Volume 4, numero 17 Sommario 26.04.2009 Editoriale Lettera a un vecchio ragazzo Muro del pianto 19.04.2009 Comuni a Cinque stelle Le uova d'oro di Reggio Emilia Seconda stella, l'Acqua - Riccardo Petrella Economia Vacca di casa mia Parlamento Europeo - Loretta Napoleoni Informazione Le spie del nucleare RAI: la voce del padrone Non nominare Berlusconi invano Fiato sul collo a Vittorio Veneto Muro del pianto Lettera a un vecchio ragazzo Basta! Fiato sul collo a San Severo Il cono Legato Onna non c'è più. Onna ci sarà Le interviste del Blog: Emmanuel Murangira Politica Le interviste del Blog: Luigi de Magistris C’è un eccesso di informazione in giro. Una overdose che uccide i fatti e le persone. L’influenza suina è passata dal livello 3 al 4 al 5 per l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Rimane solo il livello 6, quello dell’estinzione dei dinosauri. Fazio, il ministro del ministero soppresso della Sanità, rassicura. Influenza lieve. Situazione sotto controllo. Obama spiega che la situazione è grave. In Egitto sono stati uccisi e seppelliti 350.000 maiali. Lo psiconano mangia mortadella in pubblico. In Gran Bretagna il governo mette a disposizione 30 milioni di mascherine. Fazio propone una settimana di isolamento per chi rientra dal Messico in Italia e spiega che ci sono medicinali sufficienti per tutti gli italiani . Le case farmaceutiche mondiali annunciano, invece, che un vaccino non sarà pronto prima di sei mesi. A Città del Messico hanno chiuso le chiese e le scuole per paura del contagio. In Italia la febbre suina extracomunitaria non passerà. I maiali, invece, sono già passati e deputati. 1 "Caro vecchio del 2009, vecchio forse non si può più dire, è considerato un insulto. Ti chiamerò allora vecchio ragazzo. Un ragazzo invecchiato che ha il Viagra in tasca e la pensione e per informarsi guarda la tv. Un signore che legge i giornali di Regime. La Repubblica se andava alle feste dell'Unità, il Corriere se crede nelle istituzioni, il Giornale se non ha mai creduto in nulla. Sei sopravvissuto a tutto. Ad Andreotti, al muro di Berlino, alle Brigate Rosse e alle stragi di Stato. Qualche volta anche alla tua coscienza. La tua generazione è alla guida del Paese. Con quelle dentiere possono dire quello che vogliono. Ai vecchi si perdona, sono come i bambini, se devono dire una scempiaggine la dicono, se lo possono permettere. Infatti, le dicono ogni giorno. Il pesce più grosso dello stagno è quello che non si è ancora fatto prendere. Voi vecchi ragazzi siete abili, siete carpe da 10 chili. Il pesce più grosso è lo psiconano. 73 anni e un futuro davanti a sè. Il pesce più autorevole è il sermonista Scalfari. Tra voi ci sono alcuni vuoti. Uomini che non hanno mai visto i loro nipoti o un capello bianco sul pettine. Chi li ha uccisi, o chi è rimasto in silenzio, è ora un vecchio ragazzo, uno di voi. Impastato, Livatino, Fava, Borsellino, Falcone, Ambrosoli non saranno mai vecchi ragazzi. Non ti appartengono. Le generazioni che ti seguono però ti ammirano e, per fare carriera, ti imitano. Non sono vecchi ragazzi, ma ragazzi vecchi. Dimostrano la tua età, ma hanno venti/trent'anni in meno. Sono incartapecoriti come Fini o avvizziti come Tremonti o imbalsamati come D'Alema. I loro film preferiti sono la Mummia e la vita di Bottino Craxi. Sperano un giorno di ereditare il vostro potere, per adesso si accontentano degli avanzi che gettate sotto il tavolo. I piccoli e i medi comuni, quindi quasi tutti, sono cosa vostra. Il sindaco pensionato è la figura più diffusa della politica italiana. Molti vecchi ragazzi sono in pensione da decenni, dall'età di 50/55 anni. I tuoi nipoti la pensione non la vedranno mai. Per ora usano la tua. Sono disoccupati, precari. Una volta erano il bastone della vecchiaia. Oggi, sei tu il bastone della loro giovinezza. Chi si fa i fatti suoi campa cent'anni. Questo è un Paese per vecchi, per vecchi ragazzi. Il potere logora chi non ce l'ha e tu non lo hai mai mollato. Forse un passo indietro è necessario da parte tua. Altrimenti, corri il rischio che i giovani ti facciano fare due passi avanti". Beppe Grillo Non nominare Berlusconi invano Informazione 19.04.2009 Il mago Silvan ha nominato lo psiconano a Domenica In. Voleva prestargli la sua bacchetta magica. La conduttrice Lorena Bianchetti prima è impallidita, poi si è dissociata. Berlusconi non si può nominare invano. Lorena, dal servizio pubblico al servizietto privato... Aiutiamo la RAI a estinguersi, disdettiamo il canone. Leggete le istruzioni sul gruppo di Facebook: "Cancelliamo il canone RAI". 167.000 persone hanno già aderito. Passate parola, entro l'anno dobbiamo raggiungere il milione. 2 RAI: la voce del padrone Informazione 20.04.2009 Sommario della puntata: Appropriazione indebita di Montanelli La legge Mammì e Berlusconi Fede chiede le dimissioni di Montanelli Berlusconi irrompe in redazione Il vaccino Berlusconi Testo: "Buongiorno a tutti, oggi dirò pochissime cose di mio: oggi vorrei fare Indro Montanelli, nel centenario della sua nascita. Montanelli è nato a Fucecchio il 22 aprile del 1909, quindi anche se se è morto nel 2001 ha molte cose da dirci. Anzi, molte cose le ha dette quando molte belle addormentate nel bosco, molti di quelli che non vogliono vedere, molte Alici del Paese delle Meraviglie, molti servi, molti killer non vedevano e non volevano vedere quello che, in realtà, era visibile fin dal 1994, quando nella politica italiana irruppe un imprenditore che non sa cosa sia la democrazia, non sa cosa siano le idee e il confronto, ma sa soltanto che cosa siano gli interessi. Nel 2004 ho scritto un libro che, più che altro, diciamo che è scritto da Montanelli nel senso che era un’amplissima antologia di tutte le cose che lui ha scritto e detto a proposito di Berlusconi e della storia del suo rapporto con Berlusconi, iniziato nella metà degli anni 70 quando il Cavaliere acquistò una quota prima di minoranza e poi, infine, di maggioranza nel giornale che Montanelli aveva fondato come cooperativa tra giornalisti. Rapporto che fu tormentato, ma resse tra polemiche, pressioni e resistenze, però nella quasi normalità di un rapporto tra un editore, molto già implicato con la politica e un direttore che la politica del suo giornale la voleva fare giustamente lui. Resse fino a quando dentro la politica direttamente non entrò Berlusconi e, in quel momento, esplose il dissidio che poi culminò nel distacco e nell’andar via di Montanelli, dopo una famosa irruzione del Cavaliere l’8 gennaio del 1994 nella redazione de Il Giornale, di cui tra l’altro non era più neanche l’editore, perché l’aveva dovuto girare a suo fratello per rispettare almeno formalmente la legge Mammì, che stabiliva un’incompatibilità tra il possesso di televisioni e il possesso di giornali. Vorrei parlare, anzi far parlare di Montanelli: l’ho fatto in questo libro, “Montanelli e il Cavaliere” nel 2004, adesso l’ho ripubblicato perché non pensavo, ma da quando è morto, ossia nel 2001, moltissimi hanno continuato a occuparsi di lui; per fortuna moltissimi continuano a comprare i suoi libri, pensate che Montanelli continua a vendere all’anno 100. 000 copie circa dei suoi vari libri pubblicati da Rizzoli o ripubblicati da Rizzoli: vende più lui da morto che quasi tutti i giornalisti da vivi. Appropriazione indebita di Montanelli L’ho ripubblicato con un nuovo saggio introduttivo, perché non pensavo, ma in questi anni da quando Montanelli è morto si è continuato a parlare di lui con appropriazioni indebite, tentando di annetterlo a questa o a quella parte e questa è stata una delle operazioni vergognose che ho voluto smontare in questa nuova edizione del libro, che è pubblicato da Garzanti. L’altra operazione vergognosa è lo sputo sulla tomba: persone che non si erano mai azzardate a parlarne male da vivo, quando lui poteva rispondere e sappiamo come rispondeva, hanno cominciato a parlarne male da morto, pur potendolo fare anche quando era vivo e mi riferisco a alcuni sedicenti studiosi, che hanno voluto addirittura mettere in dubbio, in alcuni sedicenti saggi, che Montanelli fosse stato condannato a morte dai nazisti e avesse rischiato la fucilazione, se non fosse fortunosamente riuscito a fuggire. Quindi anche su quello ho fatto un po’ di ricerche storiche per andare a vedere la verità su quello che è successo nel 1944/45 nel carcere di Gallarate e nel cercare di San Vittore, dove Montanelli era recluso con la sua prima moglie colpevole di antifascismo, ossia colpevole di essere sempre contro il fascismo dal momento in cui il fascismo aveva raggiunto l’apice della sua popolarità: non dimentichiamo che Montanelli comincia a abbandonare il fascismo quando tutti corrono sul carro del vincitore, dopo l’impresa di Abissinia durante la Guerra di Spagna, esattamente come sarà poi contro il conformismo democristiano e bigotto degli anni 50 e 60, come sarà contro il conformismo di sinistra filo/PCI, o addirittura filo/gruppi extraparlamentari, post sessantottino, che contagiò quasi tutti i giornali, compreso Il Corriere della Sera negli anni 70 e come fu contro il conformismo veramente da regime, come lui scrisse fin dal 94, berlusconiano negli anni 90 fino al 2001, quando morì. Naturalmente ripubblicando questo libro mi sono riletto moltissime delle cose che lui ha scritto negli ultimi sette anni della sua vita, quando praticamente il pensiero dominante per lui era quello che tutti i democratici hanno tutt’ora, come pensiero dominante e come incubo, se volete, ovvero non tanto Berlusconi, quanto il berlusconismo. E mi sono reso conto che a fare scandalo e a rendere così