Università degli Studi di Parma Corso di Laurea in Scienza e Tecnologia del Packaging “IMBALLAGGI E AMBIENTE” Parte 2 L’impatto ambientale delle attività umane (e degli imballaggi) Dott. Eugenio Bora – CONAI 1 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2 - L’impatto ambientale ARGOMENTI 2a- Il Ciclo di Vita dei Prodotti 2b- Il Protocollo di Kyoto e la proposta italiana del Recycling Fund 2 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a Ciclo di Vita dei Prodotti 2a - Il Ciclo di Vita dei Prodotti - Valutazione degli impatti ambientali - Analisi del Ciclo di Vita (LCA) breve descrizione, fasi di un LCA, un caso pratico sui rifiuti di imballaggi 3 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. valutazione impatto amb. La necessità di valutare gli impatti ambientali …da “Gestione degli imballaggi pre e post-consumo” …il concetto di eco-sostenibilità, ossia di riduzione dei costi ambientali, comporta un ripensamento del prodotto e considera tutto il suo ciclo di vita: dalle materie prime alla produzione, al design, alla vendita, fino all’uso e al suo smaltimento come rifiuto (“dalla culla alla tomba”) o al suo recupero (“dalla culla alla culla”). Nelle pagine seguenti (5-9) vengono riportate alcune esemplificazioni sommarie di valutazione degli impatti ambientali in termini di consumi delle risorse naturali e inquinamento......... 4 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. valutazione impatto amb. Metalli Legno Carta Plastica Vetro ……. Ciclo di Vita Lattine Fusti Scatole Flaconi Bottiglie … Casa Scuola Bar Ufficio Mensa. …. DISCARICA RACCOLTA DIFFERENZIATA Minerali Alberi Petrolio Sabbia ……. Materia Energ ia Riciclo Recupero Energia Energetico 5 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. valutazione impatto amb. Ciclo di vita: valutaz. impatto amb. Prodotto P: peso 700 gr ,smaltito in discarica (ipotesi di studio) Inq: indice di inquinamento 1 Inq -70 g 100 gPe gPe: grammi di petrolio equivalenti Materie Prime Prodotto P 2 gPe 700 g 3 Inq -230 g 300 gPe Risorse Naturali IN DEFINITIVA: 1505 g 8 risorse naturali Consumo 3 Inq 3 gPe DISCARICA inquinamento 1 Inq 1000 g 100 gPe ….se P pesasse 100 g ... 220 g di ris. naturali ….1 inquinamento 6 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. valutazione impatto amb. Ciclo di Vita: valutaz. Impatto amb. Prodotto P: peso 700 gr , riciclato (ipotesi di studio) Inq: indice di inquinamento gPe: grammi di petrolio equivalenti 1 Inq -70 g 100 gPe Prodotto P 700 g 2 gPe Materie Prime 1 Inq Consumo (600 g di materia recuperata) -50 g 50 gPe IN DEFINITIVA: Risorse Naturali 220 g 22 g Pe 497 g 3 risorse naturali R.D. 1 Inq -70 g 100 g Pe -30 g 3 g Pe Riciclo inquinamento ….se P pesasse 100 g …..70 g di ris. naturali … un inquinamento <1 7 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. valutazione impatto amb. Ciclo di Vita: valutaz. Impatto amb. Prodotto P: peso 700 gr , a recupero energetico (ipotesi di studio) Prodotto P Inq: indice di inquinamento 1 Inq -70 g 100 gPe gPe: grammi di petrolio equivalenti 700 g Materie Prime 3 Inq -230 g 300 gPe Risorse Naturali 2 gPe Consumo IN DEFINITIVA: 1137 g 7 risorse naturali (Produzione CDR) inquinamento -400 gPe di energia recuperata -30 g 35 gPe Recup. Energ. 2 Inq 1 Inq 1000 g 100 gPe ….se P pesasse 100 g …160 g di ris. naturali …1 inquinamento 8 Ciclo di Vita: “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. valutazione impatto amb. Discarica Riciclo Rec. Energ. valutaz. Impatto amb. Prospetto delle ipotesi di studio Peso del manufatto Consumo di materiali Inquinam. gr gr indice A 700 1505 8 B 100 220 1 C 700 497 3 D 100 70 <1 E 700 1137 7 F 100 160 1 D F B C E A 9 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA - Analisi del Ciclo di Vita (LCA, Life Cycle Assessment) LCA e la gestione dei rifiuti - Le fasi del LCA e un caso pratico di applicazione: il riciclo degli imballaggi plastici in Italia 10 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA Analisi del Ciclo di Vita (LCA) Importanti attività umane che influiscono sull’ambiente sono di fatto difficilmente controllabili, specie a livello