CDS 295/1-2 DDD
DIGITAL LIVE RECORDING
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BEDRICH SMETANA
(Litomyšl, 1824 - Prague, 1884)
DALIBOR
Libretto by Josef Wenzig
CHARACTERS AND INTERPRETERS
Dalibor (tenor)
Milada (soprano)
Wladislaw (baritone)
Jitka (soprano)
Beneš (bass)
Budivoj (baritone)
Vítek (tenor)
First judge (bass baritone)
Second judge (bass)
Third judge (bass baritone)
Valerij Popov
Eva Urbanova
Valeri Alexejev
Dagmar Schellenberger
Jiri Kalendovsky
Damir Basyrov
Valentin Prolat
Carmine Monaco
Alexandr Blagodarnyi
Bruno Pestarino
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO LIRICO DI CAGLIARI
Chorus master: Paolo Vero
Conductor: Yoram David
Eva Urbanova
Valerij Popov
2
12345678910 11 12 -
CD 1
Act One
Dnes ortel bude provolán (Chorus)
Opuštìného sirotka malého (Jitka)
Orchestral
Již víte, jak to krásné království (Wladislaw)
Již uchopte se slova (Wladislaw)
Pohasnul den a v hradì (Milada)
Jaký to zjev! (Milada)
Zapírat nechci, nejsemt zvyklý lháti (Dalibor)
Zloèinem tak pomáhals sobì sám (Wladislaw)
Tak, Dalibore (a Judge)
U svých mne zde vidíte nohou! (Milada)
Jaká to bouøe òadra mi plní (Milada)
13 14 15 16 17 18 19 20 21 -
Act Two
Ba nejeveselejší je tento svìt (Mercenaries)
Dle této písnì poznávám je vždy (Jitka)
Je Daliborùv osud tobì znám ? (Jitka)
Ba nejveselejší je tento svìt (Mercenaries)
Nejvìtší bedlivosti tøeba (Budivoj)
Ach, jak tìžký žalárníka (Budivoj)
Hotovo všecno (Milada)
Jak je mi? (Milada)
Zde jsou ty housle (Beneš)
03’38”
02’41”
02’16”
07’01”
03’04”
02’20”
04’04”
02’40”
04’41”
CD 2
1 - Orchestral
2 - Nebyl to on zas? (Dalibor)
3 - Vem tento chudý dárek z ruky mé (Milada)
58’41”
02’43”
02’44”
11’04”
45678910 11 12 13 -
Act Three
Pøeslavný kríali, pánové pøejasní (Budivoj)
Ètyøicet let již tomu bude (Beneš)
V tak pozdní dobu povolal jsem vás sem (Wladislaw)
Jste již u konce? (Wladislaw)
Tot tøetí noc, kterou mi naznaèila (Dalibor)
Ó nebe! Bez okovù? (Budivoj)
March
Nezaslechli jste ještì houslí zvuky? (Milada)
Milado! (Dalibor)
Nepøátel zástup poražen a zbit (Budivoj)
73’33”
02’49”
04’20”
02’11”
03’25”
03’08”
06’16”
01’22”
05’29”
02’47”
04’41”
03’25”
03’36”
03’15”
03’22”
04’55”
04’58”
03’09”
06’36”
01’47”
04’55”
06’22”
02’54”
Smetana al tracollo; infatti, dopo un inizio stentato,
quella fu l’unica, tra le sue opere, ad entrare nel repertorio dei teatri; soltanto la commedia brillante Il bacio
sfiorò, in alcuni momenti, la sua popolarità.
La prima opera seria di Smetana, I brandeburghesi in
Boemia, ebbe un grande successo nel primo anno (1866)
con quattordici repliche, ma in seguito queste divennero
sempre meno frequenti e rarissime le nuove produzioni.
Un colpo particolarmente duro, appena cinque mesi
dopo le celebrazioni per La Sposa venduta, venne dall’accoglienza data alla sua ultima opera Il muro del diavolo: la produzione, realizzata con povertà di mezzi ed
idee, sembrò tremendamente logora, soprattutto se rapportata allo straordinario successo dell’opera Dimitrij di
Dvorák rappresentata nello stesso mese.
Il destino di Dalibor, in particolare, fu motivo di seria
sofferenza. Smetana era particolarmente affezionato a
questo lavoro. La librettista delle sue ultime opere,
Eliska Krasnohorská, ne parlava considerandola “perla
dell’opera romantica ceca”.
Smetana volle far conoscere l’opera al suo idolo musicale Franz Liszt, il quale, dopo aver sentito e sinceramente apprezzato Dalibor suonata dall’autore al pianoforte,
in contrasto con i più severi critici di Praga non la considerò affatto wagneriana.
Quando Miezyslav Kaminsky, tenore polacco in rapida
ascesa, dotato di grande talento musicale e istinto scenico, venne assunto al Teatro Provvisorio di Praga,
Smetana sperò che accettasse di interpretare il ruolo di
Dalibor per dimostrare finalmente la “sincerità dell’opera”. Sfortunatamente l’opera non venne mai rappresentata durante la permanenza a Praga del tenore.
La triste verità è che Dalibor, assieme alle altre opere
serie I brandeburghesi e Libuše, non catturò mai l’immaginazione del pubblico quanto le sue due commedie La
sposa venduta e Il bacio.
La reazione di un gruppo di critici fu sicuramente tra i
DALIBOR
Un inno alla musica
e si considera Smetana padre di un risveglio
nazionale ceco, è davvero sorprendente quanto
poco siano conosciute al grande pubblico le otto
opere del compositore.
È però vero che la storia, inesorabile e spietata, ha sempre determinato la fortuna dell’opera lirica. Ad esempio, a parte i contemporanei dell’epoca di Smetana, ben
poca attenzione è stata data ad importanti autori dell’opera ceca, quali Karel Sebor, Karel Bendl e Vilem
Blodek, che operarono nel periodo tra il 1860 e il 1880.
Smetana stesso, anche negli anni di maggior successo, fu
vittima della natura discriminatoria del gusto.
Le sue stesse reazioni alle celebrazioni in onore della
centesima rappresentazione della Sposa venduta, avvenuta il 5 maggio 1882, sono illuminanti.
Sebbene fosse commosso dall’affetto del pubblico e dal
consistente premio in denaro e titoli, Smetana apparve
ambiguo nel definire La sposa venduta “poco più di un
giocattolo”, un’opera scritta quasi per fare dispetto ai
detrattori che lo accusavano di essere incapace di comporre in uno stile semplice; Smetana anzi andò oltre,
affermando che quanti lodavano con tanto trasporto La
sposa venduta, di fatto offendevano tutti gli altri suoi
lavori, ed in particolare Dalibor, opera della quale era
sicuramente più orgoglioso.
Si può credere che vi fu una relazione tra le celebrazioni
per La sposa venduta e le ansie che da queste scaturirono, provocando in lui notevoli problemi di salute, certamente aggravati dalla crescente paranoia per i successi
sempre più evidenti di Dvoøák.
Paradossalmente si può affermare che la fortuna della
Sposa venduta, che per lo straordinario successo metteva inevitabilmente in ombra le altre sue opere, portò
S
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motivi che determinarono questo fatto. Il panorama culturale di Praga, in particolare quello musicale, era lacerato da numerosi contrasti: tra questi, di grande rilevanza, era la questione sull’influenza esercitata da Wagner.
Per quanto Smetana ammirasse l’opera di Wagner, non
fu certamente un imitatore pedissequo, anzi fu ben conscio dei pericoli nascosti nella possibilità di utilizzare
modelli wagneriani proprio nei giorni in cui si gettavano
le basi di uno stile peculiare dell’opera ceca. Questa
consapevolezza non allontanò comunque da Dalibor
l’accusa, da parte di una nutrita schiera di critici, di
essere stata concepita in uno stile wagneriano: la trama,
in parte tratta dal mito, e l’uso di un sistema di metamorfosi tematiche, non lontane dai leitmotiv, poterono
essere pretestuosamente utilizzati a sostegno di quell’accusa; in quel caso Dalibor sarebbe apparso veramente il tentativo di superare Tristan und Isolde. Oggi queste affermazioni appaiono davvero insignificanti, ma in
quei giorni ebbero un impatto significativo sul pubblico.
Smetana aveva una sua chiara idea sui motivi dello scarso successo di pubblico di Dalibor: “Solo adesso capisco
quanto poco raffinato, educato alla musica, sia il nostro
pubblico, malgrado la straordinaria offerta di una città
come Praga con istituzioni musicali, le tante società di
concerti, le opere, i teatri in abbondanza...”. Sicuramente
caustico, ma con un fondo di verità.
Il pubblico di Praga aveva una grande passione per il
divertissement, per le arie in rima su motivi popolari e
per i cori reboanti. Tutti questi elementi si ritrovavano
in abbondanza nei Barndeburghesi e nella Sposa venduta.
In Dalibor, con una materia ben più alta e la delicata
sensibilità del protagonista, Smetana aveva evitato con
accuratezza di toccare quelle corde. Sicuramente la gran
parte del pubblico non riuscì però a comprendere quanto veniva offerto.
Dalibor è certamente la più straordinaria pagina d’opera
di Smetana e rappresenta un lavoro assai più raffinato
dei primi due per il teatro.
Sin dal principio Smetana entra direttamente nel vivo
della storia; infatti il tessuto musicale si sviluppa con
grandissima maestria, evitando di utilizzare una ouverture quale facile strumento per catturare l’attenzione del
pubblico. La scala ascendente e cupa che emerge sin
dalle prime battute è il sostrato musicale capace di suggerire la gran parte dei motivi tematici, di dare unità
all’intera struttura e di porsi quale punto focale
dell’opera. L’impressionante capacità di variazione può
essere evidenziata dalla varietà nello sviluppo di questo
tema: nella versione originale fa riferimento certamente
all’angoscia del protagonista Dalibor, in seguito, modulato in una fanfara brillante in sol maggiore, diventa elemento melodico per il richiamo di Jitka a salvare il suo
eroe. Una successiva modulazione nel primo atto getta
un’ombra sulla confessione d’amore di Dalibor per
Zdenì k e sulla giustificazione per l’atto di vendetta
dopo l’assassinio dell’amico. Sebbene si tratti di una
confessione intima, la bellezza poetica del suo canto trasforma i propositi di vendetta di Milada nel desiderio di
liberare Dalibor. Per inciso, appare interessante il fatto
che la melodia che emerge nel canto di Dalibor, sull’inutilità di una vita senza Zdenì k, ha dato a Smetana il
tema per la gloria e caduta della nazione ceca in
Vyséhrad, il primo dei poemi sinfonici di Ma vlast.
Il lirismo diventa ancora più alto ed intenso nel duetto
d’amore tra Dalibor e Milada, forse il più raffinato tra
quelli composti da Smetana, alla fine del secondo atto.
La qualità dell’invenzione in tutta l’opera è straordinaria: in Dalibor lo stile melodico di Smetana si innalza
ancor più che nella Sposa venduta, la sua voce più intima è qui ancora più presente e l’originalità della sua
retorica pervade tutta l’opera, il disegno musicale all’unisono che appare improvvisamente all’inizio del secondo atto, ad esempio, potrebbe essere stato composto da
Janáèek. E certamente non si possono trascurare altri
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momenti ed aspetti di straordinario interesse, come il
coro dei mercenari all’inizio del secondo atto; Smetana
sembra poi prendersi gioco della tronfia vanità del potere, accompagnando l’ingresso dei giudici nel primo atto
con una marcia, di fatto zoppa, cadenzata in tre tempi.
Ci sono alcune questioni legate sia alla trama che allo
sviluppo drammatico in Dalibor: la semplice dinamica
dell’amore nato dall’incontro di Milada con Dalibor, è
complicata dalla presenza, seppure solo da morto, di
Zdenì k nella vicenda. Chiaramente, per il pubblico che
per la prima volta assistette all’opera, la scena d’apertura era lenta e, per il pubblico di sempre, il finale arriva
fin troppo d’improvviso. A parte ogni altra considerazione, il fatto davvero importante è la bellezza della partitura; l’opera è insieme una celebrazione della musica
e, attraverso i suoi simboli, Zdenì k e il suo violino, un
inno alla nazione ceca.
Se è vero che a molti tra i contemporanei di Smetana
sfuggì la complessità e la bellezza dell’opera, certamente così non fu per Antonín Dvoøák. Violista nell’orchestra della prima di Dalibor, Dvoøák seppe raccogliere
l’insegnamento di questa straordinaria partitura, che
influì per molti versi nelle sue composizioni per la
scena.
Jan Smaczny
Professore di musica all’Università di Belfast
(Traduzione dall’inglese di Giancarlo Liuzzi)
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only one of his operas that did. Smetana’s first serious
opera, The Brandenburgers in Bohemia, did extremely
well in its first year (1866) with fourteen performances,
but after this outings were infrequent and new productions rarities. A particularly bitter blow, coming just five
months after the hundredth performance of The
Bartered Bride, was the reception of his last opera The
Devil’s Wall: poorly and ignorantly produced, it looked
decidedly threadbare beside the magnificent success of
Dvoøák’s grand opera, Dimitrij, staged in the same
month. The fate of Dalibor, in particular, was a consistent source of grievance. He was particularly attached to
the work. The librettist of three of his later operas,
Eliska Krásnohorská, referred to it as the “pearl of
Romantic Czech opera”. Smetana took pains to show it
to his musical idol, Franz Liszt, who after hearing the
work played by the composer at the piano, thoroughly
approved of it and, contrary to the views of the more
virulent of Prague’s critics, did not find it Wagnerian at
all. When a new tenor, the Pole Mieczyslav Kaminsky,
possessed of great vocal talent and genuine acting ability, was appointed to the Prague Provisional Theatre,
Smetana hoped he would take on the role of Dalibor in
order to demonstrate, in his own words, “the truthfulness of the opera” (unfortunately there was no staging
of Dalibor during his time there). The sad fact was that
Dalibor (along with his other serious operas The
Brandenburgers and Libuše) never really captured audiences imaginations in the manner of his two comedies,
The Bartered Bride and The Kiss. Among the possible
reasons for this was the reaction of certain critics. The
musical landscape of Prague was riven by numerous
fault-lines, a major one of which was the whole question
of Wagnerian influence. While Smetana certainly
admired Wagner’s music, he was no slavish imitator;
indeed, he was well aware of the dangers of adopting
the Wagnerian model in the early days of establishing a
DALIBOR
A hymn to music
iven Smetana’s status as the musical founding
father of the Czech national revival, it is perhaps surprising that we do not hear more of his
eight operas. But history has a devastatingly unsentimental way of dealing with the operatic repertoire. Posterity
has hardly been kind to other luminaries of Czech opera
in the 1860s and 1870s, such as Karel Sebor, Karel Bendl
and Vilém Blodek, and Smetana, even in his own day,
was a victim of the discriminatory nature of taste. His
own reactions to the celebrations of the hundredth performance of The Bartered Bride, on 5 May 1882, are
instructive. Although touched by the warmth of the audience and the magnificent presentation (including a savings book and money bonds in a considerable amount),
Smetana appeared to be ambivalent about the work
referring to it as little more than a “toy”, a work written
to spite those who said he could not write anything in a
light style; he even went on to suggest that those who
praised The Bartered Bride so excessively were insulting
his other operas. Servác Heller tells a similar story:
“Smetana was not that enthusiastic about The Bartered
Bride. He took much more pride in other of his operas,
especially Dalibor, and he objected when The Bartered
Bride was praised greatly in his presence ...”.
To an extent, Smetana’s reactions to the hundredth performance celebrations of The Bartered Bride can be put
down to his own failing health and anxieties, including
considerable paranoia about Dvoøák’s rising fortunes.
But the way in which The Bartered Bride had eclipsed his
other operas must have rankled; after a slightly shaky
start, it was the only one of his operas performed consistently during his lifetime; the charming comedy, The
Kiss, at times approached its popularity, but it was the
G
7
Czech operatic style. This did not, however, prevent a
vigorous claque from denouncing Dalibor as Wagnerian:
its quasi-mythical story, the use of a system of thematic
metamorphosis not unlike leitmotif all could be drawn
into the accusation of Wagnerism; Dalibor, it seems, was
an attempt to “outdo” Tristan. Today this idiotic flapdoodle seems hardly worth considering, but it had an
impact on the public. Smetana had his own analysis of
the public’s lack of response to Dalibor: “... I now recognise how little educated - musically educated our public
is, despite all the musical establishments, concerts,
operas, theatres which a city like Prague has in abundance ... ”.
This is a little harsh, but there is an element of truth.
Prague audiences had an enormous fondness for divertissement, for the popular tone in strophic arias and
rabble-rousing choruses. All these elements existed in
abundance in The Brandenburgers and The Bartered
Bride; Dalibor, with its elevated tone and the delicate
sensibility of its hero conspicuously avoided striking any
of these chords. The great pity for the audience is that
many did not recognise what they missed. Dalibor is
Smetana’s loveliest operatic score and a great deal subtler than his first two works for the stage. From the very
start, the musical fabric unfolds with enormous skill;
eschewing an attention-grabbing overture, Smetana
pitches straight into the drama. The brooding rising
scale figure which soon emerges is the musical fibre for
much of the melodic writing in the opera, uniting the
whole structure and providing a striking symbolic touchstone. The impressive nature of Smetana’s powers of
transformation can be gauged by the development of
this theme: in its original version, the theme clearly
relates to Dalibor’s predicament, later it provides the
motivic background, transformed into a bright G major
fanfare, for Jitka’s call to free her hero. A further metamorphosis later in act one shadows Dalibor’s account of
his love for Zdenì k and the justification for his act of
revenge after he was killed. Apart from being a personal
confession, its sheer lyrical beauty also turns Milada
from thoughts of revenge to a desire to free Dalibor.
(Interestingly, the melody that emerges as Dalibor sings
of the meaningless of life without Zdenì k, provided him
with the theme for the glory and fall of the Czech nation
in Vysì hrad, the first of the symphonic poems of Má
vlast.). The lyricism becomes still more intense in the
love duet, perhaps Smetana’s finest, between Dalibor
and Milada at the end of the second act.
The quality of invention throughout the opera is extraordinary: in Dalibor, Smetana’s melodic style crystallises
to an even greater extent than in The Bartered Bride;
his personal voice is heard much more strongly and the
originality of his rhetoric is apparent everywhere - the
striking unison figure at the start of the second act could
almost be by Janáèek. Nor is the work without some
lighter aspects, notably in the chorus of mercenaries at
the start of act two; Smetana also seems to be poking
fun at fustian authority in the entry of the judges in the
first act, wrong-footing them by providing a march in
three-four time.
There are problems with plot and dramaturgy in
Dalibor: the simple dynamics of boy meets girl and then
they fall in love are complicated by the fact that there is
another boy in the way, even if he is dead. Clearly, for
its original public, the stately development of the opening scene was a little too slow, and for audiences ever
since the premiere, the end of the opera does come very
abruptly. But the real point of this remarkable score is
its beauty; the work is as much a celebration of music
with Zdenì k and the violin as symbols of the nation. For
many of the audience this lesson was not obvious
enough; luckily the message was not lost on one listener.