insopportabile la vera storia di Montanelli e Berlusconi è un episodio: un episodio che segna l’inizio di un serial che ha visto cadere sotto la censura tutti i migliori giornalisti italiani, tutti i più bravi e i più amati giornalisti italiani e, contemporaneamente, tutti coloro che si sono occupati di satira in Italia in questi 15 anni. L’ultimo caso è quello di Vauro, ma sarebbe sbagliato prenderlo come un fungo che cresce in un luogo privo di funghi: Vauro è l’ultimo satirista che viene colpito come sono stati colpiti grandi giornalisti e grandi satiristi in quei dieci anni e tutto è cominciato esattamente l’8 gennaio del 1994, è quello il giorno in cui avviene una rottura anche in un Paese poco incline alla cultura liberale come l’Italia. La legge Mammì e Berlusconi Che cosa succede l’8 gennaio 1994? Succede che il Cavalier Silvio Berlusconi in procinto, ma non ancora ufficialmente - l’aveva dichiarato - di entrare in politica, di “ scendere in campo”, come avrebbe detto lui alla fine del mese, sale le scale della sede de Il Giornale in Via Gaetano Negri a Milano, raggiunge la sala dove si stava per tenere l’assemblea dei redattori e arringa i giornalisti de Il Giornale in assenza e all’insaputa di Montanelli. Antefatto: Berlusconi non aveva mai messo piede nei piani alti de Il Giornale per una ragione molto semplice: che quando ne era diventato l’azionista e poi l’editore Montanelli non gli aveva mai permesso e lui non si era mai azzardato a mescolarsi con Il Giornale, si occupava ovviamente dell’amministrazione come fanno gli editori. Nel 90 aveva poi lasciato il suo ruolo di editore, cedendo le quote al fratello Paolo, come vi ho detto, per aggirare la legge Mammì. Non è una cosa da poco aggirare la legge Mammì, perché la legge Mammì, che pure è una barzelletta per quanto riguarda i criteri antitrust, è la legge che ha consentito a Berlusconi di continuare a possedere l’intero panorama della televisione commerciale in Italia, prevedeva e prevede delle sanzioni, ovvero la perdita immediata della concessione pubblica da parte di chi la violasse: sappiamo che Berlusconi l’ha violata almeno per due profili, da un lato perché continuava a essere il reale proprietario de Il Giornale, come dimostra quello che è accaduto l’8 gennaio del 1994, quindi avrebbe dovuto perdere la concessione per le televisioni e poi perché continuò a controllare ben più del 10% di Telepiù, la pay tv che aveva messo in piedi e che poi la Mammì lo costrinse a cedere nella quota eccedente il 10% e lui, ovviamente, la aggirò passando le quote a dei suoi amici e prestanomi che spesso lui stesso aiutava a comprarle, come poi è venuto fuori dai processi e naturalmente come poi le famose authorities non hanno voluto sanzionare perché fanno sempre finta di niente. Pensate soltanto alle authorities in questi giorni che cosa non stanno facendo rispetto alla violazione palese della legge Gasparri e della legge Frattini: sono due leggi che Berlusconi ha fatto nel 2004 e sono due leggi che Berlusconi viola; non so se avete sentito l’Avvocato Ghedini l’altro giorno a Annozero dire “ beh, ma Berlusconi l’ha fatto lui il Testo Unico dei beni culturali, mica potrà violarlo!”: non so se la regola valga anche per la Gasparri e per la Frattini, fatto sta che le sta violando tutte e due. La Gasparri stabilisce che i dirigenti della RAI li nomina il Consiglio di amministrazione, però il Consiglio di amministrazione, come sapete, non si riunisce a Palazzo Grazioli, ma si riunisce non so se al settimo o all’ottavo piano di Viale Mazzini 14, mentre invece le nomine si stanno facendo a casa di Berlusconi e lui ha anche annunciato “ guardate che vi siete sbagliati, perché i nomi che ho in mente non sono quelli che avete scritto, ma sono altri” e quindi ha confermato pienamente che se ne sta occupando lui, senza averne alcun titolo. In più c’è il fatto che se ne sta occupando un signore che è anche il proprietario della concorrenza e che, naturalmente, ha tutto l’interesse a piazzare dei dirigenti inadeguati alla RAI per guadagnare in ascolti e in pubblicità su Mediaset. E di dirigenti inadeguati nominati da Berlusconi alla RAI ce ne è una lunga tradizione, come evidentemente ricordate, ma i nomi che circolano in questi giorni ci dicono che in futuro avremo dirigenti se possibile ancora più inadeguati di quelli che aveva nominato le altre volte, perché Mediaset è molto in difficoltà e c’è bisogno proprio di una RAI diretta da un gruppo di paracarri e di piante grasse, di Ficus 3 probabilmente. Passeremo dal genere animale al genere vegetale. Ritornando a bomba, violò la legge Mammì e la violò perché andò a parlare con una redazione che non doveva avere nulla a che fare con lui e con cui lui non doveva avere nulla a che fare: perché ci andò? Perché da mesi aveva avvertito Montanelli della propria intenzione di scendere in campo politicamente, Montanelli gli aveva sconsigliato tutto ciò, Berlusconi se ne era infischiato e aveva ragione Berlusconi, perché nelle condizioni in cui era, come disse giustamente a Montanelli e a Biagi, “ se non entro in politica vado a finire in galera e fallisco per debiti”, quindi non poteva fare altrimenti: o la galera o il governo, scelse il governo e evitò la galera e i debiti. Però Montanelli gli aveva detto che mai e poi mai Il Giornale sarebbe diventato il suo organo di partito: Berlusconi fece un discorso molto chiaro, nelle riunioni che teneva il sabato a Arcore, con tutti i direttori dei giornali e dei telegiornali delle sue reti, Montanelli non ci andava, ci andava il condirettore Federico Orlando e Berlusconi aveva detto chiaramente “ dovremo diventare un’orchestra che suona uno spartito unico: il mio” e l’unico che disse esplicitamente di no fu Montanelli (Federico Orlando, ovviamente). Trovate tutto in un libro che si intitola “ Il Sabato andavamo a Arcore”, pubblicato da Federico Orlando per l’editore Larus, oppure nel libro “ Montanelli e il Cavaliere”. A quel punto Berlusconi decide di sostituire Montanelli, perché già sa che Montanelli, simbolo dell’Italia liberaldemocratica, conservatrice gli dirà di no e gli dirà di no sul giornale edito da suo fratello, quindi praticamente sarà una critica, quella di Montanelli, che vale il triplo rispetto a quelle che partono da sinistra, perché nessuno potrà accusare Montanelli di essere diventato di sinistra. Avere un nemico dalla propria, dalla parte dei propri elettori, moderati, conservatori etc., sarebbe stato devastante e conseguentemente Berlusconi spera di riuscire a pensionare Montanelli dandogli un ruolo di padre nobile da accantonare e da mettere in un angolo, oppure addirittura da mandare via, non pensando che Montanelli a 85 avrebbe tirato fuori le energie per fondare un nuovo giornale. Quindi aspettava l’occasione per farlo fuori e intanto gli faceva massaggiare i nervi dai suoi sgherri, dai suoi killers, che in televisione sparavano a zero contro Montanelli un giorno sì e l’altro pure: erano i soliti Sgarbi e Fede, non sono cambiati i nomi. Leggerete che cosa sono riusciti a dire Sgarbi e Fede in quei mesi: cose di cui persino loro dovrebbero vergognarsi, il che è tutto dire. Fede chiede le dimissioni di Montanelli Ma Montanelli i nervi non se li lascia saltare e continua a non dimettersi: aspetta che qualcuno lo faccia fuori, tenete presente che Montanelli è il giornalista più importante, più famoso, più bravo secondo me d’Europa allora e anche dopo allora, conseguentemente a Berlusconi cominciare la sua avventura politica cacciando il più grande giornalista d’Europa probabilmente creava qualche problema. Allora sperava che se ne andasse Montanelli e Montanelli non si muoveva, finché a un certo punto Emilio Fede, il servo più servile, più zelante, il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio del 94, quando mancano ormai tre settimane alla discesa in campo di Berlusconi, si presenta al Tg4 e chiede le dimissioni di Montanelli, il quale il giorno dopo gli dedica un controcorrente: vedete la differenza di stile che c’è tra Montanelli e questi poveretti che hanno preso il suo posto al giornale, che dedicano decine e decine di pagine a Santoro etc.. Montanelli, quando doveva polemizzare, lo faceva con un controcorrente di dieci righe, cinque righe: “ Giovedì sera annuncio a sorpresa di Emilio Fede nel suo Tg4: adesso - ha detto - voglio parlarvi di informazione: c’è sempre una prima volta!”, questo è come Montanelli ha sistemato Emilio Fede il giorno dopo, mentre tutti i giornali scrivevano “ Fede contro Montanelli: c’è dietro Berlusconi, lo cacceranno” etc. etc., dieci righe. Questo è il detonatore, perché? Perché tutti i giornali - all’epoca esistevano ancora dei giornali con dei direttori che sapevano difendere la libertà di stampa intervennero dicendo che era una vergogna quello che succedeva, un giornalista - se possiamo chiamare Fede giornalista, diciamo un iscritto all’albo dei giornalisti - che chiede la cacciata del più grande giornalista italiano al suo padrone. Per esempio, su Il Messaggero uscì un editoriale dal titolo “ Va in onda la liberaldemocrazia”, durissimo contro Berlusconi; sentite: “ dal pulpito di rete 4 è stata impartita ieri sera una lezione di intolleranza, proprio mentre infuria la polemica su quanto sia favorito, rispetto ai concorrenti, un candidato alle elezioni che possiede tre reti televisive - all’epoca se ne parlava, pensate! - l’invito di Emilio Fede a cacciare Montanelli perché troppo autonomo è il primo esempio pratico del livello di indipendenza che potrebbe crearsi all’interno dell’impero di Berlusconi”. Questo episodio