SPECIALE LUGO/ LUGLIO 2008
NPL Notizie
Giornale elettronico del Coordinamento Nazionale NPL
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SOMMARIO
1°SEMINARIO NAZIONALE DEI REFERENTI REGIONALI NPL
Si è svolto il 30 Maggio 2008 a Lugo (RA) il primo Seminario nazionale dei referenti regionali Npl promosso dal Gruppo nazionale di PER I REFERENTI REGIONALI
coordinamento di Nati per leggere e organizzato dal Centro per la Salute del PAG 2 Bambino di Trieste, dal Comune di Lugo, dalla Provincia di Ravenna e dalla Biblioteca Comunale “F. Trisi”. L'incontro è stato accolto con grande interesse e partecipazione dai referenti dei progetti locali, che sono giunti numerosi da tutta Italia per confrontare le proprie esperienze, attraverso un'approfondita discussione dei temi rilevanti riguardanti l'attuazione del progetto nelle diverse realtà locali.
I punti all'ordine del giorno, che sono stati tutti esaminati e discussi in riferimento anche ai progetti specifici grazie agli interventi di alcuni referenti regionali, sono stati:
• il quadro della diffusione e dell'attuazione del progetto NPL in Italia, che è stato presentato da Nives Benati della Biblioteca Comunale “F.Trisi” di Lugo e Alessandra Sila del Centro per la Salute del bambino di Trieste, entrambe del Coordinamento nazionale NPL;
Michele Gangemi (Presidente ACP) e Giovanna • le fonti di finanziamento e l'utilizzo delle risorse, a cura di Alessandra Sila;
Malgaroli (Coordinamento nazionale NPL)
• la rilevazione delle unità operative locali, a cura del prof. Giovanni Solimine, che ha presentato anche un'idea di progetto di ricerca volta I CONTRIBUTI DEI REFERENTI LOCALI
a rilevare l'effettiva dimensione del fenomeno Npl e il suo impatto Il punto della situazione sui progetti locali, ad sulla società civile;
opera dei referenti interventui alla tavola rotonda
• la formazione per i bibliotecari, per i pediatri e per altri operatori, a PAG 3
cura di Fabio Bazzoli, direttore della Bibloteca civica e del Sistema bibliotecario Comunità di zona di Chiari (BS), e Giancarlo Biasini direttore del Centro per la Salute del bambino di Trieste, uno dei fondatori del progetto NPL, entrambi del Coordinamento;
BIBLIOTECA LE BALATE DI PALERMO
• i rapporti con gli editori, a cura di Nives Benati e Giovanna L'oasi dei libri in contesti sociali e urbani difficili Malgaroli, membro del Coordinamento NPL.
PAG 14 Al termine della disamina dei punti all'ordine del giorno, si è aperta una tavola rotonda sul ruolo e le esigenze del referente locale, che ha visto l'intervento di alcuni referenti locali.
Riportiamo di seguito un resoconto di quanto emerso dall'incontro e gli interventi dei referenti locali alla tavola rotonda. A questi segue il contributo di Donatella Natoli sull'esperienza di grande interesse della Biblioteca delle Balate a Palermo, a cui fa riferimento Antonina Saja nella sua relazione sullo stato del progetto in Sicilia.
RESOCONTO DEL SEMINARIO DI LUGO
PRIMO PIANO
RESOCONTO DEL SEMINARIO DI LUGO PER I REFERENTI REGIONALI
di Alessandra Sila
Si è tenuto a Lugo (RA) il 30 maggio 2008 il Seminario nazionale dei referenti regionali NPL, promosso dal Gruppo nazionale di coordinamento di Nati per leggere e organizzato dal Centro per la Salute del Bambino, dal Comune di Lugo, dalla Provincia di Ravenna e dalla Biblioteca Comunale “F. Trisi”. I partecipanti, 80 tra bibliotecari, pediatri ed altri operatori da tutte le regioni, hanno avuto occasione di incontrarsi, conoscere le numerose attuazioni di NPL, confrontarsi attraverso una ampia discussione molto coinvolgente e proficua. Dopo i saluti delle autorità locali, di Stefano Parise dell'AIB, di Igino Poggiali e Giancarlo Biasini, fondatori di NPL, Giovanna Malgaroli ha dato inizio ai lavori, rilevando la straordinaria capacità di NPL di penetrare diversi contesti professionali, da quello educativo a quello socio­sanitario, a quello associativo e invitando i presenti ad una riflessione più ampia sulla possibile evoluzione del progetto, in termini di priorità e collaborazioni. Igino Poggiali, già presidente nazionale AIB, e cofondatore
A seguire i componenti del coordinamento nazionale con Giancarlo Biasini e Giorgio Tamburlini di NPL.
hanno relazionato sulla diffusione di NPL, evidenziando l’aumento progressivo dei progetti e la difficoltà di raccogliere dati completi. Una stima, molto probabilmente per difetto, conta circa 250 progetti, il 10% dei pediatri coinvolti, con la collaborazione nel 90% dei casi dei bibliotecari che nell’80% dei casi sono i promotori. Inoltre quasi dovunque esiste una rete di sostegno con altre figure professionali. La relazione successiva si è focalizzata sulle fonti di finanziamento utilizzate che riguardano maggiormente le risorse finanziarie pubbliche a vari livelli.
Per accedere ai fondi sono necessarie due azioni fondamentali: individuare fonti di informazione (Gazzette ufficiali, siti dell’Unione europea, dei vari enti) e avere competenze manageriali per pianificare, programmare, gestire e rendicontare. Per essere finanziato un progetto deve essere valido, efficace, sostenibile, socialmente utile, con un impatto sul territorio, corredato da una stima puntuale dei costi e comprensivo di prospettive di sviluppo. Dagli interventi dei partecipanti è emerso il rischio che l'irregolarità dei finanziamenti determini un andamento molto discontinuo delle attività. In questo senso sarebbe auspicabile che, analogamente al progetto inglese Bookstart, anche NPL potesse accedere a finanziamenti nazionali nell'ambito delle politiche di prevenzione socio­sanitarie. Per quanto riguarda l’uso delle risorse, l'obiettivo della diffusione dei materiali nazionali rientra in una Giovanni Solimine (Direttore del Dipartimento di Scienze del
ottica di comunicazione uniforme che porta a maggiore libro e del documento ­ Scuola Speciale per Archivisti e
visibilità e riconoscibilità e a consentire l'acquisto dei Bibliotecari dell'Università degli studi di Roma, La Sapienza)
materiali anche in minime quantità alle realtà minori. e Stefano Parise (comitato esecutivo nazionale AIB).
PAG 2
Il prof. Giovanni Solimine ha esordito evidenziando aspetti visti da spettatore esterno che colpiscono: NPL è una delle poche se non la sola iniziativa che è riuscita a portare il mondo delle biblioteche al di fuori della “riserva”. Ha sottolineato poi quanto l’alleanza con una realtà professionale e operativa come quella dei pediatri non scontata, sia fondamentale. In seguito ha presentato l’iniziativa della rilevazione che vuole descrivere le dimensioni del fenomeno NPL e il suo impatto sulla società civile. Solimine ha suggerito di mantenere le caratteristiche del progetto, non istituzionalizzato, ma di integrarlo e raccordarlo alle politiche infrastrutturali, riuscendo ad inserirlo in una cornice di azioni nazionali del settore della salute e delle biblioteche. I casi dei progetti locali sono talmente diversi che è probabilmente difficile ricondurli a linee di azioni comuni. La grande varietà di soluzioni adottate costituisce indubbiamente un pregio, anche se in questo momento può essere un limite sul quale riflettere e da superare. Sono stati inoltre presentati i dati sulla valutazione dell’ultimo corso a Foggia, positivi, rimandando la domanda ai presenti sulle modalità di formazione richieste per il futuro. La discussione ha ribadito la necessità di procedere ad una formazione comune per gli operatori adattata alla realtà locale, ma che non sfugga ad una proposta di base. Questa non può esulare dalla presentazione di NPL nell’ambito di interventi efficaci nella prima infanzia, prendendo in considerazione le acquisizioni sul sistema nervoso, sulla costituzione a livello genitoriale di abitudini favorenti lo sviluppo del bambino, sull’introduzione nel periodo prenatale di informazioni appropriate per allargare la sfera dei cosiddetti “fattori protettivi”. Alessandra Sila e Nives Benati (Coordinamento nazionale NPL)
La discussione ha portato alla ribalta il dono del libro, che per alcuni deve essere fatto solo a certe fasce di popolazione sulle quali bisogna influire positivamente, per altri deve essere fatto a tappeto per evitare effetti di stigmatizzazione della popolazione a rischio.