planetario: vedi effetto serra e rifiuti. “Di qui il ruolo assunto dalla pratica sempre più diffusa d’intervenire sui temi ambientali partendo dal prodotto, inteso “dalla culla”, le materie prime, “alla tomba”, lo smaltimento finale. Il prodotto è in questo modo visto come un filo d’Arianna, che consente di rintracciare in modo esaustivo gli impatti ambientali all’interno del labirinto delle attività umane, in modo da valutarli e mitigarli. La valutazione del ciclo di vita (LCA) è lo strumento che fornisce le necessarie conoscenze sugli aspetti ambientali dei prodotti” M. Fieschi, ANPA2 11 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA LCA (Life Cycle Assessment) La Valutazione del Ciclo di Vita (LCA, Life Cycle Assessment) è un metodo standardizzato internazionale (ISO 1404014043) che consente di determinare gli effetti ambientali (quantificabili) di un prodotto o di un servizio, attraverso la valutazione dei consumi di materia e di energia e delle emissioni nell’ambiente (aria, acqua, suolo, rifiuti) generate da tutti i processi coinvolti nella “vita” del prodotto o servizio in esame, dalla fase di estrazione delle risorse naturali richieste per la sua produzione fino ai trattamenti di fine vita. Una delle prime cose da fare è definire i “confini del sistema”, cioè l’esatto “territorio” che si vuole esplorare. 12 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA LCA: confini del sistema Materie Prime M W Estrazione M E W Energetica M Purificazione W Conversione E del Materiale M Processo di W 2 LCA, confini M- Flusso di Materia W E- Flusso Energetico W-Rifiuti ed Emissioni W E Produzione M Impiego M Smaltimento o Recupero 2 E M E 13 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA LCA: espressione dei risultati I risultati finali sono presentati attraverso una serie di indicatori di impatto ambientale, in quanto non è possibile riassumere in un unico punteggio ambientale la prestazioni di un certo prodotto o servizio. 14 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA LCA: gli indicatori Gli indicatori di impatto ambientale vanno selezionati specificamente per l’attività in esame. Per la gestione dei rifiuti, ad es., si scelgono le seguenti principali categorie di impatto: · consumo di risorse naturali (consumi energetici netti, consumi di fonti non rinnovabili, consumi di acqua, occupazione di volumi di discarica); · inquinamento atmosferico (emissioni in aria di polveri, metalli e organici, crescita dell’effetto serra, acidificazione); · inquinamento dell’acqua (scarico di metalli, solidi sospesi e sostanze organiche disciolte, eutrofizzazione); · generazione di rifiuti solidi (di varia provenienza e classe). 15 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA e gestione dei rifiuti LCA e gestione dei rifiuti Uno dei primi e principali impieghi del LCA è proprio la sua applicazione ad un sistema di gestione di rifiuti. Il LCA consente infatti di passare da una generica affermazione sulla validità ambientale di un particolare processo di riciclo o di smaltimento, alla quantificazione oggettiva e verificabile del suo (eventuale) vantaggio ambientale...ciò implica…. ./. 16 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA e gestione dei rifiuti LCA e gestione dei rifiuti ./.... valutare · carichi generati che provengono, quelli diretti, dalle attività in esame (raccolta e trasporto del rifiuto, selezione e trattamento di riciclo, smaltimento in discarica o termovalorizzazione) e, quelli indiretti, che provengono dai processi di produzione, trasporto e utilizzo di tutto quanto necessita allo svolgimento delle stesse attività; · carichi evitati, ottenuti grazie al risparmio di materiali connesso alle attività di riciclo o a quello di fonti energetiche connesso ai processi di recupero energetico. 17 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA e gestione dei rifiuti LCA e gestione dei rifiuti Ne deriva che l’analisi del ciclo di vita di un sistema di operazioni di gestione rifiuti (o anche di una singola fase di trattamento o di riciclo) produce una valutazione ambientale positiva o negativa. E’ positiva, cioè ci sarà un impatto complessivo evitato che avrà il segno meno, quando i carichi ambientali evitati (rispetto ad un riferimento) sono più grandi di quelli generati. E’ invece negativa, cioè ci sarà un impatto complessivo generato, che avrà quindi il segno più, nel caso opposto. 