1 Vita di S. Cataldo e devozione in suo onore nella Chiesa di Enna, S. Cataldo e Gagliano C.to a cura di Sac. Vincenzo Di Simone 2 La Chiesa di San Cataldo a Enna La prima pietra, innestando l’immagine d'argento con la figura di San Cataldo fu posta il 10.05.1749 giorno che solennizza a Taranto il ritrovamento del suo corpo. Verso il mille, secondo gli storici, i Normanni introdussero in Sicilia e quindi anche ad Enna la devozione a numerosi santi loro "connazionali" come Martino, Eligio, Liborio, Leonardo e Cataldo. La Chiesa fu elevata a parrocchia in ottemperanza ai dettami tridentini. Fino ad oggi si sono succeduti diciannove parroci compreso il parroco attuale Don Vincenzo Di Simone, nominato nel 01.12.1992 dal Vescovo Mons. Vincenzo Cirrincione. Nel 1987 furono iniziati degli scavi nel pavimento della Chiesa e furono ritrovati un tempietto preesistente, diverse fasi di frequentazione dell'area con uso cimiteriale-religioso, delle cripte destinate alle confraternite, costruzioni di edifici religiosi nei vari secoli fino al XVII secolo Nelle tombe a fossa sono state ritrovate monete aragonesi, manufatti ceramici (crocifissi, piatti, frammenti di anfore, mattonelle maiolicate. L’attuale costruzione ha inglobato tutti questi precedenti siti e attraverso i rinvenimenti ceramici si coglie la continuità storica dell'abitato in quest’area sia come continuità d’uso sia pure come destinazione culturale. Si individua una sorta di fedeltà al sito c h e d a l l ’ e t à classica giunge al mondo cristiano medievale e moderno passando attraverso periodi di continuità e periodi di discontinuità con distruzioni e rifacimenti che si potranno valutare meglio co n lo studio sistematico dei rinvenimenti . Abbiamo pensato di preparare questo libretto per favorire la devozione al Santo titolare della parrocchia, inserendo notizie biografiche della sua vita, coroncine che si recitano presso Comunità la di fedeli a San Cataldo (CL) e a Gagliano Castelferrato (En), inni e canti, una sequenza con il testo originale in latino e una traduzione libera, orazioni tratte dal Messale galliano che si trova nella biblioteca diocesana di Nicosia; la Messa propria che si trova nel Messale della Diocesi di Taranto, un poemetto religioso in endecasillabi composto da un nostro parrocchiano e che ora insegna musicologia all'Università "La Sapienza" di Roma. Vogliamo offrire ai devoti di San Cataldo un sussidio p e r conoscere la sua vita, seguire gli esempi, chiedere di imitare le virtù e ottenere per sua intercessione tulle quelle grazie spirituali e temporali che sono necessarie alla salvezza dell'anima e alla salute del corpo. Il Parroco Sac. Vincenzo Di Simone Enna lì, IO maggio 2009 3 Festa di San Cataldo La vita del Santo Cataldo L’Irlanda l’isola dei Santi Verso il 425 il Pontefice Celestino I mandò in Irlanda il Vescovo Palladio. Questa Missione non ebbe un buon esito per moltissime difficoltà. Ma Dio, giardiniere sapientissimo, si compiacque dì gettare in quella terra il seme di uomini santi, i quali poi, rispondendo alla Grazia, divennero i missionari, gli apostoli, non solo di quell'isola, ma anche di terre lontane al dì là dci mari e degli oceani, per la diffusione del regno dì Gesù Cristo sulla terra, onde quell'isola fu chiamata l'isola dei Santi. Quest'isola fu giustamente assomigliata ad un alveare da cui sciami dì api si recavano altrove a far il miele. Anche San Bernardo scrisse che dall’Irlanda, come da una sorgente inestinguibile, folle dì santi erano scese verso terre straniere. Fra i primi apostoli e missionari nati in Irlanda è da annoverarsi San Cataldo. Epoca della nascita dì San Cataldo Non è noto l’anno in cui nacque San Cataldo, ci sono però alcune circostanze che ci possono far determinare con molta probabilità l'epoca della sua nascita. La prima è questa che egli visse ai tempi dì San Patrizio. Infatti il Colgan, autorevole storico irlandese, enumera duecento suoi discepoli e inserisce al centoventinovesimo posto, nel numero dei vescovi, San Cataldo. L'altra circostanza è questa: esiste nel Duomo dì Taranto un'aurea crocetta benedizionale trovata sul corpo dì San Cataldo il giorno del suo rinvenimento avvenuto il 10 maggio 1051, su cui è scritto con caratteri latini Cataldus. Poiché i suddetti caratteri furono introdotti da San Patrizio, si desume che San Cataldo sia vissuto non prima ma sia a lui contemporaneo o posteriore. Terza circostanza: alla fine del V secolo in Taranto era già stabilita la gerarchia ecclesiastica. Ora tutti sanno che San Patrizio si recò in lr lauda nel 432, ammesso che San Cataldo sia stato conosciuto e poi ordinato sacerdote e poi consacrato Vescovo da San Patrizio tra il 435 e il 440 in età dì 30 anni, possiamo quindi venire a questa conclusione. Gli Acta santorum, invece riporta la data del VII secolo. 4 Nascita di San Cataldo Dodici miglia lontano da Lismore erravi una città chiamata in lingua indigena Rath-cna e presso i latini Rachan. È la città segnata negli atlanti moderni col nome di Rath- Karnmak. Ai piedi di essa scorreva e scorre il fiume Bride. Il castello era abitato da due nobili giovani sposi Euchi Sambiak ed Achlena Milar, i quali ammaestrati nella fede per opera dei missionari o dì cristiani venuti dalla Gallia erano ferventi credenti. La nascita dì San Cataldo fu preceduta e accompagnata da luminosi prodigi, quasi Dio volesse annunziare quale grande apostolo preparasse per l'Irlanda e per Taranto mentre la madre stava per partorire a pparve sopra il suo letto una gran luce, segno evidentissirno del gran lume e dottrina con cui quel Santo che nasceva doveva illuminare il Cristianesimo. Viveva allora a Rachan un uomo dì santa vita chiamato in lingua, irlandese Dino, nella nostra lingua italiana Dionisio, che dotato da Dio dello spirito dì profezia, vedendo quella gran luce prodigiosa, si recò frettolosamente alla casa dì Achlena e le disse: "sta dì buon animo o donna, perché tu partorirai un bambino che nella sua vita sarà il propagatore della vera Fede, l'amore dci genitori e della sua patria, e maestro dl straniere nazioni". A questo prodigio se ne aggiunsero altri riferitesi all'infanzia del bambinello. Dopo alcuni giorni dalla nascita di Cataldo, Achlena si ammalò e morì. Il Piccolo Cataldo, come se già avesse l'uso della ragione, prevenuto dalla Grazia, cioè mosso da quella mano onnipotente che voleva fare di lui un gran santo, si avvicina all'estinta madre tendendo le manine come per accarezzarla e con un bacio la fa tornare in vita. Un altro giorno durante i suoi innocenti trastulli, il piccolo cadde col capo sul pavimento della casa, e la Pietra su cui batté si rammollì come tenera cera, ricevendone l'impronta. La Pietra, in seguito, fu messa a ciclo scoperto dai cittadini devoti, come monumento di devozione e fiducia verso il Santo. Quando pioveva si riempiva d'acqua come rimedio nei casi più disperati e per mezzo di essa venivano risanati da qualunque infermità. I genitori di Cataldo felici di aver ricevuto questo figliolo, pieni di fervore, consci della loro responsabilità, a differenza di quanto si fa oggi in tante famiglie, ove non si pensa che a balli, feste, mode, educarono il fanciullo, sin dai primi anni alla più tenera e soda pietà. Fuori spirava il soffio velenoso dell'idolatria, dell'eresia e dell'indifferentismo, nella casa dì Cataldo si respirava invece un aria tutta piena dì amore verso Dio e dì carità verso il prossimo. I genitori insegnavano al piccolo Cataldo, con la parola e con l'esempio, l'amore alla preghiera, l'abitudine all'ubbidienza, all'ordine, alla mortificazione, allo spirito dì sacrificio, gli insegnavano a fuggire gli allettamenti delle passioni e a dominarle. Si premurarono di dargli una salda istruzione, sicché il giovinetto, a misura che cresceva negli anni, cresceva altresì nella virtù e nella dottrina, tanto da destare l'ammirazione e l'affetto dì quanti lo 5 avvicinavano. Docile ed ubbidiente con i genitori, premuroso e diligente nell'adempimento dei suoi doveri dì discepolo, caritatevole verso i bisognosi, egli fece della purezza la sua prerogativa indivisibile e la conservò con la preghiera, con la meditazione, con la lettura dei libri santi, con la mortificazione dei sensi e con devozione a Maria Santissima. Essendosi dato con ardore agli studi delle lettere e delle scienze, nonché della Sacra Scrittura, fece in breve rapidi progressi, e diventò uno dei più celebri dottori della regione e dcl suo tempo. Dottore in Lismore La città dì Lisrnore, che oggi conta trentamila abitanti, situata a pochi chilometri dal fiume Blackwater, era diventata un centro di studi che si distingueva dagli altri di tutta l'isola come quello che più aveva risentito dell'influsso del Cristianesimo. Il nostro Cataldo, tra i 20-25 anni, di bella presenza, di maniere distinte, d'animo nobilissimo, di un casato illustre, ricco d'ogni bene di fortuna e fornito soprattutto di smagliante ingegno, attrasse l'attenzione di tutti. Li aveva iniziato i suoi studi superiori, e li aveva, non dirò compiuti, perché lo studio, la ricerca ansiosa del sapere non ha mai termine, ma intensificati ed estesi. Con il suo vivido ingegno e con la sua infuocata parola, aveva creato attorno a sé una larga corrente di simpatia. ln quella università egli cominciò ad insegnare. Il suo nome correva di bocca in bocca ed era in quella contrada il più amato e rispettato di quei tempi.Attratti dalla fama del suo sapere accorrevano moltissimi dal Galles dalla Bretagna, dalla Scozia, dalla Germania e da tutte le terre vicine, mentre intorno dominava il paganesimo con l'eresia del Pelagianesimo. Il Papa Celestino 1°, come successore di San Palladio mandò San Patrizio, persona che conosceva benissimo la lingua e i costumi di quelle popolazioni. Infatti nel 432 una nave approdava nel golfo di Dublino, e da essa sbarcava il vescovo San Patrizio rappresentante o delegato del Pontefice di Roma il cui nome risuonava glorioso e benedetto tra i cristiani dell'isola e temuto dagli idolatri cd eretici della regione. Giunse agli orecchi di Cataldo la notizia dell'arrivo di colui che veniva in Irlanda con la pienezza del sacerdozio, con l'aureola della scienza e della santità, con una missione datagli dal Pontefice di Roma. Allo stesso tempo agli orecchi di Patrizio erano ben presto giunte notizie sulla dottrina e sui meriti di Cataldo, della sua pietà e dell'apostolato che esercitava con il suo insegnamento. Nacque naturalmente in ambedue il desiderio di incontrarsi, di conoscersi personalmente, in una parola d'intendersi. I Santi si comprendono tra loro. Cataldo pur godendo dei più alti onori a causa dcl suo insegnamento, pensava che a nulla giova la dottrina, la cognizione di tutte le scienze se esse, con sincero affetto e pietà, conducessero a Dio; perciò ripeteva inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te". 