n° 02 dicembre 2014 Bollettino di formazione e informazione dell’ Unità Pastorale “Madonna dell’Aiuto” Anno 50° 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 Sommario Pag. 3 Pag. 6 “ 7 “ “ 12 14 Pag. 32 Editoriale: L’eccezione? dalla Chiesa: globale-locale....: 2015: Anno della vita consacrata «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione» Dall’assemblea diocesana …. … e decanale Pag. 16 “ “ 18 “ 20 in ricordo: Il ricordo di don Gino Zanella “Uomo in cui non c’era falsità” Suor Mercedes, un anno dopo Pag. 22 dalle comunità parrocchiali: Grazie, padre Giorgio Battesimi e altri Sacramenti Pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Lares Festa Madonna dell’Aiuto Festa degli Anniversari Giornata del Ringraziamento 2014 Gita chierichetti e collaboratori al santuario di Maria, Rosa Mistica 4 novembre: in onore ai caduti, in difesa della pace “ “ 24 25 “ “ “ “ 26 27 29 30 “ 31 “ “ 33 34 Pag. 36 “ “ “ “ “ 40 41 42 44 45 “ 46 “ “ “ “ “ “ 47 49 50 52 54 59 Pag. 63 “ 65 Pag. 67 4 novembre S. Carlo Borromeo e ricorrenza dei caduti in guerra Camminata della Trasfigurazione Dai percorsi di catechesi da gruppi ed associazioni: Gruppo missionario Momenti d’insieme In compagnia di don Renato… Cantare la fede Santa Cecilia Apertura oratorio e processione Madonna del Rosario Oratorio Lodrone… che gran partenza! Circolo oratorio e Casa alpina Serate per NOI Campeggio adolescenti 2014 Casa Alpina 2014 Estate in Tanzania Slavgorod 2014 Storia, archivi, restauri...: Bondone: fede e tradizione LODRONE Lettere dal fronte 1914 - 1918 Auguri Comunità in cammino Iscrizione al Tribunale di Trento n° 1274 del 10/01/2006 Bollettino interparrocchiale delle Parrocchie di Storo, Darzo, Lodrone, Bondone Unità Pastorale “Madonna dell’Aiuto” - periodico semestrale - n° 2/2014 Anno 50° Redazione di “Comunità in cammino”: Via San Floriano, 1 - 38089 Storo (TN) 0465 296046 Proprietario: don Andrea Fava Direttore Responsabile: Vigilio Giovanelli Editore: Andrea Fava Via S.Floriano, 1 - Storo e-mail: [email protected] chiuso in tipografia il 09 dicembre 2014 Gruppo Redazionale: don Andrea Fava, Luca Butchiewietz, Cristina Cimarolli, Davide Gelmini, Giorgio Parmiani, Elisabetta Pelizzari, Giancarlo Poletti, Marilena Stagnoli, Virna Zorzi e altri che hanno collaborato inviando articoli. Disegni della copertina a cura di Ascanio Zocchi Foto e impaginazione a cura di Davide Gelmini Le foto redazionali sono di proprietà privata. Si ringrazia: Foto Sai. Vietata la duplicazione e diffusione Tra i collaboratori si ringraziano: le persone dei gruppi di volontariato parrocchiale che collaborano nella distribuzione del bollettino. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 2 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 Editoriale L’eccezione? Caro don Andrea, lo sai bene che l’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re. Cosa pretendi? Che cresca nel giardino della tua canonica? Eppure nella letterina a Santa Lucia ho scritto due cose e me le ha portate. Veramente! Volevo trascorrere 10 giorni, lassù a Faserno, in colonia con il turno adolescenti, e ci sono riuscito. Scrivo infatti l’articolo ispirato da questa esperienza positiva che voglio condividere con voi. Di solito è la pastorale delle celebrazioni e della catechesi che impegna gran parte della vita di un sacerdote. Ma volevo mettermi alla prova. Dentro di me sentivo questa vocina: “Don Andrea hai bisogno di loro. Loro ti insegneranno l’arte di comunicare emozioni”. Sono giovani che cominciano a vivere i loro sentimenti, cercano libertà, si sentono importanti, ed hanno ragione, affilano la lama perché sanno di aver davanti le prime battaglie della vita, e sono super convinti di poterle vincere tutte: che bello condividere con loro questa passione di vita. Solo standoci assieme, ne vieni condizionato. È stata una prova per vedere se, già a 38 anni, ero ingessato. Invece ne sono uscito vincitore. Ancora all’altezza, capace di assorbire le loro emozioni, ridere, scherzare, parlare con il cuore e il loro linguaggio. Rimane la canzone, l’inno che ci ha accompagnato in questi 10 giorni di campeggio, e che vorrei condividere con voi, perché mi ha ispirato qualche idea per scrivere l’articolo che segue. (alla fine dell’articolo potete trovare il testo della canzone. Per ascoltare la canzone, dovete entrare nel sito www.upmadonnadellaiuto.it cliccando su “Inno campeggio adolescenti 2014”) “Senza una meta, senza sapere quanto manca e dove vado” In alcune comunità ci sono meno tensioni, in altre di più. Rimangono alcuni nodi da sciogliere, ma per fortuna la vita corre spedita. Non possiedo soluzioni in tasca e penso che un paio di braghe del genere non le possieda nessuno. Non sono un mago capace di inventare la comunità perfetta. Posso solo testimoniare la capacità di assorbire i colpi, senza perdere serenità e determinazione, e puntare sulle cose che contano. Cristo rimane l’unico navigatore. Non mi suggerisce in modo preciso dove andare: se svoltare a destra all’incrocio o alla prossima rotonda se uscire alla seconda strada. Sarebbe troppo semplice e forse banale. Mi accontento di sapere che, se sbaglio svincolo, avrò altre occasioni per ritrovare la via giusta. Arriverò solamente con qualche mese di ritardo. “Che questa Vita sia la mia strada in salita”. Amo arrivare al limite, amo grondare di sudore, amo non avere fiato per fare un metro in più, amo raschiare il fondo del barile, amo non cercare imprese semplici: le lascio a voi le ciclabili e le passeggiate rilassanti. Ogni tanto vi costringo a salire con me, lassù, per strade che mai avevate pensato di percorrere. Vi chiedo moltissimo, vi metto alla prova, con sforzi più grandi di voi. Chissà, forse mi maledite, e fate anche bene. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 3 Sono arrivato un anno fa’, e mi sono messo dietro, in fondo al gruppo. Tutti voi, qui del posto, ne sapevate più di me. Con che diritto potevo mettermi davanti per indicarvi dove andare? Ma dopo un anno in cui avete condiviso con me le vostre cartine geografiche (e di questo vi ringrazio), ora è arrivato il momento di risalire il gruppo e di cominciare a mettersi nelle prime posizioni, per provare a scegliere le rotte migliori. Per fortuna, non mi trovo in aula parlamentare, dove devo ottenere una fiducia numerica. Falchi e colombe ci saranno sempre. Non sono gli applausi quelli che devo cercare. Anche se, devo ammettere, quando mancano, qualche esame di coscienza me lo faccio. L’unica sfida, rimane quella della fedeltà al Vangelo, al dono di sé. È importante educarci tutti, nessuno escluso, nemmeno io, a percorrere questa strada in salita, che Gesù aveva ben descritto. Significa percorrere la strada meno peggio, quella che crea comunque sconforto, quella che non accontenta nessuno, e un po’ di amaro in bocca lo lascia a tutti. Avevo dentro di me, appena diventato prete, la convinzione che con l’amore, la pazienza, l’affetto, il perdono, si arrivasse a conquistare tutti. Voglio ancora crederlo e desidero riappropriarmi di questo sogno. Ma servono due fantastici ingredienti, i miei alleati che ormai conoscete: amico di tutti, senza paura di sporcarsi la dignità e di essere giudicato, e distanze di sicurezza da tutti, senza farsi troppo coinvolgere dalle vicende. L’unica vicenda in cui farsi coinvolgere è di quell’Uomo che si è donato sul Golgota. Solo per lui val la pena perdere la testa, e per nessun’altra questione. Se invece dovrò affondare, lo farò con il Vangelo nel cuore, in buona fede, perché di altre alleanze, rimedi, strategie e soluzioni, non ne voglio sentir nemmeno parlare. La regola esiste: “Non c’è due senza tre”. E credetemi, questo mi fa’ pensare. Ma so che, ad ogni regola, esiste anche l’eccezione. A volte mi sembra di essere una nave sulla scacchiera nel gioco della battaglia navale, dove si spera che l’avversario non indovini le coordinate giuste. “Ci son passato di nuovo a pelo” Un anno è passato: di tutto posso dire, tranne che sia stato un anno noioso. Ci sono stati momenti di grande soddisfazione, intrecciati con alcuni bocconi amari da ingoiare. Ma con una strana sensazione: che la Provvidenza non mi abbia mai abbandonato e penso che ormai, non lo farà: come se si fosse innamorata di me. La certezza che questa presenza delicata (chiamatela fortuna, caso, un po’ di c..lo), sia capace di aprirmi improvvisi passaggi segreti, stretti, piccoli, difficili da notare, quando ormai ho le spalle al muro. Ci devo comunque passare “a pelo”, come dice la canzone: passaggi fatti su misura, aperti proprio per l’occorrenza, e che si chiudono subito dietro di me, appena ci sono passato, per non rimanere imprigionato in qualche vicolo cieco. Un passaggio né troppo largo, da passarci in due comodamente, magari con un gelato in bocca, ma nemmeno impossibile da valicare. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 4 Sono convinto che Dio è qui, mi precede sulla strada che devo imboccare, anche per il futuro. Non è capace di farne a meno. Sta diventando una storia sacra quella che si sta svolgendo qui nella nostra unità pastorale. “Conosci uomini, che senza aver lottato abbiano donato un senso? Conosci sogni che non ti siano costati sangue?” Fare le cose insieme, costa sempre tanta fatica e pazienza. Ce ne stiamo accorgendo. Abbiamo fatto molto quest’anno, ma possiamo fare molto di più. Serve lo sforzo continuo di tutti, per trovare il giusto equilibrio, tra la ricchezza da custodire nella propria chiesa e il patrimonio comune che si forma puntando tutti insieme verso alcuni obiettivi comuni. Solo adesso, a circa un anno di distanza dal mio arrivo, mi accorgo dell’importanza di quella firma sull’altare, mi accorgo dell’incarico di responsabilità che mi è stato affidato. Accompagnato da amici, come dicevo alla predica della prima domenica di avvento, posso penetrare nella notte più oscura, sapendo che ho qualcosa da raccontare: la deliziosa e paradossale vicenda di un Uomo che si è donato fino alla fine per noi e ci ha insegnato l’unico assurdo mestiere, che è quello di perdonare. “voglio una partita che mi faccia dare il meglio” All’inizio dell’articolo avevo detto di aver domandato due cose nella lettera a santa Lucia e me le ha portate. La prima l’ho già raccontata: i giovani. Caro don Andrea, che ogni tuo desiderio diventi un ordine. Puff! Volevi dare il meglio di te? Ed eccoti servito, qui nella Bassa Val del Chiese, dove troverai pane per i tuoi denti. Ma i miei adolescenti quest’estate mi hanno insegnato ad affilare la lama dello spirito, “a prendere l’armatura di Dio, a rivestirci con la corazza della giustizia, e come calzatura ai piedi la passione per il vangelo della pace. Tenere sempre in mano lo scudo della fede, l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. E saper pregare, incessantemente” (Ef cap. 6,17). Con la convinzione di saper vincere tutte le battaglie… nessuna esclusa. Questa volta non si ammettono eccezioni. Guidami in ciò che amo e così sia. don Andrea testo canzone: Strada in salita Ed eccomi qua, senza una meta, senza una strada, senza sapere quanto manca e dove vado, cosa non vedo, vale così poco questo tempo, se non capisco dove sono, e quello che sento, ma io so che Voglio un sogno, e voglio un senso, voglio una partita che mi faccia dare il meglio, che questa Vita sia la mia strada in salita, che mi possa guidare in ciò che amo e così sia. Ed eccomi qua, ci son passato di nuovo a pelo, come l’ultimo istante in cui cadevo ad occhi chiusi, quando chiedi e ormai non credi, che ci sarà qualcosa lì per te. Ma in fondo è in quel momento che Voglio un sogno, e voglio un senso, voglio una partita che mi faccia dare il meglio e questa Vita sia la mia strada in salita, che mi possa guidare in ciò che amo e così sia. Dì, conosci uomini, che senza aver lottato abbiano donato un senso più a questa vita? Conosci sogni degni del nome che gli hai dato, che non ti siano costati, in sangue e occhi al Cielo? Ed è così che io credo. Voglio un sogno, e voglio un senso, voglio una partita che mi faccia dare il meglio, e questa Vita sia, la mia strada in salita, che mi possa guidare in ciò che amo e così sia. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 5 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 dalla Chiesa: globale-locale.... 2015: Anno della vita consacrata Inizia l’anno dedicato alla vita consacrata. Questa iniziativa è stata spiegata da Papa Francesco. Ecco le sue parole. “…Tutti siamo chiamati ad offrirci al Padre con Gesù e come Gesù, facendo della nostra vita un dono generoso, nella famiglia, nel lavoro, nel servizio alla Chiesa, nelle opere di misericordia. Tuttavia, tale consacrazione è vissuta in modo particolare dai religiosi, dai monaci, dai laici consacrati, che con la professione dei voti appartengono a Dio in modo pieno ed esclusivo. Questa appartenenza al Signore permette a quanti la vivono in modo autentico di offrire una testimonianza speciale al Vangelo del Regno di Dio. Totalmente consacrati a Dio, sono totalmente consegnati ai fratelli, per portare la luce di Cristo là dove più fitte sono le tenebre e per diffondere la sua speranza nei cuori sfiduciati. Le persone consacrate sono segno di Dio nei diversi ambienti di vita, sono lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, sono profezia di condivisione con i piccoli e i poveri. Così intesa e vissuta, la vita consacrata ci appare proprio come essa è realmente: è un dono di Dio, un dono di Dio alla Chiesa, un dono di Dio al suo Popolo! Ogni persona consacrata è un dono per il Popolo di Dio in cammino. La Chiesa e il mondo hanno bisogno di questa testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio. I consacrati, i religiosi, le religiose sono la testimonianza che Dio è buono e misericordioso. Perciò è necessario valorizzare con gratitudine le esperienze di vita consacrata e approfondire la conoscenza dei diversi carismi e spiritualità. Occorre pregare perché tanti giovani rispondano “sì” al Signore che li chiama a consacrarsi totalmente a Lui per un servizio disinteressato ai fratelli; consacrare la vita per servire Dio e i fratelli. Per tutti questi motivi, come è stato già annunciato, l’anno prossimo sarà dedicato in modo speciale alla vita consacrata. Affidiamo fin da ora questa iniziativa all’intercessione della Vergine Maria e di san Giuseppe, che, come genitori di Gesù, sono stati i primi ad essere consacrati da Lui e a consacrare la loro vita a Lui.” Angelus del 2 Febbraio 2014 Chiamaci a lavorare Signore Gesù, che hai chiamato chi hai voluto, chiama molti di noi a lavorare per Te, a lavorare con Te. Tu, che hai illuminato con la tua Parola quelli che hai chiamati e li hai sostenuti nelle difficoItà, illuminaci con il dono della fede in te. E se chiami qualcuno di noi, per consacrarlo tutto a Te, il tuo amore riscaldi questa vocazione fin dal suo nascere e la faccia crescere e perseverare sino alla fine. Amen. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 6 Sinodo: «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione» Sono stati 253 i partecipanti al terzo Sinodo straordinario sulla famiglia, svoltosi in Vaticano dal 5 al 19 ottobre. Tra loro, anche 14 coppie di sposi, suddivise tra esperti e uditori. “Sinodo” vuol dire “camminare insieme”: ecco, allora, che dai cinque continenti la Chiesa universale si mette in cammino verso la sede di Pietro per riflettere su “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. 62 saranno gli altri partecipanti, inclusi 8 delegati fraterni: tra loro, anche Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Dalle Chiese Orientali sono giunti tredici esponenti, provenienti anche da Paesi in conflitto, come l’Iraq e l’Ucraina, rappresentati dal Patriarca caldeo Louis Sako e dall’arcivescovo maggiore grecocattolico Shevchuk. Tredici, inoltre, le coppie di coniugi che appartenenti ai parte dei 38 uditori, con diritto di parola ma non di voto in Aula; altri due consorti sono rientrati, invece, tra i 16 esperti, ovvero i collaboratori del Segretario speciale. Tra i membri di nomina pontificia, è stato presente il padre gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuita “La Civiltà Cattolica”. Durante le due settimane di lavori, i partecipanti all’Assemblea hanno riflettuto sul Documento di lavoro diffuso a giugno scorso. Lo scopo, spiega il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, è quello di “proporre al mondo odierno la bellezza e i valori della famiglia, che emergono dall’annuncio di Gesù Cristo che dissolve la paura e sostiene la speranza”. I lavori hanno seguito una nuova metodologia, per favorire una partecipazione più dinamica dei Padri sinodali. Si sono compiuti i passi necessari “per emendare norme o eventualmente mettere mano ad una vera e propria ristrutturazione dell’organismo sinodale”. Non sono stati previsti documenti finali al termine di questa Assemblea straordinaria: essa, infatti, è solo la prima tappa di un percorso che si concluderà nel 2015, quando dal 4 al 25 ottobre si terrà il 14.mo Sinodo generale ordinario sul tema “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. Il Papa ai Padri Sinodali: un cammino insieme Dal discorso del Santo Padre Francesco per la conclusione della III^ Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, Roma 18-10-2014 … “Potrei dire serenamente che - con uno spirito di collegialità e di sinodalità - abbiamo vissuto davvero un’esperienza di “Sinodo”, un percorso solidale, un “cammino insieme”. Ed essendo stato “un cammino” - e come ogni cammino ci sono stati dei momenti di corsa veloce, quasi a voler vincere il tempo e raggiungere al più presto la mèta; altri momenti di affaticamento, quasi a voler dire basta; altri momenti di entusiasmo e di ardore. Ci sono stati momenti di profonda consolazione ascoltando la testimonianza dei pastori veri che portano nel cuore saggiamente le gioie e le lacrime dei loro fedeli. Momenti di consolazione e grazia e di conforto ascoltando e testimonianze delle famiglie che hanno partecipato al Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 7 Sinodo e hanno condiviso con noi la bellezza e la gioia della loro vita matrimoniale. Un cammino dove il più forte si è sentito in dovere di aiutare il meno forte, dove il più esperto si è prestato a servire gli altri, anche attraverso i confronti. E poiché essendo un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni, delle quali si potrebbe menzionare qualche possibilità: lo allo Spirito di Dio. - la tentazione dell’irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese; dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti - oggi“tradizionalisti” e anche degli intellettualisti. Cari fratelli e sorelle, le tentazioni non ci devono né spaventare né sconcertare e nemmeno scoraggiare, perché nessun discepolo è più grande del suo maestro; quindi se Gesù è stato tentato - e addirittura chiamato Beelzebul - i suoi discepoli non devono attendersi un trattamento migliore. - La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici. È la tentazione dei “buonisti”, dei timorosi e anche dei cosiddetti “progressisti e liberalisti”. - La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati cioè di trasformarlo in “fardelli insopportabili”. - La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegar- - La tentazione di trascurare il “depositum fidei”, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall’altra parte, la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano “bizantinismi”, credo, queste cose... Personalmente mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste tentazioni e queste animate discussioni; questo movimento degli spiriti, come lo chiamava Sant’Ignazio se tutti fossero stati d’accordo o taciturni in una falsa e quietista pace. Invece ho visto e ho ascoltato - con gioia e riconoscenza - discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e di parresia. E ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie e la “suprema lex”, la “salus animarum”. E questo sempre - lo abbiamo detto qui, in Aula - senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l’apertura alla vita. E questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini; che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone. Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani. La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 8 i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti! La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l’incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme Celeste. Questa è la Chiesa, la nostra madre! E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo affinché, insieme, possiamo tutti entrare nel cuore del Vangelo e imparare a seguire Gesù nella nostra vita, e questo non deve essere visto come motivo di confusione e di disagio. Tanti commentatori, o gente che parla, hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l’altra, dubitando perfino dello Spirito Santo, il vero promotore e garante dell’unità e dell’armonia nella Chiesa. Lo Spirito Santo che lungo la storia ha sempre condotto la barca, attraverso i suoi Ministri, anche quando il mare era contrario e mosso e i ministri infedeli e peccatori. E, come ho osato di dirvi all’inizio, era necessario vivere tutto questo con tranquillità, con pace interiore anche perché il Sinodo si svolge cum Petro et sub Petro, e la presenza del Papa è garanzia per tutti. Parliamo un po’ del Papa, adesso, in rapporto con i vescovi... Dunque, il compito del Papa è quello di garantire l’unità della Chiesa; è quello di ricordare ai pastori che il loro primo dovere è nutrire il gregge - nutrire il gregge che il Signore ha loro affidato e di cercare di accogliere - con paternità e misericordia e senza false paure - le pecorelle smarrite. Ho sbagliato, qui. Ho detto accogliere: andare a trovarle. Il suo compito è di ricordare a tutti che l’autorità nella Chiesa è servizio come ha spiegato con chiarezza Papa Benedetto XVI, con parole che cito testualmente: «La Chiesa è chiamata e si impegna ad esercitare questo tipo di autorità che è servizio, e la esercita non a titolo proprio, ma nel nome di Gesù Cristo ... attraverso i Pastori della Chiesa, infatti, Cristo pasce il suo gregge: è Lui che lo guida, lo protegge, lo corregge, perché lo ama profondamente. Ma il Signore Gesù, Pastore supremo delle nostre anime, ha voluto che il Collegio Apostolico, oggi i Vescovi, in comunione con il Successore di Pietro ... partecipassero a questa sua missione di prendersi cura del Popolo di Dio, di essere educatori nella fede, orientando, animando e sostenendo la comunità cristiana, o, come dice il Concilio, “curando, soprattutto che i singoli fedeli siano guidati nello Spirito Santo a vivere secondo il Vangelo la loro propria vocazione,a praticare una carità sincera ed operosa e ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci ha liberati” (Presbyterorum Ordinis,6) ... è attraverso di noi - continua Papa Benedetto che il Signore raggiunge le anime, le istruisce, le custodisce, le guida. Sant’Agostino, nel suo Commento al Vangelo di San Giovanni, dice: “Sia dunque impegno d’amore pascere il gregge del Signore” (123,5); questa è la suprema norma di condotta dei ministri di Dio, un amore incondizionato, come quello del Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 9 Buon Pastore, pieno di gioia, aperto a tutti, attento ai vicini e premuroso verso i lontani, delicato verso i più deboli, i piccoli, i semplici, i peccatori, per manifestare l’infinita misericordia di Dio con le parole rassicuranti della speranza» (Benedetto XVI, Udienza Generale, Mercoledì, 26 maggio 2010). Quindi, la Chiesa è di Cristo - è la Sua Sposa - e tutti i vescovi, in comunione con il Successore di Pietro, hanno il compito e il dovere di custodirla e di servirla, non come padroni ma come servitori. Il Papa, in questo contesto, non è il signore supremo ma piuttosto il supremo servitore - il “servus servorum Dei”; il garante dell’ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale, pur essendo - per volontà di Cristo stesso - il “Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli” e pur godendo “della potestà ordinaria che è su- prema, piena, immediata e universale nella Chiesa”. Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie. Un anno per lavorare sulla ”Relatio synodi” che è il riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso in questa aula e nei circoli minori. E viene presentato alle Conferenze episcopali come “Lineamenta”. Il Signore ci accompagni, ci guidi in questo percorso a gloria del Suo nome con l’intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe! E per favore non dimenticate di pregare per me!” La verità e la misericordia la Chiesa è faro e fiaccola Mauro Cozzoli da Avvenire: 30 ottobre 2014 Al Sinodo ha fatto presa la felice figura del faro e della fiaccola, riferita al ministero di luce della Chiesa, cui diversi commentatori hanno dato risonanza, interpretandola nel proprio orizzonte di significato. Il faro, ben fondato ed elevato, effonde una luce forte ed estesa che infonde fiducia e dà sicurezza nella navigazione della vita. La Chiesa è luce-faro di verità e di grazia per tutti nella storia e nel mondo. La fiaccola cammina con chi la porta: emana una luce particolare e circoscritta, che illumina i passi delle persone, viandanti e pellegrini nel cammino della vita. La Chiesa è luce-fiaccola di verità e di grazia per ciascuno, nel qui e ora di una situazione o di una stagione della vita. Applicando l’allegoria al ministero di misericordia – cui con insistenza Papa Francesco sollecita la Chiesa, chiamando ciascuno a farsi prossimo e compagno di viaggio soprattutto dei più bisognosi – taluni interpreti hanno veicolato un’accezione appositiva, se non proprio oppositiva, delle due figure e della relazione tra loro. Finora sarebbe prevalsa l’immagine della Chiesa-faro, ferma e salda sulla Tradizione e nel suo immutabile insegnamento, cui guardare e andare per attingere. Con Papa Francesco sarebbe in atto la transizione a una Chiesa-fiaccola: «Chiesa in uscita» – come ci dice nella Evangelii Gaudium – per cercare e avvicinare, accompagnare, guardare negli occhi e ascoltare, curare e rimettere in cammino. «Chiesa che ha le porte spalancate – come ha detto ai Padri Sinodali nel discorso conclusivo del Sinodo – per ricevere i bisognosi, i pentiti, e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti». Tanto basta a far Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 10 l’immaginario prevalente oggi – a un trascinamento opinionale ed emotivo. La Chiesa non può cedere a questa deriva: verrebbe meno al suo compito di Maestra. E poi perché forma privilegiata e qualificata di carità è portare all’altro la verità: la carità del vero. È illusorio e ingannevole un amore vuoto, un amore non vero…. dire di una Chiesa più attenta alle persone che alla dottrina, centrata sulla carità più che sulla verità. È evidente a tutti che papa Francesco rilancia il simbolismo evocativo della Chiesafiaccola, chiamando a una evangelizzazione itinerante, di avvicinamento e vicinanza, di accompagnamento e cura, richiamando il significato e la forza sanante dei sacramenti, mettendo in guardia da un astrattismo dottrinale lontano dalle persone e da un precettismo etico incurante di esse. L’esortazione apostolica Evangelii gaudium ne è il quadro di motivazione e di metodo. Che papa Francesco non intenda con questo sminuire il ministero di verità della Chiesa, in ciò che essa ha di immutato e immutabile, sbilanciandone il ruolo-faro sul ruolo-fiaccola, è però altrettanto chiaro. Il Papa non si sente al di sopra della verità, ma sotto la sua autorità, in attitudine – dice ai Padri sinodali – non di «padrone» ma di «servo e custode»: «Il Papa non è il signore supremo, ma piuttosto il supremo servitore; il garante dell’ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale, pur essendo – per volontà di Cristo stesso – il “Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli” (can 749) e pur godendo della “potestà ordinaria che è suprema, piena, immediata e universale nella Chiesa” (cf cann.331-334)». Francesco sta conducendo il Sinodo sulla famiglia, in uno svolgimento a più tappe e col coinvolgimento di tutto il popolo di Dio. Lo si evince dalla Relatio sinodi che fa sintesi dei contributi offerti nell’Assemblea generale straordinaria appena conclusa. Sulla prima sponda ci sono le riaffermate – ha detto il Papa – «verità fondamentali del sacramento del matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà, l’apertura alla vita». Sulla seconda ci sono le famiglie segnate da irregolarità (convivenze, matrimoni civili) o da ferite (coniugi abbandonati, separati, divorziati risposati o no, famiglie monoparentali). Nessuno va escluso dall’amore misericordioso, in una pedagogia – variamente scandita nella Relazione – di «accoglienza», «prossimità», «accompagnamento», «discernimento delle situazioni», «riconoscimento degli elementi positivi presenti». Indici tutti di attenzione primaria alle persone, che chiama tutti – ha detto ancora il Papa – a «rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini». Il riferimento è alla forza sanante della carità e della grazia: la grazia sacramentale in primis. Con la «possibilità – anche – che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia» (Relatio 52)? La Relatio dà conto della discussione dell’Assemblea in merito e conclude: «La questione va Questo significa che fare della carità, nella forma prima della misericordia, la via maestra del Vangelo e dell’evangelizzazione non implica alienazione o ribasso di verità. Perché non c’è amore senza verità, ridotto – come nelComunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 11 ancora approfondita» (Ivi 52). A questo approfondimento, come a quello di tutta la problematica, è chiamata la Chiesa tutta intera (pastori, teologi e fedeli laici), nel cammino di riflessione e contributi che porterà, tra un anno, alla fase conclusiva e decisiva del Sinodo. Cammino animato e diretto dallo Spirito Santo, ricorda e rassicura Francesco: «Quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo, il vero promotore e garante dell’unità e dell’armonia nella Chiesa». Per questo convenire sinodale, animato e diretto dallo Spirito di Dio, coniugare insieme verità e misericordia anche nel difficile campo delle irregolarità familiari, dei divorziati risposati in particolare, è possibile. Senza che la Chiesa contraddica il suo insegnamento, ma lo approfondisca, lo sviluppi e lo attualizzi nell’oggi delle persone e delle loro attese. E senza – per tornare al simbolismo iniziale – che l’essere faro impedisca alla Chiesa di essere fiaccola e, per essere fiaccola, la Chiesa cessi d’essere faro. Qui sotto e seguenti: alcuni momenti del rosario alla Madonna di Bes dello scorso giugno Dall’assemblea diocesana... Sabato 20 settembre scorso si è tenuta a Trento, presso l’Auditorium S. Chiara, l’Assemblea Pastorale Diocesana. Dopo l’accoglienza, la preghiera e il saluto dell’Arcivescovo mons. Luigi Bressan. Nella meditazione ha sottolineato la chiamata della Chiesa odierna a vivere la missionarietà; serve sempre più un atteggiamento missionario, verso gli altri, verso i lontani. Durante l’Assemblea il Vescovo ha indicato tre aspetti sui quali come comunità dovremmo lavorare: rivedere la nostra fede in Gesù Cristo; non perdere la speranza e la missionarietà verso gli altri. Inoltre ha ricordato che, a partire dal 21 novembre 2014, inizia l’anno speciale della vita consacrata. Quest’anno non è previsto un piano pastorale né percorsi pastorali. Alle nostre comunità non verranno consegnati sussidi particolari né particolari indicazioni per così dire «diocesane». Don Stefano Zeni, biblista, ha presentato una relazione nella quale ha sottolineato che: “l’Assemblea pastorale diocesana serve ad in- contrarsi, serve a stringere mani e rivedere volti conosciuti, serve a confortarsi, serve a prendere coraggio, serve a lamentarsi del proprio parroco; serve a raccontarsi le esperienze, serve a sentire che i problemi della mia comunità non sono solo della mia comunità. È bello vedere tanta gente di buona volontà che, nonostante tutto, ha an-cora voglia di fare squadra, di impegnarsi in parrocchia, di mettersi seriamente in gioco con e per Gesù Cristo.” “Ancora una volta sulle strade di Emmaus. «Noi speravamo» è stato il titolo della Assemblea.” “Quando «speravamo» lo dicono gli altri, allora possiamo cogliere il lamento della gente. Forse la Chiesa è apparsa troppo debole. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 12 Davanti a questo panorama, serve una Chiesa in grado di far compagnia, una Chiesa che accompagna il cammino mettendosi in cammino con la gente, una Chiesa che si apre per incontrare le persone nella loro strada, in grado di inserirsi con delicatezza nella loro conversazione, esattamente come fa Gesù con i due di Emmaus.” “La Chiesa non è papa Francesco, non è il Vaticano, non è la Curia di Trento con i suoi uffici, non è il parroco di turno, che normalmente è sempre meno bravo del suo predecessore. Basta con le scuse o con il sistema della delega. Chiesa, cioè comunità, siamo noi.” “Nell’Antico Testamento c’è un piccolo libretto intitolato «Lamentazioni». Ognuno di noi, dal punto di vista pastorale, potrebbe aggiungere pagine su pagine e capitoli su capitoli a questo testo delle Lamentazioni, perché ogni nostra comunità ha le sue Lamentazioni, perché ogni consiglio pastorale ha le sue lamentazioni: «non si riesce a coinvol-gere la gente», ogni gruppo missionario ha le sue lamentazioni: «mancano le forze giovani», ogni sagrestano ha le sue lamentazioni: «si è sempre fatto così e adesso arriva il parroco nuovo e vuole cambiare»; ogni gruppo di catechiste ha le sue lamentazioni: «’sti ragazzi vengono in chiesa e non sanno neanche fare il segno della croce»; ogni prete ha le sue lamentazioni. C’è bisogno di uno sfogo e allora non resta che la via del lamento.” “Brutta cosa quando la speranza non abita il presente”. Il verbo forte della Chiesa trentina è «speriamo». «Speriamo» che il nuovo anno pastorale sia abitato da Dio; «speriamo» che le nostre comunità incontrino per prime e facciano incontrare Gesù Cristo; «speriamo» che i nostri gruppi siano guidati dallo Spirito Santo e le nostre scelte siano da lui sostenute. Le nostre comunità devono fondare il loro cammino di speranza non solamente sugli incoraggiamenti umani – sulle pacche sulle spalle o sul «coraggio!» –, ma sulla Parola di Dio, perché è da lì che nasce e rinasce la speranza.” L’invito di don Stefano è stato quello di cambiare prospettiva e a provare a fare pastorale con i piedi, a vivere una pastorale con i piedi, capace cioè di camminare nonostante, di fare nonostante, di pregare nonostante. In questo tipo di pastorale si vede anche la missionarietà del nostro essere cristiani. Al termine dell’intervento di don Stefano Zeni, biblista, è seguito un filmato “Perché suona la campana?”, nel quale è stato trasmesso un messaggio di speranza per i cristiani e per le comunità alla prova dei tempi. Nel contesto del video abbiamo potuto conoscere la “giornata tipo” del sacerdote, un uomo di Dio chiamato a vivere il ministero come cammino verso gli altri portando il messaggio di Gesù, la gioia dell’essere cristiani, la testimonianza della carità e l’annuncio della speranza. Al termine dell’Assemblea mons. Lauro Tisi ha paragonato la nostra Chiesa diocesana alla Galilea, ricordando come il Signore abiti la nostra Chiesa e abbia in mano la realtà. I cristiani sono uomini spirituali, chiamati ad amare gratuitamente, perdonare gratuitamente, generare fraternità e donarsi anche verso chi li ha feriti. Siamo in cammino, dobbiamo fare passi ulteriori, guardando avanti nella gioia! Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 13 … e decanale: Presso la Sala Consiliare del Comune di Condino venerdì 24 ottobre è stata convocata l’Assemblea decanale per riflettere sul tema della COMUNITA’ CRISTIANA, alla presenza del Vicario del Vescovo, Mons. Lauro Tisi. Don Lauro Tisi ha aperto l’incontro spiegando che per questo anno pastorale non ci sarà un Piano Pastorale vero e proprio. Nella Chiesa italiana e del mondo meritano l’attenzione due importanti eventi che richiedono impegno: il Sinodo sulla famiglia e il Convegno nazionale di Firenze. Il primo, concluso domenica 19 ottobre nella prima sessione di lavoro, ha impegnato papa Francesco e i Vescovi su un tema scottante sulle famiglie e comporterà la presa di decisioni importanti, delle svolte nella vita delle comunità locali. Il secondo evento è in programma a Firenze per il prossimo novembre 2015 e riguarda la Chiesa Italiana e avrà come tema “L’umanesimo cristiano”. Per comprendere meglio la COMUNITA’ CRISTIANA è importante analizzare alcuni fattori che mettono la Chiesa davanti a delle sfide. Il nostro tempo è quello del post-moderno. Prima, a guidare la vita delle persone era la ragione, il pensiero. Il lume della ragione illuminata. Non sono mancate le battaglie ideologiche. La vita si decideva attorno alle idee e ai pensieri. Con il tramonto dei sistemi ideologici il capitalismo sfrenato ha preso il sopravvento. L’economia reale poi ha chiesto il conto e la fede nel mercato è venuta meno. Un’illusione si è finita. per incontrare un altro. Una minaccia alla felicità vera è il narcisismo, il vivere chiusi in se stessi. Se andiamo oltre narciso e percorriamo la via della relazione avremo molte chance. Il Cristianesimo si incarna nella storia. Il Cristianesimo di ieri si è presentato sulla scena come ideologia; per 500 anni la Chiesa ha vissuto promuovendo dottrina, comandamenti, etica e morale e si è persa. La fede non è dottrina, ma relazione; incontro con una persona, Gesù Cristo. Ai nostri giorni l’uomo che riscopre il valore della relazione è più favorito. Oggi abbiamo delle chance fenomenali, ma mancano gli annunciatori di Gesù. Le nostre comunità sono piuttosto sedute a tenere in piedi il sistema del passato e l’annuncio di Cristo è limitato. Una sfida ci attende! Siamo chiamati a conoscere, frequentare e amare Dio. Dio ci lancia nella comunità. Purtroppo nelle nostre comunità manca la conoscenza di Dio. Dio crede nell’uomo e lo incontra in Gesù. Solo nel dono di sé c’è la vita vera. Solo vivendo una relazione personale con Dio lo possiamo narrare ai fratelli e testimoniare nella comunità. Come narrare Cristo nella nostra vita? Quali vie per approdare a Dio? Innanzitutto vedendo come stiamo; poi analizzando il disagio che si sperimenta; infine, chiedendoci cosa ci fa soffrire. La nostra autostima cresce quanto più ci L’uomo di oggi non si fida più delle idee. Le idee sono figlie delle relazioni. Anche noi siamo figli della relazione e dell’esperienza. Ciò che viviamo sul fronte delle relazioni condiziona anche il nostro essere. Il tempo che stiamo vivendo è una benedizione! La relazione è straordinaria nelle sue potenzialità. L’esperienza è bellissima. La relazione è uscire da noi stessi Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 14 doniamo agli altri nel servizio e nella gratuità. La lettura della Parola è importante per cogliere la lieta notizia per la vita. Dovremmo pensare la comunità cristiana come il luogo in cui ci si fa casa gli uni per gli altri. Questo è un tempo santo, nel quale se ci fidiamo di Dio, Egli ci fa “volare”. Abbiamo un Dio meraviglioso che ci solleva; riconosciamo il bene che abbiamo; non dobbiamo enfatizzare quello che non va. Dobbiamo imparare a dir “Grazie!”. C’è molto bene fra noi. Edifichiamoci con la Parola. Interroghiamoci. Come usiamo la Parola di Dio nelle nostre comunità? Quali percorsi proporre? Tre i suggerimenti: - Percorsi di riconciliazione - La Parola di Dio - Il contatto con chi non è dei nostri. Elisabetta Pelizzari Preghiera per l’anno pastorale O Dio, Creatore e Padre di tutti, che non fai preferenze di persone ma ti compiaci di chiunque opera il bene e agisce con giustizia, donaci uno sguardo simile al tuo, orizzonti ampi a somiglianza dei tuoi, criteri di valutazione animati da magnanimità e fiducia. Dacci la certezza che il tuo Regno, quello che Gesù è venuto ad annunciare è presente ovunque, anche là dove il tuo nome è sconosciuto o ignorato. Educaci a riconoscerne i segni e liberaci da quella mentalità ristretta che ci impedisce di andare aldilà dei confini che ci sono famigliari. Donaci la disponibilità ad entrare in relazione Con tutti coloro che operano il bene, anche se non fanno parte della nostra cerchia. E concedici di rallegrarci Ogni volta che possiamo incontrarci e collaborare insieme. Amen. Mercatini di Natale e della Solidarietà 2014 Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 15 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 in ricordo Il ricordo di don Gino Zanella Lo scorso 26 maggio è mancato Don Gino Zanella. Originario di Cles, ordinato a Cles nel 1945, fu vicario parrocchiale a Strigno (194546), Civezzano (1946-47), parroco a Lodrone e Bondone (1947-58), Dambel (1958-67), Ceniga (1967-1979), Montagne (1979-80), insegnante a Tione (1984), residente ad Arco (1984-2003), collaboratore pastorale Torbole e Nago (1993-2000), canonico emerito della Collegiata (2000-2003); residente alla Casa del Clero dal 2003. Il suo ricordo è molto vivo a Lodrone, in quanto egli volle e sostenne con forza il progetto per la costruzione della scuola materna (oggi dell’infanzia) di Lodrone proprio negli anni in cui fu parroco. Il suo attaccamento all’educazione della prima infanzia si confermò anche nel successivo incarico a Dambel, dove nuovamente si impegnò per costruire anche lì la scuola dell’infanzia. In occasione dei funerali, alla rappresentanza lodronese i parenti di don Gino Zanella hanno consegnato il testo dell’intervento che egli tenne in occasione del 50° anniversario della costruzione della Scuola di Lodrone e che riportiamo qui di seguito: una lucida fotografia di quel periodo, che ci rende uno spaccato delle condizioni in cui l’istituto è sorto e l’importanza che ha per la comunità. Una curiosa coincidenza: l’anniversario venne festeggiato proprio 7 anni esatti prima della morte di don Gino. Forse un piccolo segno, a ricordare il forte attaccamento che egli aveva per la Scuola Materna che ha fondato. Luca Turinelli Presidente Consiglio Direttivo Scuola Materna Lodrone «Ho notato che voi avete voluto rendere pubblica – a mezzo stampa – questa commemorazione dei 50 anni dall’apertura della scuola materna di Lodrone. Allora è doveroso che colui che l’ha fatta costruire e aperta intervenga con una parola di circostanza. Come l’ho fatta costruire? Servendomi di una scuola per muratori, composta da elementi del luogo e anche venuti da fuori. Per questi ultimi in arrivo anche da Bondone e da Storo è stata predisposta una mensa che veniva preparata dalla sorella Pia. il nuovo giardino della Scuola Materna inaugurato nel settembre 2014 Perciò è doveroso un ricordo riconoscente per gli allievi e anche per la sorella defunta, che nonostante l’età si è resa disponibile a preparare la mensa, i cui cibi erano forniti dalla P.O.A. (Pontificia Opera di Assistenza, ndr) Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 16 di Trento. Grazie anche alla Pontificia. Perché una scuola per muratori? Al termine della 2^ guerra mondiale c’era il problema della disoccupazione. Perciò la scuola per muratori, che doveva incrementare il lavoro. Vi è riuscita? In parte si. Almeno c’è stata la buona volontà di tentare di risolvere il problema. Comunque l’edificio costruito dagli allievi è ancora in efficienza dopo 50 anni. Un grazie in modo particolare ad Angelo Prandini che ha donato il terreno e agli allievi per la loro attività volonterosa, al geometra Mezzi per la sua prestazione come dirigente, al capomastro per la