Quali buone prassi si citano lo scambio di informazioni su linee guida, l’avere più tempo a disposizione per l’analisi dei libri adatti alle diverse età e per appropriarsi dei criteri di scelta attraverso attività di laboratorio (di maggiore interesse per i bibliotecari). Sui rapporti tra bibliotecari e pediatri ci si è soffermati sul fatto che l’unione delle risorse professionali diverse crea un terreno più fertile sul quale costruire un progetto efficace e consolidato nel tempo. Un’altra relazione ha spiegato i rapporti con gli editori che sono andati intensificandosi sulla base di una più approfondita conoscenza e hanno consentito la costituzione di un catalogo di libri in edizione speciale che si va continuamente incrementando (entro l'anno i titoli disponibili saranno 20).
I lavori si sono conclusi con una Tavola Rotonda molto partecipata sul ruolo e sulle esigenze del referente locale con interventi di Faustini, Grandesso, Guardiano, Manetti, Montini, Olimpi, Saja, Tarantello, moderati da Biasini.
I partecipanti hanno ribadito quanto tali occasioni di confronto siano fondamentali e hanno auspicato altre edizioni in futuro.
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NPL AL PUNTO
I CONTRIBUTI DEI REFERENTI LOCALI INTERVENUTI ALLA TAVOLA ROTONDA
a cura di Valeria Giglioli
La possibilità di confrontarsi per la prima volta in modo diretto e personale ha consentito a tutti i
partecipanti non solo di condividere informazioni e sciogliere dubbi e perplessità, ma ha
rappresentato indubbiamente anche un momento di grande motivazione e di “sincronizzazione” degli
sforzi e dell'impegno che trasversalmente ai luoghi e ai ruoli viene prodigato dai sostenitori di Nati per
leggere.
Soprattutto per quanti si trovano ad organizzare e gestire le fasi iniziali di avvio del progetto locale,
l'incontro e il confronto con “i veterani” è servito senz'altro a riflettere su un'impostazione del lavoro
collaudata eppure sorprendentemente creativa.
Quello che emerge dagli interventi dei referenti regionali è infatti soprattutto la ricchezza e varietà di
risposte a problemi comuni, che è in pratica ciò che consente a un progetto considerato di difficile
diffusione, di radicarsi nei territori e articolarsi come sta di fatto accadendo, nonostante alcuni spinosi
problemi essenziali.
Laura Olimpi, pediatra di libera scelta di Ascoli Piceno sulla diffusione del progetto
nelle Marche.
Il progetto NPL nelle Marche è stato condizionato in negativo da problemi evidenziatisi anche in altre
realtà locali ed in particolare:
• finanziamenti erogati per uno, due, massimo tre anni e che poi scompaiono;
• mancanza di coordinamento regionale.
Ciò nonostante, non mancano le iniziative locali che vedono protagonisti pediatri o bibliotecari
entusiasti, non sempre purtroppo presenti nello stesso territorio.
Da alcuni anni sono stati avviati progetti di formazione per i pediatri di famiglia, organizzati in quasi
tutta la regione, in qualche caso aperti anche ai bibliotecari. Recentemente un corso congiunto si è
realizzato nel Pesarese, con la partecipazione attiva della Asl che ha finanziato i corsi e ha inserito
informazioni per i genitori sul progetto nel libretto sanitario per i nuovi nati. I pediatri di famiglia
saranno inoltre dotati di libri ed appositi scaffali per contenerli. Una simile iniziativa di formazione è in
programma per l’autunno ad Urbania, sempre in provincia di Pesaro. Tutto ciò è stato realizzato in
accordo e con la fattiva collaborazione dei responsabili FIMP della Provincia di Pesaro.
Anche la Sip Marche si è interessata al Progetto Npl erogando tra l’altro un piccolo contributo
economico in occasione di un convegno tenutosi a Macerata.
Luci ed ombre, dunque, ma probabilmente il percorso, sia pure a piccoli passi, si è avviato ed
iniziative come il seminario di Lugo non possono che aumentare la determinazione nel portare avanti
il progetto.
Nadia Guardiano, bibliotecaria di Pescara sulla diffusione del progetto in Abruzzo.
Dal 2002, anno di avvio in Abruzzo di NPL, le iniziative sono state tante e nella metodologia ricalcano
i percorsi e le strategie applicate in tutte le altre regioni.
PAG 4 Da subito si è posta molta attenzione alla divulgazione diffusa del progetto con conferenze pubbliche,
incontri nelle scuole, corsi di formazione per le educatrici dei nidi d’infanzia e le insegnanti della
scuola primaria, laboratori rivolti ai bambini nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Sono state
organizzate iniziative che prevedevano il dono del libro, soprattutto in contesti privi del servizio
bibliotecario o da parte di pediatri.
Nella città e nella provincia di Pescara hanno incontrato molto interesse i corsi di lettura ad alta voce.
Fin dal 2004 e poi ogni anno, sono stati organizzati 11 corsi teorico/laboratoriali rivolti agli adulti, che
hanno visto la partecipazione, fino ad oggi di 169 persone. La modalità laboratoriale è risultata molto
efficace per sensibilizzare, formare e motivare lettori volontari, che in questo modo si fanno anche
portavoce del progetto NPL nei loro ambiti d’intervento: scuole, famiglia, biblioteche. I corsi hanno
determinato la nascita dell’Associazione di lettori volontari Leggiamo una storia che fin dalla sua
costituzione annovera molti soci ed è diventata un aspetto caratterizzante per il progetto NPL.
L’associazione contribuisce anche con risorse finanziarie avendo ricevuto un'importante donazione
dalla Fondazione UPS.
I soci, in collaborazione con La scuola in ospedale, dal 2004 ad oggi, ogni settimana sono presenti
nei tre reparti pediatrici dell’Ospedale Civile di Pescara e nei primi due anni anche negli ambulatori
dei pediatri più attivi nel progetto NPL. Dal 2004 ad aprile 2008 si sono svolti 864 incontri di lettura in
ospedale, coinvolgendo 8.640 bambini e altrettanti genitori.
I volontari, organizzandosi in piccoli gruppi, svolgono anche recital di lettura espressiva per i bambini
nelle biblioteche, in altri progetti culturali e nelle scuole. Spettatori numerosi, insieme ai bambini, sono
i genitori, i nonni e gli insegnanti.
La forza dell’Associazione deriva dal fatto che fa riferimento alla biblioteca e ai pediatri e la Biblioteca
amplia il suo raggio d’azione e riesce a raggiungere molti pubblici grazie alle azioni dell’Associazione.
Fra i progetti realizzati con il contributo dell’associazione va segnalato Il tesoro delle storie, svolto nel
mese di marzo 2007, con il quale si è riusciti a coinvolgere e interessare un intero quartiere della
città, che presenta considerevoli fattori di disagio sociale ed economico.
Dal 2006, durante i corsi di preparazione al parto, presso un consultorio della ASL di Pescara, sono
stati inseriti gli incontri su NPL. Dall’interesse riscontrato, si ritiene che il momento della preparazione
al parto sia un momento fondamentale per la formazione dei genitori, in quanto particolarmente
sensibili su tutto ciò che potrà favorire la crescita sana e serena del loro bambino.
La provincia di Chieti si avvale dell’Istituzione della Rete del Sistema Bibliotecario provinciale,
pertanto le azioni di NPL si svolgono in alcune biblioteche della rete sia comunali che scolastiche. E’
di questi ultimi giorni l’adesione a NPL del Comune di Chieti, dell’Università D’Annunzio di Chieti con
le Cattedre di Storia della Letteratura dell’infanzia, Psicologia, Pedagogia e della Scuola di Teatro del
Maruccino.
