SIGMUND FREUD E LA
TRADIZIONE DELLA
PSICOANALISI CLASSICA
Elementi della psicoanalisi:
Ipnosi
► Interpretazione dei sogni e libere associazioni
► Transfert e resistenze
► Interpretazione, setting e controtransfert
► Sessualità infantile
► Teoria delle pulsioni: pulsioni libidiche e aggressive
► Teoria del conflitto psichico
► I e II topica
►
Dal cervello alla mente
La prima attenzione di Freud va allo studio del cervello
nella sua struttura fisica (neuroni e cellule nervose)
Il contatto con i neurologi francesi Charcot e Bernheim
fa sorgere in lui l’interesse per le idee inconsce, spostando
pertanto l’attenzione dal cervello alla mente
Charcot a partire da alcuni fenomeni quali “l’anestesia a
guanto”, le paralisi e le cecità isteriche elabora l’ipotesi
che siano le idee e non i nervi la fonte del problema
Il problema non è nella carne (mano, occhi e gambe sono
intatti), ma in un idea estranea alla coscienza
Ma qual è il meccanismo per cui alcune idee diventano
inaccessibili e pertanto patogene?
Breuer con il caso di Anna O. (1880) permette di fare dei
progressi nella comprensione dei sintomi isterici: il
fallimento della tecnica ipnotica nella risoluzione dei sintomi
isterici spinge a cercare nuove strade
Talking cure: i sintomi scomparivano quando le associazioni
della paziente consentivano di risalire fino al momento in
cui ogni sintomo era apparso per la prima volta,
invariabilmente dopo un evento stressante e disturbante
Metodo catartico: il semplice parlare del sintomo e la scarica
emotiva ad esso associata avevano un effetto curativo
(abreazione) (Es. acqua); in questo modo il soggetto si
liberava dell’affetto legato al ricordo di un evento traumatico
evitando che rimanesse patogeno
Queste prime considerazioni portano Freud e Breuer alla
pubblicazione del primo saggio psicoanalitico: la
Comunicazione preliminare (1893)
“L’isterico soffrirebbe per lo più di reminiscenze”
(Freud, 1892-1895)
L’isteria sarebbe causata da ricordi bloccati e dai
sentimenti ad essi associati mai sperimentati in modo
normale ed emersi poi sotto forma di sintomi
apparentemente inesplicabili. Quando si riesce a risalire alle
loro origini e significato, i sentimenti a questi associati si
scaricherebbero in uno sfogo catartico ed il sintomo
scompare.
Ma perché certe esperienze generano sentimenti
che si separano dal resto della mente?
Breuer: “stati ipnoidi” o stati di coscienza alterati
Freud: il contenuto effettivo dei ricordi e dei
sentimenti patogeni è in conflitto con il resto della
coscienza e per questo viene mantenuto fuori dalla
consapevolezza
Dall’ipnosi alla psicoanalisi
Dal momento in cui la psicoanalisi abbandona l’ipnosi
diviene una metodologia a sé.
