Voci dal Paese PERIODICO D’INFORMAZIONE A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE DEL COMUNE DI ONORE - ANNO XIV- DICEMBRE 2009 Periodico d’informazione del Comune di Onore Voci dal Paese PERIODICO D’INFORMAZIONE A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE DEL COMUNE DI ONORE 1 PUBBLICITA’ INFERIORE AL 50% Voci dal Comune di Onore Paese Via Sant’Antonio, 94 24020 Onore BG tel. 034671191 fax 034674456 e.mail: [email protected] www.comune.onore.bg.it Periodico d’informazione del Comune di Onore Anno XIV – Numero Unico - Dicembre 2009 IN QUESTO NUMERO EDITORIALE Il Perdono 3 SCUOLA E FORMAZIONE Biblioteca Scuola dell’infanzia A proposito di Scuola dell’Infanzia Scuola Primaria 6 7 8 10 I Consiglieri comunali SPAZIO SOCIALE Settimana Ciclistica Gemellaggio Quattro generazioni Nuovi arrivi Bono e gli alpini – Auguri nonna Ancilla – Quello che conservi… Lettere suor Angelica W. – Natale per me E son 40! – Alpini a Boario Riparata la scalinata della nostra Chiesa Quarantesimo Bar Pineta Anniversario di matrimonio comunitario – Madonnina di Buldet 15 18 21 22 23 24 25 26 27 28 Autorizzazione n. 43 del Tribunale di INSERTO FESTA ALPINI Voci dal Paese Periodico d’informazione del Comune di Onore Direttore responsabile: Gianpietro Schiavi Coordinatore: Walter Ferrari Collaboratori: Bergamo in data 19.10.1996 Redazione: Uffici del Comune di Onore Via S.Antonio, 94 – 24020 Onore BG Editore: Comune di Onore Impaginazione e fotocomposizione: Comune di Onore Stampa: Olmografia S.r.l. – Clusone BG SPORT e TEMPO LIBERO Nasinsù CRE 2009 Tagliata di Cervia All’oratorio Lutto nel mondo dell’alpinismo bergamasco U.S. Onore Calcio Ol dé dè San Ròc C.T.G. Freen Mountain Traversata delle Alpi Campionato Italiano Sci Alpino (CSI) 29 30 31 32 33 36 38 39 40 ACCADE IN COMUNE La Casa Comune Volontariato Sociale - Luminarie di Natale- Ufficio Turistico Risparmio energetico – 41 42 43 L’ANGOLO DEI RICORDI 44 INFORMAZIONI UTILI 47 2 Editoriale IL PERDONO Sono giovane come il mio amore, vecchio come il mio rancore. Kader Abdolah di Giacomo Schiavi Questo articolo nasce da un appunto rivoltomi da persona a me intima, che mi faceva notare quanto fosse stridente l’incoerenza tra i contenuti dei miei articoli, che valorizzano la relazione, e il mio modo, spesso distanziante, di stare con gli altri. Come dire: parli bene ma razzoli male, o quantomento, presenti delle belle teorie ma poi ci credi solo ad un livello intellettuale, senza che il tuo cuore vibri in un’esperienza di vita vissuta. Questa critica non mi ha colto di sorpresa, dato che io stesso sono consapevole di tante mie ipocrisie, contraddizioni e incongruenze; e forse è proprio per questo che scrivo articoli: sorta di riflessione, auto-analisi e probabilmente auto-terapia. Il giudizio tuttavia non mi ha lasciato indifferente e mi ha fatto anzi pensare a quel vecchio adagio che dice: prima vivere, poi filosofare. Dopo questa confessione, passiamo al tema, cercando di integrare teorie ed esperienze di vita. Con il perdono si tocca l’apice di ogni riflessione. Il perdono rimanda alla ferita subita o inferta, alle relazioni costruite e poi infrante, al tradimento della fiducia, ai legami familiari e amicali, all’amore, al Bene, ai valori, alla morale, alla religione; ma, in fondo, questa esperienza rimanda a noi stessi, alla nostra identità e al nostro modo di percepire e di sentire la vita. Chi di noi, in termini più o meno drammatici, non si è dovuto confrontare con questo sentimento e realtà umana? Ogni giorno sperimentiamo la gioia e la serenità di relazioni soddisfacenti e gratificanti, ma anche la rabbia, il disappunto e la frustrazione per rapporti conflittuali, contrastati e sofferti. Vivere con gli altri non è mai stato facile per nessuno, in famiglia e fuori; ma, per una strana legge di natura, ognuno di noi non può vivere senza il prossimo. Anzi, l’altro è il fine di tutto il nostro essere e di tutto il nostro fare (per chi crede il fine è Dio, incarnato però nel prossimo). L’altro ci completa, ci matura e permette che ci riconosciamo come esseri umani in tutta la nostra dignità: fisica, morale e spirituale. Se ci pensiamo bene, tutte le cose che poniamo in essere, sotto forma di pensieri, sentimenti ed azioni includono sempre l’altro. Tutta l’esperienza umana trae il suo senso dalla capacità di costruire relazioni soddisfacenti, basate sulla reciprocità e sul rispetto del prossimo. Rispettando l’altro rispetto me stesso e rafforzo la stima che ho di me. Sfruttando ed abusando dell’altro, umilio me stesso e mi autoinfliggo una ferita all’immagine dignitosa che ho di me. Ripercorrendo i documentari storici del recente passato, si osserva come aguzzini spietati, capaci di atrocità inaudite, dopo ogni gesto violento e sadico fossero costretti ad alterare il loro stato mentale immergendosi in sonore sbornie o altre forme di distrazione. Umiliare l’altro ti arreca forse una soddisfazione temporanea, ma ti lascia l’amaro in bocca, perché sei rimasto solo, hai fatto fuori l’unico bene che hai: il prossimo. Perdonare significa riconciliarsi con il prossimo e dunque con se stessi. Il per-dono è un gesto che io faccio volontariamente e che vivo come un dono, perchè mi sta a cuore l’altro e il rapporto affettivo che ho con lui. Non c’è un secondo fine nel dono, non è richiesto che venga ricambiato. Con il dono, gesto simbolico, ti comunico il mio bene, la mia simpatia, l’importanza e il valore che hai per me. Sì, ma come si fa a perdonare una persona che in qualche modo ti ha offeso, sfruttato e forse umiliato? E qui sta il percorso maturativo, psicologico e spirituale, che si deve compiere per rispondere a questa domanda ed agire di conseguenza. Il lavoro che si deve fare è riflettere su quanto vi è di comune tra il nostro modo di sentire e percepire la vita e lo stile di vita e di pensiero del prossimo. Con questa semplice considerazione scopriamo che sono di più le cose che ci accomunano di quelle che ci dividono. In radice, in sostanza, siamo tutti uguali. La nostra essenza umana è la stessa. Presentiamo tutti gli stessi bisogni fondamentali e gli stessi desideri, declinati tuttavia in pensieri, emozioni, valori e comportamenti diversi. Questa intuizione ci induce a vedere il prossimo non come un extra-terrestre ma come uno di noi. Ma se è uno di noi, probabilmente, avrà gli stessi dubbi, le stesse fragilità, proverà gli stessi sentimenti e così via; o se così non è, l’altro ha comunque le potenzialità per cambiare e mettersi in sintonia con noi. Ciò di cui sto parlando è della capacità empatica dell’essere umano; capacità di mettersi nei panni dell’altro pur rimanendo se stessi, per comprenderne lo stile di pensiero, i sentimenti e farmi una ragione dei suoi valori e comportamenti. Mettersi nei panni dell’altro significa chiedersi: in quale circostanza e per quale ragione io mi comporterei in quel modo? E cosa proverei io in quella situazione in cui si è trovato quella persona? La risposta a queste due domande ci restituirà la motivazione che ha mosso i gesti e le azioni del prossimo. Scopriremo forse che un gesto sgarbato, l’apparente 3 indifferenza, o un’offesa nascondono un disagio che la persona ha vissuto o vive quando ci incontra o quando sta con noi. Forse l’attrito e la tensione che proviamo in questo incontro è reciproca, e forse la ferita che ci infligge con il suo comportamento, quella determinata persona, è la stessa ferita che noi infliggiamo a lei. Ad ogni nostra azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria (la relazione di coppia, essendo caratterizzata dalla massima intimità, è il campo privilegiato di tutte queste proiezioni). Non esistono esseri umani superiori ad altri. Esistono persone che hanno sviluppato adeguatamente i loro talenti ed altre che, per varie ragioni, li hanno tenuti nascosti. Chi ha fatto crescere la propria ghianda trasformandola in una bella pianta è certamente più sereno e rispettoso del prossimo di uno che non è riuscito in tale compito. Ma le potenzialità di crescita sono in tutti. Pongo quest’ultima come un’affermazione, poiché l’avere intuito qual’è la propria strada, e per chi e per che cosa valga la pena spendere la propria vita, ci mette al sicuro da tanti problemi e ferite relazionali. Chi è consapevole di sé e pacificato con se stesso difficilmente coltiva tensioni interne, rancori o risentimenti verso altri, poiché ha compreso la dinamica creativa di relazioni basate sulla reciprocità, sul dono di sè e sul riconoscimento della propria e altrui umanità. Vorrei ora riassumere il pensiero di uno psicoterapeuta americano, antropologo e teologo (dott. Gary Chapman), che ha focalizzato il suo studio sulle relazioni e sulla dinamica del perdono. Secondo l’autore, per costruire e mantenere relazioni soddisfacenti è indispensabile conoscere il linguaggio del perdono, che si palesa in cinque modalità espressive. 1) Esprimere rammarico, dire cioè mi dispiace, quando abbiamo in qualche modo offeso qualcuno. 2) Assumersi le proprie responsabilità, imparare cioè a dire: ‘Ho sbagliato’. 3) Cercare di rimediare. Significa pensare a cosa si può fare per dimostrare all’altra persona che non la si voleva ferire e che la si ama ancora. Dire mi dispiace però a volte non basta! Serve invece imparare il linguaggio dell’amore, che consiste di parole di incoraggiamento, gesti di servizio, offrire e ricevere doni, attenzione esclusiva alla persona in certi momenti particolari, e infine il contatto fisico. 4) Impegnarsi sinceramente per il futuro. Significa esprimere l’intenzione di cambiare atteggiamento e comportamenti. A volte però per cambiare serve un percorso di presa di consapevolezza rispetto alle cause che ci hanno indotti a certi comportamenti, offensivi della dignità nostra e del prossimo. Recuperare la fiducia del prossimo richiede anche questo. 5) Chiedere scusa, perdono, infine, fa comprendere all’altro che si desidera recuperare il rapporto interpersonale. L’esperienza del perdono inizia con il chiedere scusa in famiglia, tra genitori e figli, fratelli, parenti, amici, ecc…( Si può chiedere scusa e riconciliarsi anche con una persona morta, parlandone con un'altra). Il sesto linguaggio del perdono è però il più maturo e definitivo per la nostra crescita e serenità: perdonare anche se l’altro non c’ha chiesto perdono. In questo gesto si evidenzia tutto il nostro equilibrio psicologico, la nostra dignità umana, il nostro valore morale e infine la nostra levatura spirituale. Ognuno di noi, se si osserva bene, usa forse solo uno o alcuni di questi linguaggi, o forse non contempla neppure la possibilità di chiedere scusa, considerandola una forma di debolezza. Perdonare, dunque, è un gesto difficile, che richiede un minimo di equilibrio interno; e tuttavia è l’unico gesto che ci ricostituisce nella nostra dignità umana e ci rafforza nella nostra integrità personale. Chi perdona si sente più forte nella propria identità, più solidale con il prossimo e più gratificato nelle relazioni. Il perdono esige nondimeno che ci conosciamo in profondità, nei nostri ambiti più oscuri e in ombra. Con Ombra, intendo le parti di noi inconsce, che si rivelano nei sogni, nei lapsus, negli atti mancati, nelle nostre malattie psichiche e fisiche, ecc… Più ci si conosce e si ha il coraggio di indagare le aree più inconfessabili di sè e più ci si riconosce nella propria umanità fragile, limitata. Abitati da emozioni e passioni le più varie. Se riconosco i miei limiti e la mie incoerenze, posso impegnarmi in un percorso di crescita e di maturazione nel Bene, riconoscendomi bisognoso del sostegno, dell’affetto e della solidarietà del prossimo; viceversa, riterrò di essere io stesso il Bene e la purezza personificati e di vedere negli altri il Male, tutto il Male. La differenza fondamentale tra Hitler e S. Francesco D’Assisi sta proprio qui. Il secondo sapeva a tal punto di non essere perfetto e di dover lavorare per miglirarsi nel Bene, da riconoscere nell’Altro un suo simile. Il primo, essendo rigido e pieno di sé, riteneva di incarnare il Bene, vedendo nel prossimo, che considerava diverso da sé, per razza, religione, etnia o tendenze sessuali, l’incarnazione del Male, e perciostesso da annientare. S. Francesco poteva perdonare ed essere grato alla vita, perchè sapeva lui stesso di avere bisogno del Perdono. Chi perdona, ama ed è grato alla vita. Chi non lo fa è rigido, chiuso nel suo Io supponente, narcisista, perfetto e puro, incapace di gratitudine; lamentoso, sempre risentito e amareggiato per quello che la vita non gli ha dato. Incapace di perdono perché incapace di reciprocità nell’amore e nel dono. Se ti conosci, sei propenso a perdonarti e a perdonare, ad accogliere il prossimo e a non giudicarlo o criticarlo, perché è un tuo simile e la tua unica ricchezza. Tutto il male nasce dalla non conoscenza di sé. Se vuoi cambiare il mondo, cambia te stesso! E’ importante dunque conoscere i linguaggi del perdono, che segnalano il desiderio di comunicare con il prossimo e di riconoscerne i bisogni e i diritti. E se proprio non ti senti pronto per il perdono, non ti abbattere!, prova a contemplare questo tuo stato d’animo, senza pregiudizio, autoaccusa o critica, senza alcuna rimuginazione; e accetta questi sentimenti (rancorosi) come compagni di viaggio (all’apparenza sgraditi), come ospiti che veicolano probabilmente qualche utile 4 messaggio per la tua maturazione. E il resto verrà da sé! La trasformazione di questi affetti in qualcosa d’altro non si farà attendere. Spesso è infatti il nostro pensiero, non riflessivo ma ossessivo, che blocca la nostra evoluzione psicologica e spirituale. Lascia fare al tempo, dunque!, e accogli questo passaggio come necessario per una maggiore chiarezza e serenità. Dopo tante parole e belle teorie vorrei rendere concreto quanto detto riportando un fatto di vita che mi riguarda. Circa due anni orsono, mi trovavo ancora a provare risentimento, rancore e rabbia verso una persona, per fatti accaduti nella mia infanzia. Mi era difficile incrociarla, salutarla e guardala negli occhi, in quanto questi semplici gesti della quotidianità mi creavano un turbinio interiore di emozioni negative, che non sapevo come controllare, tanto da rimanere turbato per il resto della giornata e forse di più. Tra parentesi, la persona rancorosa è una persona con una memoria di elefante, che non dimentica, o meglio, che non dimentica le offese, sebbene dimentichi spesso le cose belle della vita o i gesti di simpatia e di amore che ha ricevuto. Per quanti progressi facessi nella mia vita, in ambito intellettuale, professionale e forse relazionale, il tempo non aveva mitigato i miei sentimenti verso questa persona. C’era sempre una parte di me infantile, piccola, un Giacomo bambino che chiedeva giustizia o forse vendetta: fargliela pagare a quell’’essere’ che mi aveva offeso, ferito e umiliato a morte, anni prima. Questo era il mio vissuto nei confronti di quella persona; vissuto che richiama la dinamica vittima carnefice. La vittima che si sente offesa e si vergogna di quanto subito, per non essere stata in grado di difendersi e di salvaguardare la propria dignità, i propri diritti, il proprio vigore e valore, o di non essere riuscita a proteggere altri a lei vicini. E il carnefice, che può invece provare un senso di colpa perché riconosciuto colpevole o perché sente di avere offeso la dignità del prossimo. Ma non voglio parlare di grandi offese, legate spesso ai teatri di guerra o a situazioni di violenze sui minori, poichè la dinamica del perdono va compresa e resa operativa a partire da fatti più legati alla quotidianità. Dunque, dicevo di questo mio malanimo, nei confronti di questa persona, che condizionava oltre che i miei pensieri e il mio stato emotivo anche i miei comportamenti. Dove supponevo ci fosse lei, io non dovevo esserci, così da evitarmi inutile sofferenza. Ma mi rendevo conto che la mia vita era in parte condizionata da questa presenza e che la stessa era sempre viva dentro di me, a dispetto del desiderio di allontanarla il più possibile. Il livore, l’astio ti mantiene legato alla persona verso la quale provi quel sentimento, per ironia della sorte, o forse per giustizia della vita. Per estinguere il rancore mi rendevo conto che ci voleva ben altro che ruminare ansiosamente sull’accaduto, fantasticando magari un futuro risarcimento morale o un regolamento di conti. Il rancore che ci lega all’altro richiede, viceversa, l’incontro con l’altro (l’offensore) per trasformare l’astio in qualcosa di diverso. Dopo anni di rimuginio sterile, che influiva anche sulla stima di me e sul mio umore, decisi di parlarne con persone fidate. Non è facile aprire il proprio cuore al prossimo, anche quando si tratta di familiari o amici. Raccontare fatti che mettono a nudo la nostra anima e i nostri sentimenti più profondi crea imbarazzo, vergogna, sensi di colpa e di inadeguatezza. Si teme il giudizio del prossimo e il timore di perdere la loro stima e fiducia. Ma la cosa era matura perché ne parlassi. Narrai così il fatto a persona a me intima, ponendomi dalla parte della povera vittima, che aveva subito la prepotenza e i soprusi del prossimo senza potersi difendere. Mi venne così fatto notare che forse oggi potevo guardare a quegli eventi con occhio diverso, di adulto, capace di dare il giusto peso a quanto accaduto e di pormi anche nei panni dell’offensore per comprendene i sentimenti. Per farla breve, mi fu suggerito che nell’incontro fortuito con questa persona, avrei dovuto salutarla cordialmente e che il resto sarebbe venuto da sé, che sarei guarito dalla mia malattia (il perdono in fondo è una decisione volontaria maturata nel tempo, che non pretende giustizia, ma ricerca la riconciliazione). Dopo essermi sentito irritato e frainteso nei miei sentimenti, accettai il consiglio. Fu così che poco dopo, e pensare che erano mesi che non impattavo in quella persona, la incontrai. Io mi trovavo, ironia della sorte, in compagnia della persona che mi aveva dato il consiglio. Era il momento che attendevo! Salutai con genuino affetto la persona che anni prima mi aveva offeso, chiedendo della sua salute e dei suoi familiari. Egli, che in un primo tempo aveva cercato di evitarmi, distogliendo lo sguardo, si sentì come colto di sorpresa, incredulo rispetto a questo mio gesto di simpatia. Mi guardò sbalordito e meravigliato, con uno sguardo intenso, pieno di gratitudine! Gratitudine reciproca, poiché anch’io desideravo da tempo questo momento di riconciliazione. Ci salutammo cordialmente: entrambi eravamo guariti, ognuno dal nostro male. Con quel gesto ho capito cosa significa perdonare e riconciliarsi: ricreare l’armonia nella relazione. Uno sguardo accogliente di simpatia può guarire. Il perdono è un gesto d’amore che accoglie l’altro, crea comunione e guarisce da ogni male, fisico e morale. Buona parte delle persone (almeno il 75 %), che affollano gli studi medici, riferiscono sintomi (tensioni, ansie, somatizzazioni) che potrebbero risolversi tranquillamente con l’esperienza del perdono, dato e ricevuto. Anche se ho ancora molta strada da fare, e altri gesti di riconciliazione da compiere, io festeggerò questo Natale con la gioia nel cuore. Non mi sento più vittima rispetto ai fatti narrati, grazie a quel salutare incontro. Il Perdono (che è amore) va oltre la Giustizia. Per questo la Giustizia non può mai darci soddisfazione completa rispetto ai torti subiti o alle offese operate. Buon Natale a tutti! Giacomo Schiavi. Bibliografia: Gary Chapman e Jennifer Thomas (2008). I 5 linguaggi del perdono. ed elledici, pgg.270 Johann Christoph Arnold. Settanta volte sette, la potenza del perdono. ed S. Paolo. pgg. 127. 