PROGRAMMA DEL MESE DI DICEMBRE Visita al Nuovo Teatro d’Opera di Firenze, accompagnati dall’Arch. Elisabetta Fabbri, Commissario Straordinario del Parco della Musica di Firenze e già nostra ospite. Ritrovo direttamente a Firenze, ore 10.30, presso l’ingresso della Stazione Leopolda su Viale Fratelli Rosselli. La visita durerà circa due ore. Sabato 3 Dicembre Teatro d’Opera di Firenze Firenze, ore 10,30 Dopo la visita al Nuovo Teatro d'Opera, pranzeremo presso il ristorante del Grand Hotel Villa Cora, della figlia del nostro socio Ermanno Gatti. Visita del Governatore del nostro Distretto 2070, Pier Luigi Pagliarani. Trattandosi dell’appuntamento rotariano più importante dell’anno si raccomanda la presenza dei soci e delle loro consorti. Martedì 6 Dicembre Conviviale serale ore 20,15 Hotel Palace Per la visita del Governatore non sono previsti ospiti Festa degli Auguri intesa come festa della famiglia rotariana. E’, quindi, Venerdì 16 Dicembre Conviviale serale ore 20,15 Hotel Palace particolarmente gradita la presenza dei bambini, figli o nipoti dei soci. Elezioni del Consiglio Direttivo dell’annata 2012-2013 e del Presidente Incoming dell’annata 2013-2014. Sarà inoltre presente il Presidente del Rotaract Club Prato, D I C E M B R E 2 0 1 1 Martedì 20 Dicembre Conviviale diurna ore 13,00 Hotel Palace Giovanni Olmi, per sollecitare i soci a sensibilizzare figli, nipoti, altri parenti ed amici, in età fra i 19 ed i 25 anni, ad iscriversi al Club. Alle conviviali serali sono attesi anche le gentili signore e i soci del Rotaract. 1 Conviviale 15 novembre: “L'esperienza di un avvocato italiano nel patrocinio davanti ai giudici dell'Unione Europea: il processo europeo e quello italiano” Ospite Alberto Dal Ferro, Avvocato presso le Corti comunitarie, già Agente del Servizio Ricerca e Documentazione della Corte di Giustizia Europea e consulente dell'Autorità per le Garanzie di Diritto Comunitario nelle Comunicazioni Il Presidente Marco Borgioli con l’ospite della serata Rotariani al tavolo presidenziale Soci e consorti durante la serata La campana e il gonfalone L’avvocato Alberto Dal Ferro durante il suo intervento 2 Conviviale 29 novembre: Ospite Gabriele Cecconi, autore e regista pratese, il quale ci ha intrattenuto con la proiezione di: "Ricordati di santificare le feste", con Carlo Monni, uno dei suoi cortometraggi sui Dieci Comandamenti. Il Presidente Marco Borgioli introduce l’ospite della serata Rotariani durante gli Inni Soci e consorti durante la serata Gabriele Cecconi durante il suo intervento Momento della serata 3 Fatterelli e riflessioni di Gianni Limberti “SANTA CATERINA DI SVEZIA PENSACI TU” Roma, novembre 1376. Caterina, figlia di Brigida, è a Roma per seguire la canonizzazione della madre, morta in concetto di santità. Da giorni cade una pioggia abbondante, a tratti veri e propri rovesci. Il Tevere è gonfio e preme sempre di più sugli argini. Al porto di Ripetta l’acqua arriva ad un’altezza di 17 metri, tre volte il normale. Caterina chiama gente alla preghiera, invoca la misericordia di Dio e le acque defluiscono rapidamente senza quasi far danni. L’episodio è raffigurato in un dipinto conservato nella cappella della casa romana in piazza Farnese dove Caterina abitò. Morta il 24 marzo 1381, verrà proclamata santa e invocata come protettrice contro i danni delle alluvioni. La televisione ha fatto entrare nelle nostre case le recentissime terribili immagini dei disastri causati dall’impeto delle acque in Val