Rivista degli exallievi di Lombriasco
“Il vecchio fiume
scorre lento
La vita veloce.
Vivi bene il presente”
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“
M
entre un profondo silenzio
Avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso,
la tua Parola si lanciò
in mezzo alla terra votata alla morte...”
(Dal libro della Sapienza)
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“
L
a luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta…
Veniva nel mondo la luce vera
quella che illumina ogni uomo…
A quanti lo hanno accolto ha dato potere di
diventare figli di Dio”.
(Dal Vangelo di Giovanni)
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Gli Auguri del Direttore
Carissimi ex allievi,
un anno importante il 2009, che celebra i centocinquant'anni della
Congregazione Salesiana, i cent'anni della morte di Don Michele
Rua, il primo successore di don Bosco, il quale comperò nel 1894 la
Casa di Lombriasco e diede inizio alla nostra Opera con l'arrivo di
un piccolo manipolo di salesiani ed un modesto gruppo di ragazzi
polacchi il 1° agosto di quello stesso anno. Pensiamo a quanti ragazzi hanno giocato nei nostri cortili e studiato sui banchi della nostra
scuola, a quanti figli di Don Bosco hanno percorso il nostri viali!
Quanti Natali già sono stati celebrati, annunciando sempre una gioia
ed una speranza che puntualmente si rinnovano di anno in anno!
Più guardo al vissuto della nostra Casa, più ringrazio il Signore per
il bene che ha saputo suscitare nei modi più svariati, per quella vita,
che è dono di Lui, e che viene puntualmente celebrata in un'armonia
di colori, di suoni e di sentimenti umani, che stupisce e riempie il
cuore di meraviglia.
Annunciare il Natale è certamente annunciare la nascita di Gesù, ma
è anche percepire il mistero di amore che coinvolge Dio stesso e l'uomo in un'avventura inedita, che dilata gli orizzonti del cuore, che
introduce nei sentieri dell'Infinito.
E queste non sono solo belle parole, ma la nostalgia e l'esigenza di
un bene da compiere, una meta da raggiungere, un'esperienza da
sempre più intensamente vivere.
Quella dolcezza e bontà che affascina e commuove tutti nei giorni
del Natale, non è altro che il richiamo di una presenza, di un Dio
tanto amante dell'umanità da farsi uno di noi, perché noi possiamo
condividere quello che è Lui. Fare gesti di solidarietà in questo
tempo è lasciarsi condurre, anche inconsciamente, da quello spirito
che lui ha affidato a noi prima di lasciare la scena di questo mondo,
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è continuare quello che Lui ha insegnato e che per primo ha fatto.
Allora augurarci buon Natale, penso voglia dire rinnovare l'impegno di vincere la nostra distrazione ed accorgerci quanto Dio è vicino a ciascuno di noi per un abbraccio d'amore che è destinato a non
finire mai. Scrive don Giussani: "La santità, la perfezione della vita, non
sta nel numero degli sbagli non fatti o fatti; la perfezione della vita sta nella
certezza che la forza di un Altro mi renderà capace di fare tutto quello che
devo fare per raggiungere il mio destino".
Con l'affetto di sempre.
Il vostro direttore
Sac. Genesio Tarasco
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Gli Auguri del Presidente
Vorrei raccontarvi una storia, miei cari amici exallievi. Per questo
Natale ho un piccolo fatto da sottoporvi, che credo possa essere
emblematico, e possa trasmettere un mio stato animo, una mia testimonianza. Desidero condurvi in un momento molto preciso del mio
passato, della mia infanzia, della ormai mia andata "giovinezza". Per
condividere con voi un caro ricordo radicato in me, al mio essere,
alla mia famiglia e a quel calore più autentico e vero che mi sembra,
in certi momenti, non scaldi e non tiepidisca più.
Sono figlio, e ne sono fiero, di allevatori e contadini, di quella vecchia e aspra ruralità e di quel tempo dettato dal secco lavoro e scandito da mani che mungevano forsennate. Sono anche figlio di quello spazio circoscritto da campi, ordinati dalla semina o sviscerati
dall'aratro, a seconda del mutare delle stagioni. Nella mia memoria
scorrono anche ricordi legati al pascolo, all'alpeggio, ai raccolti, alle
attese, agli odori, ai braccianti, ai riti e al susseguirsi delle giornate.
Queste ultime non erano mai morte, la noia non era contemplata,
non esisteva, non generava malesseri. Concepivamo l'esistenza in
questo modo: inconsapevoli, stanchi, pazienti, ingenui. Bastava
poco, bastava il tutto che c'era per esser appagati, sereni e uniti. La
mia numerosa famiglia viveva in una cascina lontana dal centro abitato e distante da altri cascinali. Ma anche una consuetudine, così
regolare come la nostra, ogni tanto aveva un picco di disordine, una
cadenza non ritmata. Sporadicamente un carico di novità inebrianti
giungeva a noi, come una bonaccia, che soffia forte, nella piena calura. Ero piccolo, possedevo poco, ma ogni tanto accadeva che all'improvviso diventassi ricco, ricco di molto. A squilibrare l'ordine
uguale dei giorni ci pensavano, di tanto in tanto, due poveri,
Mariun e Muretu, due mendicanti che sopravvivevano ricevendo
l'elemosina di tanti benefattori. Mariun e Muretu, di loro vorrei narrarvi, erano rispettivamente una donna corpulenta, sfatta, trascurata, ma dai grandi occhi intensi, e un uomo barbuto, minuto e stempiato, ma con delle labbra rosse e virgolute. Loro erano i pochi che
venivano a farci una visita, una visita che si tramutava in festa.
Queste figure riuscivano, con il loro arrivo, a far interrompere ai
grandi qualsiasi attività. "Sono qui ! Ci sono Mariun e Muretu!" echeggiavano i vocioni strepitanti - e noi piccoli esultavamo. Tutti
correvano a loro incontro e, nel fulcro di un cerchio attorniante, i due
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erano osannati. Quale il motivo della rituale e sentita celebrazione?
Perché una tale euforia? Il loro giungere rappresentava la natività
più radiosa. Quest'uomo e questa donna, dall'aspetto così mal curato che a noi chiedevano la carità, portavano novità, suscitavano attesa. Per noi bambini erano il nostro contatto, il nostro tatto al mondo
esterno. Essi, dopo aver ricevuto un piatto di minestra calda ed un
pezzo di pane, alla sera tarda, nella stalla, dove per due e tre nottate trovavano ospizio, accanto ad una massa di fieno che prendeva
sembianza di giaciglio, cominciavano lo spettacolo. Sgorgavano
come fiotti dalle loro bocche le vicende e le storie di genti, mandrie
e terre sconosciute. Due attori, due commedianti erano per tutti noi,
anche se in realtà due poveracci…due tacciati. Due volti, due visi
che non avevano nulla se non le loro parole. Quei volti però, miei
cari amici exallievi, li riconoscevamo e li fissavamo con assoluta
devozione. Ma in realtà, credo che a voler interagire con loro fosse
la nostra sensibilità, quella capacità di comprendere le situazioni e di
adoperarsi per loro. Quella attitudine verso la difficoltà ci spingeva
verso loro.
Ed oggi vi confido che, molte volte, ho l'impressione di aver smarrito quella capacità di pormi al bisognoso, di aver gettato nel nulla
quella ampolla la cui miscela magica conteneva quella propensione
e quella gioia dell’ “altro” quando essa si palesava innanzi a me.
Forse non sono e non siamo più capaci di trafugare i tratti di volti
marcati o facce eloquenti. Pensiamo a cos'è che ci meraviglia, cos'è
che crea sospiri e varchi nei nostri animi. Azzardo: macchine o stru-
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menti e non più le persone! I telefonini dialogano per noi, i satellitari ci conducono ad ogni dove e i personal computer amministrano
l'amicizia e l'amore. Tutto l'accumulo degli aggeggi, fa sì che il
nostro cuore magari palpiti, ma solo fino al prossimo acquisto. Aver
tutto ad ogni prezzo, tutto si può pagare, acquistare, cliccare, si deve
avere per poi resettare, azzerare. Non è che, invece, abbiamo votato
alla sola innovazione tecnologica e all'accumulo dei suoi mezzi ogni
valore dell'aiuto e della solidarietà? Far riaffiorare in me il ricordo
di Mariun e Muretu, mi fa affermare che un volto può offrire un
patrimonio intero. Una faccia possiede pelle sfaccettata in pieghe e
grinze, possiede iridi che incastonano i colori di occhi, possiede lobi
rosei che contornano, possiede fossette che accentuano guance, possiede denti aguzzi e sperlati che sorridono ma, soprattutto, possiede
una bocca che parla, sospira, accenna, grida o giace nel silenzio.
Mi piacerebbe inoltrare e perpetuare questa proposta: quella di provare ad incontrare volti, intravedere sguardi, trapelare espressioni
per allenare il nostro metro di sensibilità. Proviamo ad abbattere l'altare dei cospicui ed inutili beni materiali ed osserviamo colui che
chiede, fermiamoci verso colui che implora aiuto. Se offriremo una
mano avremo, al contempo, ricompensa nel volto di chi avremo sorretto. Non si può transitare incuranti del bisognoso e scappare poi
via alla sua vista. Se saremo maggiormente sensibili ai volti dei
dimenticati potremo reincontrare il volto di Gesù che in fondo chiede a noi tutti Cristiani atti di bontà. Con l'aiuto sentito riusciremo
ad essere più vicini a Lui e, aggiungo, all' esempio di San Giovanni
Bosco che in fatto di amore per i più disperati è stato un grande
"maestro".
La sensibilità nel mondo attuale va assolutamente riconsiderata.
Diamo ad essa nuova significanza. Ma tentiamo di farlo in un modo
poco complicato. Sostiamo nei luoghi in cui ci imbattiamo e diamo
un'occhiata accurata, senza dubbio troveremo un "qualcuno" a cui
donare.
Cerchiamo un volto tra i tanti con il quale confrontarci e facciamo in
modo che lui ci parli.
Ma ancor più, al di là del cercarlo, proviamo noi stessi ad essere volti
in grado di comunicare e suscitare sensibilità.
Questo è un grosso impegno che noi exallievi siamo chiamati a portare avanti nel nome di Don Bosco.
Buon Natale.
Marziano Bertino
Oltre i Confini
Gorgo P.A. Dott. Gianfranco dall'Argentina
Sandri P.A. Dr. Andrea e Valeria da Dubai
Genre Geom. Gabriele da Dubai
Barra Geom. Maurizio e prof. Alessia dalla Grecia
Donalisio Geom. Gabriele e Famiglia da Lourdes
Gonella P.A. Silvio e famiglia da Boston
Carena Elvira e Liliana da Creta
Cortassa Teresina da Lourdes
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Corrispondenza
Caro Don Sandro,
al raduno exallievi avevamo parlato del nostro caro Giorgio e mi avevi
chiesto qualche notizia per Col Tempo e Col Po. Ora ti giro qualche articolo che ha potuto saggiare il mio caro ragazzo… Ringrazio tutti di cuore
e vorrei che l’amore per Giorgio potesse arrivare a persone meno fortunate di lui. Allargare e diffondere il suo messaggio non potrà che aiutare me
e tutta la mia famiglia.