6 sovente con Sant'Agostino: Patrizio, a sua volta, per interna rivelazione, mosse alla ricerca di Cataldo. E l'incontro avvenne. Patrizio conobbe in Cataldo un giovane cristiano fornito di grande dottrina, di meravigliosa attività. Pensando alla grande attività che il Professore dell'università di Lismore aveva procurato Cristianesimo, lo confermò nella fede e poi lo arruolò nel numero degli ecclesiastici al e lo ordinò sacerdote. Fondò, in seguito, una comunità di ecclesiastici s u cui pose a capo Cataldo. Da allora Cataldo si disse apostolo di San Patrizio. Dopo aver assicurato il culto religioso di Lismore e in tutta la contrada, affidandone lo sviluppo a Cataldo, Patrizio si recò nelle altre province per diffondere il Vangelo, per combattere il Pelagianismo e stabilirvi il clero e la gerarchia. Patrizio fondò molti monasteri, tra i primi, il monastero di Sabal nell'Utonia. Vita di apostolato di San Cataldo Cataldo, sorretto com'era dalla grazia, con la guida e con l'esempio di un si gran maestro, posto all'altezza della dignità sacerdotale, non solo poté rivolgere tutto il suo animo al culto e all'imitazione di Gesù Cristo, ma poté altresì dedicarsi alla diffusione del vangelo. Con la sua dottrina e con l'esempio della sua santità, era, come abbiamo detto, un faro luminoso a cui tutti, in quella contrada, rivolgevano i loro sguardi. Egli alternava le fatiche della scuola che solo i veri insegnanti sanno quanto siano gravose, con meditazione, con ferventi e fervorose preghiere, con aspre penitenze, con il recarsi nelle città e sobborghi vicini a raddrizzare il popolo ed istruirlo nelle verità eterne, trascinare le anime in penitenza e a guidarle per il sentiero della virtù. Il Signore si compiacque di concedergli di confermare con stupendi miracoli la sua predicazione, così anche la chiesa poté contare su di lui. San Cataldo costruisce una chiesa in onore di Maria Santissima - Suoi primi miracoli Si era da poco celebrato il IV concilio di Efeso (anno 431) durante il quale si era condannata l'eresia di Nestorio e si era affermato di onorare la Madonna madre di Dio e madre di Gesù Cristo. Era naturale che tutta la cristianità, stigmatizzando l'eresia, solennizzasse in molteplici maniere il trionfo di Maria. Cataldo, dunque, ardendo di devoto affetto verso la gran madre di Dio, esortò il popolo di Rachan a fabbricare una chiesa in onore dell'Immacolata madre dcl Signore. Si pose, quindi, mano a scavare le fondamenta, con molti operai addetti ai lavori. Egli stesso con cristiano ardore, quando le molteplici occupazioni del suo ministero glielo consentivano, prendeva il piccone e il badile e lavorava insieme agli operai. Una mattina un giovane addetto ai lavori 7 di scavo per un franamento avvenuto, rimase sepolto dalla terra e dalle pietre, da cui alcuni operai accorsi sul posto lo estrassero semivivo. Il padre del giovane appresa la notizia del mortale infortunio, corse sul posto per rammaricarsi con Cataldo, perché perdeva il suo unico figlio, sostegno dei suoi anni, e per implorarne la guarigione. Il Santo sacerdote era in quel momento lontano, per gli uffici del suo ministero nelle campagne vicine. Che fare? Il desolato padre si reca immediatamente presso la piccola fonte formata dalla pietra che, come abbiamo detto, aveva ricevuto l'impronta della testa dcl Piccolo Cataldo, e per i meriti del Santo era diventata miracolosa. Ma avendola trovata asciutta, in preda a ovvio dolore, ritornò presso suo figlio, il quale intanto aveva esalato l'ultimo respiro. Tornato a sera dalle opere dcl suo ministero, Cataldo trova il corpo senza vita del giovane operaio con accanto il padre, che con le lacrime agli occhi lo supplica di restituirgli la vita. Cataldo a quella vista mosso da pietà, prende per mano il giovane e, alzando gli occhi al cielo, dopo una breve orazione, lo restituisce vivo al padre. Così le fatiche di dolore del vecchio padre e dei presenti, diventarono lacrime di gioia. Morte dei genitori San Cataldo costruisce una nuova chiesa Morirono a Rachan prima il padre e poi dopo qualche anno la madre, rassegnati e carichi di buone opere, che diedero ad essi giusta speranza di mercede eterna. Cataldo vedendosi sciolto dai legami della carne e del sangue, che erano i più forti, non soffri di lasciarsi incatenare da quelli più deboli, da quelli cioè delle numerose sostanze lasciategli in eredità. Seguendo il consiglio del Vangelo, vendette tutti i suoi beni e ne dispensò il ricavato ai poveri, accrescendo, intanto, la stima e la venerazione di tutti nei suoi confronti. Conoscendo egli quanto sia facile cosa, anche ad uomini santi, lasciarsi vincere dalla vanagloria, per fuggi re il pericolo si portò a Lismore. Quì infiammato dallo zelo della gloria di Dio intraprese la costruzione di una nuova chiesa, ed anche in questa occasione volle il Signore, con un caso meraviglioso, dimostrare quanto avesse caro il servizio prestatogli dal fedelissimo servo. Cadde infermo di una grave malattia, in uno dei paesi vicini a Lismore, il giovane figlio di un valoroso soldato. Si ricorse invano a tutti i rimedi della scienza, ma il giovane morì. Gli afflitti genitori, confidando nella santità di Cataldo, trasportarono sino a Lismore il cadavere e lo presentarono a lui, pregando perché gli restituisse la vita. Cataldo in quel momento si trovava insieme con gli operai intenti ai lavori della nuova chiesa. Alla vista di tanto dolore dei genitori e dei parenti che lo supplicavano, nella sua umanità disse: "Chi sono io che posso risuscitare i morti? Dio solo può fare ciò, perciò a Dio solo e non agli uomini dovete ricorrere". Ma l'addolorato padre senza perdersi di fiducia, perseverando nella preghiera, depose il cadavere del figlio presso le fondamenta della chiesa dicendo: "Non mi allontanerò di qui se non mi farai la grazia". Il Santo allora, anche per dimostrare che non alla sua 8 persona, ma al frutto della sua preghiera doveva attribuirsi il miracolo, invita il padre a pregare fervorosamente e continua a lavorare. Maneggiando il badile fa cadere un poco di terriccio sul cadavere del giovane. A quel tocco il giovane riacquista tutto ad un tratto la vita e tra la più grande allegrezza e meraviglia viene consegnato ai genitori. Con il tempo detta chiesa si chiamò di San Cataldo, e dentro di essa vi era una cappella cd un altare dedicato a Maria Vergine, fatta dipingere dal Santo con il nome di Madonna Grande. Gli ostacoli L'inferno, nemico di ogni bene, non mancò di aguzzare le sue armi contro l'uomo del Signore che, con la predicazione, con l'esempio delle sue virtù, con la preghiera, faceva opere tanto vantaggiose ai cristiani di quelle città e dci paesi vicini. Nel V secolo buona parte dell'Irlanda era ancora sotto l'influenza della religione druidica, con sacerdoti druidici, con comunità druidiche. I banditori del Vangelo avevano dunque molti ostacoli da superare. E che le cose non andassero per niente lisce per i cristiani e per i sacerdoti cattolici di quei tempi in Irlanda, appare dalla lettera di S. Patrizio diretta ai cristiani soggetti al tiranno Carotico. Pervenne alle orecchie del Re la notizia dei miracoli del santo sacerdote e dello zelo che mostrava per la diffusione dcl Cristianesimo. Il Re, preso al desiderio di sapere come stessero le cose ne richiese al Duca di Meltride. Ma costui, uomo superbo e di pessimi costumi, gli fece credere che Cataldo sovvertiva le turbe contro gli ordinamenti politici e le costumanze del paese, che aspirava ad abbattere il potere regio e l'ordinamento sociale di tutta la regione e che i miracoli che Cataldo operava erano da attribuire a sortilegi e a diabolici inganni. Il Re che aveva ancora la mente ingombra di superstizioni e forse anche timoroso che un giorno o l'altro l'avrebbe sbalzato dal trono, dando ascolto al malvagio consigliere, si recò di persona a Lismore, fece ricercare il Santo lo fece legare con catene e lo fece gettare nel fondo di una oscura prigione e poi determinò di dargli addirittura lo sfratto dall'isola. Ma Dio veglia sull'innocente! Il segno liberatore La sera il Re andò a letto ma con l'anima in tumulto per quanto aveva fatto contro Cataldo e per quanto aveva stabilito di fare il giorno seguente. Finalmente riuscì a prendere sonno ma mentre dormiva, vide nel sogno due angeli. L'uno col volto truce e la spada sguainata lo minacciava dicendo "Troverai perdono presso Dio se, facendo penitenza dcl tuo peccato, darai a Cataldo il Ducato di Meltride. Sappi ora, che questa notte stessa l'empio Duca è morto in pena della sua perfidia e dell'empio consiglio che ti ha dato". Atterrito il Re si svegliò e mentre raccontava alla Regina il sogno che aveva fatto, ecco che si presenta un messo il quale lo informa dell'avvenuta morte del Duca di Meltride. Maggiormente 9 intimorito dall'avvenimento, il Re comanda che immediatamente Cataldo venga liberato dalla prigione e condotto alla sua presenza. La liberazione ed il trionfo Viene Cataldo condotto innanzi al Re con grande sorpresa e meraviglia dei familiari e delle guardie che lo accompagnavano. Il Re gli va incontro e con le lacrime agli occhi gli chiede perdono dell'ingiusto trattamento fattogli, lo prega intanto di accettare il Vescovado di Meltride, ossia, secondo l'uso di quei