n° 02
dicembre
2014
Bollettino di formazione e informazione dell’ Unità Pastorale “Madonna dell’Aiuto”
Anno 50°
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Sommario
Pag. 3
Pag. 6
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7
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“
12
14
Pag. 32
Editoriale:
L’eccezione?
dalla Chiesa: globale-locale....:
2015: Anno della vita consacrata
«Le sfide pastorali sulla famiglia
nel contesto dell’evangelizzazione»
Dall’assemblea diocesana ….
… e decanale
Pag. 16
“
“ 18
“ 20
in ricordo:
Il ricordo di don Gino Zanella
“Uomo in cui non c’era falsità”
Suor Mercedes, un anno dopo
Pag. 22
dalle comunità parrocchiali:
Grazie, padre Giorgio
Battesimi e altri Sacramenti
Pellegrinaggio al Santuario
della Madonna del Lares
Festa Madonna dell’Aiuto
Festa degli Anniversari
Giornata del Ringraziamento 2014
Gita chierichetti e collaboratori
al santuario di Maria, Rosa Mistica
4 novembre: in onore ai caduti,
in difesa della pace
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Pag. 63
“
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Pag. 67
4 novembre S. Carlo Borromeo e
ricorrenza dei caduti in guerra
Camminata della Trasfigurazione
Dai percorsi di catechesi
da gruppi ed associazioni:
Gruppo missionario
Momenti d’insieme
In compagnia di don Renato…
Cantare la fede
Santa Cecilia
Apertura oratorio e processione
Madonna del Rosario
Oratorio Lodrone… che gran partenza!
Circolo oratorio e Casa alpina
Serate per NOI
Campeggio adolescenti 2014
Casa Alpina 2014
Estate in Tanzania
Slavgorod 2014
Storia, archivi, restauri...:
Bondone: fede e tradizione
LODRONE
Lettere dal fronte 1914 - 1918
Auguri
Comunità in cammino
Iscrizione al Tribunale di Trento n° 1274 del 10/01/2006
Bollettino interparrocchiale delle Parrocchie di
Storo, Darzo, Lodrone, Bondone
Unità Pastorale “Madonna dell’Aiuto”
- periodico semestrale - n° 2/2014 Anno 50°
Redazione di “Comunità in cammino”:
Via San Floriano, 1 - 38089 Storo (TN)
0465 296046
Proprietario: don Andrea Fava
Direttore Responsabile: Vigilio Giovanelli
Editore: Andrea Fava Via S.Floriano, 1 - Storo
e-mail: [email protected]
chiuso in tipografia il 09 dicembre 2014
Gruppo Redazionale:
don Andrea Fava, Luca Butchiewietz, Cristina
Cimarolli, Davide Gelmini, Giorgio Parmiani,
Elisabetta Pelizzari, Giancarlo Poletti, Marilena
Stagnoli, Virna Zorzi e altri che hanno
collaborato inviando articoli.
Disegni della copertina a cura di Ascanio Zocchi
Foto e impaginazione a cura di Davide Gelmini
Le foto redazionali sono di proprietà privata.
Si ringrazia: Foto Sai.
Vietata la duplicazione e diffusione
Tra i collaboratori si ringraziano:
le persone dei gruppi di volontariato parrocchiale
che collaborano nella distribuzione del bollettino.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 2
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Editoriale
L’eccezione?
Caro don Andrea, lo sai bene che l’erba
voglio non cresce nemmeno nel giardino del
re. Cosa pretendi? Che cresca nel giardino della tua canonica?
Eppure nella letterina a Santa Lucia ho
scritto due cose e me le ha portate. Veramente!
Volevo trascorrere 10 giorni, lassù a
Faserno, in colonia con il turno adolescenti, e
ci sono riuscito.
Scrivo infatti l’articolo ispirato da questa
esperienza positiva che voglio condividere con
voi.
Di solito è la pastorale delle celebrazioni
e della catechesi che impegna gran parte della
vita di un sacerdote.
Ma volevo mettermi alla prova. Dentro di
me sentivo questa vocina: “Don Andrea hai
bisogno di loro. Loro ti insegneranno l’arte
di comunicare emozioni”.
Sono giovani che cominciano a vivere i
loro sentimenti, cercano libertà, si sentono importanti, ed hanno ragione, affilano la lama perché sanno di aver davanti le prime battaglie
della vita, e sono super convinti di poterle vincere tutte: che bello condividere con loro questa passione di vita. Solo standoci assieme, ne
vieni condizionato.
È stata una prova per vedere se, già a 38
anni, ero ingessato. Invece ne sono uscito vincitore. Ancora all’altezza, capace di assorbire
le loro emozioni, ridere, scherzare, parlare con
il cuore e il loro linguaggio.
Rimane la canzone, l’inno che ci ha accompagnato in questi 10 giorni di campeggio,
e che vorrei condividere con voi, perché mi ha
ispirato qualche idea per scrivere l’articolo che
segue.
(alla fine dell’articolo potete trovare il testo della canzone. Per ascoltare la canzone, dovete
entrare nel sito www.upmadonnadellaiuto.it
cliccando su “Inno campeggio adolescenti
2014”)
“Senza una meta, senza sapere
quanto manca e dove vado”
In alcune comunità ci sono meno tensioni, in altre di più. Rimangono alcuni nodi da
sciogliere, ma per fortuna la vita corre spedita.
Non possiedo soluzioni in tasca e penso
che un paio di braghe del genere non le possieda nessuno.
Non sono un mago capace di inventare
la comunità perfetta. Posso solo testimoniare
la capacità di assorbire i colpi, senza perdere
serenità e determinazione, e puntare sulle cose
che contano.
Cristo rimane l’unico navigatore. Non
mi suggerisce in modo preciso dove andare: se
svoltare a destra all’incrocio o alla prossima
rotonda se uscire alla seconda strada. Sarebbe
troppo semplice e forse banale.
Mi accontento di sapere che, se sbaglio
svincolo, avrò altre occasioni per ritrovare la
via giusta. Arriverò solamente con qualche mese
di ritardo.
“Che questa Vita sia la mia
strada in salita”.
Amo arrivare al limite, amo grondare di
sudore, amo non avere fiato per fare un metro
in più, amo raschiare il fondo del barile, amo
non cercare imprese semplici: le lascio a voi le
ciclabili e le passeggiate rilassanti.
Ogni tanto vi costringo a salire con me,
lassù, per strade che mai avevate pensato di
percorrere. Vi chiedo moltissimo, vi metto alla
prova, con sforzi più grandi di voi. Chissà, forse mi maledite, e fate anche bene.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 3
Sono arrivato un anno fa’, e mi sono
messo dietro, in fondo al gruppo. Tutti voi, qui
del posto, ne sapevate più di me. Con che diritto potevo mettermi davanti per indicarvi dove
andare?
Ma dopo un anno in cui avete condiviso
con me le vostre cartine geografiche (e di questo vi ringrazio), ora è arrivato il momento di
risalire il gruppo e di cominciare a mettersi nelle
prime posizioni, per provare a scegliere le rotte migliori.
Per fortuna, non mi trovo in aula parlamentare, dove devo ottenere una fiducia numerica. Falchi e colombe ci saranno sempre.
Non sono gli applausi quelli che devo cercare.
Anche se, devo ammettere, quando mancano,
qualche esame di coscienza me lo faccio.
L’unica sfida, rimane quella della fedeltà
al Vangelo, al dono di sé. È importante educarci tutti, nessuno escluso, nemmeno io, a percorrere questa strada in salita, che Gesù aveva ben descritto.
Significa percorrere la strada meno peggio, quella che crea comunque sconforto, quella che non accontenta nessuno, e un po’ di
amaro in bocca lo lascia a tutti.
Avevo dentro di me, appena diventato
prete, la convinzione che con l’amore, la pazienza, l’affetto, il perdono, si arrivasse a conquistare tutti. Voglio ancora crederlo e desidero riappropriarmi di questo sogno.
Ma servono due fantastici ingredienti, i
miei alleati che ormai conoscete: amico di tutti, senza paura di sporcarsi la dignità e di essere giudicato, e distanze di sicurezza da tutti,
senza farsi troppo coinvolgere dalle vicende.
L’unica vicenda in cui farsi coinvolgere è
di quell’Uomo che si è donato sul Golgota. Solo
per lui val la pena perdere la testa, e per nessun’altra questione.
Se invece dovrò affondare, lo farò con il
Vangelo nel cuore, in buona fede, perché di
altre alleanze, rimedi, strategie e soluzioni, non
ne voglio sentir nemmeno parlare.
La regola esiste: “Non c’è due senza tre”.
E credetemi, questo mi fa’ pensare. Ma so che,
ad ogni regola, esiste anche l’eccezione.
A volte mi sembra di essere una nave sulla scacchiera nel gioco della battaglia navale,
dove si spera che l’avversario non indovini le
coordinate giuste.
“Ci son passato di nuovo a pelo”
Un anno è passato: di tutto posso dire,
tranne che sia stato un anno noioso. Ci sono
stati momenti di grande soddisfazione, intrecciati con alcuni bocconi amari da ingoiare.
Ma con una strana sensazione: che la
Provvidenza non mi abbia mai abbandonato e
penso che ormai, non lo farà: come se si fosse
innamorata di me.
La certezza che questa presenza delicata
(chiamatela fortuna, caso, un po’ di c..lo),
sia capace di aprirmi improvvisi passaggi segreti, stretti, piccoli, difficili da notare, quando
ormai ho le spalle al muro. Ci devo comunque
passare “a pelo”, come dice la canzone: passaggi fatti su misura, aperti proprio per l’occorrenza, e che si chiudono subito dietro di me,
appena ci sono passato, per non rimanere imprigionato in qualche vicolo cieco.
Un passaggio né troppo largo, da passarci in due comodamente, magari con un gelato in bocca, ma nemmeno impossibile da valicare.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 4
Sono convinto che Dio è qui, mi precede sulla strada che devo imboccare, anche per
il futuro. Non è capace di farne a meno.
Sta diventando una storia sacra quella che si
sta svolgendo qui nella nostra unità pastorale.
“Conosci uomini, che senza aver
lottato abbiano donato un senso?
Conosci sogni che non ti siano costati
sangue?”
Fare le cose insieme, costa sempre tanta
fatica e pazienza. Ce ne stiamo accorgendo.
Abbiamo fatto molto quest’anno, ma possiamo fare molto di più.
Serve lo sforzo continuo di tutti, per trovare il giusto equilibrio, tra la ricchezza da custodire nella propria chiesa e il patrimonio comune che si forma puntando tutti insieme verso alcuni obiettivi comuni.
Solo adesso, a circa un anno di distanza
dal mio arrivo, mi accorgo dell’importanza di
quella firma sull’altare, mi accorgo dell’incarico di responsabilità che mi è stato affidato.
Accompagnato da amici, come dicevo alla
predica della prima domenica di avvento, posso penetrare nella notte più oscura, sapendo
che ho qualcosa da raccontare: la deliziosa e
paradossale vicenda di un Uomo che si è donato fino alla fine per noi e ci ha insegnato
l’unico assurdo mestiere, che è quello di perdonare.
“voglio una partita
che mi faccia dare il meglio”
All’inizio dell’articolo avevo detto di aver
domandato due cose nella lettera a santa Lucia
e me le ha portate. La prima l’ho già raccontata: i giovani.
Caro don Andrea, che ogni tuo desiderio
diventi un ordine. Puff! Volevi dare il meglio di
te? Ed eccoti servito, qui nella Bassa Val del
Chiese, dove troverai pane per i tuoi denti.
Ma i miei adolescenti quest’estate mi hanno insegnato ad affilare la lama dello spirito,
“a prendere l’armatura di Dio, a rivestirci con
la corazza della giustizia, e come calzatura
ai piedi la passione per il vangelo della pace.
Tenere sempre in mano lo scudo della fede,
l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. E saper pregare,
incessantemente” (Ef cap. 6,17).
Con la convinzione di saper vincere tutte
le battaglie… nessuna esclusa. Questa volta non
si ammettono eccezioni.
Guidami in ciò che amo e così sia.
don Andrea
testo canzone:
Strada in salita
Ed eccomi qua,
senza una meta, senza una strada,
senza sapere quanto manca e dove vado,
cosa non vedo,
vale così poco questo tempo,
se non capisco dove sono,
e quello che sento,
ma io so che
Voglio un sogno,
e voglio un senso, voglio una partita
che mi faccia dare il meglio,
che questa Vita sia
la mia strada in salita,
che mi possa guidare
in ciò che amo e così sia.
Ed eccomi qua,
ci son passato di nuovo a pelo,
come l’ultimo istante in cui cadevo
ad occhi chiusi,
quando chiedi e ormai non credi,
che ci sarà qualcosa lì per te.
Ma in fondo è in quel momento che
Voglio un sogno,
e voglio un senso, voglio una partita
che mi faccia dare il meglio e
questa Vita sia la mia strada in salita,
che mi possa guidare
in ciò che amo e così sia.
Dì, conosci uomini,
che senza aver lottato
abbiano donato
un senso più a questa vita?
Conosci sogni degni
del nome che gli hai dato,
che non ti siano costati,
in sangue e occhi al Cielo?
Ed è così che io credo.
Voglio un sogno, e voglio un senso,
voglio una partita
che mi faccia dare il meglio,
e questa Vita sia,
la mia strada in salita,
che mi possa guidare
in ciò che amo e così sia.
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dalla Chiesa: globale-locale....
2015: Anno della vita consacrata
Inizia l’anno dedicato alla vita consacrata. Questa iniziativa è stata spiegata da Papa
Francesco. Ecco le sue parole.
“…Tutti siamo chiamati ad offrirci al Padre con Gesù e come Gesù, facendo della nostra vita un dono generoso, nella famiglia,
nel lavoro, nel servizio alla Chiesa, nelle opere di misericordia. Tuttavia, tale consacrazione è vissuta in modo particolare dai religiosi, dai monaci, dai laici consacrati, che con
la professione dei voti appartengono a Dio
in modo pieno ed esclusivo.
Questa appartenenza al Signore permette a quanti la vivono in modo autentico
di offrire una testimonianza speciale al Vangelo del Regno di Dio. Totalmente consacrati a Dio, sono totalmente consegnati ai fratelli, per portare la luce di Cristo là dove più
fitte sono le tenebre e per diffondere la sua
speranza nei cuori sfiduciati. Le persone consacrate sono segno di Dio nei diversi ambienti
di vita, sono lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, sono profezia di
condivisione con i piccoli e i poveri. Così intesa e vissuta, la vita consacrata ci appare
proprio come essa è realmente: è un dono di
Dio, un dono di Dio alla Chiesa, un dono di
Dio al suo Popolo! Ogni persona consacrata
è un dono per il Popolo di Dio in cammino.
La Chiesa e il mondo hanno bisogno di questa testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio.
I consacrati, i religiosi, le religiose sono
la testimonianza che Dio è buono e misericordioso.
Perciò è necessario valorizzare con gratitudine le esperienze di vita consacrata e approfondire la conoscenza dei diversi carismi
e spiritualità.
Occorre pregare perché tanti giovani rispondano “sì” al Signore che li chiama a consacrarsi totalmente a Lui per un servizio disinteressato ai fratelli; consacrare la vita per
servire Dio e i fratelli.
Per tutti questi motivi, come è stato già
annunciato, l’anno prossimo sarà dedicato
in modo speciale alla vita consacrata. Affidiamo fin da ora questa iniziativa all’intercessione della Vergine Maria e di san Giuseppe, che, come genitori di Gesù, sono stati
i primi ad essere consacrati da Lui e a consacrare la loro vita a Lui.”
Angelus del 2 Febbraio 2014
Chiamaci a lavorare
Signore Gesù,
che hai chiamato chi hai voluto,
chiama molti di noi
a lavorare per Te,
a lavorare con Te.
Tu, che hai illuminato con la tua Parola
quelli che hai chiamati
e li hai sostenuti nelle difficoItà,
illuminaci con il dono della fede in te.
E se chiami qualcuno di noi,
per consacrarlo tutto a Te,
il tuo amore riscaldi questa vocazione
fin dal suo nascere
e la faccia crescere e perseverare
sino alla fine.
Amen.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 6
Sinodo:
«Le sfide pastorali sulla famiglia
nel contesto dell’evangelizzazione»
Sono stati 253 i partecipanti al terzo
Sinodo straordinario sulla famiglia, svoltosi in
Vaticano dal 5 al 19 ottobre. Tra loro, anche
14 coppie di sposi, suddivise tra esperti e uditori. “Sinodo” vuol dire “camminare insieme”:
ecco, allora, che dai cinque continenti la Chiesa universale si mette in cammino verso la sede
di Pietro per riflettere su “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.
62 saranno gli altri partecipanti, inclusi 8
delegati fraterni: tra loro, anche Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Dalle Chiese Orientali sono giunti tredici esponenti, provenienti
anche da Paesi in conflitto, come l’Iraq e
l’Ucraina, rappresentati dal Patriarca caldeo
Louis Sako e dall’arcivescovo maggiore grecocattolico Shevchuk. Tredici, inoltre, le coppie
di coniugi che appartenenti ai parte dei 38
uditori, con diritto di parola ma non di voto in
Aula; altri due consorti sono rientrati, invece,
tra i 16 esperti, ovvero i collaboratori del Segretario speciale. Tra i membri di nomina pontificia, è stato presente il padre gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuita
“La Civiltà Cattolica”.
Durante le due settimane di lavori, i partecipanti all’Assemblea hanno riflettuto sul Documento di lavoro diffuso a giugno scorso. Lo
scopo, spiega il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, è quello di “proporre al mondo odierno la bellezza e i valori
della famiglia, che emergono dall’annuncio
di Gesù Cristo che dissolve la paura e sostiene la speranza”.
I lavori hanno seguito una nuova
metodologia, per favorire una partecipazione
più dinamica dei Padri sinodali. Si sono compiuti i passi necessari “per emendare norme o
eventualmente mettere mano ad una vera e
propria ristrutturazione dell’organismo
sinodale”. Non sono stati previsti documenti
finali al termine di questa Assemblea straordinaria: essa, infatti, è solo la prima tappa di un
percorso che si concluderà nel 2015, quando
dal 4 al 25 ottobre si terrà il 14.mo Sinodo
generale ordinario sul tema “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”.
Il Papa ai Padri Sinodali:
un cammino insieme
Dal discorso del Santo Padre Francesco
per la conclusione della III^ Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, Roma 18-10-2014
… “Potrei dire serenamente che - con uno
spirito di collegialità e di sinodalità - abbiamo
vissuto davvero un’esperienza di “Sinodo”, un
percorso solidale, un “cammino insieme”.
Ed essendo stato “un cammino” - e come
ogni cammino ci sono stati dei momenti di corsa veloce, quasi a voler vincere il tempo e raggiungere al più presto la mèta; altri momenti di
affaticamento, quasi a voler dire basta; altri
momenti di entusiasmo e di ardore. Ci sono
stati momenti di profonda consolazione ascoltando la testimonianza dei pastori veri che portano nel cuore saggiamente le gioie e le lacrime dei loro fedeli. Momenti di consolazione e
grazia e di conforto ascoltando e testimonianze delle famiglie che hanno partecipato al
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 7
Sinodo e hanno condiviso con noi la bellezza e
la gioia della loro vita matrimoniale. Un cammino dove il più forte si è sentito in dovere di
aiutare il meno forte, dove il più esperto si è
prestato a servire gli altri, anche attraverso i
confronti. E poiché essendo un cammino di
uomini, con le consolazioni ci sono stati anche
altri momenti di desolazione, di tensione e di
tentazioni, delle quali si potrebbe menzionare
qualche possibilità:
lo allo Spirito di Dio.
- la tentazione dell’irrigidimento ostile,
cioè il voler chiudersi dentro lo scritto e non
lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese; dentro la legge, dentro la certezza di ciò
che conosciamo e non di ciò che dobbiamo
ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di
Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti - oggi“tradizionalisti” e anche degli intellettualisti.
Cari fratelli e sorelle, le tentazioni non ci
devono né spaventare né sconcertare e nemmeno scoraggiare, perché nessun discepolo è
più grande del suo maestro; quindi se Gesù è
stato tentato - e addirittura chiamato Beelzebul
- i suoi discepoli non devono attendersi un trattamento migliore.
- La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le
radici. È la tentazione dei “buonisti”, dei timorosi e anche dei cosiddetti “progressisti e
liberalisti”.
- La tentazione di trasformare la pietra
in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente e anche di trasformare il
pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati cioè di trasformarlo in “fardelli insopportabili”.
- La tentazione di scendere dalla croce,
per accontentare la gente, e non rimanerci, per
compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo
spirito mondano invece di purificarlo e piegar-
- La tentazione di trascurare il
“depositum fidei”, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall’altra parte, la tentazione di trascurare la realtà
utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire
niente! Li chiamavano “bizantinismi”, credo,
queste cose...
Personalmente mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste
tentazioni e queste animate discussioni; questo
movimento degli spiriti, come lo chiamava
Sant’Ignazio se tutti fossero stati d’accordo o
taciturni in una falsa e quietista pace. Invece
ho visto e ho ascoltato - con gioia e riconoscenza - discorsi e interventi pieni di fede, di
zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e di parresia. E ho sentito
che è stato messo davanti ai propri occhi il bene
della Chiesa, delle famiglie e la “suprema lex”,
la “salus animarum”. E questo sempre - lo
abbiamo detto qui, in Aula - senza mettere mai
in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l’indissolubilità, l’unità,
la fedeltà e la procreatività, ossia l’apertura alla
vita.
E questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa,
che non ha paura di rimboccarsi le maniche
per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini; che non guarda l’umanità da un castello
di vetro per giudicare o classificare le persone.
Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere
fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la
Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere
con le prostitute e i pubblicani. La Chiesa che
ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi,
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 8
i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti! La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non
vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il
cammino e lo accompagna verso l’incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme
Celeste.
Questa è la Chiesa, la nostra madre! E
quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi,
si esprime in comunione, non può sbagliare: è
la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel
senso soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo affinché, insieme, possiamo tutti entrare nel cuore del Vangelo e imparare a seguire Gesù nella nostra vita, e questo non deve essere visto come motivo di confusione e di disagio.
Tanti commentatori, o gente che parla,
hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l’altra, dubitando
perfino dello Spirito Santo, il vero promotore
e garante dell’unità e dell’armonia nella Chiesa. Lo Spirito Santo che lungo la storia ha sempre condotto la barca, attraverso i suoi Ministri, anche quando il mare era contrario e mosso e i ministri infedeli e peccatori.
E, come ho osato di dirvi all’inizio, era
necessario vivere tutto questo con tranquillità,
con pace interiore anche perché il Sinodo si
svolge cum Petro et sub Petro, e la presenza
del Papa è garanzia per tutti.
Parliamo un po’ del Papa, adesso, in rapporto con i vescovi... Dunque, il compito del
Papa è quello di garantire l’unità della Chiesa;
è quello di ricordare ai pastori che il loro primo
dovere è nutrire il gregge - nutrire il gregge che il Signore ha loro affidato e di cercare di
accogliere - con paternità e misericordia e senza false paure - le pecorelle smarrite. Ho sbagliato, qui. Ho detto accogliere: andare a trovarle.