5 Biblioteca Se ancora non l’hai fatto … visita la nuova Biblioteca! 6 Scuola dell’Infanzia Le avventure che il Capitano Bobo vive e racconta ai bambini costituiscono lo sfondo integratore che ci accompagnerà nel corso dell’intero anno scolastico. Ci lasceremo trasportare insieme a lui in un mondo a volte fantastico, a volte avventuroso, a volte reale, altre volte semplicemente simpatico ed accattivante. I racconti del mare sono ormai parte del nostro vivere quotidiano, grazie anche all’aiuto prezioso dei numerosi amici del Capitano e del pappagallino Bibò che ci ha affidato e che arricchisce le nostre giornate, creando un’aspettativa anche nel rientro giornaliero a scuola. Tutto è per noi acqua e mare in un continuo ondeggiare tra porti, creature marine e terrestri, reali e fantastiche. Abbiamo trasformato la scuola in un grande veliero: ogni giorno i bambini lo trovano pronto ad attenderli per levare l’ancora e salpare, seguendo percorsi ed itinerari diversi, che riserveranno tante sorprese e conquiste, soprattutto in termini di nuove scoperte ed esperienze. “IN VIAGGIO… VERSO DOVE?” questa è la nostra avventura con il Capitano Bobo che parte dal desiderio di esplorare, attraverso esperimenti concreti, i quattro elementi naturali (terra, aria, fuoco e acqua). Saranno proprio questi a rappresentare il tesoro che nel nostro viaggio andremo a scoprire, al fine di conoscerli per capirne e testimoniarne l’importanza. Il viaggio sarà organizzato a tappe, ognuna corrispondente a significativi periodi dell’anno. La prima tappa, dal titolo “IMBARCHIAMOCI: SIAMO L’EQUIPAGGIO!”, corrisponde con il progetto accoglienza: i primi giorni di scuola rappresentano un momento molto delicato sia per i bambini che per i loro genitori. Compito della scuola è fare il possibile perchè l’esperienza di questo primo periodo venga vissuta in modo positivo, affinché il momento del distacco avvenga in modo sereno. Diventa dunque fondamentale fare acquisire ai bambini in modo graduale e partecipe le regole della vita scolastica, i suoi tempi e gli spazi in cui trascorreranno ore intense, ricche di divertimento e nuove scoperte. La seconda tappa, dal titolo “ TERRA IN VISTA!” , ci condurrà verso il nostro primo tesoro: la terra. Il Capitano Bobo ci mostrerà le meraviglie di un’isola ancora inesplorata: comprenderemo così quanto è importante amare e rispettare la terra e impareremo come fare per valorizzarla e mantenerla intatta. Parallelamente si svilupperà anche il percorso di religione attraverso il quale affronteremo la Creazione; durante il periodo d’Avvento ci prepareremo al Natale, aiutati dalla figura dei Re Magi: essi si sono messi in viaggio alla ricerca di Gesù con i loro cammelli. Nella terza tappa, “ISSIAMO LE VELE!”, il Capitano Bobo ci proporrà diverse attività, attraverso le quali i bambini entreranno nel contesto “vento”, per capire che è un elemento forte, che spinge, che può far muovere le cose, che crea energia, che permette al nostro veliero di navigare. Nella quarta tappa, “NAVIGANDO ORIENTATI DALLE STELLE”, impareremo che per i marinai il sole e le stelle sono fondamentali per indicare la giusta rotta, scopriremo che sono costituiti prevalentemente dal fuoco, elemento fondamentale per l’uomo. In questa unità riprenderemo ad approfondire la conoscenza della figura di Gesù. Con la Resurrezione e la Pentecoste, la luce e il fuoco vengono associati a Gesù e allo Spirito Santo che, come la stella polare, guidano l’uomo nelle piccole e nelle grandi difficoltà. La quinta unità, dal titolo “TRASPORTATI DALLE ONDE… FACCIAMO RITORNO”, affronterà il tema dell’acqua e i nostri piccoli marinai potranno finalmente “tuffarsi” nelle onde. Tra i vari percorsi didattici trattati, quello dell’acqua è sicuramente uno dei più importanti ed affascinanti per tutto ciò che essa ci ha dato e continua a darci. Insegneremo così ai bambini che essa è un bene prezioso che ci permette di vivere, ma che non tutti gli uomini hanno la fortuna di averla e di farne uso. L’acqua non è eterna e per questo non va sprecata. Quello di quest’ anno vuole essere quindi un lungo ed emozionante viaggio a bordo della nostra nave che i bambini hanno chiamato BOBONDA… anche i genitori sono pronti a salpare con noi e ad affrontare con coraggio tutte le avventure a cui andremo incontro. Allora… TUTTI A BORDO, SI PARTE!!! I bambini della Scuola Materna Federica Noemi e Chiara 7 A proposito di “Scuola dell’Infanzia …” E’ pressante il grido di allarme delle associazioni sindacali rappresentanti le scuole dell’infanzia sui tagli che la finanziaria 2010 ha predisposto per le scuole paritarie. Le difficoltà aumentano e anno con anno i finanziamenti stabiliti con la legge 62/2000 diventano sempre più esigui. Lo scorso anno ben otto scuole dell’infanzia nella provincia di Bergamo hanno dovuto chiudere i battenti per mancanza di fondi. Il rischio è alto e questo continuo taglio ai finanziamenti riduce non solo le capacità economiche e finanziarie, ma anche le dotazioni didattiche per i bambini e le insegnanti. Non si sottrae a questo rischio neppure la nostra scuola. Dobbiamo ringraziare l’amministrazione Comunale per il sostanzioso contributo che dà alla Scuola e ci ha permesso in questi anni di mantenere le rette entro livelli accettabili per le famiglie e mantenere un elevato livello di qualità sia di insegnamento che di dotazioni scolastiche. Ognuno di noi sa quanta importanza rivesta il mantenere una scuola nel proprio paese e non solo per la comodità ma anche e soprattutto per i bambini che hanno all’interno della scuola dell’infanzia i primi contatti con il mondo esterno. L’ambientazione nel proprio “nido” scolastico facilita questo inserimento e rende meno traumatico il distacco dalla propria casa. Quindi stiamo facendo il diavolo a quattro per riportare i soldi tagliati nelle casse delle scuole paritarie, ma… Allora faccio appello alla sensibilità di tutti noi perché ci prendiamo a cuore questa situazione difficile. Ringrazio tutti coloro che hanno prestato la loro opera per il rifacimento del piazzale della Scuola e all’amministrazione Comunale rivolgo un sincero ringraziamento per la particolare attenzione che ci rivolge. Alle donne che quest’anno hanno donato, dopo la svendita del mese di Agosto, la somma di € 2.000,00 va un ricordo di gratitudine e di riconoscenza per l’impegno profuso anche per noi. Porto all’attenzione di tutti che nel volgere dei prossimi mesi ci saranno anche altre iniziative a sostegno della Scuola Materna alle quali invito tutti a partecipare con entusiasmo e spirito di solidarietà: nel periodo di Natale le donne del ricamo organizzeranno un mercatino e verso la fine di gennaio si terrà una cena del “povero” presso il salone dell’Oratorio, tutto per sostenere economicamente la Scuola. A nome di tutta la Scuola Materna e del Consiglio di Amministrazione Auguro ad ogni famiglia un sereno Natale e un felice Anno Nuovo. Alessio Scandella Lettera trasmessa a: Ai Signori Onorevoli e Senatori della Lombardia al Signor Presidente della Regione Lombardia on. Formigoni e p.c. al Signor Presidente della Provincia di Bergamo al signor Sindaco del Comune di ONORE A nome dei genitori, degli insegnanti, degli amministratori della scuola dell’infanzia paritaria PAPA GIOVANNI XXIII° di ONORE, sono a chiedere con forza ai Parlamentari che ci rappresentano e al Governatore della Lombardia, che si faccia con urgenza ogni sforzo perché il taglio dei contributi alle scuole paritarie, previsto con la Finanziaria 2010, venga recuperato e si proceda ad attuare fino in fondo la legge 62/2000 perché vi sia un unico sistema dell’istruzione pubblica formato dalle scuole gestite dallo Stato e da quelle paritarie, entro il quale venga finalmente garantito il diritto costituzionale alla libera scelta educativa delle famiglie, senza alcuna discriminazione. - A nome dei genitori, perché cessino di essere ingiustamente caricati su di loro con le imposte che pagano come cittadini i costi della scuola dell’infanzia statale e con le rette i costi della scuola paritaria che hanno scelto. Un’ingiustizia ancora più grave a fronte dei tagli previsti dalla finanziaria 2010 che, se non recuperati per intero, pur con tutta la buona volontà, andranno inevitabilmente a gravare ulteriormente sulle rette. - A nome degli insegnanti, che svolgono il loro servizio educativo con indiscussa intelligenza e passione e che a causa delle difficoltà nelle quali si trovano le nostre scuole rischiano lo stesso posto di lavoro. - A nome degli amministratori di questa scuola che non ce la fanno più a sopportare tagli, ritardi, incertezze a fronte di un continuo innalzamento dei costi per un servizio che vogliamo, che dobbiamo mantenere eccellente per il bene dei bambini, delle famiglie e della società. Questa scuola è presente dal 1902, esattamente 66 anni prima della istituzione delle scuole dell’infanzia statali istituite nel 1968: di “miracoli” ne abbiamo fatti tanti per continuare ad offrire il prezioso servizio educativo all’infanzia a costi popolari, come una scuola popolare e di comunità richiede. 8 Oggi però si avverte uno scoramento nuovo, questi tagli e questo continuo tergiversare nel perseguire ciò che la Costituzione e le leggi prevedono non sono più accettabili. Questo fare “orecchio di mercante” nonostante il dimostrato enorme risparmio che comporta la presenza delle scuole paritarie che costano allo Stato 10 volte meno di quelle statali, ci lascia allibiti, amareggiati e delusi. Non vorremmo “cedere”: ce lo chiedono le nostre comunità, l’impegno che ci muove per la realizzazione vera del bene comune. Ma senza un intervento significativo ci diventerà molto difficile continuare a garantire la presenza e la qualità del nostro servizio. Abbiamo assolutamente bisogno di un segnale positivo, reale, da chi ci governa: per questo ci rivolgiamo a Voi . Grazie di cuore per quanto potrà essere fatto. ONORE, 7 novembre 2009 Il Presidente / Legale Rappresentante Alessio Scandella P.S.: per una più rapida lettura della situazione allego alcuni dati derivati dal MIUR 2007 e dall’USR Lombardia 2008: ALCUNI CONTI in generale, (dai dati MIUR: “La scuola statale: sintesi dei dati a.sc. 2007-08”, p.VI, Tv. A; “La scuola in cifre 2007”, 1/ p. 3 ): LE CIFRE PER LA SCUOLA DELLO STATO di ogni ordine e grado Studenti iscritti 7.751.356; spesa pubblica per la scuola statale: € 57.136.000.000,00 (cinquantasettemiliardi e centotrentaseimilioni di euro) costo medio/alunno/anno: € 7.371,00 (settemilatrecentosettantuno euro) LE CIFRE PER LE PARITARIE di ogni ordine e grado Studenti iscritti 1.072.560; contributi statali alle scuole paritarie: € 534.946.000,00 (cinquecentotrentaquattromilioni e novecentoquarantaseimila euro) contributo medio/alunno/anno: € 499,00 (quattrocentonovantanove euro) LA SINTESI I contributi che lo Stato versa alla scuola paritaria (anno 2007) ammontano complessivamente a: € 534.946.000,00 (cinquecentotrentaquattromilioni e novecentoquarantaseimila euro) Se chiudessero le scuole paritarie gli alunni provenienti dalle paritarie costerebbero allo Stato: 1.072.560 (n° alunni) x 7.371,00 (costo medio/alunno della scuola statale)= € 7.905.839.000,00 (settemiliardi novecentocinquemilioni e ottocentotrentanovemila euro) IL RISPARMIO ANNUO PER LA SPESA PUBBLICA DOVUTO ALL’ESISTENZA DELLA SCUOLA PARITARIA: € 7.905.839.000,00 (spesa per la scuola pubblica) meno € 534.946.000,00 (contributi dello Stato alla scuola paritaria) = €/anno 7.370.893.000,00 (settemiliardi trecentosettantamilioni e ottocentonovantatre euro) (denaro che lo Stato risparmia mantenendo i contributi alla scuola paritaria) IN LOMBARDIA* Scuole dell’infanzia paritarie n°1755; bambini 154.811 pari al 57% di tutti i bambini frequentanti la scuola dell’infanzia in Lombardia. Contributi statali percepiti nell’anno scolastico 2007-08: € 84.516.416,00 contributo medio lordo per alunno, compreso contributo per i bambini con disabilità: € 545,93 Contributi statali percepiti nell’anno scolastico 2008-09 (dopo i tagli)… € 77.588.793,20 contributo medio lordo per alunno, compreso contributo per i bambini con disabilità: € 501,18 contributo al netto dell’imposta del 4% per alunno € 481,14 Scuole dell’infanzia statali n° 1296; bambini 117.403 (43%) Stima dei costi della scuola dell’infanzia statale, mediamente per bambino: € 5.500,00 Costi complessivi stimati: 117.403 bambini x costo medio/bambino € 5.500 = € 645.716.500,00 Dalla Regione Lombardia le scuole paritarie percepiscono un contributo medio per alunno di € 73,00 9 Scuola Primaria Fino a pochi giorni fa nel giardino della nostra scuola c’erano due “cyprus” e un altro albero. Una mattina sono stati tagliati dagli alpini a causa dei pannelli fotovoltaici appena installati sul tetto. Due di questi erano alti una decina di metri ed erano stupendi nascondigli quando giocavamo all’intervallo. Avevano un grossissimo tronco contorto e nodoso e la chioma ampia con rami lunghi e svettanti. Erano molto vecchi: i cerchi che abbiamo contato erano trentacinque. In autunno non perdevano le foglie perché erano sempreverdi, mentre in primavera non fiorivano, ma si riempivano di pigne: erano bellissimi! In inverno arrivava lo spettacolo: si ricoprivano di neve e sembravano dei giganteschi pupazzi. Secondo noi non dovevano tagliarli, perché facevano parte della comunità di Onore. Siamo molto tristi e un po’ arrabbiati. Addio alberi, ci mancherete tanto! LA CLASSE QUINTA I nostri pensieri sull’educazione stradale Mi è piaciuto molto fermare le bici. Ho imparato che in strada bisogna stare attenti ed è grazie ai vigili che non sono più uno spericolato in strada. ( Matteo ) Dopo un po' di volte che gli agenti di polizia ci spiegavano che la strada è pericolosa, ho imparato a stare molto attento e a rispettare i cartelli stradali. ( Giacomo ) E' stata un'esperienza “superbellissima” che mi piacerebbe ripetere, perché mi ho imparato le regole stradali e ho capito che i vigili danno le multe per la nostra sicurezza. ( Michele ) E' stato bello e da adesso io imparerò a dire a mio papà di non parlare al cellulare in macchina. ( Giulia ) La quarta lezione è stata molto bella perché dovevamo seguire un percorso che i vigili avevano costruito. ( Silvia ) Il secondo martedì siamo andati in sala consiliare dove abbiamo provato il giubbotto antiproiettile, la pistola e le manette. ( Marco ) Il corso di educazione stradale è stato bello e utile, perché adesso quando vado in giro per le strade cerco di indovinare tutti i cartelli stradali. ( Mirea ) Mi è piaciuto molto fare il vigile: abbiamo fermato un'auto e ai due signori abbiamo chiesto se avevano tutto il necessario per andare in auto: libretto di circolazione, assicurazione e patente. ( Nicola ) Dopo la prima lezione ho capito che sulla strada anche cose banali possono diventare pericolose. ( Jasmine ) Mi è piaciuto molto fare queste cose insieme ai miei compagni. Vorrei avere un'altra occasione come questa. ( Leydi Maura ) Questo corso mi è piaciuto davvero tanto e mi sono divertita molto. Ho imparato i cartelli stradali e come bisogna comportarsi correttamente in strada, perché ci si può fare veramente male e anche perdere la vita. ( Sara ) Alla fine noi di quinta abbiamo consegnato ai vigili un cartellone con un disegno e i nostri pensieri. Quando Rossella li ha letti quasi piangeva, quindi credo che le sia piaciuto molto! Grazie a tutti gli agenti di polizia per la loro disponibilità. ( Alice ) E’ stata una bellissima giornata. Mi sono divertito tantissimo. ( Bencze ) CLASSE QUINTA 1 0 Sabato dieci ottobre siamo andati a visitare il mulino di Cerete, insieme ai bambini di classe prima e seconda. Innanzitutto abbiamo osservato all’esterno una grossa ruota, che viene fatta girare dalla forza dell’acqua. Infatti lì vicino sgorga dal prato una sorgente d’acqua purissima, che scorre in un ruscello tutto l’anno e serve anche per dare da bere a tutte le case di Cerete e di altri paesi della Val Cavallina. Dentro il mulino si trovano due grosse macine di pietra, che a loro volta girano grazie al movimento della ruota, collegata con ingranaggi e cinghie. La macina di destra schiaccia i chicchi di mais e ottiene la farina gialla. Invece quella di sinistra macina i chicchi di frumento per fare la farina bianca. I setacci dividono la farina dalla crusca, cioè dalla buccia del chicco. I due tipi di farina vengono infine insacchettati, in alcuni sacchi si mischia anche la crusca per avere la farina integrale. Mentre il mugnaio ci spiegava il suo lavoro, sentivamo il profumo dei cereali e ci siamo imbiancati con un leggero velo di farina bianca che volava nell’aria. Questa visita è stata molto utile, anche per capire meglio il lavoro svolto a scuola. Inoltre il mugnaio ci ha regalato tanti sacchetti con i chicchi dei vari cereali: miglio, orzo, segale, farro, avena, Kamut, frumento e mais. Sarebbe bello assaggiare il sapore di ogni cereale, noi in classe impasteremo la farina bianca per fare il pane. Ci siamo anche divertiti ad ascoltare i nomi