La voce
Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica
Benvenuto
Vescovo
Francesco!
Grazie
Vescovo
Roberto!
QUARESIMA 2009
7.00
ORARI DELLE SANTE MESSE
Lunedì
Scuola Materna
Martedì
Mercoledì Parrocchia**
Giovedì
Venerdì
Scuola Materna
Sabato
9.00*
Parrocchia
Parrocchia
Parrocchia
Parrocchia
Parrocchia
17.30
Capannelle
Capannelle
Capannelle
18.00
20.00
Parrocchia
Parrocchia
Oratorio
Parrocchia
Parrocchia
* Celebrazione delle Lodi mattutine - A seguire Santa Messa
** La celebrazione è posticipata alle ore 7.45
DOMENICA E FESTIVI
In parrocchia
Alle Capannelle
Al Padergnone
Ore 18.00 (vigilia) - 7.00 - 8.00 - 9.30 - 11.00 - 19.00
Ore 18.30 (vigilia) - 10.00
Ore 9.00
LA VOCE
Notiziario della comunità parrocchiale
di Zanica
Anno 7 - N° 1 - Febbraio 2009
Direttore responsabile
Silvano Ghilardi
Direttore di redazione
Luca Gattoni
Redazione
Marco Bassi
Veronica Casanova
Fabrizio Colombelli
Luca Gattoni
Silvano Ghilardi
Ennio Locatelli
Valeria Ubbiali
Stampa
Gianluigi Ronzoni
Stefania Bottazzoli
Alice Bottazzoli
CICLOSTILATO IN PROPRIO
http://www.parrocchiazanica.it
[email protected]
VISITE GUIDATE AL MUSEO PARROCCHIALE
Grazie alla collaborazione dei volontari del gruppo “ZanicArtEstoria”, ogni
quarta domenica del mese alle ore
15.45 viene offerta la possibilità di visitare gratuitamente il Museo parrocchiale,
e di essere accompagnati anche nella visita alla Chiesa.
Per informazioni, rivolgersi in casa
parrocchiale.
NUMERI TELEFONICI UTILI
Don Silvano - Casa Parrocchiale
Don Luca - Abitazione
Don Pietro - Abitazione
Reverende Suore - Scuola Materna
Segreteria - Bar Oratorio
035.671.029
035.670.040
035.675.063
035.671.107
035.670.558
EDITORIALE
“Combattere
la povertà,
costruire la pace”
SOMMARIO
Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3
Camminando s’apre
cammino . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5
Quaresima 2009 . . . . . . . . . . pag. 7
Messaggio del Papa . . . . . . . . pag. 8
XXV di ordinazione di
Padre Mario Traina . . . . . . . pag. 10
Grazie Signore!. . . . . . . . . . . pag. 13
Calendario pastorale . . . . . . pag. 14
Il saluto di
Suor Maria Teresa Traina. . . pag. 15
Il santuario di Caravaggio . . pag. 18
Curiosando . . . . . . . . . . . . . pag. 20
Intervista a G. Carlo Cadè . . pag. 21
Intenzioni Sante Messe . . . . . pag. 23
Rendiconto economico . . . . pag. 24
Anagrafe. . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26
La Voce - Quaresima 2009
Davanti agli ambasciatori
dei 177 paesi del mondo, il Papa ha denunciato nel mese di
Dicembre le ricadute della crisi
mondiale sulle vecchie e nuove
povertà. L’ampio discorso col
quale Benedetto XVI ha abbracciato l’attualità internazionale,
al cospetto del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa
Sede, ha suscitato attenzione e
reazioni in tutto il mondo, a
partire dalle considerazioni che
il Pontefice ha fatto sulla nuova
fase drammatica del conflitto
israelo - palestinese.
La situazione in Medio
Oriente è veramente una delle
“spine” del mondo e uno dei
fattori che impedisce di vivere
più stabilmente, insieme, e che
rischia di pregiudicare l’equilibrio mondiale. Il papa precisa
che «l’opzione militare non è una
soluzione», stigmatizza «la violenza da qualunque parte provenga» e raccomanda di scegliere
leader pacifisti «Per costruire la
pace, occorre ridare speranza ai poveri». Nelle parole del Papa c’è
la consapevolezza che per lottare efficacemente contro le
guerre, contro i conflitti bisogna rimuoverne le cause che
molto spesso li alimentano. E
non c’è alcun dubbio che tra le
cause più diffuse ci sia proprio
la povertà.
Una povertà che è intesa non
solo in senso materialistico, come un’assenza di mezzi materiali, ma anche in senso
spirituale, come assenza di valori, e direi che è proprio questa
la parte più importante, il filo
conduttore di questo discorso.
Per far fronte a queste sfide che
interessano l’intero pianeta, occorre che esista una comunità:
una comunità unita negli ideali
e nei valori, che si assuma le
proprie responsabilità e che
sappia agire. E, in fondo è proprio questo il più grande problema di cui si soffre oggi: la
difficoltà ad agire in maniera
coesa.
Diceva Madre Teresa: “I poveri hanno bisogno di tante cose,
soprattutto hanno bisogno di Dio,
soprattutto cercano Dio”. La nostra povertà, non è forse di ordine morale prima di tutto?
Quando il Papa ha condannato
conflitti, terrorismo e corsa al
riarmo, ed ha invocato una strategia contro fame e nuove povertà anche nei paesi ricchi, non
era forse la povertà morale
quella che esiste e continua a
estendersi nei paesi ricchi, quella a cui si riferiva?
Ci sono dunque “implicazioni morali” della povertà. A cominciare dalla falsa relazione
che spesso si pone tra povertà e
sviluppo demografico. “In conseguenza di ciò – ha detto Benedetto XIV sono in atto
campagne di riduzione delle nascite, condotte a livello internazionale, anche con metodi non rispettosi
né della dignità della donna, né del
diritto dei coniugi a scegliere responsabilmente il numero dei figli
e spesso, cosa anche più grave, non
rispettosi neppure del diritto alla
vita”. Una povertà che impedisce alle persone e alle famiglie
di vivere secondo la loro dignità; una povertà che offende la
giustizia e l’uguaglianza e che,
come tale, minaccia la convivenza pacifica.
In questa accezione negativa
rientrano anche le forme di povertà non materiale che si riscontrano nelle società ricche e
progredite: emarginazione, miseria relazionale, morale e spirituale. Dice il Papa: “Nelle
società ricche e progredite esistono
fenomeni di emarginazione, po3
4
vertà relazionale, morale e spirituale: si tratta di persone interiormente disorientate, che vivono
diverse forme di disagio nonostante il benessere economico”.
Ecco che cosa è la nostra povertà. Ci si lamenta spesso di
non essere “ricchi”, “benestanti” o aver conti correnti floridi… Ci si lamenta delle tasse
troppo alte, di canoni e abbonamenti da pagare… Molti dicono di non arrivare a fine mese
con lo stipendio che hanno…
Eppure, nonostante questo, noi
facciamo parte di quella società
che viene considerata ricca, e lo
siamo se pensiamo a quei Paesi
del terzo mondo dove non c’è
alfabetizzazione, dove non c’è
lavoro, dove ci sono miseria ed
indigenza. Dal punto di vista
umanitario non siamo forse anche noi da considerarsi poveri
di attenzione verso l’Altro?
Non siamo poveri d’amore, di
aiuto concreto, nei confronti di
chi ha veramente bisogno? Siamo forse noi disposti, immediatamente, di slancio, a
tendere la mano a chi ci guarda
con occhi sgranati dove l’unico
messaggio proveniente dal suo
sguardo è: “AIUTAMI?”. Pensiamo a quando per strada troviamo un mendicante: quante
volte ci fermiamo per dar loro
qualche spicciolo? E ancora:
quante volte osiamo noi avvicinarlo per primi per aiutarlo?
La risposta più semplice, e
giustificatrice a volte, è che
spesso non abbiamo spiccioli,
non abbiamo denaro, non abbiamo tempo per farlo. All’uomo di oggi, quello che vive in
paesi ricchi – come ci possiamo
definire - manca il tempo per ritrovare se stesso.Ritrovare un
proprio spazio dove ritrovare la
propria stima, la propria dignità, il proprio valore, il profondo
amor proprio e l’amore per la
vita che, non dobbiamo mai dimenticare, ci viene data in dono. C’è una frase di Michael
Quoist che dice:
“…Così gli uomini corrono
tutti dietro al tempo, o Signore,
passano sulla terra
correndo, frettolosi,
precipitosi, sovraccarichi,
impetuosi, avventati...
e non arrivano mai a tutto,
manca loro il tempo,
nonostante ogni sforzo,
manca loro il tempo,
anzi manca loro
molto tempo..”.
Già, ci manca il tempo per
esser noi stessi, per accettarci
con i nostri pregi e i nostri difetti, ci manca il tempo per poter ritrovare noi stessi e
coltivare quel che c’è di importante in noi: la parte spirituale,
la nostra moralità… Se ritrovassimo quella parte, che in
ognuno di noi è presente, sebbene un po’ nascosta, ecco quale grande strumento avremmo
a nostra disposizione per aiutare concretamente gli altri. Per
non commettere errori di valutazione, per rispettare il dono
di Dio, per rispettare la dignità
umana di qualsiasi essere umano: feto, infante, bambino, adolescente, adulto o anziano che
sia.
