COMUNICATO STAMPA III
Biennale“PiemonteeLetteratura”
CONVEGNO
GinaLagorio:“RespirarePiemonte”
Nei giorni 8 e 9 maggio 2013 si terrà nel Teatro Comunale di San Salvatore Monferrato
(Alessandria) un convegno su Gina Lagorio. L’iniziativa rientra nella Biennale “Piemonte e
letteratura”, istituita ufficialmente nel 1981, dopo il successo di due precedenti convegni: Igino
UgoTarchetti(1976)ePiemonteeLetteraturanelNovecento(1980).
Laprimaoccasione,cheportòSanSalvatoreMonferratoalcentrodellaculturainternazionale,fu
l’incontro dedicato a Igino Ugo Tarchetti, romanziere Scapigliato, al quale San Salvatore diede i
natalinel1839.
Daallora,ognidueanni,agliincontridistudiosonoseguitiivolumidegliAttiche,nelloroinsieme,
costituiscono un punto di riferimento importante nella cultura piemontese. Tali volumi sono
ormai presenti nelle biblioteche di tutto il mondo e l’interesse degli studiosi non accenna ad
affievolirsi,tantochesonodatemporichiestidaipaesigeograficamentepiùremoti.
Ititolichecompongonoquestaimportanteraccoltasono:
Igino Ugo Tarchetti e la Scapigliatura (1976); Piemonte e Letteratura nel ’900 (1980); Piemonte e
Letteratura1789–1970,duetomi(1982);VittorioAlfierielaCulturaPiemontesefraIlluminismoe
rivoluzione (1984); Da Carlo Emanuele I a Vittorio Amedeo II (1987); Cesare Pavese oggi (1989);
BeppeFenogliooggi(1991);PrimoLevi:memoriaeinvenzione(1993);NataliaGinzburg:lacasa,la
città,lastoria(1995);CarloLevi:leparolesonopietre(1997);MarioSoldati:lospecchioinclinato
(1999); La cultura del Novecento in Piemonte: un bilancio di fine secolo (2001); L’oro e l’alloro:
letteratura e economia nella tradizione occidentale (2003); La parole del sacro. L’esperienza
religiosanellaletteraturaitaliana(2005);Letteraturaesport.PerunastoriadelleOlimpiadi(2006);
Cavalcare la luce, scienza e letteratura (2009); Muse cangianti tra letteratura e arti figurative
(2011).
La fotografia riprodotta su programmi e manifesti è di GIULIANA TRAVERSO, una
delle figure più rappresentative della fotografia contemporanea. Centinaia di mostre
in Europa, America e Asia, quindici volumi dedicati al suo lavoro, centinaia di
onorificenze, una Laurea Honoris Causa in Lettere e Filosofia della Columbia
University di New York, hanno costellato la sua carriera, divisa tra arte e
insegnamento. La sua ammirazione per l’opera di Gina Lagorio si esprime
pienamente nella solarità vitale della scrittrice, che sembra animare anche la
marmorea fissità della statua.
GINA LAGORIO: “RESPIRARE PIEMONTE”
Cerimoniainaugurale
Suoni e innagini della memoria
Laura Bombonato legge passi “musicali” tratti da Inventario
Concerto a cura della Direttrice del Conservatorio Vivaldi di Alessandria
Angela Colombo
Stefania Del Santo, soprano
Simona Zambruno, soprano
Beyon Heejin, pianoforte
DOCUMENTARIO
Gina Lagorio, il piacere della scrittura
(Serie TV, “Incontri”, Cherasco, 29 settembre 1999), Produzione DueAfilm
Antonio e Pupi Avati
TeatroComunalediSanSalvatoreMonferrato(AL)
venerdì8novembre2013‐ore21
Teatro Comunale di San Salvatore Monferrato
9 novembre 2013, ore 9,30-18
GINA LAGORIO
Scrittrice tradotta in molte parti mondo, parlamentare nella X legislatura, studiosa
di Sbarbaro e Fenoglio, autrice di romanzi, racconti, testi teatrali, interventi come
opinionista su testate importanti (CdS, l’Unità, Il Secolo XIX) e di un libretto operistico
in endecasillabi, “La memoria perduta”, musicato da Flavio Emilio Scogna, Gina
Lagorio è nata in Piemonte, a Bra. Il padre era cresciuto tra Cherasco e La Morra,
nella Cascina delle Monache, un ex convento nella frazione di San Michele, dove
risiederà a lungo anche la madre, Pierina Picollo, nata a Casale Monferrato nel 1897.