Grazie a tutti gli allievi ed exallievi che mi sosterranno anche solo con il
passaparola.
Enzo Valsania
Geom. 1965
Caro Enzo,
con tutto cuore ringraziamo te e la tua famiglia per la testimonianza di fede
e di carità che state dando dalla morte del carissimo Giorgio (avvenuta per
incidente stradale nella primavera 2006 a 18 anni). Riportiamo volentieri
alcuni stralci di un articolo tratto da un giornale locale.
Caselle.
“Un uomo ha diritto di guardare un altro dall’alto in basso, soltanto quando deve aiutarlo ad alzarsi”. E’ la frase significativa scelta dai promotori
per essere impressa sui biglietti di invito all’apertura di una nuova sede operativa dell’associazione “Maria Madre della Provvidenza” […] La sede sarà
intitolata a Giorgio Valsania, giovane morto qualche mese fa in un drammatico incidente. Nello spirito di quanto già intrapreso da lui, la nuova sede
si propone di sostenere il suo intento di aiutare, amare e comprendere il
prossimo, certi che solo attraverso noi le persone possono continuare a
vivere. […] L’associazione Maria Madre della Provvidenza ha l’obiettivo
di riunire persone disponibili a dedicare un po’ del loro tempo a chi è più
sfortunato e sofferente. […] Anche la sede di Caselle farà la sua parte in
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questa grande nobile opera di solidarietà, o meglio di amore verso il prossimo. Questo amore che Giorgio, nei suoi 18 anni di vita, ha dato ai suoi
cari, agli amici e a quanti hanno avuto la gioia di conoscerlo. E poiché l’amore non muore mai, la sua famiglia ha deciso di non disperderlo ma di
condividerlo e forse di donarlo a chi ne ha più che mai bisogno. In nome di
Giorgio si sta costituendo il Centro “ Il volo” per recuperare ed assistere
persone in stato vegetativo e di minima coscienza, assistiti dai propri familiari e da un “caregiver” di riferimento.
Giorgio dal cielo continua a fare miracoli di carità. Per informazioni rivolgersi a Centro Giorgio Valsania, tel. 011-9963217.
!"
Cavezzo (MO), 18 ottobre 2009
Carissimo Don Sandro,
sono Ugo Lodi, di Modena, diplomato Perito Agrario nel 1959 e laureato
in Scienze Agrarie alla Cattolica di Piacenza, insegnante per 30 anni
all’Istituto Agrario di Finale Emilia (MO).
Sono sposato con Emilia, ho nove figli più uno, che ho sempre cercato di
educare nella ricerca della propria Vocazione come progetto di Dio. Infatti
i primi tre, tutti laureati, sono sposati; il quarto Lorenzo è stato ordinato
Sacerdote il 27 settembre 2008 nella Congregazione di S. Luigi Orione ed
ora è vice Parroco in una parrocchia in Selargius (CA). Gli ultimi cinque
figli sono studenti. Abbiamo adottato nel 1994 un ragazzo della Costa
D’Avorio (Africa) che dopo dieci anni è stato ordinato Sacerdote; io e
Emilia siamo stati presenti alla Cerimonia nel Suo villaggio di origine.
Uniti a tutti Voi continuiamo a pregare nelle nostre famiglie perché i giovani possano scoprire la propria vocazione in senso lato.
Con affetto, in Cristo
Ugo Lodi
P.A. 1959
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Grazie Ugo! Bombardati da notizie di cronaca nera, ci sentiamo ossigenati
dalla tua lettera. C’è sempre più bisogno di sentire “fatti di Vangelo”.
Bisogna raccontare con la vita che è bello, possibile, anche se impegnativo,
vivere il Vangelo. Auguroni alla tua splendida famiglia ed in particolare a
Don Lorenzo per il suo apostolato.
!"
Gentilissimo don Sandro,
Le lascio alcune righe che abbiamo scritto per ricordare Franco sul
vostro periodico “ Col tempo e col Po” del quale lui era affezionato lettore. Grazie di cuore per le parole di conforto che ha avuto nei nostri confronti. II 2 aprile scorso è mancato Franco Cogno, nostro amatissimo papà
e marito.
Papà ha frequentato l’Istituto di Lombriasco negli anni della guerra e
amava spesso parlare di quei tempi. I suoi ricordi si sono tradotti in immagini divenute care anche a noi: il volto dei suoi indimenticabili insegnanti
don Pellerino e don Rossi, il grande studio, le partite di calcio, la cassetta
di legno in cui conservava un po’ di cioccolato e di pane, che troppo in fretta diventava durissimo e doveva ammorbidirlo sotto l’acqua della fontanella del cortile! Conserviamo ancora la sua Divina Commedia in forma-
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to tascabile, sulla quale ripassava durante gli spostamenti silenziosi da una
parte all’altra del collegio. Tempi duri senz’altro, ma papà li ricordava
sorridendo come chi guarda il passato senza rammarico; anzi, dai suoi
occhi traspariva in fondo un senso di dolce nostalgia. Gli anni di
Lombriasco sono stati decisivi per la sua formazione umana e cristiana.
Quei valori e quegli insegnamenti sono rimasti stabili e forti in lui fino alla
fine. La sua malattia è stata lunga e dolorosa, ma papà ha saputo affrontarla con coraggio, pazienza e fede. Ripeteva spesso le parole di Gesù:
“Padre, non la mia ma la tua volontà!”, e ricordava la promessa fatta da
don Bosco ai suoi ragazzi: “Vi aspetto tutti in Paradiso!” Pochi giorni
prima di morire si è espresso così: “So che è arrivato il momento di
lasciarvi, ma sappiate che mi sento in pace con me stesso, con voi e con il
Signore”. Ricordando papà, il nostro pensiero va agli allievi di oggi e a
tutto il bene che potranno ricevere da don Bosco
attraverso i suoi
Salesiani.
I figli Paola e Roberto
e la moglie Pina
Un grande papà e sposo, un vero exallievo di Don Bosco. Ha veramente
vissuto con intensità gli anni della sua formazione come emerge dal racconto della vita di collegio, non facile per quei tempi. Si è abituato a vivere nello stile del Vangelo i momenti belli e quelli in salita. Certamente la
promessa di Don Bosco per lui si è avverata e dal Paradiso preghi per la sua
famiglia, che tanto ha amato e da cui ha ricevuto tanto amore, e per questa
sua seconda famiglia di Lombriasco, perché crescano anche oggi exallievi
di questa grande statura umana e cristiana. Grazie a voi cari parenti per questa bella testimonianza.
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Alt! Don Bosco ha qualcosa
da dire proprio a te.
Raccomandazioni di Don Bosco ai suoi exallievi il 24 giugno 1879
IL SOGNO DI UN PADRE
Orfani, emigrati dalle valli piemontesi, senza lavoro e senza istruzione,
girovaghi per la Torino dell’800: ecco i “figli di Don Bosco” ai quali il
nostro Santo darà loro un pezzo di pane, una casa, un mestiere, tanto amore
paterno e il contagio di una fede granitica nella Provvidenza e nella
Madonna.
Lasciato l’Oratorio o la Scuola di Valdocco i suoi ragazzi conserveranno per
sempre riconoscenza infinita al loro padre. Don Bosco, sempre preoccupato
perché non sbandino nella vita, regala loro una serie di ricordi che sgorgano
dal profondo del suo cuore. Sogna un futuro alla grande per i suoi exallievi: la sua più bella ricchezza. Riprendiamo brevemente alcune raccomandazioni con il cuore aperto al confronto con la nostra vita. Le parole di un
padre si leggono con gli occhi del cuore: lentamente, con commozione.
!
Vi raccomando, miei cari figlioli, dovunque siate e in
qualsiasi situazione vi troviate, ricordatevi che siete figli di
Don Bosco e concretizza questa realtà con indicazioni molto
puntuali:
!
Rimanete uniti fra voi, aiutatevi, sostenetevi, con l’esempio e
l’amicizia
Fate onore, con la vostra condotta, alla casa che vi ha
cresciuti con lo stesso affetto di Don Bosco
“Lei ha studiato a Lombriasco? .. Anch’io ..
allora diamoci del tu” e via a ricordare volti
noti, avventure di collegio, amici in comune…Quante volte ho sentito raccontare questo
fatto. Alla notizia della stessa “culla” ci si sente
subito amici, ci si aiuta, crolla il protocollo e
subentra l’amicizia nel nome di Don Bosco. E’
vero che ci sono eccezioni, ma non oscurano
minimamente questo bellissimo aspetto della
nostra Unione.
Al di là dell’amicizia e della pacca sulla spalla,
don Bosco ci chiede il buon esempio reciproco.
Alla sua scuola abbiamo appreso un’etica professionale, familiare, sociale, impostata sul
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Vangelo, non dobbiamo tradirlo!!
Lombriasco ha un nome, una fama, grazie a tanti bravi exallievi. In
tutti i raduni si respira un clima di vera amicizia e di riconoscenza per
l’educazione ricevuta: ancora oggi la preoccupazione degli insegnanti
salesiani e laici è quella di trasmettere l’affetto di Don Bosco per ogni
ragazzo, applicando il sistema preventivo basato su ragione, religione
e amorevolezza.
!
Incoraggiate i ragazzi poveri e abbandonati, i miei prediletti
Don Bosco ci invita ad essere
la sua lunga mano, i suoi continuatori nell’accoglienza dei
poveri e abbandonati, specie se
ragazzi. Noi, i fortunati, non
possiamo vivere felici da soli.
Don Bosco ci chiede una mentalità ed un cuore aperto alla
situazione attuale. Sia lui a
liberarci da un razzismo strisciante, dalla paura del diverso
da noi, di chi fugge per non
morire di fame. Condividere,
accogliere, interessarsi per
dare un lavoro, fare adozioni a
distanza e tante e tante altre
iniziative, concretizzano il
sogno di Don Bosco. Che cosa farebbe Don Bosco per i nuovi poveri?
Io sono capace di condividere il superfluo e forse anche qualche cosa
in più? Alla fine della vita avremo quello che abbiamo donato.
!
Rimanete fedeli alla nostra santa Religione, al Papa
Non lasciatevi condizionare dal rispetto umano, che è solo un
mostro di cartapesta
Viviamo in un tempo che qualcuno definisce postcristiano. I mezzi di
comunicazione sociale sovente sono contro la religione e il Papa, proprio, e forse in forma più capillare ancora, come ai tempi di Don
Bosco. Occorre approfondire la nostra fede, non essere succubi di notizie faziose, leggere i documenti del Papa e non accontentarci di commenti ridicoli e distorti. La Chiesa è la nostra famiglia e di lei dobbiamo interessarci e far crescere la nostra fede; lasciarci guidare dalle
istruzioni illuminate dei grandi Papi che si sono succeduti in questi
tempi. Il Vangelo è sempre lo stesso e nessun relativismo (faccio
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…secondo me, come mi fa comodo..com’è la moda) mi deve far tradire la mia religione.