La Biblioteca del Comune di Ortona da alcuni anni ha inserito NPL nei progetti di qualificazione dei
Nidi comunali e tra i servizi per i piccolissimi. Attualmente è attivo un servizio di lettura ad alta voce
per bambini dai 18 mesi ai 3 anni nell’apposita area dedicata della biblioteca. Tale servizio è integrato
con i sistemi di accoglienza e di reference per le famiglie.
Diversi Comuni e Scuole della provincia di Teramo hanno manifestato forte interesse ad aderire al
Progetto. In alcuni sono già state avviate attività, prevalentemente organizzate da scuole e da
biblioteche.
PAG 5 Molto attivi nel Progetto sono i pediatri de L'Aquila che si coordinano con la Biblioteca dell’infanzia
dell’Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo. Ultima fra le iniziative è la Mostra
Concorso di immagini e letterario Leggere ai bambini è un gesto di amore II edizione, scadenza
31/01/09 organizzata in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale n.4 L’Aquila, il Circolo Didattico
Amiternum, UOC Clinica Pediatrica, UOC TIN e Patologia Neonatale e La scuola in ospedale.
Per rispondere alle numerose richieste di adesione e di consulenza per l’avvio del progetto da parte
di altre unità operative, il coordinamento NPL in Abruzzo, nei primi mesi del 2008, ha raccolto in
un'offerta di servizi, denominata NPL Service, il patrimonio di esperienza e competenze elaborato per
e attorno a Nati per leggere, da mettere a disposizione di coloro che, nelle fasi iniziali di avvio del
progetto, rischiano di disperdere energie ed entusiasmo per definire come cominciare.
In Abruzzo si è potuto verificare che il progetto ha maggiore espressione e continuità nei luoghi o nei
contesti in cui maggiore è la collaborazione fra i pediatri e i bibliotecari. In tutte le province è
necessario aumentare il numero degli aderenti tra i pediatri di base, i bibliotecari, gli operatori sociosanitari attraverso momenti formativi. E’ stato programmato un corso regionale per i pediatri che si
terrà nel mese di ottobre 2008 ed è in progetto anche un corso rivolto ai bibliotecari e agli operatori
socio-sanitari.
Fanno parte del gruppo di coordinamento:
• Nadia Guardiano - (Biblioteca “F. Di Giampaolo” dell’Agenzia per la promozione Culturale PE –
Regione Abruzzo) - Referente A.I.B. Abruzzo
• Domenico Cappellucci – referente A.C.P.
Tito Vezio Viola (Sistema bibliotecario provinciale di Chieti).
Esther Grandesso, responsabile dei Servizi Bibliotecari della Provincia di Cagliari
sulla diffusione del progetto in Sardegna.
Il Centro Regionale di Documentazione Biblioteche per Ragazzi, nato nel 1999 da un protocollo
d’intesa con la Regione Autonoma della Sardegna e gestito dai Servizi Bibliotecari della Provincia di
Cagliari, svolge dal 2002 funzioni di promozione e coordinamento del progetto Nati per Leggere,
fornisce servizi di supporto alle iniziative e organizza la formazione degli operatori.
Per il raggiungimento degli obiettivi previsti (in particolare la sensibilizzazione dei genitori e delle
famiglie) l’attività si è incentrata sulla diffusione delle sezioni per bambini piccolissimi nelle biblioteche
comunali (precedentemente quasi inesistenti), la creazione di servizi di prestito librario nei reparti
pediatrici degli ospedali, la promozione della pratica della lettura ad alta voce negli ambulatori,
consultori, asili, scuole materne e la formazione di lettori volontari. Ma soprattutto si è puntato al
coinvolgimento di tutti i soggetti interessati alla prima infanzia, in modo da attivare una rete di
collaborazione a livello regionale, con il prezioso apporto del referente locale dell’A.C.P. Dr. Franco
Dessì e di numerosi pediatri impegnati nel progetto. Sulla base del principio che promuovere la lettura
presuppone innanzitutto un'approfondita conoscenza della produzione editoriale e che per riuscire a
contagiare l’abitudine ed il piacere della lettura bisogna essere dei lettori convinti e appassionati,
particolare attenzione è stata rivolta all’attività di aggiornamento del personale che opera nelle
biblioteche, utilizzando lo strumento del gruppo di lavoro come momento di confronto, di scambio di
esperienze e di autoformazione, parallelamente a incontri e seminari più strutturati.
Con tale modalità è stata pubblicata la bibliografia Un anno di storie per bambini (edita con
successivi aggiornamenti negli ultimi tre anni), prodotta da un gruppo multidisciplinare composto da
PAG 6 una trentina di bibliotecari di tutta la Sardegna, con la collaborazione di pediatri, operatori sociali,
librerie specializzate nel settore ed esperti. È stata realizzata in forma di calendario per suggerire
che leggere insieme ai bambini può diventare un’abitudine piacevole nella vita di tutti i giorni.
I titoli selezionati – suddivisi in dodici percorsi tematici illustrati dalla disegnatrice Eva Rasano –
comprendono fiabe, filastrocche, brevi storie, ma anche alcuni libri rivolti ai genitori sull’importanza
della lettura. Ad ogni mese sono abbinate due filastrocche, una in dialetto sardo – che si richiama
alla tradizione - l’altra scritta appositamente da due tra i più grandi poeti per l’infanzia: Chiara
Carminati e Bruno Tognolini. La bibliografia, insieme alla locandina informativa, è stata distribuita a
tutte le biblioteche della regione, alle ASL, ai consultori, agli studi pediatrici, alle scuole
dell’infanzia, alle librerie, con l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare sia gli operatori che i
genitori. Il valore della pubblicazione risiede soprattutto nel lavoro di lettura e selezione dei testi da
parte dei partecipanti al gruppo, che ha costituito un’importante occasione di crescita professionale
e di rafforzamento della motivazione. Questo strumento è stato utilissimo per favorire la diffusione
del progetto in tutta la regione ed ha costituito un forte elemento di interesse e di supporto alle
attività programmate localmente, contribuendo a superare le difficoltà di comunicazione (una delle
maggiori criticità riscontrate), a dare continuità al progetto e a creare duraturi rapporti di rete.
Aless andra Faustini, bibliotecaria dell'Ufficio per il sistema bibliotecario trentino
sulla diffusione del progetto in Trentino.
Il progetto è stato avviato nel 2002 e conta attualmente la partecipazione di 82 biblioteche e 61
pediatri.
Dal 2002 ad oggi sono stati organizzati 5 convegni per bibliotecari e pediatri, 102 incontri per genitori,
87 mostre di libri, 169 letture per bambini nelle biblioteche e 135 letture per bambini negli ambulatori
pediatrici. Sono stati stampati e distribuiti manifesti, pieghevoli informativi, adesivi e tre bibliografie:
NPL 2002 (20.000 copie), NPL Primi libri (8.000 copie) e NPL 2006 (10.000 copie). I libri guida dei
percorsi delle bibliografie sono stati acquistati e donati agli ambulatori pediatrici e alle biblioteche
aderenti al progetto, per un totale di 1.800 volumi.
Le risorse investite nel progetto sono state le seguenti: 2002 (34.876, 25 euro), 2003 (32.420,20
euro), 2004 (11.707,00 euro), 2005 (19.122,00 euro), 2006 (25.242,00 euro), 2007 (36.760 euro).
I principali fattori positivi sono:
•
la possibilità di entrar a far parte di una rete nazionale;
•
lavorare in rete localmente;
l'aggiornamento e la moltiplicazione dell’offerta di libri per la fascia 0-7 anni da parte delle
biblioteche comunali, che hanno organizzato anche in proprio iniziative per coinvolgere
bambini e genitori, e hanno creato, ove già non presente, l’angolo morbido con un
conseguente aumento di utenti e prestiti;
•
il coinvolgimento delle librerie.
