Volume 4, numero 17
Sommario
26.04.2009
Editoriale
Lettera a un vecchio ragazzo
Muro del pianto
19.04.2009
Comuni a Cinque stelle
Le uova d'oro di Reggio Emilia
Seconda stella, l'Acqua - Riccardo
Petrella
Economia
Vacca di casa mia
Parlamento Europeo - Loretta
Napoleoni
Informazione
Le spie del nucleare
RAI: la voce del padrone
Non nominare Berlusconi invano
Fiato sul collo a Vittorio Veneto
Muro del pianto
Lettera a un vecchio ragazzo
Basta!
Fiato sul collo a San Severo
Il cono Legato
Onna non c'è più. Onna ci sarà
Le interviste del Blog: Emmanuel
Murangira
Politica
Le interviste del Blog: Luigi de
Magistris
C’è un eccesso di informazione in giro.
Una overdose che uccide i fatti e le
persone. L’influenza suina è passata dal
livello 3 al 4 al 5 per l’Organizzazione
Mondiale della Sanità. Rimane solo il
livello 6, quello dell’estinzione dei
dinosauri. Fazio, il ministro del ministero
soppresso della Sanità, rassicura.
Influenza
lieve.
Situazione
sotto
controllo. Obama spiega che la
situazione è grave. In Egitto sono stati
uccisi e seppelliti 350.000 maiali. Lo
psiconano
mangia
mortadella
in
pubblico. In Gran Bretagna il governo
mette a disposizione 30 milioni di
mascherine.
Fazio
propone
una
settimana di isolamento per chi rientra
dal Messico in Italia e spiega che ci sono
medicinali sufficienti per tutti gli italiani .
Le
case
farmaceutiche
mondiali
annunciano, invece, che un vaccino non
sarà pronto prima di sei mesi. A Città
del Messico hanno chiuso le chiese e le
scuole per paura del contagio. In Italia la
febbre suina extracomunitaria
non
passerà. I maiali, invece, sono già
passati e deputati.
1
"Caro vecchio del 2009,
vecchio forse non si può più dire, è
considerato un insulto. Ti chiamerò allora
vecchio ragazzo. Un ragazzo invecchiato
che ha il Viagra in tasca e la pensione e
per informarsi guarda la tv. Un signore
che legge i giornali di Regime. La
Repubblica se andava alle feste
dell'Unità, il Corriere se crede nelle
istituzioni, il Giornale se non ha mai
creduto in nulla. Sei sopravvissuto a
tutto. Ad Andreotti, al muro di Berlino,
alle Brigate Rosse e alle stragi di Stato.
Qualche volta anche alla tua coscienza.
La tua generazione è alla guida del
Paese. Con quelle dentiere possono dire
quello che vogliono. Ai vecchi si
perdona, sono come i bambini, se
devono dire una scempiaggine la dicono,
se lo possono permettere. Infatti, le
dicono ogni giorno. Il pesce più grosso
dello stagno è quello che non si è ancora
fatto prendere. Voi vecchi ragazzi siete
abili, siete carpe da 10 chili. Il pesce più
grosso è lo psiconano. 73 anni e un
futuro davanti a sè. Il pesce più
autorevole è il sermonista Scalfari. Tra
voi ci sono alcuni vuoti. Uomini che non
hanno mai visto i loro nipoti o un capello
bianco sul pettine. Chi li ha uccisi, o chi è
rimasto in silenzio, è ora un vecchio
ragazzo, uno di voi. Impastato, Livatino,
Fava, Borsellino, Falcone, Ambrosoli non
saranno mai vecchi ragazzi. Non ti
appartengono. Le generazioni che ti
seguono però ti ammirano e, per fare
carriera, ti imitano. Non sono vecchi
ragazzi, ma ragazzi vecchi. Dimostrano
la tua età, ma hanno venti/trent'anni in
meno. Sono incartapecoriti come Fini o
avvizziti come Tremonti o imbalsamati
come D'Alema. I loro film preferiti sono
la Mummia e la vita di Bottino Craxi.
Sperano un giorno di ereditare il vostro
potere, per adesso si accontentano degli
avanzi che gettate sotto il tavolo. I piccoli
e i medi comuni, quindi quasi tutti, sono
cosa vostra. Il sindaco pensionato è la
figura più diffusa della politica italiana.
Molti vecchi ragazzi sono in pensione da
decenni, dall'età di 50/55 anni. I tuoi
nipoti la pensione non la vedranno mai.
Per ora usano la tua. Sono disoccupati,
precari. Una volta erano il bastone della
vecchiaia. Oggi, sei tu il bastone della
loro giovinezza. Chi si fa i fatti suoi
campa cent'anni. Questo è un Paese per
vecchi, per vecchi ragazzi. Il potere
logora chi non ce l'ha e tu non lo hai mai
mollato. Forse un passo indietro è
necessario da parte tua. Altrimenti, corri
il rischio che i giovani ti facciano fare due
passi avanti". Beppe Grillo
Non nominare Berlusconi
invano
Informazione
19.04.2009
Il mago Silvan ha nominato lo psiconano
a Domenica In. Voleva prestargli la sua
bacchetta magica. La conduttrice Lorena
Bianchetti prima è impallidita, poi si è
dissociata. Berlusconi non si può
nominare invano. Lorena, dal servizio
pubblico al servizietto privato... Aiutiamo
la RAI a estinguersi, disdettiamo il
canone. Leggete le istruzioni sul gruppo
di Facebook: "Cancelliamo il canone
RAI". 167.000 persone hanno già
aderito. Passate parola, entro l'anno
dobbiamo raggiungere il milione.
2
RAI: la voce del padrone
Informazione
20.04.2009
Sommario della puntata:
Appropriazione indebita di Montanelli La
legge Mammì e Berlusconi Fede chiede
le dimissioni di Montanelli Berlusconi
irrompe in redazione Il vaccino
Berlusconi Testo: "Buongiorno a tutti,
oggi dirò pochissime cose di mio: oggi
vorrei fare Indro Montanelli, nel
centenario della sua nascita. Montanelli
è nato a Fucecchio il 22 aprile del 1909,
quindi anche se se è morto nel 2001 ha
molte cose da dirci. Anzi, molte cose le
ha
dette
quando
molte
belle
addormentate nel bosco, molti di quelli
che non vogliono vedere, molte Alici del
Paese delle Meraviglie, molti servi, molti
killer non vedevano e non volevano
vedere quello che, in realtà, era visibile
fin dal 1994, quando nella politica
italiana irruppe un imprenditore che non
sa cosa sia la democrazia, non sa cosa
siano le idee e il confronto, ma sa
soltanto che cosa siano gli interessi.
Nel 2004 ho scritto un libro che, più che
altro, diciamo che è scritto da Montanelli
nel senso che era un’amplissima
antologia di tutte le cose che lui ha
scritto e detto a proposito di Berlusconi e
della storia del suo rapporto con
Berlusconi, iniziato nella metà degli anni
70 quando il Cavaliere acquistò una
quota prima di minoranza e poi, infine, di
maggioranza nel giornale che Montanelli
aveva fondato come cooperativa tra
giornalisti. Rapporto che fu tormentato,
ma resse tra polemiche, pressioni e
resistenze, però nella quasi normalità di
un rapporto tra un editore, molto già
implicato con la politica e un direttore
che la politica del suo giornale la voleva
fare giustamente lui.
Resse fino a
quando dentro la politica direttamente
non entrò Berlusconi e, in quel momento,
esplose il dissidio che poi culminò nel
distacco e nell’andar via di Montanelli,
dopo una famosa irruzione del Cavaliere
l’8 gennaio del 1994 nella redazione de Il
Giornale, di cui tra l’altro non era più
neanche l’editore, perché l’aveva dovuto
girare a suo fratello per rispettare
almeno formalmente la legge Mammì,
che stabiliva un’incompatibilità tra il
possesso di televisioni e il possesso di
giornali. Vorrei parlare, anzi far parlare di
Montanelli: l’ho fatto in questo libro,
“Montanelli e il Cavaliere” nel 2004,
adesso l’ho ripubblicato perché non
pensavo, ma da quando è morto, ossia
nel 2001, moltissimi hanno continuato a
occuparsi di lui; per fortuna moltissimi
continuano a comprare i suoi libri,
pensate che Montanelli continua a
vendere all’anno 100. 000 copie circa dei
suoi vari libri pubblicati da Rizzoli o
ripubblicati da Rizzoli: vende più lui da
morto che quasi tutti i giornalisti da vivi.
Appropriazione indebita di Montanelli
L’ho ripubblicato con un nuovo saggio
introduttivo, perché non pensavo, ma in
questi anni da quando Montanelli è
morto si è continuato a parlare di lui con
appropriazioni indebite, tentando di
annetterlo a questa o a quella parte e
questa è stata una delle operazioni
vergognose che ho voluto smontare in
questa nuova edizione del libro, che è
pubblicato
da
Garzanti.
L’altra
operazione vergognosa è lo sputo sulla
tomba: persone che non si erano mai
azzardate a parlarne male da vivo,
quando lui poteva rispondere e
sappiamo come rispondeva, hanno
cominciato a parlarne male da morto, pur
potendolo fare anche quando era vivo e
mi riferisco a alcuni sedicenti studiosi,
che hanno voluto addirittura mettere in
dubbio, in alcuni sedicenti saggi, che
Montanelli fosse stato condannato a
morte dai nazisti e avesse rischiato la
fucilazione, se non fosse fortunosamente
riuscito a fuggire. Quindi anche su quello
ho fatto un po’ di ricerche storiche per
andare a vedere la verità su quello che è
successo nel 1944/45 nel carcere di
Gallarate e nel cercare di San Vittore,
dove Montanelli era recluso con la sua
prima moglie colpevole di antifascismo,
ossia colpevole di essere sempre contro
il fascismo dal momento in cui il
fascismo aveva raggiunto l’apice della
sua popolarità: non dimentichiamo che
Montanelli comincia a abbandonare il
fascismo quando tutti corrono sul carro
del vincitore, dopo l’impresa di Abissinia
durante
la
Guerra
di
Spagna,
esattamente come sarà poi contro il
conformismo democristiano e bigotto
degli anni 50 e 60, come sarà contro il
conformismo di sinistra filo/PCI, o
addirittura filo/gruppi extraparlamentari,
post sessantottino, che contagiò quasi
tutti i giornali, compreso Il Corriere della
Sera negli anni 70 e come fu contro il
conformismo veramente da regime,
come lui scrisse fin dal 94, berlusconiano
negli anni 90 fino al 2001, quando morì.
