Notiziario on line del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” - Gorizia SEDE SOCIALE: VIA ASCOLI, 7 A N N O 34170 GORIZIA [email protected] http//:www.seppenhofer.it I I I — N ° 3 M A R Z O 2 0 1 4 Primavera: tempo di corsi e manifestazioni A cura di Maurizio Tavagnutti SOMMARIO: Primavera: tempo di corsi e manifestazioni. 1 3° Corso di introduzione 2 alla Speleologia. Progetto transfrontaliero “Prepotto-Kanal” 4 èStoria 2014. Festival internazionale della storia. 12 2° Forum di archeologia della Regione F. V. G. 13 Le nostre pagine su FB. 14 Scuola di Speleologia Isontina. Corso di 1° livello. 16 Alcuni passi nel vigneto. 18 Il Corniolo (Cornus mas). 22 Curiosità nella mia dolina. 24 Qualcosa su Gorizia. 25 La scienza racconta. 27 La galleria del Cavento. 27 L’astuccio portapenne. 27 I prossimi appuntamenti. 28 Novità editoriali. 29 Chi siamo. 30 Già! … È primavera e al risveglio della natura è tutto un rifiorire delle attività anche nella speleologia. Almeno lo spero! Certo gli inizi di questa primavera lasciano ben sperare anche se il lavoro organizzativo è raddoppiato. Le adesioni al corso di introduzione alla speleologia hanno avuto un boom eccezionale, ben 13 gli iscritti! Una cosa che qui a Gorizia non si era mai registrata, questo ci fa solamente sperare che questa disciplina si stia un po’ riprendendo da un indubbio calo di interesse registrato negli ultimi anni. D’altro canto la cosa ci inorgoglisce perché sta a dimostrare che nel corso del 2013 abbiamo lavorato bene sotto molti aspetti, sia esplorativi sia culturali e sociali. La presenza di molti giovani e alcuni provenienti da fuori città testimonia indubbiamente che abbiamo saputo instaurare quel senso di curiosità verso questa disciplina che senz’altro potrà in futuro dare i suoi frutti. Molto lavoro, sul piano divulgativo, è stato portato avanti dai nostri soci attraverso conferenze e rapporti con enti locali come abbiamo riportato più volte su questa rivista. Spesso ci siamo impegnati sulla difesa del territorio come si può constatare leggendo il bel articolo di Roberto Ferrari (pag. 18-21) su questo numero di Sopra e sotto il Carso. Con l’inizio della bella stagione è iniziato anche il lavoro di targhettatura L’Italia sta franando. Nella nodegli ingressi delle grotte. Un lavoro che ci ha impe- stra provincia possiamo vedere gnato non poco visto che le cavità da marcare con le qualche piccolo esempio. A pag. targhette regionali erano da riposizionare completamen- 18-21 un bel articolo di Roberto te. Visto l’interessamento del comune di Prepotto verso Ferrari ci illustra quanto sta accadendo. (foto R. Ferrari) questa nostra attività, abbiamo voluto iniziare a traghettare le cavità situate proprio lungo la vallata dello Judrio. Ciò è servito a rinfrescare le nostre vecchie conoscenze del territorio ed è servito anche a riscoprire il valore di una vecchia palestra di roccia (vedi pag. 10) situata nei pressi del castello di Albana e che il C.R.C. “C. Seppenhofer” anni fa aveva attrezzato per i corsi di speleologia. Insomma è primavera e tutto sembra rifiorire anche quello che da tempo sembrava ormai dimenticato e perso nell’oblio del tempo! Gli allievi del corso di speleologia. Il notiziario Sopra e sotto il Carso esce ogni fine mese e viene distribuito esclusivamente on line. Può essere scaricato nel formato PDF attraverso il sito del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” - www.seppenhofer.it Hanno collaborato a questo numero: Roberto Ferrari, Maurizio Tavagnutti, Gabriella Graziuso, Barbara Zanelli. PAGINA 2 27.3.2014 - Storia della Speleologia. Prima lezione del corso. 3° Corso di introduzione alla Speleologia Ha avuto un buon inizio il “3° Corso di introduzione alla Speleologia” che, anche quest’anno il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, ha organizzato in collaborazione con il Comune di Gorizia ed il Punto Giovani di Gorizia. Il corso di speleologia che volutamente è dedicato proprio ai ragazzi per poter spiegare loro, in maniera accattivante, cos’è la speleologia ed il fenomeno carsico ha registrato un afflusso di iscritti davvero eccezionale per Gorizia. Sono ben 15 gli iscritti al corso, un numero inusuale per questa disciplina che comunque resta un’attività di nicchia. Durante la prima lezione la sala della nostra sede si è facilmente riempita vista la presenza anche di diversi ascoltatori extracorso che hanno voluto assistere alle spiegazioni e alle immagini che venivano proiettate sullo schermo ad illustrare quanto veniva detto dal relatore. La strategia, proposta dalla nostra associazione per un corso di sola introduzione alla speleologia quindi con un’ottica intesa a far conoscere, in modo accattivante, il mondo sotterraneo attraverso una serie di escursioni in grotte di estrema bellezza, è stata estremamente vincente. Senz’altro da riproporre in futuro. Oltre alla lezione teorica il mese di marzo, proprio domenica 30 ha visto gli “allievi speleologi” impegnati nell’esplorazione della Grotta dell’Acqua. Allietati finalmente da una splendida giornata, dopo giorni di pioggia, il nutrito gruppo di ragazzi si è avventurato all’interno di questa splendida cavità soffermandosi ad ammirare, di tanto in tanto, le varie meraviglie della natura sapientemente illustrate dagli istruttori che li accompagnavano. Nel percorso di ritorno a Gorizia la lunga carovana di automobili si è soffermata a visitare il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore dove è esposto il famoso androsauro denominato “Antonio” ritrovato proprio nei pressi del piccolo borgo marinaro. 30.3.2014 - Grotta dell’Acqua o di Boriano (Carso triestino). SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA SOPRA E SOTTO IL CARSO 3 PAGINA 4 Comune di Prepotto. Il territorio del comune di Prepotto. Progetto transfrontaliero “Prepotto-Kanal” Su richiesta del comune di Prepotto (Valle dello Judrio), la nostra associazione è stata interpellata, nei giorni scorsi, per esprimere un parere sulla possibilità di individuare alcuni luoghi di notevole interesse dal punto di vista paesaggistico/ naturalistico lungo l’alta Valle dello Judrio. Tale richiesta si inquadra in un progetto più ampio e transfrontaliero, in fase di attuazione, tra il comune di Prepotto e il comune sloveno di Kanal (Valle dell’Isonzo). Tale progetto si prefigge di valorizzare luoghi e peculiarità dei due comuni contigui attraverso la realizzazione di carte tematiche e l’installazione di una opportuna segnaletica per l’indicazione dei punti notevoli lungo la valle. Inoltre sarà realizzata una rete sentieristica a tema per dar modo all’eventuale escursionista di apprezzare in modo adeguato la bellezza ed il valore naturalistico di questa valle. Il Centro Ricerche Carsiche “C. seppenhofer” ha aderito ben volentieri alla richiesta del comune e da subito si è attivato per ricercare i punti da valorizzare. Ovviamente le grotte esistenti lungo la valle sono state la prima cosa a cui si è pensato ma anche molti altri aspetti paesaggistici sono stati analizzati. In questa analisi abbiamo individuato tre cavità degne di maggior valorizzazione con un eventuale sentiero da sfruttare turisticamente per raggiungere una di queste, inoltre, due palestre di roccia, esistenti tra Albana e Prepotischis, che potrebbero essere sfruttate maggiormente. A proposito delle quali abbiamo subito individuato la possibilità di recuperare almeno la palestra di roccia che si trova nei pressi di Albana per realizzare un punto preferenziale per esercita- zioni durante i corsi di speleologia o comunque per addestrare i giovani alle tecniche di progressione su corda. La parete della palestra si presta molto bene a simulare le condizioni che si ritrovano poi in grotta. Riportiamo qui di seguito i dettagli di quanto abbiamo individuato e segnalato al comune di Prepotto. SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA 1817 / 34 FR - BUCA DEL DIAVOLO Altre denominazioni: Buse dal Diaul, Grotta di Monte Spig. Provincia: Udine - Comune: San Leonardo - Posiz.: CTR 1:5.000 Castelmonte - 067114 - 1° ingresso Lat.: 46° 5' 56,64" Long.: 13° 31' 37,83" – 2° ingresso Lat.: 46° 5' 55,87" Long.: 13° 31' 38,64" - Quota ing.: m 650 Prof.: m 12 - Svil.: m 25 - Rilievo: 13.4.1974 - Tavagnutti M., Gulli G. - G.S. “L.V. Bertarelli”. La cavità che ha due ingressi, è posta a breve distanza dalla cima del Monte Spig, non lontano quindi, dal Santuario di Castemonte. L'ingresso naturale della grotta si apre sul versante che si affaccia sulla vallata dello Judrio, circa a venti metri dalla cima del Monte Spig, in direzione sud, mentre l'ingresso artificiale si trova sul versante opposto del monte ed è raggiungibile percorrendo un comodo sentiero, che si diparte dalla strada Castelmonte-Tribil e conduce alla cima dello Spig. Oggetto di una prima esplorazione speleologica già nel 1914, la cavità, nel corso della Prima Guerra Mondiale, è stata fortemente rimaneggiata ed ampliata mediante lavori di scavo. Il fattore più interessante è che la grotta venne rilevata nel 1914 da Ardito Desio del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano; prima quindi, di subire qualsiasi tipo di intervento. La dettagliata descrizione della cavità che lo speleologo pubblica su “Mondo Sotterraneo”, confrontata con il rilievo del 1974 eseguito da M. Tavagnutti e G. Gulli, ci permette di comprendere esattamente quali sono stati i lavori di scavo dei militari italiani eseguiti all’inizio del conflitto. Il Desio, infatti, nel resoconto della sua esplorazione, parla di un primo tratto di grotta in forte discesa (in direzione S-E), a cui si accede attraverso una bocca abbastanza ampia, e in fondo al quale vi è un saltino di alcuni metri. Alla base di questo, una fessura conduce ad una saletta concrezionata con alcune diramazioni. Lo stato attuale della cavità, corrisponde invece al rilievo effettuato dagli speleologi goriziani a metà degli anni settanta, da dove si desume che le modifiche subite dalla grotta consistettero nello scavo di una galleria artificiale in direzione N-E (che collegava con l’esterno la base della discesa esistente) e nella costruzione di una scalinata in cemento lungo la china stessa, che si collegava tramite una passerella di legno (oggi scomparsa) ad alcuni ulteriori gradini sull’orlo del pozzetto interno, discendibile per mezzo di staffe metalliche murate sulla parete. A detta degli abitanti di Prepotischis tale pozzo originariaSOPRA E SOTTO IL CARSO 5 ANNO III—N°3 PAGINA mente era più profondo e le staffe arrivavano sino ad una piazzola in cemento che si affacciava su di un ulteriore salto. Attualmente la piazzola in cemento è scomparsa, probabilmente coperta dalla notevole quantità di materiale di crollo, e solo una breve fessura porta ad una stanzetta abbondantemente concrezionata. Non ci sono poi altre possibilità di avanzamento. Un breve lavoro di scavo ha comunque permesso di rintracciare altre staffe lungo la parete e di constatare che le stesse proseguono verso il basso. Vi sono anche delle opere di consolidamento all’altezza della congiunzione con la galleria artificiale (un muro di pietre irregolari cementate). Così modificata, la cavità poteva ottimamente assolvere ai suoi compiti di fortificazione sotterranea. L’accesso avveniva sicuramente dalla galleria artificiale, che sboccava sul lato della montagna opposto alla linea del fronte. La stanzetta interna, trovata ingombra di clasti anche nel corso del più recente sopralluogo di verifica (8 dicembre 1999), doveva essere un ricovero truppe, mentre lo sbocco naturale in cima alla gradinata era pensato, probabilmente, a fungere da osservatorio per le posizioni in caverna vicine. Negli immediati dintorni della Buca del Diavolo, infatti, si trovano tre cavernette artificiali rilevate dal Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” nel dicembre 1999, che sono state denominate Caverna I - II - III sul Monte Spig. Buca del Diavolo. - L’ingresso naturale della grotta. LEGGENDE LEGATE ALLA BUCA DEL DIAVOLO Se sull’origine di Castelmonte si conoscono diverse leggende, non possiamo dire altrettanto per quanto riguarda quelle legate alle grotte della zona, anche se il fenomeno carsico in alcuni casi fa parte integrante di alcune delle storie riconducibili alle origini del santuario. E’ il caso della Buca del Diavolo (34 FR), cavità carsica che si apre sul M. Spig, poco distante dalla cima del monte su cui sorge l’eremo, la cui genesi è attribuita, dalla credenza popolare, proprio al demonio che, indispettito per aver perso una gara con la Madonna, sarebbe sprofondato dalla rabbia formando la grande voragine. Come viene raccontato nelle seguenti leggende: … “Vicino al ponte del Diavolo di Cividale, la Madonna e il Diavolo si fronteggiavano per decidere chi dei due fosse a capo della città. Così si lanciarono una sfida: Cividale sarebbe stata di chi avrebbe raggiunto per primo la cima di Castelmonte. La Madonna volò subito veloce verso l’alto, e arrivò prima sulla vetta. Il Diavolo, deluso, continuò la sua corsa fino alla vetta vicina, il monte Spig, lì aprì una profonda caverna, che esiste ancora oggi, (la Buca del Diavolo) e sprofondò nell’inferno.” (leggenda raccontata da Romano Quercig). … “ E’ eri nel Diàul e la Madone che volevin impossessâsi de Buca del Diavolo. - L’ingresso artificiale della mont. E’ àn dite chel ch’el rive prime, al ven in ossès di chiste grotta eseguito durante la Grande Guerra. mont. E el Diàul al à dite ch’el va. Alore le Madone ‘e lade su e a mieze strade ‘e à polsât. E lì ch’e à polsât, ‘e à lassade l’impronte sun tune piere. E cussì ‘e disin che icjimòch’e à polsât, instes ‘a è rivade prime. Cuanche el Diàul al è rivât, che ‘l à vidût che jê ‘e jere za rivade, lui al si à sprofondât in tune busate ch’e jé di cheâtre bande de mont.” (leggenda raccontata da Bosco Maria in di Biaggio di Selvis di Remanzacco). (Il Diavolo e la Madonna volevano entrambi impossessarsi del monte. Così si sfidarono: sarebbe diventato padrone del monte colui che fosse arrivato per primo sulla cima. E il Diavolo partì. Anche SOPRA E SOTTO IL CARSO 6 ANNO III—N°3 PAGINA la Madonna intraprese la salita, ma si fermò a metà percorso per riposarsi. E lasciò nel punto in cui aveva sostato, la sua impronta su una pietra. Si racconta che, nonostante la sosta, sia arrivata per prima. Quando il Diavolo arrivò in cima e si accorse di essere stato preceduto, sprofondò in una grotta, che si trova tuttora, dall’altra parte del monte.). 3351 / 1739 FR - GROTTA DEL MONTE BRISCHIS Altre denominazioni: Grotta di Cladrecis. Provincia: Udine - Comune: Prepotto - Posiz.: CTR 1:5000 Bodigoi - 067113 - Lat.: 46° 3' 58,8" Long.: 13° 30' 12,2" - Quota ing.: m 216 - Prof.: m 2 - Svil.: m 9.5 - Rilievo: 31.12.1977 - Tavagnutti M. - G.S. “L.V. Bertarelli” - Aggiornamento posiz.: Tavagnutti M. - 7.5.2011 - Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”. La grotta ha un vincolo paesaggistico in quanto è stata segnalata alla Regione Friuli Venezia Giulia per una futura tutela dei reperti preistorici ritrovati all’interno. E’ stata anche segnalata alla Sopraintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia per una ulteriore tutela. La cavità è ubicata a Sud di Cladrecis, su un modesto rilievo ad E del paese, una ventina di metri più in alto del torrente Nestadiuzza. La Grotta di Monte Brischis risulta essere di notevole importanza da un punto di vista archeologico: essa si apre nei calcari biancastri del Senoniano superiore. La cavità, che al momento della scoperta non aveva destato particolare interesse, venne rivisitata per la realizzazione del rilievo topografico: in quell'occasione, furono scoperti una serie di cocci di ceramica lavorati a mano ed in modo piuttosto grossolano, che denunciavano una chiara origine preistorica. La grotta fu certamente abitata dall'uomo e probabilmente per un lungo periodo di tempo, vista l'abbondanza di materiale litico trovato nel corso degli scavi successivi. La cavità è costituita da un primo vano semicircolare alto mediamente 1 metro e 70 centimetri, comunicante con l'esterno attraverso un'apertura a forma