Il suo compito è di ricordare a tutti che
l’autorità nella Chiesa è servizio come ha spiegato con chiarezza Papa Benedetto XVI, con
parole che cito testualmente: «La Chiesa è chiamata e si impegna ad esercitare questo tipo di
autorità che è servizio, e la esercita non a titolo
proprio, ma nel nome di Gesù Cristo ... attraverso i Pastori della Chiesa, infatti, Cristo pasce il suo gregge: è Lui che lo guida, lo protegge, lo corregge, perché lo ama profondamente. Ma il Signore Gesù, Pastore supremo delle
nostre anime, ha voluto che il Collegio Apostolico, oggi i Vescovi, in comunione con il
Successore di Pietro ... partecipassero a questa sua missione di prendersi cura del Popolo
di Dio, di essere educatori nella fede, orientando, animando e sostenendo la comunità cristiana, o, come dice il Concilio, “curando, soprattutto che i singoli fedeli siano guidati
nello Spirito Santo a vivere secondo il Vangelo la loro propria vocazione,a praticare
una carità sincera ed operosa e ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci
ha liberati” (Presbyterorum Ordinis,6) ... è
attraverso di noi - continua Papa Benedetto che il Signore raggiunge le anime, le istruisce,
le custodisce, le guida. Sant’Agostino, nel suo
Commento al Vangelo di San Giovanni, dice:
“Sia dunque impegno d’amore pascere il gregge del Signore” (123,5); questa è la suprema norma di condotta dei ministri di Dio,
un amore incondizionato, come quello del
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 9
Buon Pastore, pieno di gioia, aperto a
tutti, attento ai vicini e premuroso verso
i lontani, delicato verso i più deboli, i piccoli, i semplici, i peccatori, per manifestare l’infinita misericordia di Dio con le
parole rassicuranti della speranza» (Benedetto XVI, Udienza Generale, Mercoledì, 26
maggio 2010).
Quindi, la Chiesa è di Cristo - è la Sua
Sposa - e tutti i vescovi, in comunione con il
Successore di Pietro, hanno il compito e il dovere di custodirla e di servirla, non come padroni ma come servitori. Il Papa, in questo
contesto, non è il signore supremo ma piuttosto il supremo servitore - il “servus servorum
Dei”; il garante dell’ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale, pur essendo - per volontà di Cristo stesso - il “Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli” e pur
godendo “della potestà ordinaria che è su-
prema, piena, immediata e universale nella
Chiesa”.
Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare
soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a
dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie.
Un anno per lavorare sulla ”Relatio
synodi” che è il riassunto fedele e chiaro di
tutto quello che è stato detto e discusso in questa aula e nei circoli minori. E viene presentato
alle
Conferenze
episcopali
come
“Lineamenta”.
Il Signore ci accompagni, ci guidi in questo percorso a gloria del Suo nome con l’intercessione della Beata Vergine Maria e di San
Giuseppe! E per favore non dimenticate di pregare per me!”
La verità e la misericordia
la Chiesa è faro e fiaccola
Mauro Cozzoli
da Avvenire: 30 ottobre 2014
Al Sinodo ha fatto presa la felice figura
del faro e della fiaccola, riferita al ministero
di luce della Chiesa, cui diversi commentatori hanno dato risonanza, interpretandola nel
proprio orizzonte di significato. Il faro, ben fondato ed elevato, effonde una luce forte ed estesa che infonde fiducia e dà sicurezza nella navigazione della vita. La Chiesa è luce-faro di verità e di grazia per tutti nella storia e nel mondo.
La fiaccola cammina con chi la porta: emana
una luce particolare e circoscritta, che illumina
i passi delle persone, viandanti e pellegrini nel
cammino della vita. La Chiesa è luce-fiaccola
di verità e di grazia per ciascuno, nel qui e ora
di una situazione o di una stagione della vita.
Applicando l’allegoria al ministero di misericordia – cui con insistenza Papa Francesco
sollecita la Chiesa, chiamando ciascuno a farsi
prossimo e compagno di viaggio soprattutto
dei più bisognosi – taluni interpreti hanno
veicolato un’accezione appositiva, se non proprio oppositiva, delle due figure e della relazione tra loro. Finora sarebbe prevalsa l’immagine della Chiesa-faro, ferma e salda sulla Tradizione e nel suo immutabile insegnamento, cui
guardare e andare per attingere.
Con Papa Francesco sarebbe in atto la
transizione a una Chiesa-fiaccola: «Chiesa in
uscita» – come ci dice nella Evangelii Gaudium
– per cercare e avvicinare, accompagnare, guardare negli occhi e ascoltare, curare e rimettere
in cammino. «Chiesa che ha le porte spalancate – come ha detto ai Padri Sinodali nel discorso conclusivo del Sinodo – per ricevere i bisognosi, i pentiti, e non solo i giusti o coloro che
credono di essere perfetti». Tanto basta a far
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 10
l’immaginario prevalente oggi – a un
trascinamento opinionale ed emotivo.
La Chiesa non può cedere a questa deriva: verrebbe meno al suo compito di Maestra.
E poi perché forma privilegiata e qualificata di
carità è portare all’altro la verità: la carità del
vero. È illusorio e ingannevole un amore vuoto, un amore non vero….
dire di una Chiesa più attenta alle persone che
alla dottrina, centrata sulla carità più che sulla
verità.
È evidente a tutti che papa Francesco
rilancia il simbolismo evocativo della Chiesafiaccola, chiamando a una evangelizzazione
itinerante, di avvicinamento e vicinanza, di accompagnamento e cura, richiamando il significato e la forza sanante dei sacramenti, mettendo in guardia da un astrattismo dottrinale lontano dalle persone e da un precettismo etico
incurante di esse. L’esortazione apostolica
Evangelii gaudium ne è il quadro di motivazione e di metodo.
Che papa Francesco non intenda con
questo sminuire il ministero di verità della Chiesa, in ciò che essa ha di immutato e immutabile, sbilanciandone il ruolo-faro sul ruolo-fiaccola, è però altrettanto chiaro. Il Papa non si sente al di sopra della verità, ma sotto la sua autorità, in attitudine – dice ai Padri sinodali – non
di «padrone» ma di «servo e custode»: «Il Papa
non è il signore supremo, ma piuttosto il supremo servitore; il garante dell’ubbidienza e
della conformità della Chiesa alla volontà di Dio,
al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale,
pur essendo – per volontà di Cristo stesso – il
“Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli”
(can 749) e pur godendo della “potestà ordinaria che è suprema, piena, immediata e universale nella Chiesa” (cf cann.331-334)».
Francesco sta conducendo il Sinodo sulla
famiglia, in uno svolgimento a più tappe e col
coinvolgimento di tutto il popolo di Dio. Lo si
evince dalla Relatio sinodi che fa sintesi dei
contributi offerti nell’Assemblea generale straordinaria appena conclusa. Sulla prima sponda ci sono le riaffermate – ha detto il Papa –
«verità fondamentali del sacramento del matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà, l’apertura alla vita». Sulla seconda ci sono le famiglie
segnate da irregolarità (convivenze, matrimoni
civili) o da ferite (coniugi abbandonati, separati, divorziati risposati o no, famiglie
monoparentali). Nessuno va escluso dall’amore misericordioso, in una pedagogia – variamente scandita nella Relazione – di «accoglienza», «prossimità», «accompagnamento», «discernimento delle situazioni», «riconoscimento degli elementi positivi presenti». Indici tutti di attenzione primaria alle persone, che chiama tutti
– ha detto ancora il Papa – a «rimboccarsi le
maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite
degli uomini».
Il riferimento è alla forza sanante della
carità e della grazia: la grazia sacramentale in
primis. Con la «possibilità – anche – che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia» (Relatio 52)? La
Relatio dà conto della discussione dell’Assemblea in merito e conclude: «La questione va
Questo significa che fare della carità, nella forma prima della misericordia, la via maestra del Vangelo e dell’evangelizzazione non
implica alienazione o ribasso di verità. Perché
non c’è amore senza verità, ridotto – come nelComunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 11
ancora approfondita» (Ivi 52). A questo approfondimento, come a quello di tutta la
problematica, è chiamata la Chiesa tutta intera
(pastori, teologi e fedeli laici), nel cammino di
riflessione e contributi che porterà, tra un anno,
alla fase conclusiva e decisiva del Sinodo.
Cammino animato e diretto dallo Spirito
Santo, ricorda e rassicura Francesco: «Quando
la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso
soprannaturale della fede, che viene donato
dallo Spirito Santo, il vero promotore e garante
dell’unità e dell’armonia nella Chiesa».
Per questo convenire sinodale, animato
e diretto dallo Spirito di Dio, coniugare insieme verità e misericordia anche nel difficile campo delle irregolarità familiari, dei divorziati
risposati in particolare, è possibile. Senza che
la Chiesa contraddica il suo insegnamento, ma
lo approfondisca, lo sviluppi e lo attualizzi nell’oggi delle persone e delle loro attese. E senza
– per tornare al simbolismo iniziale – che l’essere faro impedisca alla Chiesa di essere fiaccola e, per essere fiaccola, la Chiesa cessi d’essere faro.
Qui sotto e seguenti:
alcuni momenti del rosario
alla Madonna di Bes
dello scorso giugno
Dall’assemblea diocesana...
Sabato 20 settembre scorso si è tenuta a
Trento, presso l’Auditorium S. Chiara, l’Assemblea Pastorale Diocesana. Dopo l’accoglienza,
la preghiera e il saluto dell’Arcivescovo mons.
Luigi Bressan. Nella meditazione ha sottolineato la chiamata della Chiesa odierna a vivere la
missionarietà; serve sempre più un atteggiamento missionario, verso gli altri, verso i lontani. Durante l’Assemblea il Vescovo ha indicato
tre aspetti sui quali come comunità dovremmo
lavorare: rivedere la nostra fede in Gesù Cristo; non perdere la speranza e la missionarietà
verso gli altri. Inoltre ha ricordato che, a partire dal 21 novembre 2014, inizia l’anno speciale della vita consacrata.
Quest’anno non è previsto un piano pastorale né percorsi pastorali. Alle nostre comunità non verranno consegnati sussidi particolari né particolari indicazioni per così dire
«diocesane».
Don Stefano Zeni, biblista, ha presentato
una relazione nella quale ha sottolineato che:
“l’Assemblea pastorale diocesana serve ad in-
contrarsi, serve a
stringere mani e
rivedere volti conosciuti, serve a
confortarsi, serve a prendere coraggio, serve a
lamentarsi del proprio parroco; serve a raccontarsi le esperienze, serve a sentire che i
problemi della mia comunità non sono solo
della mia comunità.
È bello vedere tanta gente di buona
volontà che, nonostante tutto, ha an-cora
voglia di fare squadra, di impegnarsi in parrocchia, di mettersi seriamente in gioco con
e per Gesù Cristo.”
“Ancora una volta sulle strade di
Emmaus. «Noi speravamo» è
stato il titolo della Assemblea.”
“Quando «speravamo» lo dicono gli altri,
allora possiamo cogliere il lamento della gente. Forse la Chiesa è apparsa troppo debole.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 12
Davanti a questo panorama, serve una
Chiesa in grado di far compagnia, una
Chiesa che accompagna il cammino mettendosi in cammino con la gente, una
Chiesa che si apre per incontrare le persone nella loro strada, in grado di inserirsi
con delicatezza nella loro conversazione,
esattamente come fa Gesù con i due di
Emmaus.”
“La Chiesa non è papa Francesco,
non è il Vaticano, non è la Curia di Trento
con i suoi uffici, non è il parroco di turno,
che normalmente è sempre meno bravo
del suo predecessore. Basta con le scuse
o con il sistema della delega. Chiesa, cioè comunità, siamo noi.”
“Nell’Antico Testamento c’è un piccolo
libretto intitolato «Lamentazioni». Ognuno di
noi, dal punto di vista pastorale, potrebbe aggiungere pagine su pagine e capitoli su capitoli
a questo testo delle Lamentazioni, perché ogni
nostra comunità ha le sue Lamentazioni, perché ogni consiglio pastorale ha le sue
lamentazioni: «non si riesce a coinvol-gere la
gente», ogni gruppo missionario ha le sue
lamentazioni: «mancano le forze giovani», ogni
sagrestano ha le sue lamentazioni: «si è sempre fatto così e adesso arriva il parroco nuovo e vuole cambiare»; ogni gruppo di catechiste ha le sue lamentazioni: «’sti ragazzi vengono in chiesa e non sanno neanche fare il segno della croce»; ogni prete ha le sue
lamentazioni. C’è bisogno di uno sfogo e allora non resta che la via del lamento.”
“Brutta cosa quando la
speranza non abita il presente”.
Il verbo forte della Chiesa trentina è «speriamo». «Speriamo» che il nuovo anno pastorale sia abitato da
Dio; «speriamo» che le nostre
comunità incontrino per prime
e facciano incontrare Gesù Cristo; «speriamo» che i nostri
gruppi siano guidati dallo Spirito Santo e le nostre scelte siano da lui sostenute.
Le nostre comunità devono fondare il loro cammino di
speranza non solamente sugli incoraggiamenti
umani – sulle pacche sulle spalle o sul «coraggio!» –, ma sulla Parola di Dio, perché è da lì
che nasce e rinasce la speranza.”
L’invito di don Stefano è stato quello di
cambiare prospettiva e a provare a fare pastorale con i piedi, a vivere una pastorale con i
piedi, capace cioè di camminare nonostante,
di fare nonostante, di pregare nonostante. In
questo tipo di pastorale si vede anche la
missionarietà del nostro essere cristiani. Al termine dell’intervento di don Stefano Zeni,
biblista, è seguito un filmato “Perché suona la
campana?”, nel quale è stato trasmesso un messaggio di speranza per i cristiani e per le comunità alla prova dei tempi. Nel contesto del video abbiamo potuto conoscere la “giornata
tipo” del sacerdote, un uomo di Dio chiamato
a vivere il ministero come cammino verso gli
altri portando il messaggio di Gesù, la gioia
dell’essere cristiani, la testimonianza della carità e l’annuncio della speranza.
Al termine dell’Assemblea mons. Lauro
Tisi ha paragonato la nostra Chiesa diocesana
alla Galilea, ricordando come il
Signore abiti la nostra Chiesa e
abbia in mano la realtà. I cristiani sono uomini spirituali, chiamati ad amare gratuitamente, perdonare gratuitamente, generare
fraternità e donarsi anche verso
chi li ha feriti. Siamo in cammino, dobbiamo fare passi ulteriori, guardando avanti nella gioia!
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 13
… e decanale:
Presso la Sala Consiliare del Comune di
Condino venerdì 24 ottobre è stata convocata
l’Assemblea decanale per riflettere sul tema
della COMUNITA’ CRISTIANA, alla presenza
del Vicario del Vescovo, Mons. Lauro Tisi.
Don Lauro Tisi ha aperto l’incontro spiegando che per questo anno pastorale non ci
sarà un Piano Pastorale vero e proprio. Nella
Chiesa italiana e del mondo meritano l’attenzione due importanti eventi che richiedono
impegno: il Sinodo sulla famiglia e il Convegno nazionale di Firenze. Il primo, concluso
domenica 19 ottobre nella prima sessione di
lavoro, ha impegnato papa Francesco e i Vescovi su un tema scottante sulle famiglie e comporterà la presa di decisioni importanti, delle
svolte nella vita delle comunità locali. Il secondo evento è in programma a Firenze per il prossimo novembre 2015 e riguarda la Chiesa Italiana e avrà come tema “L’umanesimo cristiano”.
Per comprendere meglio la COMUNITA’
CRISTIANA è importante analizzare alcuni fattori che mettono la Chiesa davanti a delle sfide. Il nostro tempo è quello del post-moderno.
Prima, a guidare la vita delle persone era la
ragione, il pensiero. Il lume della ragione illuminata. Non sono mancate le battaglie ideologiche. La vita si decideva attorno alle idee e ai
pensieri.
Con il tramonto dei sistemi ideologici il
capitalismo sfrenato ha preso il sopravvento.
L’economia reale poi ha chiesto il conto e
la fede nel mercato è venuta meno. Un’illusione si è finita.
per incontrare un altro. Una minaccia alla felicità vera è il narcisismo, il vivere chiusi in se
stessi. Se andiamo oltre narciso e percorriamo
la via della relazione avremo molte chance.
Il Cristianesimo si incarna nella storia. Il
Cristianesimo di ieri si è presentato sulla scena
come ideologia; per 500 anni la Chiesa ha vissuto promuovendo dottrina, comandamenti,
etica e morale e si è persa. La fede non è dottrina, ma relazione; incontro con una persona,
Gesù Cristo.
Ai nostri giorni l’uomo che riscopre il valore della relazione è più favorito. Oggi abbiamo delle chance fenomenali, ma mancano gli
annunciatori di Gesù.
Le nostre comunità sono piuttosto sedute a tenere in piedi il sistema del passato e l’annuncio di Cristo è limitato. Una sfida ci attende! Siamo chiamati a conoscere, frequentare e
amare Dio. Dio ci lancia nella comunità. Purtroppo nelle nostre comunità manca la conoscenza di Dio. Dio crede nell’uomo e lo incontra in Gesù. Solo nel dono di sé c’è la vita vera.
Solo vivendo una relazione personale con Dio
lo possiamo narrare ai fratelli e testimoniare
nella comunità.
Come narrare Cristo nella nostra vita?
Quali vie per approdare a Dio?
Innanzitutto vedendo come stiamo; poi
analizzando il disagio che si sperimenta; infine, chiedendoci cosa ci fa soffrire.
La nostra autostima cresce quanto più ci
L’uomo di oggi non si fida più delle
idee. Le idee sono figlie delle relazioni.
Anche noi siamo figli della relazione e dell’esperienza. Ciò che viviamo sul fronte
delle relazioni condiziona anche il nostro
essere.
Il tempo che stiamo vivendo è una
benedizione! La relazione è straordinaria
nelle sue potenzialità. L’esperienza è bellissima. La relazione è uscire da noi stessi
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 14
doniamo agli altri nel servizio e nella gratuità.
La lettura della Parola è importante per cogliere la lieta notizia per la vita.
Dovremmo pensare la comunità cristiana come il luogo in cui ci si fa casa gli uni per
gli altri.
Questo è un tempo santo, nel quale se ci
fidiamo di Dio, Egli ci fa “volare”. Abbiamo un
Dio meraviglioso che ci solleva; riconosciamo
il bene che abbiamo; non dobbiamo enfatizzare
quello che non va. Dobbiamo imparare a dir
“Grazie!”. C’è molto bene fra noi. Edifichiamoci con la Parola. Interroghiamoci.
Come usiamo la Parola di Dio nelle nostre comunità?
Quali percorsi proporre?
Tre i suggerimenti:
-
Percorsi di riconciliazione
-
La Parola di Dio
-
Il contatto con chi non è dei nostri.
Elisabetta Pelizzari
Preghiera per l’anno pastorale
O Dio, Creatore e Padre di tutti,
che non fai preferenze di persone
ma ti compiaci di chiunque
opera il bene e agisce con giustizia,
donaci uno sguardo simile al tuo,
orizzonti ampi a somiglianza dei tuoi,
criteri di valutazione animati da magnanimità
e fiducia.
Dacci la certezza che il tuo Regno,
quello che Gesù è venuto ad annunciare
è presente ovunque,
anche là dove il tuo nome è sconosciuto o
ignorato.
Educaci a riconoscerne i segni
e liberaci da quella mentalità ristretta
che ci impedisce di andare aldilà
dei confini che ci sono famigliari.
Donaci la disponibilità ad entrare in
relazione
Con tutti coloro che operano il bene,
anche se non fanno parte della nostra
cerchia.
E concedici di rallegrarci
Ogni volta che possiamo incontrarci e
collaborare insieme. Amen.
Mercatini di Natale e della Solidarietà 2014
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 15
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in ricordo
Il ricordo di don Gino Zanella
Lo scorso 26 maggio è mancato Don
Gino Zanella.
Originario di Cles, ordinato a Cles nel
1945, fu vicario parrocchiale a Strigno (194546), Civezzano (1946-47), parroco a Lodrone
e Bondone (1947-58), Dambel (1958-67),
Ceniga (1967-1979), Montagne (1979-80),
insegnante a Tione (1984), residente ad Arco
(1984-2003), collaboratore pastorale Torbole
e Nago (1993-2000), canonico emerito della
Collegiata (2000-2003); residente alla Casa del
Clero dal 2003.
Il suo ricordo è molto vivo a Lodrone, in
quanto egli volle e sostenne con forza il progetto per la costruzione della scuola materna
(oggi dell’infanzia) di Lodrone proprio negli anni
in cui fu parroco. Il suo attaccamento all’educazione della prima infanzia si confermò anche nel successivo incarico a Dambel, dove nuovamente si impegnò per costruire anche lì la
scuola dell’infanzia.
In occasione dei funerali, alla rappresentanza lodronese i parenti di don Gino Zanella
hanno consegnato il testo dell’intervento che
egli tenne in occasione del 50° anniversario
della costruzione della Scuola di Lodrone e che
riportiamo qui di seguito: una lucida fotografia
di quel periodo, che ci rende uno spaccato delle condizioni in cui l’istituto è sorto e l’importanza che ha per la comunità.
Una curiosa coincidenza: l’anniversario
venne festeggiato proprio 7 anni esatti prima
della morte di don Gino. Forse un piccolo segno, a ricordare il forte attaccamento che egli
aveva per la Scuola Materna che ha fondato.
Luca Turinelli
Presidente Consiglio Direttivo
Scuola Materna Lodrone
«Ho notato che voi avete voluto rendere pubblica – a mezzo stampa – questa commemorazione dei 50 anni dall’apertura della scuola materna di Lodrone.
Allora è doveroso che colui che l’ha fatta costruire e aperta intervenga con una parola di
circostanza.
Come l’ho fatta costruire? Servendomi di una
scuola per muratori, composta da elementi
del luogo e anche venuti da fuori.
Per questi ultimi in arrivo anche da Bondone
e da Storo è stata predisposta una mensa che
veniva preparata dalla sorella Pia.
il nuovo giardino della Scuola Materna
inaugurato nel settembre 2014
Perciò è doveroso un ricordo riconoscente per
gli allievi e anche per la sorella defunta, che
nonostante l’età si è resa disponibile a preparare la mensa, i cui cibi erano forniti dalla
P.O.A. (Pontificia Opera di Assistenza, ndr)
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 16
di Trento. Grazie anche alla Pontificia.
Perché una scuola per muratori? Al termine
della 2^ guerra mondiale c’era il problema
della disoccupazione. Perciò la scuola per muratori, che doveva incrementare il lavoro. Vi
è riuscita? In parte si. Almeno c’è stata la
buona volontà di tentare di risolvere il problema.
Comunque l’edificio costruito dagli allievi è
ancora in efficienza dopo 50 anni.
Un grazie in modo particolare ad Angelo
Prandini che ha donato il terreno e agli allievi per la loro attività volonterosa, al geometra Mezzi per la sua prestazione come dirigente, al capomastro per la sua opera di accompagnamento durante il lavoro.
Il fatto di trovarmi qui a Lodrone per questa
circostanza mi fa venire in mente con affetto
la nobile famiglia dei Conti Lodron.
