I
L’ha dichiarato espressamente Gesù:
“Lasciate che i piccoli vengano a me, perché
a chi è come loro appartiene il regno di Dio”.
Chi non è “come loro” (umile, mite, semplice, sereno,
distaccato, disponibile, fiducioso)
non può fare parte del “regno di Dio”.
1°- Precisiamo: La spiritualità della “piccolezza”
non viene dagli uomini: si trova nel Vangelo,
il Vangelo ne è la fonte più autorevole,
(per questo la chiamiamo “piccolezza evangelica”);
non è una via inventata da S.Teresa , anche se da
questa “piccola Santa” ha ricevuto un contributo e un
incremento notevoli, soprattutto per il suo esempio.
-La “piccolezza” è stata ideata, praticata e
raccomandata dallo stesso Figlio di Dio, G. Cristo.
Dopo averla vissuta in tutta la sua vita,
(si è fatto veramente “il più piccolo”),
egli l’ha proposta a tutti…non come un consiglio o
una devozione facoltativa…
ma come una necessità assoluta per tutti, come
una condizione insostituibile per fare parte del suo
Regno, pena l’esclusione da esso:
1
“Se non vi convertirete e non diventerete come
i bambini, non entrerete nel regno di Dio”.
E’ una delle affermazioni più perentorie del Maestro.
“Non si può entrare”, capisci?…
“Se non diventiamo piccoli come i bambini”, non
illudiamoci di potere realizzare qualcosa “nel regno di
Dio”, (che inizia quaggiù), perché non avremo “la
fortuna” neanche di “entrarci”:
Non si può neppure iniziare (e tanto meno proseguire)
il cammino della vita cristiana.
La piccolezza evangelica è come la porta d’ingresso
del “Regno”: Se tu non la apri, resti fuori…
non puoi “entrare” in comunione con Dio e
con i fratelli…
Allora, a che servono tutte le altre cose?…
2°- Peccato davvero! Siamo immersi in un mare di
Grazia e di Santità:
ma quanta ne entra dentro di noi?…
Quante preghiere facciamo…quanta “Parola di Dio”
ascoltiamo…quante Comunioni…quante devozioni…
Eppure siamo tanto distanti dal Vangelo…
siamo sempre gli stessi (orgogliosi, egoisti, vanitosi,
arroganti, insofferenti, opportunisti, incoerenti…)
Ditemi, perché non cambiamo mai?
Ecco la risposta, ce la dà Gesù stesso:
2
Perché non ci accostiamo a queste “fonti” con le
disposizioni interiori dei “piccoli”:
“Chi non accoglie il regno di Dio come un
bambino, non entrerà in esso”...
e nulla di esso “entrerà” in lui:
“Il regno di Dio è amore, gioia, pace…(perché
“Dio è amore, gioia, pace”).
Ma, “se non diventiamo piccoli”, resteremo
fuori…senza amore, senza gioia, senza pace.
Siamo come una bottiglia chiusa che galleggia
sempre nell’oceano, senza che vi entri una sola
goccia d’acqua.
Solo “la piccolezza evangelica” ci salva da questo
pericolo, perché opera in noi un duplice movimento:
toglie da questa bottiglia “il tappo” dell’orgoglio,
e la immerge, con abbandono fiducioso,
nell’immensità dell’amore di Dio.
Gesù giunge perfino ad affermare che “chi non
si fa piccolo” non può capire nulla “delle sue cose”:
“Ti benedico, o Padre, perché hai tenuto nascoste
queste cose ai sapienti e agli intelligenti
e le hai rivelate ai piccoli”.
“La tua parola illumina, dona saggezza ai
semplici”(cioè ai “piccoli”). (Salmo 118,130).
Solo “i piccoli” sono i veri “sapienti” e i veri
“intelligenti”, perché si lasciano “rivestire” della
sapienza e della intelligenza di Dio stesso.
3
Essi hanno abbandonato la propria volontà al
pensiero e alla Volontà del Signore.
Nei “piccoli” tutto è secondo Dio:
Ogni particolare della loro vita combacia coi suoi disegni,
ogni loro movimento è sincronizzato col suo Volere:
Dio può condurli dove vuole,
può manovrarli come vuole,
può servirsene quando vuole…
E’ davvero Dio che opera in essi.
Al contrario, “i sapienti e gli intelligenti del mondo”,
con la loro orgogliosa autosufficienza e presunzione,
non costruiscono ma demoliscono le opere di Dio,
alterano i suoi progetti…
non si lasciano condurre da Lui, (come “i
bambini”), ma tentano di sottomettere tutto e tutti alla
propria volontà e ai propri disegni.
E Dio non potrà mai collaborare con loro:
“Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l’intelligenza degli intelligenti”.
(Isaia 29,14 + I Cor.1,18)
3°-
Se “la piccolezza” è la condizione necessaria
per “entrare”, lo è
ancora di più per
progredire nel cammino spirituale…
a tal punto da essere considerata da Gesù come
la misura (e la meta) dell’autentico progresso:
“Chiunque diventerà piccolo come questo
bambino sarà il più grande nel regno dei
cieli”.(Mt.18,4).
4
“Chi è il più piccolo tra tutti voi questi è grande”.(Lc.9,48)
(Tanti cristiani pensano il contrario: che per giungere
alla piena maturità di fede, bisogna abbandonare la
“infanzia spirituale” che è necessaria all’inizio).