Per Combattere la Povertà e
Costruire la Pace….
Valeria Ubbiali
La Voce - Quaresima 2009
Camminando
s’apre
cammino
Fratelli e sorelle carissimi,
il 2009 è ormai
iniziato da diverse settimane e
solo adesso riusciamo a raggiungervi con il nuovo numero
de La voce. Non sono state le
troppe attività a ritardare il nostro impegno. L’Avvento e il
Natale ci ha visto (don Luca, io
e le persone che ci hanno aiutato) totalmente assorbiti dall’esperienza della malattia e
della morte dei nostri cari papà,
Carmelo e Pietro. Sono state
giornate di preoccupazione e di
grande dolore, come ben sapete
voi tutti che siete passati per
esperienze analoghe. Ci sono
state di grande aiuto e consolazione la luce della fede e la vicinanza che ci avete manifestato
con l’affetto e la preghiera. Ci
sentiamo davvero in debito con
voi di una gratitudine che non
vorremmo mai lasciare affievolire. In particolare rinnovo il
ringraziamento per tutti questi
sei anni in cui avete sempre circondato di simpatia e di calore
il mio papà: il suo sorriso è stata la risposta più bella che penso custodiate con me nel vostro
cuore.
La Voce - Quaresima 2009
E ora permettete che ricordi
alcuni passaggi che hanno segnato il cammino della nostra
comunità in questo periodo appena trascorso.
* Il 6 dicembre, festa di San
Nicolò, ha presieduto la messa
solenne don Lino Lazzari, che
è stato coadiutore a Zanica dal
1961 al 1965. Nel 2008 ha compiuto 80 anni ed è stato bello
ringraziare con lui il Signore,
per il bene che ha ricevuto e donato attraverso il suo ministero.
Suo coetaneo è don Bernardino
Vitali, coadiutore a Zanica dal
1969 al 1976. Con lui celebreremo la messa di chiusura del
prossimo Triduo, il 22 marzo. Il
6 gennaio abbiamo ricordato i
25 anni di ordinazione sacerdotale del nostro fra’ Mario Traina, da dieci anni missionario in
Brasile, dove è rientrato l’11
febbraio. Sono state numerose
le ricorrenze nell’anno appena
concluso: penso sia davvero
bello ricordarle, per un dovere
di riconoscenza e soprattutto
per custodire un sincero senso
di comunità, di famiglia, in cui
ogni persona è un volto e un
nome unico e prezioso.
* La festa del nostro patrono
ha dato il via alla nuova iniziativa parrocchiale: il dono di san
Nicolò, una raccolta mensile di
generi alimentari non deperibili per le famiglie in grave difficoltà del nostro territorio e per
le iniziative caritative diocesane. L’inizio è stato davvero promettente e a breve ne daremo
anche un primo resoconto.
L’impegno più gravoso resta
comunque quello di conoscere
le situazioni di difficoltà e di sapersi avvicinare con discrezione e cordialità, per distribuire
oculatamente questi semplici
aiuti. Grazie alle volontarie che
hanno cominciato questa preziosa opera.
* Quest’anno per la novena
di Natale abbiamo proposto
ogni giorno la messa alle 7.45,
in modo che i ragazzi delle elementari con le loro mamme potessero fermarsi un momento in
preghiera prima di andare a
scuola. Diversi ragazzi hanno
vissuto questa occasione con
impegno e costanza. Bravi! Sicuramente potevano essere di
più. Sulla base di questa esperienza si può fare una proposta
più adatta a loro. Ricordo che
ogni mercoledì la messa è celebrata in questo orario. Magari
in quaresima si potrebbe rinnovare questo impegno.
* Durante l’avvento si è riproposta l’esperienza dei Cenacoli. Ci si è affidati
innanzitutto a quanti l’avevano
già organizzata durante la Missione Parrocchiale. Ora, per la
Quaresima, possiamo continuare e dare la possibilità anche ad
altre famiglie di inserirsi – accettando l’invito di una famiglia o invitando altre famiglie
nella propria casa - e crescere
così nell’amicizia e nella comunicazione semplice della fede.
* Penso che per tutti sia stata
una bella sorpresa il presepio
che gli appassionati ed esperti
Amici del presepio hanno allestito quest’anno in chiesa. Dopo la
festa della Presentazione è stato
smontato… ma sicuramente la
mente e le mani sono già al lavoro. Cose così belle non si improvvisano!
* Il 17 gennaio è iniziato il
Percorso Fidanzati: 18 coppie,
che il sabato sera, per otto settimane, con l’aiuto di tre coppie
di sposi, rileggono la propria
esperienza e confrontano le
proprie aspettative e i propri
5
progetti, in vista di un matrimonio che è sì un grande impegno, ma prima di tutto un
grande dono. È un impegno, e
bisogna dargli solide fondamenta; ma è anche un grande
dono, e si tratta di rimanere
sempre aperti a Dio e ai fratelli
perché questo dono possa sostenere, arricchire e rallegrare
l’intera esistenza degli sposi. Il
primo febbraio, Giornata della
vita, tutti insieme hanno partecipato alla messa della comunità, alle ore 11, insieme alle
famiglie con i bimbi battezzati
nel 2008.
* Domenica 25 gennaio 61 ragazzi e ragazze della nostra comunità hanno ricevuto la
Confermazione per mano di
mons. Alessandro Assolari, delegato vescovile. La cresima è
un punto di partenza, non di
arrivo: si è confermati nel dono dello Spirito Santo “semplicemente” per essere discepoli
di Gesù, ogni giorno, in tutto
quello che si vive. Continuiamo
a seguire con l’affetto e con la
preghiera questi ragazzi. Preghiamo anche per i loro genitori; non è facile il loro compito,
ma è preziosissimo: auguro loro di non isolarsi; il dialogo e il
confronto amichevole sono di
grande aiuto. Grazie ai catechisti che li accompagnano con
tanto impegno.
6
* Domenica 15 febbraio: è arrivato il grande momento per
sr. Maria Teresa Traina di ripartire per l’Africa. La sua destinazione, dopo diversi anni
vissuti in Italia e in Polonia per
le attività formative del suo istituto, è ora il Congo. In questa
domenica un semplice saluto.
Attraverso La voce rimarremo
informati della sua missione. I
missionari sono fisicamente
lontani; in realtà sono un grande arricchimento per la nostra
comunità, con la loro testimonianza di fede e con il dono della loro vita.
Un grande avvenimento interessa la vita della nostra comunità in questo inizio d’anno.
Dopo 17 anni il vescovo Roberto Amadei termina il suo servizio episcopale e prende il suo
posto mons. Francesco Beschi,
proveniente dalla diocesi di
Brescia.
Mons. Roberto non si certo
risparmiato in questi anni, servendo una diocesi grande e impegnativa. La percorsa in lungo
e in largo. Ha realizzato il Sinodo, per delineare il cammino
per i prossimi anni. Ha visitato
più volte la nostra comunità; ricordo in particolare la visita
pastorale del gennaio 2003 e
l’ultimo incontro, alla conclusione della Missione parrocchiale, il 20 aprile 2008. Arriva
purtroppo a questo naturale
passaggio di consegne segnato
da una improvvisa e preoccupante malattia. Gli siamo vicini
con tanto affetto e riconoscenza
e preghiamo per lui, perché il
Signore gli conceda salute e serenità, e la gioia di restare in
una Chiesa che egli ama e dalla
quale è riamato. In particolare
ricordo la possibilità di partecipare alla celebrazione di saluto
a mons. Roberto sabato 28 febbraio alle ore 18 in Cattedrale.
Mons. Francesco Beschi per
ora è un bel viso sorridente,
cordiale, incoraggiante. Impareremo a conoscerlo personalmente nei prossimi anni. Lo
accogliamo con simpatia, ma
soprattutto con fede: è chiamato ad essere in mezzo a noi il
successore degli Apostoli, a
confermarci cioè nella fedeltà al
vangelo di Cristo, a rafforzarci
in un’autentica comunione di
amore attorno all’eucaristia, a
incoraggiarci a percorrere pieni
di speranza le vie ardue della
testimonianza e della carità nel
nostro mondo, certamente
complicato e ferito, ma anche
ricco di tante potenzialità e comunque amato dal Signore.
Per poter partecipare al suo ingresso in Diocesi, di persona o
attraverso la trasmissione televisiva, il nostro Triduo dei defunti viene spostato di una
settimana, nei giorni 20-22 marzo.
Don Silvano
La Voce - Quaresima 2009
Quaresima
2009
La Voce - Quaresima 2009
“Io ritenni infatti di non sapere
altro in mezzo a voi se non Gesù
Cristo, e questi crocifisso” (1Cor
2,2).
In questo anno dedicato alla
figura dell’apostolo Paolo, poniamo il nostro itinerario nel
solco indicato da queste sue parole incisive. La quaresima è
quel periodo intenso dell’anno
che ci ricorda il senso profondo
della nostra vita: è un cammino, anzi una corsa verso Cristo
- “proteso verso il futuro, corro
verso la mèta (…) perché io
possa conoscere lui, la potenza
della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze,
diventandogli conforme nella
morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10ss).