Antonín Dvoøák, who played at its premiere. If any
score proved an influence on his own developing style
8
then it is Dalibor - in many ways the promise of this
marvellous work is fulfilled in Dvoøák’s own music for
the stage.
DALIBOR
Eine Hymne an die Musik
Jan Smaczny
Professor of Music at the University of Belfast
ird Smetana als Vater eines nationalen tschechischen Erwachens angesehen, so ist es
wirklich überraschend, wie wenig die acht
Opern des Komponisten dem Publikum bekannt sind.
Es stimmt aber, daß die unerbittliche, unbarmherzige
Geschichte immer über den Erfolg einer Oper bestimmt
hat. Abgesehen von Smetanas Zeitgenossen wurde beispielsweise bedeutenden Komponisten der tschechischen Ära wie Karel Sebor, Karel Bendl und Vilem
Blodek, die zwischen 1860 und 1880 tätig waren, recht
wenig Aufmerksamkeit geschenkt. Smetana selbst war
auch in seinen erfolgreichsten Jahren ein Opfer des diskriminierenden Geschmacks. Erhellend sind dazu seine
Reaktionen auf die Feiern zu der am 5. Mai 1882
erfolgten hundertsten Vorstellung der Verkauften Braut.
Obwohl Smetana von der Zuneigung des Publikums
und der beträchtlichen Auszeichnung mit Geld und
Titeln gerührt war, erschien seine Definition der
Verkauften Braut als “wenig mehr als ein Spielzeug”, als
Oper, die fast deshalb geschrieben wurde, um seinen
Verleumdern entgegenzutreten, die ihm Unfähigkeit
vorwarfen, eine Oper in einfachem Stil zu schreiben,
zweideutig. Smetana behauptete sogar, daß jene, welche
Die verkaufte Braut so leidenschaftlich lobten, effektiv
alle seine anderen Werke beleidigten, und speziell
Dalibor, die Oper, auf welche er sicherlich am stolzesten
war.
Wir können annehmen, daß zwischen den Feiern für
Die verkaufte Braut und den Ängsten, welche sie bewirkten und dem Komponisten beträchtliche gesundheitliche Probleme einbrachten, ein Zusam-menhang
besteht. Diese Probleme wurden sicherlich noch durch
den wachsenden Verfolgungswahn gegenüber den
W
9
immer deutlicheren Erfolgen Dvoráks verschärft.
Paradoxerweise kann gesagt werden, daß der Erfolg der
Verkauften Braut, der in seiner Außerordentlichkeit
Smetanas andere Werke unvermeidlicherweise in den
Schatten stellte, den Komponisten zum Zusammenbruch führte, war sie doch nach mühsamem Beginn die
einzige seiner Opern, die in das Repertoire der
Opernhäuser Eingang gefunden hatte. Nur die komische Oper Der Kuß vermochte eine Zeitlang ihre
Popularität zu erreichen.
Die Brandenburger in Böhmen, Smetanas erste ernste
Oper, war im Uraufführungsjahr (1866) mit vierzehn
Vorstellungen sehr erfolgreich, doch wurden diese dann
immer weniger häufig und die Neuins-zenierungen ganz
selten.
Kaum fünf Monate nach den Feierlichkeiten für Die
verkaufte Braut war es ein harter Schlag für Smetana,
wie seine jüngste Oper Die Teufelswand aufgenommen
wurde. Die an Mitteln und Einfällen ärmliche
Produktion schien schrecklich abgenutzt, vor allem im
Vergleich zum außerordentlichen Erfolg von Dvoøáks
im gleichen Monat aufgeführten Dimitrij.
Im besonderen war das Schicksal von Dalibor ein Grund
für ernstes Leid. Smetana war dieser Oper besonders
zugetan. Eliska Krasnohorská, die Librettistin seiner
letzten Werke, sprach über sie als “Perle der romantischen tschechischen Oper”. Der Komponist spielte sie
seinem Idol Franz Liszt auf dem Klavier vor, der
Dalibor aufrichtig schätzte und das Werk im Gegensatz
zu den gestrengen Prager Kritikern überhaupt nicht als
von Wagner beeinflußt betrachtete.
Als der soeben Karriere machende polnische Tenor
Miezyslav Kaminsky, der hohes musikalisches Talent mit
sicherem szenischen Instinkt verband, an das Prager
Provisorische Theater engagiert wurde, hoffte Smetana,
er würde den Dalibor singen, um endlich die
“Aufrichtigkeit der Oper” zu beweisen. Leider wurde das
Werk während der Prager Zeit des Tenors nie gegeben.
Die traurige Wahrheit ist, daß Dalibor - zusammen mit
den anderen ernsten Opern Die Brandenburger und
Libussa - die Vorstellungskraft des Publikums nie so für
sich einnahm wie die beiden heiteren Werke Die verkaufte Braut und Der Kuß.
Die Reaktion eines Gruppe von Kritikern gehörte
sicherlich zu den diese Tatsache bewirkenden Gründen.
Das kulturelle (und speziell das musikalische)
Panorama Prags war von zahlreichen Kontrasten zerrissen. Unter diesen war die Frage des von Wagner ausgeübten Einflusses von großer Bedeutung. Obwohl
Smetana Wagners Werk bewunderte, war er sicherlich
kein sklavischer Nachahmer, sondern sich im Gegenteil
über die verborgenen Gefahren einer Verwendung
Wagner’scher Vorbilder gerade in den Tagen im klaren,
in welchen die Grundlagen für einen eigenen Stil der
tschechischen Oper gelegt wurden. Dieses Bewußtsein
hielt aber von Dalibor seitens einer umfangreichen
Kritiker-gruppe die Anklage nicht fern, im Stile
Wagners entstanden zu sein. Die teilweise dem Mythos
entnommene Handlung und die Verwendung von mit
den Leitmotiven verwandten Themenmetamorphosen
dienten als Vorwand zur Stützung dieses Vorwurfs,
denn in diesem Falle hätte sich Dalibor wirklich als
Versuch einer Überwindung von Tristan und Isolde
erwiesen. Diese Behauptungen erscheinen heute wirklich bedeutungslos, hatten damals aber eine starke
Wirkung auf das Publikum.
Smetana hatte eine sehr klare Vorstellung über die
Gründe des geringen Publikumserfolgs von Dalibor:
“Erst jetzt sehe ich, wie wenig raffiniert und zum
Musikhören unser Publikum erzogen ist, trotz des
außerordentlichen Angebots einer Stadt wie Prag mit
ihren Musikvereinen, vielen Konzertvereinigungen,
Opernhäusern und zahlreichen Theatern...”. Sicher
ätzend, aber mit einem Körnchen Wahrheit.
10
Prags Publikum hatte eine starke Vorliebe für das
Divertissement, für gereimte Arien auf volkstümliche
Melodien und für bombastische Chöre. Alle diese
Elemente finden sich in Hülle und Fülle in den
Brandenburgern und in der Verkauften Braut. Bei Dalibor
hatte Smetana angesichts einer sehr viel höherstehenden Thematik und der heiklen Empfind-lichkeit des
Titelrollenträgers sorgfältig vermieden, derartige Saiten
anzuschlagen. Dem Großteil des Publikums gelang es
aber sicherlich nicht, das Angebotene zu verstehen.
Dalibor ist mit Sicherheits Smetanas außergewöhnlichste Oper und stellt ein sehr viel raffinierteres
Bühnenwerk als die beiden vorhergehenden dar. Der
Komponist geht von Anfang an direkt in medias res. Das
musikalische Gewebe entwickelt sich mit größter
Meisterschaft und vermeidet den Einsatz einer
Ouvertüre als leichtes Mittel, das Interesse des
Publikums gefangenzunehmen. Die aufsteigende, düstere Skala, die bereits aus den ersten Takten klingt, ist die
musikalische Grundlage, welche den Großteil der thematischen Motive zu suggerieren, der gesamten
Struktur Einheit zu verleihen und sich als Brennpunkt
der Oper darzustellen vermag. Die beeindruckende
Variationsfähigkeit kann durch die Vielfalt in der
Entwicklung dieses Themas dargelegt werden. In der
Originalform nimmt es sicherlich auf die Ängste des
Protagonisten Dalibor Bezug, um dann - auf eine brillante Fanfare in G-Dur moduliert - zum melodischen
Element für den Aufruf Jitkas zur Rettung ihres Helden
zu werden. Eine spätere Modulation im ersten Akt wirft
einen Schatten auf das Geständnis der Liebe Dalibors
für Zdenì k und die Rechtfertigung des Racheakts nach
der Ermordung des Freunds. Obwohl es sich um ein
intimes Geständnis handelt, verwandelt die poetische
Schönheit des Gesangs die Rachegelüste Miladas in den
Wunsch, Dalibor zu befreien. Im übrigen erscheint es
interessant, daß die Dalibors Gesang entspringende
Melodie über die Sinnlosigkeit eines Lebens ohne
Zdenì k Smetana das Thema für Ruhm und Fall der
tschechischen Nation in Vysì hrad, dem ersten Teil der
symphonischen Dichtung Mein Vaterland, geschenkt hat.
Die lyrische Stimmung steigert sich noch intensiver im
Liebesduett zwischen Dalibor und Milada am Ende des
zweiten Akts, vielleicht dem raffiniertesten der von
Smetana geschriebenen Duette. Die Qualität der
Einfälle ist in der gesamten Oper eine außergewöhnliche, denn in Dalibor erreicht Smetanas melodischer Stil
noch größere Höhen als in der Verkauften Braut, seine
innerste Stimme ist hier noch präsenter, und die
Originalität seiner Ausdrucksweise durchdringt das
gesamte Werk. Der plötzlich zu Beginn des zweiten
Akts erscheinende Unisonoentwurf könnte beispielsweise von Janácek stammen. Und sicherlich dürfen weitere
außerordentlich interessante Augenblicke und Aspekte
wie der Söldnerchor zu Beginn des zweiten Aktes nicht
vernachlässigt werden. Außerdem scheint Smetana mit
der aufgeblasenen Eitelkeit der Macht sein Spiel zu treiben, indem er den Auftritt der Richter im ersten Akt
mit einem wackeligen Marsch in drei verschiedenen
Tempi begleitet.
In Dalibor bestehen hinsichtlich der Handlung und der
dramatischen Entwicklung einige Probleme. Die einfache Dynamik der zwischen Milada und Dalibor aufgeblühten Liebe wird durch die Präsenz Zdenì ks (wenn
auch nur als Toter) kompliziert. Für das Publikum der
Uraufführung war die Eingangsszene natürlich langsam,
und für die spätere Zuhörerschaft kommt das Finale
allzu plötzlich. Abgesehen von allen anderen Überlegungen ist das wirklich Wichtige die Schönheit der
Musik. Die Oper ist gleichzeitig eine Feier der Musik
und mit ihren Symbolen - Zdenì k und seiner Geige eine Hymne an die tschechische Nation.
Es stimmt, daß vielen von Smetanas Zeitgenossen die
Komplexheit und Schönheit der Oper entging, was aber
11
sicherlich nicht auf Antonín Dvoøák zutrifft. Als
Bratschist im Orchester der Uraufführung von Dalibor
wußte Dvoøák die Belehrung durch diese außerordentliche Partitur zu erfassen, die in vieler Hinsicht seine
Opernkompositionen beeinflußte.
DALIBOR
Un hymne à la musique
i l’on considère Smetana comme étant le père d’un
réveil national tchèque, il est tout à fait surprenant
que les huit œuvres du compositeur soient si peu
connues du public. Il est vrai que l’histoire, inexorable et
impitoyable, a toujours déterminé la fortune de l’opéra. Si
l’on excepte les contemporains de l’époque de Smetana, il
faut reconnaître que l’on a accordé bien peu d’attention à
d’importants auteurs de l’opéra tchèque comme Karel
Sebor, Karel Bendl et Vilem Blodek, qui ont composé
entre 1860 et 1880. Smetana lui-même a été victime de la
nature discriminatoire du goût du public, même au plus
fort de son succès.
Les réactions qu’il eut à l’occasion des célébrations en
l’honneur de la centième représentation de la Fiancée
vendue, le 5 mai 1882, sont explicites. Bien que touché par
l’affection du public et la récompense substantielle qui lui
fut remise en titres et en argent, Smetana définit avec
ambiguïté la Fiancée vendue “un simple jouet ”, une
œuvre écrite presque pour contrarier ses détracteurs qui
l’accusaient d’être incapable de composer dans un style
plus simple. Smetana alla même plus loin en affirmant
que les louanges exprimées pour la Fiancée vendue étaient
une offense pour ses autres œuvres, notamment Dalibor,
une œuvre dont il était sans aucun doute plus fier.
L’on peut estimer qu’il y eut un lien étroit entre les célébrations pour la Fiancée vendue et les soucis dont il fut
accablé et qui lui causèrent de graves problèmes de santé,
sans doute accentués par la paranoïa croissante due aux
succès toujours plus éclatants de Dvoøák.
Paradoxalement, l’on peut affirmer que la fortune de la
Fiancée vendue, dont l’extraordinaire succès reléguait inévitablement dans l’ombre les autres compositions de
Smetana, conduisit celui-ci à l’effondrement. De fait,
S
Jan Smaczny
Dozent für Musik an der Universität Belfast
(Übersetzung: Eva Pleus)
12
après des débuts laborieux, ce fut la seule de ses œuvres à
être intégrée au répertoire des théâtres. Seule la comédie
brillante Le baiser égala par moments sa popularité.
Le premier opéra de Smetana, Les Brandebourgeois en
Bohème, obtint un grand succès la première année, en
1866, avec quatorze représentations, mais les nouvelles
productions se firent de plus en plus rares, voire rarissimes. Quelques mois après les célébrations organisées
pour la Fiancée vendue, Smetana fut profondément marqué par l’accueil réservé à son dernier opéra, Le mur du
diable : pauvre en moyens et en idées, cette œuvre parut
terriblement usée, notamment au regard de l’extraordinaire succès de l’opéra Dimitrij de Dvoøák, représenté le
même mois.
Le destin de Dalibor fit particulièrement souffrir Smetana,
qui portait une affection particulière à cette œuvre. Le
librettiste de ses derniers opéras, Eliska Krasnohorská, la
considérait comme la “perle de l’opéra romantique
tchèque ”.
Smetana voulut faire connaître l’œuvre à son idole musicale, Franz Liszt, en la lui jouant au piano. Contrairement
aux critiques pragois les plus sévères, Liszt apprécia
Dalibor et n’y décela pas d’influence wagnérienne.
Lorsque Miezyslav Kaminsky, ténor polonais en pleine
ascension doté d’un grand talent musical et d’un profond
instinct scénique, fut engagé au Théâtre Provisoire de
Prague, Smetana espéra qu’il accepterait d’interpréter le
rôle de Dalibor pour prouver enfin la “sincérité de
l’œuvre ”. Malheureusement, celle-ci ne fut jamais représentée durant le séjour du ténor à Prague.
La triste vérité est que Dalibor, à l’instar des autres opéras
tragiques de Smetana Les Brandebourgeois en Bohème et
Libuše, ne parvint jamais à captiver le public comme
l’avaient fait ses deux opéras-comiques, la Fiancée vendue
et Le baiser.
La réaction d’un groupe de critiques fut sans doute déterminante. Le panorama culturel de Prague, notamment
dans le domaine de la musique, était déchiré par de multiples contrastes, dont l’un des principaux concernait l’influence exercée par Wagner. Quoique Smetana admirât
l’œuvre de Wagner, il ne fut certainement pas un imitateur servile : il était au contraire bien conscient des dangers que présentait l’utilisation des modèles wagnériens à
une époque où l’on jetait justement les bases d’un style
particulier de l’opéra tchèque. Néanmoins, ce sentiment
n’épargna pas à l’auteur de Dalibor l’accusation, de la part
de bon nombre de critiques, d’avoir conçu cet opéra dans
un style wagnérien : l’intrigue, en partie tirée du mythe, et
l’adoption d’un système de métamorphoses thématiques
proches des leitmotivs furent le prétexte de cette accusation ; dans ce cas, Dalibor serait vraiment apparu comme
une tentative pour dépasser Tristan et Iseut. Aujourd’hui,
ces affirmations semblent absolument insignifiantes, mais
elles eurent à l’époque un profond impact sur le public.
Smetana avait une idée précise des motifs du maigre
succès de Dalibor auprès du public : “ Je comprends seulement maintenant que notre public manque de raffinement et d’éducation à la musique, malgré tout ce qu’une
ville comme Prague peut offrir comme institutions musicales, sociétés de concerts, production et théâtres… ”.
Jugement sans doute caustique, mais non pas dénué d’un
fond de vérité.
Le public de Prague était passionnément épris du divertissement, des airs en rime sur des motifs populaires et des
chœurs ronflants. L’on retrouvait tous ces éléments en
abondance dans les Brandebourgeois et dans la Fiancée
vendue. Dans Dalibor, dont la matière et la sensibilité du
protagoniste étaient autrement plus élevées, Smetana
avait soigneusement évité de toucher ces cordes. Il ne fait
aucun doute que dans sa grande majorité, le public ne
comprit pas ce que le compositeur lui offrait.
Dalibor est sans aucun doute l’opéra le plus extraordinaire de Smetana et dépasse en raffinement les deux premières œuvres pour le théâtre.
13
Dès le commencement, Smetana entre dans le vif du
sujet ; en effet, le tissu musical est développé avec une
grande maîtrise, évitant de faire appel à une ouverture facile pour capturer l’attention du public. La gamme ascendante et sourde qui émerge dès les premières mesures est
le substrat musical capable de suggérer une grande partie
des motifs thématiques, de donner une unité à l’ensemble
de la structure et de se poser en point crucial de l’œuvre.
L’impressionnante capacité de variation peut être mise en
valeur par la variété des développements sur ce thème :
dans la version originale, il se réfère certainement à l’angoisse du protagoniste Dalibor ; modulé en une fanfare
brillante en sol majeur, il devient un élément mélodique
pour rappeler à Jitka le sauvetage de son héros. Une ultérieure modulation dans le premier acte jette une ombre
sur la confession d’amour qu’éprouve Dalibor pour
Zdenì k et sur la justification pour l’acte de vengeance qui
a suivi l’assassinat de son ami. Bien qu’il s’agisse d’une
confession intime, la beauté poétique de son chant transforme les desseins de vengeance de Milada en désir de
libérer Dalibor. L’on remarquera que la mélodie qui se
dégage du chant de Dalibor sur l’inutilité d’une vie sans
Zdenì k a fourni à Smetana le thème pour la gloire et la
chute de la nation tchèque dans Vysì hrad, le premier des
poèmes symphoniques de Ma vlast.