Le criticità riscontrate, invece, sono:
•
La scarsa collaborazione da parte dei pediatri.
Ai 5 convegni (per i quali sono stati sempre richiesti i crediti ECM, le cui date sono state
sempre anticipatamente concordate con la FIMP, privilegiando la giornata di sabato, e i cui
temi sono stati sempre scelti con particolare attenzione verso argomenti di interesse medico –
sono stati invitati Biasini, Causa, Ronfani, Montini – hanno partecipato, mediamente, una
PAG 7 •
•
•
ventina di pediatri sui 61 che hanno dato la loro adesione al progetto.
la difficoltà di dare seguito concretamente alla motivazione iniziale indotta nei pediatri;
la difficoltà nel monitorare la reale attività di promozione del progetto da parte dei pediatri.
Letizia Tarantello, bibliotecaria responsabile della Biblioteca centrale ragazzi di
Roma sulla diffusione del progetto a Roma.
Rispetto alla percezione sociale delle biblioteche in Italia, Nati per leggere ha il merito di aver fatto
uscire le biblioteche anche a Roma “al di fuori dalla riserva indiana” .
La città di Roma offre l’esempio di una grande città in cui Nati per leggere si è sviluppato nelle
Biblioteche con Sezioni ragazzi e in numero crescente di scuole –oltre alla rete “storica” di pediatri
attivi- grazie a una serie di fattori positivi.
La rete tra le biblioteche fornita dall’Istituzione Biblioteche ha permesso il coordinamento e il sostegno
costante della Biblioteca centrale per ragazzi a un consistente lavoro di motivazione e aggiornamento
del personale operante nelle Sezioni ragazzi; NPL si è avviato dopo un corso triennale di formazione
sulla lettura ad alta voce con Nicoletta Stefanini di Ruotalibera Teatro e con la realizzazione di un
progetto finanziato con la legge 285 in alcune biblioteche: Centrale Ragazzi, Gianni Rodari, Elsa
Morante. E’ con questo contenitore progettuale e finanziario che è stato possibile realizzare una serie
in interventi strutturati su 3 linee:
•
FORMAZIONE per il personale interno sulla letteratura per l’infanzia e i generi delle letture ad
alta voce e delle letture condivise (fiabe e favole, rime e filastrocche, picture books e
illustrazione, divulgazione), sulle diverse metodologie del fare attività creative con bambini;
sulla preparazione dello spazio e dell’accoglienza per l’inserimento della lettura nel calendario
delle attività rivolte ai bambini, e quindi sugli stessi contenuti per il personale docente.
•
ADEGUAMENTO per quanto possibile di strutture e raccolte.
•
ATTIVITA’ per biblioteche e scuole, un festival delle letture dei piccoli cittadini che ha fornito
poi esempi formativi agli adulti intermediari (bibliotecari, insegnanti, famiglie).
Da allora esposizioni bibliografiche, stand e spazi NPL fuori della Biblioteca, da Bibliocom alle
manifestazioni estive della Città in tasca e Wonderland a piazza Vittorio, fino allo Spazio Ragazzi
delle sei Fiere della piccola e media editoria dal 2002 al 2007, sono stati una sfida per le risorse
umane dedicate al progetto ma allo stesso tempo hanno provato sia la grande riposta del pubblico
romano sia l’esigenza di una formazione "a tappeto" sulla nuova letteratura per i più piccoli.
La conferenza cittadina NPL del 2 aprile 2004 nella Protomoteca del Campidoglio è stata il punto
d’arrivo e di ripartenza su scala più ampia del progetto con:
•
Il potenziamento e la qualificazione delle raccolte, la predisposizione di attività di lettura
dentro le biblioteche con spazi dedicati e fuori delle biblioteche all’interno di manifestazioni
culturali cittadine.
Il primo fattore determinante al radicamento nelle biblioteche, accanto alla motivazione e f
ormazione del personale, è stato e continua ad essere l’allestimento dello spazio dedicato alla
prima infanzia, realizzato con l’Ufficio Tecnico dell’Istituzione che ormai inserisce un modulo
morbido nella progettazione di tutte le biblioteche nuove. Interventi eccezionali sono stati il
contributo creativo e iconografico di due autori italiani per ragazzi come Agostino Traini nella
Bottega della fantasia della Biblioteca Centrale per Ragazzi e Antonella Abbatiello nella
Sezione Ragazzi della nuova Biblioteca Guglielmo Marconi.
PAG 8 •
Il corso di formazione generale NPL per pediatri, bibliotecari e lettori volontari, e il piano di
formazione pluriennale per le educatrici della scuola dell’infanzia.
La conseguenza più importante del tavolo interistituzionale aperto nel 2004 è infatti l’inizio dal
2005 di una collaborazione permanente con l’Assessorato alle politiche educative del Comune
di Roma per la progettazione e realizzazione di corsi di formazione sull’inserimento della
pratica della lettura all’interno dell’attività curriculare della scuola dell’infanzia comunale. Sono
stati realizzati quattro corsi biennali (di cui uno esterno presso due scuole periferiche) ed e’ in
corso di realizzazione il quinto corso biennale per 600 educatrici della scuola dell’infanzia che
provengono da tutti i Municipi di Roma.
Con questo contenitore progettuale e finanziario:
- sono state progettate e distribuite le borse NPL in tela per la circolazione dei libri;
- si è attivata una fruttuosa collaborazione con i Laboratori di lettura dell’Istituzione torinese
per un’educazione responsabile attraverso la Settimana di storie piccine giunta nel 2008 alla
terza edizione. Storie piccine offre la possibilità di dare visibilità cittadina alla rete NPL di
biblioteche, scuole “formate”che si aprono al territorio, studi pediatrici e consultori, cinema e
teatri, librerie. In tutti questi luoghi si offrono letture da parte dei volontari e di lettori
professionisti;
- sono stati pubblicati due strumenti importanti: a documentazione del percorso formativo
svolto Leggere che piacere: la lettura nella scuola dell’infanzia già distribuito a 500 scuole
romane e il sito www.leggerechepiacere.it.
In questo stesso periodo:
- nell’ambito del World Book Capital 2006 sono state acquisite 4000 copie del libro Gocce di
voce da donare ai nuovi iscritti entro i 6 anni;
- sono aumentate le biblioteche attive nel progetto: 17 nel 2008. Si sono stabilizzate alcune
specifiche azioni da parte di alcune biblioteche: lo scaffale Giorgia Grandoni e il collegamento
alla Ludoteca ambientale nella Biblioteca Gianni Rodari, il progetto L’isola delle fiabe nella
Biblioteca Casa dei Bimbi, la collaborazione di un Liceo pedagogico per la formazione dei lettori
volontari con la Biblioteca Franco Basaglia. E si sono formati gruppi di mamme (Cornelia, Villa
Mercede-Sardi) e di educatrici in pensione (Guglielmo Marconi) che collaborano stabilmente per
il successo di NPL;
• è stato svolto nel 2007 un progetto di volontariato civile Ascolta…c’è un libro anche per te con
una formazione specifica sui due versanti della letteratura per ragazzi e della lettura ad alta
voce.
Le criticità che sono state riscontate in una città grande e variegata come Roma, sono date
essenzialmente dalle dimensioni e dal ritmo frenetico della vita metropolitana.
Pur attivandosi come rete bibliotecaria è impossibile raggiungere tutti i bambini e le famiglie con le
attuali risorse umane ed economiche. Nati per leggere non è la distribuzione di un depliant o di un
manifesto! Motivare i genitori affinché inseriscano la lettura nelle loro attività quotidiane è un
obiettivo che richiede di essere seguito costantemente, esemplificato con letture e verificato con
incontri. Anche un potenziamento della rete territoriale cittadina con la distribuzione razionale
dell’informazione a stampa – ad es. nuove bibliografie, mappa delle biblioteche attive in NPL,
segnalibri, manifesto, catalogo delle edizioni speciali - nei tanti luoghi della città in cui si trovano i
bambini con maggiori difficoltà (ospedali, case famiglia) richiederebbe una nuova politica locale ma
PAG 9 prima ancora nazionale che coinvolga altre strutture oltre alle biblioteche, alle scuole, ai pediatri
espressamente dedicati alla promozione del progetto e del servizio. La concorrenza per catturare
l’attenzione in una città con un’offerta culturale molto ricca è tantissima, anche rispetto ai bambini.
