BURUNDI CAMERUN CIAD CONGO R. D. MOZAMBICO SIERRA LEONE Notizie testimonianze proposte per gli amici dei missionari BANGLADESH FILIPPINE GIAPPONE INDONESIA TAIWAN THAILANDIA AMAZZONIA BRASILE COLOMBIA MESSICO CSAM Centro Saveriano Animazione Missionaria Via Piamarta, 9 - 25121 Brescia Tel. 030.3772780 – Fax 030.3772781 E-mail: [email protected] Direttore: Marcello Storgato Redazione: Diego Piovani Direttore responsabile: Marcello Storgato Regist. Trib. di PR 07-03-1967 - n. 400 Fruisce di contributi statali (legge 270/1990) In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio P. T. Brescia C.M.P., detentore conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa Stampa: Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia Abbonamento annuo € 10,00 - Contiene I. R. Poste Italiane. Sped. A.P. D.L. 353 03 (conv. L.27/02/04 n° 46) art. 2, comma 2, DCB Brescia. Envoi par Abonnement Postal - Taxe Perçue 2013 NOVEMBRE n. 9 Al di là delle cose L’infinito della nostra vita con gli alberi N ovembre, spogli e i lunghi tramonti, ci parla delle realtà umane e terrene che finiscono e, insieme, dell’infinito in cui siamo immersi. Quando nelle notti africane guardo le stelle, non riesco a sottrarmi al fascino della volta infinita e della vita che sento pulsare sopra di me e, insieme, alla sensazione della mia piccolezza e dei limiti del mio vivere. L’esperienza del limite è di tutti i giorni. Ci accompagna per dirci che c’è, che deve esistere un Essere che trascende i limiti, proprio perché è lui che li ha posti. La tenerezza di Dio Dice un filosofo che il mondo in cui viviamo è l’unica realtà che possiamo conoscere, ma che essa ci rimanda a un «al di là» e a un «Altro» che non possiamo analizzare, ma che è impossibile eliminare dall’orizzonte della mente e del cuore umano. Noi cristiani questo «al di là», questo «Altro», lo chiamiamo Dio: l’Amore infinito che ci fa esistere; la pienezza di misericordia e di tenerezza, di cui spesso parla papa Francesco. Dio chiama tutti alla comunione. Per questo ha mandato suo Figlio a farsi “carne”, uomo limitato come noi, che nel suo volto d’uomo - che guarda e parla, sorride e piange, ci chiama e ci attende - ci fa vedere il volto invisibile e indescrivibile del Padre. Per farci comprendere almeno un po’ dell’amore del Padre, Gesù ha scelto di morire sulla croce. Ma il Padre l’ha richiamato alla vita nuova e gloriosa costituendolo Signore, in grado di attirare tutti alla vita eterna. Il Risorto è ora «al di là» del nostro mondo, nell’infinito; anzi è lui stesso l’infinito, quell’«al di là» dove ci attende tutti. Per una felicità inesauribile Certamente quando sentiamo parlare della morte, il nostro cuore si agita e ha paura, perché nessuno è mai venuto dall’«al di là» a raccontarci come là si vive. Ma la fede ci dice che l’«al di là» non è un baratro vuoto e p. GABRIELE FERRARI, sx oscuro, ma è Colui che ha detto: Io sono la vita e la luce del mondo; è la casa paterna dove già si trovano i nostri cari. Egli non solo ci attira a sé, ma dà significato, orientamento e pienezza alla nostra vita, perché colloca i nostri pensieri e progetti, attività e desideri, sofferenze e speranze, sull’orizzonte del regno di Dio e li iscrive nell’eternità. Nella città celeste «non ci sarà più né lutto né pianto», assicura l’Apocalisse. Vivremo invece, come dice sant’Agostino, nell’«insaziabile sazietà» della visione di Dio, in quella comunione che sarà la nostra inesauribile felicità sempre più vera e nuova. Quando sarà la nostra ora… Non giudichiamo chi, sentendo questi discorsi, incrocia le dita e fa gli scongiuri. Grazie a Dio, la fede ci sostiene e ci rincuora, perché sappiamo che il nostro Fratello maggiore, il Primogenito della nostra stirpe, dopo essere passato per la porta stretta della morte, è rientrato nell’infinito di Dio dove attende che arriviamo anche noi, quando sarà la nostra ora, per stare sempre con lui e con chi ci ha preceduto. L’attesa di quel giorno può farci paura, ma non ci abbatte, perché sappiamo che chi crede in Gesù e a lui si affida, vive già fin d’ora in Dio. “La fede, ha detto papa Benedetto, è decidere di stare con il Signore per vivere con lui”. E quando verrà la nostra ora, basterà aprire gli occhi e lo vedremo come egli è, vedremo finalmente il volto paterno di Dio. Facciamola conoscere a tutti Questa consolante certezza non possiamo tenerla solo per noi, ma ci impegniamo a farla conoscere ai nostri fratelli e sorelle che non la conoscono o l’hanno perduta per strada, soprattutto a quelli che soffrono e non sanno che il dolore di oggi è parte della gioia del domani nell’«al dilà», in Dio. Questa è la missione cui tutti siamo chiamati. Questa è la nuova evangelizzazione. ■ CALENDARIO DEL 2014 Con grande piacere vi facciamo dono dell’immagine icona del “servo di Dio” p. Pietro Uccelli (1874 - 1954), saveriano reggiano, missionario in Cina e a Vicenza. Nel 2014 ricorre il 60° dalla sua morte. Era grande devoto di san Giuseppe, il santo della Provvidenza, che “pensa a tutto”. Di fronte alle numerose grazie ottenute, egli affermava: “Io non c’entro, è san Giuseppe!”. E padre Pio sgridava i devoti vicentini: “Che venite a fare voi qui, che a Vicenza ce l’avete!”. L’icona di p. Pietro Uccelli, opera della devota pittrice Parolin, è riprodotta da fr. Gigi Pinna nel “logo” di ogni mese del Calendario 2014, altro dono ai nostri lettori amici. Il “servo di Dio” ci accompagni e ci ispiri con i suoi saggi consigli spirituali ogni giorno dell’anno. p. Marcello Storgato, sx 2013 novembre n. 9 ANNO 66° Testamento di mamma Carolina Afra Martinelli, la “piccola Teresa” d’Africa Missionari e lettori scrivono Proposte missionarie per le nostre famiglie Tre volte: Grazie! Grazie! Grazie! Notizie e racconti dalle comunità saveriane in Italia In regalo: il calendario 2014 Un anno con i consigli quotidiani di p. Pietro Uccelli 2 3 4 2013 NOVEMBRE VITA SAVERIANA Con il nome Santo di Dio Il testamento di mamma Carolina C aro marito e figli diletti, sento il dovere e il desiderio di lasciare a tutti voi qualche ricordo. Il mio primo desiderio è quello di dirvi di conservare in voi sempre pura la fede. In essa troverete la forza di superare le inevitabili prove della vita, la speranza nella vita eterna. Sappiate essere sempre sobri nel comportamento e fate tutto per il trionfo del regno di Dio, a suo onore e gloria. Ricordate che l’inestimabile dono della fede è grande e vi renderà contenti anche nel dolore, perché esso purifica. Amatevi l’un l’altro, sempre Ora voglio dirvi di amarvi l’un l’altro, sempre. E se dovessi mancare e lasciare su questa terra il papà, vogliategli tanto bene. Lo raccomando soprattutto a te, Bruno, che sei rimasto in famiglia. Ricorda come ho fatto io con lo zio padre Mario (missionario saveriano, morto per infarto in Bangladesh nel 1970, ndr); lo amavo come un figlio, lo rispettavo; sempre sotto lo sguardo di Dio cercavo di fare il mio dovere. Se il Signore ti chiamerà al matrimonio, sappi scegliere: non guardare alle ricchezze della terra, ma a quelle dello spiri- p. ANTONIO e sr. AGNESE CHIOFI Era nata a Cervara, un paesino sui monti Simbruini in provincia di Roma. Il 14 aprile 1914 avrebbe compiuto cent’anni… Il 26 settembre 2013 il Signore ha chiamato a sé nostra madre Carolina, carica di anni e sofferenze, ma anche di una vita intessuta di preghiere e operosità. Tutta la sua esistenza, infatti, è stata ritmata dalla domanda di “senso” della vita, che fin da piccola aveva appreso nel catechismo: “Per quale fine Dio ci ha creato? Per conoscerlo, amarlo, servirlo in questa vita e poi goderlo, nell’altra, in paradiso”. E negli ultimi anni, quasi a verificare se avesse pienamente aderito a quelle risposte, le ripeteva spesso… Pur avendo appena una cultura elementare, illuminata dalla sapienza del cuore, ci ha lasciato un patrimonio di circa duemila pagine di diario famigliare. Un gioiello è II suo ”testamento spirituale”, datato 15 dicembre 1960, in età ancora giovane, ma ricca di esperienza umana e spirituale. Per testimoniare come il Signore operi grandi cose nei “piccoli”, vogliamo rendervi partecipi di quanto la nostra “piccola - grande madre” ci ha lasciato. to e dirai alla compagna della tua vita che la vostra mamma ha fatto di tutto per darvi una santa educazione… Amatevi nelle dure vicende della vita senza guardare a pettegolezzi. Abbiate un cuore grande per chi è più sfortunato di voi. Date sempre buon esempio Tu, Antonio, che sei il maggiore dei tuoi fratelli, fa’ di tutto per aiutarli con il tuo buon esempio, con la tua buona parola. Se il Signore ti ha chiamato a essere suo missionario, rispondi con viva fede e senza temere. Quando sarai in missione sappi difenderti dai pericoli e porta tante anime alla salvezza, come il cuore di Gesù desidera, sempre con rettitudine e giustizia. Abbi sempre il concetto del dovere che ha di mira la volontà del Padre, che sta nei cieli. E tu Maria Agnese, prega tanto il Signore che ti faccia conoscere qual è la tua strada. Se il Signore ti ha chiamato a essere sua sposa, rispondi sempre senza alcun dubbio. Pensa e rifletti bene sul dono della vocazione; La nostra piccola - grande madre Mamma Carolina con il figlio missionario p. Antonio Chiofi, alla festa dei famigliari dei saveriani a Roma quanto avete trovato in lei di meschino; sappiate però che vi ha sempre voluto bene, immensamente. Pregate per la mia anima quando non ci sarò più, che ne ho tanto bisogno: questo ve lo chiedo per carità. Nella vita vedrete attorno a voi persone moralmente e fisicamente sofferenti: sappiate consolarle, magari con una buona parola o con un’elemosina... Ricordatevi che anche “un bicchiere d’acqua” dato per amore di Dio, vi sarà ricompensato con tante grazie. Sappiate ringraziare Dio del- le gioie che vi concederà nella vita e guardate a chi soffre di più; non rinchiudetevi nel duro egoismo, perché non sarete benedetti dal Signore. Industriatevi più che potete, ma sempre con onestà e rettitudine… Vi ringrazio di quanto di buono mi avete dato nella vita terrena, ora datemi preghiere e suffragi… Vi chiedo perdono per le mie mancanze. Vi saluto e vi stringo tutti al cuore. Arrivederci nell’altra vita. Vi lascio nel cuore di Gesù e Maria. ■ Vostra madre Carolina PADRE PISANI: “CUORE GENEROSO” ma poi si percepiva che aveva ■ un cuore generoso”. LA TENEREZZA DI PADRE MURAZZO Il 24 settembre è morto a Vicenza p. Flaviano Pisani. Aveva quasi 85 anni ed era originario di Villaverla (VI). Entrato dai saveriani nel 1939, è ordinato sacerdote nel 1954. Fino al 1963 lavora come insegnante ed economo nelle comunità di Vicenza e Zelarino-Mestre. Dopo tre anni in Scozia, parte per la missione in Sierra Leone, dove rimane per 18 anni, con l’incarico di “amministratore” della diocesi di Makeni, ma visita i villaggi e aiuta i malati e i poveri. Rientrato in Italia trascorre 5 anni a Udine (dal 1999 al 2004) e poi 8 anni a Vicenza, fino alla morte. Padre Flaviano era sempre disposto a dare una mano nelle varie situazioni, sia nel ministero sacerdotale sia nei lavori pratici. In una parrocchia periferica di Vicenza ha assistito spiritualmente gli immigrati africani di lingua inglese e si è dedicato alla direzione spirituale delle suore. Nell’omelia di commiato a Villaverla, mons. Biguzzi, suo vescovo in Sierra Leone, ha ricordato p. Flaviano come “il gigante buono: incontrandolo, sembrava piuttosto serio, IL GIOVANE MARTIN: FEDELE E PROFONDO Il saveriano molisano p. Giovanni Murazzo, in occasione del suo giubileo sacerdotale, ha voluto condividere con noi la sua lunga esperienza della “tenerezza di Cristo”: una benedizione ricevuta 50 anni fa da san padre Pio da Pietrelcina. L’amico brasiliano Claudinei Pollisel lo ha intervistato a lungo e in largo. Ne è venuta fuori una specie di “biografia piacevole, attraente, entusiasmante”, afferma l’arcivescovo di Londrina mons. Brandes. Con 160 pagine illustrate, l’autore esprime la convinzione che l’umanità debba entrare in una nuova epoca: “Dopo i miti e la filosofia, dopo la scienza e la tecnologia, dopo l’informatica nella comunicazione, abbiamo bisogno di entrare nella dimensione della tenerezza”. Il volume è reperibile a soli 7 euro presso l’animatrice Olga Golia - Via S. Rocco 35 - 86037 Palata CB (Tel. 0875 97420; Cell. 333 6101287) o nella nostra Libreria di Brescia (Tel. 030 ■ 3772780). con il Signore non si scherza! Da’ sempre buon esempio e sappi amare tutti. Sappiate essere sempre cristiani come il giorno che foste battezzati (la vostra mamma, quando vi ha portati in chiesa, piangeva nascostamente di gioia!). Non tradite mai con il voto contrario la nostra santa religione. Ricordatevi dei poveri… Perdonate alla vostra mamma LAICATO MISSIONARIO Afra, la piccola “madre Teresa” a cura di p. MARCELLO STORGATO, sx “La missione della chiesa è diffondere nel mondo la fiamma della fede, che Gesù ha acceso nel mondo: la fede in Dio che è Padre, Amore, Misericordia. Il metodo della missione cristiana non è il proselitismo, ma quello della fiamma condivisa, che riscalda l’anima. Ringrazio tutti coloro che con la preghiera e l’aiuto concreto sostengono l’opera missionaria. Siamo vicini a tutti i missionari e le missionarie, che lavorano tanto senza far rumore e danno la vita. Come l’italiana Afra Martinelli, che ha operato per tanti anni in Nigeria: qualche giorno fa è stata uccisa per rapina. Tutti hanno pianto, cristiani e musulmani. Le volevano bene. Lei ha annunciato il vangelo con la vita, con l’opera che ha realizzato, un centro di istruzione. Così ha diffuso la fiamma della fede, ha combattuto la buona battaglia! Pensiamo a questa nostra sorella e la salutiamo con un applauso, tutti!”. 2 Con queste parole di affetto e ammirazione, papa Francesco ha voluto ricordare la volontaria bresciana Afra Martinelli, morta il 9 ottobre, in seguito alle ferite riportate per l’aggressione avvenuta il 26 settembre precedente. La folla presente a Piazza San Pietro per l’Angelus di domenica 20 ottobre (giornata missionaria mondiale) ha coralmente risposto all’invito del papa e ha applaudito a lungo questa donna semplice e generosa, che ha dedicato la sua vita alla gente nigeriana che ha amato e servito fino in fondo. Dei suoi 78 anni, la volontaria Afra ne aveva spesi 32 in Nigeria. Sognava l’Africa fin da bambina e ha saputo realizzare il suo sogno, servendo i più poveri. Nel centro “Regina Mundi”, da lei fondato, funziona una scuola di informatica e un collegio per ragazzi che si preparano a un futuro dignitoso. “Se si entra nella mentalità africana - leggiamo in una sua lettera - se si fa parte di loro, non c’è spazio per stupirsi di quello che accade. E se si comunica con loro con lo stesso linguaggio, si può parlare e dialogare con Dio. La sofferenza è una buona maestra, è una purificazione necessaria, quando si tratta delle cose di Dio e dello spirito”. Conferma suo fratello Enrico (affezionato ex alunno saveriano): “La sua spiritualità La missionaria bresciana era proprio il servizio al CriAfra Martinelli, uccisa in Nigeria il 9 ottobre 2013 sto povero”. A Quez o n C i t y, nelle Filippine, il 22 ottobre è morto il giovane studente di terza teologia Martin Mbende. Aveva 31 anni ed era originario di Bafoussam, in Camerun. È stato colpito da un malore mentre stava nuotando in piscina, in una pausa durante gli esercizi spirituali. Era entrato nei saveriani nel 2004 a Douala. Benjamin Mugisho, studente a Parma, lo ricorda così: “Ho trascorso l’anno di noviziato con Martin nel 2009, a Kinshasa. Era davvero un ragazzo dolce nel parlare e nel fare. Aveva il grande dono dell’ascolto ed era fedele nei suoi impegni. In una parola, Martin era una persona semplice. Nel suo parlare scorgevo sempre grande profondità e intelligenza. Aveva la passione per la lettura. Conosceva quasi a memoria gli scritti di santa Teresa di Lisieux e di Anthony de Melo. Per noi era il saggio del gruppo. Così presto, il Signore l’ha voluto con sé. Ora riposa nella Dolcezza Divina, e non smette ■ di pregare per noi”. 