UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO QUARESIMA 2010 settimane per Cambiare, Comunicare, &RQGLYLGHUH««µ Luca 9,12-17 ´,OJLRUQRFRPLQFLDYDDGHFOLQDUHHL'RGLFLJOL si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13 Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14 C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta circa». 15 Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16 Egli prese i cinque pani e i due pesci , alzò gli occhi al cielo,recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17 Tutti mangiarono a sazietà e furono portate via LSH]]LORURDYDQ]DWLGRGLFLFHVWHµ Questo testo biblico ci parla del pane, del pane della vita. Per chi ha vissuto periodi di penuria, di scarsità di cibo, come quelli che accompagnano le guerre oppure la povertà, la parola pane evoca qualcosa di molto prezioso che nei periodi di abbondanza come il nostro spesso non sappiamo apprezzare come si conviene. Il pane... la fragranza e l'aroma del pane fresco appena uscito dal forno è qualcosa di irresistibile, non è vero? Si, il pane, nella nostra cultura, è l'elemento principe dell'alimentazione, del sostentamento della vita: lo era pure in Palestina ai tempi in cui Gesù rivolgeva le parole che prima abbiamo udito ad una folla attenta, sicura di essere testimone, in quei giorni, di qualcosa di unico nella storia. Essi sapevano quanto fosse prezioso il pane e quel giorno era pure avvenuto qualcosa di inaudito, di sconvolgente: una folla grandissima che, affascinata, aveva seguito Gesù per udire la Sua sapienza e per assistere alle Sue grandi opere, era stata nutrita da Gesù stesso, non solo nella mente e nello spirito, ma anche nel corpo! Come dal nulla... era uscito pane e pesce arrostito per tutti! Un evento davvero senza precedenti, o meglio, un precedente ce l'aveva: era avvenuto secoli prima quando il popolo di Israele che languiva nel deserto, era stato nutrito da "un pane venuto dal cielo", la manna, provveduta loro da Dio. Questo fatto indubbiamente la diceva lunga sull'identità di Gesù, non è vero? Questo un messaggio che rimane quanto mai imporWDQWHRJJLSURSULRSHUFKpVLDPRLQXQ·HSRFDDFFHFDWD dal materialismo. Ci occupiamo della salute e del benessere del nostro corpo, trascurando, ignorando, e addirittura negando che, come esseri umani, abbiamo pure una dimensione spirituale che va nutrita con altrettanta e forse maggiore cura di quanto facciamo per la nostra dimensione materiale. Non ci rendiamo conto che come il corpo malnutrito deperisce e muore, così la nostra anima, quando manca di nutrirsi del cibo che le compete, ciò Cristo Gesù, perisce miseramente. Prima settimana ...Il giorno cominciava a declinare e i Dodi- ci gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovar cibo: qui siamo in una zona deserta ». Gesù accompagna il suo "insegnamento" con un "segno": il pasto comune e abbondante, consumato con la folla in un luogo deserto. ,GLVFHSROLVLDYYLFLQDQRD*HVHJOLIDQQR osservare che luogo è solitario ed è ormai tardi. Essi gli dicono di congedare la gente «perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta» Gesù invita ciascuno dei suoi discepoli a dar da mangiare alla folla affamata. ,GLVFHSROLQRQDFFROJRQRO·LQYLWR perché ritengono di non averne a sufficienza... Rifletti im p eg n o Gesti di carit à Anche tu come i discepoli pensi di non aver niente da dare? IL MATTONE Il muratore sul letto di cemento, con gesto preciso della sua cazzuola vi gettava una copertura e senza chiedergli il parere, posava su un nuovo mattone. A YLVWDG·RFFKLROHIRQGDPHQWDVDOLYDQRODFDVDSRWHYD elevarsi alta, solida per ospitare uomini. Ho pensato Signore a quel povero mattone interrato nella notte alla base del grande edificio, nessuno lo vede ma lui fa il suo lavoro e gli altri hanno bisogno di lui. Signore non conta che io sia in cima alla casa o nelle fondamenta purché io sia fedele alla tua costruzione Preghiera Resta con noi, Signore, SHUFKpYLHQHODQRWWH Resta con noi che siamo