moltiplica l’inquietudine, perché lascia capire quanto potrebbe essere forzatamente massiccio e compatto il sostegno al Cavaliere degli organi di informazione del suo gruppo: “guai a chi si azzardasse a uscire, anche per un attimo, dal coro, la durezza dell’intervento, preannunciato proprio perché avesse maggiore risonanza, mostra lontane tentazioni da Min. Cul. Pop. (Ministero della Cultura Popolare di Mussolini) e lascia sbigottiti. E’ auspicabile che si tratti soltanto della mossa maldestra di un giornalista bravo ma troppo zelante, convinto di fare la cosa gradita al proprio editore: certo resta da vedere se Berlusconi presterà orecchio a questi consigli, speriamo che non lo faccia e si mostri del tutto estraneo all’iniziativa, anche perché condividerla sarebbe mossa improvvida per chi si presenta come un campione della liberaldemocrazia”. Sapete chi era questo signore che si stracciava le vesti contro Berlusconi e Emilio Fede? Paolo Bonaiuti: non è un omonimo, è proprio lo stesso che oggi fa da portavoce a Berlusconi e trovate.. è quel signore che compare soprattutto la domenica, quando va in riposo Capezzone, anche Capezzone chiude per riposo settimanale come le pizzerie, in quel caso subentra Bonaiuti. E’ quel signore che vedete vestito in modi variopinti, che fa sempre così con la testa, come quei cagnolini che stanno sul retro delle macchine degli agricoltori, vicino al cappello di paglia. Ecco, quello è Bonaiuti: all’epoca era vicedirettore de Il Messaggero, era di sinistrissima naturalmente e sparava a zero, scrivendo delle cose anche condivisibili, nel senso che anche lui ha avuto un periodo in cui ragionava con la sua testa, poveretto, poi ha smesso! Berlusconi irrompe in redazione Per dirvi che questo era il clima nel quale Berlusconi decide di andare in redazione a Il Giornale per smentire questa cattiva stampa che gli sta venendo addosso e non si rende conto, in realtà, che sta semplicemente alimentando proprio l’interpretazione che ha dato persino Bonaiuti, ossia che siamo di fronte a un atto sommamente illiberale. Va alla redazione de Il Giornale, io quel giorno non c’ero, ero a Torino e un collega mi fece sentire al telefono gran parte dell’intervento di Berlusconi, che pure fu abbastanza breve e comunque trovate il testo nel libro; Berlusconi disse sostanzialmente che, se la redazione voleva combattere con armi adeguate cioè a cannonate - contro i comunisti, non sarebbero mancati i mezzi per farlo: i mezzi erano quelli che da anni i giornalisti de Il Giornale chiedevano, almeno i computers, in quanto Il Giornale era l’unico quotidiano nazionale che aveva ancora le macchine per scrivere, non aveva ancora le tecnologie e poi c’erano stipendi da fame, completamente fuori mercato. Promise tecnologie e soldi, fece capire che sarebbero arrivate le tecnologie e i soldi se si fosse voluta combattere la battaglia sua, ossia quella di un anticomunismo completamente fuori tempo massimo, nel senso che il muro di Berlino era caduto da cinque anni, si combattevano i comunisti quando non c’erano più. Se invece si voleva attardarsi dietro la cosiddetta linea del fioretto, cioè Montanelli, che era considerato ormai un rammollito, uno che combatteva i comunisti con il fioretto anziché con il manganello e con la clava, beh, allora ciccia: questo fu il discorso ricattatorio di uno che non era più l’editore de Il Giornale ai giornalisti de Il Giornale in assenza del direttore. Capite che in sostanza Berlusconi invitava la redazione a sollevarsi contro il suo fondatore e direttore, il quale, ignaro di quello che stava succedendo, stava qualche piano sotto. Questo è lo scandalo, questa è la cosa che i berlusconiani non riescono a accettare: perché? Perché se ne rendono conto anche loro che, se accettassero che le cose sono andate così - e sono andate così! - il loro campione sarebbe semplicemente un dittatorello da quattro soldi che aveva rivelato di essere un dittatorello fin da prima di scendere in campo, quindi neanche che si sia guastato work in progress. Ecco perché in questi anni, approfittando del fatto che Montanelli non c’è più, hanno cominciato un’opera di negazionismo e di revisionismo sul divorzio tra Montanelli e Berlusconi e, proprio di questo, mi sono occupato in questa prefazione, in questa nuova introduzione del libro, citando le cose incredibili che si sono lette in questi anni su Il Giornale: su quel giornale dal quale era stato cacciato Montanelli, quel giornale che hanno accettato di dirigere prima Vittorio Feltri al posto di Montanelli, poi Mario Cervi al posto di Montanelli, poi Maurizio Belpietro, fino al poveretto che avete visto anche voi due settimane fa a Annozero e che non nomino per questioni di decenza. Tutti questi signori hanno tentato, a poco a poco, una riappropriazione indebita di Montanelli - ripeto - cacciato dal giornale che aveva fondato, nell’indifferenza di tutti costoro che, naturalmente, hanno 4 continuato a scriverci o hanno addirittura ricominciato a scriverci come Cervi, che era passato alla Voce insieme a noi e poi è tornato indietro con il biglietto di andata e ritorno, come se quello non fosse il giornale dal quale Montanelli era stato cacciato e sul quale Montanelli è stato insultato dal 94 al 2001, persino durante la direzione di Cervi. Tant’è che Montanelli, negli ultimi giorni della sua vita, manifestò molta amarezza e un’intervista a Diario, per esempio, a Pietro Cheli disse che da Cervi certe cose non se le sarebbe aspettate. Comunque dopo morto hanno cominciato a dire che il divorzio non era dovuto a quell’irruzione di Berlusconi e anzi, che quella di Berlusconi non fu un’irruzione, che Berlusconi entrò in redazione con il consenso di Montanelli, che in realtà Montanelli non se ne era andato per dissensi politici sulla discesa in campo di Berlusconi, per il conflitto di interessi etc., se ne era andato così per una bizza umorale, per un’alzata di testa senile, oppure perché era geloso, come ha detto Berlusconi: “ Montanelli era geloso di me e avrebbe voluto diventare come me ma non c’era mai riuscito”, pensate la piccolezza di questo ominide! Il problema è che Montanelli ha sempre raccontato il contrario, ossia che lui non sapeva che Berlusconi stava arringando la sua redazione e che tutto ciò avvenne a sua insaputa: lo disse in una famosa telefonata a Raggio Verde il 23 marzo 2001, dieci giorno dopo che io ero stato intervistato da Luttazzi al Satyricon, c’erano anche allora polemiche sulla RAI, c’erano già preannunci di epurazioni come ce ne sono oggi e conseguentemente Feltri era venuto a Raggio Verde da Santoro a dire che Montanelli anzi, era un voltagabbana, era uno che aveva tradito il suo benefattore, perché Berlusconi sarebbe un benefattore e allora intervenne telefonicamente Montanelli per dire testualmente “ intanto voglio ringraziare Travaglio, il quale ha detto l’assoluta e pura verità, assolutamente la versione che lui ha dato degli avvenimenti è quella esatta e debbo dire che devo manifestare una certa sorpresa per quello che ha detto Feltri, il quale senza dubbio sa come andarono le cose e queste cose le ripeto in sua presenza. Feltri dice che la mia condotta verso Berlusconi era stata ambigua e gli rispondo che ho conosciuto due Berlusconi, ossia il Berlusconi imprenditore privato che comprò Il Giornale e noi fummo felici di venderglielo, perché non sapevamo come andare avanti, su questo patto: tu, Berlusconi sei proprietario de Il Giornale e io, direttore, sono il padrone del giornale, nel senso che la linea politica dipende solo da me. Questo fu il punto tra noi due e quando Berlusconi mi annunziò che si buttava in politica, capii subito quello che stava per accadere: cercai di dissuaderlo, d’accordo con Confalonieri e con Gianni Letta, neanche loro volevano che il Cavaliere entrasse in politica, ma tutto fu inutile e dal momento in cui lo decise mi disse “ da oggi Il Giornale deve fare la politica della mia politica”. Io gli dissi “ non ci pensare neanche” e allora lui riunì la redazione a mia insaputa totale, come ha raccontato Travaglio e disse “ d’ora in poi Il Giornale farà la politica della mia politica” e a quel punto me ne andai, cosa dovevo fare? Questo Feltri lo sa, ma non lo può dire perché andò a prendere il posto di Montanelli cacciato in quel modo”, cosa che poi Montanelli scrisse anche due giorni dopo su Il Corriere della Sera il 25 marzo 2001: “ riunita a mia insaputa la redazione egli la avvertì (la redazione) in parole povere che, se volevano più quattrini anche nella busta paga, non avevano che da mettersi al servizio dei suoi interessi politici, ora che aveva deciso di scendere in lizza.” La risposta della redazione furono 35 lettere di dimissioni che poi diventarono 55, infatti furono 55 gli ex giornalisti de Il Giornale che andarono a lavorare alla Voce con Montanelli. Quello è il punto chiave, quello è l’inizio di tutto, quello è l’inizio del regime: l’inizio del regime è addirittura un po’ precedente rispetto al discorso della discesa in campo e alla nascita del primo governo Berlusconi, quando comunque Montanelli immediatamente fin dal 94 - tenete presente che stiamo parlando di quindici anni fa - per primo cominciò a avvertire sui pericoli di regime che l’Italia correva. E allora concludo con alcune cose che diceva Montanelli, a proposito del berlusconismo: “ il regime si realizzerà dopo la vittoria del Polo, la prima cosa che farà Berlusconi sarà spazzare via l’attuale dirigenza RAI per omologarne le tre reti a quelle sue”, sembra scritto oggi perché ogni volta Berlusconi fa le stesse cose, il problema è che c’è qualcuno che lo scrive e che lo vede e c’è qualcuno che fa finta di niente. Oggi quelli che fanno finta di niente sono la stragrande maggioranza, proprio anche perché su Il Corriere non c’è più Montanelli a scrivere, su La Stampa non ci sono più Galante e Garrone, Bobbio, non c’è più Silos Labini, non ci sono più i grandi vecchi che queste cose le dicevano e le sentivano. Il vaccino Berlusconi “Questa non è la destra, questo è il manganello: gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello; era Mussolini che non sopportava la satira, ma queste parole, “ ripuliremo la stalla” al signor Gianfranco Fini chi gliele ispira? Siamo di nuovo allo stesso: la lotta contro la satira che parte da Fini, che dichiara indecente la trasmissione di Santoro e Berlusconi che gli va dietro e i vertici della RAI che eseguono. