Anno 1 - Numero 2 - Luglio 2007
Guida ai comportamenti virtuosi, per una estate al sole sana e serena
Editoriale
Grazie alla diffusione capillare messa in piedi
dai collaboratori dell’associazione Mano Tesa,
si può dire che almeno una copia del primo
numero di Ogliastra Sanità sia stato consegnato,
insieme alla Guida Sanitaria, a gran parte delle
famiglie che popolano i 23 paesi della Provincia.
Occorre ora non far cadere la tensione che ha
accompagnato l’esordio della nostra rivista,
incrementando il numero dei collaboratori e,
soprattutto, invogliando i cittadini a segnalare
alla nostra Redazione le loro esperienze di fruitori
del pianeta Sanità: con le luci e le ombre che
caratterizzano un sistema che si avvia a conoscere, anche in Ogliastra, significative trasformazioni. L’intervista a tutto campo che il nuovo
manager della Asl Bruno Palmas ha concesso
alla nostra rivista ripropone le problematiche
più importanti della Sanità in Ogliastra e si
conclude con un riconoscimento esplicito al
nostro impegno. «Mi propongo da subito - ha
dichiarato Bruno Palmas - come collaboratore
entusiasta di Ogliastra Sanità. L’Azienda ha il
dovere istituzionale di dare informazione sulle
iniziative più importanti. Mi impegno a sostenere
la vostra iniziativa editoriale per il suo alto valore
etico e sociale». Nel mentre incassiamo con soddisfazione la nuova, prestigiosa collaborazione,
rinnoviamo ai cittadini, soprattutto a quelli più
deboli e indifesi, l’invito di affidare alle colonne
di Ogliastra Sanità le loro esperienze dirette e le
loro valutazioni sul sistema sanitario.
Nino Melis - Direttore Responsabile
Le emergenze dell’estate
Con l’arrivo della stagione estiva alcune patologie si manifestano con maggiore frequenza,
alcune sono direttamente legate al rialzo termico, altre lo sono indirettamente in quanto sono dovute
o all’ambiente in cui vengono trascorse le vacanze, come le località marine e montane, oppure ad attività
che durante il corso dell’anno non vengono praticate, come ad esempio alcuni sport.
Nelle pagine interne vi vengono offerti alcuni consigli utili, ma la raccomandazione principale
è che si deve sempre agire con prudenza e buon senso, i nostri articoli hanno valore puramente divulgativo
ed è necessario ricorrere al medico ogni volta che si è incerti sui comportamenti da adottare.
Bruno Palmas prospetta
la nuova gestione
Cambio al vertice
della ASL
Un medico di famiglia è stato nominato responsabile della Azienda
Sanitaria Locale n° 4 di Lanusei. La
sua origine professionale e sindacale
- nel sindacato ha ricoperto importanti incarichi a livello nazionale -,
fanno ben sperare per una politica di
gestione aziendale vicina al cittadino
e ben disposta ad accantonare, ove
possibile, il lato economico a favore
di un’offerta sanitaria sgombra da
inefficienze e da inutili sacrifici da
parte dell’utente.
(l’articolo a pagina 2).
Grave perdita della sanità ogliastrina
e della pediatria di tutto il Nuorese
Sommario
La scomparsa
di Bastiana Lepori
Intervista a Bruno Palmas...................2
No al fumo..........................................3
La pagina dell’alimentazione..............5
Sebastiana Lepori................................7
Emergenze estive................................8
Per ottenere l’invalidità......................11
Strutture di accoglienza anziani.........13
Trichinellosi........................................14
La Croce Verde....................................15
La posta dei lettori.............................17
Josto Miglior......................................18
Gli egizi..............................................19
Lo scorso 19 Maggio,
improvvisamente,
nella sua casa di
Nuoro, è deceduta la
dottoressa Sebastiana
Lepori. Ha dedicato
l’esistenza alla professione, al sindacato e al
volontariato. In tutti i
campi ha saputo dare
il meglio.
(l’articolo a pagina 2).
Associazione di Volontariato
Mano Tesa Ogliastra
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Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
Ogliastra Sanità
Intervista al Direttore Generale della ASL
di Lanusei Dottor Bruno Palmas
a cura di Nino Melis
Si è formato professionalmente tra le file
dei medici di famiglia e tale si considera
ancora, nonostante le esperienze gestionali
e dirigenziali di alto livello consumate nel
sindacato nazionale dove ha ricoperto incarichi prestigiosi. Bruno Palmas, originario
di Perdasdefogu, è il secondo ogliastrino
a ricoprire il ruolo di direttore generale
alla guida della Asl di Lanusei. Subentra
a Graziella Pintus nominata dall’assessore
Nerina Dirindin Direttore Generale
dell’ Assessorato Regionale alla
Sanità. “La ASL 4, esordisce Bruno Palmas, è una buona azienda
sanitaria, dotata di ottime professionalità. Costituisce un terreno di
lavoro assolutamente fertile e vi ho
ritrovato, passatemi questo omaggio alle mie origini, molta dell’
intraprendenza e della genialità
tipicamente ogliastrine. Si tratta
di un’azienda sanitaria piccola che
ci consente due privilegi:
- conoscerci tutti ed apprezzare
reciprocamente le cose che si fanno;
- sperimentare soluzioni innovative, qualcosa di speciale che serva ad aprire nuove
strade, soluzioni di qualità dentro il servizio
sanitario”.
Insomma, piccolo è bello.
“Sì, piccolo è bello. E può essere speciale”.
A circa due mesi dal suo insediamento
come direttore generale, quali sono le
problematiche sanitarie che ha dovuto
affrontare?
“Ho dedicato parte di questo tempo alla
conoscenza della situazione, a parlare con
gli operatori e a conoscere le strutture e l’organizzazione. Per capire quali cose debbano
e possano essere corrette velocemente e
altre che esigono, e consentono, tempi di
soluzione più lunghi. La priorità è andata comunque ai problemi della sicurezza
nell’Ospedale, che è una sorta di cantiere
aperto, tenuto conto che è stato rinnovato
per due terzi e che un altro terzo dei locali, ubicati al piano terreno, deve essere
completamente ristrutturato. Ci sono però
problemi di sicurezza per chi opera all’interno della struttura ospedaliera che non
possono attendere il completamento della
ristrutturazione. Ho pertanto predisposto
l’istallazione in tempi brevissimi delle sbarre
d’accesso all’ospedale, la videosorveglianza
esterna e una guardia di sicurezza all’interno della struttura ospedaliera. Il tutto
può essere realizzato in modo ottimale
trasferendo dentro l’ospedale da Ilbono,
dove è attualmente dislocato, il servizio di
guardia medica e relativa guardia giurata.
Si tratta di una soluzione ottimale per entrambi i servizi”.
le persone fragili. Le cure vanno spostate
pertanto dall’ospedale al territorio, meglio se
a casa del paziente. La struttura ospedaliera
deve dare risposte d’eccellenza al rischio
acuto per la salute, mentre tutte le altre risorse, umane e professionali, devono essere
dedicate per spostare l’offerta il più vicino
possibile al malato. I nostri interlocutori
sono principalmente i medici di famiglia,
che a loro volta devono raccogliere la sfida
Quello della sicurezza interna costituisce
però un aspetto preliminare al buon funzionamento di una struttura complessa
come l’Ospedale di Lanusei.
“È in quest’ottica che sono state affrontate
da subito le problematiche legate alla carenza dell’organico, soprattutto di infermieri
ma anche di personale medico, insieme alla
esigenza di istituire nuove strutture come
la cardiologia e una unità di cura intensiva.
Chiederò all’assessore che venga istituita al
più presto l’unità coronarica, in quanto già
prevista nel piano sanitario regionale”.
In una realtà territoriale variegata come
l’Ogliastra, l’Ospedale costituisce solo un
aspetto, seppure fondamentale, dell’
assistenza medica.
“È mia ferma intenzione costruire una Sanità che si interfaccia in maniera ottimale
con i medici di famiglia e con il territorio,
con l’obbiettivo di offrire ai cittadini dell’
Ogliastra un servizio efficace e il più possibile a dimensione d’uomo. Fino ad ora
c’è stata troppa attenzione ai muri e poca
attenzione ai servizi veri . In un momento
in cui aumentano gli anziani e le cronicità
c’è bisogno di una maggiore assistenza a
domicilio, di una maggior attenzione verso
dimostrando di essere in grado di reggere
l’impatto, la sfida della modernità che vuol
dire principalmente due cose:
- organizzare meglio il proprio lavoro, e noi
dobbiamo venir loro incontro alleggerendo
le adempienze burocratiche
- integrazione con gli specialisti a casa,
abbattendo le liste d’attesa e la tentazione-necessità del ricovero come risposta da
ultima spiaggia”.
Le liste d’attesa intanto si stanno allungando, in modo particolare per alcune
visite specialistiche.
“Il presupposto, per una soluzione valida e
duratura, è la riorganizzazione dei servizi
dell’Azienda, con il trasferimento di un
numero sempre maggiore di competenze
specialistiche vicine all’ammalato, in modo
da diagnosticare in tempi brevi evitando la
necessità del ricovero in ospedale. Occorre,
nel contempo, creare maggiori strumenti di
appropriatezza spiegando ai pazienti cosa
deve essere fatto subito e cosa può essere
fatto domani o tra tre mesi in quanto non
c’è alcun rischio per la sua salute. Il paziente
capisce e non si lamenta se prima viene
adeguatamente informato o dai medici
di famiglia o dagli specialisti. Dall’altra
dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 12,30 e dalle 15 alle 19
Centro di Fisiokinesiterapia
Accreditato con il SSN
Direttore Sanitario: Dr. Bruno Murgia
dal Lunedì al Venerdì
dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 17
parte l’Azienda deve garantire una capacità
ricettiva che sia rapida tramite la velocizzazione del CUP (centro unico di prenotazione
informatizzata) in modo da consentire un
accesso immediato con risposte immediate.
Contiamo di disporre entro i prossimi due
mesi di un sistema informatico aziendale
con standard d’avanguardia. Altrimenti il
cittadino si spazientisce e va di persona a
lamentarsi con perdite di tempo e spese
aggiuntive. Bisogna anche aiutare
il cittadino a prenotare perché se si
ha poca dimestichezza con i CUP
si impiega un tempo maggiore, si
intasa il sistema e si creano problemi. Se invece può venire aiutato
dal suo medico di famiglia, dal suo
patronato, dal farmacista amico,
dall’assistente sociale del comune o a altre figure che possono
agevolare l’accesso al sistema di
prenotazione “.
Parliamo del Volontariato in
Ogliastra e del ruolo che svolge nelle situazioni di emergenza e di
assistenza.
“Il ruolo del volontariato resta fondamentale
in qualunque società civile. È un elemento
aggiuntivo di civiltà in quanto il cittadino
non si affida solo allo Stato per avere le
cose ma partecipa attivamente. È un fatto
meraviglioso il fiorire del volontariato che
in ogni paese si mette a disposizione del
circuito dell’emergenza, in maniera visibile
e meritevole. Vedo però il volontariato impegnato soprattutto nella sfida del domicilio. Le nuove leggi e anche la Finanziaria
regionale aprono importanti spiragli, in
quanto il volontariato viene coinvolto nei
progetti di recupero della domiciliazione
del cittadino. Aprirò a breve una stagione di
confronto con le associazioni di volontariato
esistenti sul territorio dell’Ogliastra per
capire come queste associazioni possano
essere ulteriormente coinvolte e in maniera
organica. Bisogna dare logica di sistema alla
volontà di fare le cose. Mano Tesa Ogliastra
può svolgere un ruolo importante anche sul
versante dell’informazione, grazie anche ad
una rivista che è elaborata con professionalità e grande sensibilità verso i bisogni
della gente”.
Visite specialistiche fisiatriche
Medicina Fisica e Riabilitativa
Radiografie di tutti i distretti corporei,
anche in digitale,
compresa la radiografia odontoiatrica
(panoramica dentale)
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Servizio di Radiologia
Accreditato con il SSN
Direttore Sanitario: Dr. Walter Tony Palmas
Ogliastra Sanità
La pagina della prevenzione a cura di Natalino Meloni
NO Al Fumo
Danni provocati dal fumo su
alcuni organi
Apparato respiratorio:
Affinché nel polmone giunga aria sana,
nonostante l’inquinamento a cui siamo
sottoposti, il nostro sistema respiratorio
è dotato di un “sistema di pulizia”, formato da tante cellule che oppongono
una barriera all’entrata di polveri, germi
e sostanze tossiche nel polmone. Le
sostanze irritanti del fumo di sigaretta
sono in grado di danneggiare velocemente questo sistema di pulizia e quindi
di facilitare il passaggio di sostanze
dannose nel polmone. Fumando, non
solo si danneggiano i polmoni, ma si è
maggiormente esposti allo smog e alle
sostanze inquinanti, non più trattenute
dal sistema di pulizia. La classica tosse
e catarro del fumatore, sono sintomo
di mancata efficienza del sistema di
pulizia del polmone, che causa eccessiva
produzione di muco, bronchite cronica,
enfisema. Tra le sostanze che si depositano all’interno del polmone ve ne sono
molte, primo tra tutti il benzopirene, in
grado di aumentare il rischio di tumore
polmonare, causato per l’85-90% dal
fumo di sigaretta. Il fumo è causa anche
di altri tipi di tumore delle vie respiratorie: cavità orale, faringe, laringe.
Sistema circolatorio
e cuore:
Il fumo è considerato il fattore di rischio
dell’insorgenza dell’arteriosclerosi, patologia questa causata dal restringimento
delle arterie che, quando diventa eccessivo, comporta gravi conseguenze per
l’organismo, come patologie importanti
dei vasi coronarici, angina pectoris, infarto e arresto cardiaco per la carente e
insufficiente circolazione, restringimento
delle arterie renali con ipertensione e
insufficienza renale, restringimento
dei vasi delle gambe e di quelli che
forniscono sangue al cervello con conseguenti disturbi dell’udito, vertigini,
Se è vero che il nostro intento principale è prevenire
la malattia tumorale e consigliare migliori stili di vita,
ci pare importante e doveroso dedicare altro spazio
alla lotta al tabagismo.
L’uso del tabacco è infatti tra le cause principali
di gran parte delle malattie tumorali, cardiovascolari
e broncopolmonari che colpiscono l’uomo.