Le lyrisme se fait encore plus fort et intense dans le duo
d’amour entre Dalibor et Milada, sans doute le plus raffiné de tous ceux qu’écrivit Smetana, à la fin du deuxième
acte. La qualité de l’invention est extraordinaire du début
à la fin de l’opéra : dans Dalibor, le style mélodique de
Smetana surpasse même celui de la Fiancée vendue, sa voix
plus intime est encore plus présente et l’originalité de sa
rhétorique imprègne toute l’œuvre ; le dessin musical à
l’unisson qui surgit soudain au commencement du deuxième acte, par exemple, pourrait avoir été composé par
Jánaèek. L’on ne saurait négliger d’autres moments et
aspects exceptionnellement intéressants, comme le chœur
des mercenaires au début du deuxième acte ; au premier
acte, Smetana semble se jouer de la vanité hautaine du
pouvoir en accompagnant l’entrée des juges d’une marche
estropiée cadencée en trois temps.
D’autres problèmes sont liés à la fois à l’intrigue et au
développement dramatique : la dynamique essentielle de
l’amour né de la rencontre entre Milada et Dalibor est
compliquée par la présence de Zdenì k, bien que celui-ci
soit mort. Il ne fait aucun doute que le public qui assistait
à la première représentation de l’opéra jugea la scène initiale trop lente et le final trop soudain. Toute autre
considération mise à part, l’élément principal est représenté par la beauté de la partition : l’œuvre est à la fois
une célébration de la musique et, au travers de ses symboles — Zdenì k et son violon —, un hymne à la nation
tchèque.
S’il est vrai que bon nombre de contemporains de
Smetana ne saisirent pas la complexité et la beauté de cet
opéra, il n’en fut pas de même pour Dvoøák. Violoniste
de l’orchestre lors de la première représentation de
Dalibor, Dvoøák sut recueillir l’enseignement de cette
extraordinaire partition qui influença sous de nombreux
aspects ses compositions pour la scène.
Jan Smaczny
Professeur de musique à l’université de Belfast
(Traduit par Cécile Viars)
14
Dagmar Schellenberger
Valeri Alexejev
15
Beneš (Milada travestita). Dalibor ha chiesto di avere
un violino da suonare in prigione: Beneš dà ordine a
Milada di portarglielo.
Nella sua cella, Dalibor vede il fantasma di Zdenì k che
suona il violino, ma la visione è interrotta dall’arrivo di
Milada. Ella gli rivela la sua vera identità, gli chiede perdono per le sue accuse ed esterna il suo amore per lui.
TRAMA
PRIMO ATTO
Nel palazzo reale, Dalibor è in attesa di essere processato per l’uccisione del burgravio di Ploškovice. Nel popolo che affolla l’aula - e che è in gran parte in suo favore vi è Jitka, un’orfanella amica di Dalibor.
Il re legge l’accusa, poi invita Milada, sorella del burgravio assassinato e principale accusatrice di Dalibor, a raccontare come Dalibor attaccò e uccise suo fratello.
Viene condotto Dalibor, che suscita mormorii di ammirazione per la nobiltà del suo portamento. Presenta la
sua difesa: egli agì per vendetta. Il burgravio aveva fatto
prigioniero e giustiziato Zdenì k, suo più caro amico e
famoso violinista. Quando Dalibor si era offerto di
pagare un riscatto per l’amico, il burgravio gli aveva
fatto pervenire la testa decapitata di Zdenì k, in cima ad
una lancia.
Nell’udire quella storia, Milada si sente impietosire;
l’orgoglio e il senso di giustizia di Dalibor, tuttavia, lo
spingono ad un atto di aperta sfida nei confronti dell’autorità reale. Il re lo condanna al carcere a vita, nonostante Milada ormai lo supplichi di averne pietà. L’odio
che provava nei confronti dell’uccisore di suo fratello si
è infatti tramutato in amore. Jitka ha ora in lei un’inaspettata alleata ed insieme studiano un piano per liberare Dalibor.
TERZO ATTO
È notte fonda; il re ha riunito i suoi giudici in una seduta
di emergenza. Budivoj li informa che il popolo è in fermento per liberare Dalibor e Beneš rivela che il suo aiutante è scomparso in circostanze sospettose. Il re a
malincuore ordina che Dalibor sia giustiziato.
Budivoj e le sue guardie riescono a sventare la fuga del
prigioniero. Fuori dal carcere, Milada, Vítek e Jitka, con
il loro gruppo di ribelli, si preparano all’assalto: quando
sentono il rintocco di una campana e un coro di monaci,
capiscono però che i loro piani sono falliti e che Dalibor
verrà giustiziato.
Milada riesce ad entrare nel castello e a raggiungere
Dalibor, ma, mortalmente ferita, muore fra le sue braccia. Disperato, Dalibor si getta sulla spada di un soldato
e muore trafitto.
SECONDO ATTO
Fuori dal carcere, Jitka incontra il suo fidanzato, che è a
capo del gruppo di soldati ribelli che vuole liberare
Dalibor. Jitka gli rivela che Milada è passata dalla loro
parte e si è introdotta nella prigione in abiti maschili.
Budivoj, capo delle guardie, mette in guardia Beneš, il
carceriere, di una possibile sommossa per liberare
Dalibor. Tra i sospetti vi è anche il nuovo assistente di
16
violin, but his reverie is interrupted by Milada’s arrival.
She reveals to him her true identity, asks his mercy for
her accusations and tells him of her love.
SYNOPSIS
ACT THREE
Late at night the King has summoned an emergency
meeting of his judges. Budivoj reports that the people
are scheming Dalibor’s escape, and Beneš reveals that
his new apprentice has suspiciously disappeared. The
King regretfully orders Dalibor’s execution.
Budivoj and his guards succeed in preventing Dalibor’s
escape. Outside the prison, Milada, Vítek, Jikta and
their army of rebels are preparing to charge: hearing the
tolling of a bell and a chorus of monks, however, they
realize that their plan has failed and that Dalibor will be
executed.
Milada succeeds in entering the castle and reaching
Dalibor, but, mortally wounded, dies in his arms.
Dalibor, heart-broken, flings himself against a soldier’s
sword and finds death.
ACT ONE
In the king’s palace, Dalibor awaits judgement for the
killing of the Burgrave of Ploškovice. Among the largely sympathetic crowd awaiting his sentence is Jikta, an
orphan whom Dalibor has befriended.
The King reads the charges, then asks Dalibor’s principal accuser, Milada, sister of the dead Burgrave, to tell
how Dalibor attacked and murdered her brother.
Dalibor is brought in, among admiring comments on his
noble bearing. He states his defence: the killing was
done out of revenge. The Burgrave had captured and
executed his best friend, the famous violinist Zdenì k.
When Dalibor had offered to pay ransom for his friend,
the Burgrave had returned Zdenì k ’s severed head at
the end of a lance.
As the story unravels, Milada’s feelings towards Dalibor
begin to change. Dalibor’s pride and sense of justice,
however, lead him to openly defy the King’s authority.
The King sentences him to life imprisonment, despite
Milada’s pleas for mercy. She now finds herself in love
with her brother’s killer. Jitka discovers in her an unexpected ally: together they plan to free him from prison.
ACT TWO
Outside the prison, Jikta meets her fiancé, who is at the
head of the secret army that will help Dalibor escape.
She reveals to him that Milada has changed sides and
has entered the prison in male disguise.
Budivoj, the captain of the guards, warns the jailer,
Beneš, of a possible popular uprising to free Dalibor.
He suspects also Beneš’s new assistant (Milada in disguise). Dalibor has asked for a violin to play while in
prison, and Beneš orders Milada to take it to him.
In his cell, Dalibor is having a vision of Zdenì k playing
17
Männerkleidung in das Gefängnis geschlichen hat.
Der Anführer der Aufseher, Budivoj, warnt den
Kerkermeister Benes vor einem möglichen Aufstand zur
Befreiung Dalibors. Zu den Verdächtigen gehört auch
der neue Helfer von Benes (in Wirklichkeit die verkleidete Milada). Dalibor hat um eine Geige gebeten, auf
der er im Kerker spielen möchte; Benes befiehlt Milada,
ihm eine solche zu bringen.
In sener Zelle sieht Dalibor den Geist Zdenì ks, der auf
der Geige spielt, aber diese Vision wird durch Milada
unterbrochen. Sie entdeckt ihm, wer sie ist, bittet ihn für
ihre Anschuldigungen um Vergebung und bringt ihm
ihre Liebe zum Ausdruck.
DIE HANDLUNG
ERSTER AKT
Im Königspalast erwartet Dalibor seinen Prozeß wegen
der Ermordung des Burggrafen von Ploskovice. Unter
dem die Halle füllenden Volk, das zum Großteil für
Dalibor ist, befindet sich Jitka, eine Dalibor zugetane
Waise .
Der König verliest die Anklage und fordert dann
Milada, die Schwester des ermordeten Burggrafen und
hauptsächliche Anklägerin Dalibors, auf, zu erzählen,
wie dieser ihren Bruder angriff und tötete.
Dalibor, der mit seiner edlen Haltung ein bewunderndes Murmeln hervorruft, wird hereingeführt. Seine
Verteidigung lautet, daß er aus Rache handelte. Der
Burggraf hatte Zdenì k, senen besten Freund und
berühmten Geiger, gefangen genommen und hingerichtet. Als Dalibor angeboten hatte, ein Lösegeld für seinen Freund zu bezahlen, hatte ihm der Burggraf das auf
einer Lanze aufgespießte abgeschlagene Haupt Zdenì ks
geschickt.
Als Milada diese Erzählung hört, kommt Mitleid in ihr
auf, aber Stolz und Gerechtigkeitssinn Dalibors bewirken, daß er die königliche Gewalt offen herausfordert.
Obwohl Milada nun um Mitleid fleht, verurteilt ihn der
König zu lebenslanger Haft. Der Haß, den Milada
gegenüber dem Mörder ihres Bruders verspürte, verwandelt sich in Liebe. Jitka hat in ihr nun eine unerwartete Verbündete; gemeinsam machen sie einen Plan, um
Dalibor zu befreien.
DRITTER AKT
Es ist tiefe Nacht; der König hat seine Richter in einer
Notsitzung einberufen. Budivoj teilt ihnen mit, daß sich
das Volk in Aufruhr befindet, um Dalibor zu befreien,
und Benes erklärt, daß sein Helfer unter verdächtigen
Umständen verschwunden ist. Der König befiehlt schweren Herzens Dalibors Hinrichtung.
Budivoj und seinen Wächtern gelingt es, die Flucht des
Gefangenen zu vereiteln. Vor dem Kerker bereiten sich
Milada, Vítek und Jitka mit ihrer Rebellengruppe auf
den Angriff vor. Als sie das Läuten einer Glocke und
einen Chor der Mönche hören, wird ihnen aber klar, daß
ihre Pläne mißglückt sind und Dalibor hingerichtet werden wird.
Milada gelingt es, in das Schloß und zu Dalibor zu gelangen, aber sie stirbt, tödlich verletzt, in seinen Armen.
Dalibor stürzt sich verzweifelt in das Schwert eines
Soldaten, das ihn durchbohrt.
ZWEITER AKT
Außerhalb des Gefängnisses trifft Jitka ihren Verlobten,
der an der Spitze der Gruppe aufständischer Soldaten
steht, die Dalibor befreien wollen. Jitka teilt ihm mit,
daß Milada zu ihrer Seite übergelaufen ist und sich in
18
assistant de Beneš (Milada déguisée en homme).
Dalibor a demandé qu’on lui porte un violon pour en
jouer dans sa cellule et Beneš ordonne à Milada de satisfaire à son désir. Dans sa prison, Dalibor aperçoit le
fantôme de Zdenì k jouant du violon, mais sa vision est
interrompue par l’arrivée de Milada. Celle-ci lui révèle
sa véritable identité, lui demande pardon de l’avoir
accusé et lui déclare son amour.
TRAME
ACTE I
Dans le palais royal, Dalibor attend d’être jugé pour
l’assassinat du burgrave de Ploškovice. Parmi la foule
présente dans la salle, dont la majeure partie le soutient, se trouve Jitka, une jeune orpheline amie de
Dalibor.
Le roi lit l’accusation puis invite Milada, sœur du burgrave assassiné et principale accusatrice de Dalibor, à
raconter comment Dalibor attaqua et tua son frère.
L’on amène Dalibor dont l’allure noble suscite des murmures d’admiration. Pour sa défense, il déclare avoir agi
par vengeance car le burgrave avait fait arrêter et exécuter son plus cher ami Zdenì k, un célèbre violoniste.
Quand Dalibor s’était offert de payer une rançon pour
libérer son ami, le burgrave lui avait fait parvenir la tête
coupée de Zdenì k empalée sur une lance.
En entendant ce récit, Milada s’émeut ; mais l’orgueil et
le sens de justice de Dalibor le poussent à défier ouvertement l’autorité royale. Le roi le condamne à la prison
à vie bien que Milada l’ait supplié d’avoir pitié de lui. La
haine qu’elle éprouvait envers l’assassin de son frère
s’est en effet transformée en amour. Jitka trouve désormais en elle une alliée inattendue et toutes deux étudient un plan pour libérer Dalibor.
ACTE III
Au milieu de la nuit, le roi a réuni d’urgence ses juges.
Budivoj leur apprend que le peuple s’apprête à se révolter pour libérer Dalibor ; de son côté, Beneš leur révèle
que son assistant a disparu dans des circonstances suspectes. A regret, le roi donne l’ordre d’exécuter Dalibor.
Budivoj et ses gardes parviennent à déjouer la fuite du
prisonnier. Hors de la prison, Milada, Vítek et Jitka,
accompagnés de leur groupe de rebelles, se préparent à
l’assaut : au son d’une cloche et d’un chœur de moines,
ils comprennent pourtant que leur plan a échoué et que
l’on s’apprête à exécuter Dalibor. Milada parvient à
entrer dans le château et à retrouver Dalibor mais elle
expire dans ses bras, mortellement blessée. Désespéré,
Dalibor se jette sur l’épée d’un soldat et succombe lui
aussi.
ACTE II
Devant la prison, Jitka rencontre son fiancé, le chef du
groupe de soldats rebelles qui souhaite libérer Dalibor.
Jitka lui apprend que Milada s’est jointe à eux et qu’elle
s’est introduite dans la prison dans des vêtements
d’homme.
Le chef des gardes, Budivoj, met en garde Beneš, le
geôlier, contre la possibilité d’une émeute visant à libérer Dalibor. Parmi les suspects se trouve aussi le nouvel
19
Bedøich Smetana
DALIBOR
LIBRETTO BY
JOSEF WENZIG
LIBRETTO
a osvobodíme jej z hrobových skal!
(Trubky zazní za jevi¢
stìm; ohla¢
sují p¢
ríchod krále a
soudcù.)
Pochod. P¢
ríchod krále a soudc°u.
DÌJSTVÍ PRVNÍ
Hradní dvur obsazený stráží. V pozadí královský trùn.
Lid, mezi ním Jitka.
3 2.výstup
P¢
rede¢
slí. Král Wladislaw.
PREDEHRA
4 Wladislaw - Ji¢
z víte, jak to krásné království
divokých vá¢
sní obìtí se stalo,
a víte té¢
z, jak dlouho Dalibor
svévolnì ru¢
sí mír,
který jsem hledal,
a novým zlo¢
cinem se provinil.
Hrad Ploskovice p¢
repad’ s vojsky svými,
pobo¢
ril hradby i purkrabího zabil.
Však koneènì jej poko¢rila vojscka,
která jsem vyslal, Miladou pobádán,
padlého sestrou. A¢
z tu Dalibor
po stra¢
sné, krvavé se bitvì poddal.
Je v moci mé, nad ním rozsoudí král!
By ale soud vá¢
s moh’ být spravedlivý,
p¢
red Daliborem sly¢
ste Miladu!
1. výstup
Lid. Jitka.
1 Lid - Dnes ortel bude provolán
a právu viník v ob¢
et dán!
Dalibor! Dalibor!
Však nechat se i proh¢
re¢
sil,
udatný, slavný rek to byl.
Dalibor! Dalibor!
2 Jitka - (zamy¢
slená o samot¢
e)
Opu¢
st¢
eného sirotka malého
na¢sel ve troskách starobylých st¢
en,
ujal se mne a pod ochranou jeho
jsem vstoupila v z¢ivota krásný sen.
On cht¢
el mi v pout z¢ivota chot¢
e dáti,
jen¢
z nejdra¢
zs¢ím byl du¢si pokladem,
m¢
ela jsem s¢t¢
estí nejvy¢s¢sího znáti
ve vlastním dom¢
e s drahým man¢
zelem
A ted’ - ó b¢
eda mi v nep¢
ratel padne moc,
snad c¢asn¢
e - b¢
eda mi jej pojme hrobu noc.
Lid - Dnes ortel bude provolán
a právu viník v obìt dán!
Dalibor! Dalibor!
Jitka - Však ne!Ze z¢alá¢
re
pokyne zá¢
re!
To¢
z pádím na peruti vìtrové dál.
A v hrobu noc temnou
jdou druhové se mnou -
3.výstup
P¢
rede¢
slí. Milada.
5 Wladislaw - Ji¢
z uchopte se slova
a vypravujte nám;
zde soudcù sbor zasedne,
by dal za právo vám.
Milada - Mùj duch se dìsí,
n¢adra má se dmou,
co dím, je pláè nad
ztrátou ukrutnou!
Lid - Slzami odìla hnìv!
Jitka (pro sebe) - Strachem ji¢
z mi stydne krev!
Milada (vzchopiv¢
sí se v¢sí silou)
21
Jitka (pro sebe) - Strachem stydne moje krev.
Wladislaw - Milado, tìšte se! Kdo ranil vás,
je vìznìm mým.
Mé zbrani z¢ehnal Pán
a tím i vám i zemi po¢
zehnal.
At vstoupí Dalibor sem ku p¢
riznání!
Milada - Mám jej snad z¢
ríti?
Tot bratra vrah,
jak bou¢
rí krev mi v útrobách!
Jitka - Stúj Búh nyni p¢
ri mné!
du¢si mou spas.
Zjeviti nesmím
n¢ader mých hlas.
Milada - Jak bou¢
rí krev mi v útrobách!
Mám jej snad z¢
ríti?
Tot bratra vrah.
Volám! O mìjte slitování!
Vysly¢
ste z¢alné lkání!
Smilování!
Slitování!
6 Pohasnul den a v hradì
v¢
se bla¢
zilo se snem.
Netu¢
sil nikdo zradu,
je¢
z bdìla pod hradem.
V tom hromové jsem rány
zaslechla z blízkých hor,
probudí mne výk¢
riky ze sna:
Dalibor! Dalibor!
A r¢in¢
cely me¢
ce
z té krvavé se¢
ce
i z dáli i blí¢
z.
Vpo¢
záru a kou¢
ri
zde vojska bou¢
rí
pod hradbami ji¢
z.
Bloudím a drahého bratra
pod hradem volala jsem,
tam v dáli klopýtaje krá¢
cel
s oddaným pano¢
sem.
Z otev¢
rené hrozné rány
krev se lila z rudých z¢il,
otev¢
rel ústa - sklesl a du¢
si vypustil.
Pano¢
s ho¢
rekující
mne odvedl v lesní s¢um,
tajnými cestami
jsem u¢
sla nep¢
rátelùm.
A nyní svou p¢
red
vámi skláním skrá¢
n,
o poslední oloupená. Žaluji na¢n.
