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Vita di S. Cataldo
e devozione in suo onore
nella Chiesa di Enna,
S. Cataldo e Gagliano C.to
a cura di Sac. Vincenzo Di Simone
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La Chiesa di San Cataldo a Enna
La prima pietra, innestando l’immagine d'argento con la figura di San Cataldo fu posta il 10.05.1749
giorno che solennizza a Taranto il ritrovamento del suo corpo.
Verso il mille, secondo gli storici, i Normanni introdussero in Sicilia e quindi anche ad Enna la
devozione a numerosi santi loro "connazionali" come Martino, Eligio, Liborio, Leonardo e Cataldo.
La Chiesa fu elevata a parrocchia in ottemperanza ai dettami tridentini. Fino ad oggi si sono succeduti
diciannove parroci compreso il parroco attuale Don Vincenzo Di Simone, nominato nel 01.12.1992 dal
Vescovo Mons. Vincenzo Cirrincione.
Nel 1987 furono iniziati degli scavi nel pavimento della Chiesa e furono ritrovati un tempietto
preesistente, diverse fasi di frequentazione dell'area con uso cimiteriale-religioso, delle cripte destinate
alle confraternite, costruzioni di edifici religiosi nei vari secoli fino al XVII secolo
Nelle tombe a fossa sono state ritrovate monete aragonesi, manufatti ceramici (crocifissi, piatti,
frammenti di anfore, mattonelle maiolicate.
L’attuale costruzione ha inglobato
tutti
questi
precedenti siti e attraverso i rinvenimenti ceramici si coglie la continuità storica dell'abitato in
quest’area sia come continuità d’uso sia pure come destinazione culturale. Si individua una sorta
di fedeltà al sito c h e d a l l ’ e t à classica giunge al mondo cristiano medievale e moderno passando
attraverso periodi di continuità e periodi di discontinuità con distruzioni e rifacimenti che si
potranno valutare meglio co n lo studio sistematico dei rinvenimenti .
Abbiamo pensato di preparare questo libretto per favorire la devozione al Santo titolare della
parrocchia, inserendo notizie biografiche della sua vita, coroncine che si recitano presso
Comunità
la
di fedeli a San Cataldo (CL) e a Gagliano Castelferrato (En), inni e canti, una
sequenza con il testo originale in latino e una traduzione
libera, orazioni tratte dal Messale
galliano che si trova nella biblioteca diocesana di Nicosia; la Messa propria che si trova nel
Messale della Diocesi di Taranto, un poemetto religioso in endecasillabi composto da un nostro
parrocchiano e che ora insegna musicologia all'Università "La Sapienza" di Roma.
Vogliamo offrire ai devoti di San Cataldo un sussidio p e r conoscere la sua vita, seguire gli esempi,
chiedere di imitare le virtù e ottenere per sua intercessione tulle quelle grazie spirituali e temporali
che sono necessarie alla salvezza dell'anima e alla salute del corpo.
Il Parroco
Sac. Vincenzo Di Simone
Enna lì, IO maggio 2009
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Festa di San Cataldo
La vita del Santo Cataldo
L’Irlanda l’isola dei Santi
Verso il 425 il Pontefice Celestino I mandò in Irlanda il Vescovo Palladio. Questa Missione non
ebbe un buon esito per moltissime difficoltà. Ma Dio, giardiniere sapientissimo, si compiacque
dì gettare in quella terra il seme di uomini santi, i quali poi, rispondendo alla Grazia, divennero i
missionari, gli apostoli, non solo di quell'isola, ma anche di terre lontane al dì là dci mari e degli oceani,
per la diffusione del regno dì Gesù Cristo sulla terra, onde quell'isola fu chiamata l'isola dei Santi.
Quest'isola fu giustamente assomigliata ad un alveare da cui sciami dì api si recavano altrove a far il
miele. Anche San Bernardo scrisse
che dall’Irlanda, come da una sorgente inestinguibile, folle
dì santi erano scese verso terre straniere. Fra i primi apostoli e missionari nati in Irlanda è da
annoverarsi San Cataldo.
Epoca della nascita dì San Cataldo
Non è noto l’anno in cui nacque San Cataldo, ci sono però alcune circostanze che ci possono far
determinare con molta probabilità l'epoca della sua nascita. La prima è questa che egli visse ai tempi
dì San Patrizio. Infatti il Colgan, autorevole storico irlandese, enumera duecento suoi discepoli e
inserisce al centoventinovesimo posto, nel numero dei vescovi, San Cataldo.
L'altra circostanza è questa: esiste nel Duomo dì Taranto un'aurea crocetta benedizionale trovata sul
corpo dì San Cataldo il giorno del suo rinvenimento avvenuto il 10 maggio 1051, su cui è scritto
con caratteri latini Cataldus. Poiché i suddetti caratteri furono introdotti da San Patrizio, si desume
che San Cataldo sia vissuto non prima ma sia a lui contemporaneo o posteriore. Terza circostanza:
alla fine del V secolo in Taranto era già stabilita la gerarchia ecclesiastica.
Ora tutti sanno che San Patrizio si recò in lr lauda nel 432, ammesso che San Cataldo sia stato
conosciuto e poi ordinato sacerdote e poi consacrato Vescovo da San Patrizio tra il 435 e il 440
in età dì 30 anni, possiamo quindi venire a questa conclusione. Gli Acta santorum, invece riporta la
data del VII secolo.
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Nascita di San Cataldo
Dodici miglia lontano da Lismore erravi una città chiamata in lingua indigena Rath-cna e presso i
latini Rachan. È la città segnata negli atlanti moderni col nome di Rath- Karnmak. Ai piedi di
essa scorreva e scorre il fiume Bride. Il castello era abitato da due nobili giovani sposi Euchi Sambiak
ed Achlena Milar, i quali ammaestrati nella fede per opera dei missionari o dì cristiani venuti
dalla Gallia erano ferventi credenti.
La nascita dì San Cataldo fu preceduta e accompagnata da luminosi prodigi, quasi Dio volesse
annunziare
quale grande apostolo preparasse per l'Irlanda
e per Taranto mentre la madre
stava per partorire a pparve sopra il suo letto una gran luce, segno evidentissirno del gran lume e
dottrina con cui quel Santo che nasceva doveva illuminare il Cristianesimo. Viveva allora a Rachan
un uomo dì santa vita chiamato in lingua, irlandese Dino, nella nostra lingua italiana Dionisio, che
dotato da Dio dello spirito dì profezia, vedendo quella gran luce prodigiosa, si recò frettolosamente
alla casa dì Achlena e le disse: "sta dì buon animo o donna, perché tu partorirai un bambino che
nella sua vita sarà il propagatore della vera Fede, l'amore dci genitori e della sua patria, e
maestro dl straniere nazioni".
A questo prodigio se ne aggiunsero altri riferitesi all'infanzia
del bambinello.
Dopo alcuni
giorni dalla nascita di Cataldo, Achlena si ammalò e morì. Il Piccolo Cataldo, come se già avesse
l'uso della ragione, prevenuto dalla Grazia, cioè mosso da quella mano onnipotente che voleva fare
di lui un gran santo, si avvicina all'estinta madre tendendo le manine come per accarezzarla e con un
bacio la fa tornare in vita. Un altro giorno durante i suoi innocenti trastulli, il piccolo cadde col
capo sul pavimento della casa, e la Pietra su cui batté si rammollì come tenera cera, ricevendone
l'impronta. La Pietra, in seguito, fu messa a ciclo scoperto dai cittadini devoti, come monumento
di devozione e fiducia verso il Santo. Quando pioveva si riempiva d'acqua come rimedio nei casi
più disperati e per mezzo di essa venivano risanati da qualunque infermità. I genitori di Cataldo
felici di aver ricevuto questo figliolo, pieni di fervore, consci della loro responsabilità, a differenza
di quanto si fa oggi in tante famiglie, ove non si pensa che a balli, feste, mode, educarono il
fanciullo, sin dai primi anni alla più tenera e soda pietà. Fuori spirava il soffio velenoso dell'idolatria,
dell'eresia e dell'indifferentismo, nella casa dì Cataldo si respirava invece un aria tutta piena dì
amore verso Dio e dì carità verso il prossimo. I genitori
insegnavano al piccolo Cataldo, con la
parola e con l'esempio, l'amore alla preghiera, l'abitudine all'ubbidienza, all'ordine, alla mortificazione,
allo spirito dì sacrificio, gli insegnavano a fuggire gli allettamenti delle passioni e a dominarle. Si
premurarono di dargli una salda istruzione, sicché il giovinetto, a misura che cresceva negli anni,
cresceva altresì nella virtù e nella dottrina, tanto da destare l'ammirazione e l'affetto dì quanti lo
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avvicinavano.
Docile ed ubbidiente con i genitori, premuroso e diligente nell'adempimento dei
suoi doveri dì discepolo, caritatevole verso i bisognosi, egli fece della purezza la sua prerogativa
indivisibile e la conservò con la preghiera, con la meditazione, con la lettura dei libri santi, con la
mortificazione dei sensi e con devozione a Maria Santissima. Essendosi dato con ardore agli studi
delle lettere e delle scienze, nonché della Sacra Scrittura, fece in breve rapidi progressi, e diventò uno
dei più celebri dottori della regione e dcl suo tempo.
Dottore in Lismore
La città dì Lisrnore, che oggi conta trentamila abitanti, situata a pochi chilometri dal fiume
Blackwater, era diventata un centro di studi che si distingueva dagli altri di tutta l'isola come quello
che più aveva risentito dell'influsso del Cristianesimo. Il nostro Cataldo, tra i 20-25 anni, di bella
presenza, di maniere distinte, d'animo nobilissimo, di un casato illustre, ricco d'ogni bene di fortuna
e fornito soprattutto di smagliante
ingegno, attrasse l'attenzione di tutti. Li aveva iniziato i suoi
studi superiori, e li aveva, non dirò compiuti, perché lo studio, la ricerca ansiosa del sapere non ha
mai termine, ma intensificati ed estesi. Con il suo vivido ingegno e con la sua infuocata parola, aveva
creato attorno a sé una larga corrente di simpatia. ln quella università egli cominciò ad insegnare. Il
suo nome correva di bocca in bocca ed era in quella contrada il più amato e rispettato di quei
tempi.Attratti dalla fama del suo sapere accorrevano moltissimi dal Galles dalla Bretagna, dalla Scozia,
dalla Germania e da tutte le terre vicine, mentre intorno dominava il paganesimo con l'eresia del
Pelagianesimo. Il Papa Celestino 1°, come successore di San Palladio mandò San Patrizio, persona che
conosceva benissimo la lingua e i costumi di quelle popolazioni. Infatti nel 432 una nave approdava
nel golfo di Dublino, e da essa sbarcava il vescovo San Patrizio rappresentante o delegato del Pontefice
di Roma il cui nome risuonava glorioso e benedetto tra i cristiani dell'isola e temuto dagli idolatri cd
eretici della regione. Giunse agli orecchi di Cataldo la notizia dell'arrivo di colui che veniva in Irlanda
con la pienezza del sacerdozio, con l'aureola della scienza e della santità, con una missione datagli
dal Pontefice di Roma. Allo stesso tempo agli orecchi di Patrizio erano ben presto giunte notizie sulla
dottrina e sui meriti di Cataldo, della sua pietà e dell'apostolato che esercitava con il suo insegnamento.
