Supplemento di INFORMASL periodico mensile della Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como Anno Otto Maggio Agosto 2006 Supplemento di INFORMASL periodico mensile dell’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como Anno Otto Numero 2 Maggio Agosto 2006 Sommario Il Direttore generale Il Direttore amministrativo Il Direttore sanitario Il Direttore sociale Una pronta risposta all’emergenza caldo Un libretto pieno di gustose memorie Vicini agli anziani ASL aperta per ferie ABC della comunicazione (URP) Con l’obiettivo di migliorare insieme Una rete di ascolto dei bisogni di tutti Nessuna confusione Esperienza da valorizzare Verso équipes territoriali multiprofessionali Il telefono senza fila Estendere il call center per accorciare la fila Contro l’abbandono Un giusto equilibrio tra uomini e animali Alzheimer: le attività dei Donatori del Tempo La campagna di prevenzione oncologica Il Servizio Disabili Il delicato ruolo del Medico competente 4 calci di solidarietà Donare gli organi per vincere Dieta transfrontaliera nella Regio insubrica Più punti di controllo bagni più sicuri Il consenso informato del cittadino Funghi meglio farli controllare Sostanze psicoattive conoscerle per evitarle Tossicodipendenza Alcoldipendenza La Carta SISS piace ai farmacisti del Comasco Formaggi d’alpe dal Bisbino all’alto lago Pet therapy pag. 3 pag. 4 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 10 pag. 11 pag. 12 pag. 14 pag. 16 pag. 17 pag. 18 pag. 20 pag. 22 pag. 23 pag. 24 pag. 27 pag. 28 pag. 33 pag. 41 pag. 42 pag. 44 pag. 45 pag. 46 pag. 48 pag. 51 pag. 54 pag. 56 pag. 58 pag. 59 pag. 61 pag. 70 Sanitaria Locale della Provincia di Como ASL Azienda Direttore Simona Mariani Redazione Giordano Besana Paola Giossi Franca Ronchetti Responsabile Bernardino Marinoni via E. Pessina 6, Como [email protected] La raccolta di InformASL può essere consultata sul sito www.asl.como.it Registrazione Tribunale di Como n. 23/99 del 16 dicembre 1999 Grafica e stampa CESARENANI - Lipomo (Como) Si ringrazia Bennet, Cantel e Cesarenani per l’apporto. 2 Una squadra in campo Sì, proprio una squadra l’ASL, che non è solo quella che abbiamo visto sfidarsi nel mese di Giugno u.s. sul campo del “Sinigaglia” di Como in occasione del quadrangolare di calcio a scopo di beneficenza, ma quella formata da medici, veterinari, psicologi, biologi, infermieri, operatori sanitari e amministrativi, che tutti i giorni, lavorano insieme, uniti per fare tutto quanto è richiesto per la tutela della salute dei cittadini. E anche quando arriva il caldo, il periodo delle ferie, l’ASL è qui, aperta, presente, operativa… che mondo sarebbe senza l’ASL?! E infatti ci siamo e tuteliamo e provvediamo a tutti i servizi necessari durante un periodo particolare come è l’ESTATE quando arriva. Preveniamo i problemi, ma copriamo con i servizi disponibili anche i bisogni legati al caldo, alle vacanze. Da Como a Gravedona, da Erba a Mozzate, da Lomazzo a Cantù, dalla Val d’Intelvi alla Valassina, l’ASL è con Voi, ogni giorno, “Aperta per Ferie”. La SQUADRA c’è, unita, efficace ed efficiente, con un grande desiderio di stare insieme e di essere disponibile in ogni nostra sede. Così per questi mesi “caldi e vacanzieri”, abbiamo reso operativi: - la Guardia Medica Turistica; Dott.ssa Simona Mariani Direttore generale - gli Ispettorati Micologici; - gli Uffici Estero nei Distretti; - gli Ambulatori Vaccinazioni Internazionali; - il Numero Verde per problemi causati dal caldo; - i controlli sulla balneabilità dei laghi; - e… il nostro Canile sanitario per gli animali abbandonati, ma speriamo che soprattutto quest’ultimo non debba essere utilizzato, perché i nostri amici a 4 Zampe vanno in vacanza con la famiglia!!! Buona estate da tutta la SQUADRA. Simona Mariani 3 Bilancio sociale in progetto Il processo di aziendalizzazione avviato negli anni ’90, ha evidenziato l’autonomia delle aziende sanitarie nell’adottare scelte organizzative gestionali che soddisfino al meglio i bisogni di salute della popolazione. Tale autonomia implica una maggiore responsabilizzazione e una richiesta di trasparenza da parte della collettività sui risultati raggiunti. Le ASL sono dunque chiamate da un lato ad affinare le proprie metodologie per interpretare i bisogni della popolazione ed offrire la migliore risposta, dall’altro a rendere conto agli interlocutori esterni (utenti, istituzioni, e popolazione) dei risultati raggiunti, anche in virtù dell’entità del flusso di risorse pubbliche gestite. Il bilancio sociale è uno strumento che risponde a questa esigenza. Infatti rende conto ai diversi portatori d’interesse sull’operato dell’azienda, comunicando in modo chiaro e comprensibile gli obiettivi dell’ASL, le risorse a disposizione, i risultati raggiunti e gli effetti prodotti. Alcuni enti testimoniano già il riconoscimento dell’importanza di questo strumento. Lo stesso Dipartimento della Funzione Pubblica ha pubblicato una direttiva per promuovere e diffondere l’adozione del Bilancio Sociale rendendo accessibile, trasparente e valutabile da parte dei cittadini l’operato di enti e amministrazioni pubbliche. L’ASL della Provincia di Como ha deciso di proseguire il suo percorso di trasparenza, iniziato già nel 2004 con la sperimentazione del primo Bilancio di mandato, e di arrivare alla Estate serena Dott. Lucio Schiantarelli Direttore amministrativo pubblicazione del suo primo Bilancio sociale entro la fine dell’anno. Il progetto è ambizioso non solo perché si intende pubblicare e divulgare un documento completo ed esaustivo sui risultati ottenuti dall’Azienda, ma anche per l’impegno delle risorse messe a disposizione del progetto. Infatti vi partecipano tutti i livelli decisionali aziendali, le Direzioni, i Direttori di Distretto e di Dipartimento, i Responsabili di servizio, con l’obiettivo di portare ognuno il proprio contributo sull’esperienza in Azienda, individuare l’essenza e le sfaccettature del nostro operato e attivare i collaboratori per la ricerca delle informazioni. Nel progetto sono previsti anche alcuni momenti di incontro con categorie di portatori di interesse per raccogliere le loro valutazioni e le loro opinioni sull’operato dell’ASL. Al termine dei lavori il documento verrà presentato alla cittadinanza e alle istituzioni locali e regionali, i cui commenti sono fin da ora considerati utili e preziosi per il prosieguo del nostro percorso. Lucio Schiantarelli 4 È arrivata un’altra estate, e con essa nuovi e vecchi bisogni di salute collegati alle età della vita, all’ambiente e alle attese della popolazione. La nostra Azienda mette a disposizione di tutti una rete di servizi alla persona e come supporto per una estate serena, per il secondo anno consecutivo, un servizio specifico allo scopo di assistere le persone fragili particolarmente esposte agli effetti di temperatura e umidità elevata. Gli anziani con patologie croniche, le persone sole, principalmente, ma chiunque avesse bisogno di punto di riferimento certo per individuare la risposta sanitaria e assistenziale più idonea ad alleviare il disagio può rivolgersi al numero verde 800.004.341 dalle 9 alle 17 sette giorni su sette fino al 20 settembre. A tale numero rispondono infermieri professionali formati “ad hoc” che effettuano un “triage” telefonico per valutare le condizioni del paziente eventualmente tramite un familiare o anche i vicini di casa. Se le condizioni risultano tali da preoccupare viene chiamato il medico di medicina generale, dal lunedì al venerdì. Di sabato e di domenica si interpellano direttamente le strutture di pronto intervento, se necessario il 118 o proponendo ai parenti di condurre il paziente alla più vicina struttura di pronto soccorso dove il suo arrivo viene preannunciato ai sanitari. In ogni caso il paziente rientrerà tra quelli che il gruppo preposto all’emergenza caldo controllerà almeno una volta alla settimana, iscrivendolo intanto nel “registro fragili” in fase di realizzazione. Mentre viene dato alle stampe questo numero di QuiASL è in corso una rilevazione dei tempi d’attesa per le prestazioni am- Prevenire il disagio Dott. Camillo Rossi Direttore sanitario bulatoriali. Verranno verificati i risultati conseguiti da ogni struttura in termini di riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni con maggiore impatto. Grazie al Call center comunque è possibile prenotare le prime visite ambulatoriali chiamando il numero 803.000 (senza prefisso!). Lo sviluppo del progetto CRSSISS, oltre mezzo milione di carte distribuite, consente ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di Libera Scelta di consultare i referti di laboratorio, radiologia e pronto soccorso dei propri pazienti che hanno fruito di tali prestazioni presso l’Azienda Ospedaliera S. Anna e tra breve oltre all’adesione delle altre strutture sanitarie del territorio comasco, sarà possibile ai pazienti ritirare i referti in farmacia o riceverli a casa, col proprio PC o mediante un canale digitale terrestre riservato dal proprio televisore. Insomma, stiamo lavorando per consentire a tutta la popolazione di potersi avvalere dei servizi sanitari necessari secondo criteri moderni ed efficienti, contenendo al massimo il tempo necessario perché, si sa, il tempo è un bene prezioso al pari della salute. Buone e salutari vacanze a tutti. Camillo Rossi La parola “disagio” è tra quelle che l’ASL vorrebbe eliminare pur senza l’ambizione di sostituirla con “felicità”, ma con l’intenzione di ridurre, almeno nei limiti di possibilità che si possono ravvisare soprattutto nell’ambito delle attività sociosanitarie, quelle condizioni che eventualmente possono pregiudicarne il diritto a tentare di conseguirla. Non si tratta solo di intenzioni, per quanto buone, ma di una pratica che segue filoni disparati, dalla prevenzione all’assistenza, passando attraverso ogni possibile sinergia interistituzionale, con le associazioni di volontariato, con iniziative che anche sul territorio provinciale non mancano e, anzi, tendono a crescere nelle aree discoste, quelle dove il rischio di marginalità, se non addirittura di emarginazione, è maggiore, e comporta disagi potenziali che potrebbero farsi vettore di fenomeni gravi, dall’alcolismo alla droga. Si può considerare esemplare il caso delle “Porte aperte”, manifestazioni itineranti negli epicentri delle Comunità montane lariane con il preciso obiettivo di coinvolgere i giovani utilizzando la musica e lo sport come efficace veicolo di socializzazione, autorealizzazione, partecipazione ad una iniziativa i cui organizzatori non per caso hanno cercato, e ottenuto, l’adesione dell’ASL non tanto come mera patrocinatrice, ma per ribadire il ruolo che le compete sul fronte del perseguimento di quello stato di benessere psico-fisico che è la più classica definizione della salute e alla cui tute5 Dott. Luigi Davide Clerici Direttore sociale la l’ASL è istituzionalmente preposta. Meno occasionale e ormai collaudato e perfezionato negli anni, il rapporto tra l’ASL e il Dipartimento di salute mentale dell’Azienda Ospedaliera S. Anna è un altro punto fermo delle potenzialità realizzate congiuntamente. Attesta cioè che se ci si mette insieme i risultati si ottengono e che la collaborazione per gli aspetti di tipo sociale assicurata dall’ASL all’attività propria degli operatori psichiatrici produce esiti lusinghieri. Casa, anche di tipo assistito, lavoro, tempo libero dei soggetti interessati sono tutti progetti alla cui costruzione il Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate dell’ASL reca un contributo che è insieme di umanità e di professionalità, da una parte, e dall’altra favorisce la sempre più produttiva integrazione delle risorse naturali, cioè quelle spontanee, con quelle formali, cioè delle istituzioni, della rete comunitaria. Luigi Davide Clerici Operativi previsioni e numero verde Una pronta risposta all’emergenza caldo giornata della disponibilità di posti letto) specie per la fascia degli ultrasettantacinquenni, oltre 47.000 nel Comasco, che è quella a maggiore rischio. L’esperienza e le competenze degli operatori incaricati di rispondere al numero verde, attivato con successo Per fronteggiare le emergenze conseguenti ad eventuali temperature elevate, l’ASL, in linea con le direttive regionali, supporta ogni amministrazione comunale e ciascuna struttura sanitaria e sanitario-assistenziale, dagli ospedali alle case di riposo, con l’invio quotidiano del bollettino delle previsioni meteorologiche curato dall’ARPA che riporta indicazioni espressamente riferite al Comasco di temperatura e percentuale di umidità del giorno. Un ruolo fondamentale nella rete dei servizi tesa per prevenire i rischi della calura è quello svolto dal numero verde – – al quale Assistiti di età superiore ai 75 anni nei distretti del Comasco 800.004.341 fino al 20 settembre, 7 giorni su 7, dalle 9 alle 17, risponde personale infermieristico professionale con una cospicua esperienza maturata nell’ambito dell’assistenza domiciliare integrata, specificamente in grado di affrontare in prima linea l’”emergenza caldo”. Il personale che risponde alle chiamate dirette al numero verde infatti non raccoglie solo segnalazioni e richieste, ma fornisce anzitutto risposte appropriate provvedendo inoltre, se necessario, ad informare e coinvolgere il medico di famiglia o altre strutture sanitarie (per questo avrà disponibile una mappa sempre ag- Brianza 14.585 Como 14.619 Medio Alto Lario 5.282 Sud Ovest 12.715 Totale 47.201 6 “Le ricette dei nonni” già nell’estate 2005, permettono di utilizzare efficacemente i metodi di intervento, evidenziando rapidamente la necessità del cittadino e il tipo di supporto che gli può essere necessario. Il fattore umano in questa particolare circostanza influisce direttamente sulla qualità dell’assistenza: un ben calibrato sostegno, come quello che l’operatore fornisce, consente all’assistito o a un suo familiare di fronteggiare nel modo più corretto anche gli eventuali aspetti emotivi della situazione che la calura può contribuire a determinare. Un libretto pieno di gustose memorie “Le ricette dei nonni” costituiscono il risultato dell’iniziativa con la quale l’ASL ha voluto che la Festa dei nonni (2 ottobre) non si esaurisse in quella ricorrenza, coinvolgendo invece su un certo arco di tempo anche i più giovani. Perciò, su iniziativa del Direttore Generale, del Direttore Sociale e del Direttore Sanitario, il Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate, tramite gli organismi scolastici provinciali, aveva proposto alle classi IV e V elementare e I media di partecipare ad una ricognizione delle abitudini alimentari del passato attraverso “interviste” ai propri nonni o a persone in età sia nei Centri diurni per anziani sia nelle strutture di riposo. L’iniziativa ha raccolto l’adesione di 27 istituti scolastici con un totale di 19 classi di IV elementare, 21 classi di V elementare e 13 classi di I media. Le ricette trascritte sono state particolarmente numerose, anche se ai fini della pubblicazione in un volumetto che ne serbasse testimonianza si è proceduto ad una selezione che il Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate dell’ASL ha effettuato con la consulenza del gastronomo Franco 7 Vicini agli anziani A cura di Manuela Alunni per conto del gruppo infermieristico Unità di valutazione multiterritoriale Per la prima volta in Italia si verifica un fenomeno curioso. La vita si allunga e la fascia di età dei cosiddetti “giovani anziani attivi“ diventa quella che fa da cerniera: persone che fuoriescono dal ciclo produttivo godendo in gran parte di buona salute tanto da potersi prendere cura dei propri genitori, prerogativa, fino a vent’anni fa, della