Sono particolarmente debitore alle sorelle
Contesse Filiberta e Adriana per l’affetto che
esse hanno portato alla sorella Pia, che trovandosi lontana dal paese natio (Cles) ha gradito molto le attenzioni delle contesse nei
suoi riguardi.
Lodrone mi ricorda anche il parroco di allora, don Valentino Morelli, sacerdote semplice e umile, ma d’una profonda spiritualità,
per cui ha lasciato una traccia profonda. Di
lui si conserva un grande ricordo anche dopo
50 anni dalla sua scomparsa.
Lo affidiamo al Signore: l’eterno riposo…
Affidiamo al Signore anche tutti i benefattori della scuola materna e delle opere parrocchiali.
Al signor Parroco l’augurio d’un’attività apostolica anche in favore dei piccoli, che sono
le speranze della Chiesa e della società.
Lodrone, 26/05/2007
Don Gino Zanella »
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 17
Don Ezio Marinconz sepolto a Coredo
davanti all’antica Pieve di S. Maria
“Uomo in cui non c’era falsità”
da Vita Trentina del 31/08/2014 - di Marco Zeni
Si sono svolti martedì 26 agosto nella parrocchiale di Coredo, suo paese natale dove era
nato 81 anni fa, i funerali di don Ezio Marinconz
deceduto domenica 24 agosto dopo alcuni mesi
di malattia.
Recentemente il vescovo Bressan aveva
voluto fargli visita nel suo alloggio di Sarnonico,
portando il conforto e la solidarietà di tutta la
diocesi. Dal 2008 infatti don Ezio si era ritirato
in Alta Valle di Non per svolgere il servizio di
collaboratore pastorale nel decanato di Fondo,
coordinato, tra l’altro dal nipote, don Mauro
Leonardelli. E in zona, dove non c’era bisogno
certo di presentazioni, tanta era la sua notorietà, il sacerdote ha avuto modo di farsi apprezzare per la dedizione nei confronti di tutti, con
quel suo stile assai disincantato, genuino e franco nei tratti e nelle parole che ha caratterizzato
il suo lungo percorso di vita pastorale, pur in
situazioni socio-economiche ben diverse da
zona a zona.
Anche in questa fase don Ezio ha dimostrato una linea di continuità con il passato fatto di giovialità, di inventiva, con qualche annotazione goliardica, di iniziative a tutto campo a
favore dei giovani, dei poveri, dei sinistrati in
soccorso dei quali è intervenuto dopo il terremoto nel Friuli, in Irpinia, e in Croazia, durante la guerra dell’ex Jugoslavia, di sostegno anche economico di giovani e confratelli stranieri
bisognosi, come hanno confermato le numerose attestazioni di gratitudine civili e dei gruppi parrocchiali di Sarnonico-Seio, Tassullo,
Storo, Andalo intervenuti durante il rito funebre.
Racconti ed aneddoti si sprecavano sul
sagrato della Parrocchiale di Santa Croce, qualcuno divertente come quando nella prima metà
degli anni sessanta, camuffato da motociclista
e sotto false generalità, don Ezio Marinconz ha
vinto il campionato regionale con la sua Morini,
o come quando alla fine del 1963 ha fatto atterrare il primo elicottero a Storo per la
premiazione del “bollino della bontà”, un concorso per i bambini e ragazzi della borgata. Ed
ancora quando a Roncegno, durante l’alluvione del 1966 ha aiutato una donna a partorire.
Massiccia è risultata la presenza di storesi
con un rappresentante del consiglio pastorale
parrocchiale e il sindaco Giovanelli che ha ricordato le realizzazioni del duo noneso, don
Vigilio Flabbi e don Ezio (parroco e cappellano
nella stessa stagione), come la colonia estiva
che nei decenni ha garantito l’accoglienza di
centinaia di ragazzi di tutto il Basso Chiese per
innamorarli della montagna. La predilezione del
defunto per i campeggi è stata ricordata anche
dall’ex sindaco di Tassullo Pinamonti.
Ordinato sacerdote a Trento nel 1960,
don Ezio ha operato in numerose parrocchie,
a Storo, Tuenno e Roncegno, come vice parroco; a Sagron Mis, Lanza Mocenigo, Tassullo
e Andalo con responsabilità piena di parroco.
Amici ed estimatori di tutte le età hanno
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 18
vegliato la salma, partecipando in massa alla
recita del rosario e al rito funebre, presieduto
dal vicario generale don Lauro Tisi, assistito
dal parroco del luogo don Torresani e dal nipote don Mauro; presenti per i canti liturgici le
corali parrocchiali di Coredo e Tassullo ed un
picchetto d’onore dei Vigili del Fuoco volontari. Alle esequie grandissima la partecipazione
anche di sacerdoti, un centinaio. Mons. Lauro
ha espresso il cordoglio del vescovo e della diocesi alle tre sorelle e ai parenti, nonché all’assistente familiare Teresina Dallago, che per 47
anni ha accudito don Ezio, il quale, nonostante
i richiami e i reali pericoli di furti, voleva tenere
la porta della canonica sempre aperta a tutti.
Tisi ha evidenziato del confratello la “capacità
di farsi accessibile per tutti, quale icona di Cristo e uomo in cui non c’era falsità”, citando
una frase tratta dall’Apocalisse, annotata dal
defunto nel suo diario: “Sto alla porta e busso”.
Pur debilitato dalla malattia don
Marinconz non ha mai cessato di dare il proprio contributo in aiuti e consigli alle parrocchie e alla gente, partecipando, finché le forze
glielo hanno consentito, agli incontri diocesani
e del decanato. È stato sepolto nello spazio riservato al clero, davanti all’antica Pieve di S.
Maria, dove era stato battezzato il mese di giugno del 1933.
Messaggio letto a margine della cerimonia funebre
dal rappresentante il Consiglio Pastorale:
“Carissimo don Ezio
Durante i quattro anni della tua permanenza a Storo, dal 1960 al ‘64,come cappellano
di don Vigilio Flabbi, al quale sei sempre rimasto molto riconoscente, tu hai saputo trovare il meglio della nostra gente, e lo hai fatto col cuore in mano e coll’esempio, con i
tratti della sobrietà e della discrezione, della
franchezza e dell’apertura, della generosità
e della comprensione.
Sono qualità umane che ci hai testimoniato
come condizione indispensabile per veicolare
il messaggio cristiano. Ed hai fatto centro:
hai creato con noi legami d’amicizia che durano da oltre mezzo secolo.
L’ultima volta sei venuto a Storo il 23 giugno dello scorso anno per celebrare sulla
montagna in Bes, la Messa in ricordo di quella
che tu stesso hai definito “il frutto di un pensiero simpatico e fiducioso che impegnò alcuni giovani di buona volontà per mettere il
paese sotto la protezione della Madonna”.
Anche quel giorno ci hai emozionato con le
tue parole: poche come sempre, ma misurate e vere. Ci hai definito “gente “proprio “co
quadar” cioè caparbia, e testarda”, sottolineando i profili di questo carattere: non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, fare
gruppo per un finalità comune, non chiudersi mai all’altro.
Hai detto testardi a noi, ma 52 anni fa hai
speso tutto te stesso per costruire sulla montagna di Faserno una casa della comunità, la
“nosa colonia”, che continua a portare avanti i valori dell’educazione cristiana dei giovani.
Il tuo è stato davvero un progetto realizzato
con intelligenza evangelica e caparbietà
storese.
Per questo tutta la comunità di Storo, il Consiglio Pastorale e la direzione della Casa Alpina, ti sono e rimarranno sempre riconoscenti.
Grazie don Ezio.
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Suor Mercedes,
un anno dopo
Nella Messa della seconda domenica di
settembre abbiamo ricordato Suor Mercedes a
un anno dalla scomparsa (20/08/13). Alla fine è
intervenuto il nipote Matteo con queste parole:
Buongiorno a Tutti,
Sono Matteo nipote di Suor Mercedes; è
molto difficile esprimersi compiutamente di
fronte al mistero della morte, soltanto l’amore
che ci ha regalato S.Mercedes ci permette di
parlarne con profonda nostalgia ma, soprattutto, con immensa riconoscenza per quanto
abbiamo ricevuto nel conoscerla e nello starLe
vicino.
Come ricordare il suo affetto verso la comunità di Storo dove è stata a servizio per ben
23 anni.
Sì, la sua Storo, le sue amicizie, i suoi
bambini, la sua gente: oggi diciamo grazie a
Suor Mercedes per il bene che ci ha regalato,
preghiamola perché continui questo bene intercedendo per la famiglia umana e religiosa,
per la chiesa e per tutto il popolo di Dio, la
fede che ha illuminato la sua vita e che l’ha
resa generosa e gioiosa.
Tu eri certa dell’amore del Signore e comunicavi a tutti la serenità, la fiducia, la forza
per camminare o per iniziare una vita migliore
fatta di rispetto per la gente e per i più bisognosi ed esprimevi questa certezza soprattutto
scrivendo.
Abbiamo infatti tanti scritti tuoi che sicuramente potremo rileggere, meditare, mettere
in pratica come hai fatto tu .
re vicina la tua
grande gente, la
famiglia, amici,
tutti disponibili
alla riconciliazione e alla costruzione dei rapporti quando le vicende umane possono logorarla o distruggerla.
Soprattutto zia Suora sei stata coerente
nel momento della sofferenza e l’impatto con
la morte: hai vissuto i momenti più cruciali e
dolorosi in un atteggiamento di riconoscenza
verso il Signore e di luminoso abbandono alla
volontà di Dio.
Così, fino all’ultimo, ci hai insegnato che
quando si ama in modo disinteressato, la fedeltà è più forte del dolore e del distacco e chiarisce il buio della morte.
Ora che sei nella luce piena guarda tutti
noi, continua ad insegnarci nel cuore la parola
di Dio che ci è sempre stata vicina e ci ama.
Diciamo grazie a S.Mercedes per il bene
che ci ha regalato e preghiamola affinchè continui a darci tutto il bene.
In ultimo voglio ringraziare, da parte mia
e dei miei parenti che non hanno potuto essere presenti, tutta la comunità di Storo per il
bene che ha dimostrato nel momento della
scomparsa della zia e che continua a dimostrare nonostante l’anno passato.
Personalmente non vi dimenticherò mai.
Parlavi sempre con sentimento profondo
e tutti, anche la tua amata Storo, che tanto ti
ha dato, godeva della tua vicinanza ricca di umanità e soffusa di una spiritualità apparentemente
semplice ma di fatto molto profonda e concreta.
Grazie ancora Storo e alle persone di
questo piccolo ma grande paese.
Da qui è nata per te la possibilità di tene-
Famiglia Carminati, parenti tutti.
Resterete sempre nel mio cuore e nel pensiero della zia Suora.
Grazie.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 20
da preparare ogni mattina
Prendere 2 decilitri di pazienza
una tazza di bontà,
4 cucchiai di buona volontà,
un pizzico di speranza e...
una dose di buona fede;
aggiugete una manciata di tolleranza,
un poco di prudenza,
qualche filo di simpatia,
un ciuffo di quella piccola pianta
che si chiama umiltà
e una grande quantità di buon umore!
Condite il tutto con molto buon senso;
lasciate cuocere a fuoco lento ....
e avrete una buona giornata!
Decalogo della dolcezza cristiana
1. Sorridi nella monotonia del dovere quotidiano,
per non rattristare il fratello.
2. Taci quando ti accorgi che qualcuno
ha sbagliato, per non umiliarlo.
3. Elogia il fratello che operato il bene.
4. Rendi un servizio a chi è sottoposto.
5. Stringi cordialmente la mano al fratello
che è nella tristezza.
6. Guarda con affetto chi cela un dolore.
7. Riconosci umilmente il tuo torto rammaricandoti
sinceramente del male fatto.
8. Saluta affabilmente gli umili
9. Parla con dolcezza, con lività inoffensiva
agli impazienti e agli importuni.
10. Fa’ in modo che tuo fratello
sia sempre contento di te.
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dalle comunità parrocchiali
Grazie,
padre Giorgio
A nome di tutta l’Unità Pastorale,
desidero esprimere il mio grazie a padre
Giorgio. A volte bastano pochi attimi per
trasmettere grinta e determinazione nel
cuore delle persone. Una battuta, uno
sguardo di fiducia regalato al momento
giusto. Pochi attimi valgono più di intere
ore.
Grazie padre Giorgio per quella stretta di
mano e per quella promessa, per quella porta
che hai voluto lasciare aperta sull’amicizia e sul
futuro.
Con questo grande desiderio: che i doni
enormi che ognuno di noi possiede nel cuore,
li possiamo tirar fuori per condividerli, magari
in situazioni più tranquille.
Ce ne hai dato umile testimonianza qui
tra noi e spero che tu possa dare ancora il
meglio di te.
volere dalla gente che cerca sempre un punto
di riferimento, una guida spirituale.
Non ti potrò sostituire, caro padre Giorgio. Ognuno ha i suoi doni che porta via con
sé e che non si possono lasciare sul posto, perché fanno parte della nostra personalità.
Ma ciò che di buono hai seminato, sono
certo che un po’ alla volta, con l’aiuto di Dio,
porterà frutto.
Grazie di cuore
Naturalmente lo spero anche per noi, per
le nostre comunità che sono molto ricche di
valori, ma molte volte è difficile trasformare
questo patrimonio sociale in ricchezza per
tutti. Ma la sfida è aperta.
Grazie di cuore per tutto l’impegno
profuso in questo tempo di attività, la passione che ha investito in questi due anni e
qualche mese qui tra noi. Ci hai messo il
massimo e non ti sei risparmiato.
Rimarrai nel cuore di molte persone
con cui hai stretto forti legami personali,
come tante brave persone, che con il proprio modo di fare, hanno saputo farsi ben
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 22
don Andrea
Grazie, padre Giorgio!
Il Comitato popolare si è costituito allo
scopo di sostenere padre Giorgio ...e nel
tentativo di riportare pace e collaborazione in una comunità disgregata e dilaniata da
divisioni e incomprensioni sempre più profonde. Consapevole che il lavoro da fare è tanto e
certosino ma forte della certezza di voler lavorare per ricreare quel clima di collaborazione e
solidarietà che caratterizzava le Comunità di
Bondone e di Baitoni nei tempi passati.
Possiamo ringraziare padre Giorgio
che.... ci ha offerto l’opportunità di scuotere le
coscienza di tante persone di buona volontà e
ci ha permesso di riprendere a sperare.
Sperare che l’egoismo e l’arroganza non
prevalgano sul bene comune....
..e il dialogo, la pazienza e l’impegno sono le
armi usate in questa battaglia dove non ci sono
vinti né vincitori, solo una comunità che ha
perso il suo pastore e che piange per questo....
Il Comitato non ha potuto evitare la partenza di padre Giorgio ma forse ha dato inizio
ad una inversione di tendenza nella comunità
stessa... e affinché la partenza di padre
Giorgio non sia inutile sacrificio, dobbiamo continuare il lavoro iniziato, che ha già dato
peraltro, qualche piccolo frutto.
Grazie padre Giorgio!
Il Comitato di Bondone e Baitoni
A nome dei chierichetti, dei sacristi, dei
lettori, dei collaboratori della Parrocchia di San
Giovanni Nepomuceno di Darzo mi sento di
esprimere tutto il mio affetto e la mia vicinanza
a te, padre Giorgio, per la tua prossima partenza.
Per noi, caro padre Giorgio, sei stato sempre persona importante, un punto di riferimento, un maestro.
Con le tue omelie ricche di sapienza hai
donato innumerevoli spunti di riflessione a noi
e alla Comunità tutta.
Con la tua semplicità e bontà ci hai insegnato valori importanti come la pazienza e il
servizio.
Purtroppo è stato poco, troppo poco, il
tempo che abbiamo avuto la fortuna di passare
con te.
Vogliamo impegnarci ed esaudire la tua
richiesta, quella di pregare per te, e vogliamo
pregare anche perché questo non sia un addio, ma un arrivederci, perché anche nella
lontananza fisica possiamo sentire la reciproca vicinanza spirituale.
Grazie di tutto, padre Giorgio, grazie infinite!
A nome della Comunità di Darzo
Gianmarco
Darzo, 6 dicembre 2014
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 23
Unità Pastorale “Madonna dell’Aiuto”
CALENDARIO
BATTESIMI COMUNITARI
DOMENICA 11 GENNAIO
DOMENICA 15 FEBBRAIO
LUNEDÌ 6 APRILE
DOMENICA 12 APRILE
DOMENICA 3 MAGGIO
DOMENICA 14 GIUGNO
DOMENICA 30 AGOSTO
DOMENICA 6 SETTEMBRE
ore 11.00
nel santuario della
Madonna dell’Aiuto a Lodrone
ore 11.00
nella chiesa parrocchiale di Darzo
ore 10.30
nella chiesa parrocchiale di Storo
ore 11.00
nella chiesa parrocchiale di Lodrone
ore 11.00
nella chiesa parrocchiale di Baitoni
ore 11.00
nella chiesa parrocchiale di Darzo
ore 11.00
nella chiesa parrocchiale di Storo
ore 11.00
nella chiesa parrocchiale di Lodrone
I Battesimi saranno celebrati durante la Santa Messa.
Qualche giorno prima della celebrazione sarà organizzato
un incontro di preparazione.
ALTRI SACRAMENTI:
DOMENICA 1 MARZO
DOMENICA 26 APRILE
DOMENICA 10 MAGGIO
CONFERMAZIONE
Storo – ore 10,00
PRIMA COMUNIONE
Storo – ore 10,00
PRIMA RICONCILIAZIONE
Darzo – ore 15,00
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 24
Pellegrinaggio al Santuario
della Madonna del Lares
Domenica 31 agosto si è tenuto il 26°
pellegrinaggio al Santuario della Madonna del
Lares.
Nonostante le cattive previsioni del tempo don Andrea, con il sostegno di don Vincenzo, ha preso la decisione di celebrare questo
tradizionale momento di fede e preghiera decanale. E, cosa straordinaria, il cielo è stato
generoso. Non ha piovuto. Anzi, per il vero gli
ombrelli sono serviti per proteggersi dal sole!
Al santuario e in cammino dal primo pomeriggio molti fedeli in spirito di comunione
hanno pregato e camminato meditando sulla vocazione. La traccia di preghiera “Con
Maria, Madre di ogni vocazione” proponeva
un rosario meditato con canti, passi biblici,
parole di papa Francesco e preghiere. Abbiamo pregato per la vocazione battesimale
che ci rende partecipi del sacerdozio di Cristo,
chiamati a diventare testimoni coerenti e coraggiosi dei valori evangelici nella società. Per
tutte le famiglie cristiane, perché animate da
spirito di amore e di fede, sull’esempio della
Sacra Famiglia, siano autentiche “chiese domestiche” e terreno fecondo per la nascita di
nuove vocazioni. La fede in Gesù morto per la
salvezza di tutti gli uomini, susciti in molti giovani il desiderio di donarsi agli altri nel
sacer-dozio; abbiamo ricordato i diaconi e
i ministri dell’Eucarestia, perché il Signore, per intercessione di Maria, moltiplichi il
loro numero nella Chiesa e nella nostra diocesi, e li renda testimoni della sua Risurrezione.
A Maria abbiamo rivolto la nostra preghiera
per la vita religiosa e missionaria, maschile e femminile, perché nel dono di sé a Dio e al
prossimo siano per il mondo sorgente di fede,
testimonianza di amore e segno di speranza.
Infine, per tutti i consacrati nel mondo degli Istituti Secolari, affinché, come sale della
terra, luce del mondo e lievito che fermenta la
massa, portino a pienezza la propria specifica
vocazione laicale, collaborando con tutti gli
uomini per la costruzione del Regno.
Durante la Santa Messa, don Andrea ha
sottolineato come il Vangelo ci sia stato donato per rallentare il cammino di egocentrismo,
per darci una calmata, quando rischia che tutto
dipenda da noi: sia opera nostra e non di Dio.
Arrivare a qualche traguardo, anche a
qualche vittoria, ma senza Dio, come se tutto
dipendesse da noi è un grande rischio.
Lasciamo che sia la gratuità e le proposte
controcorrente del Vangelo, lo Spirito Santo,
che si mettano davanti per farci strada, per
andare là dove mai avevamo pensato di arrivare. Per dire cose, che mai avevamo pensato di
esprimere.
Seguiamo le traiettorie nuove che la gratuità ci potrebbe regalare. Arrivare dagli altri,
senza Dio, è come non esserci mai arrivati.
Arrivare ad amare senza Dio, significa non
amare. San Paolo nella lettera ai Corinzi dice:
“Se anche dessi il mio corpo alle fiamme per
essere bruciato, ma non avessi la carità, non
serve a nulla”. Maria, Madre e Discepola ci
guidi affinchè ogni nostro passo, sia preceduto
dalla preghiera, dal confronto con Dio, perché
tutto ciò che raggiungeremo in questo anno
pastorale, che ci sta davanti, sia volontà di Dio,
sia preceduto dalla sua volontà.
Dobbiamo imparare a fare un “sefling”
con Dio, con la gratuità e con lo Spirito Santo,
con il mondo e tutta la storia alle spalle, per
vedere tutto con altri occhi. Solo così si può
parlare correttamente di Lui, del mondo, degli
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 25
altri, delle famiglie, dei bambini, della nascita,
della vita. Con Dio nell’obiettivo e soprattutto
nel cuore. Non lasciamolo fuori.
Un’esperienza di Chiesa decanale in cammino di comunione all’inizio di un nuovo anno
pastorale, un tempo per chiedere insieme a Dio
la benedizione e l’accompagnamento verso
nuovi orizzonti, secondo il suo disegno di Amore
Infinito.
Un’esperienza di festa, di gioia dell’incontro nella preghiera, nei canti e nell’Eucarestia.
Un pomeriggio baciato dal sole che ha
concesso il compiersi del nostro desiderio di
camminare verso lo splendore per incontrare il
Signore e camminare con Lui, seguendo le
orme di Maria, Madre di ogni vocazione!
Elisabetta Pelizzari
Festa Madonna
dell’Aiuto
Lo scorso 14 settembre 2014 si è svolta
al santuario “Madonna dell’Aiuto” la festa del
“Nome di Maria”, molto sentita sia dai
lodronesi sia dagli abitanti dei paesi limitrofi.
La celebrazione fin dagli inizi del Novecento avviene sempre la prima domenica dopo
l’8 settembre (festa della Natività del nome di
Maria), giorno cui dovrebbe cadere l’anniversario della fondazione della Chiesa. A partire
dal 1930 il parroco don Valentino Morelli spostò la festa il 12 settembre (festa del “Nome di
Maria”).
Caratteristica importante che si lega a
questa festività è il suo avvicinamento caratterizzato dalla novena che inizia il 3 e termina il
12 settembre e che consiste nella recita del
Santo Rosario il quale si conclude ogni volta
con una preghiera verso la Madonna alla quale
i fedeli possono affidare le proprie preghiere e
grazie.
Si celebrano così ogni anno due messe
solenni: una il 12 settembre e una la seconda
domenica del mese.
Attualmente il santuario viene sfruttato
per la celebrazione delle festività domenicali del
paese in quanto la chiesa parrocchiale dell’ “Annunciazione di Maria” è in fase di restauro.