Nacque naturalmente in ambedue il desiderio di incontrarsi, di conoscersi
personalmente, in una
parola d'intendersi. I Santi si comprendono tra loro. Cataldo pur godendo dei più alti onori a causa dcl
suo insegnamento, pensava che a nulla giova la dottrina, la cognizione di tutte le scienze se esse,
con sincero affetto e pietà, conducessero a Dio; perciò ripeteva
inquieto
è il nostro cuore finché non riposa in te".
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sovente con Sant'Agostino:
Patrizio, a sua volta, per interna rivelazione, mosse alla ricerca di Cataldo. E l'incontro avvenne.
Patrizio conobbe in Cataldo un giovane cristiano fornito di grande dottrina, di meravigliosa attività.
Pensando alla grande attività che il Professore dell'università di Lismore aveva procurato
Cristianesimo, lo confermò nella fede e poi lo arruolò nel numero degli ecclesiastici
al
e lo ordinò
sacerdote. Fondò, in seguito, una comunità di ecclesiastici s u cui pose a capo Cataldo. Da
allora Cataldo si disse apostolo di San Patrizio. Dopo aver assicurato il culto religioso di Lismore
e in tutta la contrada, affidandone lo sviluppo a Cataldo, Patrizio si recò nelle altre province
per diffondere il Vangelo, per combattere
il Pelagianismo e stabilirvi il clero e la gerarchia.
Patrizio fondò molti monasteri, tra i primi, il monastero di Sabal nell'Utonia.
Vita di apostolato di San Cataldo
Cataldo, sorretto com'era dalla grazia, con la guida e con l'esempio di un si gran maestro, posto
all'altezza della dignità sacerdotale, non solo poté rivolgere tutto il suo animo al culto e all'imitazione
di Gesù Cristo, ma poté altresì dedicarsi alla diffusione del vangelo. Con la sua dottrina e con l'esempio
della sua santità, era, come abbiamo detto, un faro luminoso a cui tutti, in quella contrada, rivolgevano
i loro sguardi. Egli alternava le fatiche della scuola che solo i veri insegnanti sanno quanto siano
gravose, con meditazione, con ferventi e fervorose preghiere, con aspre penitenze, con il recarsi nelle
città e sobborghi vicini a raddrizzare il popolo ed istruirlo nelle verità eterne, trascinare le anime in
penitenza e a guidarle per il sentiero della virtù.
Il Signore si compiacque di concedergli di confermare con stupendi miracoli la sua predicazione,
così anche la chiesa poté contare su di lui.
San Cataldo costruisce una chiesa in onore di Maria Santissima - Suoi primi
miracoli
Si era da poco celebrato il IV concilio di Efeso (anno 431) durante il quale si era condannata l'eresia
di Nestorio e si era affermato di onorare la Madonna madre di Dio e madre di Gesù Cristo. Era
naturale che tutta la cristianità, stigmatizzando l'eresia, solennizzasse in molteplici maniere il trionfo
di Maria.
Cataldo, dunque, ardendo di devoto affetto verso la gran madre di Dio, esortò il popolo di Rachan a
fabbricare una chiesa in onore dell'Immacolata madre dcl Signore. Si pose, quindi, mano a scavare
le fondamenta, con molti operai addetti ai lavori. Egli stesso con cristiano ardore, quando le molteplici
occupazioni del suo ministero glielo consentivano, prendeva il piccone e il badile e lavorava insieme
agli operai.
Una mattina un giovane addetto ai lavori
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di scavo per un franamento
avvenuto,
rimase sepolto dalla terra e dalle pietre, da cui alcuni operai accorsi sul posto lo estrassero
semivivo. Il padre del giovane appresa la notizia del mortale infortunio, corse sul posto per
rammaricarsi con Cataldo, perché perdeva il suo unico figlio, sostegno dei suoi anni, e per implorarne
la guarigione. Il Santo sacerdote era in quel momento lontano, per gli uffici del suo ministero nelle
campagne vicine. Che fare? Il desolato
padre si reca immediatamente presso la piccola fonte
formata dalla pietra che, come abbiamo detto, aveva ricevuto l'impronta della testa dcl Piccolo
Cataldo, e per i meriti del Santo era diventata miracolosa. Ma avendola trovata asciutta, in preda a
ovvio dolore, ritornò presso suo figlio, il quale intanto aveva esalato l'ultimo respiro. Tornato a sera
dalle opere dcl suo ministero, Cataldo trova il corpo senza vita del giovane operaio con accanto il
padre, che con le lacrime agli occhi lo supplica di restituirgli
la vita. Cataldo a quella vista
mosso da pietà, prende per mano il giovane e, alzando gli occhi al cielo, dopo una breve orazione, lo
restituisce vivo al padre. Così le fatiche di dolore del vecchio padre e dei presenti, diventarono lacrime
di gioia.
Morte dei genitori
San Cataldo costruisce una nuova chiesa
Morirono a Rachan prima il padre e poi dopo qualche anno la madre, rassegnati e carichi di buone
opere, che diedero ad essi giusta speranza di mercede eterna. Cataldo vedendosi sciolto dai legami della
carne e del sangue, che erano i più forti, non soffri di lasciarsi incatenare da quelli più deboli, da quelli
cioè delle numerose sostanze lasciategli in eredità. Seguendo il consiglio del Vangelo, vendette tutti
i suoi beni e ne dispensò il ricavato ai poveri, accrescendo, intanto, la stima e la venerazione di tutti
nei suoi confronti. Conoscendo egli quanto sia facile cosa, anche ad uomini santi, lasciarsi vincere
dalla vanagloria, per fuggi re il pericolo si portò a Lismore. Quì infiammato dallo zelo della gloria di
Dio intraprese la costruzione di una nuova chiesa, ed anche in questa occasione volle il Signore, con
un caso meraviglioso, dimostrare quanto avesse caro il servizio prestatogli dal fedelissimo servo.
Cadde infermo di una grave malattia, in uno dei paesi vicini a Lismore, il giovane figlio di un valoroso
soldato. Si ricorse invano a tutti i rimedi della scienza, ma il giovane morì. Gli afflitti genitori,
confidando nella santità di Cataldo, trasportarono sino a Lismore il cadavere e lo presentarono a lui,
pregando perché gli restituisse la vita. Cataldo in quel momento si trovava insieme con gli operai intenti
ai lavori della nuova chiesa. Alla vista di tanto dolore dei genitori e dei parenti che lo supplicavano,
nella sua umanità disse: "Chi sono io che posso risuscitare i morti? Dio solo può fare ciò, perciò a Dio
solo e non agli uomini dovete ricorrere". Ma l'addolorato padre senza perdersi di fiducia, perseverando
nella preghiera, depose il cadavere del figlio presso le fondamenta della chiesa dicendo: "Non mi
allontanerò di qui se non mi farai la grazia". Il Santo allora, anche per dimostrare che non alla sua
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persona, ma al frutto della sua preghiera doveva attribuirsi il miracolo, invita il padre a pregare
fervorosamente e continua a lavorare. Maneggiando il badile fa cadere un poco di terriccio sul cadavere
del giovane. A quel tocco il giovane riacquista tutto ad un tratto la vita e tra la più grande allegrezza e
meraviglia viene consegnato ai genitori. Con il tempo detta chiesa si chiamò di San Cataldo, e dentro
di essa vi era una cappella cd un altare dedicato a Maria Vergine, fatta dipingere dal Santo con
il nome di Madonna Grande.
Gli ostacoli
L'inferno, nemico di ogni bene, non mancò di aguzzare le sue armi contro l'uomo del Signore
che,
con la predicazione, con l'esempio delle sue virtù, con la preghiera, faceva opere tanto vantaggiose
ai cristiani di quelle città e dci paesi vicini.
Nel V secolo buona parte dell'Irlanda era ancora sotto l'influenza della religione druidica, con
sacerdoti druidici, con comunità druidiche. I banditori del Vangelo avevano dunque molti ostacoli
da superare. E che le cose non andassero per niente lisce per i cristiani e per i sacerdoti cattolici
di quei tempi in Irlanda, appare dalla lettera di S. Patrizio diretta ai cristiani soggetti al tiranno
Carotico. Pervenne alle orecchie del Re la notizia dei miracoli del santo sacerdote e dello zelo che
mostrava per la diffusione dcl Cristianesimo. Il Re, preso al desiderio di sapere come stessero le cose
ne richiese al Duca di Meltride. Ma costui, uomo superbo e di pessimi costumi, gli fece credere che
Cataldo sovvertiva le turbe contro gli ordinamenti
politici e le costumanze
del paese, che
aspirava ad abbattere il potere regio e l'ordinamento sociale di tutta la regione e che i miracoli
che Cataldo operava erano da attribuire a sortilegi e a diabolici inganni. Il Re che aveva ancora la
mente ingombra di superstizioni
e forse anche timoroso che un giorno o l'altro l'avrebbe
sbalzato dal trono, dando ascolto al malvagio consigliere, si recò di persona a Lismore, fece
ricercare il Santo lo fece legare con catene e lo fece gettare nel fondo di una oscura prigione e poi
determinò di dargli addirittura lo sfratto
dall'isola. Ma Dio veglia sull'innocente!
Il segno liberatore
La sera il Re andò a letto ma con l'anima in tumulto per quanto aveva fatto contro Cataldo e per quanto
aveva stabilito di fare il giorno seguente. Finalmente riuscì a prendere sonno ma mentre dormiva,
vide nel sogno due angeli. L'uno col volto truce e la spada sguainata lo minacciava dicendo "Troverai
perdono presso Dio se, facendo penitenza dcl tuo peccato, darai a Cataldo il Ducato di Meltride.
Sappi ora, che questa notte stessa l'empio Duca è morto in pena della sua perfidia e dell'empio consiglio
che ti ha dato". Atterrito il Re si svegliò e mentre raccontava alla Regina il sogno che aveva fatto, ecco
che si presenta un messo il quale lo informa dell'avvenuta morte del Duca di Meltride. Maggiormente
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intimorito dall'avvenimento, il Re comanda che immediatamente Cataldo venga liberato dalla prigione
e condotto alla sua presenza.
La liberazione ed il trionfo
Viene Cataldo condotto innanzi al Re con grande sorpresa e meraviglia dei familiari e delle guardie
che lo accompagnavano. Il Re gli va incontro e con le lacrime agli occhi gli chiede perdono dell'ingiusto
trattamento fattogli, lo prega intanto di accettare il Vescovado di Meltride, ossia, secondo l'uso di quei
tempi in Irlanda di fondare una comunità religiosa su cui Egli stesse a capo. Il Santo sacerdote,
nell'ammirare tanta umiltà del Re, gli risponde "Tu, o Re, non hai bisogno del mio perdono, perché
Dio conoscendo i tuoi nuovi sentimenti, già ti ha perdonato. La Provvidenza ha permesso ciò per
umiliare me povero sacerdote, per sperimentare la mia rassegnazione e per preservarmi da ogni
pericolo di vanità e di orgoglio; ma anche per il tuo bene spirituale, o Re.
Quanto poi all'Episcopato, io ti prego di esimermi da tale dignità, perché anche senza tale dignità, io
continuerò con maggior fervore a lavorare ad estendere il regno di Gesù Cristo di cui sono umile
ministro". Il Re, mirando in lui la profonda umiltà e il totale distacco dalle terrene ricchezze, ripeté
a lui il sogno che aveva fatto e, informandolo della morte del Duca, lo pregò di accettare e l'Episcopato
di Racan e il Ducato di Meltride.