degli attrezzi in bergamasco. Speriamo che il lavoro del mugnaio nel vecchio mulino venga tramandato ancora per tanti anni a qualcuno che abbia la stessa passione. CLASSE TERZA 1 1 CRONACA ED EMOZIONI “LA PATENTE DELLA BICICLETTA” Quattro settimane fa, le insegnanti ci hanno detto che avremmo fatto un corso in quattro lezioni di “Istruzione per la bicicletta” con i vigili . La prima lezione siamo andati in classe 5° dove abbiamo conosciuto la vigilessa Rossella, che ci ha spiegato i cartelli stradali: per alcuni, la lezione non è stata difficile perché già li conoscevano grazie, alle spiegazioni dei loro papà. La seconda lezione si è svolta in parte nella sala consigliare del comune di Onore; lì ci hanno fatto provare : le manette, il giubbotto anti-proiettile e la pistola di ordinanza ovviamente scarica. L’emozione era tanta e si leggeva sui visi di alcuni compagni. Il Comandante nel frattempo ha cercato di far funzionare un filmato al computer, ma non vi è riuscito, quindi siamo andati in biblioteca. Qui, ci sono stati proposti dei quiz, alcune risposte erano facili. La terza lezione si è svolta presso il parcheggio del cimitero, dove uno alla volta abbiamo provato a fare il vigile: eravamo molto emozionati e con paletta e giubbotto abbiamo fermato alcune auto in transito per controllare il libretto e la patente. La quarta lezione è stata particolare perché abbiamo fatto la prova pratica in Val di Tede: è stato bellissimo usare la bicicletta!I vigili avevano predisposto un percorso e noi a turno lo abbiamo effettuato , mentre i nostri compagni si alternavano ad indicare le direzioni. Infine venerdì ci siamo ritrovati nuovamente in Comune per ricevere la “Patente”. Qualcuno era felice, altri temevano di non averla perché durante le attività non si erano comportati bene. Dopo un breve discorso dei due Sindaci e del Preside, ecco che uno ad uno abbiamo ricevuto la nostra “Patente”. E’ stata un’esperienza nuova e diversa dalle solite. Speriamo che qualcuno di noi abbia capito come ci si deve comportare quando è in sella alla sua bicicletta . Grazie cari vigili per il tempo che ci avete dato e la pazienza dimostrata. W LA BICICLETTA Alunni classe 4° BICICLETTA Bicicletta due ruote leggere due pensieri rotondi pieni di luce per capire la strada e sapere dove conduce. Bicicletta due ruote sottili due idee rotonde piene di vento per pensare discese e sapere la gioia e lo spavento. Bicicletta due ruote leggere due parole rotonde piene di festa per parlare col mondo e sapere quando ne resta. Alunni classe 4° L’AUTUNNO E’ ARRIVATO Le foglie degli alberi ora perdono il loro colore verde brillante,e a poco a poco, stanno diventando rosse, arancioni e gialle. Ora si mettono via i vestiti estivi e si prendono dagli armadi maglie, berretti e giacconi. In autunno la temperatura comincia a scendere e gli animali si riparano dal freddo …proprio come noi! A volte in autunno ci sono giornate molto ventose. Allora se vai fuori puoi sentire l’aria fresca che ti soffia sulla faccia o vedere i rami e le foglie degli alberi che si agitano. L’AUTUNNO NEL CUORE E’ difficile per noi bambini trovare un sentimento che rappresenti l’autunno. Alcuni dicono la gioia, perché l’autunno ci regala tanti doni. Altri affermano la nostalgia ripensando alle belle e calde giornate estive appena trascorse. Alunni classe 2° 1 2 Gli alunni della Gli alunni della Scuola Primaria di Onore aderiscono per il quarto anno al progetto “Telethon Young” e vi invitano a sostenere la ricerca acquistando una stella di Natale Aiutaci ad accendere la luce della speranza!! Martedì 8 dicembre dalle ore 10 alle ore 12 Sagrato chiesa S.Maria Assunta Piazza Pozzo (sotto i portici) ONORE Sagrato chiesa SONGAVAZZO La foglia La foglia che cade rotea oscilla scintilla danza striscia sogna. L’accoglie la terra. Il vento l’incalza. Rimbalza s’innalza ritorna si posa riposa. R.Tunisini 1 3 Ben arrivati in Prima … Alex Alice Andrea Beatrice Elisa Emanuele Erica Gianluca Irene B. Irene S. Laura G. Laura M. Marco Sofia Priscilla Riccardo Tommaso 1 4 Sara Valeria Spazio Sociale Settimana Ciclistica 18 – 25 Settembre 08 Partecipanti: Aurelio – Domenico - Duilio – Enzo – Fonso - Leonardo – Memo Mezzi di trasporto: due camper e 7 biciclette Km totali in bici: 478 Francia - Spagna VENERDÌ 18: … ed è subito venerdì, il venerdì che introduce ad una nuova, l’ennesima, settimana sulla bicicletta. Quest’anno si intreccia con l’incontro di gemellaggio e quindi è stato disegnato un percorso che, attraverso la Francia, consente un graduale avvicinamento alla Spagna, a Garriguella. Alla compagnia abituale manca Alessio, che ha deciso di rimanere a fianco del consuocero gravemente malato. SABATO 19 Grasse- Les gorges du Loup - Gourdon – Grasse Km 52 La prima tappa è prevista nell’entroterra della Costa Azzurra, ma dopo un inizio di giornata serenissimo inizia a piovere proprio al momento di partire in bici. Non ci resta che percorrere il tragitto in camper attraversando St. Paul, Vence, Tourrette fino al capolinea della prima tappa: Grasse, dove ci accampiamo e pranziamo. Nel pomeriggio il cielo si apre e ci consente una cinquantina di chilometri tutti in gruppo tra le gole del Loup su fino agli 800 metri di Gourdon, per poi ridiscendere a Grasse, il centro mondiale dell’industria dei profumi e ricca quindi di distillerie di profumi. DOMENICA 20 Bivio D21 (Route de Napoleon) - Pont de l’Artuby - Gorges du Verdon - Moustiers S. Marie Km 70 Veloce trasferimento in Camper superando due passi montani per entrare nel Var ed iniziare la tappa tutta costruita sulle splendide Gole del Verdon, che offrono uno spettacolo grandioso di pareti vertiginose in uno dei paesaggi naturali più belli e selvaggi del continente europeo. Attraversato l’altissimo ponte sull’Artuby, da dove si pratica il bungie jumping, percorriamo tutta la Corniche Sublime, con i suoi continui saliscendi e con i suoi spettacolari punti di osservazione mozzafiato sul profondissimo e tortuoso canyon scavato dallo scorrere secolare del fiume Verdon. Attraversato il piacevole paesino di Aiguines, abbellito da un castello con quattro torri ricoperte da un tetto di ceramica e adagiato su uno splendido balcone con vista sul sottostante Lago di Sainte Croix, si arriva sotto una leggera pioggerella a Moustiers Ste Marie, un piccolo paese, famoso per le sue ceramiche, appollaiato ai piedi di due pareti rocciose tra le quali si inerpica una scalinata che porta alla sovrastante chiesetta di S.te Marie. Dopo la visita turistica ci attende un altro veloce trasferimento in camper per raggiungere il Luberon, nel dipartimento Vaucluse. LUNEDÌ 21 Bonnieux - Fontaine de Vaucluse - Gordes - Roussillon – Bonnieux Km 100 Si parte con aria frizzantina, ma con il sole, per la tappa più lunga e con un solo camper al seguito. Attraversati piccoli borghi medievali arroccati sulla sommità delle colline che contraddistinguono il paesaggio del Luberon arriviamo a Fontaine de Vaucluse, un accattivante paesino dove ha vissuto e lavorato per alcuni anni il Petrarca, caratterizzato da una imponente fonte sorgiva, un fiume praticamente, che sgorga dai piedi di una enorme parete rocciosa e alimenta alcuni mulini di antiche cartiere. Da qui proseguiamo verso Gordes dove visitiamo il Villages des Bories con le sue abitazioni, ovili e granai: un villaggio primitivo fatto di casupole a forma di alveare costituite da pietre sovrapposte con una tecnica di costruzione che risale all’epoca neolitica. A Gordes, grosso centro appollaiato sulla sommità di una falesia, nella piazza del Castello ci sorprende la pioggia, ma non ci impedisce di terminare il nostro percorso che prevede l’attraversamento della rossa Roussillon, anch’essa sulla sommità di una collina caratterizzata dall’intenso color ocra. 1 5 MARTEDÌ 22 Sault - Le chalet Reynard - Mont Ventoux 1910 mt - Nyon Km 73 Un sole vestito a festa ci introduce e ci accompagna nel giorno della salita al famoso Mont Ventoux, reso mitico dalle tante battaglie epiche durante il Tour de France e dalla morte avvenuta a pochi Km della vetta del ciclista inglese Tommy Simpson. Con la caratteristica dell’enorme ghiaione bianco che copre completamente la sua sommità, questa montagna, che sembra innevata anche nei mesi estivi, svetta isolata, sferzata spesso dal vento e torturata dal sole nella canicola estiva. Per i ciclisti che vengono da tutto il mondo, che iniziano a vederla da lontano e vi si avvicinano con sentimenti di amore e timore, la sua conquista e soprattutto i suoi ultimi sei chilometri diventano una esperienza che sconfina tra il mitico e il mistico; con la schiena incurvata, con gli occhi fissi sulla enorme antenna sulla sommità che pare lì ma non arriva mai, con una pedalata sempre più legnosa e appesantita, la continua schiera di ciclisti contribuisce a rinnovare il mito di questa montagna insaziabile che, pur abbeverandosi ogni giorno al fiume di sudore richiesto come tributo ai suoi amanti, rimane e si mostra sempre apparentemente brulla e arida, oserei dire fredda, nel suo paesaggio scarno ed essenziale. In realtà il Mont Ventoux, come tutte le cose difficili nella vita, non è ingeneroso con chi ha il coraggio di affrontarlo: chiede molto ma sa anche donare molto, ti succhia calorie ma ti scalda il cuore, ti spompa i polmoni ma ti gonfia il petto e ti riempie il cuore della naturale soddisfazione e orgoglio di avercela fatta, di averlo conquistato, della consapevolezza che quando ci credi e ci tieni ce la puoi fare, puoi passare dallo “yes I can” allo “yes I did”. E noi l’abbiamo fatto! MERCOLEDÌ 23 Aubenas – Vogue – Balazuc – Ruoms . . . Km 35 La giornata inizia con buoni auspici: il sole è ancora dei nostri e ci aspetta ancora una tappa paesaggisticamente ricca di piccoli e antichi villaggi e arricchita negli ultimi chilometri dallo spettacolo naturale delle Gole dell’Ardèche. Iniziamo a visitare il centro storico di Aubenas con il suo castello e poi, scendendo lungo il fiume, attraversiamo Vogué, un minuscolo villaggio, ma pieno di atmosfera, chiuso fra l’Ardeche e una parete calcarea, dove si può ammirare uno splendido castello. Ancora il tempo di entrare e visitare il villaggio di Balazuc, con le sue tipiche case in pietra costruite su uno sperone roccioso su un’ansa dell’Ardeche che, come un fulmine nel ciel sereno arriva la notizia della morte del cognato di Enzo. Dopo un momento di sgomento per la inattesa notizia e di dispiacere per la perdita subita dall’amico si decide di far rotta direttamente verso l‘aereoporto di Girona per consentire ad Enzo un immediato rientro in Italia. Imbarcato l’amico ci si dirige e ci si accampa sulla Costa Brava. GIOVEDÌ 24 Playa de Aro - S. Feliu - Tossa de Mar - Lloret de Mar - Playa de Aro 1 6 Km 82 VENERDÌ 25 Garriguella - Llanca – El port de la Selva - Cadaques - Garriguella Km 66 Due splendide giornate di sole su itinerari già noti e già percorsi in una precedente settimana in bici passata a Garriguella ci permettono di concludere la nostra settimana in bici. Viviamo, pur alla fine di settembre, un refluo di estate dove gli ingredienti ed il leit motive è il sole, il mare, l’azzurro, il caldo e la vacanza. La cornice è la splendida Costa Brava, San Feliu, Lloret de Mar, la graziosa Tossa de Mar con una apprezzata paella ed una sosta rilassante sulla sua spiaggia, Llanca, El Port de la Selva e la sempre splendida Cadaques, che ci attira con un suo famoso ristorante frequentato da Salvador Dalì e che ci “appesantisce” un poco nell’affrontare gli ultimi chilometri della settimana che, pur in salita o controvento, non riescono minimamente a scalfire la goduria e la soddisfazione che anche questa week on bike ci ha riservato. Rientriamo a Garriguella e ci prepariamo ad un’altra festa. Il Gemellaggio SABATO 26 Memo and the bikers 1 7 Gemellaggio GARRIGUELLA 2009: un week-end nella vigna Molti di noi, quest’anno, hanno festeggiato l’inizio dell’autunno tra i colori e i profumi della vigna, accogliendo l’invito fattoci dalla popolazione di Garriguella, secondo un calendario di relazioni di buona amicizia non scritto, ma che si rinnova spontaneamente ogni due anni circa. La maggior parte del nostro gruppo è partita da Onore con il pullman, e raggiunto l’aeroporto di Orio si è imbarcata sul volo Ryanair per Gerona, con destinazione finale Garriguella, dove un piccolo drappello di nostri Bikers e un paio di nostri traduttori ufficiali, che già ci avevano preceduti, ci aspettavano. A Gerona siamo stati accolti dagli Alcaldes, nuovo e vecchio, e dalla nostra Bruna e dopo un breve viaggio nella morbida luminosità vespertina che si stendeva sul Montseny siamo arrivati a Garriguella. In occasione di ogni incontro credo che un po’ in tutti noi si rinnovi, oltre all’entusiasmo, un po’ di preoccupazione legata al fatto di sentirsi non completamente padroni del loro idioma, ma la calorosità dell’accoglienza che viene manifestata con sorrisi e gesti è talmente forte, che in pochi attimi ci si sente a proprio agio: la magia si è ripetuta anche questa volta! E, secondo una ritualità ormai consolidata, l’incontro e l’accoglienza amicale hanno avuto inizio con la condivisione del cibo, “l’acqua e il pane” e naturalmente anche molto di più, come gli splendidi “embotites”, l’immancabile “pan tomaca”, frutta e golose torte. Il sabato mattina, di buon ora, mentre ancora la leggera nebbiolina tipica del “veranito” aleggiava sui campi e sulle vigne, ci siamo recati nella “finca”, armati di secchi e cesoie, per iniziare la vendemmia. Dopo alcune concise istruzioni per garantirci la sicurezza “La punta delle cesoie deve guardare in su, altrimenti le dita …se cortan!” la vendemmia è iniziata, ed anche i dispetti tipici del lavoro in vigna, come i “mostacc”! Tra canti, risate, foto ricordo i secchi si sono riempiti velocemente di uva, poi concentrata nei mastelli e riversata sui trattori. Dopodiché, per riequilibrare i nostri abbassati livelli di glucosio a seguito del lavoro nella vigna, abbiamo raggiunto il santuario della Mare de Deu del Camp dove, all’ombra di pini secolari, per noi era stato allestito uno spuntino altamente energetico a base di pane, aringhe e buon vino, alimenti tipici usati dai vendemmiatori per rifocillarsi dopo il duro lavoro. Riposati e rienergizzati, in corteo abbiamo raggiunto la Cooperativa agricola dove l’uva è stata posta nei mastelli e alcuni di noi hanno provato la particolarissima esperienza di pigiare l’uva con i piedi …, mentre altri hanno assaggiato il prodotto della pigiatura “pedestre”, cioè il dolcissimo, rosato, e probabilmente “saporito” succo dell’uva appena pigiata! Naturalmente non è mancato un giro di “poron” con Garnatxa che, in accoppiata con il sole di mezzogiorno, ha contribuito in modo importante a riscaldare la compagnia! Dopo una breve pausa di riposo, c’è stato il momento dell’inaugurazione dei nuovi spazi espositivi realizzati dall’Amministrazione nel centro di Garriguella e la visita della bellissima mostra fotografica e di oggetti tradizionali sul tema “Terra i vida”. La sera ci siamo ritrovati tutti nel Salone delle feste, per l’occasione addobbato in modo splendido con fotografie e disegni relativi all’uva ed alla vendemmia alle pareti e con tavolate decorate con melograni, uva, fiori, rami che ci hanno avvolto con profumi e colori. È stato nuovamente il momento della convivialità, della condivisione del cibo, che ha favorito la comunicazione di parole e sentimenti; dell’ufficialità, con i discorsi del nostro Sindaco e dell’Alcalde; ed 1 8 anche dell’allegria, del gioco, della musica e dei balli che un gruppo di musicisti e ricercatori di tradizioni popolari ci ha fatto ascoltare e sperimentare, invitandoci e coinvolgendoci nei balli. La domenica è stata la giornata dedicata alla visita delle altre Cantine di Garriguella, dove si produce la tradizionale Criança e il Cava, tra i più pregiati di Spagna, ed anche dell’Oleificio, dove abbiamo potuto vedere come avvengono le lavorazioni e l’imbottigliamento di uva ed olive. Per pranzo i nostri amici ci hanno servito dei piatti della loro tradizione gastronomica, un rantxo tipico di fine autunno, buonissimo anche se forse un po’ troppo “riscaldante”, data la temperatura elevata del veranito! Ed alla fine, ancora una volta è giunta l’ora dei saluti … e la malinconia ha fatto di nuovo capolino in noi e in loro: come sempre, senza farsi sentire, si è insinuata pian piano negli spazi minimi tra una risata e l’altra, tra una confidenza rivelata ed una ascoltata, tra un sorso di vino ed un boccone di pane, tra una parola distorta ed una azzeccata. Il valzer delle candele, con la sua armonia struggente, ci ha fatti stringere ed abbracciare, e poi ancora i saluti, i canti, i baci, i doni, le promesse e gli arrivederci al prossimo incontro … ed alla fine le porte del pullman si sono chiuse, mentre il sole si avviava al tramonto, mettendo fine a due giorni intensi e ricchi di empatia. Bello, siamo stati bene. Credo che ognuno di noi sia tornato a casa arricchito di emozioni, di ricordi, di esperienze, di condivisioni, di conoscenze per se stesso e pronte da condividere in famiglia, con gli amici, con i conoscenti qui a casa e che altrettante ne abbia create tra coloro con cui è stato a Garriguella. È questa l’ambizione del nostro gemellaggio: vivere condivisioni e scambi che ci permettano di allargare la cerchia delle persone con cui stare bene, di sostenerci reciprocamente, superando anche i limiti di ambienti ed idiomi diversi dal nostro, e nel contempo migliorando la conoscenza di noi stessi, delle nostre abitudini e tradizioni, consolidando le amicizie e le relazioni all’interno della nostra comunità. P.A. Purtroppo passa sempre molto tempo tra un gemellaggio e l’ altro, ma ogni incontro, anche a distanza di anni, lascia sempre qualcosa nel cuore di tutti coloro che partecipano a questa bella iniziativa portata avanti ormai da tempo… Il 25 settembre nel primo pomeriggio, un gruppo di onoresi si sono ritrovati in piazza dove ci attendeva il pullman che ci avrebbe portato all’ aereoporto per partire alla volta di Garriguella; già durante il viaggio si assaporava un’aria festosa che è continuata quando verso le 19.30 siamo giunti nel piccolo paesino spagnolo dove ci attendevano le famiglie ospitanti e anche alcuni onoresi che da Onore avevano raggiunto Garriguella più sportivamente (con