La nostra quaresima sarà
dunque un fissare attentamente
il nostro sguardo su Gesù, un
piegare le ginocchia con stupore davanti al mistero della sua
morte e risurrezione e unire così la nostra voce al grande numero di coloro che in ogni
lingua annunciano che egli è il
Signore.
I quaranta giorni non saranno tutti uguali; ci saranno tante
giornate speciali che sosterranno il nostro cammino:
* il mercoledì delle ceneri e –
per i ragazzi – anche il giovedì
e il venerdì di inizio;
* il Triduo dei morti – giorni
preziosi di adorazione, di silenzio, di pace, di adesione commossa e convinta a colui che ci
precede portando la croce;
* le via crucis ogni venerdì;
* la settimana del digiuno,
dal 29 marzo al 5 aprile.
Le riflessioni che saranno
proposte nei giorni feriali faranno riferimento al brano di
vangelo proposto in quel giorno dalla liturgia.
A tutti i ragazzi e le ragazze
viene distribuito un libretto che
li aiuti a fare della quaresima
un cammino personale dietro a
Gesù verso la Pasqua. È un sussidio illustrato, che richiede la
partecipazione attiva di chi lo
utilizza. È importante che anche i genitori aiutino i figli a fare questo percorso quotidiano.
La domenica poi, prima del
pranzo o della cena, è proposta
una semplice preghiera che
coinvolge tutta la famiglia.
Al termine del percorso sarebbe bello che tutti – ragazzi,
catechisti e genitori – dessero
un parere su questo tipo di sussidio, per calibrare meglio le
proposte per l’anno prossimo.
Buona Quaresima!
7
Messaggio del
Santo Padre Benedetto XVI per
la Quaresima
2009
“Gesù,
dopo aver digiunato
quaranta giorni
e quaranta notti,
ebbe fame”
(Mt 4,2)
8
Cari fratelli e sorelle!
All’inizio della Quaresima,
che costituisce un cammino di
più intenso allenamento spirituale, la Liturgia ci ripropone
tre pratiche penitenziali molto
care alla tradizione biblica e cristiana - la preghiera, l’elemosina, il digiuno - per disporci a
celebrare meglio la Pasqua e a
fare così esperienza della potenza di Dio che, come ascolteremo nella Veglia pasquale,
“sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai
peccatori, la gioia agli afflitti.
Dissipa l’odio, piega la durezza
dei potenti, promuove la concordia e la pace” (Preconio pasquale). Nel consueto mio
Messaggio quaresimale, vorrei
soffermarmi quest’anno a riflettere in particolare sul valore
e sul senso del digiuno. La
Quaresima infatti richiama alla
mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel
deserto prima di intraprendere
la sua missione pubblica. Leggiamo nel Vangelo: “Gesù fu
condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato
quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame” (Mt 4,12). Come Mosè prima di
ricevere le Tavole della Legge
(cfr Es 34,28), come Elia prima
di incontrare il Signore sul
monte Oreb (cfr 1 Re 19,8), così
Gesù pregando e digiunando si
preparò alla sua missione, il cui
inizio fu un duro scontro con il
tentatore.
Possiamo domandarci quale
valore e quale senso abbia per
noi cristiani il privarci di un
qualcosa che sarebbe in se stesso buono e utile per il nostro sostentamento. Le Sacre Scritture
e tutta la tradizione cristiana in-
segnano che il digiuno è di
grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che ad esso induce. Per questo nella storia
della salvezza ricorre più volte
l’invito a digiunare. Già nelle
prime pagine della Sacra Scrittura il Signore comanda all’uomo di astenersi dal consumare
il frutto proibito: “Tu potrai
mangiare di tutti gli alberi del
giardino, ma dell’albero della
conoscenza del bene e del male
non devi mangiare perché, nel
giorno in cui tu ne mangerai,
certamente dovrai morire” (Gn
2,16-17).
Gesù pone in luce la ragione
profonda del digiuno, stigmatizzando l’atteggiamento dei farisei, i quali osservavano con
scrupolo le prescrizioni imposte dalla legge, ma il loro cuore
era lontano da Dio. Il vero digiuno, ripete anche altrove il divino Maestro, è piuttosto
compiere la volontà del Padre
celeste, il quale “vede nel segreto, e ti ricompenserà” (Mt
6,18). Egli stesso ne dà l’esempio rispondendo a satana, al
termine dei 40 giorni passati nel
deserto, che “non di solo pane
vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”
(Mt 4,4). Il vero digiuno è dunque finalizzato a mangiare il
“vero cibo”, che è fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34). Se
pertanto Adamo disobbedì al
comando del Signore “di non
mangiare del frutto dell’albero
della conoscenza del bene e del
male”, con il digiuno il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella
sua bontà e misericordia.
Poiché tutti siamo appesantiti dal peccato e dalle sue conseguenze, il digiuno ci viene
offerto come un mezzo per riLa Voce - Quaresima 2009
annodare l’amicizia con il Signore.
Troviamo la pratica del digiuno molto presente nella prima comunità cristiana (cfr At
13,3; 14,22; 27,21; 2 Cor 6,5). Anche i Padri della Chiesa parlano
della forza del digiuno, capace
di tenere a freno il peccato, reprimere le bramosie del “vecchio Adamo”, ed aprire nel
cuore del credente la strada a
Dio. Il digiuno è inoltre una
pratica ricorrente e raccomandata dai santi di ogni epoca.
Scrive san Pietro Crisologo: “Il
digiuno è l’anima della preghiera e
la misericordia la vita del digiuno,
perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel
domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto
verso di sé il cuore di Dio non
chiuda il suo a chi lo supplica”
(Sermo 43).
La Voce - Quaresima 2009
Ai nostri giorni, la pratica
del digiuno pare aver perso un
po’ della sua valenza spirituale
e aver acquistato piuttosto, in
una cultura segnata dalla ricerca del benessere materiale, il
valore di una misura terapeutica per la cura del proprio corpo. Digiunare giova certamente
al benessere fisico, ma per i credenti è in primo luogo una “terapia” per curare tutto ciò che
impedisce loro di conformare
se stessi alla volontà di Dio.
Privarsi del cibo materiale
che nutre il corpo facilita un’interiore disposizione ad ascoltare Cristo e a nutrirsi della sua
parola di salvezza. Con il digiuno e la preghiera permettiamo a Lui di venire a saziare la
fame più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo: la
fame e sete di Dio.
Al tempo stesso, il digiuno ci
aiuta a prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli. Nella sua
Prima Lettera san Giovanni
ammonisce: “Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in
necessità gli chiude il proprio
cuore, come rimane in lui
l’amore di Dio?” (3,17). Digiunare volontariamente ci aiuta a
coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china e va in
soccorso del fratello sofferente.
Scegliendo liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli
altri, mostriamo concretamente
che il prossimo in difficoltà non
ci è estraneo. Proprio per mantenere vivo questo atteggiamento di accoglienza e di
attenzione verso i fratelli, incoraggio le parrocchie ed ogni altra comunità ad intensificare in
Quaresima la pratica del digiuno personale e comunitario,
coltivando altresì l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera e
l’elemosina.
La Quaresima sia pertanto
valorizzata in ogni famiglia e in
ogni comunità cristiana per allontanare tutto ciò che distrae
lo spirito e per intensificare ciò
che nutre l’anima aprendola all’amore di Dio e del prossimo.
Penso in particolare ad un maggior impegno nella preghiera,
nella lectio divina, nel ricorso al
Sacramento della Riconciliazione e nell’attiva partecipazione
all’Eucaristia, soprattutto alla
Santa Messa domenicale. Con
questa interiore disposizione
entriamo nel clima penitenziale della Quaresima.
+ Benedictus PP. XVI
9
XXV di
ordinazione
di Padre Mario
Traina
10
“Percepiamo qui qualcosa del
mistero profondo che è l’essere cristiani. Ciò che costituisce la nostra
fede non è in primo luogo ciò che
facciamo, ma ciò che riceviamo.”
Così il Papa chiudeva il suo
discorso nella veglia con i giovani il 19 luglio scorso a Sidney.
Ero là! Accompagnavo un
gruppo di giovani brasiliani.
Avevano lavorato duro per tre
anni, facendo dolci, servendo
colazione all’uscita delle messe,
la domenica, lavando macchine
e molte altre cose.
Il mistero dell’essere cristiani… non è... ciò che facciamo,
ma ciò che riceviamo. Parole
che mi sono ritornate nella
mente quando don Silvano mi
ha chiesto di scrivere alcune righe su questo momento della
mia vita. Parole che mi sono ricordato, quando le persone delle comunità delle favelas di Rio
de Janeiro con allegria mi hanno fatto la sorpresa di prepararmi
una
festa
nell’anniversario della mia ordinazione. Queste parole mi
hanno mosso a desiderare di
ringraziare con voi il Signore.
“Gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente date”, stava scritto nell’immaginetta ricordo
dell’ordinazione. Ma che cosa
ho ricevuto? Di che cosa ringraziare il Signore insieme oggi?
La memoria rincorre i fatti
del passato. La vita. Il Battesimo. La chiamata alla consacrazione religiosa. Il ministero di
presbitero. Un cuore fedele a
queste chiamate. Ma soprattutto persone concrete hanno camminato
accanto
a
me,
sostenendo il cammino di fede,
sin dall’inizio.
