I L’ha dichiarato espressamente Gesù: “Lasciate che i piccoli vengano a me, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio”. Chi non è “come loro” (umile, mite, semplice, sereno, distaccato, disponibile, fiducioso) non può fare parte del “regno di Dio”. 1°- Precisiamo: La spiritualità della “piccolezza” non viene dagli uomini: si trova nel Vangelo, il Vangelo ne è la fonte più autorevole, (per questo la chiamiamo “piccolezza evangelica”); non è una via inventata da S.Teresa , anche se da questa “piccola Santa” ha ricevuto un contributo e un incremento notevoli, soprattutto per il suo esempio. -La “piccolezza” è stata ideata, praticata e raccomandata dallo stesso Figlio di Dio, G. Cristo. Dopo averla vissuta in tutta la sua vita, (si è fatto veramente “il più piccolo”), egli l’ha proposta a tutti…non come un consiglio o una devozione facoltativa… ma come una necessità assoluta per tutti, come una condizione insostituibile per fare parte del suo Regno, pena l’esclusione da esso: 1 “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno di Dio”. E’ una delle affermazioni più perentorie del Maestro. “Non si può entrare”, capisci?… “Se non diventiamo piccoli come i bambini”, non illudiamoci di potere realizzare qualcosa “nel regno di Dio”, (che inizia quaggiù), perché non avremo “la fortuna” neanche di “entrarci”: Non si può neppure iniziare (e tanto meno proseguire) il cammino della vita cristiana. La piccolezza evangelica è come la porta d’ingresso del “Regno”: Se tu non la apri, resti fuori… non puoi “entrare” in comunione con Dio e con i fratelli… Allora, a che servono tutte le altre cose?… 2°- Peccato davvero! Siamo immersi in un mare di Grazia e di Santità: ma quanta ne entra dentro di noi?… Quante preghiere facciamo…quanta “Parola di Dio” ascoltiamo…quante Comunioni…quante devozioni… Eppure siamo tanto distanti dal Vangelo… siamo sempre gli stessi (orgogliosi, egoisti, vanitosi, arroganti, insofferenti, opportunisti, incoerenti…) Ditemi, perché non cambiamo mai? Ecco la risposta, ce la dà Gesù stesso: 2 Perché non ci accostiamo a queste “fonti” con le disposizioni interiori dei “piccoli”: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”... e nulla di esso “entrerà” in lui: “Il regno di Dio è amore, gioia, pace…(perché “Dio è amore, gioia, pace”). Ma, “se non diventiamo piccoli”, resteremo fuori…senza amore, senza gioia, senza pace. Siamo come una bottiglia chiusa che galleggia sempre nell’oceano, senza che vi entri una sola goccia d’acqua. Solo “la piccolezza evangelica” ci salva da questo pericolo, perché opera in noi un duplice movimento: toglie da questa bottiglia “il tappo” dell’orgoglio, e la immerge, con abbandono fiducioso, nell’immensità dell’amore di Dio. Gesù giunge perfino ad affermare che “chi non si fa piccolo” non può capire nulla “delle sue cose”: “Ti benedico, o Padre, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”. “La tua parola illumina, dona saggezza ai semplici”(cioè ai “piccoli”). (Salmo 118,130). Solo “i piccoli” sono i veri “sapienti” e i veri “intelligenti”, perché si lasciano “rivestire” della sapienza e della intelligenza di Dio stesso. 3 Essi hanno abbandonato la propria volontà al pensiero e alla Volontà del Signore. Nei “piccoli” tutto è secondo Dio: Ogni particolare della loro vita combacia coi suoi disegni, ogni loro movimento è sincronizzato col suo Volere: Dio può condurli dove vuole, può manovrarli come vuole, può servirsene quando vuole… E’ davvero Dio che opera in essi. Al contrario, “i sapienti e gli intelligenti del mondo”, con la loro orgogliosa autosufficienza e presunzione, non costruiscono ma demoliscono le opere di Dio, alterano i suoi progetti… non si lasciano condurre da Lui, (come “i bambini”), ma tentano di sottomettere tutto e tutti alla propria volontà e ai propri disegni. E Dio non potrà mai collaborare con loro: “Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti”. (Isaia 29,14 + I Cor.1,18) 3°- Se “la piccolezza” è la condizione necessaria per “entrare”, lo è ancora di più per progredire nel cammino spirituale… a tal punto da essere considerata da Gesù come la misura (e la meta) dell’autentico progresso: “Chiunque diventerà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel regno dei cieli”.(Mt.18,4). 4 “Chi è il più piccolo tra tutti voi questi è grande”.(Lc.9,48) (Tanti cristiani pensano il contrario: che per giungere alla piena maturità di fede, bisogna abbandonare la “infanzia spirituale” che è necessaria all’inizio). No, fratello: il Signore dice invece che, perché si possa “crescere” nella Fede e nell’Amore, bisogna “crescere” nella “piccolezza”, fino a diventare “il più piccolo”: “Come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, per crescere verso la salvezza” (o santità)…(I Pt.2,1). Per Gesù, addirittura, “il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di Giovanni Battista.” 