HABEMVS PAPAM
Frati della Corda
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Maggio 2005
ELEZIONE DI PAPA BENEDETTO XVI
Gerusalemme, martedì 19 aprile 2005
Prot. B-0210/05
A tutti i religiosi della Terra Santa
————————————————————
Carissimi Confratelli,
Habemus Papam!
Oggi, martedì 19 aprile 2005, la Chiesa esulta per l’elezione alla Cattedra di San Pietro di Sua Eminenza
Reverendissima Joseph RATZINGER che prende il nome di Papa BENEDETTO XVI.
La nostra gioia di questo momento si unisce a quella di tutti i cristiani e di tutti gli uomini di buona volontà e
diventa ringraziamento a Dio, fattosi uomo in Gesù di Nazareth, che oggi ci dona il 265mo successore dell’Apostolo
Pietro di Cafarnao a cui ha affidato la Sua Chiesa.
Da questa Terra Santa eleviamo a Dio la nostra devota preghiera perché il neo-eletto Pontefice possa condurre
la barca della Chiesa nella docile accoglienza del soffio dello Spirito.
Fraternamente.
fra Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custode di Terra Santa
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
Frati della Corda
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Maggio 2005
MESSA DI AZIONE DI GRAZIE AL SANTO SEPOLCRO
Invito agli Ordinari Cattolici
Gerusalemme, mercoledì 19 aprile 2005
Prot. B-0219/05
S.B. il Patriarca Michel SABBAH
Loro Eccellenze Reverendissime
Mons. Pietro SAMBI, Delegato Apostolico,
Mons. Georges HADDAD
Mons. Boutros MOUALLEM
Mons. Paul Nabil SAYYAH
Mons. Sélim SAYEGH
Mons. Kamal BATHISH
Mons. Boulos Giacinto MARCUZZO
Mons. Jean-Baptiste GOURION, OSB
Mons. Boutros MELKI
Mons. Kevork KHAZZOUMIAN
Archimandrita Mtanios HADDAD
M.R.P. Pierbattista PIZZABALLA, OFM
R.P. Paul COLLIN
Loro Sedi
——————————————Eccellenza Reverendissima,
insieme a tutti cristiani partecipiamo alla gioia per l’elezione del Cardinale Joseph
RATZINGER a Papa BENEDETTO XVI: il breve spazio di tempo che ci separa dalla commozione per la morte di Papa
GIOVANNI PAOLO II, ci stimola a riprendere con rinnovato impegno il cammino di testimonianza in questa Terra
Santa.
La invito a voler prendere parte
alla Solenne Eucaristia di azione di grazie per il neo-eletto Pontefice
che sarà presieduta da S.B. Mons Michel SABBAH, Patriarca latino di Gerusalemme
venerdì 22 aprile 2005, alle ore 10.30 nella basilica della Risurrezione.
Su richiesta imperativa delle Comunità orientali presenti al Santo Sepolcro e secondo lo Statu Quo, si può
concelebrare rivestiti dei soli paramenti latini. Gli Ordinari sono perciò pregati di comunicare in segreteria
custodiale se assisteranno alla Santa Messa con i propri abiti talari oppure se desiderano concelebrare.
Ci si ritroverà direttamente al Santo Sepolcro alle ore 10.15 oppure in Patriarcato Latino da dove inizierà, alle
ore 10.15, la Solenne Processione verso il Santo Sepolcro.
Fraternamente,
fra Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custode di Terra Santa
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
Frati della Corda
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Maggio 2005
Invito dei Patriarchi non cattolici
Jerusalem, Wednesday, 20 April 2005
Prot. B-0211/05
Prot. B-0212/05
His Beatitude
IRENEOS I
Greek Orthodox Patriarch,
Greek Orthodox Patriarchate of Jerusalem.
——————————————-
His Beatitude
Archbishop Torkom MANOOGIAN
Armenian Patriarch,
Armenian Patriarchate of Jerusalem
——————————————————-
Your Beatitude,
It is with great joy that we announce to Your Beatitude the election of His Eminence Joseph RATZINGER, Archbishop
Emeritus of Munich and Freising, dean of the College of Cardinals, as new Bishop of Rome, with the name of
BENEDICTUS XVI.
We firmly believe that His Holiness will follow the footsteps of His Predecessors, who opened a new era in the
Church, marked by their striving in favour of international justice and of the unity of the Christian Church. We are
confident that he will carry on the work already begun.
On the occasion of accession of His Holiness BENEDICTUS XVI to the Papal See, H.B. Mgr Michel SABBAH,
Latin Patriarch of Jerusalem, will officiate at the Pontifical Mass in the Church of the Holy Sepulchre, on Friday,
the 22nd of April 2005 at 10.30 a.m.
This celebration will take place according to the Status Quo.
I take the opportunity to express to Your Beatitude our sincere respects and brotherly love in Christ.
Your Beatitude’s most respectfully
Fr. Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custos of the Holy Land
Fr. Stéphane MILOVITCH OFM
General Secretary of the Custody
——————————————
R.S.V.P.
Tel.
6266.595
Fax
628.47.17
Email [email protected]
Frati della Corda
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Maggio 2005
Avviso generale
Gerusalemme, mercoledì 19 aprile 2005
Prot. B-0220/05
A tutti i frati e fedeli delle nostre comunità
—————————————————————————Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
insieme a tutti cristiani partecipiamo alla gioia per l’elezione del Cardinale Joseph RATZINGER a Papa BENEDETTO
XVI: il breve spazio di tempo che ci separa dalla commozione per la morte di Papa GIOVANNI PAOLO II, ci stimola
a riprendere con rinnovato impegno il cammino di testimonianza in questa Terra Santa.
* Tutti i fedeli sono invitati a partecipare alla Solenne Eucaristia di azione di grazie per il neo-eletto Pontefice
che sarà presieduta al Santo Sepolcro da S.B. Mons MichelSABBAH, Patriarca latino di Gerusalemme venerdì 22
aprile 2005, alle ore 10.30.
* Inoltre, il Rev.mo Padre Custode e il parroco di Gerusalemme invitano le comunità religiose e i fedeli a
partecipare alla Messa Solenne che verrà celebrata nella Chiesa Parrocchiale di San Salvatore - domenica 24
aprile 2005 alle ore 9.00.
Fraternamente.
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
Celebrazione al Sepolcro
Venerdì 22 aprile, alle ore 10,30, la comunità cristiana di Gerusalemme si è riunita al Santo Sepolcro attorno ai
suoi Pastori per celebrare un’eucaristia di ringraziamento per l’elezione di papa BENEDETTO XVI. L’assemblea
degli Ordinari di Terra Santa era presente al completo con il Patriarca Latino, che ha presieduto la celebrazione, e
il Custode dei Luoghi Santi. Numerose delegazioni delle chiese ortodosse, armena, siriana, copta, ed etiope hanno
assistito alla liturgia. Così pure hanno partecipato i consoli generali delle nazioni cristiane. Il Nunzio apostolico,
Mons. Pietro SAMBI, pronunciando l’omelia ha ricordato quali sono le priorità del nuovo pontefice.
L’Ufficio liturgico della Custodia ha curato la
pubblicazione di un libretto (come aveva già fatto in
occasione della messa in memoria del defunto papa
GIOVANNI PAOLO II) che conteneva le letture e i canti della
messa in sette differenti lingue, favorendo così la
partecipazione di ognuno.
Dio che nel suo disegno saggio ha edificato la sua
Chiesa sulla roccia di Pietro guarderà e sosterrà il Papa
Benedetto nella sua missione di fondamento dell’unità
nella fede e della comunione nella carità.
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Maggio 2005
Omelia della Celebrazione
Omelia di Sua Eccellenza Mons Pietro SAMBI, Nunzio e Delegato Apostolico durante la messa di azione di
grazie concelebrata al Santo Sepolcro per l’elezione di S.S. BENEDETTO XVI il 22 aprile 2005.
“In the joy of the resurrected Lord, trustful of his permanent help, we go ahead, sure that God will help. And
Mary, his most beloved Mother, stands on our side”.
With these words the new Pope, His Holiness BENEDICT XVI, “a simple, humble worker in God’s vineyard”,
presented himself to the faithful of Rome, to the Church and to humanity.
He added: “I am consoled by the fact that the Lord knows how to work and how to act, even with insufficient
tools. I especially trust in your prayers”.
For this, the Mother Church of Jerusalem is gathered this morning in prayer in front of the empty tomb of the
Risen Lord.
We thank God for giving his Church a new Pope: “Oh Lord, you are the eternal shepherd who never leaves his
flock untended, but leads it throughout time, under the guidance of those whom you have chosen as vicars of your
Son and made pastors”.
We invoke the Holy Spirit on him: “Give Him the Spirit of wisdom and understanding, the spirit of right
judgment and courage, the spirit of knowledge and reverence. Fill him with the spirit of wonder and awe in your
presence”… look upon our Pope BENEDICT, by you constituted successor of Peter and grant him to be before your
people a lasting and visible source and foundation of the unity both of faith and of communion”.
BENEDICT XVI had always a great devotion and admiration for St. Benedict of Norcia, the father of monasticism
in Europe and of the European Christian Civilization. Speaking about him, sometime before becoming Pope, he
said: “We need peoples, whose intelligence is enlighten by the light of God and to whom God has open the heart,
so that their intelligence can speak to the intelligence of the others, and their heart can open the heart of the
others”.
The new Pope expressed his will to be in line with Pope JOHN PAUL II when saying: “It seems I can feel his
strong hand squeezing mine; I seem to see his smiling eyes and listen to his words, addressed to me especially at
this moment: Do not be afraid! He leaves us a Church that is more courageous, free, younger. A Church that,
according to this teaching and example, looks with serenity to the past and is not afraid of the future!”
Since the first hours of his Pontificate, BENEDICT XVI made a strong profession of faith in Jesus Christ: “It is to
Christ in the first place that I renew my total and trustworthy adhesion: In te, Domine, speravi: non confundar in
æternum”.
I have been thinking in these hours about what happened in the region of Caesarea of Philippi two thousand
years ago: I seem to hear the word of Peter: ‘You are Christ, the Son of the living God,’ and the solemn affirmation
of the Lord: ‘You are Peter and on this rock I will build my Church…I will give you the keys of the kingdom of
heaven’.
“You are Christ! You are Peter! It seems I am living this very Gospel scene; I, the Successor of Peter, repeat
with trepidation the anxious words of the fisherman from Galilee and I listen again with intimate emotion to the
reassuring promise of the divine Master. If the weight of the responsibility that now lies on my poor shoulders is
enormous the divine power on which I can count is surely immeasurable: ‘You are Peter and on this rock I will
build my Church’ Electing me as the Bishop of Rome, the Lord wanted me as his Vicar, he wished me to be the
‘rock’ upon which everyone may rest with confidence. The Successor of Peter, repeat with trepidation the anxious
words of the fisherman from Galilee and I listen again with intimate emotion to the reassuring promise of the
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divine Master enormous,. I ask him to make up for the poverty
of my strength, that I may be a courageous and faithful pastor
of His flock, always docile to the inspirations of His Spirit.
The new Pope will be guided in his mission by the teaching
of the Council Vatican II:
“I too as I start in the service that is proper to the Successor
of Peter, wish to affirm with force my decided will to pursue
the commitment to enact Vatican Council II, in the wake of
my predecessors and in faithful continuity with the millenniaold tradition of the Church. Precisely this year is the 40th
anniversary of the conclusion of this conciliar assembly (December 8, 1965). With the passing of time, the conciliar
documents have not lost their timeliness; their teachings have shown themselves to be especially pertinent to the
new exigencies of the Church and the present globalized society”.
BENEDICT XVI considers particularly meaningful the fact that he has been elected in the year dedicated to the
Eucharist.
“How can I not see in this providential coincidence an element that must mark the ministry to which I have
been called? The Eucharist, the heart of Christian life and the source of the evangelising mission of the Church,
cannot but be the permanent centre and the source of the petrine service entrusted to me.
The Eucharist makes the Risen Christ constantly present; Christ Who continues to give Himself to us, calling
us to participate in the banquet of His Body and His Blood. From this full communion with Him comes every other
element of the life of the Church, in the first place the communion among the faithful, the commitment to proclaim
and give witness to the Gospel, the ardour of charity towards all, especially towards the poor and the smallest.