No, fratello: il Signore dice invece che, perché si
possa “crescere” nella Fede e nell’Amore, bisogna
“crescere” nella “piccolezza”, fino a diventare “il
più piccolo”:
“Come bambini appena nati, bramate il puro
latte spirituale, per crescere verso la salvezza”
(o santità)…(I Pt.2,1).
Per Gesù, addirittura, “il più piccolo nel regno dei
cieli è più grande di Giovanni Battista.”
4°-
I Santi di tutti i tempi (e ce ne sono tanti anche
oggi!) hanno seguito Cristo per questa via della
“piccolezza” (anche se le hanno dato nomi e
formulazioni diverse)…
perché non ci può essere santità senza “piccolezza”.
I giganti della santità sono tutti eroi e modelli
di “piccolezza evangelica”:
si direbbe che hanno fatto a gara per “diventare
“i più piccoli”, come Lui.
5
II. AMORE e “PICCOLEZZA”
5°- Dobbiamo certamente ammettere che l’essenza
del Cristianesimo è “l’Amore”.
(Sono innumerevoli i passi che lo affermano)
Per il cristiano l’Amore è tutto: Tutti ne siamo
convinti.
Ma perché sono così pochi coloro che lo vivono
veramente?
Ecco perché:
L’amore è come un albero maestoso; se non ha radici
profonde, non può crescere e produrre frutti.
E’ Gesù stesso che ci indica qual’ è la radice del
vero amore: “avere un animo di bambino”.
L’Amore è tutto, è vero…ma, la via e la condizione
dell’amore si chiama “piccolezza”.
Nessuno s’illuda di poter amare per davvero, se
non si fa “piccolo” nel senso evangelico della parola:
non c’è “Amore” senza “piccolezza”.
“Amore” e “piccolezza” crescono (o diminuiscono)
di pari passo.
6°- Si parla tanto oggi di Spirito Santo, di amore, di
comunione…
Ma dov’è la nostra vita d’amore e di comunione?…
Quante adunanze, assemblee e celebrazioni
festose…quanti canti di lode…quante belle parole e
gesti esaltanti…
6
Ma dove sono “i frutti dello Spirito”?
amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza,
bontà, mitezza, fedeltà, domino di sé”.
Si direbbe invece che sovrabbondano tra noi “i frutti
della carne”:
orgoglio, egoismo, invidia, gelosie, rancori,
pettegolezzi, critiche, mormorazioni, rivalità,
chiusure, divisioni…
Di quante contraddizioni e falsità
è piena la vita delle nostre comunità:
Se non ci facciamo “piccoli”, resteremo sempre noi
il centro di tutte le nostre opere; sarà sempre la nostra
volontà (e non quella di Dio) la regola e la misura del
nostro impegno nel bene.
Cosa può venirne fuori?…
Un cumulo di opere, apparentemente straordinarie,
ma tutte inquinate;
Gesù le chiama “iniquità”:
“Molti mi diranno: Signore, non abbiamo noi
profetato nel tuo nome e cacciato i demoni nel
tuo nome e compiuto miracoli nel tuo nome?…
Io però dichiarerò loro:
Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me,
operatori di iniquità”.(Mt.7,22).
Parole terribili, inequivocabili!
7
III
“CONVERSIONE e PICCOLEZZA”
7°- Dobbiamo riconoscere che forse abbiamo
sbagliato strada…abbiamo sbagliato tutto:
perché abbiamo costruito la nostra santità (e le nostre
opere d’amore) sulla sabbia della nostra grandezza o
dei nostri presunti meriti.
Dobbiamo perciò “convertirci”, fare una
inversione di rotta…cambiare tutto, radicalmente.
Non si tratta di aggiungere o aggiustare qualcosa
nella nostra vita; tutta la vita deve cambiare:
i nostri comportamenti e i nostri rapporti con Dio
coi fratelli e con noi stessi devono essere tutti
impregnati di “piccolezza evangelica”.
Si parla tanto di “conversione”…
ma nessuna “conversione” è possibile, se non c’è la
“conversione alla piccolezza”…
o sarà solo un’illusione, una falsa conversione.
La vera “conversione” ha inizio quando si
comincia a “diventare bambini” nel cuore e nella vita.
Per Gesù “conversione” e “piccolezza”
sono inseparabili, fin quasi a identificarsi.
8°- E’ facile “convertirsi” all’Amore…Tutti siamo
disposti a sentir parlare di amore,
(è così bella, dolce, commovente questa parola)…
8
E’ difficile invece “convertirsi alla piccolezza”.
Difatti, mentre Gesù incitava a scegliere
“l’ultimo posto”, gli Apostoli litigavano tra loro “chi
fosse il più grande”…
proprio come noi, che, a parole, proclamiamo di
sentirci “gli ultimi”…ma guai se qualcuno ci crede
davvero e si permette di classificarci “all’ultimo posto”.
Lo ripetiamo: senza “la piccolezza” non si riuscirà mai
a vivere la vita di fede, di speranza e di carità.
(parliamo di quella autentica, s’intende).
Da qui bisogna ripartire: Questa è la prima catechesi…
e il primo apostolato.
Chiamala come vuoi, coi nomi più simpatici; ma non
potrai mai metterla in secondo piano…
pena il fallimento di tutto.