Mettere a disposizione la nuova bibliografia nazionale in due, tre, quattro copie o – come e’ stato
fatto a Roma - in tutte le 29 biblioteche con Sezione ragazzi non basta se poi i libri non sono
reperibili non tanto e non solo nelle biblioteche ma anche nelle librerie e almeno in parte nelle
cartolibrerie più periferiche.
Stefania Manetti, pediatra di libera scelta di Piano di Sorrento sulla diffusione del
progetto in Campania.
Le aree dove finora è stato possibile avviare il progetto sono l'area Nord di Napoli (Scampia e
Secondigliano), cinque distretti sociosanitari di Napoli e l'area sud della provincia di Napoli (Penisola
Sorrentina). Il progetto è inoltre presente all'Ospedale Cardarelli e nella Clinica pediatrica
dell'Azienda Policlinico Federico II.
A Secondigliano al momento è attivo il dono del libro presso il consultorio, inoltre in tutte le scuole
materne del quartiere si svolgono incontri di informazione con tutti i docenti della scuole e si attua il
regalo di un kit di libri per ogni sezione (La settimatta, Dov’ è la mia mamma, I tre porcellini, Il
soldatino di piombo o altra fiaba). Si effettuano anche incontri con i genitori con la finalità di
promuovere la lettura ad alta voce in contesti familiari svantaggiati.
Fino al 2007 le ragazze di un liceo psicopedagogico del territorio, formate adeguatamente, leggevano
ad alta voce nelle sale di attesa degli studi pediatrici.
Il Corso di preparazione alla nascita nella UOMI (NpL e NpM) è un'ulteriore occasione per
promuovere sia la lettura precoce che l’ascolto della musica.
A Scampia si attua la promozione della lettura ad alta voce nel consultorio e al corso di preparazione
alla nascita.
Nel Distretto sociosanitario 46 (area ovest) presso due scuole materne ed elementari si svolge un
corso di formazione di 30 ore per i genitori tenuto da una pediatra e da una psicologa. Si attuano dei
percorsi formativi di 30 ore ai docenti della scuola materna (15 docenti) con laboratori di lettura.
Nella Penisola sorrentina la promozione della lettura ad alta voce si attua in due ambulatori pediatrici
(4 pediatri in toto) al momento senza dono del libro. Ci sono lettrici volontarie del PSZ nelle sale di
attesa degli ambulatori. La promozione della lettura ad alta voce si attua anche durante il corso di
preparazione alla nascita con incontri mensili.
Dal 2007 è attiva una proficua collaborazione da parte di una libreria per ragazzi, importante in un
contesto in cui mancano biblioteche.
All'Ospedale Cardarelli di Napoli, presso la divisione di pediatria, ogni giovedì pomeriggio si svolge
attività di lettura in reparto.
Presso la Clinica padiatrica dell'Azienda Policlinico Federico II si svolgono incontri annuali con gli
specializzandi del III, IV e V anno inseriti nel percorso curriculare della specializzazione in Pediatria.
Per il prossimo futuro sono previsti i seguenti interventi:
•
inserimento nel prossimo libretto sanitario regionale della promozione della lettura ad alta
voce ai bilanci di salute.
•
È in fase di valutazione la possibilità di seguire una coorte di bambini con sordità congenita
inserendo la promozione della lettura ad alta voce in famiglia.
PAG 10 Le criticità sono essenzialmente legate alla mancanza di fondi adeguati che consentirebbero una
continuità del progetto specie in zone con grosse problematiche di disagio e di dispersione o
evasione scolastica.
Altre criticità sono legate alla totale mancanza di biblioteche per ragazzi proprio nei territori dove esse
potrebbero invece avere una funzione educativa e sociale enorme e la difficoltà nel coinvolgimento di
un numero adeguato di pediatri come promotori autorevoli del progetto.
Camilla Montini, pediatra di libera scelta di Paderno del Grappa (TV) sulla diffusione
del progetto in Veneto.
Nella nostra variegata realtà spicca un progetto molto ben articolato e organizzato in provincia di
Treviso. Qui la promozione viene fatta nelle sedi vaccinali da igienisti e “infermiere”, vengono
consegnati materiali informativi e i genitori vengono inviati alle biblioteche.
Il progetto locale è sostenuto e guidato dal dott. Gallo (responsabile Igiene pubblica della ASL 9 di
Treviso) e dalle bibliotecarie.
Ho ritenuto dare ampio merito a queste ultime in quanto, in provincia di Treviso e anche in sede
regionale, sono l’anima e il braccio forte di NPL.
In Veneto sono attivi:
•
il Coordinamento regionale (forte di molte bibliotecarie e del presidente nazionale Acp) che sta
svolgendo un ottimo lavoro di indagine sui progetti locali e di organizzazione, tiene i contatti
con le istituzioni e si occupa di formazione. E’ in programma per novembre una giornata Npl a
Verona.
•
il Coordinamento provinciale di Treviso che si occupa del progetto nelle sedi vaccinali, già
partito per la Asl 9 e in programmazione per le Asl 8 e 7.
Ho accennato alla convivenza nella mia regione di un altro progetto di promozione alla lettura
sostenuto da una grossa azienda del farmaco che coinvolge i pediatri… Questo devia molti di noi
pediatri per cui, in Veneto, NPL deve molto alle bibliotecarie che si sono dimostrate molto efficienti e
attive.
Antonina Saja, bibliotecaria del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) sulla
diffusione del progetto in Sicilia.
Sono tanti gli elementi di criticità che impediscono al progetto Nati per Leggere di espandersi in rete
e di avviare attività coordinate in Sicilia. Nel corso dell’incontro ne ho segnalati alcuni tra i più
significativi: mancanza di strutture bibliotecarie destinate ai bambini/ragazzi, mancanza di una legge
regionale che individui tra le mission delle biblioteche la promozione alla lettura per la prima infanzia,
la mancanza di rete e di cooperazione tra i progetti esistenti, il patrimonio bibliografico inadeguato e
non aggiornato, l'inesistenza di un coordinamento territoriale per mancanza di sistemi bibliotecari che
promuovono servizi e attività sul territorio, la dispersione delle poche risorse esistenti, il patrimonio
bibliografico destinato ai piccolissimi insufficiente e non costantemente aggiornato, la totale
indifferenza delle Istituzioni politiche territoriali (Regione, Province, EE.LL.).
Tuttavia, le potenzialità del nostro territorio sono enormi: si tratta di realtà a forte disagio sociale e ad
alto rischio di criminalità minorile, vi è una forte consapevolezza del valore e delle possibili ricadute
del progetto da parte degli operatori consapevoli impegnati e le possibilità di finanziamenti CE sono
elevate.
PAG 11 Ciò è dimostrato dall’impegno e dal livello qualitativo raggiunto dalle biblioteche e dai gruppi di lavoro
che hanno avviato il progetto e che continuano a perseguirne gli obiettivi. La mia disamina è stata
rivolta alla segnalazione in particolare delle realtà bibliotecarie che si sono distinte in ambito
regionale e non solo per i progetti condotti per Nati per Leggere.
Desidero segnalare i più significativi:
Vita (TP) - biblioteca spazio bambini/ragazzi. Si tratta di una delle poche realtà bibliotecarie
nella provincia di Trapani, dove il libro cartonato, i cuscini, le fiabe sonore, sono una realtà
quotidiana. Non vi sono progetti sistematici, ma l’impegno delle bibliotecarie e della responsabile
sezione ragazzi, Rosa Tranchina, suppliscono alla mancanza endemica di luoghi di condivisione della
lettura per i piccolissimi.
Gravina (CT) - biblioteca sezione bambini/ragazzi. Realtà d’eccellenza per il territorio
provinciale, nella programmazione 2008 è previsto il finanziamento del progetto da parte della
provincia di Catania, finalizzato alla creazione di angoli lettura nei 6 studi pediatrici gravinesi, nonché
a migliorare la sezione ragazzi della biblioteca.