d'arco. Sul fondo e lateralmente a questo vano si aprono due cunicoli che, prima degli scavi archeologici, avvenuti negli anni settanta, permettevano a malapena il passaggio di una persona. Di particolare interesse, è il fatto che l'apertura della grotta è rivolta verso mezzogiorno, il che fa si che la luce solare vi penetri all'interno. Questo dato, unitamente alla presenza di una sorgente perenne nei pressi della caverna, ha potuto senz'altro facilitare l'insediamento umano in questo sito ipogeo. La grotta in un primo momento era stata denominata "Grotta di Cladrecis"; in seguito, su proposta del dott. Ugo Furlani, il nome fu tramutato in Grotta del Monte Brischis (o Grotta di Cladrecis) - L’ingresso. "Grotta del Monte Brischis". SOPRA E SOTTO IL CARSO 7 ANNO III—N°3 PAGINA 2552 / 1213 FR - GROTTA DI MULIN VECCHIO Provincia: Udine – Comune: Prepotto – Posiz.: CTR 1:5000 Altana – 067072 – Lat.: 46° 6' 4,359" Long.: 13° 34' 27,8673" – Quota ing.: m 345 – Dislivello: m +5,6 – Svil.: m 260 – Rilievo: 6.10.1974 – Tavagnutti M., Gulli G. – G.S. “L.V. Bertarelli” – Aggiornamento posiz.: Tavagnutti M. – 9.3.2014 – Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”. La grotta ha un vincolo paesaggistico in quanto è stata segnalata alla Regione Friuli Venezia Giulia per una futura tutela della particolare fauna cavernicola presente. La cavità si apre sulla sommità di una parete rocciosa, poco a destra di una cascata che il Rio Clabuciak forma subito dopo la sua confluenza con un torrentello che scende Covacevizza. Dall'ex osteria di Mulin Vecchio, si segue il sentiero che costeggia, risalendolo, il corso d'acqua; nei pressi di un laghetto si abbandona il sentiero che in questo punto tende a salire bruscamente passando poi alla parte destra del torrente. Ci si ferma sotto una parete rocciosa e, sopra di essa, a circa 20 m di altezza s'intravede, a mala pena, l'ingresso. La cavità pressoché orizzontale, è chiaramente impostata lungo una serie di piccole faglie, variamente orientate ma che si possono raccogliere in due distinti gruppi. Uno con orientamento NE-SW (il più importante) e l'altro con orientamento N-S. La presenza di questi, seppur minimi, dislocamenti tettonici, caratterizza in particolare modo l'ultima parte della grotta ove predominano i tratti rettilinei. La sezione a vani, impostati lungo fratture generalmente verticali, presenta la caratteristica forma ellittica o raramente subcircolare, che presume una genesi ad evoluzione a "condotta forzata" delle stesse. La cavità, che un tempo doveva fungere da risorgenza, non dovrebbe essere ora interessata da un'intensa attività idrica anche se informazioni raccolte in loco danno per certa una piccola fuoriuscita di acqua, nei periodi di forte pioggia. Lungo lo sviluppo della stessa si possono notare anche alcuni fenomeni di riempimento che, a parere del relatore, sono avvenuti in due momenti diversi e che vanno distinti in alluvionali ed auctotoni. I primi, interessano un po' tutta la cavità, ma sono localizzati soprattutto nell'ultima parte. Essi sono costituiti da argille e materiali a grana molto fine. E' evidente il loro trasporto avvenuto durante probabili fasi di piena o mediante la fluitazione attraverso fessure o fratture beanti. Tale materiale fine può costituire localmente anche un livello impermeabile che ostruisce probabili fratture sottostanti. A conferma di ciò, si notano infatti nella grotta, in presenza di tali depositi, dei SOPRA E SOTTO IL CARSO 8 ANNO III—N°3 PAGINA piccoli bacini d'acqua (pseudosifone terminale). I depositi auctotoni sono invece formati da materiale clastico provocato da evidenti cedimenti della volta e si ritrovano generalmente nella prima parte della cavità. Si può anche affermare che essi sono la diretta conseguenza di un abbandono della grotta da parte delle acque circolanti. L'attività litogenetica non è molto evidente; va in ogni caso segnalata la presenza di numerosi "microgours" che per la loro pregevole fattura rappresentano l'unico motivo di bellezza della cavità. A prima vista l'intera cavità sembra impostata in una breccia calcarea che si può definire "breccia intraformazionale", visto che lo stesso litotipo è presente anche in altre zone della vallata dello Judrio (tra la formazione del Flysch e del calcare compatto). Di un certo interesse è la presenza di numerosi coleotteri troglobi; si possono citare: Trichini e Batiscini e vi si notano anche dei crostacei isopodi. Una bella immagine della grande cascata che si trova sulla parete a fianco della Grotta di Mulin Vecchio. A mezzogiorno il sole crea sulla cascata questo suggestivo arcobaleno. Un’immagine d’assieme della cascata con il laghetto che si è formato ai suoi piedi. Anche dietro la cascata lo spettacolo è davvero suggestivo. SOPRA E SOTTO IL CARSO 9 ANNO III—N°3 PAGINA 10 PALESTRA DI ROCCIA DI ALBANA Si tratta di una parete di roccia che rispecchi grossolanamente le caratteristiche di una grotta. Da una parte un tetto molto pronunciato e la parete concava da la possibilità allo speleologo di poter simulare la discesa nel vuoto e quindi tutte le relative manovre. A fianco di questa una parte verticale della parete dà la possibilità di effettuare numerosi frazionamenti come pure la possibilità di simulare dei traversi molto interessanti. La palestra era già stata attrezzata negli anni ’80 da Maurizio Tavagnutti e Fulvio Ladini per poter esercitarsi in arrampicata artificiale in previsione di affrontare la grande parete verticale del Bila Pec. In seguito la parete è stata frequentata saltuariamente dal CAI di Cividale e poi per lungo tempo abbandonata in quanto, lungo la valle dello Judrio, era stata individuata un’altra palestra di roccia più adatta per l’arrampicata in stile alpino mentre quella di Albana offriva solo delle vie in artificiale. Attualmente la palestra presenta alcune vie molto belle ma da rinchiodare completamente in quanto sono state tutte armate con chiodi vecchi ormai arrugginiti e placchette auto costruite di dubbia tenuta. Si tratta comunque di una bella palestra di roccia adatta proprio per le tecniche speleologiche. PALESTRA DI ROCCIA DI PREPOTISCHIS Si tratta di una parete di roccia non molto alta ma molto estesa in lunghezza. Si trova a lato (dx) della strada che da Cosson porta al paese di Prepotischis subito dopo il bivio che si diparte dal fondovalle. Un breve ma ripido sentiero, ben evidente, porta direttamente ai piedi della lunga parete. La palestra, che dalla strada non è ben evidente per via della folta vegetazione, è stata attrezzata dal CAI di Cividale che ha tracciato ben 56 vie molto belle e di varia difficoltà. Tutte le vie sono contrassegnate da un numero progressivo tracciato alla base di esse. Alcune di queste sono molto semplici, altre presentano difficoltà medie e per arrampicata in libera, altre ancora possono essere superate solo in artificiale. La palestra sembra essere ancora frequentata anche se alcune di queste vie, crediamo, siano poco ripetute, ad ogni modo tutte sono ben chiodate con spit e anelli fissi. Insomma l’ideale per chi volesse passare qualche pomeriggio estivo ad allenarsi, anche perché parte dalla parete risulta ben ombreggiata dalla folta vegetazione a medio e alto fusto presente. SOPRA E SOTTO IL Palestra di roccia di Albana (Prepotto) - Con un comodo sentiero si può raggiungere la parte centrale della parete. In questo modo è facile seguire da vicino gli eventuali allievi di un corso. CARSO ANNO III—N°3 PAGINA Palestra di roccia di Prepotischis (Prepotto) - Posizione su carta topografica e alcuni scorci della parete principale che costituisce la palestra. La parete, che segue una evidente stratificazione, è molto sviluppata in lunghezza. IL SENTIERO NATURALISTICO DI MISCECCO Per chi volesse frequentare la valle dello Judrio, possiamo ancora suggerire una belle passeggiata lungo il sentiero che dal valico di Miscecco porta a Marcolino. Lasciata la strada asfaltata di fondo valle che costeggia il fiume Judrio, si prende il, sentiero situato di fronte all’ex caserma della finanza e a piedi