In queste pagine potrete trovare stimoli utili
per sospendere voi stessi o per far sospendere
ad altri questa terribile abitudine.
ictus. Il fumo favorisce la calcificazione
dei vasi sanguigni, perciò spesso i fumatori soffrono di disturbi circolatori alle
gambe e sviluppano quella condizione
morbosa nota con il nome di “gambe del
fumatore”: questo patologia consiste
nel restringimento e nell’occlusione di
arterie delle gambe, con conseguente
manifestazione dolorosa durante la
deambulazione, perché il fabbisogno
di ossigeno nel muscolo aumenta, ma
questo non può essere soddisfatto a
causa della diminuita capacità dei vasi
sanguigni. Il dolore, che compare all’improvviso mentre si cammina, segnale
questo della deficienza di ossigeno,
costringe la persona a fermarsi per alcuni
minuti, può poi riprendere a camminare
per fermarsi nuovamente alla successiva
manifestazione dolorosa.
Apparato riproduttivo:
Un altro danno correlato al fumo è l’impotenza nell’uomo secondo un inchiesta
condotta in America che dimostra che
questa è più frequente del 50% tra i
fumatori che non tra coloro che non fumano. L’alta incidenza di disturbi sessuali
è da mettere in relazione con i problemi
circolatori causati dal fumo.
Un numero verde
al servizio
del fumatore
L’Istituto Superiore di
Sanità, attraverso il
Telefono Verde contro il
Fumo (800 55 4088) è
costantemente al servizio
di tutti coloro che vogliono
tentare di liberarsi dal
vizio della sigaretta,
ma anche di chiunque
sia interessato ad avere
maggiori informazioni: per
i propri cari, per la propria
salute di fumatore passivo
o semplicemente per
interesse personale.
La pagina della prevenzione a cura di Natalino Meloni
Ogliastra Sanità
FUMO
E MEMORIA
Alcuni ricercatori britannici hanno scoperto
che tra i 40 e i 50 anni di età e rispetto ai
non-fumatori, i fumatori evidenziavano
un peggioramento più rapido del loro
punteggio nei test di memoria verbale.
Gli autori scrivono, nell’American Journal of
Public Health che, rispetto ai non-fumatori,
i soggetti intorno ai 40 anni che fumavano
avevano anche un rendimento peggiore nei
test che misuravano la velocità nell’individuare alcune lettere in una pagina scritta.
Il rapporto tra fumo e perdita di memoria
sembra più evidente nei soggetti che fumano oltre 20 sigarette al giorno e rimane
invariato anche considerando l’influenza
di fattori quali condizione socioeconomica, sesso e alcune condizioni mediche.
L’autore dello studio il Dr. Marcus Richards
dello University College di Londra ha riferito
che non è ancora chiaro perché il fumo
acceleri la perdita di memoria correlata
all’età. Un’ipotesi considera che il fumo
potrebbe accelerare la perdita di memoria
aumentando il rischio di ipertensione, che, a
sua volta, potrebbe danneggiare il cervello.
Tuttavia il rapporto tra fumo e funzioni cerebrali potrebbe essere un po’più complesso.
Anche le sostanze chimiche contenute nel fumo di sigaretta potrebbero produrre danni diretti al cervello.
Richards ha affermato che qualunque
siano i motivi per cui il fumo accelera
la perdita di memoria, il messaggio che
si ricava da questi risultati è quello di
sommare un’ulteriore ragione per smettere di fumare, e se proprio non si riesce
a smettere allora bisogna diminuire il
più possibile il numero delle sigarette.
Inoltre i soggetti intorno ai 40
anni che dicevano di fumare avevano risultati peggiori, rispetto ai
non fumatori, nei test di velocità.
I risultati suggeriscono inoltre che smettere potrebbe essere utile: infatti i ricercatori hanno scoperto che gli individui che
smettevano di fumare prima dei 53 anni
di età e soprattutto quelli che smettevano prima dei 43, tendevano a mostrare
un più lento declino della memoria.
“I nostri risultati suggeriscono che smettere di fumare potrebbe rallentare l’impatto
negativo del fumo sulle funzioni cognitive”
ha affermato il Dr. Richards.
Come è venuto in mente alla gente di bruciare le foglie di tabacco per aspirarne il fumo?
CENNI STORICI SULL’USO DEL TABACCO
Principali eventi legati al tabacco:
• 12 Ottobre 1492 Cristoforo Colombo
scopre l’America (patata, pomodoro e tabacco
compresi).
• 1565 Walter Raleigh, scopritore della Virginia, venne decapitato a Londra per avere
portato un carico di tabacco e pipe e un indiano
come “istruttore”.
• 1570 La pianta del tabacco venne importata
in Italia da Nicolò Tornabuoni.
• 1604 Giacomo I di Inghilterra smentì pubblicamente le proprietà terapeutiche della
sostanza.
• 1611 Nell’Impero ottomano i fumatori
venivano trascinati alla gogna per le vie della
città.
• 1628 In Iran ad alcuni mercanti di tabacco
vennero pubblicamente tagliati il naso e le
orecchie.
• 1634 In Russia i fumatori venivano scudisciati e condannati a morte se recidivi.
• 1638 In Cina a chi fumava veniva tagliata
la testa.
• 1642 Papa Urbano VIII scomunicò tutti i
fumatori.
• 1660 L’Inghilterra sottopose a tassazione
il tabacco.
• 1674 La Francia istituì il monopolio di stato
per il tabacchi.
• 1689 Pietro il Grande, fumatore di pipa,
liberalizzò l’uso del tabacco in Russia.
• XVIII sec. Nacque la sigaretta .
• 1880 Il 14 settembre James Bonsak presentò un
brevetto per una macchina che sfornava 100000
sigarette al giorno. Fu una rivoluzione: crollarono i
prezzi delle sigarette e si andò verso la produzione
ed il consumo di massa. Negli USA 15 Stati misero
fuori legge l’uso del tabacco.
• 1927 Il provvedimento venne ritirato. La
grande diffusione del fumo è avvenuta a cavallo
delle due guerre mondiali.
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della Pinta
di Cristoforo Colombo:
“Il 6 novembre 1492 sbarcarono sul continente
Rodrigo de Xeres e Luigi de Torres.
Essi incontrarono per la strada molte persone
che tornavano al proprio villaggio e sia gli uomini
che le donne tenevano in mano un carbone
acceso e delle erbe per gustarne il profumo
così come era loro usanza. Erano delle erbe secche
racchiuse in una certa foglia egualmente secca
e dalla forma di quei moschetti di cui
si servono i ragazzi il giorno di Pentecoste.
Essi erano accesi ad una estremità e dall’altra
la gente li succhiava e li assorbiva.
E bevendo interiormente il fumo per aspirazione,
questo fumo li addormentava e li inebriava
per così dire per le narici.
In questo modo essi non sentivano più la fatica.
Questa specie di moschetti, come noi
li chiamavamo, venivano detti
nella loro lingua tabaccos.”
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LA Pagina dell’alimentazione a cura di Marilena Lara
Ogliastra Sanità
Alimenti, principi nutrienti
e funzioni principali
L’educazione ad una alimentazione corretta
è rivolta a migliorare le conoscenze teoriche
dell’individuo,in modo che l’acquisizione
di tali informazioni miri a modificare il
comportamento di vita. È importante per
ottenere dei buoni risultati avere una buona
conoscenza delle caratteristiche nutrizionali
degli alimenti ,in modo da essere in grado
di comporre dei menù equilibrati.
Si definisce alimento qualsiasi sostanza
che sia in grado di esercitare una o più
delle seguenti funzioni:
fornire materiale energetico
per la produzione di calore, lavoro o altre
forme di energia (protidi, glucidi, lipidi)
fornire materiale plastico
per la crescita e la riparazione dei tessuti
(protidi e minerali)
Funzioni principali in rapporto al loro contenuto in nutrienti
Funzione
Nutrienti
Alimenti
Zuccheri
Zucchero, sciroppo di glucosio, melassa,
miele
Sostanze amidacee
Farina e derivati, pane, crackers, pasta,
patate, vegetali farinosi - castagne
Glucidi
Energetica
Plastica
o costruttiva
Protettiva
o bioregolatrice
Lipidi
burro, lardo, strutto, olio di margarina,
oli di semi, frutta oleosa - noci,
mandorle, formaggi
Protidi
carni in genere, pollame, prodotti ittici,
latte, uova, legumi, cereali
Calcio
latte, formaggi, pesci grassi, uova
Fosforo
carni in genere, prodotti ittici, latte,
formaggi, uova, legumi, cereali
integrali
Ferro
carni in genere, uova, legumi, prodotti
ittici
Iodio
pesci marini, alghe marine
A (retinolo)
olio di fegato di pesce, fegato, rene,
tuorlo d’uovo, vegetali verdi e gialli
B1 (tiamina)
cereali integrali, legumi secchi, carne
di maiale
B2 (riboflavina)
carni in genere, latte, formaggi,
legumi, vegetali verdi
PP (nicotinamide
cereali integrali, alcune carni
C (ac. ascorbico)
agrumi, frutta fresca, pomodori,
peperoni
D3 (colecalciferolo)
pesci grassi, fegato di pesci, tuorlo
d’uovo
Minerali
Vitamine
fornire materiale “regolatore”
catalizzante le reazioni metaboliche (minerali
e vitamina)
Alcuni alimenti sono detti protettivi, indipendentemente dal loro valore plastico
ed energetico, in quanto hanno notevole
importanza per il normale svolgimento
dei processi metabolici. Essi sono: i cereali,
i legumi, i prodotti ortofrutticoli, il latte, i
formaggi, le uova, la carne in genere, i prodotti della pesca ecc., che debbono la loro
azione protettiva al contenuto di vitamine,
elementi oligodinamici, aminoacidi e acidi
grassi essenziali. Altri sono detti nervini,
in quanto agiscono stimolando il sistema
nervoso centrale e tramite questa azione
influiscono sui processi di digestione e di
assorbimento degli alimenti: te, caffè,
cacao, alcool ecc. Altri ancora sono detti
condimenti: tra questi si trovano alcuni
alimenti veri e propri (grassi, oli, sale, zucchero, miele ecc.), le sostanze aromatizzanti
(aceto, prezzemolo, basilico, rosmarino,
lauro, origano ecc.) e le droghe (pepe,
senape, cannella, noce moscata, chiodi
di garofano ecc.).
Dunque ci nutriamo di alimenti e viviamo
di principi nutritivi che contengono: glucidi, protidi e lipidi che forniscono calorie,
nonché acqua, minerali e vitamine che
non forniscono calorie. Il complesso delle
“demolizioni” e trasformazioni alle quali
vanno incontro gli oli, gli acidi grassi, il
glicerolo, gli aminoacidi presenti negli
alimenti come glucidi, semplici o complessi,
o come lipidi, o come proteine e divenuti
più semplici col processo digestivo (1°
fase) è detto catabolismo (fasi 2 e 3 dello
schema). Da prodotti intermedi e finali del
catabolismo partono processi costruttivi o
biosintetici detti anabolismo.
Anabolismo e catabolismo nel loro insieme
formano il metabolismo (sinonimo di
trasformazione).
DIETOLOGIA
Dr. Marilena Lara
Specialista in Dietologia
ORARI DI APERTURA
Via Lungomare, 20 - 08041 - Arbatax
Tel. 0782.66 77 80
Riceve per appuntamento
Via Mons. Virgilio, 72 Tortolì
Tel. 0782 667277 - 0782 624861 - 333 5871954
LA Pagina dell’alimentazione a cura di Marilena Lara
Ogliastra Sanità
NORME COMPORTAMENTALI
NORME COMPORTAMENTALI
NORME GENERALI
CHE COSA FARE
La bilancia
Controllare il peso tutti i giorni è inutile: una volta alla settimana è più che sufficiente.
Il grasso
Il nostro organismo è in grado di “bruciare” non più di 1-1,5
kg di tessuto adiposo alla settimana.
Cali di peso superiori a questo livello sono pertanto legati a
perdite di massa magra (muscolo) e liquidi.
Gli obiettivi
Il processo di dimagramento deve essere graduale. Gli obiettivi
settimanali o mensili vanno stabiliti insieme al medico.
Le false
aspettative
Nelle prime settimane di dieta l’organismo brucia soprattutto
glicogeno (zucchero di riserva). Un chilo di glicogeno fornisce
circa 1000 calorie.
Oltre al glicogeno, nelle prime settimane, viene consumata massa magra (muscolo) ed eliminati liquidi. Questo
significa che, all’inizio la perdita di peso è più rapida.
Una volta esaurite le scorte di glicogeno, l’organismo inizia a
consumare i depositi adiposi.
Dato che 1 kg di grasso fornisce 7000 calorie, è chiaro che
“consumare” i depositi adiposi richiede tempo e soprattutto
costanza.
In definitiva, è bene non lasciarsi andare a facili entusiasmi
osservando il rapido calo ponderale nei primi tempi di dieta:
l’ago della bilancia è destinato infatti a rallentare la sua
corsa.
La sindrome
dello “yo-yo”
Le diete “fai-da-te” espongono al rischio di rapide e cospicue
fluttuazioni del peso corporeo (riduzione-aumento), estremamente dannose per l’organismo.
Il diario
Tenere un diario alimentare può sembrare eccessivo, ma serve
a controllare la frequenza degli strappi alla regola.
L’osservazione
Prendere coscienza di come si mangia (d’impulso, in modo
automatico, voracemente, in continuazione, sotto stress)
aiuta a correggere i comportamenti alimentari sbagliati e a
individuare gli stimoli che aumentano il desiderio di cibo.
La calma
Mangiare lentamente, masticando bene i cibo e concedendosi
frequenti pause, aiuta ad aumentare il senso di sazietà.
Una cosa
alla volta
Evitare di mangiare leggendo o guardando la televisione:
la distrazione favorisce l’assunzione automatica di cibo e,
quindi, di calorie in più.
A fine pasto
Le situazioni
“a rischio”
NORME DIETETICHE
CHE COSA FARE
Il digiuno
Evitare di saltare i pasti. Il nostro organismo ha bisogno di un
costante rifornimento di energia. Chi salta i pasti (per esempio
quello di mezzogiorno) tenderà a mangiare eccessivamente
al pasto successivo.
