lunedì 6 maggio 2013 7 SPETTACOLI IL POLIEDRICO ARTISTA PRESENTA “UN PICCOLO FLAUTO MAGICO” INSIEME ALL’ENSEMBLE HYPERION Luigi Maio, un “musicattore” a Villa Pignatelli NAPOLI. Stasera alle ore 20 a Villa Pignatelli, nell’ambito della Stagione del “Maggio della Musica”, il talentuoso ed eclettico musicattore Luigi Maio presenta “Un piccolo flauto magico”, scanzonata e comica rivisitazione del capolavoro operistico di Mozart su libretto di Emanuel Schikaneder. In scena, Maio sarà accompagnato dal trio Hyperion formato da Bruno Fiorentini al flauto, Valerio Giannarelli al violino e Guido Bottaro al pianoforte. “Un Piccolo Flauto Magico”, per il quale Maio ha riscritto testi e musiche firmando anche la regia, è una mise en scene vivace e fumettistica dove le vicende del capolavoro mozartiano sono rovesciate in chiave parodistica. “Cosa accadrebbe se, alla prima del Flauto Magico di Mozart, tutti i cantanti dessero forfait?” È quanto propone Maio che sul palco vestirà i panni di Karl Ludwig Gieseke, attore contemporaneo di Mozart che vuole rivendicare a sé la paternità del libretto del titolo accusando Schikaneder di plagio. Per questo, Gieseke/Maio decide di inscenare una rappresentazione “alternativa” e “clandestina” dell’opera per far saltare la prima mozartiana. Ma alla L’EVENTO fine, abbandonato dai cantanti e dai professori d’orchestra, e rimasto solo con tre musicisti, si troverà costretto ad interpretare in un virtuoso interagire con l’ensemble strumentale tutti i ruoli dell’immortale fiaba mozartiana. Luigi Maio è attore, compositore, cantante, regista e scenografo. Grazie alla poliedricità che gli consente sul palco di amalgamare parole, note e gestualità in un unico e divertentissimo agire scenico, è unanimemente riconosciuto quale innovatore del “Teatro da Camera” - per cui ha ricevuto il “Premio dei Critici di Teatro 2004/2005” - nonché originale codificatore del “Teatro Sinfonico”, facendo di entrambi i generi una vera e propria tendenza tra i giovanissimi. Maio ha vinto anche il “Premio Ettore Petrolini” ricevendo l’importante riconoscimento dall’Unicef, di cui è testimonial, per aver avvicinato al Teatro e alla Musica “colta” non solo il pubblico trasversale, ma anche i bimbi. Il 15 aprile scorso ha debuttato nuovamente e con successo alla Scala con “L’Histoire du Soldat”, suo cavallo di battaglia di cui ha già inciso il cd coi Solisti della Scala. Luigi Maio in una scena de “Un piccolo flauto magico” L’ARTISTA, NAPOLETANO D’ADOZIONE, OSANNATO DAI FANS PER NULLA INTIMORITI DA UNA FASTIDIOSA PIOGGIA Con Tony Colombo show e canzoni all’Arena di Mimmo Sica NAPOLI. La pioggia battente non ha scalfito l’entusiasmo degli oltre settemila fans che hanno gremito l’Arena Flegrea per il concerto di Tony Colombo. “Incollati” sulle gradinate e indifferenti anche alle interruzioni tecniche dovute al maltempo, hanno accompagnato, con tifo da stadio, il loro beniamino per tutta la durata dello spettacolo. Il cantautore sicuramente non dimenticherà mai questa serata che gli ha consegnato una dimostrazione d’amore, di educazione e senso civico dei suoi ammiratori di particolare intensità. Ha ricambiato con una performance da grande artista, arricchita di una “umanità” inusuale per questo tipo di manifestazioni, soprattutto quando ha dialogato con il suo pubblico nei momenti in cui l’impianto centrale si è spento. Quanto mai meritato il “grazie Napoli” da lui più volte ripetuto. La kermesse, iniziata senza pioggia, è stata introdotta da una esibizione del corpo di ballo. Al termine, il conduttore Mario Guida ha presentato Alba Parietti e Cristiano Margioglio, madrina e padrino dello spettacolo. Dopo l’interpretazione di due brani da parte della giovane e brava Mary Marino, la Parietti ha annunciato il