Supplemento di INFORMASL
periodico mensile della
Azienda Sanitaria Locale
della Provincia di Como
Anno Otto
Maggio Agosto 2006
Supplemento di INFORMASL
periodico mensile
dell’Azienda Sanitaria Locale
della Provincia di Como
Anno Otto Numero 2
Maggio Agosto 2006
Sommario
Il Direttore generale
Il Direttore amministrativo
Il Direttore sanitario
Il Direttore sociale
Una pronta risposta all’emergenza caldo
Un libretto pieno di gustose memorie
Vicini agli anziani
ASL aperta per ferie
ABC della comunicazione (URP)
Con l’obiettivo di migliorare insieme
Una rete di ascolto dei bisogni di tutti
Nessuna confusione
Esperienza da valorizzare
Verso équipes territoriali multiprofessionali
Il telefono senza fila
Estendere il call center per accorciare la fila
Contro l’abbandono
Un giusto equilibrio tra uomini e animali
Alzheimer: le attività dei Donatori del Tempo
La campagna di prevenzione oncologica
Il Servizio Disabili
Il delicato ruolo del Medico competente
4 calci di solidarietà
Donare gli organi per vincere
Dieta transfrontaliera nella Regio insubrica
Più punti di controllo bagni più sicuri
Il consenso informato del cittadino
Funghi meglio farli controllare
Sostanze psicoattive conoscerle per evitarle
Tossicodipendenza
Alcoldipendenza
La Carta SISS piace ai farmacisti del Comasco
Formaggi d’alpe dal Bisbino all’alto lago
Pet therapy
pag. 3
pag. 4
pag. 4
pag. 5
pag. 6
pag. 7
pag. 8
pag. 10
pag. 11
pag. 12
pag. 14
pag. 16
pag. 17
pag. 18
pag. 20
pag. 22
pag. 23
pag. 24
pag. 27
pag. 28
pag. 33
pag. 41
pag. 42
pag. 44
pag. 45
pag. 46
pag. 48
pag. 51
pag. 54
pag. 56
pag. 58
pag. 59
pag. 61
pag. 70
Sanitaria Locale
della Provincia di Como
ASL Azienda
Direttore
Simona Mariani
Redazione
Giordano Besana
Paola Giossi
Franca Ronchetti
Responsabile
Bernardino Marinoni
via E. Pessina 6, Como
[email protected]
La raccolta di InformASL può essere
consultata sul sito www.asl.como.it
Registrazione Tribunale di Como n. 23/99
del 16 dicembre 1999
Grafica e stampa
CESARENANI - Lipomo (Como)
Si ringrazia Bennet, Cantel e Cesarenani per l’apporto.
2
Una squadra
in campo
Sì, proprio una squadra l’ASL, che
non è solo quella che abbiamo visto
sfidarsi nel mese di Giugno u.s. sul
campo del “Sinigaglia” di Como in occasione del quadrangolare di calcio
a scopo di beneficenza, ma quella
formata da medici, veterinari, psicologi, biologi, infermieri, operatori sanitari e amministrativi, che tutti i giorni, lavorano insieme, uniti per fare
tutto quanto è richiesto per la tutela
della salute dei cittadini.
E anche quando arriva il caldo, il periodo delle ferie, l’ASL è qui, aperta,
presente, operativa… che mondo sarebbe senza l’ASL?!
E infatti ci siamo e tuteliamo e provvediamo a tutti i servizi necessari durante un periodo particolare come è
l’ESTATE quando arriva.
Preveniamo i problemi, ma copriamo
con i servizi disponibili anche i bisogni legati al caldo, alle vacanze.
Da Como a Gravedona, da Erba a
Mozzate, da Lomazzo a Cantù, dalla
Val d’Intelvi alla Valassina, l’ASL è
con Voi, ogni giorno, “Aperta per Ferie”.
La SQUADRA c’è, unita, efficace ed
efficiente, con un grande desiderio di
stare insieme e di essere disponibile
in ogni nostra sede.
Così per questi mesi “caldi e vacanzieri”, abbiamo reso operativi:
- la Guardia Medica Turistica;
Dott.ssa Simona Mariani
Direttore generale
- gli Ispettorati Micologici;
- gli Uffici Estero nei Distretti;
- gli Ambulatori Vaccinazioni Internazionali;
- il Numero Verde per problemi causati dal caldo;
- i controlli sulla balneabilità dei laghi;
- e… il nostro Canile sanitario per gli
animali abbandonati, ma speriamo
che soprattutto quest’ultimo non
debba essere utilizzato, perché i nostri amici a 4 Zampe vanno in vacanza con la famiglia!!!
Buona estate da tutta la SQUADRA.
Simona Mariani
3
Bilancio sociale
in progetto
Il processo di aziendalizzazione
avviato negli anni ’90, ha evidenziato l’autonomia delle aziende sanitarie nell’adottare
scelte organizzative gestionali
che soddisfino al meglio i bisogni di salute della popolazione.
Tale autonomia implica una
maggiore responsabilizzazione
e una richiesta di trasparenza
da parte della collettività sui risultati raggiunti. Le ASL sono
dunque chiamate da un lato ad
affinare le proprie metodologie
per interpretare i bisogni della
popolazione ed offrire la migliore risposta, dall’altro a rendere
conto agli interlocutori esterni
(utenti, istituzioni, e popolazione) dei risultati raggiunti, anche
in virtù dell’entità del flusso di
risorse pubbliche gestite.
Il bilancio sociale è uno strumento che risponde a questa
esigenza. Infatti rende conto ai
diversi portatori d’interesse sull’operato dell’azienda, comunicando in modo chiaro e comprensibile gli obiettivi dell’ASL,
le risorse a disposizione, i risultati raggiunti e gli effetti prodotti.
Alcuni enti testimoniano già il
riconoscimento dell’importanza di questo strumento. Lo
stesso Dipartimento della Funzione Pubblica ha pubblicato
una direttiva per promuovere e
diffondere l’adozione del Bilancio Sociale rendendo accessibile, trasparente e valutabile da
parte dei cittadini l’operato di
enti e amministrazioni pubbliche.
L’ASL della Provincia di Como
ha deciso di proseguire il suo
percorso di trasparenza, iniziato già nel 2004 con la sperimentazione del primo Bilancio
di mandato, e di arrivare alla
Estate serena
Dott. Lucio Schiantarelli
Direttore amministrativo
pubblicazione del suo primo Bilancio sociale entro la fine dell’anno.
Il progetto è ambizioso non solo perché si intende pubblicare
e divulgare un documento completo ed esaustivo sui risultati
ottenuti dall’Azienda, ma anche
per l’impegno delle risorse
messe a disposizione del progetto. Infatti vi partecipano tutti
i livelli decisionali aziendali, le
Direzioni, i Direttori di Distretto
e di Dipartimento, i Responsabili di servizio, con l’obiettivo di
portare ognuno il proprio contributo sull’esperienza in Azienda, individuare l’essenza e le
sfaccettature del nostro operato e attivare i collaboratori per
la ricerca delle informazioni.
Nel progetto sono previsti anche alcuni momenti di incontro
con categorie di portatori di interesse per raccogliere le loro
valutazioni e le loro opinioni sull’operato dell’ASL.
Al termine dei lavori il documento verrà presentato alla cittadinanza e alle istituzioni locali e regionali, i cui commenti sono fin da ora considerati utili e
preziosi per il prosieguo del nostro percorso.
Lucio Schiantarelli
4
È arrivata un’altra estate, e con
essa nuovi e vecchi bisogni di salute collegati alle età della vita,
all’ambiente e alle attese della
popolazione. La nostra Azienda
mette a disposizione di tutti una
rete di servizi alla persona e come supporto per una estate serena, per il secondo anno consecutivo, un servizio specifico allo scopo di assistere le persone
fragili particolarmente esposte
agli effetti di temperatura e umidità elevata. Gli anziani con patologie croniche, le persone sole,
principalmente, ma chiunque avesse bisogno di punto di riferimento certo per individuare la risposta sanitaria e assistenziale
più idonea ad alleviare il disagio
può rivolgersi al numero verde
800.004.341 dalle 9 alle 17
sette giorni su sette fino al 20
settembre. A tale numero rispondono infermieri professionali formati “ad hoc” che effettuano un “triage” telefonico per
valutare le condizioni del paziente eventualmente tramite un familiare o anche i vicini di casa.
Se le condizioni risultano tali da
preoccupare viene chiamato il
medico di medicina generale,
dal lunedì al venerdì. Di sabato e
di domenica si interpellano direttamente le strutture di pronto
intervento, se necessario il 118
o proponendo ai parenti di condurre il paziente alla più vicina
struttura di pronto soccorso dove il suo arrivo viene preannunciato ai sanitari. In ogni caso il
paziente rientrerà tra quelli che il
gruppo preposto all’emergenza
caldo controllerà almeno una
volta alla settimana, iscrivendolo
intanto nel “registro fragili” in fase di realizzazione.
Mentre viene dato alle stampe
questo numero di QuiASL è in
corso una rilevazione dei tempi
d’attesa per le prestazioni am-
Prevenire
il disagio
Dott. Camillo Rossi
Direttore sanitario
bulatoriali. Verranno verificati i risultati conseguiti da ogni struttura in termini di riduzione dei
tempi di attesa per le prestazioni con maggiore impatto. Grazie
al Call center comunque è possibile prenotare le prime visite
ambulatoriali chiamando il numero 803.000 (senza prefisso!).
Lo sviluppo del progetto CRSSISS, oltre mezzo milione di carte distribuite, consente ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di Libera Scelta di consultare i referti di laboratorio, radiologia e pronto soccorso dei propri pazienti che hanno fruito di
tali prestazioni presso l’Azienda
Ospedaliera S. Anna e tra breve
oltre all’adesione delle altre
strutture sanitarie del territorio
comasco, sarà possibile ai pazienti ritirare i referti in farmacia
o riceverli a casa, col proprio PC
o mediante un canale digitale
terrestre riservato dal proprio televisore. Insomma, stiamo lavorando per consentire a tutta la
popolazione di potersi avvalere
dei servizi sanitari necessari secondo criteri moderni ed efficienti, contenendo al massimo il
tempo necessario perché, si sa,
il tempo è un bene prezioso al
pari della salute.
Buone e salutari vacanze a tutti.
Camillo Rossi
La parola “disagio” è tra quelle che l’ASL vorrebbe eliminare pur senza l’ambizione di
sostituirla con “felicità”, ma
con l’intenzione di ridurre, almeno nei limiti di possibilità
che si possono ravvisare soprattutto nell’ambito delle attività sociosanitarie, quelle condizioni che eventualmente
possono pregiudicarne il diritto a tentare di conseguirla.
Non si tratta solo di intenzioni,
per quanto buone, ma di una
pratica che segue filoni disparati, dalla prevenzione all’assistenza, passando attraverso
ogni possibile sinergia interistituzionale, con le associazioni di volontariato, con iniziative che anche sul territorio
provinciale non mancano e,
anzi, tendono a crescere nelle
aree discoste, quelle dove il rischio di marginalità, se non
addirittura di emarginazione,
è maggiore, e comporta disagi
potenziali che potrebbero farsi vettore di fenomeni gravi,
dall’alcolismo alla droga. Si
può considerare esemplare il
caso delle “Porte aperte”, manifestazioni itineranti negli epicentri delle Comunità montane lariane con il preciso obiettivo di coinvolgere i giovani
utilizzando la musica e lo
sport come efficace veicolo di
socializzazione, autorealizzazione, partecipazione ad una
iniziativa i cui organizzatori
non per caso hanno cercato,
e ottenuto, l’adesione dell’ASL
non tanto come mera patrocinatrice, ma per ribadire il ruolo che le compete sul fronte
del perseguimento di quello
stato di benessere psico-fisico
che è la più classica definizione della salute e alla cui tute5
Dott. Luigi Davide Clerici
Direttore sociale
la l’ASL è istituzionalmente
preposta.
Meno occasionale e ormai
collaudato e perfezionato negli anni, il rapporto tra l’ASL e
il Dipartimento di salute mentale dell’Azienda Ospedaliera
S. Anna è un altro punto fermo delle potenzialità realizzate congiuntamente. Attesta
cioè che se ci si mette insieme i risultati si ottengono e
che la collaborazione per gli aspetti di tipo sociale assicurata dall’ASL all’attività propria
degli operatori psichiatrici produce esiti lusinghieri. Casa,
anche di tipo assistito, lavoro,
tempo libero dei soggetti interessati sono tutti progetti alla
cui costruzione il Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate dell’ASL reca un contributo che è insieme di umanità
e di professionalità, da una
parte, e dall’altra favorisce la
sempre più produttiva integrazione delle risorse naturali,
cioè quelle spontanee, con
quelle formali, cioè delle istituzioni, della rete comunitaria.
Luigi Davide Clerici
Operativi previsioni e numero verde
Una pronta risposta
all’emergenza caldo
giornata della disponibilità di posti
letto) specie per la fascia degli ultrasettantacinquenni, oltre 47.000 nel
Comasco, che è quella a maggiore rischio.
L’esperienza e le competenze degli operatori incaricati di rispondere al numero verde, attivato con successo
Per fronteggiare le emergenze conseguenti ad eventuali temperature elevate, l’ASL, in linea con le direttive regionali, supporta ogni amministrazione comunale e ciascuna struttura sanitaria e sanitario-assistenziale, dagli
ospedali alle case di riposo, con l’invio quotidiano del bollettino delle previsioni meteorologiche curato dall’ARPA che riporta indicazioni espressamente riferite al Comasco di temperatura e percentuale di umidità del
giorno.
Un ruolo fondamentale nella rete dei
servizi tesa per prevenire i rischi della calura è quello svolto dal numero
verde –
– al quale
Assistiti
di età
superiore
ai 75 anni
nei distretti
del Comasco
800.004.341
fino al 20 settembre, 7 giorni su 7,
dalle 9 alle 17, risponde personale
infermieristico professionale con una
cospicua esperienza maturata nell’ambito dell’assistenza domiciliare
integrata, specificamente in grado di
affrontare in prima linea l’”emergenza caldo”.
Il personale che risponde alle chiamate dirette al numero verde infatti
non raccoglie solo segnalazioni e richieste, ma fornisce anzitutto risposte appropriate provvedendo inoltre,
se necessario, ad informare e coinvolgere il medico di famiglia o altre
strutture sanitarie (per questo avrà
disponibile una mappa sempre ag-
Brianza
14.585
Como
14.619
Medio Alto
Lario
5.282
Sud Ovest
12.715
Totale
47.201
6
“Le ricette dei nonni”
già nell’estate 2005, permettono di
utilizzare efficacemente i metodi di
intervento, evidenziando rapidamente la necessità del cittadino e il tipo
di supporto che gli può essere necessario.
Il fattore umano in questa particolare
circostanza influisce direttamente
sulla qualità dell’assistenza: un ben
calibrato sostegno, come quello che
l’operatore fornisce, consente all’assistito o a un suo familiare di fronteggiare nel modo più corretto anche
gli eventuali aspetti emotivi della situazione che la calura può contribuire
a determinare.
Un libretto
pieno
di gustose
memorie
“Le ricette dei nonni” costituiscono il risultato dell’iniziativa con la quale l’ASL
ha voluto che la Festa dei nonni (2 ottobre) non si esaurisse in quella ricorrenza, coinvolgendo invece su un certo
arco di tempo anche i più giovani.
Perciò, su iniziativa del Direttore Generale, del Direttore Sociale e del Direttore Sanitario, il Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate, tramite
gli organismi scolastici provinciali, aveva proposto alle classi IV e V elementare e I media di partecipare ad
una ricognizione delle abitudini alimentari del passato attraverso “interviste” ai propri nonni o a persone in
età sia nei Centri diurni per anziani sia
nelle strutture di riposo.
L’iniziativa ha raccolto l’adesione di
27 istituti scolastici con un totale di
19 classi di IV elementare, 21 classi
di V elementare e 13 classi di I media.
Le ricette trascritte sono state particolarmente numerose, anche se ai fini della pubblicazione in un volumetto
che ne serbasse testimonianza si è
proceduto ad una selezione che il Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate dell’ASL ha effettuato con la
consulenza del gastronomo Franco
7
Vicini
agli anziani
A cura di Manuela Alunni per conto del
gruppo infermieristico Unità di valutazione
multiterritoriale
Per la prima volta in Italia si verifica
un fenomeno curioso. La vita si allunga e la fascia di età dei cosiddetti
“giovani anziani attivi“ diventa quella
che fa da cerniera: persone che fuoriescono dal ciclo produttivo godendo
in gran parte di buona salute tanto
da potersi prendere cura dei propri
genitori, prerogativa, fino a vent’anni
fa, della fascia dei trentenni.
Soldaini, integrando le ricette, quando
opportuno, con note suggerite sempre
dai giovanissimi “ricercatori”.
