Anno 1 - Numero 2 - Luglio 2007 Guida ai comportamenti virtuosi, per una estate al sole sana e serena Editoriale Grazie alla diffusione capillare messa in piedi dai collaboratori dell’associazione Mano Tesa, si può dire che almeno una copia del primo numero di Ogliastra Sanità sia stato consegnato, insieme alla Guida Sanitaria, a gran parte delle famiglie che popolano i 23 paesi della Provincia. Occorre ora non far cadere la tensione che ha accompagnato l’esordio della nostra rivista, incrementando il numero dei collaboratori e, soprattutto, invogliando i cittadini a segnalare alla nostra Redazione le loro esperienze di fruitori del pianeta Sanità: con le luci e le ombre che caratterizzano un sistema che si avvia a conoscere, anche in Ogliastra, significative trasformazioni. L’intervista a tutto campo che il nuovo manager della Asl Bruno Palmas ha concesso alla nostra rivista ripropone le problematiche più importanti della Sanità in Ogliastra e si conclude con un riconoscimento esplicito al nostro impegno. «Mi propongo da subito - ha dichiarato Bruno Palmas - come collaboratore entusiasta di Ogliastra Sanità. L’Azienda ha il dovere istituzionale di dare informazione sulle iniziative più importanti. Mi impegno a sostenere la vostra iniziativa editoriale per il suo alto valore etico e sociale». Nel mentre incassiamo con soddisfazione la nuova, prestigiosa collaborazione, rinnoviamo ai cittadini, soprattutto a quelli più deboli e indifesi, l’invito di affidare alle colonne di Ogliastra Sanità le loro esperienze dirette e le loro valutazioni sul sistema sanitario. Nino Melis - Direttore Responsabile Le emergenze dell’estate Con l’arrivo della stagione estiva alcune patologie si manifestano con maggiore frequenza, alcune sono direttamente legate al rialzo termico, altre lo sono indirettamente in quanto sono dovute o all’ambiente in cui vengono trascorse le vacanze, come le località marine e montane, oppure ad attività che durante il corso dell’anno non vengono praticate, come ad esempio alcuni sport. Nelle pagine interne vi vengono offerti alcuni consigli utili, ma la raccomandazione principale è che si deve sempre agire con prudenza e buon senso, i nostri articoli hanno valore puramente divulgativo ed è necessario ricorrere al medico ogni volta che si è incerti sui comportamenti da adottare. Bruno Palmas prospetta la nuova gestione Cambio al vertice della ASL Un medico di famiglia è stato nominato responsabile della Azienda Sanitaria Locale n° 4 di Lanusei. La sua origine professionale e sindacale - nel sindacato ha ricoperto importanti incarichi a livello nazionale -, fanno ben sperare per una politica di gestione aziendale vicina al cittadino e ben disposta ad accantonare, ove possibile, il lato economico a favore di un’offerta sanitaria sgombra da inefficienze e da inutili sacrifici da parte dell’utente. (l’articolo a pagina 2). Grave perdita della sanità ogliastrina e della pediatria di tutto il Nuorese Sommario La scomparsa di Bastiana Lepori Intervista a Bruno Palmas...................2 No al fumo..........................................3 La pagina dell’alimentazione..............5 Sebastiana Lepori................................7 Emergenze estive................................8 Per ottenere l’invalidità......................11 Strutture di accoglienza anziani.........13 Trichinellosi........................................14 La Croce Verde....................................15 La posta dei lettori.............................17 Josto Miglior......................................18 Gli egizi..............................................19 Lo scorso 19 Maggio, improvvisamente, nella sua casa di Nuoro, è deceduta la dottoressa Sebastiana Lepori. Ha dedicato l’esistenza alla professione, al sindacato e al volontariato. In tutti i campi ha saputo dare il meglio. (l’articolo a pagina 2). Associazione di Volontariato Mano Tesa Ogliastra [email protected] www.manotesaogliastra.org Via Tirso, 32 – 08048 Tortolì - Tel. 348 5188407 – 347 8079449 – Fax 0782 71111 Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra Ogliastra Sanità Intervista al Direttore Generale della ASL di Lanusei Dottor Bruno Palmas a cura di Nino Melis Si è formato professionalmente tra le file dei medici di famiglia e tale si considera ancora, nonostante le esperienze gestionali e dirigenziali di alto livello consumate nel sindacato nazionale dove ha ricoperto incarichi prestigiosi. Bruno Palmas, originario di Perdasdefogu, è il secondo ogliastrino a ricoprire il ruolo di direttore generale alla guida della Asl di Lanusei. Subentra a Graziella Pintus nominata dall’assessore Nerina Dirindin Direttore Generale dell’ Assessorato Regionale alla Sanità. “La ASL 4, esordisce Bruno Palmas, è una buona azienda sanitaria, dotata di ottime professionalità. Costituisce un terreno di lavoro assolutamente fertile e vi ho ritrovato, passatemi questo omaggio alle mie origini, molta dell’ intraprendenza e della genialità tipicamente ogliastrine. Si tratta di un’azienda sanitaria piccola che ci consente due privilegi: - conoscerci tutti ed apprezzare reciprocamente le cose che si fanno; - sperimentare soluzioni innovative, qualcosa di speciale che serva ad aprire nuove strade, soluzioni di qualità dentro il servizio sanitario”. Insomma, piccolo è bello. “Sì, piccolo è bello. E può essere speciale”. A circa due mesi dal suo insediamento come direttore generale, quali sono le problematiche sanitarie che ha dovuto affrontare? “Ho dedicato parte di questo tempo alla conoscenza della situazione, a parlare con gli operatori e a conoscere le strutture e l’organizzazione. Per capire quali cose debbano e possano essere corrette velocemente e altre che esigono, e consentono, tempi di soluzione più lunghi. La priorità è andata comunque ai problemi della sicurezza nell’Ospedale, che è una sorta di cantiere aperto, tenuto conto che è stato rinnovato per due terzi e che un altro terzo dei locali, ubicati al piano terreno, deve essere completamente ristrutturato. Ci sono però problemi di sicurezza per chi opera all’interno della struttura ospedaliera che non possono attendere il completamento della ristrutturazione. Ho pertanto predisposto l’istallazione in tempi brevissimi delle sbarre d’accesso all’ospedale, la videosorveglianza esterna e una guardia di sicurezza all’interno della struttura ospedaliera. Il tutto può essere realizzato in modo ottimale trasferendo dentro l’ospedale da Ilbono, dove è attualmente dislocato, il servizio di guardia medica e relativa guardia giurata. Si tratta di una soluzione ottimale per entrambi i servizi”. le persone fragili. Le cure vanno spostate pertanto dall’ospedale al territorio, meglio se a casa del paziente. La struttura ospedaliera deve dare risposte d’eccellenza al rischio acuto per la salute, mentre tutte le altre risorse, umane e professionali, devono essere dedicate per spostare l’offerta il più vicino possibile al malato. I nostri interlocutori sono principalmente i medici di famiglia, che a loro volta devono raccogliere la sfida Quello della sicurezza interna costituisce però un aspetto preliminare al buon funzionamento di una struttura complessa come l’Ospedale di Lanusei. “È in quest’ottica che sono state affrontate da subito le problematiche legate alla carenza dell’organico, soprattutto di infermieri ma anche di personale medico, insieme alla esigenza di istituire nuove strutture come la cardiologia e una unità di cura intensiva. Chiederò all’assessore che venga istituita al più presto l’unità coronarica, in quanto già prevista nel piano sanitario regionale”. In una realtà territoriale variegata come l’Ogliastra, l’Ospedale costituisce solo un aspetto, seppure fondamentale, dell’ assistenza medica. “È mia ferma intenzione costruire una Sanità che si interfaccia in maniera ottimale con i medici di famiglia e con il territorio, con l’obbiettivo di offrire ai cittadini dell’ Ogliastra un servizio efficace e il più possibile a dimensione d’uomo. Fino ad ora c’è stata troppa attenzione ai muri e poca attenzione ai servizi veri . In un momento in cui aumentano gli anziani e le cronicità c’è bisogno di una maggiore assistenza a domicilio, di una maggior attenzione verso dimostrando di essere in grado di reggere l’impatto, la sfida della modernità che vuol dire principalmente due cose: - organizzare meglio il proprio lavoro, e noi dobbiamo venir loro incontro alleggerendo le adempienze burocratiche - integrazione con gli specialisti a casa, abbattendo le liste d’attesa e la tentazione-necessità del ricovero come risposta da ultima spiaggia”. Le liste d’attesa intanto si stanno allungando, in modo particolare per alcune visite specialistiche. “Il presupposto, per una soluzione valida e duratura, è la riorganizzazione dei servizi dell’Azienda, con il trasferimento di un numero sempre maggiore di competenze specialistiche vicine all’ammalato, in modo da diagnosticare in tempi brevi evitando la necessità del ricovero in ospedale. Occorre, nel contempo, creare maggiori strumenti di appropriatezza spiegando ai pazienti cosa deve essere fatto subito e cosa può essere fatto domani o tra tre mesi in quanto non c’è alcun rischio per la sua salute. Il paziente capisce e non si lamenta se prima viene adeguatamente informato o dai medici di famiglia o dagli specialisti. Dall’altra dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 12,30 e dalle 15 alle 19 Centro di Fisiokinesiterapia Accreditato con il SSN Direttore Sanitario: Dr. Bruno Murgia dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 17 parte l’Azienda deve garantire una capacità ricettiva che sia rapida tramite la velocizzazione del CUP (centro unico di prenotazione informatizzata) in modo da consentire un accesso immediato con risposte immediate. Contiamo di disporre entro i prossimi due mesi di un sistema informatico aziendale con standard d’avanguardia. Altrimenti il cittadino si spazientisce e va di persona a lamentarsi con perdite di tempo e spese aggiuntive. Bisogna anche aiutare il cittadino a prenotare perché se si ha poca dimestichezza con i CUP si impiega un tempo maggiore, si intasa il sistema e si creano problemi. Se invece può venire aiutato dal suo medico di famiglia, dal suo patronato, dal farmacista amico, dall’assistente sociale del comune o a altre figure che possono agevolare l’accesso al sistema di prenotazione “. Parliamo del Volontariato in Ogliastra e del ruolo che svolge nelle situazioni di emergenza e di assistenza. “Il ruolo del volontariato resta fondamentale in qualunque società civile. È un elemento aggiuntivo di civiltà in quanto il cittadino non si affida solo allo Stato per avere le cose ma partecipa attivamente. È un fatto meraviglioso il fiorire del volontariato che in ogni paese si mette a disposizione del circuito dell’emergenza, in maniera visibile e meritevole. Vedo però il volontariato impegnato soprattutto nella sfida del domicilio. Le nuove leggi e anche la Finanziaria regionale aprono importanti spiragli, in quanto il volontariato viene coinvolto nei progetti di recupero della domiciliazione del cittadino. Aprirò a breve una stagione di confronto con le associazioni di volontariato esistenti sul territorio dell’Ogliastra per capire come queste associazioni possano essere ulteriormente coinvolte e in maniera organica. Bisogna dare logica di sistema alla volontà di fare le cose. Mano Tesa Ogliastra può svolgere un ruolo importante anche sul versante dell’informazione, grazie anche ad una rivista che è elaborata con professionalità e grande sensibilità verso i bisogni della gente”. Visite specialistiche fisiatriche Medicina Fisica e Riabilitativa Radiografie di tutti i distretti corporei, anche in digitale, compresa la radiografia odontoiatrica (panoramica dentale) Via Tirso, 32 - 08048 Tortolì - Tel. 0782 622 359 - Fax 0782 622 202 Servizio di Radiologia Accreditato con il SSN Direttore Sanitario: Dr. Walter Tony Palmas Ogliastra Sanità La pagina della prevenzione a cura di Natalino Meloni NO Al Fumo Danni provocati dal fumo su alcuni organi Apparato respiratorio: Affinché nel polmone giunga aria sana, nonostante l’inquinamento a cui siamo sottoposti, il nostro sistema respiratorio è dotato di un “sistema di pulizia”, formato da tante cellule che oppongono una barriera all’entrata di polveri, germi e sostanze tossiche nel polmone. Le sostanze irritanti del fumo di sigaretta sono in grado di danneggiare velocemente questo sistema di pulizia e quindi di facilitare il passaggio di sostanze dannose nel polmone. Fumando, non solo si danneggiano i polmoni, ma si è maggiormente esposti allo smog e alle sostanze inquinanti, non più trattenute dal sistema di pulizia. La classica tosse e catarro del fumatore, sono sintomo di mancata efficienza del sistema di pulizia del polmone, che causa eccessiva produzione di muco, bronchite cronica, enfisema. Tra le sostanze che si depositano all’interno del polmone ve ne sono molte, primo tra tutti il benzopirene, in grado di aumentare il rischio di tumore polmonare, causato per l’85-90% dal fumo di sigaretta. Il fumo è causa anche di altri tipi di tumore delle vie respiratorie: cavità orale, faringe, laringe. Sistema circolatorio e cuore: Il fumo è considerato il fattore di rischio dell’insorgenza dell’arteriosclerosi, patologia questa causata dal restringimento delle arterie che, quando diventa eccessivo, comporta gravi conseguenze per l’organismo, come patologie importanti dei vasi coronarici, angina pectoris, infarto e arresto cardiaco per la carente e insufficiente circolazione, restringimento delle arterie renali con ipertensione e