18 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fasi del LCA LE QUATTRO FASI DEL LCA Definizione degli obiettivi 1e del campo di applicazione 2 3 4 Analisi di inventario Valutazione dell’impatto ambientale 19 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 1: definizione degli obiettivi e del campo di applicaz. 1 Definiz. degli obiettivi e del campo di applicazione - oggetto dello studio 2 4 Analisi di inventario - scopo dello studio - confini del sistema - unità funzionale - sistema di riferim.to ecc…. 3 Valutazione dell’impatto 20 Fase 1: “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico oggetto dello studio e confini del sistema caso pratico L’oggetto dello studio (anno 2002) è l’intera filiera italiana per il riciclo dei contenitori per liquidi in plastica, di PET (polietilentereftalato) e PE (polietilene), . Confini: le fasi della raccolta, compattazione, selezione, rilavorazione e quella dei relativi trasporti sono state analizzate in dettaglio, quantificandone i consumi di materia e di energia nonché gli impatti sull’ambiente a livello locale, regionale e globale. 21 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 1: scopo dello studio caso pratico quantificare il reale vantaggio del riciclo dei contenitori per liquidi in PET e PE in termini di minori consumi di materia ed energia e di ridotte emissioni nell’ambiente; sviluppare una banca dati affidabile delle procedure e tecnologie per il riciclo di PET and PE attualmente impiegate in Italia. 22 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 2: analisi di inventario 1 Definiz. obiettivi e campo di applicazione 4 - diagrammi di flusso - raccolta dei dati - procedure di 2 Analisi di inventario allocazione 3 Valutazione dell’impatto 23 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 2: diagramma di flusso caso pratico Raccolta Transporto Transporto Selezione Transporto Transporto Rilavorazione 24 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 2: raccolta dei dati caso pratico Per la seconda fase (Life Cycle Inventory, LCI) è stato creato un data base con dati raccolti direttamente sul campo (impianti/uffici di aziende coinvolte nell’indagine). I dati utilizzati sono quindi valori di consumo effettivi e non presunti 25 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 2: raccolta dati/allocazione Centri di selezione e di Rilavorazione caso pratico 2002 26 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Scenari di gestione (fase 1-2) caso pratico Scenario I. nessun riciclo e smaltimento di tutti i rifiuti a discarica; Scenario II. nessun riciclo e invio dei rifiuti per metà a discarica e per l’altra metà a termovalorizzazione; Scenario III. nessun riciclo e invio di tutti i rifiuti a termovalorizzazione; Scenario IV. riciclo meccanico di tutti i rifiuti raccolti in modo differenziato ed invio a discarica degli scarti delle varie fasi di lavorazione; Scenario V. riciclo meccanico di tutti i rifiuti raccolti in modo differenziato ed invio degli scarti delle varie fasi di lavorazione per metà a discarica e per l’altra metà a termovalorizzazione; Scenario VI. riciclo meccanico di tutti i rifiuti raccolti in modo differenziato ed invio a termovalorizzazione degli scarti delle varie fasi di lavorazione. 27 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 3: 1 valutazione dell’impatto Definiz. obiettivi e campo di applicazione 4 - caratterizzazione - normalizzazione - valutazione ecc… 3 2 Analisi di inventario Valutazione dell’impatto 28 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 3: valutazione dell’impatto caso pratico Il confronto tra i sei scenari di gestione è stato condotto prendendo in considerazione alcuni effetti ambientali su scala globale, regionale e locale. Per esempio: consumi energetici (comprese fonti rinnovabili), effetto serra, emissioni in aria, emissioni in acqua, produzione di rifiuti solidi. 