Il requisito più importante per l’eliminazione del sintomo era
che il materiale inconscio sgradevole diventasse accessibile
alla coscienza, ma c’era nella mente del paziente una forza
che opponeva resistenza, una difesa per tenere lontani dalla
coscienza i ricordi inaccettabili
La trance ipnotica aggirava artificialmente la difesa
permettendo solo all’analista di accedere ai segreti, perché
la resistenza veniva ripristinata al termine della trance
La psicoanalisi nasce dal tentativo di trovare una tecnica,
diversa dall’ipnosi che consentisse di aggirare le difese
A partire da questo problema clinico la psicoanalisi compie
diversi progressi sia teorici che tecnici
Il modello topico
In termini teorici Freud immagina inizialmente un modello
topico della mente suddiviso in tre aree:
• Inconscio: idee e sentimenti inaccettabili
• Preconscio: idee e sentimenti inaccettabili prossimi a
divenire coscienti
• Conscio: idee e sentimenti coscienti in ogni momento
Le associazioni libere, l’interpretazione
dei sogni, il transfert e la resistenza
Libere associazioni
L’elemento ponte tra la precedente teoria dell’isteria e la
teoria del sogno è costituito dalla visione freudiana della
memoria e dei processi-decorsi associativi
Il legame associativo tra i diversi elementi psichici è
di natura emotiva/affettiva: nella terapia i decorsi
associativi, se lasciati liberi, possono condurre
automaticamente ai complessi inconsci che
tormentano il paziente
In termini tecnici, il compito del clinico diviene
l’eliminazione delle difese
Freud individua nelle libere associazioni il metodo in
grado di smantellare le difese
“Si comporti come un viaggiatore che segga al finestrino di
una carrozza ferroviaria e descriva a coloro che si trovano
all’interno il mutare del panorama davanti ai suoi occhi”
(Freud, 1913)
Il paziente dice qualsiasi cosa gli venga in mente, senza
tentare di filtrare o selezionare i pensieri; l’analista può
così individuare i desideri inconsci, mentre le difese
rimangono attive e possono essere affrontate, e tuttavia il
paziente è perfettamente sveglio…
Sogni
“Via regia verso l’inconscio”
Tra le associazioni prodotte c’erano i sogni; come le
altre associazioni pertanto dovevano contenere
pensieri nascosti e collegamenti con esperienze
precedenti
Il modello descritto da Freud nella sua teoria del sogno
diviene il modello strutturale di base di tutti i
fenomeni psichici (lapsus, sintomi, dimenticanze)
Il sogno è una formazione di compromesso (come i
sintomi) tra un pensiero o sentimento inaccettabile e la
difesa contro di esso
I sogni sono soddisfacimenti camuffati di desideri
conflittuali (Freud, 1899). Nel sonno le difese si
indeboliscono, consentendo l’accesso alla coscienza
del desiderio, ma in una forma camuffata in modo
tale da preservare il sonno (sogni come custodi del
sonno)
Il vero significato del sogno (contenuto latente) viene
elaborato attraverso un processo di distorsione (lavoro
onirico: condensazione, spostamento, simbolizzazione)
e trasformato in immagini accettabili per la coscienza
(contenuto manifesto), anche se apparentemente prive
di significato
Contenuto latente lavoro onirico contenuto manifesto
La tecnica di interpretazione dei sogni deriva da questa
ipotesi sulla loro formazione. Le associazioni fatte dal
sognatore sugli elementi del contenuto manifesto
consentono all’analista di invertire il procedimento della
formazione del sogno:
Contenuto manifesto
Contenuto latente
Il processo psicoanalitico trova la sua definizione nella
sequenza sogno-libere associazioni-interpretazione, che
può considerarsi in un certo senso parallela a quella,
sottostante, sintomo-difesa-conflitto
Transfert e resistenza
L’azione delle difese non consente di associare liberamente
per lunghi periodi: impedisce infatti l’emergere dei pensieri
e sentimenti conflittualiche presto vengono trasferiti sulla
persona dell’analista, diventando oggetto di intenso
desiderio, amore e/o odio
L’analisi del transfert e delle resistenze diventa un
obiettivo primario
Analizzando le associazioni libere si poteva allora accedere ad
entrambi gli elementi del conflitto patogeno:
•Sentimenti e ricordi segreti
•Difese (pensieri e sentimenti di rifiuto verso quei sentimenti
e ricordi segreti)
Interpretazione e setting
In parallelo con lo studio del transfert matura
nella psicoanalisi quello dell’interpretazione:
Inizialmente l’interpretazione è una “lettura”
dei dinamismi inconsci nel paziente
Successivamente l’interpretazione diventa
sempre più importante e diventano fondamentali il
modo e il momento della comunicazione
Si crea una vasta gamma di interventi
interpretativi che riguardano diversi momenti del