2013 NOVEMBRE DIALOGO E SOLIDARIETÀ LETTERE AL DIRETTORE p. Marcello Storgato MISSIONARI SAVERIANI Via Piamarta 9 - 25121 Brescia E-Mail: [email protected] Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale GRAZIE A TUTTE LE NOSTRE MAMME Caro direttore, ringrazio sentitamente di far ricordare la mamma Carolina a molti missionari che la conoscevano e ai molti lettori del mensile. Dal cielo pregherà, come faceva qui in terra, per tutti i figli di san Guido Conforti, ritenendoli anche lei figli suoi. Leggo sempre con grande piacere e interesse “Missionari Saveriani” fin da quando ero bambina. Lo trovo sempre più ricco; quindi continui a divulgarlo, perché fa tanto bene… Grazie di tutto e mi ricordi al Signore, perché anch’io ho una bella missione affidatami dal Signore, da molti anni a questa parte. Mi dedico all’educazione delle nuove generazioni: un compito molto bello, ma difficile e faticoso. Cordiali saluti, suor Agnese Chiofi (Agostiniane Serve di Gesù e Maria) - Roma Cara suor Agnese, sono io che - anche a nome di tutti gli amici lettori e lettrici - desidero ringraziare vivamente te e i fratelli Bruno e p. Antonio, per averci inviato il bellissimo “testamento spirituale” di mamma Carolina (pubblicato su questo numero a pagina 2). Quelle parole rivelano quanto una madre, piena di fede cristiana, possa desiderare e realizzare, sognare e pregare per il proprio sposo e i propri figli, dando consigli pratici a ciascuno e in sintonia con la loro vocazione nella vita. Madri così, grazie a Dio, ne abbiamo conosciute tante e ce ne sono ancora al mondo. Dobbiamo apprezzarle e amarle; cercare di estrarre dal loro immenso bagaglio di vita, i tesori di fede e di amore; cercare di vivere anche noi - almeno un po’ - i loro umili esempi e grandi ideali, tipicamente evangelici. Per questo semplice motivo ho pubCarolina Chiofi, blicato volentieri il “testamento spirimamma missionaria tuale” di questa mamma quasi… centenaria. Le nuove giovani madri leggano, ammirino, imparino. E non si affrettino a dire: “queste sono mamme d’altri tempi…; i tempi sono cambiati…”. Come nei tempi passati, anche oggi le madri (e le figlie) e i padri (e i figli) devono saper costruire e vivere la sintesi del senso della vita alla luce del vangelo di Cristo. “Educare le nuove generazioni è un compito difficile e faticoso, ma bello!” - come tu stessa scrivi, sulla base della tua lunga esperienza. È davvero una missione bella e grande, sulla quale vale la pena investire tutte le nostre (residue) forze e risorse: per dare la capacità ai giovani di vivere… felici e contenti. Con tanti auguri a tutte le mamme - anziane e giovani -, e in unione di preghiera e di missione, fraternamente, p. Marcello, sx I MISSIONARI SCRIVONO Grazie da p. Denis per le chiesette nei villaggi del Ciad Ringrazio vivamente di cuore tutti quelli che hanno donato il loro contributo per il progetto dei tetti delle piccole chiesette nei villaggi delle missioni di Gunu-Gaya e Domo, in Ciad (n. 3/2013). Le chiesette sono state costruite artigianalmente; le rifiniture lasciano un po’ a desiderare, ma qui in Ciad non è facile trovare gente che sappia costruire bene e con gusto. La cosa buona in Ciad è che non ci sono terremoti, altrimenti…! Attualmente le chiese finite (un esempio nella foto) sono cinque; altre undici sono in costruzione in altrettanti villaggi lontani dal centro della missione. Altre comunità si stanno risvegliando e si attiveranno per fare la loro parte. A conti fatti, per ogni tetto abbiamo speso tra i 1.000 e i 2.000 euro per tetto, come previsto. Qui la comunicazione non è facile: il telefono costa caro, e per utilizzare internet devo fare 90 chilometri di andata e altrettanti di ritorno, e in più devo pagare 5 € per la connessione a internet, che non sempre funziona. Mi ricordo di voi nelle mie preghiere, soprattutto quando celebro la Messa. Un abbraccio, p. Denis Iurigh, sx - Ciad Martin Mbende, un bel modello di saveriano camerunese Il giovane Martin, saveriano camerunese morto a Manila il 22 ottobre, è un bell’esempio di come lo spirito di san Guido Conforti può orientare la vita dei giovani africani. Ecco un ricordo e una riflessione. Scorrono nella nostra mente i molti dettagli della vita di Martin che abbiamo conosciuto personalmente. Il ssorriso, la semplicità, la tenacia e la saggezza che contraddistinguevano Martin nonostante la sua gio giovane età, sono solo alcuni tratti della sua ricca umanità che ricordiamo molto vivamente. Oggi si è compiuto il suo viaggio missionario in un modo totalmente imprevisto. Poco più di un anno fa, Martin scriveva: “…Poiché il mio destino è Cristo e solo Cristo, io non ho altro obiettivo che servire lui fedelmente. Per questo, voglio iniziare un cammino intimo Cristo; voglio lavorare con lui, mano nella mano. Non ho dubbio che il Signore continuerà con C a eessere con me. Con lui e per lui io darò il meglio di me”. Queste parole oggi si sono compiute totalmente, da parte di Dio e da parte di Martin. Questo nostro caro fratello ci lascia una grande e bella eredità. p. Luigi e p. Eugenio, sx - Osaka, Giappone Adotta uno studente saveriano: il grazie di p. Fernando Garcia A ottobre del 2012 sulle pagine di “Missionari Saveriani”, era stato lanciato un piccolo progetto (n. 8/12), chiedendo la solidarietà degli amici lettori e lettrici per “adottare uno studente saveriano” in Camerun, una delle missioni più promettenti per la chiesa e per le vocazioni. La vostra generosità è andata al di là di quello che avremmo potuto immaginare. Con tutto il cuore vi diciamo “Grazie!”. E preghiamo il Signore che ci benedica tutti abbondantemente nella vita spirituale e terrena. La vita della comunità saveriana di Bafoussam va avanti bene. Abbiamo salutato i sei giovani confratelli, che sono partiti per Kinshasa (RD Congo), dove hanno iniziato il noviziato saveriano. Quest’anno la nostra comunità è composta di tredici giovani: otto frequentano i tre anni di filosofia e cinque nuovi si sono aggiunti per il primo anno di accompagnamento formativo. Ringraziamo il Signore per il grande dono che ci fa con queste giovani vocazioni, speranza della chiesa missionaria in Africa. Un dono che diventa per noi anche impegno, per accompagnare questi giovani nel cammino della formazione saveriana. Nella foto, mi vedete in mezzo agli studenti saveriani, durante un pellegrinaggio a Doumelong, davanti alla grotta di Lourdes. Ogni giorno preghiamo il Signore e la Vergine: noi per voi, e voi per noi. Grazie! p. Fernando García, sx - Camerun SOLIDARIETÀ MOZAMBICO: BIBLIOTECA DI CHEMBA La cultura merita la nostra generosità STRUMENTI D’ANIMAZIONE AVVENTO E NATALE MISSIONARIO Per vivere l’Avvento e il Natale in questo tempo di incertezze, vi proponiamo il libretto Nato da donna. Cammino liturgico-missionario con Maria e le antenate di Gesù, a cura di Tea Fri- gerio, pagine 96, € 3,50 per copia. È un sussidio tascabile per vivere l’Avvento e il tempo di Natale. Ogni giorno si trovano le letture della liturgia, con un commento “al femminile”. Ogni settimana l’attenzione va su una delle antenate di Gesù citate nella genealogia di Matteo. Tea Frigerio, saveriana, è missionaria da molti anni in Brasile, dove insegna Sacra Scrittura. Per bambini e ragazzi Canto per te, Gesù. Verso Betlemme tra le musiche del mondo, a cura di Pablo Sartori, pagine 16, € 1,50. Sei tappe che propongono la Parola di Dio, spunti di riflessione e piste di attività. Sing e Song sono i due bambini che accompagnano il lettore a scoprire i canti di Natale nel mondo. Sconto del 30% per acquisti di almeno 10 copie. Richiedere a: • Libreria dei popoli, Brescia, tel. 030 3772780 int. 2; fax 030 3772781; e-mail: [email protected] Ci scrive p. Fabio D’Agostina, superiore dei saveriani in Mozambico: “Scrivo a proposito del progetto presentato su Missionari Saveriani di aprile (n. 4/2013) a favore della biblioteca scolastica nella missione di Chemba, in Mozambico. Abbiamo chiesto un sostegno per circa 20.000 euro, ma le offerte pervenute in questi mesi sono state poche. Chiedo perciò di pubblicare nuovamente il nostro progetto per la biblioteca, perché sono convinto che la cultura meriti la generosità e il sostegno dei benefattori, che ringrazio di cuore”. La scuola “Santa Teresina”, nella vasta missione di Chemba, con una popolazione di circa 65mila abitanti, dediti all’agricoltura e pastorizia, ha circa mille studenti, suddivisi in cinque classi, con 26 insegnanti. Ci sono anche corsi serali per adulti. Purtroppo, in tutto il distretto, manca una struttura bibliotecaria. C’è bisogno di una costruzione con spazi adeguati e attrezzati con scaffali, tavoli e sedie, a beneficio degli alunni e insegnanti di tutta la zona. Vorremmo costruire un salone di metri 16 x 7, per un investimento di 20.000 euro, incluse le attrezzature. Per questo chiediamo il vostro aiuto, ringraziandovi per il sostegno. p. Fabio D’Agostina, sx PICCOLI PROGETTI 4/2013 - MOZAMBICO Una biblioteca a Chemba Nella grande missione di Chemba, in Mozambico centrale, per una zona di oltre 4mila Km², non c’è una biblioteca che si rispetti. I missionari saveriani desiderano costruirne una (m. 16 x 7) con scaffali, tavoli e sedie, per un preventivo di 20.000 euro. Chiedono un aiuto. • Responsabili del progetto sono il superiore p. Fabio D’Agostina e i saveriani della missione p. Dario Maso, p. Janvier e p. Dieudonné. 8/2013 - CAMERUN Nuova missione a Yassa Alla periferia di Douala, le comunità cristiane crescono rapidamente. Per questo, i saveriani hanno pensato di acquistare con la diocesi un terreno in località Yassa, per costruire un locale polivalente che possa accogliere i nuovi cristiani. Il preventivo ammonta a 20mila euro. • Responsabile del progetto è il saveriano marchigiano p. Giovanni Montesi. Chi desidera partecipare alla realizzazione di questi progetti, può utilizzare l’accluso Conto corrente postale, oppure può inviare l’offerta su C/c.p. o bonifico direttamente a: “Associazione Missionari Saveriani Onlus” Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345) IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281 Si prega di specificare l’intenzione e il numero di Progetto. Grazie. 2013 NOVEMBRE ALZANO 24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4 Tel. 035 513343 - Fax 035 511210 E-mail: [email protected] - C/c. postale 233247 Ricordiamo padre Antonio Benetti P adre Antonio Benetti, nato a Povolaro di Dueville (VI) il 26 aprile 1936, era entrato nel seminario dei saveriani a Vicenza a 12 anni. Era stato ordinato sacerdote il 13 ottobre 1963, insieme ad altri 26 confratelli, nella casa madre di Parma. Aveva scritto: “Nella mia prima Messa chiederò a Gesù la grazia di farmi sempre degno di lui e della cara congregazione che amo tanto”. La missione in Amazzonia Dopo cinque anni trascorsi a Vicenza, nel 1969 era partito per l’Amazzonia. Prima missione a Mojù, paese un tempo popoloso, ma poi svuotatosi per le zanzare che trasmettevano la malaria. Scrive poco a tutti, persino alla famiglia. La prima lettera è del maggio 1974, quando si trovava già da due anni a Barcarena, alle foci del Rio de Tocantins: “Qui respiro a pieni polmoni e mi sento realizzato”. Per capire qualcosa del suo spirito ci può aiutare un’altra delle sue rare lettere, ancora del 1974, pubblicata nell’aprile di quell’anno su “Missionari Saveriani” con un titolo significativo: Padre Antonio Benetti è ancora vivo! “Il vescovo mi ha richiamato in città (Abaetétuba). Lavoro con altri due missionari p. AUGUSTO LUCA, sx vicentini. Così ho lasciato i miei indio che ormai avevo imparato ad amare. Là il lavoro era più avventuroso, ma anche qui l’avventura non manca”. Segue il racconto di una domenica davvero intensa… Domenica di… straordinari “Mi hanno chiamato urgentemente per un moribondo. Era mezzogiorno. Ero affamato e stanco per tutto il lavoro fatto. Ho mangiato qualcosa in fretta, tanto da non svenire durante il viaggio. Dopo un’ora di barca sono salito sulla bicicletta e ho pedalato in mezzo a una foresta buia per un’altra ora, senza met- Sulle strade fangose del Camerun Una giornata di normale... missione S ono partito per Baye con suor Maria Teresa: voleva conoscere questa comunità decentrata rispetto alla nostra missione di Bafoussam. Le suore di sant’Anna qui hanno una scuola materna e primaria bilingue (francese-inglese), e si dedicano soprattutto all’attività di insegnamento. Nel periodo delle piogge la strada è particolarmente brutta, ma abbiamo una macchina robusta. Prima di Baye c’è un piccolo villaggio, abitato da anglofoni, provenienti dalla regione ovest del Camerun, un tempo attaccata alla Nigeria. Le nostre suore sono anche loro in gran parte originarie di questa regione, e suor Maria Teresa era interessata a conoscere il villaggio. 4 Messa al villaggio anglofono Dopo un po’ di chilometri, tra continui scossoni per la condizione della strada, arriviamo a destinazione. Da poco tempo abbiamo cominciato a interessarci di questo gruppo di anglofoni, ma i cattolici sono ancora un piccolo numero, mentre gli altri sono protestanti. Abbiamo celebrato la Messa in una scuoletta privata, che aveva due sole aule, mentre la suora traduceva e invitava al canto. Alla fine, lei stessa si è impegnata a tornare per visitare tutte le famiglie cattoliche e per incoraggiarle a unirsi alla comunità. Riprendiamo il cammino, ma dopo poco siamo costretti a lasciare la macchina perché la strada attraversava una vallata Padre Benigno Franceschetti con una famiglia nella comunità di Baye alla periferia di Bafoussam, in Camerun p. BENIGNO FRANCESCHETTI, sx piena d’acqua con piccoli ponti su cui non si può passare in automobile. Questa vallata è molto fertile e la gente riesce a coltivarvi i legumi anche nella stagione secca. La sera precedente aveva piovuto molto e il sentiero era fangoso e scivoloso. Non siamo arrivati indenni…, ma poco male. Le relazioni umane sono importanti A Baye ci accolgono festanti. La comunità è numerosa e la celebrazione è più solenne. Era la prima volta che una suora arrivava fin qui. Perciò è soprattutto lei che hanno voluto accogliere e lei non ha perso l’occasione di esortarli a preparare i loro figli affinché possano presto diventare responsabili, come catechisti e anche come preti e suore. Terminata la Messa, dopo aver ascoltato i responsabili e aver consumato un modico pasto, ci siamo preparati al ritorno. In passato, il missionario si fermava anche una settimana e aveva modo di organizzare tutta l’attività della comunità di villaggio. Oggi preferiamo rientrare in giornata, per tornare in altre occasioni. Ma la visita rischia in realtà di essere a volte troppo rapida, perché le relazioni umane richiedono tempo e sono molto importanti. Questa è stata una delle nostre giornate di vita missionaria “ordinaria”. Vedendo la gioia di coloro che ci accolgono, comprendiamo che la nostra presenza è considerata preziosa e questo ci basta. ■ In Italia con vari compiti Richiamato in Italia nel 1986, aveva svolto vari compiti - rettore, economo e animatore missionario - nelle comunità di Brescia, Zelarino e Pegli. Dal 2010 era economo nella casa saveria- Padre Antonio Benetti è salito al cielo il 3 settembre; da tre anni era economo nella comunità saveriana di Alzano (BG) na di Alzano. Il Signore lo ha chiamato, improvvisamente, la sera del 3 settembre. È andato a ricevere il premio delle sue tante fatiche, anche di quelle che non ha raccontato a nessuno. Durante la Messa di commiato ad Alzano, alla presenza di numerosi confratelli e famigliari, la nipote Giulia ha letto un breve messaggio: “Tu hai deciso di dare e fare tutto quello che potevi per la missione. Per noi eri un punto di riferimento. Tutti abbiamo cercato in te parole di conforto. Non dobbiamo cercare lontano un tuo sorriso: basterà pensarti. Un abbraccio forte, i tuoi cari”. ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) Il missionario avventuroso tere il piede a terra per paura di quei maledetti insetti che ti fanno grattare per una settimana intera. Quando sono arrivato ho trovato un vecchietto disteso su un’amaca, che ormai non poteva più muoversi. Quanti anni avesse, nessuno lo sapeva. Gli ho dato tutti i conforti religiosi. Ancora capiva qualcosa, per cui gli ho fatto fare una specie di confessione e ho regolarizzato il suo matrimonio di fronte ai suoi tanti figli. In principio la moglie non voleva saperne di matrimonio. Diceva: «Io sposarmi con un morto?». Al ritorno, ho trovato una bella turma che mi aspettava per i battesimi. Ero pieno di sonno e di fame. Ho fatto i battesimi quasi senza sapere quello che facevo. Per fortuna, c’era una suora ad aiutarmi. Dopo la Messa vespertina delle otto, sono andato a letto, tuffandomi a corpo morto sul materasso. Improvvisamente sento una puntura fortissima a un piede. Con un grido di dolore, scatto come una molla giù dal letto. Accendo la luce e vedo che il materasso era tutto un brulichio di formiche rosse! In un secondo ero sotto la doccia. «Affogheranno, brutte bestie!», mi sono detto. Dopo, non avevo più sonno e pensavo alle vostre risate leggendo queste righe!”. 2013 NOVEMBRE BRESCIA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 Anche il vescovo è in rodaggio Intervista al saveriano mons. Giorgio Biguzzi si è arricchita di altri due nuovi arrivi. Si tratta di mons. Giorgio Biguzzi, romagnolo di Cesena, vescovo emerito di Makeni in Sierra Leone, e p. Sandro Parmiggiani, proveniente dalla vicina Cremona. Conosciamo meglio mons. Biguzzi. Dalla Sierra Leone a Brescia: le prime sensazioni? Ho accettato di venire a Brescia, anche se non sapevo cosa avrei fatto. Sono stato accolto molto fraternamente dai saveriani e dalle persone che lavorano qui. Scopro un mondo nuovo, mi trovo in un centro che è un po’ la punta di diamante dell’animazione missionaria saveriana. È un vero laboratorio di idee. Conosci la città? Ho visto poco finora della città, ma a Brescia c’ero stato nel 1999 per ricevere il premio “Cuore Amico” e nel 2009 a Concesio per il premio internazionale “Paolo VI”. Hai incontrato il vescovo… Sì, era giusto e doveroso. Mons. Monari è stato molto accogliente e mi è sembrato contento di avermi nella realtà ecclesiale di Brescia. Sono ancora in rodaggio, ma è giusto che ci sia un periodo di adattamento. Cosa farai? Dipende dalle richieste della comunità e della chiesa locale, e dalle mie capacità. Ringrazio il Signore perché, a 77 anni, sto bene di salute. Per ora cerco di aggiornarmi sulla realtà ecclesiale e sociale italiana. Penso di poter essere utile a livello pastorale spicciolo: animazione missionaria nelle parrocchie, cresime… Dove hai vissuto la missione? Ho vissuto quasi tutta la mia vita sacerdotale fuori dall’Italia. Dopo il seminario a Cesena e Bologna, sono entrato dai saveriani, per il noviziato e gli studi teologici. Ordinato sacerdote (53 anni fa!), sono partito per gli Stati Uniti: 13 anni, belli e convulsi, nel periodo del Vaticano II e del post-concilio. Senza dimenticare le tensioni sociali con l’uccisione di Kennedy e le lotte per i diritti dei neri. Poi sono stato inviato in Sierra Leone. In Italia sono tornato dal 1984 al 1986 come maestro dei novizi ad Ancona. Nel 1987 sono stato consacrato vescovo e “rispedito” in Africa, dove ho guidato per 25 anni la diocesi di Makeni. Tornare in Italia è un ripartire? In tutto e per tutto. Ripartire è sempre una bella cosa: fa rin- Da Cremona con tanta nostalgia Intervista a p. Sandro Parmiggiani di Viadana T occa ora a p. Sandro Parmiggiani, originario di Viadana (Mantova, diocesi di Cremona), missionario in Bangladesh e vissuto a Cremona per molti anni, come animatore missionario. Le emozioni lasciando Cremona? A Cremona ho vissuto per trent’anni e venendo via avevo il cuore a pezzi; mi pareva di morire da un momento all’altro. Devo ringraziare sinceramente p. Brioni, la cui sincera amicizia mi è stata di grande conforto, insieme alla fraterna ospitalità di don Antonio Pezzetti, nella sua provvidenziale Casa dell’accoglienza. Ancora di più devo dire grazie ai confratelli della caCremona o Brescia per p. Sandro Parmiggiani rimane una costante: l’affetto che lo lega a “Missionari Saveriani” e ai lettori e lettrici del nostro mensile 4 sa saveriana di Brescia per avermi accolto con amicizia fraterna. La tua vita missionaria...? Descrivere in poche parole una vita che dura da oltre mezzo secolo è davvero un’impresa impossibile. Posso dire che mi sono sentito sempre in territorio di missione, non solo in Bangladesh o in Scozia, ma anche in Italia, dove i cristiani autentici stanno diminuendo, mentre crescono a dismisura quelli che dicono di non credere più. Le prime sensazioni a Brescia? Dopo la casa madre dei saveriani a Parma, Brescia è la comunità più numerosa e importante in Italia. Qui si cura l’ani- a cura di D. PIOVANI mazione missionaria attraverso la pubblicazione di importanti riviste mensili, la “Libreria dei popoli” e il laboratorio di “Videomission”. Le prime impressioni sono molto positive e piene di ammirazione per i confratelli che si sacrificano a studiare, riflettere, scrivere, informare… È un impegno molto importante nella nostra missione. Mons. Giorgio Biguzzi indica la “sua missione” in Sierra Leone sulla cartina della redazione di “Missionari Saveriani”: benvenuto a Brescia! giovanire, con nuove sfide da affrontare. Vivrò in modo diverso il mio essere missionario, sacerdote e vescovo. Mi re-inserisco in un mondo e in una società che presentano opportunità interessanti, che stimolano a cercare risposte adeguate. L’unica risposta sempre attuale è Cristo. Ma come dirlo è la vera prova. Cosa hai trovato di diverso? Da quando ho lasciato l’Italia nel 1962 le cose sono molto cambiate. Ma i segni della fede ci sono dappertutto, anche a Brescia, con la sua ricca vita cristiana. Appena entrato in città, sono stato accolto dalla statua di Arnaldo da Brescia: la sua storia mi insegna ciò che si è vissuto. Ma tutto cambia: popoli, culture, comunicazioni, e anche la comprensione della fede. Com’è stato lasciare Makeni? È stato un distacco doloroso. Ho speso lì gran parte della mia vita adulta e attiva. Lasciare co- sta, ma è anche necessario perché la comunità cristiana cresca. Seguire, servire e amare Cristo è più importante del dove; ma siamo umani e il distacco si sente. Un vescovo instaura un rapporto sacramentale con la sua diocesi. E questo rapporto non viene mai reciso, nonostante si cambi luogo. Ora faccio parte della diocesi di Brescia, ma nel mio animo sacerdotale e missionario apparterrò sempre alla diocesi di Makeni. Ci sarà spazio per un nuovo vescovo saveriano? Credo di sì, ma non con il modello di una volta. Quando una comunità locale cresce e si forma un clero, è più normale che il vescovo sia scelto tra i figli di quella chiesa. In futuro è probabile che un saveriano africano, latino-americano o asiatico diventi vescovo della comunità da dove proviene. Io sono attualmente l’unico vescovo saveriano, ma non sarò l’ultimo. ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, Cosa farai? Quello che ho fatto per tanti anni… Collaborerò scrivendo sull’ultima pagina di questo giornale nell’edizione di Cremona, ringraziando amici e benefattori: il loro affetto è la medicina migliore! Seguirò ancora anche il “Gams” - “Gruppo amici dei missionari saveriani” di Cremona, Manerbio e Viadana: sono persone amiche che si radunano una volta al mese per pregare insieme per i missionari e tenersi informate sulle attività delle missioni nel mondo. Che aspettative hai da questa nuova ri-partenza? La mia “ri-partenza” è nella mente di Dio. Il mio desiderio unico è di fare “tutto e solo” quello che lui vuole da me. Mi metto nelle sue mani, solo così mi sento al sicuro... Perciò la mia attività continuerà come prima della malattia e del trasferimento a Brescia. ■ GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) p. Pierobon, la comuD opo nità saveriana di Brescia a cura di DIEGO PIOVANI 2013 NOVEMBRE CAGLIARI 08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9 Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706 E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084 Un anno intero con voi e con noi Immagini, volti e storie missionarie S an Guido Conforti scriveva: “Che spettacolo confortante offre nel giorno del Signore un popolo cristiano, fedele alla religione dei padri! Tutti si incontrano nella stessa casa, che è la casa del Padre comune; tutti siedono alla stessa mensa, tutti innalzano la stessa preghiera, tutti offrono lo stesso sa- crificio… Libertà, eguaglianza, fraternità, non sono vane parole, ma una realtà consolante, perché tutti più intimamente si sentono figli dello stesso Padre Celeste. Tutti si sentono come pervasi da uno spirito d’amore e di pace, che rende più lieta e serena la convivenza sociale”. Queste parole descrivono a cura di p. SALVATORE MARONGIU, sx bene la pagina che vi offriamo, fatta di poche parole e tante immagini. Ricordiamo eventi che accomunano tanti amici e amiche ai missionari saveriani della Sardegna. Non per puro esercizio di memoria, ma per rinnovare l’impegno e l’invito a camminare in■ sieme. Le case dei saveriani in Sardegna sono centri di animazione missionaria e vocazionale: sono case di tutti e per tutti gli amici e le amiche delle missioni… Il 3 dicembre: giornata di fraternità missionaria con i sacerdoti, nella festa di san Francesco Saverio, patrono delle missioni; saveriani e saveriane rinnovano i loro voti religiosi per la missione. La comunità dei missionari saveriani in Sardegna, nell’anno 2013. Il volto giovane della missione, anche in Sardegna. Settimana santa, processioni, feste religiose: la presenza dei saveriani è garantita anche nei momenti più emotivi della pietà popolare, che in Sardegna è ancora molto forte. Il 5 novembre, festa di san Guido Conforti: saveriani, saveriane e laici saveriani si ritrovano per una giornata di ritiro spirituale e di convivenza fraterna. INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! Delegate missionarie in pellegrinaggio a Guspini. Una grazie sincero a tutte le persone che amano la missione e ci aiutano in tanti modi nonostante l’età, le malattie e i problemi vari! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) 4 “Otto dies a sas Animas”: tante persone si uniscono alla nostra preghiera per tutti i defunti, in particolare per i missionari e tutti i nostri cari. GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! 2013 NOVEMBRE CREMONA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 Cremona e i saveriani, una storia infinita E ro entrato anch’io nel seminario di Cremona, come tanti altri ragazzi, all’età “birichina” di 11 anni, dalla parrocchia di Commessaggio, dove era parroco lo zio, don Luigi Brioni. Fin da piccolo, all’oratorio del Silvio Pellico presso la cattedrale di Cremona, non avevo altro desiderio che essere “da grande” come lo zio, che prete lo era da cima a fondo, 24 ore al giorno, con uno zelo e un’organizzazione pastorale affascinante per la mia giovane mente. In seminario, nel 1949, mi trovai compagno di vita e di preghiera, di studi e di giochi con altri trenta compagni in “camerata sesta”. Ci stavo bene in seminario, anche se i geloni non mancavano d’inverno e le minestre avevano spesso occhioni di strutto spalancati… Mi piaceva giocare, gustavo le celebrazioni in cappella e a scuola non mancavano i professori simpatici. Una simpatia fin da piccolo Un interessante aspetto della nostra vita seminaristica era l’apertura genuina alle missioni, resa vivace dal circolo missionario “Ripari” attraverso i gruppi missionari, le lotterie benefiche e soprattutto con le visite dei missionari al nostro seminario. Arrivando da una parrocchia particolarmente ricca di spirito missionario, non feci fatica ad avere simpatia per le missioni. Ai tempi dell’arcivescovo Cazzani, la simpatia missionaria era considerata “normale” per la nostra formazione sacerdotale. Ricordo ancora il profes- p. LUIGI BRIONI, sx sor don Nolli, che una sera ci indicava i missionari come persone che avevano “la poesia della vocazione”, la poesia del lasciare tutto per il Tutto. Quindi mi fu facile tenermi in contatto con i saveriani di Parma per un possibile ingresso tra loro. Non avevo altro desiderio… All’inizio della terza liceo, con un po’ di paura ma anche con determinazione, scrissi a mio zio, ormai abate mitrato di Casalmaggiore, per informarlo del mio desiderio di diventare saveriano. Lui me lo sconsigliò perché la mia salute era abbastanza fragile per sostenere le fatiche della missione; ma concludeva così la sua lettera di risposta: “E io prego che tu non ti abbia a pentire della tua decisio- Continuiamo il cammino... Il direttore scrive agli amici lettori mesi scorsi, su questa N eipagina, è stata diffusa la notizia della chiusura della casa saveriana in Via Bonomelli 81, a Cremona. È stata una decisione difficile e sofferta, da parte di tutti. Rossini p. Pilade è ora nella comunità saveriana di Alzano (BG); Parmiggiani p. Sandro è nella comunità saveriana di Brescia. Padre Sandro e padre Gesuino, ambedue attualmente residenti a Brescia, sono stati incaricati di continuare i contatti e gli incontri con le parrocchie, i gruppi e le famiglie della zona Cremonese. Incoraggiamo, perciò, le amiche e gli amici ad attivarsi sempre più per portare avanti e diffondere quello spirito missionario ricevuto, grazie a Dio, con la guida e l’ispirazione di tanti missionari saveriani di origine cremonese o che hanno lavorato nella diocesi di Cremona. Fare un passo avanti! La vita evolve e le situazioni cambiano; è sempre doloroso fare scelte che lasciano un vuoto e danno l’impressione di una… ritirata. Come in ogni casa, viene il tempo in cui i genitori lasciano ai giovani la responsabilità di portare avanti gli impegni della famiglia. Così noi missionari vorremmo che amici e amiche prendano a cuore l’opera missionaria, dando prova che il “dono” ricevuto è stato apprezzato; che è cresciuto, e ora è capace di produrre frutti per sé e per molti altri ancora. Si tratta di fare un bel passo avanti: passare dall’ammirazione alla dedizione, dal seguire al proporre, dal ricevere al dare. Facciamo “rete” insieme Posso anch’io, con tutta umiltà, fare una proposta? Che le amiche e gli amici, ammiratori e sostenitori, diventino ancor più collaboratrici e collaboratori: nella propria parrocchia e nel quartiere, facciano “rete” insieme, mantengano i contatti, prendano iniziative, promuovano Per p. Sandro Parmiggiani rimane una costante: l’affetto che lo lega a “Missionari Saveriani” e ai lettori e lettrici del nostro mensile; a sinistra, p. Gesuino Piredda che con p. Sandro manterrà i contatti con amici e benefattori di Cremona 4 p. MARCELLO STORGATO, sx l’animazione missionaria e vocazionale, invitino alla preghiera e al sacrificio per le missioni. Chi è d’accordo, ci scriva e ci informi. Su questa pagina daremo volentieri spazio a questa nuova presenza saveriana nella diocesi di Cremona e di Mantova. Diceva san Guido Conforti: “Lavoriamo nel diffondere l’idea missionaria tra il popolo. Non basta dire ogni giorno «venga il tuo regno», ma dobbiamo cooperare efficacemente all’avvento di questo regno… Lavoriamo a diffondere la stampa missionaria, specialmente tra i giovani. Lavoriamo a favorire le vocazioni missionarie, indirizzando i giovani alla vita apostolica e pregando…”. Incaricati dei contatti: p. Sandro e p. Gesuino L’invito è a mettersi in contatto con p. Sandro Parmiggiani e con p. Gesuino Piredda, incaricati di mantenere e continuare i contatti con Cremona città e provincia. Come? • potete scrivere una lettera, indirizzata a Missionari Saveriani, via Piamarta 9, 25121 Brescia • potete scrivere un messaggio e-mail a gesuinopiredda@infinito. it • potete telefonare a padre Sandro 333 9616935, o a padre Gesuino 347 6699884 ■ Quasi un’epidemia contagiosa Non ero però l’unico seminarista “saveriano”, perché a sorpresa mia e di tutto il seminario, si aggiungevano p. Sandro Parmiggiani e p. Carlo Lucini della stessa classe. E nessuno di noi sapeva dell’altrui vocazione! Quei giorni furono una festa per tutti, professori e seminaristi, che gioirono per la nostra decisone, di cui erano essi stessi orgogliosi. Solo mons. Bolognini, da cui andammo per ricevere la benedizione, ci considerò un po’ “figlioli prodighi”, preoccupato di non avere abbastanza vocazioni sacerdotali per la diocesi. Qualche mese dopo, egli ci proibì pure di scrivere lettere “infiammatorie” a chi era rimasto in seminario! Quindi, nel giugno 1957, dopo otto anni di studio dalla prima media alla terza liceo classico, avevo concluso l’esperienza al seminario di Cremona. Questo non voleva dire abbandonare la vocazione sacerdotale, ma qualificarla diversamente con la missione: sempre con Cristo, a 360 gradi. Che gioia tornare in quel quadrato! Dopo un anno di noviziato saveriano, il 15 settembre del 1958 Padre Luigi Brioni, saveriano cremonese, missionario in Sierra Leone abbiamo pronunciato la professione religiosa, alla fraterna presenza dei nostri compagni di classe che avevamo lasciato in seminario. Il 15 ottobre 1961 ricevemmo l’ordinazione sacerdotale insieme a un altro cremonese, p. Emilio Paloschi, e altri 20 saveriani. Pochi giorni dopo, tutti e quattro andammo in seminario per celebrare insieme e solennemente una delle nostre “prime Messe”. Che gioia quel giorno tornare in quel quadrato, che mi aveva accolto e formato per otto anni e mi aveva dato la voglia di condividere la bontà di Cremona con tutto il mondo! ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) La vocazione a 360 gradi ne e io del mio permesso!”. Queste parole mi hanno accompagnato per tutti questi 56 anni di vita missionaria. Così, due o tre giorni prima della fine dell’anno scolastico, annunciai al rettore e a tutti che avrei lasciato il seminario per i saveriani di Parma. 2013 NOVEMBRE DESIO 20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 “Il padre dei poveri di Desio” Un ricordo del saveriano p. Andrea Galvan È bello ricordare qualcuno che è passato in mezzo a noi facendo del bene, anche se gli anni che sono trascorsi non sono pochi. Soprattutto quando il bene viene compiuto con discrezione, nel silenzio, con costanza e gratuitamente. Tutto questo si addice bene al nostro caro confratello p. Andrea Galvan, che è vissuto a Desio ben 19 anni, fino alla sua morte. Una figura chiave Ordinato sacerdote, è partito subito per la Cina, ma dopo solo tre anni ha dovuto abbandonare questo immenso campo di lavoro apostolico a causa della salute cagionevole, della lingua non facile, del brigantaggio e delle calamità naturali. Rientrato in Italia, ha esercitato il compito di direttore spirituale nelle case saveriane di formazione e nel 1953 è stato destinato a Desio. Nel tumultuoso sviluppo subìto dalla cittadinanza di Desio nel dopoguerra, p. Galvan è stato una figura chiave. I migranti venuti in cerca di lavoro in una regione diversa da quella d’origine, hanno trovato in p. Galvan uno di loro, sempre pronto a facilitare il loro inserimento graduale nella vita religiosa e civile della città. Questa sua attività a favore dei migranti dal Veneto si è concretizzata soprattutto nel rione San Vincenzo, nella parrocchia San Pio X. La cappella del Sacro Cuore In seguito si è affiancata un’ondata proveniente dal meridione. Per loro p. Andrea ha voluto realizzare la cappella del Sacro Cuore. È in quella zona di periferia, piena di situazioni a volte dolorose, che il buon padre Galvan ha trovato la gioia di esercitare quel suo zelo missionario che già lo aveva portato in Cina. Per tanti anni egli si è prodigato per la diffusione del vangelo. Ogni famiglia di Desio, nei giorni del disagio e della malattia, ha potuto vedere il volto sereno e ascoltare la parola di incoraggiamento del missionario. Ha desiderato essere sepolto a Desio, tra coloro che egli ha amato di più. I fedeli lo ricordano volentieri per le sue lunghe ore al confessionale, dove con umiltà e carità sapeva curvarsi con amorosa attenzione sulle anime che si affidavano alla sua direzione spirituale, carica di dolcezza e persuasione. Testimonianza di un giovane Tra le numerose testimonianze abbiamo raccolto quella di un giovane di allora: Enrico Fumagalli. “Ho avuto la gioia di co- ali. Non possiamo dimenticare tutto il suo servizio delicato, generoso, mite. Tutto ciò ha costituito un grande tesoro per la co- p. DOMENICO MENEGUZZI, sx noscere p. Andrea fin dalla mia giovinezza, quando veniva in basilica dove io prestavo servizio. Lo ricordo nella mente e nel cuore come una persona semplice e umile, insieme a una disponibilità senza pari e senza limiti. Impresso nella memoria, insieme a tanti altri, mi è rimasto un aneddoto che voglio raccontare. Dovendo confessare tutta la mattinata, p. Andrea si concedeva un breve intervallo per una modesta colazione, fatta con un uovo fresco che si portava da casa e che consumava in un corridoio dietro la chiesa, nascosto agli occhi di tutti. Una volta è stato scoperto dal parroco, che lo ha richiamato benevolmente e l’ha invitato a entrare nella casa parrocchiale. Da quel giorno in poi, il missionario trovava ogni giorno nella casa parrocchiale una calda e piacevole colazione, che lui spesso faceva bastare fino a sera, a causa del tardo rientro a casa dopo il giro dei malati ai quali quotidianamente portava l’Eucaristia, con l’inseparabile bicicletta e il rosario in mano. Padre Andrea ha lasciato in molti l’eredità di un’educazione evangelica, fatta con amicizia. È stato un grande confessore di anime, un confidente delle famiglie, un amico dei poveri di pane e anche di fede, di salute, di ide- Chi è la bambina accanto al mai dimenticato p. Andrea Galvan? Se qualcuno si riconosce, sarebbe bello che ce lo segnalasse… Intervista a p. Gianni Villa “La chiamata missionaria è per tutta la vita” p. Gianni Villa, cittadino di Desio. Trent’anni fa, a Parma, è stato ordinato sacerdote e ha celebrato con solennità la sua prima Messa nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. Dopo un’esperienza missionaria in Colombia, ha prestato servizio in alcune comunità presenti in Italia. Ora è di nuovo qui a Desio in qualità di economo. Per conoscerlo meglio, gli abbiamo rivolto tre domande. Le sue risposte sono per noi un regalo, per il quale lo ringraziamo. 