Il Battesimo ricevuto nella
fonte di questa chiesa, mi fa
rendere grazie al Signore con
voi. Il Battesimo, la vita divina,
la radice di tutto quanto è venuto poi. Oggi molte volte non
si comprende, si vorrebbe essere stati battezzati quando si capisce, quando si intende… ma
ci sono cose importanti che riceviamo, senza capire e senza
avere consapevolezza del valore. La ricchezza del Battesimo,
questo seme, questo dono della
vita divina ha bisogno di essere
svelato, accettato e reso vivo
perché possa dare i suoi frutti.
È l’incontro con l’unica Persona
che ti ama fino a dare la sua vita per te. L’Unica a non scandalizzarsi davanti alla tua
ribellione, a lasciarti libero anche quando scegli, errando, il
tuo male. L’Unica sempre pronta ad accoglierti, anche quando
ritorni distrutto dalle battaglie
errate della vita.
L’ambiente della parrocchia,
il tessuto cristiano di quella società, i primi catechisti che mi
hanno insegnato ad aprire la
Parola di Dio che ci veniva
messa nelle mani in quegli anni, la liturgia e tante persone
che non si possono ricordare
tutte per nome… mi hanno aiutato a conoscere questa Persona. Don Giacomo, don Vittorio,
don Dino: nei primi anni mi
hanno dato un’immagine chiara del volto di Gesù Cristo. Don
Giacomo con la sua sapienza di
pastore, del quale ricordo la risposta semplice di quando la
mamma gli chiedeva quando
possiamo dare la prima comunione a questo bambino: “Sa distinguere tra il pane comune e il
pane eucaristico?”. Avevo 7 anni: allora il tessuto sociale era
cristiano, e non c’era tanto bisogno di fare molta preparazione.
L’allegria e la gioia dell’essere
cristiani del
La Voce - Quaresima 2009
dopo concilio che ci passava
don Vittorio nell’oratorio. Lo
spirito missionario che con don
Dino ci trasmettevano. Il catechismo, il primo vangelo tra le
mani… La mamma: nella prima crisi ha saputo indicarmi la
strada per risolvere tutte le crisi. Quell’estate tra la terza media e il liceo, quando mi
domandò che cosa volevo fare,
vedendo il mio titubare mi disse: “se non sai cosa scegliere chiedilo al Signore”. Come? Quelle
camminate, una novena, fino ai
“mortc de scures” recitando il
rosario e poi a messa prima…
Mi ha passato così, senza dire
niente, il cuore di ogni vocazione: l’intimità con il Signore. Il
vecchio frate “sercòt” che passava per le cascine. E… molte
altre persone sono state un segno della sua presenza sostenendo i miei primi passi nella
fede.
L’ambiente del convento, gli
studi e tanti frati… il cambiare
della società, il cambiare del
contesto sociale mi obbligava a
fare sempre più mia questa
scelta, senza annacquare il vino
della presenza di Gesù nella
mia vita. La scoperta della croce, come qualcosa che ti appartiene e segna la tua vita, ma che
ti conduce a una intimità sempre più profonda con Lui, e diventa cammino alla vita e alla
felicità. Le prime esperienze pastorali, una domanda sul tuo
futuro. Come quella coppia: davanti alla quarta gravidanza, il
marito se ne era andato di casa
obbligando la sposa a abortire… Come aiutare le persone
che avrei incontrato, a vivere la
propria storia nella bellezza e
nella gioia di essere cristiani? O
quel frate che se ne andava seguendo altri progetti, disilluso
da anni di sacerdozio, e al quaLa Voce - Quaresima 2009
le i superiori non avevano potuto dire niente… potrebbe succedere anche con me, mi
dicevo. Cercavo qualcosa che
avrebbe potuto aiutare gli altri,
ma in fondo me: perché quel
dono del battesimo fosse una
risposta concreta davanti alle
situazioni della vita, davanti a
un mondo sempre meno cristiano, a una società scristianizzata. Ero preparato teologicamente, pastoralmente, ma questo sarebbe bastato? Davanti a
un mondo sempre più scristianizzato, a una società dove i cristiani e la fede perdevano il
diritto di cittadinanza, cosa poteva rendere il Battesimo ancora una risposta, come la
chiamata di Cristo poteva ancora essere una risposta, un dono alle persone, nella loro
ricerca di essere felici? È ancora bello, ha ancora senso essere
cristiani oggi?
Un altro incontro si è poi
manifestato in dono prezioso in
questi anni di presbitero: l’avere incontrato il cammino neocatecumenale, una iniziazione
cristiana che mi ha portato a riscoprire il mio battesimo partendo da zero. Se davanti alle
difficoltà tutto il mio bagaglio
culturale cristiano non mi serve, se davanti alla mentalità del
mondo contemporaneo mi vergogno di essere cristiano, vuol
dire che la mia fede è debolissima, che il dono che ho ricevuto
nel battesimo, è rimasto una semente; che la vita cristiana, simbolizzata dalla veste bianca con
la quale quel giorno da bambino mi hanno rivestito, è rimasta
come quella veste, mi posso
sforzare di vestire, ma la testa
non ci passa proprio più! Ritornare alle acque del mio battesimo, per scoprirne la forza e la
ricchezza, ha rivivificato e so-
stenuto la mia vocazione in
questi anni, dandomi la gioia di
essere cristiano e di testimoniarlo.
Con questi doni e molti altri
che non c’è spazio per elencare,
è cominciata la mia avventura
di fede come presbitero. Che
cosa è avvenuto in questi anni?
In risposta al mio desiderio di
partecipare attivamente all’evangelizzazione, i superiori
hanno pensato che avrei potuto insegnare filosofia nel nostro
seminario. Un padre provinciale, con il quale esprimevo il desiderio
di
andare
a
evangelizzare, mi disse: “Il tuo
evangelizzare sarà formare evangelizzatori”. E l’obbedienza mi
inviò a Roma, lo studio della filosofia, poi l’insegnamento nei
seminari cappuccini di Cremona e Villafranca. 15 anni sono
passati così, aiutando i giovani
che bussavano al convento a
prepararsi a essere frati e presbiteri della Chiesa, per annunciare il Vangelo. Quante
situazioni, quante difficoltà,
quanta sofferenza nell’aiutare a
discernere la chiamata del Signore.
Quando arrivò il tempo di
rinnovare l’équipe dei formatori, sono tornato alla carica: poter evangelizzare, proponendo,
una forma che avevo conosciuto nel frattempo, essere disponibile come itinerante nel
cammino neocatecumenale.
Evangelizzare nella forma che
il Vangelo indica senza borsa,
senza bisaccia, e cammin facendo annunciare che il Regno dei
cieli è vicino. Il provinciale mi
disse quel giorno, il mercoledì
dell’ottava di Pasqua 1999: “Se
mi avessi chiesto la disponibilità
per fondare una congregazione di
suore, ti avrei detto di no. Ma mi
chiedi di poter andare a annuncia11
re il Vangelo... ti concedo un anno.” Un anno, che poi sono diventati altri tre, altri tre e tre…
E li è incominciata questa esperienza di missionario itinerante
in Rio di Janeiro. Vi sono arrivato il luglio successivo, senza
sapere il portoghese. La prima
esperienza della precarietà dell’annuncio del Vangelo, ritornare bambino, per lo meno a
livello linguistico, imparando la
lingua come i bambini, ascoltando altri adulti parlare. Poi la
realtà, la presenza nelle favelas
(le baraccopoli), il vivere questa
situazione di estremo, non tanto per la precarietà materiale,
ma per la precarietà fisica e morale. L’ambiente violento:
quante volte uscendo di casa
per visitare una comunità ho la
netta sensazione che forse non
tornerò a casa. Quante volte abbiamo celebrato e fuori c’erano
sparatorie, al punto che le persone dicevano: “andiamo nell’altra stanza che è più centrale, e ci
sono due pareti ci ripareranno di
più dai proiettili”. E quella volta
che stavamo celebrando e un
proiettile tranciò il filo che portava l’elettricità e abbiamo continuato alla luce delle sole
candele. Ma la gioia di vedere
come l’incontro con il Vangelo
è la vera promozione umana,
che riscatta da situazioni di povertà e violenza, riconcilia con
la propria storia, ricostruisce la
famiglia, e porta le persone ad
avere un cuore grato al Signore.
Al punto che, quando la situazione economica cambia, ho
scelto di rimanere in quel luogo
precario, perché qui ho incontrato Cristo, qui devo rimanere
perché altri lo possano incontrare. La bellezza di questo incontro che porta le persone a
fare scelte nuove dentro questo
mondo precario; una casa degna, aperti alla vita accogliendo
i figli che il Signore vorrà dare,
rischiando la vita per poter stare con Cristo, vivo nella propria
comunità. Più che evangelizzare mi trovo molte volte evangelizzato
dai
poveri
che
accolgono la buona notizia,
senza porre condizioni alcuna
all’agire del Signore. Lì, ho scoperto che i doni del Signore, gli
incontri di questi anni, non sono per me, ma in funzione delle persone che mi fa incontrare.
Ma parlare di questo è rischiare
di dire le tante cose che facciamo, che anche altri possono fare, senza manifestare la
bellezza e la gioia del mistero di
essere cristiani.