Ont zlo¢
cincem,
neb jeho mstou
ne¢
stastna jsem.
Dalibor! Dalibor!
Lid - Soucit budí tento zjev.
4.výstup
P¢
rede¢
slí. Dalibor.
(Dalibor vstoupí s lehkými okovy na rukou a postoupí
tiše i hrdì prìd trùn královský.)
7 Milada (p¢
rekvapena) - Jaký to zjev!
To netušil mùj zrak.
Lid (mezi sebou) - Bud’ viny jeho sebevíc,
jak klidnì pat¢
rí osudu vst¢
ríc.
Wladislaw - Na ob¢
zalobu tuto odpovìz!
Hrad Ploskovice tajnì p¢
repadl jsi,
hrad pobo¢
ril jsi
a purkrabího zabil jsi.
Omluv se, mù¢
zeš-li, p¢
red námi hned!
8 Dalibor - Zapírat nechci, nejsemt zvyklý lháti.
Ját p¢
rísahal jsem pomstu
a p¢
rísahu co øádný mu¢z jsem splnil.
V¢
zdy odolal jsem c¢arozraku z¢en.
Po p¢
ríteli mùj duch toliko tou¢
zil.
Mé p¢
rání splnìno, p¢
rátelství sen
jsem snil, u Zde¢
nka v n¢ader tù¢
n se hrou¢
zil.
22
Lid - Tím slovem
na se me¢
c vystasil!
Soudcové - Tys ortel smrti sobì sám prohlásil!
Dalibor - Ni¢
cím je mi z¢ivot,
co Zdenìk mùj klesl,
vše jedno, zda zemru
snad zítra c¢i dnes!
Milada - Co dí? Co dí?
Dalibor - A¢
z do dna vy¢
cerpán
radosti pohár,
to¢
z zahodím od úst
ten šalebný dar!
10 Jedenze Soudcù - Tak, Dalibore,
zní soud jednohlasnì:
V z¢alá¢
ri temném hy¢
n,
a¢
z dokoná¢
s!
Lid - Ji¢
z z¢
ríti nemá slunce tvá¢
r,
milosti jej se netkla tvá¢
r!
Dalibor - Slyšels to p¢
ríteli, tam v nebes kùru?
Ji¢
z chystají mi cestu k tobì zas!
Ji¢
z cítím povznesen se vzhùru,
ji¢
z z¢
rím tì v oblacích, slyším tvùj hlas!
Ji¢
z piju opìt piju strun tvých c¢arozvuky!
Slavnìj ne¢
z zde
zní píse¢
n tvoje tam!
Lid - Jaký to zjev, jaký to zjev!
Dalibor - Nu¢
z, ved’te mne v z¢alá¢
re noc a muky,
tou cestou pílím k nebes výšinám!
(Odejde.)
Lid - Jaký to zjev, jaký to zjev!
Slavný rek,
udatný rek to byl!
Kdy¢
z Zdenìk mùj v svatém nadšení
zvuk rajský loudil v mysl rozháranou,
rozplýval jsem se v sladkém tou¢
zení,
povznesen tam, kde hvìzdy jasné planou.
Však slyš!
U¢
z dávný c¢as jsem vedl hádku
s litomì¢
rickou radou zpyšnìlou
a opìt v boj jsem šel, po boku Zdenìk,
mùj drahý Zdenìk, nerozdílný druh.
Boj zu¢
rit po¢
cal hnìvem.
Zdenìk pad’ v nep¢
rátel moc
a váše¢
n surová mu stala hlavu,
mnì pak v potupu ji narazila na hradbách na kùl.
Hrùz obraze,
který jsem pníti
tam musel z¢
ríti!
Tím zdìšením
nevím, zda bdím!
Marnì oko slze volá,
by si ulevila n¢adra má!
Milada - Ta z¢aloba pronikla n¢adra moje!
Dalibor - Tu p¢
rísahal jsem pomstu,
hroznou pomstu!
Že Ploskovice Litomì¢ricùm
pomáhaly - polehly popelem.
Pochodeò k hrobu Zde¢
nka!
Purkrabí pak splatil
svou krví hlavu Zde¢
nkovu.
9 Wladislaw - Zlo¢
cinem tak pomáhals sobì sám!
Dalibor - Mu¢
z právo k tomu vzíti si nenechá!
Wladislaw - Tys vedl vzpouru proti svému králi!
Dalibor - Moc proti moci! Tak to ká¢
ze svìt!
Prohláším sám to, nepadnu-li zde,
za Zde¢
nka pykat
musí Litomì¢
r!
Akdybys v tom mi, králi v cestì stál,
na trùnì bezpe¢
cnì bys nesedìl!
Milada - Co dí?
5.výstup
Milada, Jitka, Wladislaw, soudcové, lid.
11 Milada - (u¢
z se nemù¢
ze p¢
remoci, p¢
red králem a soudci)
U svých mne zde vidíte nohou!
23
Milada - Neznám tì!
Jitka - Jindy povím víc!
Milada - Co z¢ádáš!?
Jitka - Skutkem díky r¢íc!
Ze z¢alá¢
re
pokyne zá¢
re,
to¢
z pádím na peruti vìtrové dál.
Milada - A z hrobu ¢zalá¢re
pokyne zá¢re
to¢
z pádím na peruti vìtrové dál.
Obì - A v hrobu noc temnou
jdou druhové se mnou
a osvobodíme jej z hrobových skal!
Odpustte mu tak jako já!
Jen dobré chtít ty o¢
ci mohou,
odpustte mu, at volnost má!
Soudcové - On hrozil krále s¢edinám,
za zlo¢
cin ten at padne sám!
Milada - U svých mne zde vidíte nohou!
Jen dobré chtít ty o¢
ci mohou!
Odpustte mu, at volnost má,
Milost, milost, odpustte mu tak jako já!
Soudcové - On hrozil krále šedinám
za zlo¢cin ten at padne sám!
Milada - Milost, milost, at volnost má,
odpustte mu tak jako já!
Wladislaw - Po¢
rádek, zákon vlásti musí,
zlo¢
rádem zem nejvíce zkusí,
to¢
z povinnost nám zákonem,
bychom p¢
reslechli n¢ader hlasy,
zlo¢
cin nesmí¢
rí, neuhasí,
jen kdo jej schvátí ortelem.
(Odejdou, kromì Jitky a Milady).
DÌJSTVÍ DRUHÉ
Silnice v dolním mìstì s krìmou.
1.výstup
Zbrojnoši, pozdìji Jitka a Vítek.
6. výstup
Milada, Jitka.
13 Zbrojnoši - Ba nejveselejší je tento švet,
kdy¢
z se touláme z r¢íše do r¢íše.
Tralala, tralala!
A komu leb vejpùl, darmo tu klet,
ten at si to za uši vpíše,
Tralala, tralala...
(Zbrojnoši jdou do kr¢
cmy.)
14 Jitka (Vstoupí mezi zp¢evem) Dle této písn¢e poznávám je v¢
zdy.
(Vítek vystoupí z kr¢
cmy.)
Že jdeš koneènì!
Vítek - Jitko, dítì mé!
Jenom ml¢
c, jenom ml¢
c, drahoušku mùj,
dlouho z¢e nejdu ji¢
z domù.
Ját mám zato vojsko, lid nynì svùj,
jen¢
z se neleká blesku, hromu!
12 Milada (nezpozoruje Jitku) Jaká to bou¢
re n¢adra mi plní
z¢e krev mi v z¢ilách staví bìh!
On usmrtil, zabil mi bratra,
a p¢
rec mne k n¢
emu cosi má.
Ó nehroz, ó nehroz mi, ó brat¢
re!
A jen vinou mou
od¢
nat mi nyní zcela,
zhynouti má ted pro mne jen
v z¢alá¢
ri a v mu¢
círnách tìla,
jen pro mne zhynouti má!
Jitka - Tot láska!
Láskou rady zví¢
s,
a vzmu¢
z se, vzumu¢
z se k c¢inu ji¢
z!
24
a jdìm na pomoc!
Jitka (ukazujíc na jinou stranu mìsta) Pro¢
c jsi nep¢
rišel hned ke sta¢
renš té,
jež mne chránila,
mùj drahoušku?
Vítek - Ted’ právé jíti jsem chtìl,
tu pøišla jsi sama, mé zlato!
Oba (dívají se na sebe v lásce) Ta duše, ta touha,
to srdce, ten èar,
tot lásky mé je
velký dar…
Ani za øíši jej
nedám na zmar!
15 Jitka - Je Daliborùv osud tobì znám?
Vítek - Vždyt o nìm slyším, kam jen hlavu dám!
Jitka - Slyš tedy dále!
Žalobnici Bùh
cit vnuknul v òadra.
Oplakává ted’ svùj èin,
a láskou k nìmu zahoøela!
Varyto v rukou jako hoch žebrácký
se vkradla tajnì na královský hrad,
klamajíc strážce milým lichocením.
A okolo stráží
tam chodí a hrá,
a slídí a zvídá
a pátravì se ptá!
Oba - A okolo stráží
tam chodí a hrá,
a slídí a zvídá
a pátravì se ptá.
Jitka - Však až dá nám zprávu
Vítek - tu ještì noc
Jitka - pøikroème k dílu
Vítek - a jdìm na pomoc!
Oba - Však až dá nám zprávu,
tu ještì noc
pøikrorèmež k dílu
2.výstup
Zbrojnoši, pøedešlí.
16 Zbrojnoši - Ba nejveselejší je tento svìt,
když se touláme z øíše do øíše.
(Zbrojnoši vystoupí z krèmy a vesele se smìjí.)
Vítek - Pøistupte, bratøi a pozdravte Jitku,
pomocí její zas jsme cíli blíže!
Zbrojnoši - sláva tobì, sláva tobì,
Vítka nevìsto milá,
na niž co na jarní rùži
oko rádo pohlédá!
Jitka - Sláva vám bud’, sláva vám,
muži meèe, muži prapora,
na nìž co na lesa doubce
oko rádo pozírá!
Vítek, Zbrojnoši - Sláva tobì, sláva tobì!
Tož v hodinu štastnou jsme opìt
ve spolek slouèeni,
u vìrném a stateèném kole
pro vìc svou nadšeni.
ó nebe, kéž se to zdaøí,
vzdor hrozbám neštìstí.
Bud’me statní, bud’me jaøí,
nuž a slavme vít¢ezství!
Vítek - Jitku ted’ povedu domù,
vy Však pijte až po noc!
Plány na¢se nevyzrad’te,
kvaste, hodujte, Však platte,
smíchu, zpìvu moc a moc!
(S jitkou odejde.)
Zbrojnosí - Vizte, tam jdou již, hled’te, tam kráèí,
pìkn´y párek to bude vám!
Na jeho blaho prázdnìte èíše,
až budou sudy všechny ty tam,
všechny ty tam!
25
2.výstup
Beneš.
(Vracejí se do krìmy.)
Promìna 1.
Vnitøní prostora hradu s bytem žaláøníka. V pozadí
stráže.
18 Beneš (sám) - Ach, jak tìžký žalárníka
život jest, jak truchlivý!
Dvéøe praští, okov øinèí,
zdí tu stín jen šedivý.
Sám se zdám v žalári býti,
vùkol vida bídu jen,
a kdyby i òadra pukla,
musím zdát se zkamenìn!
1.výstup
Budivoj, Beneš.
17 Budivoj - Nejvìtší bedlivosti tøeba,
velkýt je Daliborùv pluk,
a zanedbáš-li, èeho tøeba,
zastihne smrt tì ze sta ruk!
Beneš - Pane, na mne spolehejte,
slibu mému víry dejte!
(Mezitím šla okolo Milada za muže pøestrojená, s
taškou a košíkem potravinami naplnìným do bytu
žaláøníka.)
Budivoj - Jaký to hoch jest, jejž odcházet zøím!?
Beneš - Bez strachu bud’te, pane, vše povím!
Ten hoch zde je ubohý žebrák,
který se zvuèným varytem
a s písnìmi v hrdélku mladém
od stráží byl propuštìn sem.
Nemám ni dítek, ni ženy,
a stáøím již mi tuhne krev,
tož vzal jsem k sobì hocha toho,
by potìšil mne jeho zpìv.
A vìru, pane, vìøte mnì to,
on slouží hbitì, rád mne má.
vsadím se, že nemá již nikdo
takového sluhu jako já.
Budivoj - Leè pøíliš sobì nehov, starèe,
velk´yt je Daliborùv voj,
a zanedbáš-li èeho tøeba,
skonèí ten boj se truchlivì!
(Odejde vážnì.)
3.výstup
Beneš. Milada.
19 Milada (vybìhne z bytu žaláøníkova) Hotovo všechno,
sednìte sem!
Uzenek hojnost,
maso tu dobré,
máslo, chléb, sýr tu,
piva zde všem;
jezte a pijte,
každý si vezmi co vem!
Beneš - Velikou mám z tebe radost,
chlapèe mùj, když t¢e tak z¢rím!
Chovej vždy se statnì, já ti
budu otcem peèlivým!
Milada - Hotovo všechno,
sednìte sem!
Beneš - Uzenek hojnost,
maso tu dobré,
máslo, chléb, sýr tu,
piva zde všem!
Milada - Jezte a pijte,
vezmi co vem!
Beneš - Ještì mám cos na starosti,
než zasednu k hodu sem!
26
a srdce mi buší,
ted’ Bùh pøi mnì stùj.
ó nebe, nebe! Dej, at tak se stane!
Slyšíš-li výkøik lidských òader snad,
kéž hlas mùj k tobì prorazí,
ó Pane!
Dej svobody, at záø se mu dostane!
Slyšíš-li výkøik lidských òader snad,
ó nebe, nebe, dej svobody,
at záø, ta jasná záø mu zaplane!
Milada - Noc již rozpjala svá køídla
po nebi i nad svìtem!
Beneš - Byt i mdlé mé nohy byly,
to Však vykonat musím.
Milada - Nemoh’ bych snad jíti za vás?
Mladých nohou nešetøím.
Beneš (s radostí) - Chtìl by snad, ó chlapèe?
Milada - Rád bych!
Beneš - Snad to dovoluje øád.
Milada - Budivoj odešel dávno,
rcete jen a pùjdu rád!
Beneš - Poslechni!
Dolù sedmdesát schodù…
Tamt Dalibor!
Milada (vesele, tají Však radost) - Že Dalibor?
Beneš - Ty znáš rytíøe?
Milada - Vidìl jsem jej pouze jednou!
Beneš - Budít on lítost mou.
V zoufalství zpola
prosil mne èasto o nìjaké housle,
by hrou si zkrátil dlouhou, pustou chvíli!
Kterýpak Èech by hudbu nemìl rád!
Za mladých let jsem hrával na nì též,
trvám, že ve starém harampádí
ty housle ještì!
Pùjdu pro nì hned;
ty mu je dáš!
Milada - Dobrá já mu je dám!
(Beneš odejde do svého bytu.)
5.výstup
Milada, Beneš.
(Beneš vstoupí.)
21 Beneš - Zde jsou ty housle!
Vezmi lampu též,
neb tmavé jsou ty dlouhé schody dolù.
První jen branku zavru za tebou,
poèkám pak tu! K druh´ym pak brankám dál
již dojdeš závorami pevnì zavøenými.
Posuò je zpìt a nemeškej tam dlouho!
Už rád bych s druhy svými hodoval.
Ty Však se tøeseš!
Milada - Mne pojímá radost,
kterou pocítí rytíø Dalibor!
Beneš a Milada - Ano, bude míti radost,
jeho sen že vyplnìn.
Snadòìi svùj osud snese
jeho duch tak posilnìn.
(Odejdou.)
4.výstup
Milada.
20 Milada - Jak je mi? Ha, tak náhle pøišla již
ta chvíle dávno s nebe vyprošená,
kdy bude dáno mi jej vidìt, mluvit s ním!
Radostí nesmírnou
se kalí zrak mùj,
27
3 Milada (podává Daliborovi housle) Vem tento chudý dárek z ruky mé.
Dalibor (chytí housle, aniž by pohlédl na Miladu)
Koneènì mám ty dávno ždané housle!
Ó Zdeòku, Zdeòku, Zdeòku!
Leè kdos ty? O rci mi, chlapèe,
povìz mi, kdo že jsi ty?
Milada - Ty ptáš se, kdo že jsem?
Aj, nepovšimnuls
tenkrát sobì tváøe mé? Nuž vìz!
Jsem ubohá ta žena,
jež tì z pomsty udala
a s tebou stála vyslyšeti soud!
Má vina to, že zde v žaláøi hyneš!
Dalibor - Milado! Možná-li to?
Milada - Jsem Milada!
Leè spatøit tì jen jednou staèí
v té svaté chvíli,
dím to bez obalu,
a hoøce, vøele pykat èinu,
tak kázal mocný nebes Pán!
Co lyrník jsem se v hrad ten vloudila,
nic nedbala na život, svobodu,
jen abych správce ziskala,
až mne poslal s houslemi.
Leè tajnì nesu též,
co tøeba k útìku a pomoci,
bys møíž v té zdi moh’ proraziti veskrz
a otevøít si cestu k svobodì!
Dalibore, odpust, prosím,
divokou tu pomstu mou.
Žal hluboký v òadrech nosím,
smiø se, smiø se s ubohou!
Dalibor - Ó Zdeòku mùj, ted’ chápu,
proè jsi pøišel,
své hry èarovným zvukem chtìls
ohlásit pøíchod spasitelky mé,
která má v òadrech mých tì nahradit.
CD 2
1 Promìna 2.
Tmavý žaláø. V pozadí zavøená branka. Dalibor døímá.
Proti nìmu se vyjasní a na oblacích vznáší se Zdenìk
co pøelud snu a hraje na housle.
1.výstup
Dalibor.
2 Dalibor (probudí se, obraz zmizel) Nebyl to on zas? Nebyl to zas Zdenìk?
Nezaslechl jsem zvuky zlat´ych strun?
Kde meškáš, Zdeòku? Zjev se, pøíteli!
On jde mì potìšit, ve snu se blíží,
nemùže jinak ke mnì Zdenìk mùj.
ó Zdeòku,
jedno jen obejmutí,
a žaláø bude rájem mi.
Chci volnost, všecko zapomenout,
zasvitne-li sem pohled tvùj!
Leì hrobu stíny nás od sebe dìlí,
ty trùníš tam a já zde hynu v celi.
ó Zdeòku, že mi nelze obraz tvuj,
kdyžv mysli mi tane, kouzlem
uèarovat na vìky!
ó Zdeòku, ó Zdeòku!
ó kéž bych jenom housle mìl,
bych aspoò tóny ty zas pøièaroval,
po kterých sladce blouzním den i noc,
a byt bych znal i špatnì smyìcem vládnout.
Slyš! Nepraští to dveøe?
Co znamená as pozdní návštéva ta?
2.výstup
Dalibor, Milada.
(Milada vstoupí s houslemi a lampou.)
28
4 Budivoj - Pøeslavný králi, pánové pøejasní!
Tak jest, jak to pravím vám.
Vzpoura, vzpoura ve mìstì vøe,
podnìcována jen skrytými many,
již jsou v noci èinní,
by získali pro Dalibora lid.
