.
 Produzione di oggettistica
Attività di servizio e volontariato
Ad ogni ragazzo/a inserito nel CD “Giona – Sfam” viene proposta un’esperienza di
volontariato per incentivare forme di corresponsabilità e di scoperta di risorse
personali spendibili non solo per sé ma anche al servizio degli altri e della comunità.
In particolare sono percorribili le seguenti azioni:
 Affiancamento nell’animazione presso la Casa di Riposo
“Fondazione la Pace Onlus”
 Manutenzione delle aree verdi presso il Centro Sociale per
Anziani “Cremona Solidale”, Parrocchie, Associazioni, ecc.
 Consegna a domicilio della spesa e compagnia ad anziani soli o
in difficoltà.
 Riordino e pulizia della piazzola per la raccolta differenziata.
 Servizio di traslochi per nuclei famigliari in difficoltà.
 Spazio gioco per bambini.
 Collaborazione con la comunità “S. Francesco” di Marzalengo.
 Sostegno ad attività ricreative e animative legate ai Centri Estivi
/ Grest parrocchiali.
 Collaborazione con il Centro Parrocchiale e la Cooperativa
Sociale “Il Segno” di tipo B di Fuscaldo (Cs) impegnate nella
promozione di occasioni di lavoro e crescita per giovani
calabresi.
Attività laboratori manuali
Esistono anche attività laboratoriali-manuali periodiche inseribili nel PEI dei minori:
 Agricoltura biologica e fattoria didattica;
 apicoltura e costruzione casette per le api;
 giardinaggio;
 laboratorio di creatività manuale;
 laboratorio di riparazione biciclette;
 laboratorio meccanico finalizzato alle gare di “autosburla”;
 lavorazione del ferro e del legno.
La seconda tipologia, invece, è nominata “PERCORSI DI INSERIMENTO
GUIDATO NEL MONDO DEL LAVORO” a favore di ragazzi/e di età compresa
tra i 16 e i 19 anni ed è finalizzata a realizzare esperienze formative (esperienze
d’aula e esercitazioni all’autonomia) e lavorative (tirocini e borse lavoro) a forte
valenza orientativa.
I percorsi sono individualizzati e coniugano una parte fortemente introspettiva di
autovalutazione e conoscenza di sé con una parte di motivazione e conoscenza del
mondo del lavoro (gestiti mediante colloqui individuali ed esperienze di piccolo
gruppo). Il percorso è finalizzato anche a strutturare esperienze concrete di
sperimentazione tramite esercitazioni all’autonomia e tirocini di inserimento
lavorativo (secondo le recenti linee guida di Regione Lombardia) all’interno di realtà
aziendali e produttive della provincia di Cremona.
I percorsi saranno implementati in sinergia con il Consorzio Mestieri di Cremona,
ente accreditato per i servizi al lavoro presso il Ministero del Lavoro e presso Regione
Lombardia. Nei percorsi viene affrontato il tema del lavoro in senso ampio e
profondo come una delle dimensioni fondamentali e costitutive per l’essere umano
già dalla giovane età, come occasione per favorire processi di autonomia e come
strumento di realizzazione personale e dei bisogni della comunità. (obiettivo 3)
- MODULO INFORMATICA: “ABC INFORMATICA”
Corso di avviamento all’informatica finalizzato a far apprendere gli strumenti
funzionali alla ricerca attiva del lavoro ed ad alcuni aspetti legati all’autonomia, in
particolare
 programma di scrittura testi: compilazione cv e lettera di presentazione;
 internet: ricerca attiva del lavoro sui siti delle agenzie e sui siti
specializzati nelle offerte di lavoro, selezione aziende per
l’autocandidatura.
 programmi di calcolo: creazione di un piccolo schema di gestione
economica delle entrate ed uscite personali, con particolare attenzione al
risparmio.