Le “Ricette dei nonni” sono state
consegnate alle scuole che hanno
partecipato all’iniziativa, portata a
compimento entro la fine dell’anno
scolastico che essa ha occupato in
una larga parte stabilendo un originale canale di comunicazione intergenerazionale all’interno di un vasto progetto di sinergie tra ASL e scuola che,
grazie a sensibilità e disponibilità del
Centro Servizi Amministrativi di Como,
si sta particolarmente sviluppando
proprio sul versante dell’educazione
alimentare.
La pubblicazione, la cui veste grafica
evoca quella del libretto del prestinaio, un ulteriore reperto di un’altra
temperie sociale, non è soltanto gradevole editorialmente: si presenta come un contributo insolito dell’ASL alla
microstoria, nella specificità alimentare; un ambito che sul versante della
salute è di stretta competenza dell’Azienda Sanitaria Locale.
Ora i nostri sessantenni non di
rado accudiscono genitori ottantenni e la novità impone
qualche riflessione pratica.
Nei casi in cui si ha a che fare con un
genitore ottantenne che vuole vivere
da solo (sempre che glie lo permettano le condizioni di salute) bisogna
infatti porre molta attenzione alla fase dell’osservazione perché ci possono essere campanelli di allarme di
cui bisogna imparare a riconoscere
l’eventuale suono.
A volte gli stessi genitori anziani, per
esempio, preferiscono effettuare la
spesa in piena autonomia. Il figlio o
la figlia che cosa devono fare per verificare che il proprio caro effettivamente mangi? Basta controllare con
una certa assiduità il frigorifero. Sem8
scritto in cucina (il posto della casa
più frequentato) che ricordi loro di bere acqua e magari anche di tenere il
conto di quanti bicchieri ne hanno bevuto.
Un comportamento scorretto come
quello di non bere a sufficienza nelle persone anziane può provocare fenomeni di disidratazione che diventano seri quando si associano ad altre patologie sia acute sia croniche.
Anche la terapia prescritta dal medico di medicina generale al paziente
anziano esige il controllo che venga
osservata con il dovuto scrupolo. Un
foglio giornaliero sul quale vengono
segnate ore e pastiglie è assai opportuno quando la persona anziana
vive da sola.
Infine si deve controllare bene come
viene riposta la biancheria nei cassetti, ma anche come viene lavata
dalla persona anziana.
E poi se si cambia, si lava, si veste;
e se tutto questo non succedesse
per un po’ di tempo, allora la situazione comincerebbe a richiedere una
valutazione attenta.
bra un comportamento banale, ma è
all’interno del frigorifero che si possono cogliere i primi segnali di un disagio latente. Perciò si deve controllare che il cibo conservato non sia
scaduto, che sia riposto nel frigorifero in maniera ordinata, di quali generi di alimenti si tratti (e che siano correttamente sistemati negli appositi
vani), che non manchino la frutta e la
verdura (e che i prodotti consentano
una dieta variata). Del cibo va inoltre
controllata la quantità.
La maggior parte delle persone anziane inoltre non beve acqua nella
giusta quantità durante la giornata.
Quindi va controllato il consumo d’acqua dei propri genitori anziani. Se
non si vive insieme a loro bisogna assolutamente stimolarli a farlo: perciò
è opportuno lasciare un messaggio
9
dislocati nei distretti Como, Medio
Alto Lario e Brianza.
Sempre da luglio gli Ispettorati micologici, in ciascun distretto socio-sanitario, assicurano gratuitamente il
Estate
ASL
aperta
controllo dei funghi
raccolti dai privati cittadini, in modo
che possano consumarli senza correre rischi.
Alcuni servizi, pur non essendo stagionali, d’estate vengono particolarmente sollecitati: succede, suo malgrado, al canile sanitario, punto di
confluenza degli animali abbandonati sulla strada delle vacanze, secondo una deprecabile consuetudine
per cui in questi mesi la struttura veterinaria tende a riempirsi di cani
trovatelli.
In vista di viaggi particolarmente impegnativi, quello dell’Ambulatorio
del viaggiatore internazionale è un
servizio che offre ai cittadini sia
informazioni sia prestazioni vaccinali in base al luogo di destinazione.
Fermo restando che proprio d’estate è ancora più opportuno avere
sempre con sé la Carta Regionale
dei Servizi: nel comodo formato credit card, sostituisce anche il passato modello E111 e quindi, in caso
d’urgenza, garantisce la copertura
sanitaria nei paesi comunitari e in
quelli con i quali esistono accordi
con l’Unione Europea, a cominciare
dalla Svizzera. Per soggiorni in altri
paesi extracomunitari ci si può rivolgere prima della partenza agli uffici
del proprio distretto che si occupano di assistenza all’estero per avere informazioni circa eventuali intese o convenzioni bilaterali.
per ferie
La stagione estiva estende i fronti
dell’impegno dell’Azienda Sanitaria
Locale che, in aggiunta ad un’attività che procede, come è ovvio,
senza soluzione di continuità, attiva servizi stagionali specializzati, a
cominciare da quello che attraverso il numero verde 800.004.341 fino al 20 Settembre, sette giorni su
sette, dalle 9 alle 17, rivolto soprattutto alla popolazione anziana,
fornisce risposte o fa scattare interventi per fronteggiare l’emergenza caldo.
Inoltre il monitoraggio della
balneabilità
consente di avere una mappa aggiornata della situazione delle
spiagge dei laghi del Comasco, in
modo che il cittadino avveduto può
fare bagni in sicurezza dal punto di
vista chimico-batteriologico.
In luglio e agosto si attiva anche il
servizio di
Guardia Medica Turistica
dedicato a chi soggiorna nelle località turistiche lariane. Esso funziona
attraverso una serie di ambulatori
10
ABC della
comunicazione
(URP)
A cura della dott.ssa Franca Ronchetti
La comunicazione è una risorsa di innegabile valore per la
Sanità con favorevoli ripercussioni sulla qualità dei processi organizzativi e dei servizi offerti. Ma cosa si intende
per comunicazione? E quali sono gli elementi che la caratterizzano?
Il processo di comunicazione é avviato da una persona che
intende inviare ad altri soggetti un messaggio, un’idea. E
chi invia un messaggio deve sempre prevedere alcuni necessari accorgimenti: individuare con precisione la persona o il gruppo a cui intende rivolgersi; scegliere quei mezzi di comunicazione che possano essere recepiti in maniera ottimale dai destinatari; stilare con precisione il messaggio.
Anche nel contesto dei servizi socio-sanitari, ogni giorno
vengono inviati numerosissimi messaggi che possono essere indirizzati verso l’alto, con i propri superiori, o verso il
basso con i dipendenti; trasversalmente con i soggetti in
uguale posizione funzionale, ma soprattutto con messaggi
diretti a pazienti che codificano e possono dimostrare subito l’esito positivo o negativo della comunicazione.
La codificazione e l’invio rappresentano un momento particolarmente delicato dell’azione comunicativa, dovendosi
decidere le modalità di formulazione ed i contenuti del
messaggio, nonché il mezzo più idoneo per la sua trasmissione. Più il contenuto del messaggio è chiaro e il canale giusto, più questi due aspetti si integreranno garantendo una reale efficacia comunicativa.
Proprio per questo nella nostra Azienda gli addetti agli Uffici Relazioni con il Pubblico sono tutti operatori scelti che
sanno mettere in campo una delle maggiori potenzialità
della comunicazione verbale: quella del coinvolgimento.
Come? Cercando di essere sensibili ai bisogni dell’interlocutore non solo incoraggiandolo e aiutandolo a spiegare
meglio il suo problema, ma anche dimostrando un interesse particolare alle sue richieste. Ma non solo, non dimenticano che dall’altra parte c’é una persona con grossi
problemi e difficoltà, investita di dignità, capacità critica, discernimento e facoltà di scelta.
11
nella nostra
Azienda gli
addetti agli
Uffici Relazioni
con il Pubblico
sono tutti
operatori scelti
che sanno
mettere in
campo una delle
maggiori
potenzialità
della
comunicazione
verbale:
quella del
coinvolgimento
Gli Uffici relazioni con il pubblico del Distretto Brianza
Con l’obiettivo
di migliorare insieme
A cura della dott.ssa Cristina Della Rosa
L’Ufficio relazioni con il pubblico ha
conosciuto nel corso degli ultimi
anni molti cambiamenti, passando
da una funzione iniziale prevalente
e quasi esclusiva di gestione dei
reclami ad una funzione sempre
più informativa.
Dall’alto,
Pier Stella
Colombo
referente URP a
Cantù, Anna
Maria Nava
referente URP a
Erba, Angela
Anzani referente
URP a Mariano
Comense.
Infatti il bisogno di informazione e di chiarezza
da parte dei cittadini appare sempre più evidente ed emerge nelle varie
occasioni nelle quali il
cittadino ha contatti con
le nostre strutture mediante segnalazioni dirette o come recentemente avvenuto attraverso la compilazione di
questionari di gradimento dei servizi.
del cittadino per raccoglierne i bisogni e cercare il modo migliore di
soddisfarli.
Pertanto le operatrici del Distretto
Brianza con funzione di referente
URP delle sedi di Cantù, Erba e Mariano Comense, oltre a svolgere la
loro attività istituzionale, sono quotidianamente a disposizione dei cittadini per aiutarli nell’approccio alla sanità comasca.
Le informazioni richieste riguardano sia i servizi ASL e relative modalità di accesso, sia i servizi delle
strutture sanitarie pubbliche e private accreditate con particolare riferimento ai tempi di attesa e anche in questo caso alle modalità di
accesso.
Nell’ambito di questa logica l’Ufficio relazioni con il pubblico appare
sempre più come ufficio a fianco
12
Come conseguenza di
una maggiore informazione e quindi maggiore conoscenza dei propri diritti anche la funzione di
raccolta dei reclami è divenuta abbastanza consistente e riguarda prevalentemente medici di
medicina generale, pediatri di libera scelta,
strutture accreditate e
anche servizi ASL in relazione soprattutto a tempi
di attesa considerati eccessivamente lunghi in
alcuni uffici con grande
affluenza di pubblico.
Riteniamo che le caratteristiche che gli operatori
di un buon Ufficio relazioni con il pubblico debbano avere siano capacità di ascolto, buona conoscenza dei servizi sanitari per una immediata
focalizzazione della problematica segnalata e
certamente tempestività
nella risposta. Viene infatti molto apprezzato
dai cittadini un interlocutore attento ed affidabile
che sia in grado di dare
risposte in tempi molto
brevi in quanto crea consapevolezza di una immediata presa in considerazione della problematica segnalata.
Operatori del Distretto Brianza della sede di Mariano
Comense.
Operatori del Distretto Brianza della sede di Erba.
Operatori del Distretto Brianza della sede di Cantù.
13
Nel Distretto montano Medio Alto Lario
Una rete di ascolto
dei bisogni di tutti
A cura del dott. Giuseppe Iafolla
I capisaldi di tutto ciò sono la formazione degli operatori e la struttura organizzativa e la logistica del
Distretto Socio Sanitario Medio Alto Lario.
Infatti la formazione è il presupposto della conoscenza di specifici
processi operativi distrettuali con
rilevante impatto verso l’utente
(Commissione Invalidi, presidi per
diabetici, protesi ed ausili), ma anche della cultura della qualità e del-
La comunicazione ed il rapporto
con l’utenza sono obiettivi importanti dell’Azienda Sanitaria Locale.
Il Distretto Medio Alto Lario con le
due sedi URP, l’una in Menaggio
(Villa Covone) e l’altra in Dongo (via
Gentile 11), insieme agli operatori
di primo contatto con l’utenza, attivano un procedimento integrato
per soddisfare al meglio le aspettative dei residenti in questo particolare contesto geografico.
Gli obiettivi sono quelli di dare
anzitutto informazioni puntuali
sulle attività svolte dal Distretto,
modificare alcuni comportamenti
dei cittadini attraverso l’informazione (orari degli ambulatori e
degli uffici, numeri telefonici e
generalità dei preposti agli uffici
distrettuali), perseguire la visibilità dell’Azienda su che cosa essa fa e su come lo fa, monitorare
le attività segnalando eventuali
eventi negativi, valutare il grado
di soddisfazione su alcune attività rilevanti interpellando coloro
che ne usufruiscono.
Operatori del
Distretto Medio
Alto Lario.
14
la capacità d’ascolto che sono obiettivi dell’Azienda Sanitaria Locale nei suoi rapporti con l’utenza.
Dal punto di vista della logistica c’è
sempre stata grande attenzione e
valorizzazione di tutti i presìdi distrettuali, soprattutto di quelli montani, per lasciare appunto “vivere”
luoghi dove possa avvenire il contatto e attuarsi l’ascolto dei cittadini, oltre ad avere in questi presidi il
decentramento di alcuni servizi con
relativo personale.
Tutto si è concretizzato in una
rete di ascolto e di segnalazioni
territoriali e in punti, o centri, di
confronto.
La prima è costituita da punti di
contatto (gli sportelli, le segreterie
dei servizi, gli operatori addetti agli
ambulatori) tra di loro interconnessi e dialoganti, nelle sedi di San Fedele, Porlezza, Menaggio e Dongo.
I punti di confronto sono i due uffi-
Vito Robba, referente URP a
Dongo.
Loretta Lanfranconi, referente
URP a Menaggio.
ci per le relazioni con il pubblico,
URP, all’occorrenza anche itineranti
nei presìdi sul territorio con il compito di riunire allo stesso tavolo chi
ha fatto reclami o segnalazioni e i
vari responsabili e referenti del distretto, insieme naturalmente agli
operatori URP per portare la “lamentale” sul terreno del dialogo
costruttivo.
15
Nel Distretto Sud Ovest problemi in via di soluzione
Nessuna confusione
A cura del dott. Romano Azimonti
Uno dei problemi centrali nel rapporto con l’utenza è quello collegato alla difficoltà di cogliere le differenze di responsabilità collegate all’erogazione di servizi specialistici
in capo alle strutture ospedaliere e alle attività sanitarie
gestite dall’ASL.
Come è noto la legge di riordino del Servizio Sanitario lomAlfreda Maino, referente
bardo ha scorporato le competenze legate a prestazioni
URP a Olgiate Comasco
specialistiche e di ricovero dall’attività ASL. Sebbene sia(sopra) e la dottoressa
Melissa
Landoni, referente
no passati diversi anni dal varo della riforma, l‘ASL viene
URP a Lomazzo.
tuttavia recepita dai cittadini come il fulcro della gestione
di tutte le attività sanitarie: motivo per il quale in gran parte le richieste di prenotazione di visita specialistica invece che ai poliambulatori territoriali ospedalieri
giungono al centralino dell’ASL
Il problema è già stato valutato in diverse sedi e si è deciso operativamente di
procedere ad un’ulteriore sensibilizzazione della popolazione, ma soprattutto si
sta rivelando utile il numero verde 803.000 che per prenotare la prima visita identifica direttamente le strutture che erogano le prestazioni.
Un’ulteriore difficoltà è collegata alla necessità di far comprendere ai
cittadini che alcuni servizi non vengono erogati, poiché alcune linee guida ne hanno decretato l’inefficacia.
Fornire solo servizi efficaci è principio di facile accettazione per i sanitari, ma richiede per la popolazione in generale anche un cambiamento di cultura. Si è tuttavia fiduciosi che alla fine i messaggi fondati su valutazioni di carattere scientifico renderanno consapevoli tutti i cittadini della necessità di richiedere solo
quanto risulta provatamente efficace in termini sanitari.
Operatori del Distretto Sud Ovest.
16
Operatori del Distretto Como.
Nel Distretto Como
lavorando s’impara
Esperienza
da valorizzare
A cura del cav. Pietro Peretta
Sull’onda generata dalla Direzione
Aziendale nella volontà di rinnovare
gli Uffici Relazioni con il Pubblico adeguandoli agli standard più evoluti il Distretto di Como ha sviluppato
una peculiare azione profonda ed
incisiva per il conseguimento di
una maggiore semplificazione ed umanizzazione del rapporto con l’utenza.
Si è partiti dalla percezione e analisi del disagio del cittadino utente
nel momento in cui ha l’esigenza di
fruire di qualsivoglia prestazione o
servizio dell’ASL.
Anziché ricorrere a contributi esterni per inquadrare il problema si è ri17
tenuto di valorizzare l’esperienza
degli operatori che quotidianamente hanno un rapporto diretto con
l’utenza.
Infatti nessuno più del personale e
dell’apparato dirigenziale delle diverse articolazioni distrettuali, opportunamente coinvolto e sollecitato, può cogliere e quindi evidenziare la tipologia del disagio e delle
difficoltà dell’utenza nell’accesso
ai servizi o nel comprendere i percorsi necessari per ottenere atti,
prestazioni, eccetera.
Allo stesso modo, l’analisi delle
metodiche spontanee messe in atto dagli operatori, talvolta anche
con automatismi, per fornire chiarimenti e dare indicazioni può agevolmente consentire di individuare i
più opportuni interventi di miglioramento, adeguamento logistico, segnaletica più chiara ed efficace, illustrazione scritta ma semplificata
delle procedure, predisposizione di
stampati semplici e chiari sulle
specificità dei servizi erogati dal
Distretto.