In this year, therefore, the Solemnity of Corpus Christ must be celebrated in a particularly special way. The
Eucharist will be at the centre, in August, of World Youth Day in Cologne and in October, of ordinary Assembly of
the Synod of Bishops which will take place on the theme “The Eucharist, Source and Summit of the Life and
Mission of the Church.” I ask everyone to intensify in coming months love and devotion to the Eucharistic Jesus
and to express in courageous and clear way the real presence of the Lord, above all through the solemnity and the
correctness of the celebrations.
I ask this in a special way of priests, about whom I am thinking in this moment with great affection. The priestly
ministry was born in the Cenacle, together with the Eucharist as my venerated predecessor John Paul II underlined
so many times. ‘The priestly life must have in a special way a ‘Eucharistic form ‘, he wrote in his last Letter for
Holy Thursday. The devout daily celebration of Holy Mass, the centre of the life and mission of every priest,
contributes to this end.
Nourished and sustained by the Eucharist, Catholics cannot but feel stimulated to tend towards that full unity
for which Christ hoped in the Cenacle. Peter’s Successor knows that he must take on this supreme desire of the
Divine Master in particularly special way. To Him, indeed, has been entrusted the duty of strengthening his brethren.”
The reconstitution of the full and visible unity of all Christ’s followers is felt by the new Pope as one of his most
important duties:
“Thus, in full awareness and at the beginning of this ministry in the Church of Rome that Peter bathed with his
blood, the current Successor assumes as his primary commitment that of working tirelessly towards the
reconstitution of the full and visible unity of all Christ’s followers. This is his ambition, this is his compelling
duty. He is aware that to do so, expressions of good feelings are not enough. Concrete gestures are required to
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penetrate souls and move consciences, encouraging everyone to that interior conversion which is the basis for all
progress on the road of ecumenism.
Theological dialogue is necessary. A profound examination of the historical reasons behind past choices is also
indispensable. But even more urgent is that ‘purification of memory’, which was so often evoked by JOHN PAUL II,
and which alone can dispose souls to welcome the full truth of Christ. It is before Him, supreme Judge of all living
things, that each of us must stand, in the awareness that one day we must explain to Him what we did and what we
did not do for the great good that is the full and visible unity of all His disciples.
The current Successor of Peter feels himself to be personally implicated in this question and disposed to do all
in his power to promote the fundamental cause of ecumenism. In the wake of his predecessors, he is fully determined
to cultivate that may seem appropriate to promote contact and agreement with representatives from the various
Churches and ecclesial communities. Indeed, on this occasion too, he sends them his most cordial greetings in
Christ, the one Lord of all.
The interreligious dialogue, the dialogue among different civilizations and the peace for humanity will be
among the priorities of BENEDICT XVI: “I address myself to everyone, even to those who follow other religions or
who are simply seeking an answer to the fundamental questions of life and have not yet found it. I address everyone
with simplicity and affection, to assure them that the Church wants to continue to build and open sincere dialogue
with them, in a search for the true good of mankind and of society.
From God I invoke unity and peace for the human family and declare the willingness of all Catholics to cooperate
for true social development, one that respects the dignity of all human beings.
I will make every effort and dedicate myself to pursuing the promising dialogue that my predecessor began
with various civilizations, because it is mutual understanding that gives rise to conditions for a better future for
everyone.
And addressing the youth he said:
“I am particularly thinking of young people. To them, the privileged interlocutors of JOHN PAUL II, I send an
affectionate embrace in the hope, God willing, of meeting them at Cologne on the occasion of the next World
Youth day. With you, dear young people, I will continue to maintain a dialogue, listening to your expectations in
an attempt to help you meet ever more profoundly the living, ever young Christ.
But the priority of priorities of Pope BENEDICT XVI is Jesus Christ, his blessed Mother Mary, the Apostles, the
Church and her mission on earth among mankind:
“The Church today must revive within herself an awareness of the task to present the world again with the
voice of the One Who said: ‘I am the light of the world; he who follows me will not walk in darkness but will have
the light of life’. In undertaking his ministry, the new Pope knows that his task is to bring the light of Christ to
shine before the men and women of today: not his own light but that of Christ.
“Like Peter, I too renew to Him my unconditional promise of faithfulness. He alone I intend to serve as I
dedicate myself to the service of His Church.
“In support of this promise, I invoke the maternal intercession of Mary Most Holy, in whose hands I place the
present and the future of my person and of the Church. May the Holy Apostles Peter and Paul, and all the saints,
also intercede.
In the field of the Lord, in which JOHN PAUL II worked so eagerly, may Pope Benedict XVI and all of us with
him, plant trees of unshakable faith and ardent charity, under whose shade may rest today’s man who is confused
and disoriented. May he find again hope for life, salvation and peace.
† Pietro SAMBI
Frati della Corda
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Maggio 2005
Messa di azione di grazie a San Salvatore
Domenica 24 Aprile, nello stesso giorno in cui a Roma
in San Pietro si è tenuta la Messa di insediamento del
neoeletto Papa BENEDETTO XVI, la fraternità francescana
di Gerusalemme e la parrocchia latina di San Salvatore
hanno voluto ringraziare il Signore per il dono del nuovo
Papa con la celebrazione di una solenne Eucaristia.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal
Rev.mo Custode di Terra Santa, P. Pierbattista
PIZZABALLA. Erano anche presenti il Parroco, il Vicario
custodiale, il Guardiano della fraternità di San Salvatore,
il Decano della Flagellazione e altri sacerdoti convenuti
per l’occasione.
Prima dell’omelia del Parroco, il Custode ha espresso
un pensiero sul Vangelo del giorno e sulla figura di
BENEDETTO XVI che ha sempre sottolineato l’importanza
di ancorare la vita e l’opera di ogni uomo a Gesù Cristo,
l’unico capace di rivelare pienamente Dio e di dare senso
alla vita dell’uomo.
Frati della Corda
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Maggio 2005
Intenzione di Messa
Gerusalemme, giovedì 21 aprile 2005
Prot. B-0222/05
A tutti i Sacerdoti francescani della Custodia
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Carissimi confratelli,
Domenica 24 aprile, alle ore 10, il Papa BENEDETTO XVI presiederà l’Eucaristia di solenne inizio del suo
pontificato. Con la presente, invito tutti ad unirsi a lui nella preghiera e chiedo che
in tutte le Chiese della Custodia, ad eccezione delle messe parrocchiali,
domenica 24 aprile 2005
ogni sacerdote celebri la Santa Messa
per le intenzioni del Santo Padre.
Chi ha iniziato un corso gregoriano celebrerà questa messa al termine del corso.
Queste messe andranno firmate nel registro Pro Benefactoribus con l’annotazione Pro Papa Benedicto XVI.
Fraternamente.
fra Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custode di Terra Santa
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
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Maggio 2005
Auguri degli Ordinari di Terra Santa al neo eletto
No.: 4/20-1/05
Jérusalem, 21.4.2005
Très Saint-Père,
En mon nom propre et au nom de tous les membres de l’Assemblée des Ordinaires Catholiques de Terre Sainte,
je voudrais vous exprimer nos félicitations et nos vœux les meilleurs pour votre élection comme Chef et Pasteur de
l’Eglise. Sur les Lieux Saints du mystère de la Rédemption, avec tous nos fidèles, nos prêtres, nos religieux et
religieuses, nous avons accompagné les derniers moments de notre Saint-Père le Pape Jean-Paul II, ses funérailles,
témoignage de foi pour l’Eglise et pour l’humanité, et le conclave qui s’est terminé par votre élection. Dans tous
nos sanctuaires, dans nos paroisses et nos maisons religieuses, nous continuerons à vous accompagner de nos
prières afin que Dieu vous accorde les grâces nécessaires pour accomplir la mission qu’il vous a confiée.
Priez pour nous aussi, Très Saint-Père. Dans cette terre nous sommes un petit troupeau, témoins de Jésus dans
sa terre, et nous accompagnons de nos prières et de notre vie quotidienne nos deux peuples, palestinien et israélien,
dans leur conflit et dans leur recherche encore difficile de la justice et de la paix. Pour cela particulièrement nous
demandons votre prière et votre bénédiction, pour toute notre terre, pour toute l’Eglise de Jérusalem, et pour tous
nos diocèses en Jordanie, Palestine, Israël et Chypre.
Veuillez agréer, Très Saint-Père, l’expression de notre filiale dévotion et de notre foi en Jésus-Christ et en son
successeur.
+ Michel SABBAH, Patriarche Latin de Jérusalem, Président
+ George HADDAD, Administrateur Apostolique Grec-Melkite Catholique d’Akka
+ George EL-MURR, Archevêque Grec- Melkite Catholique de Pétra et Philadelphie, Amman
+ Paul SAYYAH, Archevêque Maronite de Haifa et Terre Sainte, Exarque Patriarcal Maronite de Jérusalem, et
Jordanie
+ Sélim SAYEGH, Vicaire Patriarcal Latin pour la Jordanie
+ Giacinto-Boulos MARCUZZO, Vicaire Patriarcal Latin pour Israël
+ Kamal BATHISH, Vicaire Patriarcal Général Latin, Jérusalem
+ Kévork KHAZOUMIAN, Exarque Patriarcal Arménien Catholique de Jérusalem et Amman
+ Pierre MELKI, Exarque Patriarcal Syrien-catholique de Jérusalem et Jordanie
+ Jean-Baptiste GOURION, Evêque Auxiliaire pour la Communauté d’Expression Hébraïque
P. Pierbattista PIZZABALLA, OFM, Custode di Terre Sainte
Archimandrite Mtanios HADDAD, Exarque Patriarcal Grec- Melkite Catholique de Jérusalem
P. Paul COLLIN, Exarque patriarcal chaldéen catholique
Frati della Corda
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Maggio 2005
Auguri della Custodia al neo eletto
Gerusalemme, lunedì 2 maggio 2005
Prot. B-0245/05
Sua Santità
BENEDETTO XVI
00181 Città del Vaticano
——————————————-
Santo Padre,
Mentre eleviamo a Dio il nostro grazie per l’elezione del nuovo Papa, ci permettiamo, Santo Padre, di esprimere
a Lei personalmente la nostra affettuosa, filiale devozione, il sincero augurio di “pace e bene”, l’assicurazione
della nostra costante preghiera per le Sue intenzioni e – come Ella ha chiesto – per sostenere il Suo Ministero a
servizio e guida della Chiesa.
Grazie per questo nome che ci richiama anche al valore e significato della vita religiosa e ci ricorda l’importanza
di attingere sempre e di nuovo alle fonti della nostra vocazione, al cuore della quale sta la nostra presenza in questa
Terra. Sappiamo e crediamo che l’amore per la Terra Santa sta anche nel cuore del Papa, Vicario di Cristo e
successore di Pietro. I loro passi hanno camminato per queste strade, e questi Luoghi Santi ne conservano la
memoria, diventando “sacramento” di rinnovamento e di pace per tanti pellegrini.
È necessario amarla molto, questa Terra, per capirne le contraddizioni e la bellezza: per questo contiamo sul
Suo cuore di Padre, sulla Sua sollecitudine di Capo degli Apostoli. E desideriamo dirLe che l’aspettiamo a
Gerusalemme, confidando che la semplicità e l’umiltà del Pastore abbatta i muri e apra un orizzonte di giustizia e
di pace.
Benedica questa terra e ci benedica, caro Papa BENEDETTO. Con tutto il nostro affetto.
fra Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custode di Terra Santa
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
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Maggio 2005
RASSEGNA STAMPA
“La nostra speranza è già certezza: sarà un Papa costruttore di ponti, profeta di pace per la Terrasanta”
dice a Fides il Custode francescano di Terrasanta, p. Pierbattista PIZZABALLA, OFM
“Non è solo una speranza ma una certezza: il pontefice BENEDETTO XVI sarà un Papa costruttore di ponti,
profeta di pace per la Terra Santa”, lo ha detto a Fides il Custode francescano di Terra Santa, padre Pierbattista
PIZZABALLA, OFM. “All’improvviso le campane di tutti i santuari cristiani, cattolici e ortodossi, hanno suonato a
festa”, racconta il Custode a Fides. “Ero fuori e ho compreso che era accaduto qualcosa di speciale: era l’elezione
del nuovo Papa. Siamo molto felici, tutta la comunità cristiana è in festa. Certo, c’è stata subito qualche apprensione
negli ambienti israeliani: alcuni giornalisti mi hanno chiamato chiedendomi se un Papa tedesco potrà cambiare
l’atteggiamento della Santa Sede verso Israele. Ho risposto tranquillizzandoli: Papa RATZINGER agirà in continuità
con il suo predecessore e sarà anch’egli artefice della pace. Da parte mia sono certo che BENEDETTO XVI dimostrerà
l’attenzione, la vicinanza e la premura della Chiesa e della Santa Sede verso la Terrasanta. So che pronuncerà
parole di pace e costruirà ponti di riconciliazione”.