9°- Attenti
impegnati:
all’equivoco
di
alcuni
cristiani
“Bisogna (essi dicono) impegnarsi con tutta l’anima a
portare avanti il programma (o “il carisma”) del proprio
movimento o istituto…non si può andare dietro a tutte
le proposte che ci vengono presentate”.
Ed ecco la risposta:
Questa della “piccolezza” non è una proposta
(che può essere accettata o meno):
è il fondamento insostituibile di qualsiasi opera,
è la condizione “sine qua non” per realizzare
qualsiasi programma personale o comunitario…
9
Nessun istituto, nessun movimento ne può fare a
meno.
Sai perché?…
Perché “la piccolezza evangelica” fa saltare in aria le
fragili sicurezze del nostro “io” (che ci fa costruire
opere mastodontiche sulla “sabbia” o sulla paglia)
e ci “costringe” a costruire ogni cosa sulla
“roccia” solidissima che è “Dio”:
“Tu sei mio Dio e roccia della mia salvezza”.
(Salmo 89,27)
Su questa “roccia eterna” bisogna poggiare tutti i
“pilastri” che sostengono le meravigliose arcate della
“città di Dio”.
Fuori di questa “roccia”, presto o tardi, tutto crolla.
Troppa presunzione?…
No, ma decisa aderenza al Vangelo.
(E’ chiaro che qui non si tratta della “piccolezza
parlata”, ma della “piccolezza vissuta sino in fondo).
------A questo punto, prima di continuare, è bene precisare
che cos’è “la piccolezza”:
10
IV
L’ESSENZA della PICCOLEZZA EVANGELICA
10°- Dalle affermazioni del Maestro appare chiaro
che la “piccolezza evangelica” non è solo un aspetto
della vita cristiana, né uno dei tanti metodi ascetici
(che può essere sostituito con un altro),
ma è l’essenza stessa della vita cristiana,
l’amore, di cui è la realizzazione più perfetta:
Nessuno ne può fare a meno.
come
La “piccolezza” non è una sola virtù…ma la sintesi
armoniosa di tutte le virtù che nei bambini fioriscono
con tanta semplicità e naturalezza…in particolare:
la docilità, la disponibilità, la mitezza, la pace,
la tranquillità, la gioia, il distacco, la donazione
di sé, e soprattutto l’umiltà e la fiducia.
E’ un atteggiamento, uno stile tutto particolare di
vivere l’amore e di praticare le virtù cristiane.
Tutto è diverso…tutto emana luce nei “piccoli”,
perché tutto in loro è un riflesso della bontà e delle
perfezioni di Dio, senza ombra alcuna di sé.
Solo nei “piccoli” risplende luminoso “il volto
di Dio”: il loro sguardo semplice, il sorriso soave,
l’atteggiamento sempre umile e sereno cantano la
presenza di Colui che ne è la Sorgente.
11
Essi esperimentano, con crescente stupore, che
solo Dio è “l’essere”, principio e sorgente di ogni
bene. (“Io sono Colui che è; tu sei colei che non è”)
(Gesù a S. Caterina).
In Lui vogliono vivere ed agire,
come il pesce immerso nell’acqua,
come il fiore proteso nella luce.
Nessuno è più felice dei “piccoli”:
Sono felici di essere “nulla”,
perché sono felici che Dio sia Tutto.
Essi non si perdono a guardare al proprio “nulla”,
ma s’inebriano a guardare al Tutto di Dio:
Nulla conta al di fuori di Lui.
Più vanno avanti e più aumenta la consapevolezza
della propria insufficienza…e il bisogno di
appoggiarsi solo a Dio:
Solo in Lui è tutta la loro fiducia, non in se stessi.
Tutto si aspettano da Lui…nulla da sé.
Da Lui si lasciano portare, con la massima docilità,
cedendo a Lui “il timone” (o “le redini”) della propria
vita spirituale.
Essi tuttavia non restano a guardare…ma
collaborano con Lui, seguendo la sua iniziativa:
portati da Lui non si può rimanere passivi,
al contrario si diventa super-attivi…
come il bambino che, portato sulle spalle dal papà, riesce a
a raccogliere anche i frutti dagli alberi più alti
e a raggiungere anche i traguardi “più impossibili”
12
V.“LASCIARSI PORTARE DA DIO”
11°- E’ questa la caratteristica più evidente e
immediata dei “piccoli”:
Essi non possono nulla…
e si lasciano portare da Colui che può tutto;
per questo sono sempre contenti e “sereni”:
“Io sono tranquillo e sereno, come un bimbo
svezzato in braccio a sua madre”. (Salmo 130).
Quale incanto…e quanta commozione si sprigiona
dalla “Parola di Dio”, che ci presenta la tenerezza
infinita di un “Padre”, il quale ama “portare tra le
braccia” le sue piccole creature, come se fosse la sua
gioia più grande, la sua occupazione preferita:
“Così dice il Signore:
I suoi bimbi saranno portati in braccio,
sulle ginocchia saranno accarezzati”.
Come una madre accarezza il suo bambino,
così io vi consolerò, vi porterò sul seno
e vi cullerò sulle ginocchia” (Is.66,12).
“Ad Efraim io insegnavo a camminare,
tenendolo tra le mie braccia…
Io li traevo con legami di bontà, con vincoli di
amore; ero per loro come Uno che solleva il
suo bambino alla sua guancia;
mi chinavo su di lui per imboccarlo”.(Osea11,3)
13
In nessun poema umano potrai trovare una poesia così
toccante…
Non ti senti fremere il cuore di gioia?…
Anche a te sono rivolte queste parole…
e queste carezze:
Basta sentirti (ed essere) “piccolo”,
o averne almeno il desiderio, come i Santi.