insufficienza renale, restringimento dei vasi delle gambe e di quelli che forniscono sangue al cervello con conseguenti disturbi dell’udito, vertigini, Se è vero che il nostro intento principale è prevenire la malattia tumorale e consigliare migliori stili di vita, ci pare importante e doveroso dedicare altro spazio alla lotta al tabagismo. L’uso del tabacco è infatti tra le cause principali di gran parte delle malattie tumorali, cardiovascolari e broncopolmonari che colpiscono l’uomo. In queste pagine potrete trovare stimoli utili per sospendere voi stessi o per far sospendere ad altri questa terribile abitudine. ictus. Il fumo favorisce la calcificazione dei vasi sanguigni, perciò spesso i fumatori soffrono di disturbi circolatori alle gambe e sviluppano quella condizione morbosa nota con il nome di “gambe del fumatore”: questo patologia consiste nel restringimento e nell’occlusione di arterie delle gambe, con conseguente manifestazione dolorosa durante la deambulazione, perché il fabbisogno di ossigeno nel muscolo aumenta, ma questo non può essere soddisfatto a causa della diminuita capacità dei vasi sanguigni. Il dolore, che compare all’improvviso mentre si cammina, segnale questo della deficienza di ossigeno, costringe la persona a fermarsi per alcuni minuti, può poi riprendere a camminare per fermarsi nuovamente alla successiva manifestazione dolorosa. Apparato riproduttivo: Un altro danno correlato al fumo è l’impotenza nell’uomo secondo un inchiesta condotta in America che dimostra che questa è più frequente del 50% tra i fumatori che non tra coloro che non fumano. L’alta incidenza di disturbi sessuali è da mettere in relazione con i problemi circolatori causati dal fumo. Un numero verde al servizio del fumatore L’Istituto Superiore di Sanità, attraverso il Telefono Verde contro il Fumo (800 55 4088) è costantemente al servizio di tutti coloro che vogliono tentare di liberarsi dal vizio della sigaretta, ma anche di chiunque sia interessato ad avere maggiori informazioni: per i propri cari, per la propria salute di fumatore passivo o semplicemente per interesse personale. La pagina della prevenzione a cura di Natalino Meloni Ogliastra Sanità FUMO E MEMORIA Alcuni ricercatori britannici hanno scoperto che tra i 40 e i 50 anni di età e rispetto ai non-fumatori, i fumatori evidenziavano un peggioramento più rapido del loro punteggio nei test di memoria verbale. Gli autori scrivono, nell’American Journal of Public Health che, rispetto ai non-fumatori, i soggetti intorno ai 40 anni che fumavano avevano anche un rendimento peggiore nei test che misuravano la velocità nell’individuare alcune lettere in una pagina scritta. Il rapporto tra fumo e perdita di memoria sembra più evidente nei soggetti che fumano oltre 20 sigarette al giorno e rimane invariato anche considerando l’influenza di fattori quali condizione socioeconomica, sesso e alcune condizioni mediche. L’autore dello studio il Dr. Marcus Richards dello University College di Londra ha riferito che non è ancora chiaro perché il fumo acceleri la perdita di memoria correlata all’età. Un’ipotesi considera che il fumo potrebbe accelerare la perdita di memoria aumentando il rischio di ipertensione, che, a sua volta, potrebbe danneggiare il cervello. Tuttavia il rapporto tra fumo e funzioni cerebrali potrebbe essere un po’più complesso. Anche le sostanze chimiche contenute nel fumo di sigaretta potrebbero produrre danni diretti al cervello. Richards ha affermato che qualunque siano i motivi per cui il fumo accelera la perdita di memoria, il messaggio che si ricava da questi risultati è quello di sommare un’ulteriore ragione per smettere di fumare, e se proprio non si riesce a smettere allora bisogna diminuire il più possibile il numero delle sigarette. Inoltre i soggetti intorno ai 40 anni che dicevano di fumare avevano risultati peggiori, rispetto ai non fumatori, nei test di velocità. I risultati suggeriscono inoltre che smettere potrebbe essere utile: infatti i ricercatori hanno scoperto che gli individui che smettevano di fumare prima dei 53 anni di età e soprattutto quelli che smettevano prima dei 43, tendevano a mostrare un più lento declino della memoria. “I nostri risultati suggeriscono che smettere di fumare potrebbe rallentare l’impatto negativo del fumo sulle funzioni cognitive” ha affermato il Dr. Richards. Come è venuto in mente alla gente di bruciare le foglie di tabacco per aspirarne il fumo? CENNI STORICI SULL’USO DEL TABACCO Principali eventi legati al tabacco: • 12 Ottobre 1492 Cristoforo Colombo scopre l’America (patata, pomodoro e tabacco compresi). • 1565 Walter Raleigh, scopritore della Virginia, venne decapitato a Londra per avere portato un carico di tabacco e pipe e un indiano come “istruttore”. • 1570 La pianta del tabacco venne importata in Italia da Nicolò Tornabuoni. • 1604 Giacomo I di Inghilterra smentì pubblicamente le proprietà terapeutiche della sostanza. • 1611 Nell’Impero ottomano i fumatori venivano trascinati alla gogna per le vie della città. • 1628 In Iran ad alcuni mercanti di tabacco vennero pubblicamente tagliati il naso e le orecchie. • 1634 In Russia i fumatori venivano scudisciati e condannati a morte se recidivi. • 1638 In Cina a chi fumava veniva tagliata la testa. • 1642 Papa Urbano VIII scomunicò tutti i fumatori. • 1660 L’Inghilterra sottopose a tassazione il tabacco. • 1674 La Francia istituì il monopolio di stato per il tabacchi. • 1689 Pietro il Grande, fumatore di pipa, liberalizzò l’uso del tabacco in Russia. • XVIII sec. Nacque la sigaretta . • 1880 Il 14 settembre James Bonsak presentò un brevetto per una macchina che sfornava 100000 sigarette al giorno. Fu una rivoluzione: crollarono i prezzi delle sigarette e si andò verso la produzione ed il consumo di massa. Negli USA 15 Stati misero fuori legge l’uso del tabacco. • 1927 Il provvedimento venne ritirato. La grande diffusione del fumo è avvenuta a cavallo delle due guerre mondiali. Farmacia MAMELI di Dr. Gian Paolo Mameli Parafarmaceutica - Sanitari Dietetica - Omeopatia Dermocosmesi - Veterinaria Via Roma, 80 - 08040 Loceri - Tel. 0782 77.075 Dal Giornale di Bordo della Pinta di Cristoforo Colombo: “Il 6 novembre 1492 sbarcarono sul continente Rodrigo de Xeres e Luigi de Torres. Essi incontrarono per la strada molte persone che tornavano al proprio villaggio e sia gli uomini che le donne tenevano in mano un carbone acceso e delle erbe per gustarne il profumo così come era loro usanza. Erano delle erbe secche racchiuse in una certa foglia egualmente secca e dalla forma di quei moschetti di cui si servono i ragazzi il giorno di Pentecoste. Essi erano accesi ad una estremità e dall’altra la gente li succhiava e li assorbiva. E bevendo interiormente il fumo per aspirazione, questo fumo li addormentava e li inebriava per così dire per le narici. In questo modo essi non sentivano più la fatica. Questa specie di moschetti, come noi li chiamavamo, venivano detti nella loro lingua tabaccos.” FARMACIA MURRU di Dr. G. A. Murru COSMESI OMEOPATIA ERBORISTERIA DIETETICA PRODOTTI PRIMA INFANZIA PRODOTTI PER CELIACI VETERINARIA HOME CARE A P E R T A T U T T O L’ A N N O Via E. D’Arborea, 12 - 08040 Cardedu Tel. 0782 75.955 LA Pagina dell’alimentazione a cura di Marilena Lara Ogliastra Sanità Alimenti, principi nutrienti e funzioni principali L’educazione ad una alimentazione corretta è rivolta a migliorare le conoscenze teoriche dell’individuo,in modo che l’acquisizione di tali informazioni miri a modificare il comportamento di vita. È importante per ottenere dei buoni risultati avere una buona conoscenza delle caratteristiche nutrizionali degli alimenti ,in modo da essere in grado di comporre dei menù equilibrati. Si definisce alimento qualsiasi sostanza che sia in grado di esercitare una o più delle seguenti funzioni: fornire materiale energetico per la produzione di calore, lavoro o altre forme di energia (protidi, glucidi, lipidi) fornire materiale plastico per la crescita e la riparazione dei tessuti (protidi e minerali) Funzioni principali in rapporto al loro contenuto in nutrienti Funzione Nutrienti Alimenti Zuccheri Zucchero, sciroppo di glucosio, melassa, miele Sostanze amidacee Farina e derivati, pane, crackers, pasta, patate, vegetali farinosi - castagne Glucidi Energetica Plastica o costruttiva Protettiva o bioregolatrice Lipidi burro, lardo, strutto, olio di margarina, oli di semi, frutta oleosa - noci, mandorle, formaggi Protidi carni in genere, pollame, prodotti ittici, latte, uova, legumi, cereali Calcio latte, formaggi, pesci grassi, uova Fosforo carni in genere, prodotti ittici, latte, formaggi, uova, legumi, cereali integrali Ferro carni in genere, uova, legumi, prodotti ittici Iodio pesci marini, alghe marine A (retinolo) olio di fegato di pesce, fegato, rene, tuorlo d’uovo, vegetali verdi e gialli B1 (tiamina) cereali integrali, legumi secchi, carne di maiale B2 (riboflavina) carni in genere, latte, formaggi, legumi, vegetali verdi PP (nicotinamide cereali integrali, alcune carni C (ac. ascorbico) agrumi, frutta fresca, pomodori, peperoni D3 (colecalciferolo) pesci grassi, fegato di pesci, tuorlo d’uovo Minerali Vitamine fornire materiale “regolatore” catalizzante le reazioni metaboliche (minerali e vitamina) Alcuni alimenti sono detti protettivi, indipendentemente dal loro valore plastico ed energetico, in quanto hanno notevole importanza per il normale svolgimento dei processi metabolici. Essi sono: i cereali, i legumi, i prodotti ortofrutticoli, il latte, i formaggi, le uova, la carne in genere, i prodotti della pesca ecc., che debbono la loro azione protettiva al contenuto di vitamine, elementi oligodinamici, aminoacidi e acidi grassi essenziali. Altri sono detti nervini, in quanto agiscono stimolando il sistema nervoso centrale e tramite questa azione influiscono sui processi di digestione e di assorbimento degli alimenti: te, caffè, cacao, alcool ecc. Altri ancora sono detti condimenti: tra questi si trovano alcuni alimenti veri e propri (grassi, oli, sale, zucchero, miele ecc.), le sostanze aromatizzanti (aceto, prezzemolo, basilico, rosmarino, lauro, origano ecc.) e le droghe (pepe, senape, cannella, noce moscata, chiodi di garofano ecc.). Dunque ci nutriamo di alimenti e viviamo di principi nutritivi che contengono: glucidi, protidi e lipidi che forniscono calorie, nonché acqua, minerali e vitamine che non forniscono calorie. Il complesso delle “demolizioni” e trasformazioni alle quali vanno incontro gli oli, gli acidi grassi, il glicerolo, gli aminoacidi presenti negli alimenti come glucidi, semplici o complessi, o come lipidi, o come proteine e divenuti più semplici col processo digestivo (1° fase) è detto catabolismo (fasi 2 e 3 dello schema). Da prodotti intermedi e finali del catabolismo partono processi costruttivi o biosintetici detti anabolismo. Anabolismo e catabolismo nel loro insieme formano il metabolismo (sinonimo di trasformazione). DIETOLOGIA Dr. Marilena Lara Specialista in Dietologia ORARI DI APERTURA Via Lungomare, 20 - 08041 - Arbatax Tel. 0782.66 77 80 Riceve per appuntamento Via Mons. Virgilio, 72 Tortolì Tel. 0782 667277 - 0782 624861 - 333 5871954 LA Pagina dell’alimentazione a cura di Marilena Lara Ogliastra Sanità NORME COMPORTAMENTALI NORME COMPORTAMENTALI NORME GENERALI CHE COSA FARE La bilancia Controllare il peso tutti i giorni è inutile: una volta alla settimana è più che sufficiente. Il grasso Il nostro organismo è in grado di “bruciare” non più di 1-1,5 kg di tessuto adiposo alla settimana. Cali di peso superiori a questo livello sono pertanto legati a perdite di massa magra (muscolo) e liquidi. Gli obiettivi Il processo di dimagramento deve essere graduale. Gli obiettivi settimanali o mensili vanno stabiliti insieme al medico. Le false aspettative Nelle prime settimane di dieta l’organismo brucia soprattutto glicogeno (zucchero di riserva). Un chilo di glicogeno fornisce circa 1000 calorie. Oltre al glicogeno, nelle prime settimane, viene consumata massa magra (muscolo) ed eliminati liquidi. Questo significa che, all’inizio la perdita di peso è più rapida. Una volta esaurite le scorte di glicogeno, l’organismo inizia a consumare i depositi adiposi. Dato che 1 kg di grasso fornisce 7000 calorie, è chiaro che “consumare” i depositi adiposi richiede tempo e soprattutto costanza. In definitiva, è bene non lasciarsi andare a facili entusiasmi osservando il rapido calo ponderale nei primi tempi di dieta: l’ago della bilancia è destinato infatti a rallentare la sua corsa. La sindrome dello “yo-yo” Le diete “fai-da-te” espongono al rischio di rapide e cospicue fluttuazioni del peso corporeo (riduzione-aumento), estremamente dannose per l’organismo. Il diario Tenere un diario alimentare può sembrare eccessivo, ma serve a controllare la frequenza degli strappi alla regola. L’osservazione Prendere coscienza di come si mangia (d’impulso, in modo automatico, voracemente, in continuazione, sotto stress) aiuta a correggere i comportamenti alimentari sbagliati e a individuare gli stimoli che aumentano il desiderio di cibo. La calma Mangiare lentamente, masticando bene i cibo e concedendosi frequenti pause, aiuta ad aumentare il senso di sazietà. Una cosa alla volta Evitare di mangiare leggendo o guardando la televisione: la distrazione favorisce l’assunzione automatica di cibo e, quindi, di calorie in più. A fine pasto Le situazioni “a rischio” NORME DIETETICHE CHE COSA FARE Il digiuno Evitare di saltare i pasti. Il nostro organismo ha bisogno di un costante rifornimento di energia. Chi salta i pasti (per esempio quello di mezzogiorno) tenderà a mangiare