tempi in Irlanda di fondare una comunità religiosa su cui Egli stesse a capo. Il Santo sacerdote, nell'ammirare tanta umiltà del Re, gli risponde "Tu, o Re, non hai bisogno del mio perdono, perché Dio conoscendo i tuoi nuovi sentimenti, già ti ha perdonato. La Provvidenza ha permesso ciò per umiliare me povero sacerdote, per sperimentare la mia rassegnazione e per preservarmi da ogni pericolo di vanità e di orgoglio; ma anche per il tuo bene spirituale, o Re. Quanto poi all'Episcopato, io ti prego di esimermi da tale dignità, perché anche senza tale dignità, io continuerò con maggior fervore a lavorare ad estendere il regno di Gesù Cristo di cui sono umile ministro". Il Re, mirando in lui la profonda umiltà e il totale distacco dalle terrene ricchezze, ripeté a lui il sogno che aveva fatto e, informandolo della morte del Duca, lo pregò di accettare e l'Episcopato di Racan e il Ducato di Meltride. Cataldo, piegando il capo, adorò i disegni delle Provvidenza. Il Re con grandi onori lo fece accompagnare sino alla sua abitazione ed alla chiesa in costruzione. Egli stesso contribuì con il suo denaro perché in Racan si costruisse una grande chiesa cattedrale con una magnifica casa o convento che accogliesse il clero alla dipendenza di Cataldo. San Cataldo Vescovo Era costume a quei tempi che i vescovi venissero eletti dal clero e dal popolo e poi confermati dal Sommo Pontefice o da chi ne era delegato; si può facilmente immaginare quale sia stata la gioia del popolo nel vedere il suo Santo Pastore liberato dalla prigionia e designato dallo stesso Re all'Episcopato di Racan. Consacrato Vescovo da S. Patrizio, egli attese con grande diligenza alla cura del gregge da Dio affidatogli. Vedendo poi che la sua chiesa, per le rendite del Ducato di Meltride, era diventata ricchissima e la diocesi era troppo vasta, fondò in quella provincia - allora detta "di Cataldo" o anche Cassilenza - dodici vicarie affidate a 12 cooperatori con facoltà episcopale, sotto l'autorità dcl Metropolita o Vescovo Capo, dando in tal modo ammaestramento ai prelati di quel tempo, che le rendite ecclesiastiche non dovevano in altri usi applicarsi se non a beneficio della Chiesa e del clero. 10 Mirabile era la sua attività e più mirabile il suo zelo. In questo campo lavorò per circa 15 anni. Avendo il Santo Pastore ridotta con la sua predicazione tutta la provincia di Racan alla cattolica fede e avendo insieme con i suoi confratelli condotta a perfezione l'opera incominciata dall'Apostolo S. Patrizio, rassettate le cose della sua Metropoli, volle, come generalmente si usava a quei tempi, recarsi a visitare i Luoghi Santi. Vestitosi in abito da pellegrino e accompagnato da parecchi altri e da un suo congiunte (Donateo) il giorno 28 novembre parte dall'iberia per recarsi a Gerusalemme a visitare la Palestina, dove il Salvatore operò la salute del mondo. Nei Luoghi Santi Il Santo aveva iniziato il suo viaggio alla fine di novembre con l'idea di trascorrere il Natale a Betlemme e portarsi poi a visitare gli altri luoghi. La nave con i santi pellegrini giunse a Iaffa (oggi Giaffa), la famosa città fondata da Iafet, il porto di arrivo di tutti quelli che, passando per Alessandria si recavano in Palestina. Da Iaffa, passando per Sippa, una delle prime città che vennero alla fede per la predicazione di S. Pietro e per Emmaus, in breve tempo giunse a Gerusalemme. Durante il viaggio tra salmi, Inni e cantici, il Santo ricorda ai pellegrini i fatti principali operati dal Signore in quelle terre: l'Hareb, il Sinai, Rama, Ebron, Nazareth, Betlemme. Parlo della predicazione di Gesù Cristo e dei miracoli da Lui operati: della istituzione della Santa Eucaristia, della Passione e Morte, della gloriosa Resurrezione ed Assunzione in Cielo, dell'opera della Corredentrice, la Madre Sua Santissima Maria Vergine. Con questi pensieri e con questi sentimenti, visitò con i suoi compagni Gerusalemme, Betlemme, Rama, Nazareth, il Cenacolo, l'Orto degli Ulivi, il Calvario, il Santo Sepolcro .... Passò poi a visitare la Galilea, teatro della predicazione di Gesù e dei più importanti miracoli, ove raccolse i primi apostoli: Pietro, Giacomo, Giovanni, Matteo e Andrea. La vista di quei luoghi, lì dove ogni zolla, ogni pietra parla dl Dio, del suo Figliuolo Gesù Cristo, di Maria Vergine, dei Patriarchi, dei Profeti, faceva nascere ed ingigantire nell'anima di Cataldo quel desiderio che era già spuntato allorché era in Irlanda, di separarsi interamente dal mondo e seguire l'esempio degli anacoreti, cioè dì coloro che nella solitudine si elevano a Dio con la contemplazione delle proprie infinite imperfezioni e per mezzo della Preghiera e della penitenza riuscivano a farsi Santi. Gli esempi di Paolo, di Antonio, di S. Nilo il vecchio, di Isidoro da Peluno e di altri eremiti della Tebaide. Non si era anche S. Patrizio suo maestro, negli ultimi anni della sua esistenza, ritirato a vita cenobitica? Egli pensava di ritirarsi nella Tebaide, nella Siria o nella solitudine del Caucaso. Ma di quanto sono diversi i giudizi di Dio da quelli degli uomini! Mentre Egli pensava di farsi anacoreta, Dio gli affidava un'altra missione. 11 La visione Un giorno Cataldo era prostrato sul Santo Sepolcro e pregava perché il Signore gli facesse conoscere la sua volontà, quando ha una mirabile visione gli pare di vedere nostro Signore in persona il quale gli dice "Cataldo, recati a Taranto, ove la fede predicata dal mio primo Apostolo Pietro sta in pericolo di perdersi del tutto. Ti costituisco perciò Pastore di quei popoli che si trovano senza guida. Alle tue cure raccomando la chiesa tarantina: Vade Tarenum. Vai sicuro, perchè al tuo arrivo l'idolatria diffusa in quel paese e l'eresia che si propaga saranno estirpate per opera tua". Resta meravigliato e confuso il Santo per una tal visione: pur tuttavia ubbidiente alla voce del Signore, chiama intorno a sè i pellegrini che lo avevano accompagnato, li benedice e li esorta a ritornare in Patria; ma essi non vogliono distaccarsi da lui e lo pregano di condurli con se. Cataldo manifesta loro la volontà del Signore e fa dolce insistenza perché tornino in Irlanda. Alcuni di essi si faranno eremiti, altri ritorneranno in Patria. Partenza per l'Italia Vi era nel porto una nave greca che si recava in Italia. Il Santo chiese ed ottenne dal comandante della nave di essere condotto in Italia. Il cielo era sereno, il mare era calmo, un leggero zefiro gonfiante le vele di poppa; tutto faceva sperare in un ottimo viaggio. Ma mentre erano in alto mare, San Cataldo, che era dotato di spirito profetico, disse ai marinai: "Preghiamo il Signore perché un violento tempora le ci sorprenderà". Ma tardando esso a venire, i marinai che non vedevano in cielo nessuna nube, nessun segno di nessuna tempesta, cominciarono a non prestar fede e a farsene beffe. Ma ecco che dopo mezzogiorno tutto ad un tratto il ciclo si abbuia, lampi e tuoni solcano spaventosamente l'aria, una spaventosa bufera si scatena, alti marosi minacciano d'ingoiar la nave; la furia delle onde va ad infrangersi ai fianchi di essa allagandola, un gelido sudore scorre sulle membra dei marinai. La forza dcl vento spezza un'antenna. Un robusto giovine marinaio sale sull'albero per rimediare a quel danno ma viene buttato giù dalla forza del vento. La caduta fu tale che il povero giovane si fracassò le membra e spirò fra lo stupore, lo spavento ed il dolore di tutti. Pallidi e tremanti per fa morte che era loro davanti e vedendo verificata la profezia dì S.Cataldo circa la tempesta, gli si buttano ai piedi e con le lacrime agli occhi gli dicono: "Servo di Dio, tu che pieno dello spirito del Signore ci presagisti la presente calamità, deh! Con la tua preghiera liberaci da questo pericolo!". Con benigne parole Cataldo li incoraggia, raccomandando loro di avere fede in Dio ed invita i compagni ed i marinai a pregare... Ed ecco che torna il sereno, il vento furioso si calma ed il mare si rabbonisce; ma egli non cessa di pregare se non quando vede risuscitato l'estinto marinaio. L'inferno aveva suscitato quella tempesta per ostacolare a Cataldo l'arrivo in Italia. 12 Dio l'aveva permesso per manifestare a quei marinai la sua gloria per i meriti del fedele suo servo. Dopo parecchi giorni e parecchie notti di navigazione la nave giunse nei pressi di Supia o Lecce in un porticciolo, Portus Adrianus. Nel territorio di Felline, ora (terra) distrutta, presso Manduria, incontrò una giovinetta che custodiva le pecore. Il Santo le domandò che paese fosse quello e quanta distanza c'era per arrivare a Taranto. Ma la giovinetta era sorda e muta e quindi non rispondeva. San Cataldo le restituì l'udito e la favella. Come la notizia del miracolo si sparse in Felline e nelle campagne circostanti, fu subito un accorrere ai piedi del Santo per conoscere chi fosse questo pellegrino che aveva restituito l'udito e la favella alla pastorella. Il Santo predicò ai cittadini di Felline li rigenerò alla Fede coll'acqua del Battesimo. In quella contrada, presso il fiumicello Bevagna, anche oggi i contadini vi indicano un pozzo che porta il nome di Pozzo San Cataldo. Arrivo a Taranto L'antichissima via medievale che da Manduria conduceva a Taranto, era quella che nella pianura di Francavilla, incontrandosi con la via Appia che partiva da Brindisi, conduceva a Taranto. Quella fu la via che percorse San Cataldo nel venire nell'antica capitale della Magna Grecia. Arrivato a Taranto, trovò alla porta della città un tale, cieco dalla nascita, che chiedeva l'elemosina ai passanti. Il Santo lo soccorre e poi gli domanda. "Dimmi, o fratello, qual Fede professano i cittadini di questa famosa città?" "I nostri antenati - risponde il cieco – furono cristiani ma ora pochissimi sono quelli che adorano il Nazzareno". Ed il Santo: "Se tu con vera Fede crederai in Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo e nella S.S. Trinità Padre, Figliuolo e Spirito Santo e contemporaneamente nel nome della S.S. Trinità riceverai il battesimo, io ti assicuro che riceverai la luce degli occhi e della mente". Il cieco