processo analitico (resistenze, difese, conflitto,
varie fasi del transfert)
Diventa allora fondamentale il ruolo del
complesso di norme e procedure che prende il
nome di setting
Il setting viene applicato proprio per consentire
il dispiegarsi della nevrosi di transfert e la
somministrazione dell’interpretazione
In quanto strumento clinico, il setting non ha lo
scopo prevalente di creare un paradigma
“sperimentale”, ma piuttosto ha il fine di
strutturare una relazione comunicativa mentale
tra gli attori del processo analitico
La concezione iniziale del transfert viene nel
corso del tempo ampliata:
Dal transfert come trasferimento di rappresentazioni
inconsce sulla figura dell’analista al transfert anche
come strumento per il rafforzamento dell’Io
►
Transfert e nevrosi di transfert diventano aspetti di
singolarità della psicoanalisi: la psicoanalisi ha il suo
inizio effettivo con l’instaurarsi della nevrosi di
transfert ed uno dei suoi scopi è la sua risoluzione
►
Analogamente viene individuato tra i fattori specifici
del processo psicoanalitico l’interpretazione del
transfert
►
La sessualità infantile
Formazione del sintomo in due tempi: i conflitti attuali ed i
sintomi erano invariabilmente legati ad eventi della prima
infanzia, ad episodi traumatici avvenuti prima dei 6 anni, ed in
particolare episodi traumatici di carattere sessuale
Teoria della seduzione infantile
Alla radice di ogni nevrosi c’è l’introduzione prematura della
sessualità nell’esperienza del bambino; questa però acquista
significato solo con la pubertà; le nuove intense sensazioni
adolescenziali riaccendono i ricordi creando una forte
pressione che produce sintomi nevrotici
Dalla teoria del trauma reale alla teoria della sessualità
infantile(1897)
Freud si accorge che trauma all’origine dei sintomi non doveva
essere necessariamente avvenuto : gli impulsi, le fantasie ed i
conflitti alla base dei sintomi nevrotici non derivavano da
eventi reali e da influenze esterne, ma dalla mente del
bambino stesso
Nell’infanzia di tutti gli uomini e di tutte le donne domina una
sessualità conflittuale; in quella dei futuri nevrotici la
sessualità si avvicina molto alle perversioni
Ma perché la sessualità costituisce una causa così
importante di difficoltà?
La teoria delle pulsioni
La teoria della sessualità infantile (Tre saggi sulla teoria
sessuale, 1905) si fonda sul concetto di pulsione
Pulsione
Meta
Fonte
Oggetto
Zona erogena
L’evoluzione della sessualità può essere descritta come una
sequenza di fasi psicosessuali, attraverso le quali diverse parti
del corpo e le attività libidiche ad esse associate diventano
dominanti: fasi orale, anale, fallica e genitale
La sessualità adulta, matura, non inizia come
genitalità, ma segue il percorso descritto ed appare
inizialmente come sensualità diffusa, collocata in
diverse parti del corpo, stimolata dalle molte, diverse
attività dei primi anni di vita
Gli impulsi, le forme della sessualità infantile,
permangono anche in quella matura in forma camuffata
(sintomi), non camuffata (perversioni), preliminari o,
infine, in forme di gratificazione sublimate, inibite
nella meta
Il complesso edipico
Nucleo della teoria evolutiva freudiana: i vari elementi della
sessualità pregenitale vengono assoggettati al primato della
genitalità intorno ai 5-6 anni; la meta di tutti i desideri del
bambino diventa il rapporto sessuale genitale con il genitore
del sesso opposto, ed il genitore dello stesso sesso diventa
un rivale
Il superamento della fase edipica avviene in modo diverso
nel bambino e nella bambina:
•Bambino: primo oggetto d’amore è la madre; il desiderio
d’amore esclusivo porta a considerare il padre come un
rivale; questo genera colpa e paura delle ritorsioni paterne
sotto forma di castrazione; la paura della punizione porta il
bambino ad identificarsi con il padre e dunque alla
risoluzione del complesso edipico
•Bambina: il primo oggetto d’amore è la madre; nelle fasi
preedipiche la bambina si sente identica al bambino; la
scoperta del pene porta a sperimentare un senso
d’inferiorità e ad accusare la madre di tale inferiorità; il
padre diventa l’oggetto d’amore ed il desiderio di avere un
bambino dal padre sostituisce quello di avere un pene. A
questo punto sono possibili tre soluzioni:
1. Cessazione di qualunque sessualità (nevrosi)
2. Ipermascolinità
3. Femminilità definitiva
1922: il Super-Io è l’erede del complesso edipico
I temi centrali della sessualità infantile si organizzano nel
complesso edipico e tale organizzazione diventa la struttura
portante per il resto della vita, tanto nello sviluppo normale
che in quello patologico.