Již nìkolik jich v ruce stráže padlo.
Ba již i v tento hrad,
až k trùnu královského vìhlasu
si zrada mrzká troufala.
Slyš králi sám
tohoto starce zprávu!
5 Beneš - Ètyøicet let již tomu bude,
co vìrnì konám službu svou,
Však nepoznal jsem nikdy jìstì
co živ jsem zrádu takovou.
Jakéhos mládce harfeníka
jsem z útrpnosti k sobì vzal:
chudým se zdál, pln nevinnosti,
že byl by kámen rozplakal.
Však hrùzou ztrnuly mé kosti,
když pravdu zlou jsem uslyšel,
že vyzvìdaè to byl a zradce,
jenž s Daliborem mluvit chtìl.
Dnes veèer ztratil se a zmizel,
bez stopy propadnul se v zem:
ten mìšec a ten list jsem našel,
na kterém stojí:
“Mlè a vem!”
Leè nechci vìrolomnì vzíti
ten mìšec - mamon proklatý!
Radìj bych zhynul bídou, hlady;
hrozím se této odplaty!
(Wladislaw pokyne, Budivoj a Beneš odstoupí.)
Povstaòte již, Milado!
Vy žena jste, která pøemohla mne.
Ját usmrtil vašeho bratra,
chci být vám bratrem, pøítelem a vším!
Sem na srdce k vìènému svazku duší!
Milada - Dalibore!
Dalibor - Milado!
Milada - Tys ted’ mùj!
Dalibor - Ano tvùj!
Tvým chci býti stùj co stùj!
Milada - Tvou chci býti stùj co stùj!
Oba - Ó nevýslovné štìstí lásky,
když duše dvì upoutá cit
a v pustém, divém, života proudu
v nich svornost, vìrnost nalezne byt!
Nikdy nezvadne od jedu žalu,
radosti vìnec rozkvítá,
ano, i v noci žaláøe rozkoš
rajského blaha prosvítá!
Milada - Dalibore!
Dalibor - Milado!
Milada - Tys ted’ mùj!
Dalibor - Ano, tvùj!
Tvým chci býti stùj co stùj!
Oba - Tys ted’ mùj!
Ano, tvùj!
DÌJSTVÍ TØETÍ
Královská síò. Wladislaw. Kolem nìho soudcové, pøed
ním Budivoj a Beneš: v rukou drží sáèek s penìzi a
cedulku.
PØEDEHRA
2. výstup
Wladislaw, soudcové, pozdìji Budivoj.
1.výstup
Wladislaw, Budivoj, Beneš, soudcové.
29
Prohlásit ortel mám?
Co zde se skutkem stane,
pronikne k výšinám!
At Bùh nad ním rozsoudí,
jak kdy to uzná sám,
ont nepovstane nikdy,
když v hrob jej sklátit dám.
Soudcové - Nebude v zemi míru zas,
dokud na rozkaz tvùj
on život svùj
neskonèí, dokud ještì èas!
Wladislaw - Vidím, že milost slabostí by byla!
Nuž staò se tak!Pøived’te správce sem!
(Budivoj vstoupí)
At meèem zhyne Dalibor!
Soud dnešní den
bud’ proveden!
Leè po rytíøsku budiž ctìn!
Tot káže mrav
a jeho stav,
by v prùvodu,
by v prùvodu
šel do hrobu!
(Wladislaw pomalu odchází se soudci, za nimi i Budivoj.)
6 Wladislaw - V tak pozdní dobu povolal jsem vás sem,
neb chvátá èin
a zráda zkázou hrozí,
a bez klidu a stání se òadra dmou!
Ted’ znáte vše, tož rad’te!
Rozhodnìte!
(Sám u sebe, mezitím co se soudcové radí.)
Krásný to cíl jenž panovníku kyne,
když v míru
jen života proud mu plyne
a volnì živ je povinnostem svým!
Pak mìže štìstím národ oblažiti,
vavøínem skránì své si ozdobiti,
pastýøem býti všude mileným!
Leè, v divoké-li stran a šikù zlobì
se pomstou musí zasvìtiti dobì
na ústech kletbu, ortel Perunùv,
ó pak se strastí život jeho zove,
bez spánku noc,
den hrùzy nese nové,
a závidìt mu nelze korunu!
(K soudcùm.)
7 Jste již u konce? Jak jste rozhodnuli?
Soudcové - Že vzrùstá každé chvíle
zrady moc,
tož zemøi Dalibor hned dnešní noc!
Wladislaw - Uvážili jste ale
tohoto muže dar?
V nìm plane jakýs vyšší
a nadpozemský žár.
Já sám jsem hodlal jednou,
v žaláø jej vrhaje,
se smilovati nad ním zloèinu nedbaje.
Soudcové - Nebude v zemi míru zas,
dokud na rozkaz tvùj
on život svùj
neskonèí, dokud ještì èas!
Wladislaw - Jaké to slovo hrozné!
Promìna 1.
Daliborùv žaláø jako prve.
3.výstup
Dalibor.
8 Dalibor (u zamøížovaného otvoru, bez želez) Tot tøetí noc, kterou mi naznaèila;
okovù prost jsa, prolomím pak snadno
poslední pruty møí¢ze proøezané.
(Odhodí nìkteré kusy na zem.)
A ted’ -
30
Tam møíž je prolomena!
Dalibor - Ba, tak jest!
Ojednu chvíli zpozdit jste se mìli
a orel pyšný byl by uletìl,
ve volném vzduchu perutìmi zavál,
až by byl zachvìl hradu sínìmi.
Budivoj - Zde zrada kráèela!
Žaláøe strážce!
Dalibor - Rytíøské slovo mìjte!
Ont bez viny.
Zde poskytnul mi housle, více nic,
a tìmi jsem si krátil dlouhý èas.
Budivoj - Tak jest. - O že jsem zde jej nechal dlít!
Ted’ hoch ten, zrádce,
unik’ pomstì mé!
Dalibor - Že prch’ probùh, co díš!?
Mé diky za tu zvìst!
Ba tak, to byl ten mládec,
který mne spasit chtìl!
Ojaké kouzlo cítím,
že štastnì uletìl.
Když Zdenìk bídnì skonal,
byl on mùj vìrný druh.
A k nìmu jen mì viže
pøatelství vìrný kruh.
Uvìrného mi lidu
jej nezastihne váš hnìv,
bud’ pozdraven, mùj bratøe,
a pomstou splat mou krev!
Budivoj - Nejásej! Radosti se neoddej!
Poselství vážné nesu ti od krále.
Vyslyš je jako muž.
Král takto káže:
At meèem zhyne Dalibor!
Soud dnešní den
bud’ proveden,
leè po rytíøsku
budiž etén.
Pro Bùh! Mnì volnost kyne!
Ha, kým to kouzlem,
ó svobodo, mi pláš,
planoucí svìty
pøede mnou otvíráš!
Života proude,
ted’ bujnì tìlem teè,
k novému èinu
pozvednu ostr´y meè!
Však ted’ se zachvìj, ty Praho zpyšnìlá,
která’s mi bratra
pekelnì zhubila!
Již zanedlouho
tvou branou pùjdu dál
ve jménu pomsty,
kterou jsem pøísahal.
Nemysli sobì,
ty tam na trùnì svém,
že zastavíš mne
v tom hnìvu zuøivém!
Já jako bouøe
v hrùze se pøivalím,
všeliký odpor
do prachu povalím!
Ha...
Ted’ znamení jen houslemi bud’ dáno,
pak sepnu provaz, zavìsím, a pryè!
(Chopí se houslí a p¢ristoupí k otvoru ve zdi.Jakmile
p¢rilo¢zí smy¢cec, praskne struna.)
Ha, ký to d’as! Na houslích struna
praskla.
Má býti snad to špatným znamením?
(V téže chvíli vrazí Budivoj se zbrojnoši.)
4. výstup
Budivoj, Dalibor, zbrojnoši.
9
Budivoj - Ó nebe! Bez okovù? Ha, co vidím!
31
Smrt duši nepoleká,
já znám ji z bitev. Zdenìk na mne èeká!
Krev smyje vše, èím jsem se provinil!
10 Pochod
Tot káže mrav
a jeho stav,
by v prùvodu
šel do hrobu!
Dalibor - Tak náhle! Právì ted’!
Jak to? Proè to?
Budivoj - Neptej se proè!
Již nelze odvolat
ten ortel smrti. Marnét vše doufáni,
a marný je odpor všech p¢rátel tvých!
Dalibor - Jaká to zmìna!
Pøed chvílí tou
svìt byl mi kouzlem, rozkoší,
a nyní kryje
jej èerné roucho,
jak hrobu stín zahaliv jej v noc.
Budivoj - Èeká již knìz, by pøipravil
tì k smrti.
Dalibor - Nuž bud’ si tak!
Jsem pøipraven již k hrobu!
Aè vidìli jste blednout líc v tu dobu,
vrací se vzdor zas,
jenž se hrobu lek’.
Ját cítím, osud mùj že padnout káže.
Již víra v osud pevnou vùli váže:
Však chei co muž padnouti jako rek!
Aè zasmušen je život mùj,
již z mládí
ját uvyk’ bouøi, která reka svádí,
a spokojenì zøím na život zpìt.
Ont poskytnul mi darù, jakých nebe
udílí tìm, které jed pekla vstøebe,
ont dal mi pøátelství a lásky kvìt!
Již pøijdu, Zdeòku, a ve krátké dobì
i Milada se vrátí zpìt k tobì,
ta dívka svatá,
pro kterou jsem žil.
nuž dál, jen dál!
Promìna 2.
Pøed vìží. Noc.
5.výstup
Jitka, Vítek a zbrojnoši Daliborovi. Milada v ženském
odìvu. Lid.
11 Milada - Nezaslechli jste ještì houslí zvuky?
Sbor - Tichá je noc a nìmá jako hrob.
Milada - Já nedoèkám se chvíle,
až jej k srdci pøivinu
a po pøestálé strasti
u nìho odpoèinu.
Jitka - Utiš se, drahá duše,
již vzejde hvìzda skvìlá
a po celý pak život
ti záøit bude s èela.
Milada - Dosud je tich! Což nic se nepohnulo?
Sbor - Tichá je noc a nìmá jako hrob.
Milada - Ach, jestli snad jej stihla
osudu ruka mstivá!
Noc zloèinu je rouchem
a ruka zrády živá!
Jitka - Zapud’ ty chmury z duše,
noc jasná kolem leží,
tat útoèištìm lásky
a chotì tvého støeží!
(Zazní umíráèek.)
Milada - Ha, k´y to hlahol zvonù!?
Jitka, Sbor - Tiše! Slyš!
Sbor mnichù (na hradì) - Život je pouh´y klam a mam
a plevel tìla krása.
32
posvátný mùj klenote!
Zùstaò, zùstaò pøi mnì!
Neopust mne, ty mùj drahý živote!
Zùstaò u mne!
Milada - Dalibor!
Dalibor - Ó zùstaò!
Milada - Dalibor!
(Zemøe.)
Dalibor - Milado!
(klesne nad mrtvolou.)
Jitka, ženy - Hle, ta rajská Vesny rùže!
Mráz zachvátil její puk.
Ach, to srdce vøelé lásky,
navždy umlk’ jeho tluk!
Kdož dospìli až k šedinám,
tìm vìèná kyne spása.
Milada - Ha, on je prozrazen!
(Jednomu ze zbrojnošù vyrve meè.)
Vzhùru!Pojd’me!
(K Vítkovi a k zbrojnošùm.)
Ve zbraò, ve zbraò, vy muži!
Smrt heslem naším bud’!
Na hradby se návalem žeòte!
Dobyjte tu skalnatou hrud’!
Byt byla bych jen žena,
v tìle chrabrou duši mám.
Tam vítìzství nám kyne.
Za mnou, za mnou, volám!
Vítek, zbrojnoši - Hurá! Hurá! Hurá!
Ženi - Jako Ivi se v pøíval boje
pomsty laèní reci valí,
zdali je ten proud - ó bìda rouchem smrti nezahalí?
Z hradu bran se voje øítí,
v hrozném boji meèe zvoní!
Jak se skonèí as ten zápas,
kam se vítìzství tu skloní?
Jitka - Milada tam! Ji vede Dalibor!
7.výstup
Pøedešlí. Budivoj a zbrojnoši.
13 Budivoj - Nepøátel zástup poražen a zbit.
Již volnost dejte davu plachých žen.
My zvítìzili!
Zbrojnoši - My jsme vítìzi!
Budivoj (uvidí Dalibora) Co vidím? Poddej se, Dalibore!
Dalibor - Pøicházíte mi vítaní.
Sladké ted’ bude mé skonání!
Èeká mne Zdenìk s Miladou!
(Vrhne se s Budivojem do boje a klesne.)
6.výstup
Pøedešlí, Dalibor, Milada.
12 Dalibor (pøivádí ranìnou Miladu) - Milado!
Milada (jako ve snu) - Kde jsem to?
O jak blaze mi!
Již tìla tìžká schránka
volní duši mou.
Na lehkých mráèkách
povznáším se již vzhùru
a líbám krásné, zlaté hvìzdy!
A tam, a tam, jde on, Dalibor!
Dalibor - Neopust mne, drahá duše,
33
ATTO I
Cortile del castello, occupato da guardie.
Sullo sfondo, il trono reale. Folla di popolo,
tra cui Jitka.
ACT ONE
A courtyard of the Royal castle, occupied by guards.
In the background, the royal throne. People,
among them Jitka.
Ouverture
Overture
Scena 1
Popolo, Jitka.
Scene 1
People, Jitka.
1 Popolo - Oggi la sentenza verrà proclamata
ed il colpevole alla giustizia consegnato!
Dalibor! Dalibor!
Ma, sebbene colpevole di una grave colpa,
un valoroso eroe, e glorioso,
lui era un tempo. Dalibor! Dalibor!
2 Jitka - (in disparte, persa nei suoi pensieri)
Piccola orfanella abbandonata,
tra vecchie rovine mi ha trovata,
m’accolse e sotto la sua protezione
la mia vita divenne uno splendido sogno.
Uno sposo voleva portarmi,
che fosse il più grande tesoro della mia anima,
e farmi conoscere la gioia più grande:
una casa mia con un caro marito.
Ed ora, ed ora, ahimè!
Cade nelle mani dei nemici,
e presto, forse, ahimè!
la notte nella tomba lo accoglierà.
Popolo - Oggi la sentenza verrà proclamata
ed il colpevole alla giustizia consegnato!
Dalibor! Dalibor!
Jitka - Ma forse no! Ma forse no!
Dalla prigione lo libererò!
Volo, volo sulle ali del vento, lontano.
i suoi amici si uniscono a me,
insieme lo libereremo,
1 People - Today the judgement will be passed
and the culprit will fall into the hands of the law!
Dalibor! Dalibor!
But, although guilty of a serious crime,
he once was a valiant hero,
a glorious one. Dalibor! Dalibor!
2 Jitka - (stands immersed in thought)
A little orphan, abandoned,
he found me among some ancient ruins,
took me under his protection,
my life became a beautiful dream.
He wanted to find me a husband,
someone to treasure in my heart,
and to make me savour the greatest of joys:
my own home with a beloved spouse.
And now, and now, alas!
He’s fallen into the hands of the enemy,
and soon, perhaps, alas!
a dark tomb will receive him.
People - Today the judgement will be passed
and the culprit will fall into the hands of the law!
Dalibor! Dalibor!
Jitka - Oh no! Oh no!
I must free him from prison!
On the wings of the wind I must speed!
His friends will join me
together we shall free him,
34
lo libereremo dalle pietre sepolcrali!
(Trombe suonano dietro la scena,
annunciando l’arrivo del re e dei giudici).
Marcia.
we shall free him from the sepulchral stones!
(Trumpets behind the stage announce
the entrance of the King and of the Judges).
March.
3 Scena 2
Gli stessi. Il re Wladislaw.
(Le guardie ristabiliscono l’ordine. Il re sale sul trono. I
giudici prendono posto al suo fianco).
3 Scene 2
The above. King Wladislaw.
(The guards restore order. The King climbs
to the throne. The judges take place at his side).
4 Wladislaw - Voi già sapete come questo bel regno
sia rimasto vittima di passioni sfrenate,
e da quanto tempo Dalibor si ostini
a turbare quella pace che ho tanto cercato,
ed ora ha commesso un nuovo crimine.
Coi suoi uomini ha assalito il castello di Ploskovice,
distrutto le mura, uccisone il signore.
Ma ora, finalmente, è stato sconfitto dall’esercito,
l’esercito che io ho mandato, spronato da Milada,
che dell’ucciso è la sorella.
Dopo una sanguinosa battaglia, Dalibor si è arreso.
Egli ora è in mio potere, lo giudicherà il re!
Ma, perché il vostro verdetto sia giusto,
prima di Dalibor ascoltate Milada!
4 Wladislaw - You know that this beautiful kingdom
has been the theatre of wild passions,
and that Dalibor has persevered in disturbing
the peace which I’ve long been seeking,
and once again he’s committed a crime.
With his men he assaulted the castle of Ploskovice,
wrought destruction, murdered the burgrave.
At last he was defeated by the army
which I sent at the request of Milada,
the late burgrave’s sister. After a fierce battle
Dalibor was finally made to surrender.
Now he is in my power, awaiting his King’s judgement!
But, that your verdict may be truly fair,
hear the tale of Milada, before you hear Dalibor’s!
Scena 3
Gli stessi. Milada.
Scene 3
The above, Milada.
5 Wladislaw - A voi la parola,
raccontateci;
qui è riunito il consiglio dei giudici
per rendervi giustizia.
Milada - Il mio animo è atterrito,
oppresso è il mio cuore,
quel che vi dico è il pianto,
il pianto per una perdita crudele.
Popolo - Con le lacrime spegne la sua rabbia!
5 Wladislaw - Tell us,
tell us your tale!
the Council of Judges is here reunited
to do justice.
Milada - My soul is aghast,
my heart heaves a sigh,
all I can say is that I mourn
and cry over my painful loss.
People - With bitter tears she quenches her anger!
35
Jitka - (tra sé) La paura mi fa rabbrividire!
Milada - (raccogliendo le sue forze)
Ascoltatemi! Ascoltatemi!
Oh, abbiate pietà, ascoltate il pianto afflitto!
Pietà! Misericordia!
6 Ormai il giorno era spento,
ed il castello riposava nel sonno.
Nessuno sospettava del tradimento
che si stava preparando sotto le mura.
Ed ecco, d’improvviso, dei colpi terribili
ho udito, là, dalle foreste vicine,
fui scossa dal sonno da molte grida:
Dalibor! Dalibor!
Cozzavano le spade
in quella battaglia di sangue
lontano, vicino.
Nel fuoco e nel fumo
le truppe lottavano già,
là sotto le mura.
Vagai laggiù e, ai piedi del castello,
chiamai il mio caro fratello,
lo vidi da lontano, barcollava,
sorretto dal paggio fedele.
Da una ferita aperta, terribile
sgorgava il sangue dalle vene vermiglie,
schiuse la bocca,
si accasciò, esanime, cadde.