-
MODULO ORIENTAMENTO E BILANCIO DI COMPETENZE:
“CONOSCITI, SCEGLI e SPERIMENTATI”
Corso avanzato finalizzato alla maggior consapevolezza di sé, dei propri punti di
forza/debolezza, delle proprie attitudini e delle informazioni fondamentali per
approcciarsi al mondo del lavoro (norme nell’ambito lavorativo, diritti e doveri del
lavoratore, ricerca attiva del lavoro, ecc.).
I contenuti e i moduli del corso saranno i seguenti:
 il mondo del lavoro: conoscenza del mercato del lavoro con particolare
attenzione alle norme generali ed alle abilità e capacità richieste, diritti e
doveri.
 Lavoro sul sé e orientamento: rispetto al mondo del lavoro, in che posizione
mi trovo? Analisi dei propri punti di forza e di debolezza caratteriali,
attitudinali, formativi e professionali. Questo modulo si avvarrà
principalmente dello strumento del bilancio di competenze per arrivare a
stendere un concreto piano d’azione funzionale ad una reale ed efficace
ricerca attiva del lavoro. Particolare attenzione verrà posta su due concetti
base per un orientamento efficace: le strategia di coping, modalità di
affrontare situazioni di criticità, e il locus of control, ovvero la consapevolezza
del grado di autodeterminazione sul proprio progetto di ricerca del lavoro. Il
bilancio di competenze potrà essere svolto anche come lavoro di gruppo.
Il bilancio di competenze porta anche ad una prima stesura del libretto formativo
personale che negli anni andrà arricchendosi delle esperienze e delle competenze
acquisite.
 La ricerca attiva del lavoro: dopo aver steso il bilancio di competenze si
procede alla condivisione degli strumenti (lettera di presentazione, cv,
telefonata, colloquio) e dei luoghidove implementare il proprio progetto di
ricerca attiva del lavoro(centro per l’impiego, agenzie, aziende, internet,
giornali).
 Training on the job: il corso può sfociare in una sperimentazione vera e
propria all’interno del mondo del lavoro attraverso due strumenti:
o l’esercitazione all’autonomia, ovvero un’esperienza laboratoriale in
alcune realtà collegate al consorzio;
o il tirocinio di inserimento lavorativo presso aziende della provincia
di Cremona, come disciplinato dalle recenti linee guida di Regione
Lombardia
- ESERCITAZIONI ALL’AUTONOMIA E TIROCINI
L’avviamento al lavoro passa necessariamente anche dall’esperienza sul campo e
questo avviene attraverso due strumenti: esercitazione all’autonomia e tirocinio di
inserimento lavorativo.
Il primo strumento, l’esercitazione all’autonomia, si prefigura come un’esperienza
inserita nel progetto individuale del ragazzo che permette di sperimentarsi in un
ambiente esterno a quello del CD Giona - Sfam. Durante l’esercitazione vengono
affidati dei compiti e delle mansioni da svolgere in autonomia e sotto la direzione di
un tutor. Gli obiettivi e i risultati monitorati riguardano: l’autonomia e l’autoorganizzazione rispetto al raggiungimento del luogo dell’esercitazione; la relazione
con un nuovo ambiente strutturato; le relazioni con pari e superiori; l’organizzazione
e lo svolgimento delle mansioni assegnate.
Il secondo strumento è il tirocinio come previsto dal DM 142/98 e dal regolamento
attuativo della legge 196/97 e, da marzo 2012, come previsto dalle indicazioni
operative del D.g.r. 20 marzo 2012 e successivo decreto d’approvazione del 27
novembre 2012. Il tirocinante è seguito da un tutor designato dell’ente inviante e da
un tutor aziendale che insieme verificheranno il raggiungimento degli obiettivi
descritti nel progetto individuale.