sua opera di accompagnamento durante il lavoro. Il fatto di trovarmi qui a Lodrone per questa circostanza mi fa venire in mente con affetto la nobile famiglia dei Conti Lodron. Sono particolarmente debitore alle sorelle Contesse Filiberta e Adriana per l’affetto che esse hanno portato alla sorella Pia, che trovandosi lontana dal paese natio (Cles) ha gradito molto le attenzioni delle contesse nei suoi riguardi. Lodrone mi ricorda anche il parroco di allora, don Valentino Morelli, sacerdote semplice e umile, ma d’una profonda spiritualità, per cui ha lasciato una traccia profonda. Di lui si conserva un grande ricordo anche dopo 50 anni dalla sua scomparsa. Lo affidiamo al Signore: l’eterno riposo… Affidiamo al Signore anche tutti i benefattori della scuola materna e delle opere parrocchiali. Al signor Parroco l’augurio d’un’attività apostolica anche in favore dei piccoli, che sono le speranze della Chiesa e della società. Lodrone, 26/05/2007 Don Gino Zanella » Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 17 Don Ezio Marinconz sepolto a Coredo davanti all’antica Pieve di S. Maria “Uomo in cui non c’era falsità” da Vita Trentina del 31/08/2014 - di Marco Zeni Si sono svolti martedì 26 agosto nella parrocchiale di Coredo, suo paese natale dove era nato 81 anni fa, i funerali di don Ezio Marinconz deceduto domenica 24 agosto dopo alcuni mesi di malattia. Recentemente il vescovo Bressan aveva voluto fargli visita nel suo alloggio di Sarnonico, portando il conforto e la solidarietà di tutta la diocesi. Dal 2008 infatti don Ezio si era ritirato in Alta Valle di Non per svolgere il servizio di collaboratore pastorale nel decanato di Fondo, coordinato, tra l’altro dal nipote, don Mauro Leonardelli. E in zona, dove non c’era bisogno certo di presentazioni, tanta era la sua notorietà, il sacerdote ha avuto modo di farsi apprezzare per la dedizione nei confronti di tutti, con quel suo stile assai disincantato, genuino e franco nei tratti e nelle parole che ha caratterizzato il suo lungo percorso di vita pastorale, pur in situazioni socio-economiche ben diverse da zona a zona. Anche in questa fase don Ezio ha dimostrato una linea di continuità con il passato fatto di giovialità, di inventiva, con qualche annotazione goliardica, di iniziative a tutto campo a favore dei giovani, dei poveri, dei sinistrati in soccorso dei quali è intervenuto dopo il terremoto nel Friuli, in Irpinia, e in Croazia, durante la guerra dell’ex Jugoslavia, di sostegno anche economico di giovani e confratelli stranieri bisognosi, come hanno confermato le numerose attestazioni di gratitudine civili e dei gruppi parrocchiali di Sarnonico-Seio, Tassullo, Storo, Andalo intervenuti durante il rito funebre. Racconti ed aneddoti si sprecavano sul sagrato della Parrocchiale di Santa Croce, qualcuno divertente come quando nella prima metà degli anni sessanta, camuffato da motociclista e sotto false generalità, don Ezio Marinconz ha vinto il campionato regionale con la sua Morini, o come quando alla fine del 1963 ha fatto atterrare il primo elicottero a Storo per la premiazione del “bollino della bontà”, un concorso per i bambini e ragazzi della borgata. Ed ancora quando a Roncegno, durante l’alluvione del 1966 ha aiutato una donna a partorire. Massiccia è risultata la presenza di storesi con un rappresentante del consiglio pastorale parrocchiale e il sindaco Giovanelli che ha ricordato le realizzazioni del duo noneso, don Vigilio Flabbi e don Ezio (parroco e cappellano nella stessa stagione), come la colonia estiva che nei decenni ha garantito l’accoglienza di centinaia di ragazzi di tutto il Basso Chiese per innamorarli della montagna. La predilezione del defunto per i campeggi è stata ricordata anche dall’ex sindaco di Tassullo Pinamonti. Ordinato sacerdote a Trento nel 1960, don Ezio ha operato in numerose parrocchie, a Storo, Tuenno e Roncegno, come vice parroco; a Sagron Mis, Lanza Mocenigo, Tassullo e Andalo con responsabilità piena di parroco. Amici ed estimatori di tutte le età hanno Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 18 vegliato la salma, partecipando in massa alla recita del rosario e al rito funebre, presieduto dal vicario generale don Lauro Tisi, assistito dal parroco del luogo don Torresani e dal nipote don Mauro; presenti per i canti liturgici le corali parrocchiali di Coredo e Tassullo ed un picchetto d’onore dei Vigili del Fuoco volontari. Alle esequie grandissima la partecipazione anche di sacerdoti, un centinaio. Mons. Lauro ha espresso il cordoglio del vescovo e della diocesi alle tre sorelle e ai parenti, nonché all’assistente familiare Teresina Dallago, che per 47 anni ha accudito don Ezio, il quale, nonostante i richiami e i reali pericoli di furti, voleva tenere la porta della canonica sempre aperta a tutti. Tisi ha evidenziato del confratello la “capacità di farsi accessibile per tutti, quale icona di Cristo e uomo in cui non c’era falsità”, citando una frase tratta dall’Apocalisse, annotata dal defunto nel suo diario: “Sto alla porta e busso”. Pur debilitato dalla malattia don Marinconz non ha mai cessato di dare il proprio contributo in aiuti e consigli alle parrocchie e alla gente, partecipando, finché le forze glielo hanno consentito, agli incontri diocesani e del decanato. È stato sepolto nello spazio riservato al clero, davanti all’antica Pieve di S. Maria, dove era stato battezzato il mese di giugno del 1933. Messaggio letto a margine della cerimonia funebre dal rappresentante il Consiglio Pastorale: “Carissimo don Ezio Durante i quattro anni della tua permanenza a Storo, dal 1960 al ‘64,come cappellano di don Vigilio Flabbi, al quale sei sempre rimasto molto riconoscente, tu hai saputo trovare il meglio della nostra gente, e lo hai fatto col cuore in mano e coll’esempio, con i tratti della sobrietà e della discrezione, della franchezza e dell’apertura, della generosità e della comprensione. Sono qualità umane che ci hai testimoniato come condizione indispensabile per veicolare il messaggio cristiano. Ed hai fatto centro: hai creato con noi legami d’amicizia che durano da oltre mezzo secolo. L’ultima volta sei venuto a Storo il 23 giugno dello scorso anno per celebrare sulla montagna in Bes, la Messa in ricordo di quella che tu stesso hai definito “il frutto di un pensiero simpatico e fiducioso che impegnò alcuni giovani di buona volontà per mettere il paese sotto la protezione della Madonna”. Anche quel giorno ci hai emozionato con le tue parole: poche come sempre, ma misurate e vere. Ci hai definito “gente “proprio “co quadar” cioè caparbia, e testarda”, sottolineando i profili di questo carattere: non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, fare gruppo per un finalità comune, non chiudersi mai all’altro. Hai detto testardi a noi, ma 52 anni fa hai speso tutto te stesso per costruire sulla montagna di Faserno una casa della comunità, la “nosa colonia”, che continua a portare avanti i valori dell’educazione cristiana dei giovani. Il tuo è stato davvero un progetto realizzato con intelligenza evangelica e caparbietà storese. Per questo tutta la comunità di Storo, il Consiglio Pastorale e la direzione della Casa Alpina, ti sono e rimarranno sempre riconoscenti. Grazie don Ezio. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 19 Suor Mercedes, un anno dopo Nella Messa della seconda domenica di settembre abbiamo ricordato Suor Mercedes a un anno dalla scomparsa (20/08/13). Alla fine è intervenuto il nipote Matteo con queste parole: Buongiorno a Tutti, Sono Matteo nipote di Suor Mercedes; è molto difficile esprimersi compiutamente di fronte al mistero della morte, soltanto l’amore che ci ha regalato S.Mercedes ci permette di parlarne con profonda nostalgia ma, soprattutto, con immensa riconoscenza per quanto abbiamo ricevuto nel conoscerla e nello starLe vicino. Come ricordare il suo affetto verso la comunità di Storo dove è stata a servizio per ben 23 anni. Sì, la sua Storo, le sue amicizie, i suoi bambini, la sua gente: oggi diciamo grazie a Suor Mercedes per il bene che ci ha regalato, preghiamola perché continui questo bene intercedendo per la famiglia umana e religiosa, per la chiesa e per tutto il popolo di Dio, la fede che ha illuminato la sua vita e che l’ha resa generosa e gioiosa. Tu eri certa dell’amore del Signore e comunicavi a tutti la serenità, la fiducia, la forza per camminare o per iniziare una vita migliore fatta di rispetto per la gente e per i più bisognosi ed esprimevi questa certezza soprattutto scrivendo. Abbiamo infatti tanti scritti tuoi che sicuramente potremo rileggere, meditare, mettere in pratica come hai fatto tu . re vicina la tua grande gente, la famiglia, amici, tutti disponibili alla riconciliazione e alla costruzione dei rapporti quando le vicende umane possono logorarla o distruggerla. Soprattutto zia Suora sei stata coerente nel momento della sofferenza e l’impatto con la morte: hai vissuto i momenti più cruciali e dolorosi in un atteggiamento di riconoscenza verso il Signore e di luminoso abbandono alla volontà di Dio. Così, fino all’ultimo, ci hai insegnato che quando si ama in modo disinteressato, la fedeltà è più forte del dolore e del distacco e chiarisce il buio della morte. Ora che sei nella luce piena guarda tutti noi, continua ad insegnarci nel cuore la parola di Dio che ci è sempre stata vicina e ci ama. Diciamo grazie a S.Mercedes per il bene che ci ha regalato e preghiamola affinchè continui a darci tutto il bene. In ultimo voglio ringraziare, da parte mia e dei miei parenti che non hanno potuto essere presenti, tutta la comunità di Storo per il bene che ha dimostrato nel momento della scomparsa della zia e che continua a dimostrare nonostante l’anno passato. Personalmente non vi dimenticherò mai. Parlavi sempre con sentimento profondo e tutti, anche la tua amata Storo, che tanto ti ha dato, godeva della tua vicinanza ricca di umanità e soffusa di una spiritualità apparentemente semplice ma di fatto molto profonda e concreta. Grazie ancora Storo e alle persone di questo piccolo ma grande paese. Da qui è nata per te la possibilità di tene- Famiglia Carminati, parenti tutti. Resterete sempre nel mio cuore e nel pensiero della zia Suora. Grazie. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 20 da preparare ogni mattina Prendere 2 decilitri di pazienza una tazza di bontà, 4 cucchiai di buona volontà, un pizzico di speranza e... una dose di buona fede; aggiugete una manciata di tolleranza, un poco di prudenza, qualche filo di simpatia, un ciuffo di quella piccola pianta che si chiama umiltà e una grande quantità di buon umore! Condite il tutto con molto buon senso; lasciate cuocere a fuoco lento .... e avrete una buona giornata! Decalogo della dolcezza cristiana 1. Sorridi nella monotonia del dovere quotidiano, per non rattristare il fratello. 2. Taci quando ti accorgi che qualcuno ha sbagliato, per non umiliarlo. 3. Elogia il fratello che operato il bene. 4. Rendi un servizio a chi è sottoposto. 5. Stringi cordialmente la mano al fratello che è nella tristezza. 6. Guarda con affetto chi cela un dolore. 7. Riconosci umilmente il tuo torto rammaricandoti sinceramente del male fatto. 8. Saluta affabilmente gli umili 9. Parla con dolcezza, con lività inoffensiva agli impazienti e agli importuni. 10. Fa’ in modo che tuo fratello sia sempre contento di te. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 21 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 dalle comunità parrocchiali Grazie, padre Giorgio A nome di tutta l’Unità Pastorale, desidero esprimere il mio grazie a padre Giorgio. A volte bastano pochi attimi per trasmettere grinta e determinazione nel cuore delle persone. Una battuta, uno sguardo di fiducia regalato al momento giusto. Pochi attimi valgono più di intere ore. Grazie padre Giorgio per quella stretta di mano e per quella promessa, per quella porta che hai voluto lasciare aperta sull’amicizia e sul futuro. Con questo grande desiderio: che i doni enormi che ognuno di noi possiede nel cuore, li possiamo tirar fuori per condividerli, magari in situazioni più tranquille. Ce ne hai dato umile testimonianza qui tra noi e spero che tu possa dare ancora il meglio di te. volere dalla gente che cerca sempre un punto di riferimento, una guida spirituale. Non ti potrò sostituire, caro padre Giorgio. Ognuno ha i suoi doni che porta via con sé e che non si possono lasciare sul posto, perché fanno parte della nostra personalità. Ma ciò che di buono hai seminato, sono certo che un po’ alla volta, con l’aiuto di Dio, porterà frutto. Grazie di cuore Naturalmente lo spero anche per noi, per le nostre comunità che sono molto ricche di valori, ma molte volte è difficile trasformare questo patrimonio sociale in ricchezza per tutti. Ma la sfida è aperta. Grazie di cuore per tutto l’impegno profuso in questo tempo di attività, la passione che ha investito in questi due anni e qualche mese qui tra noi. Ci hai messo il massimo e non ti sei risparmiato. Rimarrai nel cuore di molte persone con cui hai stretto forti legami personali, come tante brave persone, che con il proprio modo di fare, hanno saputo farsi ben Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 22 don Andrea Grazie, padre Giorgio! Il Comitato popolare si è costituito allo scopo di sostenere padre Giorgio ...e nel tentativo di riportare pace e collaborazione in una comunità disgregata e dilaniata da divisioni e incomprensioni sempre più profonde. Consapevole che il lavoro da fare è tanto e certosino ma forte della certezza di voler lavorare per ricreare quel clima di collaborazione e solidarietà che caratterizzava le Comunità di Bondone e di Baitoni nei tempi passati. Possiamo ringraziare padre Giorgio che.... ci ha offerto l’opportunità di scuotere le coscienza di tante persone di buona volontà e ci ha permesso di riprendere a sperare. Sperare che l’egoismo e l’arroganza non prevalgano sul bene comune.... ..e il dialogo, la pazienza e l’impegno sono le armi usate in questa battaglia dove non ci sono vinti né vincitori, solo una comunità che ha perso il suo pastore e che piange per questo.... Il Comitato non ha potuto evitare la partenza di padre Giorgio ma forse ha dato inizio ad una inversione di tendenza nella comunità stessa... e affinché la partenza di padre Giorgio non sia inutile sacrificio, dobbiamo continuare il lavoro iniziato, che ha già dato peraltro, qualche piccolo frutto. Grazie padre Giorgio! Il Comitato di Bondone e Baitoni A nome dei chierichetti, dei sacristi, dei lettori, dei collaboratori della Parrocchia di San Giovanni Nepomuceno di Darzo mi sento di esprimere tutto il mio affetto e la mia vicinanza a te, padre Giorgio, per la tua prossima partenza. Per noi, caro padre Giorgio, sei stato sempre persona importante, un punto di riferimento, un maestro. Con le tue omelie ricche di sapienza hai donato innumerevoli spunti di riflessione a noi e alla Comunità tutta. Con la tua semplicità e bontà ci hai insegnato valori importanti come la pazienza e il servizio. Purtroppo è stato poco, troppo poco, il tempo che abbiamo avuto la fortuna di passare con te. Vogliamo impegnarci ed esaudire la tua richiesta, quella di pregare per te, e vogliamo pregare anche perché questo non sia un addio, ma un arrivederci, perché anche nella lontananza fisica possiamo sentire la reciproca vicinanza spirituale. Grazie di tutto, padre Giorgio, grazie infinite! A nome della Comunità di Darzo Gianmarco Darzo, 6 dicembre 2014 Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 23 Unità Pastorale “Madonna dell’Aiuto” CALENDARIO BATTESIMI COMUNITARI DOMENICA 11 GENNAIO DOMENICA 15 FEBBRAIO LUNEDÌ 6 APRILE DOMENICA 12 APRILE DOMENICA 3 MAGGIO DOMENICA 14 GIUGNO DOMENICA 30 AGOSTO DOMENICA 6 SETTEMBRE ore 11.00 nel santuario della Madonna dell’Aiuto a Lodrone ore 11.00 nella chiesa parrocchiale di Darzo ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di Storo ore 11.00 nella chiesa parrocchiale di Lodrone ore 11.00 nella chiesa parrocchiale di Baitoni ore 11.00 nella chiesa parrocchiale di Darzo ore 11.00 nella chiesa parrocchiale di Storo ore 11.00 nella chiesa parrocchiale di Lodrone I Battesimi saranno celebrati durante la Santa Messa. Qualche giorno prima della celebrazione sarà organizzato un incontro di preparazione. ALTRI SACRAMENTI: DOMENICA 1 MARZO DOMENICA 26 APRILE DOMENICA 10 MAGGIO CONFERMAZIONE Storo – ore 10,00 PRIMA COMUNIONE Storo – ore 10,00 PRIMA RICONCILIAZIONE Darzo – ore 15,00 Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 24 Pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Lares Domenica 31 agosto si è tenuto il 26° pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Lares. Nonostante le cattive previsioni del tempo don Andrea, con il sostegno di don Vincenzo, ha preso la decisione di celebrare questo tradizionale momento di fede e preghiera decanale. E, cosa straordinaria, il cielo è stato generoso. Non ha piovuto. Anzi, per il vero gli ombrelli sono serviti per proteggersi dal sole! Al santuario e in cammino dal primo pomeriggio molti fedeli in spirito di comunione hanno pregato e camminato meditando sulla vocazione. La traccia di preghiera “Con Maria, Madre di ogni vocazione” proponeva un rosario meditato con canti, passi biblici, parole di papa Francesco e preghiere. Abbiamo pregato per la vocazione battesimale che ci rende partecipi del sacerdozio di Cristo, chiamati a diventare testimoni coerenti e coraggiosi dei valori evangelici nella società. Per tutte le famiglie cristiane, perché animate da spirito di amore e di fede, sull’esempio della Sacra Famiglia, siano autentiche “chiese domestiche” e terreno fecondo per la nascita di nuove vocazioni. La fede in Gesù morto per la salvezza di tutti gli uomini, susciti in molti giovani il desiderio di donarsi agli altri nel sacer-dozio; abbiamo ricordato i diaconi e i ministri dell’Eucarestia, perché il Signore, per intercessione di Maria, moltiplichi il loro numero nella Chiesa e nella nostra diocesi, e li renda testimoni della sua Risurrezione. A Maria abbiamo rivolto la nostra preghiera per la vita religiosa e missionaria, maschile e femminile, perché nel dono di sé a Dio e al prossimo siano per il mondo sorgente di fede, testimonianza di amore e segno di speranza. Infine, per tutti i consacrati nel mondo degli Istituti Secolari, affinché, come sale della terra, luce del mondo e lievito che fermenta la massa, portino a pienezza la propria specifica vocazione laicale, collaborando con tutti gli uomini per la costruzione del Regno. Durante la Santa Messa, don Andrea ha sottolineato come il Vangelo ci sia stato donato per rallentare il cammino di egocentrismo, per darci una calmata, quando rischia che tutto dipenda da noi: sia opera nostra e non di Dio. Arrivare a qualche traguardo, anche a qualche vittoria, ma senza Dio, come se tutto dipendesse da noi è un grande rischio. Lasciamo che sia la gratuità e le proposte controcorrente del Vangelo, lo Spirito Santo, che si mettano davanti per farci strada, per andare là dove mai avevamo pensato di arrivare. Per dire cose, che mai avevamo pensato di esprimere. Seguiamo le traiettorie nuove che la gratuità ci potrebbe regalare. Arrivare dagli altri, senza Dio, è come non esserci mai arrivati. Arrivare ad amare senza Dio, significa non amare. San Paolo nella lettera ai Corinzi dice: “Se anche dessi il mio corpo alle fiamme per essere bruciato, ma non avessi la carità, non serve a nulla”. Maria, Madre e Discepola ci guidi affinchè ogni nostro passo, sia preceduto dalla preghiera, dal confronto con Dio, perché tutto ciò che raggiungeremo in questo anno pastorale, che ci sta davanti, sia volontà di Dio, sia preceduto dalla sua volontà. Dobbiamo imparare a fare un “sefling” con Dio, con la gratuità e con lo Spirito Santo, con il mondo e tutta la storia alle spalle, per vedere tutto con altri occhi. Solo così si può parlare correttamente di Lui, del mondo, degli Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 25 altri, delle famiglie, dei bambini, della nascita, della vita. Con Dio nell’obiettivo e soprattutto nel cuore. Non lasciamolo fuori. Un’esperienza di Chiesa decanale in cammino di comunione all’inizio di un nuovo anno pastorale, un tempo per chiedere insieme a Dio la benedizione e l’accompagnamento verso nuovi orizzonti, secondo il suo disegno di Amore Infinito. Un’esperienza di festa, di gioia dell’incontro nella preghiera, nei canti e nell’Eucarestia. Un pomeriggio baciato dal sole che ha concesso il compiersi del nostro desiderio di camminare verso lo splendore per incontrare il Signore e camminare con Lui, seguendo le orme di Maria, Madre di ogni vocazione! Elisabetta Pelizzari Festa Madonna dell’Aiuto Lo scorso 14 settembre 2014 si è svolta al santuario “Madonna dell’Aiuto” la festa del “Nome di Maria”, molto sentita sia dai lodronesi sia dagli abitanti dei paesi limitrofi. La celebrazione fin dagli inizi del Novecento avviene sempre la prima domenica dopo l’8 settembre (festa della Natività del nome di Maria), giorno cui dovrebbe cadere l’anniversario della fondazione della Chiesa. A partire dal 1930 il parroco don Valentino Morelli spostò la festa il 12 settembre (festa del “Nome di Maria”). Caratteristica importante che si lega a questa festività è il suo avvicinamento caratterizzato dalla novena che inizia il 3 e termina il 12 settembre e che consiste nella recita del Santo Rosario il quale si conclude ogni volta con una preghiera verso la Madonna alla quale i fedeli possono affidare le proprie preghiere e grazie. Si celebrano così ogni anno due messe solenni: una il 12 settembre e una la seconda domenica del mese. Attualmente il santuario viene sfruttato per la celebrazione delle festività domenicali del paese in quanto la chiesa parrocchiale dell’ “Annunciazione di Maria” è in fase di restauro. Anche quest’anno dunque don Andrea insieme ai concelebranti padre Giorgio e don Panelli si sono riuniti venerdì 12 e