Senti cosa diceva Gesù stesso a Suor Consolata Betrone
(la “serva di Dio” che si era fortemente innamorata di S.Teresa
di G.B. e della “piccolezza evangelica”):
“Sebbene la mia grandezza sia inconcepibile,
io ho rapporti di intimità soltanto con “i piccoli”.
Voglio da te l’infanzia dello spirito…
Voglio che tu sia molto piccola, poiché quando
sei “piccolina”, ti porto accanto al mio Cuore”.
E suor Consolata concludeva:
“Com’è buono Gesù…e con quale tenerezza materna
Egli porta fra le sue braccia divine coloro che bramano
conservarsi “piccoli”…
Nessuna meraviglia…Non faceva così Gesù
quando era sulla terra?
“Lasciate che i bambini vengano a me…e
prendendoli tra le braccia li benediceva”(Mc.10.16).
Quanta gioia gli davano i bambini che si lasciavano
“prendere tra le sue braccia”!
Quanta gioia gli dai anche tu, quando ti
14
fai
“piccolo piccolo” e ti lasci stringere al suo Cuore…
soprattutto quando sei tentato, ferito o scoraggiato!
Ascolta ancora Suor M. Consolata:
“Una mamma gode di più, non quando suo figlio, da
grande, la onora con il felice risultato dei suoi studi o che
so io, ma quando “da piccolo” le appartiene
totalmente…e può fasciarlo, sfasciarlo, stringerlo al cuore,
donargli tutte le sue tenerezze, rivestirlo a
piacimento…Nessuno potrà dire mai chi gode di più:
se il bimbo nel ricevere tante carezze e delicatezze,
o la mamma nel prodigarle…
Il cuore materno è un debole riflesso del Cuore divino”:
“Una mamma, per brutta che sia la sua creatura, essa
non la ritiene per tale, per lei è sempre bella…
(così le dice il Signore)
Ebbene, proprio così (e molto di più) è il mio Cuore
nei riguardi delle anime, anche se queste fossero
brutte, sozze e infangate”.
12°- No, non è solo poesia questa; è “teologia”:
La teologia di un Amore immenso e incommensurabile,
che brama avvolgere e allietare tutte le sue creature…
ma che “ha bisogno” di “anime piccole e
povere”, le uniche disposte a lasciarsi amare,
plasmare e rivestire da Lui.
15
E’ questa la teologia che trasforma la vita…
che cambia radicalmente il proprio rapporto con
Dio, che è visto come dolcezza, tenerezza,
“misericordia” infinita.
La “Misericordia” è la logica (o la matematica)
di Dio:
“Misericordia” che è attratta dalla nostra miseria…
che non guarda ai nostri meriti…
che non tiene conto della nostra indegnità…
che“rinfranca i cuori affranti e fascia le loro ferite”.
(Sembra proprio che sia questa la sua occupazione preferita).
Ditemi, come si può non aver fiducia in un Dio così
amabile?
L’hanno capito bene “i piccoli”:
Hanno capito (ad esempio) che non saranno i loro
sforzi o i loro espedienti psicologici a farli andare
avanti, ma la Misericordia infinita del Signore.
Perciò, mentre tanti si costernano perché non
riescono a “diventare bambini” come vorrebbero, “i
piccoli”, invece, rimangono sempre “tranquilli e
sereni”, nonostante le loro cadute e ricadute…..
Sanno che tutto è “Misericordia”, cioè dono del
Padre dei miseri…che si serve dei più miseri…
e perciò si gettano tra le sue braccia con una fiducia
illimitata, aspettandosi tutto da essa,
senza calcolare le proprie capacità…
senza confrontare le proprie forze con il bene
immenso che c’è da compiere…o con il male
enorme che hanno da combattere.
16
La misericordia fa saltare in aria tutti i calcoli umani.
13°- Una delle conseguenze più tragiche della
mancanza di “fiducia nella divina Misericordia”
è “la paura”.
Quanta paura nella nostra vita!
Paura di tutto: paura del dolore, della povertà, della
malattia… paura della vita e della morte…
paura delle responsabilità e dei rischi,
degli insuccessi e dei fallimenti…
paura delle persone e dell’opinione altrui,
di essere criticato o disapprovato…
Paura di Dio o di non piacergli,
di non giungere alla perfezione,
di non riuscire a mantenere i propositi
o a liberarsi dai propri vizi,
paura del peccato e della tentazione…
paura di non farcela…
Ma come si può aver paura, sapendo che “il Dio
delle misericordie” si commuove e si piega dinanzi
alla nostra miseria…e mette tutta la sua Onnipotenza
a nostra difesa?
(“L’onnipotenza di Dio” nelle nostre mani…
Ma ci pensi?
Se è la “divina Misericordia” l’asse attorno al
quale tutto ruota, niente e nessuno ci potrà mai far
paura, perché ogni cosa si risolverà sicuramente a
nostro vantaggio!
Se tutto ci viene dal “Dio della misericordia”,
17
non ci sono per noi cose difficili, complicate o
impossibili, perché tutto aggiusta Lui, tutto risolve
Lui, nel modo migliore per noi.