Anche quest’anno dunque don Andrea insieme ai concelebranti padre Giorgio e don
Panelli si sono riuniti venerdì 12 e domenica
14 per celebrare la festività e come tutti gli anni
l’affluenza alla piccola chiesetta è stata molta,
a testimonianza dell’importanza che il popolo
lodronese dà alla figura di Maria.
La giornata di domenica è stata caratterizzata da uno splendido sole nonostante l’estate
piovosa, segno forse di un ringraziamento da
parte della Madonna verso una popolazione che
non dimentica quante volte ha potuto trovare
conforto e sollievo nel nome di Maria.
In conclusione, è da sottolineare che dal
2009 il nome del santuario “Madonna dell’Aiuto” ha dato il suo nome alla nostra Unità
Pastorale: che riunisce i paesi di Lodrone,
Riccomassimo, Baitoni, Bondone, Darzo e
Storo e che si ispira alla figura di Maria, per
poter camminare insieme verso nuovi orizzonti. Il santuario è uno dei “pilastri” di Lodrone e
ora lo è diventato anche per l’Unità Pastorale,
simbolo, insieme alla Madonna, di amore e
unità.
Davide Zanetti
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 26
Festa degli Anniversari
Domenica 12 ottobre 2014 si è celebrata la festa degli Anniversari di Matrimonio per
la nostra Unità Pastorale. Diverse coppie hanno partecipato alla Santa Messa, alcune per
motivi di salute o di lavoro hanno seguito la
celebrazione tramite il canale televisivo.
mazione di anni vissuti nella fedeltà, nella
quotidianità, nel silenzio, nel perdono e nella
gratuità. L’Eucarestia ci dona la veste bianca,
ci dona la forza che ci rende capaci di amare e
di donare, aiutandoci nel nostro trasformarci
secondo il progetto d’amore di Dio per noi.
Un momento di festa e di gioia, un momento di famiglia allargata che festeggia alla
presenza del Signore il significativo traguardo
di una vita a due. Tante coppie riunite per uno
stesso obiettivo: rendere grazie al Signore! Il
coro dell’Unità Pastorale ha animato la solenne Santa Messa, con canti molto belli di mons.
Marco Frisina.
Al termine della celebrazione don Andrea
ha salutato le coppie di sposi e donato loro un
cero, la cui fiamma è simbolo dell’amore che li
unisce, nonostante le prove e difficoltà.
Il Vangelo del giorno era adatto alla ricorrenza: gli invitati al banchetto. La Sala del Banchetto del Regno è grande, aperta a tutti, nessuno escluso! Ogni Eucarestia, ci ha ricordato
don Andrea, è come la Sala di quella parabola; tutti siamo chiamati a partecipare. La sala
del Banchetto è la Sala della Trasformazione.
Anche il rapporto e la relazione di una coppia
di sposi è un luogo di trasformazione. Una storia d’amore costruita giorno dopo giorno. La
festa degli Anniversari è la festa di una trasfor-
Dopo la foto ricordo….una bicchierata
tutti insieme sul sagrato! Una festa delle comunità unite, una festa dei cori che cantano uniti
le lodi al Signore, un momento di Unità Pastorale da ripetersi il prossimo anno e speriamo…
con ancor più sposi partecipanti, desiderosi di
rinnovare il loro “Sì!” davanti a Dio chiedendo
a Lui, che tutto può, la benedizione, la grazia,
l’aiuto con la forza del Suo Amore!
Elisabetta Pelizzari
Cimarolli Gianni e Cimarolli
Cristina, Pasotto Francesco e
Cimarolli Linda, Zanetti Ilario
e Perotti Paola, Zanetti Sirio
e Mora Patrizia, Luzzani
Gabriele e Fusi Stefania,
Bonomini Andrea e Mazzocchi
Caterina, Salvadori Pasquino
e Zinelli Marina, Lucchini
Omar e Zocchi Sonia, Eccli
Mario e Marini Emanuela,
Zontini Giuseppe e Monfredini
Barbara, Sgarbi Paolo e
Fenoli Rosangela, Giacometti
Fabio e Fusi Nicoletta, Ghizzi
Gianfranco e Manzoni Vilma,
Zanetti Ottavio e Zocchi Anna,
Zanetti Fulvio e Zanetti
Annamaria, Lucchini Pietro e
Scalvini Chiara, Marini Renzo e Lanzi Elisabetta, Cimarolli Fiorenzo e Bomè Adelia, Mezzi Fiorenzo e
Giovanelli Vittoria, Marini Paride e Marini Nella, Luzzani Mario e Zanetti Ermellina, Stagnoli Salvatore
e Scarpari Giannina, Zontini Michele e Poletti Ancilla, Cosi Franco e Orsi Margherita, Rinaldi Costantino
e Zanetti Mariella, Bologni Giuseppe e Cimarolli Lucia, Zontini Pietro e Mezzi Rina.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 27
PREGHIERA ALLA
SANTA FAMIGLIA
di Papa Francesco
Gesù, Maria e Giuseppe
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.
Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole di Vangelo
e piccole Chiese domestiche.
Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.
Santa Famiglia di Nazareth,
il Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della
famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesù, Maria e Giuseppe
Ascoltate, esaudite la nostra supplica.
Momenti del Campeggio Adolescenti 2014
e qui a fianco un momento del corso di formazione
per animatori Grest e assistenti dei campeggi
della zona Pastorale
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 28
Giornata del Ringraziamento 2014
Domenica 16 novembre 2014 ad ore
10.00 la nostra comunità di Darzo ha avuto la
fortuna di ospitare la Santa Messa in occasione della Giornata del Ringraziamento, in cui si
rende lode al Signore per quanto donatoci nell’anno agricolo appena concluso.
Noi giovani abbiamo deciso di organizzare al meglio questa celebrazione, perché carica
di significato; abbiamo ritenuto importante
riscoprire questa festa, molto cara ai nostri avi
che quasi tutti erano impegnati nel lavorare la
campagna, e che ha qualcosa da dire anche a
noi giovani di oggi.
Abbiamo dato una mano alla nostra preziosa Caterina nella decorazione, molto ben
riuscita, della nostra bella Parrocchiale; l’abbiamo aiutata nel predisporre un cartellone e addobbare al meglio la chiesa. Abbiamo scelto di
porre a fianco dell’altare un tralcio di vite e in
fondo alla chiesa delle pannocchie: questi elementi dal profondo significato ci hanno richiamato alla Parola del Signore, che Egli stesso si
è fatto pane e vino per noi.
Abbiamo curato un commento per
l’offertorio, per spronare noi per primi e tutta
la comunità ad essere “terra fertile per il Signore che passa a seminare nei campi delle
nostre vite”, e per “ricordarci di Dio non solo
quando abbiamo bisogno o siamo in difficoltà,
ma anche per rendergli grazie”. Abbiamo organizzato un buon servizio liturgico reso possibile grazie alla presenza di numerosi chierichetti
che hanno contribuito alla riuscita del rito.
Al termine della celebrazione, dopo il consueto e importante discorso del cav. Vigilio
Giovanelli, presidente della cooperativa agricola
Agri ’90 nonché sindaco del Comune di Storo,
quelli tra noi -e non sono pochi- che frequentano l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige
hanno voluto ringraziare la comunità, gli agricoltori e lo stesso presidente Giovanelli per
l’esempio e le opportunità che offrono loro.
Abbiamo concluso poi la celebrazione con la
benedizione dei mezzi agricoli e con un ottimo
rinfresco.
Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato
a rendere più bello questo importante momento.
Gianmarco Donati
Colonia 2014: un’ultima foto
anche con la baracca del
CRAS di don Ezio: l’anno
prossimo sarà rifatta
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 29
Gita chierichetti e collaboratori
al santuario di Maria, Rosa Mistica
Venerdì 29 agosto si è tenuta la tradizionale gita dei chierichetti e collaboratori delle
comunità di tutto il decanato di Condino. Bambini, ragazzi e, adulti insieme a don Andrea,
don Vincenzo e padre Artemio hanno trascorso una giornata insieme; nella mattinata, facendo visita al santuario di Maria, Rosa Mistica
a Montichiari; nel pomeriggio, a Bergamo,
presso il parco divertimenti Leolandia di
Minitalia.
Preghiera a
MARIA SS. “ROSA MISTICA”
Vergine Immacolata, Madre di Grazia, rosa
Mistica, a onore del Tuo Divin Figlio, ci prostriamo davanti a Te per implorare da Dio
misericordia: non per i nostri meriti, ma per
la bontà del tuo Cuore materno, chiediamo
aiuti e grazie, sicuri che ci esaudirai!
- Ave Maria
Il santuario di Rosa Mistica è un santuario mariano che si trova a Montichiari, in
provincia di Brescia, in località Le Fontanelle.
Fu costituito come luogo sacro il 17 aprile
1966, anno in cui la veggente Pierina Gilli venne portata lì dalla Madonna. Qui, secondo la
veggente, Maria si presentò nelle presunte apparizioni con il nome di Rosa Mistica e Madre
della Chiesa. Le tre rose (bianca, rossa, gialla)
sul manto di Maria rappresentano rispettivamente preghiera, sacrificio e penitenza che la
Madonna ha chiesto ai fedeli di praticare in riparazione dei peccati e per le vocazioni di speciale consacrazione. Presso il santuario, dopo
la visita e la preghiera personale, è stata celebrata la Santa Messa, ricordando e pregando
per i sacerdoti in modo particolare.
Madre di Gesù, Regina del S. Rosario, e Madre della Chiesa corpo mistico di Cristo,
impetriamo per il mondo riarso discordie il
dono dell’ unità e della pace e tutte quelle
grazie che possono convertire i cuori di tanti
tuoi figli !
- Ave Maria
Mistica, Regina degli Apostoli, fa’ fiorire attorno agli Altari Eucaristici numerose vocazioni religiose e sacerdotali che, con la santità della vita e lo zelo ardente per le anime
possano estendere il Regno del tuo Gesù in
tutto il mondo!
Ricolma pure noi dei tuoi favori celesti!
- Salve regina
Un saluto da tutti i chierichetti e
collaboratori del decanato di
Condino… in gita venerdì 29
agosto 2014 al santuario Maria
Rosa Mistica e a Minitalia
Leolandia - Bergamo
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 30
4 novembre:
in onore ai caduti,
in difesa della pace
Dal 2 al 9 novembre le Comunità dell’Unità Pastorale Madonna dell’Aiuto hanno reso
omaggio ai Caduti di tutte le Guerre. Prima c’è
stata la Sante Messa celebrata da padre Giorgio Anesi, a Bondone, e da don Andrea Fava,
a Baitoni e Lodrone, alla presenza dei Gruppi
Alpini. Al termine della Messa la benedizione,
l’orazione e la deposizione della corona al Monumento dei Caduti.
Ma cosa significa commemorare i
Caduti delle Guerre? Significa rammentare
un capitolo importante della Storia italiana: la
vittoria nella Grande Guerra del 19151918, di cui quest’anno ricorre il centenario,
e che oggi abbraccia il ricordo di tutte le guerre.
Onorando la festa del 4 novembre riconosciamo il sacrificio di tutti quegli uomini che
con coraggio hanno vestito la divisa a costo
della propria vita per difendere i diritti di libertà
e democrazia di cui noi, oggi, godiamo. Significa soprattutto ascoltare il simbolico richiamo ad un passato che non dobbiamo dimenticare, traendo dal ricordo un insegnamento profondo e importante per il
futuro.
testa la Banda
sociale di Storo,
il labaro comunale, la corona
portata da un alpino ed un carabiniere in congedo, seguiti dalle autorità civili e militari, dai
gagliardetti in rappresentanza delle varie associazioni, da molti congedati del comune di Storo
ed a seguire la popolazione, attraversando le
vie del paese è giunto sul sagrato della chiesa
parrocchiale.
La cerimonia è culminata con la scoperta
di due targhe commemorative dei caduti, di
Lodrone e Riccomassimo, nella prima e seconda guerra mondiale, benedette da don Andrea,
e la deposizione della corona al monumento
dei caduti.
I nomi dei caduti riportati sulle due targhe commemorative affisse sul monumento,
sono stati rintracciati grazie alla laboriosa ricerca svolta dall’assessore comunale Dario Luzzani.
Alla fine, per tutti i presenti, c’è stato un
piccolo rinfresco offerto dal Gruppo Alpini di
A Lodrone
Domenica 9 novembre, in collaborazione col
Comune di Storo, il Gruppo Alpini di Lodrone ha
organizzato la cerimonia
svoltasi a Lodrone. La commemorazione è iniziata con
la santa Messa al santuario
della Madonna dell’Aiuto;
al termine della funzione
religiosa, celebrata da don
Andrea, il corteo, con in
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 31
Lodrone e dal Comune di Storo.
Si ringrazia quanti hanno collaborato alla
realizzazione e quanti hanno partecipato alla
cerimonia.
Gruppo Alpini Lodrone
4 novembre S. Carlo Borromeo e
ricorrenza dei caduti in guerra
Quest’anno Riccomassimo
ha festeggiato il suo Patrono San
Carlo Borromeo, il santo
attuatore della riforma Tridentina in terra milanese di rito
Ambrosiano, il giorno effettivo
che è il 4 novembre. La tradizione vuole che si festeggi San Carlo Borromeo la domenica e siccome raramente cade il giorno 4
novembre (mediamente questo
avviene ogni 11 anni), si fa festa
la domenica successiva al suo
onomastico, ma grazie a Don Andrea i cittadini di Riccomassimo non hanno gabbato il Santo. Con la collaborazione del gruppo Alpini di Lodrone, l’assessore Luzzani Dario
e la popolazione di Riccomassimo, si è colta
l’occasione, inoltre, di commemorare i caduti
in guerra del paesino montano e di tutti i caduti nei conflitti, con una toccante cerimonia religiosa, officiata da don Andrea, animata dalla
corale di Lodrone e Darzo
che alla fine ha concluso la
S. Messa, che si è svolta la
sera, cantando “Signore delle Cime”; funzione religiosa
resa unica per l’altissima partecipazione delle genti locali
e da un nutrito gruppo di alpini, riempiendo inverosimilmente la chiesetta con tante
penne nere costrette a rimanere fuori sul sagrato.
La cerimonia si è conclusa attorno al monumento dei caduti,
con gli alpini sull’attenti nel rendere onore ai reduci andati avanti
in guerra e dalla solenne benedizione di don Andrea.
A onor del vero la festa (perché di quello si è trattato) è giunta
a conclusione nella locanda da
Franca dove gli alpini, gli abitanti
di Riccomassimo e don Andrea
hanno fatto la mezzanotte cenando in allegria ed amicizia.
Alpino Flavio Zanetti
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 32
Camminata
della
Trasfigurazione
Anche quest’anno abbiamo voluto promuovere la Camminata della
Trasfigurazione sulle nostre belle montagne, nel giorno della festa della
Trasfigurazione di nostro Signore.
Giunta alla decima edizione, per continuare l’iniziativa nata negli anni di
servizio da don Francesco Scarin, parroco e decano di Condino, in collaborazione
con le sezioni S.A.T. di Pieve di Bono, Storo e
Daone.
Mercoledì 6 agosto, guidati dalla sezione
di Pieve di Bono, con numerosa partecipazione di ragazzi e genitori del decanato, abbiamo
vissuto una bella esperienza di cammino insieme verso la Malga Lavanech, quota m. 2229,
partendo da Bersone.
Don Andrea, parroco e decano della nostra Unità Pastorale, ha partecipato e accompagnato con gioia il gruppo, sostenendo questa iniziativa, divenuta ormai tradizione per la
Chiesa del nostro decanato e sostenuta dalle
sezioni S.A.T. locali.
la salita, percorrendo un tratto di strada forestale
e costeggiando il torrente Rio Ribor, raggiungendo la Malga Cap (m. 1650); lì abbiamo fatto una piccola sosta per rifocillare corpo e spirito.
Proseguendo il cammino con un po’ di
fatica, poi, finalmente, abbiamo raggiunto la
meta: malga Lavanech. Il giovane malgaro
Matteo, gentile e cortese, ci ha accolti con gioia. Sul piazzale della malga è stato preparato
un piccolo altare e don Andrea, con don
Cornelio (sacerdote oriundo di Bersone), ha
celebrato la S. Messa, sotto un tiepido sole,
davanti al numeroso gruppo che ha partecipato alla camminata.
Nell’anniversario della grande Guerra, il
Dal piazzale delle
scuole medie di Pieve di
Bono, punto di partenza
per le macchine, siamo partiti alla volta di Bersone e,
da lì, al bivio per Boniprati.
Giunti al parcheggio della
Cappella di Ribor, a quota
1250 m, abbiamo fatto una
piccola sosta, per una riflessione ed un momento di
preghiera con la lettura del
Salmo 84, Canto del pellegrino e il Padre Nostro, tenendoci per mano, formando un grande cerchio.
Abbiamo poi iniziato
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 33
messaggio non poteva essere che
di pace. L’impegno nel coltivare
valori forti, significativi, perenni, che
non si sciolgano come fa la neve in
primavera, alle prime difficoltà, ai
primi raggi di sole. Qualcosa che
abiti dentro di noi per sempre.
Dopo un sobrio pasto, un
gruppo è salito ancora più su, dove
la neve d’inverno è ancora più abbondante. Più si sale più vicini a Dio,
e più i doni che abbiamo nel cuore
rimangono protetti.
Siamo arrivati così fino alla
cima Lavanech a m. 2229, dove si
è potuto ammirare un paesaggio stupendo,
con vista dell’Adamello e delle montagne dell’Alto Garda e Ledro.
Un’esperienza bella, di gioia, di amicizia,
di cammino, di fatica, di preghiera e riflessio-
ne, di stupore di fronte alle bellezze del creato,
di meditazione sui valori intramontabili.
Un’esperienza da ripetersi il prossimo 6 agosto 2015. Arrivederci.
Z.L.
Dai percorsi di catechesi
A partire da domenica 5 ottobre scorso
in tutte le comunità della nostra Unità Pastorale sono ripresi i percorsi della catechesi, allo
scopo di accompagnare i nostri bambini e ragazzi nel loro cammino di crescita nella fede.
nale di catechesi. Questa è la strada da seguire
per il presente e per il futuro! Una strada non
facile, perché la sfida è grande: annunciare la
fede in un contesto nel quale dio non è sentito
come necessario.
Nel corso dell’estate si è molto lavorato
per una verifica/aggiornamento dei programmi di catechesi.
In collaborazione con l’Ufficio
Catechistico di Trento, con il
delegato del Vescovo don
Rolando Covi, abbiamo controllato e rivisitato le proposte,
senza nulla stravolgere; anzi,
trovando conferme del valore
del cammino sinora offerto,
trovando riconoscimento anche da parte di don Rolando.
Un grazie di cuore a don Renato e don Francesco che negli scorsi anni hanno molto investito per un cammino deca-
A livello decanale i catechisti sono chiamati a vivere e proporre un
cammino di comunione vera,
condivisa, nella proposta della
Prima Evangelizzazione, elaborando il messaggio con il proprio stile, carattere, personalità, esperienza. Modi diversi di
trasmettere il primo annuncio,
non annunci diversi. Sono in
programma cinque appuntamenti, ogni mese e mezzo, nei
quali tutti i catechisti del nostro
Decanato si incontrano presso
l’Oratorio di Storo; dopo un
momento di preghiera iniziale
e meditazione sulla Parola, gui-
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 34
mino, è andare e testimoniare; ma è anche incontro, ricevere e donare; è aprire i nostri cuori abitati da Dio e condividere ciò che siamo
per crescere insieme nella conoscenza, scoperta
di Colui che è la Via, la Verità e la Vita, Luce ai
nostri passi.
dato dal nostro don Andrea, i catechisti si dividono in sette gruppi, ciascuno per la classe di
appartenenza, per un confronto e per condividere la programmazione specifica per accompagnare i bambini/ragazzi nella fede.
Una novità per la nostra realtà è stata la
scelta di proporre l’esperienza della catechesi
dalla seconda elementare, adeguandoci in tal
modo alla realtà decanale e alla maggior parte
delle parrocchie della Diocesi. I piccoli, accompagnati dai loro genitori alla messa domenicale, potranno cogliere la loro appartenenza ad
una famiglia più grande, la comunità, e conoscere il messaggio di Gesù. Invitati a partecipare a tutti i momenti della vita della comunità
cristiana, a frequentare l’oratorio, gli eventi che
nell’anno promuovono incontro e aggregazione, educati dai loro genitori con amore, semplicità e soprattutto con la coerente testimonianza, muoveranno i loro piccoli passi nel cammino di fede.
Tra pochi giorni è Natale. I nostri bambini hanno cercato di prepararsi alla venuta del
Salvatore seguendo un itinerario dal titolo
“Prendimi per mano”, partecipando alle S.
Messe delle quattro domeniche di Avvento,
compiendo gesti concreti di carità, come il sostegno per l’Infanzia Missionaria, il dono per
sostenere la Caritas Zonale, visitare anziani e
ammalati delle loro comunità e altre piccole
esperienze.
Fede e vita, Vangelo vissuto, annuncio e
testimonianza, esperienze che radicano la nostra vita in Colui che ce l’ha donata gratuitamente e che ci chiede di donarla gratuitamente, come Lui ha fatto per noi.
Elisabetta Pelizzari
Natale
Dio in Gesù si incontra con l’umanità.
Dio in Gesù si fa bambino fragile
perché non abbiamo paura di Lui.
Dio in Gesù sperimenta la bellezza e
la sofferenza della condizione umana.
Dio in Gesù ci dona salvezza.
Così, a partire dalla seconda classe elementare i percorsi sono così strutturati: 1° anno:
percorso di prima evangelizzazione ( 2^ el.);
2° anno: percorso del Perdono (3^ el.); 3°
anno: percorso Eucaristico (4^ el.); 4° anno:
percorso sulla Parola e sulla Chiesa (5^ el.); 5°
anno: primo percorso di Confermazione (1^
media); 6° anno: secondo percorso di
Confermazione (2^ media); 7° anno: terzo percorso di Confermazione (3^ media).
Accogliamo con gioia il desiderio di Dio
di donarci vita nuova.
Accogliamo con gioia la sua Parola di
salvezza.
Accogliamo con fede e speranza
il nuovo anno che inizierà fra poco
e che il Signore ci doni ancora il suo
Amore
motore per la vita del mondo!
In questo anno pastorale i catechisti hanno con gioia accolto l’appello per una “pastorale dei piedi”, per un “annuncio” di Cristo
con il cuore, dopo aver letto e contemplato la
Parola. L’esperienza della catechesi è un cam-
Buon Natale
Buon Anno 2015
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 35
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da gruppi ed associazioni
Gruppo missionario
lettere giunte al gruppo
in occasione dell’ottobre missionario 2014
Carissimi,
inizio con un grazie a tutti coloro che attraverso la mia famiglia mi inviano saluti e mi ricordano nelle loro preghiere. Fa molto piacere,
incoraggia e lenisce la nostalgia.