risponde: "Io credo, o signore, a quanto voi dite; affrettatevi a darmi il Battesimo". Il santo prende l'acqua e lo battezza. Subito il cieco riceve la vista e tutto giubilante grida: "Venite, accorrete, o cittadini, vedete l'uomo che col Santo Battesimo mi ha dato la vista". Essendo là accorsi moltissimi cittadini attratti dalla notizia dcl miracolo, il Santo comincia a predicare quel Vangelo che una volta l'Apostolo Pietro e Marco suo discepolo avevano predicato in questa città. Fu tanta la meraviglia e l'entusiasmo che destò questo avvenimento tra i presenti e tanta l'efficacia delle parole del Santo che, senza contraddizione alcuna, tutti abbracciarono la Fede di Cristo. Si sparse la fama dei miracoli e della santità del nuovo Presule per la città e i villaggi circonvicini. Molti pagani rinunciarono al culto degli idoli imposti dai seguaci di Giuliano l'Apostata e molti ariani passarono alla Fede cattolica. La città allora si estendeva, come oggi, sino a Porta Temenide (oggi Montegranaro); ma egli fece certamente la sua prima predica, dopo la guarigione del cieco, all'ingresso della città, forse dove oggi è la Cripta del Redentore, a Salito. Ma poi è naturale che facesse centro di 13 irradiamento della sua opera missionaria l'Acropoli, ossia la città alta, costruita su una sporgenza naturale e su uno scoglio circondato da forti mura e dal mare. Non aveva anche San Paolo cominciato dall'espugnare gli animi dei sapienti dell'Aeropago, messo su una collina di fronte all’Acropoli, dedicata a Marte e separata dalla città? Quando si è fatta presa sull'animo di coloro che sono al governo della cosa pubblica e sull'animo dei Comandanti militari, la missione riesce molto più facile. E San Cataldo aveva due cose con sé: una naturale, la dottrina congiunta all'eloquenza; l'altra soprannaturale, comunicatagli da Dio: i miracoli. L'Acropoli di Taranto, a quei tempi, ossia ai tempi della città grecoromana, era quella striscia di terra lunga poco meno di 200 metri, cioè dall'attuale Corso Vittorio Emanuele sino alla Via di Mezzo che a quei tempi non esisteva. Nell'acropoli, presso i pagani, vi erano il templi dei numi protettori della città. Ed infatti nell'Acropoli di Taranto vi erano il Tempio della Vittoria, il Tempio di Minerva, il Tempio di Venere, il Tempio della Pace. Lì il primo pensiero del Santo fu di trasformare il 'Tempio della Vittoria in chiesa cristiana dedicandola a Maria S.S. sugli errori ed idoli del paganesimo e sull'eresia di Ario. Come attestato poi di gratitudine per il felice arrivo a Taranto, seguendo un'usanza comune a quei tempi, edificò poco lontano dal tempio dedicato a Maria una cappelletta prospiciente sul mare, in onore di S. Giovanni che a quei tempi, ed anche oggi, si riteneva e si ritiene protettore contro le tempeste di mare e di terra, cappellina a cui diede nome di S. Giovanni di Galilea. Più tardi anche il Tempio di Venere con il Tempio di Diana ed altri templi pagani furono trasformati in chiese cristiane. Cosi a poco a poco Taranto fu rigenerata dal Cristianesimo. Tra i più eletti neofiti da lui convertiti scelse i suoi coadiutori ed istituì così il clero. Ordinò sacerdoti, diaconi, chierici perfino nelle borgate e nelle campagne. Introdusse l'uso, seguendo in ciò l'esempio di Sant'Ambrogio e di Sant'Agostino, di far cantare dal clero alternativamente nel coro i salmi e gli inni. Istituì case per sacre vergini le quali erano intente alla preghiera, al digiuno, al lavoro manuale. Esse vestivano, come in altre case religiose descritte da San Girolamo, abiti modesti, di colore oscuro, con una cintura di lana. Recitavano in casa i salmi nelle ore canoniche, nelle domeniche poi e nei giorni festivi si recavano alle chiese ove assistevano alle celebrazioni dci Divini Misteri in luogo distinto. In breve tempo il Santo vescovo con la predicazione, con l'esempio della sua vita e coi miracoli, condusse le città al culto del vero Dio e alla pratica della religione di Gesù Cristo. Egli, a somiglianza di Sant'Agostino, di cui come San Patrizio seguiva fa regola, viveva in comune con i sacerdoti e con i novizi che avrebbero raggiunto poi il sacerdozio. Spento nell'animo suo ogni egoismo e sentimento mondano ardeva solo di amore verso Dio e ogni suo intento mirava alla gloria di Lui, alla diffusione del regno di Gesù Cristo e alla venerazione della sua Madre Santissima, la Beata Vergine. 14 Soccorreva con denaro e con consiglio le vedove, gli orfani, gli oppressi e tutti i miseri. Mantenne libera e indipendente la Chiesa di Taranto da ogni ingerenza di potere secolare. Attese con zelo alla predicazione, alla preghiera, e con ogni sollecitudine e carità al Pastoral Ministero. La sua attività di vescovo non si restrinse solo a Taranto e a quanti da lontano correvano a lui per essere catechizzati, ma si estese anche nelle città e nei paesi circonvicini e a vantaggio di quelle chiese, che per la malvagità dei tempi erano prive dei loro pastori. Ardente di zelo per la salute delle anime, egli pareva moltiplicarsi ed era dappertutto. Dovunque egli volgesse il passo si vedeva tanta gente intorno a baciargli le mani e il lembo del pallio, per ringraziare di Dio di aver loro inviato un grande apostolo in quei luoghi. Quanto tempo sia vissuto a Taranto, non si conosce con precisione, forse una ventina d'anni. Si sa però che mori molto vecchio e che egli governò per lungo tempo la chiesa tarantina. Morte di San Cataldo Il secolo V volgeva al tramonto, si era tra il 475 e il 480. L'impero romano d'occidente finiva vilmente con Romolo Augusto; l'impero bizantino, tenuto prima da Leone che tanti danni arrecò alla chiesa con l'eresia dei Monofisiti, era passato a Basileo, l'imperatore e poi all'astuto ed infido Zenone. Sul trono pontificio sedeva San Simplicio. La chiesa era travagliata dallo scisma di Acacio, patriarca d'Alessandria, ambedue nemici acerrimi di Roma ed ambedue favoriti e Protetti da Zenone. Cataldo che aveva per lungo tempo con grande carità e con grande fermezza governato la chiesa di Taranto, inoltrato negli anni, colpito da grave malattia e sentendosi vicino a morire chiamò a sè il clero e i principali cittadini tenendo loro un discorso che fu il suo testamento spirituale "E' giunto per me, egli disse, il tempo di lasciare questo mondo e di andare a godere la patria dei Beati. Sappiate, o fratelli, che io non a caso approdai in questa nostra città, ma per volontà di Dio. Mentre era in Gerusalemme, Gesù Cristo nostro Signore si degnò di parlarmi e di comandarmi di venire a ravvivare nei vostri petti quella Fede che era stata insegnata ai vostri padri da San Pietro e da San Marco, la qual cosa con l'aiuto di Dio io feci. Non cessai mai d'istruirvi nei precetti divini e di tenervi sempre a me uniti in santa conversazione. Ho ricordato tutto ciò non per vana ostentazione ma affinché conosciate le singolari grazie che il Signore vi ha ricolmato servendosi di uno strumento si vile qual'io mi riconosco. Siate, o figlioli, costanti nella Fede, nella quale siete stati ammaestrati ed osservate i Divini precetti. Ora il Signore mi rivela che verranno lupi rapaci e cercheranno di strapparvi dal cuore la Fede che io vi ho predicato, voi però siate forti nel combattimento. Amatevi l'un l'altro e cercate di rendervi perfetti nella carità. Molte eresie travaglieranno la chiesa di Gesù Cristo, ma poi trionferà e verranno umiliati e dispersi i suoi nemici. Darete sepoltura a questo mio corpo nella Cappella di San Giovanni in Galilea, accanto alla cattedrale, con la faccia rivolta ad oriente per aspettare da quale luogo il giorno della futura risurrezione. "A questo discorso gli astanti non potevano trattenere le lacrime e promisero 15 al loro Padre e Pastore che avrebbero eseguito quanto egli loro domandava. Gli chiesero perdono se qualche volta gli avevano arrecato dispiacere e si raccomandavano alle preghiere. "Noi resteremo orfani e desolati - dicevano essi - Tu, o Padre Santo assumi nel cielo, presso la S.S. Trinità e la BeataVergine Maria la protezione di noi tuoi figli e di questa città .. "il Santo Vescovo alzando la mano disse: "Benedico i presenti, gli assenti, i poveri, i ricchi, gli infermi, i sofferenti, gli afflitti, i giovani, i vecchi". Poi ricevuti i Sacramenti dell'Eucaristia e dell'Unzione degli infermi rivolti gli occhi al cielo, congiunse le mani come in atto di preghiera e la Beata anima abbandonava le spoglie mortali il dì 8 marzo per volare al premio eterno. Il suo corpo fu portato con pompa solenne nella chiesa, tutto il popolo pianse la perdita del Santo Pastore e per più giorni si recò la folla nel duomo a piangere e pregare intorno al suo cadavere. Dio si compiacque di glorifica.re il suo servo fedele con molti prodigi. Le campane suonavano quasi miracolosamente come toccati dagli Angeli per accompagnare sino al cielo l'anima beata. Ogni sorta d'infermità e di sofferenza veniva guarita solo toccando il suo corpo. In tal modo volle Dio glorificare il Santo Vescovo anche dopo la morte. Composto il corpo in un sarcofago di marmo, venne sepolto nel luogo da lui designato, sotto il pavimento della Cattedrale. Gli Acta santorum riportano che il vescovo Cataldo "in Domino obdormivit saeculo septimo ad fìnem vergente", dopo aver retto la Diocesi di Taranto dal 660 a 743. La città di Taranto fu distrutta dai Saraceni nel 927 e ridotta a un mucchio di rovine, rimase abbandonata per quarant'anni. Poi, a poco a poco, la popolazione cominciò a ritornarvi e a intraprendere l'opera di ricostruzione. Per tali circostanze si era perduta la memoria del luogo della sepoltura di Cataldo. Nel 1071, sotto il Vescovo Drogone riedificatore della cattedrale di Taranto, si ebbe l'invenzione il giorno 10 di Maggio del corpo di S. Cataldo nella Cappella di S. Giovanni in Galilea, che corrisponde all'attuale battistero e il escovo lo collocò onorevolmente nell'urna primitiva sotto l'altare maggiore della nuova cattedrale. In tale occasione si compirono quattro grandi guarigioni miracolose. Nel 1107 il Vescovo Rainaldo compì una ricognizione delle reliquie e ricompose in un'altra urna, senza toglierle dall'altare maggiore. Nel 1151 fu fatta fa traslazione delle ossa del Santo dall'altare maggiore alla cappella speciale fatta costruire dall'arcivescovo Giraldo, cappella corrispondente al vestibolo dell'attuale cappellone. In tale circostanza, in cui avvennero nuove numerosissime guarigioni di paralitici, ciechi energumeni, epilettici, scrofolosi, fu riaperta l'urna del Santo e le sue reliquie furono poste in una nuova urna d'argento, con una croce d'oro ricca di gemme1. 