Varie forme di inquinamento Introduzione all’inquinamento In senso lato possiamo parlare di inquinamento in molte accezioni, ma sempre per segnalare un fenomeno di deturpamento dell'ambiente che ci circonda, naturale, umano o relazionale. Inquinamento può essere riferito al deterioramento del tessuto sociale dovuto al diffondersi di pratiche comportamentali dubbie e non legali, così come può avere valenza estetica nei confronti di ambienti naturali deturpati da comportamenti ignobili (abbandono di immondizie) o panorami sfigurati da costruzioni orrende. Con un'accezione fisica, possiamo citare esempi di inquinamento acustico in ambiente lavorativo, urbano o naturale, nonché di inquinamento termico, quando ad esempio si provoca l'innalzamento della temperatura di un bacino idrico ad opera di uno scarico. Immondizie e depositi di rottami provocano un inquinamento visivo od estetico. Anche un organismo può essere ”inquinante”, è il caso del cosiddetto inquinamento genetico. Questo è alla base della controversia sull'uso di organismi geneticamente modificati (O.G.M.) in agricoltura. In senso più stretto il termine inquinamento è riferito all'immissione in un ambiente di sostanze chimiche estranee capaci di alterarlo in modo apprezzabile dal punto di vista fisico, chimico, biologico ed ecologico. L'inquinamento può avere origine naturale (grandi incendi forestali, eruzioni vulcaniche, ecc.) o antropica: guerre (ad esempio l'uso di armi all'uranio impoverito), trasporti (versamenti accidentali di petrolio in mare da petroliere), uso di tecnologie industriali obsolete (ad es. problemi ambientali che derivano dall'uso di risorse naturali in proporzioni superiori alla loro capacità rigenerativa, o dalla sovrapproduzione di rifiuti o, ancora, dal cattivo trattamento dei rifiuti stessi). Inquinamentoè un termine che indica tutti gli agenti fisici (particolati), chimici e biologici che modificano le caratteristiche naturali dell'atmosfera. Questo è uno dei problemi maggiormente sentiti dalle popolazioni dei grandi agglomerati urbani, di cui ci si è iniziati a preoccupare solamente negli ultimi 30 anni. Dagli anni '70 infatti sono state adottate delle politiche per la riduzione degli agenti chimici e di numerose altre sostanze particolari presenti nell'aria. Queste politiche per una maggior salvaguardia dell'ambiente hanno dato dei risultati per alcuni inquinanti come ad esempio il biossido di zolfo, il piombo e il monossido di carbonio;per altri come ad esempio il biossido di azoto, l'ozono e le PM10 non hanno portato i risultati sperati, dei quali si è scoperto solo recentemente la loro criticità per quanto riguarda la salute. È “l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo • per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi”.L'inquinamento acustico può causare nel tempo problemi psicologici, di pressione e di stress alle persone che ne sono continuamente sottoposte. Le cause dell'inquinamento acustico possono essere fabbriche, cantieri, aeroporti, autostrade, circuiti per competizioni motoristiche. L'inquinamento acustico viene combattuto all'interno dell'ambiente casalingo con l'utilizzo di particolari materiali per la costruzione, come il sughero o l'utilizzo di tessuti per i rivestimenti interni.Quando la zona inquinata acusticamente interessa un'area popolata, la reazione dei cittadini ha spesso assunto la forma di Comitati Antirumore. Inquinamento termico L'inquinamento termico si verifica quando le industrie riversano nel mare o nei fiumi tonnellate di acqua calda usata per il raffreddamento dei loro macchinari. L'aumento della temperatura porta a una variazione dei processi vitali e alla morte della flora batterica, tanto utile nei processi di autodepurazione dell'acqua. Nei casi più gravi si verificano una moria di pesci e l'allontanamento di quelli che non sopportano temperature elevate. Un modo per prevenire o ridurre l'inquinamento termico sarebbe quello di utilizzare l'acqua calda usata per il raffreddamento dei macchinari per riscaldare le abitazioni o per l'allevamento dei pesci tropicali. Solo che per far questo le case devono essere vicine alle centrali e nessuno vuole abitare in queste zone Come già accennato per l’inquinamento termico, l’inquinamento delle acque consiste nella contaminazione di quest’ultime causata dall’immissione di sostanze quali prodotti chimici e scarichi industriali e urbani, che ne alterano la qualità compromettendone gli abituali usi. Alcuni dei principali inquinanti idrici sono: le acque di scarico contenenti materiali organici che per decomporsi assorbono grandi quantità di ossigeno; parassiti e batteri; i fertilizzanti e tutte le sostanze che favoriscono una crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche; i pesticidi e svariate sostanze chimiche organiche (residui industriali e sottoprodotti della decomposizione dei composti organici); il prtrolio e i suoi derivati; metalli, sali minerali e composti chimici inorganici; sabbie