PA - Agenzia Fides
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Maggio 2005
DALLA CURIA CUSTODIALE
DIMISSIONE DALL’ORDINE
Gerusalemme, giovedì 21 aprile 2005
Prot. B-0226/05
D I C H IARAZ I O N E
———————————————————
Oggi, 21 aprile 2005, nel Congresso Discretoriale radunato a San Salvatore, il Custode di Terra Santa con il suo
Discretorio dichiarano, ai sensi del can. 694 e di CCGGOFM art. 258 che il R.P. Georges JALLOUF OFM risulta
ipso facto dimesso dall’Ordine dei Frati Minori per aver abbandonato la fede cattolica.
Si dà ordine a chi di dovere presso la Curia Custodiale di curare le notificazioni e le informazioni richieste da
CCGGOFM art. 258.
fra Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custode di Terra Santa
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
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Maggio 2005
CORREZIONI ALLO SCHEMATISMO
Oltre al commissario già elencato per l’Austria, si prega di notare il seguente nome:
R.P. Florenz GRAF OFM
Gilmstraße 1 – Postfach 11
6130 Schwaz - AUSTRIA
Telefono: +43.5242 64460
Fax:
+43.5242 64460-4
E-mail:
[email protected]
Nello Schematismo, sotto la voce GIRGIS Raimondo, si deve aggiungere Dottore in Diritto Canonico Orientale.
TRASFERIMENTO E INCARICO
Il Discretorio radunato a San Salvatore il 21 aprile ha stabilito quanto segue:
Fra Pierre RICHA viene trasferito presso il Seminario di San Salvatore
Fra Beda AN viene nominato Assistente spirituale dei pellegrini.
SORELLA MORTE
Fra Umberto (Alberto) BERTIZZOLO OFM
< Enego (Italia) 21 ottobre 1908
† San Michele in Isola (Italia) 14 aprile 2005
Provincia di Sant’Antonio di Padova (Italia)
Cari Confratelli,
ci giunge notizia del decesso del nostro confratello
fra Umberto. Riferiamo quanto ci scrivono dalla
Provincia.
Aveva 15 anni quando Alberto BERTIZZOLO chiese di essere accolto nel Probandato Antoniano di Lonigo: “Vieni
e seguimi. Intesi questa voce dal fondo del cuore che mi chiamava, ed io non sapendo che cosa volesse dire
aspettai ansioso qualche cosa di più chiaro. Quando per caso scorgendo un frate intesi di nuovo questa voce che
mi ripeteva: segui quel figlio di San Francesco e così seguirai me. Ed eccomi qui...” Compì l’anno di noviziato a
San Pancrazio di Barbarano, dove emise anche la professione temporanea il 18 settembre 1928. II desiderio di
seguire Cristo, per essere tra i suoi amici, tra gli intimi con i quali Cristo spezza il pane, lo portò a consacrare a
Dio e ai fratelli la propria vita con la professione solenne che emise a San Bernardino il 18 ottobre 1931. Cinque
anni dopo, il 30 agosto 1936, fu ordinato sacerdote a San Francesco della Vigna.
La vocazione e il ministero condussero fra Umberto a testimoniare il vangelo e l’amore di Cristo in varie parti
del mondo. Terminati gli studi, partì missionario per l’Abissinia e visse con un prete indigeno cattolico. Fu
insegnante in una scuola da lui fondata a Addis Abeba e, più volte riuscì ad ottenere indumenti, coperte e farina,
a favore dei suoi allievi che vivevano nell’indigenza. Impegnato poi nel servizio di cappellano militare, trascorse
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alcuni anni in campo di prigionia in India e Inghilterra. Dopo questa esperienza di sofferenza visse per oltre
trent’anni a servizio della Custodia di Terra Santa, in Palestina (1947-1948 e 1977-1980), in Egitto (1948-1960
e 1970-1977) e a Cipro (1960-1970). Rientrato in Provincia dimorò a San Vito al Tagliamento dal 1981 al 1983 e
poi, per quasi vent’anni, svolse il suo ministero a San Michele in Isola, dove seppe creare attorno a sè un clima di
serenità e di simpatia. In questi molteplici servizi dimostrò carattere forte e determinato, leale e generoso, fedele
e preciso. Il suo ministero di confessore e direttore spirituale fu apprezzato e ricercato.
Fra Umberto si è nutrito del pane vivo e questo stesso pane vivo ha offerto nel suo lungo ministero sacerdotale
e attraverso il suo instancabile servizio ai fratelli.
La fiducia che accompagna la sua vita lo ha sostenuto in questi ultimi anni fino all’incontro con sorel1a morte.
Ora, a conclusione della sua lunga giornata, il Signore lo accoglie quale servo buono e fedele: “Se qualcuno
ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). È sepolto a
Saccolongo.
Fra Umberto aveva 97 anni di età, 77 di professione, 69 di sacerdozio, 33 di servizio. Gli convengono in
suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e
facciano 3 Via Crucis*. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con
sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori
che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 23 aprile 2005
fra Stéphane MILOVITCH, OFM
Segretario di Terra Santa
*
Al Capitolo custodiale del 2001 fu presentata la richiesta di non rendere obbligatoria la pratica della Via Crucis in suffragio dei confratelli
defunti. Il Capitolo custodiale non accettò la richiesta. Tuttavia delegò il P. Custode a poter esentare, in tutto o in parte, da questo pio esercizio, quei
religiosi che ne facessero richiesta.
Signora Rosina LEONE PAPPALARDO
† Biancavilla (Italia) 23 aprile 2005
Riposi in Pace. Amen
Cari confratelli,
apprendiamo che in patria ha lasciato questo mondo per entrare nella Vita Eterna la signora Rosina LEONE
PAPPALARDO, madre di fra Carmelo PAPPALARDO.
Mentre porgiamo al nostro confratello e ai suoi familiari le nostre fraterne condoglianze, eleviamo la nostra
preghiera di suffragio.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa si celebri una Santa Messa per la defunta.
San Salvatore, 23 aprile 2005
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
Frati della Corda
17
Maggio 2005
Fra Paolino CELLI OFM
Martedì 29 marzo. “Dopo la Santa Messa in Basilica, hanno dato 1’avviso che è morto fra Paolino”. Sono le
prime parole che mi vengono dette da suor Renita quando rientro in convento dopo essere stato a celebrare la
Santa Messa all’ospedale italiano. Nell’archivio della mia memoria ritrovo le ultime annotazioni che lo riguardano:
fra Paolino è rientrato in Italia per un breve periodo. Sta facendo la chemioterapia per cercare di contrastare un
cancro che però non vuol saperne di andarsene. Pur in mezzo a tutta questa intima sofferenza, fra Paolino vuole
andare a casa per salutare ancora una volta, 1’ultima, i familiari e gli amici. Nell’archivio ritrovo altri fogli con
qualche appunto che cerco di trascrivere. Nei primi giorni di maggio dell’anno 2003 sono venuto qui a Nazareth
per una settimana. I miei superiori avevano deciso di mandarmi in Terra Santa e questo periodo mi sarebbe servito
per incominciare ad abituarmi al clima. La Provvidenza aveva anche organizzato le cose per farmi un piccolo
regalo: proprio in quella settimana cadeva il 15mo anniversario della mia ordinazione sacerdotale e il fatto di
celebrarlo a Nazareth mi dava un po’ il gusto spirituale di sentirmi invitato dalla Sacra Famiglia a prendere un té.
Per questo ogni giorno ho compiuto il pellegrinaggio dal convento alla basilica dell’Annunciazione. La particolare
situazione politica di quei giorni faceva si che i pellegrini e i turisti non fossero molto numerosi e cosí nella chiesa
inferiore, complice il silenzio, sperimentavo 1’intimità del mistero dell’Incarnazione. Cercavo di immaginarmi
come poteva essere la vita per Gesù, Giuseppe e Maria, ma poi lasciavo 1’immaginazione e tornavo alla realtà:
Gesù è presente nel SS. Sacramento e dove c’è lui, c’e anche Maria e Giuseppe. II tè era ottimo: 1’acqua è quella
presa dalla fonte che zampilla per la vita eterna e 1’infuso è fatto con i doni dello Spirito Santo...
Fra Paolino 1’ho conosciuto durante quante visite. Ricopriva il ruolo di sacrestano, ma forse gli si addiceva di
più il titolo di maggiordomo. Aveva un’andatura claudicante perché una gamba era più lunga dell’altra, ma 1’anima
si muoveva agilmente e comunicava una serenità con radici profonde. Avrei trovato conferma a queste intuizioni
grazie alle parole del Padre Custode che, durante 1’omelia, ha raccontato che fra Paolino desiderava essere sacerdote,
ma che vi dovette rinunciare proprio a causa di questo difetto fisico. Invece che lasciarsi infettare dall’amarezza,
scoprí che il Signore lo chiamava ad un servizio diverso e la testimonianza di Padre Pierbattista è chiara: Per noi
piccoli seminaristi fu come un padre. Questo stile 1’ho in qualche modo gustato anch’io: il giorno prima di
rientrare in Italia durante quella settimana di maggio, andai a salutarlo e gli dissi che ci saremmo rivisti presto
perché di lí a poco (28 luglio) avrei risieduto nel nostro convento di Nazareth. Lui, raggiante, mi rivolse queste
parole: Venga, venga! L’aspettiamo. La Terra Santa a bisogno anche di lei!. Da allora ci siamo incontrati tante
altre volte e ci siamo scambiati le confidenze spirituali quali potrebbero farsi due pellegrini che viaggiano fra il
cielo e la terra.
Mercoledì 30 marzo. Davanti alla morte, la tentazione e sempre quella di mettere la parola fine a tutto. Ma è
davvero tutto finito? Sembrerebbe di no. Infatti, terminata la Santa Messa delle esequie è stato messo il coperchio
alla bara e si e formato il corteo funebre; proprio quando la salma e giunta presso il luogo dove mi trovavo per dare
un ultimo saluto e per recitare ancora una preghiera di suffragio, la processione si è fermata e ho avuto come
l’impressione di ascoltare fra Paolino sussurrarmi: Venga, venga! L’aspettiamo. II Paradiso ha bisogno anche di
lei! Ho sorriso della mia immaginazione, ma certe volte, all’improvviso, sono assalito dal dubbio che non si
trattasse solo di un volo di fantasia e allora torno con la memoria al momento in cui, salutando fra Paolino prima
di tornare momentaneamente in Italia, lo rassicurai del mio grande desiderio di voler dare soddisfazione al suo
invito e gli dissi parole semplici come se fossero una firma apposta ad un patto spirituale che non è venuto meno
con la sua morte: Certamente, fra Paolino. A presto!
Padre Damiano, Padre di Betharram - Nazareth
Frati della Corda
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Maggio 2005
ESERCIZI SPIRITUALI ANNUALI E INCONTRI DI FORMAZIONE PERMANENTE
Durante la riunione che il Padre Custode ha avuto con il Consiglio per la Formazione Permanente l’11 aprile
2005, è stato deciso di fissare gli appuntamenti per gli esercizi spirituali annuali e gli incontri di formazione
permanente, in modo che tutti possano prendere nota di questi appuntamenti in anticipo. Il programma che è stato
fissato è il seguente:
Esercizi Spirituali Annuali
1) Per i Frati in lingua inglese, dal 12 al 17 settembre 2005, al Monte Tabor [Predicatore P. Raphael BONANNO
OFM – Coordinatore P. Athanasius MACORA OFM].
2) Per gli Studenti, dal 18 al 24 settembre 2005, al Monte Tabor [Predicatore Rev.mo Padre Custode –
Coordinatore fra Nicolás MARQUEZ OFM].
