CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO Processo verbale dell'adunanza del 25 novembre 2004 Addì, 25 novembre duemilaquattro, in Milano, nell'Aula consiliare di via Vivaio n. 1, si è riunito il Consiglio provinciale per la trattazione degli argomenti iscritti agli ordini del giorno ordinario e supplementari dall’uno al nove, diramati in data 9, 21 luglio, 16, 23, 30 settembre, 7, 21 ottobre, 4, 11, 25 novembre 2004, con atti provinciali n. 161029/04/4662/04. A norma dell'art. 34 dello Statuto, la Presidenza dell'adunanza viene assunta dal Presidente del Consiglio provinciale, Vincenzo Ortolina. Partecipa alla seduta il Segretario generale della Provincia, Avv. Antonino Princiotta. Alle ore 16.30 il Presidente del Consiglio invita il Segretario a procedere all'appello nominale dei presenti. Rispondono all'appello i seguenti 34 Consiglieri: Ortolina Vincenzo Accame Pietro Albetti Roberto Angiuoni Pierluigi Ariazzi Costanzo Arrigoni Vittorio Barbaro Mario Calaminici Arturo Caputo Roberto Casati Ezio Cavicchioli Arianna Censi Arianna Clerici Michele Dapei Bruno De Gaspari Mario Foglia Giuseppe Fortunati Ombretta Gavazzi Attilio Greco Luigi Grimoldi Paolo Guerra Luca Lombardi Ruggiero Maestri Pietro Mauri Matteo Modugno Roberto Musciacchio Camilla Nobili Ernesto Patta Antonello Pezzoni Alessandro Pioli Pier Mauro Pozzati Vittorio Re Marco Scarano Giuseppe Tranquillino Luigi Sono assenti giustificati i Consiglieri Colli e Russomanno. Sono altresì presenti gli Assessori provinciali: Barzaghi, Calò, Corso, Grancini, Mezzi e Ponti. Constatato che l’adunanza è valida per legalmente deliberare il Presidente del Consiglio, dichiara aperta la seduta e così si esprime: “Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza alle donne, proclamata nel 1981 dalla prima conferenza Latino Americana delle Donne a Bogotà, in Colombia, poi ratificata dall’Assemblea Generale 1 dell’ONU il 17.12.1999. La violenza contro le donne continua ad essere la violazione dei diritti umani più diffusa nel mondo e la più occulta. Non conosce confini geografici né differenze sociali o culturali, le vittime e i loro aggressori appartengono a tutti i Paesi, a tutte le classi, a tutti i ceti economici. Nel mondo, secondo i dati diffusi da Amnesty International, almeno una donna su tre è stata picchiata, costretta al sesso o ha subito altri tipi di abusi. Violenza domestica, matrimoni forzati, crimini d’onore, mutilazioni genitali femminili e tratta delle donne sono solo alcune delle forme di questo fenomeno. Solitamente, le violenze sono compiute da un familiare o da un conoscente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, almeno il 70% delle donne vittime di omicidio sono state uccise dai propri partner. Le Nazioni Unite calcolano in 120 milioni il numero delle donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili. In Europa la violenza domestica è la principale causa di morte e di invalidità per le donne di età compresa fra i 16 e i 44 anni, un’incidenza maggiore di quella provocata da cancro e incidenti automobilistici. Inoltre, sono ben 500.000 le donne vittime della tratta per il mercato della prostituzione. Anche in Italia la violenza sulle donne è molto più diffusa di quanto comunemente si pensi. Il nostro Paese ha prodotto poche ricerche ufficiali che analizzano il fenomeno, ma dai dati raccolti territorialmente si può avere una stima che non discosta l’Italia dagli altri Paesi industrializzati. In Lombardia sono almeno 3.000 le donne che ogni anno chiedono aiuto ai centri antiviolenza. Oggi, 25.11.2004, la Provincia di Milano vuole esprimere la sua solidarietà a tutte le donne vittime di violenza nel mondo, e vuole altresì manifestare la sua riconoscenza alle numerose organizzazioni femminili e per i diritti umani che in ogni parte del mondo le difendono. In particolare, è idealmente presente alle diverse iniziative di sensibilizzazione che le organizzazioni umanitarie, le associazioni femminili e i centri antiviolenza del territorio hanno organizzato per celebrare questa giornata, per ribadire insieme a loro che la violenza sulle donne non è normale, né legale, né accettabile, non deve essere mai tollerata o giustificata, va solo fermata. Allo scopo, la Provincia di Milano incontrerà a Palazzo Isimbardi il prossimo 14 dicembre, i soggetti che sul territorio provinciale, a vario titolo, sono impegnati nella lotta alla violenza e nel sostegno alle vittime. Sarà un primo momento di confronto per intraprendere insieme un percorso di conoscenza del fenomeno a livello territoriale, di scambio di esperienze e di programmazione di interventi mirati a contrastare la violenza, l’abuso e il maltrattamento delle donne. Proseguendo nell’ordine dei lavori, aprirei adesso la discussione ex art. 83, all’interno del quale sono ovviamente possibili anche commenti alle mie dichiarazioni di poco fa, ricordando in ogni caso che per motivi familiari l’Assessore Matteucci, contrariamente a quanto era previsto, non potrà presenziare la seduta, e che quindi salta la risposta all’interrogazione 9/16.” Dopodiché il Presidente del Consiglio dichiara aperto il dibattito ex art.83. Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Malinverno. (presenti 35) Consigliere Caputo: “Più che un intervento vuole essere un appello a tutti i Consiglieri di maggioranza e di opposizione, al di là della vicenda della A.T.M. di ieri che ha bloccato la linea 2 per un giorno e mezzo, che io trovo assolutamente scandalosa, ma su cui si potranno fare semmai riflessioni in futuro sul funzionamento del mezzo pubblico, ecc. Il mio appello andava in questo senso, se si potesse arrivare ad un ordine del giorno unitario, 2 quindi è un appello ai capi Gruppo ovviamente, che riguarda la questione di Trenitalia. C’è un problema che riguarda le stazioni di Canegrate, Parabiago e Vanzago, c’è una situazione ormai scandalosa di questi treni che non danno il servizio pubblico, anzi provocano danno ai lavoratori che sono costretti ad usare questo mezzo. Il non funzionamento del mezzo pubblico provoca un aumento dell’utilizzo del mezzo privato, quindi delle auto, quindi dell’inquinamento. Il fatto addirittura di diminuire le fermate in queste stazioni importanti, dove ovviamente vi era un carico di passeggeri notevole, provocherà un deterioramento maggiore del servizio pubblico e un aumento quindi dell’utilizzo del mezzo privato. Io credo che su questo versante non penso ci siano divisioni tra di noi, è un ordine del giorno che invita Trenitalia a prendere seri provvedimenti su questo, soprattutto vada nel senso di criticare pesantemente la gestione di Trenitalia in questa parte di Regione così importante economicamente e per quanto riguarda soprattutto l’economia di questa città, di questa Provincia e dell’hinterland di questa Provincia, io credo sia un atto dovuto da questo Consiglio provinciale. Il mio è semplicemente un appello a tutti i capi Gruppo perché si possa fare un ordine del giorno unitario, che faccia sentire anche la voce del Consiglio provinciale perché innanzitutto si sospenda questa intenzione di Trenitalia rispetto a quelle tre fermate, ma soprattutto un invito forte a Trenitalia per potenziare il servizio pubblico rispetto a quella linea così maltrattata, che vede veramente i pendolari in condizioni sempre più difficoltose ogni mattina, che provocano sicuramente danni, anche dei ritardi di arrivo al lavoro, che assolutamente sono veramente negativi rispetto a quello che è la qualità della vita di ogni cittadino del milanese e del hinterland milanese.” Nel frattempo sono entrati in aula i Consiglieri Esposito e Gatti. (presenti 37) Consigliere Accame: “Inizio questo mio art. 83 con la lettura dell’art. 86 del regolamento provinciale, risposta alle interrogazioni, comma 2: “Le interrogazioni con risposta orale sono approntate in Consiglio secondo l’ordine di presentazione, entro e non oltre i 30 giorni dalla presentazione della stessa. In ogni seduta devono essere trattate almeno due interrogazioni, secondo l’ordine di presentazione, o secondo quanto concordato con i capi Gruppo. La trattazione avviene all’inizio della seduta, all’interno della prima ora dedicata agli argomenti previsti dall’art. 83”. Io ho premesso questa cosa perché oggi, per esempio, nell’ordine del giorno, essendo seduta doppia, non sono previste 4 risposte a interrogazioni ma, se non erro, una sola, e se non erro anche questa non verrà trattata, causa impegni dell’Assessore Matteucci. Ma non è a questo che mi volevo riferire. Io qualche settimana fa ho presentato in sede di assestamento di bilancio, di variazione di bilancio, un emendamento che non è stato discusso in quest’aula perché ritenuto irricevibile dal Ragioniere generale. A seguito di questa secondo me erronea interpretazione, ho presentato all’Assessore Mattioli un’interrogazione urgente, dico urgente perché così è chiaro, sia scritta che orale, per chiedere se riteneva che la mancata discussione dell’emendamento fosse legittima o meno. Ancora non mi ha risposto. Siccome io ritengo che sia stata fatta una grave violazione in quest’aula dal punto di vista tecnico, auspico che l’Assessore Mattioli venga a rispondermi quanto prima in aula. Inoltre, quanto prima, la risposta scritta. Questo lo dico perché su questa questione, secondo me, bisogna andare a fondo e guardare se la mancata discussione di questo particolare emendamento, così come penso io, fosse irregolare e quindi inficiasse tutta la variazione di bilancio. Io non ho nessuna intenzione di fare dei ricorsi o di appellarmi ad autorità superiori, penso che sia sufficiente che l’Assessore Mattioli venga qui, se crede di darmi ragione, chieda scusa e l’episodio non a nome suo, perché ricordo che l’Assessore Mattioli prese la parola solo confortato dal parere, 3 secondo me erroneo, del Ragioniere generale, e possiamo dichiarare chiusa la partita, dato che a me non interessa fare un ostruzionismo, un’opposizione ostruzionistica su questo argomento, ma mi interessa più la questione politica che qui non si possano escludere degli emendamenti quando non vi sono le necessità né giuridiche né tecniche in questo senso. Io rimetto a lei, Signor Presidente, il mandato a sensibilizzare l’Assessore Mattioli su questa questione, e attendo con ansia che egli venga in aula a riferire su questa questione.” Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Ponti. Presidente del Consiglio: “Volevo solo considerare che se in termini generali si pone la questione della numerosità delle interpellanze e interrogazioni che vengono proposte, soltanto nell’ultima seduta sono pervenute complessivamente una ventina fra interrogazioni e mozioni, e questo comporta il rischio di un ingolfamento difficilmente superabile se non, come ho già avuto occasione di preannunciare, tema sul quale ritornerò con i capi Gruppo, ipotizzare un implemento delle sedute consiliari, magari facendone qualcuna il martedì, per rispondere ad hoc alle interpellanze o per discutere gli ordini del giorno. Credo che, fatta questa considerazione di carattere generale, sia legittima la sollecitazione che il Consigliere Accame faceva, mi faccio da tramite e chiederò all’Assessore, che ovviamente arriverà questa sera, di rispondere questa sera o, se non fosse in grado, di impegnarsi a rispondere al massimo entro la prossima seduta di Consiglio. D’accordo, comunque credo che la sua sollecitazione sia giusta e legittima. “ Consigliere Gavazzi: “Io volevo dare lettura di un comunicato stampa fatto dal Presidente Penati il giorno 19 novembre: Penati pronto ad esercitare il diritto di prelazione, scrive all’Autorità portuale di Genova per chiedere un incontro e al Presidente del Consiglio provinciale per reperire risorse per l’eventuale acquisto. A parte il fatto che non so, lei mi spiegherà Presidente come fa a reperire lei le risorse, glielo chiederò anch’io come fare e dove andare a reperirle. Il Presidente del Consiglio che reperisce le risorse! Dopo la volontà espressa ieri dal Presidente della Provincia di Milano di esercitare il diritto di prelazione nel caso in cui l’Autorità Portuale di Genova decidesse di vendere le sue quote della Milano Mare, Filippo Penati ha scritto oggi al suo Presidente, Giovanni Novi, per sollecitare un incontro per affrontare una riflessione rispetto allo scenario strategico che ha determinato l’impegno comune nella società Milano Mare. Contestualmente, Penati ha inviato una richiesta al Presidente del Consiglio provinciale Vincenzo Ortolina, per chiedergli di poter inserire già nell’Ordine del Giorno del prossimo Consiglio un emendamento all’assestamento di bilancio finalizzato alla collocazione di risorse per l’esercizio di diritto di prelazione per l’acquisto di eventuali quote messe in vendita dall’Autorità Portuale di Genova. Il Presidente Penati ha infine dato incarico ad un legale di fiducia per verificare se sussistono gli estremi per una denuncia penale per diffamazione nei confronti del Consigliere di Forza Italia Bruno Dapei, alla luce delle sue dichiarazioni fatte in aula consiliare ieri sera e riportate oggi da alcuni organi di stampa. Il mio intervento all’art. 83 è unicamente per chiedere - mi spiace che non è presente il Presidente Penati - se ogni qualvolta interviene un Consigliere che dissente da quello che lui ha detto, in buona fede o cattiva buona fede, può dissentire ancora per i prossimi anni o deve mettere in calcolo una serie di denunce penali per diffamazione. Sì, perché sempre rapportato a questo tipo di DNA, ha denunce di diffamazione. Io ne ho subite solo e unicamente da parte di un Sindaco di sinistra che se tu dissenti, questo ti denuncia per diffamazione. Io non ricordo di avere sentito offese da parte del Consigliere 4 Dapei nei confronti della persona Penati, al massimo si dissente da ciò che il Signor Penati, oggi Presidente della Provincia di Milano, rappresenta come istituzione. Io volevo sapere se dobbiamo iniziare un iter: se mi dici qualcosa ti denuncio, se fai qualcosa che non confà a quello che io ho testé detto, riparte l’altra denuncia per diffamazione. Io ho una figlia avvocato, sono felicissimo che il lavoro per i giovani avvocati incominci a girare, perché per adesso non vedo la ragione per cui il Presidente Penati abbia semplicemente minacciato querele nei confronti di Consiglieri che dichiarano apertamente in aula ciò che pensano. Se dobbiamo fare qualcosa nel dibattito politico, sotto la spada di Damocle, attenzione che ti denuncio, mi sembra quantomeno poco corretto, e non è un buon viatico, perché sempre per esperienza, ad ogni denuncia si contrappone una contro-denuncia per calunnia, perché potrebbero esistere i presupposti non solo dell’intimidazione ma del fatto stesso che io incomincio a denunciarti per diffamazione, tanto la voce corre e tu sei diffamato, perché i presupposti di calunnia non ci devono essere le fondamenta di diffamazione, sapendo benissimo che non esiste la diffamazione, quindi io ti calunnio. Questo intendevo dire al Presidente Penati, perché in ogni giro la ruota fa sempre il percorso anche inverso. La diffamazione, sapendo che non lo è, è calunnia. Invito il Presidente Penati, ripeto qua non parla chi ha presentato denuncia, dà mandato all’avvocato per verificare se esistono i presupposti di denuncia, la so bene la formula, però invito il Presidente Penati a fare politica e a desistere da queste minacce, che tra l’altro lasciano il tempo che trovano.” Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Frassinetti. (presenti 38) Consigliere Casati: “Io volevo accennare a due situazioni. La prima, l’intervento del Consigliere Caputo parlava del problema dei disagi creati al pendolarismo da una serie di soppressioni o di disservizi che Trenitalia sta perpetrando da un po’ di tempo a questa parte. L’altra vicenda, l’infortunio tecnico che ha bloccato per due giorni circa la linea 2 della metropolitana. Ciò comporta il fatto che siamo di fronte a troppi esempi di un cattivo servizio da parte degli enti gestori. Dico bene, degli enti gestori, sono coloro i quali utilizzano una concessione, vengono pagati per ciò, ma creano a volte estremi problemi. Io volevo sottolineare al Consiglio, con l’invito, sarà poi premura del mio gruppo di predisporre un ordine del giorno o un invito, al fatto che ormai da troppi anni il problema delle infrastrutture in Lombardia è un problema irrisolto. Io qui ritrovo gravi responsabilità da parte dell’ambito politico regionale, in special modo dell’Assessore Corsaro e del Presidente Formigoni. L’ultima, triste, notizia è quella del definitivo affossamento degli interventi di interramento e ammodernamento delle Ferrovie Nord Milano, sulla linea Milano-Asso. E’ una linea che porta decine di migliaia di pendolari verso Milano, in situazioni di grave disagio, non solo per il servizio ma anche per il disagio che questa tratta ferroviaria comporta per i Comuni che l’attraversano. Io, nella mia qualità di amministratore pubblico a Paderno, quando ricoprivo l’incarico di Sindaco, ho fatto una scelta, la scelta insieme ad altri Comuni di realizzare, in partnership con la Regione Lombardia, una serie di strutture per superare la barriera. Però il protocollo che venne allora siglato erano degli interventi di mitigazione nell’attesa del risanamento definitivo di questa tratta. Risanamento che, purtroppo, si è vanificato. Questa tratta ferroviaria copre un territorio abitato da 400500.000 persone, crea disagi alla circolazione automobilistica e alla mobilità di cose e di persone, oltre che al disservizio sui fruitori del servizio di Ferrovie Nord Milano. Va anche segnalato che questa tratta ferroviaria è l’unica, o una delle poche, del gruppo F.N.M., che garantisce un utile di esercizio, nel senso che sapete che il 85% dei costi di servizio sono rimborsati a piè di lista da parte dei sistemi di ripianamento dei servizi ferroviari, quindi il 5 15% che dovrebbe essere garantito dalle vendite dei biglietti in questa tratta raggiunge il 35%. Questa tratta permette ad altre tratte di sopravvivere, altrimenti non arriverebbero al minimo di copertura. Nonostante ciò, è assolutamente vilipesa. Una seconda cosa, che non c’entra nulla con questa, posso dire che finalmente una buona notizia ha preso Milano. Ieri si è inaugurata la Casa della Carità, che è una realtà di grande speranza per questa città, perché questa Casa offre ospitalità ai senzatetto che, per la gran parte non sono cittadini extracomunitari ma sono cittadini italiani. Offre ospitalità ad un gruppo di persone affette da disturbi psichici, sappiamo quanto il problema degli psichici in Italia è abbandonato sulle spalle delle famiglie, offre ospitalità a nuclei familiari composti da ragazze madri. E’ una risposta di grande speranza per questa città e dobbiamo riconoscere che oltre alla Caritas Ambrosiana, anche il Comune di Milano ha fatto la propria parte e io penso che su questa vicenda anche la Provincia dovrà dare un segnale nel prossimo bilancio, mettendo a capitolo di spesa un contributo perché questa speranza possa avere anche la solidarietà attiva della nostra Provincia.” Nel frattempo è entrato in aula il Presidente della Provincia, Sig. Filippo Penati. (presenti 39) Consigliere Lombardi: “Anch’io mi riallaccio alla questione sollevata dal Consigliere e amico Caputo, in quanto come lei sa ho presentato già in data 11 novembre un’interrogazione che riguarda i pendolari, in particolare proprio il tema sollevato da Caputo sulle stazioni di Canegrate, Parabiago e Vanzago. Informo il Consiglio che proprio mentre noi stiamo parlando qui è in corso a Trenitalia una riunione che dovrebbe essere risolutiva per la questione. Pertanto stiamo a vedere quello che succederà questa sera, dopodiché sono pronto a trasformare la mia interrogazione in un ordine del giorno e spero di trovare il consenso più ampio possibile su questa questione. Devo però, Presidente, sollevare anch’io le rimostranze sollevate dal Consigliere Accame, perché io avevo presentato questa interrogazione l’11, con un evidente motivo di urgenza, giustificato dal fatto che poi effettivamente oggi si sono trovati e, a causa della non messa all’Ordine del Giorno di questa interrogazione, è mancato l’apporto costruttivo e propositivo della Provincia. Per cui, secondo me, più che avere all’Ordine del Giorno tanti punti su cui deliberare, occorre anche rispettare l’art. 86 dello statuto, così come diceva Accame, nel quale si prevede un numero minimo di almeno 4 interrogazioni per Consiglio provinciale, proprio perché alcune di queste non vogliono far perdere tempo al Consiglio, anche perché le interrogazioni, non dimentichiamolo, hanno un carattere di rapidità nell’esposizione e nella risposta, per cui è uno strumento secondo me estremamente agile in mano al Consiglio per dare delle risposte ed eventualmente scremare un po’ quelli che sono i temi meno impegnativi, meno corposi, da quelli che hanno un carattere effettivo di urgenza. Spero anch’io che prossimamente le mie interrogazioni che ho presentato con quest’ottica, quindi con la volontà di avere una risposta per poi eventualmente investire anche in una maniera diversa il Consiglio, spero anch’io di vedere le mie interrogazioni svolte prossimamente.” Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Gaiardelli. (presenti 40) Consigliere Clerici: “Io sarà brevissimo perché sono stato anticipato dal Consigliere Gavazzi, e devo dire che il Consigliere Gavazzi ha argomentato bene il suo pensiero, anche folcloristicamente, noi lo conosciamo, abbiamo imparato a conoscerlo, è stato bravo. Io non ho ravvisato nelle parole dell’amico Dapei nulla di offensivo nei confronti del Presidente Penati. Sono anch’io dell’avviso del Presidente Ortolina che le questioni dovrebbero 6 risolversi politicamente, non giudiziariamente, per cui preferisco parlare di politica che non di cose di giustizia. E’ con questo spirito che io inviterei il Presidente Penati, che vedo in aula, a voler chiarire meglio, perché l’altro giorno è sceso in aula e ci ha spiegato tutto il processo sulla Milano Mare. Francamente, se dovessi fare una sintesi di quello che ha detto, Presidente Penati, io sarei incapace. Non ho capito esattamente il pensiero, le motivazioni, lo svolgimento delle cose. Di tutto quello che lei ha detto, se dovessi fare un sunto non sarei capace, per cui la prego, se qualche altra volta lei vorrà essere più preciso e più puntuale nello spiegarci le cose, io le sarò grato.” Nel frattempo è entrato in aula il Vice Presidente della Provincia, Mattioli. Presidente della Provincia Penati: “Io non rifarò la comunicazione sulla Milano Mare, abbiamo un appuntamento in commissione il 29. A me risulta il 29. Comunque, quando è, ci vediamo in commissione. Io vi invito poi a controllare, lo verifichiamo, perché a me risulta il 29, sulla questione del bilancio e sulla questione anche delle partecipate. Ci sarà poi il 9 dicembre un Consiglio straordinario sulla Milano Mare. Presidente, se c’è la necessità io lo rifaccio, ma direi che forse vale la pena di circoscrivere la questione all’informativa sull’iniziativa legale. Io sono straconvinto che alla politica si debba rispondere con la politica e sono straconvinto che la politica debba sapere andare anche oltre quelle che sono le normali polemiche, contrapposizioni, e debba trovare in sé le ragioni di un confronto che anche quando è aspro comunque trova in sé le regole per superare l’asprezza o per tollerare che ci sia comunque un’asprezza. Io lo dico potendo vantare, in tanti anni di amministratore, se ricordo bene credo che questa sia la prima volta che sono promotore di un’azione legale, mentre voglio ricordare a quest’aula, perché forse è passato in dimenticatoio ma si sta svolgendo una causa che mi vede coinvolto e vede coinvolto un quotidiano, La Repubblica, intentata dalla ex Presidente Onorevole Ombretta Colli, mentre io non ero neppure Consigliere provinciale. Appunto! Solo per una frase che io ho dichiarato e la frase in questione è: “L’Amministrazione provinciale e la Signora Ombretta Colli stanno facendo di tutto perché si dice che vorrà diventare Presidente della Milano Mare”. Non era una calunnia, era una profezia. In ogni caso mi sto difendendo nelle aule di tribunale, quindi questa è una cosa che riguarda quella parte, ma vorrei che lo ricordassimo, perché io per primo me lo sono dimenticato, c’è un avvocato che sta seguendo la cosa e la si vedrà. E’ stata denunciata con me tutta la redazione, un complotto, tutta la redazione milanese di Repubblica, il direttore nazionale, ecc. Io voglio però riportare le cose a quello che io intendo tutelare. L’azione legale si riferisce specificamente a due articoli che riguardano le borse di studio degli extracomunitari. Si riferisce a quello e non ad altro. Per due volte, sia nel titolo che in parte nell’articolo, si sono voluti passare due messaggi: 1. che quell’azione era discriminatoria rispetto ai bambini italiani, ai figli dei lavoratori italiani e dei genitori italiani; 2. che era rivolta ad una popolazione di cittadini stranieri illegalmente nel nostro Paese. Intendo tutelare l’immagine e l’operato dell’Amministrazione provinciale e l’immagine mia personale, siccome il titolo, in entrambi i casi, se non ricordo male, era riferito alla mia persona. Questa è l’iniziativa che come Provincia abbiamo intrapreso e io personalmente intendo intraprendere. Non ha nessun risvolto di nessun altro tipo, tende a dichiarare con chiarezza che lì non c’è nulla di battaglia politica, non c’è, a mio giudizio, la necessità che venga riportata con tanto clamore una notizia palesemente distorta, a questo punto io credo 7 sia legittimo per l’Amministrazione, riferito a quell’episodio, tutelare la propria immagina, e io abbia il diritto di tutelare la mia immagine come persona. Non c’è altro, non credo ci sia necessità di valutare le cose. Rispetto all’intervento del Consigliere Dapei nell’ultimo Consiglio... Così le do un annuncio, io credo che si debba valutare una frase che lei ha detto, io ho risentito la registrazione più volte: “Qui si imbrogliano le carte”. Io credo che questa vada oltre ogni... No, nel contesto dell’intervento io credo che questo vada oltre il legittimo confronto sul piano... Dissenti dall’imbroglio o dissenti da quello che sto dicendo? Fantastico! Allora benissimo, allora abbiamo finito, ci chiariamo che quello era un pronunciamento dettato dalla polemica politica, ma che dietro non aveva... E’ finita la questione, se è questo il contesto, è finita la questione. Ma siccome nel contesto in cui avviene l’intervento si adombrano a passaggi, documenti e quant’altro, la cosa o sta dentro un giudizio e una polemica di carattere politico, o non di adombrano altre cose. Se sta nella normale dialettica politica, è finita la discussione anche per me, non c’è nessun motivo per andare oltre. Se la cosa la si vuole tirare avanti e la si abbina alla commissione d’inchiesta e quant’altro, credo ci sia anche qui un momento di riflessione, ancora una volta credo ci sia uno spazio politico ma credo che si creino delle suggestioni che hanno il rischio di andare oltre quello che è il normale dibattito e confronto, anche aspro, sul piano politico.” Consigliere Dapei: “Presidente Ortolina, se anche i consiglieri convengono, siccome ero già iscritto per l’art. 83, faccio anche il mio articolo 83. Presidente, su richiesta del Consigliere della Margherita, mi riservo dopo di intervenire per l’art. 83. Ubi maior Consigliere. Okay, la Margherita dissente dalla decisione del suo Presidente. Innanzitutto Presidente Penati rispondo a lei perché mi ha appena tirato in ballo, qui si imbrogliano le carte. L’ho detto giovedì scorso riferito a quello che era successo fino a giovedì scorso, lo dico oggi anche solo rispetto a quello che avete combinato ieri e oggi. Quindi sono qua per un mandato popolare, con il compito di controllo rispetto a quello che fate, in forza di quel mandato popolare io le dico che qui si imbrogliano le carte. Però chiariamo un punto, il problema che hanno sollevato i miei Consiglieri, e li ringrazio, sia quelli che sono intervenuti sia quelli che si sentivano rappresentati da chi interveniva, non è quello che io ho detto giovedì scorso, il problema è quello che lei ha scritto o comunque questo ente, con i soldi dei cittadini, con la carta intestata della Provincia, con l’ufficio stampa pagato dai cittadini, ha diramato come comunicato stampa. Il problema è questo! Il problema non è Dapei, il problema è Penati. Non è che Dapei deve chiedere scusa, e allora Penati lascia perdere. E’ Dapei che dice che non finisce qui e se qualcuno si illude di poterla fare finire qui si sbaglia. Se qualcuno si illude. Io non so se perché un giorno la Presidente Colli ha intentato causa a lei, allora per la pena del contrappasso è giusto che lei annunci querela verso chi, i giornali vostri amici definiscono, il fedelissimo della Colli. Io dico, Presidente, che dobbiamo intenderci molto bene. Mi va benissimo e la considero anche lotta politica a viso aperto una querela per diffamazione, perché è suo diritto di farsi ascoltare, i giornali l’hanno ripreso, anche i giornali nazionali, rispetto a questo Dapei che chissà cosa avrà detto, chissà quale sfregio alle istituzioni se il Presidente della Provincia di Milano dice queste cose. Non mi voglio perdere in mille rivoli, ma va benissimo la querela, perché poi terze persone rispetto a noi si dovranno pronunciare, perché io dico che si imbrogliano le carte anche perché noi da mesi chiediamo, da settimane chiediamo, da giorni chiediamo, con le firme, a termini di regolamento, che si parli di certe cose e diversamente dai termini dei regolamenti questa discussione non avviene. Non mi va bene e non finisce qua l’annuncio, perché se vi piace la politica dell’annuncio su 8 tutto il resto, noi vi combattiamo politicamente e lo facciamo da tanti anni, ma la cosa peggiore che si può fare in un comunicato stampa non è dire che si è querelato Dapei ma dire che si è chiesto ai legali se ci sono gli estremi. Siccome qui ci sono tutte persone assolutamente intelligenti a sufficienza per capire quello che sto dicendo, non sto a spiegare più di tanto il problema. La cosa che non va bene, lo dico tranquillamente, a viso aperto, come ho detto a viso aperto tutto quello che mi passava per la mente rispetto all’attività di questo ente, sempre qua, da tanti anni a questa parte, e anche in altri enti da tanti anni a questa parte, anch’io querele non ne ho mai ricevute e neanche preannunci di querele, il fatto di fare un comunicato di questo tipo è grave. Io dico allora che se qualcuno si illude di intimidire l’opposizione, si sbaglia, si sta sbagliando. Io mi auguro che anche quei giornali che si tenta di intimidire, perché forse meglio di altri hanno raccontato quello che sta succedendo qui dentro, evidentemente dovremo anche noi attrezzarci con i manifesti per far sapere quello che anche solo ieri è successo qui dentro, anche solo oggi è sta succedendo qui dentro. Comunque io mi auguro che valga anche per i giornali, ne parleremo dopo, Presidente, la sua maggioranza vuole che io parli solo per fatto personale e mi attengo a quello che la forza dei numeri. Allora Presidente, io spero che valga anche per gli altri, ma se qua quello che io leggo come un tentativo di intimidazione, qualcuno pensa che possa arrivare fino in fondo, si sta sbagliando. Oggi avremo un importante punto all’Ordine del Giorno, su cui io e i Consiglieri, spero tutti i presenti, potranno anche qua dire che qui si imbrogliano le carte.” Consigliere Barbaro: “Lo ripeto, nascondersi dietro il mandato elettivo popolare per aggredire, insultare o diffamare, parlo in termini generali, si è fortemente fuori strada. Io più volte da questo microfono ho sollecitato al rispetto reciproco, alla tolleranza, ho registrato delle iniziative di aggressione verbale che stavano scivolando, all’insegna certamente di immaturità, prima umana e poi politica, invitai ad essere più riflessivi. Non voglio fare nessun richiamo di tipo pastorale, nel modo più assoluto. L’organo di indirizzo e controllo che è questo consesso, e l’opposizione ha tutto il diritto di controllare, non può chiudersi, io non voglio essere il difensore o l’avvocato, anche perché non ho le dovute competenze, di chi avendo perso una partita democratica trova ogni pretesto per non far lavorare e non far governare questo consesso. Vi sarà vietato, democraticamente e rispettosamente. Voglio ricordare che non possiamo accettare supinamente, è stato detto nella conferenza dei capi Gruppo, la commissione d’inchiesta - dov’è il Consigliere Albetti? Non lo vedo perché non sussistono le condizioni per una serie di ragioni che per economia di tempo non voglio citare, e si decise proponendo come conferenza dei capi Gruppo, Caputo eri presente, di discutere lo specifico problema per quanto riguarda la società Milano Mare, proponendo un Consiglio straordinario per ieri. La minoranza non ha accettato e l’abbiamo spostato al 9. Ero presente anch’io. Una parte della minoranza non accolse, quindi ci fu disponibilità, attenzione e rispetto verso la richiesta dei Consiglieri della minoranza. Nessuno vuole intimorire niente e nulla, non adoperiamo parole troppo grosse. Nessuno vuole intimorire, ma nessuno accetterà supinamente i giochetti di basso cabotaggio istituzionale. Su questo non vi è dubbio. Ritarderemo qualche ora in più, però è molto povero come risultato complessivo. Molto povero! Urlare e cercare di conquistarsi qualche articoletto sulla stampa è altrettanto povero, ci sono problemi molto più importanti. Mi avvio alla conclusione perché non vorrei essere richiamato dal Presidente, ricordando che non si fa battaglia istituzionale con la carta da bollo, non è la prima volta che lo dico, e c’è qualcuno che trova nella bagarre, nel tentativo di creare una bagarre politica, un ruolo, vuole diventare molto probabilmente, senza mischiare il sacro on il profano, il Salvo 9 d’Acquisto di questo Consiglio. C’è Emilio Fede a Rete 4, qualcuno vuole imitare Emilio Fede in questo consesso. Per carità, ognuno è libero di scegliere. Per quanto riguarda il problema dei pendolari, e mi avvio alle conclusioni, la proposta del Consigliere Caputo ci trova consenzienti, abbiamo discusso nella 2^ commissione il problema per quanto riguarda le fermate della tratta ferroviaria Milano-Varese, quindi Parabiago ecc., e il problema per quanto riguarda i 150.000 cittadini che hanno subito un disagio metropolitano. Però questo non basta, l’ordine del giorno e un’attenzione, una sensibilità verso i pendolari, i cittadini che vivono delle situazioni estremamente precarie. Mi fermo qui perché il tempo è finito, però interveniamo a livello istituzionale, con il Comune di Milano, io mi incontrai con il collega Presidente della commissione di Milano Pillitteri, ma a tutti i livelli istituzionali, quindi Comune, Provincia e Regione, e anche partiti politici, per tentare di dare una risposta anche a quanto denunciato dal Consigliere capo Gruppo Casati.” Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Dioli. Consigliere Malinverno: “Presidente, è il secondo intervento che fa e sul quale mi trovo perfettamente d’accordo questa sera, cioè sono d’accordo sull’auspicio e l’invito alla serenità e sono d’accordo anche sull’affermazione che aveva fatto prima, cioè che sarebbe importante che non si trascenda la battaglia politica con altre logiche e in altri luoghi. Ora, però, onestamente mi spiace che sia uscito il Presidente, perché mi piacerebbe che sentisse direttamente, e non con la lettura di quello che sto dicendo, quanto ho da dire. Io avevo dichiarato in sede di presentazione delle linee programmatiche, avevo fatto una dichiarazione a suo favore, dicendo che mi era piaciuto lo stile con il quale invece aveva gestito la vittoria elettorale, e la modalità che aveva tenuto nel rapportarsi con la Presidente uscente. Devo dire che questa vicenda però denota una caduta di stile e siccome non ritengo che il Presidente Penati sia assolutamente uno stupido, ho la vaga sensazione che dietro a questa modalità e questa logica delle querele forse si voglia nascondere un problema politico che c’è già, evidente da molto tempo, nella vostra Amministrazione, nella vostra Giunta, ed è una considerazione politica che faccio. Però, al di là del fatto che uno può esprimere una valutazione e la mia rimane ovviamente un’opinione assolutamente condivisibile o meno, devo dire, e questo lo chiedo soprattutto ai membri della Giunta autorevoli, di cui conosco molte persone che stimo e che ritengo molto serie, se il Presidente Penati ha deciso di querelare il Giornale veramente per i due articoli riguardanti la vicenda delle borse di studio, cioè se io non ricordo male, due articoli che riportavano sostanzialmente le posizioni che erano state espresse in aula rispetto alla decisione dell’Amministrazione provinciale, vuole dire che la Giunta ha fatto una discussione e ha deliberato, perché la querela in questo caso può avvenire solamente se la Giunta dà mandato ai legali di querelare. Vuole dire che c’è una delibera di Giunta e vuole dire che la Giunta ha discusso al proprio interno sulla opportunità o meno, su proposta del Presidente Penati, di querelare il Giornale e il giornalista autore degli articoli. Io onestamente non so che tipo di riflessione ha fatto la Giunta su questa questione, o se non ne ha fatta alcuna. Io dico, in ogni caso, che è indubbio che per quello che ricordo io quegli articoli riproducevano sostanzialmente le posizioni che erano state espresse in Consiglio provinciale. Per conseguenza logica bisognerebbe che la querela venisse estesa a tutti coloro che hanno espresso posizioni e giudizi anche duri sulla vicenda della destinazione dei fondi per le borse di studio ai cosiddetti extracomunitari. Dopodiché mi si spieghi se questo non è, visto che stiamo parlando di dichiarazioni politiche riprodotte in un articolo di giornale, un atto intimidatorio? E se non lo è che cos’è? Se esprimere liberamente l’opinione, una posizione o 10 un giudizio rispetto ad un atto amministrativo, e venire minacciato di querela non è un atto intimidatorio, che cos’è? Si stava parlando del fatto che fosse anticostituzionale e si esprimeva un giudizio forte, indubbiamente forte sul fatto che non si riteneva opportuno la discriminazione nei confronti dei cittadini italiani, dopodiché l’articolista riportava questo, non ricordo altro. Se questi sono i fatti, mi si deve spiegare chi è che sta trascendendo il dibattito politico, questo è il problema vero. Siccome sono d’accordo sugli auspici alla serenità, dico che la serenità va costruita sui fatti. Ora, io onestamente, lo dico a mo’ di battuta, visto che si è discusso molto della questione del premio al Leoncavallo, spero vivamente e spero di non essere passibile di querela se lo dico, che gli elettori del centrosinistra pensando di votare un amministratore non si siano ritrovati per Presidente veramente, devo dirlo tra virgolette, un “Leoncavallino”, perché se questa è la logica, non è una logica di tolleranza.” Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Casati. Consigliere Guerra: “Io non vorrei mai giocare a carte con il Presidente Penati, visto che imbroglia sempre con le carte, per cui perderei sempre. A parte questa battuta, io ho già avuto modo di dire al Giornale, penso ieri, è uscito sulla stampa di oggi, che personalmente non ho mai fatto politica con le querele e non intendo farne fino a quando farò politica. Al contrario, mi trovo da due anni, con il compagno e amico Greco, sotto processo per una querela di diffamazione ad un Sindaco che era nel centrosinistra, passato con il centrodestra, perché scrivemmo su un manifesto pubblico che questo Sindaco era “arrogante”. Siamo da due anni sotto processo, con un’accusa pesantissima: diffamazione a mezzo stampa, e una richiesta di risarcimento danni penso enorme, € 350.000 ci chiede questo Sindaco. Per cui so bene cosa significa fare la politica, e io l’ho fatta per anni all’opposizione, con questa pressione che viene fatta, che tenta di intimorire il ruolo e la funzione dei Consiglieri, allora comunali e penso anche provinciali. Però io vorrei rimettere un po’ la palla al centro, nel senso che no ci sto neanche a fare passare questa vicenda come una maggioranza che cerca di sopraffare i diritti dell’opposizione, perché non credo sia così e perché personalmente, visto che all’opposizione ho passato la mia vita politica, non mi permetterò mai di fare azioni di tal genere. Il problema però è un altro. Se si intende cercare di ragionare e rasserenare gli animi, dobbiamo anche essere consapevoli che quando parliamo da questi banchi, parliamo dal ruolo che noi abbiamo da Consiglieri provinciali e lo facciamo anche con senso di responsabilità, perché abbiamo avuto il mandato dal popolo. In virtù di ciò penso che le affermazioni, gli articoli, i giudizi, debbano essere fortemente prudenti e soprattutto supportati da cognizioni di fatto. Ora, nel caso specifico del Consigliere che è intervenuto prima, per cui si sta studiando, leggo anch’io dal comunicato stampa, se esistano gli estremi per una querela, io vi dico sinceramente che volevo chiedere la copia dell’intervento già nell’ultimo Consiglio, perché alcune frasi personalmente mi hanno offeso. Penso che da quell’intervento sia uscita un’immagine di questi Consiglieri provinciali che appunto imbrogliano sulle carte, e questa affermazione veniva fatta anche in un susseguirsi di un ragionamento che era, da un lato politico ma dall’altro lato entrava, buttava dubbi, buttava delle incertezze, dava anche a parere mio delle inesattezze o incompletezze di informazioni. Vedasi il caso, per esempio, del parere espresso dal rappresentante del Comune di Milano in quel consiglio di amministrazione. Per cui io penso questo, che così non si può andare avanti, però una soluzione deve essere trovata, e la soluzione la si trova reciprocamente. Va bene con il confronto politico, ma che sia un confronto politico serio, sulle cose serie, su frasi serie, che chiariscano fino in fondo il 11 senso di un ragionamento politico e che cancellino il dubbio di qualsiasi nefandezza o che cancellino frasi del tipo “qua si imbroglia sulle carte”. Perché non è tanto in sé questa frase che, presa singolarmente, non vuole dire nulla, ma se incastonata in un ragionamento politico che solleva una serie di dubbi, una serie di incongruenze, e la si conclude con una frase del tipo “qua si imbroglia sulle carte”, io personalmente, da Consigliere di maggioranza mi sento pesantemente offeso e se non ho dei chiarimenti in merito, sono il primo a chiedere che si faccia chiarezza su affermazioni di questo genere, perché lede la mia immagine di amministratore che viene qui in quest’aula per fare onestamente il proprio mandato e che vuole la chiarezza su ogni atto pubblico. Se si vuole uscire da questo impasse, chi fa affermazioni di questo tipo o le documenta, o le pesa, o è prudente e dimostra con dovizia di particolari che questi imbrogli ci sono, oppure se ne assume le proprie responsabilità. Io personalmente condivido e continuerò sempre a sostenere che la politica non si fa con le querele, però invito anche l’opposizione a fare il ruolo di opposizione ma su fatti concreti, senza trascinare il confronto politico e la dialettica politica nella polemica pura. Questo ne va di beneficio e per l’opposizione stessa e anche, penso, per l’intero Consiglio.” Presiede il Vice Presidente Vicario, Cavicchioli. Consigliere Dapei: “Quando potremo discutere dei temi che ha toccato il Consigliere, ovviamente potrò dire la mia, lo sto aspettando da 5 mesi e ricordo che al riguardo ho chiesto pure l’istituzione di una commissione di inchiesta. Presidente quanto riguarda l’art. 83 Presidente, innanzitutto devo dire, rispetto a quello che ha detto il Consigliere Accame, di cui condivido totalmente il pensiero e soprattutto l’obiettivo, si stanno accumulando le interrogazioni del Consiglio agli Assessori e al Presidente, non perché il Consiglio ne produca troppe ma perché la Giunta non sta dando le risposte. Lui ricordava il regolamento che diceva almeno 2 a seduta, quindi vorrebbe dire almeno 4 ogni giovedì, oggi nessuna, l’altra volta una, è importante per poter svolgere appieno il nostro ruolo, lui faceva degli esempi calzanti anche per la discussione di questo pomeriggio, che la Giunta inizi a dare le risposte. Su questo una sottolineatura cui tengo molto, Presidente, il termine dei 30 giorni è un termine massimo. Io ritengo sottinteso, ma nel caso lo possiamo mettere anche nero su bianco, che ove non si riesca, per strani motivi, perché poi c’è sempre il tempo ma non viene utilizzato, a rispondere nei 30 giorni in Consiglio, a quel punto si scrive, non che si dice: il Presidente non mi ha convocato. Cos’è successo giovedì scorso, al di là delle questioni di cui abbiamo fatto cenno prima e che, ribadisco, non finiscono qui a chi se lo illude. E’ successo che Dapei ha fatto un’interpellanza che ha posto un tema che in realtà Dapei e altri hanno posto già dal primo Consiglio provinciale. Io capisco che sia un tema che dà fastidio a partiti, a gruppi politici, a gruppi consiliari che temono di perdere il loro potere, che temono di avere le loro deleghe diminuite, ma non riesco a capire perché il centrosinistra ha fatto, anche solo nel 2003, una grande battaglia di cui abbiamo avuto pubblicità massima in tutti gli organi di stampa, rispetto al tema delle incompatibilità, tra l’altro rispetto al tema delle incompatibilità che possono essere rimosse, quindi quelle del Presidente o quelle dei Consiglieri, mentre ancora non è giunta una parola, se non intimidazioni di altra natura, rispetto all’Assessore Vimercati. Io capisco che questa sia una grande famiglia, vogliamo farla diventare una grande famiglia, ma stiamo ancora aspettando la risposta al quesito scritto al Capo di Gabinetto Vimercati sulla questione dell’Assessore Vimercati e di altri, perché per statuto abbiamo diritto alla collaborazione degli uffici, perché per legge abbiamo diritto a tutte le informazioni in possesso degli uffici e quant’altro. Allora Presidente, attenzione, un 12 Consigliere o il Presidente che ha un incarico che lo rende incompatibile, affronta la questione quando per legge il Consiglio gliela contesta. Fino a quel giorno, lui va avanti tranquillo, anche in buonafede. Diverso è il caso per gli Assessori, la legge prevede che un Assessore incompatibile con la carica di Consigliere, non può essere nominato. Questo è il motivo per cui il Consiglio non gli può contestare l’incompatibilità, perché quello non ci può stare lì. Non può stare lì, non può stare da un’altra parte, poi cose che dovremo verificare. Ovviamente non può prendere lo stipendio da tutte due le parti, non deve aspettare una certa data a venire. Quello lì non ci deve stare, punto e basta. Mi si dirà: è una questione di interpretazioni, la legge non è chiara. Allora, io ho presentato, poi qualcuno ha paura a rifare le stesse battaglie di un anno fa perché adesso ha molto da perdere, una questione specifica, c’è una sentenza del TAR che rimuove un amministratore, un Consigliere comunale di Cinisello Balsamo, perché gli dice: tu non puoi fare il Consigliere a Cinisello Balsamo e il membro del consiglio di amministrazione nella ASNM S.p.A. Quindi, quando qualcuno ha nominato e qualcuno ha accettato la nomina e il posto di Assessore nella Giunta provinciale, al Presidente di ASNM, non solo a un membro del consiglio di amministrazione, era chiarissimo che quella persona, la Provincia addirittura ha una quota superiore al Comune di Cinisello in quella S.p.A., quella persona non aveva i requisiti per fare il Consigliere e quindi non poteva essere nominato Assessore. Proprio il giorno in cui io ho posto questa questione ancora una volta in aula, in maniera più esplicita, si è addivenuti a quanto oggi, e spero più spesso in futuro, abbiamo toccato. Presidente chiudo ricordando che questo famoso dibattito sulle questioni di Milano Mare, sugli indirizzi di governo delle partecipate e quant’altro, noi lo chiediamo da mesi ma ancora nessuno ha disposto che venisse finalmente consumato all’interno dell’aula consiliare.” Consigliere Maestri: “Prima di tutto volevo segnalare il mio apprezzamento e quello del gruppo per la scelta di avere ricordato in aula che la giornata di oggi è dedicata alla violenza contro le donne. Con una battuta che si riferisce a qualcos’altro si potrebbe dire che la violenza domestica è una malattia degli uomini che colpisce le donne. Credo che sia stato un bene ricordarlo qua dentro e rinnovo il mio apprezzamento. Io volevo, anche se brevemente, intervenire su un tema molto generale, che non riguarda quest’aula direttamente, ed è ricordare che il giorno 30 novembre è stato indetto dalle OO.SS. CGIL, CISL, UIL e SIN COBAS, uno sciopero generale contro la finanziaria del Governo Berlusconi. A parte la difficoltà di capire fino in fondo che cos’è questa legge finanziaria, visto che la cambiano ogni due o tre ore non è ancora chiaro quale sarà quella definitiva, (il Senato ha discusso di una legge che è stata cambiata in corso d’opera), in ogni caso è chiaro che cosa contiene per i lavoratori e le lavoratrici: riduzione del potere di acquisto dei salari, scarsità di contributi per il rinnovo dei contratti, in particolare per i dipendenti pubblici, per non parlare di tutta la pantomima sul taglio delle tasse che, se anche arriverà a conclusione, significherà un taglio delle tasse che riguarderà soprattutto le fasce medio alte, cioè ancora una volta un Robin Hood alla rovescia. Abbiamo già detto più volte in quest’aula - molti sono intervenuti - per ricordare quali sono i contraccolpi di questa finanziaria sulla spesa sociale. Voglio solo ricordare che tra le tante indegnità che sono contenute nella legge di bilancio c’è anche quella dell’eliminazione del fondo sul AIDS. Se qualcuno di voi si ricorda i giorni dopo l’omicidio di Carlo Giuliani, il Governo Berlusconi ricordava come era andato bene quel G8 e, tra i maggiori successi, ricordava lo stanziamento di un fondo per l’AIDS a livello internazionale. Di quello, la parte italiana è stata tagliata da questa legge di bilancio, giusto per fare giustizia anche di quei giorni. Qualcun altro, in quest’aula, ha ricordato uno degli elementi che invece ci riguarda, e di 13 come questa legge finanziaria e il bilancio dell’anno prossimo riguardino anche gli enti locali, di come, ancora una volta, verranno colpiti gli enti locali in termini di tagli, sia di minori risorse sia di rischi per i propri bilanci sul fatto che il taglio delle tasse poi li costringerà a fare un altro tipo di politica. Non la faccio lunga su questo. Volevo esprimere la mia solidarietà e la mia adesione, non sono in questo momento lavoratore dipendente ma parteciperò a questo sciopero. Chiedo agli altri Consiglieri provinciali e Assessori di partecipare anche loro in qualche modo a questo sciopero, magari anche versando un fondo di solidarietà sindacale, la parte della loro indennità che avrebbe riguardato quel giorno. Chiedo anche che la Provincia, nel suo complesso, possa partecipare con il proprio gonfalone alla manifestazione sindacale e credo che anche da questo Consiglio possa arrivare una parola, una voce, per una politica diversa di bilancio. Ricordo, e lo saluto con favore, che dentro i documenti sindacali, tra le richieste su dove recuperare le risorse, c’è anche quella della richiesta di riduzione delle spese miliari. Io sono particolarmente contento che ci sia questa richiesta, nero su bianco, e credo che sia importante per quello che vuole dire.” La seduta viene sospesa alle ore 17.50 e riprende alle ore 18.10 Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Zanello. (presenti 41) Dopodiché il Vice Presidente pone in discussione lo: ARGOMENTO N. 24 DELL'ORDINE DEL GIORNO – Ultima variazione al Bilancio di Previsione 2004 e ai suoi allegati. Vice Presidente Provincia, Mattioli: “Buonasera a tutti. Procedo all’illustrazione del penultimo atto, dal punto di vista contabile, di questo esercizio in corso. Voi sapete, Consigliere, che in data 15 aprile fu approvata da quest’aula una prima variazione al bilancio 2004, a questa prima variazione è seguita una seconda variazione, che è stata approvata il 28 ottobre scorso, siamo alla terza ed ultima variazione, entro i limiti di legge fissati per il 30 novembre, prima di procedere al clou del nostro confronto politico programmatico amministrativo che sarà il bilancio di previsione 2005. Per quanto riguarda questa variazione che è stata illustrata pochi giorni fa nella 1^ commissione, la commissione bilancio, le modifiche sono poche ed essenziali, sono sostanzialmente adeguamenti che rivengono dal normale controllo a procedimento amministrativo, adeguamento amministrativo, guardando all’andamento delle voci e dei capitoli di bilancio, e in estrema sintesi, le variazioni più significative riguardano, come noto, lo stanziamento dell’importo di circa € 500.000 che riguardano l’intervento urgente cui abbiamo dovuto dare previsione di spesa, per l’intervento di ristrutturazione di opere urgenti per gli eventi del liceo scientifico Parini di cui voi siete a conoscenza. Altra variazione significativa, ma che è meramente un trasferimento da un esercizio all’altro, riguarda il trasferimento di una posta di bilancio di 24 milioni di euro dal bilancio 2004 al bilancio 2005, che riguarda il finanziamento del trasporto pubblico locale, slittamento al 2005 semplicemente conseguente a deliberazioni della Giunta regionale, che ha deciso di trasferire questa cifra all’esercizio successivo. L’altra posta significativa che è stata introdotta in questa variazione di bilancio riguarda una maggiore entrata finalizzata, un importo assunto, deliberato, dalla Giunta regionale venerdì 12 novembre, che assegna alla Provincia di Milano un importo di 4 milioni di euro, finalizzato alla formazione delle persone con disabilità. Quindi è un’entrata che trova poi 14 corresponsione in un’analoga voce di uscita tra le spese correnti. Una partita di giro, sostanzialmente. Ci sono poi tutta una serie di altri aggiustamenti che riguardano una maggiore spesa di € 300.000 per il costo del personale, finanziamento della contrattazione decentrata a favore dei dipendenti, ed altre variazioni di modesta entità per l’assestamento di bilancio. Sostanzialmente, come vedete, la variazione di bilancio, nel suo complesso, è poca cosa. Quello che invece sicuramente è l’elemento che suscita il nostro interesse, che immagino sarà poi oggetto del dibattito dell’assemblea, riguarda la decisione che è stata assunta dalla Giunta proprio ieri, peraltro già preannunciata, quella di procedere ad un’integrazione di quest’ultima variazione del bilancio 2004 per stanziare in bilancio una cifra di 11 milioni di euro per dare seguito alla nostra possibilità di esercitare un diritto di prelazione sulla quota di cui l’Autorità Portuale ha dato l’intendimento di procedere alla vendita. La quota è del 1,20% e per questa quota, come voi sapete, l’Autorità Portuale di Genova ha già ricevuto un’offerta da parte di Agro Finanziaria per la somma di € 4,85 per ogni azione. A fronte ai questa possibilità, così come ci era stato sollecitato da parte dell’aula, la Giunta ieri ha deciso di esercitare il proprio diritto di prelazione, quindi ha proceduto a produrre una integrazione all’ultima variazione al bilancio 2004, proprio per poter stanziare la cifra necessaria. Dove troviamo le risorse per appostare questa voce di bilancio? Come era stato preannunciato, l’introito finanziario per poter esercitare questo diritto di prelazione deriverà dalla possibilità, che stiamo valutando concretamente, di poter dismettere alcune altre partecipazioni che la Provincia di Milano detiene in vari soggetti. Questa è la fonte di approvvigionamento. Come vi ho detto, la Giunta ha proceduto ieri, con questa delibera di integrazione. Oggi in quest’aula sono stati prodotti due emendamenti che vanno proprio nella medesima direzione, cioè entrambi gli emendamenti, uno della maggioranza e uno della minoranza, sollecitano l’esercizio del diritto di prelazione, propongono la medesima cifra ed è in base a questa considerazione, anche confrontandoci con il Presidente e gli altri organismi di Giunta, che sarebbe a questo punto nostro intendimento, è nostro intendimento, accettare sostanzialmente gli emendamenti perché la nostra valutazione che noi vogliamo, nei tempi più rapidi e opportuni, cioè nel modo più efficace possibile, poter esercitare il nostro diritto di prelazione. Questa è l’efficacia decisionale che ci prefiggiamo, però a questo punto, se abbiamo la possibilità di raccogliere da questa assemblea che rappresenta la volontà dei cittadini della Provincia di Milano, rappresenta per mandato la volontà della Provincia di Milano, raccogliere un ampio consenso politico che ci consenta di essere ancora più forti politicamente in quella che è stata una scelta che il Presidente e la Giunta hanno deciso di adottare. A questo punto crediamo che sia, anche per doveroso rispetto all’assemblea, per valorizzare il mandato dell’assemblea, per essere tutti insieme più forti politicamente in questa operazione che abbiamo intrapreso, abbiamo deciso che possiamo procedere anziché con la procedura che comunque il Segretario generale ci aveva proposto, quella di integrare la variazione di bilancio con una delibera integrativa, ci sembra più opportuno politicamente e più forte, ripeto, accogliere gli emendamenti che vengono proposti dall’aula. Questo è il nostro intendimento, la deliberazione integrativa di Giunta viene ritirata e procediamo quindi ad accoglier la volontà che ci sembra pressoché unanime dell’assemblea provinciale, che ci spinge nella medesima direzione che noi avevamo valutato. A questo punto, tutti insieme procediamo su quella strada.” Presiede il Presidente del Consiglio, Ortolina. Presidente del Consiglio: “Io devo precisare, a proposito degli emendamenti, che il 15 Consigliere Dapei aveva presentato, nei termini fissati dalla conferenza, un emendamento cautelativo, nel senso che era indicata una cifra simbolica perché non eravamo ancora esattamente a conoscenza dei termini finanziari della questione. Una volta conosciuti questi, questo emendamento è stato sub emendato per indicare le cifre giuste. La stessa cosa è stata fatta con un emendamento a firma del capo Gruppo Foglia, da parte dei Consiglieri di minoranza. “ Consigliere Dapei: “Dal fatto che nessuno della maggioranza, dopo l’ottimo intervento del Vice Presidente Mattioli prende la parola mi sembra, lo dico in amicizia, che alla fine la questione dell’ultima variazione di bilancio diventa la questione dell’esercizio di prelazione delle azioni Milano Mare. In realtà c’erano varie questioni, a questo punto di secondaria rilevanza amministrativa all’interno di questo bilancio, però appunto il divenire degli eventi li mette in ombra, quindi mi è sembrato questo silenzio un po’ come un invito al primo presentatore di un emendamento che non è l’emendamento Dapei ma è l’emendamento della minoranza di questo Consiglio, e poi ieri, chiedo scusa se correggo il Vice Presidente ma non è che oggi sono stati presentati questi emendamenti. Oggi il capo Gruppo dei D.S. ha presentato, a Consiglio avviato, un emendamento. In realtà il nostro emendamento è di settimana scorsa, sub emendato già ieri. Io spero che non ci dimenticheremo nel dibattito del resto della variazione di bilancio, perché c’è un tema, l’altro tema che il mio emendamento di € 1 aveva posto, cioè i danni al liceo Parini, che avevamo voluto porre tramite l’emendamento, perché dal bilancio risulta chiaro, rispetto ai danni, cosa succede per le uscite, ma non c’è dato capire se e che cosa c’è da aspettarsi rispetto le entrate: assicurazioni, concorso quota parte del Comune di Milano, richiesta di danni ai responsabili, qualora fossero stati individuati. Quindi, l’emendamento di € 1 di venerdì scorso aveva questa doppia valenza, € 1 in uscita e € 1 in entrata. E’ stata accolta, ringrazio per la sensibilità dimostrata, la sottolineatura rispetto € 1 in uscita riguardo la Milano Mare, però ancora rimane un po’ irrisolta la questione che, evidentemente, qualcuno può anche dirci che non si può risolvere oggi e che ancora ci vuole tempo per capire cosa succederà del bilancio 2004, a questo punto per competenza ma con sopravvenienze attive, nel corso dei mesi o forse degli anni. Però io mi aspetto che qualcuno ci dica qualcosa, perché in questi giorni abbiamo letto tantissimo, non solo su Milano Mare ma anche sul liceo Parini, abbiamo sentito tante e diverse soluzioni da parte di diversi esponenti di questa Amministrazione, le varie soluzioni che ho detto prima, quota parte o altro, però l’ultima variazione è arrivata al pettine e non si è sciolto questo nodo. Io mi rifaccio, è fin troppo facile, però non posso evitare, anche solo alle polemiche fatte in avvio di seduta rispetto ad un certo modo di fare l’opposizione, nel dire che anche oggi, soprattutto oggi forse agli occhi di qualcuno, ma io dico anche oggi, questa opposizione, questa minoranza consiliare, che non fu minoranza al primo turno delle elezioni, dimostra di avere un approccio costruttivo ai problemi. Quando noi abbiamo posto la questione dell’esercizio di prelazione rispetto alle compravendite in atto su Milano Mare, avevamo letto penso come altri i giornali, non avevamo ricevuto neanche noi nessuna lettera di comunicazione, in questo senso avrò anche da ritirare un’interrogazione che avevo fatto. Abbiamo capito che non era arrivata nessuna lettera, questo non ci impediva di promuovere un’iniziativa politica, con un ordine del giorno che chiedevamo che venisse discusso giovedì scorso. Questa iniziativa politica ha già sortito i suoi effetti giovedì scorso, perché il Presidente Penati, che fino a quel momento non si era espresso, quindi non aveva sbagliato sicuramente nessuna dichiarazione perché mi sembra non ne avesse fatte, comunque non ne avevo trovate né in aula né in Consiglio, giovedì scorso con un’altra toccata e fuga è venuto a dire a microfono: guardate che a bilancio 2005 abbiamo previsto stanziamenti congrui per 16 eventuali esercizi di previsione, quindi se non riuscirò a convincere il Presidente, io aggiungo così come a verbale, alle lettere, altri Presidenti prima di lui avevano cercato di fare evidentemente con maggiore efficacia. Il Presidente Penati si è espresso e ha detto: la Provincia eserciterà il diritto di prelazione. Io vi devo confessare, non voglio contarla su troppo, però ho un po’ di tempo a disposizione, non ne abuserò andando oltre, però ve la voglio raccontare tutta. Mi è frullata in testa la cosa tutta la sera, tutta la notte, e la folgorazione l’ho avuta venerdì mattina: ma se il diritto di prelazione dura 30 giorni, cosa c’entra il bilancio 2005? Quindi sono andato dal Ragioniere capo e ho chiesto: ma se questa lettera famigerata - spero che la lettera non mi quereli per diffamazione - arriva domani, il bilancio di riferimento qual è? Il 2004 o il 2005. E lui ha risposto alla mia domanda: se il Consiglio approva subito il 2005 potremmo anticipare, altrimenti è quello del 2004. Io ho detto: abbiamo nel fondo apposito, per il 2004, i fondi per onorare l’impegno che in aula ha preso il Presidente Penati e che ha visto seguire subito, credo legittimamente, un comunicato stampa che le agenzie hanno ripreso immediatamente la sera di giovedì scorso? Le agenzie non hanno spiegato di chi era l’iniziativa politica, comunque dicevano: Penati prende questo impegno. Riusciremo ad onorare l’impegno? Con un’aggravante, io non penso che ci sia qualcuno a questo mondo così diabolico d’avere architettato, fuori da questo ente, la cosa sapendo che c’era il T.U. per cui il 30 novembre è l’ultimo giorno oltre il quale per il bilancio in corso non si possono fare variazioni. Io non lo credo, però c’era quel problema. Così nasce l’emendamento di € 1, che non ricostruisco adesso per far fare bella figura all’opposizione, a seconda di quello che è successo nei giorni successivi, è scritto nell’emendamento presentato venerdì. Tra l’altro il regolamento di contabilità a noi caro, spero anche all’Ufficio di Presidenza del Consiglio, dice: presentate gli emendamenti pure al bilancio con una breve relazione. Nella relazione si scrive che adesso mettiamo € 1 visto che scade il termine, se veramente si vuole onorare l’impegno preso, lo si sub emendi. Quindi non dovevamo per forza essere noi, era un’offerta, lo si sub emendi con una congrua dotazione. Quindi la lettera non c’entrava, l’iniziativa politica non è neanche nata giovedì, perché tutte le volte che sono arrivate a questo ente comunicazioni di compravendite nel passato di azioni Milano Mare, il Consiglio se ne è sempre occupato. Questo non è successo in questo ente, quando in agosto, ma questo spero che la commissione di inchiesta che la maggioranza ci vorrà concedere lo potrà analizzare, quando in agosto è giunta comunicazione all’ente che qualcuno comprava e qualcuno vendeva, io Consigliere provinciale non l’ho saputo. Questo ad agosto, comunque andiamo avanti. Dicevo, l’iniziativa politica per noi parte nel passato, noi abbiamo sempre esercitato il diritto di prelazione, tanto è vero che oggi la Provincia di Penati è il maggiore azionista di Serravalle, di Milano Mare. Se andate a fare i conti, se non si fossero fatte le prelazioni contro cui votava anche una certa parte politica allora opposizione, dicendo che erano inutili, che erano dannose e quant’altro, oggi il privato sarebbe il primo azionista. Quindi, se giovedì scorso qualcuno è venuto qui a dire “sono il primo azionista” e finora, da quando ci sono io, nessuno ha comprato e nessuno ha venduto, oltre ad essere smentito dopo pochi giorni, si ricordi che lo può dire grazie al lavoro politico amministrativo istituzionale fatto in questi anni. Comunque, giovedì abbiamo posto la questione nei termini corretti, venerdì l’abbiamo riproposta in maniera assolutamente costruttiva. Abbiamo avuto la sensazione che la maggioranza, che la Giunta stesse commettendo delle ingenuità, l’abbiamo avuta ancor di più questa convinzione quando ieri sera il Presidente del Consiglio ha fatto girare questa delibera di Giunta, a cui per esempio io mi riferivo quando in apertura dicevo che qua si imbrogliano le carte. Perché, in una delibera ancora non affissa all’albo ma distribuita, che all’inizio, piccola parentesi anche qui, Presidente Ortolina, io sono andato a 17 verificare se la delibera distribuita con il timbro firmato, quindi la copia, era identica alla delibera originale. Con i miei occhi ho visto che la delibera è identica. Questa delibera, curiosamente, credo l’abbiamo tutti i Consiglieri, ci dice che Alberto Mattioli è assente, ma ci dice che i suoi Consiglieri, udito il suo intervento, deliberano. Probabilmente chi mette i timbri di assente deve un attimino stare più attento, oppure chi dice che ha udito l’intervento del relatore. Ma soprattutto, questo è un passaggio fondamentale per la delibera che deve ancora venire, che fa riferimento alla delibera di Giunta che però oggi la Giunta ritira, che ieri ha approvato e che oggi ritira, qui si dice che dopo aver deliberato di integrare, cosa che secondo me non si poteva fare ma adesso siamo tutti d’accordo, lo riconosce anche la Giunta credo con il suo ritiro. Non voglio attribuire, faccio un mio ragionamento, ma si dice, lo informo perché spesso uno vota le delibere poi non va a vedere cosa c’è, dopodiché l’Assessore al bilancio, rilevata l’urgenza del provvedimento, al fine di attivare la comunicazione al Consiglio, quindi un passaggio fondamentale, propone di dichiarare la deliberazione immediatamente esecutiva, ai sensi e per gli effetti dell’art. 134. Questa delibera non è immediatamente esecutiva, lo ha proposto l’Assessore, vedo il Presidente Ortolina che scuote il capo, non so chi l’aveva preventivamente al mio intervento informato di questa questione, non lo ringrazio ma lo ringrazierà lei, però tutto quello che si stava per fare oggi reggeva su una cosa di dubbia legittimità, a questo punto, perché non spariamo sulle persone, però rimane il fatto che la Giunta ha deliberato poi di proporre alla commissione, ne ha parlato Penati, la prelazione dicendo che c’è una delibera immediatamente esecutiva e non è vero. Quindi, avete risolto il problema di oggi ritirando la cosa, non dovevate neanche farla, dovevate da subito riconoscere anche nell’orecchio alla minoranza di avere visto giusto, di avere visto meglio di voi, di essersi posta non solo un problema concreto ma anche di avere agito in maniera costruttiva, perché se noi avessimo voluto, oggi la variazione di bilancio per poter esercitare il diritto di prelazione, così come promesso giovedì in aula da Penati non si sarebbe potuta fare. Non solo perché i termini per gli emendamenti erano già scaduti, ma anche solo perché una volta riaperti, noi saremmo potuti venire qua, se fossimo questi Emilio Fede, che tra l’altro ricordo quando la D.C. del Consigliere era al governo, Emilio Fede era il direttore del TG1, quindi non so con chi se la prenda perché è il direttore del TG4, ma ai tempi era il direttore del TG1, ma se noi fossimo quelli che ci vogliono dipingere, non saremmo venuti qua con l’emendamento che vi risolve il problema, o forse ve lo crea, ma su quello poi ci arriveremo forse il 9 dicembre. Saremmo venuti con 500 emendamenti per dire: di qua non si passa. Presidente, il mio tempo a disposizione è finito, spero che qualcuno ci dica una parola, così come tra l’altro richiamata dall’emendamento di € 1, sulle entrate per il liceo Parini. Spero che € 300.000 che togliete, per esempio, alle scuole. Ne parlerò dopo, sugli emendamenti, Presidente. Spero tante cose, ma sono orgoglioso di far parte di una opposizione che oggi ha scritto una importante storia, importante pagina di storia di questo ente, perché se si potrà addivenire ad una importante delibera di diritto di prelazione, lo si deve esclusivamente al ruolo costruttivo e all’iniziativa politica e istituzionale di tutta questa opposizione.” Consigliere Gavazzi: “Apprendo adesso che la Giunta ritira la proposta di deliberazione n. 928/04. Perché dico che lo divido in due parti? Lo divido in una parte politica per ricordare all’amico Guerra, che adesso è uscito, quando parlava, non insultiamoci ma bisogna che la minoranza sappia comportarsi in un modo corretto, che sia costruttiva, che non venga a dire parole, si imbrogliano le carte. Noi lo guardavamo un po’ esterrefatti, anche alla luce del fatto del famoso emendamento di € 1 presentato, in funzione proprio di salvataggio di questa maggioranza in merito alla volontà vera di esercitare il diritto di prelazione sul 18 discorso dei portuali. Perché noi temevamo, giustamente, che voi non eravate in grado di poter esercitare il diritto di prelazione. Poi c’è stato qualcuno dei nostri, ancora più malizioso, che diceva: non è che non sono in grado, è perché non vogliono e stanno tenendo un atteggiamento tale di vizio di forma, proprio per non esercitare il diritto di prelazione. Questo era il più malizioso del gruppo che diceva questo. Non vorrei essere interrotto, perché se voi non capite come si fanno le delibere, diventa un bel problema. Però lei, Presidente della commissione bilancio Foglia, non doveva minimamente permettere, perché fa il capo Gruppo, che non venisse rispettato il regolamento. Presidente Ortolina, quando lei ci invia una lettera e dice, in data 24 novembre: si trasmette copia della deliberazione di Giunta del 24.11, avente ad oggetto “Integrazione all’ultima variazione al bilancio 2004 per acquisizione azioni S.p.A.”