Io ho passato una buona stagione delle
piogge coltivando un campo di miglio rosso e
recuperando il lavoro d’ufficio lasciato indietro
da due anni. In settembre ho preso la malaria e
siccome non reagivo alle medicine sono andato in Camerun per fare le analisi necessarie a
escludere altre malattie più gravi. Adesso sono
completamente ristabilito e mi rendo conto che
sono un privilegiato perché posso spendere 100
euro per la salute, mentre i contadini hanno
difficoltà ad accedere anche ai servizi minimali.
In Camerun sono stato ospitato dalle suore della
santa trentina Paolina Visintainer: mi ha un po’
impressionato vedere che sono sempre scortate da una guardia armata per il pericolo di BokoAram.
In agosto nel solo villaggio di Keuni sono
morti più di 40 bambini con meno di un anno
di vita a causa della malaria. I bambini non ben
nutriti sono anemici e quando arriva la malaria
sono molto più fragili e dopo 4/5 giorni di febbre a 39° il loro cuore non ha più la forza di
battere. Si fa il possibile per aiutare, così, la
nuova macchina è divenuta ambulanza per
portare i malati al vicino ospedale.
La scuola elementare ha ripreso le sue
attività ma i bambini saranno al completo solo
dopo un mese perché sono impegnati nel raccolto delle arachidi e se anche il bambino esprime il desiderio di andare subito a scuola il papà
gli domanda: tu mangi la carta o le arachidi?
I risultati dell’anno scorso sono stati molto buoni e tutti vorrebbero iscriversi là, indipendentemente della loro fede. In due classi
figli di mussulmani hanno vinto dei quaderni e
delle penne perché sono stati i migliori del loro
corso. Anche questo è costruire la pace. Preghiamo per la pace senza stancarci perché
l’egoismo di pochi la minaccia continuamente.
I buoni risultati sono frutto anche del doposcuola
pomeridiano che sostengo con le offerte che
ricevo. Grazie. Quest’anno vorremmo costruire altre due aule scolastiche per diminuire il
numero di allievi in ogni corso: l’obiettivo è non
superare i 50 bambini per classe.
L’attualità mondiale di questi mesi: dalla
Francia all’America, all’Unione Europea, tutti
hanno fatto a gara per invitare i capi di Stato
africani per legare contratti di sviluppo in cambio di concessioni sulle risorse minerarie del
continente e tutti scommettono sul rapido sviluppo dell’Africa. Obama ha fatto la lista dei
capi di stato indesiderati a causa del loro palese non rispetto dei diritti umani, così dicendo
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 36
che ci sono cose che vengono prima dei contratti. Nel 2015-16 diversi capi africani arrivati al secondo mandato consecutivo non potrebbero più candidarsi e così vorrebbero cambiare “La Costituzione” per rimanere al potere.
In generale si capisce che questo non sarà gradito né all’America né all’Europa che sostengono il processo di democratizzazione degli stati
africani: anche questo è un segno positivo di
un nuovo rapporto tra nord e sud del mondo.
Senza dubbio anche il Ciad avanza grazie ai petroldollari, ma la cosa più difficile resta
la giusta ripartizione di questa “manna”. Una
piccola cerchia si sta arricchendo a dismisura
contro una minoranza che non ha accesso né
all’acqua, né alla salute. Anche l’istruzione universitaria è solo per chi se la può pagare e molti
giovani domandano borse di studio.
assemblea diocesana o nazionale il problema
che si pone è che non possono pagare la quota
di partecipazione. Quest’anno tutto il gruppo
ha lavorato per inviare uno di loro agli incontri.
L’inviato al ritorno dovrà formare il gruppo sui
temi svolti. Hanno un senso di comunità fortissimo; se uno del gruppo parte all’incontro significa che tutto il gruppo ha partecipato, che
tutto il gruppo è informato e quindi tutto il gruppo ne trae beneficio. Sono gli aspetti della cultura africana che sono veramente cristiani, da
valorizzare nell’evangelizzazione per dire che
Gesù non è un’imposizione dell’antico colonizzatore, ma il modo più vero e profondo di vivere l’essere africano.
Vi scrivo all’inizio dell’”ottobre missionario”, mese del rosario e di Maria prima missionaria, per incoraggiarvi nelle vostre attività sapendo bene che la missione è ovunque, che
non serve partire per avere un cuore missionario, per ricordarvi che l’amore al prossimo non
è un imperativo morale né una regola, ma è il
Vangelo stesso, la Buona notizia che Gesù chi
ha portato è che nell’amore troviamo la gioia
e la piena riuscita della vita.
Ci ricordiamo vicendevolmente al Signore, Lui nostra gioia e nostra speranza e facciamo di tutto il mondo un cuore solo.
Buon mese missionario.
Quest’anno il comitato parrocchiale “Giustizia e pace” si impegnerà per sensibilizzare le
persone sui loro diritti quando i ricercatori del
petrolio verranno a prendere i loro campi. Il
petrolio minaccia anche l’ambiente: una
piccola foresta dove vivono degli elefanti, salvata dal disboscamento dei contadini è ora attraversata dalle strade tracciate
dalle compagnie cinesi in ricerca dell’oro
nero. Quando sarà il momento gli elefanti saranno uccisi da bracconieri “sconosciuti” che venderanno l’avorio (che
vale molto più dell’oro) sul mercato nero.
Non ho attività pastorali da raccontarvi perché la stagione delle piogge è
dedicata al lavoro nei campi. Positivo è
stato l’impegno dei gruppi giovani di lavorare insieme per crearsi un fondo per
autofinanziarsi nelle loro attività. Spesso quando proponiamo la partecipazione a qualche
Mbay si sesi. Don Tino
Liceo di Butembo -Congo: gli alunni della 1B accanto
il prefetto agli studi TEMBO MUSANGO
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 37
Pereiro, 13 maggio 2014
Carissime e eventuali carissimi
(perlomeno Don Andrea ci sarà ogni tanto) ho
ricevuta una vostra lettera del primo maggio,
informandomi della perseveranza del gruppo
missionario della parrocchia. C’erano dentro
anche 2000 euro frutto di qualche vostra attività in favore delle missioni.
È bello sentirvi come retroguardia, anche
se spesso dovrete fare da avanguardia per via
di tanta gente battezzata ma ancora non convertita al vangelo del regno, forse anche a causa di una scarsa evangelizzazione o di poca testimonianza di vita cristiana.
La tentazione di una religione intesa come
uno sforzo devozionale, perché Dio faccia quello
che vogliamo noi e non uno sforzo di fare quello che Dio vuole, cioè il bene di tutti, c’è anche
qui da noi: e quando quello che vogliamo non
succede, si aprono le porte per una forma di
ateismo pratico e anche teorico, ci porta a collocare al Suo posto il denaro, il potere, il piacere, o semplicemente il “carpe diem” e così
usiamo le persone come fossero cose e adoriamo le cose come fossero persone, e l’amore
gratuito per il prossimo scompare.
“Amerai il tuo prossimo come te stesso”
ha detto Gesù, per cui vuol dire che dobbiamo
prima imparare ad amare noi stessi per essere
in condizioni di amare gli altri: ma come amare
me stesso se sono pieno di vizi, di difetti, di
peccati e per di più brutto e vecchio. Allora
posso amare me stesso solo perché Dio mi ama,
e gratuitamente per di più, perché io possa fare
altrettanto con gli altri, vedendo in loro l’immagine di Dio, anche se coperta da
incrostazioni, e senza pretendere di trasformare gli altri in immagini di Dio, subito o in poco
tempo.
Qui ne vedo di tutti i colori in termini di
povertà e degrado morale, ma a me non tocca
condannare ma salvare.
Anche un santo dovrebbe dire: “Sono un
servo inutile, ho solo fatto quello che dovevo
fare” immaginate un peccatore!
drea: si apriranno nuove prospettive e collaborazioni più chiare, salutatemelo, anche se non
l’ho mai visto.
Vogliatevi bene.
Molte grazie di tutto. Un abbraccio con
tanti bacioni sul cuore.
Don Gino
Azienda Pubblica di
Servizi alla Persona
Via Sette Pievi, 9
38039 - STORO - TN
Tel. 0465/686018
e-mail: [email protected]
[email protected]
Storo, 19 giugno 2014
Prot. n. 1012/A3b
Gentili Volontari del Gruppo Missionario
desidero esprimere tutta la nostra riconoscenza per il contributo che avete devoluto alla
nostra struttura destinato all’acquisto di una
cyclette con schermo digitale ed altro materiale per la fisioterapia, che i residenti già
usufruiscono per le loro attività motorie.
Colgo l’occasione per esprimere il mio
apprezzamento verso il Vostro impegno solidale in un periodo come l’attuale in cui predomina la precarietà e l’indifferenza, un esempio
di altruismo da elogiare e che alimenta la speranza di veder crescere una comunità dove c’è
ancora voglia di rischiare e di mettersi in gioco
per l’altro.
A nome di tutti i residenti e del Consiglio
di Amministrazione di
Villa San Lorenzo rinnovo il nostro più sentito ringraziamento e
l’apprezzamento per il
Vostro lavoro.
Cordiali saluti
Mi è venuta fuori quasi una predica: malattia professionale.
Ho visto il CD sull’ingresso di don AnComunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 38
Il Presidente
Rag. Angela Collotta
Repubblica Democratica del Congo
Ministro dell’Istruzione
Scuola primaria, secondaria e professionale
Città di Butembo
Liceo Butembo
Matricola 6121893
Oggetto: conferma partenariato e ringraziamento.
Al rappresentante del gruppo missionario di
Storo
Egregio Rappresentante,
in uno spirito di collaborazione, abbiamo l’onore
di indirizzarvi questa lettera al fine di presentarvi l’oggetto in evidenza.
Vi abbiamo conosciuto attraverso l’opera
del
Monsignor
Jean-Marie
MUPENDAWATU, promotore, nella nostra
Ville De Butembo, di iniziative assistenziali sotto forma di “borse di studio” ai ragazzi poveri e
abbandonati, malati e bisognosi.
In effetti, dopo l’esperienza di due classi
di una scuola che hanno potuto beneficiare del
vostro aiuto attraverso ASECOD, la nostra
scuola, il LICEO BUTEMBO - classi del ciclo di
orientamento - è stata designata per continuare questa tradizione di solidarietà e di aiuto per
i nostri studenti, in particolare le classi 1B e 2’
per far fronte alle necessità urgenti quali spese
scolastiche, cure mediche, spese bibliotecarie,
ecc.
di poco il loro livello di miseria, hanno istituito
un fondo unico nel quale gli insegnanti salariati
versano una parte del loro magro salario affinché vi sia equità rispetto ai loro colleghi non
pagati dallo Stato. Inoltre, vi sono dei ragazzi
con genitori sopravvissuti alle ricorrenti guerre
nella nostra regione e che vivono in quartieri
disagiati, come dei rifugiati che hanno perso i
loro averi e anche il loro impiego. La presa in
carica dell’istruzione di questi ragazzi abbandonati a loro stessi costituisce una vera sfida.
Per queste ragioni, nutriamo preoccupazione per l’inserimento nella società dei figli dei
poveri. Desiderosi di far studiare i loro figli, queste famiglie povere non riescono a rispondere
ai bisogni primari di costoro. È per questo che
noi ringraziamo il vostro Gruppo Missionario
di STORO per l’aiuto finanziario che ci permetterà di alleggerire il peso delle mancanze
materiali e umane dei nostri giovani, i quali
pregano per voi e per il vostro impegno attivo,
del quale noi siamo beneficiari, per la missione
di Cristo nel mondo.
In allegato Vi invio 5 foto di cui 2 della
classe 1B, della classe 2A e un’altra delle aule
ancora in costruzione.
In vece del Liceo Butembo
II prefetto agli studi
Nella nostra scuola ci sono infatti ragazzi
provenienti da famiglie eterogenee di cui la
maggior parte proviene da famiglie che vivono
in condizioni di povertà, in particolare i ragazzi
degli insegnanti che ricevono un salario basso
dallo stato. Questi ultimi, per alleggerire seppur
Liceo Butembo: gli alunni della 2A accanto al prefetto
agli studi TEMBO MUSANGO
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 39
Anziani di Bondone e Baitoni
Momenti d’insieme
Ci sono momenti in cui, in modo semplice e inatteso, riscopriamo di essere ancora capaci di sentire il valore della nostra vita. E soprattutto, spesso, ci ricordiamo l’importanza del
condividere con altri le nostre emozioni perché in questo modo, una vicina all’altra, tante
piccole gioie diventano qualcosa di grande che
si avvicina alla felicità.
È stata questa la sensazione che molti di
noi hanno provato in occasione dei due incontri comunitari che si sono tenuti a Bondone (il
10 giugno) e a Baitoni (il 28 agosto) nelle sale
delle due canoniche.
Organizzati dal Comune in accordo con
la Parrocchia, lo scopo era quello di offrire la
possibilità alle persone anziane dei due paesi
l’occasione di potersi incontrare, per passare
un pomeriggio insieme, in cui ci fossero gli
spunti per una riflessione ma anche il piacere
di unirsi in quei grandi veicoli di positività che
sono il canto e la musica.
In entrambi i casi l’invito è stato accolto
da numerose persone, in tutto una cinquantina, con un risultato superiore a quanto ci si
potesse aspettare.
All’incontro di Bondone era presente, nonostante già gravemente malato, anche il compianto Sindaco Graziano Scalmazzini che, nel
salutare i presenti, ha posto l’accento sull’importanza di sentirsi tutti, nessuno escluso, importanti tasselli di una Comunità (sia essa civi-
le, sia religiosa) nella quale il valore più importante è quello di saper vivere solidalmente non
solo i momenti positivi ma anche e soprattutto
quelli delle difficoltà. Parole importanti, suonate come il testamento del pensiero di un Uomo
convinto che parole come amicizia, rispetto e
convivenza vanno vissute, non solo pronunciate, e che purtroppo pochi giorni dopo ci ha
lasciato. Anche Lina Cimarolli, presente ad
entrambi gli incontri, ha dichiarato l’apprezzamento per l’iniziativa rivolta ad un paese in cui
non solo vive e lavora da tempo ma che, ha
affermato, ha imparato a conoscere e amare.
Si è poi parlato di avvenimenti lontani,
cento anni fa, nel 1914, la Grande Guerra in
cui le popolazioni trentine, specie quelle di confine come quelle della Valle del Chiese, pagarono l’alto prezzo della partenza per terre lontane, come la Galizia, di migliaia di giovani richiamati alle armi dall’esercito Austroungarico,
molti mai più tornati. Proprio qui, lungo il
Caffaro, c’era il confine con l’Italia che l’anno
successivo divenne, da alleato, il nemico. Le
popolazioni della Valle vennero perciò sfollate,
in molti casi ‘inviate’ in campi di concentramento dove vissero condizioni di vita che portarono alla morte di anziani e bambini.
La guerra; una tragedia che ha segnato
l’intera storia dell’umanità, dalle sue origini e
che ancora oggi, in diverse parti del mondo,
testimonia l’incapacità di superare le divisioni
e di riconoscere con rispetto la dignità degli
altri. Ecco perché è importante ravvivarne la
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 40
memoria: solo conoscendo gli errori del passato è possibile progettare un futuro di Pace.
gno nell’essere protagonisti del messaggio cristiano e portatori di Pace e di Solidarietà.
Vincenzo Zubani, coordinatore della Cooperativa Sociale “Lavoro”, per stimolare il dibattito, ha presentato vecchi giornali, cartoline, oggetti di uso comune, reperti bellici ricordando a tutti l’importanza di conservare questi
piccoli pezzetti di storia che ci sono nelle nostre case e che invece troppo spesso vengono
gettate nei rifiuti. Questo ha sollecitato numerosi presenti a raccontare fatti e aneddoti raccolti a suo tempo da genitori, parenti e amici
vissuti all’epoca e di fare alcune riflessioni sul
dramma delle famiglie che nei quattro anni, dal
1914 al 1918, dovette subire l’orrore della
Guerra.
Ritornati nella sala della Canonica,
Sabrina Marchiori e Sara Valerio, operatrici
della Cooperativa sul territorio di Bondone e
Baitoni, hanno distribuito un rinfresco, mentre
al suono di una chitarra tutti hanno partecipato al canto di vecchie e intramontabili canzoni:
la musica ha da sempre questa capacità di riunire le persone in un viaggio comune, la forza
di saltare confini e barriere che tante volte siamo noi stessi a costruire.
È seguita la S. Messa, nella Chiesa adiacente, celebrata da Padre Giorgio che, nella
sua omelia, ha richiamato ciascuno all’impe-
Da tutti, alla fine di questo pomeriggio
ricco di significato e di emozionanti ricordi, è
stato chiesto di non fermarsi qui ma di poter
ripetere ancora esperienze come queste dove
il sorriso si rispecchia in quello del tuo vicino.
Vincenzo Zubani
Gita a Vittorio Veneto….
In compagnia di don Renato…
Con canti di gioia
Sabato scorso 15 novembre, un gruppo
di parrocchiani della nostra Unità Pastorale ha
trascorso una giornata in visita a don Renato,
presso Vittorio Veneto (Tv), dove si trova per
un’esperienza di spiritualità, prima di riprendere gli impegni pastorali.
Giunti con mamma Maria in tarda mattinata nella cittadina, abbiamo con gioia incontrato don Renato e partecipato alla Santa Messa, animata da una rappresentanza dei cori delle
nostre comunità con canti di mons. Marco
Frisina. Don Renato, per la gioia che provava
in cuore, si è commosso più volte durante la
celebrazione.
Verso le 13.00 ci siamo diretti in
un ristorante tipico per pranzare e cantare insieme, nello spirito della festa
dell’incontro.
Nel pomeriggio, poi, una visita presso il centro storico, ricco di chiese,
monumenti e opere d’arte, situato ai
piedi delle Prealpi trevigiane. Anticamente Vittorio Veneto era formata da
due borghi, Ceneda e Serravalle, uniti
nel 1866. Storicamente questa città
vanta la Medaglia d’Oro al Valor Militare per il ruolo svolto nel corso della
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 41
Grande Guerra e per la partecipazione attiva
della popolazione alla lotta per la Liberazione.
In particolare, abbiamo visitato la cattedrale
dedicata a Santa Maria Assunta e il duomo,
dedicato a Santa Maria Nova. Nella cattedrale
vi è una cripta ove si venera il Corpo di S.
Tiziano Vescovo, patrono della città e Diocesi.
Presso il Convento di San Francesco a Vittorio
Veneto visse il Beato Claudio Granzotto (19001947), un artista francescano, che il Signore
chiamò alla santità, noto per aver compiuto
opere di indiscusso valore artistico, come la
Grotta di Lourdes a Chiampo e la statua dell’Immacolata.
In serata il congedo. Una visita, un gesto di
amicizia e riconoscenza, un vero regalo per don
Renato che ci porta tutti nel cuore. Un viaggio
lungo per raggiungere la meta e per far ritorno
a casa in un’atmosfera serena e felice per il
gesto compiuto!
Cantare la fede
Lo scorso settembre, a Roma, un gruppo
di coristi della Corale Parrocchiale di Lodrone
e Darzo ha partecipato al Convegno - Pellegrinaggio “Cantare la fede - Musica a servizio della liturgia e dell’evangelizzazione”, promosso dal Coro della Diocesi di
Roma in occasione del 50° della Costituzione
Conciliare “Sacrosanctum Concilium” e nel 30°
anniversario di fondazione del Coro della Diocesi.
Il Convegno era aperto a tutte le corali
d’Italia, promosso dal Coro della Diocesi tramite il canale Facebook; noi eravamo gli unici
rappresentanti del Trentino tra gli oltre 1400
partecipanti.
Il Convegno-Pellegrinaggio ha alternato
momenti di formazione “accademica”, con momenti di puro canto in allegria ed altri più liturgici.
Nell’Auditorium della Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino abbiamo assistito agli
interventi di eminenti personalità che hanno
trattato temi strettamente legati alla funzione
del Coro Parrocchiale all’interno della comunità cristiana e della liturgia. Dopo l’intervento
introduttivo del Card. Vicario Agostino Vallini,
che
ha
trattato il
tema “Il
ruolo del Coro parrocchiale”, il maestro
Frisina, ideatore e mentore del Convegno, ha
ufficialmente aperto i lavori.
Sono intervenuti: Padre Giuseppe Midili
O. Carm, Direttore dell’Ufficio Liturgico del
Vicariato di Roma, che ha trattato il tema
“L’Animazione Liturgica nel rispetto
delle direttive del Concilio Vaticano II”;
Don Fabio Massimillo, liturgista, ha relazionato
su “Il ruolo del Coro e il coinvolgimento
dell’Assemblea nelle Celebrazioni”;
Padre Jordi-A. Piqué (Preside del Pontificio Istituto Liturgico) ha disquisito su “I fondamenti teologici della Musica Liturgica”.
Il giorno successivo, S.E. Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo emerito di Cagliari, è
intervenuto su “La Musica e la bellezza”;
infine, la relazione di Mons. Vincenzo De
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 42
Gregorio, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra ha concluso i “lavori d’aula” con
“La formazione musicale degli animatori liturgici”.
Dagli interventi, è emerso che “Il canto
sacro è parte necessaria della liturgia”,
“Le corali hanno un ruolo pedagogico,
perché permettono di vivere l’esperienza di Dio”; ed ancora “Il coro non è ornamento marginale ma è la liturgia ad
esigerne la presenza”. Per i coristi: “Il
tempo che il coro dedica alle prove è
fondamentale, è come il tempo della
semina che precede la raccolta dei frutti”.
Nel pomeriggio del sabato ci siamo poi
ritrovati nella Basilica di Santa Maria Maggiore
per la Santa Messa a conclusione del Convegno, presieduta dal S.E.R. Mons. Filippo
Iannone, Vicegerente della Diocesi di Roma, e
animata da tutte le Corali intervenute al Convegno. Al termine, la preghiera di affidamento
a Maria Salus Populi Romani.
Alla sera, il grande concerto nella Basilica di San Giovanni in Laterano, tenuto dal Coro
della Diocesi di Roma, dall’Orchestra Fideles
et Amati diretti da Mons. Marco Frisina con la
partecipazione di tutte le Corali intervenute al
Convegno.
La domenica, di buon mattino, ci siamo
ritrovati in Piazza San Pietro per la partecipazione alla Santa Messa, presieduta dal Santo
Padre Francesco in occasione dell’incontro con
gli anziani, organizzata dal Pontificio Consiglio
della Famiglia ed animata dalla Cappella Pontificia “Sistina” insieme al Coro della Diocesi
di Roma.
Al termine della preghiera dell’Angelus,
per una speciale concessione in via del tutto
eccezionale, siamo entrati nella Basilica
Vaticana dal Portone di Bronzo, per soffermarci
poi sulla tomba di Pietro per la recita del Credo all’Altare della Confessione. Seguendo un
percorso vietato ai visitatori, passando per la
Porta della Preghiera, siamo entrati nei Giardini Vaticani, per una processione con sosta di
preghiera alla Grotta della Madonna di Lourdes.
Durante la Celebrazione, Papa Francesco
ci ha rivolto un particolare saluto ed augurio:
“Grazie per la vostra presenza, per aver ani-
mato con il canto questa celebrazione, affiancandovi alla Cappella Sistina. Continuate
a svolgere con gioia e generosità il servizio liturgico nelle vostre comunità”.