“Perché la nostra gioia sia perfetta!”(1Gv 1,4). “Il mistero di essere cristiani…”. 25 anni fa
quando ero chiamato all’altare
per essere ordinato, essere cristiano non era più di moda, come oggi. Parlare di Chiesa, di
cristianesimo era come rievocare ombre tristi e penitenziali del
passato. Anche oggi molte volte leggendo e ascoltando notizie, sembra che la mentalità
non sia cambiata. Qualcosa che
andava contro la libertà umana
e le sue aspettative. Era avventurasi in qualcosa in cui, per il
mondo, non valeva la pena. Ma
oggi, vedo che ho rischiato e
non sono rimasto deluso. Sono
libero fino al punto di poter dire che ripercorrerei tutta questa
storia di nuovo, anche con gli
errori e i peccati del passato.
Proprio perché in questi fatti ho
scoperto la bellezza dell’amore
di Cristo, la bellezza di un Padre che è pronto ad accogliere
il figlio che torna e far festa con
lui e per lui. “Era morto ed è tornato in vita”. Il mistero dell’essere cristiano è ciò che
riceviamo da questo amore,
proprio per la nostra debolezza
e fragilità; e questo Spirito trasforma la nostra povertà in vera ricchezza. Riempie il nostro
vuoto di una gioia che permane, non se ne va alla prima difficoltà. La gioia che viene dal
potere dire: so di Chi mi sono
fidato, e so che Lui non viene
meno alla sua fedeltà. Una gioia e bellezza di cui non ho paura di dirti: vieni e vedi.
Padre Mario Traina
12
La Voce - Quaresima 2009
Grazie
Signore!
Domenica 25 Gennaio 2009,
mons. Alessandro Assolari, delegato del Vescovo Roberto, ha
conferito il Sacramento della
Confermazione a:
Chiara Alini
Daniele Barcella
Andrea Baronchelli
Elena Beretta
Giulia Bertuletti
Chia Betelli
Daniele Bonacina
Anna Paola Boreatti
Daniele Brignoli
Manuel Brozzoni
Sara Carlessi
Daniele Castelli
Gaia Castelli
Elena Cereda
Arianna Ceruti
Martina Cristini
Elena Dalla Riva
Morgan Dall'Olio
Ivan Danelli
Giada Della Muzia
Davide Di Rienzo
Mara Donetti
Martina Epis
Nicole Ferrari
Cristian Foresti
La Voce - Quaresima 2009
Giacomo Gasparin
Anna Ghidotti
Andrea Ghisleni
Stefano Giassi
Martina Gusmini
Giada Loiacono
Nicola Maffioletti
Nicole Marziali
Sara Merli
Gloria Micheletti
Elena Moioli
Lorenzo Nani
Roberta Nespoli
Elena Noja
Nicholas Opini
Luca Passera
Giorgio Pelis
Andrea Perolari
Andrea Persico
Alberto Pesenti
Gabriele Pianetti
Luca Quaranta
Sara Rampinelli
Veronica Ravasio
Riccardo Alberto Regazzoni
Paolo Carlo Ronchetti
Sofia Sandrinelli
Mattia Stefanini
Alessia Strano
Filippo Strano
Michele Ticozzi
Luana Tironi
Laura Ubbiali
Ilaria Valietti
Mattia Volpi
Giulia Zucchi
13
MARZO 2009
LITURGIA
1
2
3
4
5
6
D
L
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M
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7
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M
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31
14
I DOMENICA DI QUARESIMA
Ss. Perpetua e Felicita
II DOMENICA DI QUARESIMA
V
L
III DOMENICA DI QUARESIMA
M
M
G
V
S
D
L
M
M
G
V
S
D
L
M
S. GIUSEPPE
IV
DOMENICA DI
QUARESIMA
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
V
DOMENICA DI
QUARESIMA
IMPEGNI PARROCCHIALI
ore 15: AC Adulti - ore 20.30: CPAE
Cel. Penitenziale: ore 15 (medie); 16.15 (elem.); 17 (adol.)
ore 20.30: Il Sassolino
Lectio divina: ore 16.45 (Capannelle); ore 20.30 (oratorio)
Adorazione eucaristica: ore 7.30 – 11 - Via Crucis:
ore 16.30 ragazzi; ore 20 (Capannelle); ore 20.30 adulti
ore 20.30: Percorso fidanzati
ore 14.30: laboratori per i bambini in oratorio
ore 20: Ufficio comunitario (Capannelle);
ore 20.45 Lectio divina (oratorio)
Via Crucis: ore 16.30 ragazzi; ore 20 (Capannelle);
ore 20.30 giovani e adulti
ore 9.30: presentazione dei Comunicandi alla Comunità
ore 18: Ingresso del nuovo Vescovo in Diocesi
ore 16.30: incontro comunicandi
ore 20.30: incontro di preparazione al Triduo
ore 16.30: incontro comunicandi
ore 20.30: incontro di preparazione al Triduo
ore 16.30: celebrazione penitenziale comunicandi
ore 20.30: incontro di preparazione al Triduo
ore 10: Celebrazione della Penitenza
ore 20: s. messa solenne (Capannelle)
TRIDUO DEI MORTI - ore 20: ricordo defunti mese di marzo
TRIDUO DEI MORTI - ore 18: ricordo defunti anno 2008/2009
TRIDUO DEI MORTI - ore 18: s. messa di chiusura del Triduo
ore 10: catechesi adulti (sala parrocchiale)
ore 20.30: Unitalsi
s. messe: ore 7.45; ore 20 (chiesa parrocchiale)
Lectio divina: ore 16.45 (Capannelle); ore 20.30 (oratorio)
Via Crucis: ore 16.30 ragazzi; ore 20 (Capannelle);
ore 20.30 giovani e adulti
ore 10: catechesi adulti (sala parrocchiale)
ore 20.30: AC adulti
La Voce - Quaresima 2009
Il saluto
di Suor Maria
Teresa Traina
Carissimi tutti e tutte come
va? Vi spero bene!
Sono tornata dalla Terra Santa ormai da più di un mese e
mezzo… come vola il tempo!
Tornando mi ero proposta di
scrivervi ancora… perché la
Terra Santa mi ha segnata! La
porto nel cuore con tutta la sua
bellezza ma anche con la sua situazione di conflitto! Poi visto
che non l’ho fatto subito mi sono detta che vi avrei scritto dalla nuova Terra Santa che il
Signore mi sta donando. Fra
qualche giorno partirò per il
Congo! Congo altra terra martoriata…
Ma ieri passando per Piazza
Isolo mi sono trovata davanti al
monumento della Memoria per
i tanti morti della Shoah e per
tutti coloro che sono morti nei
Lager nazisti. Mentre leggevo
La Voce - Quaresima 2009
la scritta e lo guardavo non ho
potuto non ripensare alla Terra
Santa di oggi! Non ho potuto
non risentire la stessa sofferenza che ho provato spesso in Gerusalemme davanti ai tanti
piccoli segni di oppressioni che
ho visto! Non ho potuto non
piangere… rivedere i volti dei
tanti palestinesi incontrati e gli
sguardi dei tanti militari israeliani incrociati ogni giorno durante il mio soggiorno in
Gerusalemme! Così ho deciso
di rifarmi viva e di condividere
con semplicità gli ultimi momenti di Terra Santa e le riflessioni che mi sono nate nel cuore
ieri….
Ho lasciato Gerusalemme il
5 dicembre con tanta sofferenza e tristezza nel cuore. Non la
sofferenza dell’addio ad un posto così caro, ma la sofferenza
del popolo palestinese! Era un
venerdì, giorno di preghiera
per i musulmani. Io abitavo vicino alla grande Moschea e ho
dovuto partire in anticipo perché le strade erano bloccate…
non si poteva circolare liberamente nella Gerusalemme antica e su alcune strade principali.
Il giorno prima ad Hebron i
coloni avevano bruciato diverse macchine e case dei palestinesi, perché il tribunale
giudiziario israeliano aveva dato ordine ad una famiglia di coloni di lasciare la casa
palestinese che occupavano
abusivamente. Questa famiglia
non voleva andarsene, in molti
coloni erano venuti a sostenerla
tanto che alla fine hanno dovuto intervenire i militari israeliani. Per tutta risposta i coloni se
la sono presa prima con i militari e poi con i palestinesi. Ed
ecco allora che temendo una
reazione palestinese Israele ha
preso misure di sicurezza: impedire ai palestinesi musulmani al di sotto dei 45 anni di
andare a pregare alla Moschea
sulla spianata del Tempio… ( il
giorno dopo, a Roma, ho letto
in internet che questo era esteso
a tutte le spianate delle differenti Moschee in Israele e non
solo per un giorno, ma fino a
quando Israele avrebbe ritenuto opportuno revocarlo!). Solo
le donne, i bambini e gli anziani avevano accesso alla Moschea! Non vi dico quanti erano
i militari, sembrava uno stato di
assedio! I volti delle donne, dei
bambini, degli anziani, dei giovani, degli adulti e i loro sguardi che ho incrociato mentre
passavamo lentamente in macchina in mezzo alla folla, li porto tutti nel mio cuore. Mi sono
penetrati dentro e ne ho sentito
tutta la sofferenza e la sento ancora tutta!