29 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 3: valutazione dell’impatto Effetti Globali: consumi delle fonti energetiche non rinnovabili Consumo fonti energetiche (g) caso pratico 16 0 0 14 0 0 Petrolio P 12 0 0 Gas/liquefatti 10 0 0 800 Carbone 600 GPL C 400 P GPL C 200 0 -2 0 0 Scenario I Scenario II Scenario III Scenario IV P GPL Scenario V GPL P C Scenario VI -4 0 0 30 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 3: valutazione dell’impatto Effetti Globali: effetto serra caso pratico 8,00 kg CO2-equivalenti 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 Scenario I Scenario II Scenario III Scenario IV Scenario V Scenario VI 31 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 3: valutazione dell’impatto Effetti Locali: emissioni in aria caso pratico 50 Organici Polveri 40 M Metalli g 30 20 10 M 0 Scenario I M Scenario II Scenario III Scenario IV Scenario V Scenario VI -10 32 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. Fasi del LCA e caso pratico Fase 4: interpretazione caso pratico •I risultati dello studio, che interessano sei diversi scenari di gestione di imballaggi plastici post-consumo, quali i contenitori per liquidi, indicano chiaramente l’opzione di riciclo come quella ambientalmente preferibile (per il caso in esame). • Il vantaggio ambientale del riciclo meccanico dei contenitori per liquidi di plastica appare esaltato se gli scarti delle varie fasi del riciclo vengono inviati a recupero di energia. 33 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2a.. LCA, Bibliografia Bibliografia 1) Per la presentazione ci si è avvalsi dei lavori commissionati da CONAI: - “Aspetti ambientali del riciclo degli imballaggi plastici in Italia: la filiera del PET e del PE” U. Arena, M.I. Mastellone, F. Perugini, Dipartimento di Scienze Ambientali Seconda Università di Napoli , 2002 -convegno di Napoli (22/02/2002), organizzato da Università di Napoli e CONAI, “Analisi del ciclo di vita del riciclo degli imballaggi plastici in Italia” Presentazione del Prof. Umberto Arena, Dipartimento di Scienze Ambientali, Seconda Università di Napoli 2) LCA, Uno strumento di analisi energetica e ambientale,Gian Luca Baldo, Ipaservizi Editore 34 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b.. Protocollo di Kyoto e Recycling Fund 2b – Il Protocollo di Kyoto e la proposta italiana del Recycling Fund - Il quadro internazionale: - il Protocollo e i meccanismi di applicazione L’attuazione del Protocollo nella UE L’attuazione del Protocollo in Italia La proposta italiana del Recycling Fund Il pericolo è così grave ed imminente ? 35 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il quadro internazionale Il cambiamento climatico La temperatura media sulla superficie terrestre è aumentata di circa 0,7°C* nell’ultimo secolo Cause : naturali; umane (sopratutto gas serra) Secondo IPCC (International Panel on Climate Change, ONU), un aumento delle emissioni di gas serra potrebbe comportare: un ulteriore riscaldamento del globo (0,2-0,5°C per decennio); l’aumento del livello del mare; eventi climatici estremi. * Enea 36 La Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC)* “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il quadro internazionale Adottata a New York nel 1992 ed entrata in vigore nel 1994, è stata ratificata ad oggi da 188 Paesi (su 193 contemplati dalla Convenzione). La Convenzione rappresenta il primo trattato internazionale riferito specificatamente ai cambiamenti climatici Obiettivo della Convenzione: stabilizzare la concentrazione dei gas serra a livelli che prevengano il pericolo di interferenze con il sistema climatico *United Nations Framework Convention on Climate Change 37 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto Il Protocollo di Kyoto Il Protocollo di Kyoto stilato nel 1997, è lo strumento attuativo della Convenzione UNFCC*, ratificato al 2 febbraio 2005 da 141 Paesi (55% delle emissioni, minimo necessario). A giugno 2007 hanno ratificato o stanno per ratificare174 paesi, pari al 61,6% delle quantità totali di gas serra emesse nel 1990 (anno di riferimento). Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 *United Nations Framework Convention on Climate Change 38 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto Il Protocollo di Kyoto: elementi chiave A. Definizione dei gas a effetto serra (GHG, Gases). B. Individuazione dei settori coinvolti, maggiormente responsabili delle emissioni di GHG. C. Individuazione delle “Parti” (Paesi e organizzazioni) obbligate alla stabilizzazione delle proprie emissioni di GHG. D. Definizione degli obiettivi di riduzione delle emissioni dei gas serra rispetto ai livelli del 1990. E. Definizione di una scadenza temporale per la verifica del raggiungimento degli obiettivi. F. Ricorso a strumenti di mercato per facilitare il 39 raggiungimento degli obiettivi. Greenhouse “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto A. I gas serra (GHG) Il global warming potential (GWP) è l’impatto che un gas serra (GHG) produce sul riscaldamento della superficie terrestre in un periodo di tempo determinato (100 anni). Protocollo di Kyoto - Allegato A Gas serra Biossido di carbonio (CO2) Metano (CH4) Protossido di azoto (N2O) GWP 1 21 310 Idrofluorocarburi (HFC) 150-11700 Perfluorocarburi (PFC) 6500-9200 Esafluoruro di zolfo (SF6) 23900 Il biossido di carbonio (CO2), o anidride carbonica, viene usato come valore di riferimento: 1 tonnellata di CO2 equivalente è l’unità di misura universale per indicare il GWP di ognuno dei sei gas serra. 40 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto B. I settori responsabili di emissioni GHG Protocollo di Kyoto – Allegato A Energia Combustione di carburanti Settore energetico Industrie manifatturiere ed edili Trasporti Altri settori Altro Emissioni fuoriuscite da combustibili Combustibili solidi Petrolio e gas naturale Altro Processi industriali Agricoltura Fermentazione enterica Trattamento del letame Risicoltura Terreni agricoli Incendi controllati delle savane Incenerimento sul luogo di rifiuti agricoli Rifiuti Discariche per rifiuti solidi Trattamento delle acque reflue Incenerimento dei rifiuti Altro Prodotti minerali Industria chimica Metallurgia Altre produzioni Produzione di idrocarburi alogenati e di esafluoro di zolfo Consumo di idrocarburi alogenati e di esafluoro di zolfo Altro Uso di solventi e di altri prodotti 41 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto C. Le Parti del Protocollo di Kyoto (39 Parti: 38 Paesi Industrializz.+CE) PARTI “OBBLIGATE” (nr 39, con obiettivi di riduzione di GHG) PARTI “VINCOLATE” (n°37 che hanno ratificato gli obiettivi) NON “VINCOLATE” Bulgaria* Grecia Croazia* Estonia* Polonia* Monaco Australia Canada Irlanda Feder. Russa* Repubblica Ceca* USA CE (Com. Eur.) Italia Giappone Romania* Islanda Slovacchia* Lettonia* Slovenia* Liechtestein Svizzera Austria Belgio Danimarca Finlandia Francia Germania Lussemburgo Olanda Portogallo Regno Unito Lituania* Spagna Svezia Norvegia Ucraina* Ungheria* Nuova Zelanda * Paesi in economia di transizione 42 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto D. Obiettivi rispetto ai valori di emissione 1990 Protocollo di Kyoto – Allegato B Obiettivo globale CE (EU 15), Bulgaria*, Estonia*, Lettonia*, Liechtestein, Lituania*, Rep. Ceca*, Romania*, Slovacchia*, Slovenia*, Svizzera, Monaco USA Canada, Ungheria*, Giappone, Polonia* Croazia* Nuova Zelanda, Fed. Russa*, Ucraina* Norvegia Australia Islanda - 5% - 8% - 7% - 6% - 5% 0 + 1% + 8% + 10% I paesi in via di sviluppo, inclusi Cina e India, non devono rispettare obiettivi * Paesi in economia di transizione Paesi che non hanno ratificato il Protocollo 43 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto Obiettivi e quantità di CO2 immesse nell’atmosfera - L’atmosfera contiene circa 3 milioni di megatonnellate (Mt*) di CO 2 -Il mondo immette nell’atmosfera ogni anno circa 6.000 Mt di CO2: 3.000 Mt i paesi industrializzati, 3.000 Mt quelli in via di sviluppo -Con il Protocollo di Kyoto (-5%) se ne dovrebbero immettere ogni anno 5.850 Mt anziché 6.000 Mt (-0,005% sul totale) Mt=1 milione di tn 44 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto E. Scadenza temporale Le “Parti vincolate” che hanno ratificato il protocollo dovranno raggiungere i propri obiettivi entro il periodo 2008 - 2012. Ogni Parte dovrà aver ottenuto nel 2005, nell’adempimento degli impegni assunti a titolo del Protocollo, concreti progressi. 