4°- I Santi di tutti i tempi (e ce ne sono tanti anche oggi!) hanno seguito Cristo per questa via della “piccolezza” (anche se le hanno dato nomi e formulazioni diverse)… perché non ci può essere santità senza “piccolezza”. I giganti della santità sono tutti eroi e modelli di “piccolezza evangelica”: si direbbe che hanno fatto a gara per “diventare “i più piccoli”, come Lui. 5 II. AMORE e “PICCOLEZZA” 5°- Dobbiamo certamente ammettere che l’essenza del Cristianesimo è “l’Amore”. (Sono innumerevoli i passi che lo affermano) Per il cristiano l’Amore è tutto: Tutti ne siamo convinti. Ma perché sono così pochi coloro che lo vivono veramente? Ecco perché: L’amore è come un albero maestoso; se non ha radici profonde, non può crescere e produrre frutti. E’ Gesù stesso che ci indica qual’ è la radice del vero amore: “avere un animo di bambino”. L’Amore è tutto, è vero…ma, la via e la condizione dell’amore si chiama “piccolezza”. Nessuno s’illuda di poter amare per davvero, se non si fa “piccolo” nel senso evangelico della parola: non c’è “Amore” senza “piccolezza”. “Amore” e “piccolezza” crescono (o diminuiscono) di pari passo. 6°- Si parla tanto oggi di Spirito Santo, di amore, di comunione… Ma dov’è la nostra vita d’amore e di comunione?… Quante adunanze, assemblee e celebrazioni festose…quanti canti di lode…quante belle parole e gesti esaltanti… 6 Ma dove sono “i frutti dello Spirito”? amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, mitezza, fedeltà, domino di sé”. Si direbbe invece che sovrabbondano tra noi “i frutti della carne”: orgoglio, egoismo, invidia, gelosie, rancori, pettegolezzi, critiche, mormorazioni, rivalità, chiusure, divisioni… Di quante contraddizioni e falsità è piena la vita delle nostre comunità: Se non ci facciamo “piccoli”, resteremo sempre noi il centro di tutte le nostre opere; sarà sempre la nostra volontà (e non quella di Dio) la regola e la misura del nostro impegno nel bene. Cosa può venirne fuori?… Un cumulo di opere, apparentemente straordinarie, ma tutte inquinate; Gesù le chiama “iniquità”: “Molti mi diranno: Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato i demoni nel tuo nome e compiuto miracoli nel tuo nome?… Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, operatori di iniquità”.(Mt.7,22). Parole terribili, inequivocabili! 7 III “CONVERSIONE e PICCOLEZZA” 7°- Dobbiamo riconoscere che forse abbiamo sbagliato strada…abbiamo sbagliato tutto: perché abbiamo costruito la nostra santità (e le nostre opere d’amore) sulla sabbia della nostra grandezza o dei nostri presunti meriti. Dobbiamo perciò “convertirci”, fare una inversione di rotta…cambiare tutto, radicalmente. Non si tratta di aggiungere o aggiustare qualcosa nella nostra vita; tutta la vita deve cambiare: i nostri comportamenti e i nostri rapporti con Dio coi fratelli e con noi stessi devono essere tutti impregnati di “piccolezza evangelica”. Si parla tanto di “conversione”… ma nessuna “conversione” è possibile, se non c’è la “conversione alla piccolezza”… o sarà solo un’illusione, una falsa conversione. La vera “conversione” ha inizio quando si comincia a “diventare bambini” nel cuore e nella vita. Per Gesù “conversione” e “piccolezza” sono inseparabili, fin quasi a identificarsi. 8°- E’ facile “convertirsi” all’Amore…Tutti siamo disposti a sentir parlare di amore, (è così bella, dolce, commovente questa parola)… 8 E’ difficile invece “convertirsi alla piccolezza”. Difatti, mentre Gesù incitava a scegliere “l’ultimo posto”, gli Apostoli litigavano tra loro “chi fosse il più grande”… proprio come noi, che, a parole, proclamiamo di sentirci “gli ultimi”…ma guai se qualcuno ci crede davvero e si permette di classificarci “all’ultimo posto”. Lo ripetiamo: senza “la piccolezza” non si riuscirà mai a vivere la vita di fede, di speranza e di carità. (parliamo di quella autentica, s’intende). Da qui bisogna ripartire: Questa è la prima catechesi… e il primo apostolato. Chiamala come vuoi, coi nomi più simpatici; ma non potrai mai metterla in secondo piano… pena il fallimento di tutto. 9°- Attenti impegnati: all’equivoco di alcuni cristiani “Bisogna (essi dicono) impegnarsi con tutta l’anima a portare avanti il programma (o “il carisma”) del proprio movimento o istituto…non si può andare dietro a tutte le proposte che ci vengono presentate”. Ed ecco la risposta: Questa della “piccolezza” non è una proposta (che può essere accettata o meno): è il fondamento insostituibile di qualsiasi opera, è la condizione “sine qua non” per realizzare qualsiasi programma personale o comunitario… 9 Nessun istituto, nessun movimento ne può fare a meno. Sai perché?