Mascalucia (CT) - biblioteca/ambulatorio pediatrico (premio Bibliocom 2004). Nucleo centrale
del progetto mascalese è la forte collaborazione con il pediatra di base, da cui è nata la “ricetta” non
sanitaria, ma letteraria. Il progetto, condotto dalla responsabile della biblioteca, dott.ssa Maria Grazia
Sapienza, promuove lo slogan: “un paese è importante se il suo popolo ama la cultura. Mascalucia è
cultura”.
Mineo (CT) – biblioteca/asilo nido/pediatra/scuola dell’infanzia (2007). Il progetto è stato
appena avviato ed è curato dalla referente, Rossana Di Salvo (email: [email protected]).
Il progetto coinvolge la biblioteca comunale “Luigi Capuana”, il pediatra di base, gli asili nido e la
scuola dell’infanzia di Mineo. L’attività è partita con l’acquisto di libri, la costituzione di mini
biblioteche negli spazi coinvolti e un ciclo di letture a cura delle insegnanti aderenti al progetto.
Catania centro - biblioteca bambini/Neuropsichiatria infantile (2006/2007): referente principale, la
dott.ssa Giusy Germenia. Lo spazio bambini e ragazzi della biblioteca “Bellini” di Catania si
contraddistingue per essere l’unico spazio destinato a bambini e ragazzi presente nei capoluoghi di
provincia siciliani. Il progetto è stato avviato nel corso del 2007, ma come ci ha riferito la sua
coordinatrice ([email protected]), non è stato rifinanziato per il 2008. Citiamo quanto lei stessa ci
scrive:”continuare a indottrinare bambini e adulti sull'importanza della lettura senza far seguire
adeguati interventi a cominciare dal più semplice ovvero circondare i bambini di libri quanto meno
nelle istituzioni a tale scopo addette, sembra talvolta contraddittorio. Crediamo comunque
nell'importanza e validità del progetto e questo consentirà di percorrere ancora su strade accidentate,
il cammino verso la diffusione della lettura”.
Palermo – Le Balate. Il progetto, coordinato da volontari e pediatri, non è attualmente
sostenuto dall’Ente locale, che dovrebbe, secondo quanto ci riferisce la sua referente, Donatella
Natoli, adottare il progetto e farlo diventare la sezione ragazzi della biblioteca comunale che
attualmente manca a Palermo. Il contesto in cui opera è fra i più degradati della città. Crediamo che
non vi siano parole da aggiungere su quanto la stessa coordinatrice ci invia e che inoltro in allegato.
Barcellona P.G. (ME) – biblioteca ragazzi/ Istituto di Scienze Sociali. Il progetto non è
sostenuto da nessun finanziamento, si avvale tuttavia della presenza stabile della biblioteca sezione
ragazzi, coordinata dalla scrivente e dalla collaborazione continuativa dell’Istituto di Scienze Sociali,
PAG 12 con cui si è predisposto un protocollo d'intesa per lo svolgimento dei tirocini formativi degli studenti
delle IV classi dell’Istituto. Fra i progetti realizzati dal 2001 ad oggi: Pronto, Learning by doing,
Aspettando Spazi Lib(e)ri, Storie piccine.
Leit motiv dei progetti condotti, la formazione e la lettura ad alta voce di testi selezionati nell’ambito
della bibliografia consigliata per NPL presso: ambulatori pediatrici, reparto pediatria Ospedale
“Cutroni Zodda”, asili nido, biblioteca. Referente: Antonina Saja: [email protected].
Significativa anche la collaborazione con l’unica pediatra che in città ha aderito al progetto.
Per informazioni e approfondimenti: Antonina Saja c/o Biblioteca comunale sezione ragazzi “Oasi”,
p.zza S. Sebastiano - 98051 BARCELLONA P.G.(ME). Tel. 0909790301 – telefax.0909794592. Email:
[email protected], [email protected].
Letizia Tarantello (Coordinamento nazionale NPL).
PAG 13 I VERSI E LA TAGLIOLA
L'esperienza di Npl nella Biblioteca delle Balate di Palermo.
Quando i libri rappresentano una chance in più per leggere il proprio destino.
Contributo di Donatella Natoli, coordinatrice della Biblioteca delle Balate a Palermo.
- Chistu è un altro mondo, mi piace l’odore.
Ho difficoltà a trovare una definizione per la Biblioteca delle “Balate” e questa frase
pronunziata da una bambina di sei anni, nel suo linguaggio a metà dialettale, mi aiuta a
provarci. Nella frase c’è un contesto, ma c’è anche la necessità di rendere quel contesto
immediatamente fruibile dai sensi, attraente.
L’antica chiesa di una confraternita, in cui è allocata la biblioteca, è bella, anche se il restauro
di una ventina di anni fa non l’ha valorizzata al massimo, abbiamo cercato di mantenere la
nudità che ci è stata consegnata, sottraendoci alla tentazione di abbellirla.
Perché è un altro mondo nella percezione di Caterì? certamente perché è pulita, ordinata,
piena di libri senza barriere, ma forse, soprattutto perché i piccoli respirano un clima sereno e
leggero abbastanza diverso da relazioni improntate alla violenza e soprattutto alla
sopraffazione del più debole, di cui tante volte sono testimoni o vittime o, in alcuni casi,
anche protagonisti. “Mi piace l’odore” forse avrebbe potuto dire anche toccare, guardare belle
illustrazioni, ascoltare la lettura a voce alta, ma ha scelto una capacità personalissima del
sentire piacere, quale l’odore.
In un centro storico, fortemente degradato, come quello di Palermo, ma nel quale
ancora vivono tante famiglie povere, che hanno resistito alla deportazione verso i quartieri
periferici, è stata per noi una sfida importante aprire una Biblioteca dei bambini e dei ragazzi.
Avevamo sperimentato un lungo percorso di laboratori di lettura a voce alta nelle scuole,
nella Biblioteca Comunale, bella e tetra, rigidamente per adulti dove abbiamo organizzato
laboratori ed eventi per bambini senza riuscire però ad ottenere una Biblioteca per ragazzi e
bambini, in Ospedale nei reparti per cronici.
Per cominciare abbiamo scelto con cura, sistemato al meglio e catalogato i primi cinquecento
libri, avendo come sponsor noi stesse e l’Associazione Culturale Pediatri, ma per cominciare a
lavorare abbiamo privilegiato due immagini mentali “tessere relazioni” e “prendersi cura”.
Quando dopo circa quindici giorni dall’apertura, un bambino che a dieci anni non sapeva
leggere, che non andava a scuola volentieri, tenuto ai margini in classe, disse in italiano,
arricciando il naso:
- Ma in questo posto mi sembra che capisco - abbiamo avuto la conferma del fatto che anche
una Biblioteca può non essere solo un luogo dove puoi trovare ciò che tradizionalmente una
struttura di tal genere offre, ma sono l’atmosfera, la relazione e la cura a giocare un ruolo
fondamentale per entrare in contatto con tutti i bambini e soprattutto con quelli che hanno
subito deprivazioni di vario genere. Probabilmente è attraverso relazioni positive che essi
crescono in autostima e cominciano a desiderare il confronto invece della contrapposizione e
solo allora si può lavorare con loro su un progetto.
Ecco allora la Biblioteca delle Balate, dopo qualche mese, comincia ad assumere le sue forme,
ha ricevuto molte donazioni, in denari e libri, ha più di tremila volumi, ci sono libri nuovi scelti
da noi, libri classici, libri rari ecc. Ha una sua organizzazione, diversa fra mattina e
pomeriggio, di mattina arrivano classi con le insegnanti che vanno dalla scuola materna alle
medie, di pomeriggio l’ingresso è libero per tutti.