E il rispetto umano, che diavolo è? Tradotto in termini moderni significa paura, vergogna di dirsi e di comportarsi da cristiano. Don Bosco
era prete all’altare, tra i suoi ragazzi, davanti ai ministri mangiapreti e
davanti al re.
E noi? Il mondo ha bisogno di testimoni credibili, di cristiani convinti,
senza paura. A volte sembra che ci sia un clima in cui tutti possono dire
la propria opinione…eccetto i cattolici...Dobbiamo ribellarci, ciò in cui
noi crediamo è per l’uomo e non contro l’uomo. Su alcuni argomenti
non possiamo tacere.
!
Affidatevi ogni giorno alla nostra cara Mamma Ausiliatrice
che sempre, come allora, è la Signora di ogni nostra Casa, dove
passeggia, accoglie e protegge tutti i miei figlioli
Al termine della vita Don Bosco dirà “Ha fatto tutto la Madonna”
C’era un feeling speciale con lei, un amore appreso sulle ginocchia di
Mamma Margherita. E non erano storie: Don Bosco più volte aveva
visto la Madonna passeggiare nelle sue case e in quelle delle Figlie di
Maria Ausiliatrice. Quante Ave Maria abbiamo recitato a Lombriasco!
Cara Madre Vergine Maria fa che io salvi l’anima mia…Maria aiuto
dei cristiani…prega per noi. Per i più anziani il ricordo dell’altarino in
camerata nel mese di maggio e per tutti i convittori il rosario alla sera
camminando per i viali…E ora da professionisti, padri di famiglia o
giovani carichi di progetti, ci rivolgiamo tutti i giorni alla Madonna?
Chiediamo luce, forza consolazione per noi e per i nostri cari? Siamo
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capaci di dirle che ringrazi per noi il Signore Gesù? Andando in macchina, sul lavoro recitiamo qualche Ave Maria? Qualche giaculatoria
carica di affetto e di affidamento? Senza una mamma la vita è squallida, ancora di più se abbandoniamo la mamma del Cielo.
!
Fuggite il peccato, il nemico più grande della nostra vita, e, se
vi accada la disgrazia di cadervi, rialzatevi tosto, con il Santo
Sacramento della Confessione
Oh che frase! Ma non è fuori moda? Nooo, è attualissima!
Don Bosco si è letteralmente consumato per evitare il peccato. Diceva
che piuttosto che sentire una bestemmia tra i suoi ragazzi era disposto
a strisciare la lingua da Valdocco a Superga. Le inventava tutte per far
vivere i suoi giovani in “Grazia di Dio”. Li tirava via dalla strada, si
scatenava con loro nel gioco, temeva i ragazzi tristi e musoni: avevano
qualcosa di ingarbugliato dentro il cuore. Quante volte ha invitato i
suoi ragazzi alla Confessione. Confessava giorno e notte, fino ad
addormentarsi sul braccio di uno di loro che era andato a trovarlo a
tarda sera per la confessione. Sapeva che il peccato faceva perdere la
gioia ai suoi giovani ed aveva scatenato una vera e propria guerra con
il demonio che sotto diverse sembianze si era presentato all’oratorio
per rubargli i ragazzi.
Per Don Bosco peccato uguale nemico, disgrazia, la cosa peggiore che
ti possa capitare, peggio del cancro!!
Oggi respiriamo un’aria in cui pare che il peccato non esista più. Che
falsità! Siamo deboli, fragili, peccatori, bisognosi della misericordia
di
Dio,
inutile
nascondersi
come
gli
struzzi.
Si tenta di ridurre i comandamenti ai minimi termini, la confessione è
in crisi, anche tra gli exallievi. Forse non riusciamo più a capire che il
peccato è il rifiuto dell’amore di Dio che ci vuole grandi e felici e che
la confessione è un profondo gesto di liberazione, di riaccettazione di
essere amati da Dio, un momento di festa “Rialzatevi tosto”, cioè non
state nemmeno un momento in peccato mortale! Quante volte a
Lombriasco ci hanno parlato della confessione, quante volte ci siamo
confessati! E’ bello vedere, specialmente nei raduni dei più anziani, la
richiesta di un confessore.
Quante volte giovani ex passano a trovarci e poi…hai un momento per
confessarmi…Quanta gioia ci regalano. Prendiamo sul serio questo
invito accorato di Don Bosco e domandiamoci: “Quando mi sono confessato l’ultima volta? Ho una coscienza retta o superasfaltata per cui
non so più distinguere il male dal bene? Sono caduto anch’io nel famoso relativismo, dove ognuno è arbitro di sé stesso e si fa le sue regole
di vita?” Senza consultare il “libretto d’istruzioni per l’uso” si grippano anche le auto fuoriserie. Senza seguire le 10 Parole d’amore, che
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sono i comandamenti, grippiamo la nostra vita. E’ un guaio, ci sbattiamo a vuoto e per niente. Questo Natale potrebbe essere l’occasione
buona per ritornare al sacramento della Riconciliazione!
•
Ma una cosa più di tutto vi raccomando: Comportatevi
sempre da buoni cristiani e uomini probi
È la sintesi di tutto. Uomini completi: cittadini onesti e cristiani convinti. Secondo alcuni studiosi di Don Bosco sembra che la frase avesse ancora un codicillo… “e futuri abitanti del Cielo”.
Un altro chiodo fisso di Don Bosco che emergerà nelle ultime parole
prima di morire: “Dite ai miei ragazzi che li aspetto tutti in Paradiso”.
Non manchiamo all’appuntamento! Il nostro Santo ci ha regalato il
navigatore satellitare per raggiungere la meta.
Con il cuore commosso per il tanto amore di Don Bosco per i suoi ex,
che trasuda dalle parole che abbiamo commentato, vi auguro di cuore
un Santo Natale e un Felice Anno Nuovo.
Don Sandro
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22
Fiori d’Arancio
Allasia P.A. Giovanni e Elisa
Barbero Geom. Giorgio e Stefania
Benevello Dott.ssa Chiara e Enrico
Bertolotto P.A. Silvia e Valter
Camusso P.A. Ing. Marco e Adele
Fassino Geom. Daniele e Elisa
Magliocco Geom. Maurizio e Romina
Mana P.A. Raffaele e Erica
Martini P.A. Loris e Angela
Piccolo P.A. Marco e Giorgia
Priotti P.A. Emanuela e Mauro
Rampon Geom.Ilaria e Daniele
Sandri P.A. Dott. Andrea e Valeria
Sola P.A. Dario e Sara
Valfrè Geom. Thomas e Silvia
Volta P.A. Roberto e Geom. Arch. Stefania Sabena
"Ti lodino, Signore, nella gioia
ti cerchino nella sofferenza;
godano del tuo sostegno
nella fatica e del tuo conforto
nella necessità;
ti preghino nella santa assemblea,
siano tuoi testimoni nel mondo"
(Dal rito del matrimonio)
Bertolotto P.A. Silvia e Walter
Sabena Geom. Arch. Stefania e Volta P.A. Roberto
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30° ITA
30° ITG
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MARZO
2008
Convegno sulla figura del geometra
La dinamica sociale, l’evoluzione del pensiero, i rapidi mutamenti nel
mondo del lavoro esercitano, ovviamente, una grande influenza sulla realtà
scolastica. Risulta pertanto indispensabile il puntuale e continuo aggiornamento, in modo da formare tecnici che siano preparati ad affrontare il
mondo del lavoro.
In tale ottica, per conoscere e discutere il pensiero dei vari enti interessati,
si è tenuto presso il nostro teatro
un convegno a cui hanno preso
parte le personalità del mondo
politico
locale:
Giovanna
Pentenero (Assessore Regionale
all’Istruzione),
Dott.
Davide
Gariglio (Presidente del Consiglio
Regionale)
e
del
mondo
professionale: Geom. Ilario Tesio
(Presidente
del
Collegio
dei
Geometri di Torino), Geom. Piero Rinaudo (Presidente Collegio dei
Geometri di Cuneo) e il Geom Fausto Savoldi (Presidente nazionale del
Collegio dei Geometri).
Il Preside Don Carlo Bianchi ha illustrato le preoccupazioni per il futuro
della professione. La
manifestazione, che
ha
riscosso
ampio
consenso e successo,
si è svolta alla presenza di numerosissimi
exallievi e di attentissimi allievi.
Ing. Ivano Testone
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ARRIVI E PARTENZE
Dopo alcuni anni senza cambiamenti, il trenino “arrivi e partenze” si
è rimesso in moto.
Salutiamo con riconoscenza Don Marco Arborino che, dopo otto
anni di intenso lavoro come consigliere del Biennio ed insegnante
aggiornatissimo del Liceo e dei Geometri, lascia la nostra Casa per
quella di Cumiana. Auguri di un lavoro ricco di soddisfazioni!
***
Josè Trigona era arrivato nella nostra Opera ricco di una vasta
esperienza missionaria. Dopo alcuni anni passati come insegnante
di Religione ed assistente, è stato incaricato dell’economato della
casa di Oulx. È una bella realtà con due parrocchie, oratorio e centro di ospitalità invernale ed estivo. Chi passa per la Val Susa sarà
ben accolto!
Caro Josè grazie per tutto il lavoro che hai fatto.
***
L’ispettore ha però fornito la squadra dei Salesiani di Lombriasco di
due fuoriclasse.
Don Danilo Allasia professore di Scienze naturali, proveniente dall’opera di Cumiana, dove ha ricoperto la carica di preside, ha assunto l’animazione del Biennio. La vasta esperienza scolastica e pastorale, l’entusiasmo e la giovane età sono una benedizione per la
nostra scuola. Auguri!
***
Quest’anno abbiamo l’onore
di avere di nuovo tra noi un
chierico assistente: Mario
Viano, il Salesiano più giovane di tutta l’Ispettoria del
Piemonte. Ci voleva una
ventata di giovinezza in
mezzo ai ragazzi che, subito,
hanno apprezzato la sua cordialità, la convinzione profonda per la sua vocazione e
l’entusiasmo per il lavoro.
Auguri caro Mario! I ragazzi
di Lombriasco ti vogliono
bene anche se qualche
monello c’è sempre per mettere alla prova la vocazione
Salesiana.
26
Noi due faremo
tutto a metà
100 anni dalla morte di Don Michele Rua,
“l’altro” Don Bosco,
il fondatore della casa di Lombriasco
Michele Rua nacque a Torino il 9 giugno 1837. Perse il padre all’età di otto
anni.
Studio dai fratelli delle Scuole Cristiane fino alla terza elementare.