Cataldo, piegando il capo, adorò i disegni delle Provvidenza. Il Re con grandi onori lo fece
accompagnare sino alla sua abitazione ed alla chiesa in costruzione. Egli stesso contribuì con il suo
denaro perché in Racan si costruisse una grande chiesa cattedrale con una magnifica casa o convento
che accogliesse il clero alla dipendenza di Cataldo.
San Cataldo Vescovo
Era costume a quei tempi che i vescovi venissero eletti dal clero e dal popolo e poi confermati dal
Sommo Pontefice o da chi ne era delegato; si può facilmente immaginare quale sia stata la gioia del
popolo nel vedere il suo Santo Pastore liberato dalla prigionia e designato dallo stesso Re all'Episcopato
di Racan. Consacrato Vescovo da S. Patrizio, egli attese con grande diligenza alla cura del gregge
da Dio affidatogli. Vedendo poi che la sua chiesa, per le rendite del Ducato di Meltride, era
diventata ricchissima e la diocesi era troppo vasta, fondò in quella provincia - allora detta "di Cataldo"
o anche Cassilenza - dodici vicarie affidate a 12 cooperatori con facoltà episcopale, sotto l'autorità
dcl Metropolita o Vescovo Capo, dando in tal modo ammaestramento ai prelati di quel tempo,
che le rendite ecclesiastiche non dovevano in altri usi applicarsi se non a beneficio della Chiesa e
del clero.
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Mirabile era la sua attività e più mirabile il suo zelo. In questo campo lavorò per circa 15 anni. Avendo
il Santo Pastore ridotta con la sua predicazione tutta la provincia di Racan alla cattolica fede e avendo
insieme con i suoi confratelli condotta a perfezione l'opera incominciata dall'Apostolo S. Patrizio,
rassettate le cose della sua Metropoli, volle, come generalmente si usava a quei tempi, recarsi a visitare
i Luoghi Santi. Vestitosi in abito da pellegrino e accompagnato da parecchi altri e da un suo congiunte
(Donateo) il giorno 28 novembre parte dall'iberia per recarsi a Gerusalemme a visitare la Palestina,
dove il Salvatore operò la salute del mondo.
Nei Luoghi Santi
Il Santo aveva iniziato il suo viaggio alla fine di novembre con l'idea di trascorrere il Natale a Betlemme
e portarsi poi a visitare gli altri luoghi. La nave con i santi pellegrini giunse a Iaffa (oggi Giaffa), la
famosa città fondata da Iafet, il porto di arrivo di tutti quelli che, passando per Alessandria si
recavano in Palestina. Da Iaffa, passando per Sippa, una delle prime città che vennero alla fede per
la predicazione di S. Pietro e per Emmaus, in breve tempo giunse a Gerusalemme. Durante
il
viaggio tra salmi, Inni e cantici, il Santo ricorda ai pellegrini i fatti principali operati dal Signore
in quelle terre: l'Hareb, il Sinai, Rama, Ebron, Nazareth, Betlemme. Parlo della predicazione
di Gesù Cristo e dei miracoli da Lui operati: della istituzione della Santa Eucaristia, della Passione
e Morte, della gloriosa Resurrezione ed Assunzione in Cielo, dell'opera della Corredentrice, la Madre
Sua Santissima Maria Vergine. Con questi
pensieri
e con questi sentimenti, visitò con i suoi
compagni Gerusalemme, Betlemme, Rama, Nazareth, il Cenacolo, l'Orto degli Ulivi, il Calvario,
il Santo Sepolcro .... Passò poi a visitare la Galilea, teatro della predicazione di Gesù e dei più
importanti miracoli, ove raccolse i primi apostoli: Pietro, Giacomo, Giovanni, Matteo e Andrea.
La vista di quei luoghi, lì dove ogni zolla, ogni pietra parla dl Dio, del suo Figliuolo Gesù Cristo, di
Maria Vergine, dei Patriarchi, dei Profeti, faceva nascere ed ingigantire nell'anima di Cataldo quel
desiderio che era già spuntato allorché era in Irlanda, di separarsi interamente dal mondo e seguire
l'esempio degli anacoreti, cioè dì coloro che nella solitudine si elevano a Dio con la contemplazione
delle proprie infinite imperfezioni e per mezzo della Preghiera e della penitenza riuscivano a farsi Santi.
Gli esempi di Paolo, di Antonio, di S. Nilo il vecchio, di Isidoro da Peluno e di altri eremiti della Tebaide. Non si era anche S. Patrizio suo maestro, negli ultimi anni della sua esistenza, ritirato a vita
cenobitica?
Egli pensava di ritirarsi nella Tebaide, nella Siria o nella solitudine del Caucaso. Ma di quanto sono
diversi i giudizi di Dio da quelli degli uomini! Mentre Egli pensava di farsi anacoreta, Dio gli affidava
un'altra missione.
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La visione
Un giorno Cataldo era prostrato sul Santo Sepolcro e pregava perché il Signore gli facesse conoscere
la sua volontà, quando ha una mirabile visione gli pare di vedere nostro Signore in persona il quale
gli dice "Cataldo, recati a Taranto, ove la fede predicata dal mio primo Apostolo Pietro sta in pericolo
di perdersi del tutto. Ti costituisco perciò Pastore di quei popoli che si trovano senza guida. Alle tue
cure raccomando la chiesa tarantina: Vade Tarenum. Vai sicuro, perchè al tuo arrivo l'idolatria diffusa
in quel paese e l'eresia che si propaga saranno estirpate per opera tua". Resta meravigliato e confuso
il Santo per una tal visione: pur tuttavia ubbidiente alla voce del Signore, chiama intorno a sè i pellegrini
che lo avevano accompagnato, li benedice e li esorta a ritornare in Patria; ma essi non vogliono
distaccarsi da lui e lo pregano di condurli con se. Cataldo manifesta loro la volontà del Signore e fa
dolce insistenza perché tornino in Irlanda. Alcuni
di essi si faranno eremiti, altri ritorneranno in
Patria.
Partenza per l'Italia
Vi era nel porto una nave greca che si recava in Italia. Il Santo chiese ed ottenne dal comandante della
nave di essere condotto in Italia. Il cielo era sereno, il mare era calmo, un leggero zefiro gonfiante le
vele di poppa; tutto faceva sperare in un ottimo viaggio. Ma mentre erano in alto mare, San Cataldo,
che era dotato di spirito profetico, disse ai marinai: "Preghiamo il Signore perché un violento tempora
le ci sorprenderà". Ma tardando esso a venire, i marinai che non vedevano in cielo nessuna nube,
nessun segno di nessuna tempesta, cominciarono a non prestar fede e a farsene beffe. Ma ecco
che dopo mezzogiorno tutto ad un tratto il ciclo si abbuia, lampi e tuoni solcano spaventosamente
l'aria, una spaventosa bufera si scatena, alti marosi minacciano d'ingoiar la nave; la furia delle onde
va ad infrangersi ai fianchi di essa allagandola, un gelido sudore scorre sulle membra dei marinai.
La forza dcl vento spezza un'antenna. Un robusto giovine marinaio sale sull'albero per rimediare a quel
danno ma viene buttato giù dalla forza del vento. La caduta fu tale che il povero giovane si fracassò
le membra e spirò fra lo stupore, lo spavento ed il dolore di tutti. Pallidi e tremanti per fa morte che
era loro davanti e vedendo verificata la profezia dì S.Cataldo circa la tempesta, gli si buttano ai piedi
e con le lacrime agli occhi gli dicono: "Servo di Dio, tu che pieno dello spirito del Signore ci presagisti
la presente calamità, deh! Con la tua preghiera liberaci da questo pericolo!". Con benigne parole
Cataldo
li incoraggia, raccomandando loro di avere fede in Dio ed invita i compagni ed i marinai a
pregare... Ed ecco che torna il sereno, il vento furioso si calma ed il mare si rabbonisce; ma egli non
cessa di pregare se non quando vede risuscitato l'estinto marinaio. L'inferno aveva suscitato quella
tempesta per ostacolare a Cataldo l'arrivo in Italia.
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Dio l'aveva permesso per manifestare a quei marinai la sua gloria per i meriti del fedele suo servo.
Dopo parecchi giorni e parecchie notti di navigazione la nave giunse nei pressi di Supia o Lecce in
un porticciolo, Portus Adrianus. Nel territorio di Felline, ora (terra) distrutta, presso Manduria,
incontrò una giovinetta che custodiva le pecore. Il Santo le domandò che paese fosse quello e
quanta
distanza
c'era per arrivare a Taranto. Ma la giovinetta era sorda e muta e quindi non
rispondeva. San Cataldo le restituì l'udito e la favella.
Come la notizia del miracolo si sparse in Felline e nelle campagne circostanti, fu subito un accorrere
ai piedi del Santo per conoscere chi fosse questo pellegrino che aveva restituito l'udito e la favella alla
pastorella. Il Santo predicò ai cittadini di Felline li rigenerò alla Fede coll'acqua del Battesimo. In quella
contrada, presso il fiumicello Bevagna, anche oggi i contadini vi indicano un pozzo che porta il nome
di Pozzo San Cataldo.
Arrivo a Taranto
L'antichissima via medievale che da Manduria conduceva a Taranto, era quella che nella pianura di
Francavilla, incontrandosi con la via Appia che partiva da Brindisi, conduceva a Taranto. Quella fu la
via che percorse San Cataldo nel venire nell'antica capitale della Magna Grecia. Arrivato a Taranto,
trovò alla porta della città un tale, cieco dalla nascita, che chiedeva l'elemosina ai passanti. Il Santo lo
soccorre e poi gli domanda. "Dimmi, o fratello, qual Fede professano i cittadini di questa famosa città?"
"I nostri antenati - risponde il cieco – furono cristiani ma ora pochissimi sono quelli che adorano il
Nazzareno". Ed il Santo: "Se tu con vera Fede crederai in Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo e nella
S.S. Trinità Padre, Figliuolo e Spirito Santo e contemporaneamente nel nome della S.S. Trinità
riceverai il battesimo, io ti assicuro che riceverai la luce degli occhi e della mente". Il cieco
risponde: "Io credo, o signore, a quanto voi dite; affrettatevi a darmi il Battesimo". Il santo prende
l'acqua e lo battezza. Subito il cieco riceve la vista e tutto giubilante grida: "Venite, accorrete, o
cittadini, vedete l'uomo che col Santo Battesimo mi ha dato la vista". Essendo là accorsi moltissimi
cittadini attratti dalla notizia dcl miracolo, il Santo comincia a predicare quel Vangelo che una
volta l'Apostolo Pietro e Marco suo discepolo avevano predicato in questa città. Fu tanta la
meraviglia e l'entusiasmo che destò questo avvenimento tra i presenti e tanta l'efficacia delle parole
del Santo che, senza contraddizione alcuna, tutti abbracciarono la Fede di Cristo. Si sparse la
fama dei miracoli e della santità del nuovo Presule per la città e i villaggi circonvicini. Molti pagani
rinunciarono al culto degli idoli imposti dai seguaci di Giuliano l'Apostata e molti ariani passarono
alla Fede cattolica. La città allora si estendeva, come oggi, sino a Porta Temenide (oggi Montegranaro);
ma egli fece certamente la sua prima predica, dopo la guarigione del cieco, all'ingresso della
città, forse dove oggi è la Cripta del Redentore, a Salito. Ma poi è naturale che facesse centro di
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irradiamento della sua opera missionaria l'Acropoli, ossia la città alta, costruita su una sporgenza
naturale e su uno scoglio circondato da forti mura e dal mare. Non
aveva
anche
San
Paolo
cominciato dall'espugnare gli animi dei sapienti dell'Aeropago, messo su una collina di fronte
all’Acropoli, dedicata a Marte e separata dalla città? Quando si è fatta presa sull'animo di coloro
che sono al governo della cosa pubblica e sull'animo dei Comandanti militari, la missione riesce
molto più facile.