così spesso rattristati da tutte le notizie che vediamo e ascoltiamo. Resta con noi che non sappiamo leggere il senso delle cose più semplici che abbiamo tra le mani. Resta con noi e trasforma in gioia le nostre amarezze e la nostra sfiducia, i nostri scetticismi e le nostre paure. Resta con noi tu che sei risorto e ci doni la grazia del tuo Spirito. Resta con noi e insegnaci a trasformare il cuore del mondo. Amen (Card. C. M. Martini) ´7XWWLPDQJLDURQR DVD]LHWjµ Gesù invita i discepoli a raccogliere quello che KDQQRDGLVSRVL]LRQH´Quanti pani avete"µ FKLHGHORUR(·FRPHVHGLFHVVH´Mettete a disposizione quello che aveteµ Quindi ordina di far sedere la gente sull'erba verde «a gruppi di cinquanta circa », come per sedersi a mensa, quasi per creare le condizioni umane che permettono di vivere il clima della famiglia, della commensalità, delle relazioni interpersonali e della condivisione. i t t e l f i R im p eg n o Mi nut ro del la par ola di Dio A che cosa ti fa pensare la parola accogliere? Il pane si prende in mano, lo si spezza e lo si porta alla bocca; così la Parola di Dio la si apre, la si studia, la si maneggia fintanto che non la si comprende. Il pane in bocca lo si gusta, così siamo chiamati a fare esperienza di quanto il Signore sia buono. Il pane lo si digerisce e se ne gode, così possiamo assimilare in noi stessi le virtù di Cristo mediate dalla Scrittura ed applicate a noi dallo Spirito Santo e goderne appieno. Il cibo ci fa crescere, così Cristo ci nutre affinché cresciamo fino a diventare le creature che Dio aveva inteso fin dall'inizio e che sono state guastata dal peccato. Terza Settimana ´$OORUDHJOLSUHVHLFLQTXHSDQLHLGXH pesci e, levati gli occhi al cielo, OLEHQHGLVVHOLVSH]]z«µ ´*HVSUHVHLSDQLHFRPLQFLzDVSH]]DU li, perché li distribuisseroµ «Spezzare il pane» vuol dire condividere, partecipare, donare il proprio essere e il proprio avere. Se il pane è un dono, lo devi spezzare; devi prenderlo e goderne, ma non da solo; non è per te e basta; lo devi "spezzare e distribuire". Il pane che ti è dato è "per voi"; vuol dire che devi distribuirlo agli altri. Se Dio ti dà qualcosa, è perché tu lo ridoni agli altri. Il ringraziamento, oltre che apprezzamento e godimento, è anche "spezzamento", condivisione. Nella vita abbiamo fatto esperienza anche della solidarietà; ciò è avvenuto quando qualcuno ha condiviso le nostre gioie e speranze, le nostre difficoltà, fatiche e delusioni. i t t e l f i R im p eg n o Co ndi vid iam o con Sin cer ità Hai un amico/a con cui condividi i tuoi segreti? AMICIZIA? 6LJQRUHFRV·qO·DPLFL]LD" Amicizia significa stima, aiuto, confronto e conforto. Significa capire, arrabbiarsi, abbracciare, comprensione. Amicizia vuol dire gioire insieme, piangere insieme, pregare, parlare e crescere insieme. Però a volte amicizia significa anche usare, assecondare, mentire, piegare e tacere. 6LJQRUHFDPPLQDVHPSUHDOILDQFRGHOODQRVWUD´$PLFL]LDµ perché ogni litigio e pianto abbia come risultato uno scalino in più nella scala della crescita umana. Proteggi la nostra amicizia e rendila forte anche davanti ai pericoli del mondo in cui viviamo. Signore, noi siamo ragazzi e, come dicono i grandi, non abbiamo molto da fare, non abbiamo troppe preoccupazioni. Per questo ti possiamo rivolgere una preghiera strana. Signore, donaci quel che ti avanza perché nessuno te lo chiede. ,´JUDQGLµWLLQYRFDQR per avere calma, riposo, assicurazione contro gli imprevisti, un buon lavoro H«WDQWLVROGL Esaudiscili, Signore. Ma a noi dona: allegria, vivacità, spensieratezza, rumore, festa, sorprese, fantasia, novità, simpatia. («XQ·DOWUDSUHJKLHUD Signore. Quel che ti manca perché te lo chiedono in troppi, aiutaci a procurartelo noi. In famiglia, nel palazzo, DVFXRODQHOTXDUWLHUH« 6LJQRUHVHWLPDQFDTXDOFRVD« chiedilo: noi abbiamo il tempo. Quarta Settimana ´OLGLHGHDLGLVFHSROLSHU ché li distribuissero alla IROOD«µ In questa catena di solidarietà Gesù coinvolge attivamente i discepoli, li abilita al servizio e al