Naturalmente ripubblicando questo libro
mi sono riletto moltissime delle cose che
lui ha scritto negli ultimi sette anni della
sua vita, quando praticamente il pensiero
dominante per lui era quello che tutti i
democratici
hanno
tutt’ora,
come
pensiero dominante e come incubo, se
volete, ovvero non tanto Berlusconi,
quanto il berlusconismo. E mi sono reso
conto che a fare scandalo e a rendere
così insopportabile la vera storia di
Montanelli e Berlusconi è un episodio: un
episodio che segna l’inizio di un serial
che ha visto cadere sotto la censura tutti
i migliori giornalisti italiani, tutti i più bravi
e i più amati giornalisti italiani e,
contemporaneamente, tutti coloro che si
sono occupati di satira in Italia in questi
15 anni. L’ultimo caso è quello di Vauro,
ma sarebbe sbagliato prenderlo come un
fungo che cresce in un luogo privo di
funghi: Vauro è l’ultimo satirista che
viene colpito come sono stati colpiti
grandi giornalisti e grandi satiristi in quei
dieci anni e tutto è cominciato
esattamente l’8 gennaio del 1994, è
quello il giorno in cui avviene una rottura
anche in un Paese poco incline alla
cultura liberale come l’Italia. La legge
Mammì e Berlusconi Che cosa succede
l’8 gennaio 1994? Succede che il
Cavalier Silvio Berlusconi in procinto, ma
non ancora ufficialmente - l’aveva
dichiarato - di entrare in politica, di “
scendere in campo”, come avrebbe detto
lui alla fine del mese, sale le scale della
sede de Il Giornale in Via Gaetano Negri
a Milano, raggiunge la sala dove si stava
per tenere l’assemblea dei redattori e
arringa i giornalisti de Il Giornale in
assenza e all’insaputa di Montanelli.
Antefatto: Berlusconi non aveva mai
messo piede nei piani alti de Il Giornale
per una ragione molto semplice: che
quando ne era diventato l’azionista e poi
l’editore Montanelli non gli aveva mai
permesso e lui non si era mai azzardato
a mescolarsi con Il Giornale, si occupava
ovviamente dell’amministrazione come
fanno gli editori. Nel 90 aveva poi
lasciato il suo ruolo di editore, cedendo
le quote al fratello Paolo, come vi ho
detto, per aggirare la legge Mammì. Non
è una cosa da poco aggirare la legge
Mammì, perché la legge Mammì, che
pure è una barzelletta per quanto
riguarda i criteri antitrust, è la legge che
ha consentito a Berlusconi di continuare
a possedere l’intero panorama della
televisione
commerciale
in
Italia,
prevedeva e prevede delle sanzioni,
ovvero la perdita immediata della
concessione pubblica da parte di chi la
violasse: sappiamo che Berlusconi l’ha
violata almeno per due profili, da un lato
perché continuava a essere il reale
proprietario de Il Giornale, come
dimostra quello che è accaduto l’8
gennaio del 1994, quindi avrebbe dovuto
perdere la concessione per le televisioni
e poi perché continuò a controllare ben
più del 10% di Telepiù, la pay tv che
aveva messo in piedi e che poi la
Mammì lo costrinse a cedere nella quota
eccedente il 10% e lui, ovviamente, la
aggirò passando le quote a dei suoi
amici e prestanomi che spesso lui stesso
aiutava a comprarle, come poi è venuto
fuori dai processi e naturalmente come
poi le famose authorities non hanno
voluto sanzionare perché fanno sempre
finta di niente. Pensate soltanto alle
authorities in questi giorni che cosa non
stanno facendo rispetto alla violazione
palese della legge Gasparri e della legge
Frattini: sono due leggi che Berlusconi
ha fatto nel 2004 e sono due leggi che
Berlusconi viola; non so se avete sentito
l’Avvocato Ghedini l’altro giorno a
Annozero dire “ beh, ma Berlusconi l’ha
fatto lui il Testo Unico dei beni culturali,
mica potrà violarlo!”: non so se la regola
valga anche per la Gasparri e per la
Frattini, fatto sta che le sta violando tutte
e due. La Gasparri stabilisce che i
dirigenti della RAI li nomina il Consiglio
di amministrazione, però il Consiglio di
amministrazione, come sapete, non si
riunisce a Palazzo Grazioli, ma si
riunisce non so se al settimo o all’ottavo
piano di Viale Mazzini 14, mentre invece
le nomine si stanno facendo a casa di
Berlusconi e lui ha anche annunciato “
guardate che vi siete sbagliati, perché i
nomi che ho in mente non sono quelli
che avete scritto, ma sono altri” e quindi
ha confermato pienamente che se ne sta
occupando lui, senza averne alcun titolo.
In più c’è il fatto che se ne sta
occupando un signore che è anche il
proprietario della concorrenza e che,
naturalmente, ha tutto l’interesse a
piazzare dei dirigenti inadeguati alla RAI
per guadagnare in ascolti e in pubblicità
su Mediaset. E di dirigenti inadeguati
nominati da Berlusconi alla RAI ce ne è
una
lunga
tradizione,
come
evidentemente ricordate, ma i nomi che
circolano in questi giorni ci dicono che in
futuro avremo dirigenti se possibile
ancora più inadeguati di quelli che aveva
nominato le altre volte, perché Mediaset
è molto in difficoltà e c’è bisogno proprio
di una RAI diretta da un gruppo di
paracarri e di piante grasse, di Ficus
3
probabilmente. Passeremo dal genere
animale al genere vegetale. Ritornando
a bomba, violò la legge Mammì e la violò
perché andò a parlare con una
redazione che non doveva avere nulla a
che fare con lui e con cui lui non doveva
avere nulla a che fare: perché ci andò?
Perché da mesi aveva avvertito
Montanelli della propria intenzione di
scendere in campo politicamente,
Montanelli gli aveva sconsigliato tutto
ciò, Berlusconi se ne era infischiato e
aveva ragione Berlusconi, perché nelle
condizioni in cui era, come disse
giustamente a Montanelli e a Biagi, “ se
non entro in politica vado a finire in
galera e fallisco per debiti”, quindi non
poteva fare altrimenti: o la galera o il
governo, scelse il governo e evitò la
galera e i debiti. Però Montanelli gli
aveva detto che mai e poi mai Il Giornale
sarebbe diventato il suo organo di
partito: Berlusconi fece un discorso
molto chiaro, nelle riunioni che teneva il
sabato a Arcore, con tutti i direttori dei
giornali e dei telegiornali delle sue reti,
Montanelli non ci andava, ci andava il
condirettore
Federico
Orlando
e
Berlusconi aveva detto chiaramente “
dovremo diventare un’orchestra che
suona uno spartito unico: il mio” e l’unico
che disse esplicitamente di no fu
Montanelli
(Federico
Orlando,
ovviamente). Trovate tutto in un libro che
si intitola “ Il Sabato andavamo a
Arcore”, pubblicato da Federico Orlando
per l’editore Larus, oppure nel libro “
Montanelli e il Cavaliere”. A quel punto
Berlusconi
decide
di
sostituire
Montanelli, perché già sa che Montanelli,
simbolo dell’Italia liberaldemocratica,
conservatrice gli dirà di no e gli dirà di no
sul giornale edito da suo fratello, quindi
praticamente sarà una critica, quella di
Montanelli, che vale il triplo rispetto a
quelle che partono da sinistra, perché
nessuno potrà accusare Montanelli di
essere diventato di sinistra. Avere un
nemico dalla propria, dalla parte dei
propri elettori, moderati, conservatori
etc., sarebbe stato devastante e
conseguentemente Berlusconi spera di
riuscire a pensionare Montanelli dandogli
un ruolo di padre nobile da accantonare
e da mettere in un angolo, oppure
addirittura da mandare via, non
pensando che Montanelli a 85 avrebbe
tirato fuori le energie per fondare un
nuovo giornale. Quindi aspettava
l’occasione per farlo fuori e intanto gli
faceva massaggiare i nervi dai suoi
sgherri, dai suoi killers, che in televisione
sparavano a zero contro Montanelli un
giorno sì e l’altro pure: erano i soliti
Sgarbi e Fede, non sono cambiati i nomi.
Leggerete che cosa sono riusciti a dire
Sgarbi e Fede in quei mesi: cose di cui
persino loro dovrebbero vergognarsi, il
che è tutto dire.
Fede chiede le
dimissioni di Montanelli Ma Montanelli i
nervi non se li lascia saltare e continua a
non dimettersi: aspetta che qualcuno lo
faccia fuori, tenete presente che
Montanelli è il giornalista più importante,
più famoso, più bravo secondo me
d’Europa allora e anche dopo allora,
conseguentemente
a
Berlusconi
cominciare la sua avventura politica
cacciando il più grande giornalista
d’Europa probabilmente creava qualche
problema. Allora sperava che se ne
andasse Montanelli e Montanelli non si
muoveva, finché a un certo punto Emilio
Fede, il servo più servile, più zelante, il
giorno dell’Epifania, il 6 gennaio del 94,
quando mancano ormai tre settimane
alla discesa in campo di Berlusconi, si
presenta al Tg4 e chiede le dimissioni di
Montanelli, il quale il giorno dopo gli
dedica un controcorrente: vedete la
differenza di stile che c’è tra Montanelli e
questi poveretti che hanno preso il suo
posto al giornale, che dedicano decine e
decine di pagine a Santoro etc..
Montanelli, quando doveva polemizzare,
lo faceva con un controcorrente di dieci
righe, cinque righe: “ Giovedì sera
annuncio a sorpresa di Emilio Fede nel
suo Tg4: adesso - ha detto - voglio
parlarvi di informazione: c’è sempre una
prima volta!”, questo è come Montanelli
ha sistemato Emilio Fede il giorno dopo,
mentre tutti i giornali scrivevano “ Fede
contro Montanelli: c’è dietro Berlusconi,
lo cacceranno” etc. etc., dieci righe.
Questo è il detonatore, perché? Perché
tutti i giornali - all’epoca esistevano
ancora dei giornali con dei direttori che
sapevano difendere la libertà di stampa intervennero dicendo che era una
vergogna quello che succedeva, un
giornalista - se possiamo chiamare Fede
giornalista, diciamo un iscritto all’albo dei
giornalisti - che chiede la cacciata del più
grande giornalista italiano al suo
padrone. Per esempio, su Il Messaggero
uscì un editoriale dal titolo “ Va in onda
la liberaldemocrazia”, durissimo contro
Berlusconi; sentite: “ dal pulpito di rete 4
è stata impartita ieri sera una lezione di
intolleranza, proprio mentre infuria la
polemica su quanto sia favorito, rispetto
ai concorrenti, un candidato alle elezioni
che possiede tre reti televisive - all’epoca
se ne parlava, pensate! - l’invito di Emilio
Fede a cacciare Montanelli perché
troppo autonomo è il primo esempio
pratico del livello di indipendenza che
potrebbe crearsi all’interno dell’impero di
Berlusconi”. Questo episodio moltiplica
l’inquietudine, perché lascia capire
quanto potrebbe essere forzatamente
massiccio e compatto il sostegno al
Cavaliere degli organi di informazione
del suo gruppo: “guai a chi si azzardasse
a uscire, anche per un attimo, dal coro,
la durezza dell’intervento, preannunciato
proprio
perché
avesse
maggiore
risonanza, mostra lontane tentazioni da
Min. Cul. Pop. (Ministero della Cultura
Popolare di Mussolini) e lascia sbigottiti.