fascia dei trentenni. Soldaini, integrando le ricette, quando opportuno, con note suggerite sempre dai giovanissimi “ricercatori”. Le “Ricette dei nonni” sono state consegnate alle scuole che hanno partecipato all’iniziativa, portata a compimento entro la fine dell’anno scolastico che essa ha occupato in una larga parte stabilendo un originale canale di comunicazione intergenerazionale all’interno di un vasto progetto di sinergie tra ASL e scuola che, grazie a sensibilità e disponibilità del Centro Servizi Amministrativi di Como, si sta particolarmente sviluppando proprio sul versante dell’educazione alimentare. La pubblicazione, la cui veste grafica evoca quella del libretto del prestinaio, un ulteriore reperto di un’altra temperie sociale, non è soltanto gradevole editorialmente: si presenta come un contributo insolito dell’ASL alla microstoria, nella specificità alimentare; un ambito che sul versante della salute è di stretta competenza dell’Azienda Sanitaria Locale. Ora i nostri sessantenni non di rado accudiscono genitori ottantenni e la novità impone qualche riflessione pratica. Nei casi in cui si ha a che fare con un genitore ottantenne che vuole vivere da solo (sempre che glie lo permettano le condizioni di salute) bisogna infatti porre molta attenzione alla fase dell’osservazione perché ci possono essere campanelli di allarme di cui bisogna imparare a riconoscere l’eventuale suono. A volte gli stessi genitori anziani, per esempio, preferiscono effettuare la spesa in piena autonomia. Il figlio o la figlia che cosa devono fare per verificare che il proprio caro effettivamente mangi? Basta controllare con una certa assiduità il frigorifero. Sem8 scritto in cucina (il posto della casa più frequentato) che ricordi loro di bere acqua e magari anche di tenere il conto di quanti bicchieri ne hanno bevuto. Un comportamento scorretto come quello di non bere a sufficienza nelle persone anziane può provocare fenomeni di disidratazione che diventano seri quando si associano ad altre patologie sia acute sia croniche. Anche la terapia prescritta dal medico di medicina generale al paziente anziano esige il controllo che venga osservata con il dovuto scrupolo. Un foglio giornaliero sul quale vengono segnate ore e pastiglie è assai opportuno quando la persona anziana vive da sola. Infine si deve controllare bene come viene riposta la biancheria nei cassetti, ma anche come viene lavata dalla persona anziana. E poi se si cambia, si lava, si veste; e se tutto questo non succedesse per un po’ di tempo, allora la situazione comincerebbe a richiedere una valutazione attenta. bra un comportamento banale, ma è all’interno del frigorifero che si possono cogliere i primi segnali di un disagio latente. Perciò si deve controllare che il cibo conservato non sia scaduto, che sia riposto nel frigorifero in maniera ordinata, di quali generi di alimenti si tratti (e che siano correttamente sistemati negli appositi vani), che non manchino la frutta e la verdura (e che i prodotti consentano una dieta variata). Del cibo va inoltre controllata la quantità. La maggior parte delle persone anziane inoltre non beve acqua nella giusta quantità durante la giornata. Quindi va controllato il consumo d’acqua dei propri genitori anziani. Se non si vive insieme a loro bisogna assolutamente stimolarli a farlo: perciò è opportuno lasciare un messaggio 9 dislocati nei distretti Como, Medio Alto Lario e Brianza. Sempre da luglio gli Ispettorati micologici, in ciascun distretto socio-sanitario, assicurano gratuitamente il Estate ASL aperta controllo dei funghi raccolti dai privati cittadini, in modo che possano consumarli senza correre rischi. Alcuni servizi, pur non essendo stagionali, d’estate vengono particolarmente sollecitati: succede, suo malgrado, al canile sanitario, punto di confluenza degli animali abbandonati sulla strada delle vacanze, secondo una deprecabile consuetudine per cui in questi mesi la struttura veterinaria tende a riempirsi di cani trovatelli. In vista di viaggi particolarmente impegnativi, quello dell’Ambulatorio del viaggiatore internazionale è un servizio che offre ai cittadini sia informazioni sia prestazioni vaccinali in base al luogo di destinazione. Fermo restando che proprio d’estate è ancora più opportuno avere sempre con sé la Carta Regionale dei Servizi: nel comodo formato credit card, sostituisce anche il passato modello E111 e quindi, in caso d’urgenza, garantisce la copertura sanitaria nei paesi comunitari e in quelli con i quali esistono accordi con l’Unione Europea, a cominciare dalla Svizzera. Per soggiorni in altri paesi extracomunitari ci si può rivolgere prima della partenza agli uffici del proprio distretto che si occupano di assistenza all’estero per avere informazioni circa eventuali intese o convenzioni bilaterali. per ferie La stagione estiva estende i fronti dell’impegno dell’Azienda Sanitaria Locale che, in aggiunta ad un’attività che procede, come è ovvio, senza soluzione di continuità, attiva servizi stagionali specializzati, a cominciare da quello che attraverso il numero verde 800.004.341 fino al 20 Settembre, sette giorni su sette, dalle 9 alle 17, rivolto soprattutto alla popolazione anziana, fornisce risposte o fa scattare interventi per fronteggiare l’emergenza caldo. Inoltre il monitoraggio della balneabilità consente di avere una mappa aggiornata della situazione delle spiagge dei laghi del Comasco, in modo che il cittadino avveduto può fare bagni in sicurezza dal punto di vista chimico-batteriologico. In luglio e agosto si attiva anche il servizio di Guardia Medica Turistica dedicato a chi soggiorna nelle località turistiche lariane. Esso funziona attraverso una serie di ambulatori 10 ABC della comunicazione (URP) A cura della dott.ssa Franca Ronchetti La comunicazione è una risorsa di innegabile valore per la Sanità con favorevoli ripercussioni sulla qualità dei processi organizzativi e dei servizi offerti. Ma cosa si intende per comunicazione? E quali sono gli elementi che la caratterizzano? Il processo di comunicazione é avviato da una persona che intende inviare ad altri soggetti un messaggio, un’idea. E chi invia un messaggio deve sempre prevedere alcuni necessari accorgimenti: individuare con precisione la persona o il gruppo a cui intende rivolgersi; scegliere quei mezzi di comunicazione che possano essere recepiti in maniera ottimale dai destinatari; stilare con precisione il messaggio. Anche nel contesto dei servizi socio-sanitari, ogni giorno vengono inviati numerosissimi messaggi che possono essere indirizzati verso l’alto, con i propri superiori, o verso il basso con i dipendenti; trasversalmente con i soggetti in uguale posizione funzionale, ma soprattutto con messaggi diretti a pazienti che codificano e possono dimostrare subito l’esito positivo o negativo della comunicazione. La codificazione e l’invio rappresentano un momento particolarmente delicato dell’azione comunicativa, dovendosi decidere le modalità di formulazione ed i contenuti del messaggio, nonché il mezzo più idoneo per la sua trasmissione. Più il contenuto del messaggio è chiaro e il canale giusto, più questi due aspetti si integreranno garantendo una reale efficacia comunicativa. Proprio per questo nella nostra Azienda gli addetti agli Uffici Relazioni con il Pubblico sono tutti operatori scelti che sanno mettere in campo una delle maggiori potenzialità della comunicazione verbale: quella del coinvolgimento. Come? Cercando di essere sensibili ai bisogni dell’interlocutore non solo incoraggiandolo e aiutandolo a spiegare meglio il suo problema, ma anche dimostrando un interesse particolare alle sue richieste. Ma non solo, non dimenticano che dall’altra parte c’é una persona con grossi problemi e difficoltà, investita di dignità, capacità critica, discernimento e facoltà di scelta. 11 nella nostra Azienda gli addetti agli Uffici Relazioni con il Pubblico sono tutti operatori scelti che sanno mettere in campo una delle maggiori potenzialità della comunicazione verbale: quella del coinvolgimento Gli Uffici relazioni con il pubblico del Distretto Brianza Con l’obiettivo di migliorare insieme A cura della dott.ssa Cristina Della Rosa L’Ufficio relazioni con il pubblico ha conosciuto nel corso degli ultimi anni molti cambiamenti, passando da una funzione iniziale prevalente e quasi esclusiva di gestione dei reclami ad una funzione sempre più informativa. Dall’alto, Pier Stella Colombo referente URP a Cantù, Anna Maria Nava referente URP a Erba, Angela Anzani referente URP a Mariano Comense. Infatti il bisogno di informazione e di chiarezza da parte dei cittadini appare sempre più evidente ed emerge nelle varie occasioni nelle quali il cittadino ha contatti con le nostre strutture mediante segnalazioni dirette o come recentemente avvenuto attraverso la compilazione di questionari di gradimento dei servizi. del cittadino per raccoglierne i bisogni e cercare il modo migliore di soddisfarli. Pertanto le operatrici del Distretto Brianza con funzione di referente URP delle sedi di Cantù, Erba e Mariano Comense, oltre a svolgere la loro attività istituzionale, sono quotidianamente a disposizione dei cittadini per aiutarli nell’approccio alla sanità comasca. Le informazioni richieste riguardano sia i servizi ASL e relative modalità di accesso, sia i servizi delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate con particolare riferimento ai tempi di attesa e anche in questo caso alle modalità di accesso. Nell’ambito di questa logica l’Ufficio relazioni con il pubblico appare sempre più come ufficio a fianco 12 Come conseguenza di una maggiore informazione e quindi maggiore conoscenza dei propri diritti anche la funzione di raccolta dei reclami è divenuta abbastanza consistente e riguarda prevalentemente medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, strutture accreditate e anche servizi ASL in relazione soprattutto a tempi di attesa considerati eccessivamente lunghi in alcuni uffici con grande affluenza di pubblico. Riteniamo che le caratteristiche che gli operatori di un buon Ufficio relazioni con il pubblico debbano avere siano capacità di ascolto, buona conoscenza dei servizi sanitari per una immediata focalizzazione della problematica segnalata e certamente tempestività nella risposta. Viene infatti molto apprezzato dai cittadini un interlocutore attento ed affidabile che sia in grado di dare risposte in tempi molto brevi in quanto crea consapevolezza di una immediata presa in considerazione della problematica segnalata. Operatori del Distretto Brianza della sede di Mariano Comense. Operatori del Distretto Brianza della sede di Erba. Operatori del Distretto Brianza della sede di Cantù. 13 Nel Distretto montano Medio Alto Lario Una rete di ascolto dei bisogni di tutti A cura del dott. Giuseppe Iafolla I capisaldi di tutto ciò sono la formazione degli operatori e la struttura organizzativa e la logistica del Distretto Socio Sanitario Medio Alto Lario. Infatti la formazione è il presupposto della conoscenza di specifici processi operativi distrettuali con rilevante impatto verso l’utente (Commissione Invalidi, presidi per diabetici, protesi ed ausili), ma anche della cultura della qualità e del- La comunicazione ed il rapporto con l’utenza sono obiettivi importanti dell’Azienda Sanitaria Locale. Il Distretto Medio Alto Lario con le due sedi URP, l’una in Menaggio (Villa Covone) e l’altra in Dongo (via Gentile 11), insieme agli operatori di primo contatto con l’utenza, attivano un procedimento integrato per soddisfare al meglio le aspettative dei residenti in questo particolare contesto geografico. Gli obiettivi sono quelli di dare anzitutto informazioni puntuali sulle attività svolte dal Distretto, modificare alcuni comportamenti dei cittadini attraverso l’informazione (orari degli ambulatori e degli uffici, numeri telefonici e generalità dei preposti agli uffici distrettuali), perseguire la visibilità dell’Azienda su che cosa essa fa e su come lo fa, monitorare le attività segnalando eventuali eventi negativi, valutare il grado di soddisfazione su alcune attività rilevanti interpellando coloro che ne usufruiscono. Operatori del Distretto Medio Alto Lario. 14 la capacità d’ascolto che sono obiettivi dell’Azienda Sanitaria Locale nei suoi rapporti con l’utenza. Dal punto di vista della logistica c’è sempre stata grande attenzione e valorizzazione di tutti i presìdi distrettuali, soprattutto di quelli montani, per lasciare appunto “vivere” luoghi dove possa avvenire il contatto e attuarsi l’ascolto dei cittadini, oltre ad avere in questi presidi il decentramento di alcuni servizi con relativo personale. Tutto si è concretizzato in una rete di ascolto e di segnalazioni territoriali e in punti, o centri, di confronto. La prima è costituita da punti di contatto (gli sportelli, le segreterie dei servizi, gli operatori addetti agli ambulatori) tra di loro interconnessi e dialoganti, nelle sedi di San Fedele, Porlezza, Menaggio e Dongo. I punti di confronto sono i due uffi- Vito Robba, referente URP a Dongo. Loretta Lanfranconi, referente URP a Menaggio. ci per le relazioni con il pubblico, URP, all’occorrenza anche itineranti nei presìdi sul territorio con il compito di riunire allo stesso tavolo chi ha fatto reclami o segnalazioni e i vari responsabili e referenti del distretto, insieme naturalmente agli operatori URP per portare la “lamentale” sul terreno del dialogo costruttivo. 15 Nel Distretto Sud Ovest problemi in via di soluzione Nessuna confusione A cura del dott. Romano Azimonti Uno dei problemi centrali nel rapporto con l’utenza è quello collegato alla difficoltà di cogliere le differenze di responsabilità collegate all’erogazione di servizi specialistici in capo alle strutture ospedaliere e alle attività sanitarie gestite dall’ASL. Come è noto la legge di riordino del Servizio Sanitario lomAlfreda Maino, referente bardo ha scorporato le competenze legate a prestazioni URP a Olgiate Comasco specialistiche e di ricovero dall’attività ASL. Sebbene sia(sopra) e la dottoressa Melissa Landoni, referente no passati diversi anni dal varo della riforma, l‘ASL viene URP a Lomazzo. tuttavia recepita dai cittadini come il fulcro della gestione di tutte le attività sanitarie: motivo per il quale in gran parte le richieste di prenotazione di visita specialistica invece che ai poliambulatori territoriali ospedalieri giungono al centralino dell’ASL Il problema è già stato valutato in diverse sedi e si è deciso operativamente di procedere ad un’ulteriore sensibilizzazione della popolazione, ma soprattutto si sta rivelando utile il numero verde 803.000 che per prenotare la prima visita identifica direttamente le strutture che erogano le prestazioni. Un’ulteriore difficoltà è collegata alla necessità di far comprendere ai cittadini che alcuni servizi non vengono erogati, poiché alcune linee guida ne hanno decretato l’inefficacia. Fornire solo servizi efficaci è principio di facile accettazione per i sanitari, ma richiede per la popolazione in generale anche un cambiamento di cultura. Si è tuttavia fiduciosi che alla fine i messaggi fondati su valutazioni di carattere scientifico renderanno consapevoli tutti i cittadini della necessità di richiedere solo quanto risulta provatamente efficace in termini sanitari. Operatori del Distretto Sud Ovest. 