In lacrime, il paggio fedele
con sé mi portò per la foresta vicina,
così per sentieri segreti
sfuggii ai nostri nemici.
Ed ora qui davanti a voi
chino la testa.
Io, di tutto derubata
lo accuso, è colpevole di un delitto,
poiché per vendicarsi mi ha distrutta.
Dalibor! Dalibor!
Jitka - (to herself) I am trembling with fear!
Milada - (with all her power)
Hear me out! Hear me out!
Oh, have mercy, hear my sad tale!
Have mercy!
6 The day was over
and the castle lay in slumber.
No one suspected the treason
which was being prepared beneath the walls.
Then, suddenly, I heard terrible blows
approaching from the nearby forest,
I was awaken by wild shouting:
Dalibor! Dalibor!
Swords clashed
in bloody fighting
near and far.
Wrapped in fire and smoke
already the troops were
under the walls.
I wandered in that direction
and called my beloved brother,
I saw him, he was staggering,
supported by his faithful page.
From a gaping, frightful wound
his blood was gushing out of the purple veins,
his lips parted,
he collapsed and died.
In tears, the faithful page
led me to the nearby forest,
and thus by secret paths
I escaped from my enemies.
And now, here, before you,
I bow my head.
I, who was robbed of everything I had,
accuse him, he is guilty,
through his revenge he ruined me.
Dalibor! Dalibor!
36
Popolo - Che pena questa creatura!
Jitka - (tra sè) La paura mi fa rabbrividire!
Wladislaw - Rallegratevi, o Milada,
chi vi ha ferita è mio prigioniero.
Il Signore ha benedetto il mio esercito
e con esso voi, e questa terra.
Che entri ora Dalibor e confessi!
Milada - Devo forse vederlo?
L’assassino del mio caro fratello,
il sangue dentro mi ribolle!
Jitka - Oh, Signore, stammi ora vicino
e salva la mia anima!
Non posso svelare
la voce del mio cuore!
Milada - Il sangue dentro mi ribolle!
Devo forse vederlo?
L’assassino del mio caro fratello!
People - Poor creature, she arouses pity!
Jitka - (to herself) I am trembling with fear!
Wladislaw - Rejoice, Milada,
The man who hurt you is in my power.
The Lord has blessed my army,
and through them you, and our country.
Let now Dalibor in, that he may confess his crimes!
Milada - Shall I now see him?
The murderer of my dear brother,
My blood boils in the veins!
Jitka - Oh Lord, stand by me
and save my soul!
I must not reveal
the feelings of my heart!
Milada - My blood boils in the veins!
Shall I now see him?
The murderer of my dear brother!
Scena 4
Gli stessi. Dalibor.
(Dalibor entra, con le mani legate, e si avvicina,
silenzioso ma fiero, al trono del re.)
Scene 4
The above, Dalibor.
(Dalibor enters, with his hands in shackles, and he
approaches calmly and proudly the King’s throne).
7 Milada - (stupita nel vederlo)
Quale visione!
I miei occhi non potevano immaginare.
Popolo - (tra di loro)
Per grande che sia la sua colpa,
lui guarda sereno il suo destino.
Wladislaw - Rispondi a questa accusa!
Hai assalito il castello di Ploskovice,
l’hai distrutto, il suo signore assassinato.
Scagionati se puoi, subito, dinanzi a noi!
8 Dalibor - Non voglio negare,
non è mio uso mentire.
Giurai vendetta,
e da uomo d’onore la compii.
7 Milada - (with surprise)
What a sight!
I would have never imagined.
People - (to each other)
His crime may be great
but he bears his Fate fearlessly.
Wladislaw - Answer your accusers!
You attacked the castle of Ploskovice,
destroyed it, murdered the burgrave.
Deny it if you can, here, before us!
8 Dalibor - I won’t deny it,
I am not accustomed to lying.
I swore revenge,
and, as honour bids, I took it.
37
Alla seduzione delle donne ho sempre resistito
un vero amico è quel che ho più desiderato.
Poi il mio desiderio si esaudì,
il sogno dell’amicizia si avverò,
e trovai un amico in Zdenì k.
Quando il mio Zdenì k, in estasi sacra,
suonava con fervore la sua musica celeste,
ogni malinconia era scacciata dal mio animo
e mi elevavo lassù,
dove brillano le stelle più luminose.
Ma ascolta! Da lungo tempo ormai ero in contrasto
coi superbi consiglieri di Litomerice
e andai a combatterli ancora una volta,
Zdenì k al mio fianco, il mio inseparabile amico!
La battaglia infuriava,
il nemico catturò il mio Zdenì k,
con odio crudele gli mozzò la testa,
e per la mia umiliazione la issò
su di un palo sopra le mura.
Quale orrenda visione dovetti sopportare,
rabbrividisco ancora dall’orrore!
Le lacrime amare furono inutili,
non riuscirono a sedare il mio dolore!
Milada - Questa accusa trafigge il mio cuore!
Dalibor - Allora giurai vendetta, una terribile vendetta!
Ploskovice aveva aiutato Litomerice,
perciò vi ho appiccato il fuoco.
Ecco, era la fiaccola del sepolcro di Zdenì k!
E il signore di quel castello
ha pagato col suo sangue
per la testa di Zdenì k!
9 Wladislaw - Con un delitto, dunque,
aiutasti te stesso!
Dalibor - Un uomo non rinuncia a questo diritto!
Wladislaw - Ti sei ribellato al tuo re!
Dalibor - Occhio per occhio, è la legge del mondo!
Io qui dichiaro che se non morirò,
I have never yielded to female charms,
a friend was my heart’s only desire.
Then my wish was fulfilled,
my dream of friendship came true
and I found a good friend in Zdenì k.
When my Zdenì k, in sacred ecstasy,
played his sweet music,
all sadness was chased from my heart
and I felt uplifted to the high regions of heaven
where shine the brightest stars.
But hear me out! For a long time I had been in quarrel
with the haughty counsellors of Litomerice
and once more I went to fight them,
with Zdenì k at my side, my inseparable friend!
The battle raged,
the enemy captured my Zdenì k
cruelly severed his head
and, to disgrace me,
hoisted it on a pole above the walls.
What a dreadful sight I had to behold,
I still shudder with horror!
No amount of bitter tears
Could soothe my pain!
Milada - This accusation pierces my heart!
Dalibor - Then I swore revenge, a terrible revenge!
For helping Litomerice
I set fire to Ploskovice,
it was a torch for Zdenì k’s grave!
And the burgrave
paid with his blood
for Zdenì k’s head!
9 Wladislaw - With a crime, then,
you’ve helped yourself!
Dalibor - A man cannot surrender that right!
Wladislaw - You have revolted against your King!
Dalibor - An eye for an eye, it’s the law of the world!
I hereby declare that, if I save my life,
38
altri ancora pagheranno per la vita di Zdenì k.
E se tu, o re, me lo vorrai impedire,
così sicuro, sul trono, non potrai più sedere!
Milada - Cosa dice?
Popolo - Con queste parole
ha alzato la spada su sé stesso!
Giudici - Hai formulato contro te stesso
una sentenza di morte!
Dalibor - La vita non ha più significato
da quando il mio Zdenì k è morto,
non ho paura di morire,
che io muoia domani, oppure anche quest’oggi!
Milada - Cosa dice? Cosa dice?
Dalibor - Fino al fondo si è svuotato
il calice della gioia,
dalle labbra ho già allontanato
quella coppa illusoria!
10 Un giudice - Ecco dunque, Dalibor,
la sentenza unanime:
soffrirai in una cella oscura, fino alla morte!
Popolo - Il volto del sole non potrà più vedere,
il perdono non sfiora più il suo viso!
Dalibor - Hai sentito, amico, lassù in cielo?
Mi preparano la strada che porta a te,
già mi sento elevare su in alto!
Già ti vedo tra le nuvole, già sento la tua voce!
Già m’immergo di nuovo
nei suoni magici delle tue corde!
La tua canzone, lassù,
risuona con più gloria che quaggiù.
Popolo - Che uomo! Che uomo!
Dalibor - Portatemi, dunque,
nel buio e nello strazio della prigione,
per questa strada io corro su in cielo!
(esce)
Popolo - Che uomo! Che uomo!
Un valoroso eroe, e glorioso, lui era un tempo.
more people will die for Zdenì k’s head!
And if you, my King, will try to stop me,
you will not sit on your throne without fear!
Milada - What is he saying?
People - By those words
he’s raised the sword upon himself!
Judges - You have pronounced
a death sentence against yourself!
Dalibor - Life has no more meaning
after the death of my Zdenì k,
I’m not afraid to die,
I can die tomorrow, for all I care, or even today!
Milada - What is he saying? What is he saying?
Dalibor - The cup of joy
has been emptied of its last drop,
my lips won’t touch any more
that deceptive chalice!
10 A judge - Hear, then, Dalibor,
our unanimous verdict: waste away
in a cell’s darkness till death comes to take you!
People - He will no longer feel the warmth of the sun,
For him there can be no mercy!
Dalibor - Did you hear that, friend, up there in heaven?
I’m already walking on the path that leads to you,
I already feel that I am floating up!
I see you among the clouds, I hear your voice!
Once again I savour
the charming tunes of your strings!
Your melody, up in heaven,
sounds more glorious than on earth.
People - What a man! What a man!
Dalibor - Take me, then,
to my dark and gruelling prison,
it is the path that leads to heaven!
(he leaves)
People - What a man! What a man!
Once he was a valiant hero, a glorious one.
39
Scena 5
Milada, Jitka, Wladislaw, i giudici, popolo.
Scene 5
Milada, Jitka, Wladislaw, the Judges, people.
11 Milada - (non riuscendo più a dominarsi,
si avvicina al re e ai giudici)
Mi getto ai vostri piedi!
Perdonatelo, come io stessa ho fatto!
Quegli occhi possono fare solo il bene,
dategli libertà, vogliatelo perdonare!
Giudici - Ha osato minacciare il suo re,
e questa la dovrà pagare cara!
Milada - Ai vostri piedi io mi getto!
Quegli occhi possono fare solo il bene,
perdonatelo, come io stessa ho fatto!
Dategli libertà, vogliatelo perdonare!
Giudici - Ha osato minacciare il suo re,
e questa la dovrà pagare cara!
Milada - Grazia, grazia, dategli la libertà,
perdonatelo, come io stessa ho fatto!
Wladislaw - La legge e l’ordine devono regnare,
il paese ha dovuto soffrire già troppe pene.
Il dovere e la legge impongono
di non dare ascolto al cuore.
Il crimine dev’essere lavato
attraverso la punizione.
(Escono tutti, eccetto Jitka e Milada).
11 Milada - (unable to restrain her emotion any longer,
she approaches the King and the Judges)
I kneel down before you!
Pardon him, as I myself have done!
His eyes are the eyes of a righteous man,
forgive him, let him go free!
The Judges - He dared threaten his King,
for that he must pay dearly!
Milada - I kneel down before you!
His eyes are the eyes of a righteous man,
Pardon him, as I myself have done!
forgive him, let him go free!
The judges - He dared threaten his King,
for that he must pay dearly!
Milada - Have mercy, let him go free,
Pardon him, as I myself have done!
Wladislaw - Law and order must prevail,
our country has suffered too many afflictions.
Our duty and the law recommend
not listen to our heart.
Crime must be extinguished
through punishment and conviction.
(Everybody leaves, except Jitka and Milada).
Scena 6
Milada, Jitka.
Scene 6
Milada, Jitka
12 Milada - (senza notare Jitka)
Quale tempesta mi riempie il cuore
il sangue nelle vene non riesce a fluire!
Lui ha ucciso il mio caro fratello,
eppure, qualcosa mi attira a lui.
Oh, non odiarmi, oh, non odiarmi, fratello!
E’ per mia causa che è perduto per sempre!
12 Milada - (without noticing Jitka)
What storm is raging in my heart,
freezing the blood in my veins!
He murdered my dear brother,
and yet something in him attracts me.
Oh, don’t disapprove of me, my brother!
It is my fault that he is lost forever!
40
Per colpa mia, lui deve morire
in una prigione, nelle torture del corpo,
per colpa mia deve morire!
Jitka - Questo è l’amore!
L’amore ti saprà consigliare,
comincia subito ad agire!
Milada - Chi sei?
Jitka - Di più ti dirò un’altra volta!
Milada - Che cosa vuoi?
Jitka - Ringraziarti con un gesto!
Dalla prigione lo libereremo,
volo sulle ali del vento, lontano.
Milada - E dalla tomba
della prigione lo libereremo,
volo, volo sulle ali del vento, lontano!
Milada, Jitka - I suoi amici si uniscono a me,
insieme lo libereremo,
lo libereremo dalle pietre sepolcrali!
It is my fault that he must perish
in jail, suffering torture,
because of me he must now perish!
Jitka - That is love!
Love will advise you,
you must act at once!
Milada - Who are you?
Jitka - I will tell you more some other time!
Milada - What is it that you want?
Jitka - Show you my gratitude with deeds!
We shall free him from the darkness of prison,
on the wings of the wind I must speed!
Milada - We shall free him
from the darkness of prison,
On the wings of the wind I must speed!
Milada / Jitka - His friends will join me
together we shall free him,
we shall free him from the sepulchral stones!
ATTO II
Una strada periferica della città e una taverna.
ACT TWO
A road in the lower town with an inn.
Scena 1
Mercenari, poi Jitka e Vítek.
Scene 1
Mercenaries, then Jitka and Vítek
13 Mercenari - Sì, è il più allegro dei mondi, questo,
quando vagabondiamo da un regno all’altro,
tralala, tralala...
e chi si rompe il cranio ben gli sta,
se lo incide bene nella memoria,
tralala, tralala...
(i mercenari entrano nella taverna)
14 Jitka - (entrando mentre cantano)
Da questa canzone li riconosco sempre.
(Vítek esce dalla taverna)
13 Mercenaries - Yes, this is a merry world
when we wander from one country to the other
tralala, tralala…
and those of us who get crippled
will know better next time,
tralala, tralala…
(the mercenaries enter the inn)
14 Jitka - (appearing as they are singing)
By this song I always know it’s them.
(Vítek comes out of the inn)
41
Sei qui, finalmente!
Vítek- Jitka, bambina mia!
Non rimproverarmi, tesoro mio,
di tornare a casa tardi questa sera.
Ho il mio esercito, ora, che non teme
né tuoni né lampi!
Jitka - (indicando un altro lato della città)
Perché, amore mio, non sei venuto subito
dalla vecchietta che mi ha dato riparo?
Vítek- Stavo avviandomi per venire proprio adesso,
ma sei arrivata tu da me, tesoro mio!
Jitka - Vítek - (guardandosi con amore)
Quest’anima, questo desiderio,
questo cuore, questo mistero,
sono i grandi doni del mio amore...
Non lo cambierei
per tutto l’oro del mondo!
15 Jitka - Conosci la sorte di Dalibor?
Vítek - La gente non parla d’altro!
Jitka - Allora senti questo!
Dio ha riscaldato il cuore della sua accusatrice,
piange adesso il suo gesto, e arde d’amore!
Con la lira in mano, travestita da mendicante,
è entrata di nascosto nel castello del re,
ingannando il guardiano con fare lusinghiero.
Ora passeggia fra le guardie,
suona per loro,
cerca e spia qua e là,
e, con cautela, chiede di lui!
Jitka, Vítek- Ora passeggia fra le guardie,
suona per loro,
cerca e spia qua e là,
e, con cautela, chiede di lui!
Jitka - Appena ci dà il segnale…
Vítek- stanotte stessa…
Jitka - passiamo all’azione…
Vítek- e andiamo ad aiutarla!
Here you are, at last!
Vítek - Jikta, my child!
Don’t reproach me, my jewel,
for coming home late tonight.
I have put together an army, gallant men
who fear neither the devil nor hell!
Jikta - (pointing to the other side of the town)
Why, my love, haven’t you come at once
to the old lady who’s given me shelter?
Vítek - I was about to go, I was on my way,
but you yourself have come, my jewel!
Jikta / Vítek - (to each other with love)
My soul, my yearning,
my heart, my desire,
these are the great gifts of love
I would not trade them
for all the gold in the world!
15 Jitka - Have you heard of Dalibor’s fate?
Vítek - People speak of nothing else!
Jitka - Then hear more about it!
God has warmed up his accuser’s heart,
now she weeps over her doing and burns with love!
A lute in her hands, dressed as a beggar man,
she’s managed to slip into the royal castle
deceiving the guard with artful flattery.
Now she’s free to wander around,
entertaining them with her music,
searching and prying,
and cautiously asking about him!
Jikta / Vítek - Now she’s free to wander around,
entertaining them with her music,
searching and prying,
and cautiously asking about him!
Jitka - But as soon as she gives us the signal…
Vítek - before dawn…
Jitka - we’ll get into action…
Vítek - and rush to her help!
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Jitka - Appena ci dà il segnale
stanotte stessa
passiamo all’azione
e andiamo ad aiutarla!
Jikta / Vítek - As soon as she gives us the signal
before dawn
we’ll get into action
and rush to her help!
Scena 2
Mercenari. Jitka, Vítek
Scene 2
Mercenaries. Jitka, Vítek.
16 Mercenari - Sì, è il più allegro dei mondi, questo,
quando vagabondiamo da un regno all’altro.
(escono dalla taverna, ridendo)
Vítek- Avvicinatevi, compagni, e salutate Jitka,
col suo aiuto ci avviciniamo al traguardo!
Mercenari - Gloria a te, gloria a te,
bella fidanzata di Vítek,
sulla quale, come su una fresca rosa,
lo sguardo si posa con piacere!
Jitka - Gloria a voi, gloria a voi,
uomini d’armi, fedeli alla bandiera,
sui quali, come sulle querce del bosco,
lo sguardo si posa con piacere!
Vítek, Mercenari - Gloria a te! Gloria a te!
Or dunque, in questo felice momento,
eccoci qui riuniti di nuovo,
un gruppo fedele alla stessa causa,
pieno di entusiasmo.
Oh, cielo, accordaci il successo,
anche se il fallimento incombe.
Dobbiamo essere valorosi, coraggiosi
così saluteremo la vittoria!
Vítek - Adesso accompagno Jitka verso casa,
voi restate qui a bere fino a notte,
non svelate i nostri piani,
mangiate, bevete, state allegri,
cantate, ridete a crepapelle!
(esce con Jitka)
Mercenari - Guardateli mentre se ne vanno,
16 Mercenaries - Yes, this is a merry world
when we wander from one country to the other.
(they emerge from the inn, laughing)
Vítek - Come here, comrades, and greet Jitka,
thanks to her plan we’re nearing our goal!
Mercenaries - Hail to you, hail to you,
Vítek’s beautiful sweetheart,
as pleasant a sight
as a fresh rosebud!
Jikta - Hail to you, hail to you,
men of the sword, true to your colours,
as pleasant a sight
as the strong forest oaks!
Vítek / Mercenaries - Hail to you! Hail to you!
So in this happy hour,
we are together once again,
a faithful and courageous group
burning with enthusiasm for our cause.