I gruppi di cure primarie:
un’opportunità
per la medicina generale
Verso
équipes
territoriali
multiprofessionali
Anna Carugati, referente URP a Como.
Perciò gli operatori delle diverse articolazioni si sono riuniti più volte
per riflettere sul proprio lavoro quotidiano ed analizzare insieme i problemi ricorrenti con l’utenza formulando un elenco graduato delle criticità con contestuali proposte per
affrontarle nel modo più idoneo.
Seguendo questo percorso si è dato avvio, ove possibile, a modifiche
logistiche, predisposizione di nuove
segnaletiche, elaborazione di stampati esplicativi semplici e razionali
ecc.
Oltre a ciò sono stati effettuati corsi autogestiti di formazione del personale addetto allo sportello finalizzati ad un ottimale approccio con
l’utenza. Naturalmente il processo
è solo iniziato, ma sicuramente ha
dimostrato di essere valido e si ha
la percezione che darà buoni risultati per una maggiore umanizzazione del rapporto con l’utenza che
porterà conseguentemente anche
una riduzione dello stress che per il
personale addetto al pubblico sicuramente è un fattore che ha una
considerevole rilevanza.
A cura del dott. Ugo Brancaccio
Il medico di medicina generale rappresenta un riferimento ed interfaccia
privilegiato per l’utenza nell’ambito
territoriale in cui opera per intercettare reali bisogni di salute che si traducono in domanda di prestazioni sanitarie. Un salto di qualità nell’intercettare i reali bisogni dell’utenza e nell’attuare una erogazione omogenea di prestazioni
sanitarie è avvenuto alla fine degli anni novanta con la costituzione delle medicine territoriali
in associazione.
L’associazionismo medico, soprattutto quello strutturato in forma di gruppo e rete, ha garantito un più elevato
livello qualitativo delle prestazioni erogate attraverso l’ampliamento dell’orario di apertura e l’attivazione di
ambulatori dedicati a pazienti affetti
da patologie croniche ed ha permesso una maggiore fruibilità ed accessibilità ai servizi da parte degli utenti.
18
rivante dall’attivazione di gruppi di cure primarie sono facilmente individuabili nella maggiore accessibilità al medico di medicina generale, nella possibilità di fruire direttamente di prestazioni infermieristiche e specialistiche, volti a risolvere la maggior parte
dei problemi di salute.
Non sarà solo l’assistito a fruire di
questi vantaggi, ma anche il medico
di medicina generale, interfacciandosi
direttamente con più di una professionalità specialistica, potrà avere
supporto e consulenza immediata per
la risoluzione di molti dei quesiti di più
frequente riscontro nella sua attività
quotidiana.
La contiguità in una stessa struttura
delle figure specialistiche e del medico di medicina generale che diventa
gestore del Gruppo di Cure Primarie,
realizza un primo livello di forte integrazione ospedale-territorio.
Nella nostra ASL sono stati presentati quattro progetti di attivazione di gruppi di cure primarie
da altrettante associazioni di medici di medicina generale.
L’ASL si è già interfacciata con i quattro referenti dei progetti definendo
passaggi condivisi per far decollare le
progettualità avanzate.
Si è consci delle problematiche organizzative gestionali ed operative che
si dovranno affrontare per l’attivazione di gruppi di cure primarie, ma pure
si è manifestata una chiara volontà
dell’ASL e dei medici di medicina generale interessati di non far cadere
questa importante opportunità che si
profila per la medicina generale e per
gli assistiti.
L’associazionismo medico però non
ha trasformato automaticamente i
medici di medicina generale in interlocutori forti delle strutture di ricovero
e cura presenti sul territorio, né ha loro fatto acquisire maggiori capacità
nell’orientare la domanda di prestazioni. Il Gruppo di Cure Primarie, ulteriore forma evolutiva della medicina in
associazione, permetterà al medico
di diventare esso stesso erogatore diretto di prestazioni sanitarie, non più
individualmente, in regime libero professionale e nelle forme consentite
dall’Accordo Collettivo Nazionale, ma
come gestore di una équipe territoriale multiprofessionale ed articolata in
grado di fornire prestazioni specialistiche diversificate di primo livello.
Il medico di medicina generale continuerà quindi ad essere clinico e confidente del proprio assistito, ma senza rinunciare al rapporto individuale e
fiduciario che lo contraddistingue. Dovrà però rimodulare il suo ruolo diventando quindi erogatore di prestazioni
e gestore di altre figure professionali
mediche e non mediche per differenziare l’offerta di prestazioni di primo livello già in sede di primo accesso ambulatoriale.
Gli indubbi vantaggi per l’assistito de-
19
Per prenotare la prima visita
basta una telefonata
Il telefono
senza fila
Da oggi è attivo un nuovo Numero
Verde per prenotare, modificare o
annullare, attraverso una semplice
telefonata gratuita, le prime visite
mediche nella provincia di Como e
nella provincia di Varese, per i distretti di Varese, Luino, Cittiglio, Arcisate e Azzate.
strutture che hanno attivato il servizio. È possibile chiedere la disponibilità presso una diversa struttura,
purché presente nell’elenco.
Quali visite
SÌ
Sono prenotabili tutte le prime visite.
Dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20
NO
Non sono prenotabili le visite di controllo.
Come prenotare
Da telefono fisso (in qualsiasi parte
d’Italia) o dal cellulare, si può chiamare il Numero Verde gratuito
803.000, dal lunedì al sabato, esclusi festivi, dalle 8.00 alle 20.00.
Per prenotare bisogna essere in
possesso dell’impegnativa del proprio medico e della tessera sanitaria.
L’operatore propone sempre la prima data disponibile in una delle
Per maggiori informazioni
Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’ASL di Como: tel. 031 370.209
Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’ASL di Varese: tel. 0332 277.500
Call Center Sanità: 840.000.006
www.sanita.regione.lombardia.it
20
Ad oggi hanno già aderito
le seguenti strutture
Azienda Ospedaliera Macchi
di Varese
Azienda Ospedaliera S. Anna
di Como
Poliambulatorio di:
Varese (Ospedale F. Del Ponte)
Varese (Ospedale Macchi)
Varese (Viale Monterosa)
Arcisate
Cittiglio (Ospedale)
Cuasso al Monte
Gavirate
Lavena-Ponte Tresa
Luino (Ospedale Luini Confalonieri)
Viggiù
Presidio di:
Como
Cantù
Longone al Segrino (Presidio
Beldosso)
Mariano Comense
Menaggio
Poliambulatorio di:
Como (via Pessina, 6)
Cernobbio
Dongo
Fino Mornasco
Lomazzo
Olgiate Comasco
Ponte Lambro
Villaguardia (Riabilitazione)
Ambulatorio specialistico di
Comerio
Centro Psicosociale di Arcisate
Presidio Malattie Sociali Apparato
Respiratorio di Varese
UONPIA Servizi Territoriali di
Besozzo
Casa di Cura Le Terrazze di Cunardo
Poliambulatorio:
ex Ospedale Psichiatrico di Como
Rieducazione Riabilitazione
Funzionale di Como (Villaguardia)
Centro Fisioterapico di
riabilitazione Dr. Isber Atyeh di
Malnate
Centro Fisioterapico Solexis di
Varese
Ospedale Classificato Valduce
di Como
Centro Polispecialistico Beccaria di
Varese
Attenzione
• non si deve usare il prefisso
031
• si possono annullare solo le
visite prenotate attraverso il
numero verde medesimo
• il numero verde non è raggiungibile dall’estero
Diamed di Varese
Eurocentro Polispecialistico di
Varese
Nuovo Centro Fisioterapico di
Varese
Sirio di Varese
21
Numero verde 803.000
Estendere
il call center
per…
accorciare la fila
A cura del dott. Vittorio Bosio
nale dove un operatore, in una fascia
oraria molto estesa – dalle 8 alle 20,
dal lunedì al sabato – fornisce innanzitutto la disponibilità della visita richiesta con un minor numero di giorni di attesa e fissa l’appuntamento
nella struttura indicata dallo stesso
utente. Per accedere alla prenotazione è necessario essere in possesso
dell’impegnativa del proprio medico e
della tessera sanitaria.
“Il telefono senza fila” è lo slogan
che pubblicizza il servizio di prenotazione telefonica delle prestazioni ambulatoriali istituito a novembre 2005
dalla Regione Lombardia. Un servizio
che continua a crescere e che, nei
prossimi mesi, coinvolgerà tutte le
Strutture Sanitarie provinciali e verrà
esteso ad altre prestazioni ambulatoriali.
Oggi, attraverso il numero verde
803.000, è possibile prenotare una
prima visita specialistica presso alcune strutture sanitarie della nostra
ASL e di quella di Varese.
Componendo tale numero, i cittadini
possono chiedere di fissare un appuntamento per effettuare questo tipo
di prestazioni presso l’Ospedale Valduce di Como e presso tutti i Presidi ospedalieri e gli Ambulatori dell’Azienda
Ospedaliera Sant’Anna che sono presenti sul territorio provinciale.
L’utente quindi, pur mantenendo la
possibilità di rivolgersi direttamente
alla struttura prescelta presentandosi allo sportello o telefonando al relativo Centro Unico di Prenotazione,
può rivolgersi al numero verde regio-
A PARTIRE DAL PROSSIMO MESE
DI SETTEMBRE IL SERVIZIO
VERRÀ ESTESO A TUTTI GLI OSPEDALI E I POLIAMBULATORI DELLA
PROVINCIA
Il Call Center, attivo dallo scorso 7 novembre e in costante crescita, ha ricevuto nello scorso mese di maggio
oltre 7.500 chiamate e ha prenotato,
nei presidi delle due strutture comasche attualmente coinvolte, 5.300 visite specialistiche. In sei mesi si è
raddoppiato il numero di chiamate
mentre le prenotazioni sono addirittura quadruplicate.
Un Servizio che, stando ai numeri, ha
raccolto il consenso e la soddisfazio22
Contro
l’abbandono
ne degli utenti: il Call Center infatti,
va incontro alle esigenze dei cittadini
per migliorare la tempestività delle
prestazioni, evitando di perdere tempo per individuare l’ospedale o l’ambulatorio che può assicurare la visita
nel tempo più breve.
Da segnalare che attualmente le telefonate si concentrano maggiormente nei primi giorni della settimana ed
in una fascia oraria che va dalle 10
alle 13: per questo si invitano tutti
gli utenti ad usufruire del Servizio
anche in orari diversi rispetto a quelli più convenzionali dei CUP ospedalieri.
Ma va evidenziato il contributo che il
Call Center sta dando alla riduzione
delle liste di attesa: consente infatti
di conoscere l’ambulatorio che assicura la visita nel tempo più breve e
scegliere quindi dove eseguirla con
un più ampio spettro di possibilità.
Attualmente è possibile prenotare
solo la prima visita specialistica (in
alcuni casi anche esami strumentali
strettamente connessi come ad esempio l’elettrocardiogramma o l’audiometria).
ENTRO IL PROSSIMO NOVEMBRE IL
SERVIZIO SARÀ ALLARGATO ANCHE ALLE PRESTAZIONI DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
Tra i diversi esami che potranno essere prenotati ve ne sono alcuni molto richiesti: oltre alle radiografie tradizionali e le TAC senza mezzo di contrasto sarà possibile prenotare tutte
le ecografie; saranno invece escluse,
per la loro complessità, le prestazioni effettuate con Risonanza Magnetica Nucleare.
Chiunque abbandona cani, gatti o
qualsiasi altro animale custodito
nella propria abitazione, è punito
con la sanzione amministrativa di
172,15 euro.
sanitaria locale
della provincia di Como
ASL Azienda
un cane
per
amico
adottare un cane
è un atto di generosità
23
Intervista al Presidente
dell’Ordine dei medici veterinari
Il dottor Luciano Millefanti dal
2003, investito di un secondo mandato triennale, presiede l’Ordine dei
medici veterinari delle province di
Como e di Lecco che conta 282 iscritti. In gran parte, circa il 70 per
cento, liberi professionisti, si dedicano soprattutto agli animali d’affezione. Gli altri iscritti, a parte alcuni docenti universitari e qualcuno occupato nelle industrie, lavorano nel
settore pubblico, in maggioranza
nelle ASL delle due province. Fra
questi anche il presidente. Il dottor
Millefanti infatti è veterinario dirigente all’ASL della Provincia di Como, responsabile del Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche del Distretto veterinario Como.
QuiASL l’ha intervistato nella veste
di presidente dell’Ordine.
Un giusto
equilibrio
tra uomini
e animali
Da un punto di vista giocoforza
privilegiato, come giudica la sensibilizzazione animalista della
nostra società e, in particolare,
nella nostra provincia?
Ritengo che la sensibilizzazione, in
particolare delle nuove generazioni,
verso l’universo animale sia di per
sé un fatto positivo. Mi rendo conto
altresì che l’adeguamento delle norme ha tempi, purtroppo, diversi; basti pensare che per la legge italiana,
il cane è considerato ancora oggi
una “res” cioè una cosa di cui il proprietario può disporre come meglio
crede.
Devo dire che invece la normativa comunitaria, soprattutto nel settore del
benessere animale, si sta evolvendo
rapidamente e la cosa non può fare
altro che piacere.
È chiaro che l’attenzione verso gli animali deve esser vista in un’ottica di
crescita individuale e sociale e come
tale inquadrata in un giusto equilibrio
nei rapporti tra l’uomo e l’animale
senza eccedere in esasperazioni e
conflitti che non portano lontano.
Il dottor Luciano Millefanti.
24
Ritiene che la domanda di animali d’affezione possa essere governata meglio?
È importante fare conoscere quali
sono i rischi di aumento del numero
degli animali non voluti ed abbandonati, derivanti dall’acquisto irresponsabile di animali da compagnia associato ad una riproduzione non pianificata, assieme alla necessità di
scoraggiarne il dono a titolo di premio, ricompensa o omaggio.
Il ruolo del Medico Veterinario in tutto questo sistema è a mio avviso
fondamentale.
Su un altro versante, la sicurezza
degli alimenti d’origine animale è
sufficientemente garantita?
Qui devo abbandonare la mia veste
istituzionale per vestire quella del lavoro quotidiano presso il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria
dell’ASL della Provincia di Como.
Per entrare nel merito della domanda rispondo senz’altro di sì, ma non
per maniera.
Quello che è mancato in passato,
soprattutto in occasione delle emergenze alimentari, è una corretta comunicazione al consumatore. In
questo senso la Regione Lombardia
ha ritenuto di pubblicare un decreto
relativo proprio alla comunicazione
al consumatore, perfettamente applicabile in occasione di qualsiasi emergenza alimentare.
È importante capire quando, cosa,
chi e come si comunica.
Purtroppo, e si è visto anche in occasione del recente problema dell’influenza aviaria, spesso intervengono nei vari programmi radiofonici e
Reputa che il fenomeno dell’abbandono di animali domestici, incautamente acquistati, rischi di
diventare strutturale?
Penso che si debba arrivare ad una
rivisitazione della legge quadro sul
randagismo ormai vecchia di 15 anni in considerazione della difficoltà
di un’applicazione omogenea su tutto il territorio nazionale; basti pensare alla diversa situazione esistente tra le nostre zone ed il Sud dove
i cosiddetti cani di quartiere rappresentano la regola.
Ritengo necessario, oltre alla messa a regime dell’anagrafe canina
regionale e nazionale, che si investano più risorse, come peraltro
previsto nello specifico accordo
della Conferenza Stato-Regioni,
nell’informazione e nell’educazione per affermare il
rispetto per gli animali e la
tutela del loro benessere,
con programmi rivolti a coloro che
sono interessati alla custodia, all’allevamento, all’addestramento, al
commercio e al trasporto degli animali da compagnia.
25
televisivi, oltre o al posto di chi di dovere, nani, saltimbanchi, illusionisti,
tutti personaggi insomma che oltre
ad un aumento della propria visibilità, riescono solo ad ingenerare confusione e incertezza, se non vero e
proprio panico, nei consumatori.
La cosiddetta “mucca pazza” ha
lasciato, a suo parere, strascichi
psicologici nelle abitudini alimentari?
Ritengo di no, anche perché nell’immaginario collettivo il problema
è stato archiviato.
Gli addetti ai lavori ben sanno che
invece i controlli sono ancora oggi
metodici e continui; insomma la
guardia è sempre mantenuta alta.
Purtroppo la ricaduta di questo impegno da parte dei Servizi Veterinari sul cittadino consumatore è
spesso minima anche in considerazione di un difetto di comunicazione. Questa intervista senz’altro
potrà contribuire a tenere aperto il
canale informativo.
Infine, l’influenza aviaria.
Come è stata affrontata,
ma anche come è stata vissuta in ottica veterinaria?
L’impatto mediatico è stato forte ed
immediato.