. Poi dice: come concordato nella riunione dell’Ufficio di Presidenza, sarà possibile proporre prima della dichiarazione di chiusura della discussione generale, sub emendamenti agli atti sopra indicati. Cioè, che si possano proporre sub emendamenti è previsto dal nostro regolamento e dallo statuto. Il fatto stesso che si possano proporre emendamenti a un atto che non è legittimo perché non ha seguito l’iter che è regolamentare, l’iter regolamentare di questa delibera, cari Consiglieri, quando si parlava prima indipendentemente da quello che ha detto il Consigliere Dapei, assente il relatore, lo dà per assente sul frontespizio, il problema è che l’art. 72 del nostro regolamento prevede che non possa essere sottoposto a Consiglio alcuna deliberazione prima che passi dalla commissione competente. Noi abbiamo fatto una lunghissima discussione in commissione lunedì 22, su una richiesta fatta dal Consigliere Dapei se era presentato da parte della maggioranza qualche emendamento alla variazione di bilancio. Non sapeva niente nessuno e non esisteva nessunissimo emendamento, perché nella convocazione, Presidente Ortolina che lei ha fatto del Consiglio, lei stabiliva il termine di presentazione degli emendamenti alla variazione di bilancio nel giorno 22, ore 12. Si ricorda? Lei mi deve spiegare come è possibile che il giorno 24, cioè 2 giorni dopo che i Consiglieri provinciali hanno consegnato i loro emendamenti, si possa ammettere una deliberazione di Giunta che riapre i termini. Attenzione, la variazione di bilancio totale l’avevamo giudicata quasi insignificante Assessore Mattioli, erano € 500.000 fra entrata ed uscita, togliendo i 27 milioni di euro del discorso dello storno della Regione. Quindi era insignificante per un ente come il nostro. Si fa una delibera che parla di 11 milioni di euro. Cioè, si dà un termine per consegnare gli emendamenti a tutti noi, la Giunta dopo due giorni fa una delibera con una variazione di 11 milioni di euro e il Presidente dice: adesso potete presentare i sub emendamenti.” Presidente del Consiglio: “Consigliere Gavazzi, la posso interrompere un attimo per chiarezza? Scusi Gavazzi, la questione secondo me è molto semplice, noi abbiamo fissato un termine, 22 novembre, almeno un mese fa. Chiaro? Attenzione, l’atto che ha consentito di capire i termini reali e finanziari della questione è del giorno 23. La lettera della Serravalle è del giorno 23, e da lì è nata ovviamente tutta l’azione per recuperare la possibilità di modificare il bilancio. Non poteva nascere prima, questo è evidentissimo, mi scusi. Poi, considerato che c’era l’urgenza tassativa di deliberare il bilancio oggi, l’ho detto alla conferenza capi Gruppo, in teoria potremmo deliberare entro il 30 il bilancio, però ricordo che il 29 e il 30 1/3 del Consiglio è a Roma, quindi c’era un’esigenza di urgenza obiettiva. L’iniziativa è nata inevitabilmente, ahimè, il giorno dopo la scadenza del 22, perché la Serravalle ha mandato la lettera il giorno 23.” Consigliere Gavazzi: “Le dico cosa poteva fare di più, magari stare attento che il giorno 18 noi avevamo chiesto perché non si esercitava il diritto di prelazione. Il giovedì prima. Io le do ragione che nella convocazione c’era scritto il giorno 22, quando lei ha fatto la 19 convocazione, però noi qua dentro abbiamo chiesto il giovedì precedente perché questa Amministrazione non esercitava il diritto di prelazione, sapendo dai giornali, quindi lo sapevate anche voi, che i Portuali genovesi stavano vendendo la loro quota. Però, nonostante ciò, siamo arrivati alla variazione di bilancio, e lo ripeto, noi avevamo i termini, mezzogiorno del giorno 22, questo è il punto. Al di là di questo, quando lei parla che è arrivata una lettera, allora si delibera per urgenza, bisognerebbe avere almeno la bontà, quando si delibera per urgenza, di consegnare la documentazione inerente alla deliberazione per urgenza, e lo si scrive, mentre qua dentro si scrive: documentazione relativa alla variazione al bilancio di previsione 2004, en passant, come se nulla fosse. Non c’è scritto relativa all’ultima variazione urgente, di deliberazione urgente al bilancio. Non l’ha scritto! Io non so come la pensa lei con i suoi Consiglieri. Ripeto, di fronte ad una cosa del genere, caro il mio Presidente, non si può ciurlar nel manico e non si può soprattutto prendere in giro i Consiglieri. Soprattutto, mi permetta, lei tra persone intelligenti, perlomeno la mia commissione, di cui io sono Presidente. Quindi Presidente, questo atto che è stato presentato e sottoposto al vaglio del Consiglio provinciale questa sera, ritirato guarda caso, non so, per intercessione del Santissimo, non lo so, improvvisamente, ci sarà qualche Santissimo che è andato ad intercedere su un discorso del genere. Perché questa, Signori Consiglieri provinciali, non so se siete stati attenti o meno, è una figuraccia. Questa è una delibera presentata ieri, che non ha seguito l’iter regolamentare, si sta facendo una forzatura, come la sta facendo il Presidente nel dire che questa è una deliberazione urgente, quando poteva riunire la commissione. Io le ricordo, Presidente, che su alcune deliberazioni urgenti, io ricordo di commissioni convocate alle ore 14 e il Consiglio era alle 16, per rendere legittima la deliberazione. Presidente, se lei la mette all’Ordine del Giorno quando il regolamento glielo vieta, non può dare la colpa a me, io faccio il Presidente di commissione, e le ripeto: io non sono stato minimamente informato, ma neanche una telefonata, per dire se potevo dare la mia disponibilità a convocare una commissione. Almeno questo gesto di delicatezza tra Consiglieri si poteva avere. Allora, lei mi consenta: è una forzatura o non è una forzatura? Non si può arrivare, ripeto, con tutta una serie di atti che vanno a supporto di un atto che io ritengo illegittimo. Questo atto, qui lo ripeto perché me l’hanno detto, corrisponde al vero che queste persone erano assenti, Assessori? Perché se corrisponde al vero, invece erano presenti, è un falso in atto pubblico, perché voi l’avete dato in mano a noi. Ripeto Presidente, su una variazione di bilancio che noi abbiamo licenziato, e chiedo anche al Vice Presidente, ai Consiglieri, ritenendola esigua rispetto al contesto del bilancio della Provincia. Però, che si arrivi, e lo ripeto, a superare a piè pari il regolamento, il rispetto delle persone, cioè si sbeffeggia il regolamento nascondendosi dietro il fatto dell’urgenza di presentazione della delibera. Non si poteva ammettere! Questo è il punto e il principio che io voglio venga ribadito e capito all’interno dell’aula. Non è possibile prendere delle scorciatoie! Si lede la dignità del Consigliere che deve esercitare il diritto di controllo, ma non la si lede facendo questo tipo di atto, la si lede prendendo delle scorciatoie e facendo fesso il Consigliere. Altro che imbrogliare le carte e girare le carte, ripeto, voglio essere in perfetta buonafede, dico che c’è stata una profonda leggerezza e una grande incompetenza. Non trovo altri aggettivi per rimanere nella corretta dialettica politica. Questa è la quarta o la quinta delibera di Giunta che si presenta, l’avete cannata completamente. Presidente, io non voglio tediarla oltre, le ricordo che giovedì scorso noi avevamo chiesto, qua dentro, se l’Amministrazione provinciale avesse intenzione di esercitare il diritto di prelazione, quindi la notizia l’avevate, se volevate esercitare il diritto di prelazione, potevate fare l’emendamento perché le stesse regole e norme noi le avevamo. Fatto questo tipo di ragionamento, noi abbiamo presentato un emendamento di € 1, lo potremmo definire 20 emendamento politico, per dare la possibilità, come ha spiegato il Consigliere Dapei, a voi di sub emendarlo con € 10.990.000. Non era un problema. No, voi avete preso una scorciatoia, e lo ripeto, questo è il nostro modo di interpretare, voi avete preso una scorciatoia definendo una deliberazione urgente, bypassando le commissioni. Al che chiedo ai Consiglieri, già è un po’ umiliante fare il Presidente di commissione di minoranza, è molto umiliante, non l’ho digerita proprio, ma non la minoranza, la minoranza mi va benissimo, io ho fatto come Guerra, è una vita che sono in minoranza, non ho problemi, però fare il Presidente di commissione e addirittura ritrovarsi che ti passano gli aerei sopra ma anche i sommergibili sotto, e sarebbe tutto regolare, ognuno ha il suo spirito da buon masochista o samaritano a seconda del caso, perché il Consigliere Foglia ha fatto il Presidente di commissione bilancio con noi per 5 anni, quindi non li vedeva quelli, era un altro discorso, però è importante, ha subito anche lui in parte quello che sto subendo io. In parte, poca cosa Consigliere Foglia, ma io penso che lui non abbia mai subito – lo metto tra virgolette – un “oltraggio” del genere, cioè presentare una delibera senza farla passare dalla commissione bilancio. Ripeto, io chiedevo solamente, proprio per spirito di collaborazione, almeno una telefonata, come quando fanno la telefonata per dirti: sono state fatte 3 delibere, ho bisogno che vadano in commissione. Nessun Presidente si è mai rifiutato, di dire la sposto, la faccio, la dico, al massimo è un giorno. Poi c’è la necessità di farla, le esigenze della Giunta vengono rispettate, e vengono rispettate maggiormente dal Presidente di minoranza, ci mancherebbe altro. Non hanno fatto neanche questo, hanno fatto questo atto. Cosa significa? Che ti considerano meno del due di picche, se la briscola è cuori. Io non ci sto a questo tipo di discorso, ognuno fa il Consigliere provinciale come ne è capace, ma nessuno si può permettere di prendermi in giro o considerarmi una nullità qua dentro.” Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Rotondi. Consigliere Malinverno: “Stiamo alla politica, la politica dice che se questa sera la maggioranza conviene con l’iniziativa proposta di attivare l’esercizio del diritto di prelazione per acquisire nuove quote alla Milano Mare, questa sera la minoranza dovrebbe votare, compreso il sottoscritto, a favore della delibera. Questo è il dato politico e su questo dato politico io vorrei fare una riflessione molto serena. La prima, credo che al di là dell’accentuazione dei toni, si sia dimostrata una volontà su una cosa importante, una partita importante come la Milano Mare, di dare comunque un contributo positivo, perché questo è un dato alla luce del sole. Tra l’altro io non mi sento assolutamente in difficoltà, perché anche nella precedente legislatura avevo votato a favore dell’acquisizione di nuove quote nel pacchetto azionario della Provincia di Milano, quindi mi sento assolutamente e perfettamente in linea con un’ipotesi che, ribadisco, non è questione di punti di vista, è una valutazione oggettiva di quello che è accaduto ieri e sta accadendo adesso, la Provincia segue una politica di continuità sul mantenimento e sull’acquisizione e l’ampliamento delle quote in mano pubblica all’interno della Milano Mare. Questo è un dato concreto. Per chiudere le polemiche, sarebbe stato interessante, anche come gesto, ritornando a quello che è accaduto in occasione del Consiglio precedente, se successivamente alla dichiarazione fatta dal Presidente Penati, che prontamente, a fronte di un articolo non visto, così era stata la dichiarazione se non ricordo male, disse: noi non abbiamo nessuna difficoltà ad esercitare il diritto di prelazione. A quel punto, se noi avessimo discusso il documento presentato dalla minoranza che chiedeva esattamente un atto di indirizzo del Consiglio, credo non ci sarebbe stata più nessuna discussione su procedure, su delibere, su assenti, su presenti e chi più ne ha più ne metta. Se dobbiamo guardare avanti, sempre per l’auspicio fatto dal Presidente Ortolina da gennaio almeno, per lavorare in un clima di serenità, dico che se questa vicenda 21 dell’emendamento, degli emendamenti dell’assestamento, può servire per stabilire che qua dentro nessuno ha o rilascia patenti o mette in discussione il fatto che la Milano Mare deve rimanere in mano pubblica, quindi su questo vorrei che ci fosse finalmente un coro unanime dal punto di vista del consenso sulle posizioni che ciascuno di noi ormai ha espresso da tempo. Seconda questione: questa iniziativa è frutto di una posizione, devo dire, coerente con quella che era l’attività e l’azione della precedente Amministrazione, e devo dire che, al di là della dichiarazione che fece il Presidente Penati sulla disponibilità nel bilancio già presentato settimana scorsa, di un capitolo di spesa general generico per l’acquisizione di quote nelle partecipate, avendo appunto la Provincia voce in capitolo su questo, e quello è un capitolo che è sempre esistito, dico che questa maggioranza ha almeno avuto la sensibilità di essere, incalzata ovviamente, disponibile ad un confronto di contenuto e questo è un fatto positivo. Il problema è, a mio parere, che comunque stiamo andando a fare una scelta pesante, rimangono aperti i nodi e le questioni per cui noi andiamo ad esercitare il diritto di prelazione. E i nodi, scusate, sono sempre quelli, cioè qual è il ruolo che si vuole intraprendere, al di là delle demonizzazioni di cui sempre si è fatto all’interno di quest’aula e non solo, nei confronti del privato che sta nella Milano Mare, perché la questione politica di fondo è: qual è la politica che si intende perseguire nell’azienda, nei rapporti con il socio di minoranza privato. Anche perché vorrei ricordare a tutti, anche al Presidente, che il patto di sindacato con il Comune di Milano ha una scadenza, quindi noi non sappiamo cosa il Comune di Milano farà successivamente alla scadenza, mentre sappiamo, almeno dalle volontà politiche che si sono espresse e che si stanno esprimendo, che la Provincia intende mantenere in mano pubblica la Serravalle. Allora capite che la questione del rapporto con il socio privato non è questione di lana caprina, ma è sostanza politica delle scelte che si intendono fare dentro l’azienda Milano Mare. Su questo, mi dispiace, non ci sono i patti di sindacato, ovvero si dovrebbero ragionare dei patti di sindacato anche con il privato, perché io non capisco per quale motivo, forse è un retaggio ideologico, c’è un appesantimento culturale che ci impedisce di fare la cosa più ragionevole, cioè che il problema di fondo, che il patto di sindacato andrebbe fatto e pensato nei confronti del socio privato, proprio per fare una valutazione che abbia un minimo di respiro strategico per l’azienda stessa. Ma sapete perché questo non accade oggi? Non accade perché voi stessi non sapete cosa dobbiamo fare con la Milano Mare, ovvero non sappiamo cosa dobbiamo fare sulla tangenziale est esterna, sulla Bre.Be.Mi, sulla Pedemontana. Siccome non sapete esattamente quali sono le scelte da operare, perché non raccontiamoci la barzelletta, abbiamo il tavolo aperto di concertazione con i Sindaci, ho capito, possiamo concertare tutto con i Sindaci, è giusto e sacrosanto, doveroso, dopodiché bisogna anche fare una proposta ai Sindaci rispetto alle cose che si vogliono operare dentro la Milano Mare. Questa è la questione politica, che oggi con questa scelta che andiamo a fare, e io voterò a favore di questo assestamento, proprio per questo motivo, a questo punto diventa più pesante la responsabilità che questa Amministrazione ha rispetto alle scelte che si intendono operare in futuro. Una piccola parentesi sulla quale richiamo l’attenzione del Presidente. La questione della realizzazione delle strade per la fiera Rho-Pero. Facciamo in modo che la fiera sia pronta e che non ci siano le strade, cioè non facciamo in modo che si arrivi ad una situazione che sarebbe figura de ciculaté, disen a Milan. Questo sarebbe veramente grave. Adoperiamoci congiuntamente, concordemente con la Regione perché si lavori per il bene comune e il bene comune è raggiungere questo obiettivo. Due ultimissime considerazioni al Vice Presidente Mattioli che non vedo in questo momento in aula, su due questioni specifiche. La prima è sulla parte di entrata che riguarda la vicenda del Parini. Io non so quali ragionamenti ha fatto il Presidente con i rappresentanti 22 del consiglio di istituto e quali sono state le riflessioni fatte in sedi pubbliche rispetto a quella vicenda, però io ribadisco, siccome qua dentro ci sono molti amministratori, persone che hanno fatto il Sindaco in Comuni importanti, non credo sia un fatto educativo non stabilire, almeno per un fatto simbolico, una quota di risarcimento. Cioè, non è educativo il fatto che qualcuno distrugga il bene pubblico, le cose pubbliche e l’ente pubblico non venga risarcito. Non sto parlando delle assicurazioni, ovviamente. C’è un problema serio che riguarda il capitolo educazione, che non significa mortificazione ma significa comunque stabilire un rapporto vero e serio su un principio fondamentale, che è il principio della responsabilità, sul quale non si faranno mai passi in avanti nella nostra collettività se non si agisce in quella direzione. Ultimissima cosa, chiedo se non è possibile fin da subito, ma se non lo è sicuramente avremo modo di discuterne in sede di bilancio, sarebbe opportuno e mi riallaccio con quello che ha detto il Consigliere capo Gruppo della Margherita Casati nell’art. 83, dove giustamente plaudiva all’apertura della Casa della Carità oggi a Milano, con il nostro Arcivescovo. Io dico che, visto che avete intenzione di buttar via tanti soldi in tante Case che dal mio punto di vista servono a poco, mettiamo un po’ di quattrini a favore dell’opera di questa Casa che di cose concrete per la pace e per la carità ne sta già facendo tantissime.” Presiede il Vice Presidente Vicario, Cavicchioli. Consigliere Foglia: “Io credo che noi, oggi più che mai, proprio perché probabilmente è vero che stiamo scrivendo una pagina nuova sulla storia della Milano Serravalle, oggi più che mai dobbiamo concentrare la nostra attenzione sugli effetti nuovi, positivi e di maggiore chiarezza rispetto a tutta la partita. E’ un problema politico e programmatico quello che stiamo affrontando, se vogliamo possiamo scendere anche nei particolari tecnici e di procedura, sui quali ci possiamo sbizzarrire per ore e ore. In questo momento mi preme sottolineare che qui, oggi, apertamente, dopo una successione, qualcuno dice infinita, qualcuno dice limitata, di interventi fatti in quest’aula, non fatti fuori da quest’aula per sottolineare una volontà politica, oggi questa volontà la stiamo realizzando. E la stiamo realizzando in fortissimo segno di discontinuità con il passato. In fortissimo segno di discontinuità con il passato! In che senso? Nel senso che noi abbiamo sempre osservato, nei 5 anni precedenti, che ogni qualvolta la Provincia si apprestava a esporre il proprio patrimonio per acquisire azioni messe in vendita da altri soci della Serravalle, non avevamo mai la fondata prova che questa azione fosse realizzata effettivamente per il mantenimento pubblico della maggioranza delle azioni dentro quella società. Abbiamo sempre sottolineato che la vera proposta e il vero disegno che noi dovevamo portare a termine era quello di convincere e di sottoscrivere con il Comune di Milano un patto, un accordo o come lo si volesse chiamare, perché senza il Comune di Milano noi si poteva continuare a comprare all’infinito, e non si capisce bene con quali soldi, ma non avremmo mai realizzato nel concreto quello che oggi viene sbandierato dai Consiglieri di opposizione come la costante volontà di questa Amministrazione. Sarà stata pure una costante volontà, mai suffragata dai fatti. Mai suffragata dai fatti! I fatti oggi sono la proposta di questa deliberazione e la sottoscrizione con il Comune di Milano di un patto di sindacato. Ci è riuscita una Giunta di centrosinistra a sottoscrivere con una Giunta di centrodestra del Comune di Milano un patto di sindacato, e non si capisce perché per 5 anni una Giunta di centrodestra non sia mai riuscita a fare la stessa cosa con la Giunta omologa del Comune di Milano. Mai lo si è riusciti a capire! Con una questione in più, che nessuno mai veniva in quest’aula a riferire come stavano le cose. Mi lasci finire, per piacere. Benissimo, vado avanti. Non avevamo mai avuto la possibilità 23 né in commissione, né in Consiglio di avere un confronto vero e diretto sulle questioni della Serravalle. Evidentemente c’era qualcosa che non si voleva discutere, non c’era un affronto e uno sberleffo nei confronti della maggioranza, non era l’arroganza della Presidente, non era la supponenza della maggioranza. Era qualcos’altro per cui qui mai si poteva venire a discutere di Serravalle? Oggi noi lo facciamo, lo facciamo forse dalla prima seduta. E il fatto politico vero, la svolta, la pagina della storia non è il fatto che oggi finalmente la maggioranza si accoda ai propositi della minoranza. No, capiamoci bene, mi spiace che l’informatore ufficiale sia uscito da questa stanza perché avrebbe potuto scriverlo, qui oggi si volta pagina perché la premessa di questa operazione che viene proposta oggi è la conclusione del patto di sindacato con il Comune di Milano, che non è né quello della cotoletta né del branzino, del salmone o della frittatina con gli spinaci, o dei bicchieri di vetro tirati l’uno verso l’altro nel corso di quelle famosissime riunioni. Questo è l’atto politico, il mantenimento della maggioranza, elemento di discontinuità con il passato, altro che in continuità con il passato. Poi ci sono gli aspetti che riguardano l’urgenza e la contingenza di questa operazione. Siccome appunto si fanno molti annunci, si è sempre stati abituati agli annunci. Nel passato, cari Consiglieri della minoranza, arrivavamo in commissione a discutere delle delibere, arrivavamo in Consiglio a discutere delle delibere proposte dall’Assessore al bilancio quando l’Assessore al bilancio e la Presidente, due giorni prima facevano le conferenze stampa per dire: la Provincia di Milano ha deciso questo, la Provincia di Milano ha deciso quello. Questo non ce lo ricordiamo? Nessuno diceva: no, tu prima di vendere un prodotto di questo ente lo discuti nelle sedi appropriate. Ci mancherebbe altro! Non eravamo così sufficientemente degni di avere direttamente queste informazioni. Così come quante volte l’Assessore al bilancio veniva direttamente in questa sala, supportato dai tecnici, dal Ragioniere capo, a correggere il bilancio preventivo, gli assestamenti o le variazioni dicendo: è intervenuta, è sopravvenuta questa necessità e questa urgenza. Allora si provvedeva direttamente in questa sede a discutere di questi provvedimenti. Ora, la paternità di questa delibera è indubbiamente dell’Assessore Mattioli e il fatto che si giochi e si continui a giocare sugli articoli del regolamento, sui cavilli, sui commi, per non andare al fondo della sostanza politica, è la dimostrazione che vale molto di più questo. La disperazione arriva a trovare quelle forme di consultazione permanente e interminabile diurna e notturna dei regolamenti per andare a trovare il cavillo che possa in qualche modo impedire la procedura rispetto ad una volontà politica di questa Amministrazione. E’ giusto che si faccia questo, è auspicabile che si faccia questo, perché il compito di noi Consiglieri, il compito dell’opposizione è quella di andare a verificare e controllare se le procedure sono corrette e se le volontà politiche di questa Amministrazione vengono rispettate, e ovviamente, qualora la minoranza non concorda con questa volontà politica proporre un’azione alternativa, proporre un’azione di disturbo anche, se si vuole. Ma paradossalmente qui siamo tutti d’accordo su un provvedimento. Dicevo prima che gli elementi di discontinuità sono innumerevoli rispetto al passato di questa volontà politica, ma siccome ci state dicendo: siamo d’accordo che si proceda su questa strada, questa è la prova della verità. Siamo d’accordo che si proceda, dunque acquisiti gli atti tecnici indispensabili per poterlo fare, dopo che politicamente ci si è espressi, oggi si eviti di giocare sul termine emendamento proposta dalla Giunta o proposta integrativa fatta dalla Giunta, presenza di un emendamento che dice la stessa cosa, e presenza contemporaneamente di un altro emendamento che conferma questa volontà comune. Se questa volontà comune esiste, diamo la possibilità, dette tutte le questioni che ovviamente devono essere precisate da maggioranza e minoranza, di portare a casa un provvedimento che conferma questa nostra 24 intenzione, questo nostro indirizzo di procedere nel mantenimento dell’aumento della quotazione della partecipazione nelle quote di Milano Serravalle da parte di questo ente. Io sono anche per dire alla minoranza, l’Assessore ha già proposto se non sbaglio, posso ritirare questa proposta di integrazione, vale un’ipotesi di emendamento presentato dalla minoranza, facciamo salvo quello, io non sono innamorato di una firma che ho messo su un emendamento, ragioniamo sul vostro emendamento, se un’integrazione deve essere fatta eventualmente alla proposta complessiva di delibera è quella di aggiungere due righe rispetto al ruolo strategico che noi affidiamo alla Milano Serravalle rispetto alla sua capacità nel futuro di essere punto di studio e punto di avvio della soluzione dei mille problemi viabilistici del nostro territorio metropolitano. Certo che dobbiamo insieme definire, in dibattiti successivi, le volontà politiche rispetto alla soluzione dei problemi dell’area est del nostro territorio provinciale, la cosiddetta tangenziale est esterna, e certo che dobbiamo chiarire insieme quale potrà essere il futuro della Bre.Be.Mi, e i tempi e i problemi che ha creato una certa modalità di seguire le procedure per l’assegnazione dei lavori, ad esempio, per le strade di collegamento al polo esterno della fiera. Ma io vorrei discutere anche qui, assieme a questi elementi, qual è l’impegno della Regione nel rispetto degli impegni sulla Pedemontana, nel rispetto degli impegni sulla stessa Bre.Be.Mi, e farci insieme carico, una volta delineate le strategie della Milano Serravalle, non soltanto di chiacchierarle, su come mettere in atto attività utili perché il problema della mobilità nel nostro territorio venga risolto, il problema della viabilità nel nostro territorio venga risolto. Pare a voi che, così come nel passato si è impostata la questione della tangenziale esterna est, o della Bre.Be.Mi, abbia portato questo Consiglio o questa Provincia a fare dei passi avanti? Bisogna che cominciamo a dirci anche tranquillamente di chi sono le responsabilità, non continuare a dire: stiamo segnando un segno di continuità rispetto al passato. Stiamo segnando ogni giorno segni di discontinuità per cominciare sul serio a fare delle cose. Quindi sgombriamo il campo da inutili polemiche se lo vogliamo sgombrare, sgombriamo il campo dai cavilli procedurali che i tecnici, il Segretario ci dicono sono corretti, entriamo davvero nel merito delle questioni, se lo vogliamo fare, pur rispettando la possibilità da parte della minoranza di svolgere il proprio ruolo, ma c’è modo e modo di fare opposizione, come tutti sappiamo, c’è modo e modo di intervenire nella precisazione degli indirizzi di questo ente, e ognuno sicuramente farà la propria parte, non abbiamo nulla da insegnare, il risultato finale sicuramente lo daranno sempre, come si usava dire, gli elettori alla fine o come usavate dire: zitti, che gli elettori ci hanno detto che abbiamo ragione noi su tutto, qualsiasi cosa si fa va sempre bene. Mi pare che l’atteggiamento qui sia diverso, mi pare che ci sia un eccesso di discussione, utile, utilissima, un eccesso di presenza e di puntualizzazione rispetto a quanto questa Amministrazione sta facendo, non vorrei che questo danneggi la possibilità di avere un confronto politico più serio, perché al di là di schermaglie o di tentativo di andare a ricercare, li chiamo cavilli, passatemi questo passaggio, non mi pare ci sia un confronto diretto rispetto a quanto viene esposto o proposto dagli interventi del Presidente di volta in volta - chi se li sognava nel passato - o rispetto alle linee programmatiche che all’inizio di questa attività, di questa consiliatura sono state presentate. Qui continuiamo ad andare avanti in base all’art. 72, 75, 49, comma 3, comma 5, comma 6, quarta riga, settima riga, ma nella sostanza dei problemi non entriamo mai. Allora facciamo uno sforzo insieme, io raccolgo anche questo appello, per segnare davvero questa volontà politica di risolvere i problemi. Siamo passati dalle fasi dell’annuncio alle fasi del vogliamo fare le cose concrete, ci sono delle difficoltà. Se infarciamo queste difficoltà anche dal continuo sollevare problemi procedurali che non esistono, si disperde questa volontà espressa anche dalla minoranza di voler davvero contribuire alla soluzione dei nostri problemi e alla proposizione di soluzioni utili.” 25 Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Meroni. (presenti 42) Consigliere Greco: “Avevamo concordato, come gruppo consiliare di Rifondazione Comunista, che avremmo fatto una breve dichiarazione di voto al termine del dibattito sull’ultimo atto di variazione di bilancio che ci è stato sottoposto. Credo però che il dibattito questa sera abbia preso una strada completamente diversa, e cercherò di raccontare che cosa prova una persona come me che si trova per la prima volta a fare l’esperienza di Consigliere provinciale, che non ha nessun retroterra rispetto ai 5 anni precedenti, quello che è successo, ecc., e che quindi dà una valutazione dei fatti sulla base di quello che vede giorno per giorno. Io credo, come prima cosa, che stiamo affrontando alcuni problemi non dal punto di vista del giudizio politico ma dal punto di vista del lavoro che devono fare i funzionari. Questo già pone un limite nella discussione, nel senso che io ho chiesto scusa un paio di volte in commissione bilancio al Ragioniere capo per avere usato impropriamente dei termini, ma dicendo tranquillamente che non essendo io il Ragioniere capo posso anche permettermi di sbagliare un termine, mentre invece lui non deve sbagliare i termini. Quindi, ciascuno svolga la sua funzione. Io credo che se dobbiamo dire, a conclusione di questo dibattito, che stasera abbiamo scritto una pagina di storia esemplare, e che questa è stata scritta dall’opposizione, come si dice dalle mie parti, cito un proverbio non vorrei essere frainteso: se dobbiamo dare contezza al pezzente, diamo contezza al pezzente. Io credo che il problema della battaglia politica sia un’altra cosa. Io credo che il problema della battaglia politica sia quello di dire . Io credo che il fatto politico che sia emerso dall’avvio di questo Consiglio provinciale a stasera, è uno solo: che c’è una volontà politica di mantenere la pubblicità dell’ente di cui stiamo discutendo, ex Serravalle, Milano Mare, ecc. Io apprendo alcune questioni dagli interventi dei Consiglieri, quindi il fatto che nei 5 anni passati si sia fatto poco, si sia discusso poco, ecc., però per quello che mi riguarda il dato vero è questo. Io sono stato accusato, nella mia vita politica, di essere un feroce statalista e non posso che essere contento quando il Presidente della Giunta provinciale si alza e dice: intendo lavorare con la Giunta e con il Consiglio per mantenere la pubblicità della Milano Mare. Questo, sul piano politico, mi rende più che soddisfatto, io che sono un vecchio statalista. L’altra questione che va posta è in questi termini: c’è stata o non c’è stata offesa rispetto al lavoro della commissione? Io credo che in commissione è accaduta una cosa kafkiana, abbiamo avuto uno scontro diretto il Presidente ed io nel tentativo del Presidente di essere Presidente amico e non amico Presidente nei confronti di qualche componente di quella commissione. Io sono dell’opinione che se alla domanda se esiste oggi un emendamento, una posizione della Giunta rispetto a eventuali modificazioni del progetto di ultimo assestamento di bilancio, la risposta dell’Assessore e del funzionario è: no perché siamo al 22 di novembre, non siamo al 24 di novembre quando la Giunta prenderà le sue decisioni. Io fermo la mia domanda lì, non vado oltre come è successo in commissione. Questo è un problema di comportamento. Seconda questione, io continuo a sostenere, in alcune sedi, che la separazione delle competenze fra indirizzo che tocca a noi, e gestione che tocca ad altri, debba essere mantenuta in tutti i momenti in cui esercitiamo il nostro diritto/dovere del mandato che abbiamo ricevuto. Se questa maggioranza, se i rappresentanti di questa maggioranza che sono in Giunta provinciale avessero anche commesso, e di questo io non sono convinto ma non perderò tempo a dimostrare perché non sono convinto, avessero commesso degli errori formali e procedurali, ma sempre con l’obiettivo di mantenere la pubblicità della Milano Mare, ma questo discorso si riferisce a tutti gli enti in cui partecipiamo come 26 Amministrazione provinciale, se anche fossero stati commessi degli errori e l’opposizione ha fatto rilevare gli errori e ha permesso alla Giunta, al Consiglio, di correggere quegli eventuali errori, non ha fatto altro che quello che riguarda il mandato popolare che è quello di amministrare, da posizione di opposizione piuttosto che di maggioranza, la Provincia di Milano. Ultima questione, poi chiudo l’intervento. Io credo che ci sia, alla fine, un tentativo di ragionamento che non mi convince nelle posizioni assunte. Altro che pagina di storia! Se la lettera, e io non ho motivi di dubitare delle cose che il Presidente Ortolina ci ha detto, se la lettera con cui veniva ufficializzata la volontà di un socio della Milano Mare di vendere le sue quote è del 23 novembre, noi sappiamo che questa variazione viene definita ultima variazione perché dopo il 30 novembre non è possibile intervenire, salvo eventi eccezionali, per modificare le voci di bilancio. La mia opinione è che non vorrei che, a furia di voler scrivere pagine storiche, si voglia semplicemente dire che dovevi esercitare il tuo diritto di variazione del bilancio quando questa cosa diventava illegittima e quindi, a questo punto, far saltare il quadro del diritto di prelazione. Io lo butto lì, come sono stati buttati tanti altri interrogativi in questa aula da parte dell’opposizione, alla fine mi si permetta di dubitare della buona volontà di alcuni interventi all’interno di quest’aula. Io sono convinto invece che vale la pena di fare questo sforzo che si sta facendo perché si mantenga la pubblicità della Milano Mare. E’ un momento di controtendenza rispetto a situazioni che anche una recente sentenza della Corte Costituzionale ha messo in discussione, io credo che questa è una battaglia politica che stiamo conducendo, mi auguro che nell’interesse di questa Amministrazione, intesa come collegialità, come globalità, quindi come intero Consiglio provinciale, si facciano meno schermaglie, si entri, ci si addentri di più nel confronto politico e non ci si leghi a dire che si è stati bravi solo perché si conosce una parola in più di un regolamento o di uno statuto. Io credo che questo problema del confronto politico deve essere fatto sui fatti, sugli obiettivi, suo progetti, ecc. Chiudo ricordando che la maxi variazione di bilancio fu fatta il 28 ottobre e in quella sede politicamente cosa dicemmo noi della maggioranza? Che spezzoni importanti del nostro progetto politico trovavano collocazione in quella variazione di bilancio per permettere che si cominciasse a marciare in direzione del nostro programma, tant’è che ricordo l’intervento del Consigliere Gavazzi che diceva: non potete più dire che state parlando del bilancio Colli. Io ebbi a rispondere, banalmente che avremmo chiuso il bilancio Colli solo con il conto consuntivo a giugno dell’anno prossimo. Io credo che siano un po’ questi gli elementi che sono mancati, a mio parere, nel contributo che l’opposizione ha voluto dare per risolvere i problemi. Dopodiché, se questa delibera che ribadisce la pubblicità dell’ente, troverà l’unanimità del Consiglio provinciale, è un piccolo passo in avanti per far cadere certe barriere e valorizzare il confronto politico sugli obiettivi finali.” Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina. Presidente della Provincia Penati: “Io vorrei fare un ragionamento, sgombrando il campo da equivoci, malintesi, possibilità di pensar male. Io vi dico quali sono gli orari e le date in cui abbiamo ricevuto le comunicazioni. Il fax che ci comunicava la messa in vendita delle azioni, è delle 15,45 del 23 novembre. La lettera ufficiale, è importante perché il termine della prelazione, i 30 giorni non scattano nel momento in cui noi riceviamo il fax ma nel momento in cui arriva la lettera ufficiale. La lettera ufficiale è arrivata ieri, prima della Giunta straordinaria che abbiamo fatto ieri mattina. Io mi sono molto stupito, ho chiesto anche al Sig. Valtorta che è un po’ la memoria storica, 30 giorni sono davvero pochi per un ente pubblico, è l’ho trovato in qualche modo strano, 27 pensavo addirittura fosse stato modificato nel tempo. Questa è una società che nasce pubblica e che dei soci pubblici si fossero dati un termine di reciproca prelazione di soli 30 giorni sapendo le difficoltà che hanno gli enti pubblici mi sembrava una cosa strana. Probabilmente l’hanno messa come clausola di stile, non pensando che dovesse essere utilizzata, non so pensare ad una cosa diversa, perché 30 giorni sono davvero molto pochi. Per sgombrare il campo, avevamo due strade davanti, la prima strada che io stesso, con la mia esperienza ho proposto di percorrere, rendendo edotto il Consiglio, quella di poter bypassare il termine del 30 novembre, assumendo una delibera di Giunta con i poteri dell’urgenza, che quindi consentiva la variazione di bilancio, che deve essere poi ratificata entro la fine dell’anno. Badate, noi potevamo fare questa cosa semplicemente. Abbiamo invece detto, se volete anche ingenuamente, ma rispettosi del Consiglio provinciale, abbiamo la scadenza dell’assestamento, perché fare le cose che sembrano fatte in altro modo? Usiamo l’assestamento per andare a fare la provvista finanziaria, poi la delibera dell’esercizio effettivo dell’autorizzazione della prelazione ha tempi più lunghi quindi potrà avere un iter meno compresso, meno congestionato. Questo è stato il ragionamento che abbiamo fatto e, mi spiace non ci sia il Consigliere Gavazzi, questo è stato lo stesso spirito con cui abbiamo detto: ritiriamo la delibera, a fronte degli emendamenti che ci sono. Consigliere Malinverno, non solo non mi sento in difficoltà, ma io voterò, come gli altri Consiglieri di maggioranza, come tutti ben sappiamo, il sub emendamento del Consigliere Dapei e non sarà più necessario a quel punto votare l’emendamento presentato dalla maggioranza. E lo faccio senza nessuna difficoltà, perché non c’è nessuna ragione di dover avere una differenza, ci dividono probabilmente considerazioni che riguardano l’atteggiamento della passata Amministrazione, ma oggi non è quello il tema. Oggi io credo che siamo di fronte al fatto che se il Consiglio provinciale, come si sta profilando, voterà all’unanimità il sub emendamento del Consigliere Dapei, quindi non sarà necessario votare né l’emendamento di € 1 perché viene superato e non sarà necessario votare, se non ho capito male, mi corregga Presidente se sbaglio, l’emendamento della maggioranza, quindi di conseguenza andremo verso una votazione all’unanimità probabilmente dell’intera variazione dell’assestamento, ma il dato significativo di questo atto è diventata la variazione per la Milano Mare, tutto il resto – concordo con il Consigliere Gavazzi - ha perso di significato. Io vi dico che noi facciamo un’azione importante, perché dà più forza al fatto che sia vero, perché io capisco coloro che hanno detto, e anche all’esterno ci aspettano da questo punto di vista, avete detto che avreste esercitato il diritto di prelazione, adesso fatecelo vedere, è vero, non è vero. Noi diamo un segnale di grande compattezza. Noi diamo un segnale di forza, non per demonizzare il privato, io sono d’accordo, io sono assolutamente d’accordo con quello che diceva prima il Consigliere Malinverno, non si tratta di demonizzare il privato, qui si tratta di difendersi da un’iniziativa ostile e, se mi posso permettere, con una scarsa visione strategica di ostilità. C’è il privato che sta esibendo i muscoli perché, badate bene, lo pongo come elemento di riflessione, se l’Autorità Portuale vuole vendere, non aderisce al patto di sindacato che inibisce la vendita per i primi tre anni. Giusto? Se Marcellino Gavio, il suo gruppo, vuole effettivamente comprare il 1,20% che mette in vendita l’Autorità Portuale, basta fare un patto di futura vendita e formalizzarlo il giorno dopo dell’assemblea del 17 dicembre, quando tutti sanno che verrà tolto il diritto di prelazione e la Provincia sarebbe stata spettatrice della transazione. E’ evidente che c’è un elemento di sfida. C’è un elemento di sfida evidente in questa vicenda, così come c’è un elemento di sfida evidente nell’azione che ha tentato questa mattina di bloccare l’aumento di capitale di Pedemontana. Devo fermarmi, Gavazzi? C’è un elemento evidente di sfida. Non lo dico perché questo debba essere demonizzante del privato, il privato gioca le sue carte, e oggi tenta la sfida, perché 28 avrà fatto le sue valutazioni che per la sua strategia aziendale era opportuno in questo momento provare la febbre, la pressione alla Provincia, se davvero resisteva a questa sfida. Insomma, andare a vedere il gioco, proviamo a vedere se ci siamo. Il fatto che questa sera si concluda, cosa che io mi auguro, con il voto unanime su questa cosa, gli dice che la febbre è alta, che la tensione su questa cosa è forte, che ci siamo, perché siamo convinti che questa sia la strada giusta. Quindi io voterò a favore del sub emendamento di Dapei con nessun imbarazzo, con grande senso di responsabilità e convinzione. Questa mattina è andata in scena un’altra sfida del gruppo Gavio, che si è presentato, dopo che in Serravalle stava concludendo un’operazione di aumento di capitale di Pedemontana, cercando di bloccare quell’aumento di capitale con l’ingresso di partner finanziario in Pedemontana. La cosa è stata rinviata, l’assemblea è rimasta aperta e riconvocata per dicembre. E’ rimasta aperta l’assemblea. Prima che si arrivasse l’assemblea, l’avete letto sui giornali, la notizia è quella di un tentativo di interferenza all’ultimo momento di un’offerta diversa da quella che era stata presentata e che era stata in qualche modo concordata dai soci di Pedemontana, per bloccare o interferire nel processo di aumento di capitale di Pedemontana. Questa mattina si è svolta l’assemblea di Serravalle e ha rinviato il tema, in attesa di approfondimenti e quindi si andrà ad un chiarimento. Dico questo perché sono palesemente azioni di disturbo. E’ evidente che in questa fase in Pedemontana c’è bisogno di un partner finanziario che sostenga se si vuole far partire l’operazione e sono tutti convinti che questa sia l’operazione, però c’è un elemento di disturbo e di sfida. Io credo che noi non dobbiamo demonizzare nessuno né farci in qualche modo fuorviare dalle cose che gli altri fanno. Noi abbiamo scelto la strada di dire: resistiamo e, finché possiamo, esercitiamo il diritto di prelazione. Vi è un ulteriore elemento di novità che farà riflettere tutti, prima di tutto penso anche lo stesso gruppo Gavio. Nei giorni scorsi, se vi è sfuggita, anche perché se non me l’avessero segnalata sarebbe sfuggita anche a me, quindi lo dico con estrema semplicità, il Consiglio dei Notai di Milano ha fatto un pronunciamento e ha detto che il 33,4%, cioè il blocco di minoranza, secondo loro funziona soltanto come blocco di minoranza nelle società quotate in borsa, e che quindi fino ad allora anche in assemblea straordinaria si decide a maggioranza semplice. Questo è un altro elemento di valutazione che deve intervenire nel nostro modo di operare ma che sarà elemento, se dovesse passare questa autorevole interpretazione, di riflessione anche per il privato che sta cercando di scalare la società e che quindi gli si sposta l’obiettivo, non fosse altro si sposta l’obiettivo nel tempo. Io credo che noi dobbiamo essere chiari da questo punto di vista. Non vedo quale può essere l’elemento di chi può pensare che c’erano altri intendimenti se non quello di portare a casa questo risultato. Se mi è consentito, voglio chiarire al Consigliere Dapei, pensando che quando dice che noi non abbiamo esercitato il diritto di prelazione quest’estate... Allora chiarisco le cose. Siccome non è stato necessario, perché nel giro di 3 giorni la cosa è decaduta. E’ stata fatta un’offerta il 30 settembre, in cui Milano Fiori voleva comprare delle quote, ha formulato l’offerta alla società Astim per l’acquisto di quote, e il 2 ottobre la lettera in cui Milano Fiori ha ritirato l’offerta. Quindi le due lettere sono... Io ho questa come unica lettera in cui si dice: mettiamo in vendita e poi vengono tolte le cose. Verificheremo, comunque non di vendita, perché poi non è avvenuta nessuna vendita. Detto questo, nessuno vuole né tenere nascosto le questioni né tenerle lontane. C’è un ultimo elemento: perché noi riteniamo strategico stare come soci di maggioranza e mantenere la posizione dentro la Milano Mare. Noi ci stiamo perché è strategica per l’ammodernamento del sistema delle infrastrutture stradali e viabilistiche della Provincia di Milano e della Lombardia. Il punto è questo, perché da lì che si può efficacemente essere dentro il processo della realizzazione di quel processo di ammodernamento e di sviluppo 29 della rete viaria e del sistema delle comunicazioni nella nostra Provincia. C’è un altro elemento, queste sono società che danno un buon utile, possono essere in grado di essere motore finanziario anche per le attività diverse della Provincia. Io sarei per non enfatizzare il fatto che ci sia una delibera che è stata presentata dentro quello schema di tempi molto stretti, ma con la volontà chiara di rispettare il Consiglio provinciale, perché l’alternativa era: variazione con motivi di urgenza, e qui c’erano tutte, fatta di Giunta e poi ratificata entro la fine dell’anno. Credo che, almeno su questo aspetto, le attenzioni e il rispetto del Consiglio provinciale ci siano tutte, così come di fronte ad un emendamento che ottiene lo stesso risultato, è giusto che ci sia un’iniziativa del Consiglio provinciale che dà maggiore forze e un segnale di maggiore determinazione all’esterno rispetto a questa cosa. Poi, se posso permettermi una previsione, io non so se questa transazione andrà in porto. Se andrà in proto noi saremo pronti a esercitare il diritto di prelazione, ma non sono così convinto che questa sia una transazione che vada in porto. In ogni caso, per noi è conveniente, anche dal punto di vista patrimoniale ed economico, comprare ad una cifra così alta, perché questo rivaluta, per una piccola quota, la grande quota che noi abbiamo dal punto di vista del valore patrimoniale della partecipazione della Provincia in Serravalle.” Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Del Nero. (presenti 43) Consigliere Accame: “Innanzitutto un augurio al Consigliere Nobili che si è sentito male e non potrà partecipare al dibattito e me ne dolgo. Sono contento io di intervenire sull’argomento dopo l’intervento del Presidente Penati, che ha spiegato proceduralmente come ha voluto impostare l’azione della Giunta, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista procedurale. Devo dire che l’intervento del Presidente Penati è stato un intervento chiarificatore e misurato. Invece ho trovato assolutamente fuori luogo l’intervento del Consigliere Foglia, che è capo Gruppo del maggior partito rappresentato in questo Consiglio. Sono rimasta addirittura basito quando il Consigliere Foglia cita le azioni che la Provincia di Milano vuole intraprendere oggi, dicendo che bisogna dare un segnale di discontinuità con il passato. A me spiace che il Consigliere Foglia non ci sia, e su questo magari se anche i membri della Giunta, dico cose di cui sono sicuramente a conoscenza però forse è meglio chiarirle, così anche il Consigliere Greco potrà farsi un’idea del perché l’opposizione in quest’aula cerca di ribattere sempre su alcune questioni. Quando noi abbiamo preso la maggioranza in questo ente, la Provincia di Milano aveva, quota più, quota meno, Consigliere Greco lo dico anche per la sua informazione, il 30,5% delle quote della Serravalle. Durante la scorsa legislatura, non questa maggioranza, la nostra maggioranza, ha esercitato 5 volte, probabilmente tutte le volte che vi sono state delle azioni della Milano Serravalle in vendita, il diritto di prelazione, la stessa cosa che oggi la Giunta si ripropone di fare, portando le quote dal 30,5 a circa il 36,7% odierno. Non è poco, è una quota determinante questo aumento di capitale, è cambiato il numero in positivo, quindi il Consigliere Foglia dice una grande inesattezza, per non dire qualcosa di peggio, quando dice che c’è un segnale di discontinuità. Probabilmente c’è un segnale di continuità allora con il passato, diciamo la verità. Questa poi differenza di quote risulta determinante, e glielo spiego bene, caro Consigliere Greco, perché il Presidente Penati che oggi ha il 36,7% delle azioni e che si trova in mano un pacchetto considerevole di azioni, che grazie alla Giunta Colli ha incrementato, si presenta al patto di sindacato con il Comune di Milano in una posizione di forza, ma in una posizione di forza rispetto a tutti gli altri enti, perché se si aggiunge la vecchia quota della Provincia di Milano, cioè il 30,5%, alla quota detenuta oggi dal Comune, che è circa il 18%, non si arriva al 51%. Si può oggi fare un patto di sindacato forte tra Comune di Milano e 30 Provincia di Milano solo grazie al fatto che la Provincia, per i 5 anni passati, ha continuamente esercitato il diritto di prelazione, ha continuamente aumentato le quote in suo possesso. E’ per quello che oggi c’è una posizione forte, che consente a questa Amministrazione di chiudere il famoso patto del branzino con il Comune di Milano e lo chiude da una posizione di forza, perché le quote della Provincia di Milano oggi sono quasi il doppio di quelle del Comune. Comunque, se avessimo lasciato lo stesso livello delle quote, oggi non saremmo in grado di chiudere un patto a due, ci vorrebbe almeno un altro socio che abbia il 4 o il 5%. La Camera di Commercio, è vero, ha il 4%, la Provincia di Pavia è vero che ha il 5%, però il dato di fatto è questo, e su questo in quest’aula, da quando ho iniziato questa legislatura ho sentito tante e tante inesattezze, scusatemi Consiglieri. Come ho sentito altrettante inesattezze sulla questione dell’aumento delle quote del socio privato. Chi mai ha fatto aumentare le quote del socio privato, che è vero quando siamo arrivati 5 anni fa aveva circa il 16-18% e oggi ha circa il 30% di quote di questa autostrada. Forse la Provincia di Milano? No. Dalla Provincia di Milano il socio privato ha sempre trovato un valido antagonista, che ha sempre esercitato il diritto di prelazione e che in tutto il corso della scorsa legislatura non ha mai ceduto una sola azione. Chi ha ceduto le azioni? Andiamo un po’ a vedere le Amministrazioni pubbliche che avevano le quote, le Camere di Commercio, le maggioranze che reggevano quelle Amministrazioni. Sono tutte, dalla prima all’ultima, scusare se guardo il Consigliere Ariazzi ma è di fronte a me, Amministrazioni di centrosinistra. Questa non è una mia opinione politica, è un dato di fatto chiaro, quindi noi oggi siamo a dare un segnale di continuità rispetto al passato, cioè ribadiamo tutti quanti la posizione strategica, e questo il Presidente Penati l’ha detto molto chiaramente, della Milano Serravalle come polo fondamentale per il trasporto della Provincia di Milano. Come polo fondamentale, idea che ci eravamo già fatti noi nella precedente Amministrazione e che abbiamo sempre cercato di rispettare, cercando di rafforzare le posizioni che oggi giustamente il Presidente Penati fa valere nel patto di sindacato con il Comune di Milano. Questa, secondo me, è una giusta ricostruzione della verità. Poi, il fatto che non si sia dibattuto - per fortuna il Consigliere Foglia è tornato in aula - della questione della Serravalle nella scorsa legislatura è un’altra frottola, perché nella scorsa legislatura di dibattiti sulla Milano Serravalle, Consigliere Angiuoni lei mi dia ragione, anche chiesti sempre da noi, abbiamo convocato il Direttore Generale Rota in aula, a rispondere del suo operato. Noi l’abbiamo convocato, noi avevamo richiesto l’intervento del Direttore Generale Rota, noi abbiamo fatto venire tutte le volte i Presidenti Valori, Zoncada, Belli. Noi abbiamo convocato questi Consigli aperti, dove sono venuti i rappresentanti della nostra Amministrazione in Consiglio provinciale e dove hanno interloquito con il Consiglio, a volte anche in maniera conflittuale con la maggioranza. Quindi non è vero che sono stati negati nella precedente legislatura occasioni di confronto e di dibattito, anzi ne abbiamo fatti parecchi, ne abbiamo fatti tanti e abbiamo sviscerato tutti i problemi che c’erano sul tavolo. A volte non abbiamo trovato posizioni comuni, a volte abbiamo trovato posizioni comuni. Oggi, come dice Penati, probabilmente troviamo una posizione comune, che è quella di esercitare il diritto di prelazione sulla quota di azioni dell’Autorità Portuale di Genova, una parte, quella che possiamo esercitare. Altrettanto poi voglio ritornare sulla questione, anzi iniziare sulla questione degli statuti, perché in quest’aula sono state dette altrettanto imprecisioni sugli statuti, perché come abbiamo visto da quando c’è questa Amministrazione cambiare lo statuto dell’autostrada è abbastanza facile, basta andare in assemblea, convocare l’assemblea, avere la maggioranza e cambiare quelle cose dello statuto che a una o all’altra sensibilità non vanno bene. Penati potrà giustamente dire che il gruppo Gavio non ha mai avuto l’intenzione di acquistare la maggioranza assoluta, però noi gliel’abbiamo resa impossibile, fissando al tetto di 31 partecipazione privata il 40%. Questa clausola oggi si dice che verrà abolita, io spero che questo ente abbia la coerenza e la coscienza di mettere almeno una clausola che i soci privati all’interno dell’autostrada Serravalle devono almeno detenere il 51% delle azioni, perché questo garantirà almeno per il prossimo futuro la maggioranza pubblica. Un’ultima questione. L’altro giorno, il Presidente Penati, non ci è stata data la possibilità di replicare, è intervenuto dicendo, a margine di una discussione sulla Serravalle, che la Provincia non partecipa al patto di sindacato che varie istituzioni pubbliche, forse anche qualcuna privata, ha stilato per l’autostrada Serenissima. Io su questo vorrei sapere quali sono le intenzioni della Provincia, se anche questa partecipazione, che secondo me è strategica, deve essere mantenuta, e io sono favorevole a questa impostazione, oppure se la Provincia intende alienare parte delle quote dell’autostrada Serenissima per comprare quelle della Serravalle. Questo non è ancora chiaro e su questo io spero che la Giunta e il Presidente Penati si esprimano, perché ricordiamoci che è vero che la mobilità verso sud e delle tangenziali è fondamentale, ma è vero che anche la mobilità verso nord e verso le Venezie è una questione importante su cui la mobilità della Provincia di Milano è interessata. Altrettanto, e la butto lì, non vorrei che per sfavorire un privato, Gavio che è il demonio in questo momento, considerato da tutti la persona che bisogna emarginare dal controllo della Milano Serravalle, si vadano a favorire altre cordate imprenditoriali private per il controllo della Serenissima. Anche su questo, secondo me, è meglio che ci parliamo chiaro.” Consigliere Caputo: “Sono contento che ci sia anche il Presidente Penati, così posso interloquire direttamente. Non farò un intervento molto lungo, anche perché molte cose le hanno già dette ampiamente i Consiglieri che mi hanno preceduto, vorrei semplicemente però rivendicare con forza, ma anche con un ragionamento politico spero serio, il ruolo che questo Consiglio deve avere su una questione così importante. Avete portato in dibattito in quest’aula due delibere che erano la Casa della Pace e quella sull’adesione alla rete civica. Non erano delibere consiliari, erano delibere di Giunta, quindi potevate tranquillamente farle come delibere di Giunta e non portarle in Consiglio, avete fatto una cosa in più, era evidentemente una questione politica che vi interessava in maniera particolare, però erano delibere di Giunta. Io ho chiesto la volta scorsa che su una vicenda così importante come quella della modifica dell’art. 7 si votasse, almeno venisse portata a conoscenza del Consiglio provinciale questa modifica, si arrivasse almeno alla votazione dell’ordine del giorno su questo versante. Ormai però la delibera è già stata fatta in Giunta, la cosa è andata, cioè non abbiamo potuto esprimere sostanzialmente, su una vicenda così determinante per quanto riguarda questa società, quello che questo Consiglio deve esprimere, cioè il potere di indirizzo e di controllo. La modifica sull’art.7 della Milano Mare e quella che toglie la prelazione ed elimina il 60 e 40, poi ci sono altri commi. Mi sembrava che quando io avessi chiesto questa cosa in aula molti Consiglieri, anche della maggioranza, si fossero trovati d’accordo su questa mia proposta, però purtroppo questo non è avvenuto. Mi spiace, perché questo va a modificare decisamente, dopo anni, l’entità di questa società. Guardi, Presidente Penati, io ritengo che lei sia in buonafede, ci mancherebbe altro, e glielo riconosco, ma lei sa benissimo che i patti parasociali durano fino a quando uno dei contraenti non decide di fare diversamente, ed è libero di farlo. In questo statuto che viene modificato, purtroppo non c’è una garanzia a favore del socio pubblico, ed era per quello che io avevo chiesto con molta forza che si tenesse conto comunque di un ridimensionamento della quota pubblica del 60%, ma che almeno si mettesse un paletto importante, dicendo: al socio pubblico spetta il 51%. Questo non è stato 32 fatto. E’ vero che nel patto parasociale c’è una durata di anni, non sapremo chi sarà il Sindaco nel 2006, cosa deciderà in questo senso il socio Comune di Milano, però è altrettanto vero che noi corriamo un pericolo effettivo, non abbiamo la maggioranza, corriamo un pericolo effettivo che si metta in vendita questo 18% del Comune di Milano, fra qualche anno, o magari anche fra un anno se il Comune di Milano decide di rompere i patti parasociali. Il 18% ha un costo molto elevato. Molto elevato! Non so se la Provincia sarà in grado in quel caso di acquistare le quote che le permetterebbero di mantenere la maggioranza come socio pubblico. Ma c’è un altro problema, che la decisione è quella di andare in borsa. Io sono d’accordissimo, ma questo Consiglio di queste cose non ha ancora parlato. E’ un indirizzo importante questo, è un indirizzo importantissimo, cioè cambia completamente tutta la società, di come era nata, come era stata costituita, ecc. Cambia tutto. Poi, quanto diamo alla borsa? Quanto cediamo per andare in borsa delle nostre quote? Questo è un altro degli interrogativi importanti. Si vuole fare come la AEM? Chiedo, cioè passare prima al 51%, poi scendere al 33, 34%? Mi chiedo questo. Quindi noi oggi non sappiamo, questo Consiglio non sa ancora, non conosce qual è la mission di questa azienda, cioè se è quella di tenerla fermamente in mani pubbliche anche con la quotazione in borsa, è se è già previsto che invece questo non sarà e che faremo cassa anche noi, vendendo o quotando in borsa questa società e quindi cedendo parte delle nostre quote. Non sappiamo qual è la mission finale di questa azienda anche rispetto alla strategia che questa azienda deve avere rispetto alle partecipate. Qualcosa il Presidente Penati ha detto per esempio rispetto alla Provincia di Milano sulla Serenissima, mi sembra di avere capito che non sia intenzione di questa Provincia tenere ancora le azioni della Serenissima. Sì, valuteremo, comunque mi sembrava ci fosse questa intenzione, però sulla Milano Mare io spero che il 9 dicembre si aprirà un dibattito generale ma non riusciremo a decidere quelle che saranno le condizioni in cui si andrà nell’assemblea del 17 dicembre, che cambierà sia il consiglio di amministrazione e cambierà anche lo statuto. Si sono decise alcune cose, Presidente al Comune di Milano, anche su questo io non metto mai veti sui nomi, però si sente ovviamente, spetta al Comune di Milano per carità di Dio, però qualche valutazione. A noi l’Amministratore delegato e il Direttore Generale, due Vicepresidenti, uno agli enti minori pubblici e uno alla Camera di Commercio. Si è costituito sostanzialmente questo cartello che tiene conto ovviamente dei patti. Io non sono contrario ad avere rapporti con il socio privato, anzi lo ritengo una cosa importante, un socio importante, quindi non mi scandalizzo se si fanno dei ragionamenti anche con il soci privato. Quello che non riesco a capire è se la Provincia di Milano, al di là delle dichiarazioni che tutti hanno fatto questa sera, e sono già state fatte, ha come obiettivo finale, il che vuole dire anche fra qualche anno, quello di tenersi o comunque insieme ad altri enti pubblici tenere nelle proprie mani la Milano Mare, Milano Serravalle che dir si voglia. Con la scomparsa dell’art. 7 questo non c’è più. Dobbiamo saperlo, non possiamo nascondere questa cosa. Con la scomparsa dell’art. 7 non c’è più nessun tipo di garanzia, questo noi dobbiamo saperlo, non nascondiamolo, diciamo apertamente che noi non abbiamo più nessun tipo di garanzia, per il futuro ovviamente, fin quando durano i patti parasociali ci saranno, poi possono cambiare, modificarsi, può cambiare il gestore dell’altro 18%, le maggioranze cambiano, c’è un’alternanza democratica quindi possono essere fatte scelte diverse. Quindi questa nostra garanzia non l’abbiamo più. L’altra cosa, e con questo concludo perché non volevo neanche essere così lungo, è la questione della borsa. Anche su questo chiariamo cosa si vuole fare. Qual è la strategia della Provincia di Milano rispetto a questa mission? Io mi aspettavo un progetto, mi aspettavo, al di là della notifica burocratica del fatto chi è Presidente, chi è Vice Presidente, un ragionamento politico, fatto a maggior ragione dalla Provincia di Milano, su quale sarà il 33 futuro di questa azienda. Io questo non l’ho ancora sentito, non mi viene detto, non viene portato al dibattito pubblico. L’ultima cosa, non parlo del passato perché io non amo parlare del passato, però quando ci sono stati problemi sulla SEA abbiamo chiamato il Presidente della SEA qui a parlare, quando ci sono stati problemi abbiamo sempre cercato, almeno mi sono sempre impegnato su questo versante e credo che abbiamo sempre coinvolto il Consiglio su tutte le scelte politiche, poi si votava a maggioranza, questo era evidente, questo fa parte della democrazia di un Consiglio, però non riesco a capire e qualche risposta la vorrei dal Segretario Generale se fosse possibile, ci sono interpretazioni varie sulla 267. Io credo, mi sbaglierò, alcuni importanti tecnici professori universitari mi hanno detto che ho ragione, altri mi hanno detto che la pensano diversamente, comunque sappiamo che queste cose sono sempre molto complesse siccome cambia 60 e 40, quindi c’è un problema importante, secondo me questa era materia di Consiglio e non solo di Giunta. Io questa risposta non l’ho ancora avuta, per carità, non c’è neanche un parere pro veritatis di nessuno, non è arrivato nulla, io questo problema l’avevo posto in questo Consiglio ma nessuno mi ha risposto. Mi sarei aspettato, anche su questo, un ragionamento, non perché io voglia qui il foglietto con su “noi riteniamo che sia giusto”, no perché io rivendico il ruolo, essendo in minoranza, di poter dire la mia su questa abolizione dell’art. 7, che è una delle questioni fondamentali che regolerà il futuro di questa azienda. Questo non c’è stato, secondo me questa è una pecca preoccupante di democrazia, perché non è che si possa dire la Casa della Pace che è una delibera di Giunta sì e su un fatto così importante non si venga in Consiglio almeno a chiedere un’espressione tranquilla, si fa un ordine del giorno, c’è la maggioranza che governa, ci mancherebbe altro, non si va in Consiglio su una questione così importante. La trovo una pecca questa che si poteva tranquillamente evitare. Però siamo di fronte, ovviamente a delle scelte, e quindi credo e spero che il dibattito che ci sarà il 9 dicembre sia un dibattito esaustivo, me lo auguro, abbiamo ancora questa possibilità, la ritengo una possibilità importante al di là della scelta della commissione d’inchiesta o meno, ma sul futuro di questa azienda io credo che si debba andare veramente ad un dibattito aperto, senza ideologia, senza schieramenti e senza barriere. Io non le faccio e non le farò neanche quel giorno. Poi mi auguro, e con questo concludo, che quando verranno nominati gli organismi della Milano Mare, il Presidente futuro che verrà eletto, insieme all’amministratore delegato, venga qui in aula a dirci qual è il suo progetto industriale rispetto a questa azienda. Io questo me lo auguro.” Presidente del Consiglio: “Io ringrazio Caputo e vorrei dire che mi piacerebbe che tutti gli interventi fossero ascoltati nel silenzio, come è avvenuto nel caso dell’intervento di Caputo. Purtroppo non è quasi mai così, sarebbe bello che fosse sempre così. Seconda valutazione, proprio rispetto all’intervento di Caputo fatto qualche seduta fa, sulla questione delle competenze in relazione alle partecipate, comunico che ho chiesto, solo da qualche giorno, formalmente al Segretario generale di esprimere il suo parere su questo tema, perché credo che comunque le preoccupazioni del Consigliere non siano infondate, dobbiamo fare chiarezza su chi è competente a fare che cosa in relazione al tema delle società partecipate. Attendo che il Segretario generale mi fornisca questa nota. Confermo anch’io poi che non so se fortunatamente o sfortunatamente il dibattito di stasera è tornato sul dente che duole, ormai sono un po’ di sedute che parliamo di questo, e riconfermo anch’io che comunque avremo tutta la seduta del 9 dicembre per entrare più pregnantemente nell’argomento, quindi ci ridaremo appuntamento a quella data.” 34 Consigliere Zanello: “Io credo che questo dibattito, in primo luogo stia dimostrando che questa maggioranza che governa la Provincia di Milano da qualche mese sta in qualche modo finendo il suo rodaggio. Abbiamo sentito per mesi e mesi, e purtroppo ancora oggi in quest’aula, ma vedo che i toni stanno cambiando, questa litania, questo ritornello: adesso siamo arrivati noi, prima c’eravate voi. A parte che non mi riguarda la cosa ma non solo personalmente, anche politicamente, perché comunque il mio gruppo non era in maggioranza né prima né adesso, voi avete sbagliato tutto, e tutta questa cosa. La discontinuità, che ha ripetuto parecchie volte ancora oggi il Consigliere Foglia, sembrava quasi non un programma ma proprio un obiettivo politico, come se avesse un valore politico la discontinuità. Io credo che invece la discussione di oggi stia dimostrando alcune cose. La prima che amministrare è difficile, e che il pasticcio combinato dal punto di vista amministrativo su questa delibera è sotto gli occhi di tutti. Poi il Presidente, la maggioranza cerca in qualche modo di rimediare, ma pasticcio è, pasticcio rimane, e pazienza, per fortuna ci sono gli strumenti per procedere nella direzione che tutti desideriamo allo stesso modo, quindi andiamo avanti, però il pasticcio rimane perché indubbiamente la delibera non è stata ritirata o si propone di ritirarla, non so se è formalizzata la richiesta di ritiro, chissà per quale motivo, perché non sta in piedi dal punto di vista formale. Quindi il pasticcio è lì, l’abbiamo visto tutti, non facciamone un caso di stato, però credo che questo ci aiuterà nei prossimi mesi ad un clima più sereno, magari un po’ meno di arroganza e un pochino più di umiltà e di concretezza può aiutarci sicuramente. Io credo che però il problema vero che abbiamo davanti è nel merito delle questioni. Ancora una volta siamo qua a discutere di Serravalle, fatto assolutamente positivo, ma siamo sempre qua a discutere di come difenderci. Difenderci a volte da complotti, non so fino a che punto veri, non so fino a che punto chiari, difenderci concretamente da un attacco reale che un privato, che uno dei soci porta, con una logica imprenditoriale pura, all’interno della società per avere più peso, il controllo. Ora, se è ben chiaro dove vuole andare e cosa vuole fare il privato, non è assolutamente chiaro cosa vogliamo fare noi, salvo il fatto che vogliamo restare protagonisti della vita amministrativa di questa società. Io sono perfettamente d’accordo su questo, non so cosa verrà posto in votazione e come, penso di averlo capito ma aspetto la formalizzazione di tutto, se la proposta è sottoscriviamo l’aumento di capitale, lo dico subito, siamo d’accordo. Ma il problema vero di cui non abbiamo ancora cominciato a discutere è per fare cosa di questa società. Si è ventilata l’ipotesi di vendere alcune partecipazioni perché non le riteniamo strategiche, sempre nel campo delle società autostradali, la Serenissima. Può esser una scelta giusta, ma immagino spero che non sia un vendere per vendere, vendere non può essere un fine, vendo di là per recuperare delle risorse, per investirle in che cosa? In infrastrutture. A volte investire in infrastrutture può voler dire sottoscrivere aumenti di capitale o sottoscrivere diritti di prelazione, a volte intervenire direttamente sulle opere, ma non c’è ancora questo programma. Questo è quello di cui noi vorremmo poter discutere e confrontarci. Più di una volta in commissione i ho incalzato cercando di capire qual è la proposta. Anche l’ultima volta in commissione in quest’aula, di fronte ai Sindaci del territorio dell’est della nostra Provincia, che portavano le loro perplessità rispetto ai progetti, quelli formali presentati, che stanno andando avanti, di est esterna soprattutto si discuteva di quello, inevitabilmente di Bre.Be.Mi e in qualche modo anche di Pedemontana. Di fronte a queste osservazioni, alla fine devo dire l’Assessore ha cominciato a dire: tra un po’ vi formalizzeremo una proposta, diremo anche noi la nostra. Si discute e si discute, però a distanza di mesi dall’insediamento di questa Giunta noi non sappiamo quali sono i progetti e avere dei progetti, avere le idee molto chiare è fondamentale, perché si può discutere però se discutere non porta a un 35 risultato, è inutile anche discutere, è una perdita di tempo, è un danno quella discussione. Esaltare la discussione in quanto tale secondo me è un danno, se la discussione è uno strumento per fare, discutiamo. Qual è la proposta della Provincia sulle infrastrutture, sugli assetti societari? E’ qualcosa che ancora è fumoso, che ancora non è definitivo. Certo che siamo d’accordo, perché probabilmente ognuno di noi ha chiaro quello che vuole fare, almeno io ho chiaro quello che vorrei la Provincia facesse sulle strategie future, quindi è strategico mantenere un ruolo pubblico fondamentale e importante. Sono d’accordo sull’esercizio di questo diritto di prelazione, perché so che c’è la est esterna da fare, c’è la Bre.Be.Mi da fare, ci sono finanziamenti da andare a cercare, e per andare a cercare ci vuole grande unità e compattezza sul territorio tra le istituzioni. Se un soggetto importante come la Provincia, importante in due aspetti, importante per il suo ruolo di programmazione e importante per il suo ruolo di azionista in queste società, se la Provincia non ha le idee chiare, noi rischiamo di bloccare ancora una volta tutto. Bloccare opere che si aspettano da anni, bloccare opere fondamentali per lo sviluppo e per l’ambiente, lo sottolineo, perché togliere i camion dalle strade non è un danno al territorio, è un vantaggio, intendo strade provinciali e statali, è sicuramente un vantaggio. Io auspico che questo dibattito, che queste idee arrivino in Consiglio molto presto, si possa discutere davanti ai progetti, anche perché altre istituzioni, la Regione per esempi, ma certamente tanti altri soggetti, stanno andando avanti, perché le procedure sono avviate, perché la Provincia non credo neanche voglia, ma non può fermarle, può certamente dare il suo contributo, può orientare e indirizzare verso quelli che sono i suoi orientamenti, ma dire che adesso si ferma tutto sarebbe un errore gravissimo, a meno che il Presidente Penati, la maggioranza, ci voglia dire adesso fermiamo tutto e si ricomincia da zero. Spero di no, sarebbe un atto irresponsabile, mi sembra di capire che non sia questo, finora non ho visto questo, quindi non credo che sia questo. Però è fondamentale che la Provincia dica cosa vuole fare perché, ripeto, a procedure aperte, a percorsi aperti, è fondamentale che la Provincia dica cosa vuole fare, per il suo ruolo di programmazione, per il suo ruolo di azionista di riferimento. Credo che debba mantenere questo ruolo di azionista di riferimento, credo che lo debba esercitare pienamente, anche perché non possiamo nasconderci che ci sono altri enti sul territorio che probabilmente hanno altri piani strategici. Così come noi diciamo di ritenere strategica la nostra presenza in Serravalle, e probabilmente non riteniamo strategica la nostra presenza in Serenissima, immagino che la Provincia di Verona ritenga strategica la sua presenza in Serenissima, quindi noi andiamo a innescare forse un problema dall’altra parte, magari pensano in maniera diversa, non lo so, ma sicuramente si pongono questo problema. Se anche sul nostro territorio vi sono altri soggetti presenti in Serravalle che non ritengono strategica la loro presenza, noi dobbiamo cominciare a interloquire subito con loro. Mi riferisco ai soggetti pubblici, io già avevo invitato il Presidente Penati a parlare non di patto del branzino ma di patto con tutti i soggetti pubblici. Un attimo fa il Consigliere Accame ricordava come il fatto che la Provincia sia cresciuta dà la possibilità a Provincia e Comune di Milano di essere maggioranza assoluta, voglio solo ricordare che storicamente il patto era tra Comune, Provincia e Camera di Commercio che insieme facevano il 50+1%. Oggi già solo Comune e Provincia raggiungono questa quota, ma cosa ha intenzione di fare la Camera di Commercio di Milano