16 Operatori del Distretto Como. Nel Distretto Como lavorando s’impara Esperienza da valorizzare A cura del cav. Pietro Peretta Sull’onda generata dalla Direzione Aziendale nella volontà di rinnovare gli Uffici Relazioni con il Pubblico adeguandoli agli standard più evoluti il Distretto di Como ha sviluppato una peculiare azione profonda ed incisiva per il conseguimento di una maggiore semplificazione ed umanizzazione del rapporto con l’utenza. Si è partiti dalla percezione e analisi del disagio del cittadino utente nel momento in cui ha l’esigenza di fruire di qualsivoglia prestazione o servizio dell’ASL. Anziché ricorrere a contributi esterni per inquadrare il problema si è ri17 tenuto di valorizzare l’esperienza degli operatori che quotidianamente hanno un rapporto diretto con l’utenza. Infatti nessuno più del personale e dell’apparato dirigenziale delle diverse articolazioni distrettuali, opportunamente coinvolto e sollecitato, può cogliere e quindi evidenziare la tipologia del disagio e delle difficoltà dell’utenza nell’accesso ai servizi o nel comprendere i percorsi necessari per ottenere atti, prestazioni, eccetera. Allo stesso modo, l’analisi delle metodiche spontanee messe in atto dagli operatori, talvolta anche con automatismi, per fornire chiarimenti e dare indicazioni può agevolmente consentire di individuare i più opportuni interventi di miglioramento, adeguamento logistico, segnaletica più chiara ed efficace, illustrazione scritta ma semplificata delle procedure, predisposizione di stampati semplici e chiari sulle specificità dei servizi erogati dal Distretto. I gruppi di cure primarie: un’opportunità per la medicina generale Verso équipes territoriali multiprofessionali Anna Carugati, referente URP a Como. Perciò gli operatori delle diverse articolazioni si sono riuniti più volte per riflettere sul proprio lavoro quotidiano ed analizzare insieme i problemi ricorrenti con l’utenza formulando un elenco graduato delle criticità con contestuali proposte per affrontarle nel modo più idoneo. Seguendo questo percorso si è dato avvio, ove possibile, a modifiche logistiche, predisposizione di nuove segnaletiche, elaborazione di stampati esplicativi semplici e razionali ecc. Oltre a ciò sono stati effettuati corsi autogestiti di formazione del personale addetto allo sportello finalizzati ad un ottimale approccio con l’utenza. Naturalmente il processo è solo iniziato, ma sicuramente ha dimostrato di essere valido e si ha la percezione che darà buoni risultati per una maggiore umanizzazione del rapporto con l’utenza che porterà conseguentemente anche una riduzione dello stress che per il personale addetto al pubblico sicuramente è un fattore che ha una considerevole rilevanza. A cura del dott. Ugo Brancaccio Il medico di medicina generale rappresenta un riferimento ed interfaccia privilegiato per l’utenza nell’ambito territoriale in cui opera per intercettare reali bisogni di salute che si traducono in domanda di prestazioni sanitarie. Un salto di qualità nell’intercettare i reali bisogni dell’utenza e nell’attuare una erogazione omogenea di prestazioni sanitarie è avvenuto alla fine degli anni novanta con la costituzione delle medicine territoriali in associazione. L’associazionismo medico, soprattutto quello strutturato in forma di gruppo e rete, ha garantito un più elevato livello qualitativo delle prestazioni erogate attraverso l’ampliamento dell’orario di apertura e l’attivazione di ambulatori dedicati a pazienti affetti da patologie croniche ed ha permesso una maggiore fruibilità ed accessibilità ai servizi da parte degli utenti. 18 rivante dall’attivazione di gruppi di cure primarie sono facilmente individuabili nella maggiore accessibilità al medico di medicina generale, nella possibilità di fruire direttamente di prestazioni infermieristiche e specialistiche, volti a risolvere la maggior parte dei problemi di salute. Non sarà solo l’assistito a fruire di questi vantaggi, ma anche il medico di medicina generale, interfacciandosi direttamente con più di una professionalità specialistica, potrà avere supporto e consulenza immediata per la risoluzione di molti dei quesiti di più frequente riscontro nella sua attività quotidiana. La contiguità in una stessa struttura delle figure specialistiche e del medico di medicina generale che diventa gestore del Gruppo di Cure Primarie, realizza un primo livello di forte integrazione ospedale-territorio. Nella nostra ASL sono stati presentati quattro progetti di attivazione di gruppi di cure primarie da altrettante associazioni di medici di medicina generale. L’ASL si è già interfacciata con i quattro referenti dei progetti definendo passaggi condivisi per far decollare le progettualità avanzate. Si è consci delle problematiche organizzative gestionali ed operative che si dovranno affrontare per l’attivazione di gruppi di cure primarie, ma pure si è manifestata una chiara volontà dell’ASL e dei medici di medicina generale interessati di non far cadere questa importante opportunità che si profila per la medicina generale e per gli assistiti. L’associazionismo medico però non ha trasformato automaticamente i medici di medicina generale in interlocutori forti delle strutture di ricovero e cura presenti sul territorio, né ha loro fatto acquisire maggiori capacità nell’orientare la domanda di prestazioni. Il Gruppo di Cure Primarie, ulteriore forma evolutiva della medicina in associazione, permetterà al medico di diventare esso stesso erogatore diretto di prestazioni sanitarie, non più individualmente, in regime libero professionale e nelle forme consentite dall’Accordo Collettivo Nazionale, ma come gestore di una équipe territoriale multiprofessionale ed articolata in grado di fornire prestazioni specialistiche diversificate di primo livello. Il medico di medicina generale continuerà quindi ad essere clinico e confidente del proprio assistito, ma senza rinunciare al rapporto individuale e fiduciario che lo contraddistingue. Dovrà però rimodulare il suo ruolo diventando quindi erogatore di prestazioni e gestore di altre figure professionali mediche e non mediche per differenziare l’offerta di prestazioni di primo livello già in sede di primo accesso ambulatoriale. Gli indubbi vantaggi per l’assistito de- 19 Per prenotare la prima visita basta una telefonata Il telefono senza fila Da oggi è attivo un nuovo Numero Verde per prenotare, modificare o annullare, attraverso una semplice telefonata gratuita, le prime visite mediche nella provincia di Como e nella provincia di Varese, per i distretti di Varese, Luino, Cittiglio, Arcisate e Azzate. strutture che hanno attivato il servizio. È possibile chiedere la disponibilità presso una diversa struttura, purché presente nell’elenco. Quali visite SÌ Sono prenotabili tutte le prime visite. Dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20 NO Non sono prenotabili le visite di controllo. Come prenotare Da telefono fisso (in qualsiasi parte d’Italia) o dal cellulare, si può chiamare il Numero Verde gratuito 803.000, dal lunedì al sabato, esclusi festivi, dalle 8.00 alle 20.00. Per prenotare bisogna essere in possesso dell’impegnativa del proprio medico e della tessera sanitaria. L’operatore propone sempre la prima data disponibile in una delle Per maggiori informazioni Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’ASL di Como: tel. 031 370.209 Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’ASL di Varese: tel. 0332 277.500 Call Center Sanità: 840.000.006 www.sanita.regione.lombardia.it 20 Ad oggi hanno già aderito le seguenti strutture Azienda Ospedaliera Macchi di Varese Azienda Ospedaliera S. Anna di Como Poliambulatorio di: Varese (Ospedale F. Del Ponte) Varese (Ospedale Macchi) Varese (Viale Monterosa) Arcisate Cittiglio (Ospedale) Cuasso al Monte Gavirate Lavena-Ponte Tresa Luino (Ospedale Luini Confalonieri) Viggiù Presidio di: Como Cantù Longone al Segrino (Presidio Beldosso) Mariano Comense Menaggio Poliambulatorio di: Como (via Pessina, 6) Cernobbio Dongo Fino Mornasco Lomazzo Olgiate Comasco Ponte Lambro Villaguardia (Riabilitazione) Ambulatorio specialistico di Comerio Centro Psicosociale di Arcisate Presidio Malattie Sociali Apparato Respiratorio di Varese UONPIA Servizi Territoriali di Besozzo Casa di Cura Le Terrazze di Cunardo Poliambulatorio: ex Ospedale Psichiatrico di Como Rieducazione Riabilitazione Funzionale di Como (Villaguardia) Centro Fisioterapico di riabilitazione Dr. Isber Atyeh di Malnate Centro Fisioterapico Solexis di Varese Ospedale Classificato Valduce di Como Centro Polispecialistico Beccaria di Varese Attenzione • non si deve usare il prefisso 031 • si possono annullare solo le visite prenotate attraverso il numero verde medesimo • il numero verde non è raggiungibile dall’estero Diamed di Varese Eurocentro Polispecialistico di Varese Nuovo Centro Fisioterapico di Varese Sirio di Varese 21 Numero verde 803.000 Estendere il call center per… accorciare la fila A cura del dott. Vittorio Bosio nale dove un operatore, in una fascia oraria molto estesa – dalle 8 alle 20, dal lunedì al sabato – fornisce innanzitutto la disponibilità della visita richiesta con un minor numero di giorni di attesa e fissa l’appuntamento nella struttura indicata dallo stesso utente. Per accedere alla prenotazione è necessario essere in possesso dell’impegnativa del proprio medico e della tessera sanitaria. “Il telefono senza fila” è lo slogan che pubblicizza il servizio di prenotazione telefonica delle prestazioni ambulatoriali istituito a novembre 2005 dalla Regione Lombardia. Un servizio che continua a crescere e che, nei prossimi mesi, coinvolgerà tutte le Strutture Sanitarie provinciali e verrà esteso ad altre prestazioni ambulatoriali. Oggi, attraverso il numero verde 803.000, è possibile prenotare una prima visita specialistica presso alcune strutture sanitarie della nostra ASL e di quella di Varese. Componendo tale numero, i cittadini possono chiedere di fissare un appuntamento per effettuare questo tipo di prestazioni presso l’Ospedale Valduce di Como e presso tutti i Presidi ospedalieri e gli Ambulatori dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna che sono presenti sul territorio provinciale. L’utente quindi, pur mantenendo la possibilità di rivolgersi direttamente alla struttura prescelta presentandosi allo sportello o telefonando al relativo Centro Unico di Prenotazione, può rivolgersi al numero verde regio- A PARTIRE DAL PROSSIMO MESE DI SETTEMBRE IL SERVIZIO VERRÀ ESTESO A TUTTI GLI OSPEDALI E I POLIAMBULATORI DELLA PROVINCIA Il Call Center, attivo dallo scorso 7 novembre e in costante crescita, ha ricevuto nello scorso mese di maggio oltre 7.500 chiamate e ha prenotato, nei presidi delle due strutture comasche attualmente coinvolte, 5.300 visite specialistiche. In sei mesi si è raddoppiato il numero di chiamate mentre le prenotazioni sono addirittura quadruplicate. Un Servizio che, stando ai numeri, ha raccolto il consenso e la soddisfazio22 Contro l’abbandono ne degli utenti: il Call Center infatti, va incontro alle esigenze dei cittadini per migliorare la tempestività delle prestazioni, evitando di perdere tempo per individuare l’ospedale o l’ambulatorio che può assicurare la visita nel tempo più breve. Da segnalare che attualmente le telefonate si concentrano maggiormente nei primi giorni della settimana ed in una fascia oraria che va dalle 10 alle 13: per questo si invitano tutti gli utenti ad usufruire del Servizio anche in orari diversi rispetto a quelli più convenzionali dei CUP ospedalieri. Ma va evidenziato il contributo che il Call Center sta dando alla riduzione delle liste di attesa: consente infatti di conoscere l’ambulatorio che assicura la visita nel tempo più breve e scegliere quindi dove eseguirla con un più ampio spettro di possibilità. Attualmente è possibile prenotare solo la prima visita specialistica (in alcuni casi anche esami strumentali strettamente connessi come ad esempio l’elettrocardiogramma o l’audiometria). ENTRO IL PROSSIMO NOVEMBRE IL SERVIZIO SARÀ ALLARGATO ANCHE ALLE PRESTAZIONI DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI Tra i diversi esami che potranno essere prenotati ve ne sono alcuni molto richiesti: oltre alle radiografie tradizionali e le TAC senza mezzo di contrasto sarà possibile prenotare tutte le ecografie; saranno invece escluse, per la loro complessità, le prestazioni effettuate con Risonanza Magnetica Nucleare. Chiunque abbandona cani, gatti o qualsiasi altro animale custodito nella propria abitazione, è punito con la sanzione amministrativa di 172,15 euro. sanitaria locale della provincia di Como ASL Azienda un cane per amico adottare un cane è un atto di generosità 23 Intervista al Presidente dell’Ordine dei medici veterinari Il dottor Luciano Millefanti dal 2003, investito di un secondo mandato triennale, presiede l’Ordine dei medici veterinari delle province di Como e di Lecco che conta 282 iscritti. In gran parte, circa il 70 per cento, liberi professionisti, si dedicano soprattutto agli animali d’affezione. Gli altri iscritti, a parte alcuni docenti universitari e qualcuno occupato nelle industrie, lavorano nel settore pubblico, in maggioranza nelle ASL delle due province. Fra questi anche il presidente. Il dottor Millefanti infatti è veterinario dirigente all’ASL della Provincia di Como, responsabile del Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche del Distretto veterinario Como. QuiASL l’ha intervistato nella veste di presidente dell’Ordine. Un giusto equilibrio tra uomini e animali Da un punto di vista giocoforza privilegiato, come giudica la sensibilizzazione animalista della nostra società e, in particolare, nella nostra provincia? Ritengo che la sensibilizzazione, in particolare delle nuove generazioni, verso l’universo animale sia di per sé un fatto positivo. Mi rendo conto altresì che l’adeguamento delle norme ha tempi, purtroppo, diversi; basti pensare che per la legge italiana, il cane è considerato ancora oggi una “res” cioè una cosa di cui il proprietario può disporre come meglio crede. Devo dire che invece la normativa comunitaria, soprattutto nel settore del benessere animale, si sta evolvendo rapidamente e la cosa non può fare altro che piacere. È chiaro che l’attenzione verso gli animali deve esser vista in un’ottica di crescita individuale e sociale e come tale inquadrata in un giusto equilibrio nei rapporti tra l’uomo e l’animale senza eccedere in esasperazioni e conflitti che non portano lontano. Il dottor Luciano Millefanti. 24 Ritiene che la domanda di animali d’affezione possa essere governata meglio? È importante fare conoscere quali sono i rischi di aumento del numero degli animali non voluti ed abbandonati, derivanti dall’acquisto irresponsabile di animali da compagnia associato ad una riproduzione non pianificata, assieme alla necessità di scoraggiarne il dono a titolo di premio, ricompensa o omaggio. Il ruolo del Medico Veterinario in tutto questo sistema è a mio avviso fondamentale. Su un altro versante, la sicurezza degli alimenti d’origine animale è sufficientemente garantita? Qui devo abbandonare la mia veste istituzionale per vestire quella del lavoro quotidiano presso il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell’ASL della Provincia di Como. Per entrare nel merito della domanda rispondo senz’altro di sì, ma non per maniera. Quello che è mancato in passato, soprattutto in occasione delle emergenze alimentari, è una corretta comunicazione al consumatore. In questo senso la Regione Lombardia ha ritenuto di pubblicare un decreto relativo proprio alla comunicazione al consumatore, perfettamente applicabile in occasione di qualsiasi emergenza alimentare. È importante capire quando, cosa, chi e come si comunica. Purtroppo, e si è visto anche in occasione del recente problema dell’influenza aviaria, spesso intervengono nei vari programmi radiofonici e Reputa che il fenomeno dell’abbandono di animali domestici, incautamente acquistati, rischi di diventare strutturale? Penso che si debba arrivare ad una rivisitazione della legge quadro sul randagismo ormai vecchia di 15 anni in considerazione della difficoltà di un’applicazione omogenea su tutto il territorio nazionale; basti pensare alla diversa situazione esistente tra le nostre zone ed il Sud dove i cosiddetti cani di quartiere rappresentano la regola. Ritengo necessario, oltre alla messa a regime dell’anagrafe canina regionale e nazionale, che si investano più risorse, come peraltro previsto nello specifico accordo della Conferenza Stato-Regioni, nell’informazione e nell’educazione per affermare il rispetto per gli animali e la tutela del loro benessere, con programmi rivolti a coloro che sono interessati alla custodia, all’allevamento, all’addestramento, al commercio e al trasporto degli animali da compagnia. 