1 Sintesi realizzata dal testo del Sac. Prof.re Andrea Martini: "Vita di San Cataldo Vescovo e protettore di Taranto" 16 CORONCINA IN ONORE DI S. CATALDO recitata Cagliano Costelferrato 1) O nostro fedelissimo Patrono S. Cataldo, la cui nascita fu preannunziata da una fulgidissima stella. Voi che nell'infanzia dimostraste pronostici di gran santità e poi, crescendo con gli anni nel santo timor di Dio, essendo dotato dei doni dello Spirito Santo, fuggiste gli applausi, godeste dei dispregi avuti, vestiste poveramente, serviste tutti, non disdegnando gli uffici umili ed abbietti; deh! fate che la nostra mente resti illuminata dalle verità della fede e il nostro cuore sia docile alla divina grazia, perché possiamo osservare fedelmente i divini precetti e vivere sempre cristianamente. Gloria al Padre. San Cataldo, pio e gran Protettore, Voi speranza siete e nostro amore 2) O nostro devotissimo Patrono S. Cataldo, Voi che animato di grande zelo per il culto divino, non solo, rapito dalle virtù della gran Madre di Dio ad onor di Lei innalzaste vari templi e con affetto di figlio ne propagaste la sua devozione, ma erigeste tanti altari, ordinaste nel vostro episcopio i divini uffici, infondendo negli animi filiale fiducia nella somma bontà di Dio; deh! fate che ancor noi, innamorati dalle virtù della Madonna, ne imitiamo gli esempi e ne diffondiamo sempre e ovunque il culto, certi di guadagnarci, così, l'eterna salvezza. Gloria al Padre ..... San Cataldo, pio e gran Protettore, Voi speranza siete e nostro amore. 3) O nostro prodigiosissimo Patrono S. Cataldo, Voi che con la vostra viva fede risuscitaste i morti, deste l'udito ai sordi, la favella ai muti, la vista ai ciechi, quietasti le tempeste, esentaste le città da pestilenze, terremoti e carestie, liberando, rame volte, i popoli dai castighi della divina giustizia, deh! non si arresti giammai la vostra virtù soccorritrice, perché l'anima nostra risuscitata alla grazia divina, possa vivere lontana dal peccato, amando e servendo Dio, datore d'ogni bene eletto, per dargli sempre gloria, onore e benedizione. Gloria a1 Padre San Cataldo, pio e gran Protettore, Voi speranza siete e nostro amore 17 SUPPLICA O nostro gloriosissimo Protettore S. Cataldo, vaso ammirabile, opera eccelsa e sublime della grandezza di Dio, tesoro d'ogni virtù, terrore dell'inferno, rimedio d'ogni infermità, soccorso d'ogni bisogno ed avversità pace d'ogni sdegnato cuore, colonna della fede cristiana, pastore vigilante, apostolo d'lbernia e Taranto, esempio e decoro dei prelati, padre degli orfani, protettore dei poveri, patrocinio dei navigami e salute delle anime nostre; deh! dal cielo, ove godete felicemente il premio dovuto ai vostri meriti eccelsi, volgete i vostri occhi amoroso sulla Santa Chiesa Cattolica, suscitate, ve ne preghiamo, sante vocazioni al sacerdozio, ottenendoci dal Signore zelanti apostoli che dilatino e confermino il regno di Gesù Cristo, proteggete sempre la nostra Parrocchia affinché tutti possiamo vivere da veri cristiani, con la perfetta osservanza della legge di Dio, e coronandoci in vita di meriti preziosi, veniamo, anche noi, un giorno, alla gloria eterna del santo paradiso. Amen! Padre, Ave e Gloria. V) Prega per noi, San Cataldo R) Affinché siamo degni delle promesse di Cristo! Preghiamo, Sii propizio, o Signore, a noi tuoi servi, per i meriti di San Cataldo, tuo confessore e pontefice, perché per sua intercessione benevole, possiamo essere protetti in tutte le nostre avversità. Per Cristo Nostro Signore. Amen INNO A SAN CATALDO 1 San Cataldo, fiore di purezza vero modello di santità e grandezza immacolato e splendente come un giglio, tu sei d'Irlanda onore e grande figlio. Rit. Noi devoti felici Ti cantiamo, a Tè, nostro patrono ricorriamo; Tu sei nostro avvocato e difensore intercedi per noi presso il Signore 2 Tu, qual astro, la tua luce a noi mostrasti ai tuoi fedeli la dottrina annunciasti, l'amore di Dio ci hai mostrato gli afflitti e i moribondi hai consolato. Rit. 18 Noi devoti felici Ti cantiamo, a Te, nostro patrono ricorriamo; tu sei nostro avvocato e difensore: intercedi per noi pressoil Signore 3 Da divina potenza assecondato ai morti la vita hai ridonato; devozione filiale ci insegnasti a Maria sacro tempio edificasti. Rit. Noi devoti felici Ti cantiamo, a Te, nostro patrono ricorriamo; 1ì1 sei nostro a11Vocaro e difensore: intercedi per noi presso il Signore 4 San Cataldo, fiore di purezza vero modello di santità e grandezza immacolato e splendente come un giglio, tu sei d'Irlanda onore e grande figlio. Sia Gloria al Padre e sia gloria al Figlio e sia gloria allo Spirito Santo come era in principio, ora e sempre per tutti i secoli nei secoli amen.Amen2. 2 Testo rielaborato su quello recitato a Gagliano Castelferrato Melodia di Angelo Cacciato,liberamente ispirata al Gregoriano. 19 Canto Cantiamo le lodi di questo gran. Santo, Cataldo che tanto ci ha fatto e ci fa Insomma Cataldo, è gran tutelare e rutto può fare, la sua santità. Rit.: Rit.: Evviva Cataldo, Cataldo evviva, evviva Cataldo e chi l'esaltò. Evviva Cataldo, etc .. Acclama sua madre vedendo già nato il parto beato, stupita restò. Chi chiama Cataldo con fede verace, dal serpe rapace esente ne va. Rit.: Rit.: Evviva Cataldo, etc .. Evviva Cataldo, etc .. Noi sempre diremo con voce giuliva Cataldo evviva e chi l'esaltò. La vita ai defunti, ai sordi l'udito, ad ogni ferito la membra guarì. Rit.: Rit.: Evviva Cataldo, etc .. Evviva Cataldo, etc .. In cassa di marmo il Samo prelato, Drogone chiamato, il corpo trovò. Rit.: Perché poderoso in corte celeste perfìn dalla peste le genti salvò. Rit.: Evviva Cataldo, etc .. Evviva Cataldo, etc .. Via, dunque, devoti, allegri e festanti, con giubilo e canti le lodi ogni dì. Girando paesi con sommo stupore si gran Protettore infermì guarì Rit.: Rit.: Evviva Cataldo, etc .. Evviva Cataldo, etc .. Ai ciechi la vista, ai muti loquela, di tutti è tutela il gran protettor infiamma Cataldo col tuo santo amore, accresci l'ardore al mio freddo cuor. Rit.: Rit.: Evviva Cataldo, etc .. Evviva Cataldo, etc .. 20 Inno a San Cataldo Fuori dal tempo e fuori dello spazio, si pone ogni apostolo cristiano, prodigatosi, senz'alcun timore, non è vissuto sulla Terra invano. Il giusto fiorirà come la palma, come il cedro del Libano germoglia piantato nella casa del Signore, nell'atrio del Signore nostro Dio. E' beato chi teme il Signore colui che osserva i suoi comandamenti grande pace e letizia troverà Egli è la fonte dell'eterna gloria . Sarà potente la sua. discendenza benedetta la sua generazione abbonderà la sua casa di ricchezza la sua gloria e ricompensa per sempre. In te, Signore il giusto si rallegra ed esulta per la Tua grande potenza tu ascolti la preghiera dcl suo cuore lo ricolmi di benedizioni. Cataldo tu al cielo riconduci le anime devote e dilette. Tu sei splendido specchio che riflette, misericordia e amore dcl Signore. San Cataldo dal cielo ci proteggi di noi fedeli tu sei padre e ci sorreggi; ti supplichiamo stai sempre a noi vicino, salva le nostre anime in cammino. E' cosa giusta confidare nel Signore è cosa retta lodarlo e benedirlo celebrare il suo santo nome con grande giubilo l'Altissimo osannare. 21 CORONCINA IN ONORE DI SAN CATALDO recitata a San Cataldo (CL) In nome dcl Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia Prima preghiera mio dolcissimo Patrono San Cataldo, voi, che dall'infanzia dimostraste pronostici di gran santità per i prodigi successi nel tempo della vostra nascita, e poi cresceste con gli anni nel santo amore e timore di Dio, così ottenetemi che io sia nato in questo mondo, nato per vivere e crescere nell'amore del Signore e non già per offenderlo; come ancora voi o mio amabilissimo Patrono, che foste dotato dci sette doni dello Spirito Santo accorrendo presso di voi diverse nazioni del mondo ad imparare ogni sorta di scienza; insegnatemi o Sapientissimo Dottore la vera scienza dei Santi per così sapere conoscere e servire Dio. Padre nostro, Ave Maria e Gloria al padre. Invocazione San Cataldo mio Pastore Avvocato e Protettore A quest'alma tutta gelo Imparate la via dcl cielo. (1) Seconda preghiera O mio Umilissimo Patrono San Cataldo, voi che disprezzando gli onori e le pompe del mondo, fuggiste dagli applausi e godeste dei disprezzi facendovi vestire povero, servendo a tutti, non sdegnando ogni sorta d'ufficio più umile per il servizio di Dio, della SS. Vergine e del prossimo, ottenetemi da Dio un cuore umile, pio e devoto conforme al vostro per così io compiacere nel tempo della mia vita al supremo Re della Gloria, come ancora, mio Padrone scrivendo, quel libro di Profezie così stupendo da far restare attonito tutto il mondo, nell'adempimento di esse. Impetratemi vi prego o gran Profeta per essere assistito dal Divino Spirito, acciò sempre mi illumini, e lui insegni quelle buone insinuazioni da servire a camminare conforme alle leggi della Divina volontà. Padre nostro, Ave Maria e Gloria al padre. Invocazione San Cataldo mio Pastore Avvocato e Protettore A quest'alma tutta gelo Imparate la via del cielo. (1) Terza preghiera O mio bellissimo Patrono San Cataldo, giglio odorifero di purità Verginale, per il quale merito le vostre ossa come un finissimo avorio, mandano una fragranza di paradiso, implora dal Signore una purità di mente e del corpo ed un attaccamento simile al vostro amore alla virtù angelica della castità; come anche per tutti quei prodigi che adoperaste, cioè risuscitando morti, quietando tempeste, liberando le vostre diocesi dalle tempeste, terremoti e carestie, risuscitate vi prego, o gran santo quest'anima mia morta nella Divina grazia, quietate le mie sfrenate passioni, liberatemi dalla peste del peccato e da ogni altro giusto castigo venuto dal Cielo. Padre nostro, Ave Maria e Gloria al padre. 