di Taro, nel paradiso delle Cinque Terre, a Genova, in Sicilia e in Calabria. Morti, abitazioni sommerse dal fango, automobili portate a spasso come giocattoli, danni incalcolabili, paura e terrore negli occhi degli abitanti. Anche la storia, antica e recente, di Prato e del suo territorio ha conosciuto eventi catastrofici simili: penso che il ricordarli serva a stimolare la nostra solidarietà. Il Bisenzio è senza dubbio una della Porta Mercatale. Indicazione di dove arrivò la piena del 1848 cause principali della fortuna e dello sviluppo di Prato. Le terre alluvionali consentono un’agricoltura particolarmente redditizia. La sua acqua era considerata eccellente per la spurgatura dei panni e per questo venivano ad utilizzarla anche i commercianti fiorentini. La sua forza idraulica ha alimentato fabbriche e mulini. Nel 1912 si contavano più di 7.000 occupati nell’industria tessile pratese, formata da 112 lanifici a ciclo completo, da 70 stabilimenti privati che comprendono tutti, o qualcuno, ed anche uno solo, dei rami del lanificio e da 63 lavorazioni per conto terzi. 4 Per far funzionare tutti questi opifici occorrevano circa 5.700 cavalli vapore, dei quali circa 1.700 idraulici, erano forniti dal Bisenzio e dalle gore che ne derivavano. Purtroppo, come abbiamo detto, il fiume non porta solo ricchezza. Il catasto del 1451 registra: luogo detto Ghamberame [in Val di Bisenzio] con due chase da lavoratore … Ogni anno il fiume di Bisenzio guasta e allagha e ne’ l’una delle dette chase è un mulino, il quale pe’llo danno fa il fiume di Bisenzio non va in una grande parte dell’anno. Girolamo di Pace, ingegnere pratese vissuto fra il 1478 e 1560, ci ha lasciato un Memoriale sui fiumi nel quale fra l’altro si legge: Il Bisenzio ha sempre avuto un regime torrentizio, minacciando in alcuni punti la piana pratese e campigiana e corrodendo continuamente gli argini. Un suo ramo vagante, passando di fossa in fossa, quando per i campi e quando per le vie e praterie, ha di recente traversato persino la strada per il Poggio a Caiano, guastandola in maniera che non si poteva percorrere Il Miniati, Narrazione e disegno della terra di Prato di Toscana (1596) descrive il bel ponte di pietra e mattoni [il ponte al Mercatale], rifatto di nuovo l’anno 1575 che rovinò per la piena, che tornò il Bisenzio grossissimo per la pioggia, dove annegarono più di trenta persone (vedremo fra poco che furono molte di più) fra maschi e femmine. Di questa tragedia esiste il racconto “in diretta” di un testimone oculare, un tal Lazzaro del Sega non altrimenti noto, e che dallo stile con cui scrive (o racconta ed altri scrivono) doveva essere anche un uomo semplice. Oggi Joseph-Nicolas Robert-Fleury (1797-1890) Il processo di Galileo Galilei possiamo leggere questa cronaca in una “Miscellanea” raccolta dal prete Michelangelo Martini, conservata manoscritta alla Roncioniana, e pubblicata dal Guasti nel Calendario Pratese del 1849. Il giorno 15 di settembre 1575, in domenica, a ore 17 ½ in circa, tornò [nota del Guasti : “tornò il fiume. Notalo, ch’è molto bello, e il vocabolario non l’ha”] il nostro fiume di Bisenzio; non già perché fosse piovuto la notte qua da noi, ma sì bene era piovuto la notte inverso Vernio e altri luoghi alti; e così a l’ore sopradette tornò il detto fiume Bisenzio, con un empito d’acqua grandissimo. È ben vero che per di molti fu sentito il romore della tornata di detta acqua; ma quelli tali pensavano fusse romore per l’aria, e no