Le porzioni
Anche l’occhio vuole la sua parte: mangiare una piccola porzione di
cibo servita su un piatto normale può risultare frustrante. Abituarsi
a utilizzare piatti da frutta può sembrare ridicolo, ma aiuta.
La dieta
Evitare le diete drastiche. La dieta deve essere sempre prescritta
dal medico specialista. Solo così sarà possibile dimagrire senza
privare l’organismo delle sostanze nutritive che gli sono necessarie
per funzionare nel migliore dei modi. La dieta deve essere personalizzata: diffidare degli schemi dietetici proposti dalle riviste.
Gli spuntini
Sono utili per „tamponare” il senso di fame. In genere vengono consigliati due spuntini al giorno: a metà mattina, a metà pomeriggio.
In alcuni casi è utile aggiungere un altro spuntino dopo cena, prima
di andare a letto. Lo spuntino ideale è a base di frutta.
Frutta e verdura
Se non esistono particolari problemi, è meglio consumarla
cruda (la frutta con la buccia) per sfruttare in modo completo
l’effetto delle fibre. Le fibre riducono la velocità di assorbimento
intestinale degli zuccheri e aumentano la velocità del transito
intestinale, aiutando a controllare la stipsi.
Cereali
Consumare prevalentemente pane, pasta e riso integrali,
particolarmente ricchi di fibre.
Caffé
Non sembra interferire con la dieta e può pertanto essere assunto
liberamente (non più di 3-4 tazzine al giorno) a meno che non
sussistano problemi di altro tipo. Il caffè va assunto amaro o, a
massimo, dolcificato con mezzo cucchiaino di zucchero.
Sale
Limitare l’apporto disale che aumenta la ritenzione idrica.
Evitare, però, le restrizioni drastiche: nelle prime settimane
di dieta la pressione sanguigna tende ad abbassarsi e una
riduzione drastica dell’apporto di sale potrebbe pertanto
risultare controproducente.
Alcol
Deve essere consumato con estrema moderazione (1/2 bicchiere ai pasti), calcolandone l’apporto calorico.
ATTIVITÀ FISICA
CHE COSA FARE
In generale
Alzarsi immediatamente da tavola per evitare tentazioni.
L’esercizio fisico rappresenta il complemento ideale di una
sana alimentazione. L’esercizio fisico, da solo, ha uno scarso
impatto sul calo o mantenimento del peso: per ottenere buoni
risultati deve essere associato alla dieta.
Le colazioni di lavoro e le cene con gli amici, rappresentano veri
e propri trabocchetti per chi sta seguendo una dieta ipocalorica.
Non esistono scuse: anche al ristorante è possibile farsi servire
cibi compatibili con la dieta che si sta seguendo.
La motivazione
Per incrementarla può essere utile praticare l’attività fisica in compagnia e cercare di percepire i cambiamenti positivi che si stanno
realizzando nell’organismo (miglioramento della respirazione,
dell’agilità, della resistenza allo sforzo, del tono muscolare, ecc.)
MEDISAN
ORTOPEDIA SANITARIA
di Mario Pintor
ARTICOLI SANITARI
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Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
Ogliastra Sanità
Grave lutto nella medicina nuorese e ogliastrina
La scomparsa di Bastiana Lepori
Ci deve essere del razionale nel detto
secondo cui sono sempre i migliori i
primi a lasciarci. Sebastiana Lepori era
una “migliore”. Non può non essere tale
chi dedica tutta la propria esistenza con
totale passione al servizio degli altri. Ha
profuso abbondantemente il proprio
impegno nel campo professionale, nel
volontariato, nell’ambito sindacale e
negli affetti. Da appena laureata in
medicina si è dedicata totalmente alla
cura dei pazienti in età pediatrica. Venne assunta nell’ospedale di Nuoro nel
1978 e dal 2001 vi ricopriva l’incarico di
Direttore del reparto di Pediatria.
Mancherà tanto a tutti, agli amici perché
devono rinunciare alla persona su cui
potevano sempre contare senza paura di incomprensioni, ai colleghi con i
quali era sempre pronta a collaborare
per risolvere qualsiasi problema di ordine diagnostico o di organizzazione
del reparto, ma mancherà soprattutto
ai piccoli malati e ai loro familiari che
sempre ha conquistato con la propria
disponibilità e professionalità.
Ne sentiranno la mancanza i genitori dei
bambini affetti da problemi autoimmunologici per i quali era l’unico riferimento locale e che ora dovranno affrontare
ulteriori e ben più importanti disagi per
curare i loro piccoli.
Nel 1999 iniziò la propria collaborazione
con la parrocchia di Belen a Cusco in
Perù per costruire un poliambulatorio
che oggi si estende su più piani ed eroga
servizi sanitari generici e specialistici per
i poveri della zona. Nella stessa zona
Bastiana ha trascorso dei periodi in cui,
oltre a svolgere attività ambulatoriale,
visitava i bambini nei villaggi andini.
Dal 2001 ha sostenuto, nel villaggio
di Jangany nel Madagascar, l’attività
missionaria di Don Tonino Cogoni , che
tra le altre iniziative aveva organizzato
un’infermeria. Lì Bastiana ha trascor-
so qualche tempo offrendo il proprio
contributo di medico pediatra ed era
nei suoi programmi tornarvi. Padre
Bastiana con Don Cogoni in Madagascar.
Sotto: Bastiana con i piccoli di un villaggio andino.
LA MORTE DI ZIA GINA
Un grave lutto ha colpito la nostra collaboratrice Severina Mascia.
Giovedì 26 aprile è deceduta la madre
Gina Contu.
Zia Gina, così la chiamavano tutte le
persone che la conoscevano, era stimata
per la sua disponibilità e per il suo allegro
carattere. Ha trascorso una vita dignitosa,
dedicando tutta se stessa al lavoro e
alla famiglia. Il suo carattere allegro la
portava ad avere sempre pronta, anche
nei momenti più tristi della vita, la frase
spiritosa che alleviava le sofferenze
peggiori, dando un momento di pace e di
serenità a chiunque le stesse vicino.
Le avversità non hanno mai avuto il
Cogoni, in Italia per motivi di salute, il
20 maggio scorso l’ha accompagnata
nell’ultimo viaggio.
sopravvento su di lei; è riuscita sempre a
dominarle, godendo nel contempo delle
gioie che la vita le offriva e lasciando a
tutti una grande lezione di vita.
Tutta la redazione di Ogliastra Sanità
porge alla collaboratrice Severina Mascia e famiglia le più sincere e sentite
condoglianze.
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
Le emergenze estive
Colpo di Sole, Colpo di
Calore
Definizione
Il colpo di sole è causato da una eccessiva
esposizione diretta al sole che provoca
un aumento della temperatura. Conseguentemente si verifica una eccessiva
vasodilatazione con calo pressorio e stato
di shock. Il colpo di calore è dovuto a un
aumento della temperatura corporea a
causa del clima caldo e umido. L’organismo accusa il malore perché assorbe
più calore di quanto riesce a cederne
all’esterno con la sudorazione. I fattori
predisponenti sono:
• temperatura ambientale ›35°C e umidità superiore all’80%, obesità,
• superlavoro muscolare,
• etilismo,
• ipereccitabilità del sistema nervoso
centrale,
• assunzione di determinati farmaci
(diuretici, antiparkinson, betabloccanti,
antistaminici).
Anziani, bambini e donne sono maggiormente soggetti al collasso da calore. Particolarmente a rischio sono i lattanti lasciati,
anche solo per brevi periodi, in autovetture
ferme sotto il sole, con i vetri chiusi.
Sintomi
I sintomi più comuni del colpo di sole sono:
cefalea, sete estrema, nausea, vertigini,
sudorazione profusa, spasmi e febbre altissima (43-44°C) che può arrecare notevoli
danni a organi importanti, quali il cervello,
il fegato, i reni. Per quanto riguarda il colpo
di calore i sintomi sono:
• volto arrossato
• sete intensa
• cute calda (temperatura elevata) e
mucose asciutte
• sensazione di generale debolezza,
crampi muscolari
• senso acuto di vertigini, disorientamento, confusione mentale
• perdita di coscienza (in taluni casi)
• Oliguria (diminuzione della quantità
di urine nelle 24 ore) con urine molto
pigmentate
• Talora nausea e vomito.
Cosa fare in caso di colpo di sole:
provoca un arrossamento intenso e fastidioso della zona di cute interessata: la
gravità del danno non è proporzionale
alle dimensioni del celenterato, ma
all’estensione del contatto.
• Posizionare la vittima all’ombra e al
fresco con la testa alta.
• Slacciare o togliere gli abiti stretti.
• Avvolgerla in un lenzuolo (o coperta)
freddo e umido.
• Far bere al paziente una soluzione
salina, per reintegrare i sali perduti
con la sudorazione eccessiva.
• Ventilare la vittima.
• Chiamare con la maggiore tempestività
possibile un medico.
In caso di colpo di calore, adottare le stesse
misure e, in aggiunta controllare, il polso
e la respirazione:
• Abbassare la temperatura corporea il
più rapidamente possibile, immergendo
l’infortunato in una vasca di acqua
moderatamente fresca.
• Assoluto riposo per recuperare l’assorbimento di liquidi e sali.
• Tempestiva ospedalizzazione.
Cosa non fare
• Non posizionare il paziente seduto.
• Non dare da bere bevande fredde.
Eritema Solare
Definizione
Alterazione cutanea caratterizzata da arrossamento circoscritto o diffuso, legato alla
dilatazione dei capillari cutanei. Può essere
provocato da eccessiva esposizione al sole,
in assenza di protezione adeguata
Sintomi
La pelle già dopo poche ore dall’esposizione si arrossa e da luogo a una fastidiosa sensazione di bruciore o prurito.
In alcuni casi può anche comparire la
febbre (38-39°C).
Cosa fare
• Applicare sulla pelle un preparato lenitivo
e idratante (meglio se un doposole, cioè
un prodotto studiato specificamente per
l’occorrenza), evitando il più possibile lo
sfregamento con gli indumenti.
Cosa non fare
• Per almeno 7-10 giorni la parte interessata non deve prendere il sole (proteggerla con indumenti e con adeguati
filtri solari).
Contatto da Medusa
Definizione
Il contatto con una medusa, a causa delle
sostanze urticanti presenti nei tentacoli,
Sintomi
Il contatto con i tentacoli provoca:
• edema locale, intorpidimento
• eritema
• vesciche o petecchie (microemorragie
capillari delle dimensioni di una capocchia di spillo)
• prurito
• dolore e un aspetto orticariode simile ad
una frustata. Il dolore può diffondersi
e possono anche verificarsi astenia,
nausea, cefalea, vertigini e dispnea,
lacrimazione e rinorrea.
Cosa fare
• Asportare eventuali residui di tentacolo;
• Applicare acqua di mare con aggiunta
di bicarbonato;
• Successivamente spalmare un preparato
antistaminico o cortisonico sulla parte
o, in mancanza di questi, olio solare;
• Consultare il medico qualora la reazione sia molto estesa e si manifestino
sintomi generali quali nausea, vomito
e alterazioni della frequenza cardiaca
e/o respiratoria.
Cosa non fare
• Non applicare ghiaccio: il veleno è termolabile.
Puntura di Pesci Velenosi
Nei litorali italiani i pesci principalmente
responsabili di punture particolarmente
dolorose, ma non pericolose, sono quelli
dei litorali sabbiosi : tracina (o pesce ragno
o aragna), razza velenosa. Gli scorfani
vivono invece tra gli scogli e feriscono di
solito se maneggiati incautamente per
liberarli dalla rete o dall’amo.
Sintomi
• Dolore intensissimo nella sede colpita,
sproporzionato rispetto alle dimensioni
della ferita;
• Tumefazione;
• Formazione di vescicole;
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
• Non bisogna assolutamente grattare
la parte punta perché favorisce la diffusione del veleno nell’organismo.
Puntura di Zecca
• Sono possibili vomito e diarrea, cefalea, febbre, spasmi muscolari, shock
e, raramente, aritmie cardiache.
Cosa fare
• Cercare di far uscire il veleno iniettato
spremendo la parte colpita. Poiché il
veleno è termolabile;
• cercare di far aumentare la temperatura
locale: impacchi di acqua molto calda,
anche di mare;
• applicazioni di sabbia calda per 30/40
minuti;
• Siccome la puntura è ugualmente pericolosa anche dopo la morte del pesce,
è consigliabile spezzare con una forbice
gli aculei velenosi.
• Disinfettare la parte e applicare un anestetico locale, in caso il dolore fosse ancora
molto intenso, e un antistaminico. Nel
caso la puntura sia stata invece provocata
da un riccio di mare occorre innanzitutto estrarre gli aculei con una pinzetta,
facendo attenzione a non provocarne la
rottura, e quindi disinfettare.
Cosa non fare
• Se la parte colpita, come avviene frequentemente, è il piede, non camminare
a piedi nudi nel periodo seguente per
evitare infezioni.
Punture d’Insetto
Definizione
La puntura di insetti come vespe, calabroni, api, zanzare, tafani, pulci o formiche può diventare pericolosa quando:
• il soggetto è allergico alle sostanze
contenute nel veleno iniettato;
• la sede della puntura è il viso, la gola,
la lingua, ecc.;
• il numero delle punture è elevato;
• Dolore pungente;
• Prurito;
• Arrossamento nella zona della puntura;
• Talvolta bolle sierose;
• Gonfiore.
Cosa fare
Ecco le misure da prendere in questi
casi:
• Nel caso di pungiglione rimasto fisso
nella cute, è necessario estrarlo con
precauzione, facendo soprattutto attenzione a non spezzarlo.
• Se la puntura provoca forti dolori, è
possibile calmarli con impacchi di acqua
fredda; utili anche le spugnature fredde
con ammoniaca diluita.
• È consigliabile la somministrazione di
antistaminici per via orale (non locale,
in quanto inutile) ed eventualmente
l’applicazione di un cortisonico nella
sede della puntura.
• Se si tratta di una puntura alla bocca,
fate ripetuti gargarismi con acqua
molto salata. In alternativa, potete
masticare dei pezzetti di ghiaccio o
tenerne un po’ in bocca.