Il tirocinio così come previsto dalla legge ha come primo obiettivo la formazione del
tirocinante. Ed è questo che avviene. Il ragazzo attraverso il tirocinio impara a vivere
in un ambiente lavorativo ed apprende competenze lavorative specifiche. In questo
periodo il mercato richiede personale già formato o con esperienza; il tirocinio si
prefigura quindi come occasione preziosa per il tirocinante. Inoltre il tirocinio è
un’ottima opportunità anche per l’azienda che in futuro, avendo già conosciuto e
formato sul campo il ragazzo, potrebbe decidere di stabilizzarlo all’interno del
personale aziendale mediante assunzione.
L’aspetto interessante che accomuna entrambi gli strumenti è la possibilità di gestire
l’eventuale contributo motivazionale insieme all’educatore tutor, in un ottica futura di
autonomia. Le decisioni rispetto all’utilizzo del denaro vengono condivise dal
ragazzo con la famiglia e con l’educatore, cercando di fare scelte che vanno oltre la
contingenza e puntino anche al risparmio per eventuali necessità future (patentino,
patente, acquisto del ciclomotore, corso di formazione, acquisto di pc).
CRONOPROGRAMMA
Per praticità si è immaginato di dare avvio al progetto di SC nel mese di gennaio. Si
provvederà, in fase di progettazione esecutiva, a ri-allineare il cronoprogramma con il
reale avvio del progetto di SC.
AZIONI
AZIONI A BENEFICIO DIURETTO DEI
VOLONTARI DEL SC
programmazione partecipata
inizio servizio civile
convegno
presentazione/conclusione del SC
formazione SC
monitoraggio SC
FASI DI SVOLGIMENTO
accompagnamento educativo
sostegno scolastico
laboratori sportivi
laboratori espressivi
laboratori manuali
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
attività di volontariato
attività del territorio
gite e soggiorni
orientamento scolastico
Modulo informatica
Modulo orientamento e bilancio di
competenze
tirocini ed esercitazioni
colloqui con la famiglia
colloqui con AS
STRUMENTI
Considerata l’età dei minori cui si rivolge il servizio (15-18 anni), diviene
indispensabile formalizzare fin dall’inizio del percorso un PATTO di corresponsabità
in cui minore, servizio inviante, famiglia e CD Giona SFAM dichiarano i propri
impegni e i tempi del percorso.
Inoltre per ciascuno dei minori inseriti nel CD Giona Sfam viene redatto un Progetto
Educativo individualizzato (come specificato in precedenza).
Ciascuno dei PEI previsti si articola in:
FASE DI ACCOGLIENZA: anagrafica, anamnesi (redatta di concerto con l’ente
inviante), competenze evolutive e trasversali di partenza
PEI: articolato secondo le aree di lavoro con indicati obiettivi specifici, indicatori,
step di aggiornamento
FASE DI DIMISSIONE: con indicate le competenze evolutive e trasversali raggiunte,
la valutazione per aree, la relazione conclusiva
Inoltre, per il PERCORSO DI INSERIMENTO GUIDATO AL MONDO DEL
LAVORO viene utilizzato lo strumento del BILANCIO COMPETENZE che
costituisce una traccia per un lavoro sia individuale che di piccolo gruppo finalizzato
ad aumentare la consapevolezza dei propri punti di forza e punti di debolezza e di
orientare il percorso di inserimento al lavoro.
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
Attraverso le risorse del Servizio Civile potremmo dare ulteriori sviluppi al progetto
Centro Diurno Giona-SFAM:
 seguire con maggior vicinanza il percorso individuale di ciascun minore,
 incrementare la partecipazione ad alcune attività e proposte che giungono dal
territorio,
 mantenere i contatti con gli adolescenti incontrati durante gli eventi e le
promozioni,
 aumentare gli orari di apertura del centro (orari serali o fine settimana
rispondendo alle esigenze degli adolescenti),
 sviluppare le proposte laboratoriali del centro ed estendere l’invito ad
adolescenti del territorio favorendo percorsi di integrazione, sensibilizzazione
ed educazione tra pari (peer education).