E’ auspicabile che si tratti soltanto della
mossa maldestra di un giornalista bravo
ma troppo zelante, convinto di fare la
cosa gradita al proprio editore: certo
resta da vedere se Berlusconi presterà
orecchio a questi consigli, speriamo che
non lo faccia e si mostri del tutto
estraneo all’iniziativa, anche perché
condividerla sarebbe mossa improvvida
per chi si presenta come un campione
della liberaldemocrazia”. Sapete chi era
questo signore che si stracciava le vesti
contro Berlusconi e Emilio Fede? Paolo
Bonaiuti: non è un omonimo, è proprio lo
stesso che oggi fa da portavoce a
Berlusconi e trovate.. è quel signore che
compare soprattutto la domenica,
quando va in riposo Capezzone, anche
Capezzone
chiude
per
riposo
settimanale come le pizzerie, in quel
caso subentra Bonaiuti. E’ quel signore
che vedete vestito in modi variopinti, che
fa sempre così con la testa, come quei
cagnolini che stanno sul retro delle
macchine degli agricoltori, vicino al
cappello di paglia. Ecco, quello è
Bonaiuti: all’epoca era vicedirettore de Il
Messaggero,
era
di
sinistrissima
naturalmente e sparava a zero,
scrivendo delle cose anche condivisibili,
nel senso che anche lui ha avuto un
periodo in cui ragionava con la sua testa,
poveretto, poi ha smesso! Berlusconi
irrompe in redazione
Per dirvi che
questo era il clima nel quale Berlusconi
decide di andare in redazione a Il
Giornale per smentire questa cattiva
stampa che gli sta venendo addosso e
non si rende conto, in realtà, che sta
semplicemente alimentando proprio
l’interpretazione che ha dato persino
Bonaiuti, ossia che siamo di fronte a un
atto sommamente illiberale. Va alla
redazione de Il Giornale, io quel giorno
non c’ero, ero a Torino e un collega mi
fece sentire al telefono gran parte
dell’intervento di Berlusconi, che pure fu
abbastanza breve e comunque trovate il
testo nel libro; Berlusconi disse
sostanzialmente che, se la redazione
voleva combattere con armi adeguate cioè a cannonate - contro i comunisti,
non sarebbero mancati i mezzi per farlo:
i mezzi erano quelli che da anni i
giornalisti de Il Giornale chiedevano,
almeno i computers, in quanto Il Giornale
era l’unico quotidiano nazionale che
aveva ancora le macchine per scrivere,
non aveva ancora le tecnologie e poi
c’erano
stipendi
da
fame,
completamente fuori mercato. Promise
tecnologie e soldi, fece capire che
sarebbero arrivate le tecnologie e i soldi
se si fosse voluta combattere la battaglia
sua, ossia quella di un anticomunismo
completamente fuori tempo massimo,
nel senso che il muro di Berlino era
caduto da cinque anni, si combattevano i
comunisti quando non c’erano più. Se
invece si voleva attardarsi dietro la
cosiddetta linea del fioretto, cioè
Montanelli, che era considerato ormai un
rammollito, uno che combatteva i
comunisti con il fioretto anziché con il
manganello e con la clava, beh, allora
ciccia: questo fu il discorso ricattatorio di
uno che non era più l’editore de Il
Giornale ai giornalisti de Il Giornale in
assenza del direttore. Capite che in
sostanza
Berlusconi
invitava
la
redazione a sollevarsi contro il suo
fondatore e direttore, il quale, ignaro di
quello che stava succedendo, stava
qualche piano sotto. Questo è lo
scandalo, questa è la cosa che i
berlusconiani non riescono a accettare:
perché? Perché se ne rendono conto
anche loro che, se accettassero che le
cose sono andate così - e sono andate
così! - il loro campione sarebbe
semplicemente un dittatorello da quattro
soldi che aveva rivelato di essere un
dittatorello fin da prima di scendere in
campo, quindi neanche che si sia
guastato work in progress. Ecco perché
in questi anni, approfittando del fatto che
Montanelli non c’è più, hanno cominciato
un’opera
di
negazionismo
e
di
revisionismo sul divorzio tra Montanelli e
Berlusconi e, proprio di questo, mi sono
occupato in questa prefazione, in questa
nuova introduzione del libro, citando le
cose incredibili che si sono lette in questi
anni su Il Giornale: su quel giornale dal
quale era stato cacciato Montanelli, quel
giornale che hanno accettato di dirigere
prima Vittorio Feltri al posto di
Montanelli, poi Mario Cervi al posto di
Montanelli, poi Maurizio Belpietro, fino al
poveretto che avete visto anche voi due
settimane fa a Annozero e che non
nomino per questioni di decenza. Tutti
questi signori hanno tentato, a poco a
poco, una riappropriazione indebita di
Montanelli - ripeto - cacciato dal giornale
che aveva fondato, nell’indifferenza di
tutti costoro che, naturalmente, hanno
4
continuato a scriverci o hanno addirittura
ricominciato a scriverci come Cervi, che
era passato alla Voce insieme a noi e poi
è tornato indietro con il biglietto di andata
e ritorno, come se quello non fosse il
giornale dal quale Montanelli era stato
cacciato e sul quale Montanelli è stato
insultato dal 94 al 2001, persino durante
la direzione di Cervi. Tant’è che
Montanelli, negli ultimi giorni della sua
vita, manifestò molta amarezza e
un’intervista a Diario, per esempio, a
Pietro Cheli disse che da Cervi certe
cose non se le sarebbe aspettate.
Comunque
dopo
morto
hanno
cominciato a dire che il divorzio non era
dovuto a quell’irruzione di Berlusconi e
anzi, che quella di Berlusconi non fu
un’irruzione, che Berlusconi entrò in
redazione con il consenso di Montanelli,
che in realtà Montanelli non se ne era
andato per dissensi politici sulla discesa
in campo di Berlusconi, per il conflitto di
interessi etc., se ne era andato così per
una bizza umorale, per un’alzata di testa
senile, oppure perché era geloso, come
ha detto Berlusconi: “ Montanelli era
geloso di me e avrebbe voluto diventare
come me ma non c’era mai riuscito”,
pensate la piccolezza di questo ominide!
Il problema è che Montanelli ha sempre
raccontato il contrario, ossia che lui non
sapeva che Berlusconi stava arringando
la sua redazione e che tutto ciò avvenne
a sua insaputa: lo disse in una famosa
telefonata a Raggio Verde il 23 marzo
2001, dieci giorno dopo che io ero stato
intervistato da Luttazzi al Satyricon,
c’erano anche allora polemiche sulla
RAI, c’erano già preannunci di
epurazioni come ce ne sono oggi e
conseguentemente Feltri era venuto a
Raggio Verde da Santoro a dire che
Montanelli anzi, era un voltagabbana,
era uno che aveva tradito il suo
benefattore, perché Berlusconi sarebbe
un benefattore e allora intervenne
telefonicamente Montanelli per dire
testualmente “ intanto voglio ringraziare
Travaglio, il quale ha detto l’assoluta e
pura verità, assolutamente la versione
che lui ha dato degli avvenimenti è
quella esatta e debbo dire che devo
manifestare una certa sorpresa per
quello che ha detto Feltri, il quale senza
dubbio sa come andarono le cose e
queste cose le ripeto in sua presenza.
Feltri dice che la mia condotta verso
Berlusconi era stata ambigua e gli
rispondo che ho conosciuto due
Berlusconi,
ossia
il
Berlusconi
imprenditore privato che comprò Il
Giornale e noi fummo felici di
venderglielo, perché non sapevamo
come andare avanti, su questo patto: tu,
Berlusconi sei proprietario de Il Giornale
e io, direttore, sono il padrone del
giornale, nel senso che la linea politica
dipende solo da me. Questo fu il punto
tra noi due e quando Berlusconi mi
annunziò che si buttava in politica, capii
subito quello che stava per accadere:
cercai di dissuaderlo, d’accordo con
Confalonieri e con Gianni Letta, neanche
loro volevano che il Cavaliere entrasse in
politica, ma tutto fu inutile e dal momento
in cui lo decise mi disse “ da oggi Il
Giornale deve fare la politica della mia
politica”. Io gli dissi “ non ci pensare
neanche” e allora lui riunì la redazione a
mia insaputa totale, come ha raccontato
Travaglio e disse “ d’ora in poi Il Giornale
farà la politica della mia politica” e a quel
punto me ne andai, cosa dovevo fare?
Questo Feltri lo sa, ma non lo può dire
perché andò a prendere il posto di
Montanelli cacciato in quel modo”, cosa
che poi Montanelli scrisse anche due
giorni dopo su Il Corriere della Sera il 25
marzo 2001: “ riunita a mia insaputa la
redazione egli la avvertì (la redazione) in
parole povere che, se volevano più
quattrini anche nella busta paga, non
avevano che da mettersi al servizio dei
suoi interessi politici, ora che aveva
deciso di scendere in lizza.” La risposta
della redazione furono 35 lettere di
dimissioni che poi diventarono 55, infatti
furono 55 gli ex giornalisti de Il Giornale
che andarono a lavorare alla Voce con
Montanelli. Quello è il punto chiave,
quello è l’inizio di tutto, quello è l’inizio
del regime: l’inizio del regime è
addirittura un po’ precedente rispetto al
discorso della discesa in campo e alla
nascita del primo governo Berlusconi,
quando
comunque
Montanelli
immediatamente fin dal 94 - tenete
presente che stiamo parlando di quindici
anni fa - per primo cominciò a avvertire
sui pericoli di regime che l’Italia correva.