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine la dice, ha l’allergia alla verità, ha una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne, chiagne e fotte dicono a Napoli dei tipi come lui e si prepara a farlo per cinque anni”. L’abbiamo visto chiagnere in questi giorni copiosamente e intanto, a Palazzo Grazioli, fotte. “ L’Italia berlusconiana è la peggiore delle Italie che ho mai visto per volgarità e bassezza. Il berlusconismo è la feccia che risale il pozzo, gli italiani devono vedere chi è questo signore: Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, al Quirinale, al Vaticano, dove vuole, soltanto dopo saremo immuni!”. Qualcuno dice che il vaccino non ha funzionato: in realtà ha funzionato, tant’è che Berlusconi dal 2001 al 2006 perse tutte le elezioni, dalle regionali alle provinciali, alle comunali, alle circoscrizionali, alle europee, alle politiche del 2006, dopodiché arrivò il centrosinistra che purtroppo è l’antidoto al vaccino, per cui ogni volta il centrosinistra, per cui ogni volta il centrosinistra neutralizza il vaccino e ci ripropina la malattia, nella quale oggi siamo di nuovo pienamente immersi. “ Spero - diceva Montanelli - che l’Europa tratti Berlusconi con l’indignazione e il disprezzo che merita”: l’altro giorno l’ha detto Antonio Tabucchi, “ bisogna rivolgersi all’Europa, assediare l’Europa perché faccia con l’Italia quello che sta facendo con i Paesi dell’ex blocco sovietico che sono entrati”. Voi sapete che c’è l’Ocse che li sta educando sui principi della liberaldemocrazia, sui principi della divisione dei poteri e dobbiamo pretendere che l’Europa metta sotto osservazione l’Italia, se non c’è più nessuno che sia in grado di dirlo con le sue parole può prendere quelle di Montanelli e utilizzarle, nessuno gli chiederà il copyright, passate parola!" Le uova d'oro di Reggio Emilia Comuni a Cinque stelle 20.04.2009 Chi siamo? Dove andiamo? E, soprattutto, perché lavoriamo? Almeno a quest'ultima domanda possiamo dare una risposta. Lavoriamo per fare felici i nostri amministratori. E se le nostre tasse non bastano, allora indebitano il Comune, la Regione, lo Stato. Tassati e indebitati. A Reggio Emilia hanno stanziato 25.000 euro per il bacio alla stazione e 6.000 euro per una pagina di Facebook (ritirato a seguito di una denuncia). Money, money, money... Soldi nostri, sorrisi loro. E' bello essere contribuenti. 5 Basta! Muro del pianto 21.04.2009 "Ah, un altro 168, un altro 168, un altro 168! Sto leggendo tre libri, “ Basta” di Naish, Lynas “Sei Gradi”, ve lo consiglio, e poi l’ultimo di Stiglitz, per tirarci su un po’ il morale. Li leggo tutti e tre contemporaneamente, un po’ di confusione, scusate! Stiglitz mi manda il suo libro, 3.000 miliardi di dollari è costata la guerra agli americani, perché sono entrati in guerra in Iraq e, contemporaneamente, hanno abbassato le tasse e quindi il debito è andato a mille. Ci spiega come mai, cosa c’è sotto, quando devono ancora pagare, la crisi e tutto. E’ interessante che un Nobel mi mandi un suo libro e poi ci mandi un post da leggere sul nostro blog, è fantastico, un premio Nobel per l’economia, consulente di Obama, quindi è un uomo straordinario che condivide tutto quello che facciamo. E’ pazzesco, ora comincio un po’ a montarmi la testa, perché condivide le liste civiche dal basso, il cambiamento, l’efficienza energetica, le rinnovabili, i rifiuti zero, lui ha calcolato che negli Stati Uniti, se mettessero a posto gli edifici a efficienza energetica, creerebbero 100 /200.000 posti di lavoro in poco tempo, dei redditi entro il 2012 fino a 3 o 4 miliardi di dollari, posti nuovi. Qui non è crisi: bisogna cambiare, la parola crisi è sbagliata, è il cambiamento, stiamo in mezzo a un cambiamento epocale straordinario, bisogna pensare un po’ alla grande, io penso alla grande però poi vado un in crisi perché mi tocca battagliare, sto sui coglioni a tutti, mando a fare in culo tutti: lo so, insomma sono diventato con un caratteraccio, ma dovete anche capire che siamo in un momento in cui non si riesce più a sapere la verità, te la puoi solo immaginare. Sono tentato di lasciarmi un po’ andare a questa deriva da fogna e leggere - non so - il Giornale, Libero, Il Foglio, questa fogna, lasciarmi galleggiare lì in questa merda informatica così, perché sarebbe bello, potrei anche rilassarmi, i miei valori della bile entrerebbero nella norma, mi potrebbero anche sorridere in casa. Non vedete che qua sono in casa mia e non c’è nessuno, mi lasciano anche da solo, anche Ciro ha dei momenti in cui mi guarda così, come dire.. e allora sarebbe bello lasciarsi un po’ andare alla deriva, ballare sul Titanic, che bello ballare sul Titanic! Emotivamente sarebbe straordinario! Ma comincio a vederli in un altro modo questi: i delinquenti in Parlamento, in delinquenti nella Borsa, i delinquenti nelle banche se ci sono ci sarà un motivo! Comincio un po’ a affezionarmici a questa gente qua, che bello sarebbe essere un po’ ebeti, un po’ così come Giordano, come questi titolari dell’informazione che dovrebbero farla loro l’informazione e io dovrei fare così, ogni tanto controllare, ma l’informazione è quella che vediamo: sono i Grandi Fratelli, sono queste cose qui straordinarie, per l’amor del cielo! E poi vedere questi minimi tentativi ogni tanto subito bloccati, anche il povero Silvan non faceva una battuta dal 1951, ne ha fatta una nella sua vita e una specie di suora gliel'ha cassata lì, giustificando tutta la struttura che non era d’accordo sulla battuta.. siamo a dei livelli per cui la RAI è diventata a dei livelli vergognosi! Questo monumento di 11.000 persone messe lì che sono parenti, amici degli amici, fratelli, sorelle, figli di, l’abbiamo pubblicato sul blog, andatevela a vedere la conigliera RAI! E allora abbiamo ormai questo delirio su qualsiasi cosa. La RAI, se vuole fare la RAI, che faccia la RAI: tolga la pubblicità e tolga i partiti se vuole il mio canone, perché se vuoi il mio canone devi fare un altro tipo di televisione e, se non fai un altro tipo di televisione, non vi do più il mio canone, cari amici! Abbiamo fatto un gruppo su Facebook, siamo già 165.000, se arriviamo alla fine dell’anno - e vi esorto a farlo - di evitare di pagare e farvi piombare il televisore, fatevelo piombare, è semplicissimo: seguite le istruzioni sul blog, date 5,60 Euro, mettete il numero del libretto, raccomandata con ricevuta di ritorno, è semplice: verranno due funzionari a piombarvi il vostro televisore, è una meraviglia, li filmate e poi li mettiamo su YouTube, sarà il filmato più visto del mondo! Ma questa RAI qui, vergognosa, che non fa assolutamente nulla: blocca e devia tutte le informazioni, sull’ospedale abruzzese Menduni, che era il direttore generale dell’ospedale, quello che ha aperto l’ospedale e non aveva l’agibilità e non era a norma, beh, questo qui invece di metterlo in galera - e metterlo in galera è poco! - stato promosso dal governatore dell’Abruzzo, quello messo lì dal nano malefico, è stato promosso a - aspetta, non vorrei sbagliare, ma è stato promosso a ... era il direttore generale dell’ospedale e è stato nominato consulente dell’Agenzia Regionale Sanitaria dell’Abruzzo! Noi siamo qui, abbiamo i Menduni e ogni tanto ci succedono delle cose ... e le persone meravigliose che fanno cose straordinarie non le caghiamo neanche! Per esempio ho fatto un’intervista con Pierantonio Costa, il quale è un signore, è un imprenditore anziano, che è stato Console Onorario in Rwanda nell’epoca del '94 quando è successo il casino: bene, questo signore senza dire niente a nessuno, senza che si sia saputo niente, ha salvato 2.000 persone dal massacro, tra cui 375 bambini! Sono quelli che dovrebbero essere promossi, non i Menduni, quella gente lì! Siamo un Paese strano, stranissimo: abbiamo cose che non si riescono a capire, la Lega Nord che vuole fare il federalismo. Io ho letto il federalismo fiscale della Lega Nord, sono riuscito a leggere dodici pagine e non sono riuscito a leggere altro, ho chiamato degli specialisti, uno è riuscito a leggere 18 pagine e l’hanno ricoverato per esaurimento nervoso. Ma chi l’ha scritta questa legge qua? Ma siete scemi?! E’ una legge che cambia la vita di 60 milioni di persone e non si riesce a capire ... l’avrà scritta il figlio di Bossi! Ormai quelli della Lega Nord stanno andando fuori di testa: state boicottando il referendum per i cazzi vostri, perché altrimenti scomparite, sennò se vince il sì scomparite, ma non 6 me ne frega un cazzo se scomparite! Il referendum è una questione di democrazia di cittadini, non potete fare i cazzi vostri e i cittadini votano e poi chissà, spostate, non date le informazioni: parlate con i cittadini! Cazzo, ma alla Lega Nord siete andati fuori di testa, forse allora comincio a vedere che