… Perché “la piccolezza evangelica” fa saltare in aria le fragili sicurezze del nostro “io” (che ci fa costruire opere mastodontiche sulla “sabbia” o sulla paglia) e ci “costringe” a costruire ogni cosa sulla “roccia” solidissima che è “Dio”: “Tu sei mio Dio e roccia della mia salvezza”. (Salmo 89,27) Su questa “roccia eterna” bisogna poggiare tutti i “pilastri” che sostengono le meravigliose arcate della “città di Dio”. Fuori di questa “roccia”, presto o tardi, tutto crolla. Troppa presunzione?… No, ma decisa aderenza al Vangelo. (E’ chiaro che qui non si tratta della “piccolezza parlata”, ma della “piccolezza vissuta sino in fondo). ------A questo punto, prima di continuare, è bene precisare che cos’è “la piccolezza”: 10 IV L’ESSENZA della PICCOLEZZA EVANGELICA 10°- Dalle affermazioni del Maestro appare chiaro che la “piccolezza evangelica” non è solo un aspetto della vita cristiana, né uno dei tanti metodi ascetici (che può essere sostituito con un altro), ma è l’essenza stessa della vita cristiana, l’amore, di cui è la realizzazione più perfetta: Nessuno ne può fare a meno. come La “piccolezza” non è una sola virtù…ma la sintesi armoniosa di tutte le virtù che nei bambini fioriscono con tanta semplicità e naturalezza…in particolare: la docilità, la disponibilità, la mitezza, la pace, la tranquillità, la gioia, il distacco, la donazione di sé, e soprattutto l’umiltà e la fiducia. E’ un atteggiamento, uno stile tutto particolare di vivere l’amore e di praticare le virtù cristiane. Tutto è diverso…tutto emana luce nei “piccoli”, perché tutto in loro è un riflesso della bontà e delle perfezioni di Dio, senza ombra alcuna di sé. Solo nei “piccoli” risplende luminoso “il volto di Dio”: il loro sguardo semplice, il sorriso soave, l’atteggiamento sempre umile e sereno cantano la presenza di Colui che ne è la Sorgente. 11 Essi esperimentano, con crescente stupore, che solo Dio è “l’essere”, principio e sorgente di ogni bene. (“Io sono Colui che è; tu sei colei che non è”) (Gesù a S. Caterina). In Lui vogliono vivere ed agire, come il pesce immerso nell’acqua, come il fiore proteso nella luce. Nessuno è più felice dei “piccoli”: Sono felici di essere “nulla”, perché sono felici che Dio sia Tutto. Essi non si perdono a guardare al proprio “nulla”, ma s’inebriano a guardare al Tutto di Dio: Nulla conta al di fuori di Lui. Più vanno avanti e più aumenta la consapevolezza della propria insufficienza…e il bisogno di appoggiarsi solo a Dio: Solo in Lui è tutta la loro fiducia, non in se stessi. Tutto si aspettano da Lui…nulla da sé. Da Lui si lasciano portare, con la massima docilità, cedendo a Lui “il timone” (o “le redini”) della propria vita spirituale. Essi tuttavia non restano a guardare…ma collaborano con Lui, seguendo la sua iniziativa: portati da Lui non si può rimanere passivi, al contrario si diventa super-attivi… come il bambino che, portato sulle spalle dal papà, riesce a a raccogliere anche i frutti dagli alberi più alti e a raggiungere anche i traguardi “più impossibili” 12 V.“LASCIARSI PORTARE DA DIO” 11°- E’ questa la caratteristica più evidente e immediata dei “piccoli”: Essi non possono nulla… e si lasciano portare da Colui che può tutto; per questo sono sempre contenti e “sereni”: “Io sono tranquillo e sereno, come un bimbo svezzato in braccio a sua madre”. (Salmo 130). Quale incanto…e quanta commozione si sprigiona dalla “Parola di Dio”, che ci presenta la tenerezza infinita di un “Padre”, il quale ama “portare tra le braccia” le sue piccole creature, come se fosse la sua gioia più grande, la sua occupazione preferita: “Così dice il Signore: I suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati”. Come una madre accarezza il suo bambino, così io vi consolerò, vi porterò sul seno e vi cullerò sulle ginocchia” (Is.66,12). “Ad Efraim io insegnavo a camminare, tenendolo tra le mie braccia… Io li traevo con legami di bontà, con vincoli di amore; ero per loro come Uno che solleva il suo bambino alla sua guancia; mi chinavo su di lui per imboccarlo”.(Osea11,3) 13 In nessun poema umano potrai trovare una poesia così toccante… Non ti senti fremere il cuore di gioia?