domenica 14 per celebrare la festività e come tutti gli anni l’affluenza alla piccola chiesetta è stata molta, a testimonianza dell’importanza che il popolo lodronese dà alla figura di Maria. La giornata di domenica è stata caratterizzata da uno splendido sole nonostante l’estate piovosa, segno forse di un ringraziamento da parte della Madonna verso una popolazione che non dimentica quante volte ha potuto trovare conforto e sollievo nel nome di Maria. In conclusione, è da sottolineare che dal 2009 il nome del santuario “Madonna dell’Aiuto” ha dato il suo nome alla nostra Unità Pastorale: che riunisce i paesi di Lodrone, Riccomassimo, Baitoni, Bondone, Darzo e Storo e che si ispira alla figura di Maria, per poter camminare insieme verso nuovi orizzonti. Il santuario è uno dei “pilastri” di Lodrone e ora lo è diventato anche per l’Unità Pastorale, simbolo, insieme alla Madonna, di amore e unità. Davide Zanetti Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 26 Festa degli Anniversari Domenica 12 ottobre 2014 si è celebrata la festa degli Anniversari di Matrimonio per la nostra Unità Pastorale. Diverse coppie hanno partecipato alla Santa Messa, alcune per motivi di salute o di lavoro hanno seguito la celebrazione tramite il canale televisivo. mazione di anni vissuti nella fedeltà, nella quotidianità, nel silenzio, nel perdono e nella gratuità. L’Eucarestia ci dona la veste bianca, ci dona la forza che ci rende capaci di amare e di donare, aiutandoci nel nostro trasformarci secondo il progetto d’amore di Dio per noi. Un momento di festa e di gioia, un momento di famiglia allargata che festeggia alla presenza del Signore il significativo traguardo di una vita a due. Tante coppie riunite per uno stesso obiettivo: rendere grazie al Signore! Il coro dell’Unità Pastorale ha animato la solenne Santa Messa, con canti molto belli di mons. Marco Frisina. Al termine della celebrazione don Andrea ha salutato le coppie di sposi e donato loro un cero, la cui fiamma è simbolo dell’amore che li unisce, nonostante le prove e difficoltà. Il Vangelo del giorno era adatto alla ricorrenza: gli invitati al banchetto. La Sala del Banchetto del Regno è grande, aperta a tutti, nessuno escluso! Ogni Eucarestia, ci ha ricordato don Andrea, è come la Sala di quella parabola; tutti siamo chiamati a partecipare. La sala del Banchetto è la Sala della Trasformazione. Anche il rapporto e la relazione di una coppia di sposi è un luogo di trasformazione. Una storia d’amore costruita giorno dopo giorno. La festa degli Anniversari è la festa di una trasfor- Dopo la foto ricordo….una bicchierata tutti insieme sul sagrato! Una festa delle comunità unite, una festa dei cori che cantano uniti le lodi al Signore, un momento di Unità Pastorale da ripetersi il prossimo anno e speriamo… con ancor più sposi partecipanti, desiderosi di rinnovare il loro “Sì!” davanti a Dio chiedendo a Lui, che tutto può, la benedizione, la grazia, l’aiuto con la forza del Suo Amore! Elisabetta Pelizzari Cimarolli Gianni e Cimarolli Cristina, Pasotto Francesco e Cimarolli Linda, Zanetti Ilario e Perotti Paola, Zanetti Sirio e Mora Patrizia, Luzzani Gabriele e Fusi Stefania, Bonomini Andrea e Mazzocchi Caterina, Salvadori Pasquino e Zinelli Marina, Lucchini Omar e Zocchi Sonia, Eccli Mario e Marini Emanuela, Zontini Giuseppe e Monfredini Barbara, Sgarbi Paolo e Fenoli Rosangela, Giacometti Fabio e Fusi Nicoletta, Ghizzi Gianfranco e Manzoni Vilma, Zanetti Ottavio e Zocchi Anna, Zanetti Fulvio e Zanetti Annamaria, Lucchini Pietro e Scalvini Chiara, Marini Renzo e Lanzi Elisabetta, Cimarolli Fiorenzo e Bomè Adelia, Mezzi Fiorenzo e Giovanelli Vittoria, Marini Paride e Marini Nella, Luzzani Mario e Zanetti Ermellina, Stagnoli Salvatore e Scarpari Giannina, Zontini Michele e Poletti Ancilla, Cosi Franco e Orsi Margherita, Rinaldi Costantino e Zanetti Mariella, Bologni Giuseppe e Cimarolli Lucia, Zontini Pietro e Mezzi Rina. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 27 PREGHIERA ALLA SANTA FAMIGLIA di Papa Francesco Gesù, Maria e Giuseppe in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth, il Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe Ascoltate, esaudite la nostra supplica. Momenti del Campeggio Adolescenti 2014 e qui a fianco un momento del corso di formazione per animatori Grest e assistenti dei campeggi della zona Pastorale Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 28 Giornata del Ringraziamento 2014 Domenica 16 novembre 2014 ad ore 10.00 la nostra comunità di Darzo ha avuto la fortuna di ospitare la Santa Messa in occasione della Giornata del Ringraziamento, in cui si rende lode al Signore per quanto donatoci nell’anno agricolo appena concluso. Noi giovani abbiamo deciso di organizzare al meglio questa celebrazione, perché carica di significato; abbiamo ritenuto importante riscoprire questa festa, molto cara ai nostri avi che quasi tutti erano impegnati nel lavorare la campagna, e che ha qualcosa da dire anche a noi giovani di oggi. Abbiamo dato una mano alla nostra preziosa Caterina nella decorazione, molto ben riuscita, della nostra bella Parrocchiale; l’abbiamo aiutata nel predisporre un cartellone e addobbare al meglio la chiesa. Abbiamo scelto di porre a fianco dell’altare un tralcio di vite e in fondo alla chiesa delle pannocchie: questi elementi dal profondo significato ci hanno richiamato alla Parola del Signore, che Egli stesso si è fatto pane e vino per noi. Abbiamo curato un commento per l’offertorio, per spronare noi per primi e tutta la comunità ad essere “terra fertile per il Signore che passa a seminare nei campi delle nostre vite”, e per “ricordarci di Dio non solo quando abbiamo bisogno o siamo in difficoltà, ma anche per rendergli grazie”. Abbiamo organizzato un buon servizio liturgico reso possibile grazie alla presenza di numerosi chierichetti che hanno contribuito alla riuscita del rito. Al termine della celebrazione, dopo il consueto e importante discorso del cav. Vigilio Giovanelli, presidente della cooperativa agricola Agri ’90 nonché sindaco del Comune di Storo, quelli tra noi -e non sono pochi- che frequentano l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige hanno voluto ringraziare la comunità, gli agricoltori e lo stesso presidente Giovanelli per l’esempio e le opportunità che offrono loro. Abbiamo concluso poi la celebrazione con la benedizione dei mezzi agricoli e con un ottimo rinfresco. Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato a rendere più bello questo importante momento. Gianmarco Donati Colonia 2014: un’ultima foto anche con la baracca del CRAS di don Ezio: l’anno prossimo sarà rifatta Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 29 Gita chierichetti e collaboratori al santuario di Maria, Rosa Mistica Venerdì 29 agosto si è tenuta la tradizionale gita dei chierichetti e collaboratori delle comunità di tutto il decanato di Condino. Bambini, ragazzi e, adulti insieme a don Andrea, don Vincenzo e padre Artemio hanno trascorso una giornata insieme; nella mattinata, facendo visita al santuario di Maria, Rosa Mistica a Montichiari; nel pomeriggio, a Bergamo, presso il parco divertimenti Leolandia di Minitalia. Preghiera a MARIA SS. “ROSA MISTICA” Vergine Immacolata, Madre di Grazia, rosa Mistica, a onore del Tuo Divin Figlio, ci prostriamo davanti a Te per implorare da Dio misericordia: non per i nostri meriti, ma per la bontà del tuo Cuore materno, chiediamo aiuti e grazie, sicuri che ci esaudirai! - Ave Maria Il santuario di Rosa Mistica è un santuario mariano che si trova a Montichiari, in provincia di Brescia, in località Le Fontanelle. Fu costituito come luogo sacro il 17 aprile 1966, anno in cui la veggente Pierina Gilli venne portata lì dalla Madonna. Qui, secondo la veggente, Maria si presentò nelle presunte apparizioni con il nome di Rosa Mistica e Madre della Chiesa. Le tre rose (bianca, rossa, gialla) sul manto di Maria rappresentano rispettivamente preghiera, sacrificio e penitenza che la Madonna ha chiesto ai fedeli di praticare in riparazione dei peccati e per le vocazioni di speciale consacrazione. Presso il santuario, dopo la visita e la preghiera personale, è stata celebrata la Santa Messa, ricordando e pregando per i sacerdoti in modo particolare. Madre di Gesù, Regina del S. Rosario, e Madre della Chiesa corpo mistico di Cristo, impetriamo per il mondo riarso discordie il dono dell’ unità e della pace e tutte quelle grazie che possono convertire i cuori di tanti tuoi figli ! - Ave Maria Mistica, Regina degli Apostoli, fa’ fiorire attorno agli Altari Eucaristici numerose vocazioni religiose e sacerdotali che, con la santità della vita e lo zelo ardente per le anime possano estendere il Regno del tuo Gesù in tutto il mondo! Ricolma pure noi dei tuoi favori celesti! - Salve regina Un saluto da tutti i chierichetti e collaboratori del decanato di Condino… in gita venerdì 29 agosto 2014 al santuario Maria Rosa Mistica e a Minitalia Leolandia - Bergamo Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 30 4 novembre: in onore ai caduti, in difesa della pace Dal 2 al 9 novembre le Comunità dell’Unità Pastorale Madonna dell’Aiuto hanno reso omaggio ai Caduti di tutte le Guerre. Prima c’è stata la Sante Messa celebrata da padre Giorgio Anesi, a Bondone, e da don Andrea Fava, a Baitoni e Lodrone, alla presenza dei Gruppi Alpini. Al termine della Messa la benedizione, l’orazione e la deposizione della corona al Monumento dei Caduti. Ma cosa significa commemorare i Caduti delle Guerre? Significa rammentare un capitolo importante della Storia italiana: la vittoria nella Grande Guerra del 19151918, di cui quest’anno ricorre il centenario, e che oggi abbraccia il ricordo di tutte le guerre. Onorando la festa del 4 novembre riconosciamo il sacrificio di tutti quegli uomini che con coraggio hanno vestito la divisa a costo della propria vita per difendere i diritti di libertà e democrazia di cui noi, oggi, godiamo. Significa soprattutto ascoltare il simbolico richiamo ad un passato che non dobbiamo dimenticare, traendo dal ricordo un insegnamento profondo e importante per il futuro. testa la Banda sociale di Storo, il labaro comunale, la corona portata da un alpino ed un carabiniere in congedo, seguiti dalle autorità civili e militari, dai gagliardetti in rappresentanza delle varie associazioni, da molti congedati del comune di Storo ed a seguire la popolazione, attraversando le vie del paese è giunto sul sagrato della chiesa parrocchiale. La cerimonia è culminata con la scoperta di due targhe commemorative dei caduti, di Lodrone e Riccomassimo, nella prima e seconda guerra mondiale, benedette da don Andrea, e la deposizione della corona al monumento dei caduti. I nomi dei caduti riportati sulle due targhe commemorative affisse sul monumento, sono stati rintracciati grazie alla laboriosa ricerca svolta dall’assessore comunale Dario Luzzani. Alla fine, per tutti i presenti, c’è stato un piccolo rinfresco offerto dal Gruppo Alpini di A Lodrone Domenica 9 novembre, in collaborazione col Comune di Storo, il Gruppo Alpini di Lodrone ha organizzato la cerimonia svoltasi a Lodrone. La commemorazione è iniziata con la santa Messa al santuario della Madonna dell’Aiuto; al termine della funzione religiosa, celebrata da don Andrea, il corteo, con in Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 31 Lodrone e dal Comune di Storo. Si ringrazia quanti hanno collaborato alla realizzazione e quanti hanno partecipato alla cerimonia. Gruppo Alpini Lodrone 4 novembre S. Carlo Borromeo e ricorrenza dei caduti in guerra Quest’anno Riccomassimo ha festeggiato il suo Patrono San Carlo Borromeo, il santo attuatore della riforma Tridentina in terra milanese di rito Ambrosiano, il giorno effettivo che è il 4 novembre. La tradizione vuole che si festeggi San Carlo Borromeo la domenica e siccome raramente cade il giorno 4 novembre (mediamente questo avviene ogni 11 anni), si fa festa la domenica successiva al suo onomastico, ma grazie a Don Andrea i cittadini di Riccomassimo non hanno gabbato il Santo. Con la collaborazione del gruppo Alpini di Lodrone, l’assessore Luzzani Dario e la popolazione di Riccomassimo, si è colta l’occasione, inoltre, di commemorare i caduti in guerra del paesino montano e di tutti i caduti nei conflitti, con una toccante cerimonia religiosa, officiata da don Andrea, animata dalla corale di Lodrone e Darzo che alla fine ha concluso la S. Messa, che si è svolta la sera, cantando “Signore delle Cime”; funzione religiosa resa unica per l’altissima partecipazione delle genti locali e da un nutrito gruppo di alpini, riempiendo inverosimilmente la chiesetta con tante penne nere costrette a rimanere fuori sul sagrato. La cerimonia si è conclusa attorno al monumento dei caduti, con gli alpini sull’attenti nel rendere onore ai reduci andati avanti in guerra e dalla solenne benedizione di don Andrea. A onor del vero la festa (perché di quello si è trattato) è giunta a conclusione nella locanda da Franca dove gli alpini, gli abitanti di Riccomassimo e don Andrea hanno fatto la mezzanotte cenando in allegria ed amicizia. Alpino Flavio Zanetti Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 32 Camminata della Trasfigurazione Anche quest’anno abbiamo voluto promuovere la Camminata della Trasfigurazione sulle nostre belle montagne, nel giorno della festa della Trasfigurazione di nostro Signore. Giunta alla decima edizione, per continuare l’iniziativa nata negli anni di servizio da don Francesco Scarin, parroco e decano di Condino, in collaborazione con le sezioni S.A.T. di Pieve di Bono, Storo e Daone. Mercoledì 6 agosto, guidati dalla sezione di Pieve di Bono, con numerosa partecipazione di ragazzi e genitori del decanato, abbiamo vissuto una bella esperienza di cammino insieme verso la Malga Lavanech, quota m. 2229, partendo da Bersone. Don Andrea, parroco e decano della nostra Unità Pastorale, ha partecipato e accompagnato con gioia il gruppo, sostenendo questa iniziativa, divenuta ormai tradizione per la Chiesa del nostro decanato e sostenuta dalle sezioni S.A.T. locali. la salita, percorrendo un tratto di strada forestale e costeggiando il torrente Rio Ribor, raggiungendo la Malga Cap (m. 1650); lì abbiamo fatto una piccola sosta per rifocillare corpo e spirito. Proseguendo il cammino con un po’ di fatica, poi, finalmente, abbiamo raggiunto la meta: malga Lavanech. Il giovane malgaro Matteo, gentile e cortese, ci ha accolti con gioia. Sul piazzale della malga è stato preparato un piccolo altare e don Andrea, con don Cornelio (sacerdote oriundo di Bersone), ha celebrato la S. Messa, sotto un tiepido sole, davanti al numeroso gruppo che ha partecipato alla camminata. Nell’anniversario della grande Guerra, il Dal piazzale delle scuole medie di Pieve di Bono, punto di partenza per le macchine, siamo partiti alla volta di Bersone e, da lì, al bivio per Boniprati. Giunti al parcheggio della Cappella di Ribor, a quota 1250 m, abbiamo fatto una piccola sosta, per una riflessione ed un momento di preghiera con la lettura del Salmo 84, Canto del pellegrino e il Padre Nostro, tenendoci per mano, formando un grande cerchio. Abbiamo poi iniziato Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 33 messaggio non poteva essere che di pace. L’impegno nel coltivare valori forti, significativi, perenni, che non si sciolgano come fa la neve in primavera, alle prime difficoltà, ai primi raggi di sole. Qualcosa che abiti dentro di noi per sempre. Dopo un sobrio pasto, un gruppo è salito ancora più su, dove la neve d’inverno è ancora più abbondante. Più si sale più vicini a Dio, e più i doni che abbiamo nel cuore rimangono protetti. Siamo arrivati così fino alla cima Lavanech a m. 2229, dove si è potuto ammirare un paesaggio stupendo, con vista dell’Adamello e delle montagne dell’Alto Garda e Ledro. Un’esperienza bella, di gioia, di amicizia, di cammino, di fatica, di preghiera e riflessio- ne, di stupore di fronte alle bellezze del creato, di meditazione sui valori intramontabili. Un’esperienza da ripetersi il prossimo 6 agosto 2015. Arrivederci. Z.L. Dai percorsi di catechesi A partire da domenica 5 ottobre scorso in tutte le comunità della nostra Unità Pastorale sono ripresi i percorsi della catechesi, allo scopo di accompagnare i nostri bambini e ragazzi nel loro cammino di crescita nella fede. nale di catechesi. Questa è la strada da seguire per il presente e per il futuro! Una strada non facile, perché la sfida è grande: annunciare la fede in un contesto nel quale dio non è sentito come necessario. Nel corso dell’estate si è molto lavorato per una verifica/aggiornamento dei programmi di catechesi. In collaborazione con l’Ufficio Catechistico di Trento, con il delegato del Vescovo don Rolando Covi, abbiamo controllato e rivisitato le proposte, senza nulla stravolgere; anzi, trovando conferme del valore del cammino sinora offerto, trovando riconoscimento anche da parte di don Rolando. Un grazie di cuore a don Renato e don Francesco che negli scorsi anni hanno molto investito per un cammino deca- A livello decanale i catechisti sono chiamati a vivere e proporre un cammino di comunione vera, condivisa, nella proposta della Prima Evangelizzazione, elaborando il messaggio con il proprio stile, carattere, personalità, esperienza. Modi diversi di trasmettere il primo annuncio, non annunci diversi. Sono in programma cinque appuntamenti, ogni mese e mezzo, nei quali tutti i catechisti del nostro Decanato si incontrano presso l’Oratorio di Storo; dopo un momento di preghiera iniziale e meditazione sulla Parola, gui- Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 34 mino, è andare e testimoniare; ma è anche incontro, ricevere e donare; è aprire i nostri cuori abitati da Dio e condividere ciò che siamo per crescere insieme nella conoscenza, scoperta di Colui che è la Via, la Verità e la Vita, Luce ai nostri passi. dato dal nostro don Andrea, i catechisti si dividono in sette gruppi, ciascuno per la classe di appartenenza, per un confronto e per condividere la programmazione specifica per accompagnare i bambini/ragazzi nella fede. Una novità per la nostra realtà è stata la scelta di proporre l’esperienza della catechesi dalla seconda elementare, adeguandoci in tal modo alla realtà decanale e alla maggior parte delle parrocchie della Diocesi. I piccoli, accompagnati dai loro genitori alla messa domenicale, potranno cogliere la loro appartenenza ad una famiglia più grande, la comunità, e conoscere il messaggio di Gesù. Invitati a partecipare a tutti i momenti della vita della comunità cristiana, a frequentare l’oratorio, gli eventi che nell’anno promuovono incontro e aggregazione, educati dai loro genitori con amore, semplicità e soprattutto con la coerente testimonianza, muoveranno i loro piccoli passi nel cammino di fede. Tra pochi giorni è Natale. I nostri bambini hanno cercato di prepararsi alla venuta del Salvatore seguendo un itinerario dal titolo “Prendimi per mano”, partecipando alle S. Messe delle quattro domeniche di Avvento, compiendo gesti concreti di carità, come il sostegno per l’Infanzia Missionaria, il dono per sostenere la Caritas Zonale, visitare anziani e ammalati delle loro comunità e altre piccole esperienze. Fede e vita, Vangelo vissuto, annuncio e testimonianza, esperienze che radicano la nostra vita in Colui che ce l’ha donata gratuitamente e che ci chiede di donarla gratuitamente, come Lui ha fatto per noi. Elisabetta Pelizzari Natale Dio in Gesù si incontra con l’umanità. Dio in Gesù si fa bambino fragile perché non abbiamo paura di Lui. Dio in Gesù sperimenta la bellezza e la sofferenza della condizione umana. Dio in Gesù ci dona salvezza. Così, a partire dalla seconda classe elementare i percorsi sono così strutturati: 1° anno: percorso di prima evangelizzazione ( 2^ el.); 2° anno: percorso del Perdono (3^ el.); 3° anno: percorso Eucaristico (4^ el.); 4° anno: percorso sulla Parola e sulla Chiesa (5^ el.); 5° anno: primo percorso di Confermazione (1^ media); 6° anno: secondo percorso di Confermazione (2^ media); 7° anno: terzo percorso di Confermazione (3^ media). Accogliamo con gioia il desiderio di Dio di donarci vita nuova. Accogliamo con gioia la sua Parola di salvezza. Accogliamo con fede e speranza il nuovo anno che inizierà fra poco e che il Signore ci doni ancora il suo Amore motore per la vita del mondo! In questo anno pastorale i catechisti hanno con gioia accolto l’appello per una “pastorale dei piedi”, per un “annuncio” di Cristo con il cuore, dopo aver letto e contemplato la Parola. L’esperienza della catechesi è un cam- Buon Natale Buon Anno 2015 Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 35 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 da gruppi ed associazioni Gruppo missionario lettere giunte al gruppo in occasione dell’ottobre missionario 2014 Carissimi, inizio con un grazie a tutti coloro che attraverso la mia famiglia mi inviano saluti e mi ricordano nelle loro preghiere. Fa molto piacere, incoraggia e lenisce la nostalgia. Io ho passato una buona stagione delle piogge coltivando un campo di miglio rosso e recuperando il lavoro d’ufficio lasciato indietro da due anni. In settembre ho preso la malaria e siccome non reagivo alle medicine sono andato in Camerun per fare le analisi necessarie a escludere altre malattie più gravi. Adesso sono completamente ristabilito e mi rendo conto che sono un privilegiato perché posso spendere 100 euro per la salute, mentre i contadini hanno difficoltà ad accedere anche ai servizi minimali. In Camerun sono stato ospitato dalle suore della santa trentina Paolina Visintainer: mi ha un po’ impressionato vedere che sono sempre scortate da una guardia armata per il pericolo di BokoAram. In agosto nel solo villaggio di Keuni sono morti più di 40 bambini con meno di un anno di vita a causa della malaria. I bambini non ben nutriti sono anemici e quando arriva la malaria sono molto