25 televisivi, oltre o al posto di chi di dovere, nani, saltimbanchi, illusionisti, tutti personaggi insomma che oltre ad un aumento della propria visibilità, riescono solo ad ingenerare confusione e incertezza, se non vero e proprio panico, nei consumatori. La cosiddetta “mucca pazza” ha lasciato, a suo parere, strascichi psicologici nelle abitudini alimentari? Ritengo di no, anche perché nell’immaginario collettivo il problema è stato archiviato. Gli addetti ai lavori ben sanno che invece i controlli sono ancora oggi metodici e continui; insomma la guardia è sempre mantenuta alta. Purtroppo la ricaduta di questo impegno da parte dei Servizi Veterinari sul cittadino consumatore è spesso minima anche in considerazione di un difetto di comunicazione. Questa intervista senz’altro potrà contribuire a tenere aperto il canale informativo. Infine, l’influenza aviaria. Come è stata affrontata, ma anche come è stata vissuta in ottica veterinaria? L’impatto mediatico è stato forte ed immediato. Purtroppo le conseguenze nell’immediato si sono tradotte in una riduzione drastica dei consumi di carne di pollo assolutamente ingiustificata associata ad un altrettanto ingiustificato e diffuso allarmismo. Le epidemie di influenza aviaria a bassa e alta patogenicità si ripetono ciclicamente anche nel nostro territorio regionale. Ormai il “sistema veterinario” lombardo è ampiamente collaudato al riguardo e si tratta solo di implementare la già cospicua attività di vigilanza e monitoraggio intrapresa da anni. Sull’argomento influenza aviaria l’Ordine ha organizzato nello scorso mese di aprile un corso specifico riservato ai colleghi. I partecipanti, sia dipendenti delle ASL sia liberi professionisti sono stati oltremodo soddisfatti per la competenza dei relatori. 26 Alzheimer: le attività dei Donatori del Tempo Como ogni lunedì pomeriggio dalle ore 15.30 alle 17.30, ci si trova per stare insieme, per una partita a carte, per fare bricolage o qualche gioco di memoria… e per bere un caffé in compagnia. Per informazioni: telefono e fax 031 270231. A Como, presso le Unità Valutative Alzheimer (U.V.A.) è attivo per i malati di Alzheimer ed i loro familiari un servizio di segretariato dei Donatori del Tempo nei seguenti giorni e orari: mercoledì ore 15-16.30 al Poliambulatorio dell’Ospedale S. Anna di Como venerdì ore 9.30-11 al Day Hospital di Geriatria dell’Ospedale S. Anna di Como, mercoledì ore 9-11 al Poliambulatorio dell’Ospedale Valduce di Como. È presente una volontaria, alla quale ci si può rivolgere per avere ascolto, consigli utili e informazioni sulle attività di sostegno e animazione organizzate nell’ambito delle attività dei Donatori del Tempo. Il “Venerdi-in...sieme”: al Centro diurno comunale di via Volta 83 a Como (sede dei corsi dell’Università Popolare). Il venerdì pomeriggio dalle 15 alle 17 ci ritroviamo per stare “insieme” e per fare “insieme” attività ludico-motorie, giochi di memoria, disegno, bricolage, letture, ascolto della musica, e anche incontri con amici, medici e consulenti specializzati del settore. Il “Filo diretto”: per i familiari che desiderassero una consulenza psicologica individuale, segnaliamo la possibilità di un colloquio telefonico con la nostra psicologa, la dottoressa Luciana Quaia, al numero 031 270231 ogni primo e terzo mercoledì del mese, dalle 17 alle 19. Per avere informazioni o per donare il proprio tempo: martedì e giovedì ore 16.30/18.30 telefono e fax 031 270231 Il “Caffé del lunedi”: nel bellissimo salone-bar a lago, sede dello YCMV (Yacht Club Mila-Circolo della Vela) a 27 L’avvio dello screening del colon retto e il punto dello screening mammografico La campagna di prevenzione oncologica della ASL è Per te! A cura delle dottoresse Maria Gramegna e Gemma Gola punto di vista organizzativo e della ricerca di sinergie tra differenti soggetti coinvolti: oltre all’ASL, le Strutture Sanitarie di Diagnosi e Cura e i Medici di Medicina Generale, nell’intento di portare ai cittadini una proposta facilmente fruibile. La ASL partecipa alla realizzazione degli interventi di prevenzione dei tumori promossi dalla Regione Lombardia. Per questo nel mese di maggio ha avviato lo screening per la diagnosi precoce del carcinoma del colon retto aprendo un nuovo fronte, dopo quello sempre più esteso sul territorio provinciale dello screening mammografico. I due screening, partendo dalle stesse basi concettuali e organizzative, si articolano e si sviluppano diversamente per la peculiarità delle due patologie che si intende prevenire e per i diversi approcci diagnostici. La loro finalità è quella di identificare e curare il più precocemente possibile lesioni precancerose o tumori in fase iniziale affinché la cura porti ad una più alta probabilità di guarigione e comunque una migliore qualità della vita. Ai cittadini considerati a “rischio generico per l’età” viene proposto il test di screening attraverso una lettera di invito individuale. Per realizzare tutto ciò è stato necessario un importante sforzo dal Lo screening del colon retto si rivolge a uomini e donne di età compresa tra 50 e 69 anni. Il tumore del colon retto in Italia conta ogni anno circa 28.000 nuovi casi diagnosticati (9 volte su 10 riguardano appunto persone sopra i 55 anni d'età) e 18.000 morti, di cui 3.000 in Lombardia. Nell’ASL i ricoveri per tumori colon-rettali l’anno scorso sono stati 463 pari a un tasso di 8,32 per 10.000 abitanti (era 8,98 nel 2002). Per il test di screening la metodica prescelta è fondata sulla ricerca del sangue occulto nelle feci (test immunologico su un solo campione di feci che non chiede dieta particolare) da svolgere a cadenza biennale. Il programma di screening del colon retto è partito nel territorio del di28 La popolazione residente nella ASL della Provincia di Como suddivisa per distretto e appartenente alle fasce di età di screening del colon retto stretto Brianza, da dove si estenderà a tutta la provincia al ritmo di 1.300/2.600 inviti spediti per settimana fino a raggiungere oltre 136.000 persone nel biennio. Il Centro di Chiamata per questo screening è sito nel presidio distrettuale di Mariano Comense, afferente al Distretto Brianza. Dopo un periodo di preparazione che ha comportato la definizione condivisa con le strutture ospedaliere che collaborano allo screening – Azienda Ospedaliera S. Anna e Ospedale Valduce – di un protocollo operativo stilato nel rispetto delle Linee guida delle Società scientifiche interessate e condividendo una modalità organizzativa finalizzata a favorire l’adesione da parte dei cittadini, il 2 maggio sono partiti i primi inviti. Anche in questo Centro di Chiamata si svolge una duplice attività: organizzazione degli inviti – selezione degli utenti, spedizioni, spostamenti in caso di esami recenti, coordinamento attività con le farmacie – e infor- distretto soggetti di età compresa tra 50 e 69 anni Como 37.175 Brianza Cantù Erba Mariano Comense 16.188 16.791 12.353 Sud Ovest Lomazzo Olgiate Comasco 21.359 19.221 Medio Alto Lario Menaggio Dongo 8.774 4.461 Totale 136.322 mazione ai cittadini. Chiamando il numero 031.755.350 nei giorni martedì, mercoledì e venerdì dalle 8,30 alle 10,30 si possono richiedere informazioni sulle finalità dello screening e sulle modalità per aderirvi alle assistenti sanitarie addette, Piera Magni e AnnaMaria Crippa. Fondamentale per il buon successo dell’iniziativa è la partecipazione dei Medici di Medicina Generale che sono stati coinvolti dal Direttore del Distretto in apposite riunioni e che si sono resi disponibili nell’opera di sensibilizzazione dei propri assistiti: Il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. 29 Regione Lombardia sanitaria locale della provincia di Como ASL Azienda ci garantiscono il trasporto del test ai laboratori. Quando il farmacista consegna il test all’utente ne effettua anche l’accettazione attraverso la lettura ottica del codice a barre e l’inserimento del numero di telefono, necessario perché in caso di esito positivo la persona viene contattata per fissare la visita specialistica per le ulteriori indagini (colonscopia). Se invece l’esito è negativo l’utente riceve la comunicazione per posta con l’informazione che verrà nuovamente invitato a fare il test dopo due anni. Lo screening mammografico te prevede la chiamata attiva delle donne di età compresa tra 50 e 69 anni. Il Centro di Chiamata, sito nel Distretto Como, gestisce le agende delle strutture di radiologia esecutrici delle mammografie, aderenti al programma di screening. Le donne ricevono un invito con un appunta- PER campagna di screening del tumore del colon-retto raggiungere un buon tasso di adesione al test di screening è condizione imprescindibile per una reale efficacia del programma. L’esame che Le viene offerto è semplice e permette di fare una diagnosi precoce del tumore alla mammella. Viene eseguita una mammografia che, se negativa, verrà ripetuta ogni due anni. Modalità di invito e distribuzione del test Il soggetto individuato quale eleggibile all’esecuzione del test di screening riceve a domicilio una lettera con la quale viene invitato a ritirare il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci in una delle farmacie del territorio di residenza. Nello stesso luogo, in un apposito contenitore, deve consegnare il test eseguito; le ditte distributrici dei farma- Lo screening mammografico è rivolto alle donne di età compresa tra 50 e 69 anni. La mammografia di screening è gratuita, non necessita di impegnativa del medico curante. Non perda questo importante appuntamento per la Sua salute! Per ulteriori informazioni può chiamare il numero 031.370.592 dalle ore 8.30 alle ore 11, oppure può consultare il Suo Medico curante che ha condiviso questa iniziativa. la sanità comasca insieme te PER campagna mammografica per la diagnosi precoce del tumore al seno 30 Regione Lombardia sanitaria locale della provincia di Como ASL Azienda OSPEDALE GENERALE DI ZONA “MORIGGIA-PELASCINI” GRAVEDONA (CO) Sanità UN SISTEMA LIBERO, UN SISTEMA SANO A che punto siamo? mento definito; l’appuntamento può essere spostato chiamando il numero 031.370.592 dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 12. Al Centro di Chiamata operano due infermiere, Antonella Setti e Marina Rimoldi, che, oltre ad assicurare il riferimento telefonico per le donne che chiedono chiarimenti oppure di spostare l’appuntamento, lavorano perché tutto possa svolgersi nel rispetto delle procedure definite. Lo screening mammografico, partito nel giugno 2004 nel Distretto Como ha chiuso il primo round rispettando i due anni previsti. Accanto alla partenza del secondo round nel Distretto Como, il Centro di chiamata sta estendendo gradualmente gli inviti negli altri Distretti per raggiungere tutta la provincia. Ora è operativo anche sulla popolazione dei distretti Brianza (area Erba) e Sud Ovest (area Olgiate Comasco). Attualmente effettuano mammografie di screening sei strutture che inviano ai tre centri di lettura gli esami: utilizzare un basso numero di radiologi lettori ha comportato e comporta un grosso sforzo organizzativo, ma favorisce una maggiore qualità della refertazione perché aumentando la specializzazione si riduce la variabilità. Il prospetto che segue rappresenta l’attività svolta in termini numerici anno Donne invitate alla mammografia Donne aderenti alla mammografia Tasso di adesione corretto* 2004 3.090 1.150 43.22 2005 9.207 3.230 45.71 2006 (a maggio) 8.561 3.068 (dato parziale) Non valutabile * “corretto”: tiene conto delle donne che dopo l’invito informano di avere già eseguito l’esame mammografico e degli inviti inesitati per errori anagrafici o di indirizzo. 31 La dottoressa Gemma Gola. Offrire al cittadino una proposta utile, organizzata e facilmente fruibile comporta un importante lavoro di squadra: molte altre strutture aziendali sono state coinvolte e lo sono tuttora pur non interfacciandosi direttamente con l’esterno: per questo non possiamo non ringraziare chi collabora per permetterci puntualità e precisione. Si tratta dei colleghi dei servizi Sistemi informatici e Flussi informativi, indispensabili per la soluzione di tutti i problemi connessi all’uso del software che collega in rete Centro di Chiamata, Farmacie territoriali, due Laboratori (Ospedali S. Anna e Valduce), Centri di secondo livello per le visite specialistiche e successive colonscopie (per ora Valduce e presìdi di Cantù e di Mariano Comense dell’Azienda Ospedaliera S. Anna), e anche le strutture che partecipano allo screening mammografico. Tra quelle dell’ASL coinvolte vanno ricordate lo Staff comunicazione, i Distretti, gli uffici amministrativi economali e non ultimo l’Ufficio protocollo. Non è un caso che le campagne di screening dell’ASL della Provincia di Como abbiano come slogan “Per te!”. Se ognuno svolge un compito per offrire una opportunità di salute, anche il cittadino ne ha uno: Dalla tabella si può notare l’importante incremento della popolazione invitata nel 2006 che, in soli cinque mesi, ha quasi raggiunto il valore dell’intero anno 2005. Anche il tasso di adesione dimostra un positivo trend in crescita. Nel 2004-2005 è stata posta diagnosi di tumore maligno in 22 donne con un tasso di identificazione dei tumori maligni pari al 5 ‰, in linea con l’indicatore GISMa (della società scientifica Gruppo Italiano per lo Screening Mammografico). I tumori benigni diagnosticati sono stati 4 e altre 19 donne sono state avviate alla chirurgia e sono in corso di valutazione. Anche per lo screening del colon retto, appena iniziato, si possono raccogliere i primi dati di adesione: dal 2 maggio al 31 maggio sono stati spediti 9.330 inviti per il ritiro del kit in farmacia; hanno aderito 2.150 cittadini con un tasso di adesione provvisorio intorno al 23%. rispondere all’invito partecipando ai programmi di screening. La dottoressa Maria Gramegna. 