dono di se stessi. Ora coinvolge anche te. In questa sequenza possiamo cogliere quale deYHHVVHUHORVWLOHGHOODFRPXQLWjFULVWLDQD(·OR stile proprio della famiglia, dove il Signore ci chiama a vivere relazioni interpersonali autentiche e a tradurle nei gesti della donazione e della condivisione; dove si mette in comune quello che si ha, per condividerlo tra tutti. i t t e l f i R Im p eg n o Esame Esame di coscienza di cos cienza Leggi insieme alla tua catechista il testo della FDQ]RQH³/DYLWDqXQGRQR´GL5HQDWR=HUR Nessuno viene al mondo per sua scelta, non è questione di buona volontà Non per meriti si nasce e non per colpa, non è un peccato che poi si sconterà Combatte ognuno come ne è capace Chi cerca nel suo cuore non si sbaglia Hai voglia a dire che si vuole pace, noi stessi siamo il campo di battaglia La vita è un dono legato a un respiro Dovrebbe ringraziare chi si sente vivo Ogni emozione che ancora ci sorprende, l'amore sempre diverso che la ragione non comprende Il bene che colpisce come il male, persino quello che fa più soffrire E' un dono che si deve accettare, condividere poi restituire Tutto ciò che vale veramente che toglie il sonno e dà felicità Si impara presto che non costa niente, non si può vendere né mai si comprerà E se faremo un giorno l'inventario sapremo che per noi non c'è mai fine Siamo l' immenso ma pure il suo contrario, il vizio assurdo e l'ideale più sublime La vita è un dono legato a un respiro Dovrebbe ringraziare chi si sente vivo Ogni emozione, ogni cosa è grazia, l'amore sempre diverso che in tutto l'universo spazia e dopo un viaggio che sembra senza senso arriva fino a noi L' amore che anche questa sera, dopo una vita intera, è con me, credimi, è con me. Quinta Settimana ´Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: GRGLFLFHVWHµ Sedersi alla stessa tavola, condividere lo stesso pane, bere allo stesso calice, nel linguaggio biblico significa condividere la vita di colui che ci ha invitati e la vita dei commensali. Significa che siamo amici o che vogliamo diventarlo. ´mangiare insiemeµVLJQLILFDHVVHUHVR lidali o volerlo diventare; significa stabilire un rapporto di comunione profonda, come quella che Gesù vuole stabilire con i suoi discepoli. La vita ce l'abbiamo non per consumarla "in proprio", ma per condividerla e nella condivisione farla crescere: la nostra e quella degli altri. Le attitudini, i carismi, i talenti non li riceviamo per sotterrarli, ma per moltiplicarli e per farli fruttificare; essi tanto più crescono, quanto più li mettiamo a disposizione degli altri. i t t e l f i R Im p eg n o Chiedo perdono Ch ied o perdo no Ti è mai capitato di escludere un amico? Per quale motivo? Gesù fin dall'inizio della vita pubblica utilizza il pasto per mostrare la sua solidarietà con gli uomini e per indicare i rapporti che ci devono essere all'interno della nuova comunità. Infatti: HJOLPDQJLDFRQLSHFFDWRULSHUWUDUOLIXRULGDOO H sclusione e dal disprezzo in cui sono relegati; FRQGLYLGHLOGHVWLQRGHOVXRSRSRORPDQJLDQGRFRQ lui il pane del deserto, per guidarlo verso la libertà e la comunione di vita; QHOODQXRYDFRPXQLWjLSRYHULJOLVWRUSLHGLFLHFKL non sono più esclusi e disprezzati, ma stanno al centro della comunità e possono esperimentare la gioia di stare insieme con gli altri. I credenti che si riuniscono per celebrare la Cena del Signore sono chiamati, a loro volta, ad attuare e a rendere visibile nella vita quotidiana questa solidarietà e questo amore verso tutti gli uomini, senza distinzioni e senza esclusioni. Salmo 89: Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre. Insegnaci a contare i nostri giorni * e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! Saziaci al mattino con il tuo amore: * esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male. Si manifesti ai tuoi servi la tua opera * e il tuo splendore ai loro figli. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: UHQGLVDOGDSHUQRLO·RSHUDGHOOHQRVWUHPDQL O·RSHUDGHOOHQRVWUHPDQLUHQGLVDOGD