Avrebbe dovuto iniziare a lavorare nella Regia Fabbrica d’Armi di Torino,
dove il padre era operaio, ma Don Bosco, che la domenica confessava nella
sua scuola, gli propose di continuare gli studi da lui, assicurandogli che alle
spese ci avrebbe pensato la Provvidenza.
Un giorno Don Bosco distribuiva ai suoi ragazzi delle medagliette. Michele
era l’ultimo della fila e arrivò tardi, e si sentì dire: “Prendi Michelino!”.
Don Bosco però non gli stava dando niente, ma fece come per tagliarsi la
mano sinistra a metà e soggiunse: “Noi due faremo tutto a metà”, e così
realmente fu. Collaboratore della Compagnia dell’Immacolata con
Domenico Savio, fu un allievo modello, apostolo tra i compagni.
Don Bosco gli disse: “Ho bisogno di
aiuto. Ti farò indossare la veste dei
chierici, sei d’accordo?”
“D’accordo!”, rispose. Il 25 marzo
1855, festa dell’Annunciazione, nella
cameretta di Don Bosco fece, nelle
mani del fondatore, i voti di povertà,
castità, obbedienza. Era il primo salesiano.
Inizia a lavorare sodo: insegna matematica e religione; assiste in refettorio,
nel cortile, nella cappella; a tarda sera
copia in bella scrittura le lettere e le
pubblicazioni di Don Bosco, e infine
studia per diventare sacerdote. Aveva
solo diciassette anni! Gli venne affidata anche la direzione dell’oratorio festivo San Luigi, nell’attuale Corso
27
Vittorio. Nel novembre del 1856 muore mamma Margherita. Michele andò
a trovare sua madre: “Mamma, vuoi venirci tu?”. La signora Giovanna
Maria venne, e anche in questo la famiglia Rua fece a metà con la famiglia
Bosco. Rimase a Valdocco venti anni.
Nel 1858 accompagna Don Bosco da Papa Pio IX per l’approvazione delle
regole della Congregazione Salesiana, e al ritorno gli venne affidata la direzione del primo oratorio a Valdocco. Il 28 luglio 1860 fu ordinato sacerdote. Don Bosco gli scrive un biglietto: “ Tu vedrai meglio di me l’Opera salesiana valicare i confini dell’Italia e stabilirsi nel mondo”. Don Rua apre la
prima casa salesiana fuori da Torino a Mirabello.
Pochi anni dopo torna a Valdocco e sostituisce e assiste Don Bosco in tutto.
Nel novembre del 1884 papa Leone XIII nomina don Rua vicario e successore di Don Bosco, che morirà nelle sue braccia quattro anni dopo. Don
Rua, già considerato la regola vivente, diventa paterno e amorevole come
Don Bosco. Affronta e supera numerose difficoltà nel governo della
Congregazione. Consolida le missioni e lo spirito salesiano. Muore il 6
Aprile 1910, a 73 anni.
Con lui la Società era passata da 773 a 4000 salesiani, da 57 a 345 Case, da
6 a 34 a Ispettorie in 33 paesi. Paolo VI lo beatificò nel 1972, dicendo: “Ha
fatto della sorgente un fiume”.
Ai primi di agosto del 1894 don Rua scende dal tranvai della stazione di
Lombriasco per inaugurare ufficialmente una nuova opera. Era una piccola
realtà, quasi un seme - c’era solo il castello - che darà origine ad una grande pianta. La benedizione del Beato accompagni la nostra opera di oggi ed
ogni exallievo che in questa casa ha imparato ad amare Dio con il cuore di
Don Bosco, grazie all’opera instancabile di tanti salesiani.
28
PIAZZA
DON PROSDOCIMO PELLERINO
Domenica 18 ottobre una nutrita rappresentanza di cittadini casalgrassesi,
accompagnata dall’amministrazione comunale e da autorità, ha onorato al
meglio la cerimonia di inaugurazione e di benedizione della piazza dedicata ad un figura che rientrerà nel novero dei personaggi storici del paese: don
Prosdocimo Pellerino. Salesiano lombriaschese originario di Villa San
Secondo (provincia di Asti) e cittadino onorario casalgrassese nel 2001,
scomparso il 9 aprile 2008 all’età di 93 anni. Esempio di autentica fratellanza e modello cristiano. Dal 1947 sarà insegnante di matematica e fisica
nell’Istituto Agrario dei Salesiani di Lombriasco. In concomitanza con gli
impegni scolastici a Lombriasco dai Salesiani, don Pellerino presterà poi
servizio presso la parrocchia casalgrassese di San Giovanni Battista e la
vicina frazione di Carpenetta, prodigandosi per oltre 50 anni. Queste le
parole in onore del salesiano da parte del sindaco Michele Pipino, durante
il discorso pronunciato la scorsa domenica mattina: “Sono contento che la
scelta di intitolare questa piazza a don Pellerino sia condivisa dalla comunità di Casalgrasso. Ad oltre un anno dalla tua morte rimane in noi tutti un
grande vuoto. Non possiamo certo dimenticare il grande affetto ed amore
che hai dimostrato verso tutta la popolazione.
L’intestazione di questa piazza al tuo nome sia per le future generazioni una
testimonianza della tua bontà; della tua semplicità e della grande amicizia
che hai profuso per anni verso noi tutti casalgrassesi”. La piazza di 2300
metri quadrati, adibita principalmente al parcheggio delle automobili, ha
ricevuto la benedizione da parte del parroco don Gabriele Camisassa, che
ha inoltre definito don Pellerino con due sole parole: “Un amico”. Presenti
ovviamente alla cerimonia anche i parenti di don Pellerino, visibilmente
commossi, riconoscenti a Casalgrasso; don Genesio Tarasco, direttore
dell’Istituto salesiano di Lombriasco ed il consigliere regionale Pier
Francesco Toselli.
Cristiano Sabre dal settimanale “Il Saviglianese”
29
Una figura indimenticabile
Era normale per me arrivare ogni mattina a Lombriasco e trovare in
cortile Don Pellerino che passeggiava, così com’era scontato ritrovarlo al
momento di tornare a casa.
Era bello scambiare con lui anche solo un saluto, era una figura rassicurante da ragazzina quando frequentavo la scuola media e lo era ancora ora che
sono insegnante.
Don Pellerino è stata una delle colonne portanti della nostra scuola, un
pezzo della storia di Lombriasco.
Era sempre in cortile, circondato da ragazzi e ragazze e talvolta mi sono
chiesta come facesse a catturare così la loro attenzione, che cosa avesse da
condividere un salesiano di 93 anni con degli adolescenti. La risposta è una
sola: Don Pellerino era un salesiano DOC, di quelli che hanno messo in pratica gli insegnamenti di Don Bosco, che hanno sempre una parola per tutti,
che sanno ascoltare i ragazzi, dote assai rara ai giorni nostri. Voglio ricordarlo allegro e sereno alla tradizionale cena della bagna caoda con la VITA
a novembre. Proprio in quella occasione io e alcuni colleghi avevamo notato quanto avesse gradito quella serata e gli ottimi cibi che le solerti mamme
avevano preparato. L’essere presente sempre era un’altra sua caratteristica,
in ogni circostanza, gioiosa o triste che fosse. Non dimenticherò mai quando, con gli insegnanti che collaborano con il giornalino della scuola, gli
avevo chiesto di scrivere il sunto della prima pagina. Mi aveva risposto con
un’umiltà disarmante: “Sono lusingato, ma mi raccomando se trova
qualche errore, me lo corregga!”.
Arrivederci Don Pellerino.
Alessia Racca
3° Ita 1986: Don Pellerino e la sua ultima classe di insegnamento
30
15° ITG
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Con i figli sui sudati banch
20° ITA
- ITA
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20° ITG
32
Ex alliEvi nEl mondo
Avventure di uno studente
dell’Università del Gusto di Pollenzo
Esperienze gastronomiche e…altro
Ore 7,35, accendo l’Apple, apro la posta ed ecco la mail tanto attesa quanto possibile causa di sconforto: destinazione stage universitari/lavorativi europei ed extraeuropei per l’anno 2009.
Sangalli Edoardo: destinazione europea Portogallo e da tale nome
mi scaturisce una lieve ma intensa allegria.... destinazione extraeuropea Marocco: ma cosa ci vado a fare in Marocco? (pensiero
immediato!) - io avrei voluto andare a Cuba o almeno in India!
La notizia si diffonde immediatamente come sempre in questi casi,
e la frase più comune che mi son sentito dire è stata: “che bello, te
ne vai in Marocco!” (certo noi dell’Unisg siamo sempre in giro a
godercela – pensiero di chi parla sempre troppo, senza sapere mai
nulla). In realtà non si rendono conto che vado sì in Marocco, ma per
“lavoro”, per scoprire, stabilire valorizzazioni, organizzare e gestire
collaborazioni intercontinentali nell’ambito agro-gastronomico, perciò tutte le possibili attrazioni o località turistiche non saranno meta
del mio viaggio.
Non mi lamento perché questa è “una mia scelta” di vita, perciò mi
organizzo i contatti e le persone che troverò come collaboratori e
traduttori, perché col francese riesco ancora a cavarmela ma col
berbero o con l’arabo proprio nulla, e poi via….finalmente si parte!
12 giorni - 11 notti - 276 ore complessive
Seduto in aereo sul volo che da Marrakech mi riporterà a Milano ho
il cervello letteralmente “imballato” di idee adrenaliniche: persone
33
conosciute, possibili legami produttivi da creare, le migliaia di esperienze vissute che non dimenticherò mai, tutte le persone care che
rivedrò nei prossimi giorni, ma soprattutto una parola mi rimbalza
continuamente in testa: Marocco.
Marocco: stato dell’Africa Settentrionale, capitale Rabat, si affaccia
sia sul Mar Mediterraneo sia sull’Oceano Atlantico, ha come moneta il Dirham, è una monarchia costituzionale, ecc; potrei continuare
a dare informazioni, ma cos’è realmente quel lembo di Nord Africa
che prende il nome di Marocco?
Il Marocco è una terra che non finisce mai di stupire, si passa dal
nulla più totale dell’arido deserto ad un brulicante e rifiorente vivere
lungo le coste costantemente colpite da venti incredibili che trasportano con sé acqua, sale e sabbia.
Devo trasferirmi nei pressi di Tiout: si analizza il processo produttivo, d’estrazione e l’intera filiera dell’olio di Argan per l’uso sia alimentare che, più importante, farmaceutico.
Comprendo finalmente questa
millenaria tradizione-produzione
tipicamente femminile. È proprio
l’aggettivo femminile che ha fatto
soffermare la mia attenzione: ma
com’è possibile che in una civiltà in cui la donna vale meno di
nulla, ella abbia sempre svolto un
ruolo di primaria importanza?
Ebbene sì, e non cercate di spiegarvelo perché troverete il nulla,
lo stesso che caratterizza la
terra, le tribù, la vita e tutta l’intera produzione. È proprio da questo che si ottiene un prodotto
così importante e ricercato dall’occidente, che sta suscitando sempre un maggior interesse per le
cure in beauty farm.