32 Regione Lombardia ASL Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como www.asl.como.it Il Servizio Disabili Cosa fa il Servizio Disabili Il Servizio Disabili che opera all’interno del Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate (ASSI) dell’ASL, oltre a promuovere la continuità dell’assistenza ai disabili nelle attività di educazione, di riabilitazione e di incremento all’autonomia, fornisce consulenza tecnica agli operatori dei Distretti, ai soggetti erogatori di servizi residenziali e semiresidenziali presenti sul territorio provinciale. Chi può usufruire dei Servizi e delle Strutture per disabili? Possono usufruire dei servizi dedicati ai disabili le persone o i loro familiari, che a qualsiasi titolo si trovino in situazione di handicap, dovuto a disabilità congenita o acquisita, fisica, psichica e/o sensoriale. Come si accede alle strutture? L’attivazione dei servizi può avvenire su richiesta dell’interessato o dei suoi famigliari, del medico curante, dei servizi sociali comunali, delle strutture residenziali e semiresidenziali. In ogni Distretto dell’ASL le Unità Operative per le Attività Socio Sanitarie Integrate costituiscono il riferimento naturale per ottenere informazioni e consulenze di orientamento su rete dei servizi e uso più appropriato delle strutture. DISTRETTO SOCIO SANITARIO BRIANZA Sede di Cantù Cantù via Domea, 4 - tel. e fax 031 799392 martedì e giovedì 9.00-11.00 Sede di Erba Ponte Lambro via Verdi, 3 - tel. 031 6337935 fax 031 6337900 dal lunedì al giovedì 8.30-13.00 13.30-16.00 venerdì 8.30-15.30 Sede di Mariano Comense Mariano Comense via F. Villa, 5 - tel. 031 755225 fax 031 799392 lunedì e mercoledì 9.00-11.00 martedì e giovedì rivolgersi alla Sede di Cantù tel. e fax 031 799392 33 DISTRETTO SPECIALE DI CAMPIONE D’ITALIA Campione d’Italia Campione d’Italia, corso Italia 10 tel. 091 6497107 091 6497108 (rete telefonica svizzera) martedì, mercoledì e giovedì 8.30-12.30 DISTRETTO SOCIO SANITARIO MEDIO ALTO LARIO Sede di Dongo Dongo, via Falck 3 tel. 0344 973550 fax 0344 973531 dal lunedì al venerdì 8.30-12.30 Sede di Menaggio Menaggio, via Diaz 12 tel. 0344 369133 fax 0344 30415 dal lunedì al venerdì 8.30-12.30 DISTRETTO SOCIO SANITARIO COMO Sede di Como Como, via Castelnuovo 1 informazioni telefoniche al numero 031 370683 fax 031 370604 dal lunedì al giovedì 14.00-15.00 DISTRETTO SOCIO SANITARIO SUD-OVEST Sede di Lomazzo Ci si deve rivolgere nella sezione distrettuale di Fino Mornasco, via Trieste 5 tel. 031 8830309 lunedì, martedì, mercoledì e venerdì 8.30-12.00 Sede di Olgiate Comasco Olgiate Comasco, via Roma 61 tel. 031 999471 fax 031 999359 dal lunedì al venerdì 8.30-12.30 14.00-16.00 34 LE STRUTTURE RESIDENZIALI Residenze Sanitarie per Disabili (RSD) Le Residenze Sanitarie per disabili sono strutture che offrono una soluzione residenziale permanente o temporanea a persone di età inferiore ai 65 anni, in condizioni di disabilità fisica, psichica, sensoriale grave, che necessitano di prestazioni ad elevato grado di integrazione sanitaria, riabilitativa e rieducativa. L’accesso richiede una preventiva valutazione delle caratteristiche individuali della persona disabile, ad opera della struttura stessa. Le RSD accreditate sul territorio provinciale sono 7. L’inserimento di un disabile nelle strutture accreditate prevede il pagamento della retta alberghiera, mentre l’onere del trattamento sanitario è a carico dell’ASL. Nelle RSD non accreditate anche il trattamento sanitario è a carico dell’utente. Per accedere alla RSD si prende contatto direttamente con la struttura. Nel rispetto del principio della libera scelta del cittadino, ci si può avvalere delle informazioni e indicazioni fornite in ogni Distretto sanitario. Sim-patia Via Roma 24 - 22029 Valmorea tel. 031806030 - email: [email protected] Villa S. Maria Via IV Novembre 21 - 22038 Tavernerio tel. 031426042 - email: [email protected] Villa San Benedetto Via Roma 16 - 22032 Albese con Cassano tel. 0314291511 - email: [email protected] Eleonora e Lidia Via Orsenigo 11 - 22060 Figino Serenza tel. 031726539 email: [email protected] Clotilde Rango Via Manzoni 43 - 22040 Alzate Brianza tel. 031631133 - email: [email protected] Archè Via N. Sauro 49 - 22017 Menaggio tel. 034435253 - 0344916024 email: [email protected] Anffas Residence Via Cascinello Rosso 1 - 22010 Grandola ed Uniti tel. 034430704 email: [email protected] 35 Comunità alloggio per disabili Comunità Socio Sanitarie per Disabili (CSS) La Comunità Socio Sanitaria è la Comunità Alloggio socio assistenziale autorizzata al funzionamento che, essendo disponibile anche all’accoglienza di persone adulte con grave disabilità prive di sostegno familiare ed essendo stata scelta dall’utente come dimora abituale, sia accreditata al sistema socio sanitario regionale. È una soluzione residenziale che favorisce lo sviluppo di comportamenti più autonomi: è finalizzata a migliorare le relazioni sociali e ad aiutare l’individuo nella realizzazione di progetti di vita personale. Le stesse Comunità accolgono persone minori di 65 anni, prive di adeguato sostegno familiare o in condizioni di trarre sicuro vantaggio da esperienze di socializzazione extrafamiliare. La Corniola Via Battisti, 15 - 22070 Bulgarograsso tel. 031970105 - 031890752 email: [email protected] La Perla Via Scalabrini, 14 - 22073 - Fino Mornasco tel. 031920354 - 031890752 email: [email protected] Il voucher di lungoassistenza Il voucher sociosanitario di lungoassistenza, “Voucher L”, fornisce prestazioni sociosanitarie a persone disabili, prive di sostegno familiare, ospiti di una comunità sociosanitaria accreditata al servizio sanitario regionale: alla stessa Struttura viene riconosciuta la possibilità di acquistare prestazioni socio-sanitarie di lungoassistenza erogabili tramite voucher. Sono prestazioni da ritenersi aggiuntive rispetto ai servizi presenti in comunità ed a quelli tramite il Servizio Sanitario Nazionale ed il Servizio Sanitario Regionale. L’assegnazione del “Voucher L” è correlata al profilo di fragilità dell’ospite e definita, a seguito di valutazione multidimensionale a cura dell’Unità valutativa distrettuale e in collaborazione con il Medico di Medicina generale ed il Responsabile di Comunità, sulla base di un’analisi congiunta dei bisogni rilevati. A ciò segue la predisposizione di un Piano di Assistenza Individualizzato e di un Programma Personalizzato di Assistenza. Sono erogabili prestazioni nelle aree fisioterapia, assistenziale ed infermieristica, socio-educativa e specialistica (fisiatra, psicologo). 36 Comunità Alloggio (CA) Le Comunità Alloggio richiedono da parte dell’ospite un certo livello di autonomia e capacità relazionali tali da rendere realisticamente prefigurabile una convivenza in un piccolo gruppo a carattere domestico. Il Glicine Como, Via Brambilla, 53 Casa Famiglia Como, Via Milano, 167 Casa di Gino Como, Via Oltrecolle, 36 Casa Nazareth Como, Via Don Guanella, 12 Santa Maria Assunta Montano Lucino, Via Lucinasco, 3 Casa Anffas San Fermo, Via Riboni,12 Il Rogolone Grandola ed Uniti, Via Mazzini, 2 Al Ciliegio Vertemate, Via Vigna, 4 Casa Enrico Albiolo, Via Quarto dei Mille, 23 Stella Polare Binago, Via San Francesco, 14 Arcobaleno Olgiate Comasco, Via Vecchie Scuderie,40 Il Sole Solbiate, Via Michelangelo, 30 LE STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI Centri Diurni per Disabili (CDD) Sono strutture non residenziali socio sanitarie per disabili gravi di età superiore ai 18 anni. Il requisito dell’età può dare luogo a deroghe solo con specifica valutazione e autorizzazione da parte dell’ASL. Il CDD assicura l’erogazione delle prestazioni ai propri ospiti sulla base di progetti individualizzati, prevedendo anche il coinvolgimento delle famiglie. 37 Sono strutture non residenziali che accolgono durante la giornata persone con compromissione dell'autonomia nelle funzioni elementari: vi si svolgono attività che mirano alla crescita evolutiva e ad una progressiva e costante socializzazione, con l'obiettivo da un lato di sviluppare, ove possibile, le eventuali capacità residue e dall'altro di mantenere i livelli di crescita e abilità acquisiti. Questo tipo di servizi si configura come struttura d'appoggio per la famiglia che mantiene a domicilio un soggetto gravemente disabile. Per quanto attiene l’onere della retta, sono valide le considerazioni già fatte per le strutture residenziali accreditate. CDD Mozzate Via Cornaggia - 22076 Mozzate tel. 0331821650 - email: [email protected] CDD Cassina Rizzardi Via Monte Grappa, 3 - 22070 Cassina Rizzardi tel. 031928181 - email: [email protected] CDD Lurate Caccivio Via Monterotondo - 22075 Lurate Caccivio tel. 031390310 - email: [email protected] CDD Como Via del Doss 3 - 22100 Como tel. 031591042 - email: [email protected] CDD Cascina Amata Via Foscolo - 22063 Cantù tel. 031732070 - email: csecantù@virgilio.it CDD Cermenate Via Montessori 21 - 22072 Cermenate tel. 031771035 - email: [email protected] CDD Don Gnocchi Via Privata d’Adda 2 - 22044 Inverigo tel. 0313595511 - email: [email protected] CDD Beldosso Località Beldosso - 22030 Longone al Segrino tel. 0316330378 - email: [email protected] CDD Tremezzo Via Peduzzi 2 - 22019 Tremezzo tel. 034443063 - email: [email protected] CDD Domaso Piazza Chiesa - 22013 Domaso tel. 03449617 - email: [email protected] 38 PROGETTAZIONE GRAFICA stampati, marchi, immagine coordinata, realizzazione impianti STAMPA E CONFEZIONE biglietti visita, fogli, buste, partecipazioni, inviti, pieghevoli, brochure, manifesti, locandine, cartellette, periodici STAMPA DIGITALE E MAILING piccole tirature, personalizzazioni, postalizzazione MODULISTICA SPECIALIZZATA 22030 Lipomo (Como) via Provinciale per Lecco 825 telefono 031 280 324 f a x 0 31 2 8 2 2 5 2 www.cesarenani.it [email protected] per professionisti, associazioni, centri congressi EDITORIA territorio, storia, cataloghi d’arte In provincia di Como: Cantù C. Comm. Cantù 2000 Corso Europa • Tel. 031 712270 Cassina Rizzardi C. Comm. Monticello Via Risorgimento • Tel. 031 880684 Como-Tavernola C. Comm. Lario Center Via Asiago • Tel. 031 340670 Erba C. Comm. I Laghi Viale Prealpi • Tel. 031 644002 Montano Lucino C. Comm. La Porta d’Europa Via Varesina • Tel. 031 470874 Olgiate Comasco Strada Provinciale per Lomazzo Tel. 031 800368 VII Giornata della sicurezza Il delicato ruolo del Medico competente Il Direttore Generale Simona Mariani al tavolo dei relatori con il prefetto Domenico Lerro. A cura del dott. Lamberto Settimi nalmente difficili come i giudizi di non idoneità alla mansione che possono portare al licenziamento del lavoratore interessato. Questi ed altre temi sono stati sviluppati nel corso della Giornata della Sicurezza sul lavoro, giunta alla settima edizione e che è stata dedicata appunto a figura e ruolo del Medico competente nel sistema della prevenzione che, come ha ribadito il Direttore Generale dell’ASL Simona Mariani, è uno dei cardini della sicurezza. Nel corso dei lavori sono stati presi in esame aspetti legati alla qualità delle prestazioni erogate, così come essa risulta fotografata anche durante l’attività di vigilanza svolta dalla ASL (con l’esame delle violazioni contestate). La figura del Medico competente è stata inoltre analizzata secondo la prospettiva di istituti come INAIL e Direzione provinciale del Lavoro, e di figure determinate dalla medesima legge 626, come un Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ed un Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, di due importanti aziende lariane. Il Medico competente, così definito dalla Legge, è la figura sanitaria che deve controllare la salute dei lavoratori esposti a determinati rischi, al fine di determinare l’idoneità alla mansione lavorativa e individuare al primo insorgere eventuali patologie professionali, evitandone l’aggravamento. È una delle figure fondamentali del Decreto legislativo 626 del 1994 e del rilievo dell’argomento è indicativa la partecipazione alla VII Giornata provinciale della sicurezza cui hanno partecipato oltre 300 addetti ai lavori, un primato nelle sette edizioni della manifestazione coordinata dal Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Nel Comasco opera un centinaio di medici competenti, in un contesto di 40.000 unità lavorative e 170.000 lavoratori di cui circa 90.000 (ma la cifra è probabilmente stimata per difetto) soggetti ad obbligo di sorveglianza sanitaria. Il ruolo del Medico competente è molto delicato, stretto tra le esigenze del datore di lavoro, quelle dei lavoratori e le responsabilità di tipo penale previste dalla stessa legge 626, con atti professio41 Il quadrangolare della Sanità comasca 4 La Sanità comasca si è messa letteralmente in gioco, giovedì 8 giugno, nel quadrangolare di calcio tra le squadre dell’ASL, dell’Azienda Ospedaliera S. Anna, dell’Ospedale Valduce, dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba. Sul terreno del Sinigaglia – nientemeno – la manifestazione ha avuto, come era nei programmi, almeno duplice valenza: anzitutto di non limitarsi a perorare la causa dell’attività sportiva come stile di vita salutare, ma di promuoverla sul campo, poi di destinare a fini benefici i proventi di un quadrangolare che è stata occasione per rigenerare gruppi sportivi all’interno delle strutture sanitarie, ma che non ha lasciato cadere l’opportunità benefica a favore dello sfortunato giovane Rumesh. Alle partite (la squadra dell’Ospedale Valduce ha vinto il torneo con questa successione Autorità e giocatori attorno al giovane Rumesh. La squadra dell’ASL della Provincia di Como. 42 La squadra dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba. La squadra dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como. La squadra dell’Ospedale Valduce di Como, vincitrice del torneo. 43 di risultati: ASL-Valduce 0-3, Fatebenefratelli-S. Anna 0-1, Valduce-S. Anna 2-0) ha fatto da cornice un clima di amicizia animato anche dal cantautore Davide Van De Sfroos, che ha dato il calcio d’inizio, mentre alcuni ex del Como in serie A (Notari, Gattuso, Annoni, Fontolan) si sono schierati, uno per squadra, come prestigioso (e prezioso) supporto. Sotto la denominazione “4 calci di solidarietà”, quindi, quella dell’8 giugno, vigilia, peraltro, dei Campionati del mondo di calcio, è stata una manifestazione di benefico divertimento e di promozione della salute attraverso uno dei modi più naturali – il movimento – per salvaguardarla. Ma dietro la sua organizzazione non si può ignorare un aspetto, in questo caso sia pure ludico, della crescente sinergia tra le istituzioni sanitarie pubbliche e private del nostro territorio che vogliono rappresentare insieme un servizio sempre più vicino al cittadino. L’ASL raccoglie la “dichiarazione di volontà” Donare gli organi e vincere Il trapianto di un organo è a volte l’unica, quindi l’ultima possibilità di salvare una vita e la volontà di donazione pertanto non è solo l’adesione ad un generico principio etico, ma può tradursi in una vera vita salvata. Per questo motivo è importante la “dichiarazione di volontà” del cittadino donatore, il mezzo in virtù del quale l’intenzione si fa atto negli stretti tempi necessari per il trapianto. La “dichiarazione di volontà” di donare gli organi, che viene raccolta dall’ASL, è un momento decisivo di scelta ed è la premessa che in un certo senso si possa andare oltre gli eventi dell’esistenza, lasciando ben più che un segno nelle persone destinatarie degli organi. Il caso recente della piccola Viola, uccisa dalla meningite, ma che per volontà dei genitori ha donato gli organi, è esemplare: sei persone altrimenti condannate sono tornate a vivere. Tra i testimoni della rinascita dopo un trapianto, il comasco Marcello Merlo ha scelto di farsi alfiere della cultura del dono degli organi, raccontando la propria esperienza in un libro – “La speranza è l’ultima a morire. Dalla dialisi ai mondiali” – che percorre l’incredibile itinerario che da una malattia congenita lo ha portato alla vittoria del titolo di campione del mondo nella disciplina del sollevamento pesi dopo il trapianto di rene. Marcello Merlo, trapiantato e campione. Lettera al mio donatore Amico mio, non ho mai visto il tuo volto, non so chi tu sia stato, non so dove abitavi e che lavoro facevi; ma incomincio a ringraziarti di vero cuore, perché con il tuo gesto eroico mi hai salvato la vita ormai tormentata da una macchina per poter vivere. Ma sei arrivato tu, liberandomi dalla fastidiosa dialisi. Mi piacerebbe urlare il tuo nome perché tu mi possa sentire e vedere la mia gioia di vivere come un uomo qualunque. Vorrei tanto incontrare i tuoi genitori, per far loro capire che tu mi hai dato la gioia di andare avanti. Non c’è amore più grande di chi dona la vita per gli altri e tu hai donato una parte di te per salvare una vita: la mia, avvicinandoti così all’amore di Dio. Non ci sono parole adeguate per esprimerti tutta la mia gratitudine, ti ringraziano anche i miei fratelli, i miei amici e colleghi di lavoro; ma soprattutto ti ringrazia mia madre, quella che ha sofferto più di tutti. Pregherò ogni giorno perché il Signore ti ricompensi della tua grande generosità, donandoti la vera gioia eterna. Grazie grazie di vero cuore; da chi hai salvato: Marcello Merlo 44 Associazione dietologi Lombardia-Ticino Dieta transfrontaliera nella Regio insubrica L’obiettivo del convegno, che si è occupato soprattutto di pazienti con problemi dietologico-nutrizionali, è stato quello di lanciare un’organizzazione transfrontaliera di servizi specialistici considerando che in Svizzera non ci sono scuole di specializzazione in scienza dell’alimentazione (dietetica). Aprendo i lavori del convegno, il Direttore Generale dell’ASL Simona Mariani ha insistito su due aspetti. Anzitutto il livello di prevenzione a partire dai bambini, riferendo degli interventi in atto nel Comasco sulla dieta scolastica; poi la collaborazione con il medico di medicina generale, poiché l’aspetto dietologico riguarda la totalità della persona e della famiglia. Oltre 200 specialisti, medici e dietisti, si sono incontrati all’Accademia di architettura di Mendrisio per la prima delle due giornate (la seconda si è svolta a Como) del convegno dell’Associazione dietologi italiani-Sezione Lombardia-Ticino. La scelta di organizzare il convegno a Mendrisio si spiega con le comuni consuetudini alimentari e di vita a cavallo della frontiera: “E anche patologie come anoressia e obesità hanno livelli di estensione sostanzialmente sovrapponibili tra Lombardia e Ticino: le persone sovrappeso o obese – ha dichiarato il dottor Alfredo Vanotti, presidente dell’Associazione – sono oltre il 50 per cento della popolazione anche in Ticino e l’ anoressia riguarda l’1,5 per cento della donne in età post-adolescenziale”. La dottoressa Simona Mariani, Direttore Generale dell’ASL di Como, al tavolo dei relatori. 