Oh, heaven, grant us success,
even though misfortune is threatening.
We must be brave, we must be brave,
and victory we shall achieve!
Vítek - Now I’ll walk with Jitka towards home,
you go on drinking till nightfall,
do not reveal our plans,
eat, drink, be merry,
have fun, have a good time!
(he leaves with Jitka)
Mercenaries - Look at them walk away,
43
Sono una bella coppia!
Alla loro salute alzate i calici,
svuotiamo le botti,
svuotiamo le botti!
(Ritornano nella taverna).
They make a fine couple!
Let’s raise our cup to their health,
let’s empty the barrels,
empty the barrels!
(They go back inside the inn).
Cambio di scena I
Interno del castello con alloggio di Beneš.
In fondo, pattuglia di guardie.
Change of stage I
Inside the castle, living quarters of Beneš.
In the background, guards.
Scena 1
Budivoj, Beneš.
Scene 1
Budivoj, Beneš.
17 Budivoj - Occorre una forte vigilanza,
perché gli uomini di Dalibor sono numerosi,
e se si trascura qualcosa di importante
la morte dalle cento mani ci coglierà!
Beneš - Signore, fidatevi di me,
sarò fedele al mio giuramento!
(nel mentre passa Milada, in abiti maschili,
con un sacco e un cesto di viveri.
Entra nell’alloggio)
Budivoj - Chi è quel ragazzo che vedo passare?
Beneš - Non temete, signore, ora vi dirò.
Quel ragazzo è un povero mendicante,
che con la sua lira melodiosa
e con i canti della sua giovane voce
si è ingraziato le guardie.
Non ho né moglie né figli né fratelli,
e la vecchiaia mi raggela il sangue nelle vene,
così ho preso con me questo ragazzo,
perché mi riscaldi col suo canto.
E, credetemi, signore, è un abile servitore
e mi si è affezionato;
scommetto che nessuno, proprio nessuno
ha mai avuto un servo come il mio!
Budivoj - Ma non ti adagiare troppo, vecchio,
17 Budivoj - Scrupulous vigilance is needed,
because Dalibor has many supporters,
and should we overlook something important
death will reach us with her hundred hands!
Beneš - My lord, you can rely on me,
I will be true to my oath!
(that very moment Milada passes by,
in man’s clothes, carrying a bag and a basket
with food. She goes inside the quarters)
Budivoj - Who is that boy who’s just passed by?
Beneš - You have nothing to fear, my lord.
That boy is a poor beggar,
who wandered here with his melodious lute,
and with his tuneful singing
has won the favour of the guards.
I have no wife, children or brothers,
and old age gives me the chills,
therefore I took this boy in
to warm me up with his songs.
And trust me, my Lord, he serves me well
and he’s grown fond of me;
I bet that no one, in the wide world
has ever had as good a servant!
Budivoj - Don’t feel too much at ease, old man,
44
perché gli uomini di Dalibor sono numerosi,
e se si trascura qualcosa di importante
questa faccenda finirà in tragedia!
(Esce, solennemente).
because Dalibor has many supporters
and should we overlook something important
this whole affair could end in tragedy!
(He leaves gravely).
Scena 2
Beneš.
Scene 2
Beneš.
18 Beneš - (solo)
Oh, la vita di carceriere è così triste,
così dura e miserevole!
Le porte cigolano, le catene fanno rumore
i muri gettano solo ombre grigie.
Io stesso mi sento un carcerato,
poiché vedo intorno a me solo miseria,
e anche se il mio cuore sanguina,
devo mostrarmi di pietra.
18 Beneš - (alone)
Oh, a jailer’s life is so saddening,
so hard, it is, so dreary!
Doors squeak, chains clink,
all one sees is the walls’ sombre shadows.
I myself feel like a prisoner,
for all I see around me is wretchedness,
and even when my heart is bleeding
I must pretend to have a heart of stone.
Scena 3
Beneš. Milada.
Scene 3
Beneš, Milada.
Milada - (uscendo di corsa dall’alloggio)
Tutto è pronto,
sedete qui!
Le salsicce abbondano,
c’è carne buona,
burro, pane, formaggio
e birra per tutti,
mangiate, bevete,
servitevi di tutto!
Beneš - Mi riempi di gioia,
sono fiero di te!
Comportati sempre correttamente,
e sarò per te un padre premuroso.
19 Milada - È tutto pronto,
sedete qui!
Beneš - Le salsicce abbondano,
Milada - (running out of the quarters)
Everything’s ready,
take your place here!
There’s plenty of sausage,
juicy meat,
butter, bread, cheese
and beer for everybody!
Eat and drink,
have as much as you want!
Beneš - I am so proud of you,
I am filled with joy!
Continue to behave well
and I shall be a kind father to you.
19 Milada - All is ready,
take your place here!
Beneš - There’s plenty of sausage,
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c’è carne buona,
burro, pane, formaggio
e birra per tutti!
Milada - Mangiate, bevete,
servitevi di tutto!
Beneš - Ma ho ancora un compito da fare,
prima di sedermi a tavola!
Milada - La notte ha già spiegato le sue ali
sul cielo e sulla terra!
Beneš - Anche se mi dolgono le gambe,
questa cosa la devo fare.
Milada - Posso forse andare io al vostro posto?
Le mie giovani gambe non hanno bisogno di riposo.
Beneš - (con gioia)
Oh, ragazzo mio, saresti così gentile?
Milada - Con piacere!
Beneš - Forse non va contro le regole...
Milada - Budivoj è già andato via da tempo,
mi dica di che si tratta e lo farò con piacere!
Beneš - Ascolta!
Scendi settanta gradini,
là troverai Dalibor!
Milada - (celando la sua gioia)
Oh, Dalibor?
Beneš - Conosci quel cavaliere?
Milada - L’ho intravisto solo una volta.
Beneš - Mi fa pena.
Spesso, disperato, mi ha chiesto un violino,
per poter suonare e accorciare la sua sofferenza.
Quale Ceco non ama la musica?
Da giovane ho suonato il violino anch’io,
e credo che fra le mie vecchie cianfrusaglie
ci sia ancora. Vado a prenderlo subito.
Tu glielo dovrai portare.
Milada - Va bene, glielo porterò.
(Beneš esce dalla guardiola).
juicy meat,
butter, bread, cheese
and beer for everybody!
Milada - Eat and drink,
Have as much as you want!
Beneš - There’s still a task to fulfil,
before I sit down to the feast!
Milada - Night has already spread its wings
over the heavens and the earth!
Beneš - My legs may be hurting,
but I must do this.
Milada - Could I not go in your stead?
My young legs are not hurting.
Beneš - (happily)
Oh, my boy, would you?
Milada - With pleasure!
Beneš - Perhaps it is not against the rules…
Milada - Budivoj left long ago,
tell me what to do and I’ll do it with pleasure!
Beneš - Listen, then!
Seventy steps below,
you will find Dalibor!
Milada - (hiding her joy)
Oh, Dalibor?
Beneš - Do you know him?
Milada - I caught a glimpse of him once.
Beneš - I feel pity for him.
In despair he begged me often for a violin,
to play and thus shorten his long hours of suffering.
I know no Czech who wouldn’t love music!
I myself played the violin when I was young,
and I believe that somewhere among my old things
I still have that instrument. I’ll get it right away.
You shall take it to him.
Milada - All right, I will.
(Beneš leaves).
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Scena 4
Milada.
Scene 4
Milada.
20 Milada - Cielo! Oh, così presto
è arrivato quel momento
da tempo chiesto al cielo nelle preghiere,
in cui mi sarà concesso di vederlo, di parlargli!
Dalla gioia immensa mi si appanna la vista,
il cuore batte forte!
adesso resta con me, mio Dio!
Oh, cielo, cielo, ascoltami!
Se puoi vedere nell’umano cuore,
fa che la mia voce si elevi fino a te, oh Signore!
Concedigli la libertà per mano mia!
Se puoi vedere nell’umano cuore,
oh, cielo, cielo, concedigli la libertà,
per mano mia la ottenga!
20 Milada - Goodness! Oh, so soon
has the moment arrived
for which I prayed to heaven,
when I shall see him, speak to him!
So great is my joy that my sight grows dim,
my heart throbs!
Now stand by me, my God!
Oh heaven, heaven, hear my plea!
If you can look into my heart,
let my voice reach up to you, oh Lord!
Grant him to be free again through me!
If you can look into my heart,
oh heaven, heaven, grant him to be free again,
may he regain his liberty through me!
Scena 5
Milada, Beneš.
(Beneš rientra).
Scene 5
Milada, Beneš.
(Beneš returns).
21 Beneš - Eccoti il violino! Prendi una lampada,
perché sono bui gli scalini laggiù.
Io chiudo il cancello alle tue spalle
e ti aspetto qui!
Troverai altri cancelli, chiusi con le sbarre,
spingili aperti, ma fai presto!
Vorrei già banchettare con i miei compagni.
Tu però stai tremando!
Milada - Mi riempie la gioia
che sentirà il cavaliere Dalibor!
Beneš e Milada - Sì, sarà felice,
perché il suo sogno si avvera,
la sua anima prenderà coraggio
e così saprà accettare meglio il suo destino.
(Escono).
21 Beneš - Here is the violin! Take a lamp,
for the staircase leading down is long and dark
I’ll close the gate behind you
and wait for you here!
You will find other gates, bolted,
push each one back, and do not stay too long!
I want to sit to supper with my friends.
But you are trembling!
Milada - I am filled with joy,
the same that knight Dalibor will feel!
Beneš / Milada - No doubt he will be happy,
for his wish is now fulfilled,
his heart will take courage
and he’ll bear his fate with resignation.
(They leave).
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CD 2
CD 2
1 Cambio di scena II
La prigione oscura. In fondo, un cancello sbarrato.
Dalibor sonnecchia. Di fronte a lui, la luce illumina
d’un tratto il fantasma di Zdenì k che suona il violino.
1 Change of stage II
Dark jail. In the background, a closed gate.
Dalibor is sleeping. Suddenly, the ghost of Zdenì k
appears in a burst of light, playing the violin.
Scena 1
Dalibor.
Scene 1
Dalibor.
2 Dalibor - (la visione scompare, si sveglia)
Non era forse lui? Non era di nuovo Zdenì k?
Non ho udito forse il suono delle sue corde d’oro?
Dove sei, Zdenì k? Mostrati a me, amico mio!
Viene a consolarmi apparendomi nel sonno,
non potrebbe raggiungermi in altro modo.
Oh, Zdenì k, se potessi solo sfiorarti
la prigione diventebbe il Paradiso.
Dimenticherei tutto, persino la libertà,
se potessi averti qui una sola volta!
Ma le ombre sepolcrali ci dividono,
tu sei su un trono, là,
ed io sto morendo, qui, in una cella.
Oh, Zdenì k, perché per una qualche magia
non posso vedere la tua immagine per sempre!
Oh, Zdenì k, oh, Zdenì k!
Oh, se solo avessi qui un violino
per poter ricreare quei suoni meravigliosi
che giorno e notte sento nei miei sogni,
potrei sopportare meglio il mio destino crudele.
Ascolta! Il cancello scricchiola!
Che significa una visita così tardi?
2 Dalibor - (the vision disappears and he awakes)
Was that not he? Was it not Zdenì k once again?
Was that not the sound of his golden strings?
Where are you Zdenì k? Show yourself to me,
He tries to comfort me appearing in my sleep,
for there’s no other way.
Oh, Zdenì k, if I could only touch you
my jail would become Paradise.
Everything I would resign, even freedom,
to have you once visit this place!
But the shadows of death keep us apart,
you sit upon a throne, up there,
while here, in jail, I am dying.
Oh, Zdenì k, why can’t I, by some magic power,
see your dear image for eternity!
Oh, Zdenì k, Oh, Zdenì k!
Oh if only I had a violin,
I could reproduce those wondrous sounds
which I hear day and night in my dreams,
I would better endure my cruel fate.
Hear! The gate is squeaking!
What is the meaning of such a late visit?
Scena 2
Dalibor, Milada.
Entra Milada col violino e la lampada.
Scene 2
Dalibor, Milada
Enters Milada, carrying the violin and the lamp.
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3 Milada - (handing the violin to Dalibor)
Accept this gift from my hand.
Dalibor - (grabs the violin without looking
at Milada)
Finally, the violin which I so long wished for!
Oh, Zdenko, Zdenko, Zdenko!
But who are you? Tell me, boy,
I had not paid attention.
Milada - You ask who I am?
Alas, have you not seen my face before?
I am that wretched woman
who, for revenge, accused you
and brought you before a court!
It is because of me that you are dying in prison!
Dalibor - Milada! Is it possible?
Milada - I am Milada!
Seeing you but once,
in that solemn moment,
was enough for me to repent,
I feel bitter remorse
for what I have done,
as the law of the Lord commands.
Disguised as a minstrel
I managed to get inside the castle,
without caring for my liberty or my life,
and gained favour with the guard,
who sent me here with the violin.
But, concealed, I’m also bringing
what’s needed for a flight,
for breaking your fetters
and regain freedom’s path!
Dalibor, I beg your pardon,
forgive, I beseech you, my cruel vengeance.
A deep sorrow oppresses my heart,
do forgive this wretch!
Dalibor - Oh, dear Zdenì k,
now I know why you came,
3 Milada - (dando a Dalibor il violino)
Accetta questo dono dalle mie mani.
Dalibor - (prende il violino dalla mano di Milada
senza guardarla)
Finalmente ho qui il violino che ho tanto desiderato!
Oh, Zdenko, Zdenko, Zdenko!
Ma, chi sei tu? Dimmelo ragazzo,
non ti avevo prestato attenzione, prima.
Milada - Tu mi chiedi chi sono?
Ahimè, non hai mai visto il mio viso?
Sono quella donna miserabile
che per vendetta ti ha accusato
e ti ha fatto condannare!
È colpa mia se adesso stai morendo in prigione!
Dalibor - Milada! E’ mai possibile?
Milada - Sono Milada!
Ma è bastato vederti solo una volta,
in quell’attimo sacro,
per sentire rimorso di quel che ho fatto,
mi pento amaramente,
per quell’azione,
come comanda la legge del Signore!
Vestita da suonatore di lira,
mi sono introdotta nel castello,
senza pensare alla mia vita, alla mia libertà,
e mi sono fatto amico il guardiano,
che mi ha mandata qui con il violino.
Ma di nascosto ho portato anche
ciò che servirà per farti scappare,
per abbattere le sbarre
e aprirti la strada della libertà!
Ti prego, Dalibor, perdonami,
perdonami ti prego quella vendetta feroce.
Nel mio cuore porto un dolore profondo,
riconciliati con questa miserabile!
Dalibor - Oh, Zdenì k caro,
adesso capisco perché eri venuto,
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con quel suono meraviglioso volevi annunciare
l’arrivo della mia salvatrice,
che a te dovrà sostituirsi nel mio cuore!
Alzatevi, Milada!
Voi siete la donna che mi ha conquistato.
Io ho ucciso il vostro fratello, e adesso
voglio essere io vostro fratello, amico, tutto!
Qui sul mio cuore, nell’eterna unione delle anime!
Milada - Dalibor!
Dalibor - Milada!
Milada - Sei mio, adesso!
Dalibor - Sì, sono tuo!
Voglio esserlo, costi quel che costi!
Milada - Dalibor!
Voglio essere tua costi quel che costi!
Milada e Dalibor - Oh, l’inesprimibile felicità d’amore,
quando due anime sono unite dal sentimento,
e nel mezzo di una vita desolata, pazza,
trovano unione, fedeltà reciproca!
Oh, l’inesprimibile felicità dell’amore,
che neppure la rabbia, la tristezza affievolisce,
che sboccia come un fiore della gioia,
sì, anche nelle tenebre della prigione,
riluce la beatitudine del Paradiso!
Milada - Dalibor!
Dalibor - Milada!
Milada - Sei mio adesso!
Dalibor - Sì, sono tuo!
Voglio esserlo, costi quel che costi!
Milada e Dalibor - Adesso sei mio!
Sì, sono tuo!
your wondrous melody was meant
to herald the arrival of my saviour,
of she who is to take your place in my heart!
Stand up, Milada!
You are the woman who has conquered me.
I killed your brother, and now I want to be
your brother, your friend, your everything!
Here, to my heart, let our souls be joined for ever!
Milada - Dalibor!
Dalibor - Milada!
Milada - You are mine!
Dalibor - Yes, I am thine!
I will be thine, come what may!
Milada - Dalibor!
I will be thine, come what may!
Milada / Dalibor - Oh, unspeakable charm of love,
when two souls are tied by passion
and in the midst of this dreary, foolish life
form a bond of reciprocal faith!
Oh, unspeakable charm of love,
which neither anger nor sadness can dim,
which blossoms like the flower of joy,
yes, even in a dark prison,
the bliss of Paradise can shine.
Milada - Dalibor!
Dalibor - Milada!
Milada - You are mine!
Dalibor - Yes, I am thine!
I will be thine, come what may!
Milada / Dalibor - You are mine!
Yes, I am thine!
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ATTO III
ACT THREE
Sala reale. Wladislaw. Intorno a lui i giudici; al suo
cospetto Budivoj e Beneš, quest’ultimo in ginocchio: in
mano tiene un borsello pieno di denaro e un foglio.
A royal chamber. Wladislaw. Around him the Judges, in
front of him Budivoj and Beneš, the latter kneeling down
and holding a purse and a piece of paper.
Ouverture
Overture
Scena 1
Wladislaw, Budivoj, Beneš, i giudici.
Scene 1
Wladislaw, Budivoj, Beneš, the Judges.
4 Budivoj - Nobilissimo re, illustri signori!
È così come vi dico.
La rivolta, la rivolta, ribolle in città,
aizzata da agenti segreti,
che agiscono di notte,
per raccogliere gente in favore di Dalibor.
Alcuni sono già nelle mani delle guardie.
Persino in questo castello,
vicino al trono regale,
ha osato arrivare il bieco tradimento.
Ascoltate voi stesso, sire, il rapporto di questo vecchio!
5 Beneš - Ormai da quarant’anni
svolgo fedelmente il mio servizio
ma mai, in tutta la vita,
ho visto un tradimento simile.
Ho preso con me per pietà
un giovane suonatore di lira,
sembrava povero, innocente,
chi avrebbe sospettato!
Ma rabbrividii di orrore
quando udii la terribile verità,
che era un traditore, una spia,
quando voleva parlare con Dalibor.
Questa notte è sparito,
senza lasciar traccia, nel nulla;
solo questo borsello ho trovato,
4 Budivoj - Noble King, illustrious lords!
It is as I’m telling you.
Revolt, revolt is brewing in town,
instigated by secret agents,
who act at night,
gathering people in support of Dalibor.
Some have already been arrested by our guards.
Not even this castle,
not even the King’s throne
was spared by abject treason.
Hear, my King, what this old guard has to say!
5 Beneš - For as many as forty years
I have faithfully carried out my task
but never did I see
a treachery of this guise.
Moved to compassion I sheltered
a young minstrel,
he looked so innocent and poor,
who would have suspected!