eccessivamente al pasto successivo. Le porzioni Anche l’occhio vuole la sua parte: mangiare una piccola porzione di cibo servita su un piatto normale può risultare frustrante. Abituarsi a utilizzare piatti da frutta può sembrare ridicolo, ma aiuta. La dieta Evitare le diete drastiche. La dieta deve essere sempre prescritta dal medico specialista. Solo così sarà possibile dimagrire senza privare l’organismo delle sostanze nutritive che gli sono necessarie per funzionare nel migliore dei modi. La dieta deve essere personalizzata: diffidare degli schemi dietetici proposti dalle riviste. Gli spuntini Sono utili per „tamponare” il senso di fame. In genere vengono consigliati due spuntini al giorno: a metà mattina, a metà pomeriggio. In alcuni casi è utile aggiungere un altro spuntino dopo cena, prima di andare a letto. Lo spuntino ideale è a base di frutta. Frutta e verdura Se non esistono particolari problemi, è meglio consumarla cruda (la frutta con la buccia) per sfruttare in modo completo l’effetto delle fibre. Le fibre riducono la velocità di assorbimento intestinale degli zuccheri e aumentano la velocità del transito intestinale, aiutando a controllare la stipsi. Cereali Consumare prevalentemente pane, pasta e riso integrali, particolarmente ricchi di fibre. Caffé Non sembra interferire con la dieta e può pertanto essere assunto liberamente (non più di 3-4 tazzine al giorno) a meno che non sussistano problemi di altro tipo. Il caffè va assunto amaro o, a massimo, dolcificato con mezzo cucchiaino di zucchero. Sale Limitare l’apporto disale che aumenta la ritenzione idrica. Evitare, però, le restrizioni drastiche: nelle prime settimane di dieta la pressione sanguigna tende ad abbassarsi e una riduzione drastica dell’apporto di sale potrebbe pertanto risultare controproducente. Alcol Deve essere consumato con estrema moderazione (1/2 bicchiere ai pasti), calcolandone l’apporto calorico. ATTIVITÀ FISICA CHE COSA FARE In generale Alzarsi immediatamente da tavola per evitare tentazioni. L’esercizio fisico rappresenta il complemento ideale di una sana alimentazione. L’esercizio fisico, da solo, ha uno scarso impatto sul calo o mantenimento del peso: per ottenere buoni risultati deve essere associato alla dieta. Le colazioni di lavoro e le cene con gli amici, rappresentano veri e propri trabocchetti per chi sta seguendo una dieta ipocalorica. Non esistono scuse: anche al ristorante è possibile farsi servire cibi compatibili con la dieta che si sta seguendo. La motivazione Per incrementarla può essere utile praticare l’attività fisica in compagnia e cercare di percepire i cambiamenti positivi che si stanno realizzando nell’organismo (miglioramento della respirazione, dell’agilità, della resistenza allo sforzo, del tono muscolare, ecc.) MEDISAN ORTOPEDIA SANITARIA di Mario Pintor ARTICOLI SANITARI COSMESI ARTICOLI SPORTIVI ARTICOLI PRIMA INFANZIA Via Monsignor Virgilio, 11 - 08048 - Tortolì Tel. 0782.62 61 20 - Mob. 339.14 80 188 E-mail [email protected] Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra Ogliastra Sanità Grave lutto nella medicina nuorese e ogliastrina La scomparsa di Bastiana Lepori Ci deve essere del razionale nel detto secondo cui sono sempre i migliori i primi a lasciarci. Sebastiana Lepori era una “migliore”. Non può non essere tale chi dedica tutta la propria esistenza con totale passione al servizio degli altri. Ha profuso abbondantemente il proprio impegno nel campo professionale, nel volontariato, nell’ambito sindacale e negli affetti. Da appena laureata in medicina si è dedicata totalmente alla cura dei pazienti in età pediatrica. Venne assunta nell’ospedale di Nuoro nel 1978 e dal 2001 vi ricopriva l’incarico di Direttore del reparto di Pediatria. Mancherà tanto a tutti, agli amici perché devono rinunciare alla persona su cui potevano sempre contare senza paura di incomprensioni, ai colleghi con i quali era sempre pronta a collaborare per risolvere qualsiasi problema di ordine diagnostico o di organizzazione del reparto, ma mancherà soprattutto ai piccoli malati e ai loro familiari che sempre ha conquistato con la propria disponibilità e professionalità. Ne sentiranno la mancanza i genitori dei bambini affetti da problemi autoimmunologici per i quali era l’unico riferimento locale e che ora dovranno affrontare ulteriori e ben più importanti disagi per curare i loro piccoli. Nel 1999 iniziò la propria collaborazione con la parrocchia di Belen a Cusco in Perù per costruire un poliambulatorio che oggi si estende su più piani ed eroga servizi sanitari generici e specialistici per i poveri della zona. Nella stessa zona Bastiana ha trascorso dei periodi in cui, oltre a svolgere attività ambulatoriale, visitava i bambini nei villaggi andini. Dal 2001 ha sostenuto, nel villaggio di Jangany nel Madagascar, l’attività missionaria di Don Tonino Cogoni , che tra le altre iniziative aveva organizzato un’infermeria. Lì Bastiana ha trascor- so qualche tempo offrendo il proprio contributo di medico pediatra ed era nei suoi programmi tornarvi. Padre Bastiana con Don Cogoni in Madagascar. Sotto: Bastiana con i piccoli di un villaggio andino. LA MORTE DI ZIA GINA Un grave lutto ha colpito la nostra collaboratrice Severina Mascia. Giovedì 26 aprile è deceduta la madre Gina Contu. Zia Gina, così la chiamavano tutte le persone che la conoscevano, era stimata per la sua disponibilità e per il suo allegro carattere. Ha trascorso una vita dignitosa, dedicando tutta se stessa al lavoro e alla famiglia. Il suo carattere allegro la portava ad avere sempre pronta, anche nei momenti più tristi della vita, la frase spiritosa che alleviava le sofferenze peggiori, dando un momento di pace e di serenità a chiunque le stesse vicino. Le avversità non hanno mai avuto il Cogoni, in Italia per motivi di salute, il 20 maggio scorso l’ha accompagnata nell’ultimo viaggio. sopravvento su di lei; è riuscita sempre a dominarle, godendo nel contempo delle gioie che la vita le offriva e lasciando a tutti una grande lezione di vita. Tutta la redazione di Ogliastra Sanità porge alla collaboratrice Severina Mascia e famiglia le più sincere e sentite condoglianze. Ogliastra Sanità Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra Le emergenze estive Colpo di Sole, Colpo di Calore Definizione Il colpo di sole è causato da una eccessiva esposizione diretta al sole che provoca un aumento della temperatura. Conseguentemente si verifica una eccessiva vasodilatazione con calo pressorio e stato di shock. Il colpo di calore è dovuto a un aumento della temperatura corporea a causa del clima caldo e umido. L’organismo accusa il malore perché assorbe più calore di quanto riesce a cederne all’esterno con la sudorazione. I fattori predisponenti sono: • temperatura ambientale ›35°C e umidità superiore all’80%, obesità, • superlavoro muscolare, • etilismo, • ipereccitabilità del sistema nervoso centrale, • assunzione di determinati farmaci (diuretici, antiparkinson, betabloccanti, antistaminici). Anziani, bambini e donne sono maggiormente soggetti al collasso da calore. Particolarmente a rischio sono i lattanti lasciati, anche solo per brevi periodi, in autovetture ferme sotto il sole, con i vetri chiusi. Sintomi I sintomi più comuni del colpo di sole sono: cefalea, sete estrema, nausea, vertigini, sudorazione profusa, spasmi e febbre altissima (43-44°C) che può arrecare notevoli danni a organi importanti, quali il cervello, il fegato, i reni. Per quanto riguarda il colpo di calore i sintomi sono: • volto arrossato • sete intensa • cute calda (temperatura elevata) e mucose asciutte • sensazione di generale debolezza, crampi muscolari • senso acuto di vertigini, disorientamento, confusione mentale • perdita di coscienza (in taluni casi) • Oliguria (diminuzione della quantità di urine nelle 24 ore) con urine molto pigmentate • Talora nausea e vomito. Cosa fare in caso di colpo di sole: provoca un arrossamento intenso e fastidioso della zona di cute interessata: la gravità del danno non è proporzionale alle dimensioni del celenterato, ma all’estensione del contatto. • Posizionare la vittima all’ombra e al fresco con la testa alta. • Slacciare o togliere gli abiti stretti. • Avvolgerla in un lenzuolo (o coperta) freddo e umido. • Far bere al paziente una soluzione salina, per reintegrare i sali perduti con la sudorazione eccessiva. • Ventilare la vittima. • Chiamare con la maggiore tempestività possibile un medico. In caso di colpo di calore, adottare le stesse misure e, in aggiunta controllare, il polso e la respirazione: • Abbassare la temperatura corporea il più rapidamente possibile, immergendo l’infortunato in una vasca di acqua moderatamente fresca. • Assoluto riposo per recuperare l’assorbimento di liquidi e sali. • Tempestiva ospedalizzazione. Cosa non fare • Non posizionare il paziente seduto. • Non dare da bere bevande fredde. Eritema Solare Definizione Alterazione cutanea caratterizzata da arrossamento circoscritto o diffuso, legato alla dilatazione dei capillari cutanei. Può essere provocato da eccessiva esposizione al sole, in assenza di protezione adeguata Sintomi La pelle già dopo poche ore dall’esposizione si arrossa e da luogo a una fastidiosa sensazione di bruciore o prurito. In alcuni casi può anche comparire la febbre (38-39°C). Cosa fare • Applicare sulla pelle un preparato lenitivo e idratante (meglio se un doposole, cioè un prodotto studiato specificamente per l’occorrenza), evitando il più possibile lo sfregamento con gli indumenti. Cosa non fare • Per almeno 7-10 giorni la parte interessata non deve prendere il sole (proteggerla con indumenti e con adeguati filtri solari). Contatto da Medusa Definizione Il contatto con una medusa, a causa delle sostanze urticanti presenti nei tentacoli, Sintomi Il contatto con i tentacoli provoca: • edema locale, intorpidimento • eritema • vesciche o petecchie (microemorragie capillari delle dimensioni di una capocchia di spillo) • prurito • dolore e un aspetto orticariode simile ad una frustata. Il dolore può diffondersi e possono anche verificarsi astenia, nausea, cefalea, vertigini e dispnea, lacrimazione e rinorrea. Cosa fare • Asportare eventuali residui di tentacolo; • Applicare acqua di mare con aggiunta di bicarbonato; • Successivamente spalmare un preparato antistaminico o cortisonico sulla parte o, in mancanza di questi, olio solare; • Consultare il medico qualora la reazione sia molto estesa e si manifestino sintomi generali quali nausea, vomito e alterazioni della frequenza cardiaca e/o respiratoria. Cosa non fare • Non applicare ghiaccio: il veleno è termolabile. Puntura di Pesci Velenosi Nei litorali italiani i pesci principalmente responsabili di punture particolarmente dolorose, ma non pericolose, sono quelli dei litorali sabbiosi : tracina (o pesce ragno o aragna), razza velenosa. Gli scorfani vivono invece tra gli scogli e feriscono di solito se maneggiati incautamente per liberarli dalla rete o dall’amo. Sintomi • Dolore intensissimo nella sede colpita, sproporzionato rispetto alle dimensioni della ferita; • Tumefazione; • Formazione di vescicole; Ogliastra Sanità Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra • Non bisogna assolutamente grattare la parte punta perché favorisce la diffusione del veleno nell’organismo. Puntura di Zecca • Sono possibili vomito e diarrea, cefalea, febbre, spasmi muscolari, shock e, raramente, aritmie cardiache. Cosa fare • Cercare di far uscire il veleno iniettato spremendo la parte colpita. Poiché il veleno è termolabile; • cercare di far aumentare la temperatura locale: impacchi di acqua molto calda, anche di mare; • applicazioni di sabbia calda per 30/40 minuti; • Siccome la puntura è ugualmente pericolosa anche dopo la morte del pesce, è consigliabile spezzare con una forbice gli aculei velenosi. • Disinfettare la parte e applicare un anestetico locale, in caso il dolore fosse ancora molto intenso, e un antistaminico. Nel caso la puntura sia stata invece provocata da un riccio di mare occorre innanzitutto estrarre gli aculei con una pinzetta, facendo attenzione a non provocarne la rottura, e quindi disinfettare. Cosa non fare • Se la parte colpita, come avviene frequentemente, è il piede, non camminare a piedi nudi nel periodo seguente per evitare infezioni. Punture d’Insetto Definizione La puntura di insetti come vespe, calabroni, api, zanzare, tafani, pulci o formiche può diventare pericolosa quando: • il soggetto è allergico alle sostanze contenute nel veleno iniettato; • la sede della puntura è il viso, la gola, la lingua, ecc.; • il numero delle punture è elevato; • Dolore pungente; • Prurito; • Arrossamento nella zona della puntura; • Talvolta bolle sierose; • Gonfiore. Cosa fare Ecco le misure da prendere in questi casi: • Nel caso di pungiglione rimasto fisso nella cute, è necessario estrarlo con precauzione, facendo soprattutto attenzione a non spezzarlo. • Se la puntura provoca forti dolori, è possibile calmarli con impacchi di acqua fredda; utili anche le spugnature fredde con ammoniaca diluita. • È consigliabile la somministrazione di antistaminici per via orale (non locale, in quanto inutile) ed eventualmente l’applicazione di un cortisonico nella sede della puntura. • Se si tratta di una puntura alla bocca, fate ripetuti gargarismi con acqua molto salata. In alternativa, potete masticare dei pezzetti di ghiaccio o tenerne un po’ in bocca. • Nel caso in cui venga punta una persona allergica alla puntura di una determinata specie di insetti (cioè sensibilizzata al veleno a causa di un contatto pregresso e pertanto a rischio di sviluppare reazioni gravi in occasione di una nuova puntura), è consigliabile recarsi immediatamente in pronto soccorso, anche in assenza di sintomi o in presenza di disturbi apparentemente trascurabili. • Può essere utile l’applicazione di un laccio emostatico al di sopra del punto colpito, in modo da rallentare l’assorbimento e la diffusione del veleno. Il laccio comunque non deve essere tenuto per più di venti minuti; • Occorre rivolgersi al medico anche nel caso in cui il punto colpito dovesse gonfiarsi notevolmente. Le punture o morsicature di ragni, millepiedi e tarantole debbono essere curate come quelle degli insetti. Cosa non fare • Non tentare di estrarre il pungiglione delle api: è munito di uncini; La zecca è un insetto che si attacca ostinatamente alla pelle, da cui succhia il sangue per giorni. Il morso di solito non è doloroso e non causa prurito, per cui può passare inosservato. I problemi che determina si limitano di solito a una lesione locale nella sede della puntura, a volte è seguita da sintomi generali. Come si manifesta La puntura non provoca nè dolore nè prurito, per cui spesso passa inosservata: casualmente, per esempio durante un bagno o una doccia, si riscontra la zecca attaccata alla pelle. Cosa fare La zecca rimane attaccata alla pelle attraverso la sua bocca. Tentativi maldestri di asportare la zecca possono pertanto facilmente causare il distacco della testa dell’insetto, che rimane infissa nella pelle e deve essere rimossa. 