certi episodi, che non vengono né trasmessi né detti sui giornali come l’arresto della segretaria della Lega Nord con otto chili di cocaina in Svizzera, aveva otto chili di cocaina messa in certi vasetti! Con otto chili fai 200.000 dosi: per chi erano queste dosi? Per le ronde? Allora ditelo, “ erano per le ronde”, perché volete avere le ronde più veloci d’Europa e allora vi capirei. E’ tutto un gioco al massacro, vorrei capire: se abbiamo un’informazione così, allora è il momento di dire basta, proprio basta! Ci sono dei libri per dichiarare basta, cambiamo rotta, cambiamo modo di pensare, cambiamo il modo di vedere il mondo: basta, per l’amor del cielo! Loro non molleranno mai? Noi neppure, vediamo chi vince. Andiamo avanti: buon 168!" Fiato sul collo a San Severo Muro del pianto 21.04.2009 La politica è meglio dell'avanspettacolo. Perché pagare il biglietto per andare al circo quando si può entrare gratis in un consiglio comunale? A San Severo sono insuperabili. Li dovrebbe scritturare Moira Orfei. Le riunioni di condominio di Fantozzi in confronto erano tenute da dei lord. Nei consigli c'è di tutto, dai babbuini alle iene, tranne che l'interesse dei cittadini. Onna non c'è più. Onna ci sarà Muro del pianto 22.04.2009 Il terremoto si allontana. Tra qualche mese qualcuno dubiterà che sia mai esistito. Le case costruite con la sabbia del mare, gli studenti sepolti nel sonno, l'ospedale fantasma dell'Aquila diventeranno cronaca del passato. Il blog non vuole dimenticare. Scriverà del terremoto quando non lo farà più nessuno, denuncerà i delinquenti che hanno costruito delle trappole per topi quando, forse, saranno eletti in Parlamento o in qualche ente locale. Nella distruzione c'è sempre chi sta peggio. Chi ha perso più degli altri. In Abruzzo questo qualcuno è il piccolo paese di Onna. Il blog ha filmato ciò che ne resta, molto poco. 39 dei suoi abitanti hanno perso la vita. Lancio una sottoscrizione per Onna, non è solo un paese, ma un simbolo. Se Onna ritornerà alla vita, lo farà anche quella parte dell'Abruzzo colpita dal sisma. Ogni cifra versata sarà resa visibile sul blog e consegnerò personalmente alle famiglie di Onna quanto raccolto. Insieme alle donazioni, il blog fornirà anche una consulenza per la ricostruzione delle case nel rispetto delle norme antisismiche. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Invia il tuo contributo per aiutare Onna a queste coordinate bancarie Conto corrente presso Banca Etica, IBAN: IT83T0501812100000000129900 intestato a: RACCOLTA FONDI PER ONNA ABRUZZO - GRILLO GIUSEPPE PIERO Testo del video: Blog: Onna dista sette chilometri dal centro dell'Aquila. Era un paese abitato da 300 persone. Il terremoto lo ha trasformato in un borgo fantasma, un luogo spettrale, quasi irreale e fa un certo senso questo silenzio. Ora mi farò accompagnare dai vigili del fuoco in un breve e macabro giro fra queste macerie. In questa piazza si è pagato il maggior numero di morti, quanti? Vigili del Fuoco : Qui circa 12 - 13 Blog: A Onna sono stati 40 in totale i morti vero? Vigili del Fuoco:39, su una popolazione di 300 persone insomma è una bella percentuale Blog: Ai margini di Onna sorge quest'area di emergenza gestita dai volontari della Coldiretti. Ci sono acqua, alimenti e vestiti usati provenienti da tutta Italia che stanno per essere spostati altrove perché incredibilmente sono arrivate 3 denunce per occupazione di area pubblica Volontario: ...per dare una catalogata, alla fine sono cose da buttare non sono cose che uno può dare Blog: Per cui state buttando vi a tutto? Volontario: Eh sì perché si sono svuotate le cantine Blog: Sono vestiti donati che alla fine non van bene. Tutti questi! Volontario: Sì, perché la maggior parte 7 dei carichi c'è arrivata anche da questi della Protezione civile, dalla Croce rossa perché loro dicono che forniscono soltanto abiti nuovi. Li possiamo mettere qua, li possiamo mettere qua metteteli qua dopo! Arrivano... Si sono messi ad aprire perché i primi giorni tipo a mo' di cavalletto... Adesso qua non c'è più niente a parte tutto il resto dei viveri Blog: Perché vi sfrattano da qui? Volontario: Perché questo essendo dell'Ara che è un ente regionale, quindi un ente pubblico, insomma, poi sono altre organizzazioni sindacali tipo la Cia, assieme a Confagricoltura hanno fatto ricorso a Coldiretti con 3 denunce con scritto che noi non potevamo stare qui perché era un luogo pubblico. Noi siamo venuti solo a dare una mano ai terremotati alla fine, anche alle aziende nostre che erano in difficoltà che dopo alla fine, le aziende, cioè non è perché porto la bandiera della Coldiretti però tu ti sei trovato a portare soccorso a Cia... cioè non è che vai là e gli chiedi a quale organizzazione appartieni Blog: Ee la denuncia chi l'ha sporta? Volontario: L'hanno sporta sia quelli della Cia che quelli della Confagricoltura eh bè qui così funziona... Il cono Legato Muro del pianto 22.04.2009 Il cono gelato non si potrà più mangiare per strada in Lombardia. Formigoni ha emesso una direttiva regionale su precise indicazioni della Lega. I cibi dovranno essere consumati all'interno dei locali. Piadine, brioches, tranci di pizza saranno vietati all'aria aperta. Gli obiettivi della Lega erano l'odiato kebab e i locali etnici. Si è allargata un po'. Il proibizionismo del cono gelato. Per un cornetto in piazza i lombardi dovranno migrare in Liguria o in Piemonte. (Leggi articolo New York Times). Le interviste del Blog: Luigi de Magistris Seconda stella, l'Acqua Riccardo Petrella Politica 23.04.2009 Comuni a Cinque stelle 23.04.2009 Pubblico un appello alla rete di Luigi de Magistris. Testo: "Allora, prendo spunto da Beppe Grillo, questo è un comunicato politico breve che rivolgo alla rete. Uomini e donne della rete uniamoci tutti! Credo che sia il momento di impegnarci, ognuno con la propria storia per cambiare questo Paese. Quello che sto provando in questi giorni e in queste ore è molto importante. C'è la sensazione di qualcosa di assolutamente rilevante che può accadere, c'è un protagonismo oggettivo da parte di tutti, ognuno si può sentire determinante in questo percorso politico che deve cambiare questo Paese. Lo deve cambiare sotto ogni punto di vista, in un'apparente conservazione che è una difesa a oltranza della Costituzione, ma soprattutto lo deve cambiare in forme nuove, un nuovo modo di fare politica in settore fino adesso caratterizzati da malaffare e nefandezze. Quindi innanzitutto un modello economico che deve essere assolutamente diverso, compatibile con l'ambiente ed in grado di produrre un'economia completamente diversa da quella fatta in questi decenni, che è stata fondata quasi esclusivamente sul petrolio, condizionando, poi, intere generazioni. Su questo i giovani possono essere fondamentali. Perché faccio questo appello? Faccio questo appello perché ritengo che ognuno di noi, candidati indipendenti a questa competizione elettorale all'interno di Italia dei Valori, ha bisogno dei suggerimenti, delle idee, dell'entusiasmo di tutti. E' un appello non solo al confronto, ma anche all'unione. Ritengo che sia il momento della mobilitazione in tutta Italia, formare una rete di persone così come è stato fatto in Internet, bisogna farlo anche nelle strade, tra la gente, tra il popolo, in modo da poter essere da giugno tutti consapevoli che si è dato una mano per l'inizio di un percorso che io reputo veramente rivoluzionario. Grazie." L'acqua è vita. Privatizzare l'acqua significa mettere la nostra vita nelle mani delle multinazionali, della Borsa, delle stock option, dei dirigenti di partito. Un comune che privatizza l'acqua perde il diritto di rappresentanza dei cittadini. Perché i sindaci privatizzano l'acqua? Chi ci guadagna? Se i cittadini perdono, qualcuno ci deve guadagnare... I nostri dipendenti non possono alienare le risorse del nostro Comune. Nessuno li ha autorizzati. La vita è nostra e l'acqua pure. Il video di oggi è dedicato a Riccardo Petrella, esperto mondiale dell'acqua. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Testo dell'intervento: "Buongiorno a voi tutti, Lovanio esiste, malgrado l’ignoranza di Beppe Grillo. Ci sono dei buoni professori a Lovanio. Non io, oramai sono un professore emerito, perché l’età è.. e allora Beppe mi ha domandato di introdurre un pochino una riflessione sul problema dell’acqua. Effettivamente sono stato molto contento di vedere che la Carta di Firenze l’acqua pubblica è al primo posto e direi poi dove applaudire, Beppe. Partire dall’acqua pubblica significa partire dalla vita pubblica, perché noi lo sappiamo, ci sono tre grandi elementi vitali che sono essenziali e insostituibili per la vita: c’è il sole, c’è l’aria e c’è l’acqua. A partire dal momento in cui si dice che l’acqua è vita, non si può privatizzare l’acqua, è impensabile, è un non senso pensare di privatizzare la vita! Come si fa a privatizzare effettivamente la fonte principale della vita? Quando ero Presidente dell’acquedotto pugliese domandai a Beppe di venire a fare una lezione pubblica con me all’università di Bari. E Beppe scatenò l’entusiasmo di 7. 