Purtroppo le conseguenze nell’immediato si sono tradotte in
una riduzione drastica dei consumi di carne di pollo assolutamente ingiustificata associata ad un
altrettanto ingiustificato e diffuso allarmismo.
Le epidemie di influenza aviaria a
bassa e alta patogenicità si ripetono
ciclicamente anche nel nostro territorio regionale. Ormai il “sistema veterinario” lombardo è ampiamente
collaudato al riguardo e si tratta solo
di implementare la già cospicua attività di vigilanza e monitoraggio intrapresa da anni.
Sull’argomento influenza aviaria l’Ordine ha organizzato nello scorso mese di aprile un corso specifico riservato ai colleghi. I partecipanti, sia dipendenti delle ASL sia liberi professionisti sono stati oltremodo soddisfatti per la competenza dei relatori.
26
Alzheimer:
le attività
dei Donatori del Tempo
Como ogni lunedì pomeriggio dalle
ore 15.30 alle 17.30, ci si trova per
stare insieme, per una partita a carte, per fare bricolage o qualche gioco
di memoria… e per bere un caffé in
compagnia. Per informazioni: telefono e fax 031 270231.
A Como, presso le Unità Valutative
Alzheimer (U.V.A.) è attivo per i malati di Alzheimer ed i loro familiari un
servizio di segretariato dei Donatori
del Tempo nei seguenti giorni e orari:
mercoledì ore 15-16.30 al Poliambulatorio dell’Ospedale S. Anna di Como
venerdì ore 9.30-11 al Day Hospital
di Geriatria dell’Ospedale S. Anna di
Como,
mercoledì ore 9-11 al Poliambulatorio dell’Ospedale Valduce di Como.
È presente una volontaria, alla
quale ci si può rivolgere per avere ascolto, consigli utili e informazioni sulle attività di sostegno
e animazione organizzate nell’ambito delle attività dei Donatori del Tempo.
Il “Venerdi-in...sieme”: al Centro diurno comunale di via Volta 83 a Como
(sede dei corsi dell’Università Popolare). Il venerdì pomeriggio dalle 15
alle 17 ci ritroviamo per stare “insieme” e per fare “insieme” attività ludico-motorie, giochi di memoria, disegno, bricolage, letture, ascolto della
musica, e anche incontri con amici,
medici e consulenti specializzati del
settore.
Il “Filo diretto”: per i familiari che desiderassero una consulenza psicologica individuale, segnaliamo la possibilità di un colloquio telefonico con la
nostra psicologa, la dottoressa Luciana Quaia, al numero 031 270231
ogni primo e terzo mercoledì del mese, dalle 17 alle 19.
Per avere informazioni
o per donare il
proprio tempo:
martedì e giovedì
ore 16.30/18.30
telefono e fax
031 270231
Il “Caffé del lunedi”: nel bellissimo
salone-bar a lago, sede dello YCMV
(Yacht Club Mila-Circolo della Vela) a
27
L’avvio dello screening del colon retto
e il punto dello screening mammografico
La campagna
di prevenzione oncologica
della ASL è Per te!
A cura delle dottoresse Maria Gramegna e Gemma Gola
punto di vista organizzativo e della
ricerca di sinergie tra differenti soggetti coinvolti: oltre all’ASL, le Strutture Sanitarie di Diagnosi e Cura e i
Medici di Medicina Generale, nell’intento di portare ai cittadini una proposta facilmente fruibile.
La ASL partecipa alla realizzazione
degli interventi di prevenzione dei tumori promossi dalla Regione Lombardia. Per questo nel mese di maggio ha avviato lo screening per la
diagnosi precoce del carcinoma del
colon retto aprendo un nuovo fronte,
dopo quello sempre più esteso sul
territorio provinciale dello screening
mammografico.
I due screening, partendo dalle stesse basi concettuali e organizzative,
si articolano e si sviluppano diversamente per la peculiarità delle due
patologie che si intende prevenire e
per i diversi approcci diagnostici.
La loro finalità è quella di identificare e curare il più precocemente possibile lesioni precancerose o tumori
in fase iniziale affinché la cura porti
ad una più alta probabilità di guarigione e comunque una migliore qualità della vita.
Ai cittadini considerati a “rischio generico per l’età” viene proposto il
test di screening attraverso una lettera di invito individuale.
Per realizzare tutto ciò è stato necessario un importante sforzo dal
Lo screening del colon retto
si rivolge a uomini e donne di età
compresa tra 50 e 69 anni. Il tumore del colon retto in Italia conta ogni
anno circa 28.000 nuovi casi diagnosticati (9 volte su 10 riguardano
appunto persone sopra i 55 anni
d'età) e 18.000 morti, di cui 3.000
in Lombardia. Nell’ASL i ricoveri per
tumori colon-rettali l’anno scorso
sono stati 463 pari a un tasso di
8,32 per 10.000 abitanti (era 8,98
nel 2002).
Per il test di screening la metodica
prescelta è fondata sulla ricerca del
sangue occulto nelle feci (test immunologico su un solo campione di
feci che non chiede dieta particolare) da svolgere a cadenza biennale.
Il programma di screening del colon
retto è partito nel territorio del di28
La popolazione residente nella
ASL della Provincia di Como suddivisa per distretto e appartenente alle fasce di età di screening
del colon retto
stretto Brianza, da dove si estenderà a tutta la provincia al ritmo di
1.300/2.600 inviti spediti per settimana fino a raggiungere oltre
136.000 persone nel biennio.
Il Centro di Chiamata per questo
screening è sito nel presidio distrettuale di Mariano Comense, afferente al Distretto Brianza.
Dopo un periodo di preparazione
che ha comportato la definizione
condivisa con le strutture ospedaliere che collaborano allo screening –
Azienda Ospedaliera S. Anna e Ospedale Valduce – di un protocollo operativo stilato nel rispetto delle Linee guida delle Società scientifiche
interessate e condividendo una modalità organizzativa finalizzata a favorire l’adesione da parte dei cittadini, il 2 maggio sono partiti i primi
inviti.
Anche in questo Centro di Chiamata
si svolge una duplice attività: organizzazione degli inviti – selezione degli utenti, spedizioni, spostamenti in
caso di esami recenti, coordinamento attività con le farmacie – e infor-
distretto
soggetti
di età compresa
tra 50 e 69 anni
Como
37.175
Brianza
Cantù
Erba
Mariano Comense
16.188
16.791
12.353
Sud Ovest
Lomazzo
Olgiate Comasco
21.359
19.221
Medio Alto Lario
Menaggio
Dongo
8.774
4.461
Totale
136.322
mazione ai cittadini. Chiamando il
numero 031.755.350 nei giorni
martedì, mercoledì e venerdì dalle
8,30 alle 10,30 si possono richiedere informazioni sulle finalità dello
screening e sulle modalità per aderirvi alle assistenti sanitarie addette, Piera Magni e AnnaMaria Crippa.
Fondamentale per il buon successo
dell’iniziativa è la partecipazione dei
Medici di Medicina Generale che sono stati coinvolti dal Direttore del Distretto in apposite riunioni e che si
sono resi disponibili nell’opera di
sensibilizzazione dei propri assistiti:
Il test per la ricerca del sangue occulto nelle
feci.
29
Regione Lombardia
sanitaria locale
della provincia di Como
ASL Azienda
ci garantiscono il trasporto del test
ai laboratori.
Quando il farmacista consegna il test all’utente ne effettua anche l’accettazione attraverso la lettura ottica del codice a barre e l’inserimento del numero di telefono, necessario perché in caso di esito positivo la
persona viene contattata per fissare
la visita specialistica per le ulteriori
indagini (colonscopia).
Se invece l’esito è negativo l’utente
riceve la comunicazione per posta
con l’informazione che verrà nuovamente invitato a fare il test dopo
due anni.
Lo screening mammografico
te
prevede la chiamata attiva delle
donne di età compresa tra 50 e 69
anni. Il Centro di Chiamata, sito nel
Distretto Como, gestisce le agende
delle strutture di radiologia esecutrici delle mammografie, aderenti al
programma di screening. Le donne
ricevono un invito con un appunta-
PER
campagna di screening
del tumore del colon-retto
raggiungere un buon tasso di adesione al test di screening è condizione imprescindibile per una reale
efficacia del programma.
L’esame che Le viene offerto è semplice
e permette di fare una diagnosi precoce
del tumore alla mammella.
Viene eseguita
una mammografia
che, se negativa,
verrà ripetuta
ogni due anni.
Modalità di invito e distribuzione
del test
Il soggetto individuato quale eleggibile all’esecuzione del test di screening riceve a domicilio una lettera
con la quale viene invitato a ritirare
il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci in una delle farmacie
del territorio di residenza. Nello
stesso luogo, in un apposito contenitore, deve consegnare il test eseguito; le ditte distributrici dei farma-
Lo screening mammografico è rivolto alle
donne di età compresa tra 50 e 69 anni.
La mammografia di screening è
gratuita, non necessita di
impegnativa del medico
curante.
Non perda questo
importante
appuntamento
per la Sua
salute!
Per
ulteriori
informazioni
può chiamare
il numero
031.370.592
dalle ore 8.30 alle
ore 11, oppure può
consultare il Suo Medico
curante che ha condiviso
questa iniziativa.
la sanità comasca
insieme
te
PER
campagna mammografica
per la diagnosi precoce
del tumore al seno
30
Regione Lombardia
sanitaria locale
della provincia di Como
ASL Azienda
OSPEDALE GENERALE DI ZONA
“MORIGGIA-PELASCINI”
GRAVEDONA (CO)
Sanità
UN SISTEMA LIBERO,
UN SISTEMA SANO
A che punto siamo?
mento definito; l’appuntamento può
essere spostato chiamando il numero 031.370.592 dal lunedì al
giovedì dalle 8.30 alle 12. Al Centro
di Chiamata operano due infermiere, Antonella Setti e Marina Rimoldi,
che, oltre ad assicurare il riferimento telefonico per le donne che chiedono chiarimenti oppure di spostare
l’appuntamento, lavorano perché
tutto possa svolgersi nel rispetto
delle procedure definite.
Lo screening mammografico, partito
nel giugno 2004 nel Distretto Como
ha chiuso il primo round rispettando
i due anni previsti.
Accanto alla partenza del secondo
round nel Distretto Como, il Centro
di chiamata sta estendendo gradualmente gli inviti negli altri Distretti per raggiungere tutta la provincia. Ora è operativo anche sulla
popolazione dei distretti Brianza (area Erba) e Sud Ovest (area Olgiate
Comasco).
Attualmente effettuano mammografie di screening sei strutture che inviano ai tre centri di lettura gli esami: utilizzare un basso numero di radiologi lettori ha comportato e comporta un grosso sforzo organizzativo, ma favorisce una maggiore qualità della refertazione perché aumentando la specializzazione si riduce la variabilità.
Il prospetto che segue rappresenta
l’attività svolta in termini numerici
anno
Donne invitate
alla mammografia
Donne aderenti
alla mammografia
Tasso
di adesione
corretto*
2004
3.090
1.150
43.22
2005
9.207
3.230
45.71
2006 (a maggio)
8.561
3.068
(dato parziale)
Non valutabile
* “corretto”: tiene conto delle donne che dopo l’invito informano di avere già eseguito l’esame
mammografico e degli inviti inesitati per errori anagrafici o di indirizzo.
31
La dottoressa
Gemma
Gola.
Offrire al cittadino una proposta utile, organizzata e facilmente fruibile comporta un importante lavoro
di squadra: molte altre strutture aziendali sono state coinvolte e lo
sono tuttora pur non interfacciandosi direttamente con l’esterno:
per questo non possiamo non ringraziare chi collabora per permetterci puntualità e precisione. Si
tratta dei colleghi dei servizi Sistemi informatici e Flussi informativi,
indispensabili per la soluzione di
tutti i problemi connessi all’uso
del software che collega in rete
Centro di Chiamata, Farmacie territoriali, due Laboratori (Ospedali S.
Anna e Valduce), Centri di secondo
livello per le visite specialistiche e
successive colonscopie (per ora
Valduce e presìdi di Cantù e di Mariano Comense dell’Azienda Ospedaliera S. Anna), e anche le strutture che partecipano allo screening mammografico. Tra quelle dell’ASL coinvolte vanno ricordate lo
Staff comunicazione, i Distretti, gli
uffici amministrativi economali e
non ultimo l’Ufficio protocollo.
Non è un caso che le campagne di
screening dell’ASL della Provincia
di Como abbiano come slogan
“Per te!”.
Se ognuno svolge un compito per
offrire una opportunità di salute,
anche il cittadino ne ha uno:
Dalla tabella si può notare l’importante incremento della popolazione
invitata nel 2006 che, in soli cinque
mesi, ha quasi raggiunto il valore dell’intero anno 2005. Anche il tasso di
adesione dimostra un positivo trend
in crescita.
Nel 2004-2005 è stata posta diagnosi di tumore maligno in 22 donne con
un tasso di identificazione dei tumori
maligni pari al 5 ‰, in linea con l’indicatore GISMa (della società scientifica Gruppo Italiano per lo Screening
Mammografico). I tumori benigni diagnosticati sono stati 4 e altre 19 donne sono state avviate alla chirurgia e
sono in corso di valutazione.
Anche per lo screening del colon retto, appena iniziato, si possono raccogliere i primi dati di adesione: dal
2 maggio al 31 maggio sono stati
spediti 9.330 inviti per il ritiro del kit
in farmacia; hanno aderito 2.150 cittadini con un tasso di adesione provvisorio intorno al 23%.
rispondere all’invito
partecipando
ai programmi
di screening.
La dottoressa
Maria
Gramegna.
32
Regione Lombardia
ASL
Azienda Sanitaria Locale
della Provincia di Como
www.asl.como.it
Il Servizio Disabili
Cosa fa il Servizio Disabili
Il Servizio Disabili che opera all’interno del Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate (ASSI) dell’ASL, oltre a promuovere la continuità dell’assistenza ai disabili nelle
attività di educazione, di riabilitazione e di incremento all’autonomia, fornisce consulenza tecnica agli operatori dei Distretti, ai soggetti erogatori di servizi residenziali e semiresidenziali presenti sul territorio provinciale.
Chi può usufruire dei Servizi e delle Strutture per disabili?
Possono usufruire dei servizi dedicati ai disabili le persone o i loro familiari, che a qualsiasi titolo si trovino in situazione di handicap, dovuto a disabilità congenita o acquisita, fisica, psichica e/o sensoriale.
Come si accede alle strutture?
L’attivazione dei servizi può avvenire su richiesta dell’interessato o dei suoi famigliari,
del medico curante, dei servizi sociali comunali, delle strutture residenziali e semiresidenziali. In ogni Distretto dell’ASL le Unità Operative per le Attività Socio Sanitarie Integrate costituiscono il riferimento naturale per ottenere informazioni e consulenze di
orientamento su rete dei servizi e uso più appropriato delle strutture.
DISTRETTO SOCIO SANITARIO BRIANZA
Sede di Cantù
Cantù via Domea, 4 - tel. e fax 031 799392
martedì e giovedì 9.00-11.00
Sede di Erba
Ponte Lambro via Verdi, 3 - tel. 031 6337935
fax 031 6337900
dal lunedì al giovedì 8.30-13.00 13.30-16.00
venerdì 8.30-15.30
Sede di Mariano Comense
Mariano Comense via F. Villa, 5 - tel. 031 755225
fax 031 799392
lunedì e mercoledì 9.00-11.00
martedì e giovedì rivolgersi alla Sede di Cantù
tel. e fax 031 799392
33
DISTRETTO SPECIALE
DI CAMPIONE D’ITALIA
Campione d’Italia
Campione d’Italia,
corso Italia 10
tel. 091 6497107 091 6497108 (rete
telefonica svizzera)
martedì, mercoledì
e giovedì 8.30-12.30
DISTRETTO SOCIO SANITARIO
MEDIO ALTO LARIO
Sede di Dongo
Dongo, via Falck 3
tel. 0344 973550
fax 0344 973531
dal lunedì al venerdì 8.30-12.30
Sede di Menaggio
Menaggio, via Diaz 12
tel. 0344 369133 fax 0344 30415
dal lunedì al venerdì 8.30-12.30
DISTRETTO SOCIO SANITARIO
COMO
Sede di Como
Como, via Castelnuovo 1
informazioni telefoniche
al numero 031 370683
fax 031 370604
dal lunedì al giovedì 14.00-15.00
DISTRETTO SOCIO
SANITARIO SUD-OVEST
Sede di Lomazzo
Ci si deve rivolgere
nella sezione distrettuale
di Fino Mornasco, via Trieste 5
tel. 031 8830309
lunedì, martedì, mercoledì
e venerdì 8.30-12.00
Sede di Olgiate Comasco
Olgiate Comasco,
via Roma 61
tel. 031 999471 fax 031 999359
dal lunedì al venerdì 8.30-12.30 14.00-16.00
34
LE STRUTTURE RESIDENZIALI
Residenze Sanitarie per Disabili (RSD)
Le Residenze Sanitarie per disabili sono strutture che offrono una soluzione
residenziale permanente o temporanea a persone di età inferiore ai 65 anni, in
condizioni di disabilità fisica, psichica, sensoriale grave, che necessitano di
prestazioni ad elevato grado di integrazione sanitaria, riabilitativa e rieducativa.