La prima reazione è stata di
pensare: “Un’altra provocazione
di Israele” e questo mi ha portata a pormi alcune domande: Ma
se sono loro la causa di ciò che
è successo a Hebron… perché
devono continuare ad opprimere questo popolo? Perché
15
Signore? Dov’è la liberta religiosa, il rispetto dell’altro? Signore perché questa situazione
sembra non avere uscita? Perché questi due popoli che sono
fratelli tra di loro in umanità,
non riescono a trovare vie di
pace? Cosa c’è in questo cuore
umano che lo tiene così ripiegato e chiuso in se stesso tanto da
arrivare ad opprimere l’altro
uomo? Oh, Mistero… cuore
umano così bello e così misero!
Pensai anche ai due giovani
cooperanti che qualche giorno
prima erano stati aggrediti e
presi a sassate dai coloni insediatisi non lontano da Ramallah! Poi in silenzio lungo tutto
il viaggio che ci portava da Gerusalemme a Tel Aviv è nata in
me una preghiera: “Non si può
più continuare in questa situazione, Dio intervieni! Aiutaci a comprendere cosa possiamo fare perché
questi due popoli possano convivere insieme! Pace per questa Terra
Santa! Signore, Pace per ogni uomo e donna! Vieni non tardare!
Terra Santa, “V ° Vangelo”, Terra di Amore e Terra di Divisioni!
Terra di Cristo, Terra di ogni per-
Il monumento della Memoria
16
sona, Terra della Presenza di Dio
tra gli uomini, Terra Benedetta!
Terra disperata… Terra della Speranza! Un giorno anche tu avrai la
Pace… è quello che ti auguro dal
profondo del mio cuore! Amen”.
Sono certa che anche le altre
persone che viaggiavano con
me pregavano! Non si può stare a Gerusalemme e non lasciarsi toccare fino in fondo sia
dai luoghi santi che dalla situazione ben visibile di ingiustizia
e di oppressione! Quello che vi
posso assicurare è che il viaggio
è stato lungo (nonostante i soli
circa 50 km) e sofferto per tutti
noi che eravamo in macchina!
27 dicembre … in risposta
ad alcuni missili lanciati da Hamas, Israele inizia a bombardare Gaza … non c’è bisogno che
mi soffermi su ciò che è successo perché sono certa che tutti
avete seguito le notizie che ci
venivano date! Mi è stato difficile vivere quel periodo e sentire solo tante e tante parole, il
non prendere posizione da parte di diversi politici, anche il
modo di dare le notizie a volte
era proprio di parte, e intanto la
gente continuava ad essere uccisa, i feriti non avevano la possibilità di essere soccorsi e
curati, mancava cibo e acqua,
avevano solo bombe e bombe
che gli cadevano addosso!
Quando il telegiornale parlava di mancanza di cibo e medicine mi sentivo ribollire dentro
… perché medicine e cibo non
sono mancate solo in quel periodo a Gaza, ma fa parte della
normalità: ricordo nella prima
metà di novembre anche i centri di aiuto umanitario di Gaza
avevano chiuso perché non
avevano più nulla per aiutare la
gente e Israele non lasciava entrare gli aiuti: “ questione di sicurezza” era la giustificazione
… e intanto la gente ne pagava
le conseguenze! E perché bombardare scuole, moschee e
ospedali? Perché prendersela
con i civili? Ma perché non si ha
il coraggio di fermare l’oppressore, gli oppressori del nostro
mondo di oggi?
Non mi metto né dalla parte
di Israele né di Palestina … ma
mi metto accanto a tutti coloro
che pagano duramente questa
situazione! Mi metto accanto a
tutti coloro che oggi, in tanti
posti diversi, pagano il prezzo
delle guerre, di tutte le guerre
fatte di interessi , di sfruttamento, di menzogne … a voi di
fare memoria dei tanti luoghi
dove ancora oggi regna l’oppressione e lo sfruttamento!
Ed ecco che ieri mi trovo davanti al monumento, lo guardo,
cerco di coglierne il significato,
mi avvicino e leggo: “per i tanti
morti della Shoah e per tutti coloro
che sono morti nei Lager nazisti”.
È bello vedere come Verona
rende omaggio alle tante vittime di questo crimine umanitario! Grazie Verona, perché non
dimentichi e ti fai vicina a chi
ha sofferto! Ma subito mi sono
venute in mente i tanti genocidi
e stragi del secolo scorso: Armenia, Bosnia, Serbia, Rwanda,
Kossovo, Cecenia, Darfur,
Uganda, Congo, Iraq, Afghanistan, Guinea Bissau, Colombia,
Palestina, India, Pakistan e altre
che hanno qualcosa di simile all’Olocausto … soprattutto quelli che sono passati nel silenzio
più assoluto, ignorati e a volte
negati dalla storia!
Come desidererei tanto che
un giorno passando per le stra-
La Voce - Quaresima 2009
de di Verona possa trovare un
altro monumento che ricordi
anche le sopracitate stragi! Come sarebbe bello poter cogliere
che Verona abbraccia ogni popolo, ogni uomo e donna che
soffre! Un sogno? Un utopia?
Ricordarsi anche di quei piccoli olocausti quotidiani: dalle
mutilazioni che avvengono
quotidianamente in diversi
paesi africani allo sfruttamento
dei bambini nelle miniere di
coltan; da chi ogni giorno non
sa come sfamare i propri figli ai
bambini soldati costretti a uccidere; dalle donne costrette a
prostituirsi sulle nostre strade
ai tanti che muoiono annegati
nel Mediterraneo dopo aver
sperato una vita più umana; dai
tanti extracomunitari che rimandiamo a casa loro ai malati
che muoiono in Terra Santa
perché per “ragioni di sicurezza” non viene dato loro il permesso di lasciare i territori
occupati; dai tanti malati di
Aids che non possono accedere
alle cure alle donne costrette a
partorire ai piedi del muro in
Terra Santa! A ognuno di voi il
compilare questa lista, anche
delle piccole stragi che accadono nel suo piccolo mondo quotidiano!
Un’altra cosa ha attirato la
mia attenzione accanto a questo
monumento che domina la
Piazza Isolo: è stato inaugurato il 27 gennaio! Si, nei giorni
della Memoria, ma proprio a
un mese dall’inizio dell’offensiva Israeliana su Gaza. Un caso?
L’inaugurazione era sicuramente programmata da tempo,
e nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe coincisa con
questo triste anniversario! Una
coincidenza? Un caso? Prendetelo come volete! Ma chissà forse questa coincidenza non
La Voce - Quaresima 2009
programmata vuole farci riflettere! Fare memoria è importante, ma andiamo oltre la
memoria e impariamo dalla
storia!
Lo scorso anno sono stata
più volte ad Auschwitz e Birkenau accompagnando gruppi di
giovani! Sono stati momenti di
riflessione, di pianto, di domande, di preghiera … di voglia di cambiare questo nostro
mondo! La scritta che ti accoglie: “Chi non impara dalla storia
è destinato a ripeterla”, più volte
ci ha messo in crisi! Nelle nostre
riflessioni riconoscevamo che
purtroppo è una verità: spesso
la storia ci passa accanto, ci parla, ci insegna, ma noi siamo sordi! Ho davanti ai miei occhi,
mentre vi scrivo, la camera a
gas e i forni crematori di Auschwitz, per non parlare dell’estensione del Campo di
Birkenau: è talmente grande
che ti fa sentire quanto grande è
stato questo crimine. Ti senti
piccola e impotente e nasce
dentro di te la domanda: “Signore, perché?” e non hai risposte! Se non quella di
riconoscere che un po’ di Birkenau ce lo hai dentro di te! E
allora capisci che tutto deve
partire da te, dal tuo modo di
entrare in relazione con te stessa, con gli altri, con la vita, con
Dio!
Forse è arrivato il momento
di vivere relazioni più vere con
noi stessi e tra di noi! Forse è arrivato il momento di prendere
sul serio quella scritta che ti accoglie a Auschwitz … forse è
arrivato anche il momento di
farsi voce di chi non ha voce! Di
informarsi, di essere capaci di
critica alle notizie che ci vengono date, di ascoltare il nostro
cuore e la nostra coscienza …
forse è arrivato il momento di
andare oltre!
Non tiro conclusione a queste mie riflessioni, vogliono essere qualcosa che spinge
lontano rispettando la libertà di
ognuno, ma concludo con un
testo che ho letto in questi giorni e che credo ci possa essere
utile: “Se non riusciamo a guarire le ferite della Shoah, il nostro mondo continuerà a
sanguinare e infettarsi con questi orrori e tragedie, finché non
si sarà distrutto totalmente. Se
vogliamo avere la speranza che
questo non avvenga dobbiamo tutti muoverci in maniera ben più
consapevole … Dobbiamo prima
di tutto ricordarci che perdonare
gli oppressori è liberarci di loro,
forse anche delle cicatrici, e lasciare poi che il Padre eterno faccia la
sua parte. Se vogliamo guarire le
ferite collettive della Shoah, dobbiamo lavorare tutti insieme, ebrei
e non ebrei, per affrontare il problema sia individualmente che nelle comunità. E dobbiamo
insieme affrontare gli orrori di
oggi ... La guarigione della Shoah
deve essere per ebrei e non ebrei,
accettando tutti e sentendosi
responsabili di quanto è successo per opporsi a quanto sta
succedendo ancora oggi” (Guarire le ferite – Manuela Sadun
Paggi).