22 Invocazione San Cataldo mio Pastore Avvocato e Protettore A quest'alma tutta gelo Imparate la via del cielo. (1) Quarta preghiera O mio fedelissimo Patrono San Cataldo, voi che per la salute e bene delle anime a voi commesse non risparmiaste alcuna fatica, girando paesi, camminando per regni e vegliando notte e giorno per istituirlo nella santa e vera fede di Gesù Cristo e custodirle dai lupi infernali, degnatevi di vegliare su quest'anima mia ed anche su questo popolo a voi affidato che non fosse saccheggiato dai comuni nemici nelle ricchezze dell'anima e dcl corpo; imprimete in tutti i nostri cuori quel culto divino che voi portaste alla gran Madre Maria fabbricandogli un tempio ed altre chiese per il Culto Divino, ove il vostro clero stava sempre occupato a pascolare le anime, e voi assistendoci con la mente elevata sempre a Dio, a contemplare la sua alta bontà, bellezza e grandezza, fate che il mio cuore abbia sempre la mira solamente a contemplare le cose celesti e Dio sommo bene. Padre nostro, Ave Maria e Gloria al padre. Invocazione San Cataldo mio Pastore Avvocato e Protettore A quest'alma tutta gelo Imparate la via del cielo. (1) INVOCAZIONI San Cataldo, prega Dio perché ci guarisca dalla più grande infermità: il peccato. San Cataldo, ottieni da Dio per noi la conversione e il pentimento dei peccati. San Cataldo, implora per noi presso Dio la guarigione delle nostre malattie fisiche e spirituali. San Cataldo, esaudisci la nostra preghiera di imitarti nelle tue virtù. San Cataldo, per i tuoi meriti. Dio Padre ci conceda il dono di amar Lo e di amarci. San Cataldo, fa che noi possiamo sentire il bisogno di accostarci all'Eucarestia per incontrarci con Gesù Pane di vita. 23 LITANIE Signore pietà Cristo pietà Signore pietà Cristo ascoltaci Cristo esaudiscici Padre dcl cielo Dio Figlio Redentore del mondo, Dio Santa Trinità unico Dio Santa Maria Santa Madre di Dio San Cataldo Vescovo zelantissimo Guida dei sacerdoti Nuova luce della Sicilia Rinnovatore della chiesa Predicatore instancabile Vincitore del demonio Maestro di umiltà Donatore generosissimo Specchio di castità Esempio di penitenza Amante della povertà Rifugio degli infelici Pieno di amore patrio Protettore di chi spera in te Aiuto nelle afflizioni Custode dei fanciulli Consolatore delle vedove Aiuto dei malati Difensore degli innocenti Vento propizio dei naviganti San Cataldo avvocato Santa Maria senza macchia di peccato originale Agnello di Dio che togli i peccati dal mondo Agnello di Dio che togli i peccati dal mondo Agnello di Dio che togli i peccati dal mondo abbi pietà di noi abbi pietà di noi abbi pietà di noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi prega per noi perdonaci o Signore esaudiscici o Signore abbi pietà di noi S. Il Signore l'ha amato e l'ha arricchito dei suoi doni A. Lo ha rivestito della Sua Gloria S. Il Signore sia con voi A. E con il tuo Spirito OFFERTA O Gloriosissimo mio Patrono San Cataldo vaso ammirabile di purità, tesoro d'ogni virtù, terrore dell'inferno, medico di ogni infermità, soccorso d'ogni avversità, colonna della fede cristiana, Apostolo d'Irlanda, di Ibernia e di Taranto, esempio e decoro dei più gran Prelati, padre degli orfani, difensore dei pupilli, provvisore dei poveri, albero della vita, lume dei ciechi, protettore dei naviganti e salute 24 delle anime: aiutateci in ogni nostra necessità spirituale e temporale. Noi tutti qual vostro fedele popolo ricorriamo per aiuto, soccorso, sollievo e difesa alla vostra gran potenza, guardateci con occhio particolare, allontanate ogni sorta di male che potrà esserci di molestia; vi presentiamo il nostro cuore per infiammarlo di amore divino. Illuminate la nostra mente per conoscere le verità che ci conducono nella retta via di un vero cristiano; date fortezza alla nostra volontà per non cadere nelle lusinghe del mondo, della carne, del demonio; date conoscenza all'intelletto di quelle cose celesti e di quel Dio che voi sempre amaste e così rettamente camminando avessimo la sorte godervi per l'eternità nel cielo in compagnia di Gesù e Maria. Così sia. Amen. INNO3 1 Cataldo Beato dal Ciclo a noi dato ,per pura bontà, deh! senti di noi meschini pietà. 5 La lucida stella che apparve sì bella al nascer di te, raggiando ogni bene risplenda su me 2 In questa di pianto gran valle, o mio Santo; difendimi tu: deh! Prega la madre col figlio Gesù. 6 Ingrato qual sono, la grazia e il perdono da Dio che mi ama, ottieni al mio core che iniquo peccò. 3 Le voci si meste, che giungono presto di me peccator, accogli benigno amico Pastor. 7 L'eterno ricetto oh! quanto l'aspetto con ansia e piacer; se reco la Pace ne vengo a goder. 4 Per te che d'amore sei padre, e Pastore che il Cielo ci da io spero la Pace, che eterna verrà, PREGHIERA O gloriosissimo nostro avvocato San Cataldo, Voi che pieno di celeste carità liberaste con le vostre preghiere da tanti meritati flagelli le città e paesi da voi protetti, deh! o gran santo intercedete anche per noi, che fiduciosamente invochiamo il vostro patrocinio. Liberate le anime nostre dalla peste dei vizi, tenete lontano da noi ogni morbo contagioso e i castighi terribili delta collera di Dio, affinché possiamo in avvenire con fedeltà e perseveranza amare e servire il Signore in questo breve esilio per venire poi insieme con voi a lodarlo e benedirlo eternamente nel santo Paradiso. Così sia. 3 Tratto e adattato dal testo a cura della Congregazione di San Cataldo net 1500 della sua fondazione 1841 -1991) 25 PREGHIERA A SAN CATALDO Glorioso San Cataldo, nostro Patrono e Protettore, noi ammiriamo in te la forza della fede e l'ardore missionario di propagarla e testimoniarla, non risparmiando sacrifici e fatiche. Ti preghiamo di ottenere anche noi una fede gioiosa e generosa così che Dio diventi sempre più l'unico amore della nostra vita. Glorioso San Cataldo, nostro Patrono e Protettore, i nostri padri ti hanno invocato come scudo efficacissimo nelle grandi calamità e avversità, soprattutto la guerra e il terremoto, la siccità e la carestia e sempre hanno sperimentato la tua intercessione. Ti preghiamo di estendere anche ai nostri giorni tale protezione. Glorioso San Cataldo nostro Patrono e Protettore, continua a benedire la nostra comunità parrocchiale. Concedi ai cristiani e agli uomini di buona volontà di cooperare concordemente al bene comune così che la nostra parrocchia progredisca nella giustizia libera da ogni violenza ed egoismo, pronto a servire la vita e a promuovere ogni iniziativa di bene. Amen. Santa Messa tratta dal Messale della Diocesi di Taranto celebrata nel giorno della festività di San Cataldo 10 maggio SAN CATALDO, vescovo e Patrono della parrocchia Nacque in Irlanda nel VII secolo e fu formato alla celebre scuola di Lismore, fondata da S. Cartango. Poco dopo divenne vescovo, e compì un pellegrinaggio in Terra Santa. Nel ritorno la nave fece naufragio presso Taranto. Da allora si fermò in questa città sino alla morte, avvenuta al termine del secolo, lasciando un caro e perenne ricordo della sua persona e della sua attività apostolica. Da Taranto e dal!' Irlanda il suo culto si propagò in altre zone. Il suo corpo, rimasto a lungo nascosto in un sepolcro di marmo, fu ritrovato nel 1094 insieme ad una croce ed un iscrizione con il suo nome. ANTIFONAD'INGRESSO Sono diventato ministro della Chiesa, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi. Noi annunciamo Cristo, istruendo ogni uomo con ogni sapienza. (T.P. alleluia). Crf Col 1,25.28 Si dice il Gloria. COLLETTA O Signore onnipotente e misericordioso, che hai illuminato i nostri padri con la predicazione dcl vescovo San Cataldo, donaci di manifestare sempre con le opere la fede che ci onoriamo di professare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. 26 Oppure Sii propizio, o Signore, a noi tuoi fedeli per i gloriosi meriti del beato Cataldo, tuo confessore e pontefice, per essere sempre difesi da tutti i pericoli per la sua pia intercessione. (Fuori della città si omette la prima lettura) PRIMA LETTURA Vegliate su tutto il gregge Dagli Atti degli Apostoli 20, 17-18.28-32.36 In quei giorni, Paolo da Mileto mandò a chiamare subito ad Efeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero disse loro: "Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata col suo sangue. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi. Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l'eredità con tutti I santificati". Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE Salmo 116 R. Proclamerò, Signore, la tua salvezza. Lodate il Signore, popoli tutti, voi tutte, nazioni, dategli gloria. R Perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà dcl Signore dura in eterno. R. SECONDA LETTURA Obbedite ai vostri capi. Pregato per noi Dalla lettera agli Ebrei 13, 7.17-18.20-21 Fratelli, ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi. Pregate per noi, poiché crediamo di avere una buona coscienza, desiderando di comportarci bene in tutto. Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. Parola di Dio. 27 SEQUENZA La lingua con fervore induci a celebrare; le lodi del Signore vogliamo proclamare. Cataldo santo e pio, per Te lodiamo Dio. Della fede testimone con zelante carità a noi mostri, o gran Pastore celestial benignità. Ti preghiamo con ardore, nostro santo Protettore. Ci proteggi con virtù e ci guidi con l'esempio; Padre buono, da lassù converti il reo e l'empio. Ami il giusto ed il virtuoso o Patrono generoso. Dal dubbio ci difendi con grazia e con pienezza; la fede in noi riaccendi, per raggiunger la salvezza. Tu che sei Padre speciale dacci il cibo celestiale. Sommo fior di santità disperdi il tentatore scacci ansia e avversità: sei gran consolatore. Tu sostegno. e protezione, sei per noi benedizione. Accogli voti e offerte, o nostro intercessore; con animo solerte presentali al Signore che benigno a noi darà beata eternità. Per Te tutto ci è donato nella febbre, guarigione; il dubbioso è illuminato nella giusta direzione. A Te offriamo i nostri voti noi fedeli tutti devoti. CANTO AL VANGELO Gv 10,14 R. Alleluia, alleluia. Dice il Signore: io sono il buon pastore; conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me. Alleluia. VANGELO Il buon pastore offre la sua vita per le pecore Dal Vangelo secondo Giovanni 10,11-16 In quel tempo, Gesù disse: "lo sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. 