prima di tutto, ma tutti gli altri enti, Como, Pavia o tutti gli altri soggetti a vario titolo coinvolti su questa partita. Io credo che questo discorso vada approfondito, su questo ci aspettiamo un dibattito, spero che pasticci, figuracce come quella della delibera approvata in Giunta non accadano più. Non mi interessa approfondirlo più di tanto, spero che cose del genere non accadano più. 36 Quanto al parere formale di cui parlava il Presidente dell’aula un attimo fa, io vorrei una garanzia, non formale, non regolamentare o statutaria, ma politica che di queste cose si discuta. Poi se la delibera formalmente spetta alla Giunta o al Consiglio, mi interessa poco, non è questo il problema. Io credo che queste questioni, che sono le questioni strategiche, non voglio ripetere dibattiti già fatti in quest’aula che mi sono sembrati realmente aria fritta, ma insomma su queste questioni strategiche, su cui questo dibattito dimostra che l’opposizione non è qui a fare barricate ma è qui a discutere, a dialogare, e probabilmente oggi voteremo un atto, non so se all’unanimità ma certamente dove maggioranza e opposizione hanno trovato una collaborazione, comunque hanno una unità di intenti molto ampia, io credo che questo sia il clima giusto, questo sia il clima su cui vorrei che anche la maggioranza investisse un po’ di più per ottenere altri risultati del genere piuttosto che cercare sterili contrapposizioni dicendo che quando c’eravate voi faceva tutto schifo, che adesso siamo arrivati noi, che c’è la discontinuità, Consigliere Foglia, e che la discontinuità è un grande valore. Io credo che il valore e la risposta che dobbiamo dare non è la discontinuità, anche perché se la discontinuità è il pasticcio di oggi non credo sia un valore, ma credo che ci debba essere coerenza, dibattito e soprattutto collaborazione per il benessere dei cittadini che, non dimentichiamolo, stamattina e domani mattina, saranno in coda sulle nostre strade, insieme a noi perché anche noi viaggiamo, almeno io, ma credo tutti.” Presidente della Provincia, Sig. Filippo Penati: “Grazie colleghi. Va bene, sono anche Consigliere, sono onorato della cosa. Io credo che ci stiamo trovando la strada giusta. Non è stato facile il passaggio sulla questione della Milano Mare. Tre flash, per poi dire che dobbiamo costruire assieme una serie di impegni. La prima cosa, ho ascoltato il Consigliere Caputo con grande attenzione, perché c’è nel suo intervento una serie di preoccupazioni che sono state anche le nostre. E’ vero che il patto di sindacato è a scadenza, è altrettanto vero che le maggioranze cambiano continuamente anche lo statuto. Abbiamo cercato di costruire un passaggio prima, e uno dopo, sapendo che il nostro obiettivo è quello di avere la maggioranza della Serravalle, che ci sia il blocco pubblico che abbia la maggioranza, e abbiamo l’ambizione di dire che possiamo, dentro un quadro di attenzione, di valorizzazione delle partecipazioni, di opportune messe a regia di tre partecipazioni, puntare che ci sia un polo milanese che mantenga la maggioranza della Serravalle. La Provincia farà la sua parte su questa cosa. Io ho detto che non abbiamo aderito al patto di sindacato della Serenissima, dicendo una cosa in più però, che noi comunque non ostacoleremo, anzi il nostro 5% sarà al servizio del patto di sindacato e dovessimo valutare positivamente l’eventuale dismissione di quella nostra partecipazione, lo faremo in modo che sia il più possibile sinergico al patto di sindacato pubblico della Serenissima. Oggi non è che noi siamo reticenti sul dire che cosa vogliamo fare, credo che ci sia la necessità di fare un quadro d’insieme, quindi darci un appuntamento successivo per vedere un quadro d’insieme delle partecipazioni, per capire quali sono opportune, sia dal punto di vista della non strategicità di quelle partecipazioni sia dal punto di vista della redditività del momento in cui si mettono eventualmente a... Concordo perfettamente con quello che diceva il Consigliere Zanello, le dismissioni di patrimonio sono una cosa da trattare con grande, grande cautela, con grande, grande rispetto per chi ha avuto la lungimiranza di costruirlo. Dentro la partecipazione dei soci pubblici che hanno fondato la Milano Mare c’è una lungimiranza straordinaria dei nostri padri che hanno fatto questo lavoro, e stiamo incidendo nella carne viva. Deve essere chiaro cosa si fa il giorno dopo, o meglio, forse bisogna essere chiari il giorno prima che arrivino quei quattrini. Noi l’abbiamo dichiarato, il nostro obiettivo è quello di crescere in Serravalle, di 37 crescere dentro la società Serravalle perché è strategica. Io non voglio dilungarmi su questa cosa, perché su molte questioni credo ci sia ancora la necessità di un approfondimento già domani in commissione 1°, affari istituzionali e partecipazione, e il 9 per arrivare ad un dibattito di indirizzo serio da questo punto di vista, avendo sulle questioni la possibilità di poter evidenziare tutti i punti di criticità in cui noi non abbiamo operato, a mio giudizio, avendo il paraocchi, ma cercando di capire qual era la condizione in cui stavamo operando e qual era il meglio possibile in quelle date condizioni. Questo, senza reticenza, senza paura di nessuno. Oggi non siamo nelle condizioni di dire che ci conviene vendere. Il mercato ci dice, ad esempio, che la Serenissima oggi è in un momento in cui la quotazione, per la vendita fatta da Unicredit, è alta e vantaggiosa. Ma, scusate, non potrebbe essere altrettanto interessante capire se conviene vendere il 5% della Provincia, insieme all’eventuale 5% del Comune di Milano, perché questo può essere più redditizio? Sono considerazioni che credo, proprio perché se si interviene sulla questione e si costruisce un percorso, uno cerca anche delle sinergie, perché vendere il 5% e mettere sul mercato il 10%, cambia la valutazione di chi deve conquistare, e può essere motivo di aumento del valore reciproco. Oggi siamo di fronte ad una condizione in cui noi diciamo: non abbiamo aderito al patto di sindacato pur dicendo che siamo impegnati a votare tutte le delibere che il patto di sindacato ci proporrà, quindi è come se l’avessimo firmato, fino al momento in cui avremo deciso, strategicamente, insieme in questo Consiglio, che cosa fare di quella partecipazione e di quale reinvestimento dover dare. Rimane saldo il principio che noi vogliamo mantenere ben salda e più salda, alla fine del processo, la maggioranza pubblica nella Serravalle. Questo è un impegno che noi ci assumiamo e su cui chiediamo non solo il contributo da parte del Consiglio provinciale, come questa sera è avvenuto, ma anche di essere misurati e verificati che ogni passo corrisponda a questo obiettivo. Sugli altri soci, al momento si sta allargando il numero dei sottoscrittori del patto parasociale. Probabilmente il 9 saremo nelle condizioni, domani posso dare una prima informazione in commissione, il 9 saremo nelle condizioni di dire che non è chiuso a Comune di Milano, Provincia e Camera di Commercio, ma ad esempio la Provincia di Como ha dimostrato la sua volontà, per cui ce ne sono parecchie, adesso non vorrei fare un elenco sbagliato, che si stanno aggiungendo nella volontà di voler sottoscrivere quel patto di sindacato.” Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Grancini. Vice Presidente Provincia, Mattioli: “Ringrazio tutti i Consiglieri del dibattito. Io intervengo per concludere e per dare ancora una risposta mancante, che riguarda l’aspetto che è stato sottoposto alla nostra attenzione con l’emendamento, in cui si chiedeva sostanzialmente di stanziare una cifra, dava indicazione di stanziare una cifra per il rimborso alla Provincia per i danni al liceo classico Parini. Il motivo per cui non l’abbiamo fatto e non lo facciamo, risiede semplicemente in una considerazione di natura tecnico contabile, sapendo cosa ci dice il codice civile, sapendo cosa ci dicono i principi contabili di generale accettazione e i criteri contabili che riguardano gli enti pubblici, la messa in ordine di tutti questi principi ci dice che nella formulazione delle previsioni le spese vanno sempre previste, invece non bisogna prevedere le entrate ancorché non siano sostanziate e quantificabili. Per quanto riguarda il rimborso di questi danni, ad oggi, sono di natura assolutamente incerta e inquantificabile, non sappiamo quando, come e quanto soprattutto. Per questo motivo, allo stato attuale, non si ritiene opportuno indicare alcuna cifra. Per quanto riguarda alcune considerazioni che sono emerse dal dibattito circa il fatto che ieri 38 la Giunta ha deliberato con una delibera proposta dall’Assessore al bilancio che però era assente durante il dibattito in Giunta, io non mi dilungo, prego poi di chiarire con il Segretario generale “a latere” di questo dibattito, perché ciò avviene normalmente. L’Assessore propone, molto spesso l’Assessore, per vari motivi, può essere impedito a partecipare ma il Presidente, che presiede, surroga in sostanza le deliberazioni e le proposte dei singoli Assessori, quindi se non ci sono osservazioni ostative da parte dei membri della Giunta, comunque la Giunta delibera. Io ieri comunque ero all’inaugurazione della Casa della Carità, dove facevo le veci del Presidente. Vorrei ancora fare una puntualizzazione, perché è utile per tutto il Consiglio, quella interpretazione del Consiglio Notarile di Milano sul fatto che il 33% non rappresenti un diritto di blocco per le minoranze nelle assemblee, è molto importante e autorevole, ci tengo a specificarlo, non perché l’abbiamo chiesto ad hoc per questo caso ma perché è uscito su Il Sole 24 Ore di venerdì, quindi è un’interpretazione del Consiglio Notarile che prescinde dal caso nostro. Quindi è autorevole, è importante, sicuramente un’interpretazione e le interpretazioni vanno sempre valutate con buon senso, questo però ci aiuta sicuramente sulla strada che abbiamo intrapreso. Il Consigliere Accame entrava ancora in quella vicenda delle accuse reciproche su chi stava favorendo Gavio, non è il caso di rientrarci, però io sottolineo semplicemente, avendola un po’ vissuta anche dalla parte del Consiglio comunale, ricordo solo all’aula che a suo tempo il socio più arrabbiato con l’Amministrazione provinciale era il Sindaco Albertini. Sottolineo soltanto questo. L’altra questione che sottolineo, per quanto riguarda il futuro della Milano Serravalle, giustamente sollevato anche dal Consigliere Caputo nel suo intervento, credo che questo sarà sicuramente nella valutazione, come ha detto il Presidente poco fa, di questo Consiglio provinciale. Sapete che la quotazione in borsa nel patto che stiamo andando a stipulare è un’opportunità, è una possibilità che vale per noi ma soprattutto ricordo che è fortemente sollecitata dal Comune di Milano. Soltanto per dire che chiarimenti sul futuro della Milano Serravalle sicuramente riguardano questa Amministrazione ma anche il socio Comune di Milano, Albertini, centrodestra, che sicuramente è un interprete autorevole della linea politica che seguiremo in futuro. Una battuta: penso che se quella fosse la strada, sicuramente dovremmo fare meglio di quello che è stato fatto in AEM, perché in questo momento AEM non mi sembra che rappresenti un bel modello di privatizzazione, viste le recenti vicende. Se quella sarà la strada, cercheremo sicuramente di fare di meglio.” Il Presidente del Consiglio pone in trattazione il Sub-Emendamento n.1 -Dapei Consigliere Dapei: “ Dichiarazione di voto sull’emendamento e, udite le dichiarazioni del Presidente, immaginato l’esito dell’emendamento, dichiarazione di voto finale. Ovviamente, se dovesse cambiare il mondo, non me ne farò carico. Quando veniva presentato questo emendamento, e ancora fino a poche ore prima del Consiglio, qualcuno poteva immaginare che sarebbe stato un Consiglio difficile, passatemi il termine banale “brutto”. Le avvisaglie c’erano anche in apertura, perché io dimentico che interventi da parte della maggioranza hanno tacciato di poca serietà questa parte politica e anche chi vi parla. Invece io devo ringraziare l’onestà intellettuale del Presidente Penati, che ha chiesto alla sua maggioranza di votare questo emendamento, quindi mi auguro che la stessa onestà intellettuale, così come riconosciuta altre volte in passato anche al suo vice Mattioli, la riscontreremo il 9 dicembre nell’appuntamento che ci siamo dati, grazie all’iniziativa politica della minoranza, per parlare di temi che sono stati qui anche affrontati ma su cui, per molti motivi, non ci siamo addentrati come avremmo voluto. Quindi votiamo convintamente questo 39 emendamento, consapevoli di avere svolto sia un ruolo di opposizione ma anche un ruolo estremamente costruttivo. Se l’emendamento verrà approvato, così come si era detto e verrà ritirato, conseguentemente, l’emendamento di maggioranza così come detto dal Presidente Penati alla riunione, noi voteremo a favore anche del punto nella sua complessità, perché diventa a quel punto, soprattutto la variazione di bilancio, conseguente all’emendamento proposto dall’opposizione.” Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione il Sub-Emendamento n.1 -Dapei Durante il dibattito si assenta il Consigliere Nobili. (presenti 42) Il Sub-Emendamento viene approvato con quarantuno voti favorevoli e nessun contrario, non avendo partecipato al voto un Consigliere. Il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il seguente provvedimento proposto dalla Giunta, comprensivo dell’emendamento presentato e approvato durante l’adunanza consiliare, avente come firmatario il Consigliere Dapei: Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico; terminate le operazioni di voto, dichiara approvata la deliberazione con quaranta voti a favore; non partecipano al voto i Consiglieri Albetti e Barbaro. Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione. Il Presidente del Consiglio, stante l'urgenza del provvedimento, propone di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 134, comma 4, del D. lgs. 18 agosto 2000, n. 267. La proposta risulta approvata con trentasei voti a favore e due astenuti (Consiglieri Accame e Del Nero); non partecipano al voto i Consiglieri Albetti, Caputo, Pezzoni e Zanello. La seduta del Consiglio viene sospesa alle ore 20.45 e riaperta alle ore 22.00 per la pausa cena. Alle ore 22.00 il Presidente del Consiglio invita il Segretario a procedere all'appello nominale dei presenti. Rispondono all'appello i seguenti 39 Consiglieri: Ortolina Vincenzo Accame Pietro Angiuoni Pierluigi Ariazzi Costanzo Arrigoni Vittorio Barbaro Mario Calaminici Arturo Caputo Roberto Casati Ezio Cavicchioli Arianna Gavazzi Attilio Greco Luigi Grimoldi Paolo Guerra Luca Lombardi Ruggiero Maestri Pietro Malinverno Marco Mauri Matteo Meroni Fabio Modugno Roberto 40 Censi Arianna Clerici Michele Dapei Bruno De Gaspari Mario Del Nero Paolo Esposito Francesco Foglia Giuseppe Fortunati Ombretta Gaiardelli Andrea Gatti Massimo Musciacchio Camilla Patta Antonello Pezzoni Alessandro Pioli Pier Mauro Pozzati Vittorio Re Marco Scarano Giuseppe Tranquillino Luigi Zanello Massimo Sono assenti giustificati i Consiglieri Colli, Nobili e Russomanno. Sono altresì presenti gli Assessori provinciali: Casati, Corso, Dioli, Gasparini e Rotondi. Constatato che l’adunanza è valida per legalmente deliberare il Presidente del Consiglio, dichiara aperta la seduta, dà quindi la parola ai Consiglieri per gli interventi ex art.83. Constatato che l’adunanza è valida per legalmente deliberare il Presidente del Consiglio dichiara aperta la seduta ed introduce lo : ARGOMENTO N. 10/8 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Ordine del giorno presentato in data 21 ottobre 2004, a firma dei Consiglieri Frassinetti e Russomanno, in merito agli organismi geneticamente modificati. e lo : ARGOMENTO N. 10/11 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Ordine del giorno presentato in data 21 ottobre 2004, primo firmatario il Consigliere Patta, in merito agli organismi geneticamente modificati. Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Frassinetti. (presenti 40) Consigliere Frassinetti: “Devo innanzitutto costatare che dal momento della presentazione di questo ordine del giorno sugli OGM ci sono poi stati dei fatti nuovi, come l’approvazione del decreto Di conseguenza, questa approvazione, avvenuta il 11 novembre, sicuramente ha fatto sì che questo ordine del giorno presentato da A.N. sia un po’ superato. Credo però che il cuore, il merito della mozione rimangano inalterati. Io constatato che su questa vicenda sono state dette molte cose e molte anche a sproposito, è stata fatta molta demagogia, si è cercato di dire che chi era contro gli OGM, sarebbe anche contro la ricerca. Innanzitutto io voglio oppormi a questa asserzione, e voglio citare una frase di Einstein che dice: “Quando vengono trattati problemi legati alla vita umana, dobbiamo stare molto attenti a non sovrastimare la scienza e i metodi scientifici. Non dobbiamo dare per scontato che gli esperti siano gli unici ad avere il diritto di trattare questioni che li riguardano”. Questa citazione è molto attinente a questo problema sostanzialmente svilupperei questo mio breve intervento in due punti. Innanzitutto sui cibi. C’è chi sostiene che i cibi OGM non nasconderebbero alcun rischio per la salute. E’ vero che non è stata fatta nessuna indagine epidemiologica che abbia dimostrato 41 l’esistenza di danni, ma è anche vero il contrario, nessuno ha mai detto che gli OGM sono sicuri al 100%. Possiamo aggiungere che lo scorso 5 ottobre, l’Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione, ha presentato una ricerca pubblica che coinvolge decine di ricercatori, di universitari, ed evidenzia il rischio di impatto sulla flora autoctona, insufficienza delle analisi disponibili sulla tossicità e allergicità degli OGM, e le conseguenze negative sui prodotti di qualità dell’agro alimentare italiano. Chi ha letto la bozza che aveva preparato il Ministro Alemanno, sa che non ci sono porte chiuse alla sperimentazione, ma solo l’affermazione del principio di giusta coesistenza tra coltivazioni transgeniche tradizionali, del principio di responsabilità che chi inquina con gli OGM debba poi pagare i danni. Veronesi parla addirittura di caccia alle streghe, di un progetto reazionario che bloccherebbe la ricerca in Italia. Penso che già queste obiezioni siano facilmente smantellabili. Da un altro punto di vista si dice che gli OGM sono sempre esistiti, a dire di questi signori sono migliaia di anni che l’uomo fa esperimenti di genetica. E’ vero che dall’epoca preistorica ad oggi abbiamo selezionato animali e vegetali per soddisfare la ricerca delle migliori specie da allevare e coltivare, ma ciò però è sempre avvenuto sui campi, nelle fattorie, lasciando lavorare la natura. Oggi invece la sperimentazione OGM avviene nei laboratori, forzando e spesso violando la natura. Credo che questo sia un altro punto importante. I prodotti OGM sarebbero più sicuri perché sarebbero i più regolamentati. Credo che questa sia un’altra contraddizione, se ci si fida così tanto dell’effetto positivo della norma giuridica, perché allora si rifiutava questo decreto? Inoltre, anche i cibi tradizionali sono rigidamente regolamentati per legge, quindi dovrebbero essere altrettanto sicuri di quelli OGM. Ma è inutile nascondersi dietro un dito, è evidente che una contrapposizione così ferma a questo decreto nasce anche da alcuni interessi ben precisi, di tipo economico, molto importanti, che hanno fatto molte pressioni anche all’interno del nostro Governo e che hanno creato comunque, a mio avviso, un importante dibattito su un tema che vede gli italiani sempre più attenti verso la salvaguardia della natura, la salvaguardia dell’agro alimentare, la salvaguardia di questa difesa dei prodotti identitari. Io sono genovese, si è cercato anche di demonizzare il basilico dicendo che sarebbe stato cancerogeno. Quindi l’ordine del giorno - so che anche altri partiti hanno presentato ordini del giorno sul punto – lo ritengo ancora valido, nonostante il decreto, a impegnare il Presidente della Provincia di Milano a: predisporre tutte le iniziative necessarie al fine di informare i cittadini, sull’origine dei prodotti commercializzati; chiedere alle ditte che gestiscono le mense degli istituti scolastici di competenza della Provincia di dichiarare il non utilizzo di alimenti contenenti OGM; • predisporre tutte le iniziative necessarie alla promozione, alla diffusione dei prodotti tipici e biologici coltivati sul territorio provinciale, con particolare attenzione per ciò che riguarda il mondo della scuola e l’educazione dei giovani; • invitare il Presidente della Regione Lombardia a farsi promotore di un piano di coesistenza regionale, improntato al principio di precauzione, volto a limitare al minimo il rischio di contaminazione da OGM delle colture tradizionali e biologiche; • esprimere al Presidente del Consiglio il pieno sostegno della Provincia di Milano al decreto Alemanno, dichiarando quindi la Provincia di Milano provincia libera dagli OGM. Credo che, intanto sia importante che questi ordini del giorno siano presentati per dare anche l’opportunità di discutere. Di discutere con serenità, sgombrando il campo da pregiudizi, da preconcetti e da luoghi comuni. Nessuno vuole fermare la ricerca, non cerchiamo di confondere i problemi, abbiamo sicuramente però il dovere soprattutto di 42 tutelare la libertà dei cittadini di potersi nutrire in maniera corretta, per la salute loro e dei loro figli.” Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Ariazzi. (presenti 39) Consigliere Patta: “Io Consiglieri, Presidente, non posso fare a meno di considerare come un argomento di questa portata cada in una situazione poco propizia, poco attenta. Io credo che il nostro ruolo qui dentro e il nostro discutere di problemi di questa portata, abbia un senso non perché ci parliamo addosso o ci convinciamo reciprocamente, ma perché le nostre riflessioni e le nostre proposte riescono a sensibilizzare i cittadini, a contribuire alla produzione di cultura, a determinare un senso comune. Ritengo però che questo possa accadere solo se gli occhi dei mezzi di comunicazione sono puntati su di noi e se nella società c’è un’attenzione a questi temi. Sono momenti brevi e fugaci quelli in cui noi possiamo riuscire a far penetrare il nostro punto di vista nella società esterna. Dobbiamo modificare radicalmente il nostro modo di pensare gli ordini del giorno. Sono del parere che piuttosto ci censuriamo, piuttosto li riduciamo ma li facciamo quando la discussione ha un senso politico, sociale, culturale. A me fa piacere discutere con i Consiglieri, ma questo si può fare in molte sedi, non è l’elemento che definisce il nostro ruolo. Quindi io, con un po’ di difficoltà voglio comunque enucleare rapidamente il problema, ma ripropongo il mio invito ad essere rapidi. Davvero, di questa cosa non rimarrà traccia, eppure è un tema che oggi divide la civiltà, è un tema che determina le politiche dei governi, è un tema che dice quale globalizzazione sì e quale globalizzazione no. Sono temi di portata gigantesca, però o noi ci inseriamo nei momenti favorevoli che dicevo prima. Spesso i nostri ordini del giorno possono avere questa dimensione, questa portata, invece non dico che tutto finisce, finisce in una conversazione salottiera che ha un senso molto limitato. Detto questo, il problema OGM è un problema molto controverso, c’è chi dice come per altre fonti di effetti verso gli esseri umani e verso il mondo animale e vegetale, che in questo campo non c’è niente di certo, che gli effetti cumulativi non sono sperimentati a sufficienza e che nel medio e breve periodo potremmo scoprire gli effetti dannosissimi che molti italiani hanno scoperto, piangendo sulla propria pelle o sui propri cari per prodotti che 10, 20, 30 anni fa non solo non sembravano dannosi ma sembravano la panacea di tutti i mali. Mi riferisco ai prodotti della chimica, mi riferisco all’amianto, mi riferisco ad una serie di elementi. Però c’è anche un’altra questione, è una questione tipicamente civile, è il problema se io contadino che voglio coltivare un prodotto tradizionale, posso coltivare il mio prodotto tradizionale o se quando vado a fare il mio raccolto mi trovo un altro prodotto, diverso da quello che ho seminato. E’ la mia libertà di produrre nel mio campo quello che io ho seminato. La coltivazione di prodotti OGM mette in discussione la libertà di produrre un bene che rientra nella mia tradizione culturale e colturale, una produzione tipica, mi viene vietato perché seminare OGM voi sapete bene come si spostano i semi nell’aria. Allora Assessore devo farle una lezione di botanica, lei sa che si sono molte piante dotate di strutture che permettono ai semi di volare. La maggior parte dei semi si diffondono trasportati dal vento, dagli uccelli o dagli insetti, ma ci sono quelli che si muovono, un caso tipico sono tutti i semi degli aceri, delle famiglie degli aceri, che sono quelle eliche che con un soffio da niente di vento stanno in aria per molto, molto tempo. Sì, ma i semi OGM, esattamente come gli altri semi, volano. Infatti, mi sembra che la legislazione americana pone a 21 km il margine di sicurezza. Molti scienziati contestano i 21 km e sostengono che non esistono margini in caso di venti fortemente significativi, perché quando arriva un vento a 90 km all’ora non c’è seme che non sia trasportabile addirittura da una regione all’altra. 43 Quindi il problema che pongo in discussione è la libertà. Siccome chi è favorevole agli OGM accampa la libertà di seminare o la libertà di sperimentare, intanto aggiungo che in Italia la sperimentazione di OGM è permessa, non c’è nessun veto alla sperimentazione OGM, c’è il veto in campo aperto. Quindi questo è un problema di libertà, poi non mi addentro in altri elementi, sarebbe da spiegare meglio, ad esempio mi piacerebbe ragionare con i Consiglieri della Lega come la produzione di OGM, che induce il monopolio mondiale collegato allo sviluppo del monopolio mondiale delle sementi in mano di pochissime multinazionali, finisca per eliminare, mettere in crisi fino a far scomparire tutte le produzioni tipiche, perché il monopolio delle sementi determina una dipendenza totale da poche multinazionali e come questo fenomeno si collega all’omologazione. L’omologazione è un prodotto tipico della globalizzazione, si riferisce alle culture in particolare, ma per esempio si produce l’effetto di omologazione delle colture. Però non ho tempo di fare questo, però ci sono molti studi interessanti al riguardo. Ho apprezzato anche il libretto che il Consigliere Frassinetti quando era Assessore ha prodotto per le scuole, è istruttivo, invito i Consiglieri a leggerlo, c’è solo una cosa che non va bene, quando dice che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è prudente, in realtà il Presidente del Consiglio Berlusconi ha tentato in tutti i modi di impedire il decreto Alemanno, sotto la pressione della lobby delle multinazionali delle sementi. Però è istruttivo questo libretto. Oggi siamo al decreto Alemanno, il decreto Alemanno arriviamo dopo, questa nostra riflessione arriva in ritardo, il decreto Alemanno è già emanato. Sul decreto Alemanno ci sono molte valutazioni, io devo dire che tra il positivo e il negativo la mia valutazione pende sul positivo. Cosa fa il decreto Alemanno, in sostanza? Recepisce una direttiva europea che sostiene che per poter coltivare sementi OGM occorrono delle norme che stabiliscono la convivenza con i semi non OGM. Il decreto Alemanno assume questa direttiva, stabilisce una commissione di esperti che deciderà su questi criteri, le Regioni successivamente delibereranno in base a questi criteri. Le critiche al decreto Alemanno sono che, per esempio, da qui alla fine dell’anno prossimo, quando dovranno entrare in vigore questi decreti, non si capisce bene se le penalità per chi contaminerà aree non OGM con sementi OGM sarà realmente punibile o no, e ancor di più se lo sarà successivamente. Una volta che le Regioni avranno stabilito le norme, saranno ancora punibili quelli che contamineranno campi non OGM con sementi OGM? Questo è un buco che c’è in questa normativa e non è chiaro come sarà risolto. Però noi viviamo una situazione italiana dove abbiamo 12 Regioni, è questa la nostra speranza, e 1.286 Comuni che hanno dichiarato il loro territorio OGM free, liberi da OGM. Sto guardando ma stiamo guadagnando tempo perché abbiamo accorpato la discussione di due ordine del giorno, quindi un piccolo sforamento credo che sia tollerato, del resto sto chiudendo. Abbiamo la speranza che vengano applicate in modo rigido queste norme, che potrebbero prestarsi ad applicazioni invece in qualche modo tolleranti. Ecco perché la nostra mozione, Consigliere Frassinetti, rappresenta un vantaggio che correi discutere poi insieme, perché non si limita a chiedere l’applicazione del decreto Alemanno, altrimenti questa mozione oggi sarebbe inutile, ma fa alcune altre proposte che sono: • la preoccupazione per la diffusione di biotecnologie in campo agroalimentare condotta in via sperimentale in aperta campagna, spesso senza informazione agli enti locali; • la condanna per la situazione di monopolio delle biotecnologie da parte delle multinazionali; • l’invito al governo ad emanare urgentemente il decreto; • l’impegno nei confronti dell’Amministrazione provinciale a muoversi, di concerto con i Comuni della Provincia, con l’obiettivo di giungere a dichiarare la Provincia di Milano libera da OGM, aggiungendosi così alle 12 Regioni e ai 1.286 Comuni che in tutta Italia 44 si sono già dichiarati liberi da OGM; • l’impegno verso l’Amministrazione a trasmettere copia della presente mozione alla Presidenza della Regione, del Governo e della Commissione Europea.” Consigliere Lombardi: “Secondo me, Consigliere Patta, non c’è uno scontro di civiltà, a meno che non si voglia suscitare uno scontro di civiltà, credo che ci siano su questa questione delle sensibilità diverse. Mi spiego, noi partiamo da un punto che condividiamo, che il Consiglio provinciale credo condivida in maniera unanime, che il decreto del Governo Berlusconi è sostanzialmente un buon decreto legge, passibile di miglioramenti, per carità, c’è il Parlamento apposta perché si possano fare dei miglioramenti, però si parte da una buona premessa, questa l’abbiamo detto tutti. Io, in particolare, ritengo che questo sia un buon decreto, così come ha detto il Presidente della Regione Lombardia, ma non solo, perché anche il Presidente di Legambiente, nonché responsabile ambiente della Margherita, Ermete Realacci, ha detto che questo è un ottimo decreto, per cui invito anche la Margherita a riflettere su quella che è la posizione del proprio responsabile per l’ambiente. Il Presidente della Regione Lombardia ha detto che questo è un buon decreto perché sostanzialmente va incontro a quello che la Regione ha fatto fino adesso. Fino a quando c’era la moratoria in Europa, la Regione Lombardia è stata una delle più tassative nel dire no agli OGM. Oggi che la moratoria non c’è più e che al di là dell’orizzonte, si vede, si intravede, il criterio della coesistenza che va affiancato a quello della precauzione, non sono in alternativa, oggi che si vede l’obiettivo della coesistenza, il Presidente della Regione Formigoni ha detto che questo è un buon decreto perché prevede l’avvio di una discussione scientifica, non di lotta, non di scontro di civiltà, ma un percorso scientifico per arrivare alla coesistenza. Io credo che qui dentro tutti quanti hanno dei dubbi su questa versione, e c’è un Governo di centrodestra che, seppure accusato da voi di essere connivente con alcune lobby di biotecnologie, in realtà ha fatto un decreto che, ripeto, in tanti stanno dicendo che è un buon decreto. Il decreto, aggiunge il Presidente Formigoni, si riferisce ad una serie molto limitata di prodotti, infine prevede un incentivo alla ricerca scientifica, la Regione Lombardia ha stanziato ultimamente 10 milioni di euro per il polo che c’è a Lodi, il Polo Padano per le Biotecnologie. Da tempo sta incentivando il polo che esiste a Nerviano sulle biotecnologie Consiglierete alla sperimentazione farmaceutica, per cui la Regione Lombardia da tempo sta dicendo: andiamo avanti con gli OGM, ma andiamo avanti all’interno degli istituti di ricerca. Dicevamo, sensibilità diverse, io su questa questione sono probabilmente più oltranzista di alcuni del mio stesso gruppo, per cui spero che in Provincia di Milano, in Regione Lombardia, la coesistenza sia assolutamente limitata alla ricerca scientifica, per cui spero che non passi il criterio per cui ci possano essere delle contaminazioni delle colture tradizionali, quindi lì sì che si va a colpire la libertà di scelta degli agricoltori, perché in agricoltura chi decide in un appezzamento di non coltivare OGM rischia invece di vedersi le sementi di erbe super infestanti, oppure della soia, piuttosto che del mais, rischia pur non volendole, pur avendo deciso di non applicare gli OGM, rischia divedersi piante OGM nel proprio appezzamento. Per scongiurare questo, e in attesa di capire esattamente dove possiamo arrivare senza creare danni anche a chi vuole veramente scegliere di non coltivare OGM, conviene tenere tutto chiuso nei laboratori. Questa è la mia posizione personale. Io ho riflettuto sulla questione, ad esempio una delle questioni che più di frequente si sentono in giro è che coltivare OGM significa probabilmente debellare la fame nel mondo. Agli inizi degli anni 90 è stato fatto uno studio che ha avuto parecchi riconoscimenti, uno studio condiviso da tutti, per cui l’80% delle persone che vivono in Paesi in via di sviluppo, non muoiono di fame per la mancanza di alimenti, muoiono di fame per la non capacità di 45 quei governi e per altre questioni, di distribuire quegli alimenti, per cui nell’80% dei Paesi in via di sviluppo siamo in presenza di eccedenze alimentari. Pertanto questo, secondo me, da solo servirebbe a smontare la tesi per cui gli OGM sono utili a debellare la fame nel mondo. La preoccupazione che dicevamo prima, non riguarda soltanto il fatto delle sementi che si disperdono nell’ambiente, la preoccupazione è anche per delle forti questioni allergiche che si sono sollevate in alcuni prodotti. Nel momento in cui noi andiamo a cambiare la mappatura genetica di una pianta, non sappiamo qual è la reazione allergica dell’uomo, per cui abbiamo avuto casi con la soia in particolare, la soia abbinata alle noci, se non ricordo male, che ha causato allergie devastanti, per cui è stata immediatamente ritirata. Eppure lì il mercato era favorevole ad incrementare questa soia particolarmente resistente. Pertanto io credo che il gruppo di Forza Italia abbia legittimamente delle posizioni meno “estremiste” delle mie su questa faccenda, rimane però il fatto che una larga parte, forse la totalità dell’arco costituzionale, vede di buon occhio il decreto che il Governo Berlusconi ha fatto sugli OGM.” Consigliere Scarano: “Noi Verdi ormai sono più di 15 anni che parliamo di OGM. Finalmente, viva Dio, se ne sono accorti anche gli altri, e oggi abbiamo un decreto. Noi abbiamo parlato di cibi Frankenstein, neanche più di cibi OGM, perché sulle tavole degli italiani non vogliamo che arrivino questi cibi. Un organismo geneticamente modificato, chiamato anche transgenico, è un organismo nel cui DNA è stato introdotto un gene estraneo, quindi non suo. Ad esempio, se noi introduciamo nel DNA di una fragola un gene di pesce artico, cosa succede? Questo conferirà al frutto una maggiore resistenza al freddo. Bene, ma la mancanza di un’adeguata sperimentazione non consente però di valutare correttamente il rischio legato ad un’eventuale sostanza allergenica o tossica degli elementi transgenici. Agli appelli pro OGM di Veronesi noi rispondiamo che l’ex Ministro della Sanità dovrebbe almeno conoscere il principio della precauzione. In assenza di evidenze scientifiche sull’innocuità degli organismi genetici, gli stessi dovrebbero essere banditi dalle tavole italiane. Secondo noi è in atto una campagna contro i prodotti tradizionali, perché gli OGM verranno commercializzati con un’etichetta che li segnala come prodotti transgenici, quindi una vera e propria carta d’identità dell’alimento, e le aziende temono che resisteranno sul banco per poco tempo. Quindi attaccare i prodotti biologici vuole dire creare un diversivo. Purtroppo, i veleni in natura esistono, ma sono conosciuti e sperimentati da centinaia di anni, mentre per i cibi transgenici non si può dire la stessa cosa. Dopo un lungo dibattito, avvenuto in Parlamento, alla Camera, tra polemiche nel Consiglio dei Ministri, finalmente ha approvato in questi giorni il decreto della coesistenza fra gli OGM e le colture tradizionali e biologiche. Il via libera è stato dato con il solo voto contrario del Ministro Castelli. Noi voteremo a favore di questo ordine del giorno perché... E’ ovvio! Voteremo a favore dell’ordine del giorno che condanna la situazione di monopolio delle biotecnologie da parte delle multinazionali che operano nel settore degli OGM, e desideriamo che la prima Provincia d’Italia, la Provincia di Milano, diventi OGM free, libera da OGM. Con questo termino, ricordando che comunque noi la battaglia la continueremo ancora, perché non vogliamo che tutto quello che si deve fare per quanto riguarda il discorso del controllo OGM deve avvenire non nei campi ma nelle serre. Non ci sono distanze, non ci sono i 20 km, il vento si sposta a velocità enormi, quindi non accetteremo mai questo.” Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Lombardi. (presenti 38) 46 Consigliere Gaiardelli: “Una è quella già richiamata del principio di precauzione, io credo che sia necessario rifarsi sempre al principio di precauzione, non perché si è contro la scienza o contro la tecnica, o contro la ricerca, ci mancherebbe, noi diciamo che scienza, tecnica e ricerca devono andare avanti, però non è ammissibile, e spero che il Consiglio concordi, che la sperimentazione venga fatta in campo aperto e che si metta in pericolo quello che è un patrimonio anche genetico di tutti. Qui introduco una seconda considerazione, legata proprio alla questione del patrimonio genetico. La questione degli OGM ci apre anche una riflessione, non la voglio fare questa sera, però legata alla brevettabilità della vita, quasi che tutto sia un bene economico, quindi anche il patrimonio genetico diventa un bene economico che può essere brevettato. Noi non siamo d’accordo su questa scelta, l’economia non può stare davanti a tutto, e questo penso che sia bene ricordarlo. Il principio di precauzione come considerazione generale, poi una seconda considerazione legata invece più al nostro territorio, e sempre alla questione degli OGM. Abbiamo detto tante volte in questo Consiglio dell’importanza della qualità della vita. Siamo ricchi, è vero, però abbiamo perso in qualità della vita, il rapporto benessere/ambiente deve essere ricostruito. Ebbene, se noi facciamo una scelta nella direzione degli OGM, a parere nostro, è una scelta contraria a migliorare questo rapporto benessere/ambiente. Noi vogliamo invece andare verso la valorizzazione dei prodotti tipici del nostro territorio, andare verso la scelta strategica del biologico e, in particolare, quando dico queste scelte strategiche, penso ad una realtà del nostro territorio che è quella del Parco Agricolo Sud Milano. Io penso che la valorizzazione anche del nostro territorio provinciale deve passare attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici e del biologico, e non attraverso gli OGM.” Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Gavazzi. (presenti 37) Consigliere Calaminici: “Io penso che noi voteremo a favore dell’ordine del giorno del Consigliere Patta, però troviamo interessante e positivo anche l’ordine del giorno della Consigliere Paola Frassinetti. Il motivo è semplice, l’ordine del giorno del Consigliere Patta ha un’estensione maggiore, cioè l’ordine del giorno della Consigliere Frassinetti in qualche modo ci sta dentro, se pure con qualche modificazione, aggiustamento, ma il contenitore dell’ordine del giorno Patta è sufficientemente grande e ci sta dentro anche il suo. Il contrario non è vero, per cui votando a favore dell’ordine del giorno del Consigliere Patta, noi non votiamo contro all’ordine del giorno. Sì, è difficile fare un testo unico, però nella sostanza le cose mi pare che stiano così. Devo dire che mi ha sorpreso un passaggio disinvolto, e direi abbastanza frettoloso, del Consigliere Lombardi, il quale dava una spiegazione della fame nel mondo abbastanza disinvolta appunto. Il Consigliere Lombardi è persona sensibile e intelligente, credo che gli sia sfuggito dalla penna. La fame nel mondo è una tragedia terrificante perché i Paesi ricchi, detentori della tecnica, quindi anche della manipolazione genetica, se ne guardano bene dal socializzare le conoscenze, le tecniche. Le grandi multinazionali sono anche monopolisti dei brevetti, e le grandi multinazionali invadono, attraverso un’operazione di dumping mondiale, anche e soprattutto i mercati più deboli, portando alla rovina economie di Paesi deboli. La fame nel mondo è anche un crimine, ed è un crimine cui non sono del tutto estranee quelle che si chiamano Fondo Monetario Internazionale, lo dice Josef Stiglitz, l’ex Vice Presidente della Banca Mondiale, premio Nobel, consulente di Clinton, si chiamano Banca Mondiale, si chiamano VTO, si chiamano altre agenzie di rating, ecc., che fanno il bello e il 47 cattivo tempo. Ma non è questo il punto. Il punto è che sembra quasi un’eresia oggi dire che si è perlomeno perplessi di fronte ad un’applicazione senza limiti della tecnica. C’è un elemento che connota la tecnica moderna, di oggi, è che essa può fare più di quanto l’uomo possa immaginare. E la tecnica fa tutto quello che è in grado di fare. In questo bisogna cogliere un elemento di mutamento qualitativo e di salto di scala, non possiamo ragionare con la stessa mentalità, con gli stessi strumenti concettuali con cui ragionavamo prima. Se noi non vogliamo semplicemente essere funzionari della tecnica, dalla tecnica stessa impiegati, senza illuderci di essere noi a controllarla, allora dobbiamo permetterci l’eresia di dubitare che sempre la tecnica sia un vantaggio per l’uomo, per la società. Questa eresia noi ce la dobbiamo consentire, perché ci dà uno spazio di libertà che la tecnica appunto tende a comprimere. Io credo che assieme al principio di precauzione e al principio di responsabilità, forse bisogna anche e purtroppo, almeno alcuni hanno anche il principio di disperazione, proprio di fronte alla potenza incontrollabile della tecnica. Mi riferisco a Gunter Anders, per dirne una, il quale di fronte alla potenza per esempio delle armi di distruzione, lui ha abbandonato per molti anni, per quasi 20 anni gli studi per essere un partigiano contro la produzione della bomba atomica. Uno dei maggiori filosofi del 900 si è dedicato anima e corpo a questa cosa e ha dovuto registrare il fallimento della sua azione, donde il principio di disperazione. La tecnica ha, oltre che un innato avventurismo, anche portato in qualche modo autoritario, quasi totalitario. Chi non si adegua è un oscurantista, chi non si adegua è un conservatore. In questo senso registravo io anche l’intervento di un uomo di grandi qualità, di grande rispetto, in qualche modo un uomo a cui dobbiamo molto, mi riferisco al Professor Veronesi, però la sua intervista non mi è piaciuta. La sua intervista praticamente cancellava lo spazio del dissenso: chi non è d’accordo con me è un conservatore, chi non è d’accordo con me non capisce niente. Non è così. Oggi io credo che nessuno si possa consentire un atteggiamento così dogmatico. Però la scienza, in genere, se lo consente perché è convinta che la ragione stia semplicemente nell’efficacia. La ragione consiste semplicemente nel risultato, se il risultato è efficace, allora la ragione è la verità. Non è così, non è stato così per tutta la storia. Oggi rischia di essere questo. Se si apre uno spazio di dubbio, di dibattito, attorno alla scienza, attorno alla tecnica, io non credo che questo spazio si apra per incomprensione o perché non si capisca l’importanza della scienza e della tecnica oggi, ma lo si apre perché in qualche modo vorremmo ancora che l’uomo fosse soggetto della tecnica e non funzionario della tecnica. Soggetto capace, attraverso una coscienza etica, di decidere sulla scienza, sulla tecnica, senza essere dominati da un’idea troppo produttivistica, troppo sviluppista e vedere nel PIL e nella crescita semplicemente gli unici obiettivi. Io credo che qui si apre un orizzonte diverso di riflessione attorno alla nostra società. Io credo quindi che sia giusto invocare una maggiore attenzione, una precauzione, che si sia preoccupati di fronte ad un impiego massiccio e anche sconsiderato, perché viene fatto sulla base degli interessi. L’applicazione e l’uso degli OGM risponde ad un calcolo di interessi, non risponde ai bisogni delle grandi e sterminate masse di miseri, risponde invece a calcoli puramente di interesse, è l’applicazione della tecnica per la massimizzazione del profitto. Dobbiamo, io credo, uscire da questo orizzonte di idee e di valori, per ridare, riconsegnare anche la tecnica nelle mani di un’umanità più riflessiva, più preoccupata, più attenta.” Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Accame. (presenti 36) Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio, Cavicchioli. 48 Consigliere Tranquillino: “Signor Presidente, io ho sentito le motivazioni e le argomentazioni dei Consiglieri, devo dire che gli interventi che ho sentito dai banchi che mi stanno di fronte non mi hanno convinto. Non mi hanno convinto perché ancora una volta io rivolgo loro un appello: occorre studiare di più. Questa volta non dirò, non essendo un tema di mia principale pertinenza, studiate, vi esamineremo, vi valuteremo, come la volta scorsa. Dirò invece che in Argentina oggi vi è una condizione particolarissima per gravità. Infatti l’Argentina, che si è trovata di fronte ad un uso nel 1994 di 22 milioni di tonnellate di prodotti che servivano per agevolare la crescita di questi prodotti modificati geneticamente, oggi si ritrova ad usarne 150 milioni di tonnellate, Signor Presidente, come dire hanno avuto un incremento di circa il 700% di impiego di prodotti chimici, dovuto principalmente alle coltivazioni geneticamente modificate. Questo non solamente è grave, perché io delle volte ho la sensazione che qui si tenda a sottovalutare l’impatto contro la biodiversità che si genera con l’utilizzo di queste sementi che, guarda caso, sono sponsorizzate da soggetti che sono veramente spregiudicati, cinici, e penso, senza enfatizzare, si possano definire biechi, perché aggrediscono la biodiversità e con questo vanno ad incidere, carissimi Consiglieri, su quello che è il patrimonio di biodiversità che non riguarda, guardate bene, solo i 6-7 tipi di soia, o i 6-7 tipi di riso, o di granoturco, o, o, o, riguarda la flora ma il danno peggiore riguarda la fauna. Le faccio un esempio, noi sappiamo che il mesotelioma, la pleura, ha un tempo di latenza di 20-25 anni, si manifesta ahimè in modo silente, lo dicono subdolo, perché tu non te ne accorgi e un giorno scopri di essere stato esposto all’amianto. Un elementare principio di precauzione imporrebbe, lo dicevamo prima con Caputo che aveva delle tesi molto simili a un vostro collega giovane che prima parlava di questi temi, per un principio di precauzione elementare dovremmo considerare, poniamo un punto di partenza, mettiamo che la sperimentazione sia partita nel 1990, di fronte a noi avremmo ancora 11 anni, facendo riferimento ad un tempo di latenza che oggi ancora non conosciamo, per eventuali effetti che si manifestassero in futuro per chi ingerisse prodotti di questo tipo. Ma voi no, non ve ne date per inteso, c’è chi sostiene che per la fame nel mondo è irrinunciabile usare questo tipo di sementi. Cari Consiglieri, mi viene in mente quel bimbo di quella fiaba olandese, che quando la diga iniziò a manifestare dei trafilaggi andò lì con le dita, e tu Clerici che sei di una certa età ricorderai quella favola, dove a un certo punto aveva anche le dita dei piedi ficcate dentro la diga. Il problema sta nel manico, non possiamo pensare noi di mettere dei correttivi, dei palliativi con questo tipo di mancanza di principio di precauzione dovuto a queste sementi geneticamente modificate, quando invece per questi popoli sarebbe meglio che noi, meno cinicamente, ci disinteressassimo: 1. al loro sottosviluppo, 2. basta con le guerre di aggressione. Che noi ci disinteressassimo cinicamente al loro sottosviluppo, perché sotto un certo profilo c’è il disinteresse, sotto l’altro profilo c’è invece l’interesse bieco, gretto, verso le risorse naturali che spesso sui loro territori sono presenti, perché non vi citerò la Costa d’Avorio, non vi citerò la Sierra Leone, non vi citerò la Terra dei Grandi Laghi, il Ruanda, il Burundi, io non vi citerò tutto. Perdonami Zanello, ma io sono un vecchio internazionalista, abbi pazienza, tu sei un po’ più localista. Signor Presidente, chiedo di recuperare il tempo. Non è solo in Nicaragua la Terra dei Grandi Laghi, è anche in Ruanda, ma viene detta anche delle Grandi Colline. Signor Presidente, per dire che il problema qui si potrebbe inquadrare in un quadro di più ampia portata, che va dalle filiere energetiche, e con questo voglio dire filiere energetiche per davvero, e partendo da noi vorrebbe dire il polo della mobilità sostenibile e tutto quanto, perché i popoli poi, quando hanno il problema energetico si 49 scatenano le guerre di aggressione senza le armi di distruzione di massa e queste robe, perché i popoli poi hanno il problema anche delle nostre politiche occidentali, perché fino a prova contraria, basta vedere le carte geografiche, proviamo ad andare verso il Medio Oriente, andiamo in Africa, proprio i popoli di cui stiamo parlando noi, vedremo che ci sono delle linee di demarcazione tra gli stati tracciati con la riga, che non hanno alcun senso e che non sono dovute alle popolazioni, alle etnie, oppure a tratti fluviali o a tratti montagnosi. Non è così, sono state le nostre potenze coloniali occidentali a tracciarli con le righe, con le squadre. Quando si creano situazioni di questo tipo, con endemie, pandemia, guerre che poi tribali non sono perché spesso e volentieri c’è di mezzo il nichel, oppure i diamanti, oppure altro tipo di risorse, noi poi siamo qui a dolerci e a fare la litania dell’unghia incarnita circa la fame che attanaglia il mondo e per la quale noi, doviziosamente, troveremmo una soluzione propinando loro queste sementi delle quali, con un principio di precauzione elementare, noi non ci ciberemmo. Noi non ci ciberemmo! Voi non lo so, io no, sicuramente i padani penso rivendichino una certa tipicità dei loro alimenti, voglio sperare. Tu sei capacissimo, è vero. Sono finiti, non c’è più natalità. Io chiudo con un invito a pensare che il quadro è ben più ampio per davvero e non si può certo lavarsi la coscienza invocando le meraviglie della tecnica e della scienza. Non per altro, perché io da marxista, e lo rivendico, non sono certo per il ritorno al Mulino Bianco, ai campi Elisi, ai paesaggi idilliaci, no perché quando non c’era il frigorifero la gente moriva di cancro allo stomaco con un tasso di mortalità altissimo. Io non sono per il ritorno a quella logica, però penso che lavarsi la coscienza dicendo che noi si possa sfamare i popoli del mondo con quella roba lì, di cui l’Europa però dice che ci devono essere le etichette, perché la gente ha diritto di saperlo per poterla non comprare, francamente mi sembra un po’ un’ipocrisia.” Nel frattempo sono usciti dall’aula l’Assessore Gasparini ed il Consigliere Caputo. (presenti 35) Consigliere Esposito: “Volevo chiedere, abbiamo guardato con attenzione all’ordine del giorno della Consigliere Frassinetti e il complesso del testo a noi sta bene, salvo alcuni emendamenti, alcune parole, alcuni passaggi che vorremmo modificare. Come possiamo fare tecnicamente? Dobbiamo presentare un ordine del giorno che è quasi del tutto simile, oppure dobbiamo proporre gli emendamenti e al limite, se non sono condivisi, vederceli bocciati, non c’è problema, ma è la nostra visione dell’ordine del giorno.” La seduta viene sospesa alle ore 23.15 e riaperta alle ore 23.30. Presiede il Consiglio il Presidente del Consiglio, Ortolina. Dopodiché viene ritirato il seguente ordine del giorno: ARGOMENTO N. 10/8 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Ordine del giorno presentato in data 21 ottobre 2004, a firma dei Consiglieri Frassinetti e Russomanno, in merito agli organismi geneticamente modificati. 50 Il Consiglio provinciale di Milano PREMESSO CHE: • nella seduta del Consiglio dei Ministri del 8 ottobre 2004 è stata rinviata l’approvazione del Decreto presentato dal Ministro per le Politiche Agricole e Forestali On. Alemanno volto a regolamentare la coesistenza tra coltivazioni transgeniche, tradizionali e biologiche; • tra le obiezioni poste il Consiglio dei Ministri ha ritenuto prioritaria la condivisione del testo da parte delle regioni; • il testo proposto, emendato nei giorni scorsi grazie all’importante contributo della Conferenza Stato-Regioni, prevede che: a) sia affidata alle Regioni, nell’ambito della normativa quadro nazionale, la regolamentazione delle pratiche destinate a evitare la contaminazione tra colture e l’individuazione di aree destinate alle colture transgeniche attraverso apposito “piano di coesistenza regionale” da varare entro 120 giorni dall’entrata in vigore del Decreto; b) le coltivazioni biotech siano vietate all’interno del territorio di ciascuna regione fino a quando la stessa Regione non abbia varato il proprio piano di coesistenza e non abbia raggiunto accordi con le Regioni confinanti; c) sia prevista la responsabilità civile e penale per chi si rende responsabile della contaminazione con sementi transgeniche di campi a coltura tradizionale o biologica. TENUTO CONTO CHE: • nessuno studio effettuato fino ad oggi è stato in grado di stabilire con assoluta certezza la non pericolosità degli Ogm per la salute dei cittadini; • numerose rilevazioni statistiche hanno fatto emergere la preoccupazione e la diffidenza dei cittadini italiani rispetto al cibo transgenico; • l’introduzione massiccia di Ogm nel nostro sistema agro-alimentare, improntato alla qualità ed alla tipicità dei prodotti, rischierebbe di ledere irrimediabilmente la biodiversità e l’immagine stessa della nostra agricoltura; • il pericolo di contaminazione delle colture tradizionali e biologiche può essere sventato soltanto attraverso normative nazionali e locali volte a regolare in senso restrittivo la semina di Ogm. CONSIDERATO CHE: • il Decreto proposto si muove nel senso di una regolamentazione certa delle modalità di coesistenza, al fine di garantire la libertà di scelta per produttori e consumatori; 51 • è da poco tempo in vigore la nuova legge nazionale sull'”etichettatura” e la “tracciabilità” dei prodotti; • la Regione Lombardia, una volta approvato il Decreto Alemanno, sarà a breve chiamata a definire il proprio “piano di coesistenza regionale”; • la Provincia di Milano dovrebbe farsi carico della valorizzazione dei prodotti tipici del proprio territorio, che risulterebbe seriamente compromessa dall’introduzione di ingenti quantità di sementi Ogm; IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA Dl MILANO A: • predisporre tutte le iniziative necessarie al fine di informare i cittadini sull’origine dei prodotti commercializzati e consumati sul territorio provinciale; • richiedere alla ditte che gestiscono le mense degli istituti scolastici di competenza dell’Amministrazione provinciale di dichiarare il non utilizzo di alimenti contenenti Ogm; • predisporre tutte le iniziative necessarie alla promozione e alla diffusione dei prodotti tipici e biologici coltivati sul territorio provinciale, con particolare attenzione per ciò che riguarda il mondo della scuola e l’educazione dei giovani ad un consumo alimentare consapevole; • invitare il Presidente della Regione Lombardia a farsi promotore di un piano di coesistenza regionale improntato al principio di precauzione e volto a limitare al minimo il rischio di contaminazione da Ogm delle colture tradizionali e biologiche; • esprimere al Presidente del Consiglio il pieno sostegno della Provincia di Milano al Decreto Alemanno; • dichiarare la Provincia di Milano “Provincia libera dagli Ogm”. Successivamente viene ritirato il seguente ordine del giorno : ARGOMENTO N. 10/11 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Ordine del giorno presentato in data 21 ottobre 2004, primo firmatario il Consigliere Patta, in merito agli organismi geneticamente modificati. Il Consiglio provinciale di Milano PREMESSO CHE: l’introduzione in agricoltura di Ogm (organismi geneticamente modificati) continua a sollevare dubbi e preoccupazioni nell’opinione pubblica e tra gli agricoltori per i possibili rischi su: 52 − la salute: minaccia alla sicurezza alimentare, comparsa di nuove allergie ed intolleranze alimentari; − l‘ambiente: riduzione della biodiversità; − l’agricoltura: penalizzazione delle produzioni locali tipiche padane e/o mediterranee; TENUTO CONTO CHE: • • • • • • • l’Italia è il secondo Paese in Europa dopo la Francia per concessione di “sperimentazioni” di Ogm; dette “sperimentazioni”, che dovrebbero fornire risultati per la sicurezza dei consumatori, vengono condotte dalle stesse multinazionali proprietarie dei brevetti Ogm ed interessate alla rapida commercializzazione degli stessi; l’utilizzo sempre più diffuso di varietà ibride ad alto rendimento e/o di Ogm causa l’abbandono e la scomparsa di ecotipi locali meglio adattati alle caratteristiche ambientali dei singoli paesi; che questa situazione ha portato all’uniformità genetica delle specie coltivate e delle razze allevate con una pericolosa dipendenza di tutte le filiere produttive nei confronti dei pochi detentori dei brevetti; poche multinazionali agro-alimentari e chimiche (tra cui Monsanto e Novartis) detengono il monopolio delle biotecnologie, avviando una politica di controllo sulle industrie sementiere e di conseguenza sull’agricoltura mondiale, avviandosi all’eliminazione delle colture tradizionali (non brevettabili) ed incentivando quelle geneticamente modificate (di cui detengono i brevetti); le conseguenze nel settore agricolo consistono in gravi scompensi economici, sociali ed ambientali a carico dei piccoli produttori e dell’agricoltura locale; la comunità scientifica internazionale è preoccupata e divisa sull’utilizzo degli OGM nell’industria agro-alimentare; l’etichettatura degli alimenti contenenti Ogm risulta al momento facilmente aggirabile privando anche i consumatori della possibilità di scegliere e tutelarsi; alcune imprese della grande distribuzione (COOP, Esselunga) hanno dichiarato di rifiutare la messa in vendita di alimenti contenenti Ogm; CONSIDERATO CHE: • • • • • la Commissione di indagine parlamentare già nel 1997 ha raccomandato una seria ed approfondita valutazione dell’impatto degli Ogm nel nostro Paese e ha dato questa indicazione alla Conferenza Stato-Regioni e al Ministero delle Politiche Agricole; in occasione di numerose Conferenze Stato-Regioni gli Assessorati regionali all’Agricoltura hanno denunciato il mancato rispetto del “principio di precauzione” da parte di chi autorizza l’uso di piante e animali transgenici, esponendo l’agricoltura italiana e le produzioni locali a gravi rischi; l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in caso di incertezza rispetto alla pericolosità di alcune sostanze, raccomanda la non assunzione; tale “principio di precauzione” è enunciato anche nell’art. 174 del Trattato istitutivo dell’Unione Europea: si tratta di un principio generale del diritto comunitario, la cui applicazione non è limitata al diritto ambientale, ma si estende ad altre materie di interesse comunitario, in particolare la tutela della salute e dei consumatori; il “principio di precauzione” afferma che, al fine di garantire la protezione di beni fondamentali come la salute o l’ambiente, è necessaria l’adozione di misure di cautela anche in situazioni di incertezza scientifica, nelle quali è ipotizzabile soltanto una 53 situazione di rischio presumibile, anche se non ancora dimostrata, allo stato delle attuali conoscenze scientifiche, la sicura o anche solo probabile evoluzione del rischio in pericolo; CONSIDERATO INOLTRE CHE: • • l’azione delle potenti lobbies delle multinazionali dell’agro-alimentare sul governo ha prodotto il rinvio del decreto presentato dal Ministro delle Politiche Agricole Alemanno; ulteriori rinvii consentirebbero l’utilizzo di semi Ogm nell’imminente campagna annuale di semina determinando gravissimi danni difficilmente recuperabili; PRESO ATTO CHE: • • • • l’Unione Europea ha finora ammesso l’importazione di 34 prodotti Ogm e ha iscritto nel suo registro 17 varietà di mais Ogm; l’Italia deve ratificare tale decisione e che, quindi, nelle Regioni che non avranno legiferato sul tema, si potranno affiancare coltivazioni tradizionali, biologiche e Ogm; le iniziative relative agli Ogm da seminare con finalità commerciali sono di competenza delle singole Regioni e la coltivazione non può cominciare fino a quando gli enti locali non abbiano preso provvedimenti; nella seduta del Consiglio dei Ministri del 8 ottobre 2004 è già stata avanzata una proposta di decreto legislativo da parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali volto a regolamentare la coesistenza tra coltivazioni tradizionali, biologiche e Ogm; ESPRIME viva preoccupazione per la diffusione di biotecnologie in campo agroalimentare condotte in via sperimentale in aperta campagna, sovente senza il rispetto delle disposizione di legge e senza alcuna informazione agli enti locali; CONDANNA la situazione di monopolio delle biotecnologie da parte delle multinazionali che operano nel settore degli Ogm nell’industria agro-alimentare; INVITA il Governo ad emanare urgentemente il decreto legge sulla coesistenza tra agricoltura convenzionale, biologica ed Ogm; IMPEGNA l’amministrazione a muoversi di concerto con i Comuni della Provincia con l’obiettivo di giungere a dichiarare la Provincia di Milano “Libera da Ogm”, aggiungendosi così alle 12 Regioni e ai 1286 Comuni in tutta Italia che si sono già dichiarati “Liberi da Ogm”; IMPEGNA l’amministrazione a trasmettere copia della presente Mozione alla Presidenza della Regione, del Governo e della Commissione Europea. Nel frattempo sono usciti dall’aula gli Assessori Casati e Rotondi. Presidente del Consiglio: “Vi comunico che stanno per essere consegnati due ordini del giorno, uno ha il titolo “ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI”, tutto in maiuscolo, l’altro ha il titolo in minuscolo. Ve li stanno consegnando, era per spiegare in anticipo di cosa si tratta. Il primo, quello con il titolo maiuscolo è la risultante dell’accordo raggiunto fra il Consigliere Patta e la Consigliere Frassinetti, i quali quindi dichiarano per 54 bocca mia di ritirare i due ordini del giorno originali. Il secondo invece è l’ordine del giorno che viene presentato “ex novo”, anche se inevitabilmente riprende alcuni pezzi di uno dei due precedenti, a firma Esposito. “ Il Presidente del Consiglio pone in discussione lo : OGGETTO: Ordine del giorno presentato in data 25 novembre 2004 dai Consiglieri Patta e Frassinetti, in merito agli organismi geneticamente modificati. e lo OGGETTO: Ordine del giorno presentato in data 25 novembre 2004, a Consigliere Esposito, in merito agli organismi geneticamente modificati. firma del Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Dioli. Consigliere Zanello: “Io devo dire che non ho letto ancora approfonditamente il documento, pur avendo letto quelli di origine, quindi in qualche modo quello Esposito o minuscolo - non si offenda il Consigliere Esposito, nessun riferimento personale – non l’ho ancora visto. Intanto che viene distribuito, mi permetto una battuta, data anche l’ora, che un ordine del giorno Patta-Frassinetti è di per sé un soggetto geneticamente modificato, perché o è intervenuto qualcosa di strano, oppure politicamente possiamo considerarlo un OGM. Detto questo, noi condividiamo tante delle preoccupazioni e quindi la necessità di avere precauzioni rispetto al tema degli OGM. Dall’altro lato, lungi da noi ogni posizione oscurantista o che in qualche modo frena la ricerca soprattutto, che è motore di sviluppo e di civiltà e, dico io, anche di benessere. Spesso noi ci lamentiamo tutti i giorni dei disagi che in qualche modo lo sviluppo ci comporta, però credo che nessuno di noi ritenga che si vivesse meglio 100 anni fa o 200 anni fa, al di là di un sogno bucolico, magari quando andavano a piedi e quando la medicina aveva il livello di sviluppo che poteva avere 100 anni fa, per dire 100 anni fa che già si stava bene, se andiamo ancora più indietro le condizioni erano veramente difficili. Quindi posto che fino ad ora la scienza ha offerto all’uomo soluzioni che hanno permesso di vivere meglio, noi siamo assolutamente a favore quindi che la scienza continui a fare il suo lavoro. Riteniamo che il progresso scientifico non possa esser disgiunto da un progresso culturale, quindi da un progresso etico. Quindi riteniamo che bene sta facendo il Governo a lasciare spazio alla ricerca, alla ricerca sugli OGM, sulle biotecnologie, con particolare riguardo alle biotecnologie nei settori della medicina, quindi del benessere diretto dell’uomo, e che sono distinti ma non certo così lontane dai progressi che si possono fare anche in campo delle colture, non dimenticando che spesso gli OGM possono essere anche una risposta a un utilizzo minore, più razionale della chimica, che è fonte di inquinamento essa stessa, è fonte di tutti i problemi di cui abbiamo paura rispetto agli OGM. Penso ai problemi delle allergie, per esempio, che sono stati evocati in quest’aula. Quindi certamente è un tema contraddittorio, un tema difficile da affrontare, un tema su cui non nascondo anche le difficoltà e l’imbarazzo di una impreparazione tecnica. Non so quanti in quest’aula abbiano non dico approfondito il tema ma almeno una laurea in biologia per poterne parlare, io ho qualche ricordo vago da liceale del tema, quindi certamente anche una certa impreparazione tecnica ci preoccupa e comunque non ci permette di fare un’analisi approfondita. Anzi, da questo punto di vista, invito la Giunta, gli Assessori competenti magari a promuovere dei seminari di approfondimento non solo per i Consiglieri, dei momenti di dibattito, con ricercatori, con esponenti del mondo universitario 55 che ci aiutino a capire, che ci aiutino a selezionare, ad approfondire, ribadendo comunque il fatto che la scelta è politica, perché poi c’è una scelta, il modello di sviluppo, le tecnologie, tutto quanto vogliamo adottare, con il supporto della scienza ma hanno spesso una valenza politica. Fatta questa premessa di carattere generale, e visto sia pure velocemente gli ordini del giorno, credo che certamente possiamo votare quello maiuscolo, quello geneticamente modificato Frassinetti-Patta. Non vediamo motivi ostativi a votare anche l’altro che, per carità, è vero, forse è più cauto, più attento, però oggettivamente non mi sembra che le differenze siano così forti, tali da impedirci di votare anche l’altro ordine del giorno. Vorrei sentire anche quali sono le motivazioni che hanno impedito di arrivare ad un ordine del giorno unico, credo che qualche cautela in più anche su certe certezze, forse un po’ideologiche che qualcuno introduce su questi temi facciano assolutamente bene. Pertanto, ritenendo che i due ordini del giorno non siano in palese contraddizione, ma con sfumature lievemente diverse siano entrambi preoccupati di garantire la ricerca, di garantire sviluppo, ma soprattutto di garantire, per quello che riguarda l’alimentare, per quello che riguarda la vita in generale, tutela, valorizzazione del prodotto tipico e tutela del consumatore, credo che i due ordini del giorno possano essere accolti entrambi.” Nel frattempo sono usciti dall’aula i Consiglieri Meroni e Musciacchio. (presenti 33) Consigliere Dapei: “ Io non prevedevo di intervenire ma il Presidente Zanello ha posto un quesito che ovviamente non vogliamo lasciare cadere nel vuoto. Noi abbiamo ascoltato il dibattito con grande attenzione e siamo convinti non solo della buonafede ma anche della bontà di molte delle argomentazioni portate, così come nell’intervento che ci rappresentava aveva già esposto il Consigliere Lombardi. Noi, Presidente Zanello, abbiamo qualche difficoltà a votare, cito una frase per tutte: “Considerato inoltre che l’azione delle potenti lobby delle multinazionali dell’agro alimentare sul Governo ha prodotto il rinvio di un decreto”. Sono questi accenti, queste frasi, perché non lo pensiamo, mi sembra ovvio. Sì, ma io non credo veramente che il Governo abbia preso o non abbia preso delle decisioni, a seconda di cosa le varie lobby multinazionali hanno richiesto di fare. Pur con il massimo rispetto per la proposta concordata fra molti gruppi consiliari questa sera, e a nome del gruppo ringrazio per il lavoro svolto in questo senso dal Consigliere Esposito, abbiamo ritenuto di prendere una posizione al riguardo, quindi di non nasconderci dietro nessun dito, ma una posizione comunque diversa da quella che è evidentemente comunque prevalente in quest’aula, ma il fatto che sia prevalente per noi non è e non sarà mai un motivo per doverci acriticamente accodare.” Consigliere Frassinetti: “Io credo con molta naturalezza, innanzitutto non mi stupisco né mi imbarazzo quando determinati schematismi vengono scompigliati su argomenti anche così importanti, che vanno un po’ oltre le logiche quotidiane della politica, ma vanno proprio a disegnare delle visioni del mondo differenti. Con questa premessa, sicuramente chi come me ha fatto battaglia a favore dell’ambiente anche in gioventù, nelle organizzazioni giovanili, una delle sue bandiere, ha forse una maggiore sensibilità verso questo tipo di argomenti. Io sinceramente il passaggio sul Governo di cui parlava Dapei, capisco la sua posizione, e vado anche a trovarlo, dove si dice che ci sono state pressioni, in tutta sincerità non mi sento di escluderlo. Con questo non escludo il coraggio del Governo che poi ha avuto nel portare in Consiglio dei Ministri questo decreto, però le pressioni, legittime dal loro punto di vista, da parte di molte multinazionali che per motivi non di ricerca sicuramente ci sono stata, io condivido quello che diceva il Consigliere Zanello sulla 56 ricerca, però molti volevano frenare questo decreto sicuramente non per il bene della ricerca ma per altri motivi, che io sinceramente non condivido. E’ indubbio che su un problema così delicato e così importante, che muove tanti interessi, ci siano delle pressioni, non siamo certo così ingenui da non poterlo pensare. Sono anche d’accordo sul fatto che i due ordini del giorno non siano in contraddizione fra di loro, diciamo che è sul ruolo successivo delle Regioni che noi abbiamo voluto un po’ differenziarci, cioè noi auspichiamo che la Provincia sia OGM free, e quindi anche la Regione, nei paletti che dovrà poi determinare nella regolamentazione successiva, veda questa regolamentazione con la minima possibilità di prevedere gli OGM. Direi che è che però per me è una sfumatura importante, anche perché ho seguito passo-passo il lavoro che il Ministro ha effettuato intorno a questa questione. E’ su un caso specifico e, ripeto, non ci vedo nulla di scandaloso, soprattutto quando si discute su questo tipo di temi che sono secondo me trasversali e vanno sicuramente affrontati con la responsabilità di Consiglieri e di amministratori che vogliono veramente incidere nel bene comune.” Consigliere Esposito: “Vorrei pregarla, Presidente, di avere il tempo di leggere le 6 modifiche, perché si capisca il senso. Il testo della Consigliere Frassinetti lo abbiamo preso in toto perché ci sembrava ben impostato, abbiamo semplicemente detto che nella seduta del Consiglio dei Ministri è stato approvato, perché è stato approvato, quindi abbiamo modificato perché questo è un dato di fatto. Sto guardando il mio testo: nessuno studio effettuato fino ad oggi è stato in grado di stabilire con assoluta, c’era “non pericolosità”, noi abbiamo detto “con assoluta certezza la pericolosità o non pericolosità”. Diciamo che la scienza rispetto a questo non si è ancora espressa in maniera certa e definitiva. Numerose rilevazioni statistiche hanno fatto emergere “la preoccupazione”, noi diciamo, non “la diffidenza” perché riteniamo, stando tra la gente, che ci sia preoccupazione, non diffidenza, “di” cittadini e non “dei” cittadini che significherebbe la totalità. Abbiamo poi detto che l’introduzione massiccia di OGM nel nostro sistema agro alimentare, improntato alla qualità e tipicità dei prodotti, rischierebbe di ledere - “irrimediabilmente” l’abbiamo cancellato