E San Cataldo aveva due cose con sé: una naturale, la dottrina congiunta all'eloquenza; l'altra
soprannaturale, comunicatagli da Dio: i miracoli. L'Acropoli di Taranto, a quei tempi, ossia ai tempi
della città grecoromana, era quella striscia di terra lunga poco meno di 200 metri, cioè dall'attuale
Corso Vittorio Emanuele sino alla Via di Mezzo che a quei tempi non esisteva. Nell'acropoli,
presso i pagani, vi erano il templi dei numi protettori della città. Ed infatti nell'Acropoli di Taranto vi
erano il Tempio della Vittoria, il Tempio di Minerva, il Tempio di Venere, il Tempio della Pace.
Lì il primo pensiero del Santo fu di trasformare il 'Tempio della Vittoria in chiesa cristiana
dedicandola a Maria S.S. sugli errori ed idoli del paganesimo e sull'eresia di Ario. Come attestato
poi di gratitudine per il felice arrivo a Taranto, seguendo
un'usanza comune a quei tempi,
edificò poco lontano dal tempio dedicato a Maria una cappelletta prospiciente sul mare, in onore
di S. Giovanni che a quei tempi, ed anche oggi, si riteneva e si ritiene protettore contro le tempeste
di mare e di terra, cappellina a cui diede nome di S. Giovanni di Galilea. Più tardi anche il Tempio
di Venere con il Tempio di Diana ed altri templi pagani furono trasformati in chiese cristiane. Cosi
a poco a poco Taranto fu rigenerata dal Cristianesimo. Tra i più eletti neofiti da lui convertiti scelse
i suoi coadiutori ed istituì così il clero. Ordinò sacerdoti, diaconi, chierici perfino nelle borgate e nelle
campagne. Introdusse l'uso, seguendo in ciò l'esempio di Sant'Ambrogio e di Sant'Agostino, di far
cantare dal clero alternativamente nel coro i salmi e gli inni. Istituì case per sacre vergini le quali
erano intente alla preghiera, al digiuno, al lavoro manuale. Esse vestivano, come in altre case religiose
descritte da San Girolamo, abiti modesti, di colore oscuro, con una cintura di lana. Recitavano in casa
i salmi
nelle ore canoniche, nelle domeniche poi e nei giorni festivi si recavano alle chiese ove
assistevano alle celebrazioni dci Divini Misteri in luogo distinto.
In breve tempo il Santo vescovo con la predicazione, con l'esempio della sua vita e coi miracoli,
condusse le città al culto del vero Dio e alla pratica della religione di Gesù Cristo. Egli, a somiglianza
di Sant'Agostino, di cui come San Patrizio seguiva fa regola, viveva in comune con i sacerdoti e con i
novizi che avrebbero raggiunto poi il sacerdozio. Spento nell'animo suo ogni egoismo e sentimento
mondano ardeva solo di amore verso Dio e ogni suo intento mirava alla gloria di Lui, alla diffusione
del regno di Gesù Cristo e alla venerazione della sua Madre Santissima, la Beata Vergine.
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Soccorreva con denaro e con consiglio le vedove, gli orfani, gli oppressi e tutti i miseri. Mantenne
libera e indipendente la Chiesa di Taranto da ogni ingerenza di potere secolare. Attese con zelo alla
predicazione, alla preghiera, e con ogni sollecitudine e carità al Pastoral Ministero. La sua attività di
vescovo non si restrinse solo a Taranto e a quanti da lontano correvano a lui per essere catechizzati,
ma si estese anche nelle città e nei paesi circonvicini e a vantaggio di quelle chiese, che per la malvagità
dei tempi erano prive dei loro pastori. Ardente di zelo per la salute delle anime, egli pareva
moltiplicarsi ed era dappertutto. Dovunque egli volgesse il passo si vedeva tanta gente intorno a
baciargli le mani e il lembo del pallio, per ringraziare di Dio di aver loro inviato un grande apostolo in
quei luoghi. Quanto tempo sia vissuto a Taranto, non si conosce con precisione, forse una ventina
d'anni. Si sa però che mori molto vecchio e che egli governò per lungo tempo la chiesa tarantina.
Morte di San Cataldo
Il secolo V volgeva al tramonto, si era tra il 475 e il 480. L'impero romano d'occidente finiva vilmente
con Romolo Augusto; l'impero bizantino, tenuto prima da Leone che tanti danni arrecò alla chiesa con
l'eresia dei Monofisiti, era passato a Basileo, l'imperatore
e poi all'astuto ed infido Zenone. Sul
trono pontificio sedeva San Simplicio. La chiesa era travagliata dallo scisma di Acacio, patriarca
d'Alessandria, ambedue nemici acerrimi di Roma ed ambedue favoriti e Protetti da Zenone. Cataldo
che aveva per lungo tempo con grande carità e con grande fermezza governato la chiesa di Taranto,
inoltrato negli anni, colpito da grave malattia e sentendosi vicino a morire chiamò a sè il clero e i
principali cittadini tenendo loro un discorso che fu il suo testamento spirituale "E' giunto per me,
egli disse, il tempo di lasciare questo mondo e di andare a godere la patria dei Beati. Sappiate, o fratelli,
che io non a caso approdai in questa nostra città, ma per volontà di Dio. Mentre era in Gerusalemme,
Gesù Cristo nostro Signore si degnò di parlarmi e di comandarmi di venire a ravvivare nei vostri petti
quella Fede che era stata insegnata ai vostri padri da San Pietro e da San Marco, la qual cosa con l'aiuto
di Dio io feci. Non cessai mai d'istruirvi nei precetti divini e di tenervi sempre a me uniti in santa
conversazione. Ho ricordato tutto ciò non per vana ostentazione ma affinché conosciate le singolari
grazie che il Signore vi ha ricolmato servendosi di uno strumento si vile qual'io mi riconosco. Siate, o
figlioli, costanti nella Fede, nella quale siete stati ammaestrati ed osservate i Divini precetti. Ora il
Signore mi rivela che verranno lupi rapaci e cercheranno di strapparvi dal cuore la Fede che io vi ho
predicato, voi però siate forti nel combattimento. Amatevi l'un l'altro e cercate di rendervi perfetti
nella carità. Molte eresie travaglieranno la chiesa di Gesù Cristo, ma poi trionferà e verranno umiliati
e dispersi i suoi nemici. Darete sepoltura a questo mio corpo nella Cappella di San Giovanni in
Galilea, accanto alla cattedrale, con la faccia rivolta ad oriente per aspettare da quale luogo il giorno
della futura risurrezione. "A questo discorso gli astanti non potevano trattenere le lacrime e promisero
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al loro Padre e Pastore che avrebbero eseguito quanto egli loro domandava. Gli chiesero perdono se
qualche volta gli avevano arrecato dispiacere e si raccomandavano alle preghiere. "Noi resteremo
orfani e desolati - dicevano essi - Tu, o Padre Santo assumi nel cielo, presso la S.S. Trinità e la
BeataVergine Maria la protezione di noi tuoi figli e di questa città .. "il Santo Vescovo alzando la
mano disse: "Benedico i presenti, gli assenti, i poveri, i ricchi, gli infermi, i sofferenti, gli afflitti,
i giovani, i vecchi". Poi ricevuti i Sacramenti dell'Eucaristia e dell'Unzione degli infermi rivolti gli
occhi al cielo, congiunse le mani come in atto di preghiera e la Beata anima abbandonava le spoglie
mortali il dì 8 marzo per volare al premio eterno. Il suo corpo fu portato con pompa solenne nella
chiesa, tutto il popolo pianse la perdita del Santo Pastore e per più giorni si recò la folla nel duomo a
piangere e pregare intorno al suo cadavere. Dio si compiacque di glorifica.re il suo servo fedele con
molti
prodigi. Le campane suonavano quasi miracolosamente come toccati dagli Angeli per
accompagnare sino al cielo l'anima beata. Ogni sorta d'infermità e di sofferenza veniva guarita solo
toccando il suo corpo. In tal modo volle Dio glorificare il Santo Vescovo anche dopo la morte.
Composto il corpo in un sarcofago di marmo, venne sepolto nel luogo da lui designato, sotto il
pavimento della Cattedrale. Gli Acta santorum riportano che il vescovo Cataldo "in Domino
obdormivit saeculo septimo ad fìnem vergente", dopo aver retto la Diocesi di Taranto dal 660
a 743.
La città
di Taranto fu distrutta dai Saraceni nel 927 e ridotta a un mucchio di rovine, rimase
abbandonata
per quarant'anni. Poi, a poco a poco, la popolazione cominciò a ritornarvi e a
intraprendere l'opera di ricostruzione. Per tali circostanze si era perduta la memoria del luogo
della sepoltura di Cataldo. Nel 1071, sotto il Vescovo Drogone riedificatore della cattedrale di
Taranto, si ebbe l'invenzione il giorno 10 di Maggio del corpo di S. Cataldo nella Cappella di
S. Giovanni in Galilea, che corrisponde all'attuale battistero e il escovo lo collocò onorevolmente
nell'urna primitiva sotto l'altare maggiore della nuova cattedrale. In tale occasione si compirono
quattro grandi guarigioni miracolose.
Nel 1107 il Vescovo Rainaldo compì una ricognizione delle reliquie e ricompose in un'altra urna,
senza toglierle dall'altare maggiore. Nel 1151 fu fatta fa traslazione delle ossa del Santo dall'altare
maggiore alla cappella speciale fatta costruire dall'arcivescovo Giraldo, cappella corrispondente al
vestibolo dell'attuale cappellone.
In tale circostanza, in cui avvennero nuove numerosissime guarigioni di paralitici, ciechi energumeni,
epilettici, scrofolosi, fu riaperta l'urna del Santo e le sue reliquie furono poste in una nuova urna
d'argento, con una croce d'oro ricca di gemme1.
1
Sintesi realizzata dal testo del Sac. Prof.re Andrea Martini: "Vita di San Cataldo Vescovo e protettore di Taranto"
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CORONCINA IN ONORE DI S. CATALDO
recitata Cagliano Costelferrato
1) O nostro fedelissimo Patrono S. Cataldo, la cui nascita fu preannunziata da una fulgidissima stella.
Voi che nell'infanzia dimostraste pronostici di gran santità e poi, crescendo con gli anni nel santo timor
di Dio, essendo dotato dei doni dello Spirito Santo, fuggiste gli applausi, godeste dei dispregi avuti,
vestiste poveramente, serviste tutti, non disdegnando gli uffici umili ed abbietti; deh! fate che la nostra
mente resti illuminata dalle verità della fede e il nostro cuore sia docile alla divina grazia, perché
possiamo osservare fedelmente i divini precetti e vivere sempre cristianamente.