la bicicletta). Dopo vari saluti e un piccolo rinfresco in oratorio ognuno di noi veniva affidato alla propria famiglia e si concludeva la serata a sorpresa in loro compagnia. Durante i due giorni di permanenza, siccome il tema base era la vendemmia, abbiamo percorso un itinerario che riguardava questo antico lavoro, svolto fin dagli inizi del secolo. Ci siamo cimentati nella vigna a fare le veci dei vendemmiatori esperti: tagliando, potando, pigiando, torchiando e tutto quello che serve per ottenere un buon vino. Fra pranzi e cene, organizzate in grande stile, che rallegravano la nostra permanenza abbiamo visitato vecchie cantine e moderne fabbriche di vino notando le varie differenze. Dopo tanti bei momenti trascorsi in compagnia purtroppo è giunta l’ ora dei saluti. A malincuore abbiamo salutato tutti, con qualche lacrimuccia al seguito e siamo ripartiti verso Onore. Per me è sempre una bella esperienza sia in compagnia delle persone di Onore che di quelle di Garriguella!! Ci rende felici come queste persone, tanto lontane da noi, ci accolgono sempre con molto entusiasmo ed ospitalià. Arrivederci al prossimo gemellaggio, ad Onore! Arianna 1 9 CRONACA DI UNA PARTITA SPECIALE Sabato 04 Luglio 2009 presso il centro sportivo “Gregorio Conti” di Onore si è svolta un’amichevole di calcio internazionale tra le formazioni di Onore Vs Garriguella . Ecco la cronaca : La partita, che rientra nell’ambito del gemellaggio, è molto sentita in paese . A tal proposito parecchi giocatori onoresi , si preparano alla sfida facendo un pranzo adeguato : polenta e brasato , sorseggiando un Sassella del 2002… Le squadre fanno il proprio ingresso in campo, accolti da canti e balli del discreto pubblico presente in tribuna nonostante la giornata sia cupa e piovosa. Il tifo locale è gestito dal traduttore ufficiale Guglielmo Schiavi che cerca in tutti i modi di incitare e spronare i ragazzi di Onore!!!! La pioggia e le raffiche di vento non danno tregua ai contendenti, l’atmosfera in campo è molto frenetica e calda , ma l’arbitro designato è uno che ci sa fare e fischia in modo corretto senza favorire nessuna squadra … (pinocchio) La partita fila via che è un piacere con azioni rapide e interessanti; il campo scivoloso rende il gioco più spettacolare ma con qualche fallo di troppo. Il primo tempo si conclude sul 2-2. Nella ripresa gli spagnoli prendono decisamente il bandolo del gioco e nel giro di 20’, mettono al sicuro il risultato che alla fine è 5 a 3 per Garriguella; al termine della gara, i ragazzi stremati ma felici, si stringono la mano: non ha perso nessuno ma ha vinto lo sport. La squadra catalana c’è da dire che è stata superiore ed ha meritato di vincere ma, non dimentichiamoci che la squadra di Onore era formata per la maggior parte da giocatori del Csi a 7 giocatori (+ qualche ritocco per completare la rosa) e quindi la struttura della squadra non era così consolidata come quella spagnola. Avrei potuto scrivere formazioni, goal ecc., ma penso che la cosa più importante non sia stato il risultato ma il gemellaggio che speriamo continui anche nello sport : tra l’altro ci hanno invitato per agosto del 2010 in Spagna x la rivincita !!!! E poi diciamola tutta … la Spagna quest’anno dal punto di vista calcistico ha vinto europeo e coppa campioni ( ricordiamoci che il Milan ne ha vinte 7), e neanche noi siamo riusciti a fermare la forza di questa nazione !!!!!!!!!! Conclusa la sfida c’è stato un terzo tempo con salame, prosciutto cotto, patatine, ecc. con fiumi di birra che vi assicuro è stata maggiore dei litri di acqua che sono scesi durante il giorno; anche questo fa parte dello scambio culturale … In conclusione ringrazio di cuore chi ha permesso la riuscita di questa avvincente sfida, i giocatori che hanno aderito con entusiasmo alla gara, l’arbitro e gli spettatori che hanno animato la giornata. Si conclude la cronaca di una partita speciale, speciale come questo gemellaggio con Garriguella! 2 0 Quattro generazioni Onore, agosto 2009 La famiglia Schiavi Gherardi Delfina festeggia con la figlia Irene e la nipote Edy la nascita di Loris, raggiungendo la quarta generazione. Tutta la brigata Schiavi Gherardi pongono un affettuoso augurio al pronipote e genitori Edy e Alberto. Giorgia e Carlotta Bergamini In occasione del Battesimo di Giorgia e Carlotta, si sono riunite quattro generazioni. Nella foto le piccole Giorgia e Carlotta con la bisnonna Olimpia, la nonna Rosanna e il papà Massimo. Tutti i parenti augurano tanta felicità alle piccole. 2 1 Nuovi arrivi Riccardo Erbisti 15.03.2009 Silvia Schiavi 20.12.2008 Elena De Rosa 30.04.2009 Aurora Savoldelli 11.12.2008 Fabio Viti 26.09.2009 2 2 Bono e gli alpini “Ti voglio bene non solo per quello che sei, ma per quello che sono io quando sto con te. Ti voglio bene non solo per quello che hai fatto di te stesso, ma per ciò che stai facendo di me. Ti voglio bene perché tu hai fatto più di quanto abbia fatto qualsiasi fede per rendermi migliore, e più di quanto abbia fatto qualsiasi destino per rendermi felice. L’hai fatto senza un tocco, senza una parola, senza un cenno. L’hai fatto essendo te stesso. Forse, dopo tutto, questo vuol dire essere un amico” E’ il pensiero di un “anonimo” che ben si coniuga con i sentimenti di stima, amicizia, sensibilità e, anche un po’ di goliardia, che animano il rapporto creatosi fra gli alpini di Onore e il “nostro” Bono. Per rinsaldare tali affetti gli alpini e Bono sono diventati ognuno parte integrante dell’altro, dove c’è Bono ci sono gli alpini, e viceversa. E così in una serata d’agosto si sono ritrovati in Maslana, ospiti in villa da Fiorenzo, per dividere e condividere tutto ciò che di più bello la vita ti dà: l’amicizia ! … Certo a volte bisognerebbe chiedere anche a Bono se i mezzi di trasporto , carriola piuttosto che la groppa, siano i più comodi e agiati,… magari non lo saranno, certo è un’ ulteriore dimostrazione di affetto e attaccamento! Auguriamoci che questa bellissima sensibilità continui ad animare la vita non solo degli alpini, ma di tutta la nostra comunità di Onore. Auguri nonna Ancilla Lo scorso 25 agosto Ancilla Colotti ha festeggiato i suoi primi 90 anni. Attorniata dai figli e dalle figlie, con rispettive famiglie che con immenso affetto le augurano un mondo di bene. Grazie mamma, grazie nonna per quanto hai fatto per noi. QUELLO CHE CONSERVI PER TE L’HAI GIA’ PERDUTO QUELLO CHE DONI SARA’ TUO PER SEMPRE L’incontro con tante persone lascia sempre una gioia nel cuore. È stato così anche quest’anno con il nostro mercatino, pieno di tutto, dalle piccole cose, alle cose più impensate. All’inizio eravamo preoccupate perché il cambio dell’ambiente provoca sempre un certo disguido. Poi è andata meglio di quello che pensavamo. Molte persone ci hanno manifestato la loro idea dicendo che l’ambiente era molto bello, preparato bene e accogliente. Grazie anche al Sindaco e alla sua sensibilità abbiamo potuto ancora una volta condividere con molti il cammino della solidarietà, nella gioia e nell’attenzione all’altro. Alcuni giorni fa mi ha telefonato una signora che trascorre a Onore il periodo delle vacanze, ringraziando ancora di tutta la comprensione che abbiamo avuto nell’ascoltarla. Il ricordo di tanti volti incontrati e delle emozioni vissute, ci portano a dire a tutti un grande grazie di vero cuore. Oggi c’è bisogno di una nuova missionarietà, meno materiale, più spirituale, meno attenta alle cose e più attenta alle persone. Grazie a tutte le persone che hanno contribuito portando giocattoli, suppellettili e varie. La provvidenza ha fatto il resto, tanto è vero che il ricavato è stato come quello dello scorso anno di euro 10.200,00. Sono stati così suddivisi: euro 5.000,00 consegnati al Parroco, euro 2.000,00 consegnati a Alessio Scandella per la scuola materna, euro 3.200,00 consegnati a Suor Francesca per la missione in Eritrea. Si potrebbe fare di più, se altre persone si unissero a noi a vivere questa bella avventura. Grazie ancora di cuore per averci dato la possibilità di aiutare qualcuno. Per il gruppo: Rosalba 2 3 Carissime Suor Francesca e fraternità di Varese, Siamo molto riconoscenti dell’offerta che ci avete inviato per i nostri e i vostri poveri bisognosi del pane. Grazie al vostro grande aiuto potremo sfamare molti poveri in particolare famiglie povere con i loro bambini. Questo vostra solidarietà stupisce molto la gente che attraverso di voi scopre la Provvidenza Divina, la MANO di Dio che sempre nutre i suoi figli e ha cura di loro. Carissime sorelle, già da tempo condividete la realtà di questo Paese ma il problema della fame oggi è diventato ormai cronico per: guerra, siccità e anche per la crisi economica mondiale che di conseguenza ha fatto salire i prezzi dei viveri cosi che la povera gente non può più far fronte. Come sempre purtroppo le vittime sono i bambini, gli anziani e le famiglie povere che non possono permettersi una normale alimentazione e mancando il pane anche le malattie si diffondono più facilmente e le risorse per combatterle sono scarse se non nulle. Carissima Suor Francesca e sorelle purtroppo questo nostro Paese è destinato a soffrire anche quest’anno non ha piovuto e con la siccità non si è potuto avere nessun raccolto quindi la situazione della fame continua ed è peggiorata, pero siamo certe che il Creatore prenderà cura delle sue creature. Infatti Lui quando noi non ce lo aspettiamo manda delle persone che si prendono pensiero di noi. Voi siete queste persone nostre compagne di viaggio e grandi collaboratori nostri perché ci aiutate a rendere felici tanti fratelli disagiati perciò vi sono molto riconoscente per la solidarietà umana e cristiana e fraterna anche se non sapremo “MAI RINGRAZIARVI ABBASTANZA”. Da parte nostra vi assicuro sempre il ricordo nella mia preghiera ma contiamo anche sulla vostra perché il nostro Paese trovi pace, serenità e sviluppo, si liberi dalla povertà e possa presto uscire da questa terribile situazione di fame. Cara Sr. Francesca la preghiera reciproca ci accompagni nel nostro cammino quotidiano. Grazie ancora di cuore e per tutto!!! Con grande affetto e riconoscenza. Roma, 24 ottobre 2009 suor Angelica Weldegiorgis Carissimi Parrocchiani di Onore Siamo molto riconoscenti dell’offerta che ci avete inviato per i nostri poveri bisognosi del pane. Grazie al vostro grande aiuto potremo sfamare molti poveri in particolare famiglie povere con i loro bambini. Questa vostra solidarietà stupisce molto la gente che attraverso di voi scopre la Provvidenza Divina, la MANO di Dio che sempre nutre i suoi figli e ha cura di loro. Carissimi benefattori, il problema della fame in Eritrea oggi è diventato ormai cronico per: guerra, siccità e anche per la crisi economica mondiale che di conseguenza ha fato salita nei prezzi dei viveri cosi che la povera gente non può più far fronte. Come sempre purtroppo le vittime sono i bambini, gli anziani e le famiglie povere che non possono permettersi una normale alimentazione e mancando il pane anche le malattie si diffondono più facilmente e le risorse per combatterle sono scarse se non nulle. Cari fratelli benefattori purtroppo questo nostro Paese è destinato a soffrire anche quest’anno non ha piovuto e con la siccità non si è potuto avere nessun raccolto quindi la situazione della fame continua ed è peggiorata, però siamo certe che il Creatore prenderà cura delle sue creature. Infatti Lui quando noi non ce lo aspettiamo manda delle persone che si prendono pensiero dei nostri fratelli più poveri. Voi siete queste persone nostri compagni di viaggio e grandi collaboratori nostri perché ci aiutate a rendere felici tanti fratelli disagiati perciò vi sono molto riconoscente per la solidarietà umana e cristiana e fraterna anche se non sapremo “MAI RINGRAZIARVI ABBASTANZA”. Da parte nostra vi assicuro sempre il ricordo nella mia preghiera ma contiamo anche sulla vostra perché il nostro Paese trovi pace, serenità e sviluppo, si liberi dalla povertà e possa presto uscire da questa terribile situazione di fame. Grazie ancora di cuore e per tutto!!! Con grande riconoscenza. Roma, 24 ottobre 2009 suor Angelica Weldegiorgis Natale per me … È credere che la misericordia di Dio è più grande di ogni peccato. Parola di Gesù. È credere che se ho un pizzico di fede in più posso cambiare il mondo. Parola di Gesù. È non lamentarmi del mondo che va male, ma vedere quel che posso fare per gli altri, senza giudicare e condannare. Così ha fatto Gesù. È continuare ad amare anche se incompreso, offeso, isolato, tradito. Gesù lo fa prima di me. È piangere sul mio peccato, non per disperarmi ma per pentirmi e convertirmi. Paola di Gesù. È fare una telefonata a chi non ha più mani e comunica solo con la voce, è scrivere una lettera a chi è nel dolore. Questo mi insegna Gesù. È essere amica dei maltrattati, dei soli, dei disperati, degli offesi e dei perseguitati. Gesù è venuto per questi. È non mettermi dalla parte di chi ha più potere e denaro, più salute e dinamismo, più arroganza e presunzione, perché la salvezza dell’anima e il volto di Gesù non si trovano lì, ma a Betlemme e sulla croce. È ascoltare il malato di mente più povero dei poveri, cercando di capirne i misteriosi dolori dell’anima, i baratri che lo spaventano, e riuscire a farlo sorridere. Invoco per questo Gesù. È stare vicino a chi ha perso un proprio caro ripetendogli le parole di Gesù: “Io sono la resurrezione e la vita!”. Auguro anche a nome della Caritas interparrochiale un Santo Natale nel Signore soprattutto agli ammalati, ai soli e agli anziani. Un’amica 2 4 … E son … 40! Ebbene SI! Quest’anno è toccato a noi, classe 1969, tagliare il traguardo dei 40 anni! Ci eravamo sempre detti che i 40 andavano festeggiati… e così è stato: un’intera giornata insieme sul Lago Maggiore. Siamo partiti da Onore alle 6.30. E’ bastato un: “ciao come stai?” con i coscritti che non vedevamo da tempo, e una stretta di mano con i nuovi per creare quella bella complicità che scaturisce dal fatto di avere tutti la stessa età, di aver avuto gli stessi insegnanti, di aver ascoltato la stessa musica, di aver seguito la stessa moda e di esserci divertiti nello stesso modo… ! Ripensando alla nostra giornata, possiamo dire di non esserci fatti mancare nulla. Giusto il tempo di scendere dal pullman e già c’era il traghetto ad aspettarci diretto verso l’Isola dei Pescatori e l’Isola Bella, dove abbiamo visitato il Palazzo Borromeo con il bellissimo giardino esterno. E poi … non poteva certo mancare il pranzo ufficiale in un ristorante al porto, nella veranda a noi riservata, con tanto di torta e la scritta 1969. Quindi, una tranquilla e “digestiva” passeggiata per le stradine della vicina Stresa (non si rinuncia mai ad una sbirciatina ai negozi); dopodiché tappa alla Statua di San Carlo Borromeo. Quindi … il viaggio di ritorno con ancora tante chiacchiere, tantissime risate e un’infinità di canzoni (non ne abbiamo finita una ma cantare insieme fa bene!). Alla sera, per concludere, una pizza con tanto di omaggio da parte degli uomini (veri gentlemen) alle donne! Infine … camomilla o giù di lì, si perché alla fine sono sempre 40! Un po’ di stanchezza (lo diciamo?), un pizzico di nostalgia ma, soprattutto, la promessa di rivederci presto!!! Coscritti 1969 I nostri cari alpini, l’11 ottobre scorso, sono stati invitati a Boario Terme per la trentesima “Ottobrata”. La giornata è stata organizzata dall’Associazione Nazionale Autieri d’Italia, Sezione di Valle Camonica. Gli alpini sono partiti con i mezzi militari messi a disposizione del caro amico Sergio Colombo e a Boario hanno ottenuto un successo strepitoso. Molteplici sono stati i ringraziamenti e le lodi per la loro attiva partecipazione. Perciò, si può affermare che la giornata è stata più che positiva. 2 5 Riparata la scalinata della nostra Chiesa Un altro enconiabile lavoro portato a termine dagli instancabili volontari. La scalinata della nostra Chiesa, fatta a pezzi da alcuni vandali con le proprie motociclette, è stata riparata e ripulita, sono state inoltre posizionate due catene (una in cima e una in fondo) in modo da impedire a futuri maleducati di transitare sulla scala con i propri mezzi motorizzati. Che dire? Di nuovo grazie a tutti i volontari, alpini e non alpini, che ancora una volta si sono distinti per capacità, operosità e generosità! 2 6 17-18-19 Luglio QUARANTESIMO DEL BAR PINETA Nel lontano 17 luglio 1969 nasceva il Bar Pineta. La nonna Rita ci raccontava sempre delle notti passate con i nostri storici clienti che, dopo la settimana di lavoro in Svizzera, tornavano a casa e amavano passare notti intere davanti al piumino. Si organizzavano diversi tornei, dalle bocce alla briscola, che si conserva ancora oggi. E poi ogni anno ognuno dava il proprio aiuto per organizzare la famosa Porchetta: davanti ad un bel bicchiere di vino ci si dava il turno per girarla e farla diventare ben cotta e croccante. Sono passati quarant’anni, ma la voglia di ricordare quei momenti rimane. Cosi sono andata a ripescare qualche fotografia per esporla in questi tre giorni di festa. Per festeggiare l’anniversario abbiamo organizzato 3 semplici serate: Venerdì 17 il coro Presolana si è esibito in canti popolari. La serata si è conclusa con un rinfresco, torta e brindisi e un canto in compagnia! Sabato 18 la mattina a buon ora i nostri cari aiutanti hanno acceso il fuoco e hanno da subito cominciato a girare e rigirare le 2 porchette. La sera alle 20:00 cena con porchetta e polenta, punta ripiena, arrosti e tanto bere. La serata è stata intrattenuta da Antenna 2 e Tony Tranquillo. Domenica 19 nell’orario dell’aperitivo Karaoke diretto da Barbara Barbieri. Per finire, colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a darci un aiuto durante la festa: i nostri cuochi e cuoche infallibili; i ragazzi che ci hanno aiutato a sistemare i tavoli; il comune per averci permesso la chiusura della piazzetta; i nostri vicini per la loro disponibilità. Insomma un grazie di cuore a tutti, sperando che questi 3 giorni di festa siano stati graditi! 