45 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto F. Strumenti per la riduzione delle emissioni di gas serra Per raggiungere gli obbiettivi di Kyoto, i Paesi industrializzati (con economia stabile o con economia di transizione) possono adottare comuni misure (oltre ad introdurre misure interne mirate): 1. scambiare quote di C02, avvalendosi di “meccanismi flessibili” ( ET Emission Trading, JI Joint Implementation, CDM Clean Development Mechanism ); 2. conteggiare il carbonio assorbito da nuove piantagioni forestali e agroforestali (Carbon Sink); 3. avvalersi di fondi finanziari per l’avvio di progetti JI e CDM (Carbon Fund). 46 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto F1. Sistema ET Emission Trading Scambio di quote tra paesi industrializzati con obblighi di riduzione I paesi (e/o le loro aziende),compresi nelle “Parti obbligate”, che riducono le emissioni in misura maggiore rispetto al loro obiettivo, possono vendere tale surplus ad altri “Paesi obbligati” (e/o loro aziende) i quali possono acquistarlo e conteggiarlo per raggiungere i propri obiettivi (trattasi di scambi a somma zero in quanto le emissioni totali permesse nei due paesi rimangono le stesse). Lo scambio richiede la predisposizione di assegnazione di quote di emissione omologati. piani Borsa delle emissioni già attiva in Europa da 2006 nazionali (Italia, 2007) 47 di “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto F1. Meccanismi flessibili JI e CDM Joint Implementation Il meccanismo consente ad un Paese industrializzato in economia stabile e ad un Paese in economia di transizione di realizzare progetti comuni che generano quote di riduzione di emissione scambiabili tra le parti: trattasi di “operazioni a somma zero” in quanto le emissioni totali permesse nei due paesi rimangono le stesse. Vantaggio Abbattimento delle emissioni là dove è economicamente più conveniente Clean Development Mechanism Consente ai Paesi Industrializzati di realizzare nei Paesi in via di sviluppo progetti che generano quote di riduzione di emissione, utilizzabili per rispettare gli obblighi di Kyoto. Vantaggio Abbattimento delle emissioni là dove è economicamente più conveniente e orientamento allo sviluppo sostenibile per i Paesi in via di sviluppo 48 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto F2. Carbon Sink Nella Settima Conferenza delle Parti (COP 7) del 2001 a Marrakech la forestazione è stata riconosciuta come sistema valido per la riduzione di emissioni di gas serra. Le quantità derivanti dall’assorbimento di gas serra da parte di “serbatoi” (sinks) naturali possono essere conteggiate, accumulate o scambiate per il raggiungimento degli obiettivi Kyoto. 49 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Protocollo di Kyoto F3. Carbon Fund La Banca Mondiale ha messo in atto uno strumento finanziario, il Carbon Fund, destinato a progetti che generano riduzioni di CO2 attraverso i meccanismi JI e CDM. Ruolo del fondo: non investe nei progetti ma compra crediti di quote di CO2eq; i partecipanti al fondo ricevono una quota parte di riduzioni di emissione proporzionale al contributo dato; i progetti sono selezionati sulla base del contributo allo sviluppo sostenibile offerto, preferibilmente, ai Paesi in via di sviluppo L’Italia nel 2003 ha concordato con la Banca Mondiale l’istituzione dell’’Italian Carbon Fund (attualmente la partecipazione è in via di cancellazione) 50 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in EU La ratifica CE del Protocollo di Kyoto Con la Decisione 2002/358/CE la Comunità Europea ratifica il Protocollo di Kyoto e: Ridistribuisce l’obiettivo -8% CE ai singoli Stati Membri (Burden Sharing Agreement ). Impegna gli Stati Membri all’elaborazione di Piani Nazionali per la Riduzione delle emissioni di GHG. Obbliga gli Stati Membri all’adesione al sistema europeo di