protagonista, accolto da una standing ovation e, dopo qualche attimo, dalla pioggia. «Cantante bagnato, cantante fortunato» ha urlato Margioglio, e così è stato. Il cantautore palermitano, ma “napoletano d’adozione” come ama definirsi, ha inziato lo show accompagnato dalla sua band diretta dal bassista e cantautore Aniello Misto, e da un quartetto di archi. I primi due brani sono stati “Via” e “Amami”. Una pausa per salutare e ringraziare il pubblico, quindi “Amore folle” e “A’ cchiù bella nnammurata”. A questo punto Colombo si è raccontato «con la modestia e l’umiltà del grande artista», come ha commentato Margioglio. “Ncoppo’ o vommero” ha fatto da preludio ad un altro balletto eseguito da tre coppie di ballerini e da due singoli. Poi lo show è proseguito con “Voglio fa pace”, “Baciami”, “Solo” e “La donna che amo di più”. Un simpatico siparietto tra Tony e Misto che si sono scambiati i ruoli, ha intro- “FLAUTOMANIA” Tony Colombo durante lo show allʼArena Flegrea (Foto Enzo Calone) dotto l’“audace” performance di due ballerini che hanno amoreggiato, seminudi, su un letto coperto da lenzuola rosse, mentre un altro ballerino ballava affianco. Quindi, la prima sorpresa della serata: Fabio, il procuratore di Lorenzo Insigne, ha regalato a Colombo la maglietta del campione partenopeo AL TRIANON con dedica e firma. La seconda è stata l’ingresso in scena dell’Alieno, Leonardo Tricarico, il comico di “Avanti un altro”, che ha regalato momenti di ilarità. Poi di nuovo Colombo con “Sto perdenno a tte” e, mentre il corpo di ballo, nascosto dietro pannelli biachi creava effetti ombra, “Sto currenno addu te”. È se- guita “Cenerentola ‘e Napule” accompagnata dai ballerini vestiti in stile Masaniello, “A discoteca”, “Forza Napoli”, “Il nostro grande amore”, “Si te sbatte o’ core”, in duo con Mary Marino, e “Core core”. Un’altra suggestiva coreografia: i ballerini hanno lluminato il palcoscenico con led colorati cuciti sui loro costumi e hanno accompagnato l’interpretazione di “Tre parole”. A questo punto la scena è diventata un vicolo di Napoli. I ballerini sono entrati vestiti da popolani e Tony da Masaniello. Misto con il suo basso ha cantato “Maruzzella”. Sono seguite “Tammurriata nera” e “Carmè”. Un’altra sorpresa: Tony si è fatto fare una foto con lo sfondo del pubblico con le braccia alzate. «Questa foto - ha annunciato - sarà il poster pubblicitario affisso per le strade». L’entusiasmo è salito alle stelle! Ha annunciato, poi, che il 30 maggio uscirà “This is love”, cd inciso con Jimmy Barba .“Sott’ e’ stelle”, “Spuogliete stasera” e “Via” hanno concluso lo show. Lo spettacolo, prodotto dalla Tdm di Antonio De Martino, è stato ripreso da 10 telecamere e sarà realizzato un dvd con la regia di Maurizio Palumbo. Le coreografie sono state di Raffo. ra alle 20,30 per la Stagione Sinfonica è in programma il concerto “Flautomania”, progetto di successo nato nel 2005 sulla scia del “Falaut Festival”. Lo spettacolo, promosso dall'Associazione Flautisti Italiani, è realizzato in collaborazione con il Comune di Napoli e con il sostegno della Fondazione Isacchi Samaja e dell'Hotel Mediterraneo di Napoli. Sul palcoscenico del Lirico partenopeo, in una serata speciale all’insegna del virtuosismo, si esibiranno nove interpreti tra cui le “guest star” Andrea Griminelli e Maxence Larrieu, solisti d'eccezione che vanta- Morta a 86 anni Rossella Falk, era la “Greta Garbo italiana” ROMA. Si è spenta a Roma all’età di 86 anni Rossella Falk (nella foto). Personalità poliedrica, recitò con i maggiori registi italiani da Fellini a Visconti, alternando le performance teatrali alle raffinate incursioni nel cinema. Al mondo del teatro mancherà il suo temperamento vitale e brioso e anche la sua umiltà nonostante fosse considerata, di quel