4 do che vivo qui a Desio, è solo una tappa per continuare a sevire il Signore, dove lui mi vuole. Quale esperienza in Colombia ricordi più volentieri? Le esperienze da me vissu- Padre Gianni Villa, economo e animatore missionario a Desio Care amiche, cari amici, a cura di p. D. MENEGUZZI, sx GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! te durante la mia permanenza in Colombia sono state tante e tutte significative. Sono esperienze che mi hanno permesso di entrare nella cultura e nella mentalità colombiana. Privilegiarne una vorrebbe dire sminuire l’importanza delle altre. Sono come le tessere di un puzzle: piccole o grandi, tutte contribuiscono a formare il disegno della mia vita missionaria. Ora sei missionario a Desio, tua terra natale… Ogni esperienza missionaria è una ricchezza, se vissuta bene. Questa esperienza nella mia terra natale non la considero diversa dalle altre. Viverla significa per me riscoprire la realtà attuale, molto diversa da come l’avevo lasciata, e integrarla con l’esperienza missionaria vissuta precedentemente, per essere sempre fedele alla risposta data al Signore all’inizio della mia vocazione. ■ Trent’anni di sacerdozio cosa significano per te? Questi trenta anni come sacerdote missionario sono la risposta alla chiamata del Signore che mi ha voluto come suo testimone nell’annuncio del vangelo nel mondo. La chiamata è per tutta la vita; perciò questo perio- INSIEME PER LA MISSIONE GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) nostra comunità vive N ella e lavora da qualche anno munità ecclesiale e civile, e deve stimolare chi lo ha conosciuto al dovere di seguirne gli esempi e le virtù”. ■ 2013 NOVEMBRE FRIULI 33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70 Tel. 0432 471818 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 210336 Un missionario “lavoratore” Ricordiamo il saveriano p. Flaviano Pisani I l 24 settembre scorso è morto a Vicenza p. Flaviano Pisani. Aveva quasi 85 anni ed era nativo di Villaverla (VI). Dopo la sua esperienza missionaria in Sierra Leone (18 anni) e la sua permanenza in Scozia, ha trascorso circa cinque anni del suo ministero qui a Udine dal 1999 al 2004, dove è diventato amico di tanti friulani. Competente e tempestivo Ho incontrato la prima volta p. Flaviano in Sierra Leone, nel lontano 1976. Facevo parte della missione di Lunsar ed ero stato mandato a Makeni, il centro della diocesi, per chiedere a p. Flaviano del materiale per la nostra missione. Da anni il missionario era incaricato dell’amministrazione della diocesi di Makeni, situa- ta al nord della Sierra Leone. A quei tempi, l’amministratore diocesano doveva svolgere parecchie mansioni: l’economato, i rifornimenti alle stazioni missionarie, seguire gli operai nelle varie attività di falegnameria, meccanica, costruzioni di scuole, chiese, ambulatori e tutto quello che necessitava alle varie prestazioni. Padre Flaviano si è sempre distinto per la sua competenza e tempestività nel portare a termine i lavori. A causa del suo continuo correre, a volte gli capitava di essere un po’ “rigido” con coloro che venivano al centro per chiedere aiuto. Guai fisici e dedizione Nel 1978, per un’iniezione eseguita con una siringa non ben sterilizzata, aveva contratto l’epatite B. I superiori lo hanno mandato in Gran Bretagna per curarsi, e dopo un periodo di tempo abbastanza lungo, è rientrato in missione per alcuni anni, per poi far ritorno nuovamente in Gran Bretagna. Ho rivisto p. Flaviano a Udine, rientrato in Italia, dopo aver trascorso un discreto periodo a Londra, durante il quale aveva avuto seri problemi cardiaci. Infatti, si era sottoposto a ben 4 “by-pass” e ad alcuni “stent” coronarici. Ripresosi dagli interventi, ha chiesto di rimanere in Italia, anche per essere facilitato nei controlli medici periodici. A Udine si è sempre distinto per la sua generosità, sia nel ministero che svolgeva con dedizione e preparazione scrupolosa, sia nel dare una mano nella manutenzione della casa. Indub- Tra i vivi e con i defunti Lustri dei preti e degli sposi EucaristiU naca celebrazione semplice e sentita si è tenuta domenica 29 settembre nella chiesa parrocchiale del Buon Pastore di Udine. Insieme al parroco don Roberto Gabassi, che ricordava i suoi 35 anni di sacerdozio, i saveriani p. Alfredo Turco, p. Filippo Rota Martir e p. Ernesto Moriel, messicano, giunti appositamente da Parma, e p. Giuseppe Marano, che ora serve la chiesa diocesana di Udine, hanno celebrato i loro 25 anni di ordinazione sacerdotale. A loro si sono associate le coppie di sposi che ricordavano i “lustri” dai 5 ai 50 anni di matrimonio. È stato veramente bello e gioioso ringraziare il Signore nel contesto Eucaristico della domenica, per il dono della famiglia e per il dono del sacerdozio: i due sacramenti che ci fanno crescere e maturare nell’amore vero, quello che spinge a servire l’umanità vicina e lontana, testimoniando ogni giorno il vangelo di p. TOMMASO FRIGO, sx p. LORENZO MATTIUSSI, sx Gesù Cristo. La celebrazione, conclusa con la consegna dei “ricordi”, ha disciolto un profumo di grazia che ha commosso i cuori di tutti i presenti, sui cui volti raggianti brillava gioia e gratitudine. È bello servire sempre il Signore, nella prosperità e nella sofferenza, in Italia e nel mondo intero! Un pranzo comunitario, preparato dalle volontarie e dai volontari della comunità del Buon Pastore, ha rafforzato il sangue delle arterie e la gioia dei cuori. ■ biamente preferiva avere un attrezzo nelle sue mani piuttosto di un libro, ma era sempre attento e ben preparato nella sua attività pastorale. Il cuore… fa le bizze Nel 2007 sono stato mandato a Vicenza come economo e infermiere. Qui ho rivisto p. Flaviano, sempre disposto a dare una mano nelle varie situazioni; si è sempre distinto sia per il ministero, come per la manutenzione della casa. Per parecchi anni ha svolto un servizio agli immigrati africani di lingua inglese. La domenica celebrava per loro l’Eucaristia in una parrocchia della periferia di Vicenza. Come dimenticare poi il servizio pastorale svolto presso le monache di clausura di Padre Flaviano Pisani, salito al cielo il 24 settembre, è stato una presenza importante nella storia “Rivella” a Creazzo? della casa saveriana di Udine In questo ultimo anno gli sono stato a fianco in dolo, sembrava ce l’avesse semmodo particolare a causa di conpre con qualcuno, ma poi stando tinui problemi cardiaci seri, a un po’ insieme si percepiva che tal punto da aver avuto bisogno aveva un cuore generoso. Era atdi essere ricoverato ben cinque tento agli altri. Era una persona volte. L’ultimo ricovero nel mecompetente in tutto quello che se di settembre era stato per uno faceva nelle varie attività di amscompenso cardiaco così grave, ministrazione, ma prima di tutto che gli è stato fatale. p. Flaviano si sentiva “sacerdote e missionario”. “Gigante buono” Grazie p. Flaviano, per tutto e generoso quello che hai fatto per la famiNell’omelia di commiato a glia saveriana: in Sierra Leone, in Villaverla, mons. Giorgio BiguzGran Bretagna, a Udine e ultimazi, suo vescovo in Sierra Leone, mente a Vicenza. Grazie per quelha ricordato p. Flaviano come lo che sei stato per tutti noi. ■ “il gigante buono”. Incontran- INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! Tornati alla casa del Padre GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! p. ANTONIO GUIOTTO, sx l mese di novembre inizia con la celebrazione della memoria dei “veri cristiani” - i santi del paradiso -, seguita il giorno dopo dalla memoria dei nostri cari defunti. È un’occasione per ricordare nella nostra preghiera tutti i nostri missionari, i famigliari e i parenti, gli amici e i benefattori 4 che il Signore ha chiamato a sé nella patria del cielo. In questo mese offriamo sante Messe e preghiere per tutti i vostri cari e in particolare per quei nostri confratelli friulani che ci hanno lasciato. Li affidiamo anche al vostro ricordo e alle vostre preghiere. Riportiamo i loro nomi, la provenienza e l’anno di morte. ■ Francesco p. Del Fabbro (Lavariano) Gianbattista p. Collini (Vergnacco) Aurelio p. Basso (Orsaria) Giuseppe dc. Madinelli (Pocenia) Aldo p. Marchiol (Udine) Tonino p. Caissutti (Torviscosa) Albino p. Miclavcic (Servola, Trieste) Attilio fr. Pellegrin (Latisanotta) Abdon p. Fantelli (Raspano) Roberto p. Dal Forno (Marano Lagunare) Bruno p. Dri (Porpetto) 1948 1974 1982 1987 1995 1998 1998 2000 2006 2008 2013 GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. La “Croce dei martiri” è stata scolpita in Sierra Leone Amadio p. Calligaro (Avilla di Buia) 1952 Callisto p. Vanzin (Chions, PN) 1976 Valeriano fr. Germano (Terenzano) 1983 Isaia fr. Vidale (Lenzone di Ovaro) 1995 Davide p. Zamparo (Bagnaria Arsa) 1995 Marco p. Matiazzi (Villanova Judrio) 1998 Gianfranco p. Cruder (Sammardenchia,Tarc.) 2000 Pio p. Devoti (Vergnacco) 2002 Amedeo p. Pelizzo (Faedis) 2006 Renzo p. Bon (Udine) 2011 Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) I 2013 NOVEMBRE MACOMER 08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9 Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706 E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084 Un anno intero con voi e con noi Immagini, volti e storie missionarie S an Guido Conforti scriveva: “Che spettacolo confortante offre nel giorno del Signore un popolo cristiano, fedele alla religione dei padri! Tutti si incontrano nella stessa casa, che è la casa del Padre comune; tutti siedono alla stessa mensa, tutti innalzano la stessa preghiera, tutti offrono lo stesso sa- crificio… Libertà, eguaglianza, fraternità, non sono vane parole, ma una realtà consolante, perché tutti più intimamente si sentono figli dello stesso Padre Celeste. Tutti si sentono come pervasi da uno spirito d’amore e di pace, che rende più lieta e serena la convivenza sociale”. Queste parole descrivono a cura di p. SALVATORE MARONGIU, sx bene la pagina che vi offriamo, fatta di poche parole e tante immagini. Ricordiamo eventi che accomunano tanti amici e amiche ai missionari saveriani della Sardegna. Non per puro esercizio di memoria, ma per rinnovare l’impegno e l’invito a camminare in■ sieme. Le case dei saveriani in Sardegna sono centri di animazione missionaria e vocazionale: sono case di tutti e per tutti gli amici e le amiche delle missioni… Il 3 dicembre: giornata di fraternità missionaria con i sacerdoti, nella festa di san Francesco Saverio, patrono delle missioni; saveriani e saveriane rinnovano i loro voti religiosi per la missione. La comunità dei missionari saveriani in Sardegna, nell’anno 2013. Il volto giovane della missione, anche in Sardegna. Settimana santa, processioni, feste religiose: la presenza dei saveriani è garantita anche nei momenti più emotivi della pietà popolare, che in Sardegna è ancora molto forte. Il 5 novembre, festa di san Guido Conforti: saveriani, saveriane e laici saveriani si ritrovano per una giornata di ritiro spirituale e di convivenza fraterna. INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! Delegate missionarie in pellegrinaggio a Guspini. Una grazie sincero a tutte le persone che amano la missione e ci aiutano in tanti modi nonostante l’età, le malattie e i problemi vari! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) 4 “Otto dies a sas Animas”: tante persone si uniscono alla nostra preghiera per tutti i defunti, in particolare per i missionari e tutti i nostri cari. GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! 2013 NOVEMBRE MARCHE 60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40 Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639 E-mail: [email protected] - C/c. postale 330605 Testimonianze e racconti brasiliani Festa missionaria alle Moie S ono tornato molto volenL’amicizia con don Fabio e gli tieri alle Moie, dopo l’otaltri sacerdoti mi ha rallegrato tavario della festa di Santa Maria molto. Così sono tornato il 21 e Madre di Misericordia, all’inizio 22 settembre, rappresentando i del mese. Ricordavo con gioia confratelli saveriani di Ancona, le visite ai malati e la loro fede, per dare testimonianza dei mil’impegno dei laici nei vari serracoli che il Signore ha fatto in vizi nella chiesa e nella società... Brasile sotto i miei occhi. Ho raccontato qualcosa dei Il mio contributo era stato testimoniare Gesù attraverso miei 28 anni passati tra le favesua Madre, l’amore per la gente, per i piccoli e Una biro, il taccuino i poveri. Le mie paro- degli appunti e Bibbia sono gli le venivano dal cuore, la strumenti di p. vorrei dire dallo spirito, Alberto Panichella anche al termine della durante le giornate processione di domenica missionarie 8 settembre nell’anfiteatro dietro la chiesa. Attenti agli aneddoti Mi ero trovato bene! L’accoglienza di Roberto e Domy Dellabella era stata calda e affettuosa. p. ALBERTO PANICHELLA, sx las (baraccopoli) e i quartieri popolari di cinque grandi città brasiliane, tra cui San Paolo. Nelle Messe ho descritto brevemente la missione dei figli del Conforti nel mondo, la situazione e il cammino della chiesa in Brasile. Ciò che ha più colpito la gente sono stati gli aneddoti, come la processione a Londrina fino al palazzo del municipio per far cancellare l’ordine di sfratto, o la mamma di San Paolo che ha adottato l’assassino di suo figlio, la malata di mente di Manaus che è guarita annunciando il vangelo e formando una comunità nella sua favela, la banda di giovani teppisti di Manaus che, attraverso l’hip-hop, è diventata un’organizzazione cristiana di pace... SPAZIO GIOVANI Quando la missione è... possibile Con i saveriani di Ancona nasce un nuovo gruppo I l 21 settembre, dalle 9 alle 17, si è incontrato per la seconda volta un gruppo di 15 giovani che desiderano fare l’esperienza del mese in missione con i saveriani. Noi, incaricati dell’animazione missionaria e vocazionale - p. Enzo, p. Alberto, p. Serge, Pietro e suor Gemma - abbiamo cercato di interessare i partecipanti (sulla media dei 30 anni) ai temi missionari in Italia e nel mondo, in modo da formare un gruppo missionario permanente... E crediamo di esserci riusciti! Ha rappresentato le saveriane suor Gemma, venuta da Parma. Immagini e racconti missionari Dopo la preghiera iniziale e le presentazioni, Pietro ha chiesto con domande scritte le aspettati- 4 ve dei giovani sul futuro del loro cammino: qualcuno è in dubbio, altri sono desiderosi di conoscere altre culture e religioni; altri sono attenti al senso della missione e alla novità del vangelo da annunciare. Insomma, c’erano molti interessi validi. Con immagini da scegliere, i giovani hanno espresso l’idea più forte di Dio, delle relazioni umane, della società ideale: lo scambio è stato interessante e ha creato un bel senso di fraternità. È seguita la presentazione di san Guido Conforti, fondatore dei saveriani, e di san Francesco Saverio, nostro ispiratore e patrono. I giovani sono stati molto colpiti e grati di sapere qualcosa in più dei saveriani. La saveriana Gemma D’Achille ha presentato la congregazione delle missionarie di Maria e p. A. PANICHELLA, sx ha raccontato due esperienze di evangelizzazione in Messico: con gli indigeni, che lei ha molto amato, e alla periferia di Guadalajara, con problemi di droga e violenza. Cercateci su facebook! Il pranzo con tutta la comunità è stato fraterno e in clima saveriano, con presentazioni iniziali dei confratelli, il richiamo alle icone di Conforti e del Saverio, presenti in refettorio. Abbiamo mangiato volentieri: la pasta è sparita in un batter d’occhio! La Messa, celebrata in modo partecipato e missionario, ha coronato l’incontro. Nella verifica finale abbiamo preso la decisione di formare un gruppo permanente, anche se non tutti potranno andare in Camerun o in Messico la prossima estate. È un altro passo avanti della nostra comunità Dai saveriani di Ancona nell’animasi è formato un nuovo zione vogruppo di giovani interecazionale e sati ai temi missionari missionaria! Ci trovate anche su facebook: il gruppo si chiama, “Mission possible”. ■ Una comunione profonda Abbiamo rinnovato e ampliato gli abbonamenti a “Missionari Saveriani”. Le offerte raccolte durante le celebrazioni sono andate alle missioni e la sorpresa è stata che la gente ha donato generosamente. Devo ringraziare la comunità cristiana e civile, che fa già tanto per le missioni: grazie! Nella Messa delle 11 abbiamo festeggiato alla chiesa del Redentore gli anniversari dei matrimoni di tante belle coppie. Anche la famiglia è missione! La chiesa è stata addobbata nello stile missionario, pieno di simboli e mondialità, bandiere e colori. Il Signore e la Madonna saranno stati contenti di questo evento che ha mostrato la misericordia di Dio tra i poveri del mondo… Tra le Moie e i saveriani si è creata una comunione veramente profonda e duratura! ■ Grande affetto e cordialità p. ALBERTO PANICHELLA, sx I l 15 settembre s’è tenuta ad Ancona la festa dei parenti dei saveriani. Sono arrivate una cinquantina di persone e abbiamo respirato tutti un clima di famiglia, affetto e cordialità. Ci siamo riuniti in chiesa per richiamarci agli alti ideali missionari dei confratelli. Abbiamo parlato delle novità in comunità: p. Narciso Passuello in cura a Parma e p. Claudio Bratti, impegnato nell’anno sabbatico. Ci siamo aggiornati sulla salute dei confratelli e sulle varie situazioni in Italia e nel mondo. Ci siamo ricordati nella preghiera di fratel Spinaci, che alla bella età di 92 anni ci ha lasciato per l’eternità. Abbiamo avvisato del rientro di p. Massimo Bartoli, di Agugliano, che era in Amazzonia e ora lavora nell’animazione missionaria in Sardegna… Così, uno ad uno, abbiamo ricordato ogni confratello marchigiano, saveriane comprese… Ha presieduto la Messa p. Giancarlo Lazzarini, rettore della nostra comunità, che ora è composta da sette persone: Giancarlo, Enzo, Giuseppe, Serge, Alberto, Piermario e il giovane studente Pietro. Padre Giancarlo ha ricordato che, secondo la volontà del fondatore, le nostre famiglie fanno parte della grande famiglia saveriana. Durante il delizioso pranzetto, ci hanno rallegrato le canzoni e le poesie della novantenne Maria, zia di p. Angelo Capannini (Indonesia). Abbiamo preparato anche una bella sorpresa: ha cantato per noi la soprano Lucia, di Ancona, che ci ha regalato brani canori bellissimi: “Dolce sentire”, “O sole mio”, “Va pensiero”, “La vergine degli angeli”... I molti applausi hanno rivelare la gioia dei presenti. Il Signore ci ha regalato una bella giornata in tutti i sensi! ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) DIARIO DELLA COMUNITÀ 2013 NOVEMBRE PARMA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 La vita è sempre un “ripartire” I nuovi studenti saveriani si presentano tro in Vincoli (Ravenna) dall’8 al 14 settembre per programmare l’anno 2013-2014. “Si appartiene solo a ciò che si costruisce insieme”. Con questo spirito, indicatoci da p. Ulisse, rettore della comunità dei teologi, ci siamo immersi nel lavoro per elaborare insieme il progetto comunitario di vita, in cui tutti noi ci sentiamo discepoli del Maestro Gesù. Riflettendo sui documenti del recente XVI Capitolo Generale, ci siamo così collocati nell’oggi della nostra famiglia missionaria e nell’oggi della storia mondiale, segnata profondamente dal clima di tensione. Sulla scia dell’appello di papa Francesco “Mai più la guerra!”, abbiamo pregato per la pace, mantenendo occhi e orecchie attenti al mondo. La nostra comunità si è arricchita di quattro nuovi studenti, provenienti da quattro paesi diversi: Brasile, Indonesia, Congo e Camerun. Ve li presentiamo. Accompagnateci con la vostra preghiera. Grazie. José Matias, brasiliano: da operaio a missionario José Matias Dos Santos Filho ha 31 anni. È nato nello stato del Paranà e ha vissuto molti anni a Londrina. È il secondo di due fratelli. Da bambino partecipava alle comunità di base con la famiglia. Il contatto con la parola di Dio ha favorito in lui la vocazione missionaria. Un altro momento significativo è stata l’ordinazione sacerdotale di un saveriano, quando José aveva 11 anni. Nel 2000 è entrato in seminario, ma dopo quattro anni ha dovuto rinunciare per aiutare la famiglia. Pur lavorando, ha studiato e conseguito due lauree. Poi, ha deciso di tornare in seminario, perché sentiva nel cuore il desiderio missionario. Nel 2012 è entrato dai saveriani. Dopo un periodo di accompagnamento e il noviziato, il 30 giugno 2013 ha fatto la prima professione dei voti religiosi. Ora a Parma continua la sua avventura missionaria. Gordianus, indonesiano: sedotto dalla missione Gordianus Afri viene dall’Indonesia e ha 26 anni. È il secondo di otto fratelli. È entrato nella famiglia saveriana dopo la scuola superiore. Nel 2005 ha vissuto un anno di propedeutica a Yogyakarta, poi si è trasferito a Jakarta per il noviziato. A fine 2008 ha fatto la prima professione; in seguito ha studiato per quattro anni filosofia. Nel 2012, ha fatto un anno di attività pastorale a Yogyakarta. La sua avventura missionaria nasce nel 2001, quando p. Ro- Padre Dante ha fatto 95! Gli auguri della gente di Abaetetuba riesco a trovare le parole N ongiuste per presentare il nostro caro p. Dante Mainini, che amo con un amore profondamente fraterno, che stimo per la sua autenticità, che apprezzo per la sua cocciutaggine missionaria e apostolica, messa in pratica oltre le regole: la gente in primo luogo, sempre pronto ad accoglierla in qualsiasi ora... Per undici anni insieme Ho vissuto 11 anni con p. Dante: lui era parroco della cattedrale, unica parrocchia della città di Abaetetuba. Tutti seguivamo lo stesso progetto pastorale, concordato con il “santo vescovo” mons. Angelo Frosi. Abbiamo diviso la città in una decina di settori, ben strutturati con chiesa e opere pastorali (come se fossero parrocchie), ma tutto era coordinato da p. Dante e da una mezza-dozzina di saveriani, galoppanti, senza paura. Abbiamo fondato le comunità di base (Cebs) ed eravamo impegnati nella formazione dei laici e nel movimento per giustizia e pace. 4 Nella comunità di San Giovanni Con l’arrivo del nuovo vescovo mons. Fla- vio Giovenale, p. Dante ha lasciato la sua funzione di vicario generale e di parroco della cattedrale e ha scelto, come sua nuova casa, la comunità più povera e meno strutturata alla periferia di Abaeté: una comunità che nasceva dalle paludi della baia e del fiume, dove la gente per avere un pezzo di terra e costruire la sua chupana, doveva occupare terreni paludosi e insalubri. Qui p. Dante, dopo gli ottant’anni, ha costruito il suo regno dei cieli, tra i più poveri dei poveri. Con questa gente ha costruito la chiesa e il centro pastorale; con loro ha annunciato la parola di Dio e ha vissuto la sua vocazione missionaria, come autentico figlio di san Guido Conforti. Questa comunità, dedicata a p. MARCELLO ZURLO, sx San Giovanni, ha voluto celebrare il 1° ottobre un momento di fraternità per festeggiare i 95 anni del loro formatore e direttore spirituale. Cose semplici: la Messa e la condivisione fraterna della torta, con canti e musica. Indimenticabili sono stati gli auguri, anche attraverso facebook. Eccone alcuni… I nuovi studenti saveriani appena arrivati a Parma (da sinistra verso destra) Matias, Gordianus, Basile e Sevérin: da quattro nazioni in tre continenti dolfo Ciroi è arrivato nella sua zona in cerca di giovani generosi. Gordianus si è lasciato sedurre dalla testimonianza del missionario. Ora a Parma continua gli studi in preparazione al sacerdozio. Basile, congolese: amore per la missione Basile Bitangalo Nula Papy è congolese, precisamente dalla missione di Shabunda, che era guidata dai missionari saveriani. Basile, nato nel 1986, fa parte di una famiglia cristiana; suo padre era il responsabile della comunità di base. È stato battezzato da p. Gabriel Basuzwa, primo saveriano congolese. Proprio i saveriani l’hanno visto nascere e hanno seminato in lui l’amore di Cristo e il desiderio missionario. Nel 2007 ha cominciato la formazione saveriana e il 15 agosto 2013 ha fatto Gli auguri della gente! • “Ringrazio molto Dio per aver inviato al mondo un pastore così buono e semplice, così amabile e di immensa sapienza divina”. • “È una pena che lui non possa essere eterno! È una persona incredibile! Padre Dante, le persone come te ci ispirano a essere migliori”. • “Un santo in mezzo a noi! Che Dio dia molti anni di vita a questo ottimo padre, perché lui ha dedicato tutta la sua vita per portare la Parola di salvezza a tutti. Auguri, uomo di Dio!”. • “Dio ti ha mandato qui, perché la nostra comunità sia migliore. E ha indovinato!”. Il reggiano padre Dante Mainini il 1° ottobre ha festeggiato il 95° compleanno con la gente della comunità “San Giovanni” di Abaetetuba, in Brasile... Auguri! Anche noi saveriani dell’Amazzonia vorremmo essere come lui, semplici strumenti nella mano del Padre Celeste. È lui che ama e che fa il bene, anche attraverso di noi. Auguri, p. Dante! ■ la prima professione religiosa a Kinshasa. Ora a Parma deve imparare la lingua italiana, per poi affrontare gli studi teologici. Sevérin, camerunese: battezzato da giovane Sevérin Arnaud Kouadjo Ngueliassi viene dal Camerun e ha 27 anni. È il terzo di otto fratelli. Suo padre è cattolico, mentre la mamma è protestante. È stato battezzato nel 2001 dopo il periodo del catecumenato. Nel 2005 è entrato in contatto con i saveriani tramite p. Carlo Girola, suo accompagnatore spirituale. Nel 2008 ha iniziato il cammino vocazionale. Il 15 agosto 2013 ha fatto la prima professione religiosa nella parrocchia Saint Bernard a Kinshasa. Nella grande comunità internazionale di Parma, Sevérin continua la sua crescita umana, intellettuale e spirituale. ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) le vacanze estive, ci D opo siamo incontrati a San Pie- PHILBERT NTAHIMPERA, sx 2013 NOVEMBRE PIACENZA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 La vita è sempre un “ripartire” I nuovi studenti saveriani si presentano tro in Vincoli (Ravenna) dall’8 al 14 settembre per programmare l’anno 2013-2014. “Si appartiene solo a ciò che si costruisce insieme”. Con questo spirito, indicatoci da p. Ulisse, rettore della comunità dei teologi, ci siamo immersi nel lavoro per elaborare insieme il progetto comunitario di vita, in cui tutti noi ci sentiamo discepoli del Maestro Gesù. Riflettendo sui documenti del recente XVI Capitolo Generale, ci siamo così collocati nell’oggi della nostra famiglia missionaria e nell’oggi della storia mondiale, segnata profondamente dal clima di tensione. Sulla scia dell’appello di papa Francesco “Mai più la guerra!”, abbiamo pregato per la pace, mantenendo occhi e orecchie attenti al mondo. La nostra comunità si è arricchita di quattro nuovi studenti, provenienti da quattro paesi diversi: Brasile, Indonesia, Congo e Camerun. Ve li presentiamo. Accompagnateci con la vostra preghiera. Grazie. José Matias, brasiliano: da operaio a missionario José Matias Dos Santos Filho ha 31 anni. È nato nello stato del Paranà e ha vissuto molti anni a Londrina. È il secondo di due fratelli. Da bambino partecipava alle comunità di base con la famiglia. Il contatto con la parola di Dio ha favorito in lui la vocazione missionaria. Un altro momento significativo è stata l’ordinazione sacerdotale di un saveriano, quando José aveva 11 anni. Nel 2000 è entrato in seminario, ma dopo quattro anni ha dovuto rinunciare per aiutare la famiglia. Pur lavorando, ha studiato e conseguito due lauree. Poi, ha deciso di tornare in seminario, perché sentiva nel cuore il desiderio missionario. Nel 2012 è entrato dai saveriani. Dopo un periodo di accompagnamento e il noviziato, il 30 giugno 2013 ha fatto la prima professione dei voti religiosi. Ora a Parma continua la sua avventura missionaria. Gordianus, indonesiano: sedotto dalla missione Gordianus Afri viene dall’Indonesia e ha 26 anni. È il secondo di otto fratelli. È entrato nella famiglia saveriana dopo la scuola superiore. Nel 2005 ha vissuto un anno di propedeutica a Yogyakarta, poi si è trasferito a Jakarta per il noviziato. A fine 2008 ha fatto la prima professione; in seguito ha studiato per quattro anni filosofia. Nel 2012, ha fatto un anno di attività pastorale a Yogyakarta. La sua avventura missionaria nasce nel 2001, quando p. Ro- Padre Dante ha fatto 95! Gli auguri della gente di Abaetetuba riesco a trovare le parole N ongiuste per presentare il nostro caro p. Dante Mainini, che amo con un amore profondamente fraterno, che stimo per la sua autenticità, che apprezzo per la sua cocciutaggine missionaria e apostolica, messa in pratica oltre le regole: la gente in primo luogo, sempre pronto ad accoglierla in qualsiasi ora... Per undici anni insieme Ho vissuto 11 anni con p. Dante: lui era parroco della cattedrale, unica parrocchia della città di Abaetetuba. Tutti seguivamo lo stesso progetto pastorale, concordato con il “santo vescovo” mons. Angelo Frosi. Abbiamo diviso la città in una decina di settori, ben strutturati con chiesa e opere pastorali (come se fossero parrocchie), ma tutto era coordinato da p. Dante e da una mezza-dozzina di saveriani, galoppanti, senza paura. Abbiamo fondato le comunità di base (Cebs) ed eravamo impegnati nella formazione dei laici e nel movimento per giustizia e pace. 4 Nella comunità di San Giovanni Con l’arrivo del nuovo vescovo mons. Fla- vio Giovenale, p. Dante ha lasciato la sua funzione di vicario generale e di parroco della cattedrale e ha scelto, come sua nuova casa, la comunità più povera e meno strutturata alla periferia di Abaeté: una comunità che nasceva dalle paludi della baia e del fiume, dove la gente per avere un pezzo di terra e costruire la sua chupana, doveva occupare terreni paludosi e insalubri. Qui p. Dante, dopo gli ottant’anni, ha costruito il suo regno dei cieli, tra i più poveri dei poveri. Con questa gente ha costruito la chiesa e il centro pastorale; con loro ha annunciato la parola di Dio e ha vissuto la sua vocazione missionaria, come autentico figlio di san Guido Conforti. Questa comunità, dedicata a p. MARCELLO ZURLO, sx San Giovanni, ha voluto celebrare il 1° ottobre un momento di fraternità per festeggiare i 95 anni del loro formatore e direttore spirituale. Cose semplici: la Messa e la condivisione fraterna della torta, con canti e musica. Indimenticabili sono stati gli auguri, anche attraverso facebook. Eccone alcuni… I nuovi studenti saveriani appena arrivati a Parma (da sinistra verso destra) Matias, Gordianus, Basile e Sevérin: da quattro nazioni in tre continenti dolfo Ciroi è arrivato nella sua zona in cerca di giovani generosi. Gordianus si è lasciato sedurre dalla testimonianza del missionario. Ora a Parma continua gli studi in preparazione al sacerdozio. Basile, congolese: amore per la missione Basile Bitangalo Nula Papy è congolese, precisamente dalla missione di Shabunda, che era guidata dai missionari saveriani. Basile, nato nel 1986, fa parte di una famiglia cristiana; suo padre era il responsabile della comunità di base. È stato battezzato da p. Gabriel Basuzwa, primo saveriano congolese. Proprio i saveriani l’hanno visto nascere e hanno seminato in lui l’amore di Cristo e il desiderio missionario. Nel 2007 ha cominciato la formazione saveriana e il 15 agosto 2013 ha fatto Gli auguri della gente! • “Ringrazio molto Dio per aver inviato al mondo un pastore così buono e semplice, così amabile e di immensa sapienza divina”. • “È una pena che lui non possa essere eterno! È una persona incredibile! Padre Dante, le persone come te ci ispirano a essere migliori”. • “Un santo in mezzo a noi! Che Dio dia molti anni di vita a questo ottimo padre, perché lui ha dedicato tutta la sua vita per portare la Parola di salvezza a tutti. Auguri, uomo di Dio!”. • “Dio ti ha mandato qui, perché la nostra comunità sia migliore. E ha indovinato!”. Il reggiano padre Dante Mainini il 1° ottobre ha festeggiato il 95° compleanno con la gente della comunità “San Giovanni” di Abaetetuba, in Brasile... Auguri! Anche noi saveriani dell’Amazzonia vorremmo essere come lui, semplici strumenti nella mano del Padre Celeste. È lui che ama e che fa il bene, anche attraverso di noi. Auguri, p. Dante! ■ la prima professione religiosa a Kinshasa. Ora a Parma deve imparare la lingua italiana, per poi affrontare gli studi teologici. Sevérin, camerunese: battezzato da giovane Sevérin Arnaud Kouadjo Ngueliassi viene dal Camerun e ha 27 anni. È il terzo di otto fratelli. Suo padre è cattolico, mentre la mamma è protestante. È stato battezzato nel 2001 dopo il periodo del catecumenato. Nel 2005 è entrato in contatto con i saveriani tramite p. Carlo Girola, suo accompagnatore spirituale. Nel 2008 ha iniziato il cammino vocazionale. Il 15 agosto 2013 ha fatto la prima professione religiosa nella parrocchia Saint Bernard a Kinshasa. Nella grande comunità internazionale di Parma, Sevérin continua la sua crescita umana, intellettuale e spirituale. ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) le vacanze estive, ci D opo siamo incontrati a San Pie- PHILBERT NTAHIMPERA, sx 2013 NOVEMBRE PIEMONTE e LIGURIA 20033 DESIO MI - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 Pellegrini a Javier, in Spagna cammino comporta una U npredisposizione d’animo. Sono partita per il pellegrinaggio da Loyola a Javier, in Spagna (17-29 agosto 2013), senza aspettative e senza immaginare quanto questa esperienza avrebbe potuto cambiarmi. All’inizio, il pensiero dei preparativi e la preoccupazione per il bagaglio mi hanno distolto dal riflettere su cosa avrei voluto trovare alla fine di questo cammino. Sapevo solo che dopo sette anni ero intenzionata a ripetere l’esperienza, intuendo che questa volta sarebbe stata diversa. Sant’Ignazio è andato oltre… Dopo aver conosciuto i ragazzi spagnoli e i saveriani che li accompagnavano, abbiamo iniziato la nostra avventura. Il cammino è partito dai Paesi Baschi, avvolta da quel meraviglioso silenzio mai ascoltato prima che più di ogni cosa mi ha rigenerato. Nelle prime giornate abbiamo avuto la fortuna di entrare meglio in contatto con la figura di sant’Ignazio. Ascoltando i racconti della sua vita, visitando i luoghi dove lui aveva vissuto e sognato, mi rendo conto della similitudine tra sant’Ignazio e molti di noi: troppo sognatori, troppo convinti dell’idea che abbiamo di noi stessi, tanto da rigettare e allontanare la vera vocazione che Dio ci manda… Sant’Ignazio è andato oltre, ha deciso di seguire la strada che Dio gli aveva segnato, affidandosi a lui, con gioia. Il necessario si trova per strada Con questo spirito di gioia e fiducia abbiamo proseguito il pellegrinaggio. Non eravamo in molti, ma in numero sufficiente per conoscerci meglio e collaborare lungo il cammino. Ogni giorno ci ritrovavamo in posti diversi, ammirando una natura generosa e libera. I sentieri percorsi spesso non erano “comodi”, così ILEANA SEMERARO abbiamo dovuto adattarci. Il paesaggio cambiava come i luoghi che ci davano accoglienza e, passo dopo passo, non sapevamo cosa ci avrebbe aspettato il giorno seguente. Avevamo solo noi stessi e i nostri compagni di viaggio con i quali condividere momenti di riflessione, di spensieratezza, esperienze e vite tutte diverse, accomunate solamente da un Dio che ci aveva resi fratelli senza conoscerci. Il viaggio proseguiva e la stanchezza aumentava, insieme all’esperienza. Ci aiutavamo e sostenevamo a vicenda. Vedevamo l’arrivo a Javier come un traguardo spirituale: “Sono arrivato da te, Signore, dopo un lungo cammino; d’ora in poi tutto sarà diverso”. E così è stato: al ritorno la mia vita non è stata più la stessa. Mi sono resa conto che per camminare non c’è bisogno di un bagaglio ricco; il necessario si trova sempre sulla strada! ■ MISSIONE E PREGHIERA / 39 Dobbiamo dare buoni frutti La prima condizione per il raccolto è l’umiltà È terminata la stagione dei raccolti! Grazie al caldo dell’estate, i frutti sugli alberi e sui campi - ciascuno a suo tempo - sono maturati, riempiendo di profumo l’aria e di gioia il cuore di chi si è affaticato nel duro lavoro della terra. Anche la vendemmia ha prodotto il mosto e le olive hanno dato il loro olio! 4 Anche noi dobbiamo dare buoni frutti La chiesa ci ha posto sulle labbra una bella preghiera in cui chiediamo al Signore di far maturare in noi i frutti del bene: «O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza». Anche noi siamo piante coltivate dal divino Agricoltore e dobbiamo dare buoni frutti. Il primo germe di bene che Dio ha messo in noi è la fede da cui discendono tutte le virtù, e soprattutto la virtù che rimane per sempre, la più grande: la carità. Proprio come per i semi che il contadino getta nella terra, così anche per questi “semi di bene” sono necessarie condizioni favorevoli, affinché maturino e portino frutti abbondanti. In primo luogo occorre esporsi alla grazia e lasciare che essa ci lavori. La prima condizione è, dunque, l’umiltà. Nella vita cristiana l’umiltà è la virtù fondamentale. Se non c’è l’umiltà, manca il terreno buono per la maturazione e la crescita dei frutti. Purtroppo questo terreno spesso è pieno di rovi e di spine perché la disobbedienza delle origini, causata dalla superbia, ha introdotto nel mondo il dolore e la morte. Dio, però, è intervenuto per salvare ad ogni costo l’umanità, al prezzo del sacrificio tota- M. ANNA MARIA CÀNOPI, osb [email protected] Ogni giorno siamo in cammino LUCA D’AMORE P er la laurea mi sono regalato il pellegrinaggio da Loyola a Javier. All’inizio di questa avventura on the road non sapevo cosa mi aspettasse e cosa dovermi aspettare. Alla fine posso dire che questa esperienza mi ha lasciato il segno e, come dice la canzone di Leonard Coehn dal titolo Hallelujah, “Ho sentito che c’era un accordo musicale segreto che Davide suonò e che piacque al Signore”. Mi sono accorto che in tutte le cose che faccio nella vita devo cercare qualche spiraglio di fede che faccia entrare Dio nei gesti quotidiani di ogni giorno. Chi ha fede vede e cerca Dio, tenendolo sempre presente e amandolo e ringraziandolo per quello che ci ha donato con gratuità. L’altro aspetto che questa esperienza mi ha regalato è il cammino stesso, perché senza che ce ne rendiamo conto ogni giorno siamo in cammino; iniziare un cammino significa “staccare la spina” dalla vita di tutti i giorni. Voglio ringraziare tutti i miei compagni di viaggio per i momenti di condivisione vissuti, con l’augurio che ci possiamo rivedere presto. ■ le del Figlio sulla croce. Impariamo ad amare veramente Quando c’è la superbia, non c’è posto per Dio. Allora l’io si illude di essere Dio e prende il posto di Dio, ma in realtà questo “io” superbo è un idolo, e tutti gli idoli - come dimostra la storia sono tutti destinati a frantumarsi. Al contrario, la vera umiltà fa spazio all’amore, e l’amore è autentico quando si mette al servizio. Gesù ce ne ha dato l’esempio servendo fino all’estremo, fino a lavare i piedi ai discepoli, fino a darsi come cibo, fino a morire sulla croce perdonando. Impariamo da Lui ad amare veramente. Avanzando negli anni, dobbiamo maturare così da essere frutti dolci e maturi che possono essere “mangiati”. È quanto ha fatto e fa Gesù che si dona a noi nell’Eucaristia. Vivendo di lui, diventiamo “eucaristia”, pane di vita che dona aiuto, conforto e gioia ai fratelli, senza pretese di essere ricambiati, poiché dando agli altri, già si riceve. ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) D’ora in poi tutto sarà diverso Il castello di Javier in Spagna, meta del pellegrinaggio estivo con i saveriani 2013 NOVEMBRE PUGLIA 74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15 Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558 E-mail: [email protected] - C/c. postale 10423747 Il castello di Javier in Spagna, meta del pellegrinaggio estivo con i saveriani della Puglia Pellegrini a Javier, in Spagna D’ora in poi tutto sarà diverso Sono partita per il pellegrinaggio da Loyola a Javier, in Spagna (17-29 agosto 2013), senza aspettative e senza immaginare quanto questa esperienza avrebbe potuto cambiarmi. All’inizio, il pensiero dei preparativi e la preoccupazione per il bagaglio mi hanno distolto dal riflettere su cosa avrei voluto trovare alla fine di questo cammino. Sapevo solo che dopo sette anni ero intenzionata a ripetere l’esperienza, intuendo che questa volta sarebbe stata diversa. Sant’Ignazio è andato oltre… Dopo aver conosciuto i ragazzi spagnoli e i saveriani che li accompagnavano, abbiamo iniziato la nostra avventura. Il cammino è partito dai Paesi Baschi, avvol- ta da quel meraviglioso silenzio mai ascoltato prima che più di ogni cosa mi ha rigenerato. Nelle prime giornate abbiamo avuto la fortuna di entrare meglio in contatto con la figura di sant’Ignazio. Ascoltando i racconti della sua vita, visitando i luoghi dove lui aveva vissuto e sognato, mi rendo conto della similitudine tra sant’Ignazio e molti di noi: troppo sognatori, troppo convinti dell’idea che abbiamo di noi stessi, tanto da rigettare e allontanare la vera vocazione che Dio ci manda… Sant’Ignazio è andato oltre, ha deciso di seguire la strada che Dio gli aveva segnato, affidandosi a lui, con gioia. Il necessario si trova per strada Con questo spirito di gioia e fiducia abbiamo proseguito il pellegrinaggio. Non eravamo in molti, ma in numero sufficiente per conoscerci meglio e collaborare lungo il cammino. Ogni giorno ci ritrovavamo in posti diversi, ammirando una natura generosa e libera. I sentieri percorsi spesso non erano “comodi”, così abbiamo dovuto adattarci. Il paesaggio cambiava come i luoghi che ci davano accoglienza e, passo dopo passo, non sapevamo cosa ci avrebbe aspettato il giorno seguente. Avevamo solo noi stessi e i nostri compagni di viaggio con i quali condividere momenti di riflessione, di spensieratezza, esperienze e vite tutte diverse, accomunate solamente da un Dio che ci aveva resi fratelli senza conoscerci. Il viaggio proseguiva e la stanchezza aumentava, insieme all’esperienza. Ci aiutava- Una persona straordinaria Lo zio Giuseppe, missionario in Brasile zio era una persona straM ioordinaria. Non è una frase di circostanza, che si utilizza per parlare di qualcuno che non c’è più. Lui lo era davvero per noi: da sempre, motivo di orgoglio, uomo giusto e generoso, che con la sua vita educava all’amore, da sempre un esempio da imitare. Lontano, ma sempre presente Lo si vedeva poco; a volte mancava per diversi anni a causa del suo impegno missionario. Eppure era sempre presente nelle nostre vite, e quando ci telefonava per dire che sarebbe tornato a casa, eravamo tutti felici come lo si è quando si riceve una bella notizia inaspettata. Un evento straordinario, tale da riunire tutta la famiglia in un clima di festa. Gli facevamo tantissime domande: su come si viveva in missione, come era la 4 gente che frequentava, i bambini, cosa mangiava, che lingua parlava, quali difficoltà incontrava e tante altre domande su quel mondo a noi sconosciuto. Le nostre domande, talvolta così banali, non sembravano annoiarlo. Tutt’altro. Con la pazienza che lo ha sempre contraddistinto, rispondeva sempre con un grande sorriso. Era felice di trascorrere il suo tempo con me e gli altri nipoti; si interessava ai nostri studi e alle nostre attività, dandoci suggerimenti e consigli. Cercavo di capire… Sin da bambino sono stato affascinato dalla sua persona, dalla sua intelligenza. Lo guardavo e cercavo di capire da dove venisse tutta quella forza e quel coraggio, il suo grande amore verso Dio e tutti quei valori che mi ha trasmesso, anche se non eravamo vicini. Padre Nicola Chiarelli, saveriano pugliese, nel 2003 in Brasile CLAUDIO CHIARELLI Mi ha insegnato cos’è l’amore e la povertà fino all’ultimo giorno, quando ho visto che la malattia contratta in terra di missione lo aveva consumato terribilmente e che, nonostante ciò, lui continuava a pregare per noi, incurante del dolore che lo spegneva lentamente; quando ho visto che, esattamente come Cristo, ha preso la sua croce senza esitazione e ha seguito la sua strada fino alla fine. Chi è lo zio missionario Senza mai nominarlo, il nipote Claudio ha dipinto un bel ritratto dello zio p. Giuseppe Chiarelli, saveriano tarantino di Martina Franca, morto a Parma il 12 giugno 2010, all’età di 66 anni. Dopo gli anni di studio nei seminari di Taranto e Molfetta, diciottenne, aveva seguito la vocazione missionaria entrando tra i saveriani. È stato missionario in Burundi per alcuni anni, e poi in Brasile dal 1980 fino al 2009. Ha lavorato anche in Italia: a Salerno come formatore degli aspiranti missionari, e nella casa madre di Parma, come assistente dei confratelli anziani e malati. Per capire “da dove gli venisse forza e coraggio”, p. Giuseppe risponderebbe ancora così: «Noi missionari annunciamo il vangelo ai poveri, ma sono i poveri che ci evangelizzano e ci insegnano a vivere il vangelo» (nota di p. Marcello Storgato). ■ mo e sostenevamo a vicenda. Vedevamo l’arrivo a Javier come un traguardo spirituale: “Sono arrivato da te, Signore, dopo un lungo cammino; d’ora in poi tutto sarà diverso”. E così è stato: al ritorno la mia vita non è stata più la stessa. Mi sono resa conto che per camminare non c’è bisogno di un bagaglio ricco; il necessario si trova sempre sulla strada! ■ Ogni giorno siamo in cammino LUCA D’AMORE P er la laurea mi sono regalato il pellegrinaggio da Loyola a Javier. All’inizio di questa avventura on the road non sapevo cosa mi aspettasse e cosa dovermi aspettare. Alla fine posso dire che questa esperienza mi ha lasciato il segno e, come dice la canzone di Leonard Coehn dal titolo Hallelujah, “Ho sentito che c’era un accordo musicale segreto che Davide suonò e che piacque al Signore”. Mi sono accorto che in tutte le cose che faccio nella vita devo cercare qualche spiraglio di fede che faccia entrare Dio nei gesti quotidiani di ogni giorno. Chi ha fede vede e cerca Dio, tenendolo sempre presente e amandolo e ringraziandolo per quello che ci ha donato con gratuità. L’altro aspetto che questa esperienza mi ha regalato è il cammino stesso, perché senza che ce ne rendiamo conto ogni giorno siamo in cammino; iniziare un cammino significa “staccare la spina” dalla vita di tutti i giorni. Voglio ringraziare tutti i miei compagni di viaggio per i momenti di condivisione vissuti, con l’augurio che ci possiamo rivedere presto. ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Nella chiesa dei saveriani a Lama-Taranto, dal 23 al 30 novembre alle 18, preghiamo per i nostri defunti. Chi non riesce a partecipare, può comunicare i nomi dei defunti scrivendo o telefonando. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) cammino comporta una U npredisposizione d’animo. ILEANA SEMERARO 2013 NOVEMBRE REGGIO CALABRIA 89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze Santuario Madonna della Grazia Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 10444891 La nostra testimonianza della fede L’adorazione dell’Eucaristia 3 ottobre, dopo G iovedì l’esposizione del Santissimo, la cui presenza libera i nostri cuori da preoccupazioni terrene e ci porta verso alte mete, ha avuto inizio l’adorazione Eucaristica. Il tema “Sulle strade del mondo” riprendeva quello della giornata missionaria mondiale, mentre si sta per chiudere l’anno della fede. Ed è appunto la fede e la testimonianza della stessa, il tema centrale della riflessione. Credere, quindi avere fede, non significa solo saper recitare il “Credo”. Credere vuol dire vivere la propria vita da cristiano e testimoniarla agli altri “sulle strade del mondo”. Vuol dire affrontare la missione percorrendo le strade del mondo, così come Gesù per- Maria: madre dell’umanità alla recita del rosaL’ invito rio dell’ottobre missionario nel santuario della Madonna della Grazia, ha offerto ai fedeli presenti la grande opportunità per riflettere e meditare sulla figura di Maria: donna, madre e destinataria delle preghiere che l’umanità bisognosa le rivolge da sempre. Il rosario missionario Ai piedi dell’altare sono presenti i cinque continenti, colo- GIGLIO ITALIANO corse le strade della Galilea per diffondere la Buona Novella. Quanto un granello di senape La fede è un dono prezioso; talmente prezioso che ne basta quanto un granello di senape. È necessario accogliere questo dono, tramite il quale Dio ci dimostra tutto il suo amore, non per ELISA GANGEMI rati e illuminati, e tutti convergenti verso un unico centro che è Dio. Amore, abbandono, misericordia, perdono, disponibilità, condivisione: sono i sentimenti profondamente umani e cristiani che provano i fedeli oranti. Ci siamo sentiti vicini ai missionari che in ogni parte del mondo fanno conoscere la grandezza del Signore e le vie che egli indica a ciascuna creatura, per essere una scintilla, piccola ma visibile, nell’im- mensità del creato. La Madonna ci aiuta a capire cosa e come dobbiamo agire per essere vicini e premurosi verso i bisognosi. Tutti abbiamo da offrire qualcosa: è bene aprirsi al vicino, ricordando che è proprio Gesù il nostro prossimo. Grazie per questo momento di meditazione, ricerca interiore e riconoscenza per l’opera mediatrice di Maria, che ci vuole tutti salvi e ci accoglie in un caldo e sicuro abbraccio. ■ tenerlo per sé, ma per condividerlo con gli altri. Onuno di noi è chiamato a svolgere la propria opera di missionario per le strade del mondo. Il concilio Vaticano II ci ricorda che il compito missionario, quello di rendere testimonianza a Cristo di fronte alle nazioni e allargare i confini della fede, è compito di ogni battezzato e quindi di tutti noi. Giovanni Paolo II scrive: “La prima forma di evangelizzazione è la testimonianza; l’uomo crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla dottrina, più alla vita e ai fatti che alle teorie” (Redemptoris Missio). ■ Per vivere meglio l’anno pastorale p. PIERLUIGI FELOTTI, sx Il 3 ottobre, con l’adorazione Eucaristica sotto lo sguardo della Madonna della Grazia, abbiamo vissuto il primo appuntamento di questo anno pastorale. È un appuntamento che si rinnoverà ogni primo giovedì del mese fino a giugno 2014. Un’altra iniziativa è il terzo giovedì del mese, quando ci ritroviamo per la Lectio divina. Tutti i fedeli sono invitati alle 18,45, dopo la santa Messa nel santuario della Madonna della Grazia. L’altro incontro mensile è rivolto al gruppo “Giovani mondialità” per la Lectio biblica il secondo mercoledì di ogni mese alle ore 20. Mentre per il gruppo “Pace e bene”, l’appuntamento settimanale è fissato alle ore 17 di ogni mercoledì, quando i partecipanti trascorrono qualche ora di impegno culturale e di svago, guidati da p. Flavio. Per accogliere il nuovo vescovo La nostra chiesa alla Madonna della Grazia rivolge, passa attraverso tempi e modi che solo lui conosce e ha come unica radice l’annuncio di Cristo risorto. Agli apostoli intristiti, dopo l’annuncio della passione, Gesù infatti ricorda: “Vado e tornerò da voi” (Gv 14,28). Nell’attesa del suo ritorno, perché l’uomo non rimanga privo della sua presenza e del suo conforto, il Signore dà alla chiesa lo speciale mandato di “fare discepole tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, di perpe- 4 tuare il sacrificio Eucaristico e di rimettere i peccati. Tale mandato si rende visibile nel servizio pastorale del vescovo, al quale partecipano anche i presbiteri. La chiesa, dunque, ha bisogno del vescovo! Pronti ad accogliere Con questa certezza nel cuore, la diocesi di Reggio CalabriaBova, dopo le dimissioni per raggiunti limiti di età di mons. Mondello, ha accolto il 13 luglio la nomina del suo nuovo arcivescovo nella persona di mons. Giuseppe Fiorini Morosini, già vescovo della diocesi di LocriGerace. Nel ringraziare il Signore per tutto quello che ci ha dato mediante la persona di mons. Mondello, questa nostra diocesi si è preparata anche ad accogliere il I fedeli della zona pastorale di Gallico – Catona - Aspromonte suo nuovo si sono radunati al santuario Madonna della Grazia per accogliere in preghiera il nuovo vescovo mons. Fiorini Morosini pastore. Anche la nostra zona pastorale di Gallico - Catona - Aspromonte, accogliendo l’esortazione dello stesso mons. Morosini a pregare per lui, si è ritrovata l’8 settembre al santuario della Madonna della Grazia in Gallico Superiore, per la preghiera e la meditazione; ha sostato alla presenza di Gesù Eucarestia, mettendosi in ascolto della sua parola. Un caloroso benvenuto Anche per noi è valso l’invito del Maestro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’” (Mc 6,31). Nel raccoglimento, il Signore ha voluto parlare al nostro cuore: ci ha ricordato che lui, giorno dopo giorno, continua a fare nuove tutte le cose. Siamo certi che come mons. Mondello e i pastori che lo hanno preceduto, sono entrati nel cuore di questa nostra chiesa locale e hanno saputo far camminare questa nostra diocesi, così anche al nuovo pastore non mancherà la docilità e l’affetto del gregge. A mons. Fiorini Morosini va il nostro grazie per aver accettato di diventare nostro vescovo, gli auguriamo un fecondo apostolato e con cuore di figli gli diamo un caloroso benvenuto in questa terra Reggina. ■ Il rosario missionario, con i cinque colori dei continenti, aiuta a pregare Maria santissima per tutta l’umanità INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) al rinnovamento, L’ invito che il Signore sempre ci don SIMONE V. GATTO 2013 NOVEMBRE ROMA 00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287 Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925 E-mail: [email protected] - C/c. postale 45206000 È bello essere missionari! La veglia in San Giovanni in Laterano basilica di San GioN ella vanni in Laterano il 3 ottobre scorso s’è tenuta la veglia missionaria di preghiera. Il titolo era: “Sulle strade del mondo”. In apertura il cardinal Agostino Vallini ha invitato a un momento di silenzio per rivolgere al Signore il grido di pietà per i morti di Lampedusa. Poi ha aggiunto: “C’è il rischio dell’indifferenza, dell’abitudine alla morte… Non possiamo celebrare la bellezza del vangelo e considerarlo il grande bene per il mondo, se tragedie come questa non diventano esperienza di dolore, di preghiera, di salvezza”. Testimonianza di Giovanna, missionaria in Siria Abbiamo ascoltato la testimonianza di Giovanna, una laica che ha scelto di vivere come missionaria in Siria. “Quando ho lasciato la mia famiglia, la mia patria e una possibile carriera, non avrei immaginato che un giorno mi sarei trovata in un paese in guerra, a condividere con la gente la tragedia della distruzione e della morte. In Siria la vita continua a essere terribilmente difficile per tutti, perché ci sono regioni bagnate dalla violenza e non si sa fino a quando ce la faremo a resistere. I prezzi sono alle stelle e la gente pensa solo a garantirsi il cibo; tutto il resto è diventato superfluo. Le persone, abituate a lavorare, ora sentono che anche la loro dignità è stata cancellata. L’insicurezza nel paese è sovrana e in tante località e quartieri della città si convive ogni giorno con il rischio. Quando usciamo da casa ci chiediamo se rientreremo. Un’amica mi confidava che ogni giorno esce da casa con tanta fiducia in Dio, mettendo la propria vita nelle sue mani. Stare in Siria oggi per tanti p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx cristiani significa essere fedeli alle parole di Gesù, che ci chiede di amare nonostante tutto, di restare uniti, di perdonare. Ed ecco allora il miracolo che davvero ci stupisce: viviamo fuori di noi, non pensiamo che ad amare e ad aiutare gli altri. Cerchiamo anche di migliorare i rapporti tra le persone; e questo ci fa restare in una certa normalità, ci dà un po’ di pace. In tanti sentiamo che è proprio in Siria il nostro posto, perché è proprio lì che si può portare unità, di cui c’è estremo bisogno. E questo mi convince a continuare a camminare insieme ad altri per cercare di essere testimone di pace e di speranza”. giosa. Fui destinato all’India ancora nel 1953; ma poi, per vari motivi, ho avuto nella mia vita tre vocazioni: sacerdote, giornalista, missionario. E le ho realizzate tutte e tre. Il Signore mi chiamava a fare il giornalista missionario. Per sessant’anni ho visitato varie nazioni e ho conosciuto tante situazioni in molti paesi del mondo. Dopo 60 anni di missione, di giornalismo e di sacerdozio, dico che è bello essere consacrati a Dio e dare tutto al Signore. È bello essere missionario. Girando il mondo mi sono accorto che tutti i popoli hanno bisogno di Gesù, l’unico vero rivoluzionario della storia. Gesù cambia il cuore dell’uomo con la grazia, poco a poco. Noi missionari siamo privilegiati, perché abbiamo ricevuto la fede di Gesù che porta amore, solidarietà, fratellanza sociale tra i popoli. Oltre a questo, noi missionari siamo fortunati per aver ricevuto tanti altri doni: la vita, la famiglia, la salute, la vocazione. Dobbiamo testimoniare nel mondo l’amore del Signore. Ai tanti giovani qui presenti e alle loro famiglie, dico: se il Signore vi chiama, non ditegli di no. Egli non vi chiede qualcosa; è lui che vi fa un grande dono!”