si costeggia un suggestivo torrente a tratti incassato tra le rocce. In alcuni punti possiamo incontrare degli splendidi laghetti con piccole cascate e acqua cristallina. Lungo il torrente si trovano anche i resti di vecchi mulini. Nella zona ci sono anche alcune grotte e pozzi profondi che raggiungono i 30 m di profondità. Una grotta si trova proprio a lato del sentiero in corrispondenza di una risorgiva. SOPRA E SOTTO IL CARSO 11 PAGINA 12 Il logo di “èStoria” 2014 quest’anno è stato dedicato alle “Trincee”. I colori dell’Isonzo. èStoria 2014 Festival internazionale della storia Gorizia dal 22 al 25 maggio 2014 Come già in passato, il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” partecipa anche questa volta alle iniziative di “èStoria”, la manifestazione culturale più importante della nostra città. Una manifestazione di cultura storica che negli ultimi anni sta avendo sempre più le caratteristiche di un’importante avvenimento nazionale vista la levatura degli ospiti/relatori che negli anni si sono avvicendati. Quest’anno la nostra associazione, su invito di Italia Nostra sezione di Gorizia e del Club Unesco di Gorizia, parteciperà all’interno della manifestazione principale, ai cosiddetti “aperitivi con la Storia”; una serie di conversazioni svolte in più punti della città e aperte al pubblico. Per quanto riguarda la conversazione oggetto del nostro intervento, è curata da Italia Nostra Onlus Sezione di Gorizia e Club Unesco di Gorizia con la nostra collaborazione e con la partecipazione dell’istituto alberghiero I.S.I.S. Bonaldo Stringher di Udine, accreditato all’interno della rete delle scuole associate Unesco. L’argomentazione trattata riguarderà il fiume Isonzo per il quale le suddette Associazioni s i s t a n n o i mp eg n a n d o nell’avvio di una campagna di sensibilizzazione a favore del progetto di presentazione della candidatura dell’Isonzo nella “Tentativ List” UNESCO quale sito naturale transfrontaliero, Patrimonio Mondiale dell’Umanità; Elisa Trani che coordinerà l’incontro, presenterà il decalogo delle eccellenze per il riconoscimento delle ricchezze culturali e naturali del nostro fiume nella World Heritage List dell’Unesco. Nell’ambito di questa tematica, l’intervento dal titolo "L'Isonzo, barriera difensiva naturale nella Grande Guerra" sarà a tre voci con i relatori Roberto Ferrari e Maurizio Tavagnutti del Centro Ricerche Carsiche "C. Seppenhofer” di Gorizia che illustreranno i luoghi delle trincee, gallerie e opere di difesa presenti lungo l’Isonzo con accenni di geologia e salvaguardia dell’ambiente per la valorizzazione storica e paesaggistica del fiume; seguirà il prof. Giancarlo Martina, docente dell’Istituto I.S.I.S. Bonaldo Stringher di Udine che approfondirà il tema della ristorazione con curiosità sull’alimentazione e distribuzione del rancio nella Prima Guerra Mondiale. La presenza di qualche allievo dell’Istituto Stringher allieterà il momento dell’aperitivo con “un servizio di accoglienza personalizzato”. Titolo della conversazione: "L'Isonzo, barriera difensiva naturale nella Grande Guerra" Venerdi 23 maggio 2014 ore 11.30 SOPRA E SOTTO IL CARSO PAGINA 13 2° Forum di archeologia della Regione Friuli Venezia Giulia A distanza di un mese dalla conclusione del “2° Forum di archeologia della Regione Friuli Venezia Giulia” svoltosi a Udine, la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della nostra regione, tramite il Soprintendente dott. Luigi Fozzati, ha ritenuto gentilmente di ringraziare tutti i relatori intervenuti. Ricordiamo che il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” era presente all’importante Forum con una relazione riguardante la Grotta preistorica di Cladrecis, svolta ed elaborata da Maurizio Tavagnutti. Riportiamo qui di seguito la lettera pervenuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Una vecchia cartolina, risalente alla seconda metà del 1800, in cui si vede la valle di Planinsko polje allagata. SOPRA E SOTTO IL CARSO PAGINA Le nostre pagine su FB 14 di Maurizio Tavagnutti Facebook il social net work più diffuso nel mondo. Oggi la presenza dei social net work anche in speleologia è diventata sempre più invadente e se non ti adegui rischi di rimanere al palo. Da tempo anche il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” si è adeguato e attraverso Facebook si è fatto conoscere ad un vasto pubblico. Non solo, ma anche attraverso i normali canali internet (sito, mail, ecc.) ha potuto divulgare e far conoscere la propria attività sia in ambito cittadino sia a livello internazionale. Da tempo il notiziario interno “Sopra e sotto il Carso”, dapprima diffuso in copia cartacea, ora viene distribuito esclusivamente on line. In questo modo si è sopperito ad una ovvia scarsa distribuzione e ad un costo senz’altro esorbitante per una associazione senza scopo di lucro e che vive su contributi pubblici, sempre più scarsi. Attraverso internet la pubblicazione, sempre più ricca, viene distribuita, via mail, in modo capillare a oltre 2000 persone e molte altre possono leggerci su Facebook e possono scaricare l’intera rivista in formato PDF che si trova sul nostro sito internet. Insomma, chi volesse conoscere le nostre attività e i nostri studi può facilmente consultare internet e trovarci. In questa ottica la nostra associazione usufruisce da diversi anni di un sito internet (http://www.seppenhofer.it), attualmente su Facebook ha creato un gruppo e una pagina appositamente dedicata inoltre sempre su questo noto social net work ha creato una pagina apposita (Sopra e sotto il Carso)dove vengono riportati tutti i numeri della rivista. Il successo? Beh! … basta andare a vedere i numeri! Il gruppo - Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” - su Facebook, alla fine di marzo, ha raggiunto i 1365 membri iscritti. Sempre alla data del 31 marzo la pagina dedicata al notiziario di “Sopra e sotto il Carso” ha registrato in una sola giornata!!! i seguenti dati: 242 - “Mi piace”, di cui Donne 36% - Uomini 64% Le visite alla pagina sono invece così suddivise: Paese N° Persone Italia Spagna Austria Stati Uniti d'America Grecia Brasile Germania Messico Croazia Bulgaria Ungheria Iran Porto Rico Slovenia Belgio Slovacchia Montenegro Bosnia ed Erzegovina Costa Rica SOPRA E 183 14 5 4 4 3 3 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 SOTTO Paese Francia Cile Algeria Tunisia Corea del Sud Repubblica Ceca Australia Portogallo Argentina IL CARSO N° Persone 1 1 1 1 1 1 1 1 1 ANNO III—N°3 PAGINA 15 Sempre alla data del 31 marzo su Facebook la pagina del “Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” ha registrato in una sola giornata!!! i seguenti dati: 286 - “Mi piace”, di cui Donne 31% - Uomini 69% Le visite alla pagina sono invece così suddivise: Paese N° Persone Italia Iran Spagna Marocco Austria Bulgaria Grecia Stati Uniti d'America Francia Algeria Messico Portogallo Slovenia Brasile Croazia Repubblica Ceca Paesi Bassi Cuba Slovacchia Germania Ungheria India Indonesia Polonia Turchia Albania Armenia Tanzania Norvegia 199 16 16 6 5 5 4 3 3 3 3 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Insomma i numeri lasciano intendere che l’interesse per la nostra attività è notevole e comunque ci riempie d’orgoglio per il lavoro fatto. Anche la spedizione del nostro notiziario “Sopra e sotto il Carso” via mail alla fine ha dato i suoi frutti; a Gorizia incontriamo sempre più spesso chi segue le nostre attività leggendoci su questo notiziario on line. Qualche volta addirittura troviamo chi se lo stampa per conto proprio o come qualcun altro lo raccoglie in una apposita cartella del proprio computer. E’ capitato anche che qualche biblioteca ufficiale ci richieda i numeri arretrati. Tutto questo ci sprona a continuare su questa via anche se il lavoro è davvero, davvero impegnativo. SOPRA E SOTTO IL CARSO PAGINA 16 Scuola di Speleologia Isontina Corso di 1° livello Come ogni anno la Scuola di Speleologia Isontina, aderente alla Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleologica Italiana, organizza il Corso