mondo, la “regina”. Attrice apprezzatissima, ebbe una lunga carriera, tale da meritarsi perfino il soprannome di “Greta Garbo italiana”. Sul palcoscenico mosse i primi massi alla fine degli anni Quaranta, dopo il diploma all’Accademia dell’arte drammatica. È stata diretta dai più grandi registi del teatro italiano, da Luchino Visconti a Giuseppe Patroni Grilli, da Giancarlo Cobelli a Franco Zeffirelli, ed era intima amica di personalità del calibro di Maria Callas e Dirk Bogarde, a Je- an Cocteau. Nonostante qualche apparizione nel cinema e in qualche fiction televisiva, la Falk ha sempre preferito il palcoscenico: agli inizi della sua carriera, interpretò i testi più importanti e difficili del teatro contemporaneo, di autori come Tennessee Williams o Ibsen, ma con una spiccata passione per Pirandello. È stata anche direttore artistico del teatro Eliseo dal 1981 al 1997. Dal 2004 al 2006 l’attrice portò in tournèe in tutto il mondo un recital di successo, “Vissi d’arte, vissi d’amore”, in cui ricordava la Callas. Nonostante l’età avanzata, non le pesava affatto dover avere la valigia sempre pronta. D’altronde, oltre alla recitazione, la sua altra grande passione era viaggiare. «Ho tanti amici dovunque - amava ripetere - ma mi sento bene quando sono in giro». Non a caso, parlava correntemente quattro lingue. COINVOLGENTE “OMAGGIO” ALLA CANZONE DI GRANDI POETI E DI UN IMMORTALE INTERPRETE Mimmo Angrisano celebra Napoli e Bruni di Christian Gemei NAPOLI. Le vicende di Napoli e quelle della canzone napoletana sono intrecciate l’una all’altra come le fibre di una stessa corda. Napoli ha cantato sempre: nell’epoca delle dominazioni straniere, in quella delle irruzioni saracene, in quella dei conflitti mondiali e la sua canzone, in cui si fondono poesia, melodia e ritmo, ha valicato ogni confine divenendo mito, leggenda. A ricordarlo è Mimmo Angrisano (nella foto), suo autorevolissimo interprete, con “Omaggio a Napoli”, il recital messo in scena al Trianon. Con tecnica raffinata e vocalità espressiva Angrisano, allievo prediletto di Sergio Bru- ni, trasmette l’emozione della musica ma anche i variabili umori del popolo napoletano con tutto il suo corredo di vizi e virtù. Nel suo vasto repertorio c’è posto per la malinconia, la passionalità, l’ironia, la spensieratezza, e per tutte quelle manifestazioni della sensibilità partenopea che grazie alla poesia dei grandi autori della canzone classica, travalicando costume e folklore locali, sono divenute genuina espressione di una cultura popolare viva, vivificante e universale. Il lungo excursus dell’artista, che alle notevoli doti d’interprete aggiunge quelle di fine musicologo, si dispiega in un amplissimo arco temporale che intercetta e propone for- me musicali differenti: dalle rinascimentali rustiche e scherzose villanelle alle trascinanti, coreografiche tarantelle d’età barocca; dalle liriche NOVE VIRTUOSI TRA CUI LE GUEST STAR GRIMINELLI E LARRIEU Al San Carlo protagonista è il flauto NAPOLI. Al teatro San Carlo stase- RECITÒ COI GRANDI REGISTI DA FELLINI A VISCONTI no una carriera costellata da successi raccolti nei teatri più prestigiosi del mondo e da traguardi raramente eguagliabili. La locandina della serata si completa con Salvatore Lombardi, definito dalla critica “l’uomo che dà voce al flauto”. Sul palco ci saranno poi Emmanuel Pahud, primo flauto solista dei Berliner Philharmoniker e attualmente tra gli interpreti di maggiore spicco della sua generazione, Davide Formisano, primo flauto del Teatro alla Scala di Milano, Silvia Bellio e Bernard Labiausse, primi flauti dell’Orchestra del Teatro di San Carlo, Gianpiero Pannone, secondo flauto del- l’Orchestra del Lirico napoletano, e Paolo Taballione, primo flauto dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Ad