000 studenti, mai vista questa storia a Bari con tutti questi studenti, sulla lezione dell’acqua che facemmo Beppe e io e Beppe pose la questione: ma come si fa a privatizzare le nuvole? Come si fanno a comprare le nuvole? E allora direi che quest’idea che l’acqua è privata è uno scandalo, perché privatizzare l’acqua non si tratta solo, come dicono i nemici dell’interesse comune, che dicono “ non è vero che privatizziamo l’acqua: privatizziamo il servizio idrico, mentre invece l’acqua resta un bene naturale, un bene comune, un bene pubblico e quanto invece noi privatizziamo è il servizio idrico, è portarvi l’acqua potabile, o portare l’acqua ai contadini o alle imprese” e invece sbagliano, perché noi abbiamo notato ora che, quando si privatizza un servizio idrico, in fondo si risale anche all’acqua in quanto bene comune. Io me ne andai dalla presidenza dell’acquedotto pugliese 8 perché non volli firmare un trattato commerciale con la società di produzione d’acqua Lucana, che voleva vendere l’acqua all’acquedotto pugliese della Puglia. E questo invece è stata fatto dalla Regione Puglia, la quale ha firmato un contratto bilaterale commerciale con la Lucania, dove la Lucania dice “ l’acqua in Lucania è mia e io la vendo alla Puglia. Che bel progresso che abbiamo fatto! Cioè vale a dire che quando si dice a noi il servizio idrico si privatizza anche l’acqua e si mercifica l’acqua e allora quale è la grande conseguenza? La grande conseguenza della privatizzazione e mercificazione dell’acqua è che significa che noi mercifichiamo la vita e che il diritto alla vita passa allora dal nostro potere di acquisto, se io pago. Ecco perché tutte le nostre società sono preoccupatissime del potere di acquisto, perché noi siamo.. non sono mica i cittadini, noi siamo dei consumatori potenziali il cui potere di consumo dipende dal vostro potere di acquisto: se non abbiamo nessun potere di acquisto non siamo consumatori e quindi non esistiamo neanche come cittadini! Il nostro giudizio va a fallire! La seconda cosa molto grave della privatizzazione e mercificazione dell’acqua è che allora i comuni - e lì è centrale per voi, per noi ora, con questa battaglia politica - cosa diventano? Cosa diventa un Sindaco? Cosa diventa un membro, un Assessore di un Consiglio Comunale, di una Giunta Comunale? Diventa sempre di più membro di un Consiglio di amministrazione di una società per azioni che gestisce l’acqua. E come Sindaco sparisce, come Assessori spariscono e i rappresentanti delle istituzioni territoriali pubbliche diventano delle specie di Consiglieri di amministrazione di imprese private, abbiamo ucciso il comune! Le istituzioni comunali non esistono più, sono state ridotte a semplici di rappresentanti di imprese, dove ogni segmento di questo comune che si è svenduto va a difendere i propri interessi e vuole il rendimento, vuole dividendi a partire da una gestione che si pretende essere ottimale, perché fa del profitto. Aver accettato la mercificazione del diritto alla vita, aver accettato la trasformazione dei comuni in sorta di Consigli di Amministrazione significa aver distrutto una democrazia e oggi parlare di democrazia non ha senso. Allora certo che questa privatizzazione non bisogna farla, ma bisogna anche lottare contro una specie dell’acqua pubblica oscena, la chiamerei: cioè vale a dire quell’acqua che è gestita dai comuni e da classi dirigenti che sono oscene, perché gestiscono male. Voi sapete che attualmente, se si guarda tutta la gestione dell’acqua in Italia, più del 70% delle amministrazioni sia dei comuni, sia dei politici e sia delle acque che rappresentano le organizzazioni territoriali responsabili del servizio idrico, sia le imprese, sono tutti fuori norma. Sappiamo che l’Italia è sempre fuori norma, non c’è niente che sia legale, non c’è niente che sia corretto, perché noi tutti siamo furbi: vogliamo ottenere tutto andando sempre contro le leggi, ma sapete che il fatto che più del del 70% delle gestioni dei servizi idrici e della struttura dell’acqua sono fuori norma, significa che i depuratori sono fuori norma e significa che i potabilizzatori sono fuori norma, i pozzi sono fuori norma e la distribuzione dell’acqua è fuori norma. Fuori norma rispetto all’ambiente, fuori norma rispetto alla salute, fuori norma rispetto alla gestione finanziaria buona nell’interesse dei cittadini. Noi siamo fuori norma! L’acqua rivela che noi siamo anormali, non so se vi piace essere anormali! Allora non siamo dei cittadini, allora è chiaro che bisogno tornare ai comuni, ecco che bisogna rinnovare, rifondare la gestione pubblica, perché non si può accettare che oggi, anche il pubblico, mantenga una capacità media di perdite fisiche, non di perdite amministrative dell’acqua, che supera il 30%. Una gestione pubblica, delle autorità pubbliche che mantengono.. voi sapete che continuiamo in Italia, siamo in primi in Europa in quanto a consumo pro capite quotidiano dell’acqua per usi domestici, 238 litri al giorno: sapete cosa significa questo? Che il 30% di questi 238 litri che ciascuno di noi a casa consuma è per le toilettes, l’italiano ha il grande primato di essere la persona in Europa che usa 72 litri di acqua potabile, potabilissima per accompagnare i nostri stronzetti verso il mare. 72 litri al giorno di acqua potabile, in Tunisia l’uomo medio prende 13 litri, noi consumiamo 72 litri al giorno solo per le toilettes! Quelli che saranno e ci rappresenteranno nei comuni devono battersi per cambiare questo, non bisogna più avere l’acqua per la toilette, che è uno scandalo, i medici ce lo direbbero, perché prendiamo l’acqua per poi portarla alla morte, perché la mettiamo subito nelle discariche, l’acqua potabile che non serve a nulla per le nostre pipì e per le nostre defecazioni! 72 litri al giorno e lo chiamiamo pubblico, questo? E ci consideriamo cittadini? Altro problema: l’uso dell’acqua pubblica negli usi domestici rappresenta solo il 20% di tutti i prelievi delle acque di Italia, ma circa il 50% nell’agricoltura e sappiamo bene che il 40% di tutta l’acqua utilizzata nell’agricoltura si perde, perché usiamo questo sistema di irrigazione a polverizzazione, si perde! Perdiamo il 40% del 50% dell’acqua che abbiamo in tutta l’Italia per l’agricoltura, stupidamente! E poi finalmente utilizziamo l’acqua per l’industria inquinandola, ne facciamo un uso sprecoso, dilapidatore della risorsa della vita dell’acqua e così, in conclusione, di che cosa trattiamo sia dall’acqua privata che dall’acqua pubblica oscena? Quale è il risultato? Il risultato è che l’Italia ha un capitale idrico, sia di acque di superficie che di acque sotterranee, che poteva essere buono e invece lo stiamo distruggendo. Il numero dei fiumi, fiumicini che sono spariti negli ultimi 50 anni non si conta più, nel Veneto ci saranno ormai due o tre fiumi che restano, il Po sta morendo, è un’arteria vitale dell’acqua che sta morendo! Il Ticino si sta seccando, il Tevere e l’Arno che sono? Non sono dei fiumiciattoli? Stanno sparendo! I laghi contaminati, il loro livello si abbassa, noi stiamo distruggendo il capitale dell’Italia sul piano della vita e dobbiamo batterci affinché questa cultura dell’acqua in Italia rinasca e San Francesco parlava dell’acqua come sorella. Noi la violentiamo ogni giorno questa sorella. La violentiamo ogni giorno semplicemente perché non ci pensiamo, perché siamo semplicemente così. Ecco, allora ci sono tante, tante cose da fare. Allora io penso che se voi - e si sanno le cose che si devono fare - sarete capaci intervenendo, come abbiamo detto fin da 9 stamani, basta uno di voi in un Consiglio Comunale per fare rinascere questa cultura dell’amore verso l’acqua, questa cultura di fare la pace con l’acqua, perché se non facciamo pace con l’acqua non facciamo pace con la vita, non facciamo pace con noi stessi e non saremo degni di poter permetterci di rappresentare il futuro. Fiato sul collo a Vittorio Veneto Le interviste del Blog: Emmanuel Murangira Parlamento Europeo Loretta Napoleoni Informazione 23.04.2009 Muro del pianto 24.04.2009 Economia 24.04.2009 L'ostinazione dei sindaci a non farsi riprendere è eroica. Per evitare che i cittadini sappiano cosa succede in consiglio comunale farebbero di tutto. Direbbero di tutto. La sala è angusta per le riprese... La legge lo vieta... La privacy... Fanno quasi tenerezza. Pagati da noi lavorano per loro, ma non vogliono che si sappia in giro. L'operazione Fiato sul collo prosegue. Oggi è il turno di Vittorio Veneto. Imperdibile! Il 16 aprile 1994, 65.000 Tutsi cercarono rifugio nella scuola tecnica di Murambi confidando invano sulla protezione dei militari francesi. Dopo aver cercato di resistere alcuni giorni difendendosi con pietre e laterizi, le milizie Hutu ebbero la meglio. La moglie e i cinque figli di Emmanuel Murangira furono massacrati, assieme ad altre 40.000 persone. Lui, colpito alla testa da un proiettile, si salvò fingendosi morto e nascondendosi tra i cadaveri. E' un sopravvissuto. Oggi è il solitario custode del Murambi Genocide Memorial. Il Blog lo ha raggiunto via Skype per raccogliere la sua testimonianza nel 15esimo anniversario della strage. Visita www.benerwanda.org per maggiori informazioni sul massacro di Murambi 10 Senza la cocaina il PIL di molti Paesi occidentali crollerebbe. La criminalità organizzata investe centinaia di miliardi di guadagni della coca all'anno in immobili, titoli, aziende. La coca tira l'economia, ma anche l'economia tira la coca. La mancanza di liquidità non riguarda i capitali mafiosi che possono fare shopping mondiale a basso prezzo grazie alla crisi. Chi controlla il capitale controlla la società. Ma chi controlla il controllore del capitale? Loretta Napoleoni esperta di sistemi finanziari e di terrorismo è intervenuta con me a Bruxelles al Parlamento Europeo il primo aprile scorso. Testo dell'intervento Financial Fools' Day Il Patriot Act e il riciclaggio di denaro L'allenza tra narcotrafficanti colombiani e 'ndrangheta Una masnada di delinquenti Financial Fools' Day "Se fino adesso vi siete depressi, dopo il mio discorso sarete proprio a terra, lo dico