OGNI MERCOLEDÌ E SABATO
CAMMINO DI PREPARAZIONE
AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO
Presso il Centro Santa Gianna
Mercoledì 28 gennaio alle ore 19.00
Entrata da Via Bocchi
Padri Canossiani ACILIA (RM)
Tel. - Fax Uff. 06/52351348
Tel. Casa 06/52350052
www.sangiorgiomartireacilia.org
25 GENNAIO 2015
III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO N.
4
Sabato 31 gennaio alle ore 18.00
Entrata dal cancello di Via Lilloni
ADORAZIONE EUCARISTICA
Parrocchia San Giorgio:
ogni martedì ore 9.00 - 12.00
ogni giovedì ore 18.00 - 20.00
Centro Santa Gianna:
ogni venerdì ore 9.00 - - 11.00
Martedì 27 gennaio ore 15.30
Gruppo di preghiera “ORA DI GUARDIA”
Domenica 1 febbraio
GIORNATA PER LA VITA
Ore 10.30 presso il Centro S. Gianna Beretta Molla
Incontro delle famiglie
che hanno battezzato i propri figli nel 2014.
Defunti
“Ritornati
al Padre”
Migliaccio Errico
anni
90
Bonanni Bruno
anni
85
Suor Crocifissa del Sacro Cuore del Verbo
Incarnato
anni
101
(1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea,
proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è
compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete
nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea,
fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano
infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite
dietro a me, vi farò diventare pescatori di
uomini». E subito, lasciarono le reti e lo
seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo,
figlio di Zebedeo, e Giovanni suo
fratello, mentre anch’essi nella barca
riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed
essi lasciarono il loro padre Zebedeo
nella barca con i garzoni e andarono
dietro a lui.”
ORARIO SANTE MESSE
FERIALE:
Ore 7.00 (Suore Sacro Cuore del Verbo Incarnato)
Ore 8.30 (Centro S.G.B.M.) - Ore 17.30 (Parrocchia)
FESTIVO:
Ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 17.30 (Parrocchia) - Ore 10.30 (Centro S.G.B.M.)
25 gennaio
Ai tempi di Noè la gente, abituata a dedicarsi ai propri vizi, non
ascoltò la testimonianza e i rimproveri del patriarca. A Sodoma e
Gomorra nessuno fece caso alla rettitudine di Lot, e continuarono
tutti a dedicarsi alle perversioni sessuali, convinti di averne diritto.
Arrivò il diluvio e arrivò la pioggia di fuoco per lavare la terra. Molti
secoli dopo Ninive era una grandissima città che, quanto a
perversione, pare non avesse nullla da invidiare ne ai contemporanei
di Noè ne alle città di Lot. Qui arriva un profeta di Dio, un profeta
che non aveva un grande amore a Dio e nemmeno ne condivideva
l’amore per gli uomini. Questi erano pagani, e forse per questo Giona
avrebbe assistito volentieri alla loro distruzione: li richiama a
conversione solo per obbedienza a Dio e poco fiducioso di essere
ascoltato. Ma ecco invece che, nonostante fossero pagani, prestano
orecchio ai suoi richiami a far penitenza, si convertono “dalla loro
condotta malvagia” e godono del perdono di Dio. Questo piccolo
episodio narrato nel libretto di Giona ci prepara all’ascolto della
predicazione di Gesù. Anche Gesù chiama a conversione, e non
chiama i pagani, ma anzitutto gli Ebrei i membri del popolo di Dio.
Oggi noi diremmo che Gesù chiama a conversione anzitutto i
membri della chiesa. E non è esagerato pensare che proprio questi
hanno bisogno di un messaggio forte, che possa scuotere il torpore di
molti che si comportano proprio come si comportavano i
contemporanei di Noè o gli abitanti di Sodoma. Con i comportamenti
che escludono Dio dalla vita e fanno “ciò che è male agli occhi del
Signore” essi si rovinano l’esistenza e la rovinano a quelle persone
che dicono di amare. Non occorre nemmeno pensare ad un castigo di
Dio. Ormai siamo capaci di vedere con sufficiente chiarezza che i
comportamenti peccaminosi distruggono l’uomo, la famiglia, la
società, la rendono debole, ne coltivano le capacità delittuose. Il
castigo ce lo diamo da soli. Dio ci vorrebbe salvare dalla rovina
sicura, e per questo manda Gesù a svegliarci lo manda a salvarci.
“Convertitevi e credete al Vangelo”, dice il Signore. Lo dice molte
volte e lo dice in molti modi. Lo dice perché ora ci sono le possibilità
concrete: è arrivato il Regno, anzi, il Re del Regno è ormai presente.
2.000 persone ogni giorno scoprono di avere la malattia.
200 sono bambini.
10.000.000 di persone hanno la vita segnata dalla lebbra.
L’incontro con il malato di lebbra ci invita a guardarci
dentro, a provare se abbiamo ancora la capacità
d’indignarci per le sofferenze altrui, di avere compassione,
di convertirci. Da San Francesco a P. Damiano, a Madre
Teresa di Calcutta, alle migliaia di missionari sparsi per il
mondo, il malato di lebbra costituisce quel “prossimo” di
cui Gesù parla nel Vangelo.
A più di vent’anni dalla scoperta di una
cura certa, la lebbra continua a colpire
tante persone. Sono le persone che
vivono nelle aree più povere del mondo.
Oggi è la loro giornata. Una giornata
voluta da Raoul Follerau che comprese
che l’attenzione al malato di lebbra
poteva guarire noi da una lebbra ben
peggiore: l’indifferenza. È la giornata
in cui l’impegno per la lotta alla lebbra di tanti missionari
rinsalda il nostro essere fratelli, figli di una chiesa vicina
agli ultimi fino agli estremi confini della terra. È la
giornata in cui il malato di lebbra diventa prossimo anche
per te, perché la lebbra si può vincere ma, per farlo, c’è
bisogno anche del tuo aiuto.
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III Domenica del Tempo Ordinario