accompagnare i solisti sarà il pianista Amedeo Salvato. Il concerto propone un programma di ampio respiro, con celebri brani e arie d’opera arrangiati da autori contemporanei, eseguiti sia in forma solista che in gruppo. La scaletta accoglie le ouverture dal “Flauto Magico” di Mozart e dal “Barbiere di Siviglia” di Rossini, le variazioni su temi dal “Rigoletto”, dalla “Traviata” e da “Un Ballo in Maschera” di Verdi, e una parafrasi dalla “Sonnambula” di Bellini. Salvatore Lombardi, presidente dell’Associazione Flautisti Italiani, ricorda che «nel 2005 è nato il “Falaut Festival” e immediatamente si è imposto all’apice degli eventi flautistici internazionali. Flautomania è nata nel 2009 come appendice al Falaut. Quest’anno il San Carlo ci è parsa la cornice d’obbligo e per questo ringraziamo di vero cuore tutte le istituzioni che ci hanno sostenuto, rendendo possibile la manifestazione. È come tornare a casa, perché questo nostro progetto nasce proprio qui, in Campania, sebbene abbia trovato altrove i maggiori consensi e gli opportuni sostegni». in lingua napoletana di Cimarosa e Donizetti fino ai gioielli musicali dell’“epoca d’oro” dei Di Giacomo, Viviani, Russo, Capurro, Murolo, Bovio, E.A. Mario e dei tanti veri poeti che con la loro arte infusero nuovo vigore alla nobile tradizione. Un itinerario che va dai più antichi “Villanella ch’all’acqua vaje”, “Michelemmà”, “Serenata di Pulcinella” ai classici dell’Ottocento come “Canzone Marinara”, “Carcioffolà”, “’O sole mio” fino ai capolavori della prima metà del secolo scorso come “Pusilleco Addiruso”, “Guapparia”, “Tarantella palazzola”, “Santa Lucia luntana”, “Napule è ‘na canzone”. Ad esaltare la magia vocale dell’interprete, la sua grazia quasi spirituale, un ensemble di rara capacità: “Antonio Saturno classic quintet”, composto da Aniello Rossi (flauto traverso), Massimo Della Rocca (mandolino), Giulio Piccolo (violino e viola), Angelo Spinelli (violoncello) e Antonio Saturno (chitarre), che ha curato anche gli arrangiamenti. Se Angrisano affronta l’impegnativo cimento coniugando il rigore filologico con un’espressività che ha toccato le corde intime degli spettatori (per due ore inorgogliti dall’appartenenza a questa straordina- ria città), la valorosa formazione di Saturno mette in campo originali geometrie orchestrali che sfidano il tempo senza far rimpiangere le armonie della tradizione. Guida il pubblico nell’affascinante viaggio Brigitte Esposito, che racconta aneddoti e curiosità sui brani e fornisce informazioni utili al loro inquadramento storico-stilistico. La seconda parte della serata è interamente dedicata a Sergio Bruni, “la voce di Napoli”, di cui Angrisano ricorda l’attività di compositore, proponendo alcuni grandi successi come “Carmela”, “Amaro è ‘o bbene”, “Napule doce e amara”, frutto della sua lunga collaborazione con il poeta Salvatore Palomba. L’evento del Trianon s’inserisce, infatti, nell’ambito di quella Bruni-reinassance che da alcuni anni si sta realizzando sotto l’egida del Comune di Villaricca, città natale del grande artista, grazie al diuturno impegno del presidente della locale Proloco, Armando De Rosa. Un fervido movimento di riscoperta a cui hanno contribuito gli insigni musicologi Paolo Saturno e Pietro Gargano; culminato nel 2011, anche grazie alle ricerche storicomusicali di Gianluigi Esposito, nella produzione del disco monografico “Speranzella”: 18 brani magistralmente interpretati dal maestro Angrisano, impreziositi dagli arrangiamenti di Antonio Saturno. L’entusiasmo e il clima di empatia che si è stabilito tra artisti e pubblico rivela che Sergio Bruni è vivo più che mai nella memoria dei partenopei e che la canzone classica napoletana non è in crisi ma ha davanti a sé un luminoso orizzonte.