“Mia madre amava la musica e aveva una voce che con un’altra situazione sociale alle
spalle l’avrebbe condotta attraverso gli studi al teatro d’opera. Insieme con il maestro
Ferrua, un grande cheraschese, lei e un gruppetto di giovani coriste di Ferrua,
andavano al Politeama di Bra ogni volta che c’era un’opera” (La mia Bra, “o della
felicità”). Dalla madre Gina Lagorio erediterà la passione per la musica e il
melodramma, di cui ci sono tracce anche nella sua prosa, soprattutto in Fuori scena e
Tosca dei gatti. Nella “città delle mura stellate”, che tanta parte avrà nelle pagine
della futura scrittrice, Gina trascorrerà i mesi estivi, ospite dei nonni paterni, radicati
in quelle terre già nel Seicento e depositari di una tradizione che s’incide nella sua
memoria. Aveva solo dieci anni quando, in quella casa spesso profumata dagli aromi
dei dolci, che nonna Francesca cucinava per i banchetti nuziali dei nobili di Cherasco,
comincia a scrivere i primi racconti.
Arrivata da bambina a Savona, cresciuta alla scuola di Camillo Sbarbaro e Angelo
Barile, maestri di vita e di stile, Gina Lagorio ha scritto di storia, letteratura, critica
(una raccolta di saggi e interventi è in Penelope senza tela, 1984), romanzi, racconti,
favole e novelle, testi teatrali (raccolti in Freddo al cuore, 1989), senza mai rinunciare
all’impegno civile. Un preciso filo geografico tiene insieme un’opera narrativa e
saggistica così vasta: un filo che collega il crinale che dalle Langhe si congiunge alla
Liguria, per ritornare tra le mura stellate di Cherasco, sua “piccola patria”, dove
trascorre parte delle sue vacanze. Per un verso ci sono i racconti del Polline (1966), i
saggi su Fenoglio (1970, 1983 e 1998), Fuori scena (1979), Tra le mura stellate (1991),
il Bastardo (1996). Per l’altro verso, c’è un filone ligure, che va da Approssimato per
difetto (1971) e gli studi su Sbarbaro (1973 e 1981) e Angelo Barile (1973), fino ai
romanzi La spiaggia del lupo (1977), il Golfo del paradiso, la storia ispirata dal pittore
Oscar Saccarotti (1987). Raccontiamoci come è andata è un racconto-saggio ispirato al
primo marito Emilio Lagorio, figura importante nella vita sociale e politica savonese
del dopoguerra (2003). I voli fuori di casa sono il saggio sulla Russia oltre l’URSS del
1989, L’arcadia americana (romanzo del 1999), un racconto da Il silenzio, dove si
narra di un itinerario in Brasile con Amado e i viaggi di uno straordinario Inventario
(1997) personale. Poi arrivano i suoi ultimi libri che chiudono il cerchio iniziato con
Approssimato con difetto, la storia di una morte che Càpita a tutti, anche a lei. Càpita
è il titolo del suo ultimo libro, un inventario di affetti, di memorie, di sofferenza e di
gioia, di malattia e speranza in un altrove. Muore a Milano il 17 luglio 2005. Il 19
maggio le era stato assegnato il premio per la saggistica della “Biennale Piemonte e
letteratura - Carlo Palmisano” di San Salvatore Monferrato. Era felice per questo
riconoscimento, estremo, dopo tanto lavoro di scrittura, ma un altro cielo ormai si era
aperto davanti a lei, che, pensando al suo viaggio, non esitava a citare Orazio: cambia
cielo, non animo, chi corre di là dal mare.
***
Lo studioso predilige la ricerca d’archivio, la disposizione dei tasselli con cui
ricostruire il quadro storico, per poterlo interpretare. Il narratore ama invece il
pensiero dei personaggi, la loro parte umana, i vizi, le virtù, il sogno del quotidiano. In
Gina Lagorio convivono le due nature, rafforzate da una memoria che non è mai
nostalgia, ma giudizio morale. Una memoria che, come scrisse Geno Pampaloni, è
“solitudine e comunione. È il nostro specchio, ma è anche lo specchio ustorio che
brucia l’inessenziale”. La memoria di Gina Lagorio è anche un discorso sulla
letteratura, sui diversi modi per viverla e scriverla, offrendo al lettore un’opera in cui
la letteratura restituisce alla storia ciò che ha perso, ossia il corpo e la mente dei suoi
personaggi, ma anche la storia di rapporti fra le arti, fra gli autori.