Gloria al Padre.
San Cataldo, pio e gran Protettore,
Voi speranza siete e nostro amore
2) O nostro devotissimo Patrono S. Cataldo, Voi che animato di grande zelo per il culto divino,
non solo, rapito dalle virtù della gran Madre di Dio ad onor di Lei innalzaste vari templi e con
affetto di figlio ne propagaste la sua devozione, ma erigeste tanti altari, ordinaste nel vostro episcopio
i divini uffici, infondendo negli animi filiale fiducia nella somma bontà di Dio; deh! fate che
ancor noi, innamorati dalle virtù della Madonna, ne imitiamo gli esempi e ne diffondiamo sempre e
ovunque il culto, certi di guadagnarci, così, l'eterna salvezza.
Gloria al Padre .....
San Cataldo, pio e gran Protettore,
Voi speranza siete e nostro amore.
3) O nostro prodigiosissimo Patrono S. Cataldo, Voi che con la vostra viva fede risuscitaste i morti,
deste l'udito ai sordi, la favella ai muti, la vista ai ciechi, quietasti le tempeste, esentaste le città da
pestilenze, terremoti e carestie, liberando, rame volte, i popoli dai castighi della divina giustizia,
deh! non si arresti giammai la vostra virtù soccorritrice, perché l'anima nostra risuscitata alla
grazia divina, possa vivere lontana dal peccato, amando e servendo Dio, datore d'ogni bene eletto,
per dargli sempre gloria, onore e benedizione.
Gloria a1 Padre
San Cataldo, pio e gran Protettore,
Voi speranza siete e nostro amore
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SUPPLICA
O nostro
gloriosissimo Protettore S. Cataldo, vaso ammirabile, opera eccelsa e sublime della
grandezza di Dio, tesoro d'ogni virtù, terrore dell'inferno, rimedio d'ogni infermità, soccorso d'ogni
bisogno ed avversità pace d'ogni sdegnato cuore, colonna della fede cristiana, pastore vigilante,
apostolo d'lbernia e Taranto, esempio e decoro dei prelati, padre degli orfani, protettore dei poveri,
patrocinio dei navigami e salute delle anime nostre; deh! dal cielo, ove godete felicemente
il
premio dovuto ai vostri meriti eccelsi, volgete i vostri occhi amoroso sulla Santa Chiesa Cattolica,
suscitate, ve ne preghiamo, sante vocazioni al sacerdozio, ottenendoci dal Signore zelanti apostoli che
dilatino e confermino il regno di Gesù Cristo, proteggete sempre la nostra Parrocchia affinché tutti
possiamo vivere da veri cristiani, con la perfetta osservanza della legge di Dio, e coronandoci in vita
di meriti preziosi, veniamo, anche noi, un giorno, alla gloria eterna del santo paradiso. Amen!
Padre, Ave e Gloria.
V) Prega per noi, San Cataldo
R) Affinché siamo degni delle promesse di Cristo!
Preghiamo, Sii propizio, o Signore, a noi tuoi servi, per i meriti di San Cataldo, tuo confessore e
pontefice, perché per sua intercessione benevole, possiamo essere protetti in tutte le nostre avversità.
Per Cristo Nostro Signore. Amen
INNO A SAN CATALDO
1 San Cataldo, fiore di purezza
vero modello di santità e grandezza
immacolato e splendente
come un giglio, tu sei d'Irlanda onore e grande figlio.
Rit.
Noi devoti felici Ti cantiamo,
a Tè, nostro patrono ricorriamo;
Tu sei nostro avvocato e difensore
intercedi per noi presso il Signore
2 Tu, qual astro, la tua luce a noi mostrasti
ai tuoi fedeli la dottrina annunciasti,
l'amore di Dio ci hai mostrato
gli afflitti e i moribondi hai consolato.
Rit.
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Noi devoti felici Ti cantiamo,
a Te, nostro patrono ricorriamo;
tu sei nostro avvocato e difensore:
intercedi per noi pressoil Signore
3 Da divina potenza assecondato
ai morti la vita hai ridonato;
devozione filiale ci insegnasti
a Maria sacro tempio edificasti.
Rit.
Noi devoti felici Ti cantiamo,
a Te, nostro patrono ricorriamo;
1ì1 sei nostro a11Vocaro e difensore:
intercedi per noi presso il Signore
4 San Cataldo, fiore di purezza
vero modello di santità e grandezza
immacolato e splendente come un giglio,
tu sei d'Irlanda onore e grande figlio.
Sia Gloria al Padre e sia gloria al Figlio
e sia gloria allo Spirito Santo
come era in principio, ora e sempre per tutti i secoli nei secoli amen.Amen2.
2
Testo rielaborato su quello recitato a Gagliano Castelferrato Melodia di Angelo Cacciato,liberamente ispirata al Gregoriano.
19
Canto
Cantiamo le lodi
di questo gran. Santo,
Cataldo che tanto
ci ha fatto e ci fa
Insomma Cataldo,
è gran tutelare
e rutto può fare,
la sua santità.
Rit.:
Rit.:
Evviva Cataldo,
Cataldo evviva,
evviva Cataldo e chi l'esaltò.
Evviva Cataldo, etc ..
Acclama sua madre
vedendo già nato
il parto beato,
stupita restò.
Chi chiama Cataldo
con fede verace,
dal serpe rapace
esente ne va.
Rit.:
Rit.:
Evviva Cataldo, etc ..
Evviva Cataldo, etc ..
Noi sempre diremo
con voce giuliva
Cataldo evviva
e chi l'esaltò.
La vita ai defunti,
ai sordi l'udito,
ad ogni ferito
la membra guarì.
Rit.:
Rit.:
Evviva Cataldo, etc ..
Evviva Cataldo, etc ..
In cassa di marmo
il Samo prelato,
Drogone chiamato,
il corpo trovò.
Rit.:
Perché poderoso
in corte celeste
perfìn dalla peste
le genti salvò.
Rit.:
Evviva Cataldo, etc ..
Evviva Cataldo, etc ..
Via, dunque, devoti,
allegri e festanti,
con giubilo e canti
le lodi ogni dì.
Girando paesi
con sommo stupore
si gran Protettore
infermì guarì
Rit.:
Rit.:
Evviva Cataldo, etc ..
Evviva Cataldo, etc ..
Ai ciechi la vista,
ai muti loquela,
di tutti è tutela
il gran protettor
infiamma Cataldo
col tuo santo amore,
accresci l'ardore
al mio freddo cuor.
Rit.:
Rit.:
Evviva Cataldo, etc ..
Evviva Cataldo, etc ..
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Inno a San Cataldo
Fuori dal tempo e fuori dello spazio,
si pone ogni apostolo cristiano,
prodigatosi, senz'alcun timore,
non è vissuto sulla Terra invano.
Il giusto fiorirà come la palma,
come il cedro del Libano germoglia
piantato nella casa del Signore,
nell'atrio del Signore nostro Dio.
E' beato chi teme il Signore
colui che osserva i suoi comandamenti
grande pace e letizia troverà
Egli è la fonte dell'eterna gloria .
Sarà potente la sua. discendenza
benedetta la sua generazione
abbonderà la sua casa di ricchezza
la sua gloria e ricompensa per sempre.
In te, Signore il giusto si rallegra
ed esulta per la Tua grande potenza
tu ascolti la preghiera dcl suo cuore
lo ricolmi di benedizioni.
Cataldo tu al cielo riconduci
le anime devote e dilette.
Tu sei splendido specchio che riflette,
misericordia e amore dcl Signore.
San Cataldo dal cielo ci proteggi
di noi fedeli tu sei padre e ci sorreggi;
ti supplichiamo stai sempre a noi vicino,
salva le nostre anime in cammino.
E' cosa giusta confidare nel Signore
è cosa retta lodarlo e benedirlo
celebrare il suo santo nome
con grande giubilo l'Altissimo osannare.
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CORONCINA IN ONORE DI SAN CATALDO
recitata a San Cataldo (CL)
In nome dcl Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo.
Così sia
Prima preghiera
mio dolcissimo Patrono San Cataldo, voi, che dall'infanzia dimostraste pronostici di gran santità per i
prodigi successi nel tempo della vostra nascita, e poi cresceste con gli anni nel santo amore e timore di
Dio, così ottenetemi che io sia nato in questo mondo, nato per vivere e crescere nell'amore del Signore
e non già per offenderlo; come ancora voi o mio amabilissimo Patrono, che foste dotato dci sette
doni dello Spirito Santo accorrendo presso di voi diverse nazioni del mondo ad imparare ogni
sorta di scienza; insegnatemi o Sapientissimo Dottore la vera scienza dei Santi per così sapere
conoscere e servire Dio.
Padre nostro, Ave Maria e Gloria al padre.
Invocazione
San Cataldo mio Pastore
Avvocato e Protettore
A quest'alma tutta gelo Imparate la via dcl cielo. (1)
Seconda preghiera
O mio Umilissimo Patrono San Cataldo, voi che disprezzando gli onori e le pompe del mondo, fuggiste
dagli applausi e godeste dei disprezzi facendovi vestire povero, servendo a tutti, non sdegnando ogni
sorta d'ufficio più umile per il servizio di Dio, della SS. Vergine e del prossimo, ottenetemi da Dio
un cuore umile, pio e devoto conforme al vostro per così io compiacere nel tempo della mia vita al
supremo Re della Gloria, come ancora, mio Padrone scrivendo, quel libro di Profezie così stupendo
da far restare attonito tutto il mondo, nell'adempimento di esse. Impetratemi vi prego o gran Profeta
per essere assistito dal Divino Spirito, acciò sempre mi illumini, e lui insegni quelle buone insinuazioni
da servire a camminare conforme alle leggi della Divina volontà.
Padre nostro, Ave Maria e Gloria al padre.
Invocazione
San Cataldo mio Pastore
Avvocato e Protettore
A quest'alma tutta gelo
Imparate la via del cielo. (1)
Terza preghiera
O mio bellissimo Patrono San Cataldo, giglio odorifero di purità Verginale, per il quale merito le vostre
ossa come un finissimo avorio, mandano una fragranza di paradiso, implora dal Signore una purità di
mente e del corpo ed un attaccamento simile al vostro amore alla virtù angelica della castità; come
anche per tutti quei prodigi che adoperaste, cioè risuscitando morti, quietando tempeste, liberando le
vostre diocesi dalle tempeste, terremoti e carestie, risuscitate vi prego, o gran santo quest'anima mia
morta nella Divina grazia, quietate le mie sfrenate passioni, liberatemi dalla peste del peccato e da
ogni altro giusto castigo venuto dal Cielo.
Padre nostro, Ave Maria e Gloria al padre.
22
Invocazione
San Cataldo mio Pastore
Avvocato e Protettore
A quest'alma tutta gelo
Imparate la via del cielo. (1)
Quarta preghiera
O mio fedelissimo Patrono San Cataldo, voi che per la salute e bene delle anime a voi commesse non
risparmiaste alcuna fatica, girando paesi, camminando per regni e vegliando notte e giorno per istituirlo
nella santa e vera fede di Gesù Cristo e custodirle dai lupi infernali, degnatevi di vegliare su quest'anima
mia ed anche su questo popolo a voi affidato che non fosse saccheggiato dai comuni nemici nelle
ricchezze dell'anima e dcl corpo; imprimete in tutti i nostri cuori quel culto divino che voi portaste
alla gran Madre Maria fabbricandogli un tempio ed altre chiese per il Culto Divino, ove il vostro clero
stava sempre occupato a pascolare le anime, e voi assistendoci con la mente elevata sempre a Dio, a
contemplare la sua alta bontà, bellezza e grandezza, fate che il mio cuore abbia sempre la mira
solamente a contemplare le cose celesti e Dio sommo bene.