Sempre più sconcertato, ma allo stesso tempo affascinato, mi trasferisco a Taliouine, un piccolo paese di campagna specializzato
nella coltivazione di zafferano; due parole con il presidente della
cooperativa e sono immediatamente colpito. 500 ettari di un’ unica
coltivazione, e non una sola distesa ma tantissime piccole parcelle
che in fioritura creano un’alternanza tra il rosso dello zafferano e il
verde della menta.
Resto basito da tale splendore.
Incontro Choumicha Acharki, esperta in cucine regionali, e rimango
stupito più di quanto pensavo inizialmente!
34
Immaginatevi cosa può suscitare un team di esperti (provenienti
dall’Australia, America, Inghilterra, Germania e Italia) in storia, tradizioni e gastronomie locali che collaborano insieme nell’ottenimento
di programmi tv del settore alimentare o giornalistico. Informazioni di
tutti i generi che, unite e concatenate nel migliore dei modi, illustrano la storia di una civiltà come nessuno è mai riuscito ad enunciare.
Tengo a sottolineare che la gastronomia e l’alimentazione in sé
sono una forma di tradizione scritta e parlata che caratterizza e
contraddistingue ogni essere umano, ogni popolazione e civiltà.
Queste tre principali produzioni/esperienze, contornate da altre brevi
visite didattiche gastronomiche, quali per esempio, la nuova legislazione sulla pesca nell’oceano o l’allevamento della razza ovina
“Sardi” tipica marocchina, hanno pertanto formato il mio “triangolo
gastronomico” del Marocco.
Un triangolo di produzioni gastronomiche “di nicchia” che racchiudono tradizioni millenarie, culture personali o comunitarie e soprattutto
l’essenza (quella
che gli inglesi
definiscono “your
life”) della personalità marocchina e berbera,
caratterizzata
dall’essere rude
all’esterno per
necessità, ma
con cuore ed infinite potenzialità.
Vivendo in famiglia ho il modo di
approfondire le mie conoscenze sulla coltura marocchina, dal loro
modo di pensare a cosa mangiano quotidianamente, dal ruolo della
donna schiavizzata alla gerarchia ordinaria che caratterizza sia il
piccolo nucleo familiare sia l’intera monarchia.
La popolazione marocchina mi ha dato veramente tanto, tutto quello che la vita sfarzosa, caotica e stressante occidentale non mi ha
saputo minimamente accennare in 22 anni d’età.
Per racchiudere una simile concessione non trovo altro binomio
migliore: “Là se non hai i soldi, sei comunque Qualcuno; qua se non
hai i soldi non puoi essere che Nessuno”. Penso che non abbia bisogno di ulteriori commenti o spiegazioni: chi la comprende ha già
capito e sarà coerente con me, e per gli altri che dire? Non vi preoccupate...nessuno è perfetto!
Sangalli Edoardo
P.A. 2006
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I nostri morti
Bellocchio Arch. Prof. Michele
Bellone P.A. Giuseppe
Bianco Geom. Giuseppe
Cogno P.A. Dott. Franco
Cordero Geom. Guido
Cucco P.A. Piero
Dagasso Geom. Domenico
Gamberini Francesco
Gamberini P.A. Franco
Gullino Dott. Prof. Domenico
Lattuada Gian Luigi
Millone Geom. Pier Giorgio
Pelissetti Geom. Arch. Benvenuto Roberto
Poesio Giuseppe
Randazzo P.A. Mario
Rosso Geom. Aldo
Sacco P.A. Prof. Tommaso
Tesi Geom. Mauro
Tontine Geom. Luigi
Valle Gian Piero
Valsesia P.A. Edoardo
DON MATTEO MANASSERO
Un personaggio storico per Lombriasco dove ha lavorato per 42 anni con uno stile silenzioso ma ricco di
operosità.
Così lo ha ricordato il direttore don Genesio Tarasco
durante il funerale:
“Nel 1968 per la seconda volta Don Matteo
Manassero approda a Lombriasco, che diviene definitivamente la sua Casa. Qui svolge diversi ruoli: dall’assistente, al consigliere, dal catechista all’insegnante di disegno ed educazione artistica all’insegnante di
religione, mansioni che ha svolto sempre con molta
puntualità e precisione con senso di responsabilità. Tutti i suoi ex alunni lo
ricordano sì come persona riservata e schiva di complimenti, ma soprattutto con molta stima ed affetto, con riconoscenza ed ammirazione: diversi di
loro si sono avvicendati al suo capezzale appena hanno saputo della notizia
del suo ricovero in ospedale. Il tempo vissuto con i ragazzi lo ha maturato
come salesiano veramente dedito all’educazione dei più piccoli, all’amore
ed alla ricerca del bello, perché proprio attraverso questa strada si incon-
36
trassero con la Bellezza Infinita.
Terminato il suo servizio nel mondo della scuola si rende ancora utile per
la casa con alcuni incarichi chiave, che lo hanno reso prezioso e che fanno
sentire ancora di più il vuoto che ha lasciato.
Come è sempre stato puntuale e preciso nelle sue pratiche di pietà così è
stato solerte nel suo incarico di bibliotecario, catalogando e riordinando
tutti i volumi della biblioteca che ammontano a diverse migliaia, riportando tutte le schede bibliografiche su supporto informatico e così dobbiamo
dire per la Cronaca della Casa e la tenuta dell’Archivio.
Raramente è mancato al suo servizio giornaliero di portineria nelle prime
ore del pomeriggio, sollevando altri confratelli per un doveroso stacco nel
pesante lavoro quotidiano.
Una particolare attenzione ha riservato al servizio pastorale e delle confessioni: la domenica finché ha potuto ha celebrato la messa domenicale nella
casa di riposo Anni Azzurri di Carmagnola, portando sollievo a tanti fratelli diversamente abili e nella chiesa frazionale di La Motta, suscitando la
stima e la simpatia della gente. Durante i giorni feriali il suo appuntamento
era al pensionato Regina Elena, dove prestano servizio anche le suore
Missionarie di Maria Ausiliatrice. Per esse ha sempre riservato una particolare ed affettuosa attenzione, preoccupandosi che non mancasse mai loro il
conforto della celebrazione dell’Eucaristia”.
37
SIG. GIUSEPPE MELLANO
Nel 2005, a novant’anni era approdato a
Lombriasco proveniente dalla Casa di spiritualità di Casellette per trascorrere in serenità gli anni della vecchiaia.
Di lavoro ne aveva fatto tanto durante i settant’anni di vita Salesiana, a servizio dei giovani. Si fece subito voler bene con la sua
arguzia e simpatia. L’ 8 agosto, dopo breve
malattia, è mancato nella Casa di cura Don
Andrea Beltrami di Torino.
Grazie Sig. Giuseppe per la testimonianza di
una vita semplice, serena e generosa.
ARCH. MICHELE BELLOCCHIO (MIKE)
Insegnante di Costruzioni negli anni ’60-’70. Personalità distinta – celebre
la sua farfallina – e molto preparata; trasmise agli studenti il gusto dell’arte e del bello. Sempre presente ai raduni dei suoi exallievi, che lo attorniavano con simpatia e riconoscenza.
Diversi edifici della Scuola lo ricordano: la sala giochi del Biennio, la
Chiesa ristrutturata, il “palazzo delle suore”, ora della Scuola Media e tante
altre realizzazioni progettate con gusto e sovente condivise con l’indimenticabile Don Saulo Capellari.
Lo ricordiamo con affetto, porgendo le condoglianze alla sua famiglia.
38
Condoglianze
A Arlian Sig. Brizio per la morte della sorella
A Baravalle Daniele e Davide per la morte della mamma
A Bertolotto P.A. Claudio per la morte della mamma
A Bianco Geom. Gianpiero per la morte del papà Geom.Giuseppe
A Cucco P.A. Dott. Enrico per la morte del fratello P.A. Piero
A Del Bo P.A. Dott. Sergio per la morte del papà
A Dominici P.A. Dott. Giorgio per la morte della mamma
A Don Albino Demartini per la morte del fratello
A Don Genesio Tarasco e don Fausto per la morte del fratello
A Don Marco Casanova per la morte del papà
A Donna Geom. Roberto e Giulia per la morte del papà e nonno
A Duffaut Matteo e Valentina per la morte del papà
A Ficetti Geom. Romano per la morte della mamma e del papà
A Gili P.A. Giuseppe per la morte della mamma
A Lovera Geom. Franco e Geom. Enrico per la morte del papà e mamma
e nonno/a
A Millone Geom. Mauro e Geom. Pier Sergio per la morte del papà
Geom. Pier Giorgio
A Mondino P.A. Dario per la morte del papà
A Pairona Geom. Pier Aldo per la morte della mamma
A Peiretti P.A. Bartolomeo e Geom. Edoardo e Simone per la morte
della mamma e nonna
A Rosso P.A. Giuseppe per la morte del papà
A Rovetto P.A. Christian per la morte della mamma
A Sacchetto P.A. Giuliano per la morte della mamma
A Sola Dott. Enrico per la morte della mamma
A Turletti Angelo e Gianpiero per la morte del papà
A Turletti Ilario, Piermauro e Walter per la morte del papà e nonno
“Non piangete, se mi amate!
Se conosceste il dono di Dio che è nei cieli!
Se poteste ascoltare il cantico degli Angeli
e vedermi in mezzo a loro!
Se poteste vedere con i vostri occhi gli orizzonti,
i campi senza fine e i nuovi sentieri che attraverso!
Se poteste per un istante contemplare, come me,
la bellezza di fronte alla quale tutte le altre bellezze scomparirebbero!...
Asciugate le vostre lacrime e non piangete, se mi amate!”
(Sant’Agostino)
39
45° di diploma:
Ritorno a Lombriasco
Prologo: per Porello e alcuni di noi, l’incontro del 45° di diploma è
incominciato il giorno prima, quando siamo andati a pregare sulla
tomba di Sacchetto Gaspare per assicurargli il ricordo da tutti noi a
Lombriasco.
***
E così siamo tornati in Collegio. Mi ha stupito il piccolo gregge degli
agrari perché Testa e Astorri avevano contattato quasi tutti.
E sì che mi diceva Filippucci : “Più si va avanti e più si capisce l’importanza prioritaria di quest’incontro per il significato, il valore, il piacere che comporta”.
Ho osservato l’arrivo delle auto dal Castello. Auto grosse, auto belle,
auto di Professionisti, e dopo i saluti un grand’aprire di bagagliai per
il travaso di tante leccornie alimentari.
“Se vuoi che l’amicizia tenga, una mano vada e l’altra venga”; l’amicizia è stato il substrato, l’humus, direi, dell’incontro.
La Messa mi ha coinvolto. Tutto, dalla cappella raccolta, ai fiori,
all’ordine, alle voci possenti di tutti noi oltrechè ai preti, ci parlava
ancora di Don Bosco, e le donne degli Ex testimoniavano, con la loro
presenza, la loro soddisfazione di aver trovato un lombriaschese.