1.Utilizzate un paio di pinzette, o, in alternativa, le dita, o un filo avvolto intorno alle mascelle della zecca, l’estrazione della testa può essere agevolata cospargendola d’olio; 2.Cercate di serrare la presa il più possibile vicino alla pelle, possibilmente in corrispondenza della testa; tirate poi lentamente ma costantemente, finchè l’insetto non molla la presa. Evitate possibilmente movimenti oscillatori, che rischiano di staccare il corpo della zecca dalla testa; 3.Se avete rimosso la zecca, ma la testa è rimasta attaccata, questa dovrà però comunque essere rimossa con un ago sterile (operando come per rimuovere una scheggia); 4.Lavate le mani e la zona della puntura con acqua e sapone. Chiamate il medico se: • non riuscite a rimuovere la zecca • la testa della zecca è rimasta in profondità nella pelle • nella settimana successiva alla puntura Ogliastra Sanità Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra 10 Consigli Utili per una Corretta Esposizione al Sole compaiono febbre o un eruzione sulla pelle, si potrebbe essere instaurata la Malattia di Lyme o una RicKettsiosi. Cosa non fare • Non cercate di rimuovere la zecca facendola oscillare o tirandola bruscamente: favorireste il distacco della testa; • Non uccidete la zecca schiacciandola con le mani; · Non cercate di staccare la zecca cospargendola di smalto per le unghie, alcool o petrolio: si tratta di tentativi di interromperne la respirazione, destinati però all’insuccesso, perchè la zecca respira solo poche volte in un’ora. Tali tentativi possono inoltre indurre nella zecca il vomito, contribuendo a mettere in circolo tossine dannose; poiché possono provocare aderenze e opacità permanenti. Annegamento avviene per l’ostruzione delle vie aeree da parte di un liquido. Non sempre il corpo è immerso nel liquido, per annegare basta l’immersione degli orifizi respiratori: chi, per un malore ad esempio, cade a faccia in giù in un sottile strato di liquido, rischia di annegare. Lo stesso si può verificare se l’infortunato è incosciente e vomita: è necessario che il vomito possa defluire quindi va posizionato sul fianco. Per riflesso, quando un liquido entra nella cavità orale provoca una chiusura della laringe: l’infortunato perciò non può più respirare e inizia l’asfissia. Se l’infortunato perde coscienza e di conseguenza i riflessi cessano , il liquido può penetrare nella trachea, nei bronchi e negli alveoli polmonari soffocandolo. Sintomi Il malcapitato, se è soccorso tempestivamente e non ha perso coscienza, sarà molto agitato e spaventato, avrà delle difficoltà respiratorie e tossirà per espellere il liquido dalle vie aeree. Se la permanenza nel liquido è più lunga, l’asfissia porta alla perdita di coscienza e, successivamente, all’arresto respiratorio e quindi a quello cardiaco. Intervento Per prima cosa è necessario rimuovere Evitare le esposizioni eccessive e le scottature da sole, soprattutto nei bambini e in soggetti con cute pallida che si abbronza con difficoltà e si scotta facilmente; Non esporre al sole i bambini fino al 6° mese; Evitare le esposizioni al sole dalle ore 11 alle 14; Utilizzare cappelli con visiera, camicie, magliette, occhiali; disperato con grande rischio per la vostra incolumità. Una volta tratto in salvo l’infortuRicordare che la migliore fotoprotezione è l’ombra nato bisogna verificare e che un indumento appropriato immediatamente se è protegge più di una qualunque crema solare; cosciente o meno. Se è Usare, specie se si ha la cute pallida, creme solari cosciente è sufficiente ad alta protezione che contengano tranquillizzarlo, metfiltri bloccanti sia gli UVE che gli UVA; terlo in posizione semiLe creme solari devono essere resistenti all’acqua seduta per facilitare la ed applicate più volte al giorno; respirazione, aiutarlo Alcune sedi sono da proteggere in modo particolare: ad espellere il liquido naso, orecchie, petto, spalle, dorso, piedi, cuoio presente nelle vie aecapelluto (specie se calvi, ma non solo); ree con dei colpetti sulla schiena e con movimenEvitare le abbronzature artificiali (lettini UVA) che oltretutto invecchiano precocemente la pelle. ti circolari delle braccia che aiutano l’espansione della gabbia toracica l’infortunato dal liquido che lo asfissia. In e quindi della respirazione. Se l’infortunato caso di annegamento in acqua alta, è consi- ha perso coscienza è necessario agire con la gliabile tentare di raggiungere l’infortunato massima urgenza e chiamare i soccorsi. In dalla riva, tendendogli un salvagente, una attesa dei soccorsi, bisogna verificare per fune, un asciugamano, un ramo, se è ancora prima cosa la presenza della respirazione cosciente. Se ciò non fosse possibile, è e del battito cardiaco. Se le funzioni vitali consigliabile raggiungerlo a nuoto soltanto sono integre, bisogna porre l’annegato in se si è muniti di un salvagente, una barca, posizione laterale di sicurezza, meglio se un materassino o un qualsiasi oggetto su un piano leggermente inclinato con la galleggiante in grado di sostenere sia il testa in basso. In attesa dei soccorsi, se non si malcapitato che il soccorritore. riprende, bisogna tenere costantemente sotto ATTENZIONE: il salvataggio a nuoto, se controllo le funzioni vitali. Se l’infortunato non siete esperti soccorritori, è pericoloso: è incosciente con respiro assente e battito l’infortunato si aggrapperà a voi in modo cardiaco presente bisogna immediatamente Utilizzare l’ombra naturale (alberi, ecc.) e creare protezione con ombrelloni; STUDIO DENTISTICO Dott. Fabio Pittau DOTT. FABIO PITTAU Odontoiatra e Protesista dentale Tel/Fax 0782. 628111 - Cell 339.8986977 [email protected] - www.dentisorridenti.com Conservativa, Protesi, Chirurgia orale, Parodontologia, Implantologia, Estetica e sbiancamenti, Gnatologia e bite, Diagnostica con videoradiografia e telecamera digitale, Terapia delle tasche gengivali con sistema vector a ultrasuoni DOTT. UMBERTO GIGANTI Odontoiatra e Specialista in Ortognatodonzia - Coordinatore scientifico Scuola Ortognatodonzia Università di Cagliari Tel. 320.07081749 - [email protected] Ortodonzia intercettiva, Terapia Ortodontica fissa, semplice ed estetica, Ortodonzia invisibile (invisalign), Terapia mantenimento mobile e fissa Sede: Piazza Roma, 8 - 08048 Tortolì procedere alla respirazione artificiale. Prima è bene però verificare che le vie aeree non siano ostruite dall’ingestione del liquido. Per far ciò è bene rovesciare l’annegato a pancia in giù, disporsi in piedi a gambe larghe sopra il suo bacino, afferrarlo per le anche o i fianchi e sollevarlo in modo da far defluire l’acqua. Appena questa è defluita si può finalmente stendere l’annegato a pancia in su e procedere con la respirazione artificiale. Nel caso anche il battito cardiaco sia assente bisogna procedere alla respirazione artificiale e al massaggio cardiaco. ATTENZIONE: nel caso di tuffi in acque basse, per esempio in piscina o in presenza di scogli, l’annegamento potrebbe essere stato provocato da un trauma. In questo caso bisogna avere molta cautela: l’infortunato potrebbe avere delle fratture, per esempio alla colonna vertebrale, il che comporta una grande attenzione nel rimuoverlo. Gravità Nel caso di annegamento è necessario intervenire con la massima tempestività. L’arresto respiratorio avviene in pochi minuti, e in breve sopraggiunge anche l’arresto cardiaco. Emergenza Lenti a Contatto Spesso in estate coloro che utilizzano le lenti a contatto tendono ad abusarne, usandole per troppe ore al giorno o facendo il bagno in mare: la conseguenza sono occhi arrossati e irritati. O peggio. Può essere infatti molto pericoloso fare il bagno con le lenti a contatto in acque contaminate da batteri o dall’ameba, poiché possono insorgere delle cheratiti molto serie. In caso di abuso nel loro utilizzo e quindi arrossamento degli occhi, vista annebbiata, dolore, è necessario sospendere immediatamente l’uso delle lenti e a consultare l’oculista. La Pagina Del Legale a cura di Severina Mascia Ogliastra Sanità 11 Guida pratica al sistema normativo legato alla assistenza pubblica Come ottenere l’indennità di invalidità Nel numero precedente del nostro periodico abbiamo definito quali sono le indennità di cui può beneficiare il cittadino, specialmente se invalidido o portatore di handicap. Nell’articolo che segue vengono invece definite le procedure necessarie per poter ottenere tali indennità. Cosa fare per accedere ai vari benefici economici Per poter usufruire delle prestazioni assistenziali il malato oncologico deve preliminarmente sottoporsi ad una visita medico-legale da parte della A.S.L. di appartenenza che accerti lo stato di invalidità e/o di handicap conseguente alla malattia. La domanda di riconoscimento dello stato di invalidità e di handicap deve essere presentata all’Ufficio Invalidi Civili della A.S.L. di residenza (anche tramite i Patronati che, per legge, offrono assistenza gratuita) personalmente dall’interessato o da chi lo rappresenta legalmente (genitore, tutore) o da chi ne cura gli interessi nel caso degli inabilitati (curatore). Alla domanda, da redigersi su apposito modulo disponibile presso la stessa A.S.L., dovranno essere allegati: 1.certificati anagrafici (o dichiarazioni sostitutive) indicati nel modulo di domanda; 2.il certificato del medico di famiglia, nel quale si attesti la natura invalidante della malattia; 3.la documentazione clinica (cartella clinica e eventuali referti medici). Se l’interessato non sa o non può firmare, la domanda deve essere firmata dal competente funzionario della A.S.L., il quale, previo accertamento dell’identità del dichiarante, attesta che la dichiarazione è stata a lui resa dall’interessato, in presenza di un impedimento a sottoscrivere, facendo menzione della causa dell’impedimento (art. 4 D.P.R. 403/1998, come sostituito dall’art. 4 D.P.R. 445/2000). Se l’interessato è minore o soggetto a tutela o a curatela, la domanda deve essere sottoscritta rispettivamente dal genitore esercente la potestà, dal tutore o dall’interessato stesso con l’assistenza del curatore. L’atto di nomina del curatore dev’essere allegato alla domanda, in copia autenticata dalla competente autorità giudiziaria. Nel caso in cui l’interessato sia minore di 18 anni o interdetto, la domanda deve essere firmata, per conto dell’interessato medesimo, dal suo legale rappresentante specificandone la qualità (genitore di minore o tutore di interdetto). Nel caso in cui il soggetto sia affetto da minorazioni tali da impedire il trasporto dall’abitazione presso la A.S.L., potrà essere richiesta la visita domiciliare motivando l’impedimento con idonea documentazione sanitaria (art. 1, co. 7, D.P.R. 698/1994). Nel caso in cui l’invalido non sia in grado di farlo personalmente, l’impedimento può essere motivato da un familiare convivente. L’impedimento che giustifichi la visita domiciliare non deve essere necessariamente connesso alla sola capacità deambulatoria, ma può essere riferito al complesso delle situazioni, specificate nella certificazione medica, che rendono rischioso o pericoloso per sé o per altri lo spostamento dell’invalido. Durante la visita, il richiedente può farsi assistere da un proprio medico di fiducia (oncologo, medico di famiglia, medico legale) (art. 1, co. 3, L. 295/1990. Con la medesima domanda, e a fronte di un unico accertamento sanitario, è possibile ottenere sia la certificazione di invalidità civile (L. 118/1971) che quella di handicap (L. 104/1992). E’ opportuno, quindi, specificare nella domanda la volontà di essere sottoposto a visita medico-legale per l’accertamento dell’esistenza dei requisiti previsti dalle due leggi. In mancanza di tale esplicita indicazione, ci si dovrà sottoporre a due visite medico-legali. 