… Anche a te sono rivolte queste parole… e queste carezze: Basta sentirti (ed essere) “piccolo”, o averne almeno il desiderio, come i Santi. Senti cosa diceva Gesù stesso a Suor Consolata Betrone (la “serva di Dio” che si era fortemente innamorata di S.Teresa di G.B. e della “piccolezza evangelica”): “Sebbene la mia grandezza sia inconcepibile, io ho rapporti di intimità soltanto con “i piccoli”. Voglio da te l’infanzia dello spirito… Voglio che tu sia molto piccola, poiché quando sei “piccolina”, ti porto accanto al mio Cuore”. E suor Consolata concludeva: “Com’è buono Gesù…e con quale tenerezza materna Egli porta fra le sue braccia divine coloro che bramano conservarsi “piccoli”… Nessuna meraviglia…Non faceva così Gesù quando era sulla terra? “Lasciate che i bambini vengano a me…e prendendoli tra le braccia li benediceva”(Mc.10.16). Quanta gioia gli davano i bambini che si lasciavano “prendere tra le sue braccia”! Quanta gioia gli dai anche tu, quando ti 14 fai “piccolo piccolo” e ti lasci stringere al suo Cuore… soprattutto quando sei tentato, ferito o scoraggiato! Ascolta ancora Suor M. Consolata: “Una mamma gode di più, non quando suo figlio, da grande, la onora con il felice risultato dei suoi studi o che so io, ma quando “da piccolo” le appartiene totalmente…e può fasciarlo, sfasciarlo, stringerlo al cuore, donargli tutte le sue tenerezze, rivestirlo a piacimento…Nessuno potrà dire mai chi gode di più: se il bimbo nel ricevere tante carezze e delicatezze, o la mamma nel prodigarle… Il cuore materno è un debole riflesso del Cuore divino”: “Una mamma, per brutta che sia la sua creatura, essa non la ritiene per tale, per lei è sempre bella… (così le dice il Signore) Ebbene, proprio così (e molto di più) è il mio Cuore nei riguardi delle anime, anche se queste fossero brutte, sozze e infangate”. 12°- No, non è solo poesia questa; è “teologia”: La teologia di un Amore immenso e incommensurabile, che brama avvolgere e allietare tutte le sue creature… ma che “ha bisogno” di “anime piccole e povere”, le uniche disposte a lasciarsi amare, plasmare e rivestire da Lui. 15 E’ questa la teologia che trasforma la vita… che cambia radicalmente il proprio rapporto con Dio, che è visto come dolcezza, tenerezza, “misericordia” infinita. La “Misericordia” è la logica (o la matematica) di Dio: “Misericordia” che è attratta dalla nostra miseria… che non guarda ai nostri meriti… che non tiene conto della nostra indegnità… che“rinfranca i cuori affranti e fascia le loro ferite”. (Sembra proprio che sia questa la sua occupazione preferita). Ditemi, come si può non aver fiducia in un Dio così amabile? L’hanno capito bene “i piccoli”: Hanno capito (ad esempio) che non saranno i loro sforzi o i loro espedienti psicologici a farli andare avanti, ma la Misericordia infinita del Signore. Perciò, mentre tanti si costernano perché non riescono a “diventare bambini” come vorrebbero, “i piccoli”, invece, rimangono sempre “tranquilli e sereni”, nonostante le loro cadute e ricadute….. Sanno che tutto è “Misericordia”, cioè dono del Padre dei miseri…che si serve dei più miseri… e perciò si gettano tra le sue braccia con una fiducia illimitata, aspettandosi tutto da essa, senza calcolare le proprie capacità… senza confrontare le proprie forze con il bene immenso che c’è da compiere…o con il male enorme che hanno da combattere. 16 La misericordia fa saltare in aria tutti i calcoli umani. 13°- Una delle conseguenze più tragiche della mancanza di “fiducia nella divina Misericordia” è “la paura”. Quanta paura nella nostra vita! Paura di tutto: paura del dolore, della povertà, della malattia… paura della vita e della morte… paura delle responsabilità e dei rischi, degli insuccessi e dei fallimenti… paura delle persone e dell’opinione altrui, di essere criticato o disapprovato… Paura di Dio o di non piacergli, di non giungere alla perfezione, di non riuscire a mantenere i propositi o a liberarsi dai propri vizi, paura del peccato e della tentazione… paura di non farcela… Ma come si può aver paura, sapendo che “il Dio delle misericordie” si commuove e si piega dinanzi alla nostra miseria…e mette tutta la sua Onnipotenza a nostra difesa? (“L’onnipotenza di Dio” nelle nostre mani… Ma ci pensi? Se è la “divina Misericordia” l’asse attorno al quale tutto ruota, niente e nessuno ci potrà mai far paura, perché ogni cosa si risolverà sicuramente a nostro vantaggio! Se tutto ci viene dal “Dio della misericordia”, 17 non ci sono per noi cose difficili, complicate o impossibili, perché tutto aggiusta Lui, tutto risolve Lui, nel modo migliore per noi. Basta solo aver piena “fiducia” in questa divina “Misericordia” e abbandonarsi ad essa “ad occhi chiusi”, senza voler capire, senza voler sentire… come Gesù stesso disse a S. Faustina (non lo ripeteremo abbastanza): “L’umanità troverà pace