Poi, dopo le foto, tutti sulla tomba di Don Pellerino sociorunque.
A egregie cose
Il forte animo accendono
L’urna dei forti
O Pellerino
40
Pensare a tutti quei Salesiani che c’erano e non sono più, e vedere
le nostre teste bianche……
Mi ha fatto tenerezza chi, invocando le statistiche per calcolare il suo
ultimo giorno, dimenticava che “Le nostre vie non sono le Sue vie, e
i nostri disegni non sono i Suoi disegni” e che “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.
Estote parati, gente, estote parati!!
Per scacciare le malinconie, siamo stati convogliati tutti all’aperitivo
prima e al pranzo poi:
- L’antipasto di salumi, buono? Si, buono!
- Il vitel tonné? Buono, buono!
- E buoni i ravioli; molto buoni!
Ma la porchetta…incredibile, sublime! Il Bianchi stavolta si è superato. Va bene che sono vicino all’Alzheimer, ma buona così non la
ricordavo la volta scorsa.
Siccome il nostro maitre Torelli la porchetta la tagliava con generosità e le porzioni erano da ventenni, a questo punto eravamo satolli.
Ma come rinunciare alla Fontina di Vercellin? Delizia che parlava di
Vallèe, di pascoli alti, di fiori di montagna, di acqua purissima.
E giù fontina, e giù vino!
Parlar di vini che si son stappati è cosa dura. Chi li ha portati certamente ha scelto il meglio.
Io ho assaggiato Bonarda, Dolcetto, Merlot, Barbera, Pecorino,
Freisa, Brunello, Chardonnay e altri ancora.
Ma se il Montepulciano d’Abruzzo di Porello era da meditazione, il
Nebbiolo Fontanafredda è stato maestoso.
41
Non si può fare una graduatoria anche perché “de gustibus non
disputandum est” diceva già Tullo Ostilio ad Anco Marzio.
E poi paste e cannoli e bigné e tiramisù e torte comprate o fatte in
casa. Una vera pacchia per diabete, “tricicli e polistiroli”.
Il tutto condito con amicizia, risate, ricordi, aneddoti, progetti e
discorsi. Questi ultimi, direi, più posati delle volte scorse, più maturi.
C’era nella festa e nella gioia come un timbro più pacato, più
profondo, più riflessivo. Come pesassero le medaglie vinte sul
campo della Vita, come se le cicatrici (altro che piercing) e le responsabilità ci avessero resi più seri.
Se in tutta questa festa e serenità e gioia c’è una punta di tristezza
è per quei compagni che non sono venuti giudicando che gli impegni fossero più importanti dell’amicizia che ci ha insegnato Don
Bosco per mezzo dei suoi Salesiani.
Poi, salutati tutti, mentre ripartivo in auto, un quadretto a dirmi che il
Vangelo è ancora attuale: ho visto Nevio (sempre lui) spingere un
carrello con sette (?) ceste di avanzi: vini ancora tappati, salumi, la
porchetta rimasta, formaggi, frutta e dolci.
“C’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
Massimo Tua
P.A. 1964
42
CONGRATULAZIONI
A Aita P.A. Simone e Barbara per la nascita di Giorgia
A Albertino Geom. Ing. Paolo per la Laurea in Ingegneria civile
A Allasia P.A. Enrico e Nicoletta per la nascita di Marta
A Alò Geom. Dott.ssa Ilenia per la laurea di 1° livello in Scienze dell’Educazione
A Barberis P.A. Paola e Andrea per la nascita di Anna
A Berruto P.A. Piero e Barbara per la nascita di Gloria
A Biancotto Maria e Italo per la nascita di Serena
A Biancotto Valeria e Silvio per la nascita di Federica
A Bovetti Geom. Ing. Paolo per la laurea in Ingegneria
A Busso P.A. Dott. Pierdino per la laurea in Farmacia
A Candellero Geom. Bruno e Lucia per la nascita di Nicola
A Carignano Geom. Riccardo per la laurea di 1° livello in Architettura
A Chiara P.A. Angelo e Simona per la nascita di Stefano
A Chiumino Geom. Luca ed Elena per la nascita di Paolo
A Dellarole P.A. Michele e Raffaella per la nascita di Licia
A Demichelis P.A. Giovanni e Natascia per la nascita di Greta
A Fino P.A. Giuliano e Marina per la nascita di Maddalena
A Garello Geom. Ing. Andrea e Luisa per la nascita di Alberto
A Garnero Geom. Ing. Gabriele e Cesarina per la nascita di Caterina e Lucia
A Glassier P.A. Paolo e Romina per la nascita di Alice
A Golzio dott.ssa Alessia per la laurea in Giurisprudenza
A Joly P.A. Ing. André e Fiorenza per la nascita di Jacques
A Lanfranco P.A. Domenico e Cinzia per la nascita di Anna
A Lerda Geom. Lorella e Nini per la nascita di Federica
A Martini P.A. Loris e Angela per la nascita di Thomas
A Melotto P.A. Sandro e Sara per la nascita di Marta
A Ossella P.A. Mauro e Laura per la nascita di Davide
A Panero Geom. Ing. Fabrizio e Liliana per la nascita di Lorenzo
A Pautasso P.A. Dott. Renato e Daniela per la nasciata di Giulio
A Piola Geom. Alberto e Silvia per la nascita di Giulia
A Porello Geom. Ing. Silvio e Luisa per la nascita di Giulia
A Quaglia P.A. Stefano e Ornella per la nascita di Gabriele
A Ricaldone P.A. Primo e Catterina per cinquant’anni di matrimonio
A Ronzio P.A. Enrico e Giulia per la nascita di Giovanni
A Sburlati P.A. Dott. Walter per la laurea di specializzazione di Agraria
A Serafino P.A. Giuseppe e Cristina per la nascita di Umberto
A Sibille P.A. Dott. Ivo per la Laurea di 1° livello in Tecnica della prevenzione
A Tamietti Geom. Massimo e Daniela per la nascita di Simone
A Tuninetti Geom. Ing. Giorgio e Irene per la nascita di Riccardo
A Viso Geom. Stefano per la laurea triennale in Agraria
A Zappino P.A Dott.. Enrico per la laurea in Scienze Agrarie di 1°livello
Lucia e Caterina Garnero
43
5° ITA
5° ITG
44
ESSENTIA: Il giardino
delle aromatiche si fa bello
Il 15 ottobre scorso, presso la Scuola Agraria Salesiana, è stata presentata
la Prima Giornata dimostrativa del Progetto “Coltivazione, ottimizzazione
della produzione, qualità alla raccolta ed in post-raccolta di specie aromatiche e diversi usi nell’agro-alimentare”, denominata Essentia, in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino.
Davanti ad un uditorio affascinato e attento, formato da alcune autorità
locali, il Direttore Don Genesio Tarasco, il Preside Don Carlo Bianchi, il
Vicesindaco di Lombriasco, allievi guidati dagli insegnanti Don Sandro
Barra, Tivano Piercarlo e Remogna Paolo, la professoressa Silvana Nicola,
i ricercatori Giorgio Tibaldi ed Emanuela Fontana hanno spiegato nel dettaglio le varie fasi della produzione, dall’impianto alla raccolta, delle piante officinali, in particolare di alcuni tipi di salvia (Salvia sclarea - Salvia
officinalis specie - Salvia officinalis var. lavandulifolia - Salvia officinalis
‘Extrakta’) e di menta (Mentha arvensis; Mentha rotundifolia; Mentha
citrata; Mentha aquatica; Mentha requienii; Calamintha Nepeta). Scopo
del progetto, di durata triennale, è la valutazione di processi produttivi e
aspetti di tecnica colturale e di conservazione che consentano la riduzione
dell’impatto ambientale, il contenimento dei costi colturali o che siano finalizzati al miglioramento della qualità del prodotto, nonché all’individuazione di colture alternative con buone prospettive di mercato da inserire nei
sistemi colturali tradizionali.
Questo progetto rientra nella più ampia collaborazione che da 14 anni la
Scuola Agraria Salesiana ha con la Regione Piemonte e l’Università di
Torino, attraverso la quale si sono sviluppate strategie di studio e di ricerca
nel campo della produzione di energia da coltivazioni arboree a ciclo breve,
confronti tra sistemi colturali a diversa intensità e sperimentazioni agrarie
varie.
L’occasione della dimostrazione ha suggerito il restyling del giardino delle
piante aromatiche, con l’acquisizione di nuovi cartellini, tre pannelli esplicativi sulla menta (le sue origini, gli usi alimentari ed industriali) e di altri
pannelli di varie piante officinali (progettazione grafica e stampa affidati
alla ditta di serigrafia e stampa digitale Serimania di Busca dell’exallievo
Bruno P.A. Roberto).
Sotto la guida appassionata e di esperienza trentennale di Nevio Tessarin e
del più giovane ma non meno esperto Prof. Paolo Remogna, verranno quindi riprese, ricatalogate e messe “in bella” tutte le varie piante, partendo
appunto dalle piante aromatiche fino a coprire tutto il parco e i giardini
della Scuola.
Elvira Carena
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o
5° Lice
5° ITA
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3° MB
3° MA
5° ITG
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Pellegrinaggio
in Terra Santa
È passato quasi un anno, da quando con un bel gruppo di Exallievi e
amici ci siamo recati nella terra di Gesù, ma i ricordi delle tante cose viste e
delle esperienze vissute sono ancora ben saldi nei nostri occhi e nella nostra
mente.
Nella notte precedente la partenza, una tormenta di neve ha imbiancato la pianura, lasciando temere disagi che invece non ci sono stati e così,
attraversando un paesaggio da cartolina raggiungiamo l’aeroporto. Dopo i
controlli consueti per la sicurezza ci imbarchiamo e prendiamo il volo. Solo
il tempo per un ultimo sguardo alla nostra campagna ricoperta di neve e
splendente per il sole che l’illumina, prima di immergerci nelle nuvole più
alte. Dal giorno successivo i panorami cambieranno nettamente.
Andare in Terra Santa, per un cristiano è un’occasione importante per
accrescere il proprio credo. Siamo stati aiutati nel cammino da due guide
speciali: il salesiano Don Piergiorgio Gianazza, missionario di lungo corso,
poliglotta e grande conoscitore di Israele e dalla teutonica Liliana, ebrea con
uno spiccato accento tedesco.
Il nostro viaggio, così come la nostra storia di cristiani, comincia da
Nazareth, il cui nome significa Fiore della Galilea. Visitiamo prima la chiesa ortodossa che ospita la fonte dove l’angelo raggiunse Maria e poi la gran-
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de basilica che accoglie e protegge la grotta dell’Annunciazione, sovrastata
da una cupola a forma di fiore capovolto a ricordare che il vero fiore della
Galilea è Maria. Il sagrato della chiesa accoglie i pellegrini con tantissime
rappresentazioni della Madonna. Che emozione vedere la Madonna con gli
occhi a mandorla nel mosaico della Corea! Poco più in là visitiamo un
museo in cui si trovano resti della città antica. Su alcuni reperti ci sono graffiti antichissimi che inneggiano a Maria: un segno tangibile che il culto della
Madonna era già diffuso lì, nei primi secoli dopo Cristo.