di Speleologia di 1° livello. Il corso avrà inizio il giorno 8 maggio per terminare il 5 giugno. La quota di partecipazione è di 100€. Come si sa la Scuola di Speleologia Isontina nasce nel 2010 dalla fusione della Scuola di Speleologia “Igor Kociancic” di Gorizia del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, quella di Monfalcone del Gruppo Speleologico Monfalconese A.d.F. e con la collaborazione del Gruppo Speleologico “Talpe del Carso” di Doberdò del Lago. L’esperienza maturata dalle singole associazioni in campo speleologico è decennale ed è riconosciuta sia in ambito locale che nazionale. Per saperne di più consulta i seguenti link: http://www.scuolaspeleoisontina.it/ http://scuole.speleo.fvg.it/index.htm La struttura didattica isontina, aderente alla Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleologica Italiana, si pone l’obiettivo di promuovere e divulgare lo studio del carsismo e dei fenomeni ad esso collegati tramite l’organizzazione di corsi di speleologia di primo livello indirizzati a coloro che per la prima volta si avvicinano al mondo ipogeo. La Scuola inoltre si propone di curare e aggiornare la preparazione tecnica e didattica dei propri Istruttori di Tecnica (IT), Aiuto-Istruttori (AI) di speleologia. La Scuola può contare su un organico di 5 Istruttori (IT) e 8 Aiuto-Istruttori (AI) della CNSS-SSI per l’accompagnamento degli allievi in grotta. Per la parte teorica si avvale delle collaborazioni di numerosi docenti e studiosi competenti nelle specifiche materie inerenti la speleologia (carsismo e geologia, cartografia, biologia, ecc.). I loghi delle tre associazioni che compongono la Scuola di Speleologia Isontina. SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA SOPRA E SOTTO IL CARSO 17 PAGINA Alcuni passi nel vigneto 18 di Roberto Ferrari & Gabriella Graziuso 20 dicembre 2013, Monte Quarin, Prealpi Giulie . (foto R. Ferrari) 13 febbraio 2014, Monte Quarin, Prealpi Giulie . (foto R. Ferrari) Dalle pendici del Monte Sabotino, l’una erborizzando e l’altro cercando pietre, spaziamo con lo sguardo dal Carso al Collio: territori diversi sotto molti aspetti, ma accomunati da una ricchezza di Natura, storia, cultura e tradizioni unica e non facilmente riscontrabile in altri aree. In questo momento c’è un gran parlare e fare attorno al centenario della Grande Guerra, evento che in questi territori ha lasciato segni indelebili e memorie ancora vive, anche se il tempo tende a cancellarne le tracce: per questo motivo si sta cercando di ripristinare e rivitalizzare alcune emergenze tipiche di questo evento e di questi luoghi quali trincee, camminamenti, fortificazioni ed altre tracce testimonianti quegli accadimenti. Ma c’era prima, durante e c’è ancora un aspetto in parte più naturale e legato alla vita di questi luoghi: quello legato alla tradizione culturale ed agricola tipica di queste terre, la produzione del vino. A differenza di una volta, però, il progresso e l’attenzione rivolta verso sempre maggiori produzioni comportano un utilizzo del suolo non sempre appropriato e rispettoso. Negli ultimi decenni, e con un’accelerazione progressivamente più marcata, il problema della conservazione degli ambiti interessati da colture agricole è risultato essere di primaria importanza: le condizioni di stabilità, che nel passato erano garantite da una sapiente e costante opera di conservazione e manutenzione rispettosa dell’ambiente naturale, hanno ceduto il posto ad un progressivo ma continuo deterioramento dei siti interessati, sino all’instaurarsi di veri e propri fenomeni di instabilità e di dissesto idrogeologico. Ciò è soprattutto evidente nelle zone collinari interessate da colture viticole dove la morfologia naturale è quasi sempre modificata, per ottimizzarne la produttività e la gestione, mediante disboscamenti, aumenti di pendenze, scavi, riporti, terrazzamenti, … Già nel 1999 era stata condotta da uno degli scriventi una ricerca preliminare sulle principali cause che stanno all’origine dei dissesti interessanti i versanti collinari coltivati a vigneto, allo scopo di poter valutare la possibilità di contenimento se non la totale eliminazione di tali fenomeni mediante l’impiego di tipologie di intervento proprie dell’Ingegneria Naturalistica. L’idea di poter trasferire nel vigneto la filosofia e la tecnologia dell’Ingegneria Naturalistica nasce sia dall’esperienza maturata applicando queste metodologie a basso impatto ambientale nella risoluzione di problematiche di dissesto classiche, sia da una richiesta formulata in un’ottica di sempre maggiore sensibilità verso soluzioni alternative nel rispetto della salvaguardia del territorio e della tutela ambientale: questo passo significativo si era manifestato in particolare nella Giornata di Studio “Sistemazione idrogeologica dei terreni nella viticoltura di collina - Cormons, 29 Giugno 1999” (R. Ferrari “Possibilità di applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica nella sistemazione dei vigneti”). Le aree interessate dallo studio sono state quelle del Collio (Gorizia) e dei Colli Orientali del Friuli (Udine), in Friuli-Venezia Giulia; comunque, per un primo approccio alla conoscenza delle problematiche legate alla sistemazione idrogeologica dei vigneti in collina, i casi riscontrati, gli obiettivi preposti e le possibiliSOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA 19 tà risolutive proposte per le zone in cui si è operato, possono essere generalizzati a più vasta scala, ovunque sussistano analoghe condizioni. La totale mancanza di bibliografia sull’argomento, a parte quella relativa agli inerbimenti, ha determinato la necessità di una prima verifica diretta della situazione esistente e della conseguente valutazione dei problemi riscontrati, poi quella del vaglio dei possibili obiettivi raggiungibili attraverso l’Ingegneria Naturalistica, finalità ultima dello studio stesso. INQUADRAMENTO GEOLOGICO Le aree oggetto dello studio formano una fascia estesa con direzione NW-SE situata nella parte orientale del Friuli-Venezia Giulia tra Gemona del Friuli e Gorizia e costituiscono le propaggini meridionali dei massicci carbonatici delle Alpi Giulie (Prealpi Giulie). I rilievi presentano morfologia dolce ed il substrato è rappresentato da formazioni marnoso-arenacee (Flysch) dell’Eocene superiore. La presenza di falde superficiali temporanee, alimentate dalle acque meteoriche, influisce negativamente e stagionalmente sulle condizioni di equilibrio e stabilità dei versanti. Pur essendo il contesto geologico delle aree prese in esame rappresentato nella quasi totalità da substrati derivanti da formazioni Flyschoidi, talvolta a contatto con formazioni carbonatiche, a seconda dell’ubicazione, dell’inclinazione e della manipolazione subita, questi possono presentare notevoli variabilità sia nei parametri fisico-chimici (granulometria, angolo di attrito, …- composizione litologica, pH, contenuto organico, …), sia in quelli derivanti dalla posizione stratigrafica rispetto alla superficie topografica (strati superficiali alterati e sciolti, strati profondi litificati, …). Dal punto di vista geomorfologico, le situazioni tipiche sono quelle caratteristiche dei versanti collinari Flyschoidi, poco permeabili, presentanti possibilità di movimenti franosi soprattutto da scivolamento o smottamento, anche di vaste proporzioni: le caratteristiche naturali di instabilità tipiche di questi ambienti sono comunque spesso provocate, innescate ed ampliate Gennaio-Febbraio 2014 - Andando per dissesti idrogeologici dagli interventi antropici finalizzati alla viticoltura in … . (Foto R. Ferrari) collina e possono influire sui versanti sia all’atto della iniziale modifica morfologica del sito, sia durante le successive continue lavorazioni di conduzione e manutenzione della coltura. PROBLEMATICHE … Originariamente questi rilievi erano ricoperti da boschi (querceti e castagneti); l’introduzione e la diffusione della coltura viticola ha comportato disboscamenti radicali e rimodellamenti dei versanti per la realizzazione di