3) Per i Frati in lingua italiana, dal 10 al 15 ottobre 2005, al Monte Tabor [Predicatore P. Marcello GHIRLANDO
OFM – Coordinatore P. Noel MUSCAT OFM].
4) Per i Frati in lingua italiana, dal 17 al 22 ottobre 2005, al Monte Tabor [Predicatore P. Marcello GHIRLANDO
OFM – Coordinatore P. Noel MUSCAT OFM].
5) Per i Frati in Siria e Libano, dal 24 al 29 ottobre 2005 [Predicatore P. Marcello GHIRLANDO OFM – Coordinatore
P. Romualdo FERNANDEZ OFM].
6) Per i Frati in lingua italiana, dal 6 all’11 febbraio 2006, ad Ain Karem [Predicatore non ancora confermato].
Capitoli zonali con il Discretorio
Il Discretorio incontrerà i frati nelle varie zone per discutere con loro temi attinenti alla Custodia e al cammino
formativo dell’Ordine verso il centenario del 2009.
1) Incontro con i Frati della Giudea, il 10 novembre 2005, a Qiryat Ye’arim.
2) Incontro con i Frati della Galilea, il 9 dicembre 2005, alle Beatitudini.
3) Incontro con i Frati di Cipro-Rodi, il 17-18 gennaio 2006.
4) Incontro con i Frati di Siria-Libano, il 12-16 febbraio 2006.
Incontri di Formazione Permanente per settori (questi appuntamenti sono obbligatori)
Incontri per Guardiani ed Economi, animati dal Segretario Generale per la Formazione e gli Studi, dall’Economo
Generale, e dal Prof. Mario BECCIU, psicologo:
1) Per le regioni Giudea e Galilea, dal 3 al 5 novembre, a Haifa (Stella Maris).
2) Per Cipro-Rodi, dal 7 al 9 novembre, a Nicosia / Larnaca.
3) Per Siria-Libano, dal 12-16 febbraio 2006.
Incontri per Sacrestani e Assistenti Santuari, 26-27 gennaio 2006.
Incontri per Parroci e Direttori Scuole, 24-25 aprile 2006.
Frati della Corda
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Maggio 2005
Giornate di Formazione Permanente
Sono stati invitati P. Jeusset GWENOLEX
e P. Ruben TIERRABLANCA OFM, che vivono nella Fraternità che
l’Ordine ha aperto a Istanbul, e che parleranno del Dialogo inter-religioso e inter-culturale.
OFM
1) Per la regione Galilea, 21-22 novembre 2005, a Nazareth / Cafarnao.
2) Per la regione Giudea, 24-25 novembre 2005, a San Salvatore.
Chiediamo cortesemente di prendere nota con attenzione di questi impegni e segnarli nell’agenda. Per l’incontro
dei Guardiani ed Economi a Haifa (3-5 novembre) P. Riccardo BUSTOS OFM, coordinatore, chiede la conferma del
numero dei partecipanti entro fine Maggio. Chiediamo a tutti gli interessati a dare la conferma della loro
partecipazione entro questo periodo, per telefono o email a P. Riccardo (Tel: 046572501 - Email:
[email protected]) o a P. Noel (Tel: 026266670 / Email: [email protected]).
Frati della Corda
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Maggio 2005
FRANCISCAN PRESENCE ON RHODES
With great gladness and joy, on the 13th June 1742, the Franciscans brought a house from the Turk named
Mustafa. The president and superior of the friary was a friar by the name of Father Michael of Bergamo. The
Apostolic prefect and Custos at that time was Father Domenico of Verdese (Corsica). On the 18th August 1742, the
corner stone was laid of the church, where the present day sacristy is to be found. On Holy Thursday, 1743, Fr.
Domenico of Verdese celebrated the first Holy Mass in the new church. What rejoicing there must have been. The
following day, Good Friday, 1743, the then President and superior of the house, Fr. Michael Bergamo, gave an
inspiring homily on the Passion of Our Lord. All the Latin Catholics of the island attended. On the Feast of the
Annunciation, 25th March 1743, the same Father Michael carried the image of Our Lady in procession on his
shoulders into the new church from the old church. The image became known as Our Lady of “Faneromeni”
(Which means: re-appeared or re-discovered). In 1753, the then Superior, Father Philip of Montevarchi, had the
image painted in the likeness that we see to-day.
In the month of the Holy Rosary, October, 1753, under Our Lady’s protection, the new house was enlarged, or
better as the friary chronicle reads: “…half of the old house was rebuilt, that is, the part that connects to the new
church”
On the 24th November 1849, Father Giuseppe da Lucca, the superior of the Community, placed the cornerstone
of the “New Church” that is the church we have to-day. The laying of this corner stone was performed with the
utmost solemnity. Father Giuseppe had sought help from the Propaganda Fide in Lyon, France. They sent 2.976
francs and 62 cents! The new church was inaugurated on Christmas Eve, 1851. The following 3rd of January, the
Image of Our Lady of Faneromeni was carried from the old church to the new one, as the chronicle records: ”With
pomp and circumstance and a great crowd of people”.
More work began again on the 5th October 1852. Fr. Giuseppe da Lucca found it necessary to demolish the old
convent and the foundations of a new convent were laid. The friary was finished the following year and blessed on
the Feast of St. Francis, 1853 a bell tower was erected in 1891 at the expense of Sir Enrico DUCCI. He was a great
benefactor of this church of Our Lady of Victory along with his lady wife, Lady Adelaide. A stone with a Latin
inscription commemorates this generous couple, who supported the church all their lives.
To be continued
fra John Luke GREGORY OFM
Guardiano di Santa Maria della Vittoria (Rodi)
IL NUOVO VOLTO DELLA CHIESA CATTOLICA
Da Rodi, ci è giunta la traduzione in inglese di un articolo del Giornale Greco: “Drasis” del 25 aprile 2005.
The Catholic faithful on Rhodes greeted the election of Cardinal Joseph RATZINGER as the new Pope with great
pleasure and rejoicing. Pope BENEDICT XVI is considered to be a man who is both intelligent and humble.
“As soon as the name was announced we all prayed with pleasure” the new Vicar General and Parish Priest of
the Catholic Church on Rhodes and Kos, Fr Luke, told “Drasis.” He also revealed that the new Pope, BENEDICT
XVI, would be continuing the very important work of POPE JOHN PAUL II.
The Catholic Church at local level has a double pleasure. The election of the new Pope accompanies a completely new era in the local church since the new Vicar General is a deeply committed person, with a great appetite
for work, and is at the same time modest and humble.
Frati della Corda
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Maggio 2005
Fr Luke took over the parish in October and since then has managed to carry out
some major work. Among other things he has put in train the work of repair and restoration of the bell tower at St Francis Church and the total renovation of the living
quarters and reception areas of Santa Maria.
Fr Luke, who loves Ancient Greece and the ancient Greek language and culture,
came to Rhodes after a seventeen-year period in Jerusalem where he carried out his
duties as one of the Secretaries to the Custos of the Holy Land (a title which is similar
to that of Patriarch).
“Drasis” met Fr Luke at Santa Maria and with the assistance of an interpreter we spoke a little about his
position. Then he took us on a tour of the house, the new archive library, the garden and the church. “It was a
childhood dream of mine to serve in Greece,” said Fr Luke. He told us “Here in the little garden I planted a few
spring onions and they took root right away. You have a blessed spot here and you should be proud of it.”
Easter
Catholics in Greece have celebrated Easter at the same time as the Orthodox since the 1960s. Because of this
the Catholics on Rhodes and elsewhere in Greece are approaching Holy Week. Fr Luke told us that the masses for
Holy Week taking place in Santa Maria bring together a large number of Catholics of many different nationalities.
From his first beginnings as Parish Priest here Fr Luke has endeavoured to hold the mass in the Greek language,
wishing in this way to respect the country that is his host. He has made a great personal effort to learn the language
well and to brush up his knowledge of the teachings of Christianity.
Lofty visitors
In the coming week The Custos of the Holy Land, Fr Pierbattista, will arrive in Rhodes. This is a great honour
for the local Catholic church as the visit of a Custos is of equal status to a visit of a Patriarch.
Also in Rhodes this week is the Catholic Archbishop NIKOLAOS, who, with Fr Luke, had a meeting and shared
a meal with His Excellency the Metropolitan Bishop Cyril, as proof of the good friendship and co-operation
between the two churches. We are all united in love” said Fr Luke, who is persuaded that when we face the world
with kindness and love then we are repaid in the same coin.
The Bell Tower of St Francis will be rebuilt from the foundations.
Immediately after Easter the restoration works will begin on the bell tower of Saint Francis. The tower has been
a problem for a long time and its need of restoration has often been expressed.
The necessary studies have already been done and the required funding is assured. According to the projections which have been made it will be necessary to take the tower down and rebuild it.
“It will be a great joy to all of us to hear the bells of Saint Francis ring out again,” said Fr Luke, visibly moved.
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I DUE GRANDI AMORI DI PAPA WOJTYLA
“La grandezza è il segno che si addice a WOJTYLA” affermava l’amico vaticanista scrittore Domenico del Rio
nel “WOJTYLA, il nuovo Mosè”, mentre, con intuito profetico, nel “Karol il Grande” pubblicato postumo, il giornalista
sottolineava di GIOVANNI PAOLO II “la passione di rivelare al mondo ciò che di più grandioso può esserci sulla terra:
l’amore di Dio”.
Possiamo dire che tutta la vita di Papa WOJTYLA è stata un canto di amore: per la Chiesa, per l’umanità intera,
per la sua amata nazione polacca, ma anche per la creazione e l’universo. Dicendo “universo” penso a Teilhard DE
CHARDIN che GIOVANNI PAOLO II cita in parecchi suoi scritti. Lo scienziato e teologo gesuita scriveva: “Oggi un
cristiano può dire al suo Dio che lo ama, non soltanto con tutto il corpo e con tutta l’anima, ma con tutto l’universo!”
Ho avuto il piacere di conoscere GIOVANNI PAOLO II da Vescovo e da Cardinale quando, arrivando a Roma dalla
sua Polonia, non mancava di recarsi in Segreteria di Stato per conferire con l’allora Sostituto Angelo DELL’ACQUA
di cui io ero segretario. DELL’ACQUA aveva un debole per la Polonia e la Chiesa polacca. Era amico del suo
Primate, il cardinale Stefan WYSZYNSKI. Ogni volta che il Cardinale giungeva a Roma, normalmente in treno, il
Sostituto Dell’Acqua non mancava mai di recarsi personalmente alla stazione Termini per accogliere il Porporato.
Era anche un gesto, e quanto mai significativo, della speciale attenzione da parte della Segreteria di Stato nei
riguardi della Chiesa polacca in tempi difficili di regime comunista. L’arcivescovo di Cracovia Karol WOJTYLA fu
elevato alla porpora il 26 maggio 1967 assieme al Sostituto Dell’Acqua. Tra i due l’amicizia si rinsaldò.
Ma fu a Bruxelles che io ebbi l’opportunità di conoscere meglio e più da vicino GIOVANNI PAOLO II. E fu durante
la sua permanenza di qualche giorno nella sede della Nunziatura dove io vi lavoravo come addetto di quella
Rappresentanza pontificia. Il Papa volle recarsi appositamente a Bruxelles i primi di giugno ‘95 per elevare agli
onori degli altari padre Damiano De Veuster, fiammingo, martire della carità e noto come l’apostolo dei lebbrosi
che spese la sua vita nell’assistere i malati di lebbra nell’isola hawaiana di Molokai dove morì, lebbroso tra i
lebbrosi, non ancora cinquantenne.
Rammento che la visita del Papa avvenne in un momento di vivace contestazione da parte di intolleranti e
insofferenti gruppuscoli del progressismo cattolico.
A GIOVANNI PAOLO II si contestavano alcuni recenti documenti vaticani come il netto divieto alle donne di
accedere al sacerdozio, recenti provvedimenti disciplinari giudicati eccessivamente severi come la rimozione di
Mons. Jacques GAILLOT dalla sua diocesi di Evreux in Francia, il centralismo romano…
In Nunziatura non si celava la preoccupazione di eventuali gesti e spiacevoli reazioni lungo i percorsi che la
papamobile avrebbe dovuto percorrere per recarsi ai luoghi convenuti per lo svolgimento delle cerimonie e delle
visite ufficiali di cortesia. In quell’occasione il Papa non perse la sua abituale serenità di spirito e, come se nulla
fosse, condusse e concluse la sua visita in Belgio tutta impostata in piena dimensione pastorale.