subito! Oggi è una giornata particolare perché a Londra, dove ci sono stati degli scontri tutto il giorno da parte del movimento contro il capitalismo e in particolare nella City di Londra, dove gran parte degli sconti che avete sentito hanno avuto ampio svolgimento, è stato chiamato il Financial Fools' Day che sarebbe il pesce d’aprile finanziario. Credo che questa sia una descrizione abbastanza divertente per descrivere la rabbia e la disperazione della gente nei confronti di una crisi economica creata dalle banche, non solamente dalle banche italiane, purtroppo, ma anche le banche mondiali, di fronte a una crisi epocale, in cui prima di tutto non si sa cosa fare, si incontrano domani questi del G20 con la speranza che risolveranno in quelle poche ore in cui si incontreranno e si faranno molte foto, risolveranno i problemi del mondo, tutto sicuramente non succederà e queste manifestazioni a Londra in un certo senso ci dicono che la gente è stanca di tutte storie e quindi non ci crede più. Di professione faccio l’economista e vi dico che non è un bel momento per la mia professione, molti si aspettano che quando faccio questi discorsi, tiro fuori il turbante e la sfera di cristallo perché ormai il sinonimo dell’economia è la chiromanzia, questa è la situazione. Quindi oggi ho pensato, invece di parlarvi del futuro di raccontarvi una storia del passato, perché secondo me la storia è in un certo senso la nostra guida e noi molto spesso ce la dimentichiamo, infatti abbiamo completamente perso la memoria storica. Voglio raccontare il fenomeno di interdipendenze economiche, come una legislazione introdotta in un paese, in particolare parliamo del Patriot Act, una legislazione per bloccare il finanziamento del terrorismo, in realtà poi ha creato una situazione tremenda, deleteria in un altro paese e qui parliamo dell’Europa, come questa legislazione ha trasformato l’Europa nella lavanderia del denaro sporco del mondo e tutto questo è avvenuto dall’11 settembre fino a oggi, sotto i nostri occhi e noi non ce ne siamo neanche resi conto. Cominciamo questo racconto dalla cosiddetta deregulation di cui domani parleranno i grandi del mondo nella speranza di ridurre i danni causati dalla deregulation e gran parte delle storie che avete sentito fino adesso sulle banche, sono legati proprio alla deregulation, all’assenza di legislazioni e all’introduzione di un grande livello di libertà nelle mani delle banche, senza nessun controllo da parte dello Stato. Cosa succede con la deregulation? Praticamente c’è l’abbattimento delle barriere finanziarie, c’è l’abbattimento anche delle legislazioni finanziarie, dei controlli tra un paese e l’altro e chi ne ha approfittato? In realtà ne ha approfittato il crimine organizzato, ma anche l’economia illegale e i gruppi armati. Dall’inizio degli anni 90, fino al 2001 si forma quindi un nuovo sistema economico, dove confluiscono gli interessi di queste categorie, il che vuole dire che si formano joint venture, la relazione che esisteva tra le FARC colombiane e i narcotrafficanti, si formano anche delle associazioni tra vari gruppi armati e i gruppi criminali per usufruire di alcuni canali finanziari, attraverso i quali si ricicla il denaro sporco. L’ammontare totale, il fatturato, il Pil, la produzione monetaria di questo sistema economico, ammontava prima dell’11 settembre a 1.500 miliardi di dollari il che vuole dire circa il 5% dell’economia mondiale, questo era quasi tutto in dollari, un 90% di questa produzione monetaria era in dollari, la denominazione preferita era il dollaro, il biglietto da 100 dollari. Gran parte di questo flusso di denaro sporco veniva riciclato negli Stati Uniti e quindi in dollari attraverso i paradisi fiscali delle isole dei Caraibi. In realtà questo riciclaggio era benefico per l’economia americana, equivaleva a una iniezione di contante e questo lo scopriamo analizzando i dati della domanda e dell’offerta di moneta americana. Dalla metà degli anni 60, fino al 2001 una quantità crescente della nuova moneta, quella che viene stampata ogni anno dalla riserva federale, usciva dal circuito nazionale illegalmente, questi erano soldi che uscivano nelle valigette oppure nelle scatole di cartone portate via, facendo finta che fossero scatole necessarie per traslochi etc., quindi illegalmente e questi soldi andavano a soddisfare la domanda di moneta prodotta dall’economia criminale, ma anche dall’economia terrorista e dalla varia economia illegale. Nel 2001 2/3 della nuova offerta di moneta americana, quindi dei soldi stampati nel 2001 è uscito dagli Stati Uniti in questo modo, ammontava a 500 miliardi di dollari l’offerta di moneta, il che vuole dire che la crescita monetaria degli Stati Uniti era più bassa, quindi la domanda di moneta dell’economia americana, di quella che proveniva invece da fuori e era sostenuta dal mondo del crimine, dal mondo del terrore e dall’economia illegale, ma c’è un altro aspetto molto interessante di questa interrelazione e è il fatto che il dollaro è la riserva monetaria mondiale, il che vuole dire che il tesoro americano può prendere in prestito soldi contro l’ammontare totale di dollari nel mondo, quindi l’indebitamento americano è pari a quanti dollari ci sono in giro per il mondo. Il Patriot Act e il riciclaggio di denaro E’ chiaro che se l’economia criminale domanda ogni anno una quantità crescente di dollari, gli Stati Uniti possono indebitarsi sempre di più, questo è valido solamente per gli Stati Uniti, perché fa parte del cosiddetto "signoraggio". In Europa tutto questo non succede, per esempio la Banca centrale europea non può emettere obbligazioni per un ammontare superiore alla quantità di Euro in circolazione nei paesi dell’Unione, anche se magari una quantità enorme di Euro è in circolazione negli Stati Uniti o addirittura in Asia o in Africa etc., quindi gli Stati Uniti sono in una posizione ideale, lo erano anzi in una posizione ideale fino all’11 settembre, perché questo? Perché la situazione cambia radicalmente l’11 settembre. Viene introdotto il Patriot Act, quest’ultima è una legislazione antiterrorista, voi chiaramente lo conoscete benissimo, viene prodotta nell’ottobre 2001 e entra in vigore nel novembre 2001, la sezione finanziaria del Patriot Act è quella del ci interessa, il Patriot Act aveva come obiettivo la riduzione del finanziamento del terrorismo, ma questo obiettivo chiaramente non è stato raggiunto, perché in realtà è una legislazione contro il riciclaggio del denaro sporco e vediamo perché, ci sono due elementi fondamentali nel Patriot Act: 1) viene proibito alle banche americane, straniere che sono registrate negli Stati Uniti di avere qualsiasi tipo di relazione commerciale con le banche dei paradisi fiscali, quindi si chiude la porta di accesso, ma anche quella porta di uscita del denaro sporco e del denaro riciclato che erano i paradisi fiscali dei Caraibi. L’altro elemento interessante è che si dà alle autorità monetarie la possibilità di monitorare tutte quante le transazioni di dollari nel mondo e se una banca americana, una banca che è straniera e che opera negli Stati Uniti non le allerta di transazioni sospette, questa banca viene punita penalmente e sappiamo di storie interessantissimi nella "Lloyds Bank" è l’ultima che è stata punita e che ha dovuto pagare un ingente quantità di denaro, ma anche la USB etc., quindi cosa succede? Succede che il Patriot Act viene introdotto solamente negli Stati Uniti, si riferisce solamente a un dollaro e rivoluzione completamente i flussi monetari dell’economia legale e dell’economia illegale. Guardiamo prima i flussi legali, chiaramente alle banche internazionali questa legislazione non è piaciuta perché nessuno vuole che nel 2001 le Patriot Act di un paese vadano a vedere cosa succede tra la banca e il cliente, come abbiamo sentito poco fa, quindi cosa succede? Succede che le banche internazionali decidono di consigliare ai loro investitori, ai loro clienti di abbandonare l’area del dollaro e di muoversi verso l’Euro. L’Euro è la nuova moneta europea, è da poco che è in circolazione, offre grossissime 11 opportunità ma soprattutto in Europa non esiste una legislazione simile al Patriot Act, in Europa ci sono i paradisi fiscali che funzionano benissimo, nessuno controlla nulla e quindi ecco che abbiamo questo flusso di uscita dal dollaro verso l’Euro e è molto interessante studiare la correlazione tra l’introduzione del Patriot Act, l’inizio della caduta del dollaro e l’inizio della rivalutazione dell’Euro e c’è un gruppo di economisti nell’OECD che ha fatto una ricerca e ha messo in correlazione tutti questi vari dati e praticamente la verità è questa, che l’inizio dell’era dell’Euro coincide con la fine dell’era del dollaro, ma questo non si riferisce solamente ai flussi legali, un elemento importantissimo nella rivalutazione dell’Euro è l’economia criminale, infatti il mondo del crimine si trova in una situazione abbastanza complessa, nel senso: cosa fare? Non si può più riciclare negli Stati Uniti, diventa difficilissimo riportare il denaro in patria perché in realtà il problema del riciclaggio non è solamente quello di pulire le monete, è soprattutto quello di mettersi in tasca i profitti dell’attività criminale, esistevano alcuni stratagemmi, per esempio c’era il black pesos money exchange che usavano i colombiani dove i narcotrafficanti agivano da veri e propri uffici di cambio, cosa succedeva? Che magari un imprenditore colombiano voleva andare negli Stati Uniti, non voleva allertare le autorità monetarie che avrebbe portato dei soldi all’estero e quindi pagare