Quando leggerete questo righe, io sarò già nella Repubblica Democratica del Congo:
conto sulla vostra preghiera e
vi assicuro della mia! Vi ringrazio di tutto ciò che siete stati e
siete per me! Buon cammino! Vi
abbraccio tutti e vi auguro di
essere tutti insieme i costruttori
di un Mondo di Pace per ogni
popolo!
Sr Maria Teresa Traina
17
Il santuario
di Caravaggio
Le origini
del santuario
18
La prima notizia documentata dell’Apparizione risale al
31 luglio 1432, e si può leggere
in una pergamena rinvenuta a
Cremona, tra antiche carte di
curia, dal paleografo Ippolito
Cereda, nel giugno 1857. Questa è la prova diretta sia dell’Apparizione avvenuta, sia del
Santuario costruito sul luogo
dove era apparsa la Madonna.
Dopo l’Apparizione alcuni rappresentanti notabili e popolari
della comunità di Caravaggio si
recarono dal vescovo di Cremona a testificare il fatto, per
sottoporlo a esame canonico.
Riconosciuto l’evento degno di
credibilità, ottennero l’autorizzazione per edificare una chiesa
con ospedale annesso sul luogo
dell’Apparizione, e la determinazione del regime canonico
delle due istituzioni.
Ecco uno stralcio delle parole scritte sulla pergamena rinvenuta nel 1857: «L’anno 1432
dalla nascita del Signore, il giorno
26 maggio alle ore cinque della sera, avvenne che una donna di nome Giannetta, oriunda del borgo di
Caravaggio, di 32 anni d’età, si
trovava fuori dall’abitato lungo la
strada verso Misano, ed era tutta
presa dal pensiero di come avrebbe
potuto portare a casa i fasci d’erba
che lì era venuta a falciare per i
suoi animali. Quand’ecco vide venire dall’alto e sostare proprio vicino a lei, una Signora bellissima e
ammirevole, di maestosa statura,
di viso leggiadro, di veneranda apparenza e di bellezza indicibile e
non mai immaginata, vestita di un
abito azzurro e il capo coperto di
un velo bianco.Colpita dall’aspetto
così venerando della nobile Signora, stupefatta Giannetta esclamò:”Maria Vergine!. ”E la
Signora subito a lei: ”Non temere, figlia, perché sono davvero
io. Fermati e inginocchiati in
preghiera”. Giannetta ripose:
”Signora, adesso non ho tempo.
I miei giumenti aspettano questa erba”.Allora la beatissima
Vergine le parlò di nuovo:”Adesso fa’ quello che voglio da te...”.
E così dicendo posò la mano sulla
spalla di Giannetta e la fece stare
in ginocchio».
Così incomincia il testo della
pergamena, di cui non si conosce la data esatta e e nemmeno
l’autore. Per secoli la pergamena è stata esposta in chiesa, nella sagrestia maggiore e il
vescovo di Cremona Cesare
Speciano, in visita al Santuario
il 27 aprile 1599, l’ha fatta trascrivere come “documento ufficiale” dell’Apparizione stessa
e di quanto avvenne in seguito,
le guarigioni straordinarie. Dal
1932 la pergamena fu collocata
nell’appartamento vescovile
presso il Santuario, ma da qui è
stata tolta.
Non è purtroppo possibile
oggi, sottoporre ad analisi paleografica questa carta per dedurne una datazione più sicura,
anche se si può fare un esame
interno dei contenuti e dello stile. A nessuno sfugge però il valore sostanziale di questa
La Voce - Quaresima 2009
me e il dolore della Madonna, il
fonte sgorgato sul luogo della
Comparsa, senza aggiunte o
amplificazioni superflue di natura devozionistica.
Il pianto della Madonna a
Caravaggio, come anche il messaggio sul quale si deve invece
meditare a lungo, non è quasi
mai stato sottolineato. Eppure
Giannetta aveva colto, impressionata, quelle lacrime e quell’afflizione della Madre di
Cristo: la Madonna parla con le
lacrime agli occhi. A mani aperte e come afflitta la Vergine
confida la propria pena e nello
stesso tempo la propria compassione a Giannetta. Il dolore
della Vergine è il dolore del Figlio, provocato fino alla minaccia di castigo per i peccati degli
uomini come nel Vangelo: “…
se non farete penitenza, perirete
tutti allo stesso modo” (Lc 13,
3.5).
E ce n’era motivo, se pensiamo a quegli anni di storia travagliata per la Chiesa e alle
violenze del tempo perpetrate
nella stessa terra di Caravaggio.
Per la situazione politica nel
territorio di Gera d’Adda, va ricordato che fin dall’inizio del
1431 si erano riaccese le ostilità
tra la repubblica veneta e il ducato di Milano. Caravaggio ne
costituirà come uno snodo cruciale per non pochi anni durante tutto il secolo XV.
“memoria”: lo stile della narrazione, la concentrazione massima del testo sul dialogo e sui
“segni” che caratterizzano
l’Apparizione del 1432, le lacriLa Voce - Quaresima 2009
Per molti secoli il luogo e la
chiesa dell’Apparizione erano
indicati come “Santa Maria alla
fontana”. E questo modo di scrivere aveva una ragione precisa:
la Madonna appare in località
chiamata Mazzolengo dove da
sempre c’era e c’è tuttora una
fontana; appare proprio “nei
pressi” di essa, così che il luogo
risulta essere ben individuato,
a distanza di alcune decine di
passi. Giannetta falcia la sua erba su quei terreni, ma dove la
Madonna in quel giorno le apparve non c’è, né si vede nessuna sorgiva. Per questo alla
gente che accorre viene dato di
trovare “una fonte mai vista prima”. E solo perché chi si bagna
in quell’acqua viene risanato
dai propri mali quella sorgiva
diverrà “Il Sacro Fonte”. E solo
perché il leggendario incredulo
che vi getta il legno secco nella
speranza che in qualche modo
venga la prova certa o la smentita dell’asserita Apparizione
(come Tommaso apostolo: “…
se non vedrò… se non toccherò con
le mie mani… non crederò”) lo vede trasformato in virgulto fiorito, quella fonte gli si certificherà
come “La Fontana Dei Miracoli”.
Oggi, invece, il Santuario di Caravaggio viene chiamato “Nostra Signora Del Fonte”.
Il segno dell’acqua, tuttavia,
oltre che conferma della credibilità dell’attestazione di Giannetta, è l’espressione della
potenza sanante della grazia di
Dio, che opera per intercessione di Maria dopo la sua apparizione: «“La gente non crederà a
me“, disse Giannetta, ma la clementissima Vergine rispose:
“alzati, non temere. Tu riferisci
quanto ti ho ordinato; io confermerò le tue parole con segni così grandi che nessuno dubiterà che tu hai
detto la verità“ e fatto il segno
della croce su Giannetta, scomparve ai suoi occhi». Così riferisce ancora il testo dell’antico
racconto. I “segni così grandi”
che hanno confermato il messaggio sono dunque la fonte
mai veduta prima da nessuno e
gli ammalati liberati dalle infermità di cui soffrivano.
Valeria Ubbiali
19
Curiosando
20
OSTENSORIO
L'ostensorio (dal latino
ostentāre, mostrare) è l'oggetto
liturgico cattolico usato per
l'esposizione solenne del Corpo
di Cristo (l'Ostia consacrata)
per l'adorazione eucaristica e
per la benedizione eucaristica.
Solitamente è forgiato in oro,
argento e/o altri metalli preziosi ed è spesso a forma raggiera,
come un sole. Solitamente
quando sono portati in processione, ad esempio durante la
via crucis del venerdì santo, gli
ostensori vengono coperti con il
velo omerale.
Gli ostensori hanno origine
nell'istituzione della festa del
Corpus Domini, verso la metà
del XIII secolo. All'inizio si impiegarono per questo oggetto
liturgico immagini, croci, reliquiari e cibori accomodati alla
nuova destinazione; a partire
dalla metà del XV secolo, però,
venne adottata in sempre maggior misura la forma a torretta
o tempietto ogivale, quasi sempre d'argento: ricco di pinnacoli e sostenuto da una base
elaborata artisticamente, al centro aveva una lunetta d'argento
o d'oro, utilizzata per collocarvi
visibilmente l'Ostia. Tutt'ora
questa forma (detta "architettonica") è in uso nella liturgia ambrosiana.
Dal XVI secolo, e dunque a
partire Concilio di Trento,
l'ostensorio cominciò ad avere
la forma oggi più familiare, ossia di sole raggiante: nel XVIII
secolo porterà anche l'ornamento di putti o angeli adoranti e di grappoli d'uva e spighe
di grano, rispondendo alla divulgazione dell'Adorazione
Eucaristica ed ai suggerimenti
di San Bernardino da Siena.
VELO OMERALE
Il velo omerale ( dal latino
Humerus, spalla) consiste in un
pezzo di stoffa rettangolare
lungo circa 2,5 metri e largo circa 60 cm. È dotato di due nastri
di stoffa o ganci metallici, posti
approssimativamente al centro
del velo, per fissare in sicurezza
il paramento qualora lo si indossi per molto tempo. Esso fa
parte del completo del piviale,
pertanto da quest'ultimo prende gli stessi ricami e colori liturgici.