2.1. legge 80/2006 e semplificazione accertamenti. La legge n. 80 del 09.03.2006, di conversione del D.L. 10.01.2006, n. 4 (la quale ha introdotto misure in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione) prevede, all’art. 6, la facoltà per le Regioni, nell’ambito delle proprie competenze, di adottare disposizioni dirette a semplificare ed unificare le procedure di accertamento sanitario per l’invalidità civile e l’handicap. La stessa norma, art. 6, co. 3 bis, prevede un procedimento più breve per i soggetti con patologie oncologiche, che deve essere effettuato entro 15 giorni dalla domanda dell’interessato. Al fine di rendere attuabile detta disposizione, è prevista l’immediata efficacia del verbale di accertamento della Commissione medica presso la A.S.L., mentre alla Commissione medica di verifica è data facoltà di sospenderne gli effetti fino ad ulteriori accertamenti. Riassumendo, la nuova normativa stabilisce che l’accertamento di invalidità ed handicap dei malati oncologici. 1.è effettuato entro 15 giorni dalla presentazione della domanda; 2.è immediatamente efficace; 3.è, quindi, immediatamente utilizzabile per richiedere tutti i benefici previsti. Il certificato attestante lo stato di invalidità e/o di handicap è rilasciato in unico esemplare; pertanto, è consigliabile esibirlo sempre e solo in copia, eventualmente autenticata, a tutti i soggetti e istituzioni che ne facciano richiesta. Il riconoscimento dello stato di invalidità e di handicap da parte della Commissione FARMACIA Dott. Antonio Masia Omeopatia - Erboristeria, Articoli ortopedici, Misurazione pressione, colesterolo, glicemia. Aerosol in affitto Dal Lunedì al Venerdì 9,00 - 13,00 / 16,30 – 19,30 Sabato 09,00 – 13,00 Via Roma, 40 - 08040 LOTZORAI (NU) - Tel. 0782 669467 - Fax 0782 668198 medico-legale della A.S.L. dà diritto, come già precedentemente precisato, a benefici socio-economici, che dipendono dal grado di invalidità riconosciuto e dal reddito. Tali benefici decorrono, secondo quanto previsto dall’art. 5, co. 1, D.P.R. 698/94, dal primo giorno del mese successivo alla data di presentazione della domanda di accertamento sanitario della A.S.L. All’atto del primo pagamento verranno corrisposte in un’unica soluzione tutte le mensilità arretrate e gli interessi legali secondo le norme previste dal Codice civile; gli assegni successivi saranno su base mensile. 2.2. Richiesta di aggravamento Se la malattia progredisce, chi ha ottenuto il riconoscimento dell’invalidità civile o di handicap, può presentare richiesta di aggravamento. La domanda si presenta dopo aver compilato un modulo disponibile presso la propria A.S.L., allegando certificato di residenza, una copia del verbale del primo riconoscimento nonché adeguata documentazione che certifichi il peggioramento del tumore per il quale è stata richiesta l’invalidità (art. 11, legge 118/1971). 2.3. Modalità di riscossione Una volta assolta la fase di accertamento dei requisiti sanitari, al richiedente viene inviata dall’Ente erogatore della provvidenza economica, una comunicazione che contiene i moduli delle dichiarazioni e auto-certificazioni da compilare ed inviare all’ente erogatore. In questa occasione, il beneficiario della provvidenza economica indica se intende riscuotere il pagamento tramite ufficio postale (art. 14 D.P.R. 367/1994) o tramite banca (D.M. Ministero del Tesoro - 28 novembre 1996). Qualora opti per il pagamento tramite banca, l’invalido deve indicare gli estremi identificativi dell’ufficio presso il quale intende ritirare la provvidenza, ed altresì se intende ritirarla presso lo sportello, o con accredito su C/C bancario o su libretto di risparmio nominativo. Qualora opti per il pagamento tramite banca, l’invalido deve indicare gli estremi identificativi dell’ufficio presso il quale intende ritirare la provvidenza, ed altresì se intende ritirarla presso lo sportello, oppure tramite accredito su C/C postale nominativo, o su libretto di risparmio nominativo. Il pagamento può essere effettuato anche con assegno circolare inviato a domicilio. Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra Ogliastra Sanità 12 Alcuni indirizzi che potrebbero risultare utili Mano Tesa Ogliastra è in grado di fornire a chiunque li richieda indirizzi utili per reperire alloggi per i malati e i loro familiari in sardegna ed in tutte le città d’italia. A Padova • L’Associazione Cilla, via Forcellini 170/ A, Padova, tel. 0498033878, email [email protected] ha case di accoglienza in diverse regioni italiane. Tutte le sedi e le informazioni sono reperibili sul sito www.cilla.it. A Milano • Associazione Casamica onlus, 75 posti letto in tre diversi appartamenti, tel. 0276114720, cell. 3337906664 • Casa di accoglienza Parrocchia del Redentore, 30 posti letto, via Palestina 5, tel. 026690655 • Casa di accoglienza Parrocchia San Protaso, 19 posti letto, via Murillo 14, tel. 02980127 • Casa di accoglienza Beatrice Vitello, 18 posti letto, corso di Porta Romana 51, tel. 0245474323 • Casa di accoglienza San Leonardo Magno, 17 posti letto, via Camia 12, tel. 022829147 (dalle 16.00 alle 18.00) • Foresteria San Raffaele, via Olgettina 20. È all’interno dell’ospedale; equivale ad un Hotel a tre stelle; tel. 0226433125 • Ospedale Niguarda, piazza Ospedale Maggiore 3, L’associazione Samaritana può aiutare trovare una sistemazione per i parenti dei ricoverati; tel. 0264442249 Codice Deontologico del Volontario • Oasi San Francesco, 160 posti letto, via Arzaga 23, tel. 02416318/9 • Istituto La Casa, 35 posti letto, via Lattuada 14, tel. 0255187310 • Istituto Ricci, 30 posti letto, via Sbarbaro 11, tel. 0266220022 Quando il Bambino È Malato A Roma • Al Bambino Gesù di Roma c’è una sedia a sdraio per la mamma che dorme accanto al suo piccolo e il diritto ad acquistare i buoni pasto della mensa. Per i bambini oncologici che arrivano da fuori Roma, i volontari dell’Associazione Peter Pan, vicino all’ospedale in via San Francesco di Sales 16,hanno una residenza con 12 stanze, cucina in comune, sala giochi; tel.069706494. Recentemente in via Vigna Fabbri 39 l’Associazione Peter Pan ha aperto un’altra casa di accoglienza di 10 stanze per bambini in cura al Policlinico Umberto I, tel.0697612350; info: www.asspeterpan.it A Genova • Una poltrona per la mamma o il parente che assiste il bambino giorno e notte è disponibile all’ospedale Giannina Gaslini di Genova. Per trovare un alloggio, se il bambino è in day-hospital, ci si può rivolgere al servizio sociosanitario dell’ospedale chiamando il tel. 0105636322. Sempre a Genova per i piccoli emato-oncologici e neurochirurgici e per i loro genitori c’è il Centro Saturno gestito dalla C.R.I., tel.0103073659. A Firenze • Accesso alla mensa e un letto accan- Laboratorio A nalisi del Dr. F. Furcas & C. S.r.l. Art. 1 Il volontario opera per il benessere e la dignità della persona e per il bene comune, sempre nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. Non cerca di imporre i propri valori morali. Art. 2 Rispetta le persone con cui entra in contatto senza distinzioni di età, sesso, razza, religione, nazionalità, ideologia o censo. Art.3 Opera liberamente e dà continuità agli impegni assunti e ai compiti intrapresi. Art. 4 Interviene dove è più utile e quando è necessario, facendo quello che serve e non tanto quello che lo gratifica. Art. 5 Agisce senza fini di lucro anche indiretto e non accetta regali o favori. Art. 6 Collabora con gli altri volontari e partecipa attivamente alla vita della sua associazione. Prende parte alle riunioni per verificare le motivazioni del suo agire, nello spirito di un indispensabile lavoro di gruppo. Art. 7 Si prepara con impegno, riconoscendo la necessità della formazione personale che viene svolta all’interno della propria Associazione. Art. 8 È vincolato all’osservanza del segreto professionale su tutto ciò che gli è confidato o di cui viene a conoscenza nell’espletamento della sua attività di volontario. Art. 9 Rispetta le leggi dello Stato, nonché il regolamento e lo statuto della sua Associazione e si impegna per sensibilizzare altre persone al valore del volontariato. Art. 10Svolge la propria attività permettendo a tutti di poterlo indicare. Non si presenta in modo anonimo, ma offre la garanzia che alle sue spalle c’è un’Organizzazione riconosciuta dalle leggi dello Stato. to al bambino anche all’Ospedale Anna Mayer di Firenze. I familiari possono trovare alloggio presso il Convitto Casa don Secchiamoli, via Borghini 23 al prezzo di circa 20 euro a persona con prima colazione, oppure rivolgersi all’agenzia New Tour, convenzionati entrambi con l’azienda ospedaliera, tel.0555662332. A Monza • All’ospedale San Gerardo di Monza per i piccoli pazienti del reparto di ematologia pediatrica, c’è il residence Cascina Valeria con 13 monolocali e 3 bilocali. Possono ospitare i genitori e il bambino se in day-hospital. La permanenza è variabile da 3 a 6 mesi fino a 1 anno; tel. 0392333526. Prelievi dal lunedì al sabato dalle 08.00 alle 11.00 Si eseguono anche: Ritiro referti dal lunedì al sabato dalle 11.00 alle 13.00 Test non invasivo di determinazione del sesso fetale a partire dall’8° sett. di gravidanza Omocisteina, Diagnosi Celiachia Test Intolleranze alimentari Accreditato con il S.S.N. Direttore Sanitario: Dott. Piero Ugo Mulas - Biologo Via Ospedale 19 - 08045 Lanusei - Tel. 0782/42343 - Fax 0782/480835 Il Laboratorio partecipa alla V.E.Q. Europa (Valutazione Esterna di Qualità) Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra Ogliastra Sanità 13 Strutture ogliastrine di accoglienza Dove ricoverare i nostri vecchi Le più importanti tipologie di strutture di accoglienza per gli anziani attualmente sono: Comunità alloggio. Sono strutture di piccole dimensioni che ospitano persone totalmente o parzialmente autosufficienti, che non hanno la possibilità di vivere autonomamente presso il nucleo familiare. Centri di aggregazione sociale (CAS). Sono luoghi di incontro per tutti i cittadini ed hanno la funzione di promuovere iniziative di aggregazione culturale e ricreativa. Casa protetta. È una struttura residenziale con prestazioni di natura assistenziale, relazionale e sanitaria, a carattere continuativo , a soggetti non autosufficienti o affetti da gravi deficit psico-ficici. Residenze assistenziali (RSA). Sono finalizzate a fornire ospitalità, prestazioni sanitarie, di recupero funzionale e di inserimento sociale a persone affette da malattie croniche o da patologie invalidanti. ALCUNE STRUTTURE OGLIASTRINE Comunità Alloggio/Casa Protetta “San Lorenzo“ - Seui Il Comune di Seui ha realizzato da qualche anno (luglio 1999) un Comunità Alloggio, anche con funzioni di Casa Protetta, gestita dalla cooperativa “Prestige“ con 15 posti lavorativi: il personale è dotato di preparazione specifica e qualificata. La struttura che appare ben tenuta e gradevolmente vivibile ospita attualmente 24 persone (16 in comunità alloggio, 8 in casa protetta) provenienti da tutte le aree geografiche della Sardegna. Alla “San Lorenzo“ si accede presentando domanda al Comune di Seui o comunque contattandone i Servizi Sociali. L’accesso è regolato da una graduatoria. Gli ospiti appaiono soddisfatti della struttura che li accoglie in camere doppie o singole con servizi interni. Il medico è il medico di famiglia della cittadina e le prestazioni di intervento sanitario avvengono su sua richiesta e segnalazione alla ASL n.4 di Lanusei. La cooperativa che gestisce la struttura organizza incontri di socializzazione, spostamenti degli ospiti, attività varie di convivenza. La retta mensile è di euro 1.000,00 per la sistemazione in camera doppia; di euro 1.200,00 in camera singola. Comune di Perdas che provvede a stilare una graduatoria secondo criteri che possono essere richiesti per opportuna conoscenza. Le liste d’attesa sono molto lunghe. La Casa “Letizia“ ha una capienza di 30 Persone. I posti possono arrivare a 32 in casi di particolare emergenza. I Pazienti sono seguiti dai Medici di famiglia operanti in Perdas e si avvalgono di tutte le prestazioni necessarie erogate dalla ASL. La retta in camera doppia o singola è attualmente di euro 1.000,00. La struttura sorge alla periferia della cit- dalla normativa regionale in materia. Gli Ospiti sono assistiti e seguiti da sedici operatori. Le prestazioni sanitarie sono garantite da un Medico di Medicina Generale; per gli interventi di analisi chimiche, visite specialistiche, controlli periodici, provvede la ASL n° 4 su opportuna segnalazione del Medico. La sistemazione è in confortevoli camere doppie con servizi interni; la socializzazione si realizza in spazi comuni con il sostegno di alcuni animatori. L’accesso a “Il Cantuccio” è possibile presentando domanda corredata da documentazione (la si può richiedere direttamente presso la sede di Via Mare a Bari Sardo); attualmente non c’è lista di attesa. La retta mensile è di euro 1.550 per le persone non autosufficienti, di euro 1.100 per le persone autosufficienti. La casa di accoglienza CRISTO RE a Lanusei Casa Protetta “Letizia“ - Perdasdefogu È una casa di riposo direttamente gestita dal Comune di Perdasdefogu. La realizzazione della struttura, risalente ad alcuni decenni, ha tratto l’avvio da un lascito della signora Antonietta Lai, finalizzato alla costruzione di una casa di ospitalità per anziani. Attualmente è organizzata come “casa protetta“. Il personale, qualificato, è composto da 15 soci della cooperativa “Serena“ e da 4 animatori, che organizzano attività di socializzazione, ludiche e di stimolo per gli ospiti. Periodicamente vengono vissute giornate di convivenza; sono positivi i rapporti con la Pro Loco di Perdas ed è buona la collaborazione con la ASL n.4 di Lanusei. La casa è aperta ad ospitare persone provenienti dalla Sardegna e “oltre“. Vi si accede in seguito a domanda al tadina e si fa notare per le sue gradevoli linee costruttive e per l’ampio spazio che la circonda. Gli ambienti appaiono puliti, accoglienti, molto luminosi. Molto disponibile e collaborativo il personale della cooperativa “Serena“. Il Cantuccio