L’insieme dei suoi libri, rappresentano una sequenza sinfonica o, in altre parole, un
romanzo totale, la storia di rapporti fra le arti, gli autori e la storia letteraria,
familiare, civile.
Al convegno, dopo i saluti del Sindaco di San Salvatore Monferrato Corrado Tagliabue,
del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Pier Angelo Taverna e delle figlie
della scrittrice – Simonetta e Silvia Lagorio – interverranno molti degli amici e
interpreti che la accompagnarono nel corso della sua esistenza. Presieduta da Elio
Gioanola, che darà la parola a Lorenzo Mondo, Silvio Riolfo e Mirella Serri, la prima
sessione della giornata metterà in evidenza la doppia geografia della narrativa di Gina
Lagorio. La seconda, presieduta da Giorgio Bárberi Squarotti, con gli interventi di
Ilaria Crotti, Pietro Frassica e Luigi Surdich, restringerà il campo ai romanzi di
ambiente piemontese, sospesi tra storia e memoria, svelando anche la genesi del
Bastardo, che cominciò a vagheggiare durante un viaggio in America, narrato in
L’Arcadia americana (Rizzoli 1999). Nel pomeriggio, i lavori proseguiranno presieduti
da Gian Luigi Beccaria, con gli interventi di Guido Davico Bonino, Maria Rosa
Cutrufelli e Benedetta Centovalli, dando un saggio della poliedrica vena dell’autrice,
che si espresse nel teatro, nell’analisi dei personaggi femminili, senza mai rinunciare
all’impegno civile. L’ultima sezione, presieduta da Franco Contorbia, sarà dedicata al
linguaggio, sia dal punto di vista dello stile (Manuela Manfredini), sia di quello che si
lega ai suoni, al gusto della vita (Giovanni Tesio) e alla musica di cui si nutrì per tutta
la sua esistenza (Piero Gelli).
Hanno detto di lei:
Adriano Grande (1970):
“una penetrazione psicologica sottile e amabile”.
Sebastiano Timpanaro (1983)
“una scrittrice e saggista che vive e soffre in pieno i problemi del nostro tempo”
Carlo Bo (1977)
“La Lagorio ha vinto la sua partita con una difficile scommessa con se stessa:
stare nel vero possibile e nello stesso tempo restare chiusa nelle stanze del
proprio cuore”.
Giovanni Giudici (1987)
“Gina Lagorio ha tante qualità che certamente sono proprie di un bel romanzo,
ma che farebbero anche la bellezza di una poesia”.
Pietro Frassica (1988)
“È l’artista incorrotto che rimane giovane e eterno, come le forme dell’arte più
pura in cui si rispecchia”.
Giovanni Tesio (1991)
“Tanti motivi tra presente e passato, tra geografia e storia, come strumenti e
partiture di una musica che risulta dalla fusione di tutti i suoni sotto la guida
del direttore d’orchestra”.
Cecilia Kin (1991)
“Gina Lagorio appartiene alla categoria degli scrittori che non hanno mai
pensato alla moda, al successo commerciale delle opere, alla vanità mondana.
Mi pare che parola chiave per comprendere la sua posizione etica sia fedeltà. …
Parlo della scelta etica e civile, da cui tuttavia non si può separare l’estetica”.
Franco Contorbia (1994)
“l’illuminante disvelamento di una limpida vicenda intellettuale e della impavida
immagine di una donna di coraggio non pacificata né arresa”.
Giovanni Raboni (2003)
“Questa limpida, trepida cronaca della sua vita [di Emilio Lagorio], … mi ha fatto
pensare che se non siamo quasi mai soli finché siamo immersi nel cieco,
eccitante, trascinante fluire della storia lo siamo quasi sempre, invece, di fronte
alle sue atroci delusioni e aporie”.
Vinse il Premio Campiello nel 1977, per La spiaggia del lupo, il premio
Flaiano nel 1983, per la commedia Raccontami quella di Flic, presente
con altri testi teatrali in Freddo al cuore, e il Premio Viareggio nel 1984,
per Tosca dei gatti. I suoi libri sono stati tradotti in molti paesi.
PassidellasuaoperasarannolettidaLAURABOMBONATO,attrice,regista,Insegnantediteatro
editecnichedellacomunicazione.PresidentedellacompagnateatralediAlessandriaMaxAub:
L'arte del teatro per tutti, Laura Bombonato sa calarsi nei personaggi con l’intelligenza e la
vitalitàsempreattentatadallamalinconiacheanimanoipersonaggidell’operadiGinaLagorio.
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CONVEGNO Gina Lagorio