E allora concludo con alcune cose che
diceva Montanelli, a proposito del
berlusconismo: “ il regime si realizzerà
dopo la vittoria del Polo, la prima cosa
che farà Berlusconi sarà spazzare via
l’attuale dirigenza RAI per omologarne le
tre reti a quelle sue”, sembra scritto oggi
perché ogni volta Berlusconi fa le stesse
cose, il problema è che c’è qualcuno che
lo scrive e che lo vede e c’è qualcuno
che fa finta di niente. Oggi quelli che
fanno finta di niente sono la stragrande
maggioranza, proprio anche perché su Il
Corriere non c’è più Montanelli a
scrivere, su La Stampa non ci sono più
Galante e Garrone, Bobbio, non c’è più
Silos Labini, non ci sono più i grandi
vecchi che queste cose le dicevano e le
sentivano.
Il vaccino Berlusconi
“Questa non è la destra, questo è il
manganello: gli italiani non sanno andare
a destra senza finire nel manganello; era
Mussolini che non sopportava la satira,
ma queste parole, “ ripuliremo la stalla”
al signor Gianfranco Fini chi gliele ispira?
Siamo di nuovo allo stesso: la lotta
contro la satira che parte da Fini, che
dichiara indecente la trasmissione di
Santoro e Berlusconi che gli va dietro e i
vertici della RAI che eseguono.
Berlusconi non delude mai: quando ti
aspetti che dica una scempiaggine la
dice, ha l’allergia alla verità, ha una
voluttuaria e voluttuosa propensione alle
menzogne, chiagne e fotte dicono a
Napoli dei tipi come lui e si prepara a
farlo per cinque anni”. L’abbiamo visto
chiagnere in questi giorni copiosamente
e intanto, a Palazzo Grazioli, fotte. “
L’Italia berlusconiana è la peggiore delle
Italie che ho mai visto per volgarità e
bassezza. Il berlusconismo è la feccia
che risale il pozzo, gli italiani devono
vedere chi è questo signore: Berlusconi
è una malattia che si cura soltanto con il
vaccino, con una bella iniezione di
Berlusconi a Palazzo Chigi, al Quirinale,
al Vaticano, dove vuole, soltanto dopo
saremo immuni!”. Qualcuno dice che il
vaccino non ha funzionato: in realtà ha
funzionato, tant’è che Berlusconi dal
2001 al 2006 perse tutte le elezioni, dalle
regionali alle provinciali, alle comunali,
alle circoscrizionali, alle europee, alle
politiche del 2006, dopodiché arrivò il
centrosinistra che purtroppo è l’antidoto
al vaccino, per cui ogni volta il
centrosinistra, per cui ogni volta il
centrosinistra neutralizza il vaccino e ci
ripropina la malattia, nella quale oggi
siamo di nuovo pienamente immersi. “
Spero - diceva Montanelli - che l’Europa
tratti Berlusconi con l’indignazione e il
disprezzo che merita”: l’altro giorno l’ha
detto Antonio Tabucchi, “ bisogna
rivolgersi all’Europa, assediare l’Europa
perché faccia con l’Italia quello che sta
facendo con i Paesi dell’ex blocco
sovietico che sono entrati”. Voi sapete
che c’è l’Ocse che li sta educando sui
principi della liberaldemocrazia, sui
principi della divisione dei poteri e
dobbiamo pretendere che l’Europa metta
sotto osservazione l’Italia, se non c’è più
nessuno che sia in grado di dirlo con le
sue parole può prendere quelle di
Montanelli e utilizzarle, nessuno gli
chiederà il copyright, passate parola!"
Le uova d'oro di Reggio
Emilia
Comuni a Cinque stelle
20.04.2009
Chi siamo? Dove andiamo? E,
soprattutto, perché lavoriamo? Almeno a
quest'ultima domanda possiamo dare
una risposta. Lavoriamo per fare felici i
nostri amministratori. E se le nostre
tasse non bastano, allora indebitano il
Comune, la Regione, lo Stato. Tassati e
indebitati. A Reggio Emilia hanno
stanziato 25.000 euro per il bacio alla
stazione e 6.000 euro per una pagina di
Facebook (ritirato a seguito di una
denuncia). Money, money, money...
Soldi nostri, sorrisi loro. E' bello essere
contribuenti.
5
Basta!
Muro del pianto
21.04.2009
"Ah, un altro 168, un altro 168, un altro
168! Sto leggendo tre libri, “ Basta” di
Naish, Lynas “Sei Gradi”, ve lo consiglio,
e poi l’ultimo di Stiglitz, per tirarci su un
po’ il morale. Li leggo tutti e tre
contemporaneamente,
un
po’
di
confusione, scusate! Stiglitz mi manda
il suo libro, 3.000 miliardi di dollari è
costata la guerra agli americani, perché
sono entrati in guerra in Iraq e,
contemporaneamente, hanno abbassato
le tasse e quindi il debito è andato a
mille. Ci spiega come mai, cosa c’è
sotto, quando devono ancora pagare, la
crisi e tutto. E’ interessante che un Nobel
mi mandi un suo libro e poi ci mandi un
post da leggere sul nostro blog, è
fantastico, un premio Nobel per
l’economia, consulente di Obama, quindi
è un uomo straordinario che condivide
tutto quello che facciamo. E’ pazzesco,
ora comincio un po’ a montarmi la testa,
perché condivide le liste civiche dal
basso, il cambiamento, l’efficienza
energetica, le rinnovabili, i rifiuti zero, lui
ha calcolato che negli Stati Uniti, se
mettessero a posto gli edifici a efficienza
energetica, creerebbero 100 /200.000
posti di lavoro in poco tempo, dei redditi
entro il 2012 fino a 3 o 4 miliardi di
dollari, posti nuovi. Qui non è crisi:
bisogna cambiare, la parola crisi è
sbagliata, è il cambiamento, stiamo in
mezzo a un cambiamento epocale
straordinario, bisogna pensare un po’
alla grande, io penso alla grande però
poi vado un in crisi perché mi tocca
battagliare, sto sui coglioni a tutti, mando
a fare in culo tutti: lo so, insomma sono
diventato con un caratteraccio, ma
dovete anche capire che siamo in un
momento in cui non si riesce più a
sapere la verità, te la puoi solo
immaginare. Sono tentato di lasciarmi un
po’ andare a questa deriva da fogna e
leggere - non so - il Giornale, Libero, Il
Foglio,
questa
fogna,
lasciarmi
galleggiare
lì
in
questa
merda
informatica così, perché sarebbe bello,
potrei anche rilassarmi, i miei valori della
bile entrerebbero nella norma, mi
potrebbero anche sorridere in casa. Non
vedete che qua sono in casa mia e non
c’è nessuno, mi lasciano anche da solo,
anche Ciro ha dei momenti in cui mi
guarda così, come dire.. e allora sarebbe
bello lasciarsi un po’ andare alla deriva,
ballare sul Titanic, che bello ballare sul
Titanic!
Emotivamente
sarebbe
straordinario! Ma comincio a vederli in un
altro modo questi: i delinquenti in
Parlamento, in delinquenti nella Borsa, i
delinquenti nelle banche se ci sono ci
sarà un motivo! Comincio un po’ a
affezionarmici a questa gente qua, che
bello sarebbe essere un po’ ebeti, un po’
così come Giordano, come questi titolari
dell’informazione che dovrebbero farla
loro l’informazione e io dovrei fare così,
ogni tanto controllare, ma l’informazione
è quella che vediamo: sono i Grandi
Fratelli,
sono
queste
cose
qui
straordinarie, per l’amor del cielo! E poi
vedere questi minimi tentativi ogni tanto
subito bloccati, anche il povero Silvan
non faceva una battuta dal 1951, ne ha
fatta una nella sua vita e una specie di
suora gliel'ha cassata lì, giustificando
tutta la struttura che non era d’accordo
sulla battuta.. siamo a dei livelli per cui la
RAI è diventata a dei livelli vergognosi!
Questo monumento di 11.000 persone
messe lì che sono parenti, amici degli
amici, fratelli, sorelle, figli di, l’abbiamo
pubblicato sul blog, andatevela a vedere
la conigliera RAI! E allora abbiamo ormai
questo delirio su qualsiasi cosa. La RAI,
se vuole fare la RAI, che faccia la RAI:
tolga la pubblicità e tolga i partiti se vuole
il mio canone, perché se vuoi il mio
canone devi fare un altro tipo di
televisione e, se non fai un altro tipo di
televisione, non vi do più il mio canone,
cari amici! Abbiamo fatto un gruppo su
Facebook, siamo già 165.000, se
arriviamo alla fine dell’anno - e vi esorto
a farlo - di evitare di pagare e farvi
piombare il televisore, fatevelo piombare,
è semplicissimo: seguite le istruzioni sul
blog, date 5,60 Euro, mettete il numero
del libretto, raccomandata con ricevuta di
ritorno, è semplice: verranno due
funzionari a piombarvi il vostro
televisore, è una meraviglia, li filmate e
poi li mettiamo su YouTube, sarà il
filmato più visto del mondo! Ma questa
RAI qui, vergognosa, che non fa
assolutamente nulla: blocca e devia tutte
le informazioni, sull’ospedale abruzzese
Menduni, che era il direttore generale
dell’ospedale, quello che ha aperto
l’ospedale e non aveva l’agibilità e non
era a norma, beh, questo qui invece di
metterlo in galera - e metterlo in galera è
poco! - stato promosso dal governatore
dell’Abruzzo, quello messo lì dal nano
malefico, è stato promosso a - aspetta,
non vorrei sbagliare, ma è stato
promosso a ... era il direttore generale
dell’ospedale e è stato nominato consulente
dell’Agenzia
Regionale
Sanitaria dell’Abruzzo! Noi siamo qui,
abbiamo i Menduni e ogni tanto ci
succedono delle cose ... e le persone
meravigliose
che
fanno
cose
straordinarie non le caghiamo neanche!
Per esempio ho fatto un’intervista con
Pierantonio Costa, il quale è un signore,
è un imprenditore anziano, che è stato
Console Onorario in Rwanda nell’epoca
del '94 quando è successo il casino:
bene, questo signore senza dire niente a
nessuno, senza che si sia saputo niente,
ha salvato 2.000 persone dal massacro,
tra cui 375 bambini! Sono quelli che
dovrebbero essere promossi, non i
Menduni, quella gente lì! Siamo un
Paese strano, stranissimo: abbiamo
cose che non si riescono a capire, la
Lega Nord che vuole fare il federalismo.
Io ho letto il federalismo fiscale della
Lega Nord, sono riuscito a leggere dodici
pagine e non sono riuscito a leggere
altro, ho chiamato degli specialisti, uno è
riuscito a leggere 18 pagine e l’hanno
ricoverato per esaurimento nervoso. Ma
chi l’ha scritta questa legge qua? Ma
siete scemi?! E’ una legge che cambia la
vita di 60 milioni di persone e non si
riesce a capire ... l’avrà scritta il figlio di
Bossi! Ormai quelli della Lega Nord
stanno andando fuori di testa: state
boicottando il referendum per i cazzi
vostri, perché altrimenti scomparite,
sennò se vince il sì scomparite, ma non
6
me ne frega un cazzo se scomparite! Il
referendum è una questione di
democrazia di cittadini, non potete fare i
cazzi vostri e i cittadini votano e poi
chissà,
spostate,
non
date
le
informazioni: parlate con i cittadini!