Nello specifico ai Giovani del Servizio Civile sarà chiesto:
VOLONTARI DEL SERVIZIO ORE
CIVILE
SETTIMANALI
Attività di sostegno allo 10
studio
MANSIONI
Attività espressive, sport e 12
animazione
Affiancamento nella
organizzazione ed animazione
con l’affidamento, sempre in
accompagnamento, delle
seguenti attività: cura dei contatti
e promozione evento sul
territorio, accoglienza e
coordinamento attività destinate
ai ragazzi.
Mantenimento dei contatti con i
partecipanti anche dopo l’evento.
Accompagnamento individuale o
a piccoli gruppi e partecipazione
alle attività del territorio
Promozione di attività per
adolescenti anche in orari serali
e/o giorni festivi all’interno del
centro giona-SFAM o sul
territorio
Aggiornamento delle pagine di
facebook e del sito.
Integrazione e apertura al
territorio
8
Avviamento al lavoro
8
Affiancamento individuale nel
recupero scolastico dei ragazzi
più bisognosi di rinforzo
Affiancamento dell’operatore nel
corso di formazione e
orientamento con particolare
Progettazione e
programmazione
1
Gruppo volontari del centro
1
intervento nella corso di
avviamento all’informatica.
Supporto al minore nella
compilazione del Bilancio
Competenze
Supporto al minore nella fase di
ricerca attiva del lavoro e nella
fase esperienziale (tirociniesercitazioni)
Partecipazione alla progettazione
e verifica dei percorsi individuali.
Strutturazione del programma
settimanale
Coordinamento delle attività dei
volontari
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
6
30
0
5
Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
-
-
flessibilità oraria;
disponibilità ad un impegno occasionale in giorni festivi;
disponibilità nel periodo estivo per lo svolgimento di attività estive,
escursioni, campeggi, ecc…
disponibilità a condividere con i soci, i volontari e gli operatori momenti di
confronto, verifica e formazione;
disponibilità a partecipare a convegni, momenti di studio e seminari
organizzati da altri Enti sul territorio riguardanti il settore e le aree di
intervento del progetto;
la cura delle sedi, degli strumenti e delle attrezzature messe a disposizione
per la realizzazione del progetto.
Criteri e modalità di selezione dei volontari:
MODALITA’ DI RECLUTAMENTO E SELEZIONE DEI VOLONTARI
La modalità di reclutamento e selezione dei giovani si configura come un percorso
graduale di approccio sia alle tematiche del progetto, sia all’Ente stesso. Il percorso
prevede quattro diversi momenti:
CONTATTO INFORMATIVO
INCONTRO INFORMATIVO
COLLOQUIO PRESELETTIVO
INCONTRO CON IL SELETTORE
diffusione del bando, della scheda progetto,
del testo della L.64/2001 e dei criteri di
selezione attraverso tutti i canali di
comunicazione a disposizione del Consorzio
(sito, social, ecc…)
organizzazione di un incontro informativo
presso la sede del Consorzio per la
presentazione pubblica del progetto, la
diffusione del materiale informativo, il testo
del bando e per dare le informazioni
necessarie per partecipare alla selezione.
dopo la presentazione della domanda da
parte dei giovani è previsto un colloquio
personale nella sede del Consorzio che
prevede anche la compilazione, insieme alla
commissione interna, di una prima scheda
nella quale vengono raccolte notizie circa la
vita del giovane, gli studi, il lavoro, la
famiglia, gli interessi personali, ecc….
incontro del gruppo di giovani con il
selettore esterno.
Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli
richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
La possibilità di vivere l’esperienza del Servizio Civile non è preclusa a nessuno.
Tuttavia ci sono alcuni requisiti che possono in qualche modo orientare la scelta dei
candidati. Tali requisiti sono:
Requisiti non indispensabili ma a favore della selezione:
- titoli di studio attinenti al progetto;
- esperienze di volontariato precedenti;
- disponibilità a spostamenti nel territorio;
- possesso della patente B per la guida di autoveicoli
Scarica

stralcio scheda progetto per l`impiego di volontari