Basta solo aver piena “fiducia” in questa divina
“Misericordia” e abbandonarsi ad essa “ad occhi
chiusi”, senza voler capire, senza voler sentire…
come Gesù stesso disse a S. Faustina
(non lo ripeteremo abbastanza):
“L’umanità troverà pace e salvezza solo se avrà
fiducia nella divina Misericordia”.
I ”piccoli” (e soltanto loro) godono la gioia
incomparabile di sentirsi “un nulla”… ma “un nulla”
che è amato smisuratamente da “Colui che è Tutto”…
“un nulla” rivestito della potenza e dello splendore
della Trinità Santissima…
“un nulla” capace di tutto…perché partecipe della
stessa potenza di Colui che li conduce…
* * * * *
VI. LA STRATEGIA DI DIO
14°- Questo fiducioso e amoroso abbandono in Dio
è il motivo della speciale predilezione del Signore:
Dei “piccoli” egli si fida maggiormente;
ai “piccoli” affida le sue opere “impossibili”;
18
dei “piccoli” si serve per abbattere l’orgoglio e la
prepotenza dei “nemici”:
“Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli”.(Sal.8,2).
Hai capito?
Basta con le illusioni: non sarà l’efficienza delle nostre
organizzazioni a fermare l’avanzata del “maligno” e a far
crollare le colossali “mura” della “civiltà del peccato”;
sarà unicamente “la potenza di Dio”, la quale può
manifestarsi e operare solo nei “piccoli” che confidano in
Lui e si lasciano condurre da Lui.
Più ti sentirai “piccolo” (ma sinceramente)
e più l’Onnipotente potrà servirsi di te:
questa è la rivoluzionaria “strategia di Dio”.
(Vedi: I Cor.1,27).
Tutta “la storia della salvezza” (sia dell’Antico che del
Nuovo Testamento), è piena di fatti e di personaggi
straordinari che lo dimostrano in maniera inconfutabile.
Anche la storia della Chiesa è stata l’attuazione di
questo stupendo “piano di Dio”.
(Innumerevoli sono i fatti e i personaggi che lo testimoniano).
Ma l’epoca in cui “la piccolezza evangelica” appare
particolarmente di attualità è proprio la nostra,
caratterizzata da orgogliosa autosufficienza e
indipendenza, e nello stesso tempo da
un’angosciosa crisi di speranza.
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Solo “la piccolezza evangelica” potrà liberarla da
questi mali sempre crescenti…e infonderle quella
“fede semplice, umile e serena”, che potrà rilanciarla
verso più sicure conquiste.
Che questo sia il disegno di Dio appare anche
dal crescente fervore con cui viene accolto questo
invito a fare della “piccolezza” la base o il centro
della propria vita spirituale.
E’ significativo vedere come tutte le persone
che cercano Dio (e non se stessi), a qualsiasi gruppo
appartengono, l’accolgono e la vivono come se fosse
parte integrante del proprio statuto o della propria
regola.
E con quale impegno ed entusiasmo tutti si
prodigano a diffonderla con tutti i mezzi e in tutti i
luoghi…persino all’estero. Verrebbe proprio da dire:
“Digitus Dei est hic”!
15°- Ma il miracolo più straordinario che il Signore
vuole compiere per mezzo dei suoi “piccoli” è “il
miracolo dell’unità”.
20
VII. IL MIRACOLO dell’UNITA’
“O Padre, che tutti siano uno!”.
16°- E’ questo il frutto più immediato del vero amore
che, come “fuoco” incandescente, fonde in “unità
perfetta” coloro che ne sono investiti:
“O Padre, l’amore con il quale mi hai amato sia in
essi e io in loro, perché siano “perfetti nell’unità”.
(Gv.17,23)
Ed è questo il progetto più grandioso e il desiderio più
accorato di Gesù, espresso nel momento più solenne della
sua vita:
“ Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi
una cosa sola, perché il mondo creda”.(Gv.17,21).
Oh prodigio dell’unità:
“il mondo crederà” quando vedrà in noi “credenti”
“l’unità perfetta”, che è come il riflesso e la
manifestazione del Dio “Uno e Trino”.
Così ci vuole “il Maestro”.
Tutti ne siamo convinti, tutti la vogliamo, tutti ne
parliamo…ma, siamo tutti disposti a pagarne il costo per
realizzarla veramente?
Domanda inquietante…è molto dubbia la risposta.
17°- Certo, bisogna riconoscere che mai, come oggi,
questa esigenza di “unità” è stata avvertita in maniera
così forte, soprattutto nella Chiesa:
Un “segno” incoraggiante è la straordinaria fioritura
di gruppi e di comunità, spesso molto ferventi.
21
Ma dobbiamo ammettere che non sempre, al
moltiplicarsi delle comunità, corrisponde una crescita di
comunione.
A volte si notano chiusure e steccati, anche tra i
gruppi più impegnati…Certe comunità danno
l’impressione di essere l’incontro (o lo scontro) di
tanti egoismi, che rendono insofferenti, intolleranti e
arroganti…sempre pronti a criticare, a giudicare, a
fare processi…per primeggiare sugli altri…per avere
ragione a tutti i costi!
Nel nome del Dio dell’amore e dell’unità, quante lotte,
quante divisioni e incomprensioni…(soprattutto nel
passato)!
E la colpa “è sempre degli altri” .
18°- Vuoi sapere qual è il motivo di questa assurda
incoerenza?