Ciò che ci colpì maggiormente durante la sua breve permanenza in Nunziatura fu l’intensità della sua pietà
eucaristica, della sua preghiera, manifestazione di profonda e vissuta comunione con Dio. Impressionò il modo
con cui si abbandonava alla preghiera; si notò in lui un trasporto direi mistico che lo assorbiva completamente, un
atteggiamento raccolto e nello stesso tempo connaturale e spontaneo, espressione di una preghiera convinta e
gustata. Quanto succedeva attorno a lui sembrava non toccarlo, non riguardarlo. Di primo mattino lo trovavamo
assorto in preghiera nella cappella della Nunziatura. Era edificante osservare da vicino il Pontefice avvolto in
un’aura di intensissimo raccoglimento. Ancora si ricorda la veglia di preghiera svolta nella chiesa parrocchiale
francescana di Chant d’Oiseau a due passi dalla Rappresentanza pontificia. Il Papa, inginocchiato, immerso in
profonda preghiera, il volto trasfigurato e assorto, il capo chino appoggiato a una mano e la corona nell’altra,
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sembrava che non volesse alzarsi più. Sembrava che avesse occhi e anima per
vedere Dio. Come Papa GIOVANNI XXIII, prima di ogni decisione importante ci
pregava sopra e a lungo. Più seria era la decisione da prendere, più prolungata si
faceva la sua preghiera. Nei due Papi si verificava perfettamente l’amorevole sintesi
tra preghiera e azione.
Un’altra cosa ci impressionò profondamente: la sua fortissima devozione
mariana. Lo vedevamo sempre con la corona del santo Rosario in mano, aveva sempre la corona in tasca. Maria è
stata il grande amore di un’intera esistenza. Nel suo testamento il Papa metterà in calce le parole Totus Tuus,
un’invocazione mariana ripresa dalla preghiera alla Madonna di San Luigi GRIGNON DE MONFORT nel suo “Trattato
sulla vera devozione a Maria”. I suoi biografi raccontano che quel libro il giovane Karol lo leggeva di notte, nelle
pause di lavoro allo stabilimento chimico della Solvay. Quando nel luglio 1958 venne nominato vescovo ausiliare
di Cracovia il suo pensiero andò immediatamente a quel Totus Tuus che volle accanto a una grande M mariana nel
suo stemma episcopale che lo accompagnò per quasi cinquant’anni. Perfino subito dopo l’intervento di tracheotomia,
non riuscendo a parlare scrisse significativamente su un pezzetto di carta: “Ma io sono sempre Totus Tuus”.
Alla Madonna GIOVANNI PAOLO II si è sempre affidato con grande semplicità, con lo spontaneo trasporto di un
bimbo per la madre, con l’affettuoso trasporto di un innamorato senza cadere in espressioni infantili o sdolcinate.
Sarà al canto del Salve Regina ad accompagnare la modestissima bara che scenderà nel sepolcro, estremo atto di
affidamento a Maria del Papa del Totus Tuus. Si racconta che mentre i “sampietrini” lavoravano alla sistemazione
della sepoltura, i cardinali e i vescovi presenti recitavano i misteri gloriosi del Rosario. Quel Totus Tuus
accompagnava il Papa per sempre. Anche dopo la morte. Eucaristia e Maria: due grandi amori che Papa WOJTYLA
ha voluto trasmettere e testimoniare a noi che restiamo con l’Enciclica Ecclesia de Eucharistia e la Lettera Apostolica
Rosarium Virginis Mariæ. Non poteva essere diversamente.
Davanti al piccolo schermo ho rivissuto l’agonia straziante che fu di GIOVANNI XXIII durata tre giorni, tra
assopimenti e sprazzi di lucidità. Ho rivissuto quell’indimenticabile 3 giugno 1963, la visione di quella piazza
gremita di gente in preghiera e tutte quelle persone inginocchiate che guardavano verso la finestra del Papa morente
che rendevano omaggio a due grandi Pontefici che hanno avvicinato la gente e che la gente ha amato.
Ora, con negli occhi e nel cuore l’edificante indimenticabile ricordo del Papa che ci ha appena lasciati, siamo
colmi di fiducia per il nuovo Pontefice ben sapendo che il Signore, come ha provvidenzialmente inviato GIOVANNI
XXIII, PAOLO VI, GIOVANNI PAOLO I e GIOVANNI PAOLO II, ci dona BENEDETTO XVI, Joseph RATZINGER, uomo da Lui
preparato fin dall’eternità per condurre al largo la barca di Pietro.
fra Marco MALAGOLA OFM
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IL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA DI PAPA GIOVANNI PAOLO II:
UN RICORDO COMMOSSO
L’anno del Grande Giubileo del 2000 resterà legato
nel ricordo di questa terra divisa alle immagini del
pellegrinaggio di Papa G IOVANNI P AOLO II: in
contemplazione della Terra Promessa dall’alto del Monte
Nebo, salutato dai Capi della Comunità musulmana
all’interno del Haram al-Sharif con sullo sfondo la
Qubbat al-Sakhrah, bianco e minuscolo nei pressi dei
massi ciclopici del Muro Occidentale in un gesto carico
di attesa e di futuro, in preghiera nella Grotta della
Natività a Betlemme e
nella Basilica del Santo
Sepolcro a Gerusalemme,
in un crescendo di incontri
e di emozioni con un
chiaro messaggio di pace e
di amicizia per tutti gli
abitanti di questa terra,
Cristiani,
Ebrei
e
Musulmani, un messaggio
allargato al mondo che
assisteva via satellite ad un
fatto straordinario.
Immagini commoventi
nella loro semplicità
rivoluzionaria per chi ha
presente il passato e il
presente di inimicizie, incomprensioni, offese, scontri e
molto sangue versato tra le popolazioni di questa terra,
legate dal patto di fede con il Dio di Abramo. Immagini
che rimandano ad un altro momento tra i più significativi
del pontificato di Papa GIOVANNI PAOLO II, che resterà
nella memoria del nostro secolo: l’incontro
interconfessionale dei credenti in Dio svoltosi ad Assisi
nella cornice dei luoghi legati alla figura di Francesco
di Assisi. Una giornata indimenticabile e storica.
Incontrarsi, accettarsi, conoscersi pregando insieme
lo stesso Dio, per non essere più di scandalo a chi giudica
i credenti dalle loro opere più che dalle loro opinioni
teologiche... per non dare la possibilità di seminare
ancora odio a chi cerca pretesti per nascondersi dietro la
fede in Dio per scopi inconfessati che nulla hanno a che
fare con la religione...
Frati della Corda
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Quella lunga catena di abiti sacrali, dalle talari dei
vescovi cristiani, al tallit ebraico, al sari giallo del Dalai
Lama, alla galabiyah e al turbante dell’ulema
musulmano, a fare corona alla figura bianca del Papa,
davanti alla piccola cappella della Porziuncola, quasi un
omaggio al piccolo uomo (il Poverello di Assisi) che in
tempi non meno difficili dei nostri aveva capito il
messaggio d’amore per tutti gli uomini e le creature che
viene dalla fede in Dio...
Dalla Porziuncola, il
luogo più amato da
Francesco di Assisi,
affidato come una
preziosa eredità ai suoi
figli e seguaci...il
Poverello era partito per
l’Egitto dove a Damietta
si confrontavano gli
eserciti cristiani e
musulmani. Dopo aver
inutilmente predicato
pace
nell’esercito
cristiano, Francesco, in
compagnia di frate
Illuminato,
aveva
attraversato le linee
cristiane per recarsi a predicare lo stesso messaggio ai
nemici, come aveva letto nel Vangelo.
L’incontro di Francesco a Damietta con il nipote di
S ALAH ED -DIN AL -A YYUBI (il Saladino della nostra
memoria storica vincitore della battaglia di Qarn alHattin nel luglio del 1187) si inserisce in un percorso di
pacificazione che possiamo leggere nei consigli che il
Sultano morente diede a suo figlio EL-MALEK AL-ZAHER
governatore di Aleppo: “Io ti raccomando a tutta la
potenza di Dio, fonte di tutti i benefici. Fai la volontà di
Dio che ti addita la via della pace. Provvedi a non
versare inutilmente il sangue, poiché il sangue versato
non s’assopisce mai più. Cerca di cattivarti la simpatia
dei tuoi sudditi, tutela con saggezza gli interessi della
comunità musulmana, dal momento che Dio ed io stesso
non ti abbiamo dato altro incarico che di assicurare la
Maggio 2005
felicità dei fedeli. Per ben governare, devi anche cattivarti la simpatia degli emiri e dei ministri. Io sono diventato
grande come mi vedi solo per aver conquistato il cuore degli uomini con la mia bontà verso di loro. Non nutrire
giammai sentimenti ostili verso nessuno”.
Testamento che ha un parallelo in quanto scrisse Francesco nella Regola ai frati che desideravano andare tra i
Saraceni: “Qualsiasi frate che vorrà andare tra i Saraceni e altri infedeli, vada con il permesso del suo ministro e
servo... I frati... possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti
o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani... L’altro
modo è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio
Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose e nel Figlio Redentore e Salvatore e siano
battezzati e si facciano cristiani...”.
Incontrarsi nel nome di Dio che è pace per conoscersi e diventare amici, come è sempre succeduto in Terra
Santa nella lunga storia di scontri ma anche di convivenza pacifica tra Ebrei Cristiani e Musulmani, coscienti di
condividere le stesse tradizioni bibliche, e la fede in Allahu al-Akbar, il Dio Altissimo di Abramo. Prima di Francesco
le fonti monastiche palestinesi ricordano con disarmante semplicità Santo Stefano del monastero di San Saba il
quale, secondo il suo biografo Leonzio di Damasco, “mostrava compassione e pietà non solo per i cristiani ma
anche per i musulmani”, superando con l’universalismo dell’amore cristiano le difficoltà e differenze imposte
dalla contingenza politica. Nella Vita di Giorgio di Koziba, il biografo fa dire al santo monaco: “La reverenza è il
fondamento di tutta la comunità dei santi. Infatti vi dico, fratelli, che non c’è pagano, né ebreo, né samaritano che
non sia amato e diletto da Dio e dagli uomini, se è dotato di vera reverenza e mansuetudine, poiché in ogni gente
chi teme e riverisce Dio è a lui ben accetto”. E’ il sentimento di gratitudine e di stima per l’Uomo di Dio che mi è
stato espresso ieri dagli amici Musulmani della Via Dolorosa (“Era un uomo buono che tanto ha fatto per il popolo
palestinese!”) e dagli amici Ebrei (“Un uomo che ha operato più degli altri per la riconciliazione!”) che mi hanno
contattato telefonicamente per esprimere le loro condoglianze per un lutto di famiglia.
In Terra Santa noi Francescani ricorderemo Papa GIOVANNI PAOLO II prima di tutto per la lettera inviata al
Ministro Generale il 30 Novembre 1992 per il 650 anniversario della bolla Gratias agimus di Papa Clemente VI
con la quale i santuari ci furono affidati. Dopo aver ricordato i diversi campi dell’opera assistenziale, pastorale, e
culturale che la Custodia ha svolto nei secoli passati e continua a svolgere nel difficile presente, il Papa ricorda la
lettera precedente di Papa Pio XII per il 600 anniversario, e le affettuose dichiarazioni di PAOLO VI, che al ritorno
del suo Pellegrinaggio nei Luoghi Santi, testimoniò ‘grata ammirazione a quanti benemeriti figli di San Francesco
nel corso dei sette secoli svolsero con tanta abnegazione prezioso e fecondo servizio di fedele apostolato”.
“Sulla loro scia, desidero anch’io far pervenire agli zelanti Padri della Custodia di Terra Santa e a tutto l’Ordine
dei Frati Minori, la mia fervida esortazione a proseguire sul cammino aperto dai loro Confratelli con la stessa
generosità e dedizione evangeliche, dando alla Chiesa un esempio luminoso di fedeltà all’incarico ricevuto e
testimoniando ai fedeli del luogo, ed a quelli che vi si recano in devoto pellegrinaggio, amore e adesione a Cristo,
Redentore dell’uomo”.