28 Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore". Parola del Signore. SULLE OFFERTE Accogli, o Signore, il sacrificio che il tuo popolo ti offre Nella solennità (festa) di San Cataldo, a lode della tua gloria, e fa che diventi per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Oppure TI preghiamo, Signore: fa che le offerte che facciamo al tuo nome, per l'intercessione dcl Beato Cataldo, giovino per espiare i nostri peccati e per essere difesi. ANTIFONA ALLA COMUNIONE Dice il Signore: Andate in tutto il mondo E predicate il Vangelo; io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo. (T.P Alleluia) Mc 16, 15; Mt 28,20 DOPO LA COMUNIONE La partecipazione ai tuoi sacramenti, Signore Dio nostro, alimenti in noi la fede che gli Apostoli ci hanno trasmesso, e che san Cataldo ha servito con amorosa dedizione. Per Cristo nostro Signore. Oppure Dona a noi o Signore, il tuo santo aiuto che ci liberi dai peccati per l'intercessione e per i meriti del beato Cataldo. 29 C'un fascu 'i luci C'um fasci 'i luci supra la to'casa mentri a matri tua tipartureva mustrava a tutti u Signori a to' rannizza. Nell'annu quattrucentu o pocu dupu ne 'na collina comu di smeraldu nell'isola d'Irlanda virdi e frisca stava un castellu e ddà duj sposi giuvaneddi Eucu e Aclena c'amavanu la Fidi e u Ranni Patri. E Tu Cataldu u figliu binidittu di la to' terra stidda tralucenti e di tanti autri ancora assai luntanu. Avevi pochi jorna bammineddu e a matruzza tua mureva. E Tu pi manu du Signuri comu p'accarizzarla allungavi i manuzzi e la vasavi Ed eccu l’occhisoj rapirsi àrreri. E n'autra vota ammenzu u to'jucari cadevi sbattennu 'nte 'na petra la tisiuzza e ddu maduni di cira addivintava comu 'na [untanedda. E l'acqua ca poi si cci coglieva comu a Tia biniditta e santa sanava di malanni a cu a tuccava. Cridevi ne l'Amuri 'ntà preghiera 'ntà carità. pi cu un n'avìa nenti e 'ntà purizza di l'arma tua e a menti lu Verbu di Diu studiannu e amannu a Matri 'i tutti matri. Già vola a lo' parola n'ogni parti e l'Amuri di Cristu ca Tu duni a cu t' incontra a cu ti canusci. E duni a vita a cu l’avia pirdutu a vista e la parola a cu un ci l’havi. E grazia dopu grazia ti concedi di fari lu Signori purtannu a Iddu cori già 'stutàti o comu cannileddi all'ultima faida. E mentri 'n on viaggiu 'n Terra Santa visitavi e vasavi li posti di la vita e la Passioni du' Signori 'na vuci ti diceva A Tarantu Cataldu ti nna jri la Fidi ddà si sta pirdennu. Meravigliatu e confusu Tu gran Santu cali a testa e parti. E 'ntò ternari la navi ca ti trasportava e leggia leggia vulava 'ncapu l'ondi T'abbrazzanu ti vasanu li fuddi toccanu i to' vesti ringrazianu u Signori pi stu regalu 'n on mari. e un celu fattu di zaffiru si trova 30 d'un corpu 'n on gran scuru e lampi e trona e ventu 'na gran timpesta si scatina furiosa l'acqua trasi a tutti banni. Un marinaiu mori tra lu scantu li vrami e lu terrori. E Tu servu di Diu cu' to' pregari. ddu finimunnu femi e tuttu torna calmu e respira e rapi l’occhi u giuvineddu ranni I'Amuri ca porti è novi genti e pridichi vattji porti la Fidi a cu nun la canusci e a cu nun l'havi a luci a l’occhi e à menti. l'arma tua santa accunpagnanu a lu Patri. E dormi Tu serenu gran. Cataldu e puru nuj a Enna ti cantami li lodi pi la via Tua splendenti meravigliusu principi di Cristu arma lucenti comu u suli e i stiddi c'Amuri Amuri Amuri hai datu e dunni cu dda gran fidi c'a tutti ni straluci comu nascevi Tu c'un fasciu 'i luci. Giuseppina Macaluso di ranni carità sintennuti poi a la fini di to'jorna malatu e chjinu d'anni ò to' capizzu chiami cu ti ama dicennu ca l'Amuri e la gran Fidi hannu a ristati sempri ne lu cori e a tentazioni nun havi a cumpariri e dopo chistu chiudi l'occhi e mori chiaunginu e preganu tutti 'ntunnu a tia. Un sunari 'i campani ne lu celu comu di Angili tuccati 31 Chiesa San Cataldo, Enna: " Tra arte e storia" Entrando dalla porta principale partendo dal lato sinistro è possibile vedere: • acquasantiera del XVI sec. di ambito siciliano; • fonte battesimale del 1473 di Gagini G.; • dipinto del Battesimo di Gesù del 1889 di Carmelo Giunta; • dipinto dell'Adorazione dei pastori del XVII sec. di bottega siciliana; • dipinto della Sacra Famiglia con San Gioacchino e Sant'Anna del sec.)(V]J di bottega siciliana • dipinto dell'Assunzione della Madonna del 1636 di La Manna G.; • dipinto di San Cataldo in trono del 1595 di Alvino G.; • l'altare maggiore del XVI.II sec. delle maestranze siciliane; • il crocifisso dipinto del XVI sec. di bottega siciliana (ai quattro lati: Madonna Addolorata, il pellicano che imbocca il piccolo, San Giovanni E., Santa Maria Maddalena) ; • icona marmorea del 1562 di ambito gaginesco con diverse figure e scene, ad esempio il Padre benedicente, l'Annunciazione, la Madonna con il bambino, San Cataldo, San Biagio, San Girolamo Sant'Onofrio e i dodici Apostoli. La scritta sull'Eucaristia: "lo sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv, 6,51); "Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli Angeli: dal ciclo hai offerto loro un pane pronto senza fatica pieno di ogni delizia e gradito ad ogni gusto" (Sap 16,20); • icona marmorea dcl XII sec. di bottega siciliana con varie scene: l'ultima cena, quadri della Via Crucis, i quattro evangelisti, i quattro profeti, la Risurrezione e l'Ascensione; • dipinto di Gesù deposto dalla croce del XVIIl sec. di bottega siciliana; • ricostruzione della grotta di Lourdes del 1939 realizzata da due artigiani ennesi, Luigi Severino Giarmanà e figlio; • Statua di San Giuseppe del XIX sec.; • acquasantiera dcl XVIII sec. delle maestranze siciliane; • tronetto in argento per l'esposizione del SS. Sacramento del 1749 di bottega palermitana {nella cappella); • dipinto della Pietà del 1748 di Cioui F. (nella cappella del SS. Sacramento). 32 In parrocchia è stata allestita una sala-museo dove sono esposti paramenti suppellettili per uso liturgico e pezzi di argenteria di notevole valore artistico e storico; essi sono messi gratuitamente a disposizione per le visite dei fedeli e dci turisti. Nel presbiterio vi si trovano due opere d'arte di pregevole valore artistico progettate e realizzate da artisti ennesi realizzati nel 1998. Sopra la porta centrale è collocata una vetrata istoriata progettata dal Prof. Alberto Cacciato; l'ambone e l'altare da lui progettati sono stati realizzati assieme al Prof. Gesualdo Prestipino e al Prof. Mario Termine. Nella vetrata istoriata viene trattato il tema della luce come genesi delle cose e dell'universo. La luce che affiora dalle acque determinando la linea d'orizzonte, metafora della grande suddivisione del cielo e della terra e del dualismo corrispondente immanenza - trascendenza, vita pratica e riflessiva. Solo con la luce e tramite le sue rivelazioni è possibile cogliere gli aspetti e le forme della realtà, delle verità oggettive, materiali, del cosmo e della natura, per approdare, quindi, ai molti supremi della ragione e dei sistemi di vita armonici e compatibili con le strutture del Creato. Il materiale usato per l'ambone è legno di acero che dà il senso della luminosità e della trasparenza: un richiamo al Salmo 118,105 "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino". Il taglio in obliquo è orientato verso la Mensa eucaristica ad indicare il volo dell'aquila verso l'alto e il concetto che la parola di Dio prepara l'anima a ricevere l'Eucarestia. L'altare è stato realizzato in legno di mogano, legno pregiato che vuole essere simbolo della preziosità della mensa che accoglierà Cristo. La base è costituita da piani di legno sovrapposti e di forme diseguali, a rappresentare la natura dell'uomo contorta a causa dcl peccato originale e incline al male. Cristo incarnandosi, assume questo uomo per trasformarlo e farlo diventare della sua stessa natura divina. Tale trasformazione avviene nel momento della consacrazione; al fine di rendere di più immediata percezione questo concetto, la Mensa è costituita da un'unica lastra di vetro. Al centro è ricavato un incavo che simboleggia il fonte battesimale dove l'uomo viene rigenerato nel catino è posto un seme dischiuso, ad indicare che la vita dell’uomo unita a Cristo porta frutti abbondanti di virtù. Da ricordare infine, che nel 2008 è stato realizzato l'impianto elettrico delle campane, ripristinando il suono delle campane già esistenti. Nella campana nuova è stata incisa la frase ricavata dalla Bibbia: "I cantori usavano cembali di bronzo per il loro suono squillante dinnanzi all'arca di Noè" (I° Cronache 15). 33 Poemetto religioso in forma di Sacra Rappresentazione Testo poetico di Angelo Cacciato di Enna 34 L'epoca antica ormai sta per finire 1 All'inizio dell'anno quattrocento l'epoca antica ormai sta per finire l'umanità fa acquisto di un portento che il mondo intero poi farà stupire. Nasce in Irlanda (o Hibernia dei Romani) un nuovo vanto per i cristiani. 2 Tra il paganesimo e l'idolatria L'isola è immersa nel più oscuro errore, domina di Pelagio l'eresia, il popolo abbisogna di un Pastore; di quella vera fede e civiltà che illumina l'intera umanità. 3 U nostro Dio, sapiente giardiniere, l'Irlanda volle allor privilegiare per diffondere la sua vera fede in quei dintorni ed in terre più lontane. Ai pressi di Lismor nasce Cataldo zelante apostolo e di Cristo araldo. 