Ognuno di noi considera come “centro” il proprio “io”,
(o “l’io” di gruppo),
cioè le proprie idee, le proprie vedute, i propri giudizi…
Per conseguenza, si pretende che tutti gli altri
costruiscano “l’unità” attorno a questo presunto “centro”:
chiunque si discosta dalle nostre vedute o non le
appoggia, viene considerato come distruttore
dell’unità.
Così, pur dichiarandoci innamorati dell’ideale dell’unità,
non facciamo che sgretolarla con la nostra presunzione e
le nostre orgogliose sicurezze.
E il motivo di fondo è sempre quello:
Tanti “io” messi al centro, al posto di Dio.
Altro che “Comunione Trinitaria”!
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No, “l’unità” si costruisce non sulle nostre belle parole,
ma sulle “ceneri” del nostro amor proprio:
riconoscendo umilmente i nostri torti e i nostri limiti,
e accettando generosamente le ragioni degli altri…
addirittura S. Paolo ci ammonisce (Fil.2,3):
“Ciascuno di voi, con grande umiltà, consideri
gli altri superiori a se stesso”.
19°- Soltanto “i piccoli” possono realizzare la vera
“unità”, perché essi, con la loro piccolezza mite e umile,
incantano e commuovono anche i cuori più induriti.
Ecco come il profeta Isaia descrive questo stupendo
“miracolo ” della “piccolezza”:
“Il lupo dimorerà insieme con l’agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un fanciullo li guiderà!
E continua: La vacca e l’orsa pascoleranno insieme;
si sdraieranno insieme i loro piccoli…
Il lattante si trastullerà sulla buca del serpente;
il bambino metterà la mano nel covo di serpenti
velenosi”.
Capisci?…Anche la “comunione” che sembrerebbe
“impossibile” può divenire un’affascinante realtà con
coloro che si fanno veramente “piccoli”.
Ecco la vera comunità:
“lupi” e “agnelli”…”vitelli” e “leoni”…
(cioè, uomini diversi in tutto, o addirittura contrari),
che “dimorano” e “pascolano insieme”
per il potere coagulante dei “piccoli”!
Dove giunge un “cuore di fanciullo”
23
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−
le divergenze si attutiscono,
i contrasti si placano,
i “muri” si abbattono,
gli ostacoli si appianano,
i focolai si spengono,
gli animi si fondono…
e regna l’armonia e la concordia.
-- Al contrario, coloro che non si fanno “come i
bambini”, dovunque arrivano, mettono scompiglio,
creano divisioni,
acuiscono i contrasti,
esasperano le animosità,
suscitano pettegolezzi
e lacerano “la comunione”…
anche se si illudono e si vantano di esserne i principali
artefici.
Un po’ tutti, forse, ci illudiamo su questo.
* * * * *
VIII. QUESTA E’ LA VERA “PICCOLEZZA”
20°- La virtù che caratterizza maggiormente
la
“piccolezza evangelica” è la fiducia, che è considerata
il centro di questa spiritualità.
Quando a S. Teresa di G. B. chiedevano che cos’è
“la piccola via”, ella rispondeva:
“E’ la via della fiducia e del totale abbandono”.
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“I piccoli”, infatti, consapevoli della propria incapacità e
debolezza, non guardano a sé, ma a Colui che li ama.
Non si preoccupano per le forze che non hanno, ma
sono felici di trovare forza e sicurezza tra le Sue braccia:
tutto affidano a Lui, tutto si aspettano da Lui…
Più cresce “la fiducia nel Signore”
e più si progredisce nella “piccolezza”.
Nessuno è più felice e più sereno dei “piccoli”.
21°- Ma, in certi periodi, si attraversano delle prove
terribili, che mettono a dura prova la fiducia, fino a farci
rasentare la disperazione:
L’anima è immersa nelle “tenebre” più fitte… e non
capisci più nulla di quello che succede in te…
la tristezza ti invade…l’entusiasmo si spegne…
le tentazioni si fanno più terribili e insistenti…
la salute se ne va…nulla ti va per il verso giusto…
hai l’impressione di andare alla deriva…
e il Signore ti appare sempre più ontano e stanco di te…
“Povero me, (vai ripetendo) tutto è finito per me!”
No, fratello, nulla è finito ; anzi, tutto ricomincia…più
solido di prima!
Stai più che sicuro che questi che tu stai
attraversando sono i momenti più costruttivi della tua
vita:
il Signore ti sta svuotando di te stesso e di tutto il
materiale pericoloso e infetto che c’è nella tua anima…
sta smantellando tutte le tue fortificazioni costruite sulla
“sabbia” del tuo sentimentalismo ed egoismo…
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per prendere pieno possesso di te, e diventare solo
Lui “la tua vita”, la tua sicurezza, il tuo Tutto:
“Per me il vivere è Cristo”!
Consòlati perciò…e rifugiati nel Cuore di Cristo, che
proprio ora ti vuole lavorare e plasmare a modo Suo.
e ripetigli continuamente:
“O mio Signore, voglio confidare solo in te!
Con te tutto posso…anche l’impossibile”!
22°- Ecco qual’ è la fiducia perfetta,
che conduce alla vera piccolezza:
-- Sentirsi come abbandonati e dimenticati da Dio…
e credere fermamente che Dio ci ama,
ci sostiene e ci tiene stretti al suo Cuore,
anche quando non sentiamo la sua presenza,
anzi soprattutto allora.