L’accesso richiede una preventiva valutazione delle caratteristiche individuali
della persona disabile, ad opera della struttura stessa.
Le RSD accreditate sul territorio provinciale sono 7.
L’inserimento di un disabile nelle strutture accreditate prevede il pagamento
della retta alberghiera, mentre l’onere del trattamento sanitario è a carico
dell’ASL.
Nelle RSD non accreditate anche il trattamento sanitario è a carico dell’utente.
Per accedere alla RSD si prende contatto direttamente con la struttura. Nel
rispetto del principio della libera scelta del cittadino, ci si può avvalere delle
informazioni e indicazioni fornite in ogni Distretto sanitario.
Sim-patia
Via Roma 24 - 22029 Valmorea
tel. 031806030 - email: [email protected]
Villa S. Maria
Via IV Novembre 21 - 22038 Tavernerio
tel. 031426042 - email: [email protected]
Villa San Benedetto
Via Roma 16 - 22032 Albese con Cassano
tel. 0314291511 - email: [email protected]
Eleonora e Lidia
Via Orsenigo 11 - 22060 Figino Serenza
tel. 031726539
email: [email protected]
Clotilde Rango
Via Manzoni 43 - 22040 Alzate Brianza
tel. 031631133 - email: [email protected]
Archè
Via N. Sauro 49 - 22017 Menaggio
tel. 034435253 - 0344916024
email: [email protected]
Anffas Residence
Via Cascinello Rosso 1 - 22010 Grandola ed Uniti
tel. 034430704
email: [email protected]
35
Comunità alloggio per disabili
Comunità Socio Sanitarie per Disabili (CSS)
La Comunità Socio Sanitaria è la Comunità Alloggio socio assistenziale autorizzata al funzionamento che, essendo disponibile anche all’accoglienza di persone adulte con grave disabilità prive di sostegno familiare ed essendo stata scelta dall’utente come dimora abituale, sia accreditata al sistema socio sanitario
regionale.
È una soluzione residenziale che favorisce lo sviluppo di comportamenti più
autonomi: è finalizzata a migliorare le relazioni sociali e ad aiutare l’individuo
nella realizzazione di progetti di vita personale.
Le stesse Comunità accolgono persone minori di 65 anni, prive di adeguato
sostegno familiare o in condizioni di trarre sicuro vantaggio da esperienze di
socializzazione extrafamiliare.
La Corniola
Via Battisti, 15 - 22070 Bulgarograsso
tel. 031970105 - 031890752
email: [email protected]
La Perla
Via Scalabrini, 14 - 22073 - Fino Mornasco
tel. 031920354 - 031890752
email: [email protected]
Il voucher di lungoassistenza
Il voucher sociosanitario di lungoassistenza, “Voucher L”, fornisce prestazioni
sociosanitarie a persone disabili, prive di sostegno familiare, ospiti di una comunità sociosanitaria accreditata al servizio sanitario regionale: alla stessa
Struttura viene riconosciuta la possibilità di acquistare prestazioni socio-sanitarie di lungoassistenza erogabili tramite voucher. Sono prestazioni da ritenersi
aggiuntive rispetto ai servizi presenti in comunità ed a quelli tramite il Servizio
Sanitario Nazionale ed il Servizio Sanitario Regionale.
L’assegnazione del “Voucher L” è correlata al profilo di fragilità dell’ospite e
definita, a seguito di valutazione multidimensionale a cura dell’Unità valutativa
distrettuale e in collaborazione con il Medico di Medicina generale ed il
Responsabile di Comunità, sulla base di un’analisi congiunta dei bisogni rilevati. A ciò segue la predisposizione di un Piano di Assistenza Individualizzato e di
un Programma Personalizzato di Assistenza.
Sono erogabili prestazioni nelle aree fisioterapia, assistenziale ed infermieristica, socio-educativa e specialistica (fisiatra, psicologo).
36
Comunità Alloggio (CA)
Le Comunità Alloggio richiedono da parte dell’ospite un certo livello di autonomia e capacità relazionali tali da rendere realisticamente prefigurabile una convivenza in un piccolo gruppo a carattere domestico.
Il Glicine
Como, Via Brambilla, 53
Casa Famiglia
Como, Via Milano, 167
Casa di Gino
Como, Via Oltrecolle, 36
Casa Nazareth
Como, Via Don Guanella, 12
Santa Maria Assunta
Montano Lucino, Via Lucinasco, 3
Casa Anffas
San Fermo, Via Riboni,12
Il Rogolone
Grandola ed Uniti, Via Mazzini, 2
Al Ciliegio
Vertemate, Via Vigna, 4
Casa Enrico
Albiolo, Via Quarto dei Mille, 23
Stella Polare
Binago, Via San Francesco, 14
Arcobaleno
Olgiate Comasco, Via Vecchie Scuderie,40
Il Sole
Solbiate, Via Michelangelo, 30
LE STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI
Centri Diurni per Disabili (CDD)
Sono strutture non residenziali socio sanitarie per disabili gravi di età superiore
ai 18 anni. Il requisito dell’età può dare luogo a deroghe solo con specifica valutazione e autorizzazione da parte dell’ASL.
Il CDD assicura l’erogazione delle prestazioni ai propri ospiti sulla base di progetti individualizzati, prevedendo anche il coinvolgimento delle famiglie.
37
Sono strutture non residenziali che accolgono durante la giornata persone con
compromissione dell'autonomia nelle funzioni elementari: vi si svolgono attività
che mirano alla crescita evolutiva e ad una progressiva e costante socializzazione, con l'obiettivo da un lato di sviluppare, ove possibile, le eventuali capacità residue e dall'altro di mantenere i livelli di crescita e abilità acquisiti.
Questo tipo di servizi si configura come struttura d'appoggio per la famiglia che
mantiene a domicilio un soggetto gravemente disabile.
Per quanto attiene l’onere della retta, sono valide le considerazioni già fatte per
le strutture residenziali accreditate.
CDD Mozzate
Via Cornaggia - 22076 Mozzate
tel. 0331821650 - email: [email protected]
CDD Cassina Rizzardi Via Monte Grappa, 3 - 22070 Cassina Rizzardi
tel. 031928181 - email: [email protected]
CDD Lurate Caccivio
Via Monterotondo - 22075 Lurate Caccivio
tel. 031390310 - email: [email protected]
CDD Como
Via del Doss 3 - 22100 Como
tel. 031591042 - email: [email protected]
CDD Cascina Amata
Via Foscolo - 22063 Cantù
tel. 031732070 - email: csecantù@virgilio.it
CDD Cermenate
Via Montessori 21 - 22072 Cermenate
tel. 031771035 - email: [email protected]
CDD Don Gnocchi
Via Privata d’Adda 2 - 22044 Inverigo
tel. 0313595511 - email: [email protected]
CDD Beldosso
Località Beldosso - 22030 Longone al Segrino
tel. 0316330378 - email: [email protected]
CDD Tremezzo
Via Peduzzi 2 - 22019 Tremezzo
tel. 034443063 - email: [email protected]
CDD Domaso
Piazza Chiesa - 22013 Domaso
tel. 03449617 - email: [email protected]
38
PROGETTAZIONE
GRAFICA
stampati, marchi,
immagine
coordinata,
realizzazione impianti
STAMPA E
CONFEZIONE
biglietti visita,
fogli, buste,
partecipazioni, inviti,
pieghevoli, brochure,
manifesti, locandine,
cartellette, periodici
STAMPA DIGITALE
E MAILING
piccole tirature,
personalizzazioni,
postalizzazione
MODULISTICA
SPECIALIZZATA
22030 Lipomo (Como)
via Provinciale per Lecco 825
telefono 031 280 324
f a x 0 31 2 8 2 2 5 2
www.cesarenani.it
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per professionisti,
associazioni,
centri congressi
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territorio, storia,
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In provincia di Como:
Cantù
C. Comm. Cantù 2000
Corso Europa • Tel. 031 712270
Cassina Rizzardi
C. Comm. Monticello
Via Risorgimento • Tel. 031 880684
Como-Tavernola
C. Comm. Lario Center
Via Asiago • Tel. 031 340670
Erba
C. Comm. I Laghi
Viale Prealpi • Tel. 031 644002
Montano Lucino
C. Comm. La Porta d’Europa
Via Varesina • Tel. 031 470874
Olgiate Comasco Strada Provinciale per Lomazzo
Tel. 031 800368
VII Giornata della sicurezza
Il delicato
ruolo del
Medico competente
Il Direttore Generale
Simona Mariani al tavolo
dei relatori con il prefetto
Domenico Lerro.
A cura del dott. Lamberto Settimi
nalmente difficili come i giudizi
di non idoneità alla mansione
che possono portare al licenziamento del lavoratore interessato.
Questi ed altre temi sono stati sviluppati nel corso della Giornata della
Sicurezza sul lavoro, giunta alla settima edizione e che è stata dedicata
appunto a figura e ruolo del Medico
competente nel sistema della prevenzione che, come ha ribadito il Direttore Generale dell’ASL Simona
Mariani, è uno dei cardini della sicurezza.
Nel corso dei lavori sono stati presi
in esame aspetti legati alla qualità
delle prestazioni erogate, così come
essa risulta fotografata anche durante l’attività di vigilanza svolta dalla ASL (con l’esame delle violazioni
contestate). La figura del Medico
competente è stata inoltre analizzata secondo la prospettiva di istituti
come INAIL e Direzione provinciale
del Lavoro, e di figure determinate
dalla medesima legge 626, come un
Rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza ed un Responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione,
di due importanti aziende lariane.
Il Medico competente, così definito
dalla Legge, è la figura sanitaria che
deve controllare la salute dei lavoratori esposti a determinati rischi, al fine di determinare l’idoneità alla mansione lavorativa e individuare al primo
insorgere eventuali patologie professionali, evitandone l’aggravamento.
È una delle figure fondamentali del
Decreto legislativo 626 del 1994 e
del rilievo dell’argomento è indicativa
la partecipazione alla VII Giornata provinciale della sicurezza cui hanno partecipato oltre 300 addetti ai lavori, un
primato nelle sette edizioni della manifestazione coordinata dal Servizio
prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Nel Comasco opera un
centinaio di medici competenti, in un
contesto di 40.000 unità lavorative e
170.000 lavoratori di cui circa
90.000 (ma la cifra è probabilmente
stimata per difetto) soggetti ad obbligo di sorveglianza sanitaria.
Il ruolo del Medico competente è
molto delicato, stretto tra le esigenze del datore di lavoro, quelle
dei lavoratori e le responsabilità
di tipo penale previste dalla stessa legge 626, con atti professio41
Il quadrangolare della Sanità comasca
4
La Sanità comasca si è messa letteralmente in gioco, giovedì 8 giugno, nel quadrangolare di calcio tra le squadre
dell’ASL, dell’Azienda Ospedaliera S. Anna, dell’Ospedale
Valduce, dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba. Sul terreno del Sinigaglia – nientemeno – la manifestazione ha avuto, come era nei programmi, almeno duplice valenza:
anzitutto di non limitarsi a perorare la causa dell’attività
sportiva come stile di vita salutare, ma di promuoverla sul
campo, poi di destinare a fini
benefici i proventi di un quadrangolare che è stata occasione per rigenerare gruppi
sportivi all’interno delle strutture sanitarie, ma che non ha
lasciato cadere l’opportunità
benefica a favore dello sfortunato giovane Rumesh.
Alle partite (la squadra dell’Ospedale Valduce ha vinto il torneo con questa successione
Autorità e giocatori attorno al giovane Rumesh.
La squadra dell’ASL della Provincia di Como.
42
La squadra dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba.
La squadra dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como.
La squadra dell’Ospedale Valduce di Como, vincitrice del torneo.
43
di risultati: ASL-Valduce
0-3, Fatebenefratelli-S.
Anna 0-1, Valduce-S. Anna 2-0) ha fatto da cornice un clima di amicizia animato anche dal cantautore Davide Van De
Sfroos, che ha dato il
calcio d’inizio, mentre alcuni ex del Como in serie
A (Notari, Gattuso, Annoni, Fontolan) si sono
schierati, uno per squadra, come prestigioso (e
prezioso) supporto.
Sotto la denominazione
“4 calci di solidarietà”,
quindi, quella dell’8 giugno, vigilia, peraltro, dei
Campionati del mondo
di calcio, è stata una
manifestazione di benefico divertimento e
di promozione della
salute attraverso
uno dei modi più naturali – il movimento
– per salvaguardarla.
Ma dietro la sua organizzazione non si può ignorare un aspetto, in questo caso sia pure ludico,
della crescente sinergia
tra le istituzioni sanitarie
pubbliche e private del
nostro territorio che vogliono rappresentare insieme un servizio sempre più vicino al cittadino.
L’ASL raccoglie la “dichiarazione di volontà”
Donare gli organi
e vincere
Il trapianto di un organo è a volte l’unica, quindi l’ultima possibilità di salvare una vita e la volontà di donazione
pertanto non è solo l’adesione ad un
generico principio etico, ma può tradursi in una vera vita salvata. Per questo motivo è importante la “dichiarazione di volontà” del cittadino donatore, il mezzo in virtù del quale l’intenzione si fa atto negli stretti tempi necessari per il trapianto.
La “dichiarazione di volontà” di donare gli organi, che viene raccolta dall’ASL, è un momento decisivo di scelta ed è la premessa che in un certo
senso si possa andare oltre gli eventi
dell’esistenza, lasciando ben più che
un segno nelle persone destinatarie
degli organi. Il caso recente della piccola Viola, uccisa dalla meningite, ma
che per volontà dei genitori ha donato
gli organi, è esemplare: sei persone altrimenti condannate sono tornate a vivere. Tra i testimoni della rinascita dopo un trapianto, il comasco Marcello
Merlo ha scelto di farsi alfiere della
cultura del dono degli organi, raccontando la propria esperienza in un libro
– “La speranza è l’ultima a morire.
Dalla dialisi ai mondiali” – che percorre l’incredibile itinerario che da una
malattia congenita lo ha portato alla
vittoria del titolo di campione del mondo nella disciplina del sollevamento
pesi dopo il trapianto di rene.
Marcello Merlo,
trapiantato
e campione.
Lettera al mio donatore
Amico mio, non ho mai visto il tuo volto, non so
chi tu sia stato, non so dove abitavi e che lavoro facevi; ma incomincio a ringraziarti di vero
cuore, perché con il tuo gesto eroico mi hai salvato la vita ormai tormentata da una macchina
per poter vivere.
Ma sei arrivato tu, liberandomi dalla fastidiosa
dialisi.
Mi piacerebbe urlare il tuo nome perché tu mi
possa sentire e vedere la mia gioia di vivere come un uomo qualunque.
Vorrei tanto incontrare i tuoi genitori, per far loro capire che tu mi hai dato la gioia di andare
avanti. Non c’è amore più grande di chi dona la
vita per gli altri e tu hai donato una parte di te
per salvare una vita: la mia, avvicinandoti così
all’amore di Dio.
Non ci sono parole adeguate per esprimerti tutta la mia gratitudine, ti ringraziano anche i miei
fratelli, i miei amici e colleghi di lavoro; ma soprattutto ti ringrazia mia madre, quella che ha
sofferto più di tutti.
Pregherò ogni giorno perché il Signore ti ricompensi della tua grande generosità, donandoti la
vera gioia eterna.
Grazie grazie di vero cuore; da chi hai salvato:
Marcello Merlo
44
Associazione dietologi Lombardia-Ticino
Dieta transfrontaliera
nella Regio insubrica
L’obiettivo del convegno, che si è occupato soprattutto di pazienti con
problemi dietologico-nutrizionali, è
stato quello di lanciare un’organizzazione transfrontaliera di servizi
specialistici considerando che in
Svizzera non ci sono scuole di specializzazione in scienza dell’alimentazione (dietetica).
Aprendo i lavori del convegno, il Direttore Generale dell’ASL Simona
Mariani ha insistito su due aspetti.
Anzitutto il livello di prevenzione a
partire dai bambini, riferendo degli
interventi in atto nel Comasco sulla
dieta scolastica; poi la collaborazione con il medico di medicina generale, poiché l’aspetto dietologico riguarda la totalità della persona e
della famiglia.
Oltre 200 specialisti, medici e dietisti, si sono incontrati all’Accademia
di architettura di Mendrisio per la prima delle due giornate (la seconda si
è svolta a Como) del convegno dell’Associazione dietologi italiani-Sezione Lombardia-Ticino. La scelta di organizzare il convegno a Mendrisio si
spiega con le comuni consuetudini alimentari e di vita a cavallo della frontiera: “E anche patologie come anoressia e obesità hanno livelli di estensione sostanzialmente sovrapponibili tra Lombardia e Ticino: le
persone sovrappeso o obese – ha
dichiarato il dottor Alfredo Vanotti,
presidente dell’Associazione – sono
oltre il 50 per cento della popolazione anche in Ticino e l’ anoressia
riguarda l’1,5 per cento della donne
in età post-adolescenziale”.