2 7 Anniversario di Matrimonio Comunitario Il 15 novembre u.s., la nostra Comunità si è ritrovata in Parrocchia per la celebrazione della festa degli anniversari, dove tutte le coppie interessate hanno partecipato alla funzione della S. Messa e hanno riconfermato il loro sì. La festa si è poi conclusa al ristorante “Al Giropizza” dove tutti insieme hanno trascorso una giornata in allegria e spensieratezza. Grazie a tutti e soprattutto a Don Antonio ed alle organizzatrici di questa simpatica tradizione e ... arrivederci al prossimo anno. La Madonnina di Büldet di Raimondo e Rina Schiavi Sabato 29 agosto 2009 è stata una giornata molto importante e significativa per i nostri genitori, in quanto è stata inaugurata: “La Madonnina di Büldet”. Per chi non lo sapesse i nostri genitori si erano ripromessi che al termine della ristrutturazione della Baita in Büldet, l’avrebbero dedicata alla Madonna a seguito della terribile esplosione della bomba nell’agosto del 1982 che colpì la nostra famiglia e fu solamente per grazia ricevuta che non vi furono vittime. Nel pomeriggio si è svolta la celebrazione della Santa Messa, la benedizione della statua lignea, opera dello scultore Conrad Moroder di Ortisei (lo stesso che ha scolpito la statua dell’Assunta presente nella nostra Parrocchiale e la statua della Madonna dell’acqua presente nella cappelletta a Lei dedicata in Via Danghelo). Al termine si è allietata la giornata con un rinfresco. È stata una festa indimenticabile e non priva di commozione per noi tutti. Ringraziamo ancora i nostri genitori, tutte le autorità presenti, il Reverendo Don Antonio, il Coro della Presolana, amici, parenti e tutti i partecipanti … aspettandoli, come da promessa, d’ora in avanti ogni anno all’ultimo sabato di agosto! Grazie I vostri figli 2 8 Sport e Tempo Libero NASINSU’ – CRE 2009 Lo spettacolo di un cielo stellato lascia tutti a bocca aperta. L’immenso, l’infinito, l’imperscrutabile sta sopra ognuno di noi. A volte basta alzare lo sguardo, mettersi col naso all’insù, e lasciare che la meraviglia esca spontanea dal nostro cuore, dalla nostra anima. Chi ha studiato il tema dei cre-grest per le diocesi lombarde quest’anno ha voluto mettere ragazzi e animatori sulla strada della meraviglia, aiutandoli ad alzare il proprio naso, per vedere in ogni stella un dono e a pensare al dono più importante che ci accompagna dalla nascita, quello della vita. Il mese di luglio, come ormai di consuetudine, i ragazzi delle parrocchie di Fino del Monte, Onore, Rovetta e San Lorenzo si sono ritrovati per condividere l’esperienza del gruppo estivo, tra giochi, laboratori, schiuma party, gite in montagna e in piscina, ma sono stati tanti anche i momenti per incontrare Colui che ha creato il cielo, il quale si può contemplare solo mettendosi con il naso all’insù. Non sono mancati i momenti trascorsi in compagnia dei genitori, i quali hanno potuto cimentarsi in gare di canto e ballo nella Corridacre o sfidandosi su due ruote nell’immancabile biciclettata. Nonostante spesso sia capitato di alzare lo sguardo verso un cielo scuro che prometteva pioggia, la Provvidenza ci ha decisamente accompagnato lungo il nostro cammino estivo, permettendoci di vivere un altro Cre indimenticabile. Un grazie sincero a chi ha reso possibile la realizzazione di questo progetto che ha coinvolto più di cinquecento persone tra ragazzi, animatori, mamme dei laboratori e addetti ai lavori più nascosti, ma altrettanto importanti. Un arrivederci all’anno prossimo, ricordandoci di alzare sempre lo sguardo, affinché sia la meraviglia a guidarci anche nel cammino che sta per ricominciare. Per motivi familiari quest’anno ho partecipato come “animatrice “ al CRE. All’inizio mi sentivo un po’ spaesata anche perché non avevo dimestichezza con questo tipo d’iniziativa, ma dopo pochi giorni grazie anche alla gentilezza e alla cortesia delle altre” mamme animatrici”, mi sono sentita parte del gruppo come se fossi sempre stata lì con loro. Stando a contatto con i ragazzi e i loro animatori ho potuto constatare come l’armonia tra loro coesisteva nonostante le varie differenze: età, paesi diversi, culture e scuole. Tutto questo grazie a Don Mauro che da anni coadiuva e segue con particolare attenzione questi giovani. Il suo impegno non si presta solo nel periodo estivo ma continua anche per tutto il resto dell’anno seguendoli e aiutandoli nel difficile processo di crescita: primo con i suoi preziosi consigli e soprattutto con gli incontri di preghiera. Don Mauro ha creato così un gruppo di ragazzi veramente fidato: è lui l’artefice della buona riuscita del CRE. Ovviamente, è anche aiutato da un numeroso gruppo di mamme che si ingegnano ogni anno nell’aiutare i ragazzi inventando laboratori creativi e merende gustose e salutari per i nostri ragazzi. Mentre i giorni passavano, ho notato come dei ragazzi di sedici e diciassette anni si prendevano cura dei ragazzi diversamente abili con amore e pazienza asciugando nasi colanti e aiutandoli in circostanze anche più cruciali nel modo più naturale possibile. Ho visto il loro impegno anche nel sociale, si sono prodigati nel raccogliere generi alimentari di prima necessità per confezionare pacchi per le nostre famiglie più bisognose che in questo momento di crisi economica stanno aumentando. Sono rimasta piacevolmente colpita da questi giovani, visto i tempi in cui viviamo, dove l’egoismo e la non educazione sembra la moda del momento, la mancanza di rispetto per le regole e le varie trasgressioni la fanno da padrone, i valori così importanti si sono persi per rincorrere il divertimento a qualsiasi costo. Spero di ripetere questa bella esperienza anche l’anno prossimo e voglio dire a tutti i ragazzi che animano il CRE: bravi continuate così, non vergognatevi di dimostrarvi come siete realmente: semplici e pieni di amore da donare a chi ne ha veramente bisogno. Claudia 2 9 TAGLIATA di Cervia – Mare adolescenti 2009 17 – 24 agosto: INDIMENTICABILE! Forse sarà solo una parola, ma quando “indimenticabile” assume un volto e diventa una persona, allora le cose cambiano e mi convinco che per molti il mare è stato qualcosa di più che un’esperienza durata solo una settimana. Ora restano tanti ricordi impressi sulle fotografie, che nel tempo forse si cancelleranno, ma il dono di aver ricevuto e poi condiviso insieme un’esperienza unica, quello invece rimarrà indelebile. E poi quella data da segnare. Per qualcuno era un obiettivo, per altri un’occasione da non perdere. Chi c’è già passato e chi no. I preparativi, la lista dei partecipanti, tutto traducibile con una sola parola: Mare!! E questo anno il “mare interparrocchiale” ha preso il nome di Tagliata di Cervia, località turistica sulla riviera romagnola. Puntualissimi alle 4,30 del 17 agosto, dopo aver incastrato per bene ogni valigia, pronti e via, una breve sosta all’autogrill per la colazione e poi avanti tutta sino alla meta: Tagliata di Cervia…Colonia Medusa. Che dire di queste vacanze. Ci si è divertiti, non solo a nuotare e fare scherzi di ogni tipo, ma anche a darsi una mano in cucina, le giornate erano sempre scandite da colazione, proposta della giornata, spiaggia, tornei di calcetto, un buon pranzo e poi di nuovo mare, spaparanzati al sole e dopo una lauta cena pronti per uscire, in sala giochi, go-kart, minigolf e sempre tutti insieme si concludeva la giornata con l’esame di coscienza e la recita della compieta. Dire grazie tante volte può essere scontato, ma questo è un grazie di riconoscenza per tutto quello che si è vissuto; ai nostri ottimi cuochi, che ogni giorno hanno deliziato i nostri stomaci (qualcuno addirittura aumentando di peso), a Don Mauro, dallo spirito giovane e con un cuore grande, e a voi tutti amici, compagni di questa indimenticabile esperienza. Infine credo che chi ha vissuto e condiviso tutto ciò uscendone soddisfatto, lo è perché si è lasciato guardare da Dio, senza aver paura di andare controcorrente, cercando di essere “diverso”, testimoniando la semplicità che viene da Gesù, quella che risiede nelle piccole cose, nei piccoli gesti di ogni giorno. Ora se chiudo gli occhi vedo tante facce sorridenti, sento gli abbracci e se rimango in silenzio sento ancora le voci: Grazie! 3 0 Dall’Oratorio Il tempo passa inesorabilmente: i bambini crescono, i giovani iniziano a progettare il loro futuro, i genitori non smettono di darsi da fare per donare il meglio ai loro figli e la voce sapiente dei nostri cari nonni rimbomba nei nostri cuori. La nostra vita s’intreccia con quella degli altri e i momenti per stare bene insieme diventano sempre più importanti perché possiamo gustare fino in fondo la partita della vita. In questi intrecci di storie c’è la nostra casa, il posto dove stiamo bene e ci sentiamo a nostro agio. Il posto dove cresciamo e diventiamo adulti. L’oratorio non sarà di certo la nostra prima casa, ma può essere quel posto in cui insieme possiamo stare bene, e soprattutto sentirci famiglia. Una casa, come tutte le altre, ha bisogno di pulizia, di rinnovamento e di ristrutturazione. Ecco allora che dopo le piogge insistenti dell’estate scorsa e alcuni danni provocati all’interno della struttura, si è deciso di intervenire per rendere ancora vivibile questo spazio, invidiato da tanti per le dimensioni e la possibilità di utilizzo che ne consegue. Sono stati fatti alcuni lavori: il rifacimento del pavimento, completamente nuovo, la messa a punto del palco e una rinfrescata veloce ai muri. Tante cose che unite hanno ridato vita al nostro oratorio; ora magari più colorato, esteriormente più bello, senza però dimenticare che è il posto dove altri prima di noi hanno trascorso momenti di gioia e di fraternità. A testimoniare questo è stata la manodopera, il materiale e il volontariato che alcune persone, con molta semplicità, hanno donato. Proprio per questo motivo anche i costi dell’intervento sono stati relativamente contenuti: circa 4000 euro. A tutte le persone che hanno dedicato tempo e passione va il nostro grazie. Un grazie che si è voluto concretizzare nella cena di inaugurazione il 7 novembre anticipata dalla S.Messa. Il nostro grazie anche a Don Antonio per la disponibilità e la viva partecipazione. Altri lavori sono in programma per la ristrutturazione esterna ma saranno affrontati nella primavera prossima. La casa dell’oratorio torna ad essere abitata! Tra le tante iniziative si ricordano la classica castagnata e la festa di Santa Lucia, i lavoretti natalizi, la festa di Don Bosco, la festa estiva e la possibilità di prenotare il salone per feste private. Non si può dimenticare l’apertura domenicale e del venerdì dopo la catechesi. Tra le cose più preziose c’è sicuramente l’adozione a distanza di Kuyur Prema, una ragazza che per vivere ha bisogno anche del nostro aiuto. Per chi volesse conoscerla un po’ di più, in oratorio ci sono le lettere che abitualmente ci scrive. Bisogna aggiungere altro? Si: un grazie a tutti coloro che durante l’anno si incontrano per organizzare attività e feste, a coloro che si rendono disponibili per i turni e a tutti quelli che in un modo o nell’altro contribuiscono e partecipano alla crescita di questo posto per il bene dei nostri bambini e ragazzi. Le porte sono sempre aperte, a tutti. Ora è facile: un po’ di allegria unita alla compagnia, un po’ di pace, tante voci, tanti suoni, e il gioco è fatto: c'è un posto dove gioca la testa,si muovon le mani, si alza la voce… C'è un posto dove scoppia la festa, s'impara parlando a fare la pace…C'è un posto dove accadono storie, si sentono voci, si sentono suoni: è il nostro oratorio, posto di amici, posto felice. Abitiamolo, sempre di più! 3 1 Un nuovo lutto colpisce il mondo dell'alpinismo bergamasco Dall'Himalaya arriva la tragica notizia della morte di Roby Piantoni, 32 anni di Colere. Era impegnato in una spedizione in Tibet sullo Shisha Pangma (Gosainthan), la quattordicesima montagna più alta della terra, la più bassa dei 14 ottomila. Le sue ultime notizie risalgono a martedì, quando sul suo sito Roby Piantoni annunciava con rabbia di essere dovuto ritirare a causa del forte vento. Poi oggi all'alba è arrivata la notizia della tragedia, della quale al momento si sa ancora molto poco. Roby Piantoni era partito con altri due alpinisti bergamaschi, Marco Astori e Yuri Parimbelli, per lo Shisha Pangma a metà settembre: con loro anche il collega valtellinese Adriano Greco. I quattro volevano scalare la parete Sud, un mondo di roccia e ghiacci, dove alle difficoltà legate alla quota, si sommano anche quelle più strettamente tecniche. L'idea – avevano spiegato gli scalatori prima di partire – era di aprire una via nuova che potrebbe ripercorrere la prima parte del tracciato Troillet-Loretan per poi proseguire sullo sperone roccioso soprastante. La spedizione doveva durare un mese e mezzo: il rientro era previsto, infatti, a fine ottobre. Nella notte tra mercoledì e giovedì, a un mese esatto dalla partenza della spedizione, si è invece consumata la tragedia: un tremendo volo, sulla Sud dello Shisha, e per Roby Piantoni, che si trovava assieme agli altri due compagni bergamaschi Yuri Parimbelli di Seriate e Marco Astori di Dossena, non c’è stato più niente da fare. Proprio Astori ha comunicato la drammatica notizia: «Mi ha chiamato verso le tre – racconta Ennio Spiranelli, scalatore di Nembro – era sconvolto, piangeva e mi ha solo detto: “Roby è volato”, poi mi ha richiamato Yuri spiegando che l’incidente è capitato lungo la via degli inglesi, durante il tentativo alla vetta». Attorno a 6.700 metri i tre scalatori avevano deciso di tornare sui loro passi, anche per la presenza di molto ghiaccio. Aiutandosi con delle vecchie corde fisse Astori e Parimbelli avevano superato il dislivello, ma proprio in quel frangente, è capitato l’imprevisto a Piantoni, ultimo dei tre, che ha perso la presa scivolando a fianco dei compagni. Un volo fatale. Dopo aver costatato il decesso di Roby, ai due scalatori non è rimasto che calare il corpo in un crepaccio e fare quindi rientro alla base. Roby Piantoni era conosciutissimo fra gli alpinisti. La passione per la montagna, ereditata dal padre, era fortissima. A 15 anni (1992) aveva compiuto la «Via Denise» in Presolana aperta dal papà Livio nel 1975. Con lui c 'era Simone Moro. Dopo l'impresa, tornando a casa, aveva consegnato alla madre e alla sorella i chiodi piantati dal padre in parete. Il suo sogno è sempre stato il Pukajirla in Perù dove morì suo padre, ma nonostante un tentativo non riuscì mai a conquistare la vetta. Livio Piantoni morì appunto durante la spedizione in Sud America, il 14 luglio 1981. In quella circostanza morirono anche Italo Maj e Nani Tagliaferri, mentre Rocco Belingheri e Flavio Bettineschi si salvarono. Nel 1997 Roby Piantoni riuscì a realizzare il sogno di papà Livio di aprire una nuova via sulla Presolana che lo stesso avrebbe dedicato al figlio: impiegò dodici ore per salire il versante nord assieme a Flavio Bettineschi di Colere. Tratto da “L’Eco di Bergamo” Roby Piantoni: IL MIO PROFILO Nato nel 1977, ho sempre vissuto in un ambiente di montagna, che inevitabilmente e nella maniera più naturale mi ha portato a essere un appassionato di montagna, dell’aria aperta, della fatica, della neve, della roccia e di tutto quello che la montagna può offrire. Fin da piccolo mi è sempre piaciuto camminare nella neve, anche alta, con la faccia e la mandibola quasi addormentate dal freddo, oppure svegliarsi al mattino presto e camminare nei prati ancora umidi... A 20 anni (ottobre 1997) ho passato la selezione per accedere al “corso per aspirante Guida Alpina”. Il corso si è rivelato molto impegnativo sia a livello economico sia fisico-mentale: è durato circa 110 giorni diluiti in due anni (tra il 1998 e il 1999). Una vera e propria “università itinerante della montagna” con tantissimi esami pratici in varie discipline (roccia, sci, sci-alpinismo, ghiaccio e alta montagna) e altrettanti esami teorici (orientamento, marketing, nivometeorologia, aspetti medici, meteorologia, etc.) seguiti da un lungo periodo di praticantato. Il 2003 è stato per me un anno estremamente significativo per due motivi: finalmente, dopo altri 7 giorni d’esame pratico in primavera, 7 in autunno e uno teorico nella sede della reg. LOMBARDIA a Milano, ho ottenuto il tanto sospirato diploma di GUIDA ALPINA, MAESTRO DI ALPINISMO!!! L’altro fatto importante è la scalata, il giorno 20 luglio, del mio primo 8000! Il Gasherbrun 2, una bellissima montagna Pakistana dalla forma piramidale quasi perfetta. Dal 2003 in poi ho deciso che la mia vita si doveva svolgere in montagna! Purtroppo però ci sono momenti, come questi, che ti ritrovi al computer e molto lentamente cerchi di scrivere qualcosa di te stesso, qualcosa che magari per tua natura, per natura di tutte le persone di montagna un po’ “gnucche”, stenta a uscire dalla testa, spostarsi sulle punte delle dita che battono a un ritmo stentato su quest’antipatica tastiera! Comunque sia, come per tutti, ci sono momenti di lavoro e momenti di svago. Ho però la fortuna di poter dire che spesso mi diverto lavorando, accompagnando gente in montagna, insegnando lo sci fuori pista o le attività di montagna o, ancor più impegnativo e gratificante, intraprendere viaggi o trekking con dei clienti che inevitabilmente diverranno, alla fine di una bella avventura, amici veri ! Nella primavera del 2004 parto per il campo base del K2 con un numeroso ma affiatato gruppo di trekker, lungo la famosa valle del Baltoro (Pakistan). Un’esperienza bellissima e forte che m’ha spinto a organizzare un altro trekking nell’ottobre 2005, questa volta al campo base della montagna più alta del mondo, l’Everest, e sulla cima dell’Island-Peak, una bellissima montagna di 6186 m ai piedi della sud del Lhotse. Il gruppo, seppur piccolo (6 compreso io) era vivacissimo e molto “casinista”: in un pub a Nanche Bazar c’è stato un duello a carambola…all’ultimo colpo di stecca, a Temboche (3800 m) una sfida “Italia-Monaci Buddisti” a pallavolo e a Periche, oltre i 4000 m, una partita di calcio “Italia-Nepal” giocata sul filo della regolarità e vinta dalla nazionale ospite 15 a 14…solo grazie ad una superiorità tecnica di una nostra giocatrice (!?). Nell’autunno 2004 e in primavera 2005 ho organizzato e partecipato a due spedizioni alpinistiche, rispettivamente al Manaslu (8163 m, Nepal) e al Broad-Peak (8048 m, Pakistan). Nel 2006 ho coronato un sogno infantile, una di quelle cose che pensi da piccolo...e poi ti capita che durante la vita la realizzi: scalare l'Everest, la montagna più alta di questo pianeta, senza l'uso di bombole d'ossigeno! Ogni sera e ogni mattino il mio cervello rivive quegli attimi in cui arrivo