-- Vedere tutto chiuso attorno a sé, tutto avverso, tutto
complicato e senza rimedio…
e aspettarsi da Dio ogni cosa, anche la più difficile e
“impossibile”.
-- Operare instancabilmente per il bene…
senza concludere nulla, senza raccogliere nessun frutto…
e continuare a seminare…”morendo come il chicco
di grano”.
-- Vedere fallire anche le iniziative e le opere più sante…
e ricominciare sempre, senza abbandonare il
campo, senza rallentare l’impegno.
-- Vedersi circondati da incomprensioni, contrarietà e
persecuzioni di ogni genere…
e continuare a donarsi e sacrificarsi per tutti,
diffondendo ovunque pace, gioia, benevolenza,
comprensione, dolcezza, sorriso.
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--Vedersi così fragile da cadere spesso negli stessi
difetti…
ed avere il coraggio di continuare a tendere alla
perfezione e ad usarne tutti i mezzi, come se nulla
fosse.
-- Non riuscire a fare un passo nella via della piccolezza…
ed essere sicuri di potere giungere alla cima di essa,
portati dalle “braccia amorose” di Dio e di Maria.
-- Avere lo spirito immerso nella freddezza e nell’aridità,
senza un palpito di amore, incapaci di pregare…
e restare lì, in silenzio davanti a Dio…
contenti di fare la cosa più gradita a lui
e più santificante per la nostra anima.
-- Vedersi tormentati dalle tentazioni più orribili e
insistenti…
e conservare la certezza di ricevere subito da Dio la
forza necessaria alla vittoria:
“Se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia”.(Salmo 26,3).
-- Essere immersi nelle tenebre più fitte e nella tristezza
più desolante…
e continuare a credere che presto tornerà la luce e la
pace dello spirito:
“Io cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò,
li renderò felici…”(Ger.31,14).
“Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia”.(Salmo 29,4).
-- Essere tribolati da dolori, angosce e angustie di ogni
genere…
e pensare che il Signore, al momento giusto,
ci consolerà e ci darà la forza di accettare tutto con
amore:
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“Sia benedetto Dio, Padre misericordioso e Dio
di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni
nostra tribolazione”(2 Cor.1,3).
-Quando poi tutte queste spine si intrecciano insieme,
formando una corona insopportabile…e ci sentiamo come
schiacciati e stritolati dal peso di tante croci che si
abbattono contemporaneamente contro di noi…
continuare a gridare la nostra fiducia nell’”Amore
ineffabile” di questo Dio, che ci dà l’onore di
partecipare alla sua passione redentrice e alla gioia
incomparabile della resurrezione:
“Noi abbiamo creduto all’Amore che Dio ha per noi”.
(I Gv.4,16).
Se lo credi veramente, deve scomparire dalla tua anima
ogni sorta di inquietudine e agitazione, in qualsiasi
circostanza ti trovi:
Quando preghi
non snervarti.
Quando lavori
non assillarti.
Quando hai dei problemi
non scervellarti
Quando sbagli
non tormentarti
Quando cadi (o ricadi)
non scoraggiarti
Quando tutto ti va male
non avvilirti.
Quando ti senti perduto
non disperdarti.
(dal libretto “Amore e piccolezza”-pag.28).
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CONCLUSIONE
23°- La “piccolezza evangelica” è la spiritualità che
infonde maggiore serenità, sicurezza e ottimismo…
che moltiplica lo slancio, il coraggio e persino l’audacia…
anche in coloro che sono naturalmente timidi e indecisi:
Nessuno è più deciso e più audace dei “piccoli”,
perché la loro sicurezza poggia sul fondamento
solidissimo dell’Onnipotenza amorosa di Dio.
Mirabile conclusione: la “piccolezza” esige (e
produce) robustezza di volontà, virilità di carattere,
solidità d’impegno…rende veramente uomini!
Solo “i piccoli” possono vivere il Vangelo in tutta la
sua semplicità e, nello stesso tempo, nella sua vigorosa
radicalità.
24°- Questa spiritualità della “piccolezza” sarà
portata avanti da tutti coloro che sentono viva la
consapevolezza della propria nullità.
Qui non ci sono dirigenti o responsabili:
il responsabile sei tu, che ne senti il fascino…
Il Signore si vuole servire di te, di me e di tanti
altri “storpi, ciechi, malati”…,per costruire,
nella “piccolezza” la sua grande Opera d’Amore.
Allora muoviti…Cosa aspetti?…”Il fuoco” che si è
acceso in te devi diffonderlo, con tutti i mezzi.
Non temere di aggiungere impegni ai tanti che già ti
assorbono: qui non troverai pesi, ma “ali”…che ti
spingeranno a far meglio ogni cosa…e, in comunione con
tanti altri “piccoli”, ti aiuteranno a sollevare il mondo!
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PREGHIERA a “GESU’ REDENTORE”
per ottenere il dono della “piccolezza”
O Gesù Redentore, io mi consacro a Te, per essere
“una cosa sola” con Te: “Tu in me e io in Te”!
Sei Tu che vuoi vivere, amare e operare in me,
come “la vite che produce molto frutto nel tralcio”.
Ch’io “mi lasci fare da Te”, con la massima fiducia e
docilità. Per questo Tu mi comandi di diventare piccolo,
“il più piccolo”.
Solo Tu, o Gesù, puoi compiere in me questo prodigio:
Te ne supplico: fammi il dono della “piccolezza”:
una “piccolezza” semplice e serena,
che rifugge da ogni tensione e agitazione.