La dottoressa Simona Mariani, Direttore Generale
dell’ASL di Como, al tavolo dei relatori.
45
Balneabilità dei laghi
Più punti di controllo
bagni più sicuri
Sono 60, contro 46 del 2005, i punti
di prelievo nei quali l’ASL sta effettuando il monitoraggio delle acque di
balneazione, consistente in campionamenti e misurazioni (temperatura
dell’aria e dell’acqua, trasparenza,
colorazione, pH, ossigeno disciolto,
tensioattivi, fenoli, oli minerali, coliformi totali, colifecali, streptococchi
fecali) necessari per prevenire situazioni di rischio per la salute dei bagnanti dovute ad agenti infettivi e/o
chimici. Ad inizio aprile 2006 l’ASL
ha ripreso il monitoraggio che terminerà il 30 settembre prossimo nelle
località utilizzate per la balneazione,
individuate annualmente dalla Regione Lombardia in base ai risultati analitici dell’anno precedente e, su segnalazione della stessa ASL, di nuove località idonee.
ficiale di balneazione (per
il lago di Alserio la balneazione rimane invece
sospesa).
L’idoneità temporanea alla balneazione viene emessa dall’ASL che la
comunica ai sindaci sulla scorta
dei risultati dei campionamenti bimensili, per cui i risultati possono
modificarsi nel corso della stagione balneare (il giudizio di non balneabilità cambia in balenabile
quando due campionamenti consecutivi danno esito favorevole).
Per ciascun punto di prelievo ufficiale viene quindi emesso un giudizio temporaneo di idoneità o di non
idoneità alla balneazione che
figura anche sul sito Internet
dell’Azienda (www.asl.como.it)
dove viene aggiornato in tempo reale.
Quest’anno i controlli toccano 33 diversi territori
comunali, contro 29 del
2005, sui laghi di Como e
di Lugano (versanti comaschi), del Segrino, di Montorfano, di Piano e di Pusiano, questi ultimi reintrodotti nel programma uf-
In base al piano di campionamento
delle acque, per le località giudicate
non idonee alla balneazione devono
essere individuate precise misure di
miglioramento. La sospensione dei
campionamenti decisa dalla Regione Lombardia in alcuni punti non in46
terrompe gli interventi di vigilanza,
ma attesta la certezza della impossibilità di ottenere giudizi di idoneità
alla balneazione in tempi brevi per
acque purtroppo compromesse da
situazioni relative alla rete fognaria,
specie per la difficoltà di individuare
tutti gli scarichi, in particolare di vecchi insediamenti che hanno come
recapito finale il lago, e di realizzare
e reperire fondi per impianti di depurazione.
Lago di Piano
Lago del Segrino
Lago di Pusiano
Lago di Como
Spetta comunque ai Comuni, avendo a disposizione i giudizi e gli esiti
analitici dei campionamenti, adoperarsi per individuare le possibili cause degli esiti sfavorevoli, al fine di adottare nei punti non più balneabili
i necessari interventi di miglioramento della qualità delle acque.
I punti di prelievo sono 17 in Alto
Lario (2 a Sorico, 2 a Gera Lario, 2
a Domaso, 1 a Gravedona, 3 a Dongo, 1 a Consiglio Rumo, 1 a Musso,
3 a Pianello Lario, 2 a Cremia), 15
nel Medio Lario (3 a Menaggio, 2 a
Griante, 3 a Tremezzo, 2 a Lenno, 2
ad Argegno, 1 a Sala Comacina, 1 a
Ossuccio, 1 a Mezzegra), 7 nel Basso Lario (3 a Bellagio, 1 a Nesso, 1
a Faggeto Lario, 1 a Carate Urio, 1 a
Valbrona), 2 nel lago di Piano (a Carlazzo), 9 nel lago di Lugano (1 a
Campione d’Italia, 2 a Claino con Osteno, 1 a Valsolda, 5 a Porlezza), 4
nel lago del Segrino (a Eupilio), 5
nel lago di Pusiano (1 a Merone, 1
a Eupilio, 1 a Pusiano, 1 a Bosisio
Parini, 1 a Rogeno), 1 nel lago di
Montorfano (a Montorfano).
Lago di Lugano o Ceresio
Lago di Montorfano
Lago di Alserio
47
Tutto quello che all’assistito occorre sapere
Il consenso
informato
del cittadino
IL CONSENSO INFORMATO, IMPORTANTE PER L’AMBITO SOCIOSANITARIO
Affinché gli operatori della SocioSanità lombarda possano utilizzare
pienamente i servizi del Sistema
per la gestione dei dati sanitari con
finalità di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza, occorre il consenso del cittadino. Il cittadino può esprimere il consenso firmando il
modulo inviato insieme alla Carta;
tale modulo è reperibile anche
presso le ASL della Lombardia. Firmando il consenso si autorizza al
trattamento dei dati gestiti dal Sistema con le seguenti modalità:
• il medico curante, (medico di medicina generale, pediatra di libera
scelta, eventuale sostituto), può
accedere liberamente ai dati dell’assistito;
• i medici che esercitano attività
professionale in forma associata
con il medico curante possono
accedere liberamente ai dati dell’assistito;
• il medico di guardia medica, il
medico specialista ambulatoriale
ed i medici che non rientrano nei
casi precedenti possono accedere ai dati solo se il cittadino li au-
La Regione Lombardia, si avvale di sistemi informatici per trattare le informazioni amministrative e sanitarie.
Le informazioni trattate sono solo
quelle necessarie per finalità amministrative ed attività di prevenzione,
diagnosi, terapia e assistenza per tutti i cittadini assistiti presso le strutture pubbliche, private accreditate, socio-assistenziali operanti nel territorio
lombardo (es. medico curante, ospedale, poliambulatorio, residenza per
anziani, ecc.).
Il Progetto Carta Regionale dei Servizi registra e gestisce dati personali ed in particolare i dati sanitari
(prescrizioni, esenzioni, prenotazioni, contatti avuti con le strutture
socio-sanitarie, referti medici, informazioni di emergenza) che riguardano il cittadino, così da garantirgli
sempre prestazioni sanitarie puntuali ed appropriate.
La Carta Regionale dei Servizi, distribuita dalla Regione Lombardia ai
cittadini, è utilizzata come strumento di riconoscimento nell'ambito del
Sistema Sanitario Regionale lombardo, riporta al suo interno le esenzioni alla spesa sanitaria ed è
strumento per l'uso dei servizi socio-sanitari del Sistema.
48
IL TRATTAMENTO DEI DATI IN ASSENZA DI CONSENSO INFORMATO
DEL CITTADINO
In assenza del consenso la Regione
Lombardia tratta i dati personali del
cittadino per i soli scopi istituzionali. I medici potranno leggere i dati
sanitari nei casi eccezionali di emergenza sanitaria, di impossibilità
fisica a prestare il consenso, di rischio grave per la salute. Tali accessi ai dati sono comunque memorizzati in modo che il cittadino possa
controllare quanto è stato effettuato. In assenza del consenso del cittadino, sono svolti i seguenti trattamenti:
• le esenzioni sono liberamente
consultabili dal medico curante,
che può così indicarle sulle prescrizioni in modo da esonerare il
cittadino dal pagamento del
torizza mediante la consegna della Carta;
• il medico ospedaliero può accedere ai dati anche senza la consegna della Carta solo quando il
cittadino è ricoverato presso il reparto dove esercita;
• il medico della struttura di ricovero socio-sanitaria (es. residenza per anziani) può accedere ai
dati anche senza la consegna
della Carta solo quando il cittadino è ospite della struttura in cui
esercita;
• i medici possono memorizzare,
solo a seguito della consegna
della Carta, i dati di emergenza: i
dati relativi al gruppo sanguigno
e al fattore RH, alle vaccinazioni,
alle allergie, alle malattie croniche rilevanti, alle terapie farmacologiche, ai trapianti d’organo,
alla disponibilità a donare organi,
ai nominativi da contattare in caso d’urgenza.
La consultazione è consentita liberamente al medico curante, mentre
gli altri medici possono consultare
i dati di emergenza previa consegna della Carta da parte del cittadino. Se un cittadino è proveniente
da altre regioni, firmando il consenso autorizza il medico ospedaliero
del reparto ove è ricoverato ad accedere ai suoi dati.
49
ticket. Per gli altri operatori della
Socio-Sanità lombarda, la consultazione delle esenzioni è possibile
solo previa consegna della Carta;
• solo dopo che l’assistito avrà dato il consenso, il Sistema invia al
medico curante, mediante e-mail,
comunicazione degli eventi che riguardano l’assistito, dagli accessi
in pronto soccorso ai ricoveri, alla
disponibilità dei referti che egli
potrà consultare;
• gli operatori della ASL possono effettuare le operazioni di scelta e
revoca del medico curante, registrazione delle esenzioni, aggiornamento delle informazioni anagrafiche;
• è possibile effettuare prenotazioni
di visite ed esami presso lo studio
del medico curante o in farmacia.
IL CITTADINO
PUÒ RIVOLGERSI A
Ufficio Privacy,
Lombardia Informatica
S.p.A.
Via Don Minzoni 24
20158 Milano
tel. 02.39331281
fax 02.39331534
e-mail:
[email protected]
Il cittadino può
contattare anche le Sedi
Territoriali della Regione
Lombardia della propria
zona, (spazioRegione), i
cui dati (indirizzo,
numero di telefono, ecc.)
sono reperibili al
Numero Verde
800.030606
o nel sito
www.crs.lombardia.it
ESERCIZIO DEI DIRITTI DEL CITTADINO
Ai sensi della Legge sulla Privacy il
cittadino può far valere i seguenti
diritti:
• richiedere l'aggiornamento, la rettifica ovvero l'integrazione dei dati;
• richiedere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima
dei dati ed il blocco dei dati se
trattati in violazione di legge.
Può inoltre far valere tutti gli altri diritti previsti dall’art. 7 d.
lgs.196/2003 già art. 13 l.
675/1996, il cui testo può essere
consultato sul sito del Progetto
www.crs.lombardia.it
Per ogni altra
informazione è possibile
rivolgersi al Numero
Verde 800.030606, alla
propria ASL o visitare il
sito del Progetto
www.crs.lombardia.it
50
Ispettorato micologico
Funghi
meglio farli
controllare
PRINCIPALI NORME PER LA
RACCOLTA DEI FUNGHI
• la raccolta è limitata alle sole parti fuori terra
• la raccolta è consentita dall’alba
al tramonto
• occorre raccogliere funghi interi e
non marcescenti
• il massimo quantitativo consentito è di 3 chilogrammi a persona
(salvo esemplare unico di maggior peso o che si tratti di “chiodino”)
• è vietato l’uso di rastrelli, uncini o
altri attrezzi che potrebbero danneggiare il terreno
• è vietata la raccolta di ovuli chiusi
di amanita caesarea (ovulo buono)
• il trasporto deve avvenire in contenitori rigidi, aerati e forati
È possibile che, in alcune zone di
raccolta, sia necessario un apposito
tesserino autorizzativo: informazioni
presso Comuni, Comunità Montane
ed Enti Parco.
51
re, forni inceneritori, colture trattate con antiparassitari…);
All’esame di commestibilità dev’essere sottoposto l’intero quantitativo
raccolto, e nel più breve tempo possibile (il “campione” non serve: la
massa lasciata a casa può contenere anche un solo pezzo di funghi di
specie velenosa o mortale).
I funghi giudicati non mangerecci saranno immediatamente confiscati
per la distruzione.
Non potranno essere restituiti all’utente, per nessuna ragione, gli esemplari di specie velenose o non
giudicate mangerecce.
attenzione
non verranno accettati al
controllo funghi non interi,
marcescenti o presentati in
contenitori diversi da quelli
consentiti
ACCESSO DEGLI UTENTI
ALL’ISPETTORATO MICOLOGICO
Le prestazioni erogate sono gratuite.
A seguito dell’esame di commestibilità viene rilasciata copia di apposito riscontro di visita.
I funghi devono essere presentati alla visita in contenitori rigidi e forati
(cestini od analoghi contenitori).
Si consiglia di separare opportunamente le diverse specie fungine raccolte.
I funghi sottoposti a visita devono
essere:
1. freschi (non congelati o scongelati, non essicati, non diversamente conservati);
2. interi (non recisi o tagliati, non
spezzettati, non lavati, non raschiati o comunque privi di parti
essenziali al riconoscimento);
3. sani ed in buono stato di conservazione (non tarlati, ammuffiti,
fermentati, fradici, eccessivamente maturi);
4. puliti da terriccio, foglie e/o altri
corpi estranei;
5. provenienti da aree non sospette
di esposizione a fonti di inquinamento chimico microbiologico (discariche di rifiuti, vicinanze di
strade ad intenso traffico veicola-
AVVERTENZE
SUL CONSUMO DEI FUNGHI
I funghi considerati “mangerecci”
dovranno essere conservati in contenitori rigidi ed aerati e conservati
in luogo fresco. Il consumo e le operazioni di conservazione dovranno
avvenire nel più breve tempo possibile con l'osservanza delle eventuali modalità di utilizzo impartite.
Si consiglia di non consumare funghi:
1. in caso di dubbio sulla commestibilità;
2. in grandi quantità e in pasti ravvicinati;
3. crudi (ad eccezione delle pochissime specie che si prestano all'uso) o non adeguamente cotti.
La maggior parte dei funghi mangerecci provocano disturbi o avvelenamenti se consumati crudi
o poco cotti;
4. alle donne in gravidanza o allattamento;
52
5. alle persone con intolleranze a particolari alimenti, farmaci
o che soffrono abitualmente di disturbi
allo stomato, fegato,
intestino, pancreas,
senza il consenso
del medico.
Qualora dovessero insorgere disturbi dopo il
consumo dei funghi
sarà necessario:
• recarsi immediatamente all'Ospedale
al primo sospetto o ai
primi sintomi di malessere;
• tenere a disposizione
eventuali avanzi del
pasto e dei funghi
consumati;
• fornire le indicazioni
utili per l'identificazione delle specie fungine consumate e del
loro luogo di raccolta.
Si ricorda infine che
non esistono metodi, ricette, oggetti, ortaggi,
metalli od altro in grado
di indicare la tossicità
del fungo. L'unico metodo sicuro per stabilirne
la commestibilità è
quello di classificarlo,
sulla base delle sue caratteristiche, come appartenente a specie di
comprovata commestibilità.
ORARI DI APERTURA
(da luglio a novembre 2006)
Bellagio
via Lazzaretto, 12
tel. 031 950815
tel. 031 950772
lunedì dalle 9.00 alle 11.00,
venerdì dalle 17.30 alle 19.30
(14 agosto - 17 novembre),
solo su appuntamento
dal 1 all’11 agosto
e dal 20 al 30 novembre
Cantù
Via Cavour, 10
tel. 031 3512811
lunedì dalle 8.30 alle 12.30,
mercoledì e giovedì
dalle 11.30 alle 12.30
Como
Via Cadorna, 8
tel. 031 370752
lunedì dalle 9.00 alle 12.30,
mercoledì dalle 9.00 alle 12.30,
venerdì dalle 8.00 alle 13.00
Dongo
Via Falck, 3
tel. 0344 973570
lunedì dalle 13.30 alle 16.30,
martedì dalle 13.30 alle 16.30
Erba
Via D’Azeglio, 5
tel. 031 610451
lunedì dalle 8.30 alle 12.30,
mercoledì e venerdì dalle 8.30
alle 9.30
Lomazzo
Via Rampanone, 2
tel. 02 96941441
lunedì e giovedì
dalle 14.00 alle 16.30
Mariano Comense
Via F. Villa, 5
tel. 031 755346
lunedì dalle 8.30 alle 12.30,
martedì dalle 13.30 alle 14.30,
giovedì dalle 8.30 alle 9.30
Menaggio - Loveno
Villa Govone
tel. 0344 369222
lunedì dalle 11.00 alle 12.30
mercoledì dalle 13.30 alle
15.00, giovedì e venerdì dalle
11.00 alle 12.30
Olgiate Comasco
Via Roma, 61
tel. 031 999222
lunedì dalle 9.30 alle 12.00,
mercoledì dalle 13.30 alle 16.00
ATTIVITÀ STAGIONE 2005
utenti
640
chilogrammi esaminati
720
chilogrammi confiscati
142
casi di intossicazione
15
persone coinvolte
35
53
sanitaria locale
della provincia di Como
ASL Azienda
Una pubblicazione dell’ASL
Sostanze
psicoattive
conoscerle
per evitarle
NO DROGA
una scelta
possibile
Informativa
rivolta agli adulti con ruolo educativo sui giovani per conoscere
le sostanze psicoattive e prevenirne l’uso in adolescenza
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Azienda
ASL della
sanit
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www.asl.co
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A cura della dott.ssa Raffaela Olandese
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nell’adoles so e
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Il testo è in distribuzione per gli insegnanti presso la Direzione Scolastica
delle scuole secondarie di primo e secondo grado della Provincia di Como.