e detriti dilavati dai terreni agricoli, dai suoli spogli di vegetazione, da cave, sedi stradali e cantieri; sostanze o scorie radioattive provenienti dalle miniere di uranio e torio e dagli impianti di trasformazione di questi metalli, dalle centrali nucleari, dalle industrie e dai laboratori medici e di ricerca che fanno uso di materiali radioattivi. Anche il calore liberato nei fiumi dagli impianti industriali e dalle centrali elettriche attraverso le acque di raffreddamento può essere considerato un inquinante, in quanto provoca alterazioni della temperatura che possono compromettere l’equilibrio ecologico degli ecosistemi acquatici e causare la morte degli organismi meno resistenti, accrescere la sensibilità di tutti gli organismi alle sostanze tossiche, ridurre la capacità di autodepurazione delle acque, aumentare la solubilità delle sostanze tossiche e favorire lo sviluppo di parassiti. Le sostanze contaminanti contenute nell’acqua inquinata possono provocare innumerevoli danni alla salute dell’uomo e all’equilibrio degli ecosistemi. La presenza di nitrati (sali dell’acido nitrico) nell’acqua potabile, ad esempio, provoca una particolare condizione patologica nei bambini che in alcuni casi può condurre alla morte. Il cadmio presente in certi fanghi usati come fertilizzanti può essere assorbito dalle colture e giungere all’uomo attraverso le reti alimentari; se assunto in dosi elevate, può provocare forti diarree e danneggiare fegato e reni. Tra gli inquinanti più nocivi per l’uomo vi sono alcuni metalli pesanti, come il mercurio,l’arsenico, il piombo e il cromo. Gli ecosistemi lacustri sono particolarmente sensibili all’inquinamento. L’eccessivo apporto di fertilizzanti dilavati dai terreni agricoli può avviare un processo di eutrofizzazione, cioè di crescita smodata della flora acquatica. La grande quantità di alghe e di piante acquatiche che si viene a formare deturpa il paesaggio, ma soprattutto, quando si decompone, consuma l’ossigeno disciolto nell’acqua, rende asfittici gli strati più profondi del lago e produce odori sgradevoli. Sul fondo del bacino si accumulano sedimenti di varia natura e nelle acque avvengono reazioni chimiche che mutano l’equilibrio e la composizione dell’ecosistema (quando le acque sono molto calcaree si ha, ad esempio, la precipitazione di carbonato di calcio), e di conseguenza il decesso di molte specie acquatiche. Un’altra fonte di inquinamento idrico è costituita dalle cosiddette piogge acide, che hanno già provocato la scomparsa di ogni forma di vita da molti laghi dell’Europa settentrionale e orientale e del Nord America Gli scarichi industriali contengono una grande varietà di inquinanti e la loro composizione varia a seconda del tipo di processo produttivo. Il loro impatto sull’ambiente è complesso: spesso le sostanze tossiche contenute in questi scarichi rinforzano reciprocamente i propri effetti dannosi e quindi il danno complessivo risulta maggiore della somma dei singoli effetti. La concentrazione di inquinanti può essere ridotta limitandone la produzione all’origine, sottoponendo il materiale a trattamento preventivo prima di scaricarlo nella rete fognaria o depurando completamente gli scarichi presso lo stesso impianto industriale, recuperando, eventualmente, le sostanze che possono essere reintrodotte nei processi produttivi. I fertilizzanti chimici usati in agricoltura e i liquami prodotti dagli allevamenti sono ricchi di sostanze organiche (contenenti soprattutto azoto e fosforo) che, dilavate dalla pioggia, vanno a riversarsi nelle falde acquifere o nei corpi idrici superficiali. A queste sostanze si aggiungono spesso detriti più o meno grossolani che si depositano sul fondo dei bacini. Pur contenendo spesso organismi patogeni, i liquami di origine animale vengono scaricati a volte direttamente sul terreno e da qui sono trasportati dall’acqua piovana nei fiumi, nei laghi e nelle falde sotterranee. In questo caso, per limitare l’impatto degli inquinanti si possono adottare semplici soluzioni, come l’uso di bacini di decantazione o di vasche per la depurazione dei liquami. Nei moderni depuratori i liquami passano attraverso tre fasi distinte di trattamento. La prima, detta trattamento primario, comprende una serie di processi fisici o meccanici di rimozione dei detriti più grossolani, di sedimentazione delle particelle in sospensione e di separazione delle sostanze oleose. Nella seconda fase, detta trattamento secondario, si ossida la materia organica dispersa nei liquami per mezzo di fanghi attivi o filtri biologici. La terza fase, il trattamento terziario, ha lo scopo di rimuovere i fertilizzanti per mezzo di processi chimicofisici, come l’assorbimento su carbone attivo. In ogni fase vengono prodotte notevoli quantità di fanghi, il cui trattamento e smaltimento assorbe il 25-50% dei costi di impianto e di esercizio di un comune depuratore. INQUINAMENTO FALDE ACQUIFERE A cura di: Asante Francesco, Ferrara Walter, Romis Armando.