perché non lo sappiamo – la biodiversità della nostra agricoltura. L’immagine non ci interessa. Il pericolo di contaminazione delle colture tradizionali e biologiche può essere “sventato” c’era scritto, ci sembrava lo sventare forte, abbiamo detto “può essere evitato” attraverso normative nazionali e locali, come si sta facendo. Considerato che la Provincia di Milano dovrebbe farsi carico della valorizzazione dei prodotti tipici del proprio territorio che “risulterebbe seriamente compromessa”, l’abbiamo cambiato con “potrebbe risultare compromessa” dall’introduzione di ingenti quantità di sementi, ecc. Impegna il Presidente, abbiamo cambiato: richiedere alle ditte che gestiscono le mense degli istituti scolastici di competenza dell’Amministrazione provinciale, “di dichiarare il non utilizzo”, “di evitare l’utilizzo” di alimenti contenenti OGM. Ultima modifica, invitare il Presidente della Regione a farsi promotore di un piano di coesistenza regionale, non “improntato al principio” ma “attento al principio di precauzione”. Ci sembrava di avere fatto un lavoro costruttivo su un testo che poteva essere condiviso già dall’origine.” Consigliere Zanello: “Sì, è vero che siamo a mezzanotte, però giunti a questo punto credo che uno sforzo per cercare di arrivare ad un documento che veda una maggioranza più 57 ampia possibile mi sembra opportuno. Visto che uno degli aspetti, da quello che è emergo dal dibattito, più contraddittorio, che comunque crea difficoltà è proprio il passaggio sui rinvii causati dall’azione di potenti lobby multinazionali dell’agro alimentare. A parte che sappiamo che anche le lobby della chimica si muovono in direzione opposta, perché temono che la ricerca sugli OGM crei problemi a loro, quindi sappiamo che le lobby sono sempre le une contro le altre. Siccome, al di là dei rinvii, il decreto è stato approvato, e non se ne dà atto nel provvedimento, superare questo passaggio, dove pur prendendo atto dei rinvii si riconosce l’approvazione del decreto come un passaggio positivo, cosa che mi sembra anche si possa desumere dall’intervento del Consigliere Patta, perché ha detto che il decreto Alemanno è un bel documento. Consigliere Patta, mi sembra che lei abbia riconosciuto il decreto Alemanno come un documento importante e positivo, con tutte le differenze che si possono avere, però io dal suo intervento ho percepito questo. Se si può dare atto semplicemente che dopo rinvii, parliamo pure delle lobby cattive dell’agro alimentare, si è comunque pervenuti all’approvazione del decreto, e che questo rappresenta un fatto positivo per tutti, mi sembra riconosciuto unanimemente, tanto è vero che qua si stigmatizza il rinvio, che è un modo implicito di dire: facciamolo in fretta, facciamolo subito perché è uno strumento importante, di cui vogliamo essere utilizzatori, credo che forse elimineremmo uno dei problemi più grossi di divergenza all’interno del Consiglio. E’ un tentativo in extremis, chiedo al Consigliere Esposito e al Consigliere Patta, riferendomi a lui come esponente della maggioranza, o agli Assessori, alla Giunta, non so a chi, mi riferisco al Consigliere Patta che mi è sembrato colui che ha lavorato di più su questo documento, se con un passaggio del genere si riesce a superare le divisioni e arrivare ad un documento unitario.” Consigliere Patta: “ Io devo dire che il punto verso cui sta movendosi il dibattito potrebbe anche, in tempi più dilatati, permettere forse – forse, non lo do per certo – la convergenza in un unico ordine del giorno. Mi pare però, per come sono presentati adesso gli ordini del giorno, presentano alcuni elementi, uno è molto evidente, a parte alcune imprecisioni dell’ordine del giorno Esposito perché non tiene conto di passaggi normativi, perché non sono le Regioni, le Regioni dovranno applicare dei criteri stabiliti dalla commissione istituita da Alemanno. A parte questo, c’è una restrittività dell’ordine del giorno che abbiamo presentato io e Frassinetti maggiore del vostro.” Consigliere Zanello: “Scusa, interrompo. Presidente, se lei permette, dialoghiamo. Il mio sforzo non era mirato a far votare voi quello di Esposito, quanto a far votare a Forza Italia il vostro. Quindi, accantoniamo un attimo quello di Esposito, siccome da quello che ho percepito dal dibattito, poi magari mi sbaglio, il passaggio più delicato è sui rinvii del decreto. Allora, dare atto dei rinvii ma che comunque finalmente c’è il decreto, mi sembrava. Sì, comunque nonostante tutto finalmente c’è il decreto. Dire che ci sono stati i rinvii ma finalmente il decreto è una realtà e questa è una garanzia per tutti, era un passaggio che mi sembrava condiviso e che mi sembrava permettesse di raggiungere il risultato dell’unanimità, che sarebbe molto positivo per tutti. Lavorando solo sul tuo Patta, sul tuo Frassinetti, sul Patta-Frassinetti.” Consigliere Patta: “Se volete si può provare, ci sono però alcuni elementi che sono le conclusioni in cui c’è un segnale molto forte, inequivocabile.” Consigliere Zanello: “Sì, ma se non c’è obiezione su quello.” Consigliere Patta: “Allora qual è l’elemento? Proviamo a vedere qual è l’elemento che loro 58 vogliono inserire?” La seduta viene sospesa alle ore 23.55 e riprende alle ore 24.00. Consigliere Zanello: “Temo che l’ora tarda non ci permetta di vedere coronato da successo lo sforzo che è stato sicuramente mio, ma credo da parte di tutti i Consiglieri, di vedere un ordine del giorno dai contenuti che trovano un consenso unanime all’interno dell’aula. Pur cogliendo alcune differenze, riteniamo di poter ribadire il nostro voto di consenso positivo, favorevole su entrambi gli ordini del giorno.” Dopodiché, chiusa la discussione, il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il seguente ordine del giorno: OGGETTO: Ordine del giorno presentato in data 25 novembre 2004 dai Consiglieri Patta e Frassinetti, in merito agli organismi geneticamente modificati. IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO in adunanza 25 novembre 2004 PREMESSO CHE: • nella seduta del Consiglio dei Ministri del 8 ottobre 2004 è stata rinviata l’approvazione del Decreto presentato dal Ministro per le Politiche Agricole e Forestali On. Alemanno volto a regolamentare la coesistenza tra coltivatori transgeniche, tradizionali e biologiche; • l’introduzione in agricoltura di Ogm (organismi geneticamente modificati) continua a sollevare dubbi e preoccupazione nell’opinione pubblica e tra gli agricoltori per i possibili rischi su: la salute: minaccia alla sicurezza alimentare, comparsa di nuove allergie ed intolleranze alimentari; l’ambiente: riduzione della biodiversità; l’agricoltura: penalizzazione delle produzioni locali tipiche padane e/o mediterranee; TENUTO CONTO CHE: • • l’Italia è il secondo Paese in Europa dopo la Francia per concessione di “sperimentazioni” di Ogm; dette “sperimentazioni”, che dovrebbero fornire risultati per la sicurezza dei consumatori, vengono condotte dalle stesse multinazionali proprietarie dei brevetti Ogm ed interessate alla rapida commercializzazione degli stessi; l’utilizzo sempre più diffuso di varietà ibride ad alto rendimento e/o di Ogm causa l’abbandono e la scomparsa di ecotipi locali meglio adattati alle caratteristiche ambientali dei singoli paesi; che questa situazione ha portato all’uniformità genetica 59 • • • • • • • delle specie coltivate e delle razze allevate con una pericolosa dipendenza di tutte le filiere produttive nei confronti dei pochi detentori dei brevetti; poche multinazionali agro-alimentari e chimiche (tra cui Monsanto e Novartis) detengono il monopolio delle biotecnologie, avviando una politica di controllo sulle industrie sementiere e di conseguenza sull’agricoltura mondiale, avviandosi all’eliminazione delle colture tradizionali (non brevettabili) ed incentivando quelle geneticamente modificate (di cui detengono i brevetti); le conseguenze nel settore agricolo consistono in gravi scompensi economici, sociali ed ambientali a carico dei piccoli produttori e dell’agricoltura locale; la comunità scientifica internazionale è preoccupata e divisa sull’utilizzo degli OGM nell’industria agro-alimentare; l’etichetta degli alimenti contenenti Ogm risulta al momento facilmente aggirabile privando anche i consumatori della possibilità di scegliere e tutelarsi; alcune imprese della grande distribuzione (COOP, Esselunga) hanno dichiarato di rifiutare la messa in vendita di alimenti contenenti Ogm; nessuno studio effettuato fino ad oggi è stato in grado di stabilire con assoluta certezza la non pericolosità degli Ogm per la salute dei cittadini; numerose rilevazioni statistiche hanno fatto emergere la preoccupazione e la diffidenza dei cittadini italiani rispetto al cibo transgenico; CONSIDERATO CHE: • • • • • la Commissione di indagine parlamentare già nel 1997 ha raccomandato una seria ed approfondita valutazione dell’impatto degli Ogm nel nostro paese e ha dato questa indicazione alla Conferenza Stato – Regioni e al Ministero delle Politiche Agricole; in occasione di numerose Conferenze Stato-Regioni gli Assessorati Regionali all’Agricoltura hanno denunciato il mancato rispetto del “principio di precauzione” da parte di chi autorizza l’uso di piante e animali transgenici, esponendo l’agricoltura italiana e le produzioni locali a gravi rischi; l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in caso di incertezza rispetto alla pericolosità di alcune sostanze, raccomanda la non assunzione; tale “Principio di precauzione” è enunciato anche nell’art. 174 del Trattato istitutivo dell’Unione Europea: si tratta di un principio generale del diritto comunitario, la cui applicazione non è limitata al diritto ambientale, ma si estende ad altre materie di interesse comunitario, in particolare la tutela della salute e dei consumatori; il “principio di precauzione” afferma che, al fine di garantire la protezione di beni fondamentali come la salute o l’ambiente, è necessaria l’adozione di misure di cautela anche in situazioni di incertezza scientifica, nelle quali è ipotizzabile soltanto una situazione di rischio presumibile, anche se non ancora dimostrata, allo stato delle attuali conoscenze scientifiche, la sicura o anche solo probabile evoluzione del rischio in pericolo; CONSIDERATO INOLTRE CHE: • l’azione delle potenti lobbies delle multinazionali dell’agro-alimentare sul governo ha prodotto il rinvio del decreto presentato dal Ministro delle Politiche Agricole Alemanno; 60 • ulteriori rinvii consentirebbero l’utilizzo di semi Ogm nell’imminente campagna annuale di semina determinando danni difficilmente recuperabili; PRESO ATTO CHE • • • l’Unione Europea ha finora ammesso l’importazione di 34 prodotti Ogm e ha iscritto nel suo registro 17 varietà di mais Ogm; l’Italia deve ratificare tale decisione e che, quindi, nelle Regioni che non avranno legiferato sul tema si potranno affiancare coltivazioni tradizionali, biologiche e Ogm; le iniziative relative agli Ogm da seminare con finalità commerciali sono di competenza delle singole Regioni e la coltivazione non può cominciare fino a quando gli enti locali non abbiano preso provvedimenti; ESPRIME viva preoccupazione per la diffusione di biotecnologie in campo agro-alimentare condotte in via sperimentale in aperta campagna, sovente senza il rispetto delle disposizioni di legge e senza alcuna informazione agli enti locali; AUSPICA CHE sia prevista la responsabilità civile e penale per chi si rende responsabile della contaminazione con sementi transgeniche di campi a coltura tradizionale o biologica; CONDANNA la situazione di monopolio delle biotecnologie da parte delle multinazionali che operano nel settore degli Ogm nell’industria agro-alimentare; IMPEGNA l’Amministrazione a muoversi di concerto con i Comuni della provincia con l’obiettivo di giungere a dichiarare la Provincia di Milano “Libera da Ogm”, aggiungendosi così alle 12 Regioni e ai 1286 Comuni in tutta Italia che si sono già dichiarati “Liberi da Ogm”; IMPEGNA L’AMMINISTRAZIONE A • trasmettere copia della presente Mozione alla Presidenza della Regione, del Governo e della Commissione Europea; • predisporre tutte le iniziative necessarie al fine di informare i cittadini sull’origine dei prodotti commercializzati e consumati sul territorio provinciale; • richiedere alle ditte che gestiscono le mense degli istituti scolastici di competenza dell’Amministrazione provinciale di dichiarare il non utilizzo di alimenti contenenti Ogm; • predisporre tutte le iniziative necessarie alla promozione e alla diffusione dei prodotti tipici e biologici coltivati sul territorio provinciale, con particolare 61 attenzione per ciò che riguarda il mondo della scuola e l’educazione dei giovani ad un consumo alimentare consapevole. Durante il dibattito si assentano i Consiglieri Accame, Ariazzi, Caputo, Gavazzi, Lombardi, Meroni e Musciacchio. (presenti 33) Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico; terminate le operazioni di voto, dichiara approvato l’ordine del giorno con ventisette voti a favore e quattro astenuti (Consiglieri Clerici, Dapei, Del Nero e Esposito); non partecipano al voto i Consiglieri Guerra e Malinverno. Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione. Successivamente il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il seguente ordine del giorno: OGGETTO: Ordine del giorno presentato in data 25 novembre 2004, a Consigliere Esposito, in merito agli organismi geneticamente modificati. firma del IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO in adunanza 25 novembre 2004 PREMESSO CHE: • nella seduta del Consiglio dei Ministri è stato approvato il Decreto presentato dal Ministro per le Politiche Agricole e Forestali On. Alemanno volto a regolamentare la coesistenza tra coltivazioni transgeniche, tradizionali e biologiche; • tra le obiezioni poste il Consiglio dei Ministri ha ritenuto prioritaria la condivisione del testo da parte delle regioni; • il testo proposto, emendato nei giorni scorsi grazie all’importante contributo della Conferenza Stato-Regioni, prevede che: a) sia affidata alle Regioni, nell’ambito della normativa quadro nazionale, la regolamentazione delle pratiche destinate a evitare la contaminazione tra colture e l’individuazione di aree destinate alle colture transgeniche attraverso apposito “piano di coesistenza regionale” da varare entro 120 giorni dall’entrata in vigore del Decreto; b) le coltivazioni biotech siano vietate all’interno del territorio di ciascuna regione fino a quando la stessa Regione non abbia varato il proprio piano di coesistenza e non abbia raggiunto accordi con le Regioni confinanti; 62 c) sia prevista la responsabilità civile e penale per chi si rende responsabile della contaminazione con sementi transgeniche di campi a coltura tradizionale o biologica. TENUTO CONTO CHE: • • • • nessuno studio effettuato fino ad oggi è stato in grado di stabilire con assoluta certezza la pericolosità o la non pericolosità degli Ogm per la salute dei cittadini; numerose rilevazioni statistiche hanno fatto emergere la preoccupazione di cittadini italiani rispetto al cibo transgenico; l’introduzione massiccia di Ogm nel nostro sistema agro-alimentare, improntato alla qualità ed alla tipicità dei prodotti, rischierebbe di ledere la biodiversità della nostra agricoltura; il pericolo di contaminazione delle colture tradizionali e biologiche può essere evitato attraverso normative nazionali e locali volte a regolare in senso restrittivo la semina di Ogm. CONSIDERATO CHE: • • • • il Decreto proposto si muove nel senso di una regolamentazione certa delle modalità di coesistenza, al fine di garantire la libertà di scelta per produttori e consumatori; è da poco tempo in vigore la nuova legge nazionale sull’”etichettatura” e la “tracciabilità” dei prodotti; la Regione Lombardia, una volta approvato il Decreto Alemanno, sarà a breve chiamata a definire il proprio “piano di coesistenza regionale”; la Provincia di Milano dovrebbe farsi carico della valorizzazione dei prodotti tipici del proprio territorio, che potrebbe risultare compromessa dall’introduzione di ingenti quantità di sementi Ogm; IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MILANO A: • • • • • • predisporre tutte le iniziative necessarie al fine di informare i cittadini sull’origine dei prodotti commercializzati e consumati sul territorio provinciale; richiedere alle ditte che gestiscono le mense degli istituti scolastici di competenza dell’Amministrazione Provinciale di evitare l’utilizzo di alimenti contenenti Ogm; predisporre tutte le iniziative necessarie alla promozione e alla diffusione dei prodotti tipici e biologici coltivati sul territorio provinciale, con particolare attenzione per ciò che riguarda il mondo della scuola e l’educazione dei giovani ad un consumo alimentare consapevole; invitare il Presidente della Regione Lombardia a farsi promotore di un piano di coesistenza regionale attento al principio di precauzione e volto a limitare al minimo il rischio di contaminazione da Ogm delle colture tradizionali e biologiche; esprimere al Presidente del Consiglio il pieno sostegno della Provincia di Milano al Decreto Alemanno; dichiarare la Provincia di Milano “Provincia libera dagli Ogm”. Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico; terminate le operazioni di voto, dichiara respinto l’ordine del giorno con ventiquattro voti contrari, sei a 63 favore (Consiglieri Clerici, Dapei, Del Nero, Esposito, Grimoldi e Zanello)e un astenuto (Consigliere Frassinetti); non partecipano al voto i Consiglieri Guerra e Malinverno. Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione. Dopodiché viene ritirato il seguente ordine del giorno : ARGOMENTO N. 10/9 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Ordine del giorno presentato in data 21 ottobre 2004, primo firmatario il Consigliere Frassinetti, in merito alla comunicazione del ritorno di Trieste all’Italia. Il Consiglio Provinciale di Milano PREMESSO CHE: • il 30 aprile 1945, mentre il secondo conflitto mondiale volgeva al termine, le truppe jugoslave del Maresciallo Tito occuparono la città di Trieste; • il Partito Comunista Italiano rispose all’occupazione con un manifesto nel quale si invitava la popolazione ad accogliere le truppe di Tito come liberatrici; • nei giorni di occupazione jugoslava, Trieste ebbe a subire violenze e deportazioni che si indirizzarono verso cittadini italiani, al di là della loro appartenenza politica: la violenza colpì infatti anche molti antifascisti che ritenevano logica la permanenza di Trieste all’interno dello Stato italiano; • l’occupazione jugoslava, che a Trieste durò quarantacinque giorni, fu la causa non solo del fenomeno delle foibe, ma anche delle deportazioni nei campi di concentramento jugoslavi di popolazioni inermi; in Istria, a Fiume e in Dalmazia, invece, questa situazione si estese per mesi, costringendo più di 300 mila persone ad abbandonare quelle terre per potere mantenere la propria identità nazionale; • il 12 giugno 1945, gli Alleati costrinsero Tito a lasciare la città di Trieste, che venne amministrata dal Governo Militare Alleato. L’area giuliana fu suddivisa in due zone, la Zona A sotto il diretto controllo angloamericano e la Zona B sotto quello jugoslavo; • a Trieste le elezioni amministrative del 1949 e del 1952 diedero risultati inequivocabili in merito alla volontà dei triestini di essere a tutti gli effetti cittadini italiani; • il 4 novembre 1953, di fronte al rifiuto del comandante alleato di consentire l’esposizione della bandiera italiana al municipio della città, la città insorse e negli scontri che seguirono, dal 4 al 6 novembre, si contarono sei morti tra i manifestanti, colpiti dalla polizia che reagì in maniera sproporzionata a disordini che vedevano protagonista una folla per lo più disarmata; 64 • in seguito all’eco di questi avvenimenti il 5 ottobre 1954 venne firmato un memorandum d’intesa che sanciva il passaggio della zona A all’Italia e della zona B alla Jugoslavia; • il 26 ottobre 1954, dopo una drammatica parentesi durata nove anni, Trieste ritornava a far parte dello Stato italiano; CONSIDERATO CHE: • la città di Trieste festeggerà ufficialmente il cinquantennale del suo ritorno all’Italia con molte iniziative che inizieranno il 26 ottobre e culmineranno il 4 novembre con la visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi; IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MILANO A: • partecipare con una delegazione e con il proprio gonfalone ai festeggiamenti ufficiali; • invitare gli istituti scolastici di competenza provinciale a ricordare gli avvenimenti di quei giorni attraverso la proiezione di video, la diffusione di materiale didattico, la testimonianza diretta degli esuli giuliani e dalmati e qualsiasi altro strumento didattico atto a trasmettere la memoria di quel periodo drammatico per l’Italia. Il Presidente del Consiglio pone in discussione lo: ARGOMENTO N. 10/13 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Ordine del giorno presentato in data 28 ottobre 2004, primo firmatario il Consigliere Patta, in merito ai permessi di soggiorno a cittadini stranieri Consigliere Patta: “Sarò molto breve, il problema lo metto in modo semplicissimo, pacato, terra-terra quasi. In Italia abbiamo una situazione di disagio provocata ai cittadini stranieri che molti di noi hanno potuto constatare quando periodicamente la televisione ci presenta le file di stranieri davanti alle prefetture di tutta Italia. Sono cose indegne di un Paese civile, si vedono giovani e famiglie intere che passano la notte davanti alle questure, notate bene, non su un problema su cui con la minoranza spesso abbiamo contrasti che è quello del permesso di soggiorno, su cui c’è chi sostiene che il controllo degli organi di polizia sia indispensabile, cose non condivisibile dal mio punto di vista ma su cui c’è discussione. Non sto parlando del problema quindi strumento di controllo sulla presenza dei cittadini stranieri in Italia, sto parlando di tutte quelle pratiche connesse alla prosecuzione della permanenza in Italia, cioè il rinnovo dei permessi di soggiorno, e documentazioni varie, come i congiungimenti familiari e così via. Abbiamo su questi permessi, su queste procedure, su queste pratiche, tempi solo di prenotazione che arrivano a 8 mesi. Abbiamo altri 6, 7, 8 mesi che passano per il vaglio delle domande, cose nell’era dell’informatica che sono incredibili. Di questo sono convinte, in tutta Italia, perfino le questure. Se voi provate a ragionare con questori, prefetti o poliziotti, vi sottolineano senza remore che non sono attrezzati per quel lavoro, che non compete loro quel lavoro, che non hanno gli strumenti, e che è assurdo sottrarli dal loro normale lavoro che è quello di fare i poliziotti, che sappiamo tutti in cosa consiste. Quindi 65 abbiamo il disagio degli stranieri, abbiamo l’accordo da parte delle questure dell’assoluta inadeguatezza di questa normativa, e abbiamo invece un Governo che pervicacemente, è avvenuto questo anche nella conversione recente della Bossi-Fini, nei decreti attuativi, impedisce di assumere scelte più razionali e contemporaneamente più umane. Noi ci siamo mossi recentemente tentando di far applicare, a Milano, procedure già sperimentate in altre zone d’Italia: a Brescia, a La Spezia, a Parma, in qualche altra situazione. Sono semplicissime, queste pratiche le trattano i Comuni, le Amministrazioni comunali, ottenendo un duplice risultato: l’affidamento di un lavoro a persone che lo fanno normalmente, che sono attrezzate per questo lavoro e poi un decentramento di queste funzioni. Provate a immaginare cosa vuole dire nella Provincia di Milano che invece che concentrarsi in qualche questura, si decentra in 188 Comuni. Non siamo riusciti a fare accettare questa cosa, la risposta è molto semplice: alla questura arriva, al riguardo, il vedo del Governo. Questo veto non si esercita nelle cittadine piccole, dove si vede poco, dove quello che accade non fa tanto scalpore, si rifiuta che venga fatto nella città di Milano, dove tra l’altro i disagi per i cittadini stranieri sono molto più elevati che in una cittadina più piccola. Per questi motivi, noi chiediamo che l’Amministrazione intraprenda un’azione nei confronti del Governo, delle istituzioni nazionali, perché si faccia questa operazione semplicissima. Guardate, il Consigliere Censi, quando abbiamo affrontato questa iniziativa e tentato di capire la disponibilità dei Comuni, in un lasso di tempo estremamente limitato, ha trovato l’immediata adesione di un numero di Comuni della nostra Provincia, di Sindaci, altissima. Basterebbe quindi che il Governo si muovesse in questa direzione, per risolvere un problema che non ho aggettivi, è incredibile che esista. E’ incredibile che esista! Vi dico una cosa che ha dell’incredibile. Sapete come la questura di Torino ha risolto il problema degli 8 mesi di attesa della prenotazione? E Milano si rifiuta di farlo. Non ci crederete, la questura di Torino ha risolto questo problema accettando la prenotazione SMS. Quindi, si chiede che l’Amministrazione intervenga presso il Governo, che si tenti in tutti i modi di attivare un tavolo di consultazione della Provincia, io avrei voluto avere qui il Presidente Penati per chiedere a lui in prima persona di attivare un tavolo di consultazione con le altre autorità provinciali e cittadine competenti, perché anche a Milano si sperimenti quanto si sta sperimentando felicemente in altre città d’Italia. Inoltre, si chiede che la Provincia solleciti i gruppi parlamentari nazionali per ottenere la modifica di quella legge che con un emendamento semplicissimo potrebbe risolvere questa che è una vera e propria piaga sociale, indegna di un Paese civile.” Consigliere Zanello: “Per dire semplicemente che quanto proposto in questo ordine del giorno è illegittimo, non stiamo parlando di una cosa che è materia di competenza della Provincia, stiamo parlando di una cosa che è competenza dello Stato, che anch’io che ho tentazioni secessioniste comunque riservo allo Stato, anzi credo che le regole sull’immigrazione, visto che siamo in area Shengen, dovrebbero avere un coordinamento europeo, cosa che non anno. Quindi credo che la Provincia ha tante cose da fare, ha tanti problemi di cui occuparsi, c’è tanta gente che si aspetta delle risposte dall’Amministrazione provinciale, abbiamo dedicato ore a discutere di OGM, su cui noi non c’entriamo nulla, adesso ci divertiamo a discutere ancora una volta di questioni su cui non c’entriamo assolutamente nulla. Poi possiamo fare dibattiti ideologici e stiamo qua a raccontarcela fin che vogliamo, ma noi abbiamo delle responsabilità, non è un dibattito questo, non è una sezione di partito dove ognuno discute di quello che vuole, e se vuole sta lì, altrimenti se ne va. Qua abbiamo delle responsabilità, siamo stati eletti, ognuno sulla base dei suoi programmi, ognuno sulla base delle proprie sensibilità politiche – chiamiamole così – e 66 dobbiamo dare delle risposte ai cittadini sulla base delle competenze e delle norme di questo ente. Non ci occupiamo di visti, di rilascio di permessi di soggiorno, non ci occupiamo di OGM, non sono di nostra competenza. Possiamo esprimere degli indirizzi generali, divertirci a esprimere le nostre opinioni su questioni che non sono di nostra competenza, sapendo benissimo che ogni minuto passato in quest’aula è un costo per i cittadini, perché ci sono persone che lavorano. Sì, l’attività d’aula ha un costo. La democrazia costa, ma la democrazia richiede responsabilità, allora anche la responsabilità di discutere delle cose su cui vale la pena, o meglio su cui possiamo e dobbiamo dare delle risposte, su cui abbiamo la responsabilità di dare delle risposte. Noi abbiamo fatto un ordine del giorno, stando sull’argomento di prima, sugli OGM, potevamo scrivere tutto quello che volevamo, non abbiamo cambiato di tanto così. Quando prima abbiamo discusso ore sull’esercizio della prelazione sulla vendita di azioni all’interno della Milano Mare, abbiamo discusso di una nostra competenza, abbiamo fatto il nostro dovere, quando discutiamo di OGM esprimiamo opinioni generiche che non cambieranno certo i destini della Provincia di Milano, non avendone nessuna competenza. Adesso ci spingiamo oltre, non solo discutiamo di cose di cui non abbiamo competenza, ma immaginiamo iniziative la cui competenza formale, procedurale, per norme dello Stato è di altri, cioè andiamo in un campo, se prima era una questione di opportunità di discutere o meno di questa cosa, adesso facciamo delle proposte che sono illegittime. Prima abbiamo perso tempo, adesso stiamo facendo cose dannose, ammesso che perdere tempo non sia dannoso, ma adesso stiamo facendo delle cose illegittime. Ripeto, queste sono procedure normate dalle leggi dello Stato, noi non ci possiamo entrare. Se lo Stato è inefficiente, ci dispiace, è grave, ma la cosa più grave che possiamo fare è dare delle soluzioni che creano ancora più confusione, anche perché Signori, io non credo che la Provincia di Milano sia il tempio dell’efficienza. Non lo dico perché voglio fare una polemica politica con nessuno, posso dire, visto che ho altri incarichi, che neanche la Regione, che neanche tanti Comuni, che l’Amministrazione pubblica nel suo complesso, statale, regionale, comunale, provinciale, circoscrizionale e quant’altro, ha grandi livelli di inefficienza. Credo che quest’aula dovrebbe dibattere delle inefficienze di questa Amministrazione, quando ritarda nel dare risposte ai cittadini, alle Amministrazioni comunali, a tutti i problemi che abbiamo sul territorio. Perché voi credete che le scuole o le strade, per citare due grandi competenze della Provincia di Milano, siano l’esempio più grande di efficienza? Credete che non ci sia nulla da fare su quel settore, al punto che siamo qua a discutere di come rimuovere le inefficienze delle questure e delle prefetture? E’ questo il nostro lavoro? Forse, se cominciassimo a fare dei lavori di ripristino nelle caserme di proprietà della Provincia, probabilmente già faremmo un grande favore alle forze dell’ordine, che potrebbero lavorare più serenamente, con più efficienza, semplicemente facendo quei lavori di nostra competenza sulle caserme in cui esercitano le loro funzioni carabinieri per lo più, o vigili del fuoco, o quant’altro, le forze dell’ordine nel loro complesso. Io credo quindi che questa discussione si debba concludere con la presa d’atto che non spetta a noi occuparci di queste procedure, che se c’è un problema, il Presidente lo segnalerà al prefetto che se ne farà carico, farà una bella letterina e non dubito del fatto che il prefetto sia già consapevole di questi problemi e che il prefetto e il questore siano anche impegnati nel cercare di dare le risposte migliori, nei limiti delle loro possibilità. Non credo che gravare Comuni e Province di questa ulteriore competenza, illegittima, perché non lo possono fare, sia un vantaggio per nessuno. E’ creare ulteriore confusione nelle competenze tra Stato, Regione, Comuni, Province. Ognuno faccia bene quello che deve fare, poi discuteremo di altre questioni. Ripeto, non siamo neanche nel campo, spero, perché non mi 67 ci metto io in questo campo che, ripeto, ho spinte molto forti verso il federalismo e anche oltre, non siamo neanche nel campo di chiedere un trasferimento di competenze, perché almeno sulle norme che regolano il diritto di cittadinanza, l’esercizio di attività per i cittadini extracomunitari, come per quelli comunitari, l’esercizio dei diritti civili spetta allo Stato, dentro un contesto europeo. Non mi immagino io di avventurarmi su questa strada, se poi dalle vostre parti si pensa che addirittura questo tipo di normativa spetti ai Comuni, ripeto, io mi fermo prima. Credo che i permessi di soggiorno li deve rilasciare il Ministero degli Interni con le sue diramazioni sul territorio, che poi sono sostanzialmente prefetture, questure e uffici periferici. Non si parla di rilascio, si parla di intervenire nella procedura di rilascio. Ho letto! Io leggo qua: procedura amministrativa per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno. Lo leggo qua, se vuoi ti faccio vedere dove con il ditino, è scritto qua, non l’ho inventato io. Si parla delle procedure amministrative di rilascio. Significa avere un ruolo attivo nelle procedure di rilascio, collaborare significa avere un ruolo attivo, fare qualcosa, lavorare insieme. Se, per ipotesi, il deposito di una domanda presso un Comune, quindi il protocollo del Comune fa fede, vuole dire collaborare. Siccome questo mi sembra il ragionamento, questo comporta un ruolo attivo all’interno della procedura, che complica pesantemente la vita ai Comuni, perché crea dei problemi ai Comuni non secondari. Ma ripeto, pone in capo alle Amministrazioni locali, Province e Comuni, delle competenze che non hanno nulla a che vedere con le loro competenze. Su questa strada, io dico: fermiamoci, lasciamo che le prefetture e le questure facciano il loro lavoro, esercitino le loro competenze. Se hanno delle inefficienze segnaliamole, anche se ripeto sono convinto che ne sono perfettamente a conoscenza, che intervengano ma non entriamo in queste materie perché probabilmente ci metteremmo a fare un gioco per cui se fossi io il prefetto risponderei su tutte le inefficienze di questa Amministrazione, che sono tante, e non per colpe politiche ma per le difficoltà dell’amministrare, basta andare nelle scuole e sulle nostre strade, a cominciare dalla cartellonistica abusiva, per non parlare delle buche, per non parlare delle norme di sicurezza, di tanti incidenti causati anche da problemi di sicurezza, piuttosto che sulle scuole stesse, dove le norme di sicurezza spesso non sono applicate. Lavoriamo su questo, invece di perdere il tempo, ripeto perdere il tempo, per occuparci di cose che non sono di nostra competenza.” Consigliere Censi: “Molte grazie Presidente. Io vorrei essere molto breve, faccio fatica ad essere breve perché l’intervento del Consigliere Zanello, nella somma secondo me della voluta confusione che ha fatto intorno a questo tema, dimostra quantomeno un elemento. Io credo che questa proposta a firma dei Consiglieri, come primo firmatario Patta, ha tutto meno che un impianto ideologico. Qui c’è una proposta concreta, che risponde ad un’esigenza evidente, straordinariamente evidente, che attiene a due temi: l’organizzazione e la dignità delle persone. Secondo me questi sono due temi assolutamente di competenza della Provincia, ma dico di più, assolutamente di competenza delle Amministrazioni che tradizionalmente sono più vicine ai cittadini, quindi sono i Comuni. Francamente io credo, Consigliere, che lei conosca molto poco l’organizzazione dei Comuni. Nei 189 Comuni della Provincia di Milano, 188 forse perché nel 189° questa cosa forse non è ancora stata fatta, ci sono dei servizi, che si chiamano impropriamente ancora di integrazione, di accoglienza, che forniscono strumenti, assistenza, elementi di integrazione che riguardano la lingua, che riguardano i servizi di orientamento, che riguardano le scuole, che riguardano l’agevolare nel raggiungimento della conoscenza delle pratiche che sono assai complesse. Quindi semmai un compito che noi ci assumiamo qui, è quello di fare una cosa normalissima, che è quella di mettere in contatto due istituzioni, fare un tavolo in cui il 68 Presidente si prende l’impegno, peraltro definito dalla Provincia, che ha un ruolo di rete, di coordinamento, di sviluppo dell’efficienza, e dire: ci sono delle risorse sul territorio che possono agevolare. Perché guardate che la coda che si fa in un commissariato, che quindi no è nessuna delle cose che ha detto lei, era fatta in un commissariato che non aveva nessun tipo di attrezzatura per fare questo e si limitava ad accogliere la domanda, senza una validità, senza rispondere ai termini della legge, che sono 20 giorni, glielo ricordo. Termini di legge che a Milano non sono mai stati rispettati. A me pare che, nel merito, questo sia un compito assolutamente assumibile dalla Provincia, dopodiché se è necessario parlare d’altro per non parlare di questo, perché questo mette in crisi ed è difficile dire che non si vuole fare questa cosa, questo è un altro ragionamento. Però dei Comuni che io ho interpellato della Provincia di Milano, nessuno si è detto non disponibile, ma perché ci sono servizi anagrafici, che sono servizi di routine per il Comune, non aggrava, non c’è nessun problema. Anche i passaporti, è un servizio che noi facciamo in più per i cittadini, ma ne facciamo tanti altri. I Comuni funzionano molto bene, è una