Padre nostro, Ave Maria e Gloria al padre.
Invocazione
San Cataldo mio Pastore
Avvocato e Protettore
A quest'alma tutta gelo Imparate la via del cielo. (1)
INVOCAZIONI
San Cataldo, prega Dio perché ci guarisca dalla più grande infermità: il peccato.
San Cataldo, ottieni da Dio per noi la conversione e il pentimento dei peccati.
San Cataldo, implora per noi presso Dio la guarigione delle nostre malattie fisiche e spirituali.
San Cataldo, esaudisci la nostra preghiera di imitarti nelle tue virtù.
San Cataldo, per i tuoi meriti. Dio Padre ci conceda il dono di amar Lo e di amarci.
San Cataldo, fa che noi possiamo sentire il bisogno di accostarci all'Eucarestia per incontrarci con Gesù
Pane di vita.
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LITANIE
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Cristo ascoltaci
Cristo esaudiscici
Padre dcl cielo Dio
Figlio Redentore del mondo, Dio
Santa Trinità unico Dio
Santa Maria
Santa Madre di Dio
San Cataldo
Vescovo zelantissimo
Guida dei sacerdoti
Nuova luce della Sicilia
Rinnovatore della chiesa
Predicatore instancabile
Vincitore del demonio
Maestro di umiltà
Donatore generosissimo
Specchio di castità
Esempio di penitenza
Amante della povertà
Rifugio degli infelici
Pieno di amore patrio
Protettore di chi spera in te
Aiuto nelle afflizioni
Custode dei fanciulli
Consolatore delle vedove
Aiuto dei malati
Difensore degli innocenti
Vento propizio dei naviganti
San Cataldo avvocato
Santa Maria senza macchia di peccato originale
Agnello di Dio che togli i peccati dal mondo
Agnello di Dio che togli i peccati dal mondo
Agnello di Dio che togli i peccati dal mondo
abbi pietà di noi
abbi pietà di noi
abbi pietà di noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
perdonaci o Signore
esaudiscici o Signore
abbi pietà di noi
S. Il Signore l'ha amato e l'ha arricchito dei suoi doni
A. Lo ha rivestito della Sua Gloria
S. Il Signore sia con voi
A. E con il tuo Spirito
OFFERTA
O Gloriosissimo mio Patrono San Cataldo vaso ammirabile di purità, tesoro d'ogni virtù, terrore
dell'inferno, medico di ogni infermità, soccorso d'ogni avversità, colonna della fede cristiana, Apostolo
d'Irlanda, di Ibernia e di Taranto, esempio e decoro dei più gran Prelati, padre degli orfani, difensore
dei pupilli, provvisore dei poveri, albero della vita, lume dei ciechi, protettore dei naviganti e salute
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delle anime: aiutateci in ogni nostra necessità spirituale e temporale. Noi tutti qual vostro fedele
popolo ricorriamo per aiuto, soccorso, sollievo e difesa alla vostra gran potenza, guardateci con occhio
particolare, allontanate ogni sorta di male che potrà esserci di molestia; vi presentiamo il nostro cuore
per infiammarlo di amore divino. Illuminate la nostra mente per conoscere le verità che ci conducono
nella retta via di un vero cristiano; date fortezza alla nostra volontà per non cadere nelle lusinghe del
mondo, della carne, del demonio; date conoscenza all'intelletto di quelle cose celesti e di quel Dio che
voi sempre amaste e così rettamente camminando avessimo la sorte godervi per l'eternità nel cielo in
compagnia di Gesù e Maria.
Così sia. Amen.
INNO3
1 Cataldo Beato
dal Ciclo a noi dato
,per pura bontà,
deh! senti di noi
meschini pietà.
5 La lucida stella
che apparve sì bella
al nascer di te,
raggiando ogni bene
risplenda su me
2 In questa di pianto
gran valle, o mio Santo;
difendimi tu:
deh! Prega la madre
col figlio Gesù.
6 Ingrato qual sono,
la grazia e il perdono
da Dio che mi ama,
ottieni al mio core
che iniquo peccò.
3 Le voci si meste,
che giungono presto
di me peccator,
accogli benigno
amico Pastor.
7 L'eterno ricetto
oh! quanto l'aspetto
con ansia e piacer;
se reco la Pace
ne vengo a goder.
4 Per te che d'amore
sei padre, e Pastore
che il Cielo ci da
io spero la Pace,
che eterna verrà,
PREGHIERA
O gloriosissimo nostro avvocato San Cataldo, Voi che pieno di celeste carità liberaste con le vostre
preghiere da tanti meritati flagelli le città e paesi da voi protetti, deh! o gran santo intercedete anche
per noi, che fiduciosamente invochiamo il vostro patrocinio. Liberate le anime nostre dalla peste dei
vizi, tenete lontano da noi ogni morbo contagioso e i castighi terribili delta collera di Dio, affinché
possiamo in avvenire con fedeltà e perseveranza amare e servire il Signore in questo breve esilio per
venire poi insieme con voi a lodarlo e benedirlo eternamente nel santo Paradiso. Così sia.
3
Tratto e adattato dal testo a cura della Congregazione di San Cataldo net 1500 della sua fondazione 1841 -1991)
25
PREGHIERA A SAN CATALDO
Glorioso San Cataldo, nostro Patrono e Protettore, noi ammiriamo in te la forza della fede e l'ardore
missionario di propagarla e testimoniarla, non risparmiando sacrifici e fatiche.
Ti preghiamo di ottenere anche noi una fede gioiosa e generosa così che Dio diventi sempre più l'unico
amore della nostra vita.
Glorioso San Cataldo, nostro Patrono e Protettore, i nostri padri ti hanno invocato come scudo
efficacissimo nelle grandi calamità e avversità, soprattutto la guerra e il terremoto, la siccità e la carestia
e sempre hanno sperimentato la tua intercessione.
Ti preghiamo di estendere anche ai nostri giorni tale protezione.
Glorioso San Cataldo nostro Patrono e Protettore, continua a benedire la nostra comunità parrocchiale.
Concedi ai cristiani e agli uomini di buona volontà di cooperare concordemente al bene comune così
che la nostra parrocchia progredisca nella giustizia libera da ogni violenza ed egoismo, pronto a servire
la vita e a promuovere ogni iniziativa di bene.
Amen.
Santa Messa tratta dal Messale della Diocesi di Taranto celebrata nel giorno della festività di San
Cataldo
10 maggio
SAN CATALDO,
vescovo e Patrono della parrocchia
Nacque in Irlanda nel VII secolo e fu formato alla celebre scuola di Lismore, fondata da S. Cartango.
Poco dopo divenne vescovo, e compì un pellegrinaggio in Terra Santa. Nel ritorno la nave fece
naufragio presso Taranto. Da allora si fermò in questa città sino alla morte, avvenuta al termine del
secolo, lasciando un caro e perenne ricordo della sua persona e della sua attività apostolica. Da Taranto
e dal!' Irlanda il suo culto si propagò in altre zone. Il suo corpo, rimasto a lungo nascosto in un sepolcro
di marmo, fu ritrovato nel 1094 insieme ad una croce ed un iscrizione con il suo nome.
ANTIFONAD'INGRESSO
Sono diventato ministro della Chiesa,
secondo la missione affidatami da Dio presso di voi.
Noi annunciamo Cristo, istruendo ogni uomo con ogni sapienza.
(T.P. alleluia). Crf Col 1,25.28
Si dice il Gloria.
COLLETTA
O Signore onnipotente e misericordioso,
che hai illuminato i nostri padri
con la predicazione dcl vescovo San Cataldo,
donaci di manifestare sempre con le opere
la fede che ci onoriamo di professare.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
26
Oppure
Sii propizio, o Signore, a noi tuoi fedeli per i gloriosi meriti del beato Cataldo, tuo confessore e
pontefice, per essere sempre difesi da tutti i pericoli per la sua pia intercessione.
(Fuori della città si omette la prima lettura)
PRIMA LETTURA
Vegliate su tutto il gregge
Dagli Atti degli Apostoli
20, 17-18.28-32.36
In quei giorni, Paolo da Mileto mandò a chiamare subito ad Efeso gli anziani della Chiesa. Quando
essi giunsero disse loro: "Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo
vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata col suo sangue.
Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino
in mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. Per
questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime
ciascuno di voi. Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e
di concedere l'eredità con tutti I santificati". Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò.
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE
Salmo 116
R. Proclamerò, Signore, la tua salvezza.
Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria. R
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà dcl Signore dura in eterno. R.
SECONDA LETTURA
Obbedite ai vostri capi. Pregato per noi
Dalla lettera agli Ebrei
13, 7.17-18.20-21
Fratelli, ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando
attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Obbedite ai vostri capi e state loro
sottomessi, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano
questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi. Pregate per noi, poiché crediamo
di avere una buona coscienza, desiderando di comportarci bene in tutto.
Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di
un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la
sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei
secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio.
27
SEQUENZA
La lingua con fervore
induci a celebrare;
le lodi del Signore
vogliamo proclamare.
Cataldo santo e pio,
per Te lodiamo Dio.
Della fede testimone
con zelante carità
a noi mostri,
o gran Pastore
celestial benignità.
Ti preghiamo con ardore,
nostro santo Protettore.
Ci proteggi con virtù
e ci guidi con l'esempio;
Padre buono, da lassù
converti il reo e l'empio.
Ami il giusto ed il virtuoso
o Patrono generoso.
Dal dubbio ci difendi
con grazia e con pienezza;
la fede in noi riaccendi,
per raggiunger la salvezza.
Tu che sei Padre speciale
dacci il cibo celestiale.
Sommo fior di santità
disperdi il tentatore
scacci ansia e avversità:
sei gran consolatore.
Tu sostegno. e protezione,
sei per noi benedizione.
Accogli voti e offerte,
o nostro intercessore;
con animo solerte
presentali al Signore
che benigno a noi darà
beata eternità.
Per Te tutto ci è donato
nella febbre, guarigione;
il dubbioso è illuminato
nella giusta direzione.
A Te offriamo i nostri voti
noi fedeli tutti devoti.
CANTO AL VANGELO
Gv 10,14
R. Alleluia, alleluia.
Dice il Signore: io sono il buon pastore; conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.
VANGELO
Il buon pastore offre la sua vita per le pecore
Dal Vangelo secondo Giovanni
10,11-16
In quel tempo, Gesù disse: "lo sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il
mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo,
abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa
delle pecore.
28
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce
me e io conosco il Padre e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di questo ovile;
anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo
pastore".
Parola del Signore.
SULLE OFFERTE
Accogli, o Signore, il sacrificio che il tuo popolo ti offre
Nella solennità (festa) di San Cataldo, a lode della tua gloria,
e fa che diventi per noi sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
Oppure
TI preghiamo, Signore: fa che le offerte
che facciamo al tuo nome,
per l'intercessione dcl Beato Cataldo,
giovino per espiare i nostri peccati e per essere difesi.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Dice il Signore: Andate in tutto il mondo
E predicate il Vangelo;
io sono con voi tutti i giorni,
sino alla fine del mondo.