terrazzature. Queste operazioni risultano sempre di grande impatto derivante tra l’altro dal rimescolamento delle complesse interazioni tra i vari livelli di suoli e dei substrati, originariamente distribuiti in rapporti estremamente variabili; ciò comporta uno stravolgimento negli originali equilibri tra caratteristiche chimico-fisiche, proprietà geomeccaniche, processi di alterazione, permeabilità, coesione, distribuzione e caratteristiche delle falde acquifere. I più comuni dissesti sono causati principalmente da gradonature con pendenze troppo elevate rispetto alla natura dei substrati, regimazione delle acque superficiali mediante drenaggi inesistenti, insufficienti od inadeguati, ingiustificato impianto dei filari nel senso di massima pendenza del versante (ritocchino), ristrettezza e ripidità delle piste e loro stress da continuo passaggio di macchinari. A fronte di questa situazione fino ad ora sono stati realizzati quasi sempre provvedimenti con carattere di tampone e comunque non ascrivibili a quelli tradizionalmente proposti dall’Ingegneria Naturalistica, anche se Gennaio-Febbraio 2014 - Andando per in taluni casi è possibile ravvisare qualche convergenza. Laddove non si dissesti idrogeologici … . (Foto R. Ferè fatto ricorso a tecniche tradizionali (muri di sostegno in rari) cemento) le risoluzioni sono costituite da uso di materiali SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA 20 inerti naturali quali pietrame per la formazione di muri a secco e per la realizzazione di gabbionate, o legname (quasi sempre traversine ferroviarie dismesse) per la formazione di “palizzate”, od addirittura artificiali quali manufatti in calcestruzzo o cemento (ex paracarri) per la costruzione di muri a secco e drenaggi; tutti comunque quasi mai abbinati a materiale vivo e dove questo è stato utilizzato è esclusivamente rappresentato da cotico erboso da semina od idrosemina, che rappresenta indubbiamente un primo passo verso un cambiamento nella direzione delle finalità proprie dell’Ingegneria Naturalistica. Anche queste ultime risoluzioni, però, talvolta sono applicate in situazioni estreme, su elevate inclinazioni e con substrati sciolti e ad elevata granulometria, non in grado di offrire risultati accettabili ai fini di consolidamento e di estetica. … OBIETTIVI … Sono state prese in considerazione alcune necessità derivanti dalla massima produttività del sito ed altre derivanti dalla facilità di gestione: tra queste, e di considerevole priorità, quelle relative al controllo delle acque superficiali, alla riduzione dimensionale delle banchine, alla stabilità delle scarpate ed alla loro gestione con mezzi meccanici, al riutilizzo di terreno vegetale derivante da scavi e sbancamenti, alla viabilità lungo le cappezzagne. Non si è trascurato l’aspetto estetico del sito per un migliore inserimento ambientale e paesaggistico, vista anche la Gennaio-Febbraio 2014 - Bus del Diaul (San Mauro - Gorizia) vocazione turistica che sempre maggiormente si poAndando per dissesti idrogeologici … . (Foto R. Ferrari) ne all’evidenza. … PROPOSTE … Necessità, esigenze e limiti della coltura viticola possono essere confrontati con quelli dell’Ingegneria Naturalistica è ciò porta, nonostante alcuni limiti effettivamente riscontrati e difficilmente superabili, a considerare quale reale la possibilità di applicazione di alcune soluzioni offerte dall’Ingegneria Naturalistica per il superamento di alcune problematiche. I limiti alla possibilità di applicazione in questi ambienti sono riconducibili essenzialmente alle esigenze di compatibilità tra le specie arbustive e/o arboree, tipicamente usate per il consolidamento dei versanti, e quelle della coltura (competizione tra i volumi radicali, ingombro delle parti epigee, ombreggiamenti, …), nonché a quelle legate alla necessità di adeguati spazi per il movimento di macchinari necessità queste penalizzate dagli ingombri di eventuali strutture di sostegno. E’ possibile prendere in considerazione varie possibilità, non dimenticando quella del non intervento laddove per motivi legati alle condizioni fisico -naturali e/o economico-gestionali l’eventuale forzatura contrasterebbe con la deontologia. Per quanto riguarda le semine ed idrosemine, peraltro già da tempo adottate e di cui esiste una casistica ed una bibliografia, da valutare la possibilità di sopperire ad inclinazioni o substrati “al limite” mediante l’ausilio di sistemi antierosivi superficiali quali quelli utilizzanti biofeltri, biostuoie e georeti anche abbinati a reti metalliche a doppia torsione. La regimazione delle acque di scorrimento Gennaio-Febbraio 2014 - Andando per superficiale potrebbe essere in taluni casi regolamentata me- dissesti idrogeologici … . (Foto R. Ferrari) SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA diante l’uso di fascinate vive drenanti; l’uso di cunei drenanti potrebbe essere proposto laddove ampie superfici sono interessate da imbibizione più profonda. La stabilità di piccole scarpate potrebbe essere garantita da fascinate vive e palizzate vive, mentre per situazioni di maggiore gravità nonché per la costituzione di nuove banchine potrebbero essere prese in considerazione tipologie quali gabbionate in rete metallica zincata rinverdite, terre rinforzate a paramento vegetato, muri a secco rinverditi, messa a dimora di talee. In quest’ottica, e nei limiti posti, le possibilità offerte dall’Ingegneria Naturalistica sono reali, benché siano attentamente valutate caso per caso, adattando le tipologie classiche alle particolari esigenze della situazione, nell’ottica di coniugare le possibilità di consolidamento e di stabilizzazione offerte dall’Ingegneria Naturalistica alle esigenze culturali ed estetiche della viticoltura in collina. Già dalle pendici del Monte Sabotino si possono individuare numerosi punti di dissesto che, complice un inverno particolarmente ricco di eventi piovosi intensi e durevoli, sono stati interessati, e continuano ad esserlo, da piccoli e grandi fenomeni di dissesto idrogeologico. L’esperienza dei nostri vecchi ci suggerisce che prevenire è meglio che combattere, ma la prevenzione deve essere costante nel tempo e diffusa su tutto il territorio anche per il fatto che, soprattutto in questi tempi di difficoltà economica, Gennaio-Febbraio 2014 - Andando per dissesti idrogeologici … . (Foto costa molto meno. R. Ferrari) BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: - FERRARI R., 1999 – Primo approccio alla possibilità di sistemazione idrogeologica dei vigneti in collina mediante l’ingegneria naturalistica (Riassunto). Convegno transnazionale “Efficacia e costi degli interventi di ingegneria naturalistica - Trieste, 25-27 Novembre 1999” (Posters): 192-193, Trieste. - FERRARI R., 2000 – Vigneti sicuri. Le tecniche a basso impatto ambientale nelle aree agricole. Acer - Parchi, Verde Attrezzato, Recupero Ambientale (Ingegneria Naturalistica), Anno 16°, N.4 Luglio-Agosto 2000: 82-85 (4 fot.col.), Il Verde Editoriale, Milano. SOPRA E SOTTO IL CARSO 21 PAGINA Il Corniolo (Cornus mas) 22 di Barbara Zanelli Il Corniolo è il primo a fiorire sul Carso, quando gli altri alberi e arbusti sono ancora spogli. Non è una pianta appariscente, i suoi fiori dal colore giallo dorato, riuniti in infiorescenze a ombrella, sono piccoli, le foglie non sono ancora spuntate… No, non fa proprio nulla per farsi notare. E’ primavera e Barbara vuole esprimere la sua gioia attraverso la luce ed i colori dei fiori che stanno sbocciando nel bosco. SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA Il corniolo è un albero umile ma molto utile: per le caratteristiche di durezza e resistenza il suo legno era usato fin dall’antichità per la costruzione di attrezzi che richiedevano lunga durata e notevole robustezza: dai raggi per le ruote alle aste delle lance e ai giavellotti. Fino a non molti anni fa anche nelle nostre zone era usato per scopi specifici: si costruivano denti per i rastrelli, chiodi per fissare le travi, cunei per interrare le piantine; i ragazzi lo usavano anche per costruire le