A conclusione, una riflessione di Don
Marco Frisina, ci aiuta rispondere ad una domanda apparentemente banale: “Che cos’è la
musica? Cos’è la musica in sé? La risposta
potrebbe sorprendere: la musica non ha valore in sé, non ha un significato, ma diventa
straordinaria perché Dio ce l’ha donata per
essere uno strumento di comunicazione... Dio si manifesta nell’armonia dell’universo, nelle sue perfezioni, che non hanno
bisogno di parole e di concetti, la bellezza
del Creato è più eloquente di qualsiasi messaggio verbale. E così è per la musica, che
può essere compresa al di là di ogni lingua,
al di là di ogni cultura, e il suo messaggio è
profondo e nello stesso tempo immediato, è
sempre attuale, anche se proviene da tempi
remoti, perché le sue origini sono in Dio, e la
sua influenza tocca la profondità dell’essere
umano: è nel cuore dell’uomo che scatta la
musica, in quel contatto misterioso con l’armonia di Dio, che è e resta un mistero”.
Abbiamo realizzato un video-ricordo del
pellegrinaggio, con alcune delle nostre voto e
video dei nostri canti, disponibile su internet
all’indirizzo https://www.youtube.com/
watch?v=rdTNzX8QbG8
Un’esperienza grande, indimenticabile, un
tempo bello per stare insieme, cantare, pregare e crescere nella fede e nel servizio!
Camillo, Giovanni, Chiara, Luciana, Ottilia, Anna,
Susanna, Mauro, Marcello.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 43
Santa Cecilia
Il giorno 22 novembre la Chiesa festeggia Santa Cecilia, patrona della musica, dei
musicisti e dei cantanti.
Per questo motivo i cori parrocchiali della nostra Unità Pastorale, in accordo con don
Andrea, hanno deciso di festeggiare la propria
patrona pregando insieme e chiedendo a Dio,
per intercessione della santa, di renderli degni
di cantare le Sue lodi.
Da alcuni anni i cori dell’Unità Pastorale
si ritrovano a cantare assieme in alcune celebrazioni unitarie; proprio nella preparazione di
una di queste, i maestri ed alcuni coristi hanno
proposto di cantare assieme anche in occasione della festività di Santa Cecilia.
La celebrazione ha avuto luogo nella chiesa di Darzo, addobbata per la festa in onore
alla Santa protettrice dei cantori e della solennità di Cristo Re.
Prima della Santa Messa sono stati eseguiti alcuni canti, per pregare insieme e chiedere l’intercessione della Santa patrona. Poi
come di consuetudine nelle solennità, essendo
l’ultima domenica dell’anno liturgico nella quale si celebra la regalità di Nostro Signore Gesù
Cristo, le corali unite hanno animato solennemente la celebrazione.
Nell’omelia don Andrea ha valorizzato
l’iniziativa dei cori di incontrarsi attorno all’altare per unirsi nella lode e preghiera al Signore. Una bella testimonianza del camminare insieme, un bell’esempio per il cammino pasto-
rale delle nostre comunità. L’unità e la comunione, in spirito di amicizia e collaborazione
sono le strade che siamo sempre più chiamati
a percorrere, con fedeltà e coerenza al Vangelo.
Al termine della Messa, dopo la preghiera a Santa Cecilia, Giorgio Parmiani, rappresentante del Consiglio dell’Unità Pastorale è intervenuto, esprimendo, a nome del Consiglio,
il grazie per l’iniziativa e per il prezioso servizio
che i cori svolgono con gratuità e amore nel
corso dell’anno liturgico.
Dopo la solenne benedizione ed il canto
finale dedicato a Maria, la festa è proseguita in
pizzeria per un momento conviviale e gioioso,
fra canti in amicizia e allegria. Una grande, dolce
torta e un brindisi insieme, le parole di don
Andrea: “Questa esperienza sia nel tempo un
appuntamento fisso per pregare e fare gruppo”.
Un momento nel quale abbiamo sperimentato la bellezza e la gioia dello stare insieme; un momento che ci ha rafforzati nell’amicizia; un momento che ci ha caricati per riprendere il cammino nel fedele servizio al Signore.
Daniele Armani
“Chi canta prega due volte; cantate con la voce,
cantate con la bocca, cantate con i cuori,
cantate con un comportamento retto:
Cantate al Signore un cantico nuovo!”.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 44
S. Agostino
Apertura oratorio e
processione
Madonna del Rosario
Grande festa a Baitoni per l’apertura dell’anno oratoriano, dopo la pausa estiva, l’appuntamento era per domenica 26 ottobre, dove con grande adesione ed entusiasmo l’oratorio di Baitoni intitolato
a Padre Bernardino, ha aperto la stagione in occasione della festa della
Madonna del Rosario.
Pomeriggio all’insegna dell’allegria con una castagnata aperta a tutti i
bambini, genitori ed accompagnatori.
La passione per mantenere aperta questa attività deriva dal fatto che i
nostri giovani in oratorio possono trovare cura, divertimento ed educazione
da parte delle catechiste e dei genitori che ogni domenica volontariamente aprono la struttura e la
mantengono attiva e vitale, infatti,
ogni domenica viene proposto un
programma diverso in modo da poter stuzzicare l’interesse e le capacità di ogni bambino.
La giornata iniziata con la S.
Messa solenne delle ore 11,00 celebrata dal parroco Don Andrea, si
è sviluppata nel pomeriggio in compagnia tra castagne, dolci offerti
dalle mamme dell’oratorio, giochi
e divertimenti per grandi e piccini. Giornata
conclusasi poi con la processione alla Madonna del Rosario.
Nella seconda metà dell’ottocento alcuni
abitanti di Bondone, per potersi dedicare all’agricoltura ed al pascolo, si trasferirono nella
piana a Baitoni. Con il
passare del tempo espressero il desiderio di avere
una chiesa in paese e tra
il 1945 ed il 1950 fu eretta la chiesa di Baitoni e fu
dedicata appunto alla Madonna del Rosario.
Per ben due volte all’anno, nel mese di maggio e
nel mese di ottobre, la
Madonna del Rosario viene portata per le vie del
paese, raggiungendo il capitello al Ruch, recitando il rosario ed innalzando canti alla Madre di Dio.
Anche quest’anno in questa
domenica 26 ottobre si è portata
la Madonna del Rosario e con la
preghiera si è invocata la Sua
protezione meditando sui misteri
di Cristo.
Si è svolta con molta dedizione nel silenzio della sera.
Terminata la processione si è fatto un piccolo rinfresco per ringraziare tutti coloro che
hanno partecipato con devozione.
Chiara e Lina
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 45
Oratorio Lodrone… che gran partenza!
Novembre 2014
Il 31 ottobre si è aperta la nuova stagione
per il gruppo Oratorio di Lodrone con la GRANDE FESTA DI HALLOWEEN per bambini organizzata al Centro Sportivo Polivalente, che
sempre ben si presta per queste occasioni di
ritrovo della comunità. A tal proposito un ringraziamento particolare va alla Società
Bocciofila Eridio che ci ha permesso l’utilizzo
dei suoi campi, garantendone la copertura e
l’allestimento, ed il Comitato di Gestione del
centro sportivo.
Apertura in grande stile con oltre 150
menu distribuiti tra porzioni di polenta dei nostri grandi “Polenter” di Lodrone che mai finiremo di ringraziare per la loro disponibilità e
bravura nel cucinare il nostro piatto tradizionale per eccellenza, ed il menu bambini preparato con la solita professionalità dal Gruppo Alpini di Darzo.
Tanti, tantissimi i bambini accorsi mascherati e non che hanno partecipato alle attività
organizzate dal Gruppo Animazione di
Lodrone, hanno giocato, corso, ballato e partecipato alla grande tombola organizzata dal
Comitato Santa Barbara di Lodrone! Merita un
appunto la proficua collaborazione tra le associazioni (Comitato Santa Barbara e Oratorio di
Lodrone) che insieme hanno gestito una bella
serata occupandosi di tutti gli aspetti dalla cena,
all’intrattenimento, all’allestimento ed alle pulizie finali, rendendo la serata piacevole a detta
dei partecipanti e favorendo anche una piccola
raccolta fondi per il comitato che si occupa
dell’accoglienza dei bambini bielorussi in diverse famiglie del nostro paese, ma non solo.
Apertura superata, ora ci attendono tutte
le domeniche fino ad aprile, dove all’interno
del nostro oratorio presso la casa sociale all’ultimo piano i bambini possono ritrovarsi dalle
14.00 alle 18.00 con giochi e intrattenimenti
vari.
Il gruppo oratorio non ha pensato solo ai
più piccoli. Quest’anno il direttivo ha deciso di
impiegare tempo e risorse per gli adolescenti
favorendo un percorso formativo di crescita che
aiuti i nostri ragazzi nel critico momento dell’adolescenza a confrontarsi con gli amici e vivere momenti insieme di collettività.
Il progetto s’intitola “Siamo Viaggiatori
sullo stesso Treno” e prevede una serie di incontri nel corso dell’anno, che permettano una
crescita personale, la condivisione di alcuni
valori importanti quali l’amicizia, la scoperta
delle proprie potenzialità ed attitudini, ma anche lo stare insieme, il condividere una passione e perché no cimentarsi in attività di animazione in occasione di feste e manifestazioni promosse dall’oratorio!
Ci siamo affidati ad un esperto animatore ed educatore, che già conosce il gruppo essendo l’organizzatore del grest estivo in programma ormai da qualche anno a fine giugno,
per redigere il progetto, analizzare i bisogni dei
ragazzi e cercare di creare un percorso per loro
allettante e che possa portare a momenti di
riflessione ma anche di divertimento!
Il primo incontro è già stato fissato per
SABATO 29 NOVEMBRE e DOMENICA 30
NOVEMBRE, ne seguiranno altri due nel corso dell’anno, tematizzando gli incontri a seconda del periodo.
Saranno dei WEEKEND INSIEME PER
CREARE, IMMAGINARE, GIOCARE, DIVERTIRSI, SCOPRIRSI E CRESCERE INSIEME
COME PERSONE E COME GRUPPO!
L’obbiettivo del gruppo Oratorio è quello
di stare vicini anche ai ragazzi che non hanno
più l’età per il gioco in oratorio ma che potranno comunque avvicinarsi a Noi in altra veste,
rimanendo legati cosi al paese, alle tradizioni
manifestando la loro voglia di essere gruppo e
perché no, di diventare piccoli animatori!
Il gruppo Oratorio crede sia necessario
mantenere per il paese di Lodrone un punto
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 46
d’incontro per i più giovani ma non solo, l’oratorio dovrebbe fungere da catalizzatore e convogliare forze e voglia di stare insieme in una
realtà troppo spesso individualista! Per questa
mission i volontari dedicano il proprio tempo
affinché la struttura resti viva nel paese e possa
arricchire le giornate con appuntamenti ed
eventi piacevoli.
Gruppo Oratorio Lodrone
Circolo oratorio e
Casa alpina
Dopo l’intensa attività estiva è ripresa a
pieno ritmo l’attività in oratorio. I campeggi
estivi per ragazzi e il turno adolescenti hanno
assorbito molte energie degli animatori, ma alla
ripresa autunnale d’ottobre tutti eravamo pronti
per la ripartenza. Tre direttivi, molto intensi,
sono serviti per fare il punto della situazione a
fine turni della Casa Alpina e per programmare l’attività invernale.
Dalle tante proposte uscite e dalle molte
attività da coordinare ne citiamo alcune che
magari non sono illustrate in altri articoli di
questo bollettino.
Innanzitutto una premessa sulla scomparsa di don Ezio domenica 24 agosto che ha visto tutto il direttivo partecipe al funerale del 26
(eravamo un pullman di storesi ma sicuramente molti altri avrebbero voluto essere presenti a
Coredo quel giorno), alcuni del direttivo e ex
direttori ed assitenti portavano il fazzoletto rosso-verde della Colonia al collo, è stato un momento molto importante di partecipazione al
lutto di una comunità molto allargata che ha
conosciuto don Ezio ed ha saputo apprezzare
e riconoscere “a pelle” la sua umanità e la sua
testimonianza cristiana. Cras in latino si traduce con: domani – come ha ricordato il nostro
Sindaco cav. Vigilio Giovanelli al funerale – ed
è proprio guardando al futuro che dalla piccola
baracca è nata la Casa Alpina.
Nel direttivo, in occasione del 50’ della
Colonia, si pensava già al rifacimento della baracca del CRAS davanti alla Colonia, ormai
vecchia e pericolosa anche per l’uso. Il progetto di rifacimento è stato approvato in Comune
così come il progetto per ampliare il magazzino dietro la Colonia. Ma per la baracca, primo
gradino di costruzione della Casa Alpina abbiamo pensato qualcosa di particolare: proporre
di dedicarla a don Ezio e di raccogliere contributi ed offerte da tutti quanti vorranno partecipare a questo ricordo. Gli animatori del turno
adolescenti hanno già offerto 2.050 euro rinunciando al rimborso spese che solitamente
riserviamo loro per l’impegno e il tempo dedicato al campeggio. Altri privati si sono fatti
avanti: i coetanei di Silvia Romagnoli, il Gruppo Missionario, la Pro Loco, e singole persone, tutti insieme contribuiremo, in occasione
dei 50 anni di Casa Alpina al ricordo
dell’indimenticato don Ezio. La sottoscrizione
è aperta a tutti.
Sabato 29 novembre è stata l’occasione
per ringraziare tuti i volontari e animatori della
Casa Alpina con una pizza in compagnia; dopo
una carrellata sull’anno trascorso a cura del Presidente è intervenuto anche il sindaco Vigilio
Giovanelli e il parroco don Andrea elogiando
l’impegno dei molti giovani presenti in favore
delle loro comunità, cosa che fa ben sperare e
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 47
za, il 2 novembre, in occasione della Fiera e si
sta preparando il presepio in legno che sarà
esposto in piazza. Le mamme invece hanno
realizzato un bellissimo presepio con la pasta
di semola esposto in questi giorni dicembrini
nella vetrina del Progetto Giovani. In dicembre
seguiranno varie iniziative, aspettando il natale, con lavoretti vari in sala giochi.
rincuora i molti adulti, presenti e assenti, che
hanno dato tanto in questi molti anni di Casa
Alpina.
L’oratorio ha aderito poi al ciclo di
cineforum diocesano, 4 film in 10 sale per una
visione condivisa dal titolo: “a che punto è la
notte” sul tema della crisi nelle sue varie
sfacettature. Una trentina le persone presenti
nelle quattro proiezioni di novembre, buono l’interesse anche al dibattito che ne è seguito. Film
validi che hanno stimolato a pensare e, grazie
alle presentazioni preparate, sono stati apprezzati sotto molteplici punti di vista. Le opere cinematografiche, se ben introdotte e spiegate,
possono aiutare tutti a comprendere i cambiamenti in atto e le tematiche più scottanti che
interpellano la nostra società, dal punto di vista economico, sociale, familiare, ecc.
Il coro giovanile ha ripreso le prove settimanali e l’animazione delle Messe a metà settembre e si esibirà al concerto natalizio dell’8
dicembre organizzato dal Coro Sette Torri. Da
segnalare l’apprezzato rientro dell’organista
Mimmo, che dopo un primo tempo di rodaggio si sta ben integrando nel folto gruppo di
bambine, ragazze, cantori e musicisti vari.
Con i giovani della Pro Loco abbiamo
anche rinnovato la sala giochi, ridipingendola
e pulendo gli esterni dalle varie schifezze che
altri giovani avevano provocato con scritte e
scarabocchi vari. Metteremo anche delle telecamere esterne per il controllo dei piazzali e
delle scale esterne in quanto i giovani stessi sono
stanchi di pulire la casa e i piazzali che altri
giovani maleducati si ostinano a ripetere ogni
qualvolta ci sia un momento non animato o
incostudito della struttura. Non vogliamo chiudere i cancelli, l’oratorio deve essere e rimanere aperto a tutti, ma vogliamo anche che sia
rispettato perché lo sentiamo nostro e con esso
siano rispettati anche i vicini che a volte devono fungere da guardiani, loro malgrado, sentendosi anche gli insulti più irripetibili.
Ringraziamo quindi tutti quanti danno una
mano a far sì che l’oratorio sia vivo e bene tenuto, sia gli animatori, che i giovani, sia gli adulti
che i vicini con i quali cerchiamo di collaborare
affinché pochi facinorosi non prevalgano e rovinino il bel clima collaborativo che c’è. Ringraziamo anche le forze dell’ordine che sono
intervenute in questi mesi autunnali, Vigili e
Carabinieri, perché il controllo di alcune situazioni è molto importante per la sicurezza dei
nostri giovani, anche all’oratorio.
La direzione
Le mamme della Sala Giochi hanno iniziato alla grande la loro attività con l’animazione personalizzata su ogni domenica e altre proposte con serate per adulti di cui all’articolo a
parte. Molto ben partecipate le domeniche a
tema con lavoretti e iniziative varie di animazione. Il 16 novembre festa di San Martino
hanno partecipato circa 60 bambini con la storia del Santo, la costruzione delle lanterne e il
lancio, dal sagrato, delle grandi lanterne luminose nella serata. In collaborazione con la Pro
Loco è stata organizzata la castagnata in piazComunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 48
Serate per
NOI
Quest’anno il gruppo mamme della Sala
Giochi dell’oratorio di Storo hanno voluto organizzare delle serate particolari; non solo attività creative, diverse ogni domenica, per i nostri bambini, ma qualcosa anche per noi! Lunedì 13 ottobre 2014 alle ore 20,00 presso la
sala della biblioteca di Storo, concessa gentilmente dal comune; “Yoga della risata” con
Letizia Espanoli. Assistente sociale, lavora da
14 anni come libera professionista, consulente
e formatrice in molte realtà socio sanitarie, pubbliche e private, esperta in yoga della risata,
forma di yoga che fa uso della risata auto-indotta intervallata da esercizi di respirazione.
Nata dall’idea di un medico indiano, dottor
Madan Kataria. La risata si sviluppa facilmente
in gruppo, favorisce un maggior apporto di
ossigeno al cervello, venti minuti di risate sono
sufficienti per sviluppare benefici fisiologici importanti: scarica le tensioni, migliora la memoria, la respirazione, ossigena il cervello e quindi favorisce il pensiero, rende la voce più bella
e ci fa sentire bene, rende di animo più tollerante, è un eccellente anti-stress, libera betaendorfine, ha effetto analgesico e aumenta le
difese immunitarie.
ottobre c’era la campagna “nastro rosa” per la
prevenzione del tumore al seno, il più frequente del sesso femminile. La diffusione del tumore è in rapporto con le sue dimensioni dal momento che il tumore del seno cresce molto lentamente e trovarlo molto piccolo significa guarire! Per questo abbiamo voluto promuovere
questa serata con relatore il dott. Giovanni
Ambrosini, oncologo, per sensibilizzare le donne sull’importanza vitale della prevenzione e
della diagnosi precoce, informando il pubblico
femminile anche sugli stili di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da
effettuare, nonché l’auto-palpazione. Come detto, abbiamo avuto un buon riscontro per la partecipazione numerosa ai due incontri così da
incitarci e stimolarci ad organizzare prossimamente altre serate.
La partecipazione è stata ottima: ottanta
partecipanti perché per problemi logistici
non abbiamo potuto accettare altre adesioni. Ci è spiaciuto molto ma visto il
grande successo penseremo di organizzarne un’altra in primavera.
Altra serata molto partecipata è stata giovedì 29 ottobre 2014 presso la Sala
Cinema dell’oratorio. Durante il mese di
Castagnata in piazza il 2 novembre:
Pro Loco e oratorio
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 49
Le mamme della sala giochi
Campeggio adolescenti
2014...
“la salita è dura, ma il panorama è fantastico”...
Anche quest’estate, come ormai da qualche anno, si è svolto in agosto il campeggio
adolescenti nella colonia di Faserno: Dieci giorni
di divertimento, riflessione, spensieratezza e
amicizia che hanno visto la partecipazione di
una ventina di ragazzi dai 14 ai 17 anni provenienti dal Comune di Storo e accompagnati da
alcuni animatori del gruppo adolescenti.
Le giornate in campeggio iniziavano con
il tradizionale momento di preghiera mattutina, il quadrato. Dopo la colazione e finite le
pulizie, per i ragazzi, c’era il momento “centrale” della giornata, dove, con l’aiuto di attività e
riflessioni che stimolavano il loro pensiero critico, potevano pensare, farsi un’ idea e confrontarsi con i propri compagni di viaggio sulla
tematica del giorno.
Il campeggio, quest’anno, aveva come
tema centrale “Io & l’altro” e gli argomenti
proposti nelle varie giornate ai nostri adolescenti
sono stati: Limiti personali e autostima, Libertà di...e libertà da..., Difficoltà degli adolescenti/solitudine e voglia di credere in se stessi,
Ambiente, Fede e il “bisogno” di credere, Talenti (come metterli a disposizione) e Bisogni
(come riconoscerli e soddisfarli), Aspettative, Sogni, Desideri e Futuro
come coraggio di scegliere e guardare sempre
avanti.
Spesso, nel pomeriggio, i ragazzi erano liberi di svagarsi: Qualcuno
si sdraiava al sole, altri preferivano cantare, qualcun’altro si destreggiava in
sport vari come la
pallavolo, il volano o il calcio e altri si lanciavano in
sfide infinite di calcetto e
ping-pong.
Nei pomeriggi si trovava anche il tempo
per proporre giochi a squadre all’esterno o all’interno in base al meteo che quest’anno non
è stato dalla nostra parte. Gli animatori hanno
proposto, ad esempio, “il giro del mondo in
80 secondi”, “passa parola” o una caccia al
tesoro a tema con personaggi travestiti e prove divertenti.
Dopo la merenda i ragazzi avevano ancora un momento di libertà, durante il quale
qualcuno coglieva anche l’occasione per confrontarsi e confidarsi su difficoltà che incontrano sulla “strada in salita” della loro vita, con
Don Andrea o con noi animatori.
La giornata si chiudeva con il quadrato
serale e dopo cena i ragazzi avevano la possibilità di andare al totem per un’ora, denominata
“ora d’aria”, per potersi “risintonizzare” con
gli amici o i famigliari rimasti in paese.
Le serate erano organizzate con i classici
falò, l’ormai noto “gioco notturno” della prima
sera, la sfida “maschi contro femmine” dove i
ragazzi “combattono” a colpi di danza, canti,
intelligenza, bellezza e stile e “Ciao Darwin” ,
una sfida a squadre con diverse prove da superare.
Nonostante
il
tempo
“autunnale”, siamo riusciti a fare
una passeggiata in Val Donea e
ad affrontare l’affascinante “giro
del Lorel”. La novità di quest’anno è stata una notturna in malga
Vacil con cena e rientro in colonia dopo esserci fermati ad ammirare il meraviglioso panorama
dalla Canal.
La giornata si concludeva con
una canzone diversa per ogni
tematica affrontata con un’introduzione di Don Andrea.
Il momento più magico del
campeggio adolescenti è sicuramente la veglia alle stelle, durante la quale i ragazzi possono fermarsi a pensa-
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 50
re a se stessi e alla propria
vita, nel meraviglioso silenzio
della natura, ammirando il
cielo stellato.
un legame profondo
perché a nessuno piace rimanere solo e tutti hanno bisogno di
qualcuno che ci ascolti e di cui ci possiamo
fidare...”