più fragili e dopo 4/5 giorni di febbre a 39° il loro cuore non ha più la forza di battere. Si fa il possibile per aiutare, così, la nuova macchina è divenuta ambulanza per portare i malati al vicino ospedale. La scuola elementare ha ripreso le sue attività ma i bambini saranno al completo solo dopo un mese perché sono impegnati nel raccolto delle arachidi e se anche il bambino esprime il desiderio di andare subito a scuola il papà gli domanda: tu mangi la carta o le arachidi? I risultati dell’anno scorso sono stati molto buoni e tutti vorrebbero iscriversi là, indipendentemente della loro fede. In due classi figli di mussulmani hanno vinto dei quaderni e delle penne perché sono stati i migliori del loro corso. Anche questo è costruire la pace. Preghiamo per la pace senza stancarci perché l’egoismo di pochi la minaccia continuamente. I buoni risultati sono frutto anche del doposcuola pomeridiano che sostengo con le offerte che ricevo. Grazie. Quest’anno vorremmo costruire altre due aule scolastiche per diminuire il numero di allievi in ogni corso: l’obiettivo è non superare i 50 bambini per classe. L’attualità mondiale di questi mesi: dalla Francia all’America, all’Unione Europea, tutti hanno fatto a gara per invitare i capi di Stato africani per legare contratti di sviluppo in cambio di concessioni sulle risorse minerarie del continente e tutti scommettono sul rapido sviluppo dell’Africa. Obama ha fatto la lista dei capi di stato indesiderati a causa del loro palese non rispetto dei diritti umani, così dicendo Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 36 che ci sono cose che vengono prima dei contratti. Nel 2015-16 diversi capi africani arrivati al secondo mandato consecutivo non potrebbero più candidarsi e così vorrebbero cambiare “La Costituzione” per rimanere al potere. In generale si capisce che questo non sarà gradito né all’America né all’Europa che sostengono il processo di democratizzazione degli stati africani: anche questo è un segno positivo di un nuovo rapporto tra nord e sud del mondo. Senza dubbio anche il Ciad avanza grazie ai petroldollari, ma la cosa più difficile resta la giusta ripartizione di questa “manna”. Una piccola cerchia si sta arricchendo a dismisura contro una minoranza che non ha accesso né all’acqua, né alla salute. Anche l’istruzione universitaria è solo per chi se la può pagare e molti giovani domandano borse di studio. assemblea diocesana o nazionale il problema che si pone è che non possono pagare la quota di partecipazione. Quest’anno tutto il gruppo ha lavorato per inviare uno di loro agli incontri. L’inviato al ritorno dovrà formare il gruppo sui temi svolti. Hanno un senso di comunità fortissimo; se uno del gruppo parte all’incontro significa che tutto il gruppo ha partecipato, che tutto il gruppo è informato e quindi tutto il gruppo ne trae beneficio. Sono gli aspetti della cultura africana che sono veramente cristiani, da valorizzare nell’evangelizzazione per dire che Gesù non è un’imposizione dell’antico colonizzatore, ma il modo più vero e profondo di vivere l’essere africano. Vi scrivo all’inizio dell’”ottobre missionario”, mese del rosario e di Maria prima missionaria, per incoraggiarvi nelle vostre attività sapendo bene che la missione è ovunque, che non serve partire per avere un cuore missionario, per ricordarvi che l’amore al prossimo non è un imperativo morale né una regola, ma è il Vangelo stesso, la Buona notizia che Gesù chi ha portato è che nell’amore troviamo la gioia e la piena riuscita della vita. Ci ricordiamo vicendevolmente al Signore, Lui nostra gioia e nostra speranza e facciamo di tutto il mondo un cuore solo. Buon mese missionario. Quest’anno il comitato parrocchiale “Giustizia e pace” si impegnerà per sensibilizzare le persone sui loro diritti quando i ricercatori del petrolio verranno a prendere i loro campi. Il petrolio minaccia anche l’ambiente: una piccola foresta dove vivono degli elefanti, salvata dal disboscamento dei contadini è ora attraversata dalle strade tracciate dalle compagnie cinesi in ricerca dell’oro nero. Quando sarà il momento gli elefanti saranno uccisi da bracconieri “sconosciuti” che venderanno l’avorio (che vale molto più dell’oro) sul mercato nero. Non ho attività pastorali da raccontarvi perché la stagione delle piogge è dedicata al lavoro nei campi. Positivo è stato l’impegno dei gruppi giovani di lavorare insieme per crearsi un fondo per autofinanziarsi nelle loro attività. Spesso quando proponiamo la partecipazione a qualche Mbay si sesi. Don Tino Liceo di Butembo -Congo: gli alunni della 1B accanto il prefetto agli studi TEMBO MUSANGO Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 37 Pereiro, 13 maggio 2014 Carissime e eventuali carissimi (perlomeno Don Andrea ci sarà ogni tanto) ho ricevuta una vostra lettera del primo maggio, informandomi della perseveranza del gruppo missionario della parrocchia. C’erano dentro anche 2000 euro frutto di qualche vostra attività in favore delle missioni. È bello sentirvi come retroguardia, anche se spesso dovrete fare da avanguardia per via di tanta gente battezzata ma ancora non convertita al vangelo del regno, forse anche a causa di una scarsa evangelizzazione o di poca testimonianza di vita cristiana. La tentazione di una religione intesa come uno sforzo devozionale, perché Dio faccia quello che vogliamo noi e non uno sforzo di fare quello che Dio vuole, cioè il bene di tutti, c’è anche qui da noi: e quando quello che vogliamo non succede, si aprono le porte per una forma di ateismo pratico e anche teorico, ci porta a collocare al Suo posto il denaro, il potere, il piacere, o semplicemente il “carpe diem” e così usiamo le persone come fossero cose e adoriamo le cose come fossero persone, e l’amore gratuito per il prossimo scompare. “Amerai il tuo prossimo come te stesso” ha detto Gesù, per cui vuol dire che dobbiamo prima imparare ad amare noi stessi per essere in condizioni di amare gli altri: ma come amare me stesso se sono pieno di vizi, di difetti, di peccati e per di più brutto e vecchio. Allora posso amare me stesso solo perché Dio mi ama, e gratuitamente per di più, perché io possa fare altrettanto con gli altri, vedendo in loro l’immagine di Dio, anche se coperta da incrostazioni, e senza pretendere di trasformare gli altri in immagini di Dio, subito o in poco tempo. Qui ne vedo di tutti i colori in termini di povertà e degrado morale, ma a me non tocca condannare ma salvare. Anche un santo dovrebbe dire: “Sono un servo inutile, ho solo fatto quello che dovevo fare” immaginate un peccatore! drea: si apriranno nuove prospettive e collaborazioni più chiare, salutatemelo, anche se non l’ho mai visto. Vogliatevi bene. Molte grazie di tutto. Un abbraccio con tanti bacioni sul cuore. Don Gino Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Via Sette Pievi, 9 38039 - STORO - TN Tel. 0465/686018 e-mail: [email protected] [email protected] Storo, 19 giugno 2014 Prot. n. 1012/A3b Gentili Volontari del Gruppo Missionario desidero esprimere tutta la nostra riconoscenza per il contributo che avete devoluto alla nostra struttura destinato all’acquisto di una cyclette con schermo digitale ed altro materiale per la fisioterapia, che i residenti già usufruiscono per le loro attività motorie. Colgo l’occasione per esprimere il mio apprezzamento verso il Vostro impegno solidale in un periodo come l’attuale in cui predomina la precarietà e l’indifferenza, un esempio di altruismo da elogiare e che alimenta la speranza di veder crescere una comunità dove c’è ancora voglia di rischiare e di mettersi in gioco per l’altro. A nome di tutti i residenti e del Consiglio di Amministrazione di Villa San Lorenzo rinnovo il nostro più sentito ringraziamento e l’apprezzamento per il Vostro lavoro. Cordiali saluti Mi è venuta fuori quasi una predica: malattia professionale. Ho visto il CD sull’ingresso di don AnComunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 38 Il Presidente Rag. Angela Collotta Repubblica Democratica del Congo Ministro dell’Istruzione Scuola primaria, secondaria e professionale Città di Butembo Liceo Butembo Matricola 6121893 Oggetto: conferma partenariato e ringraziamento. Al rappresentante del gruppo missionario di Storo Egregio Rappresentante, in uno spirito di collaborazione, abbiamo l’onore di indirizzarvi questa lettera al fine di presentarvi l’oggetto in evidenza. Vi abbiamo conosciuto attraverso l’opera del Monsignor Jean-Marie MUPENDAWATU, promotore, nella nostra Ville De Butembo, di iniziative assistenziali sotto forma di “borse di studio” ai ragazzi poveri e abbandonati, malati e bisognosi. In effetti, dopo l’esperienza di due classi di una scuola che hanno potuto beneficiare del vostro aiuto attraverso ASECOD, la nostra scuola, il LICEO BUTEMBO - classi del ciclo di orientamento - è stata designata per continuare questa tradizione di solidarietà e di aiuto per i nostri studenti, in particolare le classi 1B e 2’ per far fronte alle necessità urgenti quali spese scolastiche, cure mediche, spese bibliotecarie, ecc. di poco il loro livello di miseria, hanno istituito un fondo unico nel quale gli insegnanti salariati versano una parte del loro magro salario affinché vi sia equità rispetto ai loro colleghi non pagati dallo Stato. Inoltre, vi sono dei ragazzi con genitori sopravvissuti alle ricorrenti guerre nella nostra regione e che vivono in quartieri disagiati, come dei rifugiati che hanno perso i loro averi e anche il loro impiego. La presa in carica dell’istruzione di questi ragazzi abbandonati a loro stessi costituisce una vera sfida. Per queste ragioni, nutriamo preoccupazione per l’inserimento nella società dei figli dei poveri. Desiderosi di far studiare i loro figli, queste famiglie povere non riescono a rispondere ai bisogni primari di costoro. È per questo che noi ringraziamo il vostro Gruppo Missionario di STORO per l’aiuto finanziario che ci permetterà di alleggerire il peso delle mancanze materiali e umane dei nostri giovani, i quali pregano per voi e per il vostro impegno attivo, del quale noi siamo beneficiari, per la missione di Cristo nel mondo. In allegato Vi invio 5 foto di cui 2 della classe 1B, della classe 2A e un’altra delle aule ancora in costruzione. In vece del Liceo Butembo II prefetto agli studi Nella nostra scuola ci sono infatti ragazzi provenienti da famiglie eterogenee di cui la maggior parte proviene da famiglie che vivono in condizioni di povertà, in particolare i ragazzi degli insegnanti che ricevono un salario basso dallo stato. Questi ultimi, per alleggerire seppur Liceo Butembo: gli alunni della 2A accanto al prefetto agli studi TEMBO MUSANGO Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 39 Anziani di Bondone e Baitoni Momenti d’insieme Ci sono momenti in cui, in modo semplice e inatteso, riscopriamo di essere ancora capaci di sentire il valore della nostra vita. E soprattutto, spesso, ci ricordiamo l’importanza del condividere con altri le nostre emozioni perché in questo modo, una vicina all’altra, tante piccole gioie diventano qualcosa di grande che si avvicina alla felicità. È stata questa la sensazione che molti di noi hanno provato in occasione dei due incontri comunitari che si sono tenuti a Bondone (il 10 giugno) e a Baitoni (il 28 agosto) nelle sale delle due canoniche. Organizzati dal Comune in accordo con la Parrocchia, lo scopo era quello di offrire la possibilità alle persone anziane dei due paesi l’occasione di potersi incontrare, per passare un pomeriggio insieme, in cui ci fossero gli spunti per una riflessione ma anche il piacere di unirsi in quei grandi veicoli di positività che sono il canto e la musica. In entrambi i casi l’invito è stato accolto da numerose persone, in tutto una cinquantina, con un risultato superiore a quanto ci si potesse aspettare. All’incontro di Bondone era presente, nonostante già gravemente malato, anche il compianto Sindaco Graziano Scalmazzini che, nel salutare i presenti, ha posto l’accento sull’importanza di sentirsi tutti, nessuno escluso, importanti tasselli di una Comunità (sia essa civi- le, sia religiosa) nella quale il valore più importante è quello di saper vivere solidalmente non solo i momenti positivi ma anche e soprattutto quelli delle difficoltà. Parole importanti, suonate come il testamento del pensiero di un Uomo convinto che parole come amicizia, rispetto e convivenza vanno vissute, non solo pronunciate, e che purtroppo pochi giorni dopo ci ha lasciato. Anche Lina Cimarolli, presente ad entrambi gli incontri, ha dichiarato l’apprezzamento per l’iniziativa rivolta ad un paese in cui non solo vive e lavora da tempo ma che, ha affermato, ha imparato a conoscere e amare. Si è poi parlato di avvenimenti lontani, cento anni fa, nel 1914, la Grande Guerra in cui le popolazioni trentine, specie quelle di confine come quelle della Valle del Chiese, pagarono l’alto prezzo della partenza per terre lontane, come la Galizia, di migliaia di giovani richiamati alle armi dall’esercito Austroungarico, molti mai più tornati. Proprio qui, lungo il Caffaro, c’era il confine con l’Italia che l’anno successivo divenne, da alleato, il nemico. Le popolazioni della Valle vennero perciò sfollate, in molti casi ‘inviate’ in campi di concentramento dove vissero condizioni di vita che portarono alla morte di anziani e bambini. La guerra; una tragedia che ha segnato l’intera storia dell’umanità, dalle sue origini e che ancora oggi, in diverse parti del mondo, testimonia l’incapacità di superare le divisioni e di riconoscere con rispetto la dignità degli altri. Ecco perché è importante ravvivarne la Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 40 memoria: solo conoscendo gli errori del passato è possibile progettare un futuro di Pace. gno nell’essere protagonisti del messaggio cristiano e portatori di Pace e di Solidarietà. Vincenzo Zubani, coordinatore della Cooperativa Sociale “Lavoro”, per stimolare il dibattito, ha presentato vecchi giornali, cartoline, oggetti di uso comune, reperti bellici ricordando a tutti l’importanza di conservare questi piccoli pezzetti di storia che ci sono nelle nostre case e che invece troppo spesso vengono gettate nei rifiuti. Questo ha sollecitato numerosi presenti a raccontare fatti e aneddoti raccolti a suo tempo da genitori, parenti e amici vissuti all’epoca e di fare alcune riflessioni sul dramma delle famiglie che nei quattro anni, dal 1914 al 1918, dovette subire l’orrore della Guerra. Ritornati nella sala della Canonica, Sabrina Marchiori e Sara Valerio, operatrici della Cooperativa sul territorio di Bondone e Baitoni, hanno distribuito un rinfresco, mentre al suono di una chitarra tutti hanno partecipato al canto di vecchie e intramontabili canzoni: la musica ha da sempre questa capacità di riunire le persone in un viaggio comune, la forza di saltare confini e barriere che tante volte siamo noi stessi a costruire. È seguita la S. Messa, nella Chiesa adiacente, celebrata da Padre Giorgio che, nella sua omelia, ha richiamato ciascuno all’impe- Da tutti, alla fine di questo pomeriggio ricco di significato e di emozionanti ricordi, è stato chiesto di non fermarsi qui ma di poter ripetere ancora esperienze come queste dove il sorriso si rispecchia in quello del tuo vicino. Vincenzo Zubani Gita a Vittorio Veneto…. In compagnia di don Renato… Con canti di gioia Sabato scorso 15 novembre, un gruppo di parrocchiani della nostra Unità Pastorale ha trascorso una giornata in visita a don Renato, presso Vittorio Veneto (Tv), dove si trova per un’esperienza di spiritualità, prima di riprendere gli impegni pastorali. Giunti con mamma Maria in tarda mattinata nella cittadina, abbiamo con gioia incontrato don Renato e partecipato alla Santa Messa, animata da una rappresentanza dei cori delle nostre comunità con canti di mons. Marco Frisina. Don Renato, per la gioia che provava in cuore, si è commosso più volte durante la celebrazione. Verso le 13.00 ci siamo diretti in un ristorante tipico per pranzare e cantare insieme, nello spirito della festa dell’incontro. Nel pomeriggio, poi, una visita presso il centro storico, ricco di chiese, monumenti e opere d’arte, situato ai piedi delle Prealpi trevigiane. Anticamente Vittorio Veneto era formata da due borghi, Ceneda e Serravalle, uniti nel 1866. Storicamente questa città vanta la Medaglia d’Oro al Valor Militare per il ruolo svolto nel corso della Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 41 Grande Guerra e per la partecipazione attiva della popolazione alla lotta per la Liberazione. In particolare, abbiamo visitato la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta e il duomo, dedicato a Santa Maria Nova. Nella cattedrale vi è una cripta ove si venera il Corpo di S. Tiziano Vescovo, patrono della città e Diocesi. Presso il Convento di San Francesco a Vittorio Veneto visse il Beato Claudio Granzotto (19001947), un artista francescano, che il Signore chiamò alla santità, noto per aver compiuto opere di indiscusso valore artistico, come la Grotta di Lourdes a Chiampo e la statua dell’Immacolata. In serata il congedo. Una visita, un gesto di amicizia e riconoscenza, un vero regalo per don Renato che ci porta tutti nel cuore. Un viaggio lungo per raggiungere la meta e per far ritorno a casa in un’atmosfera serena e felice per il gesto compiuto! Cantare la fede Lo scorso settembre, a Roma, un gruppo di coristi della Corale Parrocchiale di Lodrone e Darzo ha partecipato al Convegno - Pellegrinaggio “Cantare la fede - Musica a servizio della liturgia e dell’evangelizzazione”, promosso dal Coro della Diocesi di Roma in occasione del 50° della Costituzione Conciliare “Sacrosanctum Concilium” e nel 30° anniversario di fondazione del Coro della Diocesi. Il Convegno era aperto a tutte le corali d’Italia, promosso dal Coro della Diocesi tramite il canale Facebook; noi eravamo gli unici rappresentanti del Trentino tra gli oltre 1400 partecipanti. Il Convegno-Pellegrinaggio ha alternato momenti di formazione “accademica”, con momenti di puro canto in allegria ed altri più liturgici. Nell’Auditorium della Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino abbiamo assistito agli interventi di eminenti personalità che hanno trattato temi strettamente legati alla funzione del Coro Parrocchiale all’interno della comunità cristiana e della liturgia. Dopo l’intervento introduttivo del Card. Vicario Agostino Vallini, che ha trattato il tema “Il ruolo del Coro parrocchiale”, il maestro Frisina, ideatore e mentore del Convegno, ha ufficialmente aperto i lavori. Sono intervenuti: Padre Giuseppe Midili O. Carm, Direttore dell’Ufficio Liturgico del Vicariato di Roma, che ha trattato il tema “L’Animazione Liturgica nel rispetto delle direttive del Concilio Vaticano II”; Don Fabio Massimillo, liturgista, ha relazionato su “Il ruolo del Coro e il coinvolgimento dell’Assemblea nelle Celebrazioni”; Padre Jordi-A. Piqué (Preside del Pontificio Istituto Liturgico) ha disquisito su “I fondamenti teologici della Musica Liturgica”. Il giorno successivo, S.E. Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo emerito di Cagliari, è intervenuto su “La Musica e la bellezza”; infine, la relazione di Mons. Vincenzo De Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 42 Gregorio, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra ha concluso i “lavori d’aula” con “La formazione musicale degli animatori liturgici”. Dagli interventi, è emerso che “Il canto sacro è parte necessaria della liturgia”, “Le corali hanno un ruolo pedagogico, perché permettono di vivere l’esperienza di Dio”; ed ancora “Il coro non è ornamento marginale ma è la liturgia ad esigerne la presenza”. Per i coristi: “Il tempo che il coro dedica alle prove è fondamentale, è come il tempo della semina che precede la raccolta dei frutti”. Nel pomeriggio del sabato ci siamo poi ritrovati nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la Santa Messa a conclusione del Convegno, presieduta dal S.E.R. Mons. Filippo Iannone, Vicegerente della Diocesi di Roma, e animata da tutte le Corali intervenute al Convegno. Al termine, la preghiera di affidamento a Maria Salus Populi Romani. Alla sera, il grande concerto nella Basilica di San Giovanni in Laterano, tenuto dal Coro della Diocesi di Roma, dall’Orchestra Fideles et Amati diretti da Mons. Marco Frisina con la partecipazione di tutte le Corali intervenute al Convegno. La domenica, di buon mattino, ci siamo ritrovati in Piazza San Pietro per la partecipazione alla Santa Messa, presieduta dal Santo Padre Francesco in occasione dell’incontro con gli anziani, organizzata dal Pontificio Consiglio della Famiglia ed animata dalla Cappella Pontificia “Sistina” insieme al Coro della Diocesi di Roma. Al termine della preghiera dell’Angelus, per una speciale concessione in via del tutto eccezionale, siamo entrati nella Basilica Vaticana dal Portone di Bronzo, per soffermarci poi sulla tomba di Pietro per la recita del Credo all’Altare della Confessione. Seguendo un percorso vietato ai visitatori, passando per la Porta della Preghiera, siamo entrati nei Giardini Vaticani, per una processione con sosta di preghiera alla Grotta della Madonna di Lourdes. Durante la Celebrazione, Papa Francesco ci ha rivolto un particolare saluto ed augurio: “Grazie per la vostra presenza, per aver ani- mato con il canto questa celebrazione, affiancandovi alla Cappella Sistina. Continuate a svolgere con gioia e generosità il servizio liturgico nelle vostre comunità”. A conclusione, una riflessione di Don Marco Frisina, ci aiuta rispondere ad una domanda apparentemente banale: “Che cos’è la musica? Cos’è la musica in sé? La risposta potrebbe sorprendere: la musica non ha valore in sé, non ha un significato, ma diventa straordinaria perché Dio ce l’ha donata per essere uno strumento di comunicazione... Dio si manifesta nell’armonia dell’universo, nelle sue perfezioni, che non hanno bisogno di parole e di concetti, la bellezza del Creato è più eloquente di qualsiasi messaggio verbale. E così è per la musica, che può essere compresa al di là di ogni lingua, al di là di ogni cultura, e il suo messaggio è profondo e nello stesso tempo immediato, è sempre attuale, anche se proviene da tempi remoti, perché le sue origini sono in Dio, e la sua influenza tocca la profondità dell’essere umano: è nel cuore dell’uomo che scatta la musica, in quel contatto misterioso con l’armonia di Dio, che è e resta un mistero”. Abbiamo realizzato un video-ricordo del pellegrinaggio, con alcune delle nostre voto e video dei nostri canti, disponibile su internet all’indirizzo https://www.youtube.com/ watch?v=rdTNzX8QbG8 Un’esperienza grande, indimenticabile, un tempo bello per stare insieme, cantare, pregare e crescere nella fede e nel servizio! Camillo, Giovanni, Chiara, Luciana, Ottilia, Anna, Susanna, Mauro, Marcello. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 43 Santa Cecilia Il giorno 22 novembre la Chiesa festeggia Santa Cecilia, patrona della musica, dei musicisti e dei cantanti. Per questo motivo i cori parrocchiali della nostra Unità Pastorale, in accordo con don Andrea, hanno deciso di festeggiare la propria patrona pregando insieme e chiedendo a Dio, per intercessione della santa, di renderli degni di cantare le Sue lodi. Da alcuni anni i cori dell’Unità Pastorale si ritrovano a cantare assieme in alcune celebrazioni unitarie; proprio nella preparazione di una di queste, i maestri ed alcuni coristi hanno proposto di cantare assieme anche in occasione della festività di Santa Cecilia. La celebrazione ha avuto luogo nella chiesa di Darzo, addobbata per la festa in onore alla Santa protettrice dei cantori e della solennità di Cristo Re. Prima della Santa Messa sono stati eseguiti alcuni canti, per pregare insieme e chiedere l’intercessione della Santa patrona. Poi come di consuetudine nelle solennità, essendo l’ultima domenica dell’anno liturgico nella quale si celebra la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, le corali unite hanno animato solennemente la celebrazione. Nell’omelia don Andrea ha valorizzato l’iniziativa dei cori di incontrarsi attorno all’altare per unirsi nella lode e preghiera al Signore. Una bella testimonianza del camminare insieme, un bell’esempio per il cammino pasto- rale delle nostre comunità. L’unità e la comunione, in spirito di amicizia e collaborazione sono le strade che siamo sempre più chiamati a percorrere, con fedeltà e coerenza al Vangelo. Al termine della Messa, dopo la preghiera a Santa Cecilia, Giorgio Parmiani, rappresentante del Consiglio dell’Unità Pastorale è intervenuto, esprimendo, a nome del Consiglio, il grazie per l’iniziativa e per il prezioso servizio che i cori svolgono con gratuità e amore nel corso dell’anno liturgico. Dopo la solenne benedizione ed il canto finale dedicato a Maria, la festa è proseguita in pizzeria per un momento conviviale e gioioso, fra canti in amicizia e allegria. Una grande, dolce torta e un brindisi insieme, le parole di don Andrea: “Questa esperienza sia nel tempo un appuntamento fisso per pregare e fare gruppo”. Un momento nel quale abbiamo sperimentato la bellezza e la gioia dello stare insieme; un momento che ci ha rafforzati nell’amicizia; un momento che ci ha caricati per riprendere il cammino nel fedele servizio al Signore. Daniele Armani “Chi canta prega due volte; cantate con la voce, cantate con la bocca, cantate con i cuori, cantate con un comportamento retto: Cantate al Signore un cantico nuovo!”. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 44 S. Agostino Apertura oratorio e processione Madonna del Rosario Grande festa a Baitoni per l’apertura dell’anno oratoriano, dopo la pausa estiva, l’appuntamento era per domenica 26 ottobre, dove con grande adesione ed entusiasmo l’oratorio di Baitoni intitolato a Padre Bernardino, ha aperto la stagione in occasione della festa della Madonna del Rosario. Pomeriggio all’insegna dell’allegria con una castagnata aperta a tutti i bambini, genitori ed accompagnatori. La passione per mantenere aperta questa attività deriva dal fatto che i nostri giovani in oratorio possono trovare cura, divertimento ed educazione da parte delle catechiste e dei genitori che ogni domenica volontariamente aprono la struttura e la mantengono attiva e vitale, infatti, ogni domenica viene proposto un programma diverso in modo da poter stuzzicare l’interesse e le capacità di ogni bambino. La giornata iniziata con la S. Messa solenne delle ore 11,00 celebrata dal parroco Don Andrea, si è sviluppata nel pomeriggio in compagnia tra castagne, dolci offerti dalle mamme dell’oratorio, giochi e divertimenti per grandi e piccini. Giornata conclusasi poi con la processione alla Madonna del Rosario. Nella seconda metà dell’ottocento alcuni abitanti di Bondone, per potersi dedicare all’agricoltura ed al pascolo, si trasferirono nella piana a Baitoni. Con il passare del tempo espressero il desiderio di avere una chiesa in paese e tra il 1945 ed il 1950 fu eretta la chiesa di Baitoni e fu dedicata appunto alla Madonna del Rosario. Per ben due volte all’anno, nel mese di maggio e nel mese di ottobre, la Madonna del Rosario viene portata per le vie del paese, raggiungendo il capitello al Ruch, recitando il rosario ed innalzando canti alla Madre di Dio. Anche quest’anno in questa domenica 26 ottobre si è portata la Madonna del Rosario e con la preghiera si è invocata la Sua protezione meditando sui misteri di Cristo. Si è svolta con molta dedizione nel silenzio della sera. Terminata la processione si è fatto un piccolo rinfresco per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato con devozione. Chiara e Lina Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 45 Oratorio Lodrone… che gran partenza! Novembre 2014 Il 31 ottobre si è aperta la nuova stagione per il gruppo Oratorio di Lodrone con la GRANDE FESTA DI HALLOWEEN per bambini organizzata al Centro Sportivo Polivalente, che sempre ben si presta per queste occasioni di ritrovo della comunità. A tal proposito un ringraziamento particolare va alla Società Bocciofila Eridio che ci ha permesso l’utilizzo dei suoi campi, garantendone la copertura e l’allestimento, ed il Comitato di Gestione del centro sportivo. Apertura in grande stile con oltre 150 menu distribuiti tra porzioni di polenta dei nostri grandi “Polenter” di Lodrone che mai finiremo di ringraziare per la loro disponibilità e bravura nel cucinare il nostro piatto tradizionale per eccellenza, ed il menu bambini preparato con la solita professionalità dal Gruppo Alpini di Darzo. Tanti, tantissimi i bambini accorsi mascherati e non che hanno partecipato alle attività organizzate dal Gruppo Animazione di Lodrone, hanno giocato, corso, ballato e partecipato alla grande tombola organizzata dal Comitato Santa Barbara di Lodrone! Merita un appunto la proficua collaborazione tra le associazioni (Comitato Santa Barbara e Oratorio di Lodrone) che insieme hanno gestito una bella serata occupandosi di tutti gli aspetti dalla cena, all’intrattenimento, all’allestimento ed alle pulizie finali, rendendo la serata piacevole a detta dei partecipanti e favorendo anche una piccola raccolta fondi per il comitato che si occupa dell’accoglienza dei bambini bielorussi in diverse famiglie del nostro paese, ma non solo. Apertura superata, ora ci attendono tutte le domeniche fino ad aprile, dove all’interno del nostro oratorio presso la casa sociale all’ultimo piano i bambini possono ritrovarsi dalle 14.00 alle 18.00 con giochi e intrattenimenti vari. Il gruppo oratorio non ha pensato solo ai più piccoli. Quest’anno il direttivo ha deciso di impiegare tempo e risorse per gli adolescenti favorendo un percorso formativo di crescita che aiuti i nostri ragazzi nel critico momento dell’adolescenza a confrontarsi con gli amici e vivere momenti insieme di collettività. Il progetto s’intitola “Siamo Viaggiatori sullo stesso Treno” e prevede una serie di incontri nel corso dell’anno, che permettano una crescita personale, la condivisione di alcuni valori importanti quali l’amicizia, la scoperta delle proprie potenzialità ed attitudini, ma anche lo stare insieme, il condividere una passione e perché no cimentarsi in attività di animazione in occasione di feste e manifestazioni promosse dall’oratorio! Ci siamo affidati ad un esperto animatore ed educatore, che già conosce il gruppo essendo l’organizzatore del grest estivo in programma ormai da qualche anno a fine giugno, per redigere il progetto, analizzare i bisogni dei ragazzi e cercare di creare un percorso per loro allettante e che possa portare a momenti di riflessione ma anche di divertimento! Il primo incontro è già stato fissato per SABATO 29 NOVEMBRE e DOMENICA 30 NOVEMBRE, ne seguiranno altri due nel corso dell’anno, tematizzando gli incontri a seconda del periodo. Saranno dei WEEKEND INSIEME PER CREARE, IMMAGINARE, GIOCARE, DIVERTIRSI, SCOPRIRSI E CRESCERE INSIEME COME PERSONE E COME GRUPPO! L’obbiettivo del gruppo Oratorio è quello di stare vicini anche ai ragazzi che non hanno più l’età per il gioco in oratorio ma che potranno comunque avvicinarsi a Noi in altra veste, rimanendo legati cosi al paese, alle tradizioni manifestando la loro voglia di essere gruppo e perché no, di diventare piccoli animatori! Il gruppo Oratorio crede sia necessario mantenere per il paese di Lodrone un punto Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 46 d’incontro per i più giovani ma non solo, l’oratorio dovrebbe fungere da catalizzatore e convogliare forze e voglia di stare insieme in una realtà troppo spesso individualista! Per questa mission i volontari dedicano il proprio tempo affinché la struttura resti viva nel paese e possa arricchire le giornate con appuntamenti ed eventi piacevoli. Gruppo Oratorio Lodrone Circolo oratorio e Casa alpina Dopo l’intensa attività estiva è ripresa a pieno ritmo l’attività in oratorio. I campeggi estivi per ragazzi e il turno adolescenti hanno assorbito molte energie degli animatori, ma alla ripresa autunnale d’ottobre tutti eravamo pronti per la ripartenza. Tre direttivi, molto intensi, sono serviti per fare il punto della situazione a fine turni della Casa Alpina e per programmare l’attività invernale. Dalle tante proposte uscite e dalle molte attività da coordinare ne citiamo alcune che magari non sono illustrate in altri articoli di questo bollettino. Innanzitutto una premessa sulla scomparsa di don Ezio domenica 24 agosto che ha visto tutto il direttivo partecipe al funerale del 26 (eravamo un pullman di storesi ma sicuramente molti altri avrebbero voluto essere presenti a Coredo quel giorno), alcuni del direttivo e ex direttori ed assitenti portavano il fazzoletto rosso-verde della Colonia al collo, è stato un momento molto importante di partecipazione al lutto di una comunità molto allargata che ha conosciuto don Ezio ed ha saputo apprezzare e riconoscere “a pelle” la sua umanità e la sua testimonianza cristiana. Cras in latino si traduce con: domani – come ha ricordato il nostro Sindaco cav. Vigilio Giovanelli al funerale – ed è proprio guardando al futuro che dalla piccola baracca è nata la Casa Alpina. Nel direttivo, in occasione del 50’ della Colonia, si pensava già al rifacimento della baracca del CRAS davanti alla Colonia, ormai vecchia e pericolosa anche per l’uso. Il progetto di rifacimento è stato approvato in Comune così come il progetto per ampliare il magazzino dietro la Colonia. Ma per la baracca, primo gradino di costruzione della Casa Alpina abbiamo pensato qualcosa di particolare: proporre di dedicarla a don Ezio e di raccogliere contributi ed offerte da tutti quanti vorranno partecipare a questo ricordo. Gli animatori del turno adolescenti hanno già offerto 2.050 euro rinunciando al rimborso spese che solitamente riserviamo loro per l’impegno e il tempo dedicato al campeggio. Altri privati si sono fatti avanti: i coetanei di Silvia Romagnoli, il Gruppo Missionario, la Pro Loco, e singole persone, tutti insieme contribuiremo, in occasione dei 50 anni di Casa Alpina al ricordo dell’indimenticato don Ezio. La sottoscrizione è aperta a tutti. Sabato 29 novembre è stata l’occasione per ringraziare tuti i volontari e animatori della Casa Alpina con una pizza in compagnia; dopo una carrellata sull’anno trascorso a cura del Presidente è intervenuto anche il sindaco Vigilio Giovanelli e il parroco don Andrea elogiando l’impegno dei molti giovani presenti in favore delle loro comunità, cosa che fa ben sperare e Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 47 za, il 2 novembre, in occasione della Fiera e si sta preparando il presepio in legno che sarà esposto in piazza. Le mamme invece hanno realizzato un bellissimo presepio con la pasta di semola esposto in questi giorni dicembrini nella vetrina del Progetto Giovani. In dicembre seguiranno varie iniziative, aspettando il natale, con lavoretti vari in sala giochi. rincuora i molti adulti, presenti e assenti, che hanno dato tanto in questi molti anni di Casa Alpina. L’oratorio ha aderito poi al ciclo di cineforum diocesano, 4 film in 10 sale per una visione condivisa dal titolo: “a che punto è la notte” sul tema della crisi nelle sue varie sfacettature. Una trentina le persone presenti nelle quattro proiezioni di novembre, buono l’interesse anche al dibattito che ne è seguito. Film validi che hanno stimolato a pensare e, grazie alle presentazioni preparate, sono stati apprezzati sotto molteplici punti di vista. Le opere cinematografiche, se ben introdotte e spiegate, possono aiutare tutti a comprendere i cambiamenti in atto e le tematiche più scottanti che interpellano la nostra società, dal punto di vista economico, sociale, familiare, ecc. Il coro giovanile ha ripreso le prove settimanali e l’animazione delle Messe a metà settembre e si esibirà al concerto natalizio dell’8 dicembre organizzato dal Coro Sette Torri. Da segnalare l’apprezzato rientro dell’organista Mimmo, che dopo un primo tempo di rodaggio si sta ben integrando nel folto gruppo di bambine, ragazze, cantori e musicisti vari. Con i giovani della Pro Loco abbiamo anche rinnovato la sala giochi, ridipingendola e pulendo gli esterni dalle varie schifezze che altri giovani avevano provocato con scritte e scarabocchi vari. Metteremo anche delle telecamere esterne per il controllo dei piazzali e delle scale esterne in quanto i giovani stessi sono stanchi di pulire la casa e i piazzali che altri giovani maleducati si ostinano a ripetere ogni qualvolta ci sia un momento non animato o incostudito della struttura. Non vogliamo chiudere i cancelli, l’oratorio deve essere e rimanere aperto a tutti, ma vogliamo anche che sia rispettato perché lo sentiamo nostro e con esso siano rispettati anche i vicini che a volte devono fungere da guardiani, loro malgrado, sentendosi anche gli insulti più irripetibili. Ringraziamo quindi tutti quanti danno una mano a far sì che l’oratorio sia vivo e bene tenuto, sia gli animatori, che i giovani, sia gli adulti che i vicini con i quali cerchiamo di collaborare affinché pochi facinorosi non prevalgano e rovinino il bel clima collaborativo che c’è. Ringraziamo anche le forze dell’ordine che sono intervenute in questi mesi autunnali, Vigili e Carabinieri, perché il controllo di alcune situazioni è molto importante per la sicurezza dei nostri giovani, anche all’oratorio. La direzione Le mamme della Sala Giochi hanno iniziato alla grande la loro attività con l’animazione personalizzata su ogni domenica e altre proposte con serate per adulti di cui all’articolo a parte. Molto ben partecipate le domeniche a tema con lavoretti e iniziative varie di animazione. Il 16 novembre festa di San Martino hanno partecipato circa 60 bambini con la storia del Santo, la costruzione delle lanterne e il lancio, dal sagrato, delle grandi lanterne luminose nella serata. In collaborazione con la Pro Loco è stata organizzata la castagnata in piazComunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 48 Serate per NOI Quest’anno il gruppo mamme della Sala Giochi dell’oratorio di Storo hanno voluto organizzare delle serate particolari; non solo attività creative, diverse ogni domenica, per i nostri bambini, ma qualcosa anche per noi! Lunedì 13 ottobre 2014 alle ore 20,00 presso la sala della biblioteca di Storo, concessa gentilmente dal comune; “Yoga della risata” con Letizia Espanoli. Assistente sociale, lavora da 14 anni come libera professionista, consulente e formatrice in molte realtà socio sanitarie, pubbliche e private, esperta in yoga della risata, forma di yoga che fa uso della risata auto-indotta intervallata da esercizi di respirazione. Nata dall’idea di un medico indiano, dottor Madan Kataria. La risata si sviluppa facilmente in gruppo, favorisce un maggior apporto di ossigeno al cervello, venti minuti di risate sono sufficienti per sviluppare benefici fisiologici importanti: scarica le tensioni, migliora la memoria, la respirazione, ossigena il cervello e quindi favorisce il pensiero, rende la voce più bella e ci fa sentire bene, rende di animo più tollerante, è un eccellente anti-stress, libera betaendorfine, ha effetto analgesico e aumenta le difese immunitarie. ottobre c’era la campagna “nastro rosa” per la prevenzione del tumore al seno, il più frequente del sesso femminile. La diffusione del tumore è in rapporto con le sue dimensioni dal momento che il tumore del seno cresce molto lentamente e trovarlo molto piccolo significa guarire! Per questo abbiamo voluto promuovere questa serata con relatore il dott. Giovanni Ambrosini, oncologo, per sensibilizzare le donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce, informando il pubblico femminile anche sugli stili di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare, nonché l’auto-palpazione. Come detto, abbiamo avuto un buon riscontro per la partecipazione numerosa ai due incontri così da incitarci e stimolarci ad organizzare prossimamente altre serate. La partecipazione è stata ottima: ottanta partecipanti perché per problemi logistici non abbiamo potuto accettare altre adesioni. Ci è spiaciuto molto ma visto il grande successo penseremo di organizzarne un’altra in primavera. Altra serata molto partecipata è stata giovedì 29 ottobre 2014 presso la Sala Cinema dell’oratorio. Durante il mese di Castagnata in piazza il 2 novembre: Pro Loco e oratorio Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 49 Le mamme della sala giochi Campeggio adolescenti 2014... “la salita è dura, ma il panorama è fantastico”... Anche quest’estate, come ormai da qualche anno, si è svolto in agosto il campeggio adolescenti nella colonia di Faserno: Dieci giorni di divertimento, riflessione, spensieratezza e amicizia che hanno visto la partecipazione di una ventina di ragazzi dai 14 ai 17 anni provenienti dal Comune di Storo e accompagnati da alcuni animatori del gruppo adolescenti. Le giornate in campeggio iniziavano con il tradizionale momento di preghiera mattutina, il quadrato. Dopo la colazione e finite le pulizie, per i ragazzi, c’era il momento “centrale” della giornata, dove, con l’aiuto di attività e riflessioni che stimolavano il loro pensiero critico, potevano pensare, farsi un’ idea e confrontarsi con i propri compagni di viaggio sulla tematica del giorno. Il campeggio, quest’anno, aveva come tema centrale “Io & l’altro” e gli argomenti proposti nelle varie giornate ai nostri adolescenti sono stati: Limiti personali e autostima, Libertà di...e libertà da..., Difficoltà degli adolescenti/solitudine e voglia di credere in se stessi, Ambiente, Fede e il “bisogno” di credere, Talenti (come metterli a disposizione) e Bisogni (come riconoscerli e soddisfarli), Aspettative, Sogni, Desideri e Futuro come coraggio di scegliere e guardare sempre avanti. Spesso, nel pomeriggio, i ragazzi erano liberi di svagarsi: Qualcuno si sdraiava al sole, altri preferivano cantare, qualcun’altro si destreggiava in sport vari come la pallavolo, il volano o il calcio e altri si lanciavano in sfide infinite di calcetto e ping-pong. Nei pomeriggi si trovava anche il tempo per proporre giochi a squadre all’esterno o all’interno in base al meteo che quest’anno non è stato dalla nostra parte. Gli animatori hanno proposto, ad esempio, “il giro del mondo in 80 secondi”, “passa parola” o una caccia al tesoro a tema con personaggi travestiti e prove divertenti. Dopo la merenda i ragazzi avevano ancora un momento di libertà, durante il quale qualcuno coglieva anche l’occasione per confrontarsi e confidarsi su difficoltà che incontrano sulla “strada in salita” della loro vita, con Don Andrea o con noi animatori. La giornata si chiudeva con il quadrato serale e dopo cena i ragazzi avevano la possibilità di andare al totem per un’ora, denominata “ora d’aria”, per potersi “risintonizzare” con gli amici o i famigliari rimasti in paese. Le serate erano organizzate con i classici falò, l’ormai noto “gioco notturno” della prima sera, la sfida “maschi contro femmine” dove i ragazzi “combattono” a colpi di danza, canti, intelligenza, bellezza e stile e “Ciao Darwin” , una sfida a squadre con diverse prove da superare. Nonostante il tempo “autunnale”, siamo riusciti a fare una passeggiata in Val Donea e ad affrontare l’affascinante “giro del Lorel”. La novità di quest’anno è stata una notturna in malga Vacil con cena e rientro in colonia dopo esserci fermati ad ammirare il meraviglioso panorama dalla Canal. La giornata si concludeva con una canzone diversa per ogni tematica affrontata con un’introduzione di Don Andrea. Il momento più magico del campeggio adolescenti è sicuramente la veglia alle stelle, durante la quale i ragazzi possono fermarsi a pensa- Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 50 re a se stessi e alla propria vita, nel meraviglioso silenzio della natura, ammirando il cielo stellato. un legame profondo perché a nessuno piace rimanere solo e tutti hanno bisogno di qualcuno che ci ascolti e di cui ci possiamo fidare...” Spunti dalla Veglia alle stelle 2014 “...LA RICERCA DELLA FELICITA’...” “...nell’esperienza vissuta qui in colonia ho conosciuto molti amici e amiche nuove ed ho provato nuove emozioni. In questi dieci giorni ho trovato la vera felicità che in poche occasioni sono riuscito veramente a conoscere...” “...appena esci dalla colonia ti siedi e con chi capita capita, tanto sono tutti tuoi amici: siamo diventati un gruppo molto unito...sto così bene qui in mezzo alla natura senza pc, tv, videogame e cellulare... ...fare le riflessioni è molto divertente perché noi ragazzi abbiamo poche occasioni per parlare dei nostri problemi...e i giochi? sono stupendi perché non smettiamo mai di ridere e la cosa più bella è che gli assistenti ridono con noi...” “...tutti, secondo me, hanno lo stesso diritto ad essere felici...” “...