e salvezza solo se avrà fiducia nella divina Misericordia”. I ”piccoli” (e soltanto loro) godono la gioia incomparabile di sentirsi “un nulla”… ma “un nulla” che è amato smisuratamente da “Colui che è Tutto”… “un nulla” rivestito della potenza e dello splendore della Trinità Santissima… “un nulla” capace di tutto…perché partecipe della stessa potenza di Colui che li conduce… * * * * * VI. LA STRATEGIA DI DIO 14°- Questo fiducioso e amoroso abbandono in Dio è il motivo della speciale predilezione del Signore: Dei “piccoli” egli si fida maggiormente; ai “piccoli” affida le sue opere “impossibili”; 18 dei “piccoli” si serve per abbattere l’orgoglio e la prepotenza dei “nemici”: “Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli”.(Sal.8,2). Hai capito? Basta con le illusioni: non sarà l’efficienza delle nostre organizzazioni a fermare l’avanzata del “maligno” e a far crollare le colossali “mura” della “civiltà del peccato”; sarà unicamente “la potenza di Dio”, la quale può manifestarsi e operare solo nei “piccoli” che confidano in Lui e si lasciano condurre da Lui. Più ti sentirai “piccolo” (ma sinceramente) e più l’Onnipotente potrà servirsi di te: questa è la rivoluzionaria “strategia di Dio”. (Vedi: I Cor.1,27). Tutta “la storia della salvezza” (sia dell’Antico che del Nuovo Testamento), è piena di fatti e di personaggi straordinari che lo dimostrano in maniera inconfutabile. Anche la storia della Chiesa è stata l’attuazione di questo stupendo “piano di Dio”. (Innumerevoli sono i fatti e i personaggi che lo testimoniano). Ma l’epoca in cui “la piccolezza evangelica” appare particolarmente di attualità è proprio la nostra, caratterizzata da orgogliosa autosufficienza e indipendenza, e nello stesso tempo da un’angosciosa crisi di speranza. 19 Solo “la piccolezza evangelica” potrà liberarla da questi mali sempre crescenti…e infonderle quella “fede semplice, umile e serena”, che potrà rilanciarla verso più sicure conquiste. Che questo sia il disegno di Dio appare anche dal crescente fervore con cui viene accolto questo invito a fare della “piccolezza” la base o il centro della propria vita spirituale. E’ significativo vedere come tutte le persone che cercano Dio (e non se stessi), a qualsiasi gruppo appartengono, l’accolgono e la vivono come se fosse parte integrante del proprio statuto o della propria regola. E con quale impegno ed entusiasmo tutti si prodigano a diffonderla con tutti i mezzi e in tutti i luoghi…persino all’estero. Verrebbe proprio da dire: “Digitus Dei est hic”! 15°- Ma il miracolo più straordinario che il Signore vuole compiere per mezzo dei suoi “piccoli” è “il miracolo dell’unità”. 20 VII. IL MIRACOLO dell’UNITA’ “O Padre, che tutti siano uno!”. 16°- E’ questo il frutto più immediato del vero amore che, come “fuoco” incandescente, fonde in “unità perfetta” coloro che ne sono investiti: “O Padre, l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro, perché siano “perfetti nell’unità”. (Gv.17,23) Ed è questo il progetto più grandioso e il desiderio più accorato di Gesù, espresso nel momento più solenne della sua vita: “ Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi una cosa sola, perché il mondo creda”.(Gv.17,21). Oh prodigio dell’unità: “il mondo crederà” quando vedrà in noi “credenti” “l’unità perfetta”, che è come il riflesso e la manifestazione del Dio “Uno e Trino”. Così ci vuole “il Maestro”. Tutti ne siamo convinti, tutti la vogliamo, tutti ne parliamo…ma, siamo tutti disposti a pagarne il costo per realizzarla veramente? Domanda inquietante…è molto dubbia la risposta. 17°- Certo, bisogna riconoscere che mai, come oggi, questa esigenza di “unità” è stata avvertita in maniera così forte, soprattutto nella Chiesa: Un “segno” incoraggiante è la straordinaria fioritura di gruppi e di comunità, spesso molto ferventi. 21 Ma dobbiamo ammettere che non sempre, al moltiplicarsi delle comunità, corrisponde una crescita di comunione. A volte si notano chiusure e steccati, anche tra i gruppi più impegnati…Certe comunità danno l’impressione di essere l’incontro (o lo scontro) di tanti egoismi, che rendono insofferenti, intolleranti e arroganti…sempre pronti a criticare, a giudicare, a fare processi…per primeggiare sugli altri…per avere ragione a tutti i costi! Nel nome del Dio dell’amore e dell’unità, quante lotte, quante divisioni e incomprensioni…(soprattutto nel passato)! E la colpa “è sempre degli altri” . 