NonSoloLibri
“Marco e Asha vanno in ospedale.
Pensieri di bambini sordi”
Marisa Bonomi - Editrice Sinnos (2012)
A cura di Anna Maria Iannelli
Si affronta il tema della disabilità e della
cura in questo agile e gradevole libretto
scritto da Marisa Bonomi e realizzato
in collaborazione con L’Associazione
“Monsignor G. Marcoli”, associazione
per la tutela e il sostegno della genitorialità in famiglie con bambini sordi.
L’autrice dà voce a due bambini, diversi per sesso, per età, per contesto socio culturale
di appartenenza, per provenienza geografica, ma
accomunati dal fatto di essere sordi, e ne esplicita pensieri ed emozioni.
Marco è sordo dalla nascita, la sua esperienza del
mondo, dapprima entusiasta e gioiosa viene successivamente segnata dalla sua diversità che diventa progressivamente un ostacolo alle relazioni
con gli altri. Asha è una bambina indiana che alla
sordità unisce l’essere straniera, condizione che
rappresenta un ulteriore ostacolo alla comprensione e alla relazione con il mondo sociale.
Marco e Asha si incontrano in ospedale, condividono la stessa stanza : Marco deve subire l’intervento per l’impianto cocleare, Asha è appena
stata operata
Con un linguaggio semplice e diretto sono efficacemente proposti temi di riflessione importanti
per i professionisti della cura.
Il tema dell’handicap, in questo caso uditivo, e
la necessità di coinvolgere e sostenere anche la
famiglia che accompagna il
bambino nel difficile e doloroso percorso attraverso indagini diagnostiche, consulenze
specialistiche, protesi, interventi chirurgici.
Il tema del consenso informato: l’intervento che viene
qui proposto è quello dell’impianto cocleare,
intervento che può consentire ai bambini sordi
la percezione dei suoni, ma che come tutti gli
interventi chirurgici non è esente da rischi. È
necessario che il bambino e la famiglia siano
accompagnati da operatori sanitari preparati disponibili e attenti che aiutino i genitori a prendere una decisione consapevole, contenendo ansia
e preoccupazione.
Ancora il tema della relazione con persone provenienti da altre culture, che hanno difficoltà a
comprendere la nostra lingua, che vivono situazioni di disagio e di inadeguatezza unitamente
alla preoccupazione per il loro bambino. Emerge
rispetto a questa situazione la necessità di fare
squadra, di coinvolgere altri professionisti per
dare un sostegno rispettoso della diversità culturale. Del resto “l’infermiere riconosce che l’interazione fra professionisti e l’integrazione interprofessionale sono modalità fondamentali per far
fronte ai bisogni dell’assistito”.
Tempo di Nursing 62/2012 Collegio IP.AS.VI di Brescia
NonSoloLibri - 37
Scarica

NonSoloLibri “Marco e Asha vanno in ospedale. Pensieri di bambini