Mentre lasciamo Nazareth diviene evidente la grande differenza
nella gestione del territorio che esiste fra le zone Ebraiche e le zone Arabe.
Le prime pulite e ordinate mentre le seconde più caotiche e sporche. Vien da
pensare che sia solo questioni di cultura differente ma in realtà è frutto del
costante conflitto fra etnie.
Il viaggio in Galilea prosegue fra il Monte Tabor e Cana dove le
coppie di sposi, tra cui due giovani in viaggio di nozze, hanno rinnovato
solennemente le promesse del matrimonio. Al termine della giornata alcuni
di noi verranno raggiunti dalle telefonate dei parenti preoccupati per le notizie diffuse in Italia. Veniamo a sapere che Israele ha bombardato Gaza provocando più di 200 morti. Durante la settimana nonostante questo arriviamo
molto vicino a Gaza, e non ci accorgiamo di nulla. L’evolversi della guerra
in corso non ha turbato la vita del paese come se fosse tutto normale.
Il secondo giorno in Galilea lo passiamo visitando i luoghi della
vita pubblica di Gesù nei pressi del lago di Tiberiade: il monte delle
Beatitudini, la chiesa del primato di Pietro, Cafarnao. Se ora possiamo fermarci a pregare e vedere i luoghi santi lo dobbiamo in gran parte allo studio e le ricerche dei frati francescani custodi della Terra Santa che, oltre ad
aver scoperto i siti storici, lavorano sodo per mantenerli in ordine, puliti ed
accoglienti.
In ogni luogo da noi visitato, è stato letto il brano del Vangelo corrispondente, così abbiamo fatto anche durante la traversata in battello del
lago di Tiberiade, fermandoci a contemplare le acque calme, disturbati solo
dal volo radente di due elicotteri militari che pattugliavano la zona.
Finiamo la traversata in un kibbutz, una comunità-villaggio basata sull’uguaglianza fra i componenti che lavorano per il bene comune. Questi villaggi furono la base dell’economia del nascente stato di Israele, ma ora
attraversano dei momenti difficili dovute anche al cambio di mentalità delle
nuove generazioni che spesso rifiutano il rigore imposto dalle regole interne. Chiudiamo questi due giorni in Galilea con la S.Messa nell’Istituto
Salesiano che domina la collina di Nazareth. Da buoni exallievi, anche a
2700 chilometri da casa, il nostro inno “Giù dai colli” non può mancare!
Spostandoci da Nazareth a Gerico attraversiamo prima una verde
pianura e poi il deserto in cui molto spesso alle zone secche e sabbiose sono
affiancati rigogliosi campi coltivati ad ortaggi. Il contrasto è incredibile, ma
è reso possibile dalle acque del lago di Tiberiade che vengono intubate e,
attraverso una capillare rete distributiva, convogliate nel paese dove viene
utilizzata con impianti a goccia per evitare sprechi.
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Il nostro viaggio continua verso Sud. Entriamo in
Palestina, nella depressione del
mar Morto per visitare Gerico,
un’oasi nel deserto di Giuda. In
molti edifici sono molto evidenti i
segni dei bombardamenti delle
ultime guerre. Visitando i resti
della città antica (fondata circa
12000 anni fa e per questo una
delle più antiche al mondo), possiamo vedere anche il monte delle tentazioni, con “incastonato” un monastero ortodosso. Salendo verso Gerusalemme, nel deserto di Giuda facciamo l’incontro con diversi accampamenti di beduini. Arrivati in
Gerusalemme, abbagliati dallo splendore della cupola dorata della Moschea
di Omar, ci rechiamo nella spianata del tempio e col capo obbligatoriamente coperto dopo i ligi controlli al metaldetector ci avviciniamo al Muro
del Pianto. La particolarità di Gerusalemme sta anche nel fatto che in un’area ristretta si concentrano luoghi sacri di molte religioni diverse. E così
con pochi passi arriviamo a visitare il Cenacolo e i luoghi che ricordano la
morte di Maria e il tradimento di Pietro. Attraversando la valle del Cedron,
si giunge al Monte degli Ulivi dove sono erette la cappella dell’Ascensione
e la chiesa del Pater, una basilica mai finita. Qui don Piergiorgio, in mezzo
ai mosaici con il Padre
Nostro scritto in moltissime
lingue e dialetti, ci regala l’emozione di sentirlo recitato
in aramaico, la lingua di
Gesù e girando nella basilica
riusciamo a trovare anche la
versione in piemontese!
Scendiamo a fianco
del
cimitero
ebraico.
Sostiamo nella chiesa del
Pianto di Gesù, Dominus
Flevit, da cui si vede tutta
Gerusalemme. Continuando la discesa arriviamo al Getsemani, con delle
piante di ulivo risalenti all’epoca di Gesù. Sostare in silenzio in quel luogo
dopo aver sentito il racconto del Vangelo, quasi “obbliga” alla preghiera.
Il programma del viaggio nel pomeriggio però ci porta a
Betlemme, lasciando ai giorni successivi il completamento della visita di
Gerusalemme. Entriamo in Palestina attraversando uno dei varchi nel
muro. Il controllo da parte delle guardie armate con mitra è rigoroso. Alla
basilica della Natività, di epoca bizantina, si accede da una porta bassa che
obbliga chi vuol passare a chinarsi. La grotta che si trova nella cripta sotto
l’altare purtroppo conserva ben poco dell’aspetto originale.
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Mentre a casa nostra in Italia nevicava abbondantemente, il 31
dicembre, siamo scesi nella depressione del Mar Morto fino al punto più
basso del pianeta, a –413 metri s.l.m. visitando il sito archeologico di
Qumran e la complessa ed estesa roccaforte di Masada, costruita su una collina a fianco del Mar Morto i cui abitanti zeloti resistettero all’assedio
romano fino all’ultimo. Scesi sulle rive del mar Morto, un coraggioso del
gruppo ha provato a fare il bagno nell’acqua salatissima, provando a leggere il giornale anche durante il bagno.
Dopo aver brindato all’anno nuovo, la mattina del 1° gennaio
saliamo a Gerusalemme, visitiamo la basilica di S.Anna che ricorda la natività di Maria e lì vicino la piscina probatica, dove Gesù guarì il paralitico.
Dopo aver attraversato l’arco dell’Ecce Homo, cominciamo la via
Dolorosa. E’ difficile provare a concentrarsi durante il cammino della via
Crucis, perché questa è una via che passa fra negozi, abitazioni e piazze
invase da rumori, profumi, odori. L’ingresso nella basilica del Santo
Sepolcro porta con sé anche lo sconforto per il caos che vi regna nonostante che dovrebbe essere un luogo di silenzio, riflessione e preghiera. Saliti
sul Golgota a turno si può toccare il foro nella roccia su cui venne issata la
croce per poi passare nel Sepolcro a cui si accede da una minuscola porta
che quasi ci invita a farci piccoli di fronte al grande mistero della
Risurrezione che lì si è compiuto.
Abbiamo percorso le strade della Palestina e di Israele alla ricerca
delle origini della nostra fede e abbiamo avuto la possibilità di riflettere in
un luogo speciale sul grande dono che abbiamo ricevuto con la vita di Gesù.
L’amicizia che si è instaurata tra i partecipanti, la commozione
provata visitando i luoghi santi hanno lasciato una traccia indelebile in ciascuno di noi ed il desiderio di rivivere esperienze così arricchenti.
Guido Meinardi
P.A. 1996
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Visto l’alto gradimento del viaggio in Israele e la richiesta da parte di
molti di ripetere l’esperienza in altri luoghi, proponiamo
GITA-PELLEGRINAGGIO
IN POLONIA
DAL 5 AL 9 APRILE 2010
Qui riportiamo solo alcune indicazioni di massima; i dettagli verranno resi
noti a coloro che sono direttamente interessati.
Lunedì 5/04: partenza da Lombriasco in pullman per Caselle – arrivo a
Cracovia in serata – visita notturna della città
Martedì 6/04: visita guidata a Cracovia, Wieliczka (famose miniere di sale)
Mercoledì 7/04: visita a Kalwaria Zebrzydowska, Wadovice (casa natale di
Giovanni Paolo II), Auschwitz
Giovedì 8/04: Czestochowa (santuario della Madonna Nera), Cracovia
Venerdì 9/04: Lagiewniki (santuario della Divina Misericordia), rientro in
Italia in serata
Costo indicativo (dipenderà dal numero degli iscritti) attorno a € 800,00.
Pre-iscrizioni: preferibilmente tramite e-mail:
[email protected] o per telefono: 011-2346311, lasciando il
vostro numero di telefono per essere richiamati oppure 011-2346327
(don Sandro), nelle ore serali dalle ore 20.00 alle ore 22.00
Entro e non oltre il 20 gennaio 2010.
Iscrizione definitiva, dopo l’invio del programma dettagliato, entro il 30
gennaio 2010, versando l’acconto di € 500,00.
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Il RETTOR MAGGIORE
A CARMAGNOLA PER COMMEMORARE
MICHELE MAGONE
Il trenta gennaio scorso, in occasione del 150° anniversario della
morte di Michele Magone, la comunità Carmagnolese ha avuto l’onore di partecipare alla Santa Messa celebrata dal Rettor Maggiore
dei Salesiani, Don Pascual Chàvez, presso la Parrocchia Santi
Pietro e Paolo Apostoli. Grandi emozioni ha suscitato nei carmagnolesi e in tutti i partecipanti alla funzione, provenienti dalle zone
limitrofe. Molti erano gli allievi e gli ex-allievi della scuola salesiana,
i quali sentendosi parte di questa grande famiglia, hanno risposto
calorosamente all’evento.
L’intervento del Rettor Maggiore ha toccato vari temi, ma il principale è stato il ricordo del grande Michele Magone, nato a
Carmagnola e morto prematuramente all’età di quattordici anni, considerato inizialmente un monello, che, grazie all’incontro con Don
Bosco, cambiò vita avvicinandosi sempre più a Gesù, lottando contro il male e diffondendo la gioia di vivere alle persone a lui vicine;
un grande esempio per tutti noi, e la sua figura incarna ancora oggi
i principi salesiani nell’educazione della gioventù.