Cazzo, ma alla Lega Nord siete andati
fuori di testa, forse allora comincio a
vedere che certi episodi, che non
vengono né trasmessi né detti sui
giornali come l’arresto della segretaria
della Lega Nord con otto chili di cocaina
in Svizzera, aveva otto chili di cocaina
messa in certi vasetti! Con otto chili fai
200.000 dosi: per chi erano queste dosi?
Per le ronde? Allora ditelo, “ erano per le
ronde”, perché volete avere le ronde più
veloci d’Europa e allora vi capirei. E’
tutto un gioco al massacro, vorrei capire:
se abbiamo un’informazione così, allora
è il momento di dire basta, proprio basta!
Ci sono dei libri per dichiarare basta,
cambiamo rotta, cambiamo modo di
pensare, cambiamo il modo di vedere il
mondo: basta, per l’amor del cielo! Loro
non molleranno mai? Noi neppure,
vediamo chi vince. Andiamo avanti: buon
168!"
Fiato sul collo a San Severo
Muro del pianto
21.04.2009
La politica è meglio dell'avanspettacolo.
Perché pagare il biglietto per andare al
circo quando si può entrare gratis in un
consiglio comunale? A San Severo sono
insuperabili. Li dovrebbe scritturare
Moira Orfei. Le riunioni di condominio di
Fantozzi in confronto erano tenute da dei
lord. Nei consigli c'è di tutto, dai babbuini
alle iene, tranne che l'interesse dei
cittadini.
Onna non c'è più. Onna ci
sarà
Muro del pianto
22.04.2009
Il terremoto si allontana. Tra qualche
mese qualcuno dubiterà che sia mai
esistito. Le case costruite con la sabbia
del mare, gli studenti sepolti nel sonno,
l'ospedale
fantasma
dell'Aquila
diventeranno cronaca del passato. Il blog
non vuole dimenticare. Scriverà del
terremoto quando non lo farà più
nessuno, denuncerà i delinquenti che
hanno costruito delle trappole per topi
quando, forse, saranno eletti in
Parlamento o in qualche ente locale.
Nella distruzione c'è sempre chi sta
peggio. Chi ha perso più degli altri. In
Abruzzo questo qualcuno è il piccolo
paese di Onna. Il blog ha filmato ciò che
ne resta, molto poco. 39 dei suoi abitanti
hanno perso la vita. Lancio una
sottoscrizione per Onna, non è solo un
paese, ma un simbolo. Se Onna
ritornerà alla vita, lo farà anche quella
parte dell'Abruzzo colpita dal sisma.
Ogni cifra versata sarà resa visibile sul
blog e consegnerò personalmente alle
famiglie di Onna quanto raccolto.
Insieme alle donazioni, il blog fornirà
anche
una
consulenza
per
la
ricostruzione delle case nel rispetto delle
norme antisismiche.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli
conviene?). Noi neppure. Invia il tuo
contributo per aiutare Onna a queste
coordinate bancarie Conto corrente
presso
Banca
Etica,
IBAN:
IT83T0501812100000000129900
intestato a: RACCOLTA FONDI PER
ONNA ABRUZZO - GRILLO GIUSEPPE
PIERO
Testo del video: Blog: Onna
dista sette chilometri dal centro
dell'Aquila. Era un paese abitato da 300
persone. Il terremoto lo ha trasformato in
un borgo fantasma, un luogo spettrale,
quasi irreale e fa un certo senso questo
silenzio. Ora mi farò accompagnare dai
vigili del fuoco in un breve e macabro
giro fra queste macerie.
In questa
piazza si è pagato il maggior numero di
morti, quanti? Vigili del Fuoco : Qui circa
12 - 13 Blog: A Onna sono stati 40 in
totale i morti vero? Vigili del Fuoco:39,
su una popolazione di 300 persone
insomma è una bella percentuale Blog:
Ai margini di Onna sorge quest'area di
emergenza gestita dai volontari della
Coldiretti. Ci sono acqua, alimenti e
vestiti usati provenienti da tutta Italia che
stanno per essere spostati altrove
perché incredibilmente sono arrivate 3
denunce per occupazione di area
pubblica Volontario: ...per dare una
catalogata, alla fine sono cose da buttare
non sono cose che uno può dare Blog:
Per cui state buttando vi a tutto?
Volontario: Eh sì perché si sono svuotate
le cantine Blog: Sono vestiti donati che
alla fine non van bene. Tutti questi!
Volontario: Sì, perché la maggior parte
7
dei carichi c'è arrivata anche da questi
della Protezione civile, dalla Croce rossa
perché loro dicono che forniscono
soltanto abiti nuovi. Li possiamo mettere
qua, li possiamo mettere qua metteteli
qua dopo! Arrivano... Si sono messi ad
aprire perché i primi giorni tipo a mo' di
cavalletto... Adesso qua non c'è più
niente a parte tutto il resto dei viveri
Blog: Perché vi sfrattano da qui?
Volontario: Perché questo essendo
dell'Ara che è un ente regionale, quindi
un ente pubblico, insomma, poi sono
altre organizzazioni sindacali tipo la Cia,
assieme a Confagricoltura hanno fatto
ricorso a Coldiretti con 3 denunce con
scritto che noi non potevamo stare qui
perché era un luogo pubblico. Noi siamo
venuti solo a dare una mano ai
terremotati alla fine, anche alle aziende
nostre che erano in difficoltà che dopo
alla fine, le aziende, cioè non è perché
porto la bandiera della Coldiretti però tu
ti sei trovato a portare soccorso a Cia...
cioè non è che vai là e gli chiedi a quale
organizzazione appartieni Blog: Ee la
denuncia chi l'ha sporta? Volontario:
L'hanno sporta sia quelli della Cia che
quelli della Confagricoltura eh bè qui
così funziona...
Il cono Legato
Muro del pianto
22.04.2009
Il cono gelato non si potrà più mangiare
per strada in Lombardia. Formigoni ha
emesso una direttiva regionale su
precise indicazioni della Lega. I cibi
dovranno essere consumati all'interno
dei locali. Piadine, brioches, tranci di
pizza saranno vietati all'aria aperta. Gli
obiettivi della Lega erano l'odiato kebab
e i locali etnici. Si è allargata un po'. Il
proibizionismo del cono gelato. Per un
cornetto in piazza i lombardi dovranno
migrare in Liguria o in Piemonte. (Leggi
articolo New York Times).
Le interviste del Blog: Luigi
de Magistris
Seconda stella, l'Acqua Riccardo Petrella
Politica
23.04.2009
Comuni a Cinque stelle
23.04.2009
Pubblico un appello alla rete di Luigi de
Magistris. Testo: "Allora, prendo spunto
da Beppe Grillo, questo è un comunicato
politico breve che rivolgo alla rete.
Uomini e donne della rete uniamoci tutti!
Credo che sia il momento di impegnarci,
ognuno con la propria storia per
cambiare questo Paese. Quello che sto
provando in questi giorni e in queste ore
è molto importante. C'è la sensazione di
qualcosa di assolutamente rilevante che
può accadere, c'è un protagonismo
oggettivo da parte di tutti, ognuno si può
sentire determinante in questo percorso
politico che deve cambiare questo
Paese. Lo deve cambiare sotto ogni
punto
di
vista,
in
un'apparente
conservazione che è una difesa a
oltranza
della
Costituzione,
ma
soprattutto lo deve cambiare in forme
nuove, un nuovo modo di fare politica in
settore fino adesso caratterizzati da
malaffare
e
nefandezze.
Quindi
innanzitutto un modello economico che
deve essere assolutamente diverso,
compatibile con l'ambiente ed in grado di
produrre un'economia completamente
diversa da quella fatta in questi decenni,
che
è
stata
fondata
quasi
esclusivamente
sul
petrolio,
condizionando, poi, intere generazioni.
Su questo i giovani possono essere
fondamentali. Perché faccio questo
appello? Faccio questo appello perché
ritengo che ognuno di noi, candidati
indipendenti a questa competizione
elettorale all'interno di Italia dei Valori, ha
bisogno dei suggerimenti, delle idee,
dell'entusiasmo di tutti. E' un appello non
solo al confronto, ma anche all'unione.
Ritengo che sia il momento della
mobilitazione in tutta Italia, formare una
rete di persone così come è stato fatto in
Internet, bisogna farlo anche nelle
strade, tra la gente, tra il popolo, in modo
da poter essere da giugno tutti
consapevoli che si è dato una mano per
l'inizio di un percorso che io reputo
veramente rivoluzionario. Grazie."
L'acqua è vita. Privatizzare l'acqua
significa mettere la nostra vita nelle mani
delle multinazionali, della Borsa, delle
stock option, dei dirigenti di partito. Un
comune che privatizza l'acqua perde il
diritto di rappresentanza dei cittadini.
Perché i sindaci privatizzano l'acqua?
Chi ci guadagna? Se i cittadini perdono,
qualcuno ci deve guadagnare...
I nostri dipendenti non possono alienare
le risorse del nostro Comune. Nessuno li
ha autorizzati. La vita è nostra e l'acqua
pure. Il video di oggi è dedicato a
Riccardo Petrella, esperto mondiale
dell'acqua.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli
conviene?). Noi neppure.
Testo dell'intervento: "Buongiorno a voi
tutti,
Lovanio
esiste,
malgrado
l’ignoranza di Beppe Grillo. Ci sono dei
buoni professori a Lovanio. Non io,
oramai sono un professore emerito,
perché l’età è.. e allora Beppe mi ha
domandato di introdurre un pochino una
riflessione sul problema dell’acqua.
Effettivamente sono stato molto contento
di vedere che la Carta di Firenze l’acqua
pubblica è al primo posto e direi poi dove
applaudire, Beppe.
Partire dall’acqua
pubblica significa partire dalla vita
pubblica, perché noi lo sappiamo, ci
sono tre grandi elementi vitali che sono
essenziali e insostituibili per la vita: c’è il
sole, c’è l’aria e c’è l’acqua. A partire dal
momento in cui si dice che l’acqua è vita,
non si può privatizzare l’acqua, è
impensabile, è un non senso pensare di
privatizzare la vita! Come si fa a
privatizzare effettivamente la fonte
principale della vita? Quando ero
Presidente
dell’acquedotto
pugliese
domandai a Beppe di venire a fare una
lezione pubblica con me all’università di
Bari. E Beppe scatenò l’entusiasmo di 7.