45 Balneabilità dei laghi Più punti di controllo bagni più sicuri Sono 60, contro 46 del 2005, i punti di prelievo nei quali l’ASL sta effettuando il monitoraggio delle acque di balneazione, consistente in campionamenti e misurazioni (temperatura dell’aria e dell’acqua, trasparenza, colorazione, pH, ossigeno disciolto, tensioattivi, fenoli, oli minerali, coliformi totali, colifecali, streptococchi fecali) necessari per prevenire situazioni di rischio per la salute dei bagnanti dovute ad agenti infettivi e/o chimici. Ad inizio aprile 2006 l’ASL ha ripreso il monitoraggio che terminerà il 30 settembre prossimo nelle località utilizzate per la balneazione, individuate annualmente dalla Regione Lombardia in base ai risultati analitici dell’anno precedente e, su segnalazione della stessa ASL, di nuove località idonee. ficiale di balneazione (per il lago di Alserio la balneazione rimane invece sospesa). L’idoneità temporanea alla balneazione viene emessa dall’ASL che la comunica ai sindaci sulla scorta dei risultati dei campionamenti bimensili, per cui i risultati possono modificarsi nel corso della stagione balneare (il giudizio di non balneabilità cambia in balenabile quando due campionamenti consecutivi danno esito favorevole). Per ciascun punto di prelievo ufficiale viene quindi emesso un giudizio temporaneo di idoneità o di non idoneità alla balneazione che figura anche sul sito Internet dell’Azienda (www.asl.como.it) dove viene aggiornato in tempo reale. Quest’anno i controlli toccano 33 diversi territori comunali, contro 29 del 2005, sui laghi di Como e di Lugano (versanti comaschi), del Segrino, di Montorfano, di Piano e di Pusiano, questi ultimi reintrodotti nel programma uf- In base al piano di campionamento delle acque, per le località giudicate non idonee alla balneazione devono essere individuate precise misure di miglioramento. La sospensione dei campionamenti decisa dalla Regione Lombardia in alcuni punti non in46 terrompe gli interventi di vigilanza, ma attesta la certezza della impossibilità di ottenere giudizi di idoneità alla balneazione in tempi brevi per acque purtroppo compromesse da situazioni relative alla rete fognaria, specie per la difficoltà di individuare tutti gli scarichi, in particolare di vecchi insediamenti che hanno come recapito finale il lago, e di realizzare e reperire fondi per impianti di depurazione. Lago di Piano Lago del Segrino Lago di Pusiano Lago di Como Spetta comunque ai Comuni, avendo a disposizione i giudizi e gli esiti analitici dei campionamenti, adoperarsi per individuare le possibili cause degli esiti sfavorevoli, al fine di adottare nei punti non più balneabili i necessari interventi di miglioramento della qualità delle acque. I punti di prelievo sono 17 in Alto Lario (2 a Sorico, 2 a Gera Lario, 2 a Domaso, 1 a Gravedona, 3 a Dongo, 1 a Consiglio Rumo, 1 a Musso, 3 a Pianello Lario, 2 a Cremia), 15 nel Medio Lario (3 a Menaggio, 2 a Griante, 3 a Tremezzo, 2 a Lenno, 2 ad Argegno, 1 a Sala Comacina, 1 a Ossuccio, 1 a Mezzegra), 7 nel Basso Lario (3 a Bellagio, 1 a Nesso, 1 a Faggeto Lario, 1 a Carate Urio, 1 a Valbrona), 2 nel lago di Piano (a Carlazzo), 9 nel lago di Lugano (1 a Campione d’Italia, 2 a Claino con Osteno, 1 a Valsolda, 5 a Porlezza), 4 nel lago del Segrino (a Eupilio), 5 nel lago di Pusiano (1 a Merone, 1 a Eupilio, 1 a Pusiano, 1 a Bosisio Parini, 1 a Rogeno), 1 nel lago di Montorfano (a Montorfano). Lago di Lugano o Ceresio Lago di Montorfano Lago di Alserio 47 Tutto quello che all’assistito occorre sapere Il consenso informato del cittadino IL CONSENSO INFORMATO, IMPORTANTE PER L’AMBITO SOCIOSANITARIO Affinché gli operatori della SocioSanità lombarda possano utilizzare pienamente i servizi del Sistema per la gestione dei dati sanitari con finalità di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza, occorre il consenso del cittadino. Il cittadino può esprimere il consenso firmando il modulo inviato insieme alla Carta; tale modulo è reperibile anche presso le ASL della Lombardia. Firmando il consenso si autorizza al trattamento dei dati gestiti dal Sistema con le seguenti modalità: • il medico curante, (medico di medicina generale, pediatra di libera scelta, eventuale sostituto), può accedere liberamente ai dati dell’assistito; • i medici che esercitano attività professionale in forma associata con il medico curante possono accedere liberamente ai dati dell’assistito; • il medico di guardia medica, il medico specialista ambulatoriale ed i medici che non rientrano nei casi precedenti possono accedere ai dati solo se il cittadino li au- La Regione Lombardia, si avvale di sistemi informatici per trattare le informazioni amministrative e sanitarie. Le informazioni trattate sono solo quelle necessarie per finalità amministrative ed attività di prevenzione, diagnosi, terapia e assistenza per tutti i cittadini assistiti presso le strutture pubbliche, private accreditate, socio-assistenziali operanti nel territorio lombardo (es. medico curante, ospedale, poliambulatorio, residenza per anziani, ecc.). Il Progetto Carta Regionale dei Servizi registra e gestisce dati personali ed in particolare i dati sanitari (prescrizioni, esenzioni, prenotazioni, contatti avuti con le strutture socio-sanitarie, referti medici, informazioni di emergenza) che riguardano il cittadino, così da garantirgli sempre prestazioni sanitarie puntuali ed appropriate. La Carta Regionale dei Servizi, distribuita dalla Regione Lombardia ai cittadini, è utilizzata come strumento di riconoscimento nell'ambito del Sistema Sanitario Regionale lombardo, riporta al suo interno le esenzioni alla spesa sanitaria ed è strumento per l'uso dei servizi socio-sanitari del Sistema. 48 IL TRATTAMENTO DEI DATI IN ASSENZA DI CONSENSO INFORMATO DEL CITTADINO In assenza del consenso la Regione Lombardia tratta i dati personali del cittadino per i soli scopi istituzionali. I medici potranno leggere i dati sanitari nei casi eccezionali di emergenza sanitaria, di impossibilità fisica a prestare il consenso, di rischio grave per la salute. Tali accessi ai dati sono comunque memorizzati in modo che il cittadino possa controllare quanto è stato effettuato. In assenza del consenso del cittadino, sono svolti i seguenti trattamenti: • le esenzioni sono liberamente consultabili dal medico curante, che può così indicarle sulle prescrizioni in modo da esonerare il cittadino dal pagamento del torizza mediante la consegna della Carta; • il medico ospedaliero può accedere ai dati anche senza la consegna della Carta solo quando il cittadino è ricoverato presso il reparto dove esercita; • il medico della struttura di ricovero socio-sanitaria (es. residenza per anziani) può accedere ai dati anche senza la consegna della Carta solo quando il cittadino è ospite della struttura in cui esercita; • i medici possono memorizzare, solo a seguito della consegna della Carta, i dati di emergenza: i dati relativi al gruppo sanguigno e al fattore RH, alle vaccinazioni, alle allergie, alle malattie croniche rilevanti, alle terapie farmacologiche, ai trapianti d’organo, alla disponibilità a donare organi, ai nominativi da contattare in caso d’urgenza. La consultazione è consentita liberamente al medico curante, mentre gli altri medici possono consultare i dati di emergenza previa consegna della Carta da parte del cittadino. Se un cittadino è proveniente da altre regioni, firmando il consenso autorizza il medico ospedaliero del reparto ove è ricoverato ad accedere ai suoi dati. 49 ticket. Per gli altri operatori della Socio-Sanità lombarda, la consultazione delle esenzioni è possibile solo previa consegna della Carta; • solo dopo che l’assistito avrà dato il consenso, il Sistema invia al medico curante, mediante e-mail, comunicazione degli eventi che riguardano l’assistito, dagli accessi in pronto soccorso ai ricoveri, alla disponibilità dei referti che egli potrà consultare; • gli operatori della ASL possono effettuare le operazioni di scelta e revoca del medico curante, registrazione delle esenzioni, aggiornamento delle informazioni anagrafiche; • è possibile effettuare prenotazioni di visite ed esami presso lo studio del medico curante o in farmacia. IL CITTADINO PUÒ RIVOLGERSI A Ufficio Privacy, Lombardia Informatica S.p.A. Via Don Minzoni 24 20158 Milano tel. 02.39331281 fax 02.39331534 e-mail: [email protected] Il cittadino può contattare anche le Sedi Territoriali della Regione Lombardia della propria zona, (spazioRegione), i cui dati (indirizzo, numero di telefono, ecc.) sono reperibili al Numero Verde 800.030606 o nel sito www.crs.lombardia.it ESERCIZIO DEI DIRITTI DEL CITTADINO Ai sensi della Legge sulla Privacy il cittadino può far valere i seguenti diritti: • richiedere l'aggiornamento, la rettifica ovvero l'integrazione dei dati; • richiedere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima dei dati ed il blocco dei dati se trattati in violazione di legge. Può inoltre far valere tutti gli altri diritti previsti dall’art. 7 d. lgs.196/2003 già art. 13 l. 675/1996, il cui testo può essere consultato sul sito del Progetto www.crs.lombardia.it Per ogni altra informazione è possibile rivolgersi al Numero Verde 800.030606, alla propria ASL o visitare il sito del Progetto www.crs.lombardia.it 50 Ispettorato micologico Funghi meglio farli controllare PRINCIPALI NORME PER LA RACCOLTA DEI FUNGHI • la raccolta è limitata alle sole parti fuori terra • la raccolta è consentita dall’alba al tramonto • occorre raccogliere funghi interi e non marcescenti • il massimo quantitativo consentito è di 3 chilogrammi a persona (salvo esemplare unico di maggior peso o che si tratti di “chiodino”) • è vietato l’uso di rastrelli, uncini o altri attrezzi che potrebbero danneggiare il terreno • è vietata la raccolta di ovuli chiusi di amanita caesarea (ovulo buono) • il trasporto deve avvenire in contenitori rigidi, aerati e forati È possibile che, in alcune zone di raccolta, sia necessario un apposito tesserino autorizzativo: informazioni presso Comuni, Comunità Montane ed Enti Parco. 51 re, forni inceneritori, colture trattate con antiparassitari…); All’esame di commestibilità dev’essere sottoposto l’intero quantitativo raccolto, e nel più breve tempo possibile (il “campione” non serve: la massa lasciata a casa può contenere anche un solo pezzo di funghi di specie velenosa o mortale). I funghi giudicati non mangerecci saranno immediatamente confiscati per la distruzione. Non potranno essere restituiti all’utente, per nessuna ragione, gli esemplari di specie velenose o non giudicate mangerecce. attenzione non verranno accettati al controllo funghi non interi, marcescenti o presentati in contenitori diversi da quelli consentiti ACCESSO DEGLI UTENTI ALL’ISPETTORATO MICOLOGICO Le prestazioni erogate sono gratuite. A seguito dell’esame di commestibilità viene rilasciata copia di apposito riscontro di visita. I funghi devono essere presentati alla visita in contenitori rigidi e forati (cestini od analoghi contenitori). Si consiglia di separare opportunamente le diverse specie fungine raccolte. I funghi sottoposti a visita devono essere: 1. freschi (non congelati o scongelati, non essicati, non diversamente conservati); 2. interi (non recisi o tagliati, non spezzettati, non lavati, non raschiati o comunque privi di parti essenziali al riconoscimento); 3. sani ed in buono stato di conservazione (non tarlati, ammuffiti, fermentati, fradici, eccessivamente maturi); 4. puliti da terriccio, foglie e/o altri corpi estranei; 5. provenienti da aree non sospette di esposizione a fonti di inquinamento chimico microbiologico (discariche di rifiuti, vicinanze di strade ad intenso traffico veicola- AVVERTENZE SUL CONSUMO DEI FUNGHI I funghi considerati “mangerecci” dovranno essere conservati in contenitori rigidi ed aerati e conservati in luogo fresco. Il consumo e le operazioni di conservazione dovranno avvenire nel più breve tempo possibile con l'osservanza delle eventuali modalità di utilizzo impartite. Si consiglia di non consumare funghi: 1. in caso di dubbio sulla commestibilità; 2. in grandi quantità e in pasti ravvicinati; 3. crudi (ad eccezione delle pochissime specie che si prestano all'uso) o non adeguamente cotti. La maggior parte dei funghi mangerecci provocano disturbi o avvelenamenti se consumati crudi o poco cotti; 4. alle donne in gravidanza o allattamento; 52 5. alle persone con intolleranze a particolari alimenti, farmaci o che soffrono abitualmente di disturbi allo stomato, fegato, intestino, pancreas, senza il consenso del medico. Qualora dovessero insorgere disturbi dopo il consumo dei funghi sarà necessario: • recarsi immediatamente all'Ospedale al primo sospetto o ai primi sintomi di malessere; • tenere a disposizione eventuali avanzi del pasto e dei funghi consumati; • fornire le indicazioni utili per l'identificazione delle specie fungine consumate e del loro luogo di raccolta. Si ricorda infine che non esistono metodi, ricette, oggetti, ortaggi, metalli od altro in grado di indicare la tossicità del fungo. L'unico metodo sicuro per stabilirne la commestibilità è quello di classificarlo, sulla base delle sue caratteristiche, come appartenente a specie di comprovata commestibilità. ORARI DI APERTURA (da luglio a novembre 2006) Bellagio via Lazzaretto, 12 tel. 031 950815 tel. 031 950772 lunedì dalle 9.00 alle 11.00, venerdì dalle 17.30 alle 19.30 (14 agosto - 17 novembre), solo su appuntamento dal 1 all’11 agosto e dal 20 al 30 novembre Cantù Via Cavour, 10 tel. 031 3512811 lunedì dalle 8.30 alle 12.30, mercoledì e giovedì dalle 11.30 alle 12.30 Como Via Cadorna, 8 tel. 031 370752 lunedì dalle 9.00 