But I shuddered with fear
when I heard the horrible truth,
that he was a spy, a traitor,
that he wanted to speak to Dalibor.
Tonight he disappeared,
he vanished without trace;
I only found this purse,
51
ed una lettera su cui è scritto:
“Prendi e taci!”.
Ma quel borsello non voglio prenderlo
sarebbe tradimento, è denaro del diavolo!
Preferirei morire nella fame e nella miseria,
una simile ricompensa mi fa rabbrividire!
(A un cenno di Wladislaw, Budivoj e Beneš escono).
and a message saying:
“take this and keep silent”.
But I won’t take this purse,
I won’t betray, it’s the devil’s money!
I’d rather linger in hunger and poverty,
such a reward makes me shiver with horror.
(Wladislaw beckons, Budivoj and Beneš leave).
Scena 2
Wladislaw, i giudici, poi Budivoj.
Scene 2
Wladislaw, the Judges, then Budivoj.
6 Wladislaw - A questa tarda ora vi ho chiamati qui,
poiché urge l’azione
il tradimento minaccia la nostra rovina,
ed il mio animo è inquieto e senza posa.
Ora sapete tutto; allora date un consiglio! Decidete!
(a parte, mentre i giudici discutono)
Che bellissimo traguardo, per un sovrano,
quando la sua vita scorre pacifica,
ed è libero di compiere il suo dovere!
Così può rendere felice il suo popolo,
può ornare con allori la sua fronte,
ed essere amato da tutti!
Ma, se deve vivere in tempi selvaggi,
pronunciare giudizi sulle liti tra i suoi sudditi,
e avere sulle labbra la maledizione
della condanna a morte,
oh, allora la sua vita può dirsi penosa,
passa le notti insonne,
e il giorno gli porta nuove pene,
allora nessuno gli invidia la corona!
(ai giudici)
7 Avete terminato? Qual è la vostra decisione?
I giudici - Poiché con ogni istante che passa
il tradimento prende forza,
Dalibor sia messo a morte, subito, stanotte!
Wladislaw - Avete, però, considerato bene
6 Wladislaw - I’ve summoned you here at this late hour
because immediate action is needed,
treason is threatening to strike a blow,
and my soul is troubled and restless.
Now you know all; advise me! reach a decision!
(aside, while the Judges are consulting)
What a beautiful aim for any king to achieve,
to live in peace among his people
and be free to attend to his duty!
Then he can make his people happy,
wear the laurel on his brow,
and be loved by everyone!
But when he lives in times of strife,
when he must rule on men’s disputes
and have upon his lips
the curse of guilty verdict,
then his life becomes miserable,
at night he cannot rest,
and each new day carries new pain,
then no one envies his crown!
(to the Judges)
7 Are you ready? What is your decision?
Judges - Since with every minute
the power of treason gains strength,
then Dalibor must die, this very night!
Wladislaw - But have you duly thought
52
le virtù di quest’uomo?
Una fiamma nobile e soprannaturale
arde in lui.
Io stesso una volta,
facendolo arrestare mi trovai a graziarlo,
gli perdonai il delitto commesso.
I giudici - La pace in questa terra non tornerà
finché non darai l’ordine
di far cessare la sua vita,
questa notte stessa!
Wladislaw - Quali orribili parole!
Devo pronunciare la sentenza?
Ciò che accade quaggiù
sarà giudicato in cielo.
Dio decida sul suo destino,
sul dove e quando debba morire.
Se pronuncerò la sentenza di morte.
sarà la sua fine.
I giudici - La pace in questa terra non tornerà
finché non darai l’ordine
di far cessare la sua vita,
questa notte stessa!
Wladislaw - Riconosco che la misericordia
parrebbe debolezza!
Che sia così! Chiamate Budivoj!
(Budivoj entra)
Che Dalibor muoia sotto la spada!
L’esecuzione sia compiuta oggi stesso!
Ma che sia trattato
come si addice ad un cavaliere!
Come impone l’uso ed il suo rango,
che un corteo lo accompagni
fin nella tomba!
(Wladislaw e i giudici escono lentamente,
seguiti da Budivoj).
of this man’s virtues?
The flame that burns in him
is noble, supernatural.
I myself, once,
intended sending him to jail,
but pardoned him his crime.
Judges - Peace will not reign on this kingdom
till you give the order
that he be killed
this very night.
Wladislaw - What dreadful words!
Am I to sentence him to death?
What is decided on earth
will be judged in heaven.
Let God decide his destiny,
when and where he must die.
If I pronounce his death sentence
it will be the end of him.
Judges - Peace will not reign on this kingdom
till you give the order
that he be killed
this very night.
Wladislaw - I see how pity
can look like weakness!
So let it be! Let Budivoj enter!
(Budivoj enters)
Dalibor be killed by the sword!
Right now, today!
But let him be treated
like the knight he is!
As befits tradition and his standing,
he must be escorted
he must be escorted to his grave!
(Wladislaw and the Judges slowly depart,
followed by Budivoj).
53
Cambio di scena I
Di nuovo la prigione di Dalibor.
Change of stage I
Dalibor’s cell.
Scena 3
Dalibor.
Scene 3
Dalibor.
8 Dalibor - (vicino alla finestra con inferriata,
senza catene)
È giunta la terza notte,
quella di cui lei mi ha parlato;
spezzate le catene, rompo le ultime sbarre
con facilità, poiché sono già mezze segate.
(fa cadere alcune sbarre)
E adesso...
Oh Dio, la libertà!
oh, libertà,
mi ardi dinanzi,
e mondi splendenti
apri ai miei occhi!
Il mio corpo riprende vita.
Sono pronto a nuove azioni
con la spada affilata!
Trema, adesso, Praga superba,
che hai ucciso il mio amico
così crudelmente!
Fra poco varcherò le tue porte,
per compiere la vendetta
che ho giurato.
E tu, su quel tuo trono,
non credere di poter fermare
la mia rabbia feroce!
Come la tempesta piomberò su di voi
e in polvere ridurrò ogni resistenza!
Ora devo mandare un segnale col mio violino,
poi fisso la corda, la getto fuori e via!
(prende il suo violino, si avvicina alla finestra.
Al primo colpo d’archetto, una corda si spezza)
8 Dalibor - (standing near the barred window,
without shackles)
It’s the third night, the one she mentioned;
I broke my shackles, and I shall easily break
the bars of this window,
which have been partly sawn.
(throws a few bars on the floor)
And now…
Oh God, freedom!
Oh, freedom,
you are here in front of me
and unfold before me
beautiful worlds!
My body is brought back to life.
I’m ready for new deeds
with my well-sharpened sword!
And now tremble, proud town of Prague,
you who have killed my friend
in such a cruel fashion!
Soon I shall pass your gates
to carry out the revenge
that I once swore.
Neither you, my King,
with all your power,
could stop my ferocious wrath!
Like a storm I shall fall upon you
and break every resistance!
Now I must give the signal with my violin,
then I’ll fix the rope, throw it out and flee!
(he takes the violin, goes near the window.
At the first strike of the bow a string breaks)
54
Che significa?
Sarà forse un cattivo presagio?
(A quel punto entra Budivoj, seguito dagli scudieri).
What does this mean?
Could it be a bad omen?
(At the same time Budivoj rushes in with his men).
Scena 4
Budivoj, Dalibor, soldati.
Scene 4
Budivoj, Dalibor, soldiers.
9 Budivoj - Oh, cielo! E’ senza catene!
Cosa vedo! Le sbarre rotte!
Dalibor - Sì, è così!
Se solo aveste ritardato di un istante
l’aquila fiera sarebbe volata via,
librandosi nell’aria, col vento delle ali
avrebbe fatto tremare le sale del castello.
Budivoj - Questo è tradimento!
Il guardiano della prigione!
Dalibor - Parola di cavaliere: lui è senza colpa.
Non mi ha dato altro che questo violino,
con cui spezzare il tempo troppo lungo.
Budivoj - È così. Perché l’ho fatto restare così a lungo!
Quel ragazzo, quel traditore, è sfuggito alla punizione!
Dalibor - È sfuggito, dici?
Ti ringrazio per questa notizia!
Sì, era quel giovane che mi voleva salvare!
Oh, che gioia provo,
sapendo che è riuscito a volare via.
Dopo la morte di Zdenì k,
è divenuto lui il mio compagno fedele,
e a lui mi lega
un forte legame d’amicizia.
Il mio popolo fedele lo proteggerà
dalle ire del re.
Ti saluto, fratello mio,
con la vendetta rendi giustizia al mio sangue!
Budivoj - Non esultare! Non è proprio il momento!
Ti porto un grave messaggio del re.
Ascoltalo da uomo.
9 Budivoj - Oh, heaven! He’s broken his shackles!
What do I see! He’s broken the bars too!
Dalibor - Right you are!
Had you but come one minute later
the proud eagle would have flown away,
high in the air, it would have spread its wings
and made all of the castle tremble.
Budivoj - It’s the work of a traitor!
The jailer!
Dalibor - My word of knight: he’s innocent!
He just procured this violin,
with which to kill off time.
Budivoj - That’s true. Why did I let him stay so long!
That boy, that traitor, escaped punishment!
Dalibor - He’s escaped, you say?
I’m grateful for that news!
Yes, it was that boy who wanted to free me.
How pleased I am
that he managed to escape!
After Zdenì k ’s death
he became my faithful friend,
I’m tied to him
by a strong bond of friendship.
My people will protect him
from the King’s wrath.
Farewell, my brother,
Avenge my blood!
Budivoj - Do not rejoice! It is not time!
I bring you a grave message from the King.
Take it like a man.
55
Questa è la volontà del re:
Dalibor deve morire sotto la spada!
L’esecuzione sia compiuta
oggi stesso, senza indugio!
ma che sia trattato
come si addice ad un cavaliere!
Come impone l’uso ed il suo rango,
che un corteo lo accompagni fin nella tomba!
Dalibor - Così, all’improvviso?
Oggi stesso? Perché mai?
Budivoj - Non chiedermelo!
Non si può appellare questa condanna a morte,
inutile nutrire speranze,
vana ogni resistenza,
con la spada o a parole.
Dalibor - Che cambiamento improvviso!
Solo un attimo fa la vita mi pareva beata,
leggiadra, e ora,
la copre un drappo nero,
che la trasforma in notte oscura,
come l’ombra della tomba.
Budivoj - Il prete vi attende,
per prepararvi alla morte.
Dalibor - Allora, che sia così!
Sono pronto a morire!
Anche se per un attimo mi avete visto impallidire,
ora ritrovo il coraggio e la forza.
Ora so che devo morire,
camminerò incontro al mio destino
e morirò da eroe!
Non ebbi mai vita facile,
mi sono abituato a destreggiarmi nelle tempeste
e guardo sereno alla vita passata.
La vita è stata generosa con me,
mi ha colmato di quei doni,
che distribuisce a coloro che soffrono,
mi ha dato l’amicizia e l’amore.
Hear the King’s will:
Dalibor must be killed by the sword!
This very day,
without delay!
But let him be treated
like the knight he is!
As befits tradition and his standing,
let him be escorted to his grave!
Dalibor - Right now?
Without delay? What does it mean?
Budivoj - Do not inquire!
This death sentence cannot be altered,
Any hope is in vain,
any attempt to resist,
by sword or by word, is useless.
Dalibor - What a sudden change!
A moment ago the world looked charming,
radiant, and now
it is wrapped in a black shroud,
covered by darkness,
by the shadow of death.
Budivoj - The priest is waiting,
to prepare you for death.
Dalibor - Then be it so!
I am prepared to die!
Though for a moment I turned pale,
courage and strength are coming back to me.
I know now that I must die,
I shall walk to my destiny,
and I shall die like a hero!
My life was never an easy one,
thus I got used to brave the storms,
and I look back serenely on my past.
Life has been generous with me,
it gave me the gifts that are set aside
for those who suffer,
it gave me friendship and love.
56
Arrivo, Zdenì k, e presto
anche Milada si unirà a noi quella fanciulla santa, la mia vita.
Allora avanti, avanti!
La morte non mi spaventa,
l’ho conosciuta in battaglia!
Zdenì k mi sta aspettando!
Il sangue lavi le colpe di cui mi sono macchiato.
10 (Marcia).
I’m coming, Zdenì k, and soon
also Milada shall join us that blessed girl, my life.
Let’s go, let’s go!
Death does not frighten me,
I’ve met her in battle!
Zdenì k awaits me!
May my blood wash away all my errors.
10 (March).
Cambio di scena II
Davanti alla torre. Di notte
Change of stage II
In front of the tower. At night.
Scena 5
Jitka, Vítek e i mercenari di Dalibor.
Milada in abiti femminili. Il popolo.
Scene 5
Jitka, Vítek and Dalibor’s Mercenaries.
Milada in a woman’s dress. People.
11 Milada - Ancora non udite il suono del violino?
Coro - Muta è la notte, e silenziosa!
Milada - Non riesco più ad aspettare,
vorrei stringerlo al cuore
e, dopo tutte queste pene,
riposare finalmente con lui.
Jitka - Calmati, calmati, anima cara,
spunterà presto, spunterà presto
la splendida stella, che per tutta la vita
illuminerà la tua fronte.
Milada - Che silenzio! Nulla si muove?
Coro - Muta è la notte, e silenziosa!
Milada - Ah, forse la mano vendicatrice
del destino lo ha raggiunto!
La notte aiuta il crimine
e sorregge la mano del tradimento!
Jitka - Scaccia quegli orrori dal tuo animo,
una notte luminosa ci avvolge,
è il rifugio dell’amore
e proteggerà il tuo sposo.
11 Milada - No trace yet of the signal?
Chorus - Nothing yet, the night is silent!
Milada - How long this waiting is,
till I can hold him in my arms
and, after all the suffering,
rest near him.
Jitka - Be patient, dear lady,
your good star soon shall rise
and for the rest of your life
shall shine upon you.
Milada - What silence! No movement yet?
Chorus - Nothing yet, the night is silent!
Milada - Ah, the avenging hand of destiny
perhaps has struck him down!
Night hides the crime
and guides the traitor’s hand!
Jitka - Chase from your heart such nightmares,
A peaceful night like this
is the lovers’ refuge,
it will protect your spouse.
57
(risuona la campana a morto)
Milada - Oh, perché il suono delle campane?
Jitka, coro - Silenzio! Ascolta!
Coro di monaci - (nel castello)
La vita non è che vanità ed illusione
e nulla vale la bellezza del corpo,
a quelli che sono giunti alla vecchiaia,
a quelli spetta la salvezza eterna!
Milada - Oh, è stato scoperto!
(strappa la spada a uno dei soldati)
Orsù, coraggio, andiamo!
(a Vítek e ai soldati)
All’assalto, all’assalto, uomini!
La morte sia il nostro motto!
Assaliamo con forza quelle mura,
conquistiamo quella fortezza!
Sono una donna,
ma nel mio corpo c’è un cuore impavido,
ci attende la vittoria.
Avanti! Avanti, andiamo!
Vítek, mercenari Urrà, urrà!
Coro delle donne - Come leoni
si gettano nella fiumana della lotta,
questi eroi assetati di vendetta,
non annegheranno, ahimè
in fiumi di sangue?
Dalle porte del castello si precipitano le guardie,
le spade cozzano nell’orrenda battaglia!
Quale esito avrà questa battaglia,
da che parte si schiererà la Vittoria?
Jitka - Ecco Milada! Dalibor la conduce!
(a death knell is heard)
Milada - Oh, hear the bells!
Jitka / Chorus - Hush! Listen!
Chorus of monks - (in the castle)
Life is but vanity and illusion,
beauty is worth nothing,
only those who reach an old age
can dream of salvation.
Milada - Oh, he’s been discovered!
(she grasp the sword of one of the men)
Now forward! Forward!
(to Vítek and the men)
To arms, to arms, my men!
Let death be our war-cry!
Dash against those walls,
conquer the fortress!
Though I am just a woman,
my heart is valiant and brave,
victory awaits us!
Come on, come on! Forward!
Vítek / Chorus of Mercenaries Hurrah! Hurrah!
Women - Like wild beasts
they fling themselves into fight,
those heroes, thirsting for vengeance.
Will they, alas, be drowned
in streams of blood?
The royal guards dash out of the castle,
swords are crossed in savage fights!
Whom will Fate favour,
and who will lose the fight?
Jitka - There is Milada! She’s led by Dalibor!
58
Scena 6
Gli stessi, Dalibor, Milada.
Scene 6
The above, Dalibor, Milada.
12 Dalibor - (conduce Milada ferita)
Milada!
Milada - (come in un sogno)
Dove mi trovo?
Oh, come mi sento leggera!
La mia anima si libera
della pesantezza del corpo!
Su nuvole leggere sto salendo, in alto,
e bacio le splendide stelle dorate!
Ed ecco, là, cammina lui, Dalibor!
Dalibor - Non mi abbandonare, cara anima mia,
mio tesoro prezioso!
Rimani, rimani con me!
non mi abbandonare, tu, cara vita mia!
Rimani con me!
Milada - Dalibor!
Dalibor - Oh, rimani!
Milada - Dalibor!
(muore)
Dalibor - Milada!
(cade in ginocchio davanti al suo corpo)
Jitka, coro delle donne Guardate questa splendida rosa primaverile!
Il gelo ha bruciato i suoi boccioli!
Oh da quel cuore pieno di amore
il battito è sparito per sempre!
12 Dalibor - (bringing the wounded Milada)
Milada!
Milada - (like in a dream)
Where am I?
Oh, how light I feel!
My soul sheds
the weight of my body!
On tender clouds I rise, high up,
to touch the golden stars!
And there, there goes he, Dalibor!
Dalibor - Oh, do not leave me, my dearest soul,
my only one, my wife!
Oh stay, stay with me!
Do not abandon me, my precious life!
Stay with me!
Milada - Dalibor!
Dalibor - Oh, stay!
Milada - Dalibor!
(she dies)
Dalibor - Milada!
(falls to his knees by the corpse)
Jitka / Women Behold this tender rosebud!
Frost has burnt its petals!
Her heart so full of love
will no longer beat!
Scena 7
Gli stessi. Budivoj e i soldati.
Scene 7
The above. Budivoj and the soldiers.
13 Budivoj - La folla dei nemici è sconfitta e uccisa.
Lasciate andar via queste donne impaurite.
Abbiamo vinto!
Soldati - Siamo i vincitori!
13 Budivoj - The enemy is beaten and dispersed.
Let these frightened women go freely.
Victory is ours!
Soldiers - Victory is ours!
59
Budivoj - (vedendo Dalibor)
Che cosa vedo qui? Arrenditi, Dalibor!
Dalibor - Siete i benvenuti!
Ormai sarà dolce, per me, la morte!
Zdenì k e Milada mi stanno aspettando!
(Si getta nella mischia con Budivoj,
cade trafitto e muore).
Budivoj - (seeing Dalibor)
What do I see? Surrender, Dalibor!
Dalibor - Welcome! You are welcome!
My death shall now be sweet!
Zdenì k and Milada await me!
(He flings himself against Budivoj and
falls dead).
60
Grateful thanks to Professor Jan Smaczny for his kind cooperation
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