000 studenti, mai vista questa storia a
Bari con tutti questi studenti, sulla
lezione dell’acqua che facemmo Beppe e
io e Beppe pose la questione: ma come
si fa a privatizzare le nuvole? Come si
fanno a comprare le nuvole? E allora
direi che quest’idea che l’acqua è privata
è uno scandalo, perché privatizzare
l’acqua non si tratta solo, come dicono i
nemici dell’interesse comune, che dicono
“ non è vero che privatizziamo l’acqua:
privatizziamo il servizio idrico, mentre
invece l’acqua resta un bene naturale,
un bene comune, un bene pubblico e
quanto invece noi privatizziamo è il
servizio idrico, è portarvi l’acqua
potabile, o portare l’acqua ai contadini o
alle imprese” e invece sbagliano, perché
noi abbiamo notato ora che, quando si
privatizza un servizio idrico, in fondo si
risale anche all’acqua in quanto bene
comune. Io me ne andai dalla
presidenza dell’acquedotto pugliese
8
perché non volli firmare un trattato
commerciale
con
la
società
di
produzione d’acqua Lucana, che voleva
vendere l’acqua all’acquedotto pugliese
della Puglia. E questo invece è stata
fatto dalla Regione Puglia, la quale ha
firmato
un
contratto
bilaterale
commerciale con la Lucania, dove la
Lucania dice “ l’acqua in Lucania è mia e
io la vendo alla Puglia. Che bel
progresso che abbiamo fatto! Cioè vale a
dire che quando si dice a noi il servizio
idrico si privatizza anche l’acqua e si
mercifica l’acqua e allora quale è la
grande conseguenza? La grande
conseguenza della privatizzazione e
mercificazione dell’acqua è che significa
che noi mercifichiamo la vita e che il
diritto alla vita passa allora dal nostro
potere di acquisto, se io pago. Ecco
perché tutte le nostre società sono
preoccupatissime del potere di acquisto,
perché noi siamo.. non sono mica i
cittadini, noi siamo dei consumatori
potenziali il cui potere di consumo
dipende dal vostro potere di acquisto: se
non abbiamo nessun potere di acquisto
non siamo consumatori e quindi non
esistiamo neanche come cittadini! Il
nostro giudizio va a fallire! La seconda
cosa molto grave della privatizzazione e
mercificazione dell’acqua è che allora i
comuni - e lì è centrale per voi, per noi
ora, con questa battaglia politica - cosa
diventano? Cosa diventa un Sindaco?
Cosa diventa un membro, un Assessore
di un Consiglio Comunale, di una Giunta
Comunale? Diventa sempre di più
membro
di
un
Consiglio
di
amministrazione di una società per
azioni che gestisce l’acqua. E come
Sindaco sparisce, come Assessori
spariscono e i rappresentanti delle
istituzioni territoriali pubbliche diventano
delle
specie
di
Consiglieri
di
amministrazione di imprese private,
abbiamo ucciso il comune! Le istituzioni
comunali non esistono più, sono state
ridotte a semplici di rappresentanti di
imprese, dove ogni segmento di questo
comune che si è svenduto va a difendere
i propri interessi e vuole il rendimento,
vuole dividendi a partire da una gestione
che si pretende essere ottimale, perché
fa del profitto. Aver accettato la
mercificazione del diritto alla vita, aver
accettato la trasformazione dei comuni in
sorta di Consigli di Amministrazione
significa aver distrutto una democrazia e
oggi parlare di democrazia non ha
senso.
Allora certo che questa
privatizzazione non bisogna farla, ma
bisogna anche lottare contro una specie
dell’acqua pubblica oscena, la chiamerei:
cioè vale a dire quell’acqua che è gestita
dai comuni e da classi dirigenti che sono
oscene, perché gestiscono male. Voi
sapete che attualmente, se si guarda
tutta la gestione dell’acqua in Italia, più
del 70% delle amministrazioni sia dei
comuni, sia dei politici e sia delle acque
che rappresentano le organizzazioni
territoriali responsabili del servizio idrico,
sia le imprese, sono tutti fuori norma.
Sappiamo che l’Italia è sempre fuori
norma, non c’è niente che sia legale, non
c’è niente che sia corretto, perché noi
tutti siamo furbi: vogliamo ottenere tutto
andando sempre contro le leggi, ma
sapete che il fatto che più del del 70%
delle gestioni dei servizi idrici e della
struttura dell’acqua sono fuori norma,
significa che i depuratori sono fuori
norma e significa che i potabilizzatori
sono fuori norma, i pozzi sono fuori
norma e la distribuzione dell’acqua è
fuori norma. Fuori norma rispetto
all’ambiente, fuori norma rispetto alla
salute, fuori norma rispetto alla gestione
finanziaria buona nell’interesse dei
cittadini. Noi siamo fuori norma! L’acqua
rivela che noi siamo anormali, non so se
vi piace essere anormali! Allora non
siamo dei cittadini, allora è chiaro che
bisogno tornare ai comuni, ecco che
bisogna rinnovare, rifondare la gestione
pubblica, perché non si può accettare
che oggi, anche il pubblico, mantenga
una capacità media di perdite fisiche,
non di perdite amministrative dell’acqua,
che supera il 30%. Una gestione
pubblica, delle autorità pubbliche che
mantengono..
voi
sapete
che
continuiamo in Italia, siamo in primi in
Europa in quanto a consumo pro capite
quotidiano dell’acqua per usi domestici,
238 litri al giorno: sapete cosa significa
questo? Che il 30% di questi 238 litri che
ciascuno di noi a casa consuma è per le
toilettes, l’italiano ha il grande primato di
essere la persona in Europa che usa 72
litri di acqua potabile, potabilissima per
accompagnare i nostri stronzetti verso il
mare.
72 litri al giorno di acqua
potabile, in Tunisia l’uomo medio prende
13 litri, noi consumiamo 72 litri al giorno
solo per le toilettes! Quelli che saranno e
ci rappresenteranno nei comuni devono
battersi per cambiare questo, non
bisogna più avere l’acqua per la toilette,
che è uno scandalo, i medici ce lo
direbbero, perché prendiamo l’acqua per
poi portarla alla morte, perché la
mettiamo subito nelle discariche, l’acqua
potabile che non serve a nulla per le
nostre pipì e per le nostre defecazioni!
72 litri al giorno e lo chiamiamo pubblico,
questo? E ci consideriamo cittadini?
Altro problema: l’uso dell’acqua pubblica
negli usi domestici rappresenta solo il
20% di tutti i prelievi delle acque di Italia,
ma circa il 50% nell’agricoltura e
sappiamo bene che il 40% di tutta
l’acqua utilizzata nell’agricoltura si perde,
perché usiamo questo sistema di
irrigazione a polverizzazione, si perde!
Perdiamo il 40% del 50% dell’acqua che
abbiamo in tutta l’Italia per l’agricoltura,
stupidamente!
E
poi
finalmente
utilizziamo
l’acqua
per
l’industria
inquinandola, ne facciamo un uso
sprecoso, dilapidatore della risorsa della
vita dell’acqua e così, in conclusione, di
che cosa trattiamo sia dall’acqua privata
che dall’acqua pubblica oscena? Quale è
il risultato? Il risultato è che l’Italia ha un
capitale idrico, sia di acque di superficie
che di acque sotterranee, che poteva
essere buono e invece lo stiamo
distruggendo. Il numero dei fiumi,
fiumicini che sono spariti negli ultimi 50
anni non si conta più, nel Veneto ci
saranno ormai due o tre fiumi che
restano, il Po sta morendo, è un’arteria
vitale dell’acqua che sta morendo! Il
Ticino si sta seccando, il Tevere e l’Arno
che sono? Non sono dei fiumiciattoli?
Stanno sparendo! I laghi contaminati, il
loro livello si abbassa, noi stiamo
distruggendo il capitale dell’Italia sul
piano della vita e dobbiamo batterci
affinché questa cultura dell’acqua in
Italia rinasca e San Francesco parlava
dell’acqua come sorella. Noi la
violentiamo ogni giorno questa sorella.
La
violentiamo
ogni
giorno
semplicemente perché non ci pensiamo,
perché siamo semplicemente così. Ecco,
allora ci sono tante, tante cose da fare.
Allora io penso che se voi - e si sanno le
cose che si devono fare - sarete capaci
intervenendo, come abbiamo detto fin da
9
stamani, basta uno di voi in un Consiglio
Comunale per fare rinascere questa
cultura dell’amore verso l’acqua, questa
cultura di fare la pace con l’acqua,
perché se non facciamo pace con
l’acqua non facciamo pace con la vita,
non facciamo pace con noi stessi e non
saremo degni di poter permetterci di
rappresentare il futuro.
Fiato sul collo a Vittorio
Veneto
Le interviste del Blog:
Emmanuel Murangira
Parlamento Europeo Loretta Napoleoni
Informazione
23.04.2009
Muro del pianto
24.04.2009
Economia
24.04.2009
L'ostinazione dei sindaci a non farsi
riprendere è eroica. Per evitare che i
cittadini sappiano cosa succede in
consiglio comunale farebbero di tutto.
Direbbero di tutto. La sala è angusta per
le riprese... La legge lo vieta... La
privacy... Fanno quasi tenerezza. Pagati
da noi lavorano per loro, ma non
vogliono che si sappia in giro.
L'operazione Fiato sul collo prosegue.
Oggi è il turno di Vittorio Veneto.
Imperdibile!
Il 16 aprile 1994, 65.000 Tutsi cercarono
rifugio nella scuola tecnica di Murambi
confidando invano sulla protezione dei
militari francesi. Dopo aver cercato di
resistere alcuni giorni difendendosi con
pietre e laterizi, le milizie Hutu ebbero la
meglio. La moglie e i cinque figli di
Emmanuel Murangira furono massacrati,
assieme ad altre 40.000 persone. Lui,
colpito alla testa da un proiettile, si salvò
fingendosi morto e nascondendosi tra i
cadaveri. E' un sopravvissuto. Oggi è il
solitario custode del Murambi Genocide
Memorial. Il Blog lo ha raggiunto via
Skype
per
raccogliere
la
sua
testimonianza nel 15esimo anniversario
della strage. Visita www.benerwanda.org
per maggiori informazioni sul massacro
di Murambi
10
Senza la cocaina il PIL di molti Paesi
occidentali crollerebbe. La criminalità
organizzata investe centinaia di miliardi
di guadagni della coca all'anno in
immobili, titoli, aziende. La coca tira
l'economia, ma anche l'economia tira la
coca. La mancanza di liquidità non
riguarda i capitali mafiosi che possono
fare shopping mondiale a basso prezzo
grazie alla crisi. Chi controlla il capitale
controlla la società. Ma chi controlla il
controllore
del
capitale?