alle 12.30, mercoledì dalle 9.00 alle 12.30, venerdì dalle 8.00 alle 13.00 Dongo Via Falck, 3 tel. 0344 973570 lunedì dalle 13.30 alle 16.30, martedì dalle 13.30 alle 16.30 Erba Via D’Azeglio, 5 tel. 031 610451 lunedì dalle 8.30 alle 12.30, mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 9.30 Lomazzo Via Rampanone, 2 tel. 02 96941441 lunedì e giovedì dalle 14.00 alle 16.30 Mariano Comense Via F. Villa, 5 tel. 031 755346 lunedì dalle 8.30 alle 12.30, martedì dalle 13.30 alle 14.30, giovedì dalle 8.30 alle 9.30 Menaggio - Loveno Villa Govone tel. 0344 369222 lunedì dalle 11.00 alle 12.30 mercoledì dalle 13.30 alle 15.00, giovedì e venerdì dalle 11.00 alle 12.30 Olgiate Comasco Via Roma, 61 tel. 031 999222 lunedì dalle 9.30 alle 12.00, mercoledì dalle 13.30 alle 16.00 ATTIVITÀ STAGIONE 2005 utenti 640 chilogrammi esaminati 720 chilogrammi confiscati 142 casi di intossicazione 15 persone coinvolte 35 53 sanitaria locale della provincia di Como ASL Azienda Una pubblicazione dell’ASL Sostanze psicoattive conoscerle per evitarle NO DROGA una scelta possibile Informativa rivolta agli adulti con ruolo educativo sui giovani per conoscere le sostanze psicoattive e prevenirne l’uso in adolescenza Region e Lomba rdia Azienda ASL della sanit provinciaaria local www.asl.co mo.it di Com e o A cura della dott.ssa Raffaela Olandese PR Sc OGETTO la: lu di pruo ogo evenzio Percorso ne 2 nella scuola di informaz sul feno ione- form di “sos tanze” meno dell’u azione nell’adoles so e cenza abuso Il testo è in distribuzione per gli insegnanti presso la Direzione Scolastica delle scuole secondarie di primo e secondo grado della Provincia di Como. È consultabile inoltre sul sito www.asl.como.it (Dipendenze/Per saperne di più su). Dipartimento funzionale delle Dipendenze Via Castelnuovo, 1 - 22100 Como - Tel. 031 370870 Fax 031 370803 e.mail: [email protected] stampa Cesarenani, Lipomo (Como) L’uso e l’abuso di sostanze psicoattive appaiono oggi come fenomeni nuovi per estensione e caratteristiche tanto che il consumo di droghe illegali e l’abuso di alcol non riguardano più solo fasce di soggetti a rischio, ma l’intera popolazione giovanile ne è toccata trasversalmente a ceti sociali e livelli culturali. L’uso di sostanze psicoattive ha infatti perso la connotazione trasgressiva o di correlazione a sofferenza ed emarginazione per collocarsi sempre più in rapporto a divertimento, ricerca di “piacere” e integrazione di gruppo. Poiché il mercato criminale è particolarmente attento ed efficiente nel proporre sostanze sempre nuove e tali da apparire agli occhi dei giovani come “risposte” adeguate ai loro bisogni, lo scenario rischia da un lato di indurre i giovani ad assimilare il fenomeno nella normalità del loro vivere, dall’altro di indurre l’adulto ad atteggiamenti di resa abdicando così alle responsabilità di un insostituibile ruolo educativo. In realtà mai come oggi vi è la necessità per l’adulto di avvicinarsi al mondo dei giovani per capirne le difficoltà, rimuovere i fattori di rischio che spingono a cercare risposte nelle droghe e soprattutto potenziare i fattori protettivi con precise azioni educative che possono fare emergere le potenzialità dell’adolescente. 54 Poiché la scuola è un contesto privilegiato per trovare sinergie efficaci tra insegnanti, genitori e adolescenti, l’ASL aveva avviato nell’ottobre 2004 il progetto biennale “Scuola: luogo di prevenzione” che il Dipartimento delle Dipendenze ha realizzato negli istituti secondari di primo e secondo grado e nei centri di formazione professionale del Comasco. Il progetto si è sviluppato lungo percorsi diversificati curati da una èquipe di esperti composta da medico, psicologo, educatore. Per i docenti, raccogliendo oltre 300 partecipanti, sono stati organizzati corsi di formazione sul problema dell’uso di sostanze psicoattive e sul ruolo educativo dell’insegnante nel prevenire i fattori di rischio e potenziare quelli protettivi. Circa 600 genitori hanno partecipato ad incontri serali sugli aspetti preventivi nella relazione genitore-figlio e 1.200 studenti delle scuole superiori sono stati coinvolti in percorsi con le classi su uso e abuso di sostanze psicotrope nonché sull’interpretazione, le cause e i rischi del problema. A completamento del lavoro di due anni, il progetto si è concluso con la pubblicazione di “No droga-Una scelta possibile”, un testo informativo rivolto agli adulti. La dottoressa Raffaela Olandese, responsabile del Dipartimento funzionale delle Dipendenze. tori per conoscere le sostanze psicoattive e prevenirne l’uso da parte dei giovani. Riporta informazioni sul problema, sulle principali sostanze psicoattive, sulla rete dei servizi di cura, sulle azioni che possono essere attivate nella scuola (agli insegnanti delle scuole secondarie è stato distribuito prima della fine del passato anno scolastico) e in famiglia per controllare i fattori di rischio e potenziare quelli protettivi. Il volume, disponibile anche sul sito Internet dell’ASL (www.asl.como.it), vuole essere strumento di supporto ad uso di insegnanti e geni55 Tossicodipendenza 2002 al 2004, un aumento dei cannabinoidi. Quest’ultimo dato potrebbe essere in relazione con l’abbassamento dell’età della nuova utenza che si presenta ai Sert con ancora il solo problema dell’uso di cannabinoidi. In conclusione i soggetti tossicodipendenti in cura presso i Sert sono in graduale aumento con una tendenza all’abbassamento dell’età in particolare per coloro che vi si rivolgono per la prima volta. L’abbassamento dell’età, in termini sia di prevalenza sia di incidenza, indica il diffondersi nelle fasce giovanili dell’uso di sostanze psicoattive con particolare riferimento alla co- Il numero dei soggetti presi in cura dal 2002 al 2005 dai Sert dell’ASL è gradualmente aumentato passando da 1.643 nel 2002 a 1.800 nel 2005, mantenendosi una netta prevalenza nei maschi rispetto alle femmine (pari al 12,9%). Il tasso di prevalenza rispetto al sesso è stabile per le femmine e in lieve aumento per i maschi (5,6‰ nel 2002, 5,8‰ nel 2005). Rispetto all’età è andato aumentando in particolare nelle fasce d’età tra 15 e 29 anni passando da 8,1‰ del 2002 a 10,9‰ del 2005. Rispetto agli ambiti di residenza dei soggetti è aumentato lievemente in tutti i distretti con l’eccezione del distretto Brianza passato da 3,2‰ del 2002 a 2,7‰ del 2005. Il tasso di incidenza rispetto al sesso è stabile per le femmine e in leggero aumento per i maschi. Rispetto all’età è andato aumentando in tutte le fasce da 15 a 34 anni ma in particolare, tra il 2004 e il 2005, è aumentata l’incidenza nei soggetti più giovani (15-24 anni) passando da 4,7 a 5,5‰. Per quanto riguarda la sostanza d’uso primario dal 2002 al 2005 si rileva una riduzione dell’uso di eroina (da 83,3 a 76,5%) e un netto aumento della cocaina (da 4,8 a 12,6%). Si rileva anche una riduzione di benzodiazepine e psicofarmaci e, dopo un graduale decremento dal 56 non è sempre necessario lo “spacciatore”, spesso basta rivolgersi ad un amico o ad un conoscente. Le sostanze tradizionali hanno anch’esse cambiato caratteristiche diventando più accessibili. Una droga in passato considerata “leggera” come la cannabis ha oggi un contenuto di sostanza attiva (THC) più che raddoppiato trasformandosi così in droga “pesante” con forti poteri allucinogeni e alta pericolosità. Viceversa è stata immessa sul mercato eroina fumabile con effetti apparentemente più attenuati. La cocaina viene venduta anche in piccole dosi e a basso costo e questo ha facilitato il grande aumento del consumo negli ultimi anni anche tra i più giovani. Accanto alle droghe più conosciute vengono messe sul mercato sostanze combinate in modi sempre nuovi. caina che ha sorpassato i cannabinoidi. Il quadro che si rileva tra i soggetti in cura presso i Sert rispecchia solo marginalmente quello che è oggi il problema tra i giovani. Il mondo delle droghe è infatti cambiato. Sono sempre più usate sostanze psicostimolanti, come la cocaina e le amfetamine, in momenti ricreazionali. In realtà spesso più che una precisa sostanza si cerca l’effetto in relazione al bisogno che si ha in una determinata situazione: divertirsi, essere prestante, non sentire la stanchezza, sedare le proprie paure e il proprio disagio psicologico. Si cerca una sostanza quasi più per integrarsi e adattarsi meglio ai diversi contesti piuttosto che per fuggire dalla realtà. Anche il commercio illegale è cambiato. Per comprare una sostanza Tutto questo appare come una grande operazione di marketing della criminalità organizzata per ampliare il mercato tra i giovani. Così oggi spesso il primo contatto con le sostanze avviene in adolescenza o addirittura in preadolescenza con gravi rischi di innescare uno stato di dipendenza o di avere danni al sistema nervoso e allo stato psichico. In un soggetto predisposto l’assunzione di droga può infatti manifestare vere e proprie psicosi e patologie psichiatriche che nei servizi di cura si osservano con sempre maggiore frequenza associate alla patologia di dipendenza. 57 Alcoldipendenza Il numero dei soggetti presi in cura dal 2002 al 2005 dai Sert dell’ASL è gradualmente aumentato passando da 255 nel 2002 a 339 nel 2005, mantenendosi una netta prevalenza nei maschi rispetto alle femmine (pari al 25,7%). La fascia d’età è medioalta (30-59 anni). Il tasso di prevalenza che era dello 0,5‰ nel 2006 è salito nel 2003 allo 0,6‰ per mantenersi stabile fino al 2005. Si notano però variazioni nei contesti territoriali di residenza dei soggetti in cura rilevando in tutti gli anni una prevalenza decisamente più alta della media nel distretto MedioAlto Lario (1,6‰ nel 2005). La maggioranza dei soggetti è coniugata (43,7%). La bevanda alcolica prevalente resta il vino, ma aumenta l’assunzione di superalcolici e di birra. In conclusione i soggetti alcoldipendenti in cura presso i Sert sono in graduale aumento. Pur rimanendo l’età media dei soggetti in cura medio-alta, vi è una lieve tendenza all’abbassamento dell’età negli utenti che vi si rivolgono per la prima volta. Anche per l’abuso di alcol, come per le droghe illegali, il quadro che si rileva tra i soggetti in cura presso i Sert non rispecchia quanto sta succedendo nel mondo giovanile. Il consumo di alcolici è infatti molto 58 diffuso anche tra i giovanissimi ed è caratterizzato da elevato consumo di birra, utilizzo di “alcolpops”, bevande alcoliche a bassa gradazione ma assunte in grande quantità (anche 10 in una sera), con insospettabile raggiungimento di alti tassi alcolemici e stato di ubriachezza, nonché dei riti collettivi in happy hours con assunzione di cocktails a base di succhi di frutta contenenti superalcolici, e da “binges” (abbuffate) di alcolici. Tutto questo avviene anche prima dei 16 anni, quando l’organismo non è ancora maturo per metabolizzare l’alcol, e nonostante la normativa preveda il divieto di vendere alcolici ai minori di 16 anni. I giovani tendono ad ubriacarsi 10 volte più dell’adulto: in tal modo il consumo di alcolici diventa sempre più problematico. In Italia l’età di prima assunzione di alcolici avviene a 11-12 anni contro i 14 anni e mezzo della media europea e l’età media dei consumatori di superalcolici è in netta diminuzione. Il problema dell’abuso di alcolici tra i giovani comporta gravi rischi per i danni metabolici, per il possibile avvio di uno stato di dipendenza e per gli incidenti su strada alla guida di veicoli. In Italia infatti un terzo degli incidenti stradali è causato dalla guida sotto effetto di alcol che è la prima causa di morte tra 18 e 26 anni. La metà dei decessi per incidenti tra i giovani è causato dall’alcol. Alla Lombardia va il triste primato su questo fronte e il Comasco ne è particolarmente colpito. Il grande progetto della Regione Lombardia La Carta SISS Piace anche ai farmacisti del Comasco Il Presidente provinciale di Federfarma Attilio Marcantonio e (sotto) il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti Giuseppe De Filippis. Presidente provinciale di Federfarma Attilio Marcantonio, il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti Giuseppe De Filippis, i rappresentanti di Regione Lombardia, Carmelo Di Pietro, e di Lombardia Informatica, Gian Carlo De Andreis, hanno recato contributi alla descrizione più compiuta del Progetto Carta Regionale dei ServiziSistema Informativo Socio Sanitario. Tutti i relatori hanno sottolineato le potenzialità del Progetto, evidenziandone l’importanza e le ricadute positive, sia verso i farmacisti sia, in modo particolare, verso i cittadini. In un recente incontro ai farmacisti della provincia di Como sono stati illustrati i molteplici vantaggi che il Progetto CRS-SISS, la Carta regionale dei servizi, può offrire alla loro categoria. Nell’affollato auditorium dell’Artsana, a Grandate, era rappresentata la quasi totalità delle farmacie del Comasco, segno di ricettività e interesse da parte dei farmacisti rispetto a questo innovativo progetto. Al tavolo dei relatori, con il Direttore Generale dell’ASL Simona Mariani, il Direttore Sanitario Camillo Rossi, il Simona Mariani, Direttore Generale dell’ASL di Como, al tavolo dei relatori, tra il Direttore Sanitario Camillo Rossi e Carmelo Di Pietro della Regione Lombardia. 59 L’intervento del portavoce della società nata per gestire il Progetto CRS-SISS, ha ragguagliato i farmacisti circa le modalità di adesione al Progetto, mostrando loro i vantaggi e le comodità che ne derivano e, laddove fosse stato necessario, “tranquillizzandoli” in ordine al percorso di implementazione del Progetto stesso. Da subito, dal momento stesso dell’adesione al SISS, al farmacista è permesso gestire un unico flusso di dati informatizzati da inviare a fine mese alla Regione per esigenze di rendicontazione amministrativa; utilizzando al riguardo un apposito indirizzo di posta elettronica, procedendo a transazioni sicure, firmando elettronicamente, con riconoscimento legale. In una fase successiva sarà anche possibile prenotare visite ed esami su richiesta del cittadino, consultare le erogazioni farmaceutiche pregresse e dare supporto a tutti i prodotti erogabili, dalla protesica alla diabetica, eccetera. Per la dottoressa Mariani infatti il Progetto è quello di una “sanità finalmente evoluta” capace, proprio grazie alla rete SISS, di mettere in contatto tutti coloro che si adoperano per la salute e il benessere dei cittadini, centrando un obiettivo ritenuto primario dalla Regione Lombardia. Poiché l’adesione delle farmacie di tutta la Lombardia è stata fortemente voluta da Federfarma e da Confservizi, nel 2004 è stato siglato un accordo con la Regione per cui “tutte le farmacie, aderenti alle Associazioni Provinciali di Federfarma Lombardia o alle aziende iscritte a Confservizi Lombardia, aderiscono al sistema CRS-SISS”. E i farmacisti si sono dimostrati ben disposti verso il Progetto; infatti, nel dibattito che ha chiuso l’incontro, le domande poste sono state tutte molto propositive – le stesse critiche hanno avuto carattere costruttivo – e generate dal desiderio di diventare al più presto tra gli attori di questo nuovo mondo sanitario, che mette in comunicazione veloce tutti gli operatori in modo integrato. 