È consultabile inoltre sul sito www.asl.como.it (Dipendenze/Per saperne di più su).
Dipartimento funzionale delle Dipendenze
Via Castelnuovo, 1 - 22100 Como - Tel. 031 370870 Fax 031 370803
e.mail: [email protected]
stampa Cesarenani, Lipomo (Como)
L’uso e l’abuso di sostanze psicoattive appaiono oggi come fenomeni
nuovi per estensione e caratteristiche tanto che il consumo di droghe
illegali e l’abuso di alcol non riguardano più solo fasce di soggetti a rischio, ma l’intera popolazione giovanile ne è toccata trasversalmente a
ceti sociali e livelli culturali.
L’uso di sostanze psicoattive ha infatti perso la connotazione trasgressiva o di correlazione a sofferenza ed emarginazione per collocarsi sempre più in rapporto a divertimento, ricerca di “piacere” e integrazione di gruppo.
Poiché il mercato criminale è particolarmente attento ed efficiente
nel proporre sostanze sempre nuove e tali da apparire agli occhi dei
giovani come “risposte” adeguate
ai loro bisogni,
lo scenario rischia da un lato di indurre i giovani ad assimilare il fenomeno nella
normalità del loro vivere,
dall’altro di indurre l’adulto
ad atteggiamenti di resa abdicando così alle responsabilità di un insostituibile
ruolo educativo.
In realtà mai come oggi vi è la necessità per l’adulto di avvicinarsi al
mondo dei giovani per capirne le difficoltà, rimuovere i fattori di rischio
che spingono a cercare risposte
nelle droghe e soprattutto potenziare i fattori protettivi con precise azioni educative che possono fare emergere le potenzialità dell’adolescente.
54
Poiché la scuola è un contesto privilegiato per trovare sinergie efficaci tra insegnanti, genitori e adolescenti, l’ASL aveva avviato nell’ottobre 2004 il progetto biennale
“Scuola: luogo di prevenzione” che
il Dipartimento delle Dipendenze ha
realizzato negli istituti secondari di
primo e secondo grado e nei centri
di formazione professionale del Comasco.
Il progetto si è sviluppato lungo percorsi diversificati curati da una èquipe di esperti composta da medico, psicologo, educatore. Per i docenti, raccogliendo oltre 300 partecipanti, sono stati organizzati corsi
di formazione sul problema dell’uso
di sostanze psicoattive e sul ruolo
educativo dell’insegnante nel prevenire i fattori di rischio e potenziare
quelli protettivi. Circa 600 genitori
hanno partecipato ad incontri serali
sugli aspetti preventivi nella relazione genitore-figlio e 1.200 studenti
delle scuole superiori sono stati
coinvolti in percorsi con le classi su
uso e abuso di sostanze psicotrope
nonché sull’interpretazione, le cause e i rischi del problema.
A completamento del lavoro di due
anni, il progetto si è concluso con la
pubblicazione di “No droga-Una
scelta possibile”, un testo informativo rivolto agli adulti.
La dottoressa Raffaela Olandese,
responsabile del Dipartimento funzionale
delle Dipendenze.
tori per conoscere le sostanze psicoattive e prevenirne
l’uso da parte dei giovani.
Riporta informazioni sul problema,
sulle principali sostanze psicoattive, sulla rete dei servizi di cura, sulle azioni che possono essere attivate nella scuola (agli insegnanti
delle scuole secondarie è stato distribuito prima della fine del passato anno scolastico) e in famiglia per
controllare i fattori di rischio e potenziare quelli protettivi.
Il volume, disponibile anche
sul sito Internet dell’ASL
(www.asl.como.it), vuole essere strumento di supporto
ad uso di insegnanti e geni55
Tossicodipendenza
2002 al 2004, un aumento dei cannabinoidi. Quest’ultimo dato potrebbe essere in relazione con l’abbassamento dell’età della nuova utenza
che si presenta ai Sert con ancora il
solo problema dell’uso di cannabinoidi.
In conclusione i soggetti tossicodipendenti in cura presso i Sert sono
in graduale aumento con una tendenza all’abbassamento dell’età in
particolare per coloro che vi si rivolgono per la prima volta.
L’abbassamento dell’età, in termini
sia di prevalenza sia di incidenza, indica il diffondersi nelle fasce giovanili dell’uso di sostanze psicoattive
con particolare riferimento alla co-
Il numero dei soggetti presi in cura
dal 2002 al 2005 dai Sert dell’ASL
è gradualmente aumentato passando da 1.643 nel 2002 a 1.800 nel
2005, mantenendosi una netta prevalenza nei maschi rispetto alle femmine (pari al 12,9%).
Il tasso di prevalenza rispetto al
sesso è stabile per le femmine e in
lieve aumento per i maschi (5,6‰
nel 2002, 5,8‰ nel 2005). Rispetto all’età è andato aumentando in
particolare nelle fasce d’età tra 15
e 29 anni passando da 8,1‰ del
2002 a 10,9‰ del 2005. Rispetto
agli ambiti di residenza dei soggetti
è aumentato lievemente in tutti i distretti con l’eccezione del distretto
Brianza passato da 3,2‰ del 2002
a 2,7‰ del 2005.
Il tasso di incidenza rispetto al sesso è stabile per le femmine e in leggero aumento per i maschi. Rispetto all’età è andato aumentando in
tutte le fasce da 15 a 34 anni ma in
particolare, tra il 2004 e il 2005, è
aumentata l’incidenza nei soggetti
più giovani (15-24 anni) passando
da 4,7 a 5,5‰.
Per quanto riguarda la sostanza d’uso primario dal 2002 al 2005 si rileva una riduzione dell’uso di eroina
(da 83,3 a 76,5%) e un netto aumento della cocaina (da 4,8 a
12,6%). Si rileva anche una riduzione di benzodiazepine e psicofarmaci
e, dopo un graduale decremento dal
56
non è sempre necessario lo “spacciatore”, spesso basta rivolgersi ad
un amico o ad un conoscente.
Le sostanze tradizionali hanno anch’esse cambiato caratteristiche diventando più accessibili. Una droga
in passato considerata “leggera” come la cannabis ha oggi un contenuto di sostanza attiva (THC) più che
raddoppiato trasformandosi così in
droga “pesante” con forti poteri allucinogeni e alta pericolosità. Viceversa è stata immessa sul mercato eroina fumabile con effetti apparentemente più attenuati. La cocaina viene venduta anche in piccole dosi e a
basso costo e questo ha facilitato il
grande aumento del consumo negli
ultimi anni anche tra i più giovani. Accanto alle droghe più conosciute
vengono messe sul mercato sostanze combinate in modi sempre nuovi.
caina che ha sorpassato i cannabinoidi.
Il quadro che si rileva tra i soggetti
in cura presso i Sert rispecchia solo
marginalmente quello che è oggi il
problema tra i giovani.
Il mondo delle droghe è infatti cambiato. Sono sempre più usate sostanze psicostimolanti, come la cocaina e le amfetamine, in momenti
ricreazionali. In realtà spesso più
che una precisa sostanza si cerca
l’effetto in relazione al bisogno che
si ha in una determinata situazione:
divertirsi, essere prestante, non
sentire la stanchezza, sedare le proprie paure e il proprio disagio psicologico. Si cerca una sostanza quasi
più per integrarsi e adattarsi meglio
ai diversi contesti piuttosto che per
fuggire dalla realtà.
Anche il commercio illegale è cambiato. Per comprare una sostanza
Tutto questo appare come
una grande operazione di
marketing della criminalità
organizzata per ampliare il
mercato tra i giovani.
Così oggi spesso il primo contatto
con le sostanze avviene in adolescenza o addirittura in preadolescenza con gravi rischi di innescare
uno stato di dipendenza o di avere
danni al sistema nervoso e allo stato psichico. In un soggetto predisposto l’assunzione di droga può infatti manifestare vere e proprie psicosi e patologie psichiatriche che
nei servizi di cura si osservano con
sempre maggiore frequenza associate alla patologia di dipendenza.
57
Alcoldipendenza
Il numero dei soggetti
presi in cura dal 2002 al
2005 dai Sert dell’ASL è
gradualmente aumentato
passando da 255 nel 2002
a 339 nel 2005, mantenendosi una netta prevalenza nei maschi rispetto alle femmine (pari al
25,7%). La fascia d’età è medioalta (30-59 anni).
Il tasso di prevalenza che era dello 0,5‰ nel 2006 è salito
nel 2003 allo 0,6‰ per
mantenersi stabile fino al
2005. Si notano però variazioni nei contesti territoriali di residenza dei soggetti in cura rilevando in tutti gli anni una prevalenza decisamente più
alta della media nel distretto MedioAlto Lario (1,6‰ nel 2005). La maggioranza dei soggetti è coniugata
(43,7%). La bevanda alcolica prevalente resta il vino, ma aumenta l’assunzione di superalcolici e di birra.
In conclusione i soggetti alcoldipendenti in cura presso i Sert sono in
graduale aumento. Pur rimanendo
l’età media dei soggetti in cura medio-alta, vi è una lieve tendenza all’abbassamento dell’età negli utenti
che vi si rivolgono per la prima volta.
Anche per l’abuso di alcol, come per
le droghe illegali, il quadro che si rileva tra i soggetti in cura presso i
Sert non rispecchia quanto sta succedendo nel mondo giovanile.
Il consumo di alcolici è infatti molto
58
diffuso anche tra i giovanissimi ed è
caratterizzato da elevato consumo di
birra, utilizzo di “alcolpops”, bevande alcoliche a bassa gradazione ma
assunte in grande quantità (anche
10 in una sera), con insospettabile
raggiungimento di alti tassi alcolemici e stato di ubriachezza, nonché dei
riti collettivi in happy hours con assunzione di cocktails a base di succhi di frutta contenenti superalcolici,
e da “binges” (abbuffate) di alcolici.
Tutto questo avviene anche prima
dei 16 anni, quando l’organismo
non è ancora maturo per metabolizzare l’alcol, e nonostante la normativa preveda il divieto di vendere alcolici ai minori di 16 anni.
I giovani tendono ad ubriacarsi 10
volte più dell’adulto: in tal modo il
consumo di alcolici diventa sempre
più problematico.
In Italia l’età di prima assunzione
di alcolici avviene a 11-12 anni
contro i 14 anni e mezzo della
media europea e l’età media dei
consumatori di superalcolici è in
netta diminuzione.
Il problema dell’abuso di alcolici tra
i giovani comporta gravi rischi per i
danni metabolici, per il possibile avvio di uno stato di dipendenza e per
gli incidenti su strada alla guida di
veicoli. In Italia infatti un terzo degli
incidenti stradali è causato dalla
guida sotto effetto di alcol che è la
prima causa di morte tra 18 e 26
anni. La metà dei decessi per incidenti tra i giovani è causato dall’alcol. Alla Lombardia va il triste primato su questo fronte e il Comasco
ne è particolarmente colpito.
Il grande progetto della Regione Lombardia
La Carta SISS
Piace anche
ai farmacisti
del Comasco
Il Presidente
provinciale
di Federfarma
Attilio Marcantonio
e (sotto) il Presidente
dell’Ordine dei
Farmacisti
Giuseppe De Filippis.
Presidente provinciale di Federfarma
Attilio Marcantonio, il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti Giuseppe De
Filippis, i rappresentanti di Regione
Lombardia, Carmelo Di Pietro, e di
Lombardia Informatica, Gian Carlo
De Andreis, hanno recato contributi
alla descrizione più compiuta del
Progetto Carta Regionale dei ServiziSistema Informativo Socio Sanitario. Tutti i relatori hanno sottolineato
le potenzialità del Progetto, evidenziandone l’importanza e le ricadute
positive, sia verso i farmacisti sia, in
modo particolare, verso i cittadini.
In un recente incontro ai farmacisti
della provincia di Como sono stati illustrati i molteplici vantaggi che il
Progetto CRS-SISS, la Carta regionale dei servizi, può offrire alla loro
categoria. Nell’affollato auditorium
dell’Artsana, a Grandate, era rappresentata la quasi totalità delle farmacie del Comasco, segno di ricettività e interesse da parte dei farmacisti rispetto a questo innovativo
progetto.
Al tavolo dei relatori, con il Direttore
Generale dell’ASL Simona Mariani, il
Direttore Sanitario Camillo Rossi, il
Simona Mariani, Direttore Generale
dell’ASL di Como, al tavolo dei
relatori, tra il Direttore Sanitario
Camillo Rossi e Carmelo Di Pietro
della Regione Lombardia.
59
L’intervento del portavoce della società nata per gestire il Progetto
CRS-SISS, ha ragguagliato i farmacisti circa le modalità di adesione al
Progetto, mostrando loro i vantaggi
e le comodità che ne derivano e, laddove fosse stato necessario, “tranquillizzandoli” in ordine al percorso
di implementazione del Progetto
stesso.
Da subito, dal momento stesso dell’adesione al SISS, al farmacista è
permesso gestire un unico flusso di
dati informatizzati da inviare a fine
mese alla Regione per esigenze di
rendicontazione amministrativa; utilizzando al riguardo un apposito indirizzo di posta elettronica, procedendo a transazioni sicure, firmando
elettronicamente, con riconoscimento legale.
In una fase successiva sarà anche
possibile prenotare visite ed esami
su richiesta del cittadino, consultare
le erogazioni farmaceutiche pregresse e dare supporto a tutti i prodotti
erogabili, dalla protesica alla diabetica, eccetera.
Per la dottoressa Mariani
infatti il Progetto è quello
di una “sanità finalmente
evoluta” capace, proprio
grazie alla rete SISS, di
mettere in contatto tutti
coloro che si adoperano
per la salute e il benessere dei cittadini, centrando
un obiettivo ritenuto primario dalla Regione Lombardia.
Poiché l’adesione delle farmacie di
tutta la Lombardia è stata fortemente voluta da Federfarma e da
Confservizi, nel 2004 è stato siglato
un accordo con la Regione per cui
“tutte le farmacie, aderenti alle Associazioni Provinciali di Federfarma
Lombardia o alle aziende iscritte a
Confservizi Lombardia, aderiscono
al sistema CRS-SISS”.
E i farmacisti si sono dimostrati ben disposti verso il Progetto;
infatti, nel dibattito che ha chiuso
l’incontro, le domande poste sono
state tutte molto propositive – le
stesse critiche hanno avuto carattere costruttivo – e generate dal
desiderio di diventare al più presto
tra gli attori di questo nuovo mondo
sanitario, che mette in comunicazione veloce tutti gli operatori in
modo integrato.
60
Gli alpeggi controllati dalla ASL
Formaggi d’alpe
dal Bisbino all’alto lago
A cura dei dottori Oscar Gandola, Alberto Colombo, Massimo Battistessa
Insieme alle praterie aride, una componente che caratterizza la fascia “alpina” del territorio provinciale è quella costituita da prati e pascoli montani, elementi centrali del paesaggio agro-silvo-pastorale locale.
I pascoli e le strutture d’alpe sono un
bene il cui valore non va misurato unicamente in senso produttivo, ma
anche per il ruolo svolto in termini di
salvaguardia ambientale, mantenimento del paesaggio e aumento del
grado di fruibilità turistica, a parte il rilievo storico e sociale della pastorizia
d’alpe nelle Prealpi lariane.
Nella ASL comasca sono attualmente riconosciuti (quindi formalmente
autorizzati e controllati) 28 alpeggi
che risultano ubicati nelle zone più elevate del territorio, lungo la costiera
che collega il monte Bisbino con l’alto lago.
Alcuni sono raggiungibili percorrendo
strade carrozzabili, altri lungo sentieri. Nella maggior parte degli alpeggi è
possibile acquistare formaggi prodotti sul posto.
Sul territorio provinciale si trovano inoltre diversi alpeggi minori utilizzati
solo parzialmente, ma che si pensa
di recuperare almeno in parte nei
prossimi anni.
61
un formaggino di antica tradizione
prodotto con latte di mucca è lo “zincarlin”, modellato dal casaro in una
tipica forma a cono, con pepe nero
macinato nell'impasto, ottimo fresco
con un filo d'olio.
Recita un nostro antico proverbio:
"La boca l'è minga straca sa la sa
minga da vaca". Significa che non c’è
pasto che possa dirsi concluso senza la consumazione di formaggi. In
effetti le valli che si incuneano tra le
montagne che circondano il Lario sono conosciute, oltre che per le bellezze ambientali e artistiche, per le
saporite varietà di prodotti caseari locali.
Il buongustaio può riscoprirvi antichi sapori, sia
acquistando formaggi tipici là dove vengono prodotti (o in qualche latteria
del luogo), sia gustandoli
comodamente in ristoranti e crotti locali e parimenti tipici.