Una dedizione e attaccamento messi a dura a prova nella primavera del 2002 durante l’assedio della Basilica
della Natività a Betlemme. I frati isolati nel loro convento tra i due contendenti in una faida sanguinosa che un
diplomatico americano ebbe il coraggio di chiamare “medieval siege!”, furono personalmente rincuorati e
incoraggiati dal Papa a resistere con appelli giornalieri al mondo che restano una sintesi dell’insegnamento alla
pace di Papa GIOVANNI PAOLO II. Il Papa che proprio in quell’anno nel messaggio del Decalogo di Assisi per la pace
firmato al termine della Giornata di Preghiera per la Pace nel mondo celebrata ad Assisi il 24 gennaio 2002 aveva
ripetuto: “Non vi è pace senza giustizia; non vi è riconciliazione senza perdono reciproco... L’umanità deve scegliere
tra l’amore e l’odio”, mettendo la giustizia e l’amore a fondamento di tutto, esortando a imparare dal passato che
la pace senza giustizia e senza perdono non è una pace vera!
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L’attacco dell’esercito israeliano a Betlemme iniziò il 29 marzo, Venerdì Santo. La Via Crucis al Colosseo
diede l’occasione al Papa di esprimere il suo grido di dolore e di sgomento: “Pace a te Gerusalemme città amata
dal Signore!”
Nel pomeriggio del 30, giornalisti e miliziani palestinesi e gente comune cercò rifugio nel convento francescano
e poi in basilica mettendosi sotto la protezione del luogo santo e dei frati francescani e dei monaci ortodossi! Il
messaggio del mattino di Pasqua divenne un appello accorato al mondo (Sembra che sia stata dichiarata guerra
alla pace! titolò L’Osservatore Romano!): “Comunità cristiane di ogni continente, chiedo a voi, con trepidazione
e speranza, di testimoniare che Gesù è veramente risorto e di operare perché la sua pace blocchi la drammatica
spirale di soprusi e uccisioni che insanguinano la Terra Santa, sprofondata ancora una volta in questi ultimi giorni
nell’orrore e nella disperazione. Ma la guerra nulla risolve, arreca soltanto più vasta sofferenza e morte, né servono
ritorsioni e rappresaglie. La tragedia è davvero grande: nessuno può rimanere silenzioso e inerte, nessun responsabile
politico o religioso! Alle denunce seguano atti di solidarietà, che aiutino tutti a ritrovare il mutuo rispetto e il leale
negoziato. In quella Terra Cristo è morto e risorto e ha lasciato, come muta ma eloquente testimone la tomba
vuota. Distruggendo in se stesso l’inimicizia, muro di separazione tra gli uomini. Egli ha riconciliato tutti per
mezzo della Croce ed ora impegna noi, suoi discepoli, a rimuovere ogni causa di odio e di vendetta”.
Concetti ripresi al momento del Regina Cœli di Lunedì di Pasqua: “Oggi vi invito a pregare in modo particolare
per gli abitanti di Betlemme, la città della nascita di Gesù, la quale in questo momento sta vivendo ore difficili e si
trova in grave pericolo. Giungono infatti notizie tristi e preoccupanti che hanno turbato l’atmosfera del giorno di
Pasqua, che dovrebbe essere festa di pace, di gioa e di vita. Con grande apprensione e dolore il Papa è vicino a
questi fratelli e sorelle, come lo è anche la Chiesa intera che prega e lavora perché abbia presto fine un così
doloroso calvario”.
Qualche giorno dopo: “Anche le ultime notizie provenienti da Gerusalemme mi rattristano profondamente. La
violenza, la morte e le rappresaglie non possono che spingere ancora di più le popolazioni civili, siano esse
palestinesi che israeliane, verso la disperazione e l’odio. Possa un immediato cessate il fuoco insieme con un
rinnovato senso di umanità, nel rispetto della legge internazionale, far tacere le armi e far sentire la voce della
ragione! Per questo vi invito a unirvi nella preghiera”.
Nella domenica successiva, festa della Divina Misericordia: (La Chiesa è mobilitata per elevare una) “concorde
supplica in un’ora tanto grave per tutta l’umanità. Laddove falliscono le armi e le diplomazie il Cuore di Dio può
cambiare i cuori degli uomini, in particolare di quanti hanno la responsabilità e il potere di compiere i primi passi
necessari, anche se costosi, per avviare le parti in lotta verso accordi giusti e dignitosi per tutti”.
Ricevendo in udienza i rappresentanti delle tre religioni monoteistiche: “Porgo un cordiale benvenuto al gruppo
che rappresenta i Responsabili religiosi delle tre religioni monoteistiche presenti in Terra Santa, che di recente si
sono riuniti ad Alessandria... La nostra missione di uomini e donne religiosi ci spinge a pregare per la pace, a
proclamare la pace e a fare quanto è in nostro potere per contribuire alla fine di questo massacro. Ribadisco la
ferma determinazione della Chiesa cattolica ad operare per una pace giusta. Che Dio onnipotente benedica i vostri
sforzi per promuovere la riconciliazione e la fiducia nell’amato popolo della Terra Santa.
Gli appelli diventano giornalieri. 7 Aprile: “Quando tutt’intorno domina la logica spietata delle armi, solo Dio
può condurre i cuori a pensieri di pace. Come dimenticare che Israeliani e Palestinesi, seguendo l’esempio di
Abramo, credono nell’unico Dio? A Lui che Gesù ci ha rivelato come unico Padre misericordioso, si leva oggi la
corale preghiera dei cristiani, i quali ripetono con San Francesco d’Assisi: Signore fa di me uno strumento della
tua pace. Il mio ricordo, in questo momento, va alle Comunità dei Francescani, dei Greci Ortodossi, degli Armeni
Ortodossi, che vivono ore difficili nella Basilica della Natività. A tutti assicuro la mia costante preghiera”.
Il 16 aprile, durante un’udienza concessa al Patriarca Latino di Gerusalemme, il Papa telefona direttamente ai
frati. Lo racconta Mons. Michel SABBAH: “Visibilmente commosso, il Papa a un certo punto mi ha domandato di
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parlare al telefono con il padre Ibrahim Faltas, il portavoce dei frati presenti nella Natività. Io ho composto il
numero. Il Santo Padre lo ha salutato, gli ha chiesto informazioni, lo ha ringraziato per il servizio che tutti i
Francescani, come testimoni di pace, stanno facendo nella Basilica e fatto loro coraggio”.
Il 21 Aprile parla ai fedeli di un Quotidiano Pellegrinaggio Spirituale che lo riporta a Betlemme: “In particolare
ogni giorno mi reco spiritualmente a Betlemme, nella Basilica della Natività, là dove ho vissuto momenti
indimenticabili nel corso del mio pellegrinaggio giubilare. Da quasi venti giorni la Basilica e gli edifici annessi
sono teatro di scontri, di ricatti e di insopportabili scambi di accuse. Quel luogo, e tutti i Luoghi Santi, siano
prontamente restituiti alla preghiera e ai pellegrini, a Dio e all’uomo. Maria Santissima ottenga per le parti in
conflitto il coraggio della pace e per la comunità internazionale la tenacia della solidarietà. Che Israeliani e Palestinesi
possano imparare a vivere insieme e la Terra Santa torni finalmente ad essere la Terra sacra e Terra di pace!” E
questo fino al termine dell’occupazione e dell’assedio il 10 Maggio seguente.
Il ricordo era per quei luoghi che aveva visitato da vescovo di Cracovia durante il Concilio nel 1963 avendo
come guida un Francescano di Terra Santa, e dove aveva sostato e pregato durante il pellegrinaggio giubilare del
2000 in un clima di serenità e di concordia che faceva presagire tempi migliori per tutti.
Ora che ci ha lasciato, più intenso si fa il ricordo del suo passaggio tra di noi qui in Terra Santa durante quel
pellegrinaggio iniziato sulla cima del Nebo in un pomeriggio di sole primaverile il 20 marzo del 2000.
“ Qui sulle alture del Monte Nebo do inizio a questa tappa del mio pellegrinaggio giubilare -disse il Papa in
basilica-. Penso alla grande figura di Mosè e all’Alleanza che Dio fece con lui sul Monte Sinai. Do grazie a Dio per
l’ineffabile dono di Gesù Cristo che sigillò l’Alleanza con il suo sangue e portò la Legge a compimento. A lui che
è “l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine” (Ap 22, 13), io dedico ogni passo di questo viaggio
nella terra che fu la sua”.
Iniziava così quel viaggio da lungo tempo desiderato e che le contingenze politiche di una regione instabile
invitavano ogni volta a rimandare ad una data più propizia. Una settimana di preghiera e di incontri con le Autorità
politiche e religiose, e con i fedeli delle diverse confessioni e religioni nel caleidoscopio di Gerusalemme e della
Terra Santa lasciando una profonda impressione in tutti. Una settimana da tregua di Dio come nei tempi antichi, in
un mondo diventato improvvisamente fraterno messi da parte rancori e inimicizie.
Ad Amman ricevuto dalla giovane coppia reale da poco salita al trono, in Israele dalle massime Autorità dello
stato ebraico in un incontro caloroso, a Betlemme da ARAFAT e Signora preceduto dall’ intervento letto nel campo
dei rifugiati di Deheisheh appena visitato: “Durante tutto il mio Pontificato mi sono sentito vicino al popolo
palestinese nella sua sofferenza. Siete stati privati di molte cose che rappresentano necessità fondamentali della
persona umana...”.
Per me, in particolare, quel viaggio è legato alla sua visita al Memoriale di Mosè sul Monte Nebo, dove da
decenni operiamo per ridare alla Chiesa e ai visitatori quel luogo di preghiera e di grande suggestione di pace.
Papa GIOVANNI PAOLO II, al termine della sua visita di preghiera in basilica, è stato bravo a far diventare l’angolo
della montagna ai piedi del simbolo cristologico in ferro battuto con il serpente innalzato sul legno, una icona del
suo pellegrinaggio in Terra Santa.
Doveva essere una breve visita di preghiera, ‘non una visita archeologica’, aveva insistito Padre TUCCI nel
primo incontro a Amman nel mese di dicembre. Ringrazio la Provvidenza, se la visita, che fu di preghiera e di
grande commozione e familiarità, si protrasse per quasi due ore, con il fuori programma del messaggio al Padre
Giacomo BINI Ministro Generale dei Frati Minori, e della visita archeologica alla basilica con un Pellegrino di
eccezione desideroso di sapere e di vedere, con le reazioni di tutti i pellegrini.
Il Papa ascoltava le mie parole, man mano che procedevamo in basilica e reagiva al ricordo della pellegrina
Egeria salita sulla montagna nel quarto secolo, la quale, grazie alla scoperta del suo itinerario nel 1884, aveva reso
possibile l’identificazione delle rovine visibili sulla cima della montagna con il Memoriale di Mosè: “Sì, sì, Egeria”,
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a sottolineare l’eccezionalità della testimonianza di una pellegrina, che Bibbia alla mano aveva percorso infaticabile
per tre anni le strade del Vicino Oriente biblico, dall’Egitto al Sinai, alla Mesopotamia, al monte Nebo, muovendosi
sempre da Gerusalemme.
All’interno della basilica, mentre i bambini del coro del Terra Sancta College intonavano un canto di saluto, gli
indicavo il nostro dono, che avrebbe portato con sè in Vaticano, la copia in scala ridotta dell’iscrizione in mosaico
della chiesa della Vergine a Madaba, traducendogli il testo greco: “Se vuoi guardare Maria Madre verginale di Dio
e il Cristo da lei generato re universale figlio unico dell’unico Dio, purifica mente carne e opere. Possa tu purificare
con le tue preghiere il popolo di Dio”.
Dopo una lunga pausa con il Papa inginocchiato, iniziava la breve cerimonia di preghiera con la lettura di
Deuteronomio 34, l’episodio della salita di Mosè sulla montagna per contemplare la Terra Promessa al termine
della vita e del suo peregrinare, al quale il santuario è dedicato, seguita dalle parole di ringraziamento del Papa:
“In questo primo giorno, sono particolarmente felice di salutare lei, Padre Ministro Generale, e di rendere
tributo alla magnifica testimonianza che i figli di San Francesco danno in questa terra con il servizio fedele della
Custodia nei luoghi santi attraverso i secoli”.
