Progetto NECOBELAC Risultati della ricerca in sanità pubblica: processo editoriale e open access ESPERIENZE DI COLLABORAZIONE SCIENTIFICA NEL SETTORE DELLA PREVENZIONE DELLA PATOLOGIA DA AMIANTO Pietro Comba Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria Istituto Superiore di Sanità, Roma Roma (Italia) 18-20 ottobre 2010 L’amianto è stato il più importante fattore nella cancerogenesi professionale in Europa e nel mondo. È inoltre uno degli agenti che contribuisce in termini più generali al rischio cancerogeno ambientale. Questa valutazione si applica in particolare in Italia, un paese nel quale per circa un secolo (dalla fine dell’Ottocento al 1992) l’amianto è stato estratto, lavorato e applicato in una molteplicità di contesti industriali e civili. Baan R. & International Agency for Research on Cancer Monograph Working Group. A review of human carcinogens. Part C: metals, arsenic, dusts and fibres. Lancet Oncology 2009; 10(5):453-454. Tumore maligno della pleura 1995-2002. Distribuzione dei rapporti standardizzati di mortalità a livello comunale calcolati secondo gli attesi nazionali Da: Il rischio amianto nelle aree urbane C. Bruno, M. De Santis, L. Fazzo, G. Minelli, A. Zona, P. Comba QUALITÀ DELL’AMBIENTE URBANO VI RAPPORTO ANNUALE Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Edizione 2009 Le città con incrementi significativi di tumore maligno della pleura sono in maggioranza sedi di cantieri navali, aree portuali, poli chimici e siderurgici e stabilimenti di produzione di manufatti in cemento amianto mostrando un evidente legame con pregresse esposizioni professionali all’amianto. Gli studi epidemiologici più recenti mostrano l’impatto crescente della patologia da amianto nell’edilizia e nelle attività ad essa associate, compresa la decoibentazione. Una seppur modesta quota di casi di mesotelioma segnalati dal ReNaM in associazione a inquinamento urbano di fondo e l’ipotesi dell’esistenza di un “fattore urbano” del mesotelioma giustificano l’inclusione dell’amianto fra gli agenti da monitorare con cura nelle aree urbane. E’ essenziale: • Mettere a punto diversi scenari di esposizione all’amianto considerando il rilascio da edifici con isolamenti in amianto e da superfici in cemento-amianto deteriorate; • Evidenziare eventuali impatti sanitari delle esposizioni ad amianto in aree urbane. La frequenza di casi di mesotelioma insorti sotto i 40 anni (esposizione ad amianto in età pediatrica), o di casi in adulti non professionalmente esposti, possono concorrere all’individuazione di sorgenti di rischio ambientale non note o sottovalutate. La comunicazione e la diffusione dell’informazione sui comportamenti sicuri deve essere chiara e rigorosa concentrandosi sulle modalità di esposizione potenzialmente pericolose (amianto in matrici che consentano il rilascio di fibre libere). Le attività di risanamento ambientale devono basarsi su evidenze scientifiche: le priorità delle bonifiche devono associare la valutazione del rischio sanitario e la nozione di equità, privilegiando gli interventi a favore di popolazione caratterizzate dai livelli di esposizione più elevati. Da: Il rischio amianto nelle aree urbane C. Bruno, M. De Santis, L. Fazzo, G. Minelli, A. Zona, P. Comba QUALITÀ DELL’AMBIENTE URBANO VI RAPPORTO ANNUALE Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Edizione 2009 L’impatto sanitario dell’amianto in paesi con pregresso utilizzo industriale, anche se stimato solo in base alla mortalità per mesotelioma, supera quanto si prevedeva in base alle conoscenze disponibili al tempo del suo utilizzo. Notevoli sforzi sono in corso in molti paesi con una più breve storia di utilizzo dell’amianto al fine di produrre stime di impatto sanitario. Un coerente corpo di conoscenze porta a confutare il paradigma dell’”uso sicuro” dell’amianto. Gli attuali trend di esportazione e utilizzo penalizzano sistematicamente i paesi a basso reddito. Occorre uno sforzo di collaborazione internazionale per potenziare un approccio di Sanità pubblica fondato sulle evidenze scientifiche, al fine di contrastare l’utilizzo dell’amianto a livello globale. La experiencia italiana sugiere que incluso para el asbesto el conocimiento y la evidencia científica relativos a la carcinogenicidad y a los efectos de la exposición ocupacional y ambiental sobre la salud humana han ganado relevancia social en el momento en el cual fue realizada una gestión social real del problema del asbesto. Esta experiencia ha demostrado, entre otras cosas, la importancia de los estudios epidemiológicos realizados en el contexto nacional para lograr una evaluación eficaz del impacto sanitario del asbesto en cada país. En relación con el contexto específico de Colombia, donde se calcula que no menos de 4.000 trabajadores han sido empleados para la producción de las fábricas de asbesto-cemento en los establecimientos Eternit - Atlántico, Pacífico y Bogotá, se recomienda la realización de un estudio de cohorte sobre la mortalidad por causa específica y la incidencia de los casos de mesotelioma entre estos trabajadores, a fin de poner en marcha una evaluación inicial del impacto sanitario de la exposición al asbesto. Posteriores desarrollos de la colaboración podrán permitir estimar el impacto sanitario paralos familiares de los trabajadores de asbesto-cemento y para las poblaciones residentes cerca de las fábricas en cuestión. La integración de las capacidades de los investigadores colombianos e italianos podrá permitir conseguir estos resultados, contribuyendo al proceso de eliminación del asbesto ya en curso en América Latina.