altrimenti: talché, in poco spazio di tempo, detto fiume Bisenzio venne in tal sorte grossissimo (nell’ora sopradetta appunto), che arrivava detta acqua a le sponde del nostro ponte al Mercatale a braccia tre o manco. Spargendosi il romore (vale “spargendosi la voce”) che detto fiume era grossissimo, incominciarono di molti della terra e altri di corsa a venire volontariamente a vedere; e così giunti al detto ponte, e separandosi chi per il mezzo del ponte, e altri al fine di esso, e altri convicini alla porta; e così tali dimororno in esso luogo circa ore una. Ma ad un tratto si levano alcune voci : “Mi par sentire il ponte tremare!” “Udite! Avete voi sentito ?” Tronchi e rami che vengono da Vernio e dalla valle con furia e ‘mpito grandissimo sbattono contro il ponte. È tutto un fuggire da ogni parte. Alcuni si ritrassono nella terra; et altri montorno in sul portone e in su le muraglie. Piero di Tommaso Coppini di Prato, giovane valoroso e d’ingegno; il quale, (per spirito divino, si può dire, e non altrimenti) quando cominciò a presentire il gran romore e strido di esso ponte che rovina, subito fece condurre una ragionevole iscala; e lui el primo cominciò a montare, e si condusse in sul portone, dove che di molti lo seguitorno. E così si cominciorno a distendere per la muraglia per vedere l’abondanzia di acqua e di legniami. A ore 18 ½ in circa si vedeva cascare qualche isgalcinata (calcinaccio) e sassolini, e aperture delle spalliere murate sul muricciolo verso l’entratura della porta: a un tempo medesimo andò giù detta parte del ponte, un tratto di 29 braccia (misurato dai nostri muratori e legnajoli) et andato giù con empito grandissimo, insieme con tutti quelli che c’erano sopra; e tutti per il fiume notando e non notando, putti uomini e donne, si vedevano per detta acqua aiutandosi. I morti per il detto diluvio si ritrovavano essere 5 stati circa a 50. Di molti putti, donne ed altri poveri uomini: i quali gran parte ritrovandosi la sera al calar del sole, anzi dell’acqua, in su le 22 ore, annegati, e alcuni mal governi dalle percosse dei legniami e furore di detta acqua, furono riportati in Prato da certi, quali andavano a cercare di legniami per servirsene per brugiare. E così il giorno suddetto, 15 settembre medesimo, nella Chiesa di San Marco di Prato, convicina alla Porta Fiorentina (nell’odierna Piazza S. Marco, oggi soppressa) se ne ritrovorno circa al numero di 15, tutti dispogliati : cosa spaventosissima il vedergli non perché fussino, morti, in sé paurosi; ma a vedere la quantità di quei corpi insieme: nel Carmine e in Un mezzo anfibio avanza lungo la via Roma. Si vede il compianto nostro pastSanta Trinita ancora. E se ne è andati president (1973-74) Giannino Veronesi, ingegnere capo del Comune ritrovando morti per insino al 23 settembre. Più di 85 persone rimasero con gran pericolo isolate di là dal ponte per il crollo e non potevano andare né innanzi né indietro rispetto a l’acqua, qual superava la strada, et ancora per la pioggia che veniva: e quivi dimororno per insino a ore 24. Di poi si partirono e andorno alla volta della montagnia, distendendosi per quelle ville, uomini vecchi e putti; facendo gran fuochi; si partirno, dico, perché l’acqua calò assai e andavano guazzando meglio che potevano. Il nostro Lazzaro prosegue la sua cronaca diretta raccontando di quelli che si sono riavuti e salvati, mediante la grazia di Dio. Chi ha raggiunto le rive a nuoto, chi aggrappandosi a quello che la furia