• Nel caso in cui venga punta una persona
allergica alla puntura di una determinata
specie di insetti (cioè sensibilizzata al
veleno a causa di un contatto pregresso e
pertanto a rischio di sviluppare reazioni
gravi in occasione di una nuova puntura),
è consigliabile recarsi immediatamente
in pronto soccorso, anche in assenza di
sintomi o in presenza di disturbi apparentemente trascurabili.
• Può essere utile l’applicazione di un
laccio emostatico al di sopra del punto
colpito, in modo da rallentare l’assorbimento e la diffusione del veleno. Il laccio
comunque non deve essere tenuto per
più di venti minuti;
• Occorre rivolgersi al medico anche nel
caso in cui il punto colpito dovesse gonfiarsi notevolmente.
Le punture o morsicature di ragni, millepiedi e tarantole debbono essere curate
come quelle degli insetti.
Cosa non fare
• Non tentare di estrarre il pungiglione
delle api: è munito di uncini;
La zecca è un insetto che si attacca ostinatamente alla pelle, da cui succhia il
sangue per giorni. Il morso di solito non
è doloroso e non causa prurito, per cui
può passare inosservato. I problemi che
determina si limitano di solito a una
lesione locale nella sede della puntura,
a volte è seguita da sintomi generali.
Come si manifesta
La puntura non provoca nè dolore nè
prurito, per cui spesso passa inosservata:
casualmente, per esempio durante un
bagno o una doccia, si riscontra la zecca
attaccata alla pelle.
Cosa fare
La zecca rimane attaccata alla pelle attraverso la sua bocca. Tentativi maldestri
di asportare la zecca possono pertanto
facilmente causare il distacco della testa
dell’insetto, che rimane infissa nella pelle
e deve essere rimossa.
1.Utilizzate un paio di pinzette, o, in alternativa, le dita, o un filo avvolto intorno
alle mascelle della zecca, l’estrazione
della testa può essere agevolata cospargendola d’olio;
2.Cercate di serrare la presa il più possibile vicino alla pelle, possibilmente in
corrispondenza della testa; tirate poi
lentamente ma costantemente, finchè
l’insetto non molla la presa. Evitate
possibilmente movimenti oscillatori,
che rischiano di staccare il corpo della
zecca dalla testa;
3.Se avete rimosso la zecca, ma la testa
è rimasta attaccata, questa dovrà però
comunque essere rimossa con un ago
sterile (operando come per rimuovere
una scheggia);
4.Lavate le mani e la zona della puntura
con acqua e sapone.
Chiamate il medico se:
• non riuscite a rimuovere la zecca
• la testa della zecca è rimasta in profondità nella pelle
• nella settimana successiva alla puntura
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
10
Consigli Utili per una Corretta
Esposizione al Sole
compaiono febbre o un eruzione sulla
pelle, si potrebbe essere instaurata la
Malattia di Lyme o una RicKettsiosi.
Cosa non fare
• Non cercate di rimuovere la zecca facendola oscillare o tirandola bruscamente:
favorireste il distacco della testa;
• Non uccidete la zecca schiacciandola
con le mani;
· Non cercate di staccare la zecca cospargendola di smalto per le unghie,
alcool o petrolio: si tratta di tentativi
di interromperne la respirazione, destinati però all’insuccesso, perchè la
zecca respira solo poche volte in un’ora.
Tali tentativi possono inoltre indurre
nella zecca il vomito, contribuendo a
mettere in circolo tossine dannose;
poiché possono provocare aderenze e
opacità permanenti.
Annegamento
avviene per l’ostruzione delle vie aeree da
parte di un liquido. Non sempre il corpo è
immerso nel liquido, per annegare basta
l’immersione degli orifizi respiratori: chi,
per un malore ad esempio, cade a faccia
in giù in un sottile strato di liquido, rischia
di annegare. Lo stesso si può verificare
se l’infortunato è incosciente e vomita:
è necessario che il vomito possa defluire quindi va posizionato sul fianco. Per
riflesso, quando un liquido entra nella
cavità orale provoca una chiusura della
laringe: l’infortunato perciò non può più
respirare e inizia l’asfissia. Se l’infortunato perde coscienza e di conseguenza
i riflessi cessano , il liquido può penetrare
nella trachea, nei bronchi e negli alveoli
polmonari soffocandolo.
Sintomi
Il malcapitato, se è soccorso tempestivamente e non ha perso coscienza,
sarà molto agitato e spaventato, avrà
delle difficoltà respiratorie e tossirà per
espellere il liquido dalle vie aeree. Se la
permanenza nel liquido è più lunga,
l’asfissia porta alla perdita di coscienza e,
successivamente, all’arresto respiratorio
e quindi a quello cardiaco.
Intervento
Per prima cosa è necessario rimuovere
Evitare le esposizioni eccessive e le scottature
da sole, soprattutto nei bambini
e in soggetti con cute pallida che si abbronza
con difficoltà e si scotta facilmente;
Non esporre al sole i bambini fino al 6° mese;
Evitare le esposizioni al sole dalle ore 11 alle 14;
Utilizzare cappelli con visiera,
camicie, magliette, occhiali;
disperato con grande
rischio per la vostra
incolumità. Una volta
tratto in salvo l’infortuRicordare che la migliore fotoprotezione è l’ombra
nato bisogna verificare
e che un indumento appropriato
immediatamente se è
protegge più di una qualunque crema solare;
cosciente o meno. Se è
Usare, specie se si ha la cute pallida, creme solari
cosciente è sufficiente
ad alta protezione che contengano
tranquillizzarlo, metfiltri bloccanti sia gli UVE che gli UVA;
terlo in posizione semiLe creme solari devono essere resistenti all’acqua
seduta per facilitare la
ed applicate più volte al giorno;
respirazione, aiutarlo
Alcune sedi sono da proteggere in modo particolare:
ad espellere il liquido
naso, orecchie, petto, spalle, dorso, piedi, cuoio
presente nelle vie aecapelluto (specie se calvi, ma non solo);
ree con dei colpetti sulla
schiena e con movimenEvitare le abbronzature artificiali (lettini UVA)
che oltretutto invecchiano precocemente la pelle.
ti circolari delle braccia
che aiutano l’espansione della gabbia toracica
l’infortunato dal liquido che lo asfissia. In e quindi della respirazione. Se l’infortunato
caso di annegamento in acqua alta, è consi- ha perso coscienza è necessario agire con la
gliabile tentare di raggiungere l’infortunato massima urgenza e chiamare i soccorsi. In
dalla riva, tendendogli un salvagente, una attesa dei soccorsi, bisogna verificare per
fune, un asciugamano, un ramo, se è ancora prima cosa la presenza della respirazione
cosciente. Se ciò non fosse possibile, è e del battito cardiaco. Se le funzioni vitali
consigliabile raggiungerlo a nuoto soltanto sono integre, bisogna porre l’annegato in
se si è muniti di un salvagente, una barca, posizione laterale di sicurezza, meglio se
un materassino o un qualsiasi oggetto su un piano leggermente inclinato con la
galleggiante in grado di sostenere sia il testa in basso. In attesa dei soccorsi, se non si
malcapitato che il soccorritore.
riprende, bisogna tenere costantemente sotto
ATTENZIONE: il salvataggio a nuoto, se controllo le funzioni vitali. Se l’infortunato
non siete esperti soccorritori, è pericoloso: è incosciente con respiro assente e battito
l’infortunato si aggrapperà a voi in modo cardiaco presente bisogna immediatamente
Utilizzare l’ombra naturale (alberi, ecc.)
e creare protezione con ombrelloni;
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procedere alla respirazione artificiale. Prima
è bene però verificare che le vie aeree non
siano ostruite dall’ingestione del liquido.
Per far ciò è bene rovesciare l’annegato a
pancia in giù, disporsi in piedi a gambe
larghe sopra il suo bacino, afferrarlo per le
anche o i fianchi e sollevarlo in modo da far
defluire l’acqua. Appena questa è defluita si
può finalmente stendere l’annegato a pancia
in su e procedere con la respirazione artificiale. Nel caso anche il battito cardiaco sia
assente bisogna procedere alla respirazione
artificiale e al massaggio cardiaco.
ATTENZIONE: nel caso di tuffi in acque
basse, per esempio in piscina o in presenza di scogli, l’annegamento potrebbe
essere stato provocato da un trauma. In
questo caso bisogna avere molta cautela:
l’infortunato potrebbe avere delle fratture,
per esempio alla colonna vertebrale, il
che comporta una grande attenzione
nel rimuoverlo.
Gravità
Nel caso di annegamento è necessario
intervenire con la massima tempestività.
L’arresto respiratorio avviene in pochi
minuti, e in breve sopraggiunge anche
l’arresto cardiaco.
Emergenza Lenti a
Contatto
Spesso in estate coloro che utilizzano le
lenti a contatto tendono ad abusarne,
usandole per troppe ore al giorno o facendo il bagno in mare: la conseguenza
sono occhi arrossati e irritati. O peggio.
Può essere infatti molto pericoloso fare
il bagno con le lenti a contatto in acque
contaminate da batteri o dall’ameba,
poiché possono insorgere delle cheratiti
molto serie. In caso di abuso nel loro utilizzo e quindi arrossamento degli occhi,
vista annebbiata, dolore, è necessario
sospendere immediatamente l’uso delle
lenti e a consultare l’oculista.
La Pagina Del Legale a cura di Severina Mascia
Ogliastra Sanità
11
Guida pratica al sistema normativo legato alla assistenza pubblica
Come ottenere l’indennità di invalidità
Nel numero precedente del nostro periodico abbiamo definito quali sono
le indennità di cui può beneficiare il
cittadino, specialmente se invalidido
o portatore di handicap. Nell’articolo
che segue vengono invece definite le
procedure necessarie per poter ottenere
tali indennità.
Cosa fare per accedere ai vari
benefici economici
Per poter usufruire delle prestazioni
assistenziali il malato oncologico deve
preliminarmente sottoporsi ad una
visita medico-legale da parte della
A.S.L. di appartenenza che accerti lo
stato di invalidità e/o di handicap conseguente alla malattia. La domanda di
riconoscimento dello stato di invalidità
e di handicap deve essere presentata
all’Ufficio Invalidi Civili della A.S.L. di
residenza (anche tramite i Patronati che,
per legge, offrono assistenza gratuita)
personalmente dall’interessato o da chi lo
rappresenta legalmente (genitore, tutore)
o da chi ne cura gli interessi nel caso degli
inabilitati (curatore). Alla domanda, da
redigersi su apposito modulo disponibile
presso la stessa A.S.L., dovranno essere
allegati:
1.certificati anagrafici (o dichiarazioni sostitutive) indicati nel modulo di
domanda;
2.il certificato del medico di famiglia, nel
quale si attesti la natura invalidante
della malattia;
3.la documentazione clinica (cartella
clinica e eventuali referti medici).
Se l’interessato non sa o non può firmare,
la domanda deve essere firmata dal
competente funzionario della A.S.L., il
quale, previo accertamento dell’identità
del dichiarante, attesta che la dichiarazione è stata a lui resa dall’interessato,
in presenza di un impedimento a sottoscrivere, facendo menzione della
causa dell’impedimento (art. 4 D.P.R.
403/1998, come sostituito dall’art. 4
D.P.R. 445/2000).
Se l’interessato è minore o soggetto a
tutela o a curatela, la domanda deve
essere sottoscritta rispettivamente
dal genitore esercente la potestà, dal
tutore o dall’interessato stesso con
l’assistenza del curatore. L’atto di nomina del curatore dev’essere allegato
alla domanda, in copia autenticata dalla
competente autorità giudiziaria. Nel
caso in cui l’interessato sia minore di
18 anni o interdetto, la domanda deve
essere firmata, per conto dell’interessato
medesimo, dal suo legale rappresentante specificandone la qualità (genitore
di minore o tutore di interdetto). Nel
caso in cui il soggetto sia affetto da
minorazioni tali da impedire il trasporto
dall’abitazione presso la A.S.L., potrà
essere richiesta la visita domiciliare
motivando l’impedimento con idonea
documentazione sanitaria (art. 1, co. 7,
D.P.R. 698/1994). Nel caso in cui l’invalido
non sia in grado di farlo personalmente,
l’impedimento può essere motivato da
un familiare convivente. L’impedimento
che giustifichi la visita domiciliare non
deve essere necessariamente connesso
alla sola capacità deambulatoria, ma
può essere riferito al complesso delle
situazioni, specificate nella certificazione
medica, che rendono rischioso o pericoloso per sé o per altri lo spostamento
dell’invalido. Durante la visita, il richiedente può farsi assistere da un proprio
medico di fiducia (oncologo, medico di
famiglia, medico legale) (art. 1, co. 3, L.
295/1990. Con la medesima domanda, e
a fronte di un unico accertamento sanitario, è possibile ottenere sia la certificazione di invalidità civile (L. 118/1971)
che quella di handicap (L. 104/1992).
E’ opportuno, quindi, specificare nella
domanda la volontà di essere sottoposto
a visita medico-legale per l’accertamento
dell’esistenza dei requisiti previsti dalle
due leggi. In mancanza di tale esplicita
indicazione, ci si dovrà sottoporre a due
visite medico-legali.
2.1. legge 80/2006 e
semplificazione accertamenti.
La legge n. 80 del 09.03.2006, di conversione del D.L. 10.01.2006, n. 4 (la
quale ha introdotto misure in materia
di organizzazione e funzionamento
della pubblica amministrazione) prevede, all’art. 6, la facoltà per le Regioni,
nell’ambito delle proprie competenze,
di adottare disposizioni dirette a semplificare ed unificare le procedure di
accertamento sanitario per l’invalidità
civile e l’handicap. La stessa norma, art.
6, co. 3 bis, prevede un procedimento più
breve per i soggetti con patologie oncologiche, che deve essere effettuato entro
15 giorni dalla domanda dell’interessato.
Al fine di rendere attuabile detta disposizione, è prevista l’immediata efficacia del verbale di accertamento della
Commissione medica presso la A.S.L.,
mentre alla Commissione medica di
verifica è data facoltà di sospenderne
gli effetti fino ad ulteriori accertamenti.
Riassumendo, la nuova normativa stabilisce che l’accertamento di invalidità ed
handicap dei malati oncologici.
1.è effettuato entro 15 giorni dalla presentazione della domanda;
2.è immediatamente efficace;
3.è, quindi, immediatamente utilizzabile
per richiedere tutti i benefici previsti.