Loretta
Napoleoni esperta di sistemi finanziari e
di terrorismo è intervenuta con me a
Bruxelles al Parlamento Europeo il primo
aprile scorso.
Testo dell'intervento
Financial Fools' Day Il Patriot Act e il
riciclaggio di denaro L'allenza tra
narcotrafficanti colombiani e 'ndrangheta
Una masnada di delinquenti Financial
Fools' Day "Se fino adesso vi siete
depressi, dopo il mio discorso sarete
proprio a terra, lo dico subito!
Oggi è una giornata particolare perché a
Londra, dove ci sono stati degli scontri
tutto il giorno da parte del movimento
contro il capitalismo e in particolare nella
City di Londra, dove gran parte degli
sconti che avete sentito hanno avuto
ampio svolgimento, è stato chiamato il
Financial Fools' Day che sarebbe il
pesce d’aprile finanziario.
Credo che questa sia una descrizione
abbastanza divertente per descrivere la
rabbia e la disperazione della gente nei
confronti di una crisi economica creata
dalle banche, non solamente dalle
banche italiane, purtroppo, ma anche le
banche mondiali, di fronte a una crisi
epocale, in cui prima di tutto non si sa
cosa fare, si incontrano domani questi
del G20 con la speranza che
risolveranno in quelle poche ore in cui si
incontreranno e si faranno molte foto,
risolveranno i problemi del mondo, tutto
sicuramente non succederà e queste
manifestazioni a Londra in un certo
senso ci dicono che la gente è stanca di
tutte storie e quindi non ci crede più.
Di professione faccio l’economista e vi
dico che non è un bel momento per la
mia professione, molti si aspettano che
quando faccio questi discorsi, tiro fuori il
turbante e la sfera di cristallo perché
ormai il sinonimo dell’economia è la
chiromanzia, questa è la situazione.
Quindi oggi ho pensato, invece di
parlarvi del futuro di raccontarvi una
storia del passato, perché secondo me la
storia è in un certo senso la nostra guida
e noi molto spesso ce la dimentichiamo,
infatti abbiamo completamente perso la
memoria storica.
Voglio raccontare il fenomeno di
interdipendenze economiche, come una
legislazione introdotta in un paese, in
particolare parliamo del Patriot Act, una
legislazione per bloccare il finanziamento
del terrorismo, in realtà poi ha creato una
situazione tremenda, deleteria in un altro
paese e qui parliamo dell’Europa, come
questa legislazione ha trasformato
l’Europa nella lavanderia del denaro
sporco del mondo e tutto questo è
avvenuto dall’11 settembre fino a oggi,
sotto i nostri occhi e noi non ce ne siamo
neanche resi conto.
Cominciamo questo racconto dalla
cosiddetta deregulation di cui domani
parleranno i grandi del mondo nella
speranza di ridurre i danni causati dalla
deregulation e gran parte delle storie che
avete sentito fino adesso sulle banche,
sono legati proprio alla deregulation,
all’assenza
di
legislazioni
e
all’introduzione di un grande livello di
libertà nelle mani delle banche, senza
nessun controllo da parte dello Stato.
Cosa succede con la deregulation?
Praticamente c’è l’abbattimento delle
barriere finanziarie, c’è l’abbattimento
anche delle legislazioni finanziarie, dei
controlli tra un paese e l’altro e chi ne ha
approfittato? In realtà ne ha approfittato il
crimine
organizzato,
ma
anche
l’economia illegale e i gruppi armati.
Dall’inizio degli anni 90, fino al 2001 si
forma quindi un nuovo sistema
economico, dove confluiscono gli
interessi di queste categorie, il che vuole
dire che si formano joint venture, la
relazione che esisteva tra le FARC
colombiane e i narcotrafficanti, si
formano anche delle associazioni tra vari
gruppi armati e i gruppi criminali per
usufruire di alcuni canali finanziari,
attraverso i quali si ricicla il denaro
sporco.
L’ammontare totale, il fatturato, il Pil, la
produzione monetaria di questo sistema
economico, ammontava prima dell’11
settembre a 1.500 miliardi di dollari il che
vuole dire circa il 5% dell’economia
mondiale, questo era quasi tutto in
dollari, un 90% di questa produzione
monetaria
era
in
dollari,
la
denominazione preferita era il dollaro, il
biglietto da 100 dollari. Gran parte di
questo flusso di denaro sporco veniva
riciclato negli Stati Uniti e quindi in dollari
attraverso i paradisi fiscali delle isole dei
Caraibi.
In realtà questo riciclaggio era benefico
per l’economia americana, equivaleva a
una iniezione di contante e questo lo
scopriamo analizzando i dati della
domanda e dell’offerta di moneta
americana. Dalla metà degli anni 60, fino
al 2001 una quantità crescente della
nuova moneta, quella che viene
stampata ogni anno dalla riserva
federale, usciva dal circuito nazionale
illegalmente, questi erano soldi che
uscivano nelle valigette oppure nelle
scatole di cartone portate via, facendo
finta che fossero scatole necessarie per
traslochi etc., quindi illegalmente e questi
soldi andavano a soddisfare la domanda
di moneta prodotta dall’economia
criminale, ma anche dall’economia
terrorista e dalla varia economia illegale.
Nel 2001 2/3 della nuova offerta di
moneta americana, quindi dei soldi
stampati nel 2001 è uscito dagli Stati
Uniti in questo modo, ammontava a 500
miliardi di dollari l’offerta di moneta, il
che vuole dire che la crescita monetaria
degli Stati Uniti era più bassa, quindi la
domanda di moneta dell’economia
americana, di quella che proveniva
invece da fuori e era sostenuta dal
mondo del crimine, dal mondo del terrore
e dall’economia illegale, ma c’è un altro
aspetto molto interessante di questa
interrelazione e è il fatto che il dollaro è
la riserva monetaria mondiale, il che
vuole dire che il tesoro americano può
prendere in prestito soldi contro
l’ammontare totale di dollari nel mondo,
quindi l’indebitamento americano è pari a
quanti dollari ci sono in giro per il mondo.
Il Patriot Act e il riciclaggio di denaro E’
chiaro che se l’economia criminale
domanda ogni anno una quantità
crescente di dollari, gli Stati Uniti
possono indebitarsi sempre di più,
questo è valido solamente per gli Stati
Uniti, perché fa parte del cosiddetto
"signoraggio".
In Europa tutto questo non succede, per
esempio la Banca centrale europea non
può emettere obbligazioni per un
ammontare superiore alla quantità di
Euro
in
circolazione
nei
paesi
dell’Unione, anche se magari una
quantità enorme di Euro è in circolazione
negli Stati Uniti o addirittura in Asia o in
Africa etc., quindi gli Stati Uniti sono in
una posizione ideale, lo erano anzi in
una posizione ideale fino all’11
settembre, perché questo? Perché la
situazione cambia radicalmente l’11
settembre.
Viene
introdotto
il
Patriot
Act,
quest’ultima
è
una
legislazione
antiterrorista,
voi
chiaramente
lo
conoscete benissimo, viene prodotta
nell’ottobre 2001 e entra in vigore nel
novembre 2001, la sezione finanziaria
del Patriot Act è quella del ci interessa, il
Patriot Act aveva come obiettivo la
riduzione
del
finanziamento
del
terrorismo,
ma
questo
obiettivo
chiaramente non è stato raggiunto,
perché in realtà è una legislazione contro
il riciclaggio del denaro sporco e
vediamo perché, ci sono due elementi
fondamentali nel Patriot Act: 1) viene
proibito alle banche americane, straniere
che sono registrate negli Stati Uniti di
avere qualsiasi tipo di relazione
commerciale con le banche dei paradisi
fiscali, quindi si chiude la porta di
accesso, ma anche quella porta di uscita
del denaro sporco e del denaro riciclato
che erano i paradisi fiscali dei Caraibi.
L’altro elemento interessante è che si dà
alle autorità monetarie la possibilità di
monitorare tutte quante le transazioni di
dollari nel mondo e se una banca
americana, una banca che è straniera e
che opera negli Stati Uniti non le allerta
di transazioni sospette, questa banca
viene punita penalmente e sappiamo di
storie interessantissimi nella "Lloyds
Bank" è l’ultima che è stata punita e che
ha dovuto pagare un ingente quantità di
denaro, ma anche la USB etc., quindi
cosa succede? Succede che il Patriot
Act viene introdotto solamente negli Stati
Uniti, si riferisce solamente a un dollaro
e rivoluzione completamente i flussi
monetari
dell’economia
legale
e
dell’economia illegale.
Guardiamo prima i flussi legali,
chiaramente alle banche internazionali
questa
legislazione non è piaciuta
perché nessuno vuole che nel 2001 le
Patriot Act di un paese vadano a vedere
cosa succede tra la banca e il cliente,
come abbiamo sentito poco fa, quindi
cosa succede? Succede che le banche
internazionali decidono di consigliare ai
loro investitori, ai loro clienti di
abbandonare l’area del dollaro e di
muoversi verso l’Euro. L’Euro è la nuova
moneta europea, è da poco che è in
circolazione,
offre
grossissime
11
opportunità ma soprattutto in Europa non
esiste una legislazione simile al Patriot
Act, in Europa ci sono i paradisi fiscali
che funzionano benissimo, nessuno
controlla nulla e quindi ecco che
abbiamo questo flusso di uscita dal
dollaro verso l’Euro e è molto
interessante studiare la correlazione tra
l’introduzione del Patriot Act, l’inizio della
caduta del dollaro e l’inizio della
rivalutazione dell’Euro e c’è un gruppo di
economisti nell’OECD che ha fatto una
ricerca e ha messo in correlazione tutti
questi vari dati e praticamente la verità è
questa, che l’inizio dell’era dell’Euro
coincide con la fine dell’era del dollaro,
ma questo non si riferisce solamente ai
flussi legali, un elemento importantissimo
nella rivalutazione dell’Euro è l’economia
criminale, infatti il mondo del crimine si
trova in una situazione abbastanza
complessa, nel senso: cosa fare? Non si
può più riciclare negli Stati Uniti, diventa
difficilissimo riportare il denaro in patria
perché in realtà il problema del
riciclaggio non è solamente quello di
pulire le monete, è soprattutto quello di
mettersi in tasca i profitti dell’attività
criminale,
esistevano
alcuni
stratagemmi, per esempio c’era il black
pesos money exchange che usavano i
colombiani
dove
i
narcotrafficanti
agivano da veri e propri uffici di cambio,
cosa succedeva? Che magari un
imprenditore colombiano voleva andare
negli Stati Uniti, non voleva allertare le
autorità monetarie che avrebbe portato
dei soldi all’estero e quindi pagare la
tassazione e anche cambiare i soldi al
cambio ufficiale, andava a uno di questi
uffici di cambio e depositava i pesos, una
volta arrivato a New York, qualcuno gli
portava una valigetta piena di dollari,
questi dollari chiaramente erano i
proventi della vendita della cocaina da
parte dei narcotrafficanti. L'allenza tra
narcotrafficanti colombiani e 'ndrangheta
Il problema fondamentale era un altro,
era che negli anni 90, grazie alla
globalizzazione, i proventi del commercio
della droga erano aumentati a dismisura,
quindi i narcotrafficanti dovevano trovare
un metodo di riciclare a livello industriale,
perché le quantità monetarie erano
enormi e vi dico che l’80% del riciclaggio
avviene in contante, quindi il black pesos
money exchange non aveva la possibilità
fisica di macinare tutto quanto questo
denaro e è a questo punto che un
emigrato italiano, Salvatore Mancuso in
Colombia, diventato capo del gruppo
paramilitare delle AUC, ha indea geniale,
decide che il modo migliore è di mettere
in contatto i suoi compari dell’ndrangheta
insieme con i narcotrafficanti colombiani
e lì nasce questa alleanza fantastica, nel
senso, per i colombiani è stata una
svolta, è vero!