fionde. I frutti, le corniole, drupe di colore rosso, sono consumati freschi o in conserve; devono, però essere raccolti ben maturi, infatti sono buoni solo quelli appena caduti o che cadono dallo stelo in seguito ad un leggero tocco. Un albero importante, dunque, e con una particolarità: il Corniolo è sì il primo a fiorire ma l’ultimo a fruttificare, infatti i suoi frutti maturano in autunno. Questa caratteristica è fondamentale nello sviluppo di un racconto, “La volpe e il corniolo”; ne riporto il tratto principale: … quando alla fine dell’inverno gli animali si riunirono per scegliere un albero da utilizzare la volpe scelse il Corniolo che era il solo a essere già fiorito: la furbastra pensava che, proprio per questo, avrebbe gustato molto presto i frutti. …… Ma i giorni passavano, i mesi passavano, tutti gli altri alberi avevano dato frutti e la volpe aspettava ancora, affamata e avvilita, sotto il Corniolo. …… Solo in autunno le bacche erano finalmente mature e la volpe si sfogò: “Ah, Corniolo, Corniolo bugiardo sei il primo a fiorire e dai i frutti per ultimo!” Andrò a trovare ogni tanto il Corniolo e in autunno assaggerò, per la prima volta, i suoi frutti. SOPRA E SOTTO IL CARSO 23 ANNO III—N°3 PAGINA Curiosità nella mia dolina di Barbara Zanelli Nella “mia” dolina ho fotografato questi licheni a forma di imbuto (cladonia fimbriata)… … e mi sono chiesta: saranno stati loro il modello per le famose orecchie dell’Orco Shrek? SOPRA E SOTTO IL CARSO 24 PAGINA Qualcosa su Gorizia 25 Il nostro socio, Simone Lutman, è un grande apassionato della storia di Gorizia. Più volte abbiamo riportato su questa rivista notizie riguardanti la vecchia “grapa” di Gorizia. Anche recentemente durante i lavori di rifacimento di Corso Verdi erano venute alla luce alcune strutture di queste vecchie gallerie se non addirittura proprio la galleria vera e propria come quella intercettata all’incrocio con via Petrarca. Ora, grazie al ritrovamento, da parte del nostro socio Simone Lutman, di una vecchia mappa risalente al 1530 possiamo avere una visione abbastanza certa del percorso di questo canale che raccoglieva tutte le acque provenienti dal colle del castello di Gorizia. Dunque, un fossato semicircolare che in pratica circondava, verso la città, buona parte del colle. In seguito questo fossato (“grapa”) venne tombato e andò a costituire quelle che ora chiamiamo, impropriamente, le gallerie sotterranee di Gorizia. Non sarebbe male se alcuni tratti di Tracciato della vecchia “grapa” La mappa della città di Gorizia risalente al 1530 in cui si vede chiaramente il colle con il suo castello ai cui piedi si trova il primo nucleo della città. Come si vede l’abitato è circondato da un fossato che raccoglieva le acque provenienti dal colle stesso. Una vecchia guida turistica della città di Gorizia. queste gallerie venissero salvaguardati e resi accessibili al pubblico in un’ottica volta a rendere turistica anche questa parte antica della città. Del resto il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” è sempre stato attento a questa tematica e a segnalato più volte la necessità di salvaguardare le antiche testimonianze della storia della nostra città senza escludere anche quelle più recenti legate alla 1° Guerra Mondiale. Al proposito, tempo fa, abbiamo anche segnalato il pericolo di distruzione che corre una vecchia galleria risalente alla Grande Guerra e venuta alla luce durante i lavori per l’installazione dell’ascensore per l’accesso al castello. Si tratta di una galleria scavata ai piedi di un torrione del castello che praticamente passa da parte a parte la vecchia struttura interamente scavata nel Flysch che costituisce il nucleo del colle su cui sorge il castello. L’importanza di questa SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA 26 galleria è costituita dalla presenza all’ingresso di una lapide con la scritta “I° II° REPARTO SPECIALE MITRAGLIATRICI” e anche dalla presenza all’interno di una parete in cemento su cui sono riportate le firme e date, risalenti al 1908, probabilmente rilasciate dai soldati o altre persone che avevano frequentato quel presidio militare. Insomma una bella testimonianza storica che potrebbe rientrare, volendo, in un più ampio circuito turistico in vista della ricorrenza del centenario dello scoppio della guerra. Questa galleria, come si può notare su vecchie cartoline, era già ben individuabile. Purtroppo a caus a d ei re cent i l av ori pe r l’installazione dell’ascensore potrebbe venire distrutta privando la città di una memoria storica non da poco. Sarà quindi necessario vigilare e sensibilizzare la cittadinanza sulla sua salvaguardia. In questa vecchia cartolina si può vedere una panoramica aerea del castello di Gorizia. In alto a sinistra, indicata dalla freccia, si può notare l’imboccatura della galleria. Alla base del torrione si nota ancora il materiale di scavo (più chiaro) che scende lungo la collina. Alcune immagini della galleria scoperta alla base del torrione del castello di Gorizia. SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA La scienza racconta Mercoledì 26 marzo, alle ore 18.00, a Trieste nella Sala Incontri del Museo Civico di Storia Naturale, in via dei Tominz 4 per il ciclo "La Scienza Racconta - Incontri con i protagonisti della ricerca e dell’innovazione", il nostro socio, geologo e naturalista Roberto Ferrari, ha presentato una conferenza sul tema “Tecniche a basso impatto ambientale per una gestione ecocompatibile del territorio”. Su un territorio sempre più antropizzato e quindi indebolito nelle sue potenziali difese naturali, il rischio idrogeologico viene normalmente contrastato con metodologie invasive e cementificatorie che possono causare spesso ulteriori danni. L’antica esperienza delle popolazioni montane abituate a convivere con i naturali fenomeni erosivi, ha portato alla possibilità di intervenire sul territorio con metodologie a basso impatto che utilizzano materiali naturali e vivi. L’Ingegneria Naturalistica è la disciplina tecnico-scientifica che ha ereditato, sviluppato ed ampliato queste conoscenze adattandole ed estendendone le possibilità di applicazione a vari ambienti e situazioni. La conferenza ha registrato un notevole interesse e affluenza di pubblico. La galleria del Cavento Il nostro socio Marco Meneghini ci ha segnalato che sul numero di marzo di “National Geographic” è comparso un articolo molto interessante riguardante la “Guerra bianca” che si svolse sulle nostre Alpi nel 1915-18. L’articolo corredato da numerose foto e descrizioni, di indubbio interesse, riporta anche una bella riproduzione a doppia pagina del rilievo topografico della Galleria del Cavento. La planimetria è a cura della Società Alpinisti Tridentini per la Soprintendenza ai Beni Storico.Artistici della Provincia Autonoma di Trento. Il rilievo topografico è stato eseguito da Nicola Cappellozza, Marco Gramola, Marco Meneghini, Renzo Sebastiani, Daniele Sighel. L’elaborazione grafica per National Geographic è stata fatta da Marco Meneghini. L’intero articolo riprende in parte la relazione che Marco ha presentato al Convegno Nazionale delle Cavità Artificiali svoltosi ad Urbino. Il Corno del Cavento è un picco di 3402 metri di quota nel gruppo montuoso dell’Adamello. Nel 1916 si trovò a essere il punto più avanzato delle difese austriache sul fronte dei ghiacciai. Nella roccia del cocuzzolo gli austriaci scavarono una grotta artificiale lunga 62 metri, larga in media cinque e alta non meno di tre, che serviva da postazione di artiglieria e da alloggiamento per un massimo di una quarantina di soldati. Abbandonata alla fine della guerra dagli italiani che l’avevano conquistata, la galleria è rimasta bloccata dal ghiaccio per oltre 80 anni, finché il ritiro dei ghiacciai ha permesso di individuarne l’accesso. L’astuccio portapenne Abbiamo il piacere di presentare questo romanzo, nato da una scrittrice goriziana per un racconto legato a Gorizia e le grotte carsiche. Nicolina Dragonetto è nata a Gorizia. Ha lavorato per molti anni in vari settori ricoprendo