. Il mandato ai giovani Verso la fine della celebrazione, i missionari partenti sono stati presentati al cardinale, che ha pregato su di loro. Dopo aver professato la loro fede, hanno ricevuto il mandato missionario, il vangelo e il crocefisso, a nome della chiesa di Roma. Buona missione a tutti! ■ Padre Gheddo, missionario scrittore Anche p. Piero Gheddo, missionario del Pime, ha dato la sua testimonianza. “Vengo da una famiglia piemontese molto reli- La sofferenza di dover dire “no” I n una pagina dei miei vecchi diari ho trovato scritto: “Questa fine settembre (1979) si porta via il mio 40° compleanno. Sono cosciente della debolezza in questo punto di guardia, al limite del coraggio e dell’umana possibilità. Può Dio colmare questa solare solitudine?”. Un’epopea mai narrata Era il mio secondo anno di missione a Borodol, un’isola fluviale al margine della foresta tropicale, a quell’epoca ancora regno sovrano della tigre del Bengala. Mi era stato chiesto di andare a riaprire la missione fondata dai gesuiti nel 1937 e ricevuta in eredità dai saveriani nel 1952. Il posto era considerato pericoloso sia per la posizione geografica sia per il tipo di gente: gli intoccabili fuori-casta, designati con il titolo dispregiativo di “muci”. Borodol rappresenta per me un’epopea, scritta e mai comple- tamente narrata. L’avventura di fede iniziata laggiù continua ancora, anche se questo settembre si porta via il mio 74° anno di età. quello sanitario. In questo campo la situazione è molto precaria. Soprattutto è assente ogni previdenza o assistenza governativa. Vangelo e promozione umana La scelta degli ultimi rimane dunque la mia scelta. La missione tra i fuori-casta è una missione globale, che va incontro a tutto l’uomo. Evangelizzazione e promozione umana vanno di pari passo; non c’è un prima e un poi. In questa prospettiva, l’educazione intesa come acquisizione di quei valori che fanno dell’uomo una persona, rimane una priorità nella nostra azione missionaria. Ovviamente occorre anche l’aggancio politico, senza il quale tutto si ferma. Tutti gli altri aspetti della vita sono tenuti in considerazione in base alla disponibilità finanziaria della missione. Uno dei settori che assorbe gran parte delle risorse è Le possibilità sono tante… Purtroppo, in questi ultimi tempi abbiamo dovuto dire tanti “no”, perché le risorse si sono esaurite. La crisi economica, che da vari anni travaglia il mondo occidentale, si è fatta sentire in maniera forte anche da noi. Dover “dire di no” a tanti casi pietosi fa piangere il cuore. Eppure, l’elenco di possibili interventi è lungo: • Casette in muratura, per sostituire quelle di fango. • Pozzi tubolari perché nella zona dove ci troviamo la falda acquifera superficiale è inquinata da arsenico e per trovare acqua potabile bisogna scendere almeno a 200 metri di profondità. • Furgoncini per trasportare merci e persone. Tante persone per lavoro usano tricicli a pedale, che sono molto faticosi e subiscono la concorrenza dei mezzi motorizzati. • Piccoli negozi o botteghe. Molti hanno imparato un mestiere, ma non hanno la possibilità di affittare un locale o comprarsi gli strumenti di lavoro. Ma per prima cosa in assoluto, chiedo a tutti un ricordo nella preghiera. Grazie. ■ L’interno di una scuoletta a Borodol, missione di p. Antonio Germano in Bangladesh 4 p. ANTONIO GERMANO, sx Il cardinale Agostino Vallini tra p. Pietro Gheddo e la missionaria laica Giovanna, a San Giovanni in Laterano, durante la veglia missionaria INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) In Bangladesh, da un settembre all’altro 2013 NOVEMBRE ROMAGNA 48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7 Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13591482 Marce, meeting e cammini Giornate d’inizio anno: sociale e pastorale riabile, si sono incrociate marce, pellegrinaggi e corse: la settimana della pace a Forlì e il meeting giovanile missionario a Modena, cammini da scegliere per percorrere durante l’anno pastorale e l’anno sociale che abbiamo iniziato. A Forlì, salendo a Bertinoro, si poteva incontrare anche la strada che porta al santuario della “Madonna del Lago”, meta del pellegrinaggio diocesano della sera precedente. Il pellegrinaggio ha segnato l’inizio dell’anno pastorale sulla famiglia con l’ordinazione diaconale di Andrea per mano di mons. Lino Pizzi. Non violenza e fraternità La settimana della pace, dal 29 settembre al 13 ottobre 2013, è stata l’inizio del percorso che ci porterà alla marcia di “Perugia - Assisi”, il 19 ottobre 2014, a cento anni dalla “inutile strage” della prima guerra mondiale: non sia solo memoria, ma impegno per la realizzazione della pace. L’iniziativa ha compreso due giornate: mercoledì 2 ottobre 2013, la giornata internazionale della nonviolenza, proclamata dall’Onu per ricordare il pensiero del maestro della nonviolenza il Mahatma Gandhi; venerdì 4 ottobre 2013, la IX giornata nazionale della fraternità e del dialogo, che è concisa con il pellegrinaggio di papa Francesco ad Assisi nella festa del santo Francesco, a cui il papa si è ispirato per costruire la “globalizzazione della fraternità”. Una catena per la pace La settimana della pace è uno strumento per sollecitare l’avvio di nuovi percorsi di pace nella scuola e nella vita quotidiana, là dove viviamo. “Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà! Il grido della pace si levi alto perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall’anelito di pace”, ha esortato papa Francesco (1° settembre 2013). Stupisce vedere la citazione Ravenna, città della cultura L’altoparlante del muezzin 4 ottobre è stata V enerdì inaugurata la nuova moschea a Ravenna nella zona industriale di Bassette, una delle più grandi dopo quella di Roma, con due minareti sulla facciata, come due campanili di certe chiese, e la cupola azzurra: può contenere fino a 5mila musulmani. Nella zona industriale, oltre le sirene delle fabbriche, ora risuona l’altoparlante del muezzin che invita alla preghiera. La moschea è stata voluta dal centro di cultura e studi islamici della Romagna e dalla lega islamica femminile italiana, che da 12 anni si trovava in via Scaletta, zona storica di San Biagio. Un centro che ha anche una biblioteca multi lingue e che funge inoltre da luogo di socialità e solidarietà, in particolare per i cittadini stranieri. La nuova moschea a Ravenna Il museo interreligioso di Bertinoro Rocca, sull’erta collina N ella di Bertinoro, c’è il museo interreligioso, dedicato all’ebraismo, al cristianesimo e all’islam. Il museo offre al visitatore di vivere un viaggio attraverso i secoli e le culture che hanno segnato 4 profondamente lo sviluppo storico delle società e delle civiltà nel Mediterraneo e dei rapporti tra le tre fedi monoteiste. Il museo è dedicato alla conoscenza e alla convivenza delle tre “religioni del libro”, che p. DINO MARCONI, sx La comunità musulmana di Ravenna è composta da persone di circa 20 nazionalità diverse: albanesi, macedoni, senegalesi, somali, marocchini, italiani... In città si può stimare una presenza di circa 4mila musulmani, di cui alcune centinaia i praticanti. Quando si è insediato il centro islamico in via Scaletta, nel 1995, i musulmani a Ravenna erano appena un migliaio; poi è sorta la discussa idea di una grande moschea come centro di ampio raduno regionale tra grandi polemiche. Lo striscione dell’inaugurazione sul muro che circonda la moschea ringrazia chi ha contribuito alla costruzione. ■ Un’immagine dalla marcia della pace Forlì-Bertinoro che si è tenuta domenica 29 settembre degli insegnamenti dei papi in tante iniziative, dopo che qualcuno aveva desiderato (e forse ancora desidera…) la fine del papato. Non c’è più tempo per l’indifferenza e per gli approcci superficiali sul tema della pace e dei diritti umani. La pace è in pericolo Il ricordo dell’enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII, scritta mezzo secolo fa, ci ha accompagnato alla veglia della pace con papa Francesco il 7 settembre. C’è tanta sofferenza in ogni parte del mondo per la guerra che porta ferite fisiche e morali. La vita nei campi profughi del mondo è insostenibile. Il panorama geopolitico è intricato, mentre milioni di morti non interrogano più le coscienze dell’uomo. Ma cosa si può fare per la pace? Ci vuole un’educazione alla convivenza, che cominci dai bambini, dalla scuola, dalla vita comune. La pace è in pericolo e richiede il nostro impegno urgen- Noi cosa possiamo fare? 1. Iniziare un programma nazionale di educazione alla convivenza pacifica - “Sui passi di Francesco” - nelle scuole, parrocchie e associazioni, organizzando momenti di riflessione sulle guerre in corso nel mondo. 2. Organizzare incontri e dibattiti sulle proposte di non-violenza di san Francesco d’Assisi e di Gandhi, sui valori della pace, della fraternità e del dialogo. 3. Diffondere il movimento “Banning poverty”, dichiarando illegale la povertà, perché le grandiose iniziative perseguite negli ultimi 40 anni non hanno eliminato le cause fondamentali della crescente povertà, ma sono state una stampella del neocolonialismo. I saveriani della comunità di San Pietro in Vincoli sono disponibili per incontri su questi temi importanti. ■ Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! hanno in comune “padre Abramo”. Sul portale del museo (vedi foto) si possono ammirare i vari simboli delle tre religioni monoteistiche, racchiuse nello stesso “fiore a tre petali”. Città della cultura 2019? Così a Ravenna abbiamo basiliche cristiane, templi e sale protestanti; ora c’è anche la moschea, mentre è scomparsa la sinagoga. Sono tutti spazi religiosi che indicano la convivenza religiosa dei tempi moderni. Speriamo che anche nei loro paesi di provenienza i musulmani permettano ai cristiani uguale libertà di manifestazione religiosa, che le notizie di cronaca a volte smentiscono. Così Ravenna si prepara alla candidatura europea per diventare la “città della cultura” nel ■ 2019. te, personale, serio, maturo, non occasionale. Servono cammini di vera educazione alla pace. INSIEME PER LA MISSIONE GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) 29 settembre, D omenica nonostante il tempo va- p. DINO MARCONI, sx 2013 NOVEMBRE SALERNO 84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4 Tel. 089 792051 - Fax 089 796284 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00205849 Ce n’è per tutti i gusti... giovanili! Attività dei saveriani di Salerno 2013-2014 L • “Compromessi” riguarda i giovani che sentono il bisogno di formarsi missionariamente alla luce della Parola di Dio e degli insegnamenti della chiesa; Aperti e attenti al territorio Per l’animazione missionaria e vocazionale in Italia abbiamo scelto il tema che ci accompagnerà nei prossimi tre anni: “Viaggio inatteso… navigando con Cristo”. Per l’anno pastorale 2013-2014, il tema è “Novità, una rotta nuova si apre, nuove costellazioni” che parte dalla novità dell’elezione di papa Francesco e del suo nuovo modo di evangelizzare. Accanto a tutto questo c’è la mostra interculturale che è un appuntamento significativo per tante scuole, l’accoglienza dei senza fissa dimora, come segno concreto di assistenza ai fratelli che non hanno una casa dove poter stare e, infine, la festa dei popoli che realizziamo in collaborazione con le comunità straniere presenti a Salerno città e provincia. • “Esperienza in missione” è per coloro che vogliono vivere un’esperienza di fede venendo a contatto con realtà e culture nuove e conoscendo meglio il carisma e le attività dei saveriani in missione. Una società multi-religiosa Per quanto riguarda la mostra interculturale, il tema di quest’anno riguarda le diverse religioni del mondo. Lo scopo è quello di prepararci tutti a una a casa saveriana di Salerno inizia il nuovo anno pastorale, portando avanti le attività di animazione missionaria come negli anni passati. Le principali iniziative sono cinque e riguardano specialmente i giovani: • “Missione nel cuore”, in cui sono coinvolti i giovanissimi; • “Missione giovani” coinvolge i giovani della città e provincia; • “Compromissione” è per chi desidera intraprendere un cammino di comprensione di se stesso e di discernimento del progetto che Dio ha per ciascuno; p. FRANÇOIS NOAH, sx società multi-religiosa. La mostra viene inaugurata il 1° marzo nella nostra casa saveriana, mentre il 6 marzo l’inaugurazione avviene al teatro Augusteo, presso la sede del municipio di Salerno. La mostra si concluderà alla fine di aprile. La festa dei popoli è collocata al termine dell’anno pastorale nel mese di giugno. Mette in evidenza come la diversità costituisca una ricchezza per l’Italia, in una situazione culturale e migratoria che fa dell’Italia una porta d’ingresso degli immigrati provenienti dal resto del mondo per l’Europa. rifugiati”. La comunità di Salerno, grazie alla sensibilità di alcuni giovani, da vari anni ha preso coscienza della realtà dei senza fissa dimora e ha dato una risposta concreta, che serve da stimolo alla chiesa locale. Quest’attività è gestita da laici saveriani e da giovani che frequentano la nostra casa, con il supporto dei saveriani. I giovani nelle parrocchie Infine, l’ultimo ambito in cui gran parte di noi è impegnato è Una città accogliente L’accoglienza dei senza fissa dimora è un servizio ancora più attuale, dopo quanto ha detto da papa Francesco il 10 settembre alle comunità religiose durante la visita al centro Astalli di Roma, gestito dai gesuiti. “I conventi vuoti non servono alla chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la Carne di Cristo che sono i l’animazione nelle parrocchie della diocesi, soprattutto nei gruppi di giovani e giovanissimi. Quest’attività ci consente di animare in modo missionario la parrocchia stessa, e innanzitutto di incontrare i giovani e di invitarli a partecipare alle nostre proposte formative in casa. Ci riteniamo fortunati ad avere tutte queste attività missionarie. Ringraziamo il Signore e chiediamo a voi di accompagnarci con la preghiera, perché possiamo essere suoi buoni discepoli. ■ Durante un incontro con i giovani nella casa dei missionari saveriani di Salerno Due giorni tutti saveriani Iscrivetevi e venite con noi a Parma! I n inglese, che fa tanto moda, si chiamerebbe “Xaverian Day”. Letteralmente si traduce con “Giornata Saveriana”. Ma che significa questo titolo? Vorremmo che il 7-8 dicembre diventasse un appuntamento fisso annuale per i laici saveriani, i benefattori e gli amici, come lo è per noi saveriani. Un’occasione per ritrovarci a Parma, nella casa madre dei saveriani, e partecipare al “sì” definitivo dei nostri studenti di teologia alla vita missionaria religiosa. È una bella occasione per giovani, adulti e famiglie che frequentano le nostre comunità e desiderano essere con noi protagonisti dell’annuncio del vangelo in Italia e nel mondo. È anche un’opportunità per conoscere meglio il nostro caro san Guido Conforti e i suoi missionari, i saveriani. In casa madre, infatti, sono conservate le reliquie e le memorie del fondatore; qui sono anche accolti i confratelli che, Invitiamo i volenterosi a unirsi a noi e venire a Parma nei prossimi 6 - 8 dicembre 2013 p. SIMONE PICCOLO, sx Bambini in visita all’ultima mostra interculturale, allestita dai saveriani di Salerno; nel 2014 il tema riguarda le varie religioni del mondo dopo aver donato la vita per l’annuncio del vangelo, hanno bisogno di cure e attenzioni. INSIEME PER LA MISSIONE Questo è il programma: Care amiche, cari amici, Venerdì 6 dicembre: partenza alle ore 14 dalla casa dei Missionari Saveriani, in via Fra Giacomo Acquaviva 4, Salerno. Arrivo previsto a Parma per le ore 24. GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! Sabato 7 dicembre: visita alla città di Parma e alla casa madre dei Saveriani: santuario, Memorie, Museo. In serata, celebrazione dei voti religiosi missionari dei saveriani Benjamin e Philibert, seguita dalla cena in fraternità. CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. 4 La due giorni a Parma nel 2012; anche quest’anno l’esperienza si ripete Il contributo è pari a 60 euro a persona. Per le famiglie di tre persone 55 euro a persona; per quelle da quattro in su 50 euro. Per informazioni rivolgersi a p. Simone (3491314499) e p. Francois (3478596272), entro il 25 novembre. ■ Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) Domenica 8 dicembre: celebrazione Eucaristica in duomo a Parma e ordinazione al diaconato di Benjamin e Philibert. Pranzo e partenza per Salerno. 