Fa che la mia “piccolezza” progredisca sempre più,
col crescere delle difficoltà e delle responsabilità.
Rendimi talmente “piccolo” che scompaia ai miei stessi
occhi, per guardare solo Te e perdermi nella tua immensità!
“Piccolo” in tutto io voglio essere:
“piccolo” che non si fida di sé e non si appoggia alle
proprie forze, che mette ogni cosa nelle tue mani,
affidandosi al tuo Amore, senza mai dubitarne.
“piccolo" che vuole “rimanere in te”, senza mai
staccarsene… che ama stare in silenzio davanti a Te,
in ascolto della tua parola e delle tue ispirazioni.
“piccolo” splendente di gioia, della tua gioia;
contento di tutto, anche degli insuccessi.
“piccolo” che “crede tutto”, che “spera tutto”,
che “accetta e sopporta tutto”.
Rendimi “piccolo” con Te, “piccolo” con gli altri,
“piccolo” con me stesso.
Fa’ che io sia “piccolo” sempre:
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nella lotta e nella tempesta,
nelle tenebre e nell’aridità,
nelle incomprensioni e nelle delusioni...
“piccolo” che sa tacere,
che non vuole avere ragione,
che si sottomette per primo,
che corre ad abbracciare,
che sa “perdere” e donare,
come Te, o Gesù!
*****
CONSACRAZIONE dei “Piccoli Volontari”
“DELL’AMORE”
O mio Signore, ti rendo grazie per avermi chiamato
a seguirti nella via della “piccolezza evangelica”.
Tu, che sei l’Onnipotente, l’Immenso, l’Eterno, per
salvare ed innalzare l’uomo, sei venuto per questa via: e ti
sei fatto “piccolo”, “il più piccolo”, il più “povero” di
tutti i “bambini”.
E ci hai dichiarato espressamente che solo per
questa via ti possiamo incontrare e ti possiamo capire:
“…perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e
agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli”.
Soltanto “i piccoli” possono fare parte del tuo
“regno”: “Chi non accoglie il regno di Dio come
un bambino non entrerà in esso”.
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Solo “crescendo” nella “piccolezza” possiamo divenire
“grandi” nella Fede e nell’Amore: “Chi è il più piccolo
tra tutti voi questi è grande”.
O divino Infante, dammi un desiderio sempre più
ardente di ricopiare nella mia vita le virtù della tua
“piccolezza”, sempre umile e fiduciosa, serena e gioiosa,
accogliente e premurosa.
Vorrei che la mia vita tutta fosse un canto perenne
d’amore, una testimonianza radiosa di “piccolezza
vissuta”…così da attirare tutti a questa spiritualità sempre
attuale e feconda.
Consapevole che la “piccolezza evangelica” è il
fondamento della vita cristiana, la condizione
insostituibile della conversione e della comunione
con Dio e coi fratelli,
con questa mia speciale consacrazione, voglio
impegnarmi a diffonderla in ogni ambiente, servendomi
di tutti i mezzi, soprattutto dei libri e degli scritti, che
voglio far conoscere a più gente possibile, senza mai
stancarmi.
Fermamente convinto che questa è “la tua
volontà”, intendo portare avanti questo programma con la
massima sollecitudine, perché me ne sento anch’io
responsabile in prima persona.
O Vergine dolcissima, Madre del Bambino divino e
di tutti i “piccoli volontari”, tu che sei sempre stata la
“piccolezza personificata”, ottienimi la grazia di essere
sempre fedele a questo mio solenne impegno.
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I N D I C E
pag.
1
Amore e “piccolezza”
“
6
Conversione e “piccolezza”
“
8
L’essenza della “piccolezza evangelica”
“
11
Lasciarsi portare da Dio
“
13
La strategia di Dio
“
18
Il miracolo dell’unità
“
21
Questa è la vera “piccolezza”
“
24
Conclusione
“
29
* Preghiera a G.R. per ottenere la piccolezza
* Consacrazione dei “piccoli Volontari”
“
“
30
31
La via più bella e più sicura
* * *
33
I - AMORE MISERICORDIOSO
“Noi abbiamo creduto all’Amore”
1°. Figlio mio diletto, credi fermamente al mio immenso
Amore, che è tutto Misericordia…
che ama non la tua miseria,
ma te, che ne sei vittima.
Anche dei miserabili, come te, Io voglio fare un
“sacramento” (cioè un segno e uno strumento)
di questo mio Amore senza limiti.
Hai ragione: non c’è nessuno più misero di te...
Ma, è proprio questa tua abissale miseria che
attira il mio Amore e la mia Misericordia.
Perchè ti stupisci?...
E’ il mio Amore smisurato
(che tu non riuscirai mai a capire)
che mi rende così:
desideroso di consolarti,
felice di perdonarti!
Per questo Io cerco, amo, prediligo i miserabili come te...
e non mi stanco mai di perdonare!
Solo Io posso amare fino a tal punto!...
Solo Io so amare con un Amore assolutamente gratuito:
Ti amo senza alcun tuo merito.
Ti amo, non perchè tu hai qualcosa di buono
da donare a Me, ma perchè sono il Sommo Bene
che vuole donarsi a te.
Più tu sei misero e bisognoso di amore e più Io mi dono!
Ti amo, anche quando tutti ti odiano e ti condannano...
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la piccolezza evangelica