è stata un’esperienza molto positiva perché mi ha fatto capire di avere degli amici meravigliosi che mi capiscono e mi accettano per quello che sono...” “...secondo me la vita è un caos tremendo, ma rimane la cosa più bella che possiedo perché so che comunque vada avrò sempre persone di cui potermi fidare sia nei momenti positivi che in quelli di difficoltà. Tutte le cose che facciamo nella vita alla fine sono fatte in funzione di conoscere nuove persone e a volte costruire “...stando in questo fantastico gruppo ho capito i veri valori dello stare assieme...” “...ogni anno qui ritrovo la voglia di essere giovane, ossia di poter godermi la vita e osservarla sotto altri punti di vista che forse durante il resto dell’anno si spegne in me...” “...Faserno è un occasione da cogliere al volo: ti fa maturare, impari cose nuove, rifletti su cose che prima ti sembravano banali e a cui non davi molto peso. E’ un’occasione per condividere le proprie idee/pensieri con altri...mi è servita molto a crescere...” L’esperienza di quest’anno è stata preceduta da alcuni mesi di riflessione visti i numeri in calo rispetto al passato, ma l’importanza e la determinazione di creare momenti come quelli che si vivono assieme durante il campeggio, nei quali emerge la voglia di conoscere se stessi e gli altri, il mettersi in gioco e il saper affrontare la vita con quella “coscienza critica” di cui tanto si parla, hanno fatto si che il gruppo di animatori, la Direzione della Colonia e Don Andrea abbiano creduto ancora una volta nei ragazzi e nella loro voglia di intraprendere questa avventura. Eh si, ce l’abbiamo fatta! Un grazie particolare al nostro Capitano Don Andrea che ha creduto in noi e ha saputo accompagnarci al meglio in questa avventura creando legami sinceri con animatori e ragazzi. “Il fare riferimento all’altro non è un limite ma una possibilità di uscire dal circolo vizioso dell’io per entrare nella ricchezza del noi” (Emmanuel Mauvier) Gli animatori Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 51 Casa Alpina 2014 Vivere la Colonia Alpina è un’esperienza speciale per i bambini e i ragazzi, ma anche per gli educatori stessi. Un tempo in cui sperimentare uno stile di vita basato sullo stare insieme, giocare insieme, cantare insieme, mangiare insieme… pregare insieme. Il nostro essere ha bisogno di trarre forza, energia, entusiasmo da un fare che dia un senso profondo all’unità magicamente creata durante i gior ni vissuti a Faserno. Forse è proprio l’obiettivo formativo, l’organizzazione e la preparazione delle attività che vede la partecipazione di così tanti ragazzi. I tre turni, ciascuno dei quali contava 58 presenze, hanno ravvivato la Colonia in modo attivo e soprattutto formativo grazie anche alla presenza del nostro Parroco Don Andrea. Il tema conduttore dell’estate era: “Dite amici ed entrate”. Una rivisitazione simpatica e coinvolgente de: “Il Signore degli anelli” di J.R.R. Tolkien. Il testo utilizzato per la programmazione dei turni è nato dalla passione per l’educazione, la formazione e da una competenza acquisita sul campo in fatto di attività oratoriale e di pastorale giovanile. Autore principale è “NOI Torino” che ha come finalità quella di fornire servizi e strumenti agli Oratori. Il testo non è altro che un viaggio dove i protagonisti, attraverso le difficoltà incontrate, acquisiscono sempre maggior consapevolezza delle loro capacità, assumendosi via via maggiori responsabilità, fino al raggiungimento della meta. E così Frodo riuscirà a portare l’anello, Aragorn diventerà Re della Terra di Mezzo, ognuno affronterà dure prove e vorrà ritirarsi ad una vita più comoda e agiata, o forse troverà nelle difficoltà la forza per proseguire il viaggio certo che nei momenti più difficili ci sarà sempre una luce ad indicare la strada, a risolle- Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 52 vare e a dare forza. I ragazzi guidati dalle loro direttrici e dai loro animatori hanno potuto trascorrere dei giorni veramente belli e speriamo indimenticabili per la loro vita nella gioia dello stare insieme. In una Colonia preparata precedentemente in modo curato grazie soprattutto a quel gruppo di persone che da sempre lavora silenziosamente per il riordino della casa, il taglio degli alberi, la cura del prato e tanti altri lavori. Per fortuna alla fine di tutto c’è sempre una foto che ferma i momenti più gioiosi e li mantiene nel tempo. La serata dedicata allo scorrere dei meravigliosi ricordi si è tenuta il 15 novembre all’oratorio di Storo e ha visto la partecipazione di tutti gli animatori impegnati a rendere simpatico e divertente questo appuntamento così ben riuscito! Per l’occasione ogni turno ha preparato un DVD con le foto più belle, lavoro che è possibile acquistare al prezzo di 5 euro. Arrivederci allora al prossimo anno da tutto lo “Staf” della Colonia Alpina di Faserno. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 53 Estate in Tanzania La scorsa primavera, mio figlio Daniel, mentre pensavamo a cosa poter fare durante l’estate, mi esprime il suo desiderio di voler andare in Tanzania per vedere quello che aveva fatto il nonno Battista con i suoi amici, ma anche per lavorare negli stessi luoghi. Devo dire che questo era un po’ anche un mio desiderio che però non esprimevo perché mi sembrava di essere da sola e di disturbare troppo per realizzarlo, per cui ho colto la palla al balzo e ne ho parlato con Davide. Dopo aver visto come poter fare con le ferie, ci siamo lanciati in quest’avventura. Per la preparazione del viaggio ci siamo affidati a Elisa Grazioli, una giovane di Trento che ha scelto di lasciare il proprio lavoro di stilista della Benetton per andare a lavorare all’orfanotrofio di Tosamaganga. Io Davide e Daniel siamo partiti da Malpensa il 26 luglio con un aereo dell’Ethiopian Airlines per un soggiorno di 20 giorni. La prima tratta di viaggio, da Storo a Dar Essalam, è durata 24 ore e dopo una notte in città nell’ostello dei Padri Passionisti, siamo ripartiti di buon mattino con un autobus di linea per fare i circa 600 km e raggiungere la regione di Iringa, all’interno della Tanzania. Finalmente dopo 48 ore dalla nostra partenza arriviamo alla nostra meta. All’orfanotrofio di Tosamaganga, dove saremo ospitati come campo base, subito ci accoglie uno stuolo di bambini, (circa un’ottantina) che ci “saltano” letteralmente in braccio, ci tirano nel loro cortile per giocare, per toccarci, per toccare i nostri capelli, per vedere come siamo vestiti. sei sorelle, che si occupano dell’orfanotrofio: c’è la sister che si occupa dei bambini piccoli, quella che si occupa della cucina e della dispensa, c’è la suora che organizza la scuola superiore femminile, quella che si occupa della scuola dei piccoli. Queste sorelle sono aiutate da novizie o da ragazze che sono cresciute lì da loro e si sono fermate; hanno anche la collaborazione di alcuni ragazzi per i lavori in campagna e per la cura degli animali. Sì perché loro sono riuscite a rendere autosufficiente l’orfanotrofio, per ogni bisogno: dall’energia autoprodotta con i pannelli solari (ovviamente forniti e sistemati dai gruppi di volontari italiani), al fabbisogno alimentare (coltivano grano, mais, riso, fagioli, pomodori, verdura, frutta e latte, galline e uova e consumano solo quello che producono), ai vestiti (cuciti dalle ragazze della scuola superiore femminile, attrezzata con vecchie macchine da cucire a pedali importate dall’Italia). Appena qui a Storo si è sparsa la voce che saremo andati in Tanzania, dove aveva lavorato mio papà, tante persone ci hanno affidato dei soldi, da portare laggiù e da lasciare in situazioni di bisogno; anche il gruppo missio- Presto ci fanno sentire a casa nostra anche le sorelle Te r e s i n e : Suor Elena è a “capo” di un gruppo di Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 54 nario di Storo, che è sempre vicino a chi parte con scopi umanitari e missionari, ci ha affidato una bella somma; tra tutti erano più di 3 000 euro. E non abbiano ricevuto solo denaro, ma anche materiali che le suore ci avevano richiesto come biberon, ciucci, scarpette e intimo per bambini: cose che per loro sono introvabili. E così, una volta laggiù, ci siamo messi al lavoro, anche se “pole, pole” (piano, piano in lingua swahili), come vuole lo stile africano: abbiamo dipinto le pareti della scuola dei piccoli, con disegni didattici per aiutarli ad imparare meglio; animali accompagnati dal loro nome in lingua swahili e in inglese, oppure la stessa cosa con i colori, con la frutta, con i vestiti, con le parti del corpo, con i numeri e le lettere dell’alfabeto, ma anche le cartine politiche dell’Africa e della Tanzania. Inoltre poi abbiamo abbellito le pareti rimaste con disegni di cartoni animati africani in stile Tingatinga che i bambini apprezzano molto. All’orfanotrofio con molti bambini piccoli sono molti i cambi che si devono fare e non avendo pannolini usa e getta, usano pezzi di stoffa, per cui è un continuo, lavare e stendere; allora abbiamo sistemato alcuni stenditoi che erano già presenti e ne abbiamo costruiti degli altri. Sembra facile tutto questo da dire, ma tra il dire e il fare in Tanzania non c’è solo il mare, c’è anche l’oceano! Perché? Perché manca tutto: non ci sono chiodi, martello, badili, pennelli, attrezzi in genere e le materie prime, come i pali di ferro, il cemento, i colori, costano come qua da noi, pur essendo un loro stipendio medio mensile intorno ai 35 euro. È stata un’avventura cercare tutte queste cose, in una città come Iringa, parlando una lingua poco conosciuta: erano più i gesti delle parole! Ma alla fine siamo riusciti nella nostra “missione”. Abbiamo anche avuto il tempo di vedere alcune strutture che mio papà aveva costruito e attrezzato con il gruppo missionario Alto Garda e Ledro. Su un altopiano a circa 1800 metri d’altitudine abbiamo visitato la scuola superiore femminile di Mibikimitali: un fiore all’occhiello nelle attività degli ultimi anni del gruppo Missionario Alto Garda e Ledro, in quanto è stato costruito da loro proprio partendo dal nulla. Prima di questa struttura in questa zona non c’era niente, se non qualche capanna usata dalla gente come appoggio per i lavori in campagna; questa zona è a circa 30 km dall’ultima strada asfaltata! I viaggi, per arrivare? Un’autentica avventura: la seconda volta abbiamo anche rotto la campagnola che ci portava su e siamo rimasti sulla strada per tre ore prima di riuscire a trovare un altro mezzo che ci portasse a destinazione. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 55 Una grande emozione arrivare e trovare accanto alla porta della prima struttura una targa che riportava: “A ricordo di Battista Bonomini amico degli africani” in italiano e in Swahili. Siamo stati accolti come se facessimo parte della loro famiglia e non si sono risparmiati in ringraziamenti e canti di benvenuto. Dopo averci mostrato con orgoglio tutta la struttura, l’ottantina di ragazze che si stavano impegnando per un esame, ci hanno preparato un pranzo a base di spaghetti italiani: una vera rarità! E ci hanno ospitato nella “casetta” costruita come base per gli italiani, dove abbiamo visto anche le camere e la cucina dove ha vissuto il nonno Battista con i suoi compagni nei suoi periodi di permanenza. Con la madre superiore Suor Jenny, abbiamo poi preparato il lavoro che avrebbe dovuto fare il gruppo missionario quest’inverno nel loro prossimo viaggio: il completamento del dispensario, un piccolo ambulatorio per la distribuzione di medicine, con servizi igienici e punto di riferimento sanitario, con tutta l’impiantistica e la costruzione del tetto e dei serramenti, e la costruzione poi di ulteriori dormitori per poter per- mette a più ragazze di frequentare la scuola. Abbiamo illustrato il progetto che il gruppo Missionario Alto Garda e Ledro, ci aveva affidato e suor Jenny che si è preoccupata di farci avere tutti i permessi. Con il responsabile tanzano dei lavori, Thomas, abbiamo individuato il luogo più adatto per la costruzione dei dormitori. Ulteriore problema per la gestione di una struttura così grande è la fornitura di acqua potabile, per cui ci siamo preoccupati che venisse incaricato uno specialista per la ricerca di un luogo adatto dove scavare un pozzo che potesse integrare quello esistente. In quell’occasione abbiamo lasciato l’ammontare in euro per l’inizio della costruzione di questo secondo pozzo. Un altro giorno siamo stati a visitare i Fratelli SCIM, ordine di frati dedicati al “Sacro Cuore Immacolato di Maria”. Questi Fratelli con il finanziamento italiano stanno ampliando una scuola per poter fornire a tutti i ragazzi un luogo adatto dove andare. Nella nostra visita, oltre ad aver visto lo stato di avanzamento dei lavori, abbiamo visto anche i bambini che facevano scuola e due classi erano sistemate sotto il portico per mancanza di spazi. Quando siamo arrivati noi, accompagnati dalla madre superiora delle suore della Consolata, delle ragazze “cuoche” stavano preparando il pranzo per tutti i bambini; una polenta di farina di mais bianco fatta semplicemente con acqua e farina. Ci hanno spiegato poi che questo è il “menù” di tutti i giorni: polenta bianca. Ci siamo sentiti in dovere di lasciare del denaro anche in questa situazione per arricchire il menù dei bambini almeno con dello zucchero, come ci ha consigliato la Madre Superiora, per integrare il loro fabbisogno alimentare. Alla fine ci Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 56 è sembrato di dare solo una goccia, in quel mare di bisogno. Abbiamo avuto anche l’occasione di visitare il centro di accoglienza dei medici del CUAMM (Medici con l’Africa) dell’ospedale di Ipamba. A poche centinaia di metri dall’orfanotrofio di Tosamaganga, c’è una casa gestita da un’infermiera italiana di 78 anni, Teresa, in cui soggiornano i medici italiani del CUAMM. Teresa è davvero una donna speciale: da più di quarant’anni lavora in Africa come infermiera, anche se solo da una trentina circa gestisce questo centro di accoglienza; è un lavoro importante il suo, perché aiuta i medici, talvolta anche specializzandi, a integrarsi nelle abitudini e nei modi di pensare della popolazione tanzanese, insegna loro la lingua swahili, si preoccupa della loro salute e dà loro anche il conforto umano e psicologico; e questo non è da poco visto tutto quello che devono vedere! Nel solo giorno in cui siamo stati là, all’ospedale, sono nati 2 gemellini morti e una ragazza di 15 anni che pesava 14 kg non è riuscita a sopravvivere alle cure. Qui abbiamo conosciuto Agata Bizzocchi che ci ha mostrato il centro e fatto conoscere le difficoltà del loro lavoro, ma anche la mancanza di cose basilari come fornellini per riscaldare durante l’inverno (mite di giorno, mentre è freddo di notte) le stanze dei bambini malnutriti o dei nati prematuri, o di strumenti per la sterilizzazione dei materiali della sala operatoria, o addirittura il cibo stesso. Anche qua abbiamo lasciato una somma in denaro, affidandola ad Agata per le loro necessità. Pochi giorni fa ho ricevuto questa mail da Agata. “Gent.ma Mariella, finalmente riesco a scriverle per comunicarle come sono stati utilizzati i soldi donati. Se ricorda, alla fine si era concordato di utilizzarli per neces- sità mirate e così è stato. In particolare sono stati acquistati termosifoni elettrici per la stanza dove sono ricoverati i bambini malnutriti e per quella dove sono ricoverati i bambini ustionati. Sia gli uni sia gli altri sono bambini “speciali” perché a rischio di ipotermia e morte a causa di quest’ultima (evento non infrequente, dato che l’ospedale non ha un impianto di riscaldamento e i mesi invernali sono veramente freddi). Inoltre, dato che le provviste di RUTF - Ready to Use Treatment Food (utilizzato per il trattamento dei bambini malnutriti) stanno finendo, utilizzeremo i soldi rimasti per comprare cibo adeguato al trattamento di questi bambini. Per correttezza ci tengo a precisare che i soldi ricevuti sono stati affidati a Gaetano Azzimonti, CUAMM Project Coordinator. Cordiali saluti” Sarebbero ancora moltissime le cose da raccontare, su quello che abbiamo fatto e visto, ma ci tengo invece a dire le cose che noi abbiamo ricevuto da loro: non c’è giorno, bello o brutto, che non ti accolgano con un abbraccio e con un sorriso che va veramente da un orecchio all’altro dicendoti: benvenuto (Karibuni), vieni avanti (Karibusana), come stai (‘nsuri)? E poi oltre la cordialità, il loro tempo che mettono a tua disposizione: qualunque desiderio avessimo non c’era fretta per i loro Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 57 “mestieri” (che comunque sono molti), prima venivamo noi, venivano gli ospiti, locali o stranieri che fossero, venivano le persone; e questo faceva veramente sentire chiunque accolto, amato, accettato, e comunque importante. Daniel appena tornati diceva spesso una frase a coloro che gli chiedevano un’impressione del viaggio: “ma pensa: non hanno niente, ma ti danno tutto!” Alla fine di ottobre la prima squadra del gruppo Missionario Alto Garda e Ledro, tra cui c’è anche il nostro compaesano Simone Scaglia, è partita alla volta di Mibikimitali per una prima parte dei lavori a cui ho accennato prima. Qualche giorno prima di Natale anche il secondo gruppo partirà per portare avanti i lavori e in questo gruppo ci sarà Vigilio Berti di Storo. A loro auguro di trovare tanta gioia nel lavorare per queste popolazioni e tanta serenità nel cuore da riportare a casa, come è capitato a noi. Mariella Gli stenditoi ricostruiti e una delle due aule decorate all’asilo di Tosamaganga. Sopra: momento del pasto e di giochi all’aperto e la Messa nella chiesa di Tosamaganga con centinaia di giovani trascinati dai cori delle scuole che “animano” le liturgie con una partecipazione fantastica Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 58 Slavgorod 2014 Se c’è posto nel tuo cuore, c’è posto anche nella tua casa Sono alcuni anni che avevamo un desiderio: realizzare qualcosa di significativo per la città di Slavgorod, da dove provengono i bambini bielorussi ospiti a Storo da oltre 16 anni. Oltre 100 bambini e altrettante famiglie hanno fatto questa bellissima esperienza, chi pochi anni, chi da 20 anni, da quel lontano 1993 anno della prima accoglienza, sette anni dopo Cernobyl. Slavgorod, una delle città più contaminate della Bielorussia, quest’anno è stata oggetto di un grande intervento: il rifacimento completo del reparto pediatria dell’ospedale civile. Dopo la prima visita nel 2004, l’autoambulanza donataci e consegnata dai nostri volontari, le ulteriori visite nel 2009 e 2010, siamo riusciti ad acquistare una culla termica per la neonatologia nel 2011, a consegnare un Tir di letti e attrezzature donatici dalle Case di Riposo trentine, poi dei computer e poi nel 2012 a realizzare la ristrutturazione del reparto di fisioterapia e ambulatorio. Nel 2013 finalmente anche la fondazione nazionale Aiutiamoli a Vivere si accorge dell’enorme necessità dell’ospedale di Slavgorod e una serie di circostanze favorevoli permettono una progettazione che va al di là delle nostre aspettative: rifare l’intero piano destinato alla pediatria. Il progetto intanto è finanziato in parte anche dalla PAT su una apposita domanda presentata dall’Associazione Trentina Aiutiamoli a Vivere. Il 2014 è stato l’anno dei lavori effettivi. Sessanta volontari, di cui 5 del Trentino (Marco Negri e Roberto Tempali di Storo hanno vissuto questa coinvolgente esperienza), la maggior parte dal bergamasco sono stati coinvolti in varie squadre di lavoro per 30 giorni, e dal 15 luglio al 14 agosto sono riusciti nell’impresa. Nelle foto allegate a questo articolo potete vedere l’intervento del valore di oltre 220.000 euro grazie al contributo di volontariato straordinario di centinaia di persone coinvolte in questo bellissimo progetto. Nel convegno provinciale di Aiutiamoli a Vivere di Tesero e nel Convegno nazionale di Caravaggio si è parlato e illustrato molto bene di questa bella esperienza delle “vacanze-lavoro”. “La speranza è l’unico bene comune a tutti gli uomini, coloro che hanno perso tutto, ancora lo possiedono” (Talete) questa frase campeggiava sull’immagine di un bambino che in una stanza buia riponeva la sua attenzione nella luce emanata da una candela stretta forte- Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 59 mente tra le mani. Attorno a lui un cielo azzurro e un arcobaleno sicuramente derivante da una tempesta appena passata. In sala a Caravaggio, Giovanni Testa, Assessore alla Cultura del Comune di Caravaggio, in un clima da stadio, presentava il suo libro: “Muratori di umanità: 1995-2014 Vent’anni di vacanze-lavoro” e raccontava di come era stato coinvolto nell’iniziativa e con quale coinvolgimento emotivo era arrivato a tale appuntamento. Mai avrebbe pensato di trovarsi il 9 ottobre 2014 all’inaugurazione del reparto pediatria di Slavgorod e di trovarsi in sala con centinaia di volontari provenienti da ogni parte della penisola, ad illustrare un pezzo di