2013 NOVEMBRE 22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15 Tel. 031 426007 - Fax 031 360304 E-mail: [email protected] C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6 TAVERNERIO Un nuovo modello di chiesa Le comunità pastorali per entrare nel futuro C i sono notizie che fanno bene a voi e a noi, che abbiamo la missione nel sangue. Cominciamo con le frasi pronunciate da tanti su papa Francesco: “Vuol dare un volto nuovo alla chiesa di Gesù”. “Va all’essenziale”. “Guarda in faccia le persone e sorride”. “Paga di persona”. “La sua libertà ricuce la fede sfilacciata della gente”. Cari amici, pensieri come questi accompagnano la missione fin dentro il cuore. Suonano come un invito a non cercare più la missione in questo o in quel paese, ma a scoprirla nei volti delle persone. Non sono forse i volti umani l’immagine meglio riuscita della compassione che Dio prova per noi? Camminando insieme… Tutti abbiamo sentito parlare delle “comunità pastorali”. Ce ne siamo fatti un’idea; tuttavia siamo interessati a capirne meglio il funzionamento. Ad esempio, nella diocesi di Como, le comunità pastorali sono una realtà che coinvolge 225 parrocchie, chiamate a incrociare i loro cammini pastorali e a fare un po’ di cammino insieme: organizzano forme concrete di collaborazione; vanno a scoprire il vangelo della misericordia nei rapporti tra le persone. Il vescovo di Como, mons. Diego Coletti, è attento alla situazione attuale delle parrocchie, che forse oggi rappresentano un modello di chiesa non più corrispondente alle attese della gente. Le comunità pastorali aiutano la chiesa a ripensare il territorio, seguendo un modello più attento alle situazioni delle persone, a ciò che accade nel territorio. p. LINO MAGGIONI, sx Prima “storica” assemblea Il 21 settembre la diocesi di Como ha celebrato un’assemblea sulle “comunità pastorali”. All’invito del vescovo hanno risposto in 150: laici, preti e religiosi, rappresentanti di 86 parrocchie. Il vescovo Diego ha interpellato i partecipanti su una maggiore consapevolezza di fede: “La storia è il luogo dove Dio incontra la comunità dei credenti. Dio attende la sua chiesa nelle trasformazioni della convivenza umana. E dai rovesci della storia trae nuovi stili di vita per la chiesa di Gesù”. I partecipanti hanno raccontato fatti e aspetti che le comunità pastorali incontrano lungo il cammino. Don Italo Mazzoni e don Battista Rinaldi ondeggiavano tra immagini folgoranti e voci di denuncia: “La parrocchia suona la campana, non suona i campanelli”; “bisogna abbattere l’egoismo”; “lasciamoci dietro le spalle i piccoli gruppi che, invece di unire, dividono”... Così la diocesi di Como ha conosciuto l’importanza di trovarsi unita a celebrare, per la prima volta nella sua storia, le comunità pastorali. Un evento che ci riguarda L’assemblea è un evento che riguarda noi saveriani, anche se non abbiamo gli incarichi e i legami di una parrocchia. Però è bello che la comunità ecclesiale di Como sia venuta a rinnovarsi proprio nel centro di spiritualità missionaria di Tavernerio. La diocesi ha liberato l’esigenza profonda di darsi un nuovo volto proprio nei giorni in cui i saveriani di Tavernerio portavano a compimento 50 anni di servizio alla chiesa di Como. ■ La prima assemblea delle comunità pastorali della diocesi di Como si è tenuta il 21 settembre dai saveriani di Tavernerio La comunità pastorale di san Fedele, che riunisce le attività di tre parrocchie della città murata, programma l’attività annuale È stata una bella impresa! La nuova casa nella foresta a Mundaland a missione cattolica tra i tribali munda del Sunderban, in Bangladesh, offre rifugio a un gruppo di ragazzine “ribelli”, fuggite da casa. Qui, queste giovani trovano un tetto, un letto, tre pasti al giorno e un po’ di istruzione circa i loro problemi di piccole donne e future madri di famiglia. La logistica della missione è semplice, sobria e austera, ma anche precaria. Per fronteggiare un eventuale ciclone o alluvione, quest’anno si è deciso di costruire una casa a cui hanno contribuito Elia Clerici e Fabio Gallerani. 4 Il gran lavoro di Elia e Fabio Da metà febbraio alla fine di marzo i due ingegneri architetti capomastri muratori e manovali hanno tirato su la struttura della casa che gli operai locali hanno poi finito. La nuova casa era necessaria per offrire un po’ più di spazio vitale alle ragazze, il cui numero sta aumentando sempre più. La missione potrà adesso ospitare circa due dozzine di queste “selvaggette”. Costruire una casa in cemento armato in un angolo remoto come quello a sudovest del Bangladesh, dove ci sono solo capanne con i muri di fango e i tetti in paglia di riso, è stata una bella impresa! La costruzione è avvenuta durante il periodo quaresimale: la dieta nella piccola missione ai bordi della foresta è sempre a base di riso bollito con un po’ di verdure e pesci striminziti… Elia e Fabio, però, invece di riempire le valigie di cibarie varie, sono arrivati piene di martelli, cazzuole, tenaglie, pinze e cacciaviti! In Bangladesh chi ha una laurea mai prenderebbe un attrezzo Elia e Fabio hanno contribuito concretamente alla costruzione della nuova casa per le ragazze “munda” in Bangladesh; eccoli su un “moderno ponteggio” alla bengalese con cui ci si deve sporcare le mani… Quando si è diffusa la notizia che Elia è un architetto e Fabio un ingegnere meccanico, i nostri vicini di casa hanno commentato: “Adesso capiamo come mai voi europei avete risolto il problema della povertà e della miseria, da cui noi non riusciamo a liberarci!”. Grazie a chi ha contribuito! L’ultima sera, le ragazze hanno organizzato una festicciola di addio. Ma il clima non era per niente gioioso. A un certo punto, si è scatenata un’alluvione di lacrime, segno chiaro che Elia e Fabio avevano trasmesso un calore umano che prima le ragazze non avevano mai ricevuto. Le spese per la costruzione della nuova casa in foresta, a Mundaland, non ha superato la cifra di 6mila euro. I costi maggiori sono stati per il materiale di costruzione: cemento, ferro, sabbia e mattoni. In particolare, vanno ringraziati tre gruppi per aver reso possibile questa preziosa costruzione: il gruppo missionario di Sorico, diretto da Virgilio Copes; il gruppo “Grazie Luigina”, diretto dai signori Enrico e Annamaria Tarabini di Morbegno; il gruppo “Also” (Associazione lariana sostegno oncologico) dell’ospedale di Gravedona. Anche a nome delle ragazze “ribelli e disubbidienti” di Mundaland, grazie! ■ INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) L La festa degli amici svizzeri: il rettore p. Luigi Zucchinelli ha fatto gli onori di casa p. LUIGI PAGGI, sx 2013 NOVEMBRE VICENZA 36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119 Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13616362 In memoria di 2 saveriani vicentini Padre Pisani: “il gigante buono” Competente e tempestivo Ho incontrato la prima volta p. Flaviano in Sierra Leone, nel lontano 1976. Facevo parte della missione di Lunsar ed ero stato mandato a Makeni, il centro della diocesi, per chiedere a p. Flaviano del materiale per la nostra missione. Da anni egli era incaricato dell’amministrazione della diocesi di Makeni. A quei tempi, l’amministratore diocesano doveva svolgere parecchie mansioni, e p. Flaviano si era sempre distinto per la sua competenza e tempestività nel portare a termine i lavori. A causa del suo continuo correre, a volte gli capitava di essere un po’ “rigido” con coloro che venivano al centro per chiedere aiuto. Padre Flaviano Pisani, è salito al cielo il 24 settembre Guai fisici e dedizione Nel 1978, a causa di un’iniezione eseguita con una siringa non ben sterilizzata, ha contratto l’epatite B. I superiori lo hanno mandato in Gran Bretagna per curarsi e dopo parecchio tempo è rientrato in missione per alcuni anni. Ho rivisto p. Flaviano a Udine, dopo che aveva trascorso un discreto periodo a Londra per seri problemi cardiaci. Nel 2007 sono stato mandato a Vicenza come economo e infermiere. Qui ho ritrovato p. Flaviano sempre disposto a dare una mano nelle varie situazioni, sia nel ministero sia per la manutenzione della casa. Per parecchi anni ha svolto un servizio agli immigrati africani di lingua inglese. La domenica celebrava per loro l’Eucaristia in una parrocchia della periferia di Vicenza. Inoltre, svolgeva il servizio pastorale presso le monache di clausura di Rivella, a Creazzo. A Vicenza e per il mondo Tredicesima mostra dei presepi missionari a ciascuno di noi D iola affida missione di custodire l’intero creato: dobbiamo salvaguardare la sua bellezza, avere rispetto per ogni creatura che vi abita e per l’ambiente in cui viviamo. Anche papa Francesco ci esorta ad avere cura di ogni persona, specialmente dei bambini e degli anziani, di coloro che sono più fragili e che spesso si trovano alla periferia del nostro cuore. Il progetto scuole in Congo Per questi motivi, il ricavato dalla vendita dei presepi missionari quest’anno servirà a finanziare il progetto “Scuole nel Congo Kinshasa”, il cui responsabile è il saveriano friulano p. Pier Agostinis. Questa scelta, condivisa da molte persone del Gams, impegnate con tanta passione e generosità, dimostra la capacità di attenzione e compassione, di amore e vera apertura ai bisognosi. Le magnifiche statuine provengono da molti paesi del mondo e in particolare - novità di quest’anno - dalla Nuova Papua, Bali, Giappone, Ciad, Guinea Bissau. Sono state abilmente create da ragazzi di strada che i missionari indirizzano a una formazione professionale, e sono state assemblate in radici molto decorative o in capanne e contesti paesaggistici, rigorosamente fatti a mano dai volontari vicentini. Anche nei mesi estivi i bei presepi sono stati portati fra i turisti di Molveno e Andalo, nel Trentino, contribuendo così a sensibilizzare le persone e a far loro conoscere il lavoro delle missioni saveriane. Inoltre, alcuni presepi verranno presentati, anche quest’anno, alla prestigiosa mostra internazionale del presepio all’Arena di Verona. CATERINA e PIETRO DAL SANTO padre Pietro Uccelli, nel contesto del 60° della sua morte. Verranno illustrati, con immagini e appropriata documentazione, i momenti più salienti della vita del “servo di Dio”. La mostra sarà inaugurata il 24 novembre alle 14,30 presso la casa saveriana di Vicenza, in viale Trento 119. Per i gruppi che vogliono visitare la mostra è consigliabile la prenotazione, per dare modo a tutti di essere seguiti da una guida (0444 288399). Nel pomeriggio del 5 gennaio ci sarà la festa dei bimbi attorno al presepio e il giorno successivo la mostra chiuderà. Ci auguriamo che anche quest’anno i visitatori, dinanzi alla Natività rivissuta dai popoli di quasi tutto il mondo, portino a casa un messaggio di tenerezza, amore e speranza. ■ 4 p. AUGUSTO LUCA, sx P adre Antonio Benetti era nato a Povolaro di Dueville (VI) il 26 aprile 1936. Era entrato nel seminario dei saveriani a Vicenza a 12 anni. Dopo gli studi, era stato ordinato sacerdote dal card. Rugambwa a Parma, il 13 ottobre 1963, insieme ad altri 26 confratelli. In Amazzonia e in Italia Mandato a Vicenza come economo, vi rimane cinque anni, fino a quando è destinato all’Amazzonia. Partito nel 1969, lavora due anni a Mojù, paese un tempo molto popolato, ma nel corso degli anni svuotatosi a causa delle zanzare che trasmettono la malaria. Scrive poco a tutti, persino alla famiglia. La prima lettera è del maggio 1974, quando si trova già da due anni a Barcarena, alle foci del Rio de Tocantins. “Qui respiro a pieni polmoni e mi sento realizzato”. A Barcarena rimane sette anni curando in particolare il movimento giovanile e facendo il coordinatore delle varie attività pastorali della vasta missione. Il ricordo della nipote Giulia Nel 1986 è richiamato in Italia, per assumere vari compiti - rettore, economo e animatore missionario - nelle comunità saveriane di Brescia, Zelarino e Pietro del Gams intento a pulire una “soca”, in cui viene inserito uno dei presepi in mostra dal 24 novembre Genova-Pegli. Dal 2010 è economo nella casa di Alzano, dove il Signore lo ha chiamato a sé, improvvisamente, la sera del 3 settembre. È andato a ricevere il premio delle sue tante fatiche. La nipote Giulia, alla Messa di commiato, ha detto: “Carissimo zio Antonio, parole per descrivere il vuoto che lasci dentro di noi non ce ne sono. Tu hai deciso di dare e fare tutto quello che potevi per la missione. Per noi eri un punto di riferimento; tutti abbiamo cercato in te parole di conforto. Non dobbiamo cercare lontano un tuo sorriso. Basterà pensarti”. ■ Padre Antonio Benetti è salito al cielo il 3 settembre INSIEME PER LA MISSIONE Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino p postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Apertura dal 24 novembre Una sala sarà tutta dedicata a Il presepio della Cina è il simbolo della mostra 2013, a Vicenz Vicenza a gigante buono”. Incontrandolo sembrava ce l’avesse sempre con qualcuno, ma poi si percepiva che aveva un cuore generoso. ■ P. Benetti: missionario avventusoso Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) I l 24 settembre scorso è morto a Vicenza p. Flaviano Pisani. Aveva quasi 85 anni ed era nativo di Villaverla (VI). Dopo la sua esperienza missionaria in Sierra Leone (18 anni) e la sua permanenza in Scozia, ha trascorso cinque anni a Udine (dal 1999 al 2004), e poi otto anni a Vicenza. p. TOMMASO FRIGO, sx Nell’omelia di commiato a Villaverla, mons. Giorgio Biguzzi, suo vescovo in Sierra Leone, ha ricordato p. Flaviano come “il 2013 NOVEMBRE ZELARINO 30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16 Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410 E-mail: [email protected] - C/c. postale 228304 In memoria di p. Flaviano Pisani “Gigante buono” e bravo amministratore I l 5 ottobre 1955 arrivava a Zelarino p. Flaviano Pisani, missionario saveriano di origine vicentina. Aveva 27 anni, sacerdote da appena un anno, con tanta voglia di essere veramente missionario e sacerdote anche qui in Italia. Rivelò buone doti amministrative: per nove anni fu economo dell’istituto, che a quel tempo contava più di un centinaio di allievi missionari. Mattone dopo mattone Occorrevano cibo e libri, ma anche aule scolastiche e una chiesa dignitosa. Insieme con architetti e impresari, p. Flaviano esaminò progetti e procurò materiale per le costruzioni, che ora formano il “Centro pastorale card. Urbani”. Oggi intonaci e infissi sono moderni, ma tanti mattoni, portati a nuovo dal lavoro degli allievi missionari, provenivano da edifici demoliti che p. Flaviano otteneva gratuitamente. Manodopera e materiale nuovo erano pagati con le raccolte delle giornate missionarie, predicate da lui e dai confratelli nella diocesi di Venezia e dintorni. Sono centinaia i missionari formati in questa casa. Lo spirito missionario di sacerdoti e allievi saveriani, il sacrificio di innumerevoli benefattori e la testimonianza di p. Aldo Marchiol e p. Ottorino Maule, uccisi in Burundi, ma che qui vissero alcuni anni, ispirino ancora sulle varie attività, specialmente catechistiche e giovanili, che si svolgono in questo centro. Affetti e fisarmonica A Zelarino, p. Flaviano è stato specialmente sacerdote missionario nel ministero, fratello e padre per quanti l’hanno incontrato. Spesso, lo trovavi al mattino in parrocchia per la santa Messa, le confessioni e la direzione spi- p. FRANCO LIZZIT, sx rituale. Ha saputo indirizzare varie giovani alla vita consacrata, ma è stato vicino anche a coloro che hanno formato una famiglia. “Splendido! Animava i gruppi giovanili; nelle feste le giovani gestivano la pesca e i giovani i giochi; poi la sera ci intratteneva con la sua fisarmonica, godendo dei canti e giochi e stando agli scherzi inevitabili di giovani seri, ma anche spensierati”. “Amava la natura, i campi al di là della strada, le api e specialmente le persone interessate ai lavori”. “Per lui oltre alle occupazioni, c’erano gli affetti”. Sono alcune testimonianze raccolte da “nonni” che, pensando a lui, rivivono una serena… seconda giovinezza. Un cuore misericordioso Dieci anni in Gran Bretagna, venti anni in Sierra Leone, e poi di nuovo in Italia, p. Flaviano è sempre stato fedele al suo stile di vita. Per gli africani era il gigan- La festa dei famigliari e... …la Messa d’oro di p. Sisto e p. Sergio p. F. LIZZIT, sx 13 ottobre 1963: Laurean Rugambwa, primo cardinale africano, bacia le mani a p. Sisto Da Rold, dopo averle consacrate per il ministero sacerdotale; vicino a lui, p. Sergio Cambiganu, compagno di ordinazione. Congratulazioni e auguri per il 50° di sacerdozio. te buono, come ricorda mons. Biguzzi, suo vescovo di Makeni in Sierra Leone. “Come amministratore delle missioni, egli era responsabile di falegnameria, officina e costruzioni varie. Rimproverava, ma aveva un cuore misericordioso, attento alle necessità di ogni dipendente, anche se lo aveva dovuto rimproverare per qualcosa che non andava”. Nonostante l’epatite, diversi by-pass e altre difficoltà sopraggiunte, non si è mai sottratto al ministero sacerdotale. In particolare, celebrava la domenica per una comunità africana di lingua inglese e si recava più volte alla settimana dalle monache clarisse dell’Immacolata di Creazzo (VI), che apprezzavano la sua predicazione e direzione spirituale. Ha chiuso la sua vita terrena martedì 24 settembre scorso, a Vicenza. Il suo ricordo rimane in benedizione tra noi. ■ Preghiera e missione Il primo aiuto da dare al missionario è la preghiera. Gesù, infatti, ci raccomanda: “Pregate il Padrone della messe che mandi operai...”. Con questo spirito i nostri amici continuano a riunirsi ogni terzo giovedì del mese nella chiesa dei saveriani di Zelarino, a pregare per le vocazioni e per le missioni. Per informazioni, rivolgersi a p. Sergio o a p. Franco. Tutti sono invitati a unirsi, almeno spiritualmente, in casa o in chiesa. Ecco il calendario. 21 novembre, 20 dicembre (ore 15,30); 16 gennaio, 20 febbraio, 20 marzo (ore 15,30); 17 aprile, 15 maggio, 19 giugno, 18 settembre (ore 16,30); 16 ottobre (ore 16); 20 novembre, 18 dicembre (ore 15.30). Segnaliamo anche gli incontri mensili di formazione per i gruppi missionari parrocchiali, organizzati dal centro missionario diocesano la domenica dalle 15 alle 18: 8 dicembre, 19 gennaio nella parrocchia S. Maria Goretti di Carpenedo, 16 febbraio, 30 marzo (convegno missionario ore 9 - 17), 4 maggio a Mira parrocchia S. Marco, 8 giugno presso i saveriani di Zelarino. INSIEME PER LA MISSIONE La festa dei parenti offre l’occasione ai piccoli di fare amicizia; ecco i pronipoti di p. Alessandro Chiarel di Vittorio Veneto, con i pronipoti di nonna Gina Pistolato, una tra le prime benefattrici, del piccolo Bignotto, benefattori di Mestre, e di un’amichetta di S. Maria di Cittadella. Care amiche, cari amici, GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo! GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi e per i vostri cari, vivi e defunti! GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria! Il 22 settembre, alla festa dei parenti dei missionari e del 50° di sacerdozio di p. Sergio e p. Sisto, c’erano i genitori di don Giacomo Basso e don Marco Zanon, fidei donum in Kenya e in Bolivia, di p. Daniele Zarantonello, di p. Simone Piccolo, la mamma di p. Andrea Gamba, di suor Lucia Massarin, assieme a don Paolo, direttore dell’ufficio missionario. CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici: • scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto; • utilizzando il bollettino postale p che ricevete al vostro indirizzo con il giornale. Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook) 4 Padre Flaviano Pisani, economo a Zelarino per nove anni, è deceduto il 24 settembre 2013 nella casa saveriana di Vicenza, dove aveva trascorso gli ultimi anni di vita