Quando gli dissi che l’altare sulla testata orientale della navata meridionale era indicato come la tomba di
Mosè, ebbe la stessa reazione di Egeria, la pellegrina del quarto secolo: “Ma se nella Bibbia è scritto che nessuno
sa dove sia sepolto!”. Poi mi chiese: “Ma Egeria era italiana?” . “No Santo Padre, veniva dalla Spagna, da Finis
Terræ in Galizia”. “Ah! Gallieca!”. Mostrandogli il battistero, gli dicevo che ancora oggi i cristiani delle diverse
confessioni di Giordania qui venivano a battezzare i loro figli. Allora mi chiese se in chiesa si celebrava ancora, e
se anche i Musulmani e gli Ebrei vi venissero a pregare. Gli raccontai di ABU ODEH, il nostro vecchio guardiano, al
quale, durante i lavori di restauro della basilica, ricordavo l’ora della preghiera: “Allora gli faceva da muezzino!”.
Al centro della chiesa, si erano riorganizzate le suore con i bambini per un prolungato e rinnovato saluto tra le
proteste risentite di Padre TUCCI. Il Papa stava per dirigersi verso la porta, e Mons. Stanislao fu obbligato ad
indicargli il passaggio tra le colonne del lato nord che gli avrebbe dato la possibilità di visitare l’antico-diaconicon/
battistero da noi scoperto nel 1976 con lo splendido mosaico pavimentale eseguito nel 530 da tre mosaicisti arabi
cristiani di Madaba.
Lì, davanti al mosaico, mi chiese dei Moabiti: “I Moabiti erano nemici di Israele?”. Gli risposi facendo presente
le origini moabite di Davide. Ebbe un attimo di sorpresa al ricordo di Rut: “Ah Rut, Rut!”. E al ricordo dei cristiani
della regione, che nell’antichità si consideravano eredi del mondo biblico, fossero Israeliti, Moabiti, Ammoniti o
Edomiti radunati nell’unica Chiesa di Cristo/Davide che li aveva conquistati, raggiungemmo l’esterno dirigendoci
verso il simbolo cristologico. Sulla piattaforma appositamente costruita, prima da solo, a contemplare il panorama
biblico, poi, ad un suo cenno, in mia compagnia: il Mar Morto, la foce del fiume Giordano, Gerusalemme (“ma
che ora non si vede...questa mattina era uno splendore, Santità!”), Gerico, il tracciato della strada percorsa dai
pellegrini fino a Hesban... le steppe di Moab... (“Steppe?”). Complice un microfono acceso posto davanti a noi, la
conversazione è diventata un happening a ricordo di un pomeriggio indimenticabile con il Papa illuminato dal sole
del tramonto che piantò simbolicamente un ulivo che sulla montagna ancora ricorda il suo passaggio come augurio
di pace per le popolazioni della regione.
Un Papa sereno e felice di essere lassù alle porte della Terra Promessa, che ricordo ospite per un momento di
sosta nel nostro conventino, e che, aiutandosi con il bastone, dopo una pausa sulla porta per un’esitazione provocata
dal mio preavviso di stare attento al gradino sulla soglia, mi lasciò con un sorriso e una benedizione. Grazie,
Santità, e torni ancora!
fra Michele PICCIRILLO OFM
Studium Biblicum Franciscanum
Articolo pubblicato dedicandogli l’intera pagina 11 dell’Osservatore Romano del 7 aprile 2005
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CRONACA CUSTODIALE
L’EUCARISTIA: DOTTRINA E CULTO. XXXI CORSO DI AGGIORNAMENTO BIBLICO-TEOLOGICO DELLO
STB DI GERUSALEMME CON LA PREGHIERA E IL CUORE RIVOLTI AL SANTO PADRE
Con il pensiero e la preghiera per Papa GIOVANNI PAOLO II nel pomeriggio di venerdì 1 aprile si è concluso nel
santuario eucaristico di Emmaus il trentunesimo Corso di aggiornamento biblico-teologico organizzato dallo Studio
Biblico Francescano sul tema “L’Eucaristia: dottrina e culto”. Vi hanno partecipato con assiduità e impegno una
sessantina di persone, in gran parte religiose che lavorano in Medio Oriente.
Il corso era iniziato martedì 29 marzo con tre lezioni tenute nella mattinata e la celebrazione eucaristica vespertina
al Getsemani preceduta dalla visita alle memorie cristiane del luogo. Nella riflessione introduttiva padre G. BISSOLI
ha illustrato i temi biblici collegati all’espressione “in memoria”: profezia, evento, rito, mostrando come essi sono
fondamentali per comprendere la realtà storica e misterica dell’Eucaristia. Padre A. NICCACCI ha continuato con la
presentazione del banchetto dell’Alleanza e del banchetto della Sapienza delineando due figure significative che
trovano il loro punto di arrivo e compimento mirabile nel sacrificio e nel banchetto di Gesù di Nazareth. Il sacrificio
e il banchetto della nuova Alleanza assumono le caratteristiche, da un lato del sacrificio del Servo, dall’altro del
banchetto e dell’insegnamento della Sapienza. Padre D. CHRUPCALA, ricordata l’origine probabilmente liturgica
delle parole “Fate questo in memoria di me (Lc 22,19; 1Cor 11,24)”, ne ha mostrato la portata storica e il significato
teologico e sacramentale. Ha insistito sul contesto formato dalla cena e dalla morte di Gesù. Per la comunità
cristiana delle origini come per quella di tutti i tempi “fare memoria” dei gesti e delle parole del Signore sul pane
e sul vino non consiste in una semplice ripetizione rituale. La celebrazione richiede un’immersione personale e
comunitaria nel rapporto dinamico con l’evento della morte di Gesù.
Nella seconda serie di lezioni, il 30 marzo, don C. MARCHESELLI Casale ha approfondito la portata etica e
spirituale dell’esortazione di Paolo a “riconoscere e discernere il Corpo del Signore (1Cor 11,29)”. Bisogna che in
ogni Eucaristia si torni al cuore della celebrazione, la Pasqua del Signore, e ci si esamini per riconoscere Lui e la
sua comunità, e non cadere nel giudizio incombente sul mondo che non crede. Padre F. Manns, riflettendo su “Il
pane che discende dal cielo (Gv 6,50)” alla luce di temi anticotestamentari e di non pochi testi della letteratura
giudaica antica, ha mostrato che nel “discorso eucaristico” di Gesù nella sinagoga di Cafarnao trovano compimento
e pieno significato le tradizioni bibliche e le riletture giudaiche sulla Sapienza come “nutrice”. Il pensiero della
Chiesa dei primi secoli sull’Eucaristia è stato presentato in una visione panoramica e ricca da padre G. SGREVA.
Egli ha parlato di indicazioni fondamentali e ha fatto risuonare la voce autorevole dei Padri: Ignazio di Antiochia
(spiritualità eucaristica), Origene (Parola e Mistero), Cipriano (ecclesiologia eucaristica), Ilario di Poitiers (Eucaristia
e Incarnazione), Cirillo di Gerusalemme e Giovanni Crisostomo (realismo eucaristico), Ambrogio (realismo e
tipologia), Agostino (mistero eucaristico della Chiesa), Efrem (teologia simbolico-sacramentale).
Nel pomeriggio i partecipanti al Corso si sono recati al Monastero di Santa Chiara sulla strada Gerusalemme –
Betlemme per la celebrazione eucaristica con le clarisse. Sostando presso la tomba di Suor Maria della Trinità,
morta in concetto di santità nel 1942, è stata rievocata la sua esperienza spirituale eucaristica. Il racconto
autobiografico della conversione e vocazione e i suoi appunti, frutto dell’ascolto della Voce divina, che si trovano
nel Colloquio interiore, ora riedito in nona edizione italiana, testimoniano come Suor Maria fu misteriosamente
“attratta” dall’Eucaristia e come fu condotta ad offrirsi vittima di amore per imitare la “vita eucaristica” di Gesù.
Il terzo giorno è iniziato con la lezione di padre Eugenio ALLIATA “L’Eucaristia nell’arte cristiana antica”. Con
la proiezione di immagini e grafici ha mostrato i simboli eucaristici antichissimi del pesce e del banchetto espressi
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nelle iscrizioni di Abercio di Gerapoli e Pettorio di Autun e nelle pitture delle Catacombe di San Callisto e di
Priscilla a Roma. Poi, partendo dal testo del Canone romano, ha mostrato le rappresentazioni bibliche dei sacrifici
di Abele, Abramo, Melchisedec e dell’Ultima Cena attraverso i mosaici di Santa Maria Maggiore a Roma e di San
Vitale a Ravenna e le miniature dei codici. Ha concluso con le immagini di luoghi, spazi e oggetti eucaristici:
Doura Europos in Siria, Cirta in Africa, Aquileia in Italia, Martyrium e Anàstasis di Gerusalemme, calici e patene
di varia provenienza.
Padre Lino CIGNELLI ha parlato di “Maria donna eucaristica”, nuovo titolo mariano dovuto alla genialità poetica
e mistica di GIOVANNI PAOLO II. Nel coniarlo il Santo Padre si è basato sul dato biblico-tradizionale e ha valorizzato
soprattutto la testimonianza dei Santi, “i grandi interpreti della vera pietà eucaristica” (Eccl. de Euch. 62). Il titolo
“donna eucaristica” applicato a Maria dice che la Madonna: è presente in ogni Eucaristia, è mediatrice tra noi e il
Cristo eucaristico, è modello di comunione con lui. Il relatore ha illustrato questi tre punti sulla base del dato
biblico-tradizionale, del Magistero ecclesiastico e della testimonianza esemplare dei Santi e delle Sante di ieri e di
oggi.
L’ultima lezione sul tema “Eucaristia e unità dei cristiani” l’ha tenuta padre F. BOUWEN. Partendo dalle
affermazioni pontificie di Ecclesia de Eucharistia: “Eucaristia fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione” e di
Mane nobiscum Domine: “Eucaristia, fonte ed epifania di comunione” le ha approfondite nella prospettiva
dell’ecclesiologia di comunione. Per questo ha richiamato i documenti scaturiti dal dialogo ecumenico Battesimo,
Eucaristia, Ministero (1982) e Direttorio ecumenico (1993), nei quali si trovano espresse le dimensioni
dell’Eucaristia importanti e indispensabili per tutti i cristiani: rendimento di grazie al Padre; anamnesi o memoriale
del Cristo; invocazione dello Spirito; comunione dei fedeli; banchetto del Regno. Il relatore ha affrontato anche la
questione delicata della comunione e intercomunione mettendone in luce gli aspetti dolorosi e problematici. Ha
concluso dicendo che per vivere l’anno dell’Eucaristia bisogna ascoltare ciò che ha suggerito Papa GIOVANNI
PAOLO II in Mane nobiscum Domine: non si tratta tanto di fare delle cose in più, ma di fare bene l’essenziale (n.
29). Occorre vivere l’Eucaristia in tutte le dimensioni puntando verso l’essenziale e verso quello che abbiamo in
comune con gli altri cristiani, senza rinunciare ad essere creativi in una prospettiva ecclesiale ed ecumenica.
Il Corso si è concluso con l’escursione “verso Emmaus” che ha portato i partecipanti in pellegrinaggio alle
quattro località (Motza, Abu Ghosh, Latrun-Amwas, el-Qubeibeh) che nei secoli la tradizione cristiana ha collegato
all’incontro del Risorto con i due discepoli di Emmaus (Vangelo secondo Luca 24). L’escursione, guidata da padre
V. RAVANELLI, ha toccato anche altre località bibliche e ha avuto il punto culminante nella basilica di Emmaus elQubeibeh dove il Vicario della Custodia di Terra Santa, padre Artemio VÍTORES, ha presieduto l’Eucaristia.
Nell’omelia ha invitato a sentirsi protagonisti del racconto evangelico di Emmaus, perché quanto accadde una
volta ai due fortunati discepoli, si ripete per ciascuno di noi e per tutta la Chiesa in ogni celebrazione eucaristica.