delle acque trasportava. Uno per tutti: Francesco di Bertino Guardini, 13 anni, chierico del Duomo di Prato, ancor lui andato giù nella rovina e ritrovatosi di là del Bastione delle Forche, sendo quivi un abete grossissimo, mezzo nell’acqua e mezzo quasi fuori, subito prese questo abete e buttatosi sopra così meglio che posseva; e messosi a diacere, come quello che era stracco sfinito. Et arrivato quivi uno, il quale si domandava il Chiacchiera; povero uomo, il quale stava all’intorno per vedere di riavere qualcuno di essi annegati, e per legniami per suo consumare; così andato alla volta del putto, guadando con un bastone in mano e spogliato giunto a lui, il putto se li attaccò alla vita; e così pian piano lo condusse alla riva. Il ragazzo gli disse essere figlio di Bertino Guardini. E subito la voce arrivò a quelli che erano sul bastione e in su le mura : “Il figliolo di Bertino è ripescato, ed è vivo, per grazia di Dio!” Essendo sua madre, madonna Francesca, figliola di Piertommaso del Sega e donna del detto Bertino, su per il Mercatale con di molte altre donne, sentendo tali voci le fu detto “Andate alla Porta Fiorentina, ché il vostro putto è ritrovato ed è vivo”. Mossa a corsa con la Bita, sua serva, per la strada fu detto loro che andassino in casa di Agnolo Franconi, detto el Burella, pizzicagnolo; e quivi trovarono il putto ad un gran foco, tutto Salvataggio di persone intrappolate dall’alluvione spaurito. 6 Nell’archivio antico del Comune si conserva un libretto di 98 carte nel quale, dice il frontespizio, si noteranno tutte le spese che si faranno in restaurare et rifare il ponte della Porta al Mercatale del quale il 15 settembre 1575 rovinorno due archi ed una pila per la piena grande. E le notazioni sono così precise che sembra di leggere il diario di cantiere di un’opera pubblica di fine Cinquecento. Reca la data del 16 gennaio 1630 una lettera di GALILEO GALILEI che, su incarico del Gran Duca, espone i risultati e le riflessioni in seguito ad un sopralluogo al fiume Bisenzio da lui fatto, con un gruppo di altri Una mucca anfibia per necessità esperti, per giungere alla risoluzione da pigliarsi per rimediare a i danni che detto fiume apporta. Si tratta di una corposa relazione (18 pagine nell’edizione a stampa, Bologna, 1822) ricca di dimostrazioni geometriche e di insegnamenti di ingegneria idraulica che così conclude: intorno alla deliberazione da prendersi pel restauramento del fiume Bisenzio, che io inclinerei a non lo rimuovere dal suo letto antico, ma solo a nettarlo, allargarlo, alzare gli argini dove trabocca e fortificarli dove riempie. Conclusioni che si scontrano con le opinioni degli altri esperti idraulici interpellati, secondo i quali la prima cosa da fare è raddrizzare le tortuosità del letto del fium . Secondo Galileo tale intervento è inutile, dispendioso se non addirittura dannoso, ma avvert : In questa mia scrittura sono alcune proposizioni le quali per avere nel primo aspetto sembianza di paradossi, e d’impossibili, mi manterranno, anzi mi accresceranno nel concetto di molti l’attributo, che mi viene dato, di cervello stravagante. Così stravagante che non passano tre anni da quel sopralluogo sul Bisenzio e Galileo cade sotto i fulmini del Sant’Uffizio: condannato al carcere formale ad arbitrio nostro (poi convertito nei domiciliari), gli viene imposta l’abiura, proibita la sua opera Dialogo dove si discorre sopra i due massimi sistemi del mondo, Tolemaico e Copernicano e comminata la pena accessoria della recita settimanale dei sette salmi penitenziali per tre anni. Con il consenso dell’Autorità Ecclesiastica, si incaricò di recitare i salmi la figlia di Galileo, suor Maria Celeste. 