Il certificato attestante lo stato di invalidità e/o di handicap è rilasciato in
unico esemplare; pertanto, è consigliabile
esibirlo sempre e solo in copia, eventualmente autenticata, a tutti i soggetti e
istituzioni che ne facciano richiesta. Il
riconoscimento dello stato di invalidità e
di handicap da parte della Commissione
FARMACIA
Dott. Antonio Masia
Omeopatia - Erboristeria,
Articoli ortopedici,
Misurazione pressione,
colesterolo, glicemia.
Aerosol in affitto
Dal Lunedì al Venerdì
9,00 - 13,00 / 16,30 – 19,30
Sabato
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Via Roma, 40 - 08040 LOTZORAI (NU) - Tel. 0782 669467 - Fax 0782 668198
medico-legale della A.S.L. dà diritto, come
già precedentemente precisato, a benefici
socio-economici, che dipendono dal grado
di invalidità riconosciuto e dal reddito.
Tali benefici decorrono, secondo quanto
previsto dall’art. 5, co. 1, D.P.R. 698/94,
dal primo giorno del mese successivo alla
data di presentazione della domanda
di accertamento sanitario della A.S.L.
All’atto del primo pagamento verranno
corrisposte in un’unica soluzione tutte le
mensilità arretrate e gli interessi legali
secondo le norme previste dal Codice
civile; gli assegni successivi saranno su
base mensile.
2.2. Richiesta di aggravamento
Se la malattia progredisce, chi ha ottenuto
il riconoscimento dell’invalidità civile o
di handicap, può presentare richiesta di
aggravamento. La domanda si presenta
dopo aver compilato un modulo disponibile
presso la propria A.S.L., allegando certificato
di residenza, una copia del verbale del primo
riconoscimento nonché adeguata documentazione che certifichi il peggioramento
del tumore per il quale è stata richiesta
l’invalidità (art. 11, legge 118/1971).
2.3. Modalità di riscossione
Una volta assolta la fase di accertamento
dei requisiti sanitari, al richiedente viene
inviata dall’Ente erogatore della provvidenza economica, una comunicazione
che contiene i moduli delle dichiarazioni
e auto-certificazioni da compilare ed
inviare all’ente erogatore. In questa occasione, il beneficiario della provvidenza
economica indica se intende riscuotere il
pagamento tramite ufficio postale (art.
14 D.P.R. 367/1994) o tramite banca
(D.M. Ministero del Tesoro - 28 novembre
1996). Qualora opti per il pagamento
tramite banca, l’invalido deve indicare gli
estremi identificativi dell’ufficio presso
il quale intende ritirare la provvidenza,
ed altresì se intende ritirarla presso lo
sportello, o con accredito su C/C bancario
o su libretto di risparmio nominativo.
Qualora opti per il pagamento tramite
banca, l’invalido deve indicare gli estremi
identificativi dell’ufficio presso il quale
intende ritirare la provvidenza, ed altresì
se intende ritirarla presso lo sportello,
oppure tramite accredito su C/C postale
nominativo, o su libretto di risparmio
nominativo. Il pagamento può essere
effettuato anche con assegno circolare
inviato a domicilio.
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
Ogliastra Sanità
12
Alcuni indirizzi che potrebbero risultare utili
Mano Tesa Ogliastra è in grado
di fornire a chiunque li richieda indirizzi utili per reperire alloggi per i
malati e i loro familiari in sardegna
ed in tutte le città d’italia.
A Padova
• L’Associazione Cilla, via Forcellini 170/
A, Padova, tel. 0498033878, email
[email protected] ha case di accoglienza in
diverse regioni italiane. Tutte le sedi e
le informazioni sono reperibili sul sito
www.cilla.it.
A Milano
• Associazione Casamica onlus, 75 posti
letto in tre diversi appartamenti, tel.
0276114720, cell. 3337906664
• Casa di accoglienza Parrocchia del Redentore, 30 posti letto, via Palestina 5,
tel. 026690655
• Casa di accoglienza Parrocchia San
Protaso, 19 posti letto, via Murillo 14,
tel. 02980127
• Casa di accoglienza Beatrice Vitello, 18
posti letto, corso di Porta Romana 51,
tel. 0245474323
• Casa di accoglienza San Leonardo Magno, 17 posti letto, via Camia 12, tel.
022829147 (dalle 16.00 alle 18.00)
• Foresteria San Raffaele, via Olgettina 20. È all’interno dell’ospedale;
equivale ad un Hotel a tre stelle; tel.
0226433125
• Ospedale Niguarda, piazza Ospedale
Maggiore 3, L’associazione Samaritana può aiutare trovare una sistemazione per i parenti dei ricoverati; tel.
0264442249
Codice Deontologico del Volontario
• Oasi San Francesco, 160 posti letto, via
Arzaga 23, tel. 02416318/9
• Istituto La Casa, 35 posti letto, via Lattuada 14, tel. 0255187310
• Istituto Ricci, 30 posti letto, via Sbarbaro
11, tel. 0266220022
Quando il Bambino È Malato
A Roma
• Al Bambino Gesù di Roma c’è una sedia
a sdraio per la mamma che dorme
accanto al suo piccolo e il diritto ad
acquistare i buoni pasto della mensa.
Per i bambini oncologici che arrivano
da fuori Roma, i volontari dell’Associazione Peter Pan, vicino all’ospedale in
via San Francesco di Sales 16,hanno
una residenza con 12 stanze, cucina
in comune, sala giochi; tel.069706494.
Recentemente in via Vigna Fabbri 39
l’Associazione Peter Pan ha aperto
un’altra casa di accoglienza di 10
stanze per bambini in cura al Policlinico Umberto I, tel.0697612350; info:
www.asspeterpan.it
A Genova
• Una poltrona per la mamma o il parente
che assiste il bambino giorno e notte
è disponibile all’ospedale Giannina
Gaslini di Genova. Per trovare un alloggio, se il bambino è in day-hospital,
ci si può rivolgere al servizio sociosanitario dell’ospedale chiamando il
tel. 0105636322. Sempre a Genova
per i piccoli emato-oncologici e neurochirurgici e per i loro genitori c’è il
Centro Saturno gestito dalla C.R.I.,
tel.0103073659.
A Firenze
• Accesso alla mensa e un letto accan-
Laboratorio
A
nalisi
del Dr. F. Furcas & C. S.r.l.
Art. 1 Il volontario opera per il benessere e la dignità della persona
e per il bene comune, sempre nel rispetto dei diritti fondamentali
dell’uomo. Non cerca di imporre i propri valori morali.
Art. 2 Rispetta le persone con cui entra in contatto senza distinzioni
di età, sesso, razza, religione, nazionalità, ideologia o censo.
Art.3 Opera liberamente e dà continuità agli impegni assunti e ai
compiti intrapresi.
Art. 4 Interviene dove è più utile e quando è necessario, facendo
quello che serve e non tanto quello che lo gratifica.
Art. 5 Agisce senza fini di lucro anche indiretto e non accetta regali
o favori.
Art. 6 Collabora con gli altri volontari e partecipa attivamente alla
vita della sua associazione. Prende parte alle riunioni per verificare
le motivazioni del suo agire, nello spirito di un indispensabile lavoro
di gruppo.
Art. 7 Si prepara con impegno, riconoscendo la necessità della
formazione personale che viene svolta all’interno della propria
Associazione.
Art. 8 È vincolato all’osservanza del segreto professionale su tutto
ciò che gli è confidato o di cui viene a conoscenza nell’espletamento
della sua attività di volontario.
Art. 9 Rispetta le leggi dello Stato, nonché il regolamento e lo statuto
della sua Associazione e si impegna per sensibilizzare altre persone
al valore del volontariato.
Art. 10Svolge la propria attività permettendo a tutti di poterlo indicare.
Non si presenta in modo anonimo, ma offre la garanzia che alle sue
spalle c’è un’Organizzazione riconosciuta dalle leggi dello Stato.
to al bambino anche all’Ospedale
Anna Mayer di Firenze. I familiari
possono trovare alloggio presso il
Convitto Casa don Secchiamoli, via
Borghini 23 al prezzo di circa 20 euro
a persona con prima colazione, oppure rivolgersi all’agenzia New Tour,
convenzionati entrambi con l’azienda ospedaliera, tel.0555662332.
A Monza
• All’ospedale San Gerardo di Monza per
i piccoli pazienti del reparto di ematologia pediatrica, c’è il residence Cascina
Valeria con 13 monolocali e 3 bilocali.
Possono ospitare i genitori e il bambino
se in day-hospital. La permanenza è
variabile da 3 a 6 mesi fino a 1 anno;
tel. 0392333526.
Prelievi
dal lunedì al sabato
dalle 08.00 alle 11.00
Si eseguono anche:
Ritiro referti
dal lunedì al sabato
dalle 11.00 alle 13.00
Test non invasivo di determinazione
del sesso fetale a partire dall’8° sett.
di gravidanza
Omocisteina, Diagnosi Celiachia
Test Intolleranze alimentari
Accreditato con il S.S.N.
Direttore Sanitario: Dott. Piero Ugo Mulas - Biologo
Via Ospedale 19 - 08045 Lanusei - Tel. 0782/42343 - Fax 0782/480835
Il Laboratorio partecipa alla V.E.Q. Europa (Valutazione Esterna di Qualità)
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
Ogliastra Sanità
13
Strutture ogliastrine di accoglienza
Dove ricoverare i nostri vecchi
Le più importanti tipologie di strutture
di accoglienza per gli anziani attualmente sono:
Comunità alloggio. Sono strutture di
piccole dimensioni che ospitano persone
totalmente o parzialmente autosufficienti,
che non hanno la possibilità di vivere autonomamente presso il nucleo familiare.
Centri di aggregazione sociale (CAS).
Sono luoghi di incontro per tutti i cittadini ed
hanno la funzione di promuovere iniziative
di aggregazione culturale e ricreativa.
Casa protetta. È una struttura residenziale con prestazioni di natura assistenziale, relazionale e sanitaria, a
carattere continuativo , a soggetti non
autosufficienti o affetti da gravi deficit
psico-ficici.
Residenze assistenziali (RSA). Sono
finalizzate a fornire ospitalità, prestazioni
sanitarie, di recupero funzionale e di inserimento sociale a persone affette da malattie
croniche o da patologie invalidanti.
ALCUNE STRUTTURE
OGLIASTRINE
Comunità Alloggio/Casa
Protetta “San Lorenzo“
- Seui
Il Comune di Seui ha realizzato da qualche anno (luglio 1999) un Comunità
Alloggio, anche con funzioni di Casa
Protetta, gestita dalla cooperativa “Prestige“ con 15 posti lavorativi: il personale
è dotato di preparazione specifica e
qualificata.
La struttura che appare ben tenuta e gradevolmente vivibile ospita attualmente
24 persone (16 in comunità alloggio, 8
in casa protetta) provenienti da tutte le
aree geografiche della Sardegna. Alla
“San Lorenzo“ si accede presentando
domanda al Comune di Seui o comunque
contattandone i Servizi Sociali. L’accesso
è regolato da una graduatoria.
Gli ospiti appaiono soddisfatti della
struttura che li accoglie in camere doppie
o singole con servizi interni.
Il medico è il medico di famiglia della
cittadina e le prestazioni di intervento
sanitario avvengono su sua richiesta e
segnalazione alla ASL n.4 di Lanusei.
La cooperativa che gestisce la struttura
organizza incontri di socializzazione,
spostamenti degli ospiti, attività varie
di convivenza.
La retta mensile è di euro 1.000,00 per la
sistemazione in camera doppia; di euro
1.200,00 in camera singola.
Comune di Perdas che provvede a stilare
una graduatoria secondo criteri che
possono essere richiesti per opportuna
conoscenza. Le liste d’attesa sono molto
lunghe.
La Casa “Letizia“ ha una capienza di
30 Persone. I posti possono arrivare
a 32 in casi di particolare emergenza.
I Pazienti sono seguiti dai Medici di
famiglia operanti in Perdas e si avvalgono di tutte le prestazioni necessarie
erogate dalla ASL.
La retta in camera doppia o singola è
attualmente di euro 1.000,00.
La struttura sorge alla periferia della cit-
dalla normativa regionale in materia. Gli
Ospiti sono assistiti e seguiti da sedici
operatori. Le prestazioni sanitarie sono
garantite da un Medico di Medicina
Generale; per gli interventi di analisi
chimiche, visite specialistiche, controlli
periodici, provvede la ASL n° 4 su opportuna segnalazione del Medico.
La sistemazione è in confortevoli camere
doppie con servizi interni; la socializzazione si realizza in spazi comuni con il
sostegno di alcuni animatori.
L’accesso a “Il Cantuccio” è possibile
presentando domanda corredata da
documentazione (la si può richiedere
direttamente presso la sede di Via Mare
a Bari Sardo); attualmente non c’è lista
di attesa.
La retta mensile è di euro 1.550 per le
persone non autosufficienti, di euro 1.100
per le persone autosufficienti.
La casa di accoglienza
CRISTO RE a Lanusei
Casa Protetta
“Letizia“ - Perdasdefogu
È una casa di riposo direttamente gestita
dal Comune di Perdasdefogu.
La realizzazione della struttura, risalente
ad alcuni decenni, ha tratto l’avvio da
un lascito della signora Antonietta Lai,
finalizzato alla costruzione di una casa
di ospitalità per anziani. Attualmente è
organizzata come “casa protetta“.
Il personale, qualificato, è composto da
15 soci della cooperativa “Serena“ e da
4 animatori, che organizzano attività
di socializzazione, ludiche e di stimolo
per gli ospiti. Periodicamente vengono
vissute giornate di convivenza; sono positivi i rapporti con la Pro Loco di Perdas
ed è buona la collaborazione con la ASL
n.4 di Lanusei.
La casa è aperta ad ospitare persone
provenienti dalla Sardegna e “oltre“.
Vi si accede in seguito a domanda al
tadina e si fa notare per le sue gradevoli
linee costruttive e per l’ampio spazio
che la circonda. Gli ambienti appaiono
puliti, accoglienti, molto luminosi. Molto
disponibile e collaborativo il personale
della cooperativa “Serena“.