Alla preghiera dei fedeli la preghiera spontanea è andata più volte a Papa GIOVANNI PAOLO II che della pagina
evangelica di Emmaus ha fatto l’icona e il programma dell’anno dedicato all’Eucaristia. Prima di lasciare il santuario
verso il tramonto, il francescano polacco padre Espedito LISIESKI ci ha ricordato con commozione che nel 1963
ebbe la grazia di ricevere ad Emmaus l’allora Mons. Karol divenuto Pastore di tutta la Chiesa.
fra Giovanni Claudio BOTTINI OFM
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INAUGURAZIONI AL TERRA SANTA COLLEGE DI AMMAN
Nuovi giardini per l’infanzia
Sabato 26 marzo c.a., ABED EL MAGID, Direttore delle
Scuole private ad Amman, ha inaugurato due nuove
strutture per i bambini dell’asilo: un parco-giochi e il
nuovo “giardino di traffico”.
Cos’è un “giardino di traffico”? È un grande spazio
attrezzato a percorso pratico per imparare i segnali
stradali, a muoversi bene nel traffico cittadino e sulle
grandi strade, fino ad imparare come si attraversa la
strada per andare a scuola! Un insegnamento importante
per i bambini, che è difficile impartire se non lo si
traduce… in un gioco, che lo mette in pratica.
Per l’occasione, i bambini hanno preparato ed
eseguito dei bellissimi canti in diverse lingue, e hanno
offerto lo spettacolo ai genitori e agli ospiti intervenuti.
Il Direttore, nel suo discorso inaugurale, ha elogiato
il ruolo delle scuole private cristiane in generale, e del
nostro Collegio in particolare, sottolineando lo spirito
di generosità dei padri francescani.
IV Campionato di Basket Ball
Sotto il patrocinio della Principessa ALIA EL FAISAL,
si sono svolti i Campionati di Basket Ball nella sala
sportiva del nostro Collegio, con la partecipazione delle
sei squadre delle Scuole private tra le quali il Terra Santa
College.
Il Campionato di quest’anno, il IV della serie, si è
inaugurato – alla presenza della Principessa - Sabato 9
aprile, alle ore 18, con una cerimonia durata un’ora di
grande festa, cui hanno partecipato le bande degli Scout
e la Corale e ci sono stati giochi coreografici culminati
con l’accensione della fiaccola, come si conviene ad ogni
importante manifestazione di campionato..
Sabato 16 aprile si è giocata l’ultima partita, che ha
visto in una disputatissima finale, le squadre del New
English School e del Terra Santa College: 56 a 54 il
risultato finale a favore della nostra Scuola! Potete
immaginare la trepidazione e l’entusiasmo per la
vittoria?!
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CONCERTI IN TERRA SANTA
Nella settimana dal 19 al 23 aprile 2005 fra Renato
BERETTA OFM, francescano di Milano, è tornato in Terra
Santa. Con il coro Cantica, i solisti Giovanna DONADINI,
Raffaella V IANELLO, Andrea GIOVANNINI e Antonio
MARANI, i pianisti Anna BRANDOLINI, Mauro BERTOLI
insieme al M° Marco Berrini all’armonium, ha eseguito
la Petite Messe Solennelle di Gioacchino ROSSINI.
Patrocinata dall’Istituto Italiano di Cultura e dalla
Custodia di Terra Santa, con l’organizzazione di fra
Quirico CALELLA, la tournée di padre BERETTA ha fatto
tappa a Tel Aviv - Giaffa (santuario francescano di San
Pietro), Acco (auditorium), Nazareth (basilica
dell’Annunciazione), Betlemme (chiesa di Santa
Caterina) e Gerusalemme (chiesa di San Salvatore).
Ogni volta Autorità religiose e civili, insieme a un
numeroso pubblico hanno apprezzato l’esecuzione
altamente professionale a e la musica che ROSSINI
compose quattro anni prima della morte per i
frequentatori del suo salotto parigino.
Con il suo scherzoso pudore ROSSINI chiamò Piccola
questa Messa che musicalmente anticipa sonorità e ritmi
che caratterizzeranno poi il primo novecento; e
religiosamente esprime una piena adesione alla fede
cattolica. Al termine della sua vita, infatti, solo i temi
religiosi furono capaci di far zampillare ancora
pienamente la sua sorgente creativa.
Il concerto finale di Gerusalemme era dedicato a S.S.
BENEDETTO XVI. Al termine gli esecutori hanno concesso
un bis cantando la “Preghiera” dal Mosè. Il P. Custode,
P. Pierbattista PIZZABALLA, ringraziando gli artisti e il
pubblico, ha fatto notare la felice coincidenza: proprio
quella notte della loro Pasqua, gli Israeliti ricordavano
il passaggio del Mar Rosso.
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INCONTRO COMMISSIONE R
ATIO FORMATIONIS CUSTODIAE
Martedì 26 Aprile, nel Convento di San Pietro a Giaffa, si è tenuta la riunione della Commissione per la
revisione della Ratio Formationis Custodiæ. I membri della Commissione sono P. Fergus CLARKE, P. Nicolas
MARQUEZ GUTIERREZ, P. Noel MUSCAT e P. Eduardo SANCHEZ VELEZ.
La Commissione programma di dividere i quattro le sezioni della RFC tra i suoi membri, i quali lavoreranno
individualmente nella sua revisione, e poi si incontreranno per valutare il lavoro.
Part 1 - L’Identità del Frate Minore in Terra Santa (Noel)
Part 2 - Principi Generali della Formazione Francescana (Eduardo)
Part 3 - Fraternità Formative, Formatori, Formazione Permanente, Vocazioni, Postulato, Noviziato, Professione
Temporanea (Nicolas)
Part 4 - Aspetti specifici della Formazione, Formazione Teologica, Professionale, Ministeriale, Missionaria (Fergus)
Lo stile dovrebbe essere più descrittivo che accademico. Per evitare ripetizioni della Ratio Formationis
Franciscanæ dell’Ordine, si danno soltanto referenze. Nello stesso tempo si cercherà di seguire la stessa struttura
della RFF dell’Ordine riguardo ai sottotitoli e paragrafi. In questa revisione si deve prestare particolare attenzione
alle sezioni nuove della RFF che non si trovano nella RFC (numeri 92-104 sull’accompagnamento).
Il risultato finale sarà probabilmente una versione della RFC, che sarà più concisa, descrittiva e indicativa, e
che non avrà stile legislativo (competenza degli Statuti Particolari della Custodia sotto il titolo Formazione).
Il lavoro deve essere presentato durante la prossima riunione della Commissione, programmata per lunedì 12
dicembre 2005 (Gerusalemme-San Salvatore o Ain Karem). Dopo si procederà ad ampliare le consultazioni tra
altri collaboratori nel campo formativo e tra i candidati in formazione, prima di redigere il testo finale da presentare
al P. Custode e al Discretorio per l’approvazione.
Fra Noel MUSCAT OFM
Segretario per la Formazione e gli Studi.
COMMISSIONE PER LA STESURA DELLA RATIO STUDIORUM CUSTODIÆ
Durante l’ultima riunione del Consiglio per la Formazione e Studi, tenuta a Roma, in Delegazione di Terra Santa
il 17 marzo 2005, è stata proposta una Commissione per la stesura della Ratio Studiorum Custodiæ, composta da fra
G. Claudio BOTTINI, fra Dobromir JASZTAL e fra Noel MUSCAT. Il lavoro sulla Ratio Studiorum prevede un testo che
sia redatto sulla struttura della Ratio Studiorum dell’Ordine, con le particolarità che toccano gli studi in Custodia.
ANIMAZIONE LITURGICA A NAZARETH
Nazareth, 14 aprile 2005
Carissimi/e:
“Grazie a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1 Cor 1,3)
Stiamo vivendo ecclesialmente un momento storico molto importante e crediamo che possiamo leggere i segni
dei tempi solo alla luce della preghiera.
Essendo Nazareth uno dei luoghi privilegiati dell’incontro con Dio e con ogni uomo, vogliamo farvi partecipi
di alcune iniziative di questo Santuario e cioè:
Recita giornaliera dell’Angelus a mezzogiorno in Grotta.
Adorazione Eucaristica in Grotta, ogni giovedì dalle 20:00 alle 21:00. Il primo Giovedì del mese sarà animata
da un gruppo di preghiera.
Fiaccolata mariana, ogni sabato, alle 20.30 con la recita del Rosario in diverse lingue, partendo dalla Chiesa di
San Giuseppe fino alla Grotta.
Questi momenti di preghiera avranno inizio con il mese di Maggio 2005.
Aspettiamo la vostra partecipazione e collaborazione per crescere sempre più nella comunione fraterna.
Gruppo di Animazione Liturgica
Frati della Corda
34
Maggio 2005
IUSTITIA ET PAX
Dear brothers,
On behalf of the custody I made for Franciscans International a statement during the annual conference on
Human Rights in Geneva. Wednesday 23 March was the day on which the item Palestine was on the agenda.
Initially I got the information, that I should have five minutes, but some days before I went to Geneva I heard
that I had only 3 minutes. When I arrived in Geneva I heard that I had to follow a certain procedure. It meant that
I used two days to realise a text which I could use for the statement. That was pity.
After the statement, which follows, I got two reactions. The first was from a young Jordanian woman, who
called herself a Sufi MUSLIM. Her ancestors came from Palestine but migrated to Jordan in 1924, the year of the
independence of Jordan. She was enthusiastic about the statement.
Then an older man came to me. I felt directly that he was a Jew. Indeed he was a Jew. He regretted that I was so
negative about Israel. That is not helpful for the sake of peace. He also said that he lives outside Israel.
Positive was, that he came to me. Saying that he lives outside Israel, he gave me in fact more information. After
the Shoa Israel became the only safe haven in case a new disaster threats. Anyhow Israel must exist. I remember
a heavy discussion between two Jews in Amsterdam three years ago. It was between a Jew from The Netherlands
and Jeff HALPER, a Jew from the USA, who came to Israel in 1970. For the Dutch Jew Israel must exist, although
she rejects the Israeli politics. She is a member of “another Jewish voice”, which is opposed the Israeli politics.
But for Jeff HALPER, who founded the Israeli Committee Against House Demolition, is a one state solution the best
guarantee that his children can live without a threat for an attack. A one state solution means the end of the state
Israel. So the story shows in a nutshell a part of the problem in the Holy Land.
Later on I got a comment from a woman who works for the Supreme Court in Washington. She called the
statement professional. I understand this, but I am not satisfied, because I don’t have the illusion, that such a
statement changes anything in the ongoing conflict between Israel en the Palestinians.
Next year there will be again a UN human rights conference with Palestine as agenda point 8.
UN Commission on Human Rights
Agenda item 8: Question of the violation of human rights in the occupied Arab territories, including Palestine
Peace and all Good.
Franciscans International in conjunction with the JPIC Commission of the Custody of the Holy Land, regrets
Israel’s announcement to build some 3500 new homes in the West Bank as it can blow the hope that rose after the
last February Sharm el-Sheik high-level meeting. Also after the summit Israel began the completion of the Security
Wall in Bethlehem, near Rachel’s tomb. This is another breach to the International Court of Justice advisory
opinion of last year, which was also endorsed by the General Assembly.
Experiencing daily the humiliation that the construction of the wall is causing on the life and development of
Palestinians, I share the view of the Special Rapporteur, Mr. John DUGGARD, when he states in his report (E/CN.4/
2005/29) to the Commission that the main aims for the construction of the wall are:
- To incorporate settlers within Israel,
- To seize Palestinian land,
- To encourage an exodus of Palestinians by denying them the access to their land and water resources and by
restricting their freedom of movement. This is a creeping transfer of Palestinians.
International would like to urge the Israeli government:
1) To honour the ICJ opinion by dismantling the wall and compensating Palestinians for the lost caused by the
wall as a result of its construction;
2) To fully respect and implement article 12 of the International Covenant on Civil and Political Rights affirming
everyone’s right to liberty of movement including to visit their own relatives, and freedom to choose his residence;
3) To evacuate all settlements in Palestinian territory;
4) To cooperate fully with the CHR Special Rapporteur and other thematic procedures as a concrete way to
show the government’s commitment to internationally recognised human rights standard.
Only with open hands we can make peace. Shalom Salaam.
fra Louis BOHTE OFM
Iustitia et Pax
Frati della Corda
35
Maggio 2005
SITO INTERNET DELLA CUSTODIA
www.custodia.org
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www.custodia.org/news
Frati della Corda
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Maggio 2005
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