18°- Vuoi sapere qual è il motivo di questa assurda incoerenza? Ognuno di noi considera come “centro” il proprio “io”, (o “l’io” di gruppo), cioè le proprie idee, le proprie vedute, i propri giudizi… Per conseguenza, si pretende che tutti gli altri costruiscano “l’unità” attorno a questo presunto “centro”: chiunque si discosta dalle nostre vedute o non le appoggia, viene considerato come distruttore dell’unità. Così, pur dichiarandoci innamorati dell’ideale dell’unità, non facciamo che sgretolarla con la nostra presunzione e le nostre orgogliose sicurezze. E il motivo di fondo è sempre quello: Tanti “io” messi al centro, al posto di Dio. Altro che “Comunione Trinitaria”! 22 No, “l’unità” si costruisce non sulle nostre belle parole, ma sulle “ceneri” del nostro amor proprio: riconoscendo umilmente i nostri torti e i nostri limiti, e accettando generosamente le ragioni degli altri… addirittura S. Paolo ci ammonisce (Fil.2,3): “Ciascuno di voi, con grande umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso”. 19°- Soltanto “i piccoli” possono realizzare la vera “unità”, perché essi, con la loro piccolezza mite e umile, incantano e commuovono anche i cuori più induriti. Ecco come il profeta Isaia descrive questo stupendo “miracolo ” della “piccolezza”: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà! E continua: La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli… Il lattante si trastullerà sulla buca del serpente; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi”. Capisci?…Anche la “comunione” che sembrerebbe “impossibile” può divenire un’affascinante realtà con coloro che si fanno veramente “piccoli”. Ecco la vera comunità: “lupi” e “agnelli”…”vitelli” e “leoni”… (cioè, uomini diversi in tutto, o addirittura contrari), che “dimorano” e “pascolano insieme” per il potere coagulante dei “piccoli”! Dove giunge un “cuore di fanciullo” 23 − − − − − − − le divergenze si attutiscono, i contrasti si placano, i “muri” si abbattono, gli ostacoli si appianano, i focolai si spengono, gli animi si fondono… e regna l’armonia e la concordia. -- Al contrario, coloro che non si fanno “come i bambini”, dovunque arrivano, mettono scompiglio, creano divisioni, acuiscono i contrasti, esasperano le animosità, suscitano pettegolezzi e lacerano “la comunione”… anche se si illudono e si vantano di esserne i principali artefici. Un po’ tutti, forse, ci illudiamo su questo. * * * * * VIII. QUESTA E’ LA VERA “PICCOLEZZA” 20°- La virtù che caratterizza maggiormente la “piccolezza evangelica” è la fiducia, che è considerata il centro di questa spiritualità. Quando a S. Teresa di G. B. chiedevano che cos’è “la piccola via”, ella rispondeva: “E’ la via della fiducia e del totale abbandono”. 24 “I piccoli”, infatti, consapevoli della propria incapacità e debolezza, non guardano a sé, ma a Colui che li ama. Non si preoccupano per le forze che non hanno, ma sono felici di trovare forza e sicurezza tra le Sue braccia: tutto affidano a Lui, tutto si aspettano da Lui… Più cresce “la fiducia nel Signore” e più si progredisce nella “piccolezza”. Nessuno è più felice e più sereno dei “piccoli”. 21°- Ma, in certi periodi, si attraversano delle prove terribili, che mettono a dura prova la fiducia, fino a farci rasentare la disperazione: L’anima è immersa nelle “tenebre” più fitte… e non capisci più nulla di quello che succede in te… la tristezza ti invade…l’entusiasmo si spegne… le tentazioni si fanno più terribili e insistenti… la salute se ne va…nulla ti va per il verso giusto… hai l’impressione di andare alla deriva… e il Signore ti appare sempre più ontano e stanco di te… “Povero me, (vai ripetendo) tutto è finito per me!” No, fratello, nulla è finito ; anzi, tutto ricomincia…più solido di prima! Stai più che sicuro che questi che tu stai attraversando sono i momenti più costruttivi della tua vita: il Signore ti sta svuotando di te stesso e di tutto il materiale pericoloso e infetto che c’è nella tua anima… sta smantellando tutte le tue fortificazioni costruite sulla “sabbia” del tuo sentimentalismo ed egoismo… 25 per prendere pieno possesso di te, e diventare solo Lui “la tua vita”, la tua sicurezza, il tuo Tutto: “Per me il vivere è Cristo”! Consòlati perciò…e rifugiati nel Cuore di Cristo, che proprio ora ti vuole lavorare e plasmare a modo Suo. e ripetigli continuamente: “O mio Signore, voglio confidare solo in te! Con te tutto posso…anche l’impossibile”! 