a Bari Sardo A Bari Sardo, da alcuni anni, è attiva una struttura funzionante come “casa protetta“ con 27 posti, e come “comunità alloggio” con 16 posti; i posti disponibili per eventuali emergenze sono due. “Il Cantuccio“ ha pertanto una capacità complessiva di accoglienza per 45 Persone. La struttura è gestita dalla Associazione Il Cantuccio; si trova a Bari Sardo, in via Mare; il recapito telefonico è 0782 29653. I servizi prestati sono quelli contemplati A Lanusei, in via Repubblica 96, è attiva da oltre 25 anni la struttura delle Figlie Eucaristiche di Cristo Re. Da un punto di vista funzionale è una “casa mista“, nel senso che è articolata come casa alloggio, residenza protetta e, anche, come centro di momentanea residenza per persone che vogliano trascorrevi brevi periodi di soggiorno/vacanza. Ha una ricettività di circa 50 posti con sistemazioni in camere singole o doppie con servizi interni. I locali, termocondizionati, spaziosi, curati, eleganti, sono in un complesso che caratterizza il rione Corosa di Lanusei, soprattutto per la presenza di una armoniosa Chiesa, direttamente collegata alla Casa. Nella Casa Cristo Re di Lanusei non ci sono in genere liste di attesa: qualche posto, in relazione alla tipologia della domanda di accoglienza, è quasi sempre disponibile. Per informazioni chiedere di suor Angela telefonando allo 0782 42206. La retta mensile, totalmente a carico delle Ospiti, considerando che solo sporadicamente alcuni Comuni partecipano con una piccola integrazione, è mediamente di circa 1.300 euro al mese. Tonino Loi Ogliastra Sanità Organi di informazione dettero notizia, nel dicembre 2005, di alcuni episodi di trichinellosi, una delle tante zoonosi, cioè malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, verificatisi nel comune di Orgosolo a seguito del consumo, da parte di un ristretto numero di persone, di salsicce confezionate con carne di suino allevato allo stato brado e non sottoposta ai previsti controlli sanitari. Altri episodi, sempre legati al consumo di insaccati di suino, si ebbero nell’aprile dello stesso anno. Fortuna volle che, in entrambe le circostanze, non vi siano stati episodi letali. La notizia fece molto scalpore sia nell’ambito della popolazione, sia nella cerchia delle autorità sanitarie interessate, in quanto si trattava del primo episodio di tale malattie verificatosi in Sardegna. Queste particolarità ci hanno consigliato di fornire alcune notizie in merito a questa malattia per poterla meglio conoscere e, conseguentemente, evitare. Questa parassitosi, perché di questo si tratta, è provocata da un parassita rotondo, a diffusione mondiale e presente sia negli animali selvatici, carnivori e onnivori, sia in quelli domestici, chiamato trichinella; l’uomo contrae la malattia esclusivamente con il consumo di carni nelle quali è presente la larva dello stesso parassita. Il ciclo vitale del parassita è semplice e diretto. Le larve presenti nella carne infestata, una volta che questa viene ingerita da parte di qualsiasi animale compreso l’uomo, si liberano, ad opera dei succhi gastrici, dell’involucro che le protegge e, giunte nell’intestino, diventano parassiti adulti differenziandosi anche sessualmente. Nell’intestino avviene l’accoppiamento in seguito al quale le femmine depongono centinaia di larve che, attraverso i vasi linfatici e sanguigni, raggiungono le sedi di elezione, generalmente i muscoli scheletrici. Nei muscoli si incistidano, si formano cioè delle piccole vescichette non facilmente visibili ad occhio nudo all’interno delle quali le larve si accrescono, si circondano di un involucro esterno che le protegge e le conserva infestanti per circa due anni. A questo stadio le larve sono infestanti ed in grado di ricominciare il ciclo se ingerite da un altro animale. La sopravvivenza della trichinella nell’ambiente esterno ha un ciclo cosiddetto silvestre ed un ciclo domestico. Nel primo sono coinvolti diversi animali selvatici La pagina della Veterinaria La trichinellosi (volpi, cinghiali, roditori ecc.) che cibandosi di animali o carogne contenenti larve incistidate contribuiscono al perpetuarsi del ciclo. Nel ciclo domestico, che interessa anche l’uomo, giocano un ruolo determinante gli animali domestici che, cibandosi di rifiuti alimentari contenenti avanzi della macellazione di suini infestati o di carogne di animali del ciclo silvestre contenenti larve, possono successivamente trasmettere il parassita all’uomo quando questi ne consuma le carni poco cotte o crude come gli insaccati. Un ruolo predominante nella trasmissione della malattia all’uomo ce l’ha l’allevamento allo stato brado del suino che, proprio per il tipo di allevamento, è messo in condizioni di nutrirsi di qualsiasi tipo di carogna che, in caso di ingestione, potrebbe trasmettergli la malattia; a questo particolare tipo di allevamento, da noi ancora molto diffuso, si aggiunge la condizione che la maggioranza della carne proveniente dai suini allevati allo stato brado sfugge a qualsiasi genere di controllo sanitario. Anche l’importazione dai paesi dell’Est Europeo (Ungheria, Romania ecc.) di cavalli da macello ha contribuito all’aumento, nel resto d’Italia, dei casi di trichinellosi, che in quelle nazioni è molto presente negli equini. Questo anche perché, sia in Italia che in Francia, uniche nazioni europee, vi è l’abitudine di consumare la carne di cavallo non ben cotta. Nella maggior parte degli animali la parassitosi da trichinella non causa una sintomatologia evidente. Nell’uomo il periodo di incubazione della malattia è di circa 1-2 settimane mentre il decorso e la sintomatologia sono in dipendenza del grado di infestazione: qualora le larve siano presenti in piccola quantità la sintomatologia può essere anche assente; al contrario l’esito può essere anche infausto in caso di massiva presenza di larve. L’unica arma che abbiamo a disposizione per il controllo della malattia è la prevenzione, cioè la messa in atto, da parte di tutte le persone interessate, di particolari comportamenti atti ad evitare il diffondersi della parassitosi. Tenendo presente quanto sopra esposto riguardante la sopravvivenza del parassita nell’ambiente e la modalità di trasmissione della parassitosi da un animale all’altro, possiamo sintetizzare qui di seguito le principali prescrizioni da seguire: • evitare l’introduzione del parassita negli allevamenti chiusi impedendo il contatto con gli animali selvatici mediante appositi recinti e praticare, ove possibile, una efficace derattizzazione; • non condurre al pascolo brado i suini e, per la verità, non solo questa specie animale, in quanto questo tipo di allevamento è quello più idoneo alla propagazione, oltre che di tutte le parassitosi, anche delle più temibili malattie infettive; anche il cosiddetto allevamento brado regolamentato non deve essere solo un gioco di parole ma presentare delle caratteristiche tali da impedire il contatto fra gli animali di allevamenti diversi; • sistematica distruzione di tutte le carcasse di animali infestati mediante l’incenerimento o l’infossamento profondo: • previi accordi con il Servizio Veterinario della ASL di Lanusei sottoporre al controllo per la presenza della trichinellosi tutti i cinghiali catturati durante la stagione venatoria; • consumare la carne, nel caso particolare di suino ed anche equino, ed i prodotti derivati (tutti i prodotti di salumeria non cotti) solo se provenienti da animali che hanno subito tutti i previsti controlli veterinari; conviene diffidare della carne di animali allevati allo stato brado e che, quasi sicuramente, non è stata sottoposta alla necessaria ispezione; 14 • non fidarsi dei processi di salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne in quanto non assicurano la distruzione del parassita. Solo la cottura della carne per almeno un minuto a 65° C assicura la morte del parassita. Sono dei comportamenti da seguire non solo per la prevenzione della trichinellosi, alcune norme sono di carattere generale e da mettere in atto ogni volta che si devono prendere provvedimenti preventivi per altre malattie infettive o diffusibili. Questa parassitosi colpisce, a livello mondiale , circa dieci milioni di individui per la maggior parte abitanti in Asia. In Francia dal 1975 al 2004 si sono verificati, nell’uomo, 2296 episodi quando nello stesso periodo in Italia abbiamo avuto 1031 casi. Come abbiamo riferito sopra in Sardegna, immune da questa parassitosi fino al 2005, si sono verificati, tutti nel Comune di Orgosolo, 15 casi di infestazione conseguenti al consumo di carne suina e prodotti derivati (salsicce e guanciale) provenienti da animali allevati allo stato brado e non sottoposti ad alcun controllo veterinario. In seguito a questi incresciosi episodi sia lo Assessorato Regionale alla Sanità, sia la Comunità Europea, sono intervenuti con apposite leggi a tutela sia del patrimonio zootecnico, sia della salute dell’uomo. L’Assessorato ha voluto regolamentare l’utilizzo del pascolo brado suino mentre la CE ha emanato delle norme specifiche per sottoporre ad esame trichinoscopico tutti i suidi, suini e cinghiali, e gli equidi macellati per uso alimentare. Il Servizio Veterinario di questa ASL di Lanusei ha effettuato, nell’anno 2006, sui suini macellati nei mattatoi di competenza, circa 15.000 esami trichinoscopici tutti con esito negativo; si coglie l’occasione per far conoscere a chi avesse interesse che la Direzione di questa ASL, venuta a conoscenza dell’abitudine presente in questo territorio dell’allevamento e macellazione del suino per il consumo familiare (su mannale), per agevolare l’ispezione veterinaria delle relative carni, ha deciso di rendere gratuita l’ispezione stessa comprensiva dell’esame trichinoscopico. È pacifico che quanto sopra, anche per una questione di tempo e organizzazione, va concordato con il Servizio Veterinario competente. Dino Garau Pino Cannas La Pagina Del Volontariato Ogliastra Sanità 15 Pubblica assistenza “Croce Verde” di Gianfranco Pittau Prima ambulanza della Croce Verde Il 16 febbraio 1986 il sibilo di una sirena attirò l’attenzione dei cittadini di Tortolì. Non si trattava nè della gazzella della polizia, né del mezzo di pronto intervento dei carabinieri. Il mezzo che si faceva strada con la sirena spiegata, era la vecchia ambulanza del Comune, un FIAT 238 rimesso a nuovo e, meraviglia delle meraviglie, sulle due fiancate era presente una scritta sino ad allora sconosciuta: P.A. CROCE VERDE - Associazione di volontariato - Tortolì. La PUBBLICA ASSISTENZA “CROCE VERDE” TORTOLI’ - ARBATAX, associazione di volontariato che si occupa principalmente di emergenza-urgenza sanitaria, aveva iniziato la sua attività operativa. La storia La Croce Verde viene fondata ca. 22 anni fa; l’atto costitutivo ha la data del 5 novembre 1985. Un gruppo di 11 cittadini di Tortolì, capeggiati dalla Sig.ra Maria Cesaracciu, constatando le gravi carenze in campo sanitario ed in particolare nel sistema emergenza-urgenza.di tutta l’Ogliastra, credettero opportuno oltre che necessario, far sorgere a Tortolì un’associazione di volontariato che potesse in qualche modo venire incontro alle necessità di chiunque avesse bisogno di urgenti prestazioni sanitarie. Alcune decine di persone dichiararono la propria disponibilità e parteciparono al primo corso di formazione che venne tenuto da medici qualificati. Il corso durò alcuni mesi e la maggior parte dei frequentanti venne dichiarata idonea al servizio di soccorritore.Vennero organizzati i turni di servizio e ogni volontario acquistò il suo camice bianco, divisa obbligatoria per poter operare, ed il 16 febbraio 1986 iniziò il servizio. Lo stesso giorno venne fatto il primo intervento. Da subito si ritenne indispensabile attivare il servizio 24\24h. Era un compito molto difficile e delicato quello che si andava a svolgere, ma, pur nella coscienza di questo, la consapevolezza di poter offrire un aiuto a chi aveva necessità, era ancora più forte della paura. Chi per molti anni ha animato l’Associazione e ha dato forte impulso alla sua crescita, iniettando continuamente coraggio ed entusiasmo in tutti i volontari, è stato Pinuccio Pusceddu, che resterà nella memoria di chi l’ha conosciuto e nella storia della Croce Verde di Tortolì. L’Associazione La sede legale e operativa si trova a Tortolì, in via Lanusei, 15. L’emblema dell’Associazione è una bandiera bianca con una Croce Verde, proiettata da un faro. Nella sede di via Lanusei si trova anche il deposito dei mezzi e la centrale operativa; il servizio, operativo 24\24h per 365 giorni all’anno, è sempre attivo, cioè la squadra di intervento è sempre presente in sede e pronta a partire nel giro di qualche secondo; sono state allestite due camere da letto con rispettivi servizi e una cucina, dove i volontari che sono in servizio si preparano i pasti. I turni di servizio sono di norma di due ore. Il notturno, che inizia alle 22,00 e termina alle ore 8,00, viene svolto da una sola squadra che dorme in sede. Per gli interventi di emergenza-urgenza, l’Associazione dispone di 4 centri mobili di rianimazione e, naturalmente, ognuno di essi è dotato, oltre che dell’impianto centralizzato dell’ossigeno, di tutto il materiale necessario per affrontare qualsiasi tipologia di intervento di urgenza. I volontari I volontari dell’Associazione sono in grado di adoperare tutte queste attrezzature. Ogni persona che sente il dovere di offrire parte del suo tempo a chi si trova in particolari situazioni di necessità, può fare la domanda per far parte della Croce Verde. Se il Consiglio Direttivo esprime Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra Ogliastra Sanità 16 Piccole Pillole di Sanità Un motivo in più per le noci a tavola. Chiudere il pasto con le noci tiene pulite le arterie Ambulanze alla chiesetta di San Lussorio a Tortolì parere favorevole, viene accolto in sede ed inizia il programma di formazione. Il nuovo volontario dichiarato idoneo a salire in ambulanza, inizia il servizio accompagnato da un volontario esperto. Solo dopo un certo numero di interventi ha l’autorizzazione di fare il soccorritore da solo. Questa è la prassi di iniziazione dei volontari della Croce Verde. Forse potrà sembrare lunga e complicata, ma pensate quanto sia delicato ed importante il compito che sono chiamati a svolgere. Quando si parte con l’ambulanza, non si sa mai che cosa ci attende! Servizio 118 Dal 1999, anno di inizio del servizio 118, l’associazione è convenzionata con l’Azienda U.S.L. n° 4 di Lanusei per il servizio emergenza-urgenza 118; l’Azienda Sanitaria Ogliastrina fa parte della centrale operativa di Sassari. Dal 2002 si è iniziato ad operare, solo nei mesi estivi, 24\24h con a bordo anche un infermiere professionale, inviato dalla struttura pubblica. È un impegno non indifferente quello a cui si è andati incontro, ma i volontari, con uno spirito di sacrificio a dir poco encomiabile, hanno deciso di affrontare il rischio. Così dal primo di giugno del 2006 si è lavorato avendo sempre un infermiere professionale a bordo dell’ambulanza. I turni degli infermieri professionali sono gestiti dall’ Azienda USL, ma essi sono ospiti a tutti gli effetti della Croce Verde. A titolo informativo è bene dire che il servizio INDIA per tutto l’anno, è stato possibile attivarlo solo a Tortolì, perché nessun’altra Associazione della Sardegna è stata in grado di garantire il servizio. Dal 1.Luglio un ulteriore potenziamento della postazione di Tortolì si è avuto con la presenza per 24 ore su 24 di un mezzo medicalizzato. Tale importante servizio è previsto fino al 15 settembre ma è molto auspicabile che diventi definitivo. Operatività Dal 16 febbraio 1986 al 31 di maggio del 2007 i volontari della Croce Verde hanno effettuato 11.598 interventi, mentre le ambulanze dell’Associazione hanno percorso 755.285 chilometri. Un invito dall’Associazione Non si potrà mai sapere a quante persone i volontari abbiano salvato la vita; però si è certi di aver dato una mano a risolvere molte situazioni di emergenza e di aver alleviato il dolore a molti pazienti. Sarebbe molto triste che tutto questo finisse. L’Associazione, al contrario, vuole migliorare il servizio, ma occorrono nuove forze, servono nuovi volontari per sostituire chi non ha più la possibilità di operare. Tu cittadino di Tortolì hai mai pensato quale sarebbe l’ansia, l’angoscia, la preoccupazione se avessi l’urgenza dell’ambulanza e il telefono squillasse invano? Tu che hai la possibilità di diventare un bravo volontario, vai a trovare i militi nella loro sede, così potrai vedere direttamente come è organizzato il servizio e conoscere la vita dell’Associazione. Tieni sempre presente che potresti avere la possibilità di salvare la vita di un ignoto cittadino o anche di un tuo caro parente. Dai una mano all’Associazione Croce Verde di Tortolì. Per salvaguardare la salute delle arterie ed evitare pericolosi accumuli di grasso sulla parete dei vasi, la soluzione sembra risiedere in un semplice pugno di noci. A evidenziarlo è un gruppo di studiosi spagnoli, che ha di recente pubblicato un interessante studio al riguardo sul Journal of the American college of cardiology. Dopo ogni pasto, soprattutto se ricco di acidi grassi come quelli contenuti nella carne e nei salumi, si crea una reazione infiammatoria e ossidativa conseguente alla circolazione dei grassi ingeriti. Tali reazioni, con il tempo, possono indurire le arterie aumentando il rischio di aterosclerosi e di disturbi cardiocircolatori. I ricercatori, hanno però osservato che se a fine pasto si mangiano circa 28 grammi di noci (corrispondenti più o meno a 8 unità), le arterie risultano protette e preservano la loro elasticità e flessibilità, parametri chiave della loro funzionalità. Gli studiosi precisano che l’effetto è dovuto soprattutto all’aminoacido arginina e ai grassi omega-3 di cui sono ricche le noci. (Aggiornamento Medico) In casa 4 incidenti su 10 sono causati da farmaci E la pillola va giù…male Una dose di medicinale di troppo e il danno è fatto. Tra gli incidenti domestici, infatti, ben 4 su 10 sono causati dall’uso scorretto di farmaci. Un dato allarmante, reso noto dal centro antiveleni di Milano e confermato a fine Giugno in conferenza stampa a Roma dal’Osservatorio farmaci e salute (OFS) del Movimento consumatori. L’associazione ha così istituito un numero verde (800.774770) attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, al quale medici e farmacisti rispondono alle domande dei consumatori sull’uso corretto dei farmaci. (Medico Oggi. Agosto/Settembre 2006) (Doctor) A proposito della Malattia di Alzheimer Un’associazione no profit vicino a chi soffre La Federazione Alzheimer Italia è nata il 30.6.93 e oggi rappresenta la maggiore organizzazine nazionale non profit dedicata all’Alzheimer: riunisce infatti 47 associazioni locali che nel nostro Paese si occupano della malattia. Il suo scopo è di promuovere la qualità della vita dei malati di Alzheimer e dei loro familiari attraverso un’azione di sostegno concentrata su informazione e sensibilizzazione, attività di consulenza legale, psicologica, sociale e previdenziale, formazione degli operatori sanitari. L’attività di informazione è sostenuta innanzitutto da “Pronto Alzheimer” (02.809767) che è stato il primo telefono Alzheimer in Italia ed è oggi preso a modello, insieme con altre esperienze internazionali, per la stesura di un manuale europeo per l’organizzazione delle linee telefoniche di sostegno. Il secondo importante strumento di informazione e contatto è rappresentato dal sito www.alzheimer.it. (GdM) Ricerca francese Più ingrassi …più cala l’intelligenza Un aumento eccessivo di peso può determinare una diminuzione del Quoziente d’intelligenza (QI). Lo sostiene una ricerca condotta da alcuni scienziati francesi e pubblicata dalla rivista britannica Neurology: il grasso, oltre ad incidere sulla pressione arteriosa, ad accorciare la durata della vita e ad essere all’origine di malattie cardiache, rende anche un po’ meno “brillanti”. (Mondo Salute) Ogliastra Sanità Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra 17 La parola ai lettori Come si esegue l’autoesame del seno? Lettera firmata - Perdasdefogu 1. Porsi in piedi davanti allo specchio. 2. Osservare ogni singolo seno allo specchio, tenendo le braccia abbassate. 3. Controllare se ci sono eventuali cambiamenti di grandezza e di forma o alterazioni della cute e del capezzolo. 4. Alzare le braccia e portarle dietro la testa, osservando se ci sono retrazioni della cute o del capezzolo. 5. Sdraiarsi, meglio se su un piano rigido, portando il braccio sotto la testa dalla parte del seno da esaminare. Scorrere dolcemente le dita ben tese e la mano piatta sul seno con piccoli movimenti dall’esterno verso l’interno. 6. Eseguire gli stessi movimenti per l’altro seno. Sono una ragazza di 29 anni,essendo mia nonna e mia zia affette da diabete, ho effettuato esami del sangue e ho avuto i seguenti risultati: Glicemia - 139 md/dl Trigliceridi - 122 mg/dl Colest. totale - 229 mq/dl Colest. hdl 55 mg/dl Colesterolo ldl 150 mg/dl Mi è stato detto che avrei dovuto far controllare anche l’emoglobina glicata, di che esame si tratta? Grazie per l’attenzione. Paola B. - Tortolì L’emoglobina glicata rappresenta il valore glicemico medio degli ultimi 3 mesi che precedono l’esame. È un esame utile per valutare l’equilibrio glicemico nel tempo, ma non lo si utilizza per formulare la diagnosi. Sono una donna di 66 anni ed essendo affetta da ipercolesterolemia familiare sono stata sottoposta a terapia con le statine ma ho dovuto sospenderne l’assunzione perchè il CPK si era alzato notevolmente (fino a 1300). Ho smesso le statine da 4 mesi e mangio pesce, faccio movimento così come indicato dal mio medico curante. L’esame recente evidenzia l’ aumento di colesterolo, rispetto alle due precedenti analisi , mentre il CPK si è abbassato notevolmente. Cosa posso fare? M. Teresa - Tortolì Le statine possono provocare un aumento delle cpk,che solitamente si accompagna a dolori muscolari. Lei non specifica quali statine ha usato. Bisognerebbe iniziare la terapia con una statina diversa a dosaggio basso, per poi aumentare la dose se tollerata. Da qualche tempo vedo davanti agli occhi immagini simili a moscerini che si muovono quando sollevo o abbasso lo sguardo. Devo preoccuparmi? Pietro - Lotzorai sarebbe meglio fare eseguire un controllo istologico? Questo dubbio nasce dalla “storia popolare della Medicina”. Un tempo, quando purtroppo si arrivava a capire che un neo era diventato qualcosa di ben più grave, era già tardi, oggi fortunatamente la diagnosi precoce (visita dermatologica + epiluminescenza ed asportazione preventiva dei nei sospetti se necessario) è un arma che ci può salvare la vita. L’asportazione dei nei è semplice rapida ed ambulatoriale: essa deve essere sempre seguita dall’esame istologico. Questo disturbo si avverte maggiormente in questo periodo dell’anno a causa del forte sole estivo e del fatto che molti si recano al mare, dove lo sfondo blu uniforme consente di avvertire per la prima volta la presenza di questi puntini neri. Si tratta di una classica emergenza che nella stragrande maggioranza dei casi è del tutto innocua e che coinvolge il vitreo. Il corpo vitreo è la gelatina che si trova all’interno dell’occhio e che progressivamente va incontro a uno scioglimento e a una conseguente formazione di opacità, che nella maggioranza dei casi non sono pericolose. È comunque prudente coinvolgere il proprio oculista di fiducia. Perchè devo firmare l’autorizzazione all’anestesia? Giorgio - Tortolì Durante una recente visita dermatologica lo specialista ha evidenziato un neo sospetto (bordi irregolari, colore marrone scuro) e ha consigliato l’exeresi chirurgica come prevenzione. Vorrei essere rassicurato sulla non pericolosità dell’intervento in quanto ho letto che un nevo toccato e ferito potrebbe degenerare in melanoma. Dopo l’asportazione Sono una ragazza di 24 anni. Il problema di cui le sto per parlare non è il mio ma quello del mio ragazzo. Da qualche giorno ha notato che ha sangue nelle feci, all’inizio era poco ma con il passare dei giorni sta aumentando e non le nego che è abbastanza preoccupato. Non sappiamo come fare per risolvere il problema in tempi brevi e senza Quello che chiama “autorizzazione all’anestesia” è il consenso informato. Come per altre situazioni in medicna, nell’interesse del paziente, la legge prevede che lei debba essere informato sull’anestesia e sugli eventuali rischi. La firma sta a significare che lei é al corrente dell’anestesia che le verrà fatta. Ma il consenso non libera ovviamente l’anestesista dalle sue responsabilità in caso di errore. Senza il consenso informato l’anestesista non può procedere ad eseguire alcuna anestesia. Invitiamo chiunque volesse far presente un disservizio o volesse ringraziare per aver ricevuto un’assistenza particolarmente valida ed umana, o che volesse proporre dei suggerimenti, a scriverci, chiamarci, o inviarci una e-mail. Saremo ben lieti di pubblicare tali comunicazioni. [email protected] Tel. 339 711 11 10 - 348 518 84 07 - Fax 0782 77 020 arrivare a spendere cifre esorbitanti per visite private. Volevo chiedere un consiglio a voi. Questo tipo di disturbo a cosa è dovuto? Quali possono essere le cause? Agnese - Bari sardo Le cause di sanguinamento sono diverse e una potrebbe essere la rottura dei vasi emorroidari. Consiglio di consultare un chirurgo, che già all’esplorazione rettale potrebbe chiarire la diagnosi, o valutare la necessità di eseguire una colonscopia. Siamo i genitori di un bambino oncologico. Vorremmo notizie di associazioni che organizzano attività di sostegno e progetti per l’estate. Grazie. Francesco e Rita - Lanusei Sono centinaia i progetti di umanizzazione che gravitano attorno alle oltre 150 oncologie, per adulti, per bambini e adolescenti. Ne segnaliamo alcuni con l’opportunità di alcuni contatti al fine di rendere possibile la conoscenza di quanto si attiva in relazione alla vostra richiesta. Oncologia nella vacanze Il reparto di oncologa medica di Sondrio assiste i malati che decidano di fare vacanze per loro conto nella zona. Grazie a questa iniziativa - sostenuta da Univale onlus - molti pazienti hanno già potuto andare in vacanza e continuare a curarsi. Per informazioni il vostro oncologo può contattare lo 0342.521167. Punto e a campo Campi estivi gratuiti in tutto il mondo per ragazzi dai 10 ai 16 anni affetti da patologie oncologiche ed ematologiche. Informazioni presso la fondazione Rangoni. www.fondar.org/puntoa_campo.htm L’isola che c’è Avventura, pesca, mare, visite guidate con la Polizia di Stato, Carabinieri, Forestale, all’isola d’Elba per bambini e ragazzi dell’oncologia del Mayer di Firenze, che per il 2008 progetta di aprire l’iniziativa ad altre oncologie pediatriche italiane. Per info: [email protected] LE FIGURE STORICHE DELLA SANITà IN OGLIASTRA Ogliastra Sanità 18 Un medico condotto con la passione per la viticoltura La figura di Josto Miglior di Nino Melis Josto Miglior nasce a Jerzu nel 1895 da una famiglia benestante che annoverava al suo interno medici, farmacisti e persino un vescovo che fu alla guida della curia di Lanusei. ‘’Dottor Josto’’, così