Ma soprattutto le operatrici e gli operatori, che avevano fatto una preformazione, hanno
avuto la necessità di ripensare metodi e obiettivi. Il desiderio di aprire la Biblioteca era
certamente dettato dal desiderio di fare innamorare del libro i bambini fin dalla prima
infanzia, di dare opportunità a tutti, bambini e ragazzi, di guardare e leggere libri belli, di
allargare le speranze, i desideri, le motivazioni, la creatività. Ma l’interrogativo è “da dove
può iniziare il processo perché sia efficace?”.
La biblioteca Le Balate, come presenza educativa flessibile, poteva facilmente fare un passo
indietro rispetto alle sue competenze specifiche, pur non rinunziando ad esse, e rivolgersi,
PAG 14 almeno inizialmente, a categorie più ampie, quali le competenze per la vita, proposte
dall’OMS e dai workshops interculturali dell’Unicef.
Fra le competenze possibili da aiutare a venire fuori ne abbiamo scelte alcune:
- aiutare ad osservare ed ascoltare;
- aiutare a sviluppare il pensiero creativo;
- aiutare a verbalizzare il pensiero;
- aiutare a gestire le emozioni;
- aiutare a contenere le ansie;
- aiutare ad avere consapevolezza delle proprie capacità.
Per ciascuna di queste competenze c’entra il libro, c’entra il disegno, c’entrano i laboratori di
musica, di teatro, di disegno, di gioco, ma ancora una volta restano fondamentali le modalità
di tessere relazioni e prendersi cura.
La comunicazione non verbale, nei nostri bambini abituati ad atteggiamenti spavaldi e a
linguaggi violenti, “ti scannu” è un intercalare che comincia da piccolissimi, spesso rivela
tenerezze insospettate.
- Mi racconti il tuo disegno?
- Questa è una signora seduta che ride.
- E l’altra figura?
- E' un bambino arrampicato sulla sedia che lava i piatti.
- Perché lava i piatti?
- Perché così la mamma sta seduta, si riposa ed è contenta.
Il bambino che parla con me è uno “tosto”, che dice le parolacce tranquillamente, ma ha una
grande consapevolezza delle fatiche e delle difficoltà della madre. Spesso ho sentito “La mia
mamma è bella quando ride, ma ride ‘na vota tanto”.
Non si può dimenticare che l’Agenzia educativa per eccellenza è la scuola ed è dentro la
scuola che si consumano le più importanti possibilità di vedere riconosciuti i diritti dei bambini
ed è dentro la scuola che un diritto sancito internazionalmente può avere concreta attuazione
contro una specifica situazione di disagio vissuta da un certo numero di bambini e ragazzi
entro un contesto. E’ chiaro quindi che un’agenzia esterna come una biblioteca vive anche
dello stretto contatto con la scuola.
Siamo riuscite in alcuni casi a formulare un percorso educativo comune, di cui siamo molto
fiere sia noi che le insegnanti con cui lo abbiamo formulato.
Si tratta di percorsi con una prima media, con la quale lavoriamo sulla “storia costruita di
Palermo”, i cui cartelloni sono già presenti in Biblioteca, realizzati con un gruppo di ragazzi del
Liceo scientifico, poi facciamo le visite in città. Sempre con questa prima media leggiamo due
libri di letteratura per l’infanzia, uno classico e uno modernissimo (appena uscito). Con una
terza media invece stiamo approfondendo, in piccoli gruppi, alcune tematiche scelte da loro,
a partire dai libri che avevano trovato in biblioteca. Con due prime elementari stiamo
lavorando su piccoli racconti di animali, dal bellissimo libro di Vivian Lamarque, ogni bambino
ha adottato un racconto e quindi un animale con cui convivere per un po’.
Ma nella maggior parte dei casi vediamo una scuola che non si interroga, che emargina i
ragazzi che dovrebbero essere oggetto di una discriminazione positiva, che lavora con una
terribile fissità di spazi e programmi, vediamo tanti insegnanti che occupano molto tempo per
gli orari, le loro strette competenze, una falsa programmazione perché non basata sui
bambini in carne ed ossa ma scopiazzata da quella dell’anno precedente. Ci interroghiamo:
“qual è il ruolo dei bambini e dei ragazzi nella scuola?”. Leggiamo l’esperienza delle scuole
canadesi, dove si dà retta a tutti i bambini: un giorno alla settimana tutti ascoltano le loro
rivendicazioni. Nulla di ciò che il bambino ha da dire viene passato sotto silenzio, ogni
suggerimento o critica viene presa in considerazione con grande attenzione. Pensiamo quanto
un’esperienza simile potrebbe essere importante per i nostri bambini, già quasi senza voce e
poi, per lo più, zittiti. Questa scuola ha consapevolezza del fatto che se condanna un ragazzo
a non sapere leggere a dieci anni, questi non andrà più a scuola e, in contesti come il nostro,
sarà infelice e facile preda di organizzazioni criminali?
PAG 15 Queste considerazioni le volevo fare, anche in questo contesto, perché sono assolutamente
convinta che il ben-essere dei bambini e dei ragazzi fin dalla nascita, cosa per la quale
lavoriamo tutti noi, non può essere promossa da compartimenti separati, famiglia, scuola,
pediatra, altre agenzie educative, ma tutti ci dobbiamo rendere conto dell’interdipendenza e
quindi della necessità di conoscere tutto quello che ruota attorno al bambino, soprattutto al
bambino più problematico.
Per conoscere bisogna andare e non convocare, si deve perdere tempo, incontrare persone, a
volte essere disponibili al rifiuto.
- Un ci ‘a fazzu.
Dopo circa due-tre mesi, occhi brillanti:
- Ci ‘a fazzu, ‘u vo vidiri.
La prima frase è frequente quando, dopo avere fatto qualche lettura ad alta voce, si chiede ad
un bambino di 7-8 anni di leggere un libro molto semplice, anche per capire la sua capacità di
lettura rispetto all’età cronologica ed alla classe frequentata. Questa frase ci svela tante cose
rispetto all'emarginazione del bambino dentro la classe ed al fatto che non è stata stimolata
la consapevolezza delle sue capacità. Il bambino che ha espresso questo disagio, in
biblioteca, vuole
prendere sempre gli stessi libri perché rafforzano in lui l’idea del
riconoscimento, prende magari libri di cui ha visto i cartoni animati alla televisione, e
sicuramente va bene partire dai suoi saperi e dalle sue competenze.
Inoltre, ci sono tipi di libri che aiutano moltissimo in questa fase, essi sono l’albo illustrato e il
racconto in sequenza, soprattutto se si usano tecniche particolari nella lettura a voce alta,
infatti le illustrazioni, partendo dalla copertina, permettono di cogliere insieme personaggi,
posizione, colore e tanti dettagli che comunicano significati, mentre la lettura fa andare
avanti il racconto e permette di incuriosire, inoltre la ripetitività di alcune frasi fa riconoscere
la forma e il significato della parola.
Naturalmente la seconda frase è quella che ci ricompensa della fatica, ma l’uso del verbo
vedere e non del verbo ascoltare, che è molto comune in questi bambini, ci fa riflettere come
nel loro bagaglio di esperienze sia poco frequente l’arte di ascoltare.
Questi sono stati i primi successi dell’aiutare ad osservare e ascoltare ed aiutare ad avere
consapevolezza delle proprie capacità: imparare a leggere a 7, 8 anche 10 anni, avendo a
disposizione libri belli e accattivanti!
- Mi piace scuncicare, si reagisce sugnu contento, se no mi siddia e me ne vado.
Ecco i ragazzi terribili, quelli che ogni maestro non vorrebbe avere in classe, che non stanno
mai fermi, che adorano litigare per niente, a volte per un semplice sguardo “Mi taliò”. Che ci
fanno in biblioteca? A volte ce lo chiediamo anche noi, ma non possiamo dimenticare che,
proprio osservando questi ragazzi, ci siamo dati per obiettivo “gestire le emozioni” e
“contenere le ansie”.
Quanta rabbia questi ragazzi devono smaltire per non essere stati amati come avrebbero
voluto, per non avere avuto una casa decente con spazi per loro, per avere subìto
allontanamenti dolorosi con legami spezzati, per avere visto tanta violenza e altro ancora. E
allora è importante accoglierli con gioia ma anche mantenere delle piccole regole, senza
deroga, che valgono per tutti ma che anche questi ragazzi devono rispettare.