31 ottobre 1848 altra piena straordinaria del Bisenzio. Ce la racconta il Guasti nel Calendario Pratese per il 1849. Dopo alcuni giorni di tempo variabile addensa vasi nell’alta valle del Bisenzio un tale uragano, cui non vi è memoria che altro simile si scaricasse mai su quelle appenniniche pendici. Verso le 2 ½ pomeridiane giungeva il Bisenzio in tutta la pompa delle sue piene maggiori, non permettendo in tanta subitaneità di salvarsi ad un disgraziato che caricava di ghiaia il suo barroccio nel greto stesso del fiume. Prontamente raggiunse l’altezza dei parapetti del ponte al Mercatale [sul muro alla destra della Porta Mercatale vi è un riga verticale di marmo con segnata l’altezza raggiunta dall’acqua in quell’occasione: e la linea è ben sopra la spalletta del ponte] minacciava per quella Porta d’inondare la città. E fu si grande la furia con la quale le acque andavano crescendo, che, per alcune circostanze ritardandosi alquanto l’abbassamento della cateratta alla Porta, essa chiuse l’adito alla piena allorquando sboccava copiosa all’interno di Prato. Intanto la fiumana del Bisenzio superava tutt’altrove i ripari ed apportava nell’agro pratese gli appresso danni. Dal confine di Vernio fino alla chiusa del Cavalciotto, oltre ai danni parziali cagionati lungo le ripe, noterò la caduta di due piccoli mulini senza che però vi perisse alcuna persona. Dal Cavalciotto a Prato le campagne a destra ed a sinistra sono andate soggette a qualche parziale inondazione. La città di Prato non ebbe a soffrire che leggere molestie mentre il fiume dispiegando tutta la sua forza nel tronco che fiancheggia a greco le mura urbane fra 7 la via Ferrata e il bastione Cipriani [quello vicino all’odierna Porta al Serraglio] travolgeva sulla sinistra il parapetto del Ponte al Mercatale, e per la discesa di quello sboccava a largo canale, conducendosi per la via detta della Pietà ad inondare tutto quel territorio e la borgata suburbana ivi posta: così pure rovesciava la porzione rialzata dei muri che stanno a riparo lungo l’orto Ballerini [nei pressi dell’odierna zona Stadio] e, per quello sboccando, atterrava i muri di cinta verso la via Sestese. Più in basso il Bisenzio traboccava gli argini a destra ed a sinistra; a me reca grande meraviglia come verso Mezzana le acque potessero elevarsi di tanto, da superare, ad onta della larga golena, le arginature maestre per circa un miglio di lunghezza, ed aprire in esse quattro rotte da divenire fatali, ove le acque in vece di calare dopo brev’ora si fossero sostenute più lungamente alla elevazione che avevano raggiunta. E sempre il Guasti ricorda che la vigila di Ognissanti del 1858 venne Bisenzio grossissimo, a un tratto e con tale impeto, che non giunse a tempo nessun riparo; e le acque scesero in Prato dalla porta del Mercatale. Ma più gravi danni sentirono le campagne dove le acque dei torrenti deviarono i loro corsi, investendo case e persone, e convertendo in sterile greto dei floridissimi coltivati. Ed eccoci al secolo scorso, il Ventesimo, che ci ha regalato tre alluvioni disastrose: nel 1926, il 4 novembre 1966 e nel 1991. Un casolare a Castelnuovo. Morte e distruzione Molti di noi hanno ben presenti le drammatiche immagini di quel novembre di 45 anni fa: ne ripropongo alcune a corredo di