realtà che le conviene frequentare, funzionano molto bene. Allora, se lei li conosce molto bene, è difficile che parli di inefficienza riferita a questi organismi, dove spesso si lavora sotto organico, dove spesso le competenze si sovrappongono, dove le ricordo da molti anni sono state trasferite competenze che dovevano essere coperte dal trasferimento dello 0,5 dell’Irpef che è stato dato alla Regione Lombardia, che mai è stato trasferito ai Comuni. Parlo di una cosa che è avvenuta 5 anni fa. Questa è la realtà, e nonostante queste difficoltà, noi abbiamo i Comuni, e le Province in questo, che caso hanno compiuto il loro compito. Non è illegittimo, non fa parte di competenze non assegnate, perché alcune Province anche Lombarde, non da ultima la Provincia di Brescia dove il tema dell’integrazione, del rapporto con i lavoratori stranieri è francamente molto forte anche dal punto di vista numerico. Credo sia una proposta di buonsenso, sia una cosa intelligente, sia fare la stessa strada in un tempo meno lungo, ma sia soprattutto considerare che questi lavoratori sono uomini e donne che hanno diritto di raggiungere l’obiettivo che gli permette di trovare casa, di iscrivere i loro figli a scuola, di avere la tessera sanitaria, in un tempo che la legge correttamente individua in 20 giorni e che non raggiunge mai in un tempo inferiore ai 6 mesi. Mi pare sia una proposta di buonsenso e quindi io credo che, per quanto utile possa essere un ordine del giorno, sul fatto e sull’utilità di questi strumenti possiamo aprire un’altra discussione, ma sul fatto che questo è lo strumento che abbiamo per poter fare una proposta, io credo che ci siano i contenuti, la legittimità e che non ci sia proprio niente di ideologico, ma francamente mi pare una proposta che ha della concretezza e nel raggiungimento del risultato l’obiettivo centrale.” Consigliere Del Nero: “Penso che come sempre sarò breve e, come sempre, su temi come questi a me interessa mettere in rilievo quello che è lo spirito e la sostanza dell’ordine del giorno presentato. A me pare che la sostanza di questo ordine del giorno riguardo le procedure relative ai rinnovi dei permessi di soggiorno, sia quella di affrontare un problema che è un problema reale, che è un problema di disagio, un problema grave di una carenza di come attualmente si svolgono queste procedure. Io capisco gli interventi fin qui svolti e anche le preoccupazioni del Consigliere Zanello, però a me sembra che non rientrino in quello che è l’ordine del giorno oggi presentato, che mettono in evidenza degli aspetti amministrativi e di procedura. A me sembra che la legge consenta ampi spazi per migliorare queste procedure, nel rispetto. Voglio mettere in evidenza che, per esempio, le domande di ricongiunzione familiare degli extracomunitari vengono presentate non in questura, neanche in Comune ma addirittura nei consigli di zona, nel caso di Milano. Comunque, è più utile che la polizia che si occupi di altro, che vada per strada, che vada a risolvere i veri problemi di delinquenza che ci sono. Fra l’altro, abbiamo deciso di creare la 69 polizia locale, esistono altri strumenti, altre realtà che possono occuparsi delle procedure amministrative. In più, l’ordine del giorno mi sembra che in vari punti sia realmente senza nessun accento ideologico o di aspetto negativo. Per quanto riguarda il rilascio dei permessi, si parla di fase iniziale, di raccolta delle istanze. Anche sull’ultimo punto, che è quello di modifica della legge 189, devo dire che non entra nel contenuto, nella sostanza della legge, chiede semplicemente una modifica amministrativa sulla modalità di attuazione, sul modo con cui può essere svolta la procedura. Quindi, dal mio punto di vista, questo ordine del giorno è votabile. L’ordine del giorno non dice che è il Comune che rilascia il permesso, chiede che il Comune raccolga i dati, dopodiché chi è competente darà il permesso. Io l’ho letto, a mio giudizio l’ordine del giorno non chiede che sia il Comune. Si chiede semplicemente che il Comune raccolga i dati in fase iniziale. Su questo mi trovo d’accordo. Ripeto, anche a me è capitato di conoscere situazioni di grave disagio di fronte a rinnovi a persone assolutamente degnissime, con un lavoro, che si sono trovate a dover spendere soldi per poter rientrare al loro Paese ad incontrare i figli. La concessione governativa di questa estate di brevi permessi ha costretto molti a spendere soldi per non usare il treno ma andare in aereo. Trovo che siano situazioni assolutamente disumane, cui è giusto porre rimedio.” Consigliere Gatti: “Io voglio sottolineare l’assoluta pertinenza dell’ordine del giorno presentato dal Consigliere Patta, anche perché in una visione in cui le istituzioni lavorano in modo coordinato, (davvero non voglio ripetere perché condivido sia quello che ha detto il Consigliere Censi ma anche quello che ha detto il Consigliere Del Nero), noi insistiamo per attribuire una competenza importante, utile, organizzativa, ai Comuni. Ovviamente, bisogna avere una concezione unitaria dello Stato nazionale per essere convinti, non solo in modo teorico, che questo serva e sia molto utile, soprattutto se lo raffrontiamo al diritto di 300.000 individui che stanno regolarmente in questa terra a lavorare ed abitare, di avere procedure organizzative e amministrative dalle istituzioni comunali come la generalità dei cittadini. Mi meraviglia oltretutto, anche perché, (in questo Consiglio bisogna seguire sempre i lavori), la minoranza ha fatto una grande polemica sulla valutazione che questa Amministrazione o Giunta avrebbe sull’organizzazione delle forze di sicurezza o sulle idee che si propongono all’intera Provincia e ai Comuni sull’organizzazione delle forze di sicurezza. Non si viene sfiorati neppure per un attimo da un problema che è già stato espresso ma che io voglio riprendere, sul fatto che sono centinaia di migliaia le ore assorbite dagli addetti delle forze dell’ordine, della questura, a compiere questo lavoro, utilissimo ma che nella fase istruttoria, come è stato spiegato (perché di questo stiamo parlando), ha valenza amministrativa, procedurale. Ripeto, consentirebbe, con misure organizzative e aggiuntive anche per i Comuni, di avere, come ha detto il Consigliere Patta illustrando l’ordine del giorno, un utilizzo delle forze dell’ordine in compiti più esterni. Quindi davvero mi pare una materia pertinente. Finisco, mi pare che va rispettato il lavoro dei Consiglieri rimasti. Secondo rilievo che faccio al Consigliere Zanello, non è che la discussione va bene su tutti gli argomenti che si ritengono più congeniali e invece negli argomenti meno congegniali è una perdita di tempo. Abbiamo discusso un minuto fa, con un’alta partecipazione al dibattito del Consigliere Zanello, sull’ordine del giorno che in questa ultima versione, (forse ho capito male), stava ridicolizzando. Invece 10 minuti fa ha valorizzato il fatto che la discussione sugli OGM era importante, che anzi bisogna avere rispetto per i tempi della scienza, per le valutazioni, ecc. Cerchiamo di essere coerenti con noi stessi, quantomeno. Poi le libere espressioni sono tutte utili alla vita del Consiglio, dopodiché rispettiamolo davvero. Non avevo intenzione di intervenire, ma c’è questa organizzazione del dibattito, ci sono molti assenti, forse 70 dovremmo utilizzare anche noi molto di più l’art. 83, per evitare di avere un fiume di parole, di questioni più o meno fondate, di lezioni o di lezioncine più o meno valide, e poi di ritrovarci alla fine, nel discutere una cosa importantissima, e nel sentirci dire da chi è rimasto della minoranza, e li ringrazio per essere rimasti rispetto a tutti gli altri che non ci sono, che stiamo perdendo del tempo. Questo personalmente non lo accetto, ed è una delle motivazioni fondamentali per cui ho chiesto di parlare.” Assessore Corso: “Io vorrei cogliere l’occasione, anche se l’ora è tarda, per rendere edotto il Consiglio su quanto ieri ho avuto l’opportunità di relazionare all’interno della commissione consiliare sulle iniziative relative ai diritti dei cittadini. All’interno di questa delega, alla quale tutti i Consiglieri sanno che sono state attribuite delle competenze peculiari ed anche omogenee per quanto riguarda l’approccio e l’atteggiamento della Provincia rispetto ai diritti di tutti i cittadini che a qualsiasi titolo transitano o permangono all’interno della nostra area metropolitana. Quindi il problema, che peraltro è già stato evidenziato anche in altri ambiti, a vari livelli del mondo istituzionale, quindi dei vari livelli di Governo che devono poi gestire sia gli atti procedurali e le forme di attuazione di quelle che sono le pratiche di diritto verso gli stranieri, ebbene su questo noi abbiamo già predisposto un piano di intervento, ancora modesto, che però si sta articolando su queste azioni, la costruzione del tavolo interistituzionale con la prefettura, di cui il prefetto ha già dato disponibilità, per poter interagire con gli enti locali per la definizione dell’apporto di strumenti di supporto, così come venivano giustamente definiti, a sostegno della semplificazione degli atti procedurali, quindi della raccolta e della fase istruttoria, come primo atto da cui poi discendono, a cascata, tutti gli altri. Per poter fare questo, alcuni Comuni peraltro si sono già rivolti spontaneamente alla Provincia per porre questo tipo di problema, perché giustamente, come diceva prima la Consigliere Censi, in effetti questi sovraccarichi di tipo procedurale che in genere avvengono non solamente su questo tipo di problematica, ma anche su materie trasferite, dove consegue un apporto di dimensionamento di personale per poter esplicare le funzioni, la Provincia si può far carico, così come stiamo facendo, di un’iniziativa di sostegno ai vari Comuni, che può essere organizzata anche attraverso forme non solo di partecipazione diretta della stessa Provincia con le proprie strutture e uffici che abbiamo anche negli ambiti territoriali, perché non solamente i Comuni potrebbero essere chiamati ad espletare questa funzione, ma anche la Provincia ha i servizi, ha i centri per l’impiego, ha una serie di servizi dove parti delle funzioni, con una scansione di nostri orari particolari, si potrebbero vedere momenti di accoglienza, quindi di formalizzazione di istruttorie di supporto all’espletamento delle pratiche del rilascio dei permessi o delle ricongiunzioni delle famiglie o quant’altro. Ebbene, su questo poi vi è un altro aspetto, un’altra risorsa forte, che è quella di tutta l’organizzazione di volontariato della protezione civile. Peraltro questa, da una verifica che io ho fatto, è già stata attuata all’interno di altre Province, la Provincia di Trento, altre in centro Italia che adesso non rammento, però sicuramente vi sono già esperienze. Questa esperienza è stata fatta precedere da un piccolo seminario di informazione di una giornata, perché un’istruttoria di atti semplici non richiede funzioni complicate, per cui queste cose si possono fare. Non possiamo neanche pensare di poter ragionare in termini di risoluzione di questi tipi di problemi di carattere sociale invocando le competenze obbligatorie, le competenze facoltative o quant’altro. I diritti sono diritti universali, in qualsiasi punto essi si calino, e siccome sono nel territorio dell’ecosistema della Provincia di Milano, noi come Giunta ci stiamo apprestando e abbiamo già iniziato a dare il nostro contributo per sostenere parzialmente la soluzione di questi problemi.” 71 Consigliere Zanello: “Lungi da me, Presidente, la volontà di far perdere tempo a quest’aula. Io ritengo che siano state stravolte le mie parole dalle interpretazioni date da alcuni Consiglieri. Ritengo che quando affermo, per esempio, che secondo me dibattere di queste cose in quest’aula sia perdere del tempo, lo dico sulla base del fatto della constatazione degli effetti che producono queste cose al di fuori di quest’aula. Certamente mi impegno a dibattere comunque di qualsiasi argomento, ritengo però che dovremmo orientare i nostri lavori alle competenze di questa Amministrazione, perché se guardiamo a quello che si è fatto in questi mesi, se guardiamo in questi mesi quanto abbiamo discusso di ciò che è realmente di competenza di questa Amministrazione e di ciò che invece è un dibattito politico interessante e affascinante, ma che non ha effetti amministrativi, ci renderemmo conto che forse avremmo guadagnato molto tempo, disturbato di meno i nostri collaboratori e probabilmente reso un servizio più efficace ai cittadini che amministriamo. Ribadisco quindi la mia opinione che questo ordine del giorno tocca competenze che non sono minimamente della Provincia, che sono di altri organi dello Stato, che probabilmente hanno delle difficoltà ad esercitarle in maniera compiuta, ma sono competenze che devono restare in capo a loro, non solo per le norme di legge ma anche per l’invasione che con questo ordine del giorno si fa nelle competenze dello Stato.” Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Rotondi. Consigliere Barbaro: “E’ per esprimere condivisione del mio gruppo rispetto all’ordine del giorno, che non può rappresentare, senza mettere in nessuna forma di polemica le affermazioni dei Consiglieri Consiglieri, in particolar modo di Zanello, quando fa delle affermazioni forti, spero che non nasca un altro intervento per fatto personale. Quando egli afferma: illegittimità, non abbiamo competenza. Sono lontano, Zanello, lo dico sempre con profondo rispetto, anni luce da questa affermazione. Noi non stiamo assumendo un atto amministrativo o ci vogliamo sostituire al legislatore, nel modo più assoluto, nella più ampia autonomia e libertà questo consesso, lo ricordava l’amico Gatti prima, coloro che hanno attenzione, sensibilità e rispetto, rimangono sino alle ore 00,47, poi non voglio rimproverare nessuno, ognuno ha degli impegni o delle necessità diverse. Ripeto, noi non stiamo assumendo nessun atto amministrativo, ma democraticamente stiamo ponendo all’attenzione un problema grave di disagio, più volte denunciato dalla stessa stampa, non certamente vicina a una corrente o a una componente politica, e che merita una risposta. Cioè, il chiudersi nell’affermare che non è di nostra competenza, vuole dire volersene lavare le mani. Per quanto riguarda la procedura e lo snellimento, io non voglio porlo in termine patetico, mi avvio già alle conclusioni, quindi voglio essere estremamente succinto, abbiamo degli aspetti umani che gridano vendetta di questo tipo, abbiamo persone, cittadini extracomunitari che lavorano con dignità, con impegno, nel rispetto delle leggi dello Stato in cui si trovano ad operare, scade, gli muore un parente, nessun pietismo, nessuna demagogia, non possono recarsi a far visita ai propri cari perché la legge, la burocrazia non gli permette di recarsi a visitare i propri cari. I tempi burocratici, che ben conosciamo, e tarda l’ora, che meritano degli approfondimenti anche rispetto alla devolution, voi siete al Governo da 3 anni e mezzo, avete fatto tutto tranne che decentrare, però non voglio fare polemica, ci pone dinnanzi a questa responsabilità come Provincia di sollecitare, di rendersi interprete di un disagio vero. Non c’è nulla di ideologico, io non voglio strumentalizzare nel riconoscermi pienamente anche nell’intervento che ha fatto, che ritengo razionale, schietto, onesto, intellettualmente e politicamente corretto del Consigliere Del Nero. Ha fatto una disamina corretta, al di là dell’aspetto ideologico. Quindi la Provincia non si vuole sostituire 72 né alla questura né alla prefettura. L’ordine del giorno fa una proposta di collaborare, non a caso quando è intervenuta il Consigliere Censi ho ricordato che tra i vari compiti dei Comuni, con le loro difficoltà operative quotidiane, il Comune si rende interprete, tra le varie attività, ad esempio – sto nei 5 minuti,non voglio andare oltre – una volta il bando per l’assegnazione di alloggi di edilizia veniva emanato dal competente ufficio, oggi sono i Comuni che predispongono, inviano a chi di competenza e viene emanata la graduatoria definitiva. Quindi hanno trasferito altre incombenze ai Comuni, senza poi le relative risorse, però il discorso ci porterebbe fuori. Il Comune, per quanto riguarda il rilascio del passaporto, che è molto delicato, cosa fa? Ritira i documenti, li porta in questura, ritira il passaporto e lo consegna al cittadino. Sintesi: evita al cittadino della Provincia in particolar modo di diventare un pellegrino tra uffici della questura, code, non code, ecc. Perché non si può fare la stessa cosa in termini di collaborazione? Nessuno deve sostituirsi alle autorità precostituite, nessuno sta chiedendo questo, noi diciamo che si mettano in atto tutte le procedure per snellire quelli che sono gli adempimenti, nel rispetto della legge. Nessuno sta sostenendo che il permesso di soggiorno debba essere rilasciato nel non rispetto della legge. Noi diciamo che rispettiamo la legge, ma la legge non sia matrigna, la legge non può essere vessatoria, che per avere un permesso devono aspettare 8 mesi.” Consigliere Dapei: “Per quanto riguarda il mio gruppo consiliare credo che il Consigliere Del Nero abbia parlato a nome di tutti, quindi non prendo la parola per chiarire meglio quello che già è stato detto, ma un po’ stizzito per questo continuo modo che vedo anche questa sera, da parte di parte della maggioranza di affrontare il dibattito in quest’aula. Il Consigliere Zanello mi sembra che abbia il merito e non la colpa di essere rimasto fino a quest’ora, già Presidente della Provincia, è qui a dire come la pensa. Si può poi, come anche in apertura di Consiglio, aggiungere il non a tutto quello che si vuole fare, quindi dire non faccio polemica e poi fare polemica, non voglio essere offensivo e poi dire cose offensive, e quant’altro. Però, secondo me, va rimarcato che per esempio che su un tema, che visto pur da ottiche diverse e riconosciuto da tutti molto importante, ancora una volta il Presidente in carica, non quello che lo è stato 10 anni fa, o 5 anni fa, il Presidente in carica ritiene che altre siano le priorità. Guardate che io non sto adesso approfittando del fatto che forse c’è proprio in concomitanza una importantissima riunione, questo avviene sempre. Anche sull’argomento per cui oggi Penati ha ritenuto di venire in art. 83 a dire la sua sul Consigliere Dapei, io ricordo che il Presidente Penati quando Dapei diceva le cose che riteneva di dire, che oggi ha confermato, parlava in assenza di Penati, perché Penati, fatto il suo interventino l’altra volta sulla Milano Mare, ha preso e se n’è andato. Quindi, il mio ruolo di Consigliere di opposizione, pur facente parte di un gruppo consiliare che apprezza alcuni passaggi di questo ordine del giorno, al punto anche di aver detto di votare a favore, non posso evitare di dire, ancora una volta, su questo Penati non intende prendere posizione. La prenderà per forza comunque, perché l’ordine del giorno impegna lui. Quindi io credo che non abbia nessun imbarazzo il Consigliere Zanello quando legge, citate come esperienze positive a giudizio dei proponenti, la Provincia di Brescia amministrata dal Polo e anche dal suo partito, addirittura la Provincia di Como che lo è ancora di più. Mi sembra che alcuni interventi che ho udito, conoscono poco tra l’altro la realtà di questa Provincia, quello che è successo anche solo pochi mesi fa e pochi anni fa. Noi abbiamo prestato personale, per esempio, alla prefettura, per trattare temi di questo genere. Troverete le lettere di ringraziamento del prefetto alla Presidente Colli per questi distacchi temporanei, che poi sono gli stessi di cui evidentemente, fuorviati da informazioni non corrette, mi parlava il Presidente Zanello, di quello che accade a Brescia o a Como. Quindi, da questa parte, non 73 c’è nessun imbarazzo, vedremo cosa farà il Presidente Penati rispetto agli impegni che oggi gli si fa assumere. Io sono andato a riguardarmi un po’ di ordine del giorno che questa maggioranza ha approvato di recente, con impegni al Presidente Penati. Il regolamento dice che bisogna poi inserire tutti gli atti fatti, andate a vedere il repertorio delle mozioni. Qui di parla di sollecitare i gruppi parlamentari, forse alcuni, non altri, non so come nasce questa cosa, però andremo a verificare. Però attenzione, non usiamo strumentalmente ogni proposta di ordine del giorno per tornare sulle solite polemiche, l’art. 83 diceva il Consigliere Gatti. Io ricordo innanzitutto che per l’ennesima volta, anche questa seduta non ha visto art. 83. La seduta pomeridiana ha avuto più art. 83 della maggioranza che dell’opposizione, molti art. 83 erano addirittura sul sottoscritto, da una parte, dall’altra. Quindi se si arrivasse ad abolire l’art. 83 io credo che sarei il più contento di tutti, ma quell’ora dedicata a questi temi non mi sembra che sia un problema solo dell’opposizione, anzi.” Presidente, lei mi ha dato conferma, anche lei ha fatto notare quanti erano i presenti della minoranza, l’ha fatto Barbaro, l’hanno fatto altri, solo l’Assessore non l’ha sentito. Posso io dire che non c’è il capo Gruppo della Margherita? Non posso, perché altrimenti quella signora si mette ad urlare. Allora non lo dico! Farò come altri, che paiono pacati, ma poi andiamo a leggere le cose che dicono, anche oggi, anche in apertura di seduta e anche alla fine. Uso anch’io questa tecnica, metto il “non” davanti. Io sto al tema degli interventi che ho udito, Presidente. Puntualmente il Consigliere Gatti parlava della polizia provinciale, ricordiamoci che quando è venuto il tema della polizia provinciale in quest’aula, è la maggioranza che si è spaccata. Uso il temo che mi è rimasto per farmi capire. Tutta questa sera, su questo tema, voi avete parlato del Consigliere Zanello, evidentemente vi sta più a cuore il Presidente Zanello del punto all’ordine del giorno. Rileggete i vostri interventi, rileggete le vostre delibere di Giunta, prima di portarle. Io ho sentito in questo Consiglio dire: come mai Zanello il punto prima non hai detto le cose che hai detto adesso? Posso dire che nel punto prima si andava a dire, l’ha detto anche lui votandolo, che la Provincia deve assumere il ruolo di Provincia OGM free e quant’altro, mentre qua lui faceva notare che si fa ben altro. Quindi Presidente, io rimango alle sollecitazioni, evidentemente vivo in un Comune un po’ diverso dagli altri, quando vado in Comune a richiedere il passaporto mi dicono: se lei deve partire entro un mese, un mese e mezzo le conviene andare in questura, se invece non ha fretta, compili questo modulo. Perché non è il Comune che rilascia il passaporto, ma il Comune fa una sorta di trait d’union con la questura. Io credo che su questa questione, come su quella precedente, malgrado i punti di vista sono diversi, che le argomentazioni del Consigliere Zanello innanzitutto meritano tutto lo spazio che hanno avuto da parte del Consigliere Zanello e non tutto l’interesse che hanno suscitato in quest’aula, perché non è una colpa essere qua ma è un merito, un merito che altri non hanno, e che comunque ribadisco che il Consigliere Del Nero ha voluto giustamente, come concordato, guardare al bicchiere mezzo pieno della delibera o, ancor di più, come ha detto lui, allo spirito. Io voto a favore di questa delibera solo perché, su invito del mio collega, guardo anch’io allo spirito della delibera, perché se dovessi stare invece a tutto quello che ho sentito in quest’aula, dovrei assumere un atteggiamento molto diverso, perché anche questa sera, malgrado quello che è successo e succederà rispetto al punto iniziale, mi sembra che si sia voluto mancare di rispetto all’opposizione, perché questo rimane il miglior collante di una maggioranza che non ne ha altri.” Consigliere Maestri: “Prima di tutto voglio porgere le scuse al Consigliere Del Nero, nel senso che l’interruzione non era polemica, era proprio una spiegazione su come avviene, nel 74 senso che rafforza il ragionamento che si sta facendo. Ai consigli di zona è affidato un pezzo, che è quello della verifica dell’idoneità abitativa, ma anche sul ricongiungimento è poi in questura che arrivano le pratiche. Mi scuso comunque per averlo interrotto, perché cerco di non farlo in genere. Invece voglio entrare nel merito della questione, e mi rivolgerò quindi anche all’intervento del Consigliere Zanello, perché voglio intervenire sugli aspetti politici, quindi volendo discutere di politica entrerò nel merito solo dell’intervento del Consigliere Zanello, per quanto riguarda chi si è espresso dai banchi dell’opposizione oltre il Consigliere Del Nero, perché appunto vorrei parlare di politica. Credo che la Provincia, l’Amministrazione provinciale, il Consiglio provinciale, abbia delle cose da dire su questo tema, diciamo per tre motivi, che possono essere questi: 1. Comma 1 dell’art. 1 dello Statuto: “E’ Ente di rilievo costituzionale che rappresenta la propria comunità”. Noi naturalmente rispetto al Consigliere Zanello abbiamo una concezione diversa della comunità. Lui per comunità intende quelli che sono oggi o anche quelli che erano solo ieri su questo territorio, io per comunità intendo anche quelli che passano da questo territorio, che vorrebbero venire a vivere su questo territorio, vorrebbero venire a viverci regolarmente, con una residenza regolare, vorrebbero poter essere integrati nei percorsi lavorativi, sociali, culturali di questa comunità e, in quanto tali, diventare cittadini di questa comunità - anche se non avranno la cittadinanza italiana ma cittadini nel senso proprio del termine, nel senso culturale e politico del termine. Quindi, secondo il comma 1 dell’art 1, io credo che questa Provincia abbia delle cose da dire. 2. Comma 9 dell’art. 1: “La Provincia promuove il coordinamento e la collaborazione tra i Comuni della Provincia, specie tra quelli di minore dimensione, ecc…” Questa altri l’hanno già detta prima di me, è una richiesta reale che ci viene da alcuni Comuni, (certo non tutti i Comuni). Ci sono decine di Comuni del hinterland milanese, della Provincia di Milano, che hanno sportelli immigrati e che si sono resi disponibili a fare questo lavoro, hanno chiesto un intervento dell’Amministrazione provinciale di coordinamento e per favorire questo lavoro che stanno facendo, questa richiesta che fanno anche all’istituzione dello Stato. Credo che faccia parte delle competenze della Provincia occuparsi anche di questo. 3. Comma 12: “La Provincia tutela la parità di diritti, doveri e opportunità tra tutti i cittadini metropolitani, prevenendo ogni e qualsiasi discriminazione”. E’ il motivo più im,portante, per quanto mi riguarda. I cittadini stranieri che vengono ad abitare, a vivere in questa comunità, per potersi integrare nel senso più completo del termine, cioè per poter lavorare, per poter vivere, per poter usufruire dei servizi di questa comunità, hanno bisogno di tutta una serie di formalità burocratiche che senza il permesso di soggiorno non hanno la possibilità di ottenere. Un cittadino straniero che oggi viene a Milano ci mette circa 8 mesi per avere un appuntamento, ci mette altri 8 mesi per avere un permesso di soggiorno, e circa altri 8 o 9 mesi per avere un certificato di residenza. E in questo momento, dopo 8+8+8 mesi, gli è scaduto il permesso di soggiorno. Questa è una discriminazione, perché in questo lasso di tempo non può fare una serie di cose fondamentali, non può ad esempio avere una patente, quando oggi molti cittadini stranieri lavorano nel campo del trasporto su furgoni, quindi non possono lavorare. Questa è un’altra discriminazione. Io credo, e la faccio molto più breve di quello che posso, (e mi dispiace perché volevo stare qua di più), io credo che sia un compito di questo Consiglio provinciale quello di occuparsi di questo tema, l’abbiamo fatto insieme ad altri gruppi della maggioranza attraverso una conferenza stampa, abbiamo posto la questione, l’abbiamo posta come questione politica, la 75 poniamo come questione amministrativa, proprio per la concezione che abbiamo noi di questa Amministrazione provinciale, e mi spiace in questo di dare un dispiacere al Consigliere Zanello, perché credo che questa Amministrazione provinciale sta cercando di dare discontinuità, anche. So che è un termine che non gli piace, invece a me piace molto, quindi lo uso. Non c’è problema, infatti non c’è discontinuità da questo punto di vista. Per quanto riguarda il dispositivo finale io credo sia molto importante che questa non sia una generica assunzione di responsabilità o un generico auspicio, ma ci siano degli impegni che noi chiediamo alla Presidenza della Provincia. Li chiediamo come insieme della maggioranza, non c’è problema su questo, perché crediamo che abbia un ruolo la Presidenza, possa aiutare attraverso la sua Giunta, attraverso gli Assessori competenti, e ringrazio l’Assessore Corso per essere rimasta ed essere intervenuta – l’Assessore Corso – e l’impegno che noi chiediamo alla Presidenza e alla Giunta è proprio di mettere in pratica questo di dispositivo e di aiutare a portare avanti queste istanze, aiutare i cittadini stranieri ad essere cittadini di serie A e non cittadini di serie B, come purtroppo qualcuno vorrebbe che fossero.” Presidente del Consiglio: “E’ finita la discussione. Poiché immediatamente dopo il voto io scioglierò questa seduta, volevo fare prima una comunicazione. Ogni volta ci lamentiamo del fatto che ordine del giorno arrivano alla discussione del Consiglio di fatto quando sono fuori tempo, sostanzialmente. Finora, come Ufficio di Presidenza abbiamo calendarizzato la discussione di mozioni ed ordini del giorno secondo l’ordine di presentazione. Io chiederei quasi una sorta di delega all’Ufficio di Presidenza, perché lo stesso intuitivamente capisca quali sono gli ordini del giorno che è bene calendarizzare prima di altri, per ragioni di attualità, così da rendere secondo me più coerente tutta la nostra discussione, il nostro ragionamento. Riferendomi, per esempio, all’elenco che ho per le mani, sarei per anticipare che nel Consiglio prossimo sia opportuno mettere fra i primi ordini del giorno da discutere nella sezione “ordini del giorno e mozioni”, quello relativo al Leoncavallo, altrimenti evidentemente arriva troppo tardi, quello relativo al contributo straordinario sull’integrazione scolastica, e poi via via gli altri. Intendevo dire che se concordate, come Ufficio di Presidenza cercheremo di individuare gli ordini del giorno che ragionevolmente meritano di essere anticipati rispetto ad altri, per non seguire burocraticamente il calendario di presentazione.” Consigliere Zanello: “Rispetto alla sua proposta, Presidente, condivido nel merito la cosa, lei ha chiesto una sorta di delega, se permette credo che questo passaggio il luogo in cui è giusto farlo sia la conferenza capi Gruppo e non l’Ufficio di Presidenza. Nel merito poi il mio capo Gruppo esprimerà la valutazione del gruppo, dico che condivido quello che lei ha detto. Quanto alla dichiarazione di voto, vista l’ora, ribadisco il mio voto decisamente contrario a questo ordine del giorno, semplicemente perché trovo assolutamente queste competenze non della Provincia, e nel merito vedo che questo ordine del giorno mi sembra finalizzato più a cambiare una legge che non ad offrire un servizio, altrimenti avrebbe contenuti diversi. Rispetto alle proposte di cambiamento, ripeto, questo tipo di competenze devono essere in capo allo Stato, al Ministero degli Interni che ne ha le funzioni, visto che l’ordine del giorno esplicitamente chiede che queste competenze siano delegate ai Comuni e alle Province. Su questo sono assolutamente contrario e lo ribadisco.” Dopodiché, chiusa la discussione, il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il seguente ordine del giorno: 76 IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO in adunanza 25 novembre 2004 PREMESSO CHE • dal 10 al 14 ottobre 2004 si è svolto a Milano, in piazza XXIV Maggio, uno sciopero della fame indetto da alcune organizzazioni di cittadini italiani e stranieri per denunciare i gravi ritardi nel rinnovo dei permessi di soggiorno di fatto bloccati nelle questure; • che questo gruppo di migranti è sostenuto da un’ampia rappresentanza delle comunità e delle organizzazioni di cittadini stranieri di Milano; • lo sciopero sta tuttora proseguendo in altre città italiane; PRESO ATTO CHE • i cittadini stranieri in regola con il permesso di soggiorno presenti nella Provincia di Milano sono oggi circa 300 mila, dei quali 180 mila nella sola città di Milano; • in base alla legge 189 del 30 luglio 2002, la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi avviene ogni anno per gli stranieri con un contratto a tempo determinato, ogni nove mesi per i lavoratori stagionali, ogni due anni per i contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato; • le competenze in materia di rilascio e rinnovo dei diversi titoli di soggiorno sono assegnate alle Questure, per cui l’Ufficio Immigrazione della Questura è l’unico sportello riservato alla trattazione dei procedimenti amministrativi per tutti gli stranieri della provincia; • che attualmente i tempi per il vaglio delle domande di richiesta o rinnovo del permesso di soggiorno presso gli uffici competenti della Sezione Stranieri della Questura di Milano vanno da un minimo di 7 mesi ad un massimo di 2 anni, anche per i richiedenti incensurati e in possesso di regolare contratto di lavoro, quando la legge prevede che in caso di atto amministrativo sia dovuta una risposta entro e non oltre 20 giorni a partire dall’accettazione della domanda; CONSIDERATO CHE • il documento attestante la regolarità del permesso del soggiorno in Italia è condizione essenziale per potere avere un tenore di vita compatibile con i livelli minimi richiesti dalla dignità umana e che senza un permesso di soggiorno o con il solo cedolino attestante l’avvenuta richiesta di rinnovo non è possibile acquistare/affittare una casa, aprire un conto bancario o postale, accendere un mutuo, lasciare il territorio italiano, ottenere una nuova regolare assunzione; 77 CONSIDERATO INOLTRE CHE • l’esperienza già avviata in province come Brescia, Como o Reggio Emilia, che ha visto la collaborazione di Questura, Provincia e Comune, dimostra che l’azione amministrativa può essere resa più rapida da un buon coordinamento tra amministrazioni pubbliche; • anche in provincia di Milano è stata rilevata una prima disponibilità di un rilevante numero di amministrazioni comunali a collaborare nella fase iniziale (raccolta delle istanze) della procedura amministrativa di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno; IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E LA GIUNTA A • intraprendere un’immediata azione politica allo scopo di sollecitare il Governo, il Presidente del Consiglio ed il Ministro dell’Interno al fine di trovare una rapida soluzione a questa insostenibile situazione di disagio; • attivare un tavolo di consultazione con tutte le autorità competenti, perché anche nella provincia di Milano si avvii la sperimentazione di cui sopra al fine di produrre uno snellimento delle procedure e una riduzione dei disagi, almeno per quanto riguarda: a) rinnovo del permesso di soggiorno; b) richiesta della Carta di soggiorno; c) domanda di nulla osta al ricongiungimento familiare; • svolgere un’azione politica nei confronti del Governo per ottenere: a) l’aumento della validità del permesso di soggiorno, arrivando a due anni per tutti; b) la consegna di un permesso di soggiorno provvisorio per la durata dello svolgimento delle pratiche di rinnovo; • sollecitare, agendo anche attraverso i gruppi parlamentari nazionali, la modifica della legge 189 del 30 luglio 2002, per porre in capo agli enti locali le prerogative attinenti le procedure per il rinnovo del permesso di soggiorno. Durante il dibattito si assentano i Consiglieri Casati, Clerici, Esposito, Frassinetti, Grimoldi e Malinverno. (Presenti 27) Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico; terminate le operazioni di voto, dichiara approvato l’ordine del giorno con ventisei voti a favore e uno contrario (Consigliere Zanello). Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione. 78 Dopodiché, alle ore 01.15 del 26 novembre 2004, il Presidente del Consiglio toglie la seduta e significa che il Consiglio è convocato per il giorno 2 dicembre 2004. Del che si è redatto il presente verbale che viene come in appresso sottoscritto. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (Vincenzo Ortolina) IL SEGRETARIO GENERALE (Antonino Princiotta) 79