(T.P Alleluia) Mc 16, 15; Mt 28,20
DOPO LA COMUNIONE
La partecipazione ai tuoi sacramenti,
Signore Dio nostro, alimenti in noi la fede
che gli Apostoli ci hanno trasmesso,
e che san Cataldo ha servito con amorosa dedizione.
Per Cristo nostro Signore.
Oppure
Dona a noi o Signore, il tuo santo aiuto che ci liberi dai peccati
per l'intercessione e per i meriti del beato Cataldo.
29
C'un fascu 'i luci
C'um fasci 'i luci
supra la to'casa
mentri a matri tua
tipartureva
mustrava a tutti
u Signori
a to' rannizza.
Nell'annu quattrucentu
o pocu dupu
ne 'na collina
comu di smeraldu
nell'isola d'Irlanda
virdi e frisca
stava un castellu
e ddà
duj sposi giuvaneddi
Eucu e Aclena
c'amavanu la Fidi
e u Ranni Patri.
E Tu Cataldu
u figliu binidittu
di la to' terra
stidda tralucenti
e di tanti autri ancora
assai luntanu.
Avevi pochi jorna
bammineddu
e a matruzza tua
mureva.
E Tu pi manu du Signuri
comu p'accarizzarla
allungavi i manuzzi
e la vasavi
Ed eccu l’occhisoj
rapirsi àrreri.
E n'autra vota
ammenzu u to'jucari
cadevi
sbattennu 'nte 'na petra
la tisiuzza
e ddu maduni
di cira addivintava
comu 'na [untanedda.
E l'acqua
ca poi
si cci coglieva
comu a Tia
biniditta e santa
sanava di malanni
a cu a tuccava.
Cridevi
ne l'Amuri
'ntà preghiera
'ntà carità.
pi cu
un n'avìa nenti
e 'ntà purizza
di l'arma tua
e a menti
lu Verbu di Diu
studiannu e amannu
a Matri 'i tutti matri.
Già vola
a lo' parola
n'ogni parti
e l'Amuri di Cristu
ca Tu duni
a cu t' incontra
a cu ti canusci.
E duni a vita
a cu l’avia pirdutu
a vista e la parola
a cu un ci l’havi.
E grazia dopu grazia
ti concedi
di fari lu Signori
purtannu a Iddu
cori già 'stutàti
o comu cannileddi
all'ultima faida.
E mentri 'n on viaggiu
'n Terra Santa
visitavi e vasavi li posti
di la vita e la Passioni
du' Signori
'na vuci ti diceva
A Tarantu Cataldu
ti nna jri
la Fidi
ddà si sta pirdennu.
Meravigliatu e confusu
Tu gran Santu
cali a testa
e parti.
E 'ntò ternari la navi
ca ti trasportava
e leggia leggia
vulava 'ncapu l'ondi
T'abbrazzanu ti vasanu
li fuddi
toccanu i to' vesti
ringrazianu u Signori pi stu regalu
'n on mari.
e un celu
fattu di zaffiru
si trova
30
d'un corpu
'n on gran scuru
e lampi
e trona
e ventu
'na gran timpesta
si scatina
furiosa l'acqua
trasi a tutti banni.
Un marinaiu
mori
tra lu scantu
li vrami
e lu terrori.
E Tu servu di Diu
cu' to' pregari.
ddu finimunnu
femi
e tuttu torna calmu
e respira
e rapi l’occhi
u giuvineddu
ranni
I'Amuri
ca porti è novi genti
e pridichi
vattji
porti la Fidi
a cu nun la canusci
e a cu nun l'havi
a luci
a l’occhi
e à menti.
l'arma tua santa
accunpagnanu
a lu Patri.
E dormi Tu
serenu
gran. Cataldu
e puru nuj
a Enna
ti cantami
li lodi
pi la via Tua
splendenti
meravigliusu principi di
Cristu
arma lucenti
comu u suli
e i stiddi
c'Amuri
Amuri
Amuri
hai datu
e dunni
cu dda gran fidi
c'a tutti
ni straluci
comu
nascevi Tu
c'un fasciu 'i luci.
Giuseppina Macaluso
di ranni carità sintennuti
poi a la fini di to'jorna malatu
e chjinu d'anni
ò to' capizzu
chiami cu ti ama
dicennu ca l'Amuri
e la gran Fidi
hannu a ristati sempri
ne lu cori
e a tentazioni nun havi
a cumpariri
e dopo chistu
chiudi l'occhi e mori
chiaunginu e preganu
tutti 'ntunnu a tia.
Un sunari 'i campani
ne lu celu
comu di Angili
tuccati
31
Chiesa San Cataldo, Enna:
" Tra arte e storia"
Entrando dalla porta principale partendo dal lato sinistro è possibile vedere:
• acquasantiera del XVI sec. di ambito siciliano;
• fonte battesimale del 1473 di Gagini G.;
• dipinto del Battesimo di Gesù del 1889 di Carmelo Giunta;
• dipinto dell'Adorazione dei pastori del XVII sec. di bottega siciliana;
• dipinto della Sacra Famiglia con San Gioacchino e Sant'Anna del sec.)(V]J di bottega siciliana
• dipinto dell'Assunzione della Madonna del 1636 di La Manna G.;
• dipinto di San Cataldo in trono del 1595 di Alvino G.;
• l'altare maggiore del XVI.II sec. delle maestranze siciliane;
• il crocifisso dipinto del XVI sec. di bottega siciliana (ai quattro lati: Madonna Addolorata, il
pellicano che imbocca il piccolo, San Giovanni E., Santa Maria Maddalena) ;
• icona marmorea del 1562 di ambito gaginesco con diverse figure e scene, ad esempio il Padre
benedicente, l'Annunciazione,
la Madonna con il bambino, San Cataldo, San Biagio, San
Girolamo Sant'Onofrio e i dodici Apostoli. La scritta sull'Eucaristia: "lo sono il pane vivo disceso
dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per
la vita del mondo" (Gv, 6,51);
"Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli Angeli: dal ciclo hai offerto loro un pane pronto
senza fatica pieno di ogni delizia e gradito ad ogni gusto" (Sap 16,20);
• icona marmorea dcl XII sec. di bottega siciliana con varie scene: l'ultima cena, quadri della
Via Crucis, i quattro evangelisti, i quattro profeti, la Risurrezione e l'Ascensione;
• dipinto di Gesù deposto dalla croce del XVIIl sec. di bottega siciliana;
• ricostruzione della grotta di Lourdes del 1939 realizzata da due artigiani ennesi, Luigi Severino
Giarmanà e figlio;
• Statua di San Giuseppe del XIX sec.;
• acquasantiera dcl XVIII sec. delle maestranze siciliane;
• tronetto in argento per l'esposizione del SS. Sacramento del 1749 di bottega palermitana {nella
cappella);
• dipinto della Pietà del 1748 di Cioui F. (nella cappella del SS. Sacramento).
32
In parrocchia è stata allestita una sala-museo dove sono esposti paramenti suppellettili per uso liturgico
e pezzi di argenteria di notevole valore artistico e storico; essi sono messi gratuitamente a disposizione
per le visite dei fedeli e dci turisti. Nel presbiterio vi si trovano due opere d'arte di pregevole valore
artistico progettate e realizzate da artisti ennesi realizzati nel 1998. Sopra la porta centrale è collocata
una vetrata
istoriata
progettata dal Prof. Alberto Cacciato; l'ambone e l'altare da lui progettati
sono stati realizzati assieme al Prof. Gesualdo Prestipino e al Prof. Mario Termine.
Nella vetrata istoriata viene trattato il tema della luce come genesi delle cose e dell'universo.
La luce che affiora dalle acque determinando la linea d'orizzonte, metafora della grande suddivisione
del cielo e della terra e del dualismo corrispondente immanenza - trascendenza, vita pratica e riflessiva.
Solo con la luce e tramite le sue rivelazioni è possibile cogliere gli aspetti e le forme della realtà, delle
verità
oggettive, materiali, del cosmo e della natura, per approdare, quindi, ai molti supremi della
ragione e dei sistemi di vita armonici e compatibili con le strutture del Creato.
Il materiale usato per l'ambone è legno di acero che dà il senso della luminosità e della trasparenza:
un richiamo al Salmo 118,105 "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino". Il
taglio in obliquo è orientato verso la Mensa eucaristica ad indicare il volo dell'aquila verso l'alto
e il concetto che la parola di Dio prepara l'anima a ricevere l'Eucarestia.
L'altare è stato realizzato in legno di mogano, legno pregiato che vuole essere simbolo della preziosità
della mensa che accoglierà Cristo. La base è costituita da piani di legno sovrapposti
e di forme
diseguali, a rappresentare la natura dell'uomo contorta a causa dcl peccato originale e incline al
male. Cristo incarnandosi, assume questo uomo per trasformarlo e farlo diventare della sua stessa
natura divina. Tale trasformazione
avviene
nel momento della consacrazione; al fine di rendere
di più immediata percezione questo concetto, la Mensa è costituita da un'unica lastra di vetro. Al
centro è ricavato un incavo che simboleggia il fonte battesimale dove l'uomo viene rigenerato nel catino
è posto un seme dischiuso, ad indicare che la vita dell’uomo unita a Cristo porta frutti abbondanti di
virtù.
Da ricordare infine, che nel 2008 è stato realizzato l'impianto elettrico delle campane, ripristinando
il suono delle campane già esistenti. Nella campana nuova è stata incisa la frase ricavata dalla
Bibbia: "I cantori usavano cembali di bronzo per il loro suono squillante dinnanzi all'arca di Noè"
(I° Cronache 15).
33
Poemetto religioso in forma di
Sacra Rappresentazione
Testo poetico di
Angelo Cacciato di Enna
34
L'epoca antica ormai sta per finire
1
All'inizio dell'anno quattrocento
l'epoca antica ormai sta per finire
l'umanità fa acquisto di un portento
che il mondo intero poi farà stupire.
Nasce in Irlanda (o Hibernia dei Romani)
un nuovo vanto per i cristiani.
2
Tra il paganesimo e l'idolatria
L'isola è immersa nel più oscuro errore,
domina di Pelagio l'eresia,
il popolo abbisogna di un Pastore;
di quella vera fede e civiltà
che illumina l'intera umanità.
3
U nostro Dio, sapiente giardiniere,
l'Irlanda volle allor privilegiare
per diffondere la sua vera fede
in quei dintorni ed in terre più lontane.
Ai pressi di Lismor nasce Cataldo
zelante apostolo e di Cristo araldo.
4
Privilegiato fu appena nato:
risplende una gran luce nel suo tetto
segno evidente di un futuro santo
dal Signore amato e prediletto.
Apostolo sarà tra i più sapienti
e gran maestro di straniere genti.
Dalla divina grazia prevenuto
5
Dalla divina grazia prevenuto,
già pochi giorni dopo essere nato,
per la madre è conforto e grande aiuto
che, in fin di vita, ha il cuore angustiato.
Dà un bacio alla povera Alcmena:
la fa tornar in vita e la rallegra.