questa carrellata in mezzo al fango ed alla furia delle acque. Chi volesse vederne tante di più : http://www.protezionecivile.comune.prato.it/gallerie/?action=dettaglio&id_album=8&id_galleria=32&lang=i t&nomefile=02.jpg http://www.pratoblog.it/news/2009-12/prato-alluvione-3-novembre-1966-p2075.asp Gianni Limberti 8 NOTIZIE DAL CLUB GITA SOCIALE IN TERRASANTA In accordo con il nostro Presidente Marco, Aldo Grassi vorrebbe organizzare e riproporre ai soci la GITA IN PALESTINA che non fu possibile fare l'annata passata. Potremmo anche chiamarla PELLEGRINAGGIO perché l'idea nasce dall'opportunità di avere come guida Mons. Renzo Francalanci, che a Prato è canonico nel Santuario del Giglio in Piazza San Marco, che è stimato per grande e profondo conoscitore della Palestina, ottimo parlatore e quindi capace di trasformare un viaggio che potrebbe sembrare mistico anche in una gita di grande interesse storico e culturale per conoscere meglio i luoghi santi in Israele. Periodo previsto: settimana da martedì 17 aprile con ritorno il martedì 24 aprile. Questo per la difficoltà di poter prenotare i voli aerei. Infatti oltre a quanto proposto nell'allegato depliant, dobbiamo ipotizzare due varianti: - Partenza da Roma e trasferimento Prato-Roma-Prato in BUS G.T. - Partenza da Bergamo con volo charter di primaria compagnia e trasferimento Prato- Bergamo e ritorno sempre in BUS G.T. La gita non è stancante in quanto pernottiamo due notti a Nazareth e cinque a Gerusalemme, quindi usiamo solo due Hotels, sarà organizzata nello stile Rotariano del "tutto compreso" con alloggio nei migliori hotels e con molta assistenza. Cercherò di organizzare anche qualche uscita per il "dopo cena". Penso ad una gita che può interessare tutti perché la Terrasanta è un luogo di antica storia oltre ad essere la madre della religione cattolica. È però necessario prenotare presto per poter confermare i voli tenendo presente che comunque fino al 17 marzo giorno del pagamento del saldo è possibile RINUNCIARE senza penale e con la restituzione dell' anticipo. Con € 70 è possibile assicurarsi per rinuncia senza spese anche il giorno prima della partenza. Si allega al presente bollettino il programma di massima. ROTARY INTERNATIONAL Festeggiano il compleanno Silvio Cerimele Giampiero Livi 4 Dicembre 31 Dicembre …e tanti auguri! SEDE MONDIALE: ONE ROTARY CENTER 1560 SHERMAN AVENUE EVANSTON, Illinois 60201 USA Presidente Internazionale: Kalyan Banerjee (Rotary Club Vapi, Gujarat, India) Ufficio Europa-Africa: Rotary International Vitikonerstrasse 15 – CH 8032 ZURIGO www.rotary.org Annata Rotariana 2011-2012 (55° anno) Distretto 2070 Governatore: Pier Luigi Pagliarini, R.C. Cesena Assistente del Governatore: Nello Mari (R.C. Pistoia Montecatini Terme "Marino Marini") per i Rotary Club area Toscana 1: Prato – Prato “Filippo Lippi” – Empoli Fucecchio S.Croce sull’Arno, Pistoia Montecatini, Pistoia Montecatini “Marino Marini”, San Miniato. Segreteria 2011 - 2012 del Distretto 2070° Piazza Leonardo Sciascia, 214 – 47522 – CESENA (FC) Tel. +39 0547 612418 Fax +39 0547 617510 Email: [email protected] web: www.rotary2070.org ROTARY CLUB PRATO c/o Hotel Palace, Via Pier della Francesca, 71 – 59100 Prato Segreteria (Sig.ra Antonella Grassi) tel. 334 2354722 fax 0574 445496 E-mail: [email protected] Home page: www.rotaryprato.it RIUNIONI CONVIVIALI: HOTEL PALACE PRATO Via Pier della Francesca 71 Il 1° e 3° martedì di ogni mese alle ore 13.00 Il 2° e 4°martedì alle ore 20,15 9