60 Gli alpeggi controllati dalla ASL Formaggi d’alpe dal Bisbino all’alto lago A cura dei dottori Oscar Gandola, Alberto Colombo, Massimo Battistessa Insieme alle praterie aride, una componente che caratterizza la fascia “alpina” del territorio provinciale è quella costituita da prati e pascoli montani, elementi centrali del paesaggio agro-silvo-pastorale locale. I pascoli e le strutture d’alpe sono un bene il cui valore non va misurato unicamente in senso produttivo, ma anche per il ruolo svolto in termini di salvaguardia ambientale, mantenimento del paesaggio e aumento del grado di fruibilità turistica, a parte il rilievo storico e sociale della pastorizia d’alpe nelle Prealpi lariane. Nella ASL comasca sono attualmente riconosciuti (quindi formalmente autorizzati e controllati) 28 alpeggi che risultano ubicati nelle zone più elevate del territorio, lungo la costiera che collega il monte Bisbino con l’alto lago. Alcuni sono raggiungibili percorrendo strade carrozzabili, altri lungo sentieri. Nella maggior parte degli alpeggi è possibile acquistare formaggi prodotti sul posto. Sul territorio provinciale si trovano inoltre diversi alpeggi minori utilizzati solo parzialmente, ma che si pensa di recuperare almeno in parte nei prossimi anni. 61 un formaggino di antica tradizione prodotto con latte di mucca è lo “zincarlin”, modellato dal casaro in una tipica forma a cono, con pepe nero macinato nell'impasto, ottimo fresco con un filo d'olio. Recita un nostro antico proverbio: "La boca l'è minga straca sa la sa minga da vaca". Significa che non c’è pasto che possa dirsi concluso senza la consumazione di formaggi. In effetti le valli che si incuneano tra le montagne che circondano il Lario sono conosciute, oltre che per le bellezze ambientali e artistiche, per le saporite varietà di prodotti caseari locali. Il buongustaio può riscoprirvi antichi sapori, sia acquistando formaggi tipici là dove vengono prodotti (o in qualche latteria del luogo), sia gustandoli comodamente in ristoranti e crotti locali e parimenti tipici. ALPE DI OSSUCCIO Comune: Ossuccio Quota: 1.300 m Sup. tot. 183,13 ha Sup. pascoliva 60,09 ha L’Alpe viene caricata dal 15/6 al 10/10 con 65 bovini e 30 capre. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: strada carrozzabile che porta al rifugio Boffalora; sentiero pedonale 2 var. L'individuazione delle tecniche di lavorazione che si sono tramandate nel corso delle generazioni e un'analisi qualitativa dei prodotti, al fine di determinare i ceppi batterici lattici specifici della zona, hanno di fatto permesso di mantenere viva l’antica tradizione della caseificazione in alpeggio,dove la peculiarità del formaggio è intimamente connessa alle caratteristiche del clima, del suolo e della vegetazione del territorio, che determinano la composizione e il sapore del latte, più ricco di quello che normalmente si trova nei supermercati. Il formaggio stagionato ha tre principali varianti, grasso, semigrasso e magro; sono inoltre molto apprezzati i formaggini freschi, di solo latte vaccino o con presenza di latte caprino; ALPE DI SALA Comune: Sala Comacina Quota: 1.225 m Sup. tot. 116,15 ha Sup. pascoliva 9,73 ha L’Alpe è caricata dall’1/7 al 30/9 62 11 Alpe Aigua 25 Alpe Alveggia 5 4 22 Alpe Blessagno 6 16 Alpe Bolgia 7 24 Alpe Colmenacco 8 14 Alpe Colmine 9 23 Alpe Crocette Alpe Bedolo 10 11 12 15 2 Alpe Graglio 13 14 18 Alpe Lenno 16 15 Alpe Logone 5 Alpe Madri 17 18 6 Alpe Medee 19 20 8 Alpe Mezzadreglio 21 22 17 Alpe Mezzegra 4 Alpe Motta 23 19 Alpe di Ossuccio 24 3 Alpe Paregna 1 Alpe Piazza 2 3 25 9 Alpe Piazza Vachera 20 Alpe Ponna 7 Alpe Possolo 12 Alpe Rozzo 21 Alpe di Sala 10 Alpe Sumero 13 Malga Nesdale 63 1 soprattutto con 70 capre. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: sulla carrozzabile per il rifugio Boffalora fino all’Alpe di Colonno, proseguendo lungo il sentiero 18, che si imbocca dall’abitato di Sala Comacina, o lungo il sentiero 18a. 16,68 ha L’Alpe viene caricata dall’1/5 al 15/11 con 20 bovini, 60 capre e 1 cavallo. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: carrozzabile dal centro di Ponna verso il rifugio Boffalora; sentiero 12 e sentiero 12b. ALPE CROCETTE-ALPE BEDOLO Comune: Schignano Quota: tra 900 e 1.130 m Sup. tot. 78,37 ha Sup. pascoliva 36,75 ha Entrambi gli alpeggi vengono caricati dall’1/5 al 15/11 con 38 bovini, 24 capre, 1 cavallo. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: sentiero 1. ALPE MEZZEGRA Comune: Mezzegra Quota: 1.620 m Sup. tot. 20,27 ha Sup. pascoliva 20,25 ha L’Alpe viene caricata dal 20/5 al 31/10 con 34 bovini e 100 capre. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: sentiero 2var proseguendo lungo il sentiero che porta all’Alpe di Mezzegra e all’Alpe di Tramezzo; sentiero 1. ALPE PONNA Comune: Ponna Quota: 1.130 m Sup. tot. 46,01 ha Sup. pascoliva ALPE BLESSAGNO Comune: Blessagno Quota: 1.050 m 64 L’Alpe è caricata dal 15/6 al 30/9 con 42 bovini e 19 capre. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: carrozzabile del Bisbino sino all’imbocco del sentiero 1, il cui primo tratto conduce alla pista che porta all’Alpe. Sup. tot. 23,25 ha Sup. pascoliva 23,25 ha L’Alpe viene caricata con 11 bovini e 80 capre. Vie d’accesso: sentiero 14 dal centro di Blessagno. ALPE LENNO Comune: Lenno Quota: 1.500 m Sup. tot. 126,35 ha Sup. pascoliva 125,52 ha L’Alpe viene caricata dal 15/5 al 15/10 con 116 bovini, 150 capre, 3 cavalli. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: sentiero 2var, che collega il rifugio Boffalora con il rifugio Venini; sentiero 2. ALPE BOLGIA Comune: Valsolda Quota: 1.115 m Sup. tot. 113.44 ha Sup. pascoliva 25.84 ha L’Alpe è caricata dal 10/06 al 20/09 con 25 bovini. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: pista carrabile agrosilvopastorale con imbocco dalla località San Rocco, frazione Dasio; mulattiera da frazione Albogasio Superiore; mulattiera da frazione Castello. ALPE ALVEGGIA Proprietà privata Comune: Cernobbio Quota: 950 m Sup. tot. 89,60 ha Sup. pascoliva 7,93 ha ALPE LOGONE Comune: Grandola ed Uniti Quota: 1.188 m 65 15/09 con 80 bovini e 100 caprini. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: carrozzabile da Cusino a Malè, poi pista agrosilvopastorale fino all’Alpe. Sup. tot. 35.72 ha Sup. pascoliva 34.21 ha L’Alpe è caricata dal 20/05 al 15/10 con 30 bovini e 25 caprini. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: strada carrozzabile da Cusino a Male, poi sentiero verso est fino all’Alpe (distanza 500 m.); strada carrozzabile da Grandola lungo la Val Senagra fino all’incrocio con il sentiero delle Quatto Valli che porta all’Alpe. ALPE COLMENACCO Comune: Nesso Quota: 940 m Sup. tot. 87.02 ha Sup. pascoliva 42.78 ha L’ Alpe è caricata con 26 bovini e 30 caprini. Vendita prodotti caseari. ALPE AIGUA E ALPE ROZZO Comune: Cusino Alpe Aigua Quota: 1.653 m Sup. tot. 263.38 ha Sup. pascoliva 216.93 ha Vendita prodotti caseari presso l’Alpe Rozzo. Alpe Rozzo Quota: 1.477 m Sup. tot. 251.39 ha Sup. pascoliva 87.74 ha Gli alpi sono caricati dal 28/05 al ALPE PIAZZA VACCHERA Comune: San Nazzaro Val Cavargna Quota: 1.780 m Sup. tot. 499.51 ha Sup. pascoliva 353.65 ha L’Alpe è caricata dal 15/06 al 15/09 con 75 bovini e 110 caprini. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: pista agrosilvopastorale da San Nazzaro Val Cavargna. ALPE COLMINE Comune: Val Rezzo Quota: 1.484 m Sup. tot. 162.49 ha Sup. pascoliva 62.43 ha L’Alpe è caricata dal 20/05 al 30/09 con 75 bovini. 66 ALPE MOTTA Comune: Peglio Quota: 1.440 m Sup. tot. 133 ha L’alpe è caricata dal 1/06 al 30/08 con 18 bovini da latte e 3 manze. Vendita di prodotti caseari. Vie d’accesso: a Gravedona verso Livo; superato l’abitato di Peglio, in prossimità della chiesa Golghiglio la strada sulla sinistra porta in località Bodone da dove si prosegue a piedi per circa 30 minuti. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: pista agrosilvopastorale da Dasio di Val Rezzo (indispensabile il lasciapassare da richiedere in Municipio). ALPE PAREGNA Comune: Peglio Quota: 1.436 m Sup. tot. 286 ha L’alpe è caricata dall’1/6 al 30/8 con 13 bovini da latte, 5 manze e vitelle, 274 caprini. Vie d’accesso: verso Livo, superato l’abitato di Peglio si prende la strada sulla sinistra per Bodone poi la pista silvopastorale per Ponte, quindi a piedi per circa 20 minuti. ALPE PIAZZA Comune: Montemezzo Quota: 1.250 m Sup. tot. 90 ha L’alpe è caricata dal 15/05 al 30/09 con 44 bovini da latte, 10 manze, 110 capre. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: a Gera Lario per Montemezzo quindi per il rifugio Dalco e oltre fino all’alpeggio. ALPE GRAGLIO Comune: Vercana Quota: 1.410 m Sup. tot. 240 ha L’alpe è caricata dal 1/06 al 28/08 con 44 bovini da latte, 13 manze e vitelle, 55 caprini. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: a Domaso per Vercana poi in direzione della frazione Caino prima della quale sulla sinistra ai monti di Vercana in località Tabiadello da dove si procede a piedi per un’ora. ALPE MEDEE Comune: Consiglio Rumo Quota: 1.300 m Sup. tot. 233 ha L’alpe è caricata dall’1/6 al 30/8 con 20 bovini da latte, 7 manze e vitelle, 281 caprini. Vie d’accesso: da Garzeno verso il passo Giovo in località Mottafoiada diramazione sulla destra verso la località Basciarino, quindi a piedi verso il torrente per risalire sul lato opposto della montagna per circa 20 minuti. 67 Vie d’accesso: da Cremia fino alla frazione Samaino poi strada dei monti da percorrere sino al termine da dove un sentiero porta all’alpe in circa un’ora. ALPE MADRI Comune: Dosso Liro Quota: 1.285 m Sup. tot. 716 ha L’alpe è caricata dal 10/6 al 15/8 con 10 bovini da latte, 1 manza, 390 caprini. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: a Gravedona per Livo, dopo l’abitato di Traversa sulla sinistra verso Dosso del Liro quindi per i monti fino alla località Caiasco, da dove parte il sentiero che in 90 minuti circa porta all’alpeggio. ALPE POSSOLO Comune: Garzeno Quota: 1.742 m Sup. tot. 260 ha L’alpe è caricata dal 15/6 al 27/8 con 68 bovini da latte, 20 manzi, 350 caprini. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: da Dongo verso Garzeno, entrati nel paese, al secondo tornante si imbocca la strada del passo S. Jorio, al rifugio Giovo si prosegue a piedi per 15/20 minuti. ALPE MEZZADREGLIO Comune: Garzeno Quota: 1.260 m Sup. pascoliva 3 ha L’alpe è caricata dall’1/5 al 30/9 con 21 bovini da latte, 5 manze e vitelle, 8 caprini. Vie d’accesso: da Garzeno verso il rifugio Giovo in località Acquate diramazione sulla sinistra fino al termine della strada, quindi sentiero che in circa 25 minuti. MALGA NESDALE E BALLARONO Comune: Plesio Sup. tot. 298.31 ha Sup. pascoliva 251.39 ha L’alpe è caricata da maggio a settembre con 60 bovini. Vendita prodotti caseari. Vie d’accesso: oltre Plesio la strada per l’alpe; da Grandola strada per l’alpe. ALPE SUMERO Comune: Cremia Quota: 1.488 m Sup. pascoliva 330 ha L’alpe è caricata dall’1/3 al 28/8 con 66 bovini da latte, 35 manzi e vitelle, 170 caprini. Vendita prodotti caseari. Foto tratte da “Alpeggi e pascoli in Lombardia”, Assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia. 68 Convegno e corso organizzati da ASL e Azienda Ospedaliera S. Anna Pet therapy Una buona pratica che si sta diffondendo La dottoressa Simona Mariani, Direttore Generale dell’ASL di Como. mali, il professor Riccardo Longhi, direttore del Dipartimento materno-infantile del S. Anna, ne ha testimoniato l’efficacia sui pazienti, il dottor Giulio Gridavilla, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’ASL, ha riferito di una pratica che gratifica gli animali e Marco Folloni, presidente degli Amici del Randagio di Mariano Comense, ha appassionatamente ribadito un impegno che la condivisione da parte dell’ASL sta incentivando. In occasione del convegno è stata anche illustrata la proposta di Legge regionale sul randagismo (il consigliere regionale Alessandro Colucci reputa che possa essere promulgata entro l’anno) e la nuova proposta di Legge dello Stato sulla pet therapy, con l’intervento del dottor Gianni Mancuso che da parlamentare ne è stato il primo firmatario. Il corso, nel presidio San Martino di Como, ha trattato la pet therapy, dapprima sul piano teorico, quindi con esercitazioni pratiche a cura del dottor Luca Rossi, direttore tecnico del Centro studi del cane, offrendo ai parte- A un anno dall’avvio del progetto di pet therapy, attuato a cadenza settimanale da metà giugno 2005 nei reparti pediatrici dei presìdi ospedalieri di Como e di Cantù dell’Azienda Ospedaliera S. Anna avvalendosi di animali ospiti del canile sanitario dell’ASL e del canile rifugio gestito a Mariano Comense dagli Amici del Randagio, Azienda Sanitaria Locale e Azienda Ospedaliera S. Anna hanno organizzato un Corso per operatori di pet therapy preceduto da un Convegno che si è tenuto a Cernobbio. Il corso ha raccolto un inatteso numero di adesioni e, soprattutto, ha registrato una grande generale soddisfazione per la competenza degli insegnamenti pratici, tali da essere di ulteriore stimolo per lo sviluppo della pet therapy. Al Convegno, introdotto dal dottor Oscar Gandola, i direttori generali dell’ASL, Simona Mariani, e dell’Azienda Ospedaliera S. Anna, Roberto Antinozzi, avevano introdotto l’argomento attraverso gli esiti di una specifica sinergia sviluppata tra le due Aziende. Nel merito della terapia con gli ani70 cipanti conoscenze e strumenti per formare team in grado di operare con cani scelti tra quelli che si trovano nei canili. Per questo dal convegno al corso, al successivo tirocinio al fianco di addetti alla pet therapy, è stato tracciato un percorso che consentirà di raccogliere un bagaglio di competenze in area cinotecnica, medico-relazionale e veterinaria centrato sul ruolo del cane come terapeuta. Come è noto, un rapporto corretto con gli animali può infatti produrre effetti distensivi, di attenuazione dell'ansia e dello stress, può aiutare a superare situazioni di depressione, apatia o isolamento, può favorire un accrescimento dell’autostima che in bambini malati è in calo, può stimolare ad approfondire la conoscenza degli animali anche dal punto di vista scientifico. I bambini che arrivano in ospedale oltre che malati sono disorientati e spesso spaventati, poco propensi ad aprirsi agli altri: la relazione con l’animale può essere loro d’aiuto. In pratica, ad un momento iniziale di preparazione all’incontro con l’animale ne segue uno di relazione con il cane, osservandolo in modo anche scientifico (caratteristiche fisiche, del carattere e del modo di comportarsi) mentre il momento conclusivo è dedicato alla comunicazione, libera e/o Marco Folloni, presidente degli Amici del Randagio di Mariano Comense. guidata, e alla produzione di materiale: disegni, testi, cartelloni. A Cantù il team è formato da un medico veterinario dell’ASL – la dottoressa Claudia Baiocchi –, da un volontario dell’associazione Amici del Randagio e da un’insegnante; l’attività di pet therapy si svolge con una seduta settimanale, il martedì pomeriggio, avvalendosi di due cani, entrambi femmina, incrocio pastore tedesco, provenienti dal canile rifugio di Mariano Comense. A Como il team, che è formato da un medico veterinario – il dottor Luciano Abrate – e da un operatore tecnico dell’ASL, nonché da un’insegnante, nel corso dell’anno si è avvalso, sempre da giugno 2005 e per una seduta settimanale, il martedì pomeriggio, dell’avvicendamento di nove cani, incrocio di varie razze, provenienti dal canile sanitario dell’ASL, ciascuno per un periodo di 2-3 mesi prima del loro affidamento a nuovi proprietari. Il tavolo di autorità e relatori del Convegno. IN QUESTO NUMERO Una pronta risposta all’emergenza caldo Vicino agli anziani 4 calci di solidarietà Più punti di controllo bagni più sicuri l’inserto: Il Servizio Disabili Sostanze psicoattive: conoscerle per evitarle La Carta SISS: il consenso informato del cittadino La campagna di prevenzione oncologica dell’ASL Formaggi d’alpe dal Bisbino all’alto lago Pet therapy: una buona pratica che si sta diffondendo Sanitaria Locale della Provincia di Como ASL Azienda In copertina: un “rullino” di fotografie della Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como.