22°- Ecco qual’ è la fiducia perfetta, che conduce alla vera piccolezza: -- Sentirsi come abbandonati e dimenticati da Dio… e credere fermamente che Dio ci ama, ci sostiene e ci tiene stretti al suo Cuore, anche quando non sentiamo la sua presenza, anzi soprattutto allora. -- Vedere tutto chiuso attorno a sé, tutto avverso, tutto complicato e senza rimedio… e aspettarsi da Dio ogni cosa, anche la più difficile e “impossibile”. -- Operare instancabilmente per il bene… senza concludere nulla, senza raccogliere nessun frutto… e continuare a seminare…”morendo come il chicco di grano”. -- Vedere fallire anche le iniziative e le opere più sante… e ricominciare sempre, senza abbandonare il campo, senza rallentare l’impegno. -- Vedersi circondati da incomprensioni, contrarietà e persecuzioni di ogni genere… e continuare a donarsi e sacrificarsi per tutti, diffondendo ovunque pace, gioia, benevolenza, comprensione, dolcezza, sorriso. 26 --Vedersi così fragile da cadere spesso negli stessi difetti… ed avere il coraggio di continuare a tendere alla perfezione e ad usarne tutti i mezzi, come se nulla fosse. -- Non riuscire a fare un passo nella via della piccolezza… ed essere sicuri di potere giungere alla cima di essa, portati dalle “braccia amorose” di Dio e di Maria. -- Avere lo spirito immerso nella freddezza e nell’aridità, senza un palpito di amore, incapaci di pregare… e restare lì, in silenzio davanti a Dio… contenti di fare la cosa più gradita a lui e più santificante per la nostra anima. -- Vedersi tormentati dalle tentazioni più orribili e insistenti… e conservare la certezza di ricevere subito da Dio la forza necessaria alla vittoria: “Se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia”.(Salmo 26,3). -- Essere immersi nelle tenebre più fitte e nella tristezza più desolante… e continuare a credere che presto tornerà la luce e la pace dello spirito: “Io cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò, li renderò felici…”(Ger.31,14). “Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia”.(Salmo 29,4). -- Essere tribolati da dolori, angosce e angustie di ogni genere… e pensare che il Signore, al momento giusto, ci consolerà e ci darà la forza di accettare tutto con amore: 27 “Sia benedetto Dio, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione”(2 Cor.1,3). -Quando poi tutte queste spine si intrecciano insieme, formando una corona insopportabile…e ci sentiamo come schiacciati e stritolati dal peso di tante croci che si abbattono contemporaneamente contro di noi… continuare a gridare la nostra fiducia nell’”Amore ineffabile” di questo Dio, che ci dà l’onore di partecipare alla sua passione redentrice e alla gioia incomparabile della resurrezione: “Noi abbiamo creduto all’Amore che Dio ha per noi”. (I Gv.4,16). Se lo credi veramente, deve scomparire dalla tua anima ogni sorta di inquietudine e agitazione, in qualsiasi circostanza ti trovi: Quando preghi non snervarti. Quando lavori non assillarti. Quando hai dei problemi non scervellarti Quando sbagli non tormentarti Quando cadi (o ricadi) non scoraggiarti Quando tutto ti va male non avvilirti. Quando ti senti perduto non disperdarti. (dal libretto “Amore e piccolezza”-pag.28). 28 CONCLUSIONE 23°- La “piccolezza evangelica” è la spiritualità che infonde maggiore serenità, sicurezza e ottimismo… che moltiplica lo slancio, il coraggio e persino l’audacia… anche in coloro che sono naturalmente timidi e indecisi: Nessuno è più deciso e più audace dei “piccoli”, perché la loro sicurezza poggia sul fondamento solidissimo dell’Onnipotenza amorosa di Dio. Mirabile conclusione: la “piccolezza” esige (e produce) robustezza di volontà, virilità di carattere, solidità d’impegno…rende veramente uomini! Solo “i piccoli” possono vivere il Vangelo in tutta la sua semplicità e, nello stesso tempo, nella sua vigorosa radicalità. 24°- Questa spiritualità della “piccolezza” sarà portata avanti da tutti coloro che sentono viva la consapevolezza della propria nullità. Qui non ci sono dirigenti o responsabili: il responsabile sei tu, che ne senti il fascino… Il Signore si vuole servire di te, di me e di tanti altri “storpi, ciechi, malati”…,per costruire, nella “piccolezza” la sua grande Opera d’Amore. Allora muoviti…Cosa aspetti?…”Il fuoco” che si è acceso in te devi diffonderlo, con tutti i mezzi. Non temere di aggiungere impegni ai tanti che già ti assorbono: qui non troverai pesi, ma “ali”…che ti spingeranno a far meglio ogni cosa…e, in comunione con tanti altri “piccoli”, ti aiuteranno a sollevare il mondo! 