era conosciuto nel suo paese, muore a Cagliari nel 1995 pochi mesi dopo aver festeggiato i cento anni di vita. Tenente medico durante la Prima Guerra Mondiale, dal 1925 era stato medico condotto a Jerzu e nei paesi del circondario per oltre 50 anni. Ho avuto la fortuna di intervistarlo in diverse occasioni per Telesardegna e per l’Unione Sarda, la prima volta quando aveva 89 anni. Mi aveva raccontato la sua esperienza di medico e di viticoltore, di fondatore della Cantina Sociale di Jerzu e dei libri che stava scrivendo, in gran parte dedicati ai toponimi. <Prima non avevo il tempo per fare le necessarie ricerche> aveva commentato con la semplicità e concisione che gli erano tipiche. Di carattere schivo e di poche parole, amava rispondere ai suoi interlocutori in modo intenzionalmente caustico: un atteggiamento che poteva farlo apparire, agli occhi di un osservatore superficiale, come un uomo di carattere scontroso e poco socievole. Ritengo invece che per Josto Miglior costituisse una sorta di difesa istintiva verso il grande, enorme, peso di responsabilità che gli derivava dal dover affrontare, con supporti clinici e farmacologici che in quegli anni erano assolutamente inadeguati, situazioni di emergenza dove la vita e la morte del paziente erano separate da un filo sottile e imprevedibile. <Possedeva eccezionali capacità di diagnosi - è il giudizio di Tonino Serra, medico-scrittore di Jerzu - una dote fondamentale per i medici di famiglia dell’epoca che potevano contare sul supporto di un numero esiguo di specialisti e di analisi cliniche, accessibili solo alle classi più abbienti della popolazione in quanto dislocate fuori dall’Ogliastra>. Un altro medico di famiglia, Lino Bentivegna, mi ha raccontato il colloquio da lui avuto con Josto Miglior in occasione del passaggio di consegne nella condotta di Jerzu: <Due cose mi avevano colpito - ricorda Bentivegna- in quel primo colloquio con il dottor Miglior: la sua modestia a fronte dell’alto livello di aggiornamento che aveva raggiunto anche sulle proble- MANO TESA OGLIASTRA ha quale finalità prioritaria offrire sostegno ai malati oncologici e alle loro famiglie; Offre informazioni sui servizi operanti nel territorio; Da informazioni sulle strutture di accoglienza in Sardegna e nelle altre regioni; Aiuta chi ha problemi per raggiungere luoghi di cura; Offre consigli ed assistenza per seguire pratiche burocratiche; Offre compagnia, anche a domicilio a chi ne avesse bisogno. Tel. 348 518 84 07 - 347 807 94 49 matiche mediche più recenti. Mi aveva accolto con un saluto cordiale e lusinghiero ‘’finalmente è arrivato un collega giovane per rinnovare la medicina anche in questo paese‘’. Quando poi eravamo passati a discutere concretamente sulle problematiche dei pazienti, mi aveva sorpreso per la sua conoscenza delle metodologie più recenti nel campo delle diagnosi e delle terapie. Segno di un grande rigore professionale e di una curiosità che l’età avanzata non aveva incrinato, mentre per un medico giovane come me costituivano il frutto naturale degli studi universitari appena ultimati>. Nel corso di un’intervista che mi aveva rilasciato, ormai ultranovantenne, nella sua abitazione cagliaritana di via Rockfeller, il dottor Miglior mi aveva tracciato un quadro desolante delle condizioni di salute a Jerzu e nei paesi del circondario negli anni a cavallo tra le due guerre mondiali.<L’epilessia aveva un’alta incidenza in molti paesi - aveva ricordato - e io avevo introdotto la cura a base di Luminal, un farmaco che avevo portato in Ogliastra da Bologna dove avevo conseguito la laurea in medicina>. Il dottor Miglior esercitava a Jerzu ma spesso veniva chiamato nei paesi vicini, persino da Gairo e Perdadefogu, in caso di parti difficili: un campo nel quale era considerato alla stregua di un autentico specialista. Il parto più complesso da lui condotto fe- licemente a termine era stato comunque, per sua stessa ammissione, quello che aveva portato alla nascita della Cantina Sociale di Jerzu,di cui Josto Miglior era stato non solo socio fondatore e finanziatore iniziale (insieme ad altri jerzesi illustri come Michele Racugno, Luigino Corona e Antoniccu Demurtas) ma anche il primo presidente, un incarico che aveva conservato per quasi 20 anni. La nascita della Cantina Sociale era avvenuta in un clima di pesante sabotaggio da parte di alcuni commercianti del paese, abituati a imporre il prezzo d’acquisto del vino ai viticoltori jerzesi dopo il fallimento della prima Cantina Sociale promossa dal cavalier Battistino Corona. <Ci riunivamo come clandestini - era il ricordo di Antonino Demurtas, socio fondatore numero quattro - nell’ambulatorio del dottor Miglior, mischiati ai pazienti veri. Nonostante i molti nemici, la Cantina era nata felicemente e aveva dimostrato da subito una grande vitalità. Il dottor Josto Miglior era sempre più impegnato nelle sue mansioni di presidente tanto che spesso i suoi pazienti dovevano passare in Cantina per qualche visita o ricetta urgente>. Dall’ambulatorio dei soci clandestini a presidente di una Cantina che gli ha dedicato il più prestigioso dei suoi vini: non poteva esserci parabola più esaltante per Josto Miglior medico e viticoltore. D’eccellenza, in entrambe le professioni. MEDICINA NEL MONDO, IERI E OGGI Ogliastra Sanità 19 Egitto, culla della medicina L’Egitto è stato la culla della medicina: lo stesso Omero, infatti, conferiva il titolo di migliori ai medici Egizi. Uno studio condotto dal Centre for Biomedical Egyptology della University of Manchester ha recentemente scoperto delle nuove prove a sostegno della “paternità medica” egiziana in alcuni papiri risalenti al 1500 a.C., all’incirca 1000 anni prima della nascita di Ippocrate. Anche Erodoto riferiva che la medicina egizia era fortemente specializzata. I documenti più significativi sono il Papiro Smith, che è la copia di un testo dell’Antico Regno, e il Papiro Ebers, lungo ben 20 metri, che è una raccolta sistematica di casi di medicina tolti da trattati diversi. A questi papiri si aggiungono otto testi frammentari, che sono semplicemente appunti scritti da praticanti o frettolose copie di originali andati perduti. Da tali documenti risulta che la scienza medica trattava varie discipline: la chirurgia, la medicina generale e parecchie specializzazioni fra cui oftalmologia, ginecologia, pediatria, gerontologia e malattie gastroenteriche. La sistematica della prassi medica era ineccepibile: come i loro colleghi moderni, i medici egizi esaminavano il malato, identificavano la malattia in base ai sintomi (diagnosi) e ne prevedevano il decorso e l’esito (prognosi), e prescrivevano una terapia. Sonno, dieta e purghe: le cure per tutti. I rimedi maggiormente prescritti erano il riposo, una dieta adatta, la somministrazione di farmaci fra i quali i più frequenti erano i purganti. Le ricette che ci sono pervenute indicano ingredienti per lo più vegetali (è sfruttata quasi tutta la flora egizia) e di rado minerali (rame, ossido di ferro, calcare, carbonato e bicarbonato di sodio, zolfo, composti arsenicali, carbone); sono poi da menzionare un discreto numero di ingredienti che fungono da eccipienti: birra, vino, miele, grassi animali, midollo, argilla. Il rimedio veniva somministrato in forma di bevanda, pappa, pillola o cataplasma. Tutti gli ingredienti appaiono adatti allo scopo terapeutico prefisso, e comunque scelti secondo un criterio di scienza naturale, mai in obbedienza a presupposti religiosi o filosofici. Del resto le formule magiche rivolte a una divinità guaritrice venivano inserite nella cura solo per prudenza (come dire: “non OTTICA La struttura sanitaria. Il corpo dei medici dipendeva da un dicastero della Sanità. Il medico generico (semu) doveva sapere di tutto e anche di veterinaria, trattata negli stessi libri di medicina. Molti aggiungevano al titolo una o più specializzazioni: semu degli occhi, della testa, dei denti e così via. Le cure prestate dal medico, quando non era d’ufficio come sanitario di un corpo sacerdotale o di una colonia, erano pagate in natura. si sa mai!”), per dare maggiore fiducia al paziente e per le malattie attribuite a cause extra‑fisiche. Il cuore, motore della vita. “Se il medico pone le mani sul capo, sulla nuca, sulle mani, sul luogo dello stomaco, sulle braccia oppure sui piedi, dovunque egli ricade sul cuore, perché i suoi vasi conducono a tutte le membra”. È una delle dottrine che appaiono nel Papiro Ebers, da cui si deduce che i medici egizi ritenessero il cuore centro della vita e sembra anzi che già ricollegassero il suo battito a quello dei polso, I testi letterari descrivono inoltre il cuore come luogo della volontà e delle emozioni, oltre che sede del peccato. L’ importanza del cervello non era avvertita, Nel Papiro Ebers si accenna anche al numero e alla posizione dei vasi che si originano dal cuore. È indubbio che la pratica della mummificazione rese gli egizi abbastanza esperti di anatomia umana, conoscenza che si dimostrerà preziosa nella pratica chirurgica. I grandi interventi chirurgici: una leggenda da sfatare? Data la pratica della mummificazione, che rendeva gli egizi abbastanza esperti MELONI il Patronato Coldiretti per i Servizi alle Persone CONV. A.U.S.L. - LENTI A CONTATTO Hai certezza della tua posizione contributiva e dell’importo della tua pensione? 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Dal momento che, però, ogni cura si basava sul principio “primum non nocere”, i casi chirurgici prevedevano l’uso dei bisturi soltanto per i tumori esterni e del cauterio per i casi lievi. Il vocabolario medico reca diversi nomi di bisturi, ma non conosciamo a quali tipi di strumento essi corrispondano: è comunque probabile che si usassero lame simili a rasoi e coltelli comuni di bronzo. Mano più pesante dovevano avere i chirurghi militari, poco più che segaossa, che chiudevano le ferite sia bruciando i tessuti con il ferro rovente o con sostanze caustiche, sia applicando punti. È probabile che in questi casi non si ricorresse neppure all’anestesia, ottenuta, almeno a partire dal Nuovo Regno, con il papavero sonnifero, in pratica l’oppio. Circa le leggende sulla medicina egizia, che narrano di grandi interventi chirurgici, di odontoiatria operatoria e protesi e di trapanazione terapeutica del cervello, è bene considerare che i Papiri non ne parlano e che il loro silenzio è confermato dal fatto che, tra le migliaia di crani egizi recuperati negli scavi e le decine di mummie esaminate finora, non sì sono riscontrate tracce di interventi dei genere. mattino, le mani prima e dopo i pasti. È bene indossare vesti di lino, e come abiti, oltre al gonnellino o la tunica, far uso di un panno triangolare stretto alle anche per proteggere i genitali. Importante è, inoltre, sostenersi con una nutrizione completa e razionale, distribuita in una colazione, un pranzo leggero e una cena abbondante. In età avanzata è concesso qualche blando afrodisiaco, principalmente la lattuga, pianta sacra al dio della fecondità Min. Il clima generalmente buono e una vita sem- Nozioni di igiene. I Papiri danno notizie sparse di igiene. Si consiglia, ad esempio, con insistenza di lavarsi il corpo, e in particolare il viso, la bocca e i denti al STUDIO ODONTOIATRICO ASSOCIATO Dr. Ennio Arba Dr.ssa Bruna Giaccu In questo studio si effettuano consulenze e trattamenti in: CHIRURGIA PARODONTALE Dr. antonello Raimondi CHIRURGIA IMPLANTARE Dr. Gabriele Caruso ORTOGNATODONZIA Dr. Carlo Aru SINDROME ALGICO-DISFUNZIONALE DELL’A.T.M. (ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE) plice e alquanto attiva, quasi tutta all’aria aperta, facevano il resto. La situazione sanitaria dell’Egitto moderno. Consigli al viaggiatore. Discrete e soddisfacenti sono le strutture ospedaliere del Cairo e di Alessandria; non altrettanto si può dire per quelle del resto del Paese. I casi di epatite sono abbastanza frequenti, quindi è buona norma seguire scrupolosamente 20 le più elementari norme igieniche, bere solamente acqua imbottigliata, lavare accuratamente gli alimenti, mangiare carne e verdura solamente se cotte e sbucciare la frutta. Le vaccinazioni antitifica, anti epatite A e anti epatite B sono sempre consigliabili. In Egitto c’è sempre molto caldo e le temperature elevate possono avere effetti anche gravi su organismi non allenati o particolarmente sensibili. In caso di bisogno la maggior parte degli hotel potranno contattare un medico. Si raccomanda di non immergersi nelle acque del Nilo soprattutto nei punti dove l’acqua è stagnante poiché è molto diffusa la bilharziosi, grave malattia provocata da un parassita. Al Cairo troverete farmacie aperte 24 ore su 24 e potrete acquistare le medicine di cui necessitate anche senza prescrizione medica. Laura Meloni Ogliastra Sanità Periodico di Mano Tesa Ogliastra Anno I - Numero 2 - Luglio 2007 Autorizzazione Tribunale di Lanusei N. 3706 del 3 Ottobre 2006 Spedizione in Abbonamento Postale 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Lanusei Editore Associazione di Volontariato Mano Tesa Ogliastra Direttore Responsabile Nino Melis Comitato di Redazione Salvatore Brau, Paola Contu Marilena Lara, Tonino Loi Severina Mascia, Laura Meloni Natalino Meloni, Giorgio Pisu Gianfranco Pittau, Cettina Pulvirenti Giuseppe Schiavone Redazione Via Tirso, 32 Tortolì Tel. 348 5188407 Tel. 339 7111110 Fax 0782 77020 Grafica e Stampa Grafiche Pilia - Tortolì Per Aiutare Mano Tesa Ogliastra Tortolì - Via Temo, 23 - Tel. 0782.62 23 65 Villagrande Strisaili - Via Satta, 1 - Tel. 0782.82 328 38 Versamento su cc N. 65016183 Banco Di Sardegna - Bari Sardo ABI 1015 - CAB 86480