ruoli di rilievo. Musicista, pittrice, ha esposto in numerose mostre personali e collettive, ha conseguito numerosi riconoscimenti per questa sua attività. Ora ci presenta questo racconto intitolato “L’astuccio portapenne”. Michele, Lucrezia e Bruno nel XXI secolo. Giuseppe, Katherine e Nikolaos nel XIV secolo. In che modo “la non contemporaneità degli eventi” farà integrare i personaggi di queste due epoche? E l’astuccio portapenne che ruolo ricopre? E soprattutto: perché il passato ritorna sempre? Una storia che si snoda su due distinti piani temporali tra Italia, Grecia e Turchia, alla scoperta della leggenda goriziana de “La Dama bianca”, ambientato nelle grotte carsiche e nei misteriosi camminamenti sotterranei del castello millenario di Gorizia. Insomma un libro curioso e tutto da leggere. SOPRA E SOTTO IL CARSO 27 PAGINA 28 Alle volte concrezioni delicate e strane pendono dalla volta della grotta. L’uomo sembra volteggiare nel nulla in un’acqua incredibilmente cristallina. I prossimi appuntamenti Gran Pampel cittadino - il 12 aprile a Gorizia, ore 22.00 in Corso Verdi davanti i Gierdini Pubblici. Verrà fatto il Gran Pampel cittadino a cura del C.R.C. “C. Seppenhofer” e del Club Alpinistico Triestino. ————————————————— 3° Corso di introduzione alla Speleologia - dal 27 marzo al 17 aprile 2014 il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” organizza un corso di speleologia per i giovani. (vedi programma a pag. 2-3) ————————————————— Visita allo “Speleovivarium” - il 12 aprile alle ore 16.00 il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” organizza una visita allo Speleovivarium di Trieste. A seguire una conferenza sul pericolo delle zecche. ————————————————— Corso di speleologia di 2° livello “Speleologia e preistoria” - dal 5 al 6 aprile il Comitato Esecutivo Regionale del FVG organizza questo corso di preistoria in grotta. Direttore del corso: Edoardo Gobet. e-mail: [email protected] ——————————————–—— Aperitivi con la storia - il 23 aprile nell’ambito della manifestazione di “èStoria” a Gorizia, il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” assieme a Italia Nostra e al Club Unesco, organizzano una conferenza sull’Isonzo. (vedi programma a pag. 12) ————————————————— Corso di Speleologia di 1° livello- dall’8 maggio al 5 giugno 2014 la Scuola di Speleologia Isontina organizza un corso di 1° livello. Sede del carso presso la sede del Gruppo Speleologico Monfalconese A.d.F. (vedi programma a pag. 16-17) ————————————————— Carso Senza Confini - dall’11 al 15 giugno 2014 si svolgerà nel cuore del Carso Dinarico la International Conference ‘Karst Without Boundaries’. C’è ancora qualche settimana di tempo per inviare il proprio materiale. La conferenza principale si svolgerà a Trebinje in Bosnia – Herzegovina. Un seminario sul campo a Dubrovnik in Croazia e poi le escursioni nella famosa baia di Boka Kotorska – Bocche di Cattaro in Montenegro. ————————————————— XXII Congresso Nazionale di Speleologia - dal 30 maggio al 2 giugno 2015 è promosso da: Società Speleologica Italiana, Federazione Speleologica Campana, Gruppo Speleo Alpinistico Vallo di Diano con il supporto di: Fondazione MIdA, Comune di Pertosa, Comune di Auletta, il XXII Congresso Nazionale di Speleologia che si terrà a Pertosa-Auletta (SA). —————————–———————— Congresso Internazionale di Speleologia in Cavità Artificiali HYPOGEA2015 - dal 15 al 17 maggio 2015 si svolgerà a Roma. Principale obiettivo del congresso è la condivisione delle esperienze maturate in ambito nazionale ed internazionale nel campo delle indagini speleologiche e speleo-subacquee in ipogei artificiali (opere di origine antropica ed interesse storico – archeologico). nella divulgazione del patrimonio storico, culturale e ambientale sotterraneo e nella sua tutela. SOPRA E SOTTO IL CARSO ANNO III—N°3 PAGINA Novità editoriali 29 Tutti i libri recensiti sono a disposizione presso la libreria del C.R.C. “C. Seppenhofer” “Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia 5/2010”. In occasione del 2° Forum di Archeologia della Regione Friuli Venezia Giulia, è stato distribuito questo bel volume che raccoglie gli atti del 1° Forum sulla ricerca archeologica. All’interno si possono trovare numerosi lavori riguardanti lo stato delle ricerche archeologiche nella nostra regione. Tra le relazioni presenti da segnalare “Lo studio, la valorizzazione e la tutela della fortezza di Gradisca d’Isonzo: 2006-2010” a cura di Sveva Macrini e Maurizio Tavagnutti, in cui si parla anche di Gradisca sotterranea. “Kärntens geheimnisvolle Unterwelt”. “Il misterioso mondo sotterraneo della Carinzia” si intitola questo volume ben curato editorialmente da Georg Lux ed Helmut Weichselbraun. Gli autori prendono in esame alcuni itinerari comprendenti la possibilità di visitare tunnel, caverne e altri ambienti ipogei artificiali e non. Visto che il libro è dedicato alla Carinzia, è curioso che gli autori iseriscano all’interno anche due itinerari italiani (Grotta Gigante e Fort Hensel). Numerosi sono gli itinerari suddivisi in capitoli: Oberkärnten, Blick nach Italien, Rund um den Wörthersee, Mittelkärnten, Blick nach Slowenien, Unterkärnten. “V gorah je modrost - Planinsko Društvo Nova Gorica”. Un bel volume molto ben curato edito dal Club Alpino sez. di Nova Gorica in occasione dei suoi 60 anni di attività. Vengono riportate tutte le attività e opere alpine che nel corso di questo sessantennio hanno reso famosa la sezione della vicina città confinante. Inoltre sono riportate le biografie delle varie personalità dei soci che hanno dato lustro alla sezione. Il libro risulta un documento molto interessante per conoscere la storia e le imprese compiute, in questi anni, dai nostri vicini di casa. “Agenda storica di Gorizia 2014”. Il volume che è giunto ormai alla sua sesta edizione, quest’anno tra i vari capitoli compresi nel libro, nel capitolo 7 dove si parla dei “Personaggi goriziani” vengono elencati tutti quei personaggi che hanno dato lustro alla città. Tra questi figura anche Carlo Seppenhofer, l’autore della nota ricorda, che egli oltre ad essere stato un valente alpinista e speleologo, a suo nome è intitolata un’associazione speleologica. “Vpopolni temi”. Sottotitolato “speleologija za naijmlajše” (speleologia per bambini). Si tratta della recente versione in sloveno del bel libretto “Buio Pesto” edito dalla Federazione Speleologica Regionale FVG. Questo simpatico libretto adatto per le scuole, viene a completare la trilogia della versione in italiano, friulano e ora in sloveno. SOPRA E SOTTO IL CARSO “Riprendiamo con questo numero, e con molto piacere, la rassegna delle novità editoriali” SOPRA E SOTTO IL CARSO Notiziario on line del C.R.C. “C. Seppenhofer” via Ascoli, 7 34170 GORIZIA Tel.: 3407197701 E-mail: [email protected] Sito web: http//:www.seppenhofer.it “ il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” è un’associazione senza fini di lucro” Chi siamo Il Centro Ricerche Carsiche "C. Seppenhofer" (www.seppenhofer.it) è un'associazione senza fini di lucro, ufficialmente fondato a Gorizia il 25 novembre 1978. Si interessa di speleologia, nelle sue molteplici forme: dall'esplorazione di una grotta, fino alla protezione dell'ambiente carsico e alla sua valorizzazione naturalistica. E’ socio fondatore della Federazione Speleologica Isontina, collabora attivamente con diverse associazioni speleologiche e naturalistiche del Friuli Venezia Giulia. Ha svolto il ruolo di socio fondatore anche della Federazione Speleologica Regionale del Friuli Venezia Giulia, ed è iscritto alla Società Speleologica Italiana. La nostra sede si trova a Gorizia in via Ascoli, 7. Il C.R.C. “C. Seppenhofer” ha edito numerose pubblicazioni, fra cui alcuni numeri monografici fra i quali “Le gallerie cannoniere di Monte Fortin”, “La valle dello Judrio”, “ALCADI 2002”, “Il territorio carsico di Taipana” cura inoltre il presente notiziario “Sopra e sotto il Carso”. Dal 2003 gestisce il rifugio speleologico “C. Seppenhofer” di Taipana, unica struttura del genere in Friuli Venezia Giulia.