ALPE DI OSSUCCIO
Comune: Ossuccio
Quota: 1.300 m
Sup. tot. 183,13 ha Sup. pascoliva
60,09 ha
L’Alpe viene caricata dal 15/6 al
10/10 con 65 bovini e 30 capre.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: strada carrozzabile
che porta al rifugio Boffalora; sentiero pedonale 2 var.
L'individuazione delle tecniche di lavorazione che si sono tramandate nel
corso delle generazioni e un'analisi
qualitativa dei prodotti, al fine di determinare i ceppi batterici lattici specifici della zona, hanno di fatto permesso di mantenere viva l’antica tradizione della caseificazione in alpeggio,dove la peculiarità del formaggio
è intimamente connessa alle caratteristiche del clima, del suolo e della
vegetazione del territorio, che determinano la composizione e il sapore
del latte, più ricco di quello che normalmente si trova nei supermercati.
Il formaggio stagionato ha tre principali varianti, grasso, semigrasso e
magro; sono inoltre molto apprezzati
i formaggini freschi, di solo latte vaccino o con presenza di latte caprino;
ALPE DI SALA
Comune: Sala Comacina
Quota: 1.225 m
Sup. tot. 116,15 ha Sup. pascoliva
9,73 ha
L’Alpe è caricata dall’1/7 al 30/9
62
11 Alpe Aigua
25 Alpe Alveggia
5
4
22 Alpe Blessagno
6
16 Alpe Bolgia
7
24 Alpe Colmenacco
8
14 Alpe Colmine
9
23 Alpe Crocette
Alpe Bedolo
10
11
12
15
2 Alpe Graglio
13
14
18 Alpe Lenno
16
15 Alpe Logone
5 Alpe Madri
17
18
6 Alpe Medee
19
20
8 Alpe
Mezzadreglio
21
22
17 Alpe Mezzegra
4 Alpe Motta
23
19 Alpe di Ossuccio
24
3 Alpe Paregna
1 Alpe Piazza
2
3
25
9 Alpe Piazza
Vachera
20 Alpe Ponna
7 Alpe Possolo
12 Alpe Rozzo
21 Alpe di Sala
10 Alpe Sumero
13 Malga Nesdale
63
1
soprattutto con 70 capre.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: sulla carrozzabile per
il rifugio Boffalora fino all’Alpe di Colonno, proseguendo lungo il sentiero
18, che si imbocca dall’abitato di
Sala Comacina, o lungo il sentiero
18a.
16,68 ha
L’Alpe viene caricata dall’1/5 al
15/11 con 20 bovini, 60 capre e 1
cavallo.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: carrozzabile dal centro di Ponna verso il rifugio Boffalora; sentiero 12 e sentiero 12b.
ALPE CROCETTE-ALPE BEDOLO
Comune: Schignano
Quota: tra 900 e 1.130 m
Sup. tot. 78,37 ha Sup. pascoliva
36,75 ha
Entrambi gli alpeggi vengono caricati dall’1/5 al 15/11 con 38 bovini,
24 capre, 1 cavallo.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: sentiero 1.
ALPE MEZZEGRA
Comune: Mezzegra
Quota: 1.620 m
Sup. tot. 20,27 ha Sup. pascoliva
20,25 ha
L’Alpe viene caricata dal 20/5 al
31/10 con 34 bovini e 100 capre.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: sentiero 2var proseguendo lungo il sentiero che porta
all’Alpe di Mezzegra e all’Alpe di Tramezzo; sentiero 1.
ALPE PONNA
Comune: Ponna
Quota: 1.130 m
Sup. tot. 46,01 ha Sup. pascoliva
ALPE BLESSAGNO
Comune: Blessagno
Quota: 1.050 m
64
L’Alpe è caricata dal 15/6 al 30/9
con 42 bovini e 19 capre.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: carrozzabile del Bisbino sino all’imbocco del sentiero
1, il cui primo tratto conduce alla pista che porta all’Alpe.
Sup. tot. 23,25 ha Sup. pascoliva
23,25 ha
L’Alpe viene caricata con 11 bovini e
80 capre.
Vie d’accesso: sentiero 14 dal centro di Blessagno.
ALPE LENNO
Comune: Lenno
Quota: 1.500 m
Sup. tot. 126,35 ha Sup. pascoliva
125,52 ha
L’Alpe viene caricata dal 15/5 al
15/10 con 116 bovini, 150 capre, 3
cavalli.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: sentiero 2var, che
collega il rifugio Boffalora con il rifugio Venini; sentiero 2.
ALPE BOLGIA
Comune: Valsolda
Quota: 1.115 m
Sup. tot. 113.44 ha Sup. pascoliva
25.84 ha
L’Alpe è caricata dal 10/06 al
20/09 con 25 bovini.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: pista carrabile agrosilvopastorale con imbocco dalla località San Rocco, frazione Dasio; mulattiera da frazione Albogasio Superiore; mulattiera da frazione Castello.
ALPE ALVEGGIA
Proprietà privata
Comune: Cernobbio
Quota: 950 m
Sup. tot. 89,60 ha Sup. pascoliva
7,93 ha
ALPE LOGONE
Comune: Grandola ed Uniti
Quota: 1.188 m
65
15/09 con 80 bovini e 100 caprini.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: carrozzabile da Cusino a Malè, poi pista agrosilvopastorale fino all’Alpe.
Sup. tot. 35.72 ha Sup. pascoliva
34.21 ha
L’Alpe è caricata dal 20/05 al
15/10 con 30 bovini e 25 caprini.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: strada carrozzabile
da Cusino a Male, poi sentiero verso est fino all’Alpe (distanza 500
m.); strada carrozzabile da Grandola
lungo la Val Senagra fino all’incrocio
con il sentiero delle Quatto Valli che
porta all’Alpe.
ALPE COLMENACCO
Comune: Nesso
Quota: 940 m
Sup. tot. 87.02 ha Sup. pascoliva
42.78 ha
L’ Alpe è caricata con 26 bovini e 30
caprini.
Vendita prodotti caseari.
ALPE AIGUA E ALPE ROZZO
Comune: Cusino
Alpe Aigua Quota: 1.653 m
Sup. tot. 263.38 ha Sup. pascoliva
216.93 ha
Vendita prodotti caseari presso l’Alpe Rozzo.
Alpe Rozzo Quota: 1.477 m
Sup. tot. 251.39 ha Sup. pascoliva
87.74 ha
Gli alpi sono caricati dal 28/05 al
ALPE PIAZZA VACCHERA
Comune: San Nazzaro Val Cavargna
Quota: 1.780 m
Sup. tot. 499.51 ha Sup. pascoliva
353.65 ha
L’Alpe è caricata dal 15/06 al
15/09 con 75 bovini e 110 caprini.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: pista agrosilvopastorale da San Nazzaro Val Cavargna.
ALPE COLMINE
Comune: Val Rezzo
Quota: 1.484 m
Sup. tot. 162.49 ha Sup. pascoliva
62.43 ha
L’Alpe è caricata dal 20/05 al
30/09 con 75 bovini.
66
ALPE MOTTA
Comune: Peglio
Quota: 1.440 m
Sup. tot. 133 ha
L’alpe è caricata dal 1/06 al
30/08 con 18 bovini da latte e 3
manze.
Vendita di prodotti caseari.
Vie d’accesso: a Gravedona verso
Livo; superato l’abitato di Peglio, in
prossimità della chiesa Golghiglio
la strada sulla sinistra porta in località Bodone da dove si prosegue
a piedi per circa 30 minuti.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: pista agrosilvopastorale da Dasio di Val Rezzo (indispensabile il lasciapassare da richiedere in Municipio).
ALPE PAREGNA
Comune: Peglio
Quota: 1.436 m
Sup. tot. 286 ha
L’alpe è caricata dall’1/6 al 30/8
con 13 bovini da latte, 5 manze e
vitelle, 274 caprini.
Vie d’accesso: verso Livo, superato
l’abitato di Peglio si prende la strada sulla sinistra per Bodone poi la
pista silvopastorale per Ponte,
quindi a piedi per circa 20 minuti.
ALPE PIAZZA
Comune: Montemezzo
Quota: 1.250 m
Sup. tot. 90 ha
L’alpe è caricata dal 15/05 al
30/09 con 44 bovini da latte, 10
manze, 110 capre.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: a Gera Lario per
Montemezzo quindi per il rifugio
Dalco e oltre fino all’alpeggio.
ALPE GRAGLIO
Comune: Vercana
Quota: 1.410 m
Sup. tot. 240 ha
L’alpe è caricata dal 1/06 al
28/08 con 44 bovini da latte, 13
manze e vitelle, 55 caprini.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: a Domaso per Vercana poi in direzione della frazione
Caino prima della quale sulla sinistra ai monti di Vercana in località
Tabiadello da dove si procede a piedi per un’ora.
ALPE MEDEE
Comune: Consiglio Rumo
Quota: 1.300 m
Sup. tot. 233 ha
L’alpe è caricata dall’1/6 al 30/8
con 20 bovini da latte, 7 manze e
vitelle, 281 caprini.
Vie d’accesso: da Garzeno verso il
passo Giovo in località Mottafoiada
diramazione sulla destra verso la
località Basciarino, quindi a piedi
verso il torrente per risalire sul lato
opposto della montagna per circa
20 minuti.
67
Vie d’accesso: da Cremia fino alla
frazione Samaino poi strada dei
monti da percorrere sino al termine
da dove un sentiero porta all’alpe in
circa un’ora.
ALPE MADRI
Comune: Dosso Liro
Quota: 1.285 m
Sup. tot. 716 ha
L’alpe è caricata dal 10/6 al 15/8
con 10 bovini da latte, 1 manza,
390 caprini.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: a Gravedona per Livo, dopo l’abitato di Traversa sulla
sinistra verso Dosso del Liro quindi
per i monti fino alla località Caiasco,
da dove parte il sentiero che in 90
minuti circa porta all’alpeggio.
ALPE POSSOLO
Comune: Garzeno
Quota: 1.742 m
Sup. tot. 260 ha
L’alpe è caricata dal 15/6 al 27/8
con 68 bovini da latte, 20 manzi,
350 caprini.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: da Dongo verso Garzeno, entrati nel paese, al secondo
tornante si imbocca la strada del
passo S. Jorio, al rifugio Giovo si
prosegue a piedi per 15/20 minuti.
ALPE MEZZADREGLIO
Comune: Garzeno
Quota: 1.260 m
Sup. pascoliva 3 ha
L’alpe è caricata dall’1/5 al 30/9
con 21 bovini da latte, 5 manze e vitelle, 8 caprini.
Vie d’accesso: da Garzeno verso il
rifugio Giovo in località Acquate diramazione sulla sinistra fino al termine della strada, quindi sentiero
che in circa 25 minuti.
MALGA NESDALE E BALLARONO
Comune: Plesio
Sup. tot. 298.31 ha Sup. pascoliva
251.39 ha
L’alpe è caricata da maggio a settembre con 60 bovini.
Vendita prodotti caseari.
Vie d’accesso: oltre Plesio la strada
per l’alpe; da Grandola strada per
l’alpe.
ALPE SUMERO
Comune: Cremia
Quota: 1.488 m
Sup. pascoliva 330 ha
L’alpe è caricata dall’1/3 al 28/8
con 66 bovini da latte, 35 manzi e vitelle, 170 caprini.
Vendita prodotti caseari.
Foto tratte da “Alpeggi e pascoli in Lombardia”,
Assessorato all’Agricoltura della Regione
Lombardia.
68
Convegno e corso organizzati da ASL
e Azienda Ospedaliera S. Anna
Pet therapy
Una buona pratica
che si sta diffondendo
La dottoressa
Simona Mariani,
Direttore Generale
dell’ASL di Como.
mali, il professor Riccardo Longhi, direttore del Dipartimento materno-infantile del S. Anna, ne ha testimoniato l’efficacia sui pazienti, il dottor Giulio Gridavilla, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’ASL, ha riferito di una pratica che
gratifica gli animali e Marco Folloni,
presidente degli Amici del Randagio
di Mariano Comense, ha appassionatamente ribadito un impegno che
la condivisione da parte dell’ASL sta
incentivando.
In occasione del convegno è stata
anche illustrata la proposta di Legge
regionale sul randagismo (il consigliere regionale Alessandro Colucci
reputa che possa essere promulgata
entro l’anno) e la nuova proposta di
Legge dello Stato sulla pet therapy,
con l’intervento del dottor Gianni
Mancuso che da parlamentare ne è
stato il primo firmatario.
Il corso, nel presidio San Martino di
Como, ha trattato la pet therapy, dapprima sul piano teorico, quindi con esercitazioni pratiche a cura del dottor
Luca Rossi, direttore tecnico del Centro studi del cane, offrendo ai parte-
A un anno dall’avvio del progetto di
pet therapy, attuato a cadenza settimanale da metà giugno 2005 nei reparti pediatrici dei presìdi ospedalieri di Como e di Cantù dell’Azienda Ospedaliera S. Anna avvalendosi di animali ospiti del canile sanitario dell’ASL e del canile rifugio gestito a
Mariano Comense dagli Amici del
Randagio, Azienda Sanitaria Locale e
Azienda Ospedaliera S. Anna hanno
organizzato un Corso per operatori
di pet therapy preceduto da un Convegno che si è tenuto a Cernobbio.
Il corso ha raccolto un inatteso
numero di adesioni e, soprattutto,
ha registrato una grande generale
soddisfazione per la competenza
degli insegnamenti pratici, tali da
essere di ulteriore stimolo per lo
sviluppo della pet therapy.
Al Convegno, introdotto dal dottor Oscar Gandola, i direttori generali dell’ASL, Simona Mariani, e dell’Azienda
Ospedaliera S. Anna, Roberto Antinozzi, avevano introdotto l’argomento
attraverso gli esiti di una specifica sinergia sviluppata tra le due Aziende.
Nel merito della terapia con gli ani70
cipanti conoscenze e strumenti per
formare team in grado di operare con
cani scelti tra quelli che si trovano nei
canili. Per questo dal convegno al corso, al successivo tirocinio al fianco di
addetti alla pet therapy, è stato tracciato un percorso che consentirà di
raccogliere un bagaglio di competenze in area cinotecnica, medico-relazionale e veterinaria centrato sul ruolo del cane come terapeuta.
Come è noto, un rapporto corretto
con gli animali può infatti produrre
effetti distensivi, di attenuazione
dell'ansia e dello stress, può aiutare a superare situazioni di depressione, apatia o isolamento, può favorire un accrescimento dell’autostima che in bambini malati è in calo, può stimolare ad approfondire
la conoscenza degli animali anche
dal punto di vista scientifico.
I bambini che arrivano in ospedale oltre che malati sono disorientati e
spesso spaventati, poco propensi ad
aprirsi agli altri: la relazione con l’animale può essere loro d’aiuto. In pratica, ad un momento iniziale di preparazione all’incontro con l’animale
ne segue uno di relazione con il cane, osservandolo in modo anche
scientifico (caratteristiche fisiche, del
carattere e del modo di comportarsi)
mentre il momento conclusivo è dedicato alla comunicazione, libera e/o
Marco Folloni, presidente degli Amici del
Randagio di Mariano Comense.
guidata, e alla produzione di materiale: disegni, testi, cartelloni.
A Cantù il team è formato da un medico veterinario dell’ASL – la dottoressa Claudia Baiocchi –, da un volontario dell’associazione Amici del
Randagio e da un’insegnante; l’attività di pet therapy si svolge con una
seduta settimanale, il martedì pomeriggio, avvalendosi di due cani, entrambi femmina, incrocio pastore tedesco, provenienti dal canile rifugio di
Mariano Comense.
A Como il team, che è formato da un
medico veterinario – il dottor Luciano
Abrate – e da un operatore tecnico
dell’ASL, nonché da un’insegnante,
nel corso dell’anno si è avvalso, sempre da giugno 2005 e per una seduta settimanale, il martedì pomeriggio,
dell’avvicendamento di nove cani, incrocio di varie razze, provenienti dal
canile sanitario dell’ASL, ciascuno
per un periodo di 2-3 mesi prima del
loro affidamento a nuovi proprietari.
Il tavolo di autorità e relatori del Convegno.
IN QUESTO NUMERO
Una pronta risposta
all’emergenza caldo
Vicino agli anziani
4 calci di solidarietà
Più punti di controllo
bagni più sicuri
l’inserto:
Il Servizio Disabili
Sostanze psicoattive:
conoscerle per evitarle
La Carta SISS:
il consenso informato
del cittadino
La campagna di
prevenzione
oncologica dell’ASL
Formaggi d’alpe dal
Bisbino all’alto lago
Pet therapy:
una buona pratica
che si sta diffondendo
Sanitaria Locale
della Provincia di Como
ASL Azienda
In copertina:
un “rullino” di fotografie della
Azienda Sanitaria Locale
della Provincia di Como.
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N.2 - ASL Como