29 PREGHIERA a “GESU’ REDENTORE” per ottenere il dono della “piccolezza” O Gesù Redentore, io mi consacro a Te, per essere “una cosa sola” con Te: “Tu in me e io in Te”! Sei Tu che vuoi vivere, amare e operare in me, come “la vite che produce molto frutto nel tralcio”. Ch’io “mi lasci fare da Te”, con la massima fiducia e docilità. Per questo Tu mi comandi di diventare piccolo, “il più piccolo”. Solo Tu, o Gesù, puoi compiere in me questo prodigio: Te ne supplico: fammi il dono della “piccolezza”: una “piccolezza” semplice e serena, che rifugge da ogni tensione e agitazione. Fa che la mia “piccolezza” progredisca sempre più, col crescere delle difficoltà e delle responsabilità. Rendimi talmente “piccolo” che scompaia ai miei stessi occhi, per guardare solo Te e perdermi nella tua immensità! “Piccolo” in tutto io voglio essere: “piccolo” che non si fida di sé e non si appoggia alle proprie forze, che mette ogni cosa nelle tue mani, affidandosi al tuo Amore, senza mai dubitarne. “piccolo" che vuole “rimanere in te”, senza mai staccarsene… che ama stare in silenzio davanti a Te, in ascolto della tua parola e delle tue ispirazioni. “piccolo” splendente di gioia, della tua gioia; contento di tutto, anche degli insuccessi. “piccolo” che “crede tutto”, che “spera tutto”, che “accetta e sopporta tutto”. Rendimi “piccolo” con Te, “piccolo” con gli altri, “piccolo” con me stesso. Fa’ che io sia “piccolo” sempre: 30 nella lotta e nella tempesta, nelle tenebre e nell’aridità, nelle incomprensioni e nelle delusioni... “piccolo” che sa tacere, che non vuole avere ragione, che si sottomette per primo, che corre ad abbracciare, che sa “perdere” e donare, come Te, o Gesù! ***** CONSACRAZIONE dei “Piccoli Volontari” “DELL’AMORE” O mio Signore, ti rendo grazie per avermi chiamato a seguirti nella via della “piccolezza evangelica”. Tu, che sei l’Onnipotente, l’Immenso, l’Eterno, per salvare ed innalzare l’uomo, sei venuto per questa via: e ti sei fatto “piccolo”, “il più piccolo”, il più “povero” di tutti i “bambini”. E ci hai dichiarato espressamente che solo per questa via ti possiamo incontrare e ti possiamo capire: “…perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli”. Soltanto “i piccoli” possono fare parte del tuo “regno”: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino non entrerà in esso”. 31 Solo “crescendo” nella “piccolezza” possiamo divenire “grandi” nella Fede e nell’Amore: “Chi è il più piccolo tra tutti voi questi è grande”. O divino Infante, dammi un desiderio sempre più ardente di ricopiare nella mia vita le virtù della tua “piccolezza”, sempre umile e fiduciosa, serena e gioiosa, accogliente e premurosa. Vorrei che la mia vita tutta fosse un canto perenne d’amore, una testimonianza radiosa di “piccolezza vissuta”…così da attirare tutti a questa spiritualità sempre attuale e feconda. Consapevole che la “piccolezza evangelica” è il fondamento della vita cristiana, la condizione insostituibile della conversione e della comunione con Dio e coi fratelli, con questa mia speciale consacrazione, voglio impegnarmi a diffonderla in ogni ambiente, servendomi di tutti i mezzi, soprattutto dei libri e degli scritti, che voglio far conoscere a più gente possibile, senza mai stancarmi. Fermamente convinto che questa è “la tua volontà”, intendo portare avanti questo programma con la massima sollecitudine, perché me ne sento anch’io responsabile in prima persona. O Vergine dolcissima, Madre del Bambino divino e di tutti i “piccoli volontari”, tu che sei sempre stata la “piccolezza personificata”, ottienimi la grazia di essere sempre fedele a questo mio solenne impegno. 32 I N D I C E pag. 1 Amore e “piccolezza” “ 6 Conversione e “piccolezza” “ 8 L’essenza della “piccolezza evangelica” “ 11 Lasciarsi portare da Dio “ 13 La strategia di Dio “ 18 Il miracolo dell’unità “ 21 Questa è la vera “piccolezza” “ 24 Conclusione “ 29 * Preghiera a G.R. per ottenere la piccolezza * Consacrazione dei “piccoli Volontari” “ “ 30 31 La via più bella e più sicura * * * 33 I - AMORE MISERICORDIOSO “Noi abbiamo creduto all’Amore” 1°. Figlio mio diletto, credi fermamente al mio immenso Amore, che è tutto Misericordia… che ama non la tua miseria, ma te, che ne sei vittima. Anche dei miserabili, come te, Io voglio fare un “sacramento” (cioè un segno e uno strumento) di questo mio Amore senza limiti. Hai ragione: non c’è nessuno più misero di te... Ma, è proprio questa tua abissale miseria che attira il mio Amore e la mia Misericordia. Perchè ti stupisci?... E’ il mio Amore smisurato (che tu non riuscirai mai a capire) che mi rende così: desideroso di consolarti, felice di perdonarti! Per questo Io cerco, amo, prediligo i miserabili come te... e non mi stanco mai di perdonare! Solo Io posso amare fino a tal punto!... Solo Io so amare con un Amore assolutamente gratuito: Ti amo senza alcun tuo merito. Ti amo, non perchè tu hai qualcosa di buono da donare a Me, ma perchè sono il Sommo Bene che vuole donarsi a te. Più tu sei misero e bisognoso di amore e più Io mi dono! Ti amo, anche quando tutti ti odiano e ti condannano... 34 35