Spunti dalla Veglia alle
stelle 2014 “...LA RICERCA
DELLA FELICITA’...”
“...nell’esperienza vissuta qui
in colonia ho conosciuto molti
amici e amiche nuove ed ho
provato nuove emozioni. In questi dieci giorni
ho trovato la vera felicità che in poche occasioni sono riuscito veramente a conoscere...”
“...appena esci dalla colonia ti siedi e con chi
capita capita, tanto sono tutti tuoi amici: siamo diventati un gruppo molto unito...sto così
bene qui in mezzo alla natura senza pc, tv, videogame e cellulare...
...fare le riflessioni è molto divertente perché
noi ragazzi abbiamo poche occasioni per parlare dei nostri problemi...e i giochi? sono stupendi perché non smettiamo mai di ridere e la
cosa più bella è che gli assistenti ridono con
noi...”
“...tutti, secondo me, hanno lo stesso diritto ad
essere felici...”
“...è stata un’esperienza molto positiva perché
mi ha fatto capire di avere degli amici meravigliosi che mi capiscono e mi accettano per quello che sono...”
“...secondo me la vita è un caos tremendo, ma
rimane la cosa più bella che possiedo perché
so che comunque vada avrò sempre persone
di cui potermi fidare sia nei momenti positivi
che in quelli di difficoltà. Tutte le cose che facciamo nella vita alla fine sono fatte in funzione
di conoscere nuove persone e a volte costruire
“...stando in questo
fantastico gruppo ho
capito i veri valori dello stare assieme...”
“...ogni anno qui ritrovo la voglia di essere giovane, ossia di poter godermi la vita e osservarla sotto altri punti di vista che forse durante il
resto dell’anno si spegne in me...”
“...Faserno è un occasione da cogliere al volo:
ti fa maturare, impari cose nuove, rifletti su cose
che prima ti sembravano banali e a cui non
davi molto peso. E’ un’occasione per condividere le proprie idee/pensieri con altri...mi è
servita molto a crescere...”
L’esperienza di quest’anno è stata preceduta da alcuni mesi di riflessione visti i numeri
in calo rispetto al passato, ma l’importanza e
la determinazione di creare momenti come
quelli che si vivono assieme durante il campeggio, nei quali emerge la voglia di conoscere se
stessi e gli altri, il mettersi in gioco e il saper
affrontare la vita con quella “coscienza critica”
di cui tanto si parla, hanno fatto si che il gruppo di animatori, la Direzione della Colonia e
Don Andrea abbiano creduto ancora una volta
nei ragazzi e nella loro voglia di intraprendere
questa avventura.
Eh si, ce l’abbiamo fatta!
Un grazie particolare al nostro Capitano
Don Andrea che ha creduto in noi e ha saputo
accompagnarci al meglio in questa
avventura creando legami sinceri
con animatori e ragazzi.
“Il fare riferimento all’altro non
è un limite ma una possibilità di uscire dal circolo vizioso dell’io per entrare nella ricchezza del noi”
(Emmanuel Mauvier)
Gli animatori
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 51
Casa Alpina
2014
Vivere la Colonia Alpina è un’esperienza
speciale per i bambini e i ragazzi, ma anche
per gli educatori stessi. Un tempo in cui sperimentare uno stile di vita basato sullo stare insieme, giocare insieme, cantare insieme, mangiare insieme… pregare insieme.
Il nostro essere ha bisogno di trarre forza, energia, entusiasmo da un fare che
dia un senso profondo all’unità magicamente creata durante
i gior ni vissuti a
Faserno.
Forse è proprio
l’obiettivo formativo,
l’organizzazione e la
preparazione delle attività che vede la partecipazione di così tanti
ragazzi. I tre turni, ciascuno dei quali contava 58
presenze, hanno ravvivato la Colonia in modo attivo e soprattutto formativo grazie anche alla
presenza del nostro Parroco Don Andrea.
Il tema conduttore
dell’estate era: “Dite amici ed
entrate”. Una rivisitazione simpatica e coinvolgente de: “Il Signore degli anelli” di J.R.R.
Tolkien.
Il testo utilizzato per la programmazione dei turni è nato
dalla passione per l’educazione,
la formazione e da una
competenza acquisita sul
campo in fatto di attività
oratoriale e di pastorale
giovanile. Autore principale è “NOI Torino” che
ha come finalità quella di
fornire servizi e strumenti
agli Oratori. Il testo non è
altro che un viaggio dove
i protagonisti, attraverso le
difficoltà incontrate, acquisiscono sempre maggior
consapevolezza delle loro
capacità, assumendosi via
via maggiori responsabilità,
fino al raggiungimento della meta. E così Frodo riuscirà a portare l’anello,
Aragorn diventerà Re della
Terra di Mezzo, ognuno affronterà dure prove e vorrà
ritirarsi ad una vita più comoda e agiata, o forse troverà
nelle difficoltà la forza per
proseguire il viaggio certo
che nei momenti più difficili
ci sarà sempre una luce ad
indicare la strada, a risolle-
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 52
vare e a dare forza.
I ragazzi guidati dalle
loro direttrici e dai loro animatori hanno potuto trascorrere dei giorni veramente
belli e speriamo indimenticabili per la loro vita nella gioia
dello stare insieme. In una
Colonia preparata precedentemente in modo curato grazie soprattutto a quel gruppo di persone che da sempre lavora silenziosamente
per il riordino della casa, il
taglio degli alberi, la cura del
prato e tanti altri lavori. Per
fortuna alla fine di tutto c’è sempre una foto
che ferma i momenti più gioiosi e li mantiene
nel tempo.
La serata dedicata allo
scorrere dei meravigliosi ricordi si è tenuta il 15 novembre all’oratorio di Storo e ha
visto la partecipazione di tutti
gli animatori impegnati a
rendere simpatico e divertente questo appuntamento
così ben riuscito! Per l’occasione ogni turno ha preparato un DVD con le foto più
belle, lavoro che è possibile
acquistare al prezzo di 5
euro.
Arrivederci allora al
prossimo anno da tutto lo “Staf” della Colonia
Alpina di Faserno.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 53
Estate in Tanzania
La scorsa primavera, mio figlio Daniel,
mentre pensavamo a cosa poter fare durante
l’estate, mi esprime il suo desiderio di voler
andare in Tanzania per vedere quello che aveva fatto il nonno Battista con i suoi amici, ma
anche per lavorare negli stessi luoghi.
Devo dire che questo era un po’ anche
un mio desiderio che però non esprimevo perché mi sembrava di essere da sola e di disturbare troppo per realizzarlo, per cui ho colto la
palla al balzo e ne ho parlato con Davide. Dopo
aver visto come poter fare con le ferie, ci siamo lanciati in quest’avventura.
Per la preparazione del viaggio ci siamo
affidati a Elisa Grazioli, una giovane di Trento
che ha scelto di lasciare il proprio lavoro di stilista della Benetton per andare a lavorare all’orfanotrofio di Tosamaganga.
Io Davide e Daniel siamo partiti da
Malpensa il 26 luglio con un aereo
dell’Ethiopian Airlines per un soggiorno di 20
giorni. La prima tratta di viaggio, da Storo a
Dar Essalam, è durata 24 ore e dopo una notte
in città nell’ostello dei Padri Passionisti, siamo
ripartiti di buon mattino con un autobus di linea per fare i circa 600 km e raggiungere la
regione di Iringa, all’interno della Tanzania.
Finalmente dopo 48 ore dalla nostra partenza
arriviamo alla nostra meta.
All’orfanotrofio di Tosamaganga, dove saremo ospitati come campo base, subito ci accoglie uno stuolo di bambini, (circa un’ottantina) che ci “saltano” letteralmente in braccio, ci
tirano nel loro cortile per giocare, per toccarci,
per toccare i nostri capelli, per vedere come
siamo vestiti.
sei sorelle, che si occupano dell’orfanotrofio:
c’è la sister che si occupa dei bambini piccoli,
quella che si occupa della cucina e della dispensa, c’è la suora che organizza la scuola superiore femminile, quella che si occupa della scuola
dei piccoli. Queste sorelle sono aiutate da novizie o da ragazze che sono cresciute lì da loro
e si sono fermate; hanno anche la collaborazione di alcuni ragazzi per i lavori in campagna
e per la cura degli animali. Sì perché loro sono
riuscite a rendere autosufficiente l’orfanotrofio,
per ogni bisogno: dall’energia autoprodotta con
i pannelli solari (ovviamente forniti e sistemati
dai gruppi di volontari italiani), al fabbisogno
alimentare (coltivano grano, mais, riso, fagioli,
pomodori, verdura, frutta e latte, galline e uova
e consumano solo quello che producono), ai
vestiti (cuciti dalle ragazze della scuola superiore femminile, attrezzata con vecchie macchine
da cucire a pedali importate dall’Italia).
Appena qui a Storo si è sparsa la voce
che saremo andati in Tanzania, dove aveva lavorato mio papà, tante persone ci hanno affidato dei soldi, da portare laggiù e da lasciare in
situazioni di bisogno; anche il gruppo missio-
Presto
ci fanno sentire a casa
nostra anche
le sorelle
Te r e s i n e :
Suor Elena è
a “capo” di
un gruppo di
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 54
nario di Storo, che è sempre vicino a chi parte con
scopi umanitari e missionari, ci ha affidato una bella
somma; tra tutti erano più
di 3 000 euro. E non abbiano ricevuto solo denaro,
ma anche materiali che le
suore ci avevano richiesto
come biberon, ciucci,
scarpette e intimo per bambini: cose che per loro sono
introvabili.
E così, una volta laggiù,
ci siamo messi al lavoro, anche
se “pole, pole” (piano, piano
in lingua swahili), come vuole
lo stile africano: abbiamo dipinto le pareti della scuola dei piccoli, con disegni didattici per
aiutarli ad imparare meglio; animali accompagnati
dal loro nome in lingua
swahili e in inglese, oppure la stessa cosa con i colori, con la frutta, con i
vestiti, con le parti del corpo, con i numeri e le lettere dell’alfabeto, ma anche
le cartine politiche dell’Africa e della Tanzania.
Inoltre poi abbiamo abbellito le
pareti rimaste con disegni di cartoni animati africani in stile
Tingatinga che i bambini apprezzano molto.
All’orfanotrofio con molti
bambini piccoli sono molti i
cambi che si devono fare e non
avendo pannolini usa e
getta, usano pezzi di stoffa, per cui è un continuo,
lavare e stendere; allora
abbiamo sistemato alcuni
stenditoi che erano già
presenti e ne abbiamo costruiti degli altri. Sembra
facile tutto questo da dire,
ma tra il dire e il fare in
Tanzania non c’è solo il
mare, c’è anche l’oceano!
Perché? Perché manca tutto: non ci sono chiodi, martello, badili, pennelli, attrezzi in genere e le materie prime, come i pali di ferro, il
cemento, i colori, costano
come qua da noi, pur essendo un loro stipendio medio
mensile intorno ai 35 euro.
È stata un’avventura cercare tutte queste
cose, in una città come
Iringa, parlando una
lingua poco conosciuta: erano più i gesti
delle parole! Ma alla
fine siamo riusciti nella nostra “missione”.
Abbiamo anche
avuto il tempo di vedere alcune strutture che mio
papà aveva costruito e attrezzato con il gruppo missionario Alto Garda e Ledro. Su
un altopiano a circa 1800
metri d’altitudine abbiamo visitato la scuola superiore femminile di Mibikimitali: un
fiore all’occhiello nelle attività degli ultimi anni del gruppo Missionario Alto Garda
e Ledro, in quanto è stato
costruito da loro proprio
partendo dal nulla. Prima
di questa struttura in questa zona non c’era niente,
se non qualche capanna
usata dalla gente come appoggio per i lavori in campagna; questa zona è a circa 30 km dall’ultima strada
asfaltata! I viaggi, per arrivare? Un’autentica avventura: la
seconda volta abbiamo anche
rotto la campagnola che ci portava su e siamo rimasti sulla
strada per tre ore prima di riuscire a trovare un altro mezzo
che ci portasse a destinazione.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 55
Una grande emozione arrivare e trovare accanto alla porta
della prima struttura una targa che
riportava: “A ricordo di Battista
Bonomini amico degli africani” in
italiano e in Swahili.
Siamo stati accolti come se
facessimo parte della loro
famiglia e non si sono risparmiati in ringraziamenti
e canti di benvenuto. Dopo
averci mostrato con orgoglio tutta la struttura, l’ottantina di ragazze che si stavano impegnando per un esame, ci hanno preparato un
pranzo a base di spaghetti
italiani: una vera rarità! E ci
hanno ospitato nella
“casetta” costruita
come base per gli italiani, dove abbiamo visto anche le camere e
la cucina dove ha vissuto il nonno Battista
con i suoi compagni
nei suoi periodi di permanenza.
Con la madre
superiore Suor Jenny, abbiamo poi preparato il lavoro che avrebbe dovuto fare il gruppo
missionario quest’inverno nel loro prossimo
viaggio: il completamento del dispensario, un
piccolo ambulatorio per la distribuzione di medicine, con servizi igienici e punto di riferimento sanitario, con tutta l’impiantistica e la costruzione del tetto e dei serramenti, e la costruzione poi di ulteriori dormitori per poter per-
mette a più ragazze di frequentare la scuola. Abbiamo
illustrato il progetto che il
gruppo Missionario Alto
Garda e Ledro, ci aveva affidato e suor Jenny che si è
preoccupata di farci avere
tutti i permessi. Con il responsabile tanzano
dei lavori, Thomas,
abbiamo individuato il luogo più adatto per la costruzione dei dormitori.
Ulteriore problema
per la gestione di
una struttura così
grande
è
la
fornitura di acqua
potabile, per cui ci
siamo preoccupati
che venisse incaricato uno specialista per la ricerca di un luogo
adatto dove scavare un pozzo
che potesse integrare quello esistente. In quell’occasione abbiamo lasciato l’ammontare in euro
per l’inizio della costruzione di
questo secondo pozzo.
Un altro giorno siamo stati a
visitare i Fratelli SCIM, ordine di frati dedicati
al “Sacro Cuore Immacolato di Maria”. Questi
Fratelli con il finanziamento italiano stanno
ampliando una scuola per poter fornire a tutti i
ragazzi un luogo adatto dove andare. Nella nostra visita, oltre ad aver visto lo stato di avanzamento dei lavori, abbiamo visto anche i bambini che facevano scuola e due classi erano sistemate sotto il portico per mancanza di spazi.
Quando siamo arrivati noi, accompagnati dalla
madre superiora delle suore della Consolata,
delle ragazze “cuoche” stavano preparando il
pranzo per tutti i bambini; una polenta di farina di mais bianco fatta semplicemente con acqua e farina. Ci hanno spiegato poi che questo
è il “menù” di tutti i giorni: polenta bianca. Ci
siamo sentiti in dovere di lasciare del denaro
anche in questa situazione per arricchire il menù
dei bambini almeno con dello zucchero, come
ci ha consigliato la Madre Superiora, per integrare il loro fabbisogno alimentare. Alla fine ci
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 56
è sembrato di dare solo una goccia, in quel mare
di bisogno.
Abbiamo avuto anche l’occasione di visitare il centro di accoglienza dei medici del
CUAMM (Medici con l’Africa) dell’ospedale
di Ipamba. A poche centinaia di metri dall’orfanotrofio di Tosamaganga, c’è una casa gestita da un’infermiera italiana di 78 anni, Teresa,
in cui soggiornano i medici italiani del CUAMM.
Teresa è davvero una donna speciale: da
più di quarant’anni lavora in Africa come infermiera, anche se solo da una trentina circa gestisce questo centro di accoglienza; è un lavoro
importante il suo, perché aiuta i medici, talvolta anche specializzandi, a integrarsi nelle abitudini e nei modi di pensare della popolazione
tanzanese, insegna loro la lingua swahili, si preoccupa della loro salute e dà loro anche il conforto umano e psicologico; e questo non è da
poco visto tutto quello che devono vedere! Nel
solo giorno in cui siamo stati là, all’ospedale,
sono nati 2 gemellini morti e una ragazza di 15
anni che pesava 14 kg non è riuscita a sopravvivere alle cure. Qui abbiamo conosciuto Agata
Bizzocchi che ci ha mostrato il centro e fatto
conoscere le difficoltà del loro lavoro, ma anche la mancanza di cose basilari come fornellini
per riscaldare durante l’inverno (mite di giorno, mentre è freddo di notte) le stanze dei bambini malnutriti o dei nati
prematuri, o di strumenti
per la sterilizzazione dei
materiali della sala operatoria, o addirittura il cibo
stesso. Anche qua abbiamo lasciato una somma
in denaro, affidandola ad
Agata per le loro necessità. Pochi giorni fa ho
ricevuto questa mail
da Agata.
“Gent.ma Mariella,
finalmente riesco a
scriverle per comunicarle come sono
stati utilizzati i soldi donati.
Se ricorda, alla fine
si era concordato di
utilizzarli per neces-
sità mirate e così è stato. In particolare sono
stati acquistati termosifoni elettrici per la
stanza dove sono ricoverati i bambini malnutriti e per quella dove sono ricoverati i
bambini ustionati. Sia gli uni sia gli altri sono
bambini “speciali” perché a rischio di
ipotermia e morte a causa di quest’ultima
(evento non infrequente, dato che l’ospedale non ha un impianto di riscaldamento e i
mesi invernali sono veramente freddi).
Inoltre, dato che le provviste di RUTF - Ready
to Use Treatment Food (utilizzato per il trattamento dei bambini malnutriti) stanno finendo, utilizzeremo i soldi rimasti per comprare cibo adeguato al trattamento di questi
bambini.
Per correttezza ci tengo a precisare che i soldi ricevuti sono stati affidati a Gaetano
Azzimonti, CUAMM Project Coordinator.
Cordiali saluti”
Sarebbero ancora moltissime le cose da raccontare, su quello che abbiamo
fatto e visto, ma ci tengo
invece a dire le cose che noi
abbiamo ricevuto da loro:
non c’è giorno, bello o brutto, che non ti accolgano
con un abbraccio e con un
sorriso che va veramente
da un orecchio all’altro dicendoti: benvenuto (Karibuni), vieni
avanti (Karibusana), come stai
(‘nsuri)?
E poi oltre la cordialità, il loro
tempo che mettono a tua disposizione: qualunque desiderio avessimo non c’era fretta per i loro
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 57
“mestieri” (che comunque
sono molti), prima venivamo noi, venivano gli
ospiti, locali o stranieri
che fossero, venivano le
persone; e questo faceva
veramente sentire chiunque accolto, amato, accettato, e comunque importante. Daniel appena
tornati diceva spesso una
frase a coloro che gli chiedevano un’impressione del viaggio: “ma pensa: non hanno niente, ma ti danno tutto!”
Alla fine di ottobre la
prima squadra del gruppo
Missionario Alto Garda e
Ledro, tra cui c’è anche il nostro compaesano Simone
Scaglia, è partita alla volta
di Mibikimitali per una prima parte dei lavori a cui ho
accennato prima. Qualche
giorno prima di Natale anche il secondo gruppo partirà per portare avanti i lavori e in questo gruppo ci sarà Vigilio Berti di
Storo.
A loro auguro di trovare tanta gioia nel
lavorare per queste popolazioni e tanta serenità nel cuore da riportare a casa, come è
capitato a noi.
Mariella
Gli stenditoi ricostruiti e una delle due aule
decorate all’asilo di Tosamaganga.
Sopra: momento del pasto e di giochi all’aperto
e la Messa nella chiesa di Tosamaganga con
centinaia di giovani trascinati dai cori delle
scuole che “animano” le liturgie con una
partecipazione fantastica
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 58
Slavgorod 2014
Se c’è posto nel tuo cuore, c’è
posto anche nella tua casa
Sono alcuni anni che avevamo un desiderio: realizzare qualcosa di significativo per la
città di Slavgorod, da dove provengono i bambini bielorussi ospiti a Storo da oltre 16 anni.
Oltre 100 bambini e altrettante famiglie hanno
fatto questa bellissima esperienza, chi pochi
anni, chi da 20 anni, da quel lontano 1993
anno della prima accoglienza, sette anni dopo
Cernobyl.
Slavgorod, una delle città più contaminate della Bielorussia, quest’anno è stata oggetto
di un grande intervento: il rifacimento completo del reparto pediatria dell’ospedale civile.
Dopo la prima visita nel 2004,
l’autoambulanza donataci e
consegnata dai nostri volontari, le ulteriori visite nel 2009 e
2010, siamo riusciti ad acquistare una culla termica per
la neonatologia nel 2011, a
consegnare un Tir di letti e
attrezzature donatici dalle
Case di Riposo trentine, poi
dei computer e poi nel 2012
a realizzare la ristrutturazione
del reparto di fisioterapia e ambulatorio.
Nel 2013 finalmente anche la fondazione nazionale Aiutiamoli a Vivere si accorge dell’enorme necessità dell’ospedale di Slavgorod e una
serie di circostanze favorevoli permettono una
progettazione che va al di là delle nostre aspettative: rifare l’intero piano destinato alla pediatria. Il progetto intanto è finanziato in parte
anche
dalla PAT su una apposita domanda presentata dall’Associazione Trentina Aiutiamoli a Vivere.
Il 2014 è stato l’anno dei lavori effettivi.
Sessanta volontari, di cui 5 del Trentino (Marco Negri e Roberto Tempali di Storo hanno
vissuto questa coinvolgente esperienza), la maggior
parte
dal
bergamasco sono stati
coinvolti in varie squadre
di lavoro per 30 giorni,
e dal 15 luglio al 14 agosto sono riusciti nell’impresa.
Nelle foto allegate a questo articolo potete vedere l’intervento del valore
di oltre 220.000 euro
grazie al contributo di volontariato straordinario di centinaia di persone coinvolte in questo
bellissimo progetto.
Nel convegno provinciale di Aiutiamoli a
Vivere di Tesero e nel Convegno nazionale di
Caravaggio si è parlato e illustrato molto bene
di questa bella esperienza delle “vacanze-lavoro”. “La speranza è l’unico bene comune
a tutti gli uomini, coloro che hanno perso
tutto, ancora lo possiedono” (Talete) questa
frase campeggiava sull’immagine di un bambino che in una stanza buia
riponeva la sua attenzione nella luce emanata da
una candela stretta forte-
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 59
mente tra le mani. Attorno a lui un cielo azzurro e un arcobaleno sicuramente derivante da
una tempesta appena passata.
In sala a Caravaggio, Giovanni Testa, Assessore alla Cultura del Comune di Caravaggio, in
un clima da stadio, presentava il suo libro: “Muratori di umanità: 1995-2014 Vent’anni di vacanze-lavoro” e raccontava di come era stato
coinvolto nell’iniziativa e con quale
coinvolgimento emotivo era arrivato a tale appuntamento.
Mai avrebbe pensato di trovarsi il 9 ottobre
2014 all’inaugurazione del reparto pediatria di
Slavgorod e di trovarsi in sala con centinaia di
volontari provenienti da ogni parte della penisola, ad illustrare un pezzo di una cultura solidale capace di far ritrovare “quella speranza” e
“quella luce” emanata dalla candela nelle mani
del bambino dell’immagine del Convegno, in
un Paese come l’Italia, alle prese con una crisi
di identità e di valori mai avuta negli anni precedenti.