Bisogna che la cornice sia stata prefigurata e scelta dagli operatori in perfetta comunione,
bisogna sempre vigilare perché è molto facile essere travolti e dovere reagire a un urto che ti
investe, puoi perdere completamente la capacità di tenere il campo e allora o cedi o scantoni
anche facendo cose di cui devi poi pentirti, urla, strattoni. Ma se fai rispettare le regole, entro
qualche tempo, molto variabile, saranno comprese. Le regole devono essere semplici, le
nostre sono “Se dai un pugno, un calcio o insulti, per quel giorno esci dalla biblioteca,
immediatamente” e non bisogna ascoltare le loro parole “Resto perché smetto”, le regole
devono essere chiare e rispettate, infatti i ragazzi annusano il tuo desiderio di cedere e là poi
sei persa.
Tutto ciò ha funzionato?Stiamo ancora a chiedercelo, intanto non vengono più tutti i giorni per
scuncicare, ma solo quando c’è qualcosa che li interessa, in particolare uno di questi bambini
PAG 16 ha trovato nel laboratorio di musica un suo spazio espressivo, ha anche imparato a leggere e
quindi in classe (terza elementare) comincia ad avere un suo spazio. Sicuramente le sue ansie
sono più controllate, infatti la notte non urla più. Un altro bambino ha trovato un suo spazio
nel laboratorio di teatro e viene soltanto per quello o per chiedere in prestito qualche libro.
Ma quali libri preferiscono quelli fra questi bambini che sanno leggere discretamente? Piccoli
brividi o libri di avventura che spesso non hanno la pazienza di finire, ma la cosa più
straordinaria è che sempre fanno una puntata fra i libri per i piccoli come se volessero
recuperare quel tempo d’infanzia che non hanno avuto.
Un giorno uno di questi bambini terribili è arrivato tremando come una foglia e farfugliando
qualcosa di incomprensibile:
- C’è chidda ‘ra causa” che tradotto significava “C’è quella della causa”.
La signora, la cui vista aveva emozionato e terrorizzato il bambino era la sua madre naturale
che lo aveva abbandonato quasi alla nascita insieme a sua sorella, i bambini sono poi vissuti
con i nonni paterni, il padre si era risposato e aveva altri figli, il bambino aveva visto da
lontano, solo poche volte, sua madre e non ne conosceva il nome, ma l’emozione era più
eloquente di qualsiasi racconto. Ha avuto bisogno di restare abbracciato almeno un quarto
d’ora per riprendersi. Poi ci siamo recati insieme da familiari che conoscevano il nome della
madre perché anche lui potesse chiamarla con il suo nome ed eventualmente parlarne.
Adesso si è accesa su questo bambino l’attenzione del Tribunale dei minori e anche noi
saremo chiamati.
Come quando lavoravo nel distretto socio-sanitario, nel decennio ’90-99, avendo come
obiettivo la prevenzione e l’assistenza sanitaria di primo livello della comunità, che ha avuto
un’efficacia misurabile nell’avere diminuito del 30% il ricorso all’ospedale della popolazione
assistita, l’allargamento delle responsabilità nei confronti di bambini e adulti, se ci si prende
cura di loro, è quasi automatica. Non credo che questo sia un bene in sé, anzi. E’ importante
che ogni luogo riesca a svolgere al meglio la funzione per cui nasce e questo bisogna sempre
averlo in mente e perseguirlo ogni giorno, ma in particolare contesti è necessaria un’energia
supplementare per accogliere anche altre istanze che si presentano continuamente e che
spesso non si riesce a fare accogliere in altre strutture o perché non esistono o perché
latitano nei confronti di problemi complessi.
E’ che molti dei bambini reali che vediamo ogni giorno sono bambini feriti, che devono
bastare a se stessi e a volte si devono occupare per molte ore anche dei fratellini più piccoli,
che stanno molto per strada in uno stato di grazia, ma è uno stato di grazia che non durerà a
lungo se non riesci a rafforzarli entro i primi dieci-dodici anni di vita. I loro genitori, nonni, zii
hanno ritmi di vita abbastanza sconvolti, dal lunario da sbarcare, dal carcere, dai lutti, in
alcuni casi anche dai ritmi di lavoro (soprattutto per gli stranieri), ti puoi appellare alle
famiglie, puoi cercare di coinvolgerle, ma poi ti rendi conto che comunque devi lavorare tanto
con i bambini perché se essi saranno forti e determinati, saranno anche capaci di fare scelte e
forse di vivere una vita meno luttuosa.
Adesso l’obiettivo diventa dare forza al bambino, favorire le sue capacità per far sì che
acquisisca strumenti idonei alla sua salvaguardia e ad un suo sviluppo armonico. Favorire lo
sviluppo armonico ecco ancora un obiettivo comune dei genitori, del pediatra ed anche
nostro. Noi abbiamo scelto anche di cercare di aiutarli ad essere più forti nella loro
salvaguardia da prevaricazioni di ogni genere in casa, a scuola, per strada. I libri sono gli
strumenti che usiamo anche per questo.
Il bellissimo libro di Giuseppe Pontremoli L’elogio delle azioni spregevoli ci ha dato spunti
molto importanti per la scelta dei libri:
“Se penso a storie da proporre ai bambini e ai ragazzi posso solo pensare a “storie
boscose”. E queste potranno essere ambientate indifferentemente in città o in campagna –
non conta, non sono un esattore fiscale - potranno parlare di umani o di altri animali: importa
che siano dotate di forte carica simbolica, che parlino della realtà interiore. Inoltre, ma non
certo secondariamente, quel che conta è che si tratti di storie caratterizzate dall’essere
scritte in una lingua dignitosa, in una lingua che dimostri di appartenere a qualcuno che
PAG 17 considera i bambini e i ragazzi prima di tutto delle persone e non già dei pupattoli, delle
persone serie e non invece dei deficienti.”
E poi da Pontremoli prendo ancora un brano dal racconto di Anna Maria Ortese, Il continente
sommerso, dove si parla dei principi fondamentali del sapere, di ciò che dovrebbe essere dato
a tutti gli uomini, proprio come il latte materno, perché ci siamo rese conto che veramente
questi concetti possono essere utilizzati a tutte le età, permettono ai bambini di avere l’idea
dei limiti, fanno fare tante domande:
“Primo: dove siamo e chi siamo. A questo proposito informare subito qualsiasi bambino
che la terra è una palla sospesa nello spazio, modesto sassolino perso entro un universo il
quale, a sua volta, è perso entro altri universi; e avvertire che molto difficilmente anche se
l’ultimo uomo dovesse avere mezzi portentosi, si saprà cosa sono questi universi; spiegare il
concetto di infinito e di segreto (che può essere benevolo, ma non è certo) che ci sovrasta.
Dire nello stesso tempo che ogni uomo, il padre, il nonno, il bimbo, la madre, lo straniero
sono esseri appartenenti alla grande famiglia Vita, l’unica che conosciamo, e della quale
fanno parte pure tutte le bestie, e perfino gli insetti. E ogni colpo che si tira alla vita, si
ripercuote quindi su noi stessi, e bisogna rispettare e tutelare la vita, se si vuole vedere
rispettati e tutelati se stessi.”
Sempre dallo stesso libro, il capitolo intitolato I versi e la tagliola finisce così:
“Chiudo con una poesia. Anche perché è stata scritta, nel 1952, da un esemplare di
una specie veramente estinta: un poeta socialista, sindaco, povero. Rocco Scodellaro. E soprattutto
perché è forse il testo più importante per provare a capire davvero qualcosa di infanzia e di
ecologia.”
Con la neve si para la tagliola
e si aspettano i gridi dei fringuelli.
La maestra ai bimbi della scuola
Legge un verso d’amore per gli uccelli.
Mi piacevano i versi e la tagliola.
Intervento presentato al Congresso ACP – Gli Argonauti IX (Messina 2­ 4 Maggio 2008).
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