Il Cantuccio a Bari Sardo
A Bari Sardo, da alcuni anni, è attiva
una struttura funzionante come “casa
protetta“ con 27 posti, e come “comunità
alloggio” con 16 posti; i posti disponibili
per eventuali emergenze sono due. “Il
Cantuccio“ ha pertanto una capacità complessiva di accoglienza per 45
Persone.
La struttura è gestita dalla Associazione
Il Cantuccio; si trova a Bari Sardo, in
via Mare; il recapito telefonico è 0782
29653.
I servizi prestati sono quelli contemplati
A Lanusei, in via Repubblica 96, è attiva
da oltre 25 anni la struttura delle Figlie
Eucaristiche di Cristo Re. Da un punto di
vista funzionale è una “casa mista“, nel
senso che è articolata come casa alloggio, residenza protetta e, anche, come
centro di momentanea residenza per
persone che vogliano trascorrevi brevi
periodi di soggiorno/vacanza.
Ha una ricettività di circa 50 posti con
sistemazioni in camere singole o doppie
con servizi interni. I locali, termocondizionati, spaziosi, curati, eleganti, sono
in un complesso che caratterizza il rione
Corosa di Lanusei, soprattutto per la
presenza di una armoniosa Chiesa, direttamente collegata alla Casa.
Nella Casa Cristo Re di Lanusei non ci
sono in genere liste di attesa: qualche
posto, in relazione alla tipologia della
domanda di accoglienza, è quasi sempre
disponibile. Per informazioni chiedere
di suor Angela telefonando allo 0782
42206.
La retta mensile, totalmente a carico
delle Ospiti, considerando che solo sporadicamente alcuni Comuni partecipano
con una piccola integrazione, è mediamente di circa 1.300 euro al mese.
Tonino Loi
Ogliastra Sanità
Organi di informazione dettero notizia,
nel dicembre 2005, di alcuni episodi di
trichinellosi, una delle tante zoonosi,
cioè malattie trasmissibili dagli animali
all’uomo, verificatisi nel comune di Orgosolo a seguito del consumo, da parte
di un ristretto numero di persone, di
salsicce confezionate con carne di suino
allevato allo stato brado e non sottoposta
ai previsti controlli sanitari. Altri episodi,
sempre legati al consumo di insaccati di
suino, si ebbero nell’aprile dello stesso
anno. Fortuna volle che, in entrambe
le circostanze, non vi siano stati episodi
letali. La notizia fece molto scalpore sia
nell’ambito della popolazione, sia nella
cerchia delle autorità sanitarie interessate,
in quanto si trattava del primo episodio
di tale malattie verificatosi in Sardegna.
Queste particolarità ci hanno consigliato
di fornire alcune notizie in merito a questa
malattia per poterla meglio conoscere e,
conseguentemente, evitare.
Questa parassitosi, perché di questo si
tratta, è provocata da un parassita rotondo,
a diffusione mondiale e presente sia negli
animali selvatici, carnivori e onnivori, sia
in quelli domestici, chiamato trichinella;
l’uomo contrae la malattia esclusivamente
con il consumo di carni nelle quali è presente la larva dello stesso parassita.
Il ciclo vitale del parassita è semplice e diretto. Le larve presenti nella carne infestata,
una volta che questa viene ingerita da parte
di qualsiasi animale compreso l’uomo,
si liberano, ad opera dei succhi gastrici,
dell’involucro che le protegge e, giunte
nell’intestino, diventano parassiti adulti
differenziandosi anche sessualmente.
Nell’intestino avviene l’accoppiamento
in seguito al quale le femmine depongono centinaia di larve che, attraverso i
vasi linfatici e sanguigni, raggiungono le
sedi di elezione, generalmente i muscoli
scheletrici. Nei muscoli si incistidano, si
formano cioè delle piccole vescichette non
facilmente visibili ad occhio nudo all’interno delle quali le larve si accrescono, si
circondano di un involucro esterno che le
protegge e le conserva infestanti per circa
due anni. A questo stadio le larve sono
infestanti ed in grado di ricominciare il
ciclo se ingerite da un altro animale.
La sopravvivenza della trichinella nell’ambiente esterno ha un ciclo cosiddetto
silvestre ed un ciclo domestico. Nel primo
sono coinvolti diversi animali selvatici
La pagina della Veterinaria
La trichinellosi
(volpi, cinghiali, roditori ecc.) che cibandosi di animali o carogne contenenti larve
incistidate contribuiscono al perpetuarsi
del ciclo. Nel ciclo domestico, che interessa anche l’uomo, giocano un ruolo
determinante gli animali domestici che,
cibandosi di rifiuti alimentari contenenti
avanzi della macellazione di suini infestati
o di carogne di animali del ciclo silvestre
contenenti larve, possono successivamente trasmettere il parassita all’uomo
quando questi ne consuma le carni poco
cotte o crude come gli insaccati.
Un ruolo predominante nella trasmissione della malattia all’uomo ce l’ha
l’allevamento allo stato brado del suino
che, proprio per il tipo di allevamento, è
messo in condizioni di nutrirsi di qualsiasi
tipo di carogna che, in caso di ingestione,
potrebbe trasmettergli la malattia; a
questo particolare tipo di allevamento,
da noi ancora molto diffuso, si aggiunge
la condizione che la maggioranza della
carne proveniente dai suini allevati allo
stato brado sfugge a qualsiasi genere
di controllo sanitario.
Anche l’importazione dai paesi dell’Est Europeo (Ungheria, Romania ecc.) di cavalli
da macello ha contribuito all’aumento, nel
resto d’Italia, dei casi di trichinellosi, che
in quelle nazioni è molto presente negli
equini. Questo anche perché, sia in Italia
che in Francia, uniche nazioni europee,
vi è l’abitudine di consumare la carne di
cavallo non ben cotta.
Nella maggior parte degli animali la
parassitosi da trichinella non causa una
sintomatologia evidente. Nell’uomo il
periodo di incubazione della malattia è
di circa 1-2 settimane mentre il decorso
e la sintomatologia sono in dipendenza
del grado di infestazione: qualora le larve
siano presenti in piccola quantità la sintomatologia può essere anche assente; al
contrario l’esito può essere anche infausto
in caso di massiva presenza di larve.
L’unica arma che abbiamo a disposizione per il controllo della malattia è la
prevenzione, cioè la messa in atto, da
parte di tutte le persone interessate, di
particolari comportamenti atti ad evitare
il diffondersi della parassitosi. Tenendo
presente quanto sopra esposto riguardante la sopravvivenza del parassita nell’ambiente e la modalità di trasmissione
della parassitosi da un animale all’altro,
possiamo sintetizzare qui di seguito le
principali prescrizioni da seguire:
• evitare l’introduzione del parassita negli
allevamenti chiusi impedendo il contatto
con gli animali selvatici mediante appositi recinti e praticare, ove possibile,
una efficace derattizzazione;
• non condurre al pascolo brado i suini e, per
la verità, non solo questa specie animale,
in quanto questo tipo di allevamento è
quello più idoneo alla propagazione, oltre
che di tutte le parassitosi, anche delle più
temibili malattie infettive; anche il cosiddetto allevamento brado regolamentato
non deve essere solo un gioco di parole
ma presentare delle caratteristiche tali
da impedire il contatto fra gli animali di
allevamenti diversi;
• sistematica distruzione di tutte le carcasse
di animali infestati mediante l’incenerimento o l’infossamento profondo:
• previi accordi con il Servizio Veterinario della
ASL di Lanusei sottoporre al controllo per la
presenza della trichinellosi tutti i cinghiali
catturati durante la stagione venatoria;
• consumare la carne, nel caso particolare
di suino ed anche equino, ed i prodotti
derivati (tutti i prodotti di salumeria
non cotti) solo se provenienti da animali
che hanno subito tutti i previsti controlli
veterinari; conviene diffidare della carne di animali allevati allo stato brado
e che, quasi sicuramente, non è stata
sottoposta alla necessaria ispezione;
14
• non fidarsi dei processi di salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno
a microonde della carne in quanto non
assicurano la distruzione del parassita.
Solo la cottura della carne per almeno
un minuto a 65° C assicura la morte del
parassita.
Sono dei comportamenti da seguire non
solo per la prevenzione della trichinellosi,
alcune norme sono di carattere generale e
da mettere in atto ogni volta che si devono
prendere provvedimenti preventivi per
altre malattie infettive o diffusibili.
Questa parassitosi colpisce, a livello mondiale , circa dieci milioni di individui per la
maggior parte abitanti in Asia. In Francia dal
1975 al 2004 si sono verificati, nell’uomo,
2296 episodi quando nello stesso periodo
in Italia abbiamo avuto 1031 casi.
Come abbiamo riferito sopra in Sardegna,
immune da questa parassitosi fino al 2005,
si sono verificati, tutti nel Comune di Orgosolo, 15 casi di infestazione conseguenti al
consumo di carne suina e prodotti derivati
(salsicce e guanciale) provenienti da animali
allevati allo stato brado e non sottoposti
ad alcun controllo veterinario.
In seguito a questi incresciosi episodi sia
lo Assessorato Regionale alla Sanità, sia la
Comunità Europea, sono intervenuti con
apposite leggi a tutela sia del patrimonio
zootecnico, sia della salute dell’uomo.
L’Assessorato ha voluto regolamentare
l’utilizzo del pascolo brado suino mentre
la CE ha emanato delle norme specifiche
per sottoporre ad esame trichinoscopico
tutti i suidi, suini e cinghiali, e gli equidi
macellati per uso alimentare.
Il Servizio Veterinario di questa ASL di
Lanusei ha effettuato, nell’anno 2006, sui
suini macellati nei mattatoi di competenza,
circa 15.000 esami trichinoscopici tutti con
esito negativo; si coglie l’occasione per far
conoscere a chi avesse interesse che la Direzione di questa ASL, venuta a conoscenza
dell’abitudine presente in questo territorio
dell’allevamento e macellazione del suino
per il consumo familiare (su mannale),
per agevolare l’ispezione veterinaria delle
relative carni, ha deciso di rendere gratuita
l’ispezione stessa comprensiva dell’esame
trichinoscopico. È pacifico che quanto sopra, anche per una questione di tempo
e organizzazione, va concordato con il
Servizio Veterinario competente.
Dino Garau
Pino Cannas
La Pagina Del Volontariato
Ogliastra Sanità
15
Pubblica assistenza “Croce Verde”
di Gianfranco Pittau
Prima ambulanza della Croce Verde
Il 16 febbraio 1986 il sibilo di una sirena
attirò l’attenzione dei cittadini di Tortolì.
Non si trattava nè della gazzella della
polizia, né del mezzo di pronto intervento dei carabinieri. Il mezzo che si
faceva strada con la sirena spiegata, era
la vecchia ambulanza del Comune, un
FIAT 238 rimesso a nuovo e, meraviglia
delle meraviglie, sulle due fiancate era
presente una scritta sino ad allora sconosciuta: P.A. CROCE VERDE - Associazione
di volontariato - Tortolì.
La PUBBLICA ASSISTENZA “CROCE
VERDE” TORTOLI’ - ARBATAX, associazione di volontariato che si occupa
principalmente di emergenza-urgenza
sanitaria, aveva iniziato la sua attività
operativa.
La storia
La Croce Verde viene fondata ca. 22 anni
fa; l’atto costitutivo ha la data del 5 novembre 1985. Un gruppo di 11 cittadini
di Tortolì, capeggiati dalla Sig.ra Maria
Cesaracciu, constatando le gravi carenze
in campo sanitario ed in particolare nel
sistema emergenza-urgenza.di tutta
l’Ogliastra, credettero opportuno oltre
che necessario, far sorgere a Tortolì un’associazione di volontariato che potesse
in qualche modo venire incontro alle
necessità di chiunque avesse bisogno
di urgenti prestazioni sanitarie. Alcune
decine di persone dichiararono la propria
disponibilità e parteciparono al primo
corso di formazione che venne tenuto
da medici qualificati. Il corso durò alcuni
mesi e la maggior parte dei frequentanti
venne dichiarata idonea al servizio di
soccorritore.Vennero organizzati i turni
di servizio e ogni volontario acquistò il
suo camice bianco, divisa obbligatoria
per poter operare, ed il 16 febbraio 1986
iniziò il servizio. Lo stesso giorno venne
fatto il primo intervento. Da subito si
ritenne indispensabile attivare il servizio 24\24h. Era un compito molto
difficile e delicato quello che si andava
a svolgere, ma, pur nella coscienza di
questo, la consapevolezza di poter offrire un aiuto a chi aveva necessità, era
ancora più forte della paura. Chi per
molti anni ha animato l’Associazione e
ha dato forte impulso alla sua crescita,
iniettando continuamente coraggio ed
entusiasmo in tutti i volontari, è stato
Pinuccio Pusceddu, che resterà nella
memoria di chi l’ha conosciuto e nella
storia della Croce Verde di Tortolì.
L’Associazione
La sede legale e operativa si trova a
Tortolì, in via Lanusei, 15. L’emblema
dell’Associazione è una bandiera bianca
con una Croce Verde, proiettata da un
faro.
Nella sede di via Lanusei si trova anche il
deposito dei mezzi e la centrale operativa; il servizio, operativo 24\24h per 365
giorni all’anno, è sempre attivo, cioè la
squadra di intervento è sempre presente
in sede e pronta a partire nel giro di
qualche secondo; sono state allestite
due camere da letto con rispettivi servizi
e una cucina, dove i volontari che sono
in servizio si preparano i pasti. I turni di
servizio sono di norma di due ore.
Il notturno, che inizia alle 22,00 e termina alle ore 8,00, viene svolto da una
sola squadra che dorme in sede.
Per gli interventi di emergenza-urgenza,
l’Associazione dispone di 4 centri mobili
di rianimazione e, naturalmente, ognuno
di essi è dotato, oltre che dell’impianto
centralizzato dell’ossigeno, di tutto il materiale necessario per affrontare qualsiasi
tipologia di intervento di urgenza.
I volontari
I volontari dell’Associazione sono in grado
di adoperare tutte queste attrezzature.
Ogni persona che sente il dovere di offrire parte del suo tempo a chi si trova in
particolari situazioni di necessità, può
fare la domanda per far parte della Croce
Verde. Se il Consiglio Direttivo esprime
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
Ogliastra Sanità
16
Piccole Pillole
di Sanità
Un motivo in più per le noci
a tavola. Chiudere il pasto con le
noci tiene pulite le arterie
Ambulanze alla chiesetta di San Lussorio a Tortolì
parere favorevole, viene accolto in sede
ed inizia il programma di formazione.