Anche Marco e Raffaele dei Comitati di
Storo e di Santa Barbara c’erano all’inaugurazione a Slavgorod ed hanno potuto testimoniare la grande riconoscenza ricevuta e il
coinvolgimento, in alcuni casi per la prima volta, di autorità provinciali, regionali e nazionali
bielorusse per un lavoro fatto a tempi di record
e che porta nella città più contaminata il primo
ospedale con standard europei di vivibilità.
Riporto il messaggio letto all’inaugurazione del nostro presidente Sant Ermanno:
“Ci sono cose, avvenimenti, avventure che ci
accadono senza un apparente perché , e spes-
so capita anche che ci chiediamo quale senso abbia compiere una determinata azione.
Poi arriva un giorno in cui tante cose
apparentemente lontane e diverse tra loro
cominciano a collegarsi ed incastrarsi in
maniera sempre più forte tra di loro e, in
tale modo, iniziano a dare forma a quello
che, finalmente, ai nostri occhi, appare essere il progetto che Qualcuno ha disegnato per
noi.
Penso sia successo questo anche per
questa avventura ; tante cose, tante persone, tanti eventi si sono intrecciati tra di loro
negli ultimi periodi da indirizzare il pensiero
verso questa unica direzione. Essere un volontario, l’esperienza accumulata in oltre
venti anni le missioni in Bielorussia, i progetti realizzati con “Aiutiamoli a Vivere”, e
la gioia dell’accoglienza di un bambino
bielorusso”
Si è potuto finalmente realizzare grazie a tutti Voi ai Volontari delle Vacanze Lavoro, e al generoso contributo della Provincia Autonoma di Trento, all’ Assessorato alla
Cooperazione, Emigrazione e Sviluppo questo reparto di pediatria !!. Dedicato al nostro
socio fondatore P. Vincenzo Bella recentemente scomparso e “a ricordo dell’entusiasmo e della solidarietà verso i bambini, a
Romagnoli Silvia, Berlanda Tullio, Bartoli
Bruno”. Persone che ci hanno lasciato e che
vivono nel nostro cuore ! ! .
Volevo infine ricordare che Slavgorod
grazie ai suoi bambini e al Comitato di Storo
è rimasto sempre nel cuore della Associazione Trentina Aiutiamoli a Vivere, tanti anni
fa è stata donata un’ambulanza, poi l’autobus, i computer per la scuola musicale, la
culla termica, la ristrutturazione dell’ambulatorio la costruzione della sala di riabilitazione nel 2012, e infine questo grande capolavoro!!!.
Permettetemi infine un grazie affettuoso a tutti Voi, in particolare ai tanti che
hanno partecipato alla realizzazione del progetto e a chi partecipa questo incontro, affermando così la qualità e la vitalità di questa struttura capace di aggregare quanti aderiscono alle varie iniziative, perché sappiano
comprendere che un’ Associazione come la
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 60
mese. Di giorno sono a scuola e la sera, i sabati e le domeniche saranno con voi ad allietarvi
e farvi vivere tanti momenti indimenticabili. Con
le altre famiglie passeremo insieme bei momenti. Sono occasioni uniche per vivere e far vivere la solidarietà e l’accoglienza in famiglia; basta parole, fatti concreti.
Se c’è posto nel tuo cuore, c’è posto anche
nella tua casa
Dasvidanja, e Buon Natale,
Davide
nostra è un bene prezioso, invidiato da chi
non ce l’ha, e deve essere un impegno di tutti proteggerla e valorizzarla.”
La ristrutturazione della pediatria è stata
dedicata a Padre Vincenzo Bella, socio fondatore di Aiutiamoli a Vivere di Terni, scomparso l’anno scorso, ma una sala è stata dedicata con una targa ricordo anche alla nostra
Silvia Romagnoli che da lassù veglierà anche sui bambini di Slavgorod che passeranno
dal reparto di questo ospedale. In questi ultimi
4 anni solo noi del Comitato di Storo abbiamo
inviato oltre 19.000 euro per l’ospedale, ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato a raccogliere fondi, anche ai ragazzi della Cresima
del 2014, le scuole e asili, le farmacie del Chiese, veramente tante persone, chi ha contribuito con il volontariato, chi materialmente si è
reso disponibile a preparare, lavorare, realizzare un’opera che rimarrà fiore all’occhiello
delle belle realizzazioni fatte dagli “italiani” in
Bielorussia. Grazie a tutti.
Scegli di amare, invece di odiare
Scegli di sorridere, invece di fare una
smorfia
Scegli di costruire, invece di distruggere
Scegli di perseverare, invece di rinunciare
Scegli di lodare, invece di spettegolare
Scegli di guarire, invece di ferire
Scegli di dare, invece di prendere
Scegli di perdonare, invece di maledire
Scegli di pregare, invece di disperare
Anche la stampa bielorussa s’è occupata del caso
dando risalto all’aspetto del volontariato, cosa per
loro nuova e molto strana… che delle persone usino
le loro ferie per questo….
Una nuova vita al reparto di
pediatria
Il 14 agosto ha avuto luogo l’inaugurazione del reparto di pediatria dell’ Ospedale provinciale centrale. A svolgere i lavori di
ristrutturazione del locale sono stati i volontari
della Fondazione italiana “Aiutiamoli a vivere”
ONLUS., creata nel 1992 dai soci fondatori
Fabrizio Pacifici e padre Vincenzo Bella. La
fondazione organizza il risanamento dei bambini bielorussi nelle famiglie italiane, porta gli
aiuti umanitari, realizza diversi progetti per i
giovani, nonché dei progetti sanitari ed educativi.
I volontari hanno lavorato nell’ospedale
di Slavgorod per un mese intero. Alcuni venivano per una settimana, svolgevano il loro compito e se ne andavano, altri si sono fermati per
3-4 settimane. In totale a ricostruire il reparto
pediatria sono state 52 paia di mani.
AIUTATECI AD AIUTARE, rendendovi disponibili all’accoglienza di un bambino bielorusso nella vostra famiglia per un
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 61
“La nostra collaborazione con la fondazione iniziò nel 2010” – racconta il primario
dell’ospedale provinciale Elena Nikolaevna
Aksionova. “Il primo suo aiuto fu l’acquisto
dell’incubatrice neonatale. Inoltre, due anni fa
i volontari hanno ristrutturato alcuni locali dell’ospedale: sala ginnastica, reparto pronto soccorso e ingresso.”
La fondazione ha investito nella
ristrutturazione e nell’allestimento del reparto
pediatria oltre 130 mila euro. Anche le autorità locali hanno partecipato al progetto, stanziando dal budget provinciale oltre 300 milioni
rubli (c.a. 22.000 euro).
Nel corso dei lavori nel reparto sono state create le pareti di cartongesso, installati i
soffitti, messe le piastrelle, sistemati i bagni e
le camere, montati i mobili, creato lo spazio
giochi.
Come lo prevede il principio di
volontariato, tutti gli operai italiani si sono impegnati a gratis, e per il conto delle proprie
ferie. Abbiamo chiesto a loro, che cosa li spinge a questo tipo di attività.
Giacomo Dognini
In Italia ho un impresa privata di
metalmeccanica. Sono nella Fondazione da 20
anni. Adesso faccio parte del Consiglio Amministrativo della Fondazione e sono capo-progetto “Vacanze Lavoro”. Certo, a dir la verità,
tutta la mia attività è un duro lavoro che richiede molte forze e molto tempo. Ma vale la pena!
Perché noi cerchiamo di migliorare le condizioni e la qualità della vita dei bambini.
Renzo Foglieni
Adesso sono pensionato ma prima ho fatto l’imbianchino. Perciò qua le mie abilità sono ben
apprezzate. Tra l’altro, è la mia prima esperienza di volontariato in Bielorussia. In Italia
faccio il volontario presso la chiesa. È stato mio
figlio a propormi di venire in Bielorussia, lui
adesso fa l’animatore a Riasno – si occupa dei
ragazzi dell’istituto. Quest’attività mi piace perché mi fa provare un piacere spirituale.
Nicola Cattaneo
Nella mia famiglia era venuta una bambina
bielorussa. Ed ho voluto vedere come si vive
qui. Tre anni fa sono venuto in Bielorussia per
la prima volta, questa è la seconda. Mi piace
quello che facciamo qua perciò spero di ritornarci.
Davide Parma
Non è la prima volta che vengo in Bielorussia.
La scorsa volta ho fatto l’operaio, quest’anno
faccio l’elettricista, il lavoro che svolgo in Italia.
Mi piace in particolar modo fare il mio mestiere perché faccio quello che veramente so fare.
Prendermi cura dei bambini mi fa provare delle emozioni positive. E verrò finché ci sarà bisogno del mio aiuto. Non mi dispiace consumare in questo modo le mie ferie.
Il Reparto pediatria
completamente
ultimato: camere,
servizi igienici, sala
gioco, corridoio,
accettazione e
ambulatori
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 62
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Storia, archivi, restauri...
Bondone: fede e
tradizione
Il Voto
Tutti sanno che l’origine e lo scopo della
festa dell’8 e 9 settembre è di compiere un voto,
fatto dai nostri antenati. Quando nelle nostre
valli imperversavano terribili calamità e malattie contagiose, come la peste e il colera, che in
poche settimane svuotavano i paesi e solo pochi fortunati potevano sopravvivere, gli abitanti di Bondone, visti vani i rimedi umani, han
pensato di rivolgersi alla “loro” Madonna e fare
a lei un VOTO: offrire a lei, in segno di devozione, una giornata di festa (cioè di preghiera e
di vita spirituale); in cambio la Madonna avrebbe offerto la sua protezione contro il male e il
suo aiuto in tutte le necessità del popolo di
Bondone.
Anche le Autorità comunali di quel tempo si impegnarono per il buon esito della festa
e sottoscrissero il solenne documento.
Il documento originale datato 31
agosto 1855
Con esso si istituisce la festa votiva di
Bondone alla SS. Vergine e si proclama IL
VOTO, cioè un patto bilaterale tra la Madonna
e la popolazione della nostra Parrocchia.
La richiesta al Vescovo per l’approvazione, avvenuta solo dopo pochi giorni, recita così:
“Reverendiss. Princip. Vescovile Ordinariato.
Il popolo di Bondone santamente atterrito dal
flagello, che or romba or percuote i suoi vicini,
s’affretta a raccogliersi sotto il possente patro-
cinio di Maria Santissima Vergine Immacolata
di Dio.
Consultata la tradizione costante e le memorie
più antiche e considerando come nel secolo
XV il flagello della peste percosse orribilmente
il loro villaggio ad eccezione di sole otto case e
come su tutte queste gli sbigottiti superstiti, nelle
diverse epoche che oggidì leggonsi sotto le date
10 giugno 1843 inclusivo 1595, vi fecero dipingere la venerabile immagine di Maria, quale
eloquente monumento che invitava i futuri e
più tardi nipoti a ripetere il glorioso saluto
delll’Arcangelo a ricordare l’ottenuta salvezza;
a riporre ogni speranza nell’alto patrocinio di
questa Porta dei Cieli.
Considerato come questo culto alla Madre di
Gesù fu sempre dai loro padri professato con
entusiasmo, e come in tutte le loro spirituali e
corporali bisogna accorressero circondati dalle
loro famiglie a pregare con sempre cara devozione alla Venerabile di Lei immagine, quasi ad
ultima speranza, ad estremo conforto nei dì
della paura.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 63
Considerato come per questa divozione verso
la Madre di Dio e pel di Lei patrocinio le viventi famiglie non furono punto contristate dalla
desolazione che dominava pel morbo colera
nell’anno 1836 e successivi diversi tempi e
come nella dominante pestifera influenza del
medesimo, godean di tutta salute e di tranquilla quiete.
Considerato come le genti cattoliche, ovunque
stendano ed alzino le supplichevoli mani alla
grande Madre di Dio e non più con sommessa
voce come ai tempi dei pagani, ma con alte
gemebonde grida, alternando il nome di Lei
invitta colla davidica parola Miserere, fanno
eccheggiare ogni angolo della terra. (Considerato come in questa chiesa si celebrano tre sole
feste votive all’anno sotto vincolo precettivo 18
maggio 1739 per divozioni speciali: a S. Antonio Abate, a S. Antonio confessore e a S.
Rocco, e nessuna per divozione speciale alla
Gran Madre di Dio....)
QUESTO POPOLO
a sempre più meritare della protezione di Maria e per trasfondere alla futura sua generazione questo suo spirito che esso ereditò dai loro
antenati e perché sempre più fiorisca e si rassodi la santa confidenza e la divozione verso di
lei (salvo il consilio e l’approvazione di sua Altezza Rev.ma il nostro Vescovo e Principe)
ebbe ad emettere il seguente VOTO
che desidererebbe che fosse perpetuo:
dedicare e consacrare un giorno che non sia
già prima vincolato a festa di precetto per una
pubblica venerazione di Maria Vergine, qual
inno di solenne ringraziamento ed a perenne
invocazione di nuove grazie,
da eseguirsi nel seguente tempo e modo:
1. Esporre nella propria Chiesa su decoroso trono la Venerabile Statua di Maria Vergine
nella Vigilia di Sua Maternità col canto dei primi Vespri.
Lasciarla esposta a pubblica venerazione nel
giorno della sua Natività e titolare principale
della Chiesa già di precetto fino al giorno susseguente ai nove settembre.
2. Santificare questo giorno qual festa di
precetto colla messa cantata e applicata per il
popolo; con discorso analogo; col canto dei
secondi Vespri e colla processione, portando
la venerabile Statua di Maria dalla chiesa alla
santella della Vergine detta di Plazzo e dei Morti ed ove straordinario impedimento vietasse
questa processione, la si dovette fare tuttavia,
o nell’interno del paese o del Cimitero a seconda delle circostanze più o meno favorevoli;
e quando tutto cospirasse ad impedire detta
processione la solennità sia chiusa colla recita
delle Litanie Lauretane in Chiesa.
3. Interdire la pubblica mercatura stabile e
volante in pubblica piazza e contrade del paese, come non meno ogni giuoco e trattenimento
di pubblica distrazione.
4. Concorrendo la domenica nel giorno 9
settembre, si lascierà in pubblico la V. Statua di
Maria anche nel giorno 10 settembre e santificherà e chiuderà questa giornata come fu detto sopra pel giorno 9 settembre.
5. Per questa speciale solennità di pieno concerto del Curato pro tempore sarà provveduto
un confessore e predicatore straordinario, salvo il diritto di intervento e di giurisdizione
arcipretale di Condino, fin qui osservato.
6. Tutte le spese occorrevoli prevedute e non
prevedute, sia per i bisogni di chiesa che fuori,
per la perpetua esecuzione di questo voto, nessuna eccettuato, restano a tutto carico della
Casa Comunale di Bondone e delle offerte dei
fedeli. Su di che dovrassi poi erigere formale
documento di Fondazione da sottoporsi nuovamente alla superiore Ecclesiastico revisione
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 64
e approvazione, ed ove occorra, anche all’Autorità politica.
Voglia codesto Rev.mo Princ. Vescovile
Ordinariato prendere in esame questa popolare risoluzione già pria d’ora concertata col
rev.mo Arciprete decano 30 agosto 1855 in
Condino, e trovandola ben diretta a promuovere.
Testo tratto da: da Fede e tradizione di don
Menestrina e prof. Ugo Vaglia.
N.B.: Eventuali errori ortografici riportati nel
testo sono riconducibili alla scrittura in uso all’epoca.
LODRONE
Lettere dal fronte 1914 - 1918
Nella sala polifunzionale di Santa Croce
il giorno 09 novembre 2014 si è tenuta una
interessante rappresentazione nel Centenario
della GRANDE GUERRA organizzata dal nostro Assessore Dario Luzzani con la collaborazione dell’Assessore alla Cultura Loretta Cavalli e con la presenza del Sindaco Vigilio
Giovanelli.
L’avvenimento di questa serata è stato
volutamente inserito nello stesso giorno della
commemorazione avvenuta qui a Lodrone a
ricordo dei Caduti della Prima e Seconda Guerra
Mondiale del Comune di Storo. Doveroso
omaggio e riconoscenza a chi ha sacrificato la
vita per noi nel compimento del proprio dovere.
Mentre nel prossimo anno gli Italiani si
accingono a celebrare il Centenario dell’entrata in guerra contro l’Austria il 24 maggio 1915,
nei nostri paesi, che dal 1859 erano sotto il
dominio dell’Impero Austroungarico, vengono
ricordati sia a mezzo stampa che con varie rappresentazioni pubbliche, una serie di episodi
accaduti partendo dal 1914, anno di inizio del
conflitto mondiale dopo l’attentato di Serajevo.
E così si sta riscrivendo la storia di quei
giorni e di quegli anni in cui vennero coinvolte
ancora più direttamente le nostre popolazioni
trovandosi esse proprio in terra di confine.
Torniamo ora alla serata del 09 novembre.
Il prof. Gianni Zontini, da storico appassionato, ha preparato le letture della narratrice
e di un gruppo di giovani di Lodrone sceglien-
do i brani dei nostri soldati della zona. Sono
soprattutto lettere dal fronte Russo, tristi, ma
di grande umanità, nonostante la tragedia che
stavano vivendo, scritte negli anni 1914 - 1918,
dagli uomini validi chiamati a combattere una
guerra non voluta ma già in preparazione da
tempo e nata per gli odi e gli interessi delle
grandi nazioni.
Ecco alcuni passaggi dei testi letti nella
serata, tratti dalla “Associazione il Chiese” in
Passato Presente e dal libro “Baionet Can” con
cui si mettono in evidenza gli stati d’animo dei
soldati, le paure nei cruenti scontri della battaglia, le angosce, la nostalgia dei propri cari e
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 65
l’incertezza del futuro su cui incombe la spada
di Damocle della morte sempre in agguato.
Giovanni Zontini Monfrì di anni 22 da
Storo, racconta le traversie vissute nel battesimo del fuoco sul fronte della Galizia contro
l’esercito russo.
“....dopo due ore il treno si ferma di nuovo e
siamo discesi sulla linea del fuoco: un vagone fu rovinato da una granata. Si udivano
colpi di mitragliatrice, di cannoni a distanza
di trecento passi. Siamo restati fermi per due
ore, dopo avanti!
Il primo passo abbiamo traversato un fiume
con un metro di acqua e poi su per una collina incontro ai Russi che in una trincea nel
bosco ci attendevano. Avanti sparando sempre più finché si sentono voci strazianti dei
feriti, morti che si ribaltano, mitragliatrici e
cannoni sparavano a tutto andare finché i
Russi son fuggiti attaccati colla punta delle
baionette. Il primo morto che vidi fu un
Cosacco che giaceva a fianco al suo cavallo,
ambedue morti, poi ancora altri Russi morti
e dei nostri tra i morti e i feriti ne mancavano circa 50 della compagnia. La notte abbiamo dormito su un dosso tutti bagnati, senza
mangiare.
28 agosto. Marcia tutto il giorno attraverso
monti.
29 agosto. Di mattina ci siamo ritrovati in
un bosco dove le pallottole dei fucili e delle
mitragliatrici fischiavano intorno come le
mosche e le granate ci scoppiavano sopra la
testa innumerevoli.
30 agosto. Di mattina eravamo dispersi qua
e là per i boschi, confusi fino alle dieci, circondati da 3 parti da un numero stragrande
di Russi che ci accompagnano con le pallottole.
Alle 10 avanti per i prati netti, 4 compagnie
di miseri bersaglieri che vanno incontro a 3
reggimenti di Russi che nascosti nelle trincèe
ci sparavano contro da tutte le parti; mitragliatrici, cannoni Russi sparavano davanti,
di dietro, dalle parti... pareva l’universo, la
fine del mondo! Un momento che mi trovavo disteso a terra una Srapnel mi scoppiò
sopra la testa ed un pezzo mi portò via un
tacco della scarpa.
Il terreno era coperto di morti, pietose erano
le grida dei feriti che si udivano da ogni parte.
Portai 4 ore un ferito, dopo fui assalito da
una pattuglia di Cosacchi e dovetti lasciare il
disgraziato e fuggire tutta la notte”.
In un’altra istantanea di guerra Giovanni
Zontini Monfrì si trova nel campo di concentramento di Kirsanoff in Russia nel maggio del
1916. La nostalgia di casa è fortissima e le
notizie scarseggiano: si sa solo che il paese è
occupato dalle truppe italiane e in valle si combatte. Che ne sarà dei familiari?
“...dove saranno a quest’ora i nostri cari?
forse sotterrati, chi lo sa, tutto s’ignora. Ora
che è più d’undici mesi che si combattono
senza che da essi si possa vedere una sillaba
di scritto. Ahime! Dopo tanta privazione,
senza soddisfarmi. Il pensiero si fa sempre
più cupo, i tormenti si raddoppiano. Solo la
notte si sogna qualche bel momento trascorso lontano lontano: è come un raggio di luna
che trapassa da una finestra come
una visione.
Orsù confidiamo in Dio”.
Giancarlo Poletti
nota: nella fotografia qui riportata, del
cimitero di Lodrone bombardato dalle
cannonate dei forti di Lardaro e Carriola, si
richiama l’articolo del precedente bollettino
parrocchiale “Comunità in cammino”
giugno 2014 in cui l’ufficiale Michele Rigillo
ne descrive la distruzione nella lettera n.
XXIII inviata al senator Giustino Fortunato.
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 66
Natale
Dio, il nostro Padre che è nei cieli,
tanto ci ha amati e ci ama
da mandarci il suo stesso Figlio
come compagno nell’avventura umana,
come fratello, nostro Salvatore e Redentore.
Nel nome del Signore è venuto tra noi
il Figlio del Padre
per riaprirci il paradiso perduto.
Dio non si stanca mai di perdonarci!
Tutto è stato compiuto dal Cristo di Dio
per compiacere la volontà del Padre,
per salvarci dalla morte eterna
e riportarci al Dio-Amore,
secondo il disegno primigenio
della Divina Sapienza increata.
La casa di Adamo,
la casa dell’uomo, è il Paradiso.
Rallegriamoci,
questo è il Natale del Signore!
Un bambino ci è nato a Betlemme,
un fratello ci salverà dal nulla.
La grazia di Dio è prevalsa sul peccato umano,
la vita ha vinto la morte.
Esultiamo nel signore Gesù,
l’Emmanuele Dio-con-noi!
Elia.G.
Buon Natale a tutti i lettori
del nostro Bollettino
I presepi delle nostre chiese
Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 67
Unità Pastorale
Madonna dell’Aiuto
“Comunità in cammino”
Periodico semestrale dell’Unità Pastorale “Madonna dell’Aiuto”
Iscrizione al Tribunale di Trento n° 1274 del 10/01/2006
Redazione: Via San Floriano, 1 - 38089 Storo (TN) tel. 0465 296046
Redatto in proprio a cura del Circolo oratorio parr. Storo e stampato a cura della
Tipografia Antolini di Tione di Trento (TN)
Proprietario: don Andrea Fava - via San Floriano, 1 - 38089 Storo (TN)
Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. - D.L.353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, D.C.B Trento
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