la tassazione e anche cambiare i soldi al cambio ufficiale, andava a uno di questi uffici di cambio e depositava i pesos, una volta arrivato a New York, qualcuno gli portava una valigetta piena di dollari, questi dollari chiaramente erano i proventi della vendita della cocaina da parte dei narcotrafficanti. L'allenza tra narcotrafficanti colombiani e 'ndrangheta Il problema fondamentale era un altro, era che negli anni 90, grazie alla globalizzazione, i proventi del commercio della droga erano aumentati a dismisura, quindi i narcotrafficanti dovevano trovare un metodo di riciclare a livello industriale, perché le quantità monetarie erano enormi e vi dico che l’80% del riciclaggio avviene in contante, quindi il black pesos money exchange non aveva la possibilità fisica di macinare tutto quanto questo denaro e è a questo punto che un emigrato italiano, Salvatore Mancuso in Colombia, diventato capo del gruppo paramilitare delle AUC, ha indea geniale, decide che il modo migliore è di mettere in contatto i suoi compari dell’ndrangheta insieme con i narcotrafficanti colombiani e lì nasce questa alleanza fantastica, nel senso, per i colombiani è stata una svolta, è vero! E’ una svolta perché? Perché si apre la possibilità di esportare cocaina in un altro continente, in un continente che in un certo senso era un po’ limitrofo perché fino allora la cocaina andava semplicemente dal sud al nord e quindi andava negli Stati Uniti, c’è questa possibilità, in più c’è la possibilità di sviare le restrizioni del Patriot Act, perché in Europa è facilissimo riciclare, non ci sono legislazioni che controllano e che puniscano questi tipi di attività. Allora cosa succede? Inizia un’attività di vendita di cocaina, di esportazione di cocaina dalla Colombia, arriva inizialmente in Calabria, in Calabria, l’ndrangheta la prende e la distribuisce attraverso il suo network , rete che ha in Europa e qui ci dobbiamo fermare un attimo perché in realtà tutto questo è potuto avvenire soprattutto perché l’ndrangheta aveva una rete in Europa, Cosa nostra questa rete non ce l’aveva, la camorra non ce l’aveva, l’unica organizzazione di crimine organizzato che aveva una rete capillare, ma non solamente in Europa, nel resto del mondo è l’ndrangheta e questa rete era stata costruita attraverso la diaspora dei calabresi di milioni di milioni di calabresi che negli ultimi 30/40 anni si erano recati all’estero e quindi avevano fatto gli immigrati, quindi l’ndrangheta in realtà era al posto giusto nel momento giusto e ha usato anche il cervello perché invece di offrire un tipo di servizio a alto costo, ha fatto esattamente il contrario, ha offerto ai narcotrafficanti di fare importazione, vendita, riciclaggio attraverso la stessa rete, perché all’interno della rete c’era un gruppo di avvocati, di commercialisti, agenti immobiliari che una volta che i soldi vengono racimolati, li prende e grazie all’esistenza dell’Euro li sposta da un paese all’altro, li investe nel settore immobiliare perché questa rete lavora con alcuni agenti immobiliari e praticamente pulisce soldi, genera profitti e poi tornano normalmente attraverso il sistema bancario in patria in Colombia. Tutto questo l’ndrangheta lo fa con un costo del 30%. Negli Stati Uniti riciclare il denaro sporco ai narcotrafficanti, costa dopo l’introduzione del Patriot Act circa il 60%, quindi l’ndrangheta offre un servizio fantastico. In più riesce a fare un marketing, questa è l’intelligenza secondo me dell’organizzazione, della cocaina sul mercato europeo vendendola a prezzi bassissimi, per cui la cocaina entra in concorrenza con le droghe leggere, non con le droghe pesanti e così vediamo che dal 2001 fino a oggi, la diffusione della cocaina come droga di divertimento della classe media è aumentata esponenzialmente, vedete com’è facile? Basta che uno ha il cervello e ha la rete, in realtà questa è la verità, non ci sono leggi, non ci sono controlli, voi immaginate che per esempio in questo tipo di riciclaggio che avviene attraverso il settore immobiliare, è difficilissimo controllarlo, perché per esempio l’ufficio del catasto della Costa del Sol, non ha possibilità di parlare con l’ufficio del catasto di Londra, non esiste nessun contatto, quindi non si può sapere se una società sta acquistando nello stesso momento o in momenti successivi in vari parti dell’Europa, in più non c’è un sistema che monitora le transazioni finanziarie e monetarie in Euro da un paese all’altro, non esiste! Una masnada di delinquenti Quindi la situazione europea è ideale, ecco perché l’Europa è diventata la lavanderia del mondo. Per quanto riguarda poi l’ultima evoluzione, così finiamo e andiamo a casa… l’ultima evoluzione avviene nel 2005, la domanda di cocaina chiaramente aumenta a dismisura perché costa poco, è una droga divertente, l’ndrangheta ha fatto un marketing fantastico e quindi il trasporto comincia a pesare sulla rapidità con la quale queste spedizioni avvengono, allora cosa si decide? Si decide di trasformare la Guinea Bissau in un transhpment point, quest’ultimo è un punto dove la droga generalmente si ferma e da lì viene ridistribuita e l’idea è geniale perché con i piccoli aerei, aerei da turismo dalla Colombia o dal Venezuela perché molta di questa droga passa attraverso il Venezuela, si arriva a nella Guinea Bissau in 3 o 4 ore, la Guinea Bissau diventa un narcostato e viene puntualmente colonizzato, acquistato dai narcotrafficanti, lì si organizzano dei magazzini dove la droga arriva, viene depositata, lo stesso giorno arrivano i compratori europei, la comprano, la prendono, la riportano in Europa o con piccoli aerei un con piccole imbarcazioni. In una settimana oggi come oggi abbiamo la cocaina dal produttore colombiano al consumatore nelle discoteche europee, questa è la situazione, la maggior parte di questo commercio è controllato da organizzazioni criminali legate all’ndrangheta italiana. Quindi qual è la lezione di questa storia? Vi vedo molto negativi. La storia è questa che bisogna accettare il fatto che esistono interdipendenze economiche tra l’economia legale e l’economia illegale, è inutile che ci facciamo queste illusioni che non è vero, molti dei prodotti che comprate in un modo o nell’altro vanno a arricchire gente che sono dei delinquenti, non è solamente la droga, è tutto, quindi se vogliamo veramente fare qualcosa, vogliamo bloccare questo commercio, se vogliamo anche risolvere il problema della crisi economica, perché in realtà questa è una crisi economica che è stata creata da una masnada di delinquenti perché questi sono i banchieri che hanno creato quello che succede oggi come oggi, dobbiamo accettare che esistono queste interdipendenze e solamente evitando la contaminazione tra l’economia criminale, illegale e la nostra economia noi potremo andare avanti, perché altrimenti la situazione che vi ho descritto diventerà una situazione sempre peggiore e noi saremo sempre più delle vittime!" Loretta Napoleoni Ultimo libro pubblicato da Loretta Napoleoni: "La Morsa". 12 Le spie del nucleare Informazione 25.04.2009 EDF è accusata di spionaggio ai danni di gruppi anti nucleari in Europa. EDF è la società francese del nucleare. Sarkozy è il suo piazzista internazionale. La notizia è stata riportata dal sito Mediapart e dal Financial Times. Pierre Francois, ex responsabile della sicurezza di EDF, ha dichiarato di aver organizzato servizi di sorveglianza su Greenpeace in "Francia e in Europa". Secondo l'accusa, Francois avrebbe usato degli investigatori per violare il computer di Yannick Yadot, direttore di Greenpeace in Francia. Mail, dati, files copiati e trasmessi. L'operazione sarebbe stata condotta da Thierry Lhoro, in precedenza agente segreto. L'editore del sito Intelligence Online, Philippe Vasset, ha detto:"La domanda è quanto fossero a conoscenza di questo lo Stato francese e la sua Intelligence". Pierre Francois è stato sospeso dopo un'indagine interna dall'EDF che ha negato ogni addebito. Il nucleare è anti economico e pericoloso, anche per chi lo denuncia. Il blog seguirà l'indagine. Per tutelare gli italiani. EDF è infatti la società esportatrice di nucleare in Italia con il supporto logistiico dello psiconano. Greenpeace Italia ha fatto un blitz a Scanzano Jonico, in Basilicata, in un sito che dovrebbe ospitare scorie nucleari. Ha chiuso i pozzi di salgemma con dei tappi di cemento. Ha trasformato l'area in un campo giochi. Sono loro i nuovi partigiani. Entro un mese sarà disponibile il dvd: "No Nuke!" sul blog. "Gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica al 2020 valgono il triplo del piano nucleare del governo e occuperebbero almeno 200 mila persone. 10-15 volte l’occupazione indotta dal nucleare." Greenpeace Vacca di casa mia Economia 25.04.2009 Caro Beppe, chi ti scrive è colui che un anno e mezzo fa ha avuto le macchinette del latte sequestrate dalla camera di commercio di Pesaro.Adesso che l'ex ministro de Castro, in nome e per conto dell'agroindustria, è riuscito a far crollare alla metà le vendite di latte crudo,la Granarolo,con l'evidente scopo di far chiudere tutte le stalle italiane e potere poi acquistare il latte dove conviene (Lituania,Slovenia,Polonia alla faccia di filiere corte e del km zero) offre dal 1 aprile ai soci, il prezzo di 31 cents per litro, prezzo di 20 anni fa.Nulla hanno fatto per contrastare la grande distribuzione o per affermare che il latte deve essere italiano.Siete rimasti Voi e Slow Food a difenderci,visto che il prezzo delle organizzazioni professionali agricole è bassimo e siamo alla disperazione. Cordialmente. Andrea Busetto Vicari. 13