Il nuovo volontario dichiarato idoneo
a salire in ambulanza, inizia il servizio
accompagnato da un volontario esperto.
Solo dopo un certo numero di interventi
ha l’autorizzazione di fare il soccorritore
da solo. Questa è la prassi di iniziazione
dei volontari della Croce Verde. Forse
potrà sembrare lunga e complicata, ma
pensate quanto sia delicato ed importante
il compito che sono chiamati a svolgere.
Quando si parte con l’ambulanza, non si
sa mai che cosa ci attende!
Servizio 118
Dal 1999, anno di inizio del servizio 118,
l’associazione è convenzionata con l’Azienda U.S.L. n° 4 di Lanusei per il servizio
emergenza-urgenza 118; l’Azienda Sanitaria Ogliastrina fa parte della centrale
operativa di Sassari. Dal 2002 si è iniziato
ad operare, solo nei mesi estivi, 24\24h
con a bordo anche un infermiere professionale, inviato dalla struttura pubblica.
È un impegno non indifferente quello a
cui si è andati incontro, ma i volontari,
con uno spirito di sacrificio a dir poco
encomiabile, hanno deciso di affrontare il
rischio. Così dal primo di giugno del 2006
si è lavorato avendo sempre un infermiere
professionale a bordo dell’ambulanza. I
turni degli infermieri professionali sono
gestiti dall’ Azienda USL, ma essi sono
ospiti a tutti gli effetti della Croce Verde.
A titolo informativo è bene dire che il
servizio INDIA per tutto l’anno, è stato
possibile attivarlo solo a Tortolì, perché
nessun’altra Associazione della Sardegna
è stata in grado di garantire il servizio.
Dal 1.Luglio un ulteriore potenziamento
della postazione di Tortolì si è avuto con
la presenza per 24 ore su 24 di un mezzo
medicalizzato. Tale importante servizio è
previsto fino al 15 settembre ma è molto
auspicabile che diventi definitivo.
Operatività
Dal 16 febbraio 1986 al 31 di maggio del
2007 i volontari della Croce Verde hanno
effettuato 11.598 interventi, mentre
le ambulanze dell’Associazione hanno
percorso 755.285 chilometri.
Un invito dall’Associazione
Non si potrà mai sapere a quante persone
i volontari abbiano salvato la vita; però si
è certi di aver dato una mano a risolvere
molte situazioni di emergenza e di aver
alleviato il dolore a molti pazienti.
Sarebbe molto triste che tutto questo finisse. L’Associazione, al contrario, vuole
migliorare il servizio, ma occorrono nuove
forze, servono nuovi volontari per sostituire
chi non ha più la possibilità di operare.
Tu cittadino di Tortolì hai mai pensato quale sarebbe l’ansia, l’angoscia,
la preoccupazione se avessi l’urgenza
dell’ambulanza e il telefono squillasse invano? Tu che hai la possibilità di
diventare un bravo volontario, vai a
trovare i militi nella loro sede, così potrai
vedere direttamente come è organizzato
il servizio e conoscere la vita dell’Associazione. Tieni sempre presente che
potresti avere la possibilità di salvare
la vita di un ignoto cittadino o anche
di un tuo caro parente.
Dai una mano all’Associazione
Croce Verde di Tortolì.
Per salvaguardare la salute delle arterie ed
evitare pericolosi accumuli di grasso sulla
parete dei vasi, la soluzione sembra risiedere
in un semplice pugno di noci. A evidenziarlo
è un gruppo di studiosi spagnoli, che ha di
recente pubblicato un interessante studio
al riguardo sul Journal of the American
college of cardiology. Dopo ogni pasto,
soprattutto se ricco di acidi grassi come
quelli contenuti nella carne e nei salumi, si
crea una reazione infiammatoria e ossidativa
conseguente alla circolazione dei grassi
ingeriti. Tali reazioni, con il tempo, possono
indurire le arterie aumentando il rischio di
aterosclerosi e di disturbi cardiocircolatori.
I ricercatori, hanno però osservato che se a
fine pasto si mangiano circa 28 grammi di
noci (corrispondenti più o meno a 8 unità),
le arterie risultano protette e preservano
la loro elasticità e flessibilità, parametri
chiave della loro funzionalità. Gli studiosi
precisano che l’effetto è dovuto soprattutto
all’aminoacido arginina e ai grassi omega-3
di cui sono ricche le noci.
(Aggiornamento Medico)
In casa 4 incidenti su 10
sono causati da farmaci
E la pillola va giù…male
Una dose di medicinale di troppo e il danno
è fatto. Tra gli incidenti domestici, infatti,
ben 4 su 10 sono causati dall’uso scorretto di
farmaci. Un dato allarmante, reso noto dal
centro antiveleni di Milano e confermato a
fine Giugno in conferenza stampa a Roma
dal’Osservatorio farmaci e salute (OFS) del
Movimento consumatori. L’associazione ha
così istituito un numero verde (800.774770)
attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13,
al quale medici e farmacisti rispondono
alle domande dei consumatori sull’uso
corretto dei farmaci.
(Medico Oggi. Agosto/Settembre 2006)
(Doctor)
A proposito della Malattia
di Alzheimer
Un’associazione no profit
vicino a chi soffre
La Federazione Alzheimer Italia è nata
il 30.6.93 e oggi rappresenta la maggiore organizzazine nazionale non profit
dedicata all’Alzheimer: riunisce infatti 47
associazioni locali che nel nostro Paese
si occupano della malattia.
Il suo scopo è di promuovere la qualità
della vita dei malati di Alzheimer e dei
loro familiari attraverso un’azione di sostegno concentrata su informazione e
sensibilizzazione, attività di consulenza
legale, psicologica, sociale e previdenziale,
formazione degli operatori sanitari.
L’attività di informazione è sostenuta
innanzitutto da “Pronto Alzheimer”
(02.809767) che è stato il primo telefono Alzheimer in Italia ed è oggi preso
a modello, insieme con altre esperienze
internazionali, per la stesura di un manuale europeo per l’organizzazione delle
linee telefoniche di sostegno.
Il secondo importante strumento di
informazione e contatto è rappresentato
dal sito www.alzheimer.it.
(GdM)
Ricerca francese
Più ingrassi …più cala
l’intelligenza
Un aumento eccessivo di peso può determinare una diminuzione del Quoziente d’intelligenza (QI). Lo sostiene una
ricerca condotta da alcuni scienziati
francesi e pubblicata dalla rivista britannica Neurology: il grasso, oltre ad
incidere sulla pressione arteriosa, ad
accorciare la durata della vita e ad essere
all’origine di malattie cardiache, rende
anche un po’ meno “brillanti”.
(Mondo Salute)
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
17
La parola ai lettori
Come si esegue l’autoesame del seno?
Lettera firmata - Perdasdefogu
1. Porsi in piedi davanti allo specchio.
2. Osservare ogni singolo seno allo specchio, tenendo le braccia abbassate.
3. Controllare se ci sono eventuali cambiamenti di grandezza e di forma o alterazioni della cute e del capezzolo.
4. Alzare le braccia e portarle dietro la
testa, osservando se ci sono retrazioni
della cute o del capezzolo.
5. Sdraiarsi, meglio se su un piano rigido,
portando il braccio sotto la testa dalla
parte del seno da esaminare. Scorrere
dolcemente le dita ben tese e la mano
piatta sul seno con piccoli movimenti
dall’esterno verso l’interno.
6. Eseguire gli stessi movimenti per
l’altro seno.
Sono una ragazza di 29 anni,essendo mia
nonna e mia zia affette da diabete, ho
effettuato esami del sangue e ho avuto
i seguenti risultati:
Glicemia - 139 md/dl
Trigliceridi - 122 mg/dl
Colest. totale - 229 mq/dl
Colest. hdl 55 mg/dl
Colesterolo ldl 150 mg/dl
Mi è stato detto che avrei dovuto far controllare anche l’emoglobina glicata, di che
esame si tratta? Grazie per l’attenzione.
Paola B. - Tortolì
L’emoglobina glicata rappresenta il
valore glicemico medio degli ultimi 3
mesi che precedono l’esame. È un esame
utile per valutare l’equilibrio glicemico
nel tempo, ma non lo si utilizza per
formulare la diagnosi.
Sono una donna di 66 anni ed essendo
affetta da ipercolesterolemia familiare
sono stata sottoposta a terapia con le statine ma ho dovuto sospenderne l’assunzione
perchè il CPK si era alzato notevolmente
(fino a 1300). Ho smesso le statine da 4
mesi e mangio pesce, faccio movimento
così come indicato dal mio medico curante.
L’esame recente evidenzia l’ aumento di
colesterolo, rispetto alle due precedenti
analisi , mentre il CPK si è abbassato notevolmente. Cosa posso fare?
M. Teresa - Tortolì
Le statine possono provocare un aumento delle cpk,che solitamente si
accompagna a dolori muscolari. Lei
non specifica quali statine ha usato.
Bisognerebbe iniziare la terapia con una
statina diversa a dosaggio basso, per poi
aumentare la dose se tollerata.
Da qualche tempo vedo davanti agli occhi immagini simili a moscerini che si
muovono quando sollevo o abbasso lo
sguardo. Devo preoccuparmi?
Pietro - Lotzorai
sarebbe meglio fare eseguire un controllo istologico?
Questo dubbio nasce dalla “storia popolare della Medicina”. Un tempo, quando
purtroppo si arrivava a capire che un neo
era diventato qualcosa di ben più grave,
era già tardi, oggi fortunatamente la
diagnosi precoce (visita dermatologica
+ epiluminescenza ed asportazione
preventiva dei nei sospetti se necessario)
è un arma che ci può salvare la vita.
L’asportazione dei nei è semplice rapida
ed ambulatoriale: essa deve essere sempre seguita dall’esame istologico.
Questo disturbo si avverte maggiormente in questo periodo dell’anno a
causa del forte sole estivo e del fatto che
molti si recano al mare, dove lo sfondo
blu uniforme consente di avvertire per la
prima volta la presenza di questi puntini
neri. Si tratta di una classica emergenza
che nella stragrande maggioranza dei
casi è del tutto innocua e che coinvolge
il vitreo. Il corpo vitreo è la gelatina
che si trova all’interno dell’occhio e
che progressivamente va incontro a
uno scioglimento e a una conseguente
formazione di opacità, che nella maggioranza dei casi non sono pericolose.
È comunque prudente coinvolgere il
proprio oculista di fiducia.
Perchè devo firmare l’autorizzazione
all’anestesia?
Giorgio - Tortolì
Durante una recente visita dermatologica lo specialista ha evidenziato un
neo sospetto (bordi irregolari, colore
marrone scuro) e ha consigliato l’exeresi
chirurgica come prevenzione. Vorrei
essere rassicurato sulla non pericolosità
dell’intervento in quanto ho letto che un
nevo toccato e ferito potrebbe degenerare in melanoma. Dopo l’asportazione
Sono una ragazza di 24 anni. Il problema di cui le sto per parlare non è il mio
ma quello del mio ragazzo. Da qualche
giorno ha notato che ha sangue nelle
feci, all’inizio era poco ma con il passare dei giorni sta aumentando e non
le nego che è abbastanza preoccupato.
Non sappiamo come fare per risolvere il problema in tempi brevi e senza
Quello che chiama “autorizzazione
all’anestesia” è il consenso informato.
Come per altre situazioni in medicna,
nell’interesse del paziente, la legge
prevede che lei debba essere informato
sull’anestesia e sugli eventuali rischi. La
firma sta a significare che lei é al corrente dell’anestesia che le verrà fatta.
Ma il consenso non libera ovviamente
l’anestesista dalle sue responsabilità in
caso di errore. Senza il consenso informato l’anestesista non può procedere
ad eseguire alcuna anestesia.
Invitiamo chiunque volesse far presente un disservizio
o volesse ringraziare per aver ricevuto un’assistenza
particolarmente valida ed umana,
o che volesse proporre dei suggerimenti, a scriverci,
chiamarci, o inviarci una e-mail.
Saremo ben lieti di pubblicare tali comunicazioni.
[email protected]
Tel. 339 711 11 10 - 348 518 84 07 - Fax 0782 77 020
arrivare a spendere cifre esorbitanti
per visite private. Volevo chiedere un
consiglio a voi. Questo tipo di disturbo
a cosa è dovuto? Quali possono essere
le cause?
Agnese - Bari sardo
Le cause di sanguinamento sono diverse
e una potrebbe essere la rottura dei vasi
emorroidari. Consiglio di consultare
un chirurgo, che già all’esplorazione
rettale potrebbe chiarire la diagnosi,
o valutare la necessità di eseguire una
colonscopia.
Siamo i genitori di un bambino oncologico. Vorremmo notizie di associazioni
che organizzano attività di sostegno e
progetti per l’estate. Grazie.
Francesco e Rita - Lanusei
Sono centinaia i progetti di umanizzazione che gravitano attorno alle oltre
150 oncologie, per adulti, per bambini
e adolescenti. Ne segnaliamo alcuni con
l’opportunità di alcuni contatti al fine
di rendere possibile la conoscenza di
quanto si attiva in relazione alla vostra
richiesta.
Oncologia nella vacanze
Il reparto di oncologa medica di Sondrio
assiste i malati che decidano di fare vacanze per loro conto nella zona. Grazie a
questa iniziativa - sostenuta da Univale
onlus - molti pazienti hanno già potuto
andare in vacanza e continuare a curarsi.
Per informazioni il vostro oncologo può
contattare lo 0342.521167.
Punto e a campo
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per ragazzi dai 10 ai 16 anni affetti da
patologie oncologiche ed ematologiche. Informazioni presso la fondazione
Rangoni.
www.fondar.org/puntoa_campo.htm
L’isola che c’è
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Firenze, che per il 2008 progetta di aprire
l’iniziativa ad altre oncologie pediatriche
italiane. Per info:
[email protected]
LE FIGURE STORICHE DELLA SANITà IN OGLIASTRA
Ogliastra Sanità
18
Un medico condotto con la passione per la viticoltura
La figura di Josto Miglior
di Nino Melis
Josto Miglior nasce a Jerzu nel 1895 da
una famiglia benestante che annoverava al suo interno medici, farmacisti
e persino un vescovo che fu alla guida
della curia di Lanusei. ‘’Dottor Josto’’, così
era conosciuto nel suo paese, muore a
Cagliari nel 1995 pochi mesi dopo aver
festeggiato i cento anni di vita. Tenente
medico durante la Prima Guerra Mondiale, dal 1925 era stato medico condotto
a Jerzu e nei paesi del circondario per
oltre 50 anni.