6
Il piccolo Cataldo un dì giocando
cadde a terra con tonfo assai violento,
il suo capo bruscamente urtando
su una pietra che, prodigioso evento,
l'impronta ricevette a tal maniera,
resasi molle ancor più della cera.
7
La pietra dai devoti fu raccolta
e come monumento in devozione,
con viva fede al ciclo venne esposta
35
per convogliare pioggia di aspersione.
L'acqua raccolta in questa cavità
risanava da ogni infermità.
8
"Flos pudicitiae", giglio di candore,
dai genitori fu educato alla pietà,
alla vera dottrina con ardore
in un cammino di fede e carità.
Mentre fuori si scatena l'eresia,
nella sua casa c'è amore e cortesia.
9
Estraneo sempre alla vita mondana,
si ritirava in preghiera e meditava,
con viva devozione mariana
le scienze e le Scritture studiava.
Essendo ormai celebre dottore,
avrà presto una carica d'onore.
10
A Lismore Università è impegnato,
a vent'anni comincia ad insegnare;
è il giovane più amato e rispettato
che suscita stupore col suo fare.
A seguir le lezioni, i suoi sermoni
tutti accorrono in massa dai dintorni.
Giunse a Dublino il Vescovo Patrizio
11 432 correva l'anno
giunse a Dublino il Vescovo Patrizio
lì inviato dal Pontefice Romano
per debellar l'eresia ed ogni vizio.
Patrizio cercò il giovane ventenne
per volere di Dio l'incontro avvenne.
12 Intuì il suo carisma San Patrizio,
la sua dottrina, la sua mente sana;
con la pienezza del suo Sacerdozio
lo confermò nella Fede Cristiana.
Tra gli ecclesiastici poi lo annoverò
e Sacerdote, quindi l'ordinò.
13
Così il discepolo di San Patrizio,
intuisce qual'è la sua missione
salvar le gemi, questo è il suo uffizio
col buon esempio e la predicazione.
Da allora fece solo ciò che è bene
proprio così, come ai santi conviene.
14 Alternava con la meditazione
le sue lezioni ed il suo insegnamento
profondeva la sua illuminazione
36
ad ogni anima afflitta da sgomento
e con l'esempio della santità
le genti convertiva in quantità.
Volle onorarla Madre del Signore
15 Anno trentuno, il Concilio efesino
condannando di Nestorio l'eresia,
proclamò Cristo uomo e vero Dio
e figlio della Vergine Maria.
Cataldo volle con filiale amore
onorare la Madre del Signore
Giunse a Dublino il Vescovo Patrizio
16
E così ardendo di devoto affetto,
le costruì una chiesa in suo onore.
Insieme agli operai in quel progetto,
lavorò egli stesso con vigore.
ln pochi giorni la Madre Immacolata
vide lo chiesa a Lei consacrata.
17 Ma l'inferno, nemico di ogni bene,
si scatena contro il servo dcl Signore con le sue insidie,
tentazioni e pene volendo trascinarlo nell'errore.
Ma veglia Dio a difesa dei suoi figli
e i suoi devoti scampa dai perigli.
In Quella notte un Angelo splendente
18 Dai suoi miracoli il re incuriosito,
chiese notizia al Duca di Meltride
che superbo, altèro e risentito
di sortilegio lo accusò oltre a ogni dire.
Il re, accecato da superstizione,
fece rinchiudere il santo in prigione.
19 Ma nella notte il re mentre dormiva,
vide in sogno un Angelo splendente
che a spada sguainata lo avvertiva:
"Cataldo è saggio, giusto e sapiente
e il malefico Duca è morto ormai;
il suo ducato a lui m cederai".
20
Appena il re dall'incubo svegliato,
il suo sogno alla regina raccontava,
giunse all’istante un rnessagger
fidato che la morte del duca confermava.
Il re vuole Cataldo in sua presenza
e lo fa liberare con urgenza.
37
21
Gli chiede scusa per il suo operato
con grande cortesia cd umiltà;
di Meltride gli offre il ducato
per fondare una sua Comunità.
Ma Cataldo rifiuta quel favore:
vuol servire Dio col suo fervore.
22 Il re colpito da cotal distacco,
insiste con regale dignità:
gli racconta il sogno da lui fatto
e come il Duca è passato all’aldilà.
Vedendo il segno della Provvidenza,
Cataldo accetta con umil riverenza.
Vescovo da San Patrizio consacrato
23 Vescovo da San Patrizio consacrato,
una vasta diocesi fondò,
con cura attese al nuovo apostolato;
per circa quindici anni lavorò.
Dopo aver ammaestrato tutti quanti,
si recò a visitare i Luoghi Santi.
24 Parte la nave con i pellegrini,
verso l'Oriente per la Palestina;
Cataldo illustra ai suoi concittadini
le verità della nostra dottrina;
nei luoghi dove il nostro Salvatore,
s'immolò per la nostra Redenzione:
La legge di Gesù è legge d'amore
25 "Ci ha riscattato con il suo dolore
ma, morto in croce, il terzo dì è risorto.
La legge di Gesù è legge d'amore:
che rende l'uomo eterno dopo morto.
Anche per noi la nostra salvazione
passa attraverso la crocifissione".
26 Prostrato ai piedi del Sepolcro Santo
si sente perso nella divinità;
invoca Dio con commozione e pianto:
"fu che io compia lo Tua volontà;
a Te per noi immolato con amore
io offro lo mia vita, o mio Signore!"
27 Ed ecco che, in mirabile visione,
una gran luce lo viene a rischiarare
e gli parla cosi nostro Signore:
"in Italia, va' lì senza esitare;
38
a Taranto, proprio in quella sede
ove San Pietro predicò la fede!"
28 Con animo lieto e con coraggio
obbedisce alla voce del Signore.
Saluta i suoi compagni di viaggio
con vera commozione e con dolore.
Tutto dispone per lo sua partenza
con grande amore, zelo e diligenza.
Terribile tempesta si scatena
29 Partì la nave quel giorno di febbraio
ma presso Lecce tempesta si scatena.
Quella gran furia uccide un marinaio
tra il panico di tutti e grande pena.
Ma Cataldo, uomo retto e pio,
raccomanda di avere fede in Dio.
30 I naviganti invita alla preghiera
unico mezzo che ci può salvare
ed anche quando si calma la bufera,
per quel defunto continua a pregare.
lddio, nella sua bontà infinita,
a quell'estinto restituì la vita.
31 Così a Lecce, appena approdato,
verso Taranto a piedi si avvia.
Trova quella città in un brutto stato:
tra paganesimo e idolatria;
ma con miracoli e con santa orazione
la converti alla vera religione.
32 In poco tempo lo jonica città
al cristianesimo fu rigenerata.
Creò il Clero e 1e comunità
e inviò sacerdoti a ogni borgata.
E per le vergini a Dio consacrate,
istituì luoghi e dimore adeguate.
Ora et labora con letizia vera
33 Soccorre con premura e ogni maniera
il povero indigente e il bisognoso.
Ora et labora con letizia vera
con animo cordiale e generoso.
li signore Dio Padre Onnipotente
a mezzo suo santifica la gente.
34 La fama della sua santità
si espande ormai per ogni regione
39
dalle campagne, paesi e città.
chiedono tutti la sua benedizione.
Cataldo prediletto da Dio amato
consola gli uomini e assolve ogni peccato.
35 Da tutti è chiamato ed acclamato
caritatevole, umile e pio.
Gran Sacerdote e Vescovo beato,
ama il suo prossimo cd ama il suo Dio.
Con tutta l'anima, il cuore e i sentimenti
fu esempio speciale a molte genti.
36
Le fatiche, i travagli quotidiani
tra prediche, preghiere e penitenza
le sue parrocchie, i lunghi itinerari
per ottenere la massima efficienza,
la sua salute han tanto minacciato
che ha bisogno di essere curato.
37
Ma i suoi fedeli non vuole rattristare
e continua la sua predicazione
essi lo vorrebbero curare ....
lui li conforta con la benedizione.
Persiste con gran zelo e con ardore
a predicar l'amore del Signore.
Io mi sento vicino al mio Signore
38 Ancor più grave la sua malattia,
il pellegrino non può più camminare;
vuole ricevere l'Eucaristia:
il suo Gesù con sé vuole portare.
Nell'ora estrema Maria, piena di luce,
sente che a sé lo invita e lo conduce.
39 Presso di sé il suo clero fa chiamare:
"io mi sento vicino al mio Signore;
fratelli, ora sta a voi continuare
l'opera Sua, l'evangelizzazione.
Nella lede, vi prego, siate saldi
così come voi foste ammaestrati.
40 Cari diletti miei, asciugate il pianto
è il dì ch'io vi precedo in Paradiso.
La Vergine mi avvolge col suo manto,
teneramente mi accoglie col sorriso.
Con me si rallegri il vostro cuore:
andremo nella Casa del Signore!
.
40
41 Sia sempre retto e santo il vostro agire,
siate perfetti nella carità
per questo io vi voglio benedire,
e la chiesa di Dio trionferà.
Rallegriamoci con inni, salmi e canti
in ciel ci rivedremo tutti quanti."
42 Non appena quell'anima beata
le spoglie mortali abbandonava
lasciando questa terra desolata,
ognuno la sua morte lamentava.
Ma anche morto miracoli faceva
e come sempre, tutti accontentava.
43 Mentre era esposto, lo vollero toccare
un cieco nato e un povero sciancato;
all'improvviso il cieco può guardare
e lo sciancato è presto raddrizzato.
Ma i miracoli che continua a fare
nessuno li riesce più a contare.
Epilogo
44 E tu, fedel, non lo dimenticare,
Cataldo sia il tuo santo intercessore.
La sua saggezza cerca d'imitare
chiedi a lui ogni grazia e ogni favore.
Dio la sua stessa gioia ti darà
e il Paradiso per l'eternità.
45 Adoriamo la Santa Trinità:
ci assiste sempre col suo santo amore.
Ringraziamo la Divina Maestà
con umiltà e con sincero ardore.
Veneriamo la Vergine Maria ...
Evviva San Cataldo e così sia.
Amen.
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Bibliografia
Si possono consultare questi testi e visitare questi siti per ampliare la conoscenza sulla vita del Santo
e sulla storia della Chiesa parrocchiale.
I
Rocco Lombardo: "La Chiesa di San Cataldo a Enna" Editrice 'Il lunario' C/so Sicilia n.91 Enna
II
"Historia Sancti Cataldi" da un manoscritto dcl secolo XVI dell'archivio storico della Chiesa
Madre di Cagliano Castelferrarto a cura di Pietro Scardilli
III Gaetano Alloro: "Storia della Chiesa di San Cataldo" vedi sito: www.parrocchiasancataldo.org
IV Museo di San Cataldo: www.parrocchiasancataldo.org
V Sac. Prof.re Andrea Martirii: " Vita di San Cataldo Vescovo e protettore di Taranto"
VI Fr. Anselmo M. Tommasini o.f m.: "I Sami irlandesi in Italia"
Foto copertina:
dipinto di San Cataldo in trono del 1595di Alvino G.
Testo copertina:
tratto dall'omelia che ha pronunziato S. Cataldo prima della sua morte.
Testo realizzato dal Sac. Vincenzo Di Simone, con la collaborazione di: Paolo La Paglia, Filippo
Borrello, Manuela Greco.
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Approfondimenti sulla vita di San Cataldo e Coroncine