sul tetto del Mondo! Non ho molto da dire, o meglio, non ho molto da scrivere. Più bello è sicuramente vivere delle esperienze, e raccontarle poi con tranquillità e amicizia a persone che capiscono guardando i tuoi occhi le sensazioni che provi, ma soprattutto…riescono a guardare con i tuoi occhi ! Tratto dal sito: www.robypiantoni.it 3 2 U.S. Onore Calcio – Santo Natale 2009 – Anche quest’anno venerdi 24 e domenica 26 luglio 2009 abbiamo organizzato il 3° Trofeo Notturno di Calcio a 7 “Cristian Beccarelli a.m.” per ricordare il nostro caro amico Cocco. Il torneo ogni anno che passa continua ad avere un successo enorme sia a livello di giocatori partecipanti, sia a livello di pubblico che di intensità agonistica. L’ U.S. Onore Calcio si sente orgogliosa di poter organizzare questa manifestazione e s’impegnerà ogni anno perché questo Trofeo diventi sempre più un “Trofeo Speciale” Per il secondo anno consecutivo l’U.S. Onore Calcio e’ riuscito a mantenere la categoria CSI Dilettanti a 7 Gruppo B, acquisendo la meritata salvezza all’ultima giornata del campionato scorso; per chi fosse “ profano” in materia il CSI Dilettanti a 7 e’ diviso in: Gruppo “ A “ con nr. 1 Girone in tutta la provincia di Bg; Gruppo “ B “ con nr. 2 Gironi in tutta la provincia di Bg; ( il nostro girone); Gruppo “ C “ con nr. 4 Gironi; Gruppo “ D “ con nr. 15 Gironi. Questo significa che per un paese “piccolo demograficamente parlando” come Onore sia un ottimo risultato il mantenimento della categoria……!!! Al termine del campionato scorso però Io, Giuseppe e Lindo eravamo “stanchi” per poter continuare ancora ma… dopo la pausa estiva e sopratutto dopo la riunione solita che facciamo, abbiamo visto l’attaccamento e la voglia di continuare di questo splendido gruppo di ragazzi (non dimentichiamoci che inizia il 6° anno) e grazie anche all’inserimento di nuovi giocatori, giovani e non, di Onore o di paesi limitrofi, abbiamo costruito una rosa di ben 23 giocatori (vedere foto allegata) che va’ a giocare in tutta la provincia di Bergamo con la voglia e lo spirito di divertimento, di gruppo e si spera ancora con la fame di vittoria . Doveroso il ringraziamento a tutto lo staff dell' U.S. Onore Calcio, al Reverendo Don Antonio, al Comune rappresentato dal Sindaco e dall’Assessore allo Sport sempre disponibili alle esigenze, agli Sponsor, al folto e caloroso pubblico che ci accompagna durante le partite casalinghe e in trasferta. Concludendo porgo a Voi tutti un Saluto e un Augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo e vi aspetto come sempre il sabato alle ore 16.30 al Campo Parrocchiale. Il Mister Paolo Schiavi Le pagelle di Salinas - Stagione 2009/2010 NOME PUNTO DI FORZA PUNTO DEBOLE VOTO ANDATA FERRI GIANFRANCO Duttilità Ordine tattico 6 Frizzante IMBERTI STEFANO Piede destro Personalità 5,5 Ragioniere SCHIAVI MICHELE Esperienza Continuità 5,5 Ragazzo dell'Europa SCHIAVI REMO Fantasia Furbizia 7,5 Oro Zecchino ALTINI SIMONE Tecnica individuale Caparbietà 5,5 Cannoniere ferito ELLER RICCARDO Tiro in porta Determinazione 5,5 Croce e delizia SCHIAVI ETTORE Tenacia Ordine tattico 6 Dottore VISINI MATTIA Corsa Colpo di testa 6,5 Freccia orobica SCHIAVI ENRICO Carisma Tenuta fisica 6,5 Faro SAVOLDELLI SEBASTIAN Velocità Esperienza 6 Determinato CAPITANIO DANILO Piede sinistro Equilibrio tattico 5,5 Saltimbanco BECCARELLI FEDERICO Voglia di emergere Esperienza 6 Promessa BUELLI GIUSEPPE Marcatura Nervosismo 6,5 Roccia FRATTINI MATTEO Piede sinistro Velocità 5,5 Esperto GUERINI GIOVANNI Parate plastiche Uscite 6,5 Roccaforte MISTER PAOLO La passione è tanta ; sempre in cerca di nuovi stimoli Stratega SILVIA Un grazie per il consueto aiuto che ci dà Gentile LINDO Solito esempio di impegno e serietà Buon Pastore MIRKO Forse un pochino di parte , ma sempre attento Vigile urbano TIFOSI ABBIAMO BISOGNO DI VOI - SIETE NECESSARI Ossigeno Come avete letto nell'articolo di Paolo , la squadra è formata da 23 giocatori e non sono tutti presenti nelle pagelle . Ho inserito chi ha giocato almeno spezzoni di partita. Sono convinto che durante il campionato verranno utili e un grazie di cuore anche a loro !!!! In pratica mancano all'appello Beccarelli Domenico, Michele Oprandi, Pezzoli Renzo, Vitaly , Schiavi Ivan e Marco Migliorati . E per concludere auguro a tutti BUONE FESTE!!!!!! 3 3 Eccoci qui, l'estate che ci ha salutato e ci ha dato appuntamento all'anno prossimo ma sembra ieri il trambusto e le riunioni per preparare un’estate esplosiva!! Le idee per proporre a tutti serate in allegria e compagnia erano tante...vediamo un po' di fare il resoconto. Abbiamo inaugurato l'estate USO con un pranzo domenicale seguito da tornei di carte e calciobalilla, una vera domenica in famiglia. Una grande famiglia allargata pronta ad accogliere chiunque volesse fermasi a fare quattro chiacchiere, cimentarsi in un torneo o semplicemente guardarsi attorno in un bel clima disteso e rilassato. Il torneo di carte che sembrava faticasse a partire ha preso poi un ritmo incalzante che ha inchiodato ai tavoli i giocatori sino alle 21,00!! Il nostro programma è poi continuato con la seconda edizione della “Töcc de corsa a Righensöl” . Eravamo un po' scettici a dire la verità, il tempo non sembrava proprio dalla nostra parte ma poi qualche raggio di sole ha fatto capolino dalle nuvole e i corridori muniti di bandane colorate si sono allineati alla partenza e …pronti via!!! 38 corridori si sono sfidati su un percorso di circa 7,5 km arrivando poi alla stalla di Sante dove i partecipanti della camminata erano tutti pronti ad applaudire e fare il tifo. Il primo ad arrivare è stato Lazzarini Andrea con soli 27 minuti e 4, premiato da Elisa e Daniela ma non è stato il solo a ricevere un premio. Primo fra gli under 16 Maj Giulio con 34 minuti e poi la prima classificata Cominetti Silvia con 36 minuti e 50 ma ci sono stati premi anche per il più giovane e per il “veterano”. Don Antonio ha celebrato la tradizionale S. Messa presso la cappella di S. Antonio e poi via tutti sul prato pronti per il tipico pranzo di Righensöl con strinù, cotechini bolliti e l'immancabile polenta che ha fatto furore anche fra i nostri amici calciatori di Garriguella nostri ospiti per un torneo di calcio. Ma ecco le nuvole che ci avevano graziato sino a quel momento fare ritorno, per cui una tombolata veloce e poi tutti a casa. Abbiamo salutato agosto con una serata in stile americano, hamburgers, hot dog e le majorette che hanno incantato grandi e piccini con i loro costumi colorati e la maestria con mazze e pon pon, a seguire la classica lotteria con l'immancabile grande tombolata. Ed eccoci all'ultima serata di quest'estate USO 2009...come poteva mancare la serata danzante? Tutti i ballerini sono stati richiamati in pista dal ritmo e l'allegria dei Sole e Luna e tra un ballo e l'altro c'è stato anche il tempo di assaggiare le fantastiche torte preparate per la gara di torte. Ma non è tutto, quest'anno infatti abbiamo dato il via ad una nuova tradizione... il palio delle contrade appuntamento al campo sportivo in un afoso sabato pomeriggio, subito dopo pranzo, per dare il via alle gare! 3 4 Qualche numero: 3 – le contrade ( e 3 i relativi “capicontrada”); 6 – le specialità in gioco; ; 60 – i “contradaioli” che si sono orgogliosamente affrontati; 71- il punteggio finale raggiunto dalla contrada vincitrice; 3 – le carriole fornite dalle contrade e poi utilizzate nel corso della prima sfida, coi bimbi comodamente (più o meno) seduti dentro; 30 – gli spettatori giunti per osservare e tifare; + di 100.000 le goccioline di sudore cadute a terra dalla fronte dei giocatori del tiro alla fune (senza alcun dubbio, la sfida più sofferta, sentita, combattuta e …”adrenalinica”!); un centinaio le caramelle pescate dai bimbi in gara dalle bacinelle colme d’acqua; 30 - le uova utilizzate nella corsa con ... le uova (e nemmeno una rotta!!); 3 – le gambe richieste per la gara di corsa finale. Il tutto condito con: un clima caldo-afoso che proprio non ci aspettavamo ma che ha favorito i classici gavettoni finali tra gli organizzatori; un sentimento “contradal-patriottico” che ha alimentato ogni sfida, ha elettrizzato l’aria riempiendola di sana competitività, ha richiesto più di una volta l’intervento dei giudici di gara per calmare gli animi ma che è sfociato alla fine in un “Usciamo stasera a mangiare una pizza noi “del vicinato” ???”. Semplicemente bellissimo. Questo è lo spirito giusto, questo speriamo sarà lo spirito che ci muoverà l’anno prossimo a partecipare numerosi ... Di più non vi raccontiamo … lasciamo parlare le fotografie e lasciamo giustamente un po’ di suspense: venite l’anno prossimo a vedere coi vostri occhi!! Nell’attesa delle prossime sfide, congratulazioni alla contrada “POZZO” che si è aggiudicata il premio della prima edizione del palio!! BRAVISSIMI!! Bhe che dire? Grazie a tutti voi per la vostra presenza e per il sostegno, vedere tanta gente alle feste che con tanto impegno prepariamo ci ripaga di tutto il lavoro svolto. Un grazie agli sponsor e ovviamente grazie al bel gruppo USO. Grazie di cuore a tutti!!!! Viviana e Marianna …sotto il sole di un'estate... all'U.S.O. Come ormai ogni anno ci ritroviamo alla fine della nostra stagione preferita............ l'ESTATE! Ormai ci ha abbandonato, le serate all'USO sono finite, i preparativi in compagnia e le risate a fine serata, quando la stanchezza affiora, sono ormai solo un ricordo. Quello che possiamo dire di questa estate è che è stata come sempre spassosa e piena di divertimento. Un’estate piena di feste, a partire dalla Corsa non competitiva “Töcc de corsa a Righensol” che quest'anno ha attirato diversi corridori, molti provenienti dai paesi vicini e anche lontani (i nostri amici di Garriguella) La stagione è proseguita con la Festa Americana, la new entry del nostro calendario. Idea fenomenale! Altre feste si sono susseguite e tutte sono state formidabili. Abbiamo concluso con il palio delle contrade, un pomeriggio di giochi trascorso tutti insieme dai più piccolini ai più grandoni!!! la contrada vincitrice è stata Pozzo!!!!!! Quest'estate è volata in un attimo... ma non per questo non ci ha regalato emozioni bellissime.... grazie a tutti i ragazzi dell'USO e a tutta la gente che ha partecipato permettendoci tutto questo!!!! 3 5 Ciao a tutti! Eccoci qui anche quest'anno a “raccontarci” gli esiti di una giornata di festa, quella che oramai, pur essendo solo alla sua seconda edizione, è divenuta per il nostro gruppo “la nostra festa”!!!... E ci permettiamo di pensarlo con una piccola punta di orgoglio, visto il nobile spirito che la anima; anche quest'anno infatti l'intero ricavato della serata è stato devoluto all' AIL, ASSOCIAZIONE ONLUS PAOLO BELLI PER LA LOTTA ALLA LEUCEMIA. La festa ha avuto inizio, come l'anno scorso, nel pomeriggio, perchè come si dice “formula vincente non si cambia”... e così ecco il parco comunale popolato di bambini in compagnia di bravissime educatrici e genitori entusiasti, tutti indaffarati a dipingere sassi di fiume e sagome di legno (che in serata sarebbero servite per una “GRANDE CAUSA”), nonché sperare che la buona sorte facesse vincere loro un premio con la ruota della fortuna. Nel frattempo dietro le quinte il numeroso gruppo era al lavoro per garantire che in serata fosse tutto ok, e dopo aver reso omaggio a San Rocco e alla processione ad esso dedicata, è stata aperta la cucina! Casunsèi, strinù, furmagèla...e ovviamente le nostre torte, che anche quest'anno sono andate letteralmente “a ruba”!! Per mantenere alto il tono della serata, nell'attesa che l'orchestra aprisse le danze, abbiamo estratto qualche numero con la ruota della fortuna, regalando a qualche fortunato premi di diverso genere e valore.... Ma avevamo in serbo ancora una GRANDE SORPRESA per i nostri gentili ospiti, forse la sorpresa più gradita della giornata... una vera e propria CIGLIEGINA SULLA TORTA, quella che chiunque volendo poteva tirare in faccia al nostro primo cittadino!!!! Ebbene sì, perchè SU PROPOSTA PERSONALE (e questo gli rende onore e dà prova del grande senso dell'umorismo che lo contraddistingue), il nostro Sindaco affiancato da due 3 6 splendide veline si è fatto prendere letteralmente a torte in faccia... bhè, ci aspettavamo un certo consenso, ma mai avremmo pensato a quanto abbiamo visto... la folla in delirio!!!!!Scherzi a parte, la serata grazie al lavoro e alla partecipazione di tutti è stata ancora un successo, ed è con grande gioia ed entusiasmo che possiamo comunicarvi che quanto insieme siamo riusciti a donare ammonta a 2000 €, ben 500 € in più rispetto allo scorso anno!!! Ringraziamo quindi di cuore tutti gli amici che hanno collaborato alla buona riuscita della festa e quanti vi hanno partecipato. Un grosso grazie ai ragazzi dell’USO estate per il loro supporto, ai commercianti che hanno contribuito con i prodotti offerti, alle mamme, nonne e amiche che ci hanno permesso di offrire qualche torta in più del previsto. Grazie a tutti e complimenti. Vi auguriamo Buone Feste ed un arrivederci alla prossima. La vecchia guardia 3 7 CENTRO TURISTICO GIOVANILE FREE MOUNTAIN PROMUOVERE LA CONOSCENZA PER VALORIZZARE L’AMBIENTE Per noi del CTG Free Mountain promuovere la conoscenza del territorio è azione fondamentale, in quanto crediamo che ciò significa imparare a rispettare ed apprezzare il “Mondo”. Definire l'ambiente è difficile, infatti esso è tutto ciò che ci circonda: dal territorio, alle persone, alle cose ed agli avvenimenti che abbiamo più vicini (la famiglia, la casa, la scuola, gli animali domestici, i giochi, il lavoro, il paese o il quartiere, la gente, ecc.), all'insieme degli avvenimenti e delle situazioni più distanti, che però influiscono sempre sul nostro modo di essere, quali le trasmissioni televisive, il cinema, i giornali, la radio, il telefono, le scoperte e le invenzioni. Se da una parte l'uomo è stato ed è influenzato dall'ambiente in cui vive, dall'altra lo ha modificato e lo trasforma tuttora secondo i propri bisogni ed i propri fini. L'ambiente umano è un ambiente costruito, frutto di una lunga serie di esperienze, fatiche e ricerche che l'uomo ha vissuto nel corso dei secoli da quando è comparso sulla terra. La natura si può paragonare ad un grandioso laboratorio formato da complesse interrelazioni tra esseri viventi e sostanze non viventi che si modificano vicendevolmente in numerose catene alimentari ed in flussi di energia che si reggono su delicati equilibri (ecosistemi). Anche l'uomo fa parte di questi processi e quindi della natura, solo che l'uomo ha utilizzato la propria intelligenza per adattare i processi naturali alle proprie esigenze, mentre negli ultimi decenni li sta trasformando e modificando consistentemente con l'uso di una tecnologia di cui non valuta appieno le conseguenze dell'impiego; ed in alcuni casi tale uso si sta ritorcendo contro l'uomo stesso (fenomeni di inquinamento e relativi pericoli per la salute, casi di esaurimento delle risorse, ecc.). Nel rapporto tra uomo e ambiente vi è una dimensione etica e morale che richiama ad una nuova concezione di vita che metta in crisi l'attuale idea di sviluppo e si fondi sui valori del rispetto del creato, della moderazione nell'uso delle risorse e dell'attenzione alla qualità della vita. Il rispetto del creato nasce dalla consapevolezza che la realtà è un tutto ordinato, armonico ed interdipendente, perciò tale realtà esige custodia e non può essere manipolata e sfruttata solo in base a considerazioni economiche, ma va attentamente protetta da un suo possibile degrado. Un rapporto armonico uomo-ambiente è quello in cui l'uomo opera con e nell'ambiente mediante il rispetto totale per la vita, a partire da quella umana. E' infatti da atteggiamenti contro la vita della terra e dell'uomo, dal suo sfruttamento, dal culto del profitto e del benessere materiale che nasce l'attuale crisi ecologica. Il CTG ha inserito nel proprio Statuto, al punto 8) dell'art. 2 la dicitura: attua studi ed iniziative per la salvaguardia dei beni naturali e dell'ambiente. Qual'è allora il nostro contributo per uscire da questa crisi ecologica? Concretamente serve partire da azioni che fanno parte di una micro etica che ci coinvolge tutti e di una macro-etica che coinvolge invece gli amministratori pubblici in prima persona. Per quanto riguarda la nostra micro-etica occorre cambiare gli atteggiamenti di ogni giorno, gli stili del nostro consumismo; consumare meno ed in modo migliore: tentare di conoscere il nostro ambiente, per rispettarlo, amarlo e valorizzarlo correttamente. Agire con la propria testa, attivamente, salvaguardando i beni ambientali in modo che l'ambiente sia veramente a dimensione umana e viceversa. Occorre insomma una nuova animazione ed educazione ambientale. Nella macro-etica è necessario invece far rispettare ed applicare le leggi sull'ambiente che già esistono e ricercare soluzioni ai problemi ecologici più pressanti. L'animazione ambientale è uno strumento privilegiato per educare e formare la persona umana verso un corretto rapporto con l'ambiente; si tratta di osservare, percorrere, toccare con mano, direttamente ed in prima persona, il territorio e l'ambiente in cui viviamo per comprendere le caratteristiche ed i più intimi meccanismo di funzionamento. L'animazione ambientale fa quindi conoscere l'ambiente con modalità attive in cui tutti diventeranno protagonisti della scoperta e promuove un metodo di analisi territoriale che fa superare il semplice contatto fisico ed emotivo con l'ambiente, magari vissuto in modo indifferente o noioso, per arrivare ad una concreta immersione ed integrazione nell'ambiente. Una conoscenza attiva che ci farà vedere con occhi nuovi anche il nostro stesso ambiente di vita, apprezzandolo per le risorse che possiede e, magari amandolo. Da ciò deve nascere un impegno concreto per la salvaguardia dell'ambiente e sua corretta valorizzazione e quindi verso la modifica di atteggiamenti negativi nei confronti dell'ambiente. M.A. 3 8 TRAVERSATA DELLE ALPI Il 1 marzo 2009, due soci del CTG Free Mountain -Maurizio A. e Aurelio M.