Ho avuto la fortuna di intervistarlo in
diverse occasioni per Telesardegna e per
l’Unione Sarda, la prima volta quando
aveva 89 anni. Mi aveva raccontato la sua
esperienza di medico e di viticoltore, di
fondatore della Cantina Sociale di Jerzu
e dei libri che stava scrivendo, in gran
parte dedicati ai toponimi. <Prima non
avevo il tempo per fare le necessarie
ricerche> aveva commentato con la
semplicità e concisione che gli erano tipiche. Di carattere schivo e di poche parole,
amava rispondere ai suoi interlocutori
in modo intenzionalmente caustico: un
atteggiamento che poteva farlo apparire,
agli occhi di un osservatore superficiale,
come un uomo di carattere scontroso e
poco socievole. Ritengo invece che per
Josto Miglior costituisse una sorta di
difesa istintiva verso il grande, enorme,
peso di responsabilità che gli derivava
dal dover affrontare, con supporti clinici
e farmacologici che in quegli anni erano
assolutamente inadeguati, situazioni
di emergenza dove la vita e la morte
del paziente erano separate da un filo
sottile e imprevedibile. <Possedeva
eccezionali capacità di diagnosi - è il
giudizio di Tonino Serra, medico-scrittore
di Jerzu - una dote fondamentale per i
medici di famiglia dell’epoca che potevano contare sul supporto di un numero
esiguo di specialisti e di analisi cliniche,
accessibili solo alle classi più abbienti
della popolazione in quanto dislocate
fuori dall’Ogliastra>. Un altro medico
di famiglia, Lino Bentivegna, mi ha
raccontato il colloquio da lui avuto con
Josto Miglior in occasione del passaggio
di consegne nella condotta di Jerzu:
<Due cose mi avevano colpito - ricorda
Bentivegna- in quel primo colloquio
con il dottor Miglior: la sua modestia a
fronte dell’alto livello di aggiornamento
che aveva raggiunto anche sulle proble-
MANO TESA OGLIASTRA
ha quale finalità prioritaria offrire sostegno
ai malati oncologici e alle loro famiglie;
Offre informazioni sui servizi operanti nel territorio;
Da informazioni sulle strutture di accoglienza
in Sardegna e nelle altre regioni;
Aiuta chi ha problemi per raggiungere luoghi di cura;
Offre consigli ed assistenza per seguire pratiche burocratiche;
Offre compagnia, anche a domicilio a chi ne avesse bisogno.
Tel. 348 518 84 07 - 347 807 94 49
matiche mediche più recenti. Mi aveva
accolto con un saluto cordiale e lusinghiero ‘’finalmente è arrivato un collega
giovane per rinnovare la medicina anche
in questo paese‘’. Quando poi eravamo
passati a discutere concretamente sulle
problematiche dei pazienti, mi aveva
sorpreso per la sua conoscenza delle
metodologie più recenti nel campo delle
diagnosi e delle terapie. Segno di un
grande rigore professionale e di una
curiosità che l’età avanzata non aveva
incrinato, mentre per un medico giovane
come me costituivano il frutto naturale
degli studi universitari appena ultimati>. Nel corso di un’intervista che mi
aveva rilasciato, ormai ultranovantenne,
nella sua abitazione cagliaritana di via
Rockfeller, il dottor Miglior mi aveva
tracciato un quadro desolante delle
condizioni di salute a Jerzu e nei paesi
del circondario negli anni a cavallo tra le
due guerre mondiali.<L’epilessia aveva
un’alta incidenza in molti paesi - aveva
ricordato - e io avevo introdotto la cura
a base di Luminal, un farmaco che avevo
portato in Ogliastra da Bologna dove
avevo conseguito la laurea in medicina>.
Il dottor Miglior esercitava a Jerzu ma
spesso veniva chiamato nei paesi vicini,
persino da Gairo e Perdadefogu, in caso
di parti difficili: un campo nel quale era
considerato alla stregua di un autentico
specialista.
Il parto più complesso da lui condotto fe-
licemente a termine era stato comunque,
per sua stessa ammissione, quello che
aveva portato alla nascita della Cantina
Sociale di Jerzu,di cui Josto Miglior era
stato non solo socio fondatore e finanziatore iniziale (insieme ad altri jerzesi
illustri come Michele Racugno, Luigino
Corona e Antoniccu Demurtas) ma anche
il primo presidente, un incarico che aveva
conservato per quasi 20 anni. La nascita
della Cantina Sociale era avvenuta in un
clima di pesante sabotaggio da parte di
alcuni commercianti del paese, abituati
a imporre il prezzo d’acquisto del vino
ai viticoltori jerzesi dopo il fallimento
della prima Cantina Sociale promossa
dal cavalier Battistino Corona. <Ci riunivamo come clandestini - era il ricordo
di Antonino Demurtas, socio fondatore
numero quattro - nell’ambulatorio del
dottor Miglior, mischiati ai pazienti veri.
Nonostante i molti nemici, la Cantina era
nata felicemente e aveva dimostrato da
subito una grande vitalità. Il dottor Josto
Miglior era sempre più impegnato nelle
sue mansioni di presidente tanto che
spesso i suoi pazienti dovevano passare
in Cantina per qualche visita o ricetta
urgente>. Dall’ambulatorio dei soci
clandestini a presidente di una Cantina
che gli ha dedicato il più prestigioso dei
suoi vini: non poteva esserci parabola
più esaltante per Josto Miglior medico
e viticoltore. D’eccellenza, in entrambe
le professioni.
MEDICINA NEL MONDO, IERI E OGGI
Ogliastra Sanità
19
Egitto, culla della medicina
L’Egitto è
stato la culla della
medicina: lo stesso Omero, infatti, conferiva il titolo di migliori ai medici
Egizi. Uno studio condotto dal Centre for
Biomedical Egyptology della University
of Manchester ha recentemente scoperto
delle nuove prove a sostegno della “paternità medica” egiziana in alcuni papiri
risalenti al 1500 a.C., all’incirca 1000 anni
prima della nascita di Ippocrate. Anche
Erodoto riferiva che la medicina egizia era
fortemente specializzata. I documenti
più significativi sono il Papiro Smith, che
è la copia di un testo dell’Antico Regno,
e il Papiro Ebers, lungo ben 20 metri,
che è una raccolta sistematica di casi di
medicina tolti da trattati diversi. A questi
papiri si aggiungono otto testi frammentari, che sono semplicemente appunti
scritti da praticanti o frettolose copie di
originali andati perduti. Da tali documenti
risulta che la scienza medica trattava
varie discipline: la chirurgia, la medicina
generale e parecchie specializzazioni fra
cui oftalmologia, ginecologia, pediatria,
gerontologia e malattie gastroenteriche. La sistematica della prassi medica
era ineccepibile: come i loro colleghi
moderni, i medici egizi esaminavano il
malato, identificavano la malattia in base
ai sintomi (diagnosi) e ne prevedevano
il decorso e l’esito (prognosi), e prescrivevano una terapia.
Sonno, dieta e purghe: le cure
per tutti.
I rimedi maggiormente prescritti erano il riposo, una dieta
adatta, la somministrazione di farmaci fra i quali i
più frequenti erano i purganti. Le
ricette che ci sono pervenute indicano
ingredienti per lo più vegetali (è sfruttata quasi tutta la flora egizia) e di rado
minerali (rame, ossido di ferro, calcare,
carbonato e bicarbonato di sodio, zolfo,
composti arsenicali, carbone); sono poi
da menzionare un discreto numero di
ingredienti che fungono da eccipienti:
birra, vino, miele, grassi animali, midollo,
argilla. Il rimedio veniva somministrato
in forma di bevanda, pappa, pillola o
cataplasma. Tutti gli ingredienti appaiono
adatti allo scopo terapeutico prefisso,
e comunque scelti secondo un criterio
di scienza naturale, mai in obbedienza
a presupposti religiosi o filosofici. Del
resto le formule magiche rivolte a una
divinità guaritrice venivano inserite nella
cura solo per prudenza (come dire: “non
OTTICA
La struttura sanitaria.
Il corpo dei medici dipendeva da un
dicastero della Sanità. Il medico generico
(semu) doveva sapere di tutto e anche
di veterinaria, trattata negli stessi libri
di medicina. Molti aggiungevano al
titolo una o più specializzazioni: semu
degli occhi, della testa, dei denti e così
via. Le cure prestate dal medico, quando
non era d’ufficio come sanitario di un
corpo sacerdotale o di una colonia, erano
pagate in natura.
si sa mai!”), per dare maggiore fiducia
al paziente e per le malattie attribuite a
cause extra‑fisiche.
Il cuore, motore della vita.
“Se il medico pone le mani sul capo, sulla
nuca, sulle mani, sul luogo dello stomaco,
sulle braccia oppure sui piedi, dovunque
egli ricade sul cuore, perché i suoi vasi
conducono a tutte le membra”. È una
delle dottrine che appaiono nel Papiro
Ebers, da cui si deduce che i medici egizi
ritenessero il cuore centro della vita e
sembra anzi che già ricollegassero il suo
battito a quello dei polso, I testi letterari
descrivono inoltre il cuore come luogo della volontà e delle emozioni, oltre che sede
del peccato. L’ importanza del cervello non
era avvertita, Nel Papiro Ebers si accenna
anche al numero e alla posizione dei vasi
che si originano dal cuore. È indubbio che
la pratica della mummificazione rese gli
egizi abbastanza esperti di anatomia
umana, conoscenza che si dimostrerà
preziosa nella pratica chirurgica.
I grandi interventi chirurgici: una
leggenda da sfatare?
Data la pratica della mummificazione,
che rendeva gli egizi abbastanza esperti
MELONI
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MEDICINA NEL MONDO, IERI E OGGI
Ogliastra Sanità
di anatomia umana, la chirurgia non era
certo sconosciuta. Dal momento che,
però, ogni cura si basava sul principio
“primum non nocere”, i casi chirurgici
prevedevano l’uso dei bisturi soltanto per
i tumori esterni e del cauterio per i casi
lievi. Il vocabolario medico reca diversi
nomi di bisturi, ma non conosciamo a
quali tipi di strumento essi corrispondano:
è comunque probabile che si usassero
lame simili a rasoi e coltelli comuni di
bronzo. Mano più pesante dovevano
avere i chirurghi militari, poco più che
segaossa, che chiudevano le ferite sia
bruciando i tessuti con il ferro rovente o
con sostanze caustiche, sia applicando
punti. È probabile che in questi casi non si
ricorresse neppure all’anestesia, ottenuta,
almeno a partire dal Nuovo Regno, con
il papavero sonnifero, in pratica l’oppio.
Circa le leggende sulla medicina egizia,
che narrano di grandi interventi chirurgici,
di odontoiatria operatoria e protesi e di
trapanazione terapeutica del cervello,
è bene considerare che i Papiri non ne
parlano e che il loro silenzio è confermato dal fatto che, tra le migliaia di
crani egizi recuperati negli scavi e le
decine di mummie esaminate
finora, non sì sono riscontrate tracce di interventi
dei genere.
mattino, le mani prima e dopo i pasti. È
bene indossare vesti di lino, e come abiti,
oltre al gonnellino o la tunica, far uso di un
panno triangolare stretto alle anche per
proteggere i genitali. Importante è, inoltre,
sostenersi con una nutrizione completa e
razionale, distribuita in una colazione, un
pranzo leggero e una cena abbondante. In
età avanzata è concesso qualche blando
afrodisiaco, principalmente
la lattuga, pianta sacra
al dio della fecondità
Min. Il clima generalmente buono
e una vita sem-
Nozioni di igiene.
I Papiri danno notizie
sparse di igiene. Si
consiglia, ad esempio, con insistenza
di lavarsi il corpo, e
in particolare il viso,
la bocca e i denti al
STUDIO ODONTOIATRICO ASSOCIATO
Dr. Ennio Arba
Dr.ssa Bruna Giaccu
In questo studio si effettuano
consulenze e trattamenti in:
CHIRURGIA PARODONTALE Dr. antonello Raimondi
CHIRURGIA IMPLANTARE Dr. Gabriele Caruso
ORTOGNATODONZIA Dr. Carlo Aru
SINDROME ALGICO-DISFUNZIONALE DELL’A.T.M.
(ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE)
plice e alquanto attiva, quasi tutta all’aria
aperta, facevano il resto.
La situazione sanitaria dell’Egitto
moderno.
Consigli al viaggiatore.
Discrete e soddisfacenti sono le strutture
ospedaliere del Cairo e di Alessandria;
non altrettanto si può dire per quelle del
resto del Paese. I casi di epatite sono abbastanza
frequenti, quindi
è buona norma
seguire scrupolosamente
20
le più elementari norme igieniche, bere
solamente acqua imbottigliata, lavare
accuratamente gli alimenti, mangiare
carne e verdura solamente se cotte e
sbucciare la frutta.
Le vaccinazioni antitifica, anti epatite A
e anti epatite B sono sempre consigliabili. In Egitto c’è sempre molto caldo e
le temperature elevate possono avere
effetti anche gravi su organismi non
allenati o particolarmente sensibili. In
caso di bisogno la maggior parte degli
hotel potranno contattare un medico.
Si raccomanda di non immergersi nelle
acque del Nilo soprattutto nei punti
dove l’acqua è stagnante poiché è molto
diffusa la bilharziosi, grave malattia provocata da un parassita. Al Cairo troverete
farmacie aperte 24 ore su 24 e potrete
acquistare le medicine di cui necessitate
anche senza prescrizione medica.
Laura Meloni
Ogliastra Sanità
Periodico di Mano Tesa Ogliastra
Anno I - Numero 2 - Luglio 2007
Autorizzazione Tribunale di Lanusei
N. 3706 del 3 Ottobre 2006
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Editore
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Mano Tesa Ogliastra
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