Per consuetudine al centro è
ricamata un’Ostia circondata
da una raggiera. Tuttavia tra le
decorazioni intessute si possono trovare la croce (di solito
greca) o gli emblemi eucaristici
(ad esempio la sigla JHS,
l'agnello, spighe di grano e
grappoli d'uva). Nel Rito Ambrosiano è chiamato "continenza".
Esso è utilizzato dal sacerdote o dal diacono quando hanno
fra le mani l'Eucaristia. Viene
utilizzato soprattutto durante
la benedizione eucaristica. A
chi impartisce la benedizione,
viene posto il Velo omerale sulle spalle, quindi prende l'Ostensorio con le mani velate dalle
frange di questo paramento.
Viene utilizzato inoltre nella
processione del Corpus Domini e ogni volta in cui si trasporti solennemente l'Eucaristia,
come per esempio nei riti del
triduo pasquale.
Presso gli antichi prendere
od offrire oggetti con le mani
velate era segno di rispetto per
l'oggetto e per la persona a cui
si donava o dalla quale si riceveva. Di qui è nata l'usanza di
velarsi le mani nel toccare oggetti sacri.
La Voce - Quaresima 2009
Personaggi
di Zanica
Intervista a
Giancarlo Cadè
Giancarlo Cadè, nato a Zanica il 27 febbraio del 1930. Centrocampista con buon senso di
posizione e tocco di palla. Cresce nell’Atalanta con cui debutta in seria A a 19 anni. Dopo un
biennio in neroazzurro, passa
in prestito al Catania , in serie
B, per ritornare a Bergamo l’anno successivo. Dopo quattro
stagioni nel massimo campionato, conclude la carriera di calciatore in serie C tra Reggiana e
Mantova. Nel Mantova stesso
inizia la sua carriera di allenatore.
D. Buon giorno sig. Cadè. Il
suo palmares è di notevole prestigio: prima calciatore nel massimo
campionato e poi allenatore di
squadre blasonate. Possiamo dire
che è stato uno dei primi a passare
da calciatore ad allenatore?
R. Si, si può dire che con Rota e Corsini sono stato uno dei
primi a passare da calciatore ad
allenatore. Allora non era come
oggi, il passaggio da giocatore
ad allenatore richiedeva notevoli sacrifici. Come allenatore
ho vinto il campionato di serie
B col Mantova portandolo in
La Voce - Quaresima 2009
serie A; col Bologna ho vinto il
campionato di serie C portandolo in B; col Pescara dalla B alla A, cosi come il Verona dalla
B alla A e con la Reggiana dalla
C alla B. Col Torino ho vinto
una coppa Italia 1970- 1971.
D. Ha allenato Atalanta, Ancona, Pescara, Palermo, Bologna,
Reggiana, Mantova , Torino, Cesena, Ravenna. Un aneddoto che le
è restato nel cuore?
R. La mia prima esperienza
da allenatore è avvenuta con il
Mantova, dove come giocatore
ero allenato da Edmondo Fabbri e poi sono diventato allenatore in seconda, vice dello
stesso Fabbri. Col Mantova mi
feci la mia gavetta da allenatore
e fu la squadra che mi dette parecchie soddisfazioni. Mentre
la mia prima squadra allenata
solo da me fu la Reggiana, in
quell’anno ottenemmo la promozione in serie B.
Mi chiedeva un episodio.
Allenavo il Mantova, ultima
giornata di campionato: Mantova – Inter. Il Mantova era a
metà classifica, mentre l’Inter si
giocava il campionato. Feci giocare ai miei uomini una “vera”
partita. Risultato finale Mantova 1 - Inter 0. Battemmo l’Inter,
cosi l’Inter perse il campionato
e lo vinse la Juventus.
Altro episodio analogo: allenavo il Verona , ultima partita
di campionato Verona – Milan,
con il Verona a metà classifica,
mentre il Milan si giocava lo
scudetto. Risultato finale Verona 5 – Milan 3: il Milan perse
lo scudetto e lo vinse la Juventus. Questo mi creò un pò di
svantaggi quando si doveva fare la campagna acquisti…
21
D. Lei è nato il 27 Febbraio del
1930 a Zanica: Qual è il suo rapporto con Zanica?
R. Ho girato tutta l’Italia, ma
il mio rapporto con Zanica non
si è mai rotto. Zanica è sempre
stata ed è tuttora la mia casa. I
miei primi calci al pallone li ho
tirati all’oratorio. Mi ricordo
che era l’estate del ’45: si organizzò il torneo di calcio delle
vie di Zanica, via Roma, via
Ruggero Bonghi, via Libertà
e l’Oratorio. Vincemmo il torneo noi di via Roma. Mi ricordo ancora oggi i giocatori
zanichesi della mia squadra o i
miei avversari: Finazzi, Meris,
Prussiani, Gotti, lo stesso Don
Andrea. Era lo sport puro che
prevaleva, uscivamo dal periodo subito dopo la guerra e la
voglia di ricominciare a vivere
era tanta: ho dei bellissimi ricordi di quei tornei. Poi col passare degni anni la mia carriera
calcistica è proseguita, avendo
successo, arrivando ai traguardi da me prefissati. Ma quando
tornavo a Zanica per l’estate,
partecipavo ai vari tornei organizzati dall’oratorio di Zanica,
oppure all’oratorio di Stezzano.
D. Che cosa fa oggi?
R. Ho smesso di allenare nel
1990 ad Ancona e mi sono ritirato a Zanica con la mia famiglia. Ho collaborato con
giornali sportivi nazionali,
avendo una mia rubrica. Ora
trascorro dei bei momenti con i
miei vecchi amici a Verona o a
Mantova. Avendo ancora dei
buoni rapporti con i miei giocatori, spesso sono invitato presso
di loro. Capita anche d’essere
invitato a Pescara o Ancona, ma
per ragioni di lontananza sono
restio a parteciparvi. Partecipo
ai raduni di vecchi giocatori o
allenatori sempre qui nelle vicinanze. Per il resto mi potete vedere girare per Zanica e mi sto
godendo la mia seconda giovinezza.
D. Auspici per i giovani che si
avvicinano al calcio?
R. Cosa importante che prevalga lo sport, che resti un fatto
sportivo e non strabordi in fatti
meno piacevoli, come scandali
o stipendi da capogiro che fanno perdere il senso sportivo ad
un giovane che magari ha solo
18 anni…
Grazie della cortese disponibilità. Auguri a Giancarlo Cadè
per il suo compleanno da parte
di tutta la redazione della Voce.
Marco Bassi
22
La Voce - Quaresima 2009
Le intenzioni
delle Sante
Messe
nel 2008
Le sante messe sono sempre
celebrate per tutta la comunità.
Per ricordarci questo, la domenica non si dicono i nomi dei
defunti; solo si fa il ricordo per
classi o per associazioni.
È una antica tradizione che
in occasione di particolari ricorrenze (es. anniversari) una famiglia chieda alla comunità di
fare un ricordo particolare per
un proprio defunto oppure di
associarsi ad un ringraziamento o ad una invocazione al Signore.
Questo
diventa
occasione perché la famiglia
partecipi unita alla s. messa anche in un giorno feriale.
Da noi le richieste di preghiera nella messa sono molte.
Per dare la possibilità a tutte le
famiglie di onorare i propri cari nei giorni propri delle ricorrenze, accogliamo anche due o
tre intenzioni per la medesima
messa. Questo però significa
che deve essere garantita la celebrazione di due o tre messe,
quante sono le intenzioni: una
nell’orario che permette la partecipazione delle famiglie, le altre in orari rimasti liberi oppure
assegnate ai nostri missionari.
messa viene sospesa, l’intenzione verrà spostata al sabato o alla domenica successiva. Se
qualcuno desidera una collocazione diversa prenda contatto
direttamente col parroco.
Ecco dunque il resoconto per
quanto riguarda le intenzioni
delle sante messe celebrate nel
2008, nella chiesa parrocchiale
e alle Capannelle.
* Per le sante messe celebrate in parrocchia e alle Capannelle le offerte sono state di €
27.559,50.
* Ai sacerdoti celebranti sono stati devoluti € 12.361,00;
* Versati in curia per le messe binate € 259,00.
* Il rimanente è stato utilizzato per riparazione e argentatura di candelabri (€ 450),
servizi liturgici di altri sacerdoti (€ 750), sussidi per liturgia e
preghiera (€ 1.900,00), per iniziative di formazione (€ 950),
particole, fiori e banda (€ 1.930);
* per la Missione Parrocchiale € 5.000,00;
* Sono state distribuite a missionari e a sacerdoti della nostra diocesi intenzioni per 193
messe (€ 4.034,00).
Se a causa di un funerale una
MA CHE BEL CARNEVALE!!!
Come ogni anno, si è ripetuta la magia del Carnevale! Uno stuolo di bambini e ragazzi festanti, accompagnati dai propri genitori, ha colorato con bellissime maschere un pomeriggio di festa
e allegria. Il nostro corteo chiassoso si è mosso per le vie di Zanica, riempiendo di coriandoli e stelle filanti le nostre strade... Mi devo complimentare con i ragazzi, perché la stragrande maggioranza ha accolto l’invito a non usare la schiuma!
Al