E’ una svolta perché? Perché si apre la
possibilità di esportare cocaina in un
altro continente, in un continente che in
un certo senso era un po’ limitrofo
perché fino allora la cocaina andava
semplicemente dal sud al nord e quindi
andava negli Stati Uniti, c’è questa
possibilità, in più c’è la possibilità di
sviare le restrizioni del Patriot Act,
perché in Europa è facilissimo riciclare,
non ci sono legislazioni che controllano e
che puniscano questi tipi di attività.
Allora cosa succede? Inizia un’attività di
vendita di cocaina, di esportazione di
cocaina
dalla
Colombia,
arriva
inizialmente in Calabria, in Calabria,
l’ndrangheta la prende e la distribuisce
attraverso il suo network , rete che ha in
Europa e qui ci dobbiamo fermare un
attimo perché in realtà tutto questo è
potuto avvenire soprattutto perché
l’ndrangheta aveva una rete in Europa,
Cosa nostra questa rete non ce l’aveva,
la camorra non ce l’aveva, l’unica
organizzazione di crimine organizzato
che aveva una rete capillare, ma non
solamente in Europa, nel resto del
mondo è l’ndrangheta e questa rete era
stata costruita attraverso la diaspora dei
calabresi di milioni di milioni di calabresi
che negli ultimi 30/40 anni si erano recati
all’estero e quindi avevano fatto gli
immigrati, quindi l’ndrangheta in realtà
era al posto giusto nel momento giusto e
ha usato anche il cervello perché invece
di offrire un tipo di servizio a alto costo,
ha fatto esattamente il contrario, ha
offerto ai narcotrafficanti di fare
importazione,
vendita,
riciclaggio
attraverso la stessa rete, perché
all’interno della rete c’era un gruppo di
avvocati, di commercialisti, agenti
immobiliari che una volta che i soldi
vengono racimolati, li prende e grazie
all’esistenza dell’Euro li sposta da un
paese all’altro, li investe nel settore
immobiliare perché questa rete lavora
con alcuni agenti immobiliari e
praticamente pulisce soldi, genera profitti
e poi tornano normalmente attraverso il
sistema bancario in patria in Colombia.
Tutto questo l’ndrangheta lo fa con un
costo del 30%. Negli Stati Uniti riciclare il
denaro sporco ai narcotrafficanti, costa
dopo l’introduzione del Patriot Act circa il
60%, quindi l’ndrangheta offre un
servizio fantastico. In più riesce a fare un
marketing,
questa
è
l’intelligenza
secondo me dell’organizzazione, della
cocaina
sul
mercato
europeo
vendendola a prezzi bassissimi, per cui
la cocaina entra in concorrenza con le
droghe leggere, non con le droghe
pesanti e così vediamo che dal 2001 fino
a oggi, la diffusione della cocaina come
droga di divertimento della classe media
è aumentata esponenzialmente, vedete
com’è facile? Basta che uno ha il
cervello e ha la rete, in realtà questa è la
verità, non ci sono leggi, non ci sono
controlli, voi immaginate che per
esempio in questo tipo di riciclaggio che
avviene attraverso il settore immobiliare,
è difficilissimo controllarlo, perché per
esempio l’ufficio del catasto della Costa
del Sol, non ha possibilità di parlare con
l’ufficio del catasto di Londra, non esiste
nessun contatto, quindi non si può
sapere se una società sta acquistando
nello stesso momento o in momenti
successivi in vari parti dell’Europa, in più
non c’è un sistema che monitora le
transazioni finanziarie e monetarie in
Euro da un paese all’altro, non esiste!
Una masnada di delinquenti Quindi la
situazione europea è ideale, ecco perché
l’Europa è diventata la lavanderia del
mondo. Per quanto riguarda poi l’ultima
evoluzione, così finiamo e andiamo a
casa… l’ultima evoluzione avviene nel
2005,
la
domanda
di
cocaina
chiaramente aumenta a dismisura
perché costa poco, è una droga
divertente, l’ndrangheta ha fatto un
marketing fantastico e quindi il trasporto
comincia a pesare sulla rapidità con la
quale queste spedizioni avvengono,
allora cosa si decide? Si decide di
trasformare la Guinea Bissau in un
transhpment point, quest’ultimo è un
punto dove la droga generalmente si
ferma e da lì viene ridistribuita e l’idea è
geniale perché con i piccoli aerei, aerei
da turismo dalla Colombia o dal
Venezuela perché molta di questa droga
passa attraverso il Venezuela, si arriva a
nella Guinea Bissau in 3 o 4 ore, la
Guinea Bissau diventa un narcostato e
viene
puntualmente
colonizzato,
acquistato dai narcotrafficanti, lì si
organizzano dei magazzini dove la droga
arriva, viene depositata, lo stesso giorno
arrivano i compratori europei, la
comprano, la prendono, la riportano in
Europa o con piccoli aerei un con piccole
imbarcazioni.
In una settimana oggi come oggi
abbiamo la cocaina dal produttore
colombiano al consumatore nelle
discoteche europee, questa è la
situazione, la maggior parte di questo
commercio
è
controllato
da
organizzazioni
criminali
legate
all’ndrangheta italiana.
Quindi qual è la lezione di questa
storia? Vi vedo molto negativi. La storia
è questa che bisogna accettare il fatto
che
esistono
interdipendenze
economiche tra l’economia legale e
l’economia illegale, è inutile che ci
facciamo queste illusioni che non è vero,
molti dei prodotti che comprate in un
modo o nell’altro vanno a arricchire
gente che sono dei delinquenti, non è
solamente la droga, è tutto, quindi se
vogliamo veramente fare qualcosa,
vogliamo bloccare questo commercio, se
vogliamo anche risolvere il problema
della crisi economica, perché in realtà
questa è una crisi economica che è stata
creata da una masnada di delinquenti
perché questi sono i banchieri che hanno
creato quello che succede oggi come
oggi, dobbiamo accettare che esistono
queste interdipendenze e solamente
evitando
la
contaminazione
tra
l’economia criminale, illegale e la nostra
economia noi potremo andare avanti,
perché altrimenti la situazione che vi ho
descritto diventerà una situazione
sempre peggiore e noi saremo sempre
più delle vittime!" Loretta Napoleoni
Ultimo libro pubblicato da Loretta
Napoleoni: "La Morsa".
12
Le spie del nucleare
Informazione
25.04.2009
EDF è accusata di spionaggio ai danni
di gruppi anti nucleari in Europa. EDF è
la società francese del nucleare. Sarkozy
è il suo piazzista internazionale. La
notizia è stata riportata dal sito
Mediapart e dal Financial Times. Pierre
Francois,
ex
responsabile
della
sicurezza di EDF, ha dichiarato di aver
organizzato servizi di sorveglianza su
Greenpeace in "Francia e in Europa".
Secondo l'accusa, Francois avrebbe
usato degli investigatori per violare il
computer di Yannick Yadot, direttore di
Greenpeace in Francia. Mail, dati, files
copiati
e
trasmessi.
L'operazione
sarebbe stata condotta da Thierry Lhoro,
in precedenza agente segreto. L'editore
del sito Intelligence Online, Philippe
Vasset, ha detto:"La domanda è quanto
fossero a conoscenza di questo lo Stato
francese e la sua Intelligence". Pierre
Francois è stato sospeso dopo
un'indagine interna dall'EDF che ha
negato ogni addebito.
Il nucleare è anti economico e
pericoloso, anche per chi lo denuncia. Il
blog seguirà l'indagine. Per tutelare gli
italiani. EDF è infatti la società
esportatrice di nucleare in Italia con il
supporto logistiico dello psiconano.
Greenpeace Italia ha fatto un blitz a
Scanzano Jonico, in Basilicata, in un sito
che dovrebbe ospitare scorie nucleari.
Ha chiuso i pozzi di salgemma con dei
tappi di cemento. Ha trasformato l'area in
un campo giochi. Sono loro i nuovi
partigiani.
Entro
un
mese
sarà
disponibile il dvd: "No Nuke!" sul blog.
"Gli obiettivi europei per le fonti
rinnovabili e l'efficienza energetica al
2020 valgono il triplo del piano nucleare
del governo e occuperebbero almeno
200
mila
persone.
10-15
volte
l’occupazione indotta dal nucleare."
Greenpeace
Vacca di casa mia
Economia
25.04.2009
Caro Beppe,
chi ti scrive è colui che un anno e mezzo
fa ha avuto le macchinette del latte
sequestrate dalla camera di commercio
di Pesaro.Adesso che l'ex ministro de
Castro, in nome e per conto
dell'agroindustria, è riuscito a far crollare
alla metà le vendite di latte crudo,la
Granarolo,con l'evidente scopo di far
chiudere tutte le stalle italiane e potere
poi acquistare il latte dove conviene
(Lituania,Slovenia,Polonia alla faccia di
filiere corte e del km zero) offre dal 1
aprile ai soci, il prezzo di 31 cents per
litro, prezzo di 20 anni fa.Nulla hanno
fatto per contrastare la grande
distribuzione o per affermare che il latte
deve essere italiano.Siete rimasti Voi e
Slow Food a difenderci,visto che il
prezzo delle organizzazioni professionali
agricole è bassimo e siamo alla
disperazione. Cordialmente. Andrea
Busetto Vicari.
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