4 Privilegiato fu appena nato: risplende una gran luce nel suo tetto segno evidente di un futuro santo dal Signore amato e prediletto. Apostolo sarà tra i più sapienti e gran maestro di straniere genti. Dalla divina grazia prevenuto 5 Dalla divina grazia prevenuto, già pochi giorni dopo essere nato, per la madre è conforto e grande aiuto che, in fin di vita, ha il cuore angustiato. Dà un bacio alla povera Alcmena: la fa tornar in vita e la rallegra. 6 Il piccolo Cataldo un dì giocando cadde a terra con tonfo assai violento, il suo capo bruscamente urtando su una pietra che, prodigioso evento, l'impronta ricevette a tal maniera, resasi molle ancor più della cera. 7 La pietra dai devoti fu raccolta e come monumento in devozione, con viva fede al ciclo venne esposta 35 per convogliare pioggia di aspersione. L'acqua raccolta in questa cavità risanava da ogni infermità. 8 "Flos pudicitiae", giglio di candore, dai genitori fu educato alla pietà, alla vera dottrina con ardore in un cammino di fede e carità. Mentre fuori si scatena l'eresia, nella sua casa c'è amore e cortesia. 9 Estraneo sempre alla vita mondana, si ritirava in preghiera e meditava, con viva devozione mariana le scienze e le Scritture studiava. Essendo ormai celebre dottore, avrà presto una carica d'onore. 10 A Lismore Università è impegnato, a vent'anni comincia ad insegnare; è il giovane più amato e rispettato che suscita stupore col suo fare. A seguir le lezioni, i suoi sermoni tutti accorrono in massa dai dintorni. Giunse a Dublino il Vescovo Patrizio 11 432 correva l'anno giunse a Dublino il Vescovo Patrizio lì inviato dal Pontefice Romano per debellar l'eresia ed ogni vizio. Patrizio cercò il giovane ventenne per volere di Dio l'incontro avvenne. 12 Intuì il suo carisma San Patrizio, la sua dottrina, la sua mente sana; con la pienezza del suo Sacerdozio lo confermò nella Fede Cristiana. Tra gli ecclesiastici poi lo annoverò e Sacerdote, quindi l'ordinò. 13 Così il discepolo di San Patrizio, intuisce qual'è la sua missione salvar le gemi, questo è il suo uffizio col buon esempio e la predicazione. Da allora fece solo ciò che è bene proprio così, come ai santi conviene. 14 Alternava con la meditazione le sue lezioni ed il suo insegnamento profondeva la sua illuminazione 36 ad ogni anima afflitta da sgomento e con l'esempio della santità le genti convertiva in quantità. Volle onorarla Madre del Signore 15 Anno trentuno, il Concilio efesino condannando di Nestorio l'eresia, proclamò Cristo uomo e vero Dio e figlio della Vergine Maria. Cataldo volle con filiale amore onorare la Madre del Signore Giunse a Dublino il Vescovo Patrizio 16 E così ardendo di devoto affetto, le costruì una chiesa in suo onore. Insieme agli operai in quel progetto, lavorò egli stesso con vigore. ln pochi giorni la Madre Immacolata vide lo chiesa a Lei consacrata. 17 Ma l'inferno, nemico di ogni bene, si scatena contro il servo dcl Signore con le sue insidie, tentazioni e pene volendo trascinarlo nell'errore. Ma veglia Dio a difesa dei suoi figli e i suoi devoti scampa dai perigli. In Quella notte un Angelo splendente 18 Dai suoi miracoli il re incuriosito, chiese notizia al Duca di Meltride che superbo, altèro e risentito di sortilegio lo accusò oltre a ogni dire. Il re, accecato da superstizione, fece rinchiudere il santo in prigione. 19 Ma nella notte il re mentre dormiva, vide in sogno un Angelo splendente che a spada sguainata lo avvertiva: "Cataldo è saggio, giusto e sapiente e il malefico Duca è morto ormai; il suo ducato a lui m cederai". 20 Appena il re dall'incubo svegliato, il suo sogno alla regina raccontava, giunse all’istante un rnessagger fidato che la morte del duca confermava. Il re vuole Cataldo in sua presenza e lo fa liberare con urgenza. 37 21 Gli chiede scusa per il suo operato con grande cortesia cd umiltà; di Meltride gli offre il ducato per fondare una sua Comunità. Ma Cataldo rifiuta quel favore: vuol servire Dio col suo fervore. 22 Il re colpito da cotal distacco, insiste con regale dignità: gli racconta il sogno da lui fatto e come il Duca è passato all’aldilà. Vedendo il segno della Provvidenza, Cataldo accetta con umil riverenza. Vescovo da San Patrizio consacrato 23 Vescovo da San Patrizio consacrato, una vasta diocesi fondò, con cura attese al nuovo apostolato; per circa quindici anni lavorò. Dopo aver ammaestrato tutti quanti, si recò a visitare i Luoghi Santi. 24 Parte la nave con i pellegrini, verso l'Oriente per la Palestina; Cataldo illustra ai suoi concittadini le verità della nostra dottrina; nei luoghi dove il nostro Salvatore, s'immolò per la nostra Redenzione: La legge di Gesù è legge d'amore 25 "Ci ha riscattato con il suo dolore ma, morto in croce, il terzo dì è risorto. La legge di Gesù è legge d'amore: che rende l'uomo eterno dopo morto. Anche per noi la nostra salvazione passa attraverso la crocifissione". 26 Prostrato ai piedi del Sepolcro Santo si sente perso nella divinità; invoca Dio con commozione e pianto: "fu che io compia lo Tua volontà; a Te per noi immolato con amore io offro lo mia vita, o mio Signore!" 27 Ed ecco che, in mirabile visione, una gran luce lo viene a rischiarare e gli parla cosi nostro Signore: "in Italia, va' lì senza esitare; 38 a Taranto, proprio in quella sede ove San Pietro predicò la fede!" 28 Con animo lieto e con coraggio obbedisce alla voce del Signore. Saluta i suoi compagni di viaggio con vera commozione e con dolore. Tutto dispone per lo sua partenza con grande amore, zelo e diligenza. Terribile tempesta si scatena 29 Partì la nave quel giorno di febbraio ma presso Lecce tempesta si scatena. Quella gran furia uccide un marinaio tra il panico di tutti e grande pena. Ma Cataldo, uomo retto e pio, raccomanda di avere fede in Dio. 30 I naviganti invita alla preghiera unico mezzo che ci può salvare ed anche quando si calma la bufera, per quel defunto continua a pregare. lddio, nella sua bontà infinita, a quell'estinto restituì la vita. 31 Così a Lecce, appena approdato, verso Taranto a piedi si avvia. Trova quella città in un brutto stato: tra paganesimo e idolatria; ma con miracoli e con santa orazione la converti alla vera religione. 32 In poco tempo lo jonica città al cristianesimo fu rigenerata. Creò il Clero e 1e comunità e inviò sacerdoti a ogni borgata. E per le vergini a Dio consacrate, istituì luoghi e dimore adeguate. Ora et labora con letizia vera 33 Soccorre con premura e ogni maniera il povero indigente e il bisognoso. Ora et labora con letizia vera con animo cordiale e generoso. li signore Dio Padre Onnipotente a mezzo suo santifica la gente. 34 La fama della sua santità si espande ormai per ogni regione 39 dalle campagne, paesi e città. chiedono tutti la sua benedizione. Cataldo prediletto da Dio amato consola gli uomini e assolve ogni peccato. 35 Da tutti è chiamato ed acclamato caritatevole, umile e pio. Gran Sacerdote e Vescovo beato, ama il suo prossimo cd ama il suo Dio. Con tutta l'anima, il cuore e i sentimenti fu esempio speciale a molte genti. 36 Le fatiche, i travagli quotidiani tra prediche, preghiere e penitenza le sue parrocchie, i lunghi itinerari per ottenere la massima efficienza, la sua salute han tanto minacciato che ha bisogno di essere curato. 37 Ma i suoi fedeli non vuole rattristare e continua la sua predicazione essi lo vorrebbero curare .... lui li conforta con la benedizione. Persiste con gran zelo e con ardore a predicar l'amore del Signore. Io mi sento vicino al mio Signore 38 Ancor più grave la sua malattia, il pellegrino non può più camminare; vuole ricevere l'Eucaristia: il suo Gesù con sé vuole portare. Nell'ora estrema Maria, piena di luce, sente che a sé lo invita e lo conduce. 39 Presso di sé il suo clero fa chiamare: "io mi sento vicino al mio Signore; fratelli, ora sta a voi continuare l'opera Sua, l'evangelizzazione. Nella lede, vi prego, siate saldi così come voi foste ammaestrati. 40 Cari diletti miei, asciugate il pianto è il dì ch'io vi precedo in Paradiso. La Vergine mi avvolge col suo manto, teneramente mi accoglie col sorriso. Con me si rallegri il vostro cuore: andremo nella Casa del Signore! . 40 41 Sia sempre retto e santo il vostro agire, siate perfetti nella carità per questo io vi voglio benedire, e la chiesa di Dio trionferà. Rallegriamoci con inni, salmi e canti in ciel ci rivedremo tutti quanti." 42 Non appena quell'anima beata le spoglie mortali abbandonava lasciando questa terra desolata, ognuno la sua morte lamentava. Ma anche morto miracoli faceva e come sempre, tutti accontentava. 43 Mentre era esposto, lo vollero toccare un cieco nato e un povero sciancato; all'improvviso il cieco può guardare e lo sciancato è presto raddrizzato. Ma i miracoli che continua a fare nessuno li riesce più a contare. Epilogo 44 E tu, fedel, non lo dimenticare, Cataldo sia il tuo santo intercessore. La sua saggezza cerca d'imitare chiedi a lui ogni grazia e ogni favore. Dio la sua stessa gioia ti darà e il Paradiso per l'eternità. 45 Adoriamo la Santa Trinità: ci assiste sempre col suo santo amore. Ringraziamo la Divina Maestà con umiltà e con sincero ardore. Veneriamo la Vergine Maria ... Evviva San Cataldo e così sia. Amen. 41 Bibliografia Si possono consultare questi testi e visitare questi siti per ampliare la conoscenza sulla vita del Santo e sulla storia della Chiesa parrocchiale. I Rocco Lombardo: "La Chiesa di San Cataldo a Enna" Editrice 'Il lunario' C/so Sicilia n.91 Enna II "Historia Sancti Cataldi" da un manoscritto dcl secolo XVI dell'archivio storico della Chiesa Madre di Cagliano Castelferrarto a cura di Pietro Scardilli III Gaetano Alloro: "Storia della Chiesa di San Cataldo" vedi sito: www.parrocchiasancataldo.org IV Museo di San Cataldo: www.parrocchiasancataldo.org V Sac. Prof.re Andrea Martirii: " Vita di San Cataldo Vescovo e protettore di Taranto" VI Fr. Anselmo M. Tommasini o.f m.: "I Sami irlandesi in Italia" Foto copertina: dipinto di San Cataldo in trono del 1595di Alvino G. Testo copertina: tratto dall'omelia che ha pronunziato S. Cataldo prima della sua morte. Testo realizzato dal Sac. Vincenzo Di Simone, con la collaborazione di: Paolo La Paglia, Filippo Borrello, Manuela Greco. 42 43