Il conflitto psichico
Freud diede una fondamentale importanza nella
strutturazione della personalità a tutto ciò che rimane
escluso dalla coscienza: quella che consideriamo la
nostra mente non è che una piccola parte di essa
Il significato reale di gran parte di ciò che pensiamo,
sentiamo e facciamo è determinato in modo inconscio
La sostanza della personalità è fatta di pulsioni e di
difese contro queste; il nostro comportamento è il
risultato del gioco dialettico tra impulsi e difese
La pulsione aggressiva
Fino al 1920 Freud riconduce la fonte di tutti i conflitti e
di tutte le psicopatologie alla pulsione sessuale
Nei suoi primi scritti Freud presentò una
concezione in cui le persone lottavano con impulsi
e desideri che erano diventati proibiti
soprattutto a causa delle convenzioni sociali
relative alla sessualità, alcune delle quali erano a
suo parere eccessivamente rigide e costrittive
L’esperienza clinica tuttavia gli pone continuamente il
problema della collocazione dell’aggressività all’interno
della sua teoria (aggressività, potere, sadismo, transfert
negativo, incubi…)
Dal 1920 viene introdotta la teoria del dualismo pulsionale:
l’aggressività, la pulsione di morte, occupa lo stesso posto
della libido, come fonte dell’energia pulsionale che dirige i
processi psichici
Nel 1929, nel Disagio della civiltà, viene tracciato un quadro
in cui l’uomo ha bisogno della cultura per sopravvivere ma, a
causa della rinuncia pulsionale che questa implica, finisce con
l’essere sempre fondamentalmente insoddisfatto
Dal modello topico al modello
strutturale
Il primo modello elaborato da Freud per descrivere
l’apparato mentale è il modello topico: inconscio,
preconscio e conscio
Presto Freud si scontra con i limiti del modello
topografico: alcuni ricordi non possono essere riportati
alla coscienza a causa dell’azione delle resistenze,
determinate dall’utilizzo di meccanismi di difesa inconsci
e pertanto inaccessibili
Il modello topico risultò insufficiente a rappresentare il
conflitto; i desideri e gli impulsi non sono in conflitto con il
preconscio e il conscio, ma con le difese, inconsce anche
loro
Il modello strutturale (Es, Io e Super-Io) si rivela più
efficace nella descrizione del conflitto psichico
fondamentale, che risulta essere tutto inconscio tra difese
e pulsioni
Il conflitto è intrapsichico e tra istanze diverse, comunque
inconsce
L’Io è composto allora sia da elementi consci che
inconsci. Questo porta Freud ad elaborare il modello
strutturale tripartito di Io, Es e Super-Io
(L’Io e l’Es, 1922)
Modello Strutturale
CONSCIO
INCONSCIO
ES
•IO
Conscio: organo esecutivo della psiche;
prende decisioni ed integra i dati percettivi
Inconscio: responsabile dei meccanismi di
difesa, utilizzati per contrastare le pulsioni
istintuali che albergano nell’Es, quali sessualità
e aggressività.
•ES
Inconscio: sede delle pulsioni istintuali
tende esclusivamente alla scarica della
tensione. E’ controllato sia dall’Io che dal
Super-Io
•SUPER-IO: sia conscio che
inconscio
Coscienza morale:
proscrive (cosa non fare)
Ideale dell’IO:
prescrive (cosa fare)
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FREUD e la psicoanalisi