una cultura solidale capace di far ritrovare “quella speranza” e “quella luce” emanata dalla candela nelle mani del bambino dell’immagine del Convegno, in un Paese come l’Italia, alle prese con una crisi di identità e di valori mai avuta negli anni precedenti. Anche Marco e Raffaele dei Comitati di Storo e di Santa Barbara c’erano all’inaugurazione a Slavgorod ed hanno potuto testimoniare la grande riconoscenza ricevuta e il coinvolgimento, in alcuni casi per la prima volta, di autorità provinciali, regionali e nazionali bielorusse per un lavoro fatto a tempi di record e che porta nella città più contaminata il primo ospedale con standard europei di vivibilità. Riporto il messaggio letto all’inaugurazione del nostro presidente Sant Ermanno: “Ci sono cose, avvenimenti, avventure che ci accadono senza un apparente perché , e spes- so capita anche che ci chiediamo quale senso abbia compiere una determinata azione. Poi arriva un giorno in cui tante cose apparentemente lontane e diverse tra loro cominciano a collegarsi ed incastrarsi in maniera sempre più forte tra di loro e, in tale modo, iniziano a dare forma a quello che, finalmente, ai nostri occhi, appare essere il progetto che Qualcuno ha disegnato per noi. Penso sia successo questo anche per questa avventura ; tante cose, tante persone, tanti eventi si sono intrecciati tra di loro negli ultimi periodi da indirizzare il pensiero verso questa unica direzione. Essere un volontario, l’esperienza accumulata in oltre venti anni le missioni in Bielorussia, i progetti realizzati con “Aiutiamoli a Vivere”, e la gioia dell’accoglienza di un bambino bielorusso” Si è potuto finalmente realizzare grazie a tutti Voi ai Volontari delle Vacanze Lavoro, e al generoso contributo della Provincia Autonoma di Trento, all’ Assessorato alla Cooperazione, Emigrazione e Sviluppo questo reparto di pediatria !!. Dedicato al nostro socio fondatore P. Vincenzo Bella recentemente scomparso e “a ricordo dell’entusiasmo e della solidarietà verso i bambini, a Romagnoli Silvia, Berlanda Tullio, Bartoli Bruno”. Persone che ci hanno lasciato e che vivono nel nostro cuore ! ! . Volevo infine ricordare che Slavgorod grazie ai suoi bambini e al Comitato di Storo è rimasto sempre nel cuore della Associazione Trentina Aiutiamoli a Vivere, tanti anni fa è stata donata un’ambulanza, poi l’autobus, i computer per la scuola musicale, la culla termica, la ristrutturazione dell’ambulatorio la costruzione della sala di riabilitazione nel 2012, e infine questo grande capolavoro!!!. Permettetemi infine un grazie affettuoso a tutti Voi, in particolare ai tanti che hanno partecipato alla realizzazione del progetto e a chi partecipa questo incontro, affermando così la qualità e la vitalità di questa struttura capace di aggregare quanti aderiscono alle varie iniziative, perché sappiano comprendere che un’ Associazione come la Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 60 mese. Di giorno sono a scuola e la sera, i sabati e le domeniche saranno con voi ad allietarvi e farvi vivere tanti momenti indimenticabili. Con le altre famiglie passeremo insieme bei momenti. Sono occasioni uniche per vivere e far vivere la solidarietà e l’accoglienza in famiglia; basta parole, fatti concreti. Se c’è posto nel tuo cuore, c’è posto anche nella tua casa Dasvidanja, e Buon Natale, Davide nostra è un bene prezioso, invidiato da chi non ce l’ha, e deve essere un impegno di tutti proteggerla e valorizzarla.” La ristrutturazione della pediatria è stata dedicata a Padre Vincenzo Bella, socio fondatore di Aiutiamoli a Vivere di Terni, scomparso l’anno scorso, ma una sala è stata dedicata con una targa ricordo anche alla nostra Silvia Romagnoli che da lassù veglierà anche sui bambini di Slavgorod che passeranno dal reparto di questo ospedale. In questi ultimi 4 anni solo noi del Comitato di Storo abbiamo inviato oltre 19.000 euro per l’ospedale, ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato a raccogliere fondi, anche ai ragazzi della Cresima del 2014, le scuole e asili, le farmacie del Chiese, veramente tante persone, chi ha contribuito con il volontariato, chi materialmente si è reso disponibile a preparare, lavorare, realizzare un’opera che rimarrà fiore all’occhiello delle belle realizzazioni fatte dagli “italiani” in Bielorussia. Grazie a tutti. Scegli di amare, invece di odiare Scegli di sorridere, invece di fare una smorfia Scegli di costruire, invece di distruggere Scegli di perseverare, invece di rinunciare Scegli di lodare, invece di spettegolare Scegli di guarire, invece di ferire Scegli di dare, invece di prendere Scegli di perdonare, invece di maledire Scegli di pregare, invece di disperare Anche la stampa bielorussa s’è occupata del caso dando risalto all’aspetto del volontariato, cosa per loro nuova e molto strana… che delle persone usino le loro ferie per questo…. Una nuova vita al reparto di pediatria Il 14 agosto ha avuto luogo l’inaugurazione del reparto di pediatria dell’ Ospedale provinciale centrale. A svolgere i lavori di ristrutturazione del locale sono stati i volontari della Fondazione italiana “Aiutiamoli a vivere” ONLUS., creata nel 1992 dai soci fondatori Fabrizio Pacifici e padre Vincenzo Bella. La fondazione organizza il risanamento dei bambini bielorussi nelle famiglie italiane, porta gli aiuti umanitari, realizza diversi progetti per i giovani, nonché dei progetti sanitari ed educativi. I volontari hanno lavorato nell’ospedale di Slavgorod per un mese intero. Alcuni venivano per una settimana, svolgevano il loro compito e se ne andavano, altri si sono fermati per 3-4 settimane. In totale a ricostruire il reparto pediatria sono state 52 paia di mani. AIUTATECI AD AIUTARE, rendendovi disponibili all’accoglienza di un bambino bielorusso nella vostra famiglia per un Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 61 “La nostra collaborazione con la fondazione iniziò nel 2010” – racconta il primario dell’ospedale provinciale Elena Nikolaevna Aksionova. “Il primo suo aiuto fu l’acquisto dell’incubatrice neonatale. Inoltre, due anni fa i volontari hanno ristrutturato alcuni locali dell’ospedale: sala ginnastica, reparto pronto soccorso e ingresso.” La fondazione ha investito nella ristrutturazione e nell’allestimento del reparto pediatria oltre 130 mila euro. Anche le autorità locali hanno partecipato al progetto, stanziando dal budget provinciale oltre 300 milioni rubli (c.a. 22.000 euro). Nel corso dei lavori nel reparto sono state create le pareti di cartongesso, installati i soffitti, messe le piastrelle, sistemati i bagni e le camere, montati i mobili, creato lo spazio giochi. Come lo prevede il principio di volontariato, tutti gli operai italiani si sono impegnati a gratis, e per il conto delle proprie ferie. Abbiamo chiesto a loro, che cosa li spinge a questo tipo di attività. Giacomo Dognini In Italia ho un impresa privata di metalmeccanica. Sono nella Fondazione da 20 anni. Adesso faccio parte del Consiglio Amministrativo della Fondazione e sono capo-progetto “Vacanze Lavoro”. Certo, a dir la verità, tutta la mia attività è un duro lavoro che richiede molte forze e molto tempo. Ma vale la pena! Perché noi cerchiamo di migliorare le condizioni e la qualità della vita dei bambini. Renzo Foglieni Adesso sono pensionato ma prima ho fatto l’imbianchino. Perciò qua le mie abilità sono ben apprezzate. Tra l’altro, è la mia prima esperienza di volontariato in Bielorussia. In Italia faccio il volontario presso la chiesa. È stato mio figlio a propormi di venire in Bielorussia, lui adesso fa l’animatore a Riasno – si occupa dei ragazzi dell’istituto. Quest’attività mi piace perché mi fa provare un piacere spirituale. Nicola Cattaneo Nella mia famiglia era venuta una bambina bielorussa. Ed ho voluto vedere come si vive qui. Tre anni fa sono venuto in Bielorussia per la prima volta, questa è la seconda. Mi piace quello che facciamo qua perciò spero di ritornarci. Davide Parma Non è la prima volta che vengo in Bielorussia. La scorsa volta ho fatto l’operaio, quest’anno faccio l’elettricista, il lavoro che svolgo in Italia. Mi piace in particolar modo fare il mio mestiere perché faccio quello che veramente so fare. Prendermi cura dei bambini mi fa provare delle emozioni positive. E verrò finché ci sarà bisogno del mio aiuto. Non mi dispiace consumare in questo modo le mie ferie. Il Reparto pediatria completamente ultimato: camere, servizi igienici, sala gioco, corridoio, accettazione e ambulatori Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 62 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012 Storia, archivi, restauri... Bondone: fede e tradizione Il Voto Tutti sanno che l’origine e lo scopo della festa dell’8 e 9 settembre è di compiere un voto, fatto dai nostri antenati. Quando nelle nostre valli imperversavano terribili calamità e malattie contagiose, come la peste e il colera, che in poche settimane svuotavano i paesi e solo pochi fortunati potevano sopravvivere, gli abitanti di Bondone, visti vani i rimedi umani, han pensato di rivolgersi alla “loro” Madonna e fare a lei un VOTO: offrire a lei, in segno di devozione, una giornata di festa (cioè di preghiera e di vita spirituale); in cambio la Madonna avrebbe offerto la sua protezione contro il male e il suo aiuto in tutte le necessità del popolo di Bondone. Anche le Autorità comunali di quel tempo si impegnarono per il buon esito della festa e sottoscrissero il solenne documento. Il documento originale datato 31 agosto 1855 Con esso si istituisce la festa votiva di Bondone alla SS. Vergine e si proclama IL VOTO, cioè un patto bilaterale tra la Madonna e la popolazione della nostra Parrocchia. La richiesta al Vescovo per l’approvazione, avvenuta solo dopo pochi giorni, recita così: “Reverendiss. Princip. Vescovile Ordinariato. Il popolo di Bondone santamente atterrito dal flagello, che or romba or percuote i suoi vicini, s’affretta a raccogliersi sotto il possente patro- cinio di Maria Santissima Vergine Immacolata di Dio. Consultata la tradizione costante e le memorie più antiche e considerando come nel secolo XV il flagello della peste percosse orribilmente il loro villaggio ad eccezione di sole otto case e come su tutte queste gli sbigottiti superstiti, nelle diverse epoche che oggidì leggonsi sotto le date 10 giugno 1843 inclusivo 1595, vi fecero dipingere la venerabile immagine di Maria, quale eloquente monumento che invitava i futuri e più tardi nipoti a ripetere il glorioso saluto delll’Arcangelo a ricordare l’ottenuta salvezza; a riporre ogni speranza nell’alto patrocinio di questa Porta dei Cieli. Considerato come questo culto alla Madre di Gesù fu sempre dai loro padri professato con entusiasmo, e come in tutte le loro spirituali e corporali bisogna accorressero circondati dalle loro famiglie a pregare con sempre cara devozione alla Venerabile di Lei immagine, quasi ad ultima speranza, ad estremo conforto nei dì della paura. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 63 Considerato come per questa divozione verso la Madre di Dio e pel di Lei patrocinio le viventi famiglie non furono punto contristate dalla desolazione che dominava pel morbo colera nell’anno 1836 e successivi diversi tempi e come nella dominante pestifera influenza del medesimo, godean di tutta salute e di tranquilla quiete. Considerato come le genti cattoliche, ovunque stendano ed alzino le supplichevoli mani alla grande Madre di Dio e non più con sommessa voce come ai tempi dei pagani, ma con alte gemebonde grida, alternando il nome di Lei invitta colla davidica parola Miserere, fanno eccheggiare ogni angolo della terra. (Considerato come in questa chiesa si celebrano tre sole feste votive all’anno sotto vincolo precettivo 18 maggio 1739 per divozioni speciali: a S. Antonio Abate, a S. Antonio confessore e a S. Rocco, e nessuna per divozione speciale alla Gran Madre di Dio....) QUESTO POPOLO a sempre più meritare della protezione di Maria e per trasfondere alla futura sua generazione questo suo spirito che esso ereditò dai loro antenati e perché sempre più fiorisca e si rassodi la santa confidenza e la divozione verso di lei (salvo il consilio e l’approvazione di sua Altezza Rev.ma il nostro Vescovo e Principe) ebbe ad emettere il seguente VOTO che desidererebbe che fosse perpetuo: dedicare e consacrare un giorno che non sia già prima vincolato a festa di precetto per una pubblica venerazione di Maria Vergine, qual inno di solenne ringraziamento ed a perenne invocazione di nuove grazie, da eseguirsi nel seguente tempo e modo: 1. Esporre nella propria Chiesa su decoroso trono la Venerabile Statua di Maria Vergine nella Vigilia di Sua Maternità col canto dei primi Vespri. Lasciarla esposta a pubblica venerazione nel giorno della sua Natività e titolare principale della Chiesa già di precetto fino al giorno susseguente ai nove settembre. 2. Santificare questo giorno qual festa di precetto colla messa cantata e applicata per il popolo; con discorso analogo; col canto dei secondi Vespri e colla processione, portando la venerabile Statua di Maria dalla chiesa alla santella della Vergine detta di Plazzo e dei Morti ed ove straordinario impedimento vietasse questa processione, la si dovette fare tuttavia, o nell’interno del paese o del Cimitero a seconda delle circostanze più o meno favorevoli; e quando tutto cospirasse ad impedire detta processione la solennità sia chiusa colla recita delle Litanie Lauretane in Chiesa. 3. Interdire la pubblica mercatura stabile e volante in pubblica piazza e contrade del paese, come non meno ogni giuoco e trattenimento di pubblica distrazione. 4. Concorrendo la domenica nel giorno 9 settembre, si lascierà in pubblico la V. Statua di Maria anche nel giorno 10 settembre e santificherà e chiuderà questa giornata come fu detto sopra pel giorno 9 settembre. 5. Per questa speciale solennità di pieno concerto del Curato pro tempore sarà provveduto un confessore e predicatore straordinario, salvo il diritto di intervento e di giurisdizione arcipretale di Condino, fin qui osservato. 6. Tutte le spese occorrevoli prevedute e non prevedute, sia per i bisogni di chiesa che fuori, per la perpetua esecuzione di questo voto, nessuna eccettuato, restano a tutto carico della Casa Comunale di Bondone e delle offerte dei fedeli. Su di che dovrassi poi erigere formale documento di Fondazione da sottoporsi nuovamente alla superiore Ecclesiastico revisione Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 64 e approvazione, ed ove occorra, anche all’Autorità politica. Voglia codesto Rev.mo Princ. Vescovile Ordinariato prendere in esame questa popolare risoluzione già pria d’ora concertata col rev.mo Arciprete decano 30 agosto 1855 in Condino, e trovandola ben diretta a promuovere. Testo tratto da: da Fede e tradizione di don Menestrina e prof. Ugo Vaglia. N.B.: Eventuali errori ortografici riportati nel testo sono riconducibili alla scrittura in uso all’epoca. LODRONE Lettere dal fronte 1914 - 1918 Nella sala polifunzionale di Santa Croce il giorno 09 novembre 2014 si è tenuta una interessante rappresentazione nel Centenario della GRANDE GUERRA organizzata dal nostro Assessore Dario Luzzani con la collaborazione dell’Assessore alla Cultura Loretta Cavalli e con la presenza del Sindaco Vigilio Giovanelli. L’avvenimento di questa serata è stato volutamente inserito nello stesso giorno della commemorazione avvenuta qui a Lodrone a ricordo dei Caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale del Comune di Storo. Doveroso omaggio e riconoscenza a chi ha sacrificato la vita per noi nel compimento del proprio dovere. Mentre nel prossimo anno gli Italiani si accingono a celebrare il Centenario dell’entrata in guerra contro l’Austria il 24 maggio 1915, nei nostri paesi, che dal 1859 erano sotto il dominio dell’Impero Austroungarico, vengono ricordati sia a mezzo stampa che con varie rappresentazioni pubbliche, una serie di episodi accaduti partendo dal 1914, anno di inizio del conflitto mondiale dopo l’attentato di Serajevo. E così si sta riscrivendo la storia di quei giorni e di quegli anni in cui vennero coinvolte ancora più direttamente le nostre popolazioni trovandosi esse proprio in terra di confine. Torniamo ora alla serata del 09 novembre. Il prof. Gianni Zontini, da storico appassionato, ha preparato le letture della narratrice e di un gruppo di giovani di Lodrone sceglien- do i brani dei nostri soldati della zona. Sono soprattutto lettere dal fronte Russo, tristi, ma di grande umanità, nonostante la tragedia che stavano vivendo, scritte negli anni 1914 - 1918, dagli uomini validi chiamati a combattere una guerra non voluta ma già in preparazione da tempo e nata per gli odi e gli interessi delle grandi nazioni. Ecco alcuni passaggi dei testi letti nella serata, tratti dalla “Associazione il Chiese” in Passato Presente e dal libro “Baionet Can” con cui si mettono in evidenza gli stati d’animo dei soldati, le paure nei cruenti scontri della battaglia, le angosce, la nostalgia dei propri cari e Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 65 l’incertezza del futuro su cui incombe la spada di Damocle della morte sempre in agguato. Giovanni Zontini Monfrì di anni 22 da Storo, racconta le traversie vissute nel battesimo del fuoco sul fronte della Galizia contro l’esercito russo. “....dopo due ore il treno si ferma di nuovo e siamo discesi sulla linea del fuoco: un vagone fu rovinato da una granata. Si udivano colpi di mitragliatrice, di cannoni a distanza di trecento passi. Siamo restati fermi per due ore, dopo avanti! Il primo passo abbiamo traversato un fiume con un metro di acqua e poi su per una collina incontro ai Russi che in una trincea nel bosco ci attendevano. Avanti sparando sempre più finché si sentono voci strazianti dei feriti, morti che si ribaltano, mitragliatrici e cannoni sparavano a tutto andare finché i Russi son fuggiti attaccati colla punta delle baionette. Il primo morto che vidi fu un Cosacco che giaceva a fianco al suo cavallo, ambedue morti, poi ancora altri Russi morti e dei nostri tra i morti e i feriti ne mancavano circa 50 della compagnia. La notte abbiamo dormito su un dosso tutti bagnati, senza mangiare. 28 agosto. Marcia tutto il giorno attraverso monti. 29 agosto. Di mattina ci siamo ritrovati in un bosco dove le pallottole dei fucili e delle mitragliatrici fischiavano intorno come le mosche e le granate ci scoppiavano sopra la testa innumerevoli. 30 agosto. Di mattina eravamo dispersi qua e là per i boschi, confusi fino alle dieci, circondati da 3 parti da un numero stragrande di Russi che ci accompagnano con le pallottole. Alle 10 avanti per i prati netti, 4 compagnie di miseri bersaglieri che vanno incontro a 3 reggimenti di Russi che nascosti nelle trincèe ci sparavano contro da tutte le parti; mitragliatrici, cannoni Russi sparavano davanti, di dietro, dalle parti... pareva l’universo, la fine del mondo! Un momento che mi trovavo disteso a terra una Srapnel mi scoppiò sopra la testa ed un pezzo mi portò via un tacco della scarpa. Il terreno era coperto di morti, pietose erano le grida dei feriti che si udivano da ogni parte. Portai 4 ore un ferito, dopo fui assalito da una pattuglia di Cosacchi e dovetti lasciare il disgraziato e fuggire tutta la notte”. In un’altra istantanea di guerra Giovanni Zontini Monfrì si trova nel campo di concentramento di Kirsanoff in Russia nel maggio del 1916. La nostalgia di casa è fortissima e le notizie scarseggiano: si sa solo che il paese è occupato dalle truppe italiane e in valle si combatte. Che ne sarà dei familiari? “...dove saranno a quest’ora i nostri cari? forse sotterrati, chi lo sa, tutto s’ignora. Ora che è più d’undici mesi che si combattono senza che da essi si possa vedere una sillaba di scritto. Ahime! Dopo tanta privazione, senza soddisfarmi. Il pensiero si fa sempre più cupo, i tormenti si raddoppiano. Solo la notte si sogna qualche bel momento trascorso lontano lontano: è come un raggio di luna che trapassa da una finestra come una visione. Orsù confidiamo in Dio”. Giancarlo Poletti nota: nella fotografia qui riportata, del cimitero di Lodrone bombardato dalle cannonate dei forti di Lardaro e Carriola, si richiama l’articolo del precedente bollettino parrocchiale “Comunità in cammino” giugno 2014 in cui l’ufficiale Michele Rigillo ne descrive la distruzione nella lettera n. XXIII inviata al senator Giustino Fortunato. Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 66 Natale Dio, il nostro Padre che è nei cieli, tanto ci ha amati e ci ama da mandarci il suo stesso Figlio come compagno nell’avventura umana, come fratello, nostro Salvatore e Redentore. Nel nome del Signore è venuto tra noi il Figlio del Padre per riaprirci il paradiso perduto. Dio non si stanca mai di perdonarci! Tutto è stato compiuto dal Cristo di Dio per compiacere la volontà del Padre, per salvarci dalla morte eterna e riportarci al Dio-Amore, secondo il disegno primigenio della Divina Sapienza increata. La casa di Adamo, la casa dell’uomo, è il Paradiso. Rallegriamoci, questo è il Natale del Signore! Un bambino ci è nato a Betlemme, un fratello ci salverà dal nulla. La grazia di Dio è prevalsa sul peccato umano, la vita ha vinto la morte. Esultiamo nel signore Gesù, l’Emmanuele Dio-con-noi! Elia.G. Buon Natale a tutti i lettori del nostro Bollettino I presepi delle nostre chiese Comunità in cammino - U.P. Madonna dell’Aiuto - Pag. 67 Unità Pastorale Madonna dell’Aiuto “Comunità in cammino” Periodico semestrale dell’Unità Pastorale “Madonna dell’Aiuto” Iscrizione al Tribunale di Trento n° 1274 del 10/01/2006 Redazione: Via San Floriano, 1 - 38089 Storo (TN) tel. 0465 296046 Redatto in proprio a cura del Circolo oratorio parr. Storo e stampato a cura della Tipografia Antolini di Tione di Trento (TN) Proprietario: don Andrea Fava - via San Floriano, 1 - 38089 Storo (TN) Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, D.C.B Trento