- con un altro loro amico, Umberto T., sono partiti dalla spiaggia dei Balzi Rossi a Ventimiglia per avventurarsi tra le montagne dell’Arco Alpino, con gli sci da alpinismo. Obiettivo: provare in piena autonomia, quindi senza appoggi e supporti esterni, a compiere l’intera attraversata delle Alpi. La motivazione principale che li ha portati a tentare questa “impresa” era di compiere un “Viaggio” dove tutto ciò che li circondava (ambiente, elementi, silenzi, che loro amano profondamente), interagisse in completa sintonia con il loro “Io” interiore, nel tentativo di “sentirsi”, nel più totale silenzio. Racconta Maurizio, che soprattutto per Lui, i primi giorni sono stati molto difficoltosi, non riuscendo sempre a “funzionare” con i lenti ma mai fermi ritmi della natura. Il tempo lì, perde ogni significato pur restando l’elemento determinante per la riuscita di ogni cosa, addirittura per vivere in quell’ambiente che a volte può essere anche molto ostile. Col passare dei giorni, i ritmi, il tempo, lo spazio, sono diventati parti di noi, così tutto ha preso un altro significato ed ogni cosa viene vissuta per ciò che è. La pausa, il vento, la neve, il sole, il giorno e la notte non sono un qualcosa che ti rallentano o che devi combattere, bensì elementi che vanno vissuti con serenità. Attraversare le Alpi è un’idea che ci frullava per la testa oramai da alcuni anni. La lettura del libro “legato ma libero” del grande alpinista francese Patrick Berhault ci ha dato la carica giusta. Alla base di questa realizzazione c’è sicuramente un profondo amore per la montagna, sostenuto da un interesse per la cultura geografica e storica di questo “mondo”. Attraversare le Alpi è un po’ come entrare nella storia, scoprendo posti, situazioni persone, che la “storia” l’hanno scritta. Attraversare le Alpi è un “LUNGO VIAGGIO”, nel quale occorre aver voglia di perdersi nel tempo per vivere le piccole cose della vita quotidiana e di assaporarle fino in fondo. Il percorso, soprattutto se fatto come nel nostro caso d’inverno, è tutto da inventare. Con gli sci abbiamo percorso circa 1600 Km. e un dislivello approssimativo di 140.000 metri tra salita e discesa, poi circa 250 Km. in bicicletta per raggiungere il mare a Trieste. Attraversare le Alpi è vivere la montagna ma anche prendersi il tempo di sviluppare un’esperienza con diverse persone. Persone che sono i compagni di cordata, ma anche dei fabbricanti di materiale, delle persone che incontreremo per caso sul tragitto, dei guardiani di capanne... Traversata delle Alpi: cronistoria delle spedizioni passate Diverse sono state le traversate dell'arco alpino nel secolo scorso, a cominciare da quella del 1956, riconosciuta come “prima” completa dalla F.I.S.I., con W. Bonatti,L. Longo, L. Dematteis, A.Guy, A. Righini e i fratelli Detassis che partirono dal confine Jugoslavo nelle Giulie il 14 marzo per arrivare al colle di Nava nelle Marittime il 18 maggio. Prima ancora, nel 1933, Lèon Zwingelstein aveva lasciato Nizza il 12 febbraio per arrivare in Tirolo il 6 aprile. Il 28 dicembre dello stesso anno, Sepp Brunhuber e Julia Huber partirono dagli Alti Tauri giungendo al Monte Bianco il 23 maggio1934. Bisogna attendere gli anni '70 per altre imprese degne di nota: nel 1971 si registra la traversata in velocità con sci da fondo escursionismo da parte degli austriaci R. Kittl, H. Farbmacher, K. Hoi, H. Mariacher, A. Schett. Con materiali leggerissimi (zaini da soli 5 kg.) e l'aiuto logistico di un pulmino, i cinque impiegano solo 40 giorni (21 marzo-29 aprile) dalla Raxalpe, in Austria, a Nizza. Quasi 2.000 km. Con 165.000 metri di dislivello tra salite e discese. Nel 1972, poi, gli inglesi A. Blackshaw, M. De Pret Rose, D. Drew, P. Judson, H. Nicol e D. Sykes passano sul versante transalpino da Kaprun, in Austria (9 marzo) a Gap, in Francia (26 aprile). Nel 1981, G. de Tellier e altri due francesi partirono l'8 febbraio da Treiben, in Austria, arrivando a Nizza il 19 aprile. Nel 1987 A. Burri, svizzero, A. Fulghieri e Mario Baumgarten, italiani, partiti in febbraio da punti diversi dell'Austria, raggiunsero il sud della Francia in giugno. Nel 1988, l'impresa in solitaria di A. Sciolari, che lasciati i monti Tauri in Austria, raggiunse il Monte Bianco in primavera. L'ultima impresa è targata 1997: P. Tassi e M. Girardi attraversarono le Alpi da Mallnitz, in Austria (5 febbraio) arrivfando a Névache, nel Delfinato francese (6 aprile), con sci da telemark. Viaggio alpino 2000-2001 da parte di Patrick Berhault in compagnia di tre soci diversi. Durante l’attraversata lo stesso ha compiuto diverse salite a cime importanti. (fonte: Rivista della Montagna) 3 9 Campionato Italiano Sci Alpini (C.S.I.) Alleghe 15 marzo 2009: Dopo tre giorni di slalom, un ottimo tempo meteorologico e tempi cronometrici da favola, sono le ultime classifiche a dettare i titoli di coda alla lunga stagione sciistica del Centro Sportivo Italiano. Ad Alleghe (BL), sulle nevi del Civetta, le piste Coldai e Azzurra hanno assegnato medaglie e trofei ai finalisti dell’’XI Gran Premio nazionale di sci alpino, aperto ufficialmente dal grande campione azzurro, Kristian Ghedina. Nella giornata di domenica il programma prevedeva per i meno preparati tra i pali, i cosiddetti Sleepers il terzo gigante che ha premiato con l’oro 8 atleti lombardi (4 camuni, e 4 bergamaschi), 4 reggiani, 2 veneziani e 2 udinesi ed infine un torinese. Nei runners, i jet del Csi, si è invece corso lo slalom speciale, con un impegnativo tracciato di 53 porte, con due doppie insidiose e tre triple da affrontare. Tra i pali stretti i migliori sedici appartengono agli sci club lombardi (nove i campioni di speciale tra Bergamo e Valcamonica), veneti (4 tra Feltre, Belluno e Venezia) due reggiani ed un abruzzese. La classifica runners combinata (speciale di oggi + gigante di ieri) ha infine decretato i 16 nomi che entrano nell’Olimpo dei campioni nazionali ciessini. Nel 2009 sono: Esordienti f: Michela Debello (Alpini Sovere - BG) Esordienti m: Marco Garzotto (Csi Venezia) Ragazze: Martina Pecere (Csi Venezia) Ragazzi: Francesco Pravato (Sauris Udine) Allieve: Isabelle Miana (Csi Feltre) Allievi: Damiano Diletti (Rovetta BG) Juniores f: Michela Pezzoli (Rovetta BG) Juniores m: Bruno Tavoschi (Comeglians Udine) Criterium m: Simone Frassi (Pol. Grignaghe Vallecamonica) Veterani B: Graziano Gigli (Lupi Civago Reggio Emilia) Veterani A: Flavio Nardelli (Ca.Ri.Ve. Venezia) Adulti f: Fanny Soccol (GS Taibon Agordino - BL) Seniores Criterium f: Marta Bordogni (Sci Club Ponte Nossa - BG) Master m: Loris De Col (GS Taibon Agordino - BL) Adulti m: Fabio Negrini (Alpini Sovere - BG) Seniores m: Enricomaria Colantoni (Csi Villa S. Angelo – AQ) Da sottolineare la riconferma sul gradino più alto del podio, dopo aver vinto già nel 2008 a S. Martino di Castrozza, di Graziano Gigli nei veterani e di Fabio Negrini negli adulti. Straordinario Damiano Diletti, tuta Rovetta Bergamo, che, pur passato di categoria, da ragazzo ad allievo, ha saputo riconfermarsi campione. 4 0 Accade in Comune “La Casa Comune” Nel numero unico dello scorso anno del periodico “Voci dal Paese” concludevamo l’articolo della nuova “casa comune” con le seguenti frasi: “La parola passa alla popolazione: dopo questi anni nei quali abbiamo costruito l’involucro ora spetta a tutti farlo vivere. Ognuno è chiamato a portare le proprie idee e le proprie aspettative. Quanto è stato fatto è inutile se non riusciremo ad animarlo con il nostro impegno e la nostra disponibilità”. Nel mese di marzo è avvenuta l’inaugurazione: la consegna ufficiale a tutta la popolazione. Per l’occasione erano presenti illustri ospiti: il Presidente della Provincia Valerio Bettoni, il Presidente della Comunità Montana Valle Seriana Superiore Lucio Fiorina, i Sindaci dei comuni dell’Unione Comuni Presolana e la giunta municipale di Garriguella. Mischiati a loro c’erano i veri destinatari della “casa comune” ovvero gli Onoresi. C’erano i bambini e le maestre della Scuola dell’Infanzia Giovanni XXIII, i bambini e le maestre delle Scuola Primaria di Onore/Songavazzo, tanti consiglieri comunali attuali e degli anni passati, i presidenti e rappresentanti delle associazioni e altri compaesani che hanno accettato l’invito a condividere questo importante momento per tutta la comunità. L’inaugurazione –pare- sia andata bene, molto suggestivo è stato il trasloco collettivo del patrimonio librario dalla nostra “vecchia” biblioteca alla “nuova”; questo gesto ha voluto significare che la cultura, il sapere passa attraverso tutti e tutti siamo chiamati a partecipare alla crescita –culturale e no- della comunità dove viviamo. Adesso alcune cifre: sono stati riqualificati con pavimentazione in porfido 1.550 mq (piazza scuole e viali verso asilo e via Papa Giovanni XXIII), la struttura misura 1.650 mq di superficie utile per tutte le attività che vengono svolte al suo interno, il parco è stato sistemato con la realizzazione della pista da ballo e la sistemazione del laghetto che aveva avuto un cedimento strutturale. Il costo complessivo dell’opera ammonta a euro 2.350.000 (iva e spese tecniche comprese) ai quali vanno aggiunti i costi per l’arredamento e le attrezzature tecniche ammontanti a euro 243.000. Togliendo i lavori esterni alla struttura a consuntivo l’opera è costata 1.300 euro al mq. Per l’arredamento la scelta che abbiamo fatto è stata di recuperare quanto più possibile dei mobili che avevamo in uso cercando di evitare l’effetto “arlecchino” ovvero mantenendo l’omogeneità nei singoli ambienti. I costi indicati sono comprensivi dell’archivio di stato civile (euro 16.800), dell’archivio generale (euro 17.000) del sistema hardware e software (euro 25.200). Noi amministratori (Sindaco, assessori e consiglieri comunali) abbiamo constatato quanto importante sia stata la scelta di costruire questa struttura solo in questi mesi di piena attività. Certamente ne eravamo convinti anche prima, nella fase della scelta sul cosa e come farla e dopo aver deciso durante la realizzazione, ma è stato con il vederla utilizzata che le nostre ansie sono svanite: la struttura nel suo complesso è funzionale, molto utilizzata ed è diventata da subito un chiaro punto di riferimento per la collettività e i tanti villeggianti. Gli uffici comunali sono strutturati come spazi aperti per dare la possibilità in futuro di ripensarli in base ad eventuali nuove necessità, la biblioteca -vero fiore all’occhiello del nuovo edificio- è apprezzata ma soprattutto utilizzata. Per gli standard di un piccolo comune la superficie riservata alla biblioteca può sembrare sovradimensionata (500 mq) ma è perfettamente in linea con gli sforzi fatti dai nostri predecessori nei decenni precedenti. I bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria con cadenze concordate fra le maestre e la nostra bibliotecaria Giovanna si stanno abituando a vivere la biblioteca e a considerare questo luogo come un’altra casa…una casa piena di meraviglie -come lo sono i libri-, gli studenti posso studiare con tranquillità, gli internauti (navigatori di internet) hanno a disposizione 7 postazioni e per tutti c’è lo spazio per sedersi e leggere qualche libro. La sala consiliare è una scommessa: per i pochi Consigli Comunali è assolutamente sprecata stante anche il numero esiguo (spesso inesistente) del pubblico presente ma è adeguata per incontri e manifestazioni promossi da chiunque abbia voglia di confrontarsi, incontrarsi o dire qualcosa. Abbiamo provato molto piacere nel vederla straripante di pubblico durante la festa intergruppo degli alpini nel mese di giugno per l’incontro con il Maestro Bepi De Marzi (autore della canzone “Signore delle Cime”) e il coro La Presolana diretto dalla maestra Vanna Bonadei. Per il futuro è previsto l’allestimento di un impianto audio-video che consentirà un migliore utilizzo. L’archivio è stato dotati di scaffali a scorrimento che consente di contenere molti più documenti rispetto a un archivio normale. Lo sportello bancario forse meriterebbe un aggiustamento per la privacy ma con l’installazione del bancomat offre un servizio aggiuntivo che nell’allocazione precedente era impossibile richiedere all’istituto bancario. La sala associazioni ha degnamente sostituito quella che si trovava sotto il parco ed è già utilizzata da diversi gruppi e associazioni. Il centro anziani merita un discorso a parte: l’ambiente non è eccessivamente grande ma ha consentito di attivare un ritrovo dove si può parlare, giocare a carte e confrontarsi. Un plauso alle persone che si sono rese disponibili per cominciare quest’avventura e in particolare al Presidente Laguna Venanzio che ha il difficile compito di far crescere il gruppo per renderlo un punto di riferimento per i compaesani che hanno la fortuna di essere arrivati ai 55 anni! Cosa manca alla nostra casa comune? Qualcosa c’è ancora da fare ma si tratta di piccoli e pochi accorgimenti che renderanno la struttura ancora più funzionale e accogliente. Concludo ringraziando quelli che si sono adoperati per portare a termine il progetto: i progettisti della struttura e degli impianti tecnologici, le ditte esecutrici dei lavori, i responsabili della gestione burocratica nelle persone del Segretario Comunale dott. Salvatore Alletto e del responsabile del servizio finanziario Duilio Diletti, i dipendenti comunali, i consiglieri comunali (e gli assessori) di maggioranza che hanno saputo prendersi la responsabilità di credere in un progetto che sulla carta sembra essere al di sopra della possibilità e delle effettive necessità della nostra comunità. Voglio ringraziare anche i consiglieri dell’opposizione che hanno svolto al meglio il loro ruolo di osservatori e controllori nella fase della scelta e della realizzazione della struttura. Avvicinandosi il periodo festivo Vi auguro buon Natale nella speranza di trovare o mantenere quella serenità che ci permette di affrontare le scelte e le difficoltà con la giusta predisposizione d’animo senza inutili rancori o cattivi propositi che nuociono a noi stessi e all’intera collettività. Il Sindaco 4 1 Volontariato sociale Da giugno sono il nuovo Assessore ai Servizi Sociali di Onore, è la mia prima esperienza in questo campo e siccome non ho competenze in materia ho chiesto un aiuto alla signora Paola Antonini, responsabile del servizio segreteria, demografici, sociali, scuola e istruzione. Gentilmente si è resa subito disponibile ad insegnarmi e a guidarmi in questo difficile compito. In questi mesi, mi sono resa conto che nel nostro paesino c’è un numero incredibile di volontari, che si prodigano nell’aiuto quotidiano della comunità. Ci sono signore che da anni organizzano la svendita di beneficenza rendendo un servizio non solo al nostro comune, ma aiutando anche paesi più bisognosi e poveri nel mondo. Queste donne lavorano tutto l’anno generosamente dando il massimo e vorrei ringraziarle tutte dal profondo del mio cuore. Un grazie va anche al Gruppo Cucito, guidato da Bruna Lorenzi, la quale in questi anni ha creato un team di collaboratrici, e con la sua costanza e dedizione, è riuscita a coinvolgere anche le signore residenti in Onore ma provenienti da altri Paesi aiutandole ad inserirsi nella nostra comunità e anche alfabetizzandole. Con il suo operato ha raggiunto anche delle adolescenti a cui ha insegnato l’arte del ricamo che ormai per motivi generazionali va scomparendo. Non posso dimenticare il Gruppo Alpini di Onore; grazie a loro nel nostro paese molti lavori vengono realizzati gratuitamente, la loro generosità e la dedizione che mettono in tutto quello che fanno è risaputa, tutta la comunità è grata ed io non posso essere che riconoscente per tutte le opere che svolgono nel sociale, rendendo migliore l’abitabilità del nostro piccolo paese, ricco però di persone come loro, con un cuore grande. Il mio pensiero va anche al Gruppo Volontari dell’Oratorio, sempre attenti alle esigenze dei nostri giovani. Con il loro operato hanno creato una rete di volontari che ogni domenica “e non solo” si occupa della gestione, proponendo sempre idee creative che portano i nostri ragazzi a scegliere di passare il loro tempo in oratorio piuttosto che per strada con cattive compagnie. Ma non solo l’oratorio svolge un compito di aggregazione per i nostri giovani ci sono anche altri gruppi attivi e attenti per la buona riuscita di questo progetto. Si tratta, infatti, dell’Unione Sportiva Onore, che da anni opera organizzando eventi a scopo sociale - benefico, cercando di attirare giovani di tutte le età. Lo scopo è quello di creare un ponte che colleghi il nostro paese a quelli limitrofi, perché al giorno d’oggi bisogna cercare di unire le nostre forze e creare un’unica squadra. Grazie anche a voi per tutto quello che fate per la nostra comunità, ma soprattutto un grazie di cuore a tutti quei giovani dell’U.S. Onore Calcio che ogni anno mantengono vivo il ricordo di un ragazzo, Cristian Beccarelli, che nei suoi brevi anni di vita ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore di tutti. Ringrazio anche il gruppo dello Sci Club di Onore che ogni anno si ad’opera per la gestione della pista di fondo e per la manutenzione della stessa e dei boschi limitrofi che comprendono il nostro percorso-vita garantendo a tutti i passanti, con la loro cordialità e cortesia un servizio di ottima qualità. Infine voglio ringraziare tutte quelle persone che ogni giorno regalano il loro tempo al servizio della comunità: a partire da chi aiuta la bibliotecaria, gli stagisti che ogni anno offrono gratuitamente il loro lavoro nel portare a termine gli svariati compiti a loro assegnati. Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno, ma è perché siete talmente tanti in questa comunità ad operare facendo del bene ogni giorno, gratuitamente, mettendoci tutto l’impegno di cui voi siete capaci!! “Un semplice grazie” è molto limitato per esprimere tutta la mia gratitudine. L’Assessore ai Servizi Sociali Claudia Boarato LUMINARIE DI NATALE Sento il dovere di ringraziare, a nome dell’amministrazione comunale, tutti coloro che hanno contribuito economicamente per illuminare il paese durante il periodo delle feste. Certo che non saranno le luminarie a dare il senso al Natale, ma spero possa rendere il nostro nuovo centro storico e le vie del nostro paese calde e accoglienti per residenti e villeggianti. A voi lettori auguro buone feste e buon anno e che possiate passare un periodo sereno di riposo. Hanno collaborato per le luminarie: -PACCHIARINI snc; BEVER srl; ACCONCIATURE DINA; ALIMENTARI OLGA; ALBERGO RISTORANTE BETULLA; AL GIROPIZZA; DITTA MI.CO srl; BAR KNOW-OUT; EDEN SOTTOSOPRA; CENTRO SPORTIVO ONORE; BAR PINETA. L’assessore allo Sport e Tempo Libero Renato De Rosa L’UFFICIO TURISTICO UNIONE COMUNI DELLA PRESOLANA www.unionepresolana.bg.it Questo il sito dell’Unione Comuni della Presolana attraverso il quale, cliccando sul banner verde che si trova nella Home page, è possibile entrare nel portale dell’Ufficio turistico associato. Da qui, in totale autonomia, l’utente può scaricare dal proprio pc l’elenco degli appartamenti in affitto così come il calendario degli eventi in programma sul territorio ed altre informazioni utili per conoscere meglio la zona. Presso la sede dell’Ufficio turistico (VIA VITTORIO VENETO 3/d - Rovetta) è inoltre a disposizione materiale depliantistico con indicazioni generali sulla cultura, su sentieri ed escursioni, sugli impianti sciistici, sulla navigazione del Lago d’Iseo e molto altro ancora. A fine gennaio verranno aperte le iscrizioni al servizio di segnalazione degli appartamenti in affitto per l’anno 2010. Gli interessati possono rivolgersi all’Ufficio nei seguenti orari di apertura: Martedì, mercoledì, venerdì e sabato 9.30 - 12.30 e 15.00 - 18.00 Giovedì 9.30 - 12.30 Domenica 10.00 - 12.00 Giorni di chiusura Lunedì e Giovedì pomeriggio Tel. 0346.72220 - Fax. 0346.76561 [email protected] 4 2 RISPARMIO ENERGETICO, UNA SCELTA LUNGIMIRANTE Negli ultimi anni la cultura del risparmio energetico ha avuto un grosso sviluppo nella priorità degli interventi pubblici e privati. I cambiamenti climatici in corso, manifestati da periodi di siccità, periodi di intense piogge, grossi sbalzi di temperature a livello mondiale, ha portato i nostri governanti ad intervenire anche a livello legislativo. Negli ultimi anni infatti, proprio a livello regionale, sono state emanate alcune leggi e regolamenti mirate al risparmio energetico attraverso l’uso di energie alternative e rinnovabili. Tutti noi abbiamo la possibilità concreta di contribuire all’ambiente attraverso il minor uso di energie tradizionali anche grazie ad alcuni incentivi oltre che al maggior risparmio economico che queste scelte comportano. Proprio nel mese dei maggio, l’amministrazione comunale, in collaborazione con tecnici e professionisti di aziende del settore, aveva organizzato una serata informativa dal titolo “Come aiutare il nostro patrimonio ambientale”. Nel corso dell’incontro, erano stati affrontati concretamente le varie proposte che oggi il mercato dispone. Le fonti rinnovabili sono sicuramente le più ecologicamente compatibili in quanto utilizzano come materia prima proprio il sole, l’acqua, il vento, il mare, le biomasse e il sottosuolo che la natura ci offre in grandi quantità. Naturalmente nel nostro ambiente il sole, l’acqua, le biomasse e lo sfruttamento del calore del sottosuolo sono le fonti maggiormente presenti, quindi l’utilizzo di specifiche tecniche di trasformazione di questi elementi in energia sia termica che elettrica ci aiuterà a raggiungere il nostro obiettivo. Tanto per fare un esempio che sta sicuramente attraversando un forte sviluppo è l’utilizzo di pannelli fotovoltaici e pannelli solari termici. I primi sono di facile installazione anche su fabbricati esistenti, senza grosse opere murarie e problematiche degli impianti esistenti oltre che essere economicamente accettabili grazie al contributo chiamato “Conto energia”. Il solare termico comporta una maggiore modifica legata all’integrazione con l’impianto di riscaldamento esistente, quindi consigliato ai nuovi impianti. Anche per i motivi espressi, l’amministrazione ha perseguito con forza la progettazione e poi anche l’effettiva realizzazione di importanti lavori di efficienza energetica nella nostra scuola primaria. Infatti sono appena stati terminati ingenti lavori di coibentazione degli ambienti interni attraverso controsoffittature, sostituzione di serramenti e vetrate a maggior isolamento termico, sostituzione dell’intera caldaia con una a condensazione che porterà ad un minor uso di metano, sostituzione di corpi illuminanti con nuove lampade a basso consumo. Oltre a tutto questo è stato installato sulla copertura, un nuovo impianto fotovoltaico con una potenza di circa 10kw adeguato alla produzione di energia elettrica per l’intera scuola rendendola di fatto autosufficiente anzi con prospettive, nei prossimi anni, di una produzione e vendita di quanto superfluo. Tutte queste opere, hanno comportato un costo complessivo di 200.000,00 € di cui 108.000,00 € finanziati da contributi regionali a fondo perduto oltre che al contributo statale del “Conto energia” che avrà durata ventennale parametrato alla produzione dell’energia elettrica fornita dall’impianto fotovoltaico installato sulla scuola. Insomma la prospettiva di un minor consumo energetico, il conseguente risparmio economico di gestione, il contributo degli enti superiori, ci devono stimolare tutti, nel proprio piccolo, a coltivare questa idea risparmiosa in tutti i sensi con una scelta che nel tempo ci sarà riconosciuta. L’assessore al Territorio e Urbanistica Abramo Tomasoni 4 3 L’angolo dei ricordi Un solo dolore ci hai dato, quello di averci troppo presto abbandonato. Un solo conforto ci hai lasciato. La speranza di riunirci in Cristo. La tua mamma e i tuoi cari. Ai figli e a tutti i famigliari di Teresa, formuliamo le più sentite condoglianze a nome di tutta la comunità di Onore. Jean Pierre Colotti Teresa Savoldelli 28.04.1954 – 11.02.2008 21.08.1919 – 16.02.2009 Carissima nonna Marina, te ne sei andata via in un freddo giorno di gennaio. Sottovoce, delicatamente, con la leggerezza di un fiocco di neve che, volteggiando, cade dal cielo, si posa a terra…si scioglie. Ora una brezza dolce ti sospinge laddove tu stessa hai sempre desiderato giungere, dove la tua fede ti ha sempre indicato saresti giunta. Con te porti le fatiche del lavoro fatto quando eri giovane (e non solo), i sudori versati sulle coltivazioni, il profumo di sapone dei panni lavati nelle acque fredde… con te porti il tintinnio del mestolo sui pentoloni. Insieme a te, vola via un piccolo mondo antico fatto di affetti, di voci, di paure, speranze e preghiere. Un mondo pieno di fotografie, ricordi, scatti in bianco e nero di una vita meravigliosamente unica, una vita vissuta che non ti sei mai stancata di raccontare. E’ già trascorso quasi un anno dalla tua morte, eppure in questo tempo la tua voce, i tuoi silenzi, i tuoi sguardi, i tuoi rimproveri sono ancora impressi…hanno marchiato le pagine della nostra vita e resisteranno al succedersi delle stagioni; perché nel nostro cuore la tua immagine di donna minuta eppure tanto forte nello spirito e nella volontà, non scolorirà nel tempo ma bensì manterrà accesi i suoi sgargianti colori. Un tenero saluto…..arrivederci cara nonna Ti vogliamo bene i tuoi nipoti con Sofia Grazie per tutto il bene che ci hai voluto e che ognuno di noi porterà nel cuore. Un percorso, un vissuto insieme che nessuno potrà mai cancellare. Che Maria Madre santissima ti possa accompagnare all’incontro definitivo con il Signore in un cammino d’amore immenso e di luce che non conosce tramonto. Ciao caro nonno, non ti dimenticheremo e tu per noi e noi per te pregheremo. Le tue nipoti e i tuoi cari. Ricordiamo Assunta emigrata a Orbey (Francia) nel 1948 con il marito e i suoi due primi figli, in Francia poi, ne avrà altri cinque. Sempre innamorata dell’Italia e di Onore in particolare. Rimasta vedova nel 1980, dopo lunga malattia, fu sempre attenta ai figli e ai nipoti e non dimenticava le tradizioni e le festività del paese natio. Tutti i parenti la ricordano con grande affetto. Caterina Marina Schiavi 26.06.1920 – 17.01.2009 A nome della comunità di Onore, porgiamo le più sentite condoglianze alla moglie Carolina e ai famigliari tutti. Francesco Colombo Bruno Zanatti 18.12.1932 – 09.09.2009 07.09.2009 – 12.09.2009 Cara mamma Il ricordo della tua bontà e della tua fede vive sempre nei nostri cuori. Veglia dal cielo su di noi con immutato affetto. Ti sempre vicini. Le tue figlie e tutti i tuoi famigliari. Assunta Pezzoli Elisabetta Colotti 18.10.1925 – 09.03.2008 28.07.1924 – 12.10.2009 4 4 Il 4 luglio 2009 è mancato ai suoi cari Diletti Candido. Nato a Onore il 18 settembre 1929, emigrato negli anni cinquanta, si era sposato con la signora Tomasoni Maria nel 1960. Dal matrimonio nacquero tre figlie, Margherita, Laura e Loren. Alla famiglia le condoglianze della comunità di Onore. “A casa mia c’è una scala fatta di gradini vecchi che sale e porta alle stanze ricavate nel solaio. I muri anneriti dal tempo vorrebbero una mano di nuovo; un nero più vecchio degli anni che mi videro, bambino seduto sui gradini della scala che sale, che scende dalla mia stanza”. Candido Diletti Hai lasciato, giovanissimo, questa casa, ti sei sentito un po’ morire alla madre che ti ha visto crescere, al paese che ti ha formato, agli amici con i quali hai diviso la 18.09.1929 – 04.07.2009 bellezza della gioventù…! Hai perso l’orizzonte che hai conosciuto, i monti e le strade, le tue strade…! Emigrare, forse, è anche bello. E’ bello conoscere ed apprendere lingue nuove, sensazioni che si muovuono in spazi diversi…hai amato nuove strade, nuovi monti e boschi, fiumi e laghi…hai fatto nuove amicizie…hai creato la tua famiglia con la quale hai diviso il tuo cammino…e ti è piaciuto! Tornavi…e felice rivedevi il tuo paese, la sua gente … che cambiava…fino , piano piano a dimenticare i volti e le armonie che aveva racchiuso in un passato non troppo lontano!...un mondo che ormai tristemente non potevi più ricomporre! Hai trovato sempre il sorriso, l’accoglienza, la tentazione allo svago dei tuoi alpini con i quali hai diviso momenti di vita vissuta …gente con la quale ti sei sempre capito, … e loro, con l’abituale disponibilità e affetto, ti hanno aspettato e accompagnato anche nell’ultimo viaggio … Buon viaggio, Candido! Dora Margherita Clelia Schiavi Francesco Colombo Ci assalgono i ricordi… la vostra laboriosità, i gesti ruvidi ma forti, il senso della famiglia, la dolcezza nascosta ma affettuosa… tutto questo ci faceva sentire al riparo da ogni difficoltà. Nei vostri ultimi giorni eravate diventate creature fragili e forse spaventate… ora sicuramente siete insieme e felici (come almeno ci piace pensare) e pregate per noi, per questa nave e i suoi passeggeri che sono in balia di un senso di smarrimento interiore… 28.08.1932 – 15.10.2009 14.09.1930 – 14.12.2008 “Vieni a sederti al mio fianco sulla panca davanti a casa, moglie E tu hai trovato appoggio su di me. mia, ne hai tutto il diritto. Abbiamo avuto la fortuna di essere insieme, Sono anni che siamo insieme. insieme ci siamo messi al lavoro, Questa sera, così bella, è anche la sera della nostra vita abbiamo perseverato, ce l’abbiamo fatta. e tu hai meritato un momento di riposo. … Il vero amore consiste nell’aiutarsi vicendevolmente, Ti ricordi moglie mia quando abbiamo cominciato? nel capirsi, nell’accettarsi. Non avevamo niente, tutto era da fare, Allora ci si accorge che, a poco a poco, ci siamo messi di buona lena ed era duro tutto si aggiusta, i figli sono diventati grandi ce n’è voluto del coraggio, ce n’è voluta della perseveranza e sono riusciti bene nella vita, ma soprattutto ce n’è voluto dell’amore forse gliene avevamo dato l’esempio. e l’amore non è quello che si crede quando si comincia. … Ora ti dico: … Il tempo della vita è lungo: mettiti seduta vicino a me e guarda, il giorno delle nozze non è che un giorno è il tempo del raccolto. e dopo, ti ricordi, è solamente dopo che è incominciata la vita. Mettiti seduta vicino a me: Si fa e si deve rifare, e poi si deve ancora ricominciare da capo. non avremo bisogno di parlare, Poi vengono i figli, si deve nutrirli, vestirli, educarli. Non si abbiamo bisogno di essere insieme ancora una volta finisce mai! e di lasciare che la sera scenda anche nei nostri cuori Ci sono dei momenti in cui pare di doversi disperare: che si sentono in pace, perché hanno compiuto gli anni passano e pare di non progredire mai, con tanto amore anzi qualche volta sembra quasi di tornare indietro! il loro dovere … Siamo rimasti fedeli l’uno all’altra. con l’aiuto di Dio!” Così, io ho potuto appoggiarmi a te Ciao Vivi, Doni, Franco, Sele, Ica e Ale 4 5 Non piangete la mia assenza, sentitemi vicino e parlatemi ancora. Io vi amerò dal cielo come vi ho amato sulla terra. Riposa in pace. I tuoi cari Un caro ricordo a Santina di Ombregno, giungano ai figli ed ai famigliari tutti le più sentite condoglianze da parte della nostra comunità. Isidoro Schiavi Santina Canova 22.10.1919 – 03.09.2009 29.01.1928 – 30.06.2009 Roby era diventato nostro concittadino dallo scorso anno, pochi qui a Onore lo conoscevano personalmente, anche perché era sempre in giro per il mondo a conquistare sempre una nuova vetta. Riportiamo qui di seguito un suo pensiero che esprime la personalità e la grandezza del giovane di Colere caduto sull’Himalaya. Giungano ai suoi famigliari le più sentite condoglianze dalla popolazione di Onore. “Quando torni a casa ti sembra di aver vissuto qualcosa di grandioso, di extraterreno, eppure non riesci a spiegarlo. Forse sei stato in Paradiso……ma non lo sai.” Roby Piantoni Roberto Piantoni 02.06.1977 – 15.10.2009 “Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili”. Al primo anniversario dalla tua scomparsa, ti ricordiamo con immutato affetto. I tuoi Cari Dopo avere percorso centinaia di strade con il suo gregge, il Signore, ora, per il nostro caro Aristide, ha scelto la strada del Paradiso, dove, dopo tanti anni di lavoro e sacrifici, troverà pace e serenità. Ti ricorderemo sempre. I tuoi cari Alfio Schiavi Aristide Beccarelli 21.07.1929 – 30.11.2009 Buonos Aires 24 ottobre 1950. Questa è la scritta del retro di questa foto stupenda e c’era scritto: “Ricordo del giorno del mio matrimonio”. Mitica foto che mia madre costudì gelosamente e ora tocca a me con grande gioia custodirla con grande amore verso mia madre. Il 10 settembre: doloroso ricordo 50° anniversario della sua morte. Era un grande, chi ha potuto conoscerlo penso lo ricordi così. Lavoratore, trafficone, imbroglione a fin di bene, ma tanto simpatico e inimitabile! Aveva tanti amici … mi ricordo una frase, io ero piccola, il sign. Conti Melchiorre disse: “Se Padela non moriva così giovane sarebbe stato il più grande di Onore e vero signore”. Tornò dall’Argentina che io avevo quasi due anni, mi abbracciò e mi disse mia madre che quasi piangeva. Papà come avrei voluto averti qui … ma nei nostri cuori occupi il posto più grande. Onore … non lo riconosceresti, ma sono sicura ti piacerebbe, saresti bisnonno: che bello! Purtroppo è solo un sogno. Ho sposato un marito meraviglioso che quando giocavate a palla in piazza lui era uno di quelli che segnava con le stecche i segnali. Eri un papà già allora moderno, andavi nei negozi, io ero la tua nipotina, così mi dicevi di dire, altrimenti, niente scarpine bianche, ma stanca se non mi accontentavi dicevo (innocente): “questo papà o niente!” e le commesse di Clusone ridevano a crepapelle senza che io capissi il perché. Quanti ricordi: a Lovere c’ero io con te a ritirare la Giardinetta, che lusso. Al sabato via per Ardesio con la moto, io in mezzo ad accompagnare Fabio, il tuo operario falegname, era tutta una festa. Conservo il tuo sgabello restaurato solo da poco da un amico bravissimo, il tuo, sebbene non l’hai conosciuto unico nipote maschio, l’avrebbe da piccolo gettato dal balcone sfasciandolo. A Simone, preferito anche da nonna Gusta essendo l’unico maschio della famiglia, lo trattava con i guanti… Cinquant’anni sono tanti, ma quante persone anche in giro mi dicono: “ma allora tu sei Guglielmina la tusa de Padela” e dicono che assomiglio anche nei gesti, per me è un piacere, perché ero grandicella e eri un papà conosciuto e sono orgogliosa, peccato che non siamo partiti subito in Africa da te. Il destino volle così. Ciao papà Padela, resti un mito. 4 6 04.02.1948 – 19.11.2008 Amadio Schiavi 26.02.1928 – 10.09.1959 Informazioni utili GLI ORARI DEGLI UFFICI COMUNALI DEMOGRAFICI, SEGRETERIA, RAGIONERIA Dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30 Sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.30 UFFICIO TECNICO Martedì – Giovedì – Sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.00 POLIZIA LOCALE - COMMERCIO Ufficio Unione Comuni della Presolana - Rovetta TESORERIA COMUNALE Banca Popolare di Bergamo – Filiale di Rovetta Ufficio di tesoreria di Onore - Martedì e Giovedì dalle ore 9.45 alle ore 12.45 BIBLIOTECA Lunedì – Mercoledì – Venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18.00 Sabato dalle ore 14.00 alle ore 17.00 PIAZZOLA ECOLOGICA Mercoledì dalle ore 14.00 alle ore 17.00 Sabato dalle ore 9,00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00 NUMERI UTILI Tel. Uffici Comunali – 034671191 – fax 034674456 – [email protected] Tel. Biblioteca – 034674717 – fax 0346 76631 – [email protected] Tel. Ambulatorio e Servizio Vaccinazioni ASL – Via S.Antonio 94 - Tel. 0346 76633 Tel. Polizia Locale – 034674489 – [email protected] Tel. Unione Comuni della Presolana – 034672603 Tel. Scuola Elementare – 034671271 – [email protected] Tel. Scuola dell’Infanzia – 034672208 Tel. Sci Club Lanorium - 3880607181 Tel. Carabinieri – 112 Tel. Vigili del Fuoco – 115 ACQUEDOTTO 034671191 – fax 034674456 METANO segnalazione guasti 800066722 Soccorso Sanitario d’Emergenza – 118 Servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica) Tel. 0346 21252 – Cell. 335 7238617 Da chiamare in caso di bisogno nei seguenti orari: Tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 08.00 Tutti i festivi dalle ore 08.00 alle ore 20.00 Tutti i prefestivi dalle ore 10.00 alle ore 20.00 Durante tutti gli orari diurni dei giorni feriali bisogna telefonare al proprio medico di famiglia. Unione Comuni della Presolana L’Assistente Sociale riceve: Lunedì Martedì Martedì Mercoledì Mercoledì Giovedì Venerdì CERETE CASTIONE D.P. U.C.P. ROVETTA ONORE SONGAVAZZO ROVETTA FINO DEL MONTE dalle ore 10.00 alle ore 11.00 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 dalle ore 15.00 alle ore 17.00 dalle ore 09.30 alle ore 10.30 dalle ore 11.00 alle ore 12.00 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 dalle ore 10.00 alle ore 11.00 4 7 tel. 034663300 tel. 034662847 tel. 034672603 tel. 034671191 tel. 034672067 tel. 034672004 tel. 034672016