Dalmasso Paolo
Geom. 2006
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25° ITG
25° ITA
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35° ITA
na
osta
squisita moccetta vald
35° ITG
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Per l’Unione e l’Amicizia
Aglietta Martina
Aimaretti Geom.Roberto
Aimaretti P.A. Roberto
Aime Geom. Arch. Giovanni
Albertino P.A. Damiano
Alesina Geom. Luigino
Alessandrini Geom. Aurelio
Alesso P.A. Gian Luigi
Allasia P.A. Giovanni
Allasina Geom. Danilo
Ambrosio Giovanni
Antona P.A. Giorgio
Astegiano Dott. Pierangelo
Baravalle P.A. Franco
Barbera Giuseppina in memoria di
Chiaretta P.A. Enrico
Barberis Geom. Augusto
Barberis P.A. Luca
Barbero Arnolfo Giuseppina
Battistino P.A. Geom.Giuseppe
Becchio Geom. Marco
Belloli Geom. Roberto
Benetti P.A. Simona
Bernardi P.A. Igor
Bertero P.A. Dott. Luca
in suffragio del papà
Bertero P.A.Enrico
Bertolino Geom. Eugenio
Bertolotto P.A. Gianmaria
Bettati Dott. Gianni
Bianchin Geom. Giovanni
Bianco Geom. Giampiero in ricordo
del papà Geom. Giuseppe
Bicchieri Geom. Alessandro
Bo P.A. Arch. Giuseppe
Bonadonna P.A.Luigi
Bonessa P.I. Mario
Boretto Romano
Borghino P.A. Roberto
Bosco Geom. Andrea
Bosi Geom. Carlo
Bosio Geom. Alessandro
Bovetti Geom. Ing. Paolo
Brero Geom. Giovanni
Brossa Geom. Giuseppe
Brunetti Caterina
Bursi P.A. Dott. Giulio
Candellero Geom. Bruno
Capello Geom. Giuseppe
Capone Geom. Ing. Franco
Capponi Neri
Carena Andrea
Carignano Geom. Arch. Riccardo
Carle Geom. Enzo
Casassa Geom. Arch. Giovanni
Cattaneo P.A. Piergiovanni
Cavaglià P.A. Alessio
Cavagliato P.A. Bartolomeo
Cavallero P.A. Giuseppe
Cavallo Geom. Manuela e P.A.
Andrea
Cavallotto P.A. Armando Eros
Cavalot Geom. Carla (missioni)
Celi P.A. Stefano
Chenal P.A. Dott. Gianmarco
Chiabrando P.A. Mauro
Chialva P.A. Dott. Franco
Chiapetto P.A. Maurizio
Chiara Geom. Massimo
Chinosi P.A. Mario
Cigna Mirella
Colombatto P.A. Domenico
Conte P.A. Gian Piero
Coppa Luigi
Coppo Geom. Ernesto
Costoli Geom. Giovanni
Dagasso Geom. Domenico
Dalmasso Geom. Paolo
Daniele Geom. Paolo
De Nicolò P.A. Dott. Filippo
Del Bo P.A. Dott. Sergio
Demichelis P.A. Dario
Dognibene P.A. Fulvio
Dolce Niccolò
Ducco Geom. Maurizio
e Annaclara
Eandi Geom. Marco
Enria Geom. Dott. Giorgio
Favaro geom. Giuseppe
Ferrario P.A. Gianni
Ferraro P.A. Sergio
Ferrato Domenica in suffragio di
Ferrato Geom. Aldo
Ferrero Dott.sa Luisa
Ferrero Geom. Luca
Ferrero Geom. M.Riccardo
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Ferrero P.A. Giuseppe
Ferrero P.A. Luca
Fezzi P.A. Pietro
Ficetti Geom.Carlo
Filippini P.A. Dott. Loris
Fissore P.A. Roberto
Foresto P.A. Renato
Frandino Geom. Marco
Frandino Geom. Walter
Frassà P.A. Giuseppe
Fumero P.A. Emiliano
Gaidano Geom. Piergiorgio
Gallino Geom. Teresio
Gallo P.A. Renato
Garesio Geom. Ivano
Garlanda P.A. Eusebio
Garnero Geom. Ing. Gabriele
Genre Geom. Gabriele
Gerbino Geom. Davide
Gili Geom. Arch. Roberto
Gili P.A. Bartolomeo
Giolito Geom. Giovanni
Giordana Bartolo
Golzio Dott.ssa Alessia
Grande P.A. Giuseppe
Grasso Geom. Aldo
Griffa Geom. Dario
Guglielmetti Agostino
Hyvoz P.A. Christian
Imarisio P.A. Giuseppe
Imberti P.A. Prof. Piero
Inaudi Romilda
Leone P.A. Quinto
Lo Giudice Agrot. Roberto
Lonati P.A. Gaetano
Lorenzino Geom. Arch.Giuseppe
Madiotto Geom. Stefano e Geom.
Andrea
Magnanini P.A. Federico
Malagoli P.A. Orfeo
Manassero Geom. Valerio
Marazina Geom. Roberto
Marcato P.A.Virginio
Marchetti P.A. Dott. Giorgio
Marenda P.A. Comm. Stefano
Marguerettaz P.A. Dott. Fabio
Marocco P.A. Dott.Paolo
Martini P.A. Dott. Franco
Martini P.A. Giuseppe
Masante P.A. Massimiliano
Massano Geom. Aurelio
Massimino P.A. Giuseppe
Meinardi Geom. Fabrizio
Meinardi P.A. Guido
Michelis Geom. Ing. Davide
Mignacca P.A. Gianmaria
Molinari P.A. Giovanni
Montrosset Geom. Ing. Ivo
Moreschini Romeo
Moretti Federico
Nigro Giulia
Novaroli P.A. Emiliano
Noz P.A. Paolo
Oberto P.A. Dott. Luigi
Oddenino Geom. Maurizio
Oitana P.A. Marco e fam.
Olivero Geom. Bernardino
Origlia Geom. Carlo
Osella Erica
Osella Geom. Gabriele
Ossola Geom. Carlo
Paravisi Geom. Marco
Parola Geom. Oscar
Partiti Geom. Mario
Parussa Geom. Stefano
Pasta P.A.Roberto
Pautasso Clara, Geom. Carlo
Alberto e Geom. Gianpiero
Pedrale P.A. Prof. Massimo
Perazzo P.A. Andrea
Perino Fontana Geom. Giorgio
Perino Geom. Piero
Perotti Geom. Mario
Pezzani P.A. Dott. Giampiero
Pistone Milena
Pistono P.A. Giacomo Remo
Pitet Augusta
Pochettino Giovanni
Pochettino Francesco
Poletto Geom. Cesare
Porporato P.A.Giuseppe
Portis P.A. Alberto
Prizzon Geom. Alex
Ragazzini P.A. Dott. Pierino
Raglia P.A. Dott. Ugo
Ramella P.A. Riccardo
Ramondini Geom. Dott. Lorenzo
Rastello Geom. Federico
Ravanelli P.A. Dott. Giovanni
Ricaldone P.A. Primo
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Riccardi P.A. Lorenzo
Robasto P.A. Dott. Sebastiano
Rocchietti Geom. Fiorenzo
Rocchietti P.A. Angelo
Ronzio P.A. Enrico
Rosso P.A. Giuseppe
Ruatto Longo Patrizia
Sacchetto Geom. Gian Battista
Sacchetto P.A. Giuliano
Santi P.A. Pier Giorgio
Sapino Geom. Giorgio
Sapino Geom. Luigi
Sarcinella Silvia
Sartore Geom. Arch. Piero
Sasia Geom. Arch. Giuseppe
Scavarda Geom. Desiderio
Serafino P.A. Piero
Sola P.I. Mario
Sosso Geom. Luca e Geom.
Alberto
Squarotti Geom. Massimo
Succo Geom. Ing. Daniele
Tealdi Martina
Tesio Geom. Walter
Tesio Lodovico
Tessa P.A. Bruno
Tesse Geom. Mattia
Testa P.A. Aldo
Tornielli Geom. Sergio
Turletti P.A. Alberto
Vaglienti Pierino
Lusardi Geom. Daniele
Vallauri Geom. Giancarlo
Vanzetti P.A. Ilario
Vaschetto P.A. Tommaso
Vergnano P.A. Giovanni
Verra Rag. Franco e Luciano
Villa Enot. Francesco
Virano P.A. Lorenzo
Viviani Geom. Narciso
Yeuilla P.A. Remo
Zanellati P.A. Dott. Gabriele
Offerte per poltrone Teatro
Bertolotto P.A. Gianmaria
Garnero Geom. Ing. Gabriele
Gerbino Geom. Davide
Un grazie sincero
per la generosa collaborazione.
Ci scusiamo per le eventuali dimenticanze…
Auguri di
Buon Natale
e Felice Anno Nuovo!
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TA C C U I N O
!Sabato 30 gennaio 2010
in mattinata Festa solenne di Don Bosco a Lombriasco
!Domenica 31 gennaio 2010
Festa di Don Bosco a Saluzzo e a Trofarello
!Sabato13 marzo 2010
Convegno sul Liceo Scientifico
!Sabato 20 marzo 2010 - ore 10,30
S.Messa a Breolungi
in ricordo di Don Rossi e Don Pellerino - Seguira’ pranzo
Prenotarsi presso Geom. Vallauri 0172.67110 - Cell. 348.3813916
oppure Geom. Allena 0174.681421
!Domenica 21 marzo 2010
Preparazione alla Pasqua per giovani exallievi
!9
Maggio 2010
CONVEGNO ANNUALE EX ALLIEVI
RINNOVO PRESIDENTE E CONSIGLIO EXALLIEVI
In occasione del Convegno annuale di maggio saremo invitati ad
eleggere il nuovo Consiglio. Chi fosse generosamente disponibile per
questo servizio comunichi il proprio nome entro febbraio alla segreteria
ex. Grazie!
ANNUARIO 2010 - Si sollecitano i referenti “ritardatari” a fornire le
correzioni e le foto della propria classe entro gennaio. Se qualche
exallievo non gradisce che venga pubblicata la sua foto sul nuovo annuario, è pregato di comunicarlo entro gennaio.
Sito internet di Lombriasco: www.salesianilombriasco.it
Vi invitiamo a visitare anche il sito internet degli exallievi
e di tutta la famiglia salesiana del Piemonte, come segno di
appartenenza al nostro grande movimento:
www.donboscoinsieme.com
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE - Direttore Responsabile : Sergio Giordani - Reg. Trib. Di Torino n° 2954 del 21/04/1980 - Amministrazione e Redazione: Via Maria Ausiliatrice, 32 -10152 Torino - tel. 011.5224203
COL TEMPO E COL PO - Rivista degli exallievi di Lombriasco - Redazione: Don Sandro Barra, Elvira Carena - Hanno collaborato: Guido Meinardi, Paolo Dalmasso - Stampa : elledi - Arti Grafiche - Carmagnola
PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE
In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio C.M.P. TO NORD per la
restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la relativa tassa. Grazie.
ISTITUTO TECNICO SALESIANO - Via S.Giovanni Bosco, - 10040 Lombriasco (TO)
Supplemento a: “Maria Ausiliatrice” rivista del Santuario Basilica di Maria Ausiliatrice - Torino - Anno 29
numero 9 novembre 2009 - Spedizione in abbonamento postale - pubbl. inferiore al 50% - tariffa riscossa TO C.M.P.
elledi - Arti Grafiche - Carmagnola
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