Emission Trading Scheme (ETS), un sistema “sperimentale” di gestione delle quote di emissione all’interno della CE. 51 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in EU Stati Membri Burden Sharing Agreement: scenario europeo (EU 15 e altri EU) Riduzione % * Stati Membri Riduzione % * Austria -13 Lussemburgo -28 Belgio -7,5 Paesi Bassi -6 Danimarca -21 Portogallo 27 -12,5 Francia 0 Regno Unito Finlandia 0 Spagna 15 Germania -21 Svezia 4 Grecia 25 Irlanda 13 Italia * Rispetto al 1990 -6,5 Totale EU 15 -8 Totale altri EU -8 52 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in EU Direttiva 2003/87/CE Emission Trading Scheme Per la gestione delle quote di emissione di CO2 all’interno dell’Europa, la CE obbliga, nel periodo 2005-2007, ciascuno degli Stati Membri a : a. predisporre entro il 1° gennaio 2005 un Piano Nazionale per l’Assegnazione di quote di emissioni (NAP) ad ogni settore produttivo responsabile; b. rilasciare entro il 28 febbraio 2005 per ogni gestore di impianto un’autorizzazione annuale alla emissione di quote di GHG assegnate (AAUs Assigned Amounts Units); c. istituire e conservare un registro delle emissioni per ciascun settore/gestore; d. sanzionare i gestori inadempienti. Il sistema comunitario ETS ha previsto il riconoscimento dei meccanismi flessibili di scambio di quote di emissione di GHG (meccanismi JI e CDM). 53 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in EU Effetto Kyoto sul Business Alcuni spunti*: John Llewellyn, Lehman Brothers:” Il cambiamento climatico è senza dubbio una nuova variabile della competizione globale … le imprese che non comprendono questo nuovo fenomeno aggiungono un elemento di rischio al loro business… Il climate change avrà effetti… come la globalizzazione, la rivoluzione tecnologica e l’invecchiamento della popolazione”. Banca d’affari JP Morgan: “La torta da spartirsi è ingente e i tassi di crescita sono elevati: lo scorso anno gli investimenti mondiali nelle energie rinnovabili sono stati pari a 63,3 miliardi di dollari, il 30% in più rispetto all’anno precedente”. Il valore del mercato fisico (tn di CO2 da risparmiare x prezzo medio di 5-10 €/tn) in Europa nel breve termine è stato stimato in circa 50-100 miliardi di euro all’anno. * Sole 24Ore, marzo e giugno 2007 54 Emissioni MtCO2/anno “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in Italia Obiettivo Italiano (riferim. Burden Sharing Agreement) Obiettivo Italia 2008-20012: – 6.5% rispetto ai valori 1990 (Mt, milioni di tn) 587 580 Mt CO2: stime incremento emissioni al 2010 567 547 527 521Mt 1990 507 487 93 Mt di CO2 da ridurre 487 Mt CO2: obiettivo medio annuale 2008-2012 Stime per Delibera CIPE 123/2002 Aumento emissioni 59 MtCO2 Obiettivo riduzione - 6,5% 34 MtCO2 55 Riduzioni MtCO2/anno “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in Italia 587 577 567 557 547 537 527 517 507 497 487 Piano Nazionale Italiano 2003-2010 di riduzione dei gas serra 41 12 Riduzione di 93 Mt diCO2 40 Piano di Azione Riduzione di 40 Mt di CO2 attraverso misure interne già intraprese Riduzione di 12 Mt di CO2 attraverso JI e CDM già intrapresi Riduzione di 41 Mt di CO2 attraverso ulteriori misure da individuare Delibera CIPE 123/2002 56 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in Italia Piano Nazionale Italiano di Assegnazione * 2005 2006 2007 Mt CO2 Mt CO2 Mt CO2 Attività energhetiche 130,4 14,82 133,83 14,89 128,95 14,98 compressione metanodotti 0,86 0,88 0,9 Teleriscaldamento 0,19 0,19 0,2 Altro 13,77 13,82 13,88 - Raffinazione 23,76 23,76 23,76 Produzione e trasformazione dei metalli ferrosi 14,95 14,76 14,58 Ciclo integrato, sinterizzazione, cokeria 13,67 13,47 13,28 Forno elettrico 1,28 1,29 1,3 26,41 26,52 26,63 - Calce 3,05 3,07 3,09 - Vetro 3,11 3,15 3,19 0,8 0,8 0,81 5,02 5,09 5,16 222,32 225,87 221,15 - Termolelettrico cogenerativo - Altri impianti di combustione Industria dei prodotti minerali - Cemento - Prodotti ceramici e laterizi Altre attività - Pasta per carta/carta e cartoni Totale (Proposta in atto: dal 2008 tetto annuale di 200 Mt max) * DEC/RAS/074/2006 57 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in Italia I Registri e le Sanzioni L’Italia ha istituito il registro nazionale delle emissioni INES (Inventario Nazionale Emissioni e Sorgenti) ad integrazione del registro europeo EPER (European Pollutant Emission Register) scopo del registro è assicurare l’accurata contabilizzazione delle quote di emissioni rilasciate, possedute, cedute e cancellate. Il gestore è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria paria a 40 euro per ciascuna tonnellata di biossido di carbonio equivalente emessa non autorizzata. Tale sanzione pecuniaria viene aumentata a 100 euro per il periodo in cui entrerà in funzione il protocollo di Kyoto. (legge 316/2004) 58 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il Prot. di Kyoto in Italia (e in EU) La situazione attuale A tutto il 2004 l’Europa dei 15 era di circa il 10% sopra i livelli di emissioni del 1990 e l’Italia di circa il 15%. Attualmente lo scenario è più o meno lo stesso. 59 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Recycling Fund Il Recycling Fund A Buenos Aires in occasione di COP 10 2004, l’Italia ha proposto l’istituzione di un Recycling Fund che, sulla base del meccanismo del Carbon Fund, finanzia progetti di riduzione dei gas ad effetto serra conseguenti alle operazioni di riciclo/recupero dei rifiuti. Tali progetti che generano riduzioni di emissioni a seguito di operazioni di riciclo dei rifiuti, dovranno essere compatibili con le regole dei meccanismi della Joint Implementation e del Clean Development Mechanism, nonché con lo schema di Emissions Trading dell’Unione Europea. 60 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Recycling Fund Il Recycling Fund LA SFIDA DI KYOTO: IL RECYCLING FUND Proposta del sistema italiano del recupero COP 10, Buenos Aires dicembre 2004 Possibilità di unire le attività di raccolta, recupero e riciclo dei rifiuti urbani alle opportunità offerte dall’utilizzo dei meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto 32 61 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Recycling Fund Il contributo dell’industria del recupero e del riciclo Risparmio di materia Risparmio di energia MINORI EMISSIONI DI GAS SERRA L’industria del riciclo ha un IMPATTO SISTEMICO nell’attuazione del Protocollo di Kyoto 62 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Recycling Fund Il circuito del Recycling Fund Sottoscrittori Fondo Imprese Quote CO2 $ RECYCLING FUND tecnologia $ IMPIANTO DI RICICLO O RECUPERO Materiali Energia Quote CO2 63 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il pericolo è così grave? Il pericolo è così grave ed imminente ? Il riscaldamento globale dovuto all’effetto serra è senza dubbio un problema ambientale attuale, ma forse non così “catastrofico” da giustificarne l’assoluta priorità >>........ << è l’opinione di un gruppo di studiosi (comprendente tre Premi Nobel) che ha stilato una classifica delle priorità dei problemi mondiali, applicando un “rigoroso” metodo di calcolo costi-benefici, sia economici che ambientali. “Il gruppo riconosce che il riscaldamento globale deve essere affrontato, ma ha concordato che gli approcci fondati su un brusco spostamento verso emissioni inferiori di carbonio, sono inutilmente costose”…..e indica una classifica delle priorità nella quale il problema dei gas serra occupa il settimo posto. * B. Lomborg, Global crises, global solutions (2004) 64 “Imballaggi e Ambiente” Impatto ambientale 2b..Il pericolo è così grave? Il pericolo è così grave ed imminente ? I problemi più rilevanti riconosciuti dal gruppo di esperti qualificati, in ordine di priorità: 1. Aids 2. Fame e malnutrizione nei paesi poveri 3. Liberalizzazione del commercio internazionale 4. Acqua potabile e depurazione di quella reflua 5. Corruzione e governance 6. Abbassamento delle barriere all’emigrazione 7. Cambiamenti climatici 65 Per soddisfare il 10% del consumo elettrico italiano e – con bioetanolo – il 10% del consumo italiano di carburante per autotrazione x109 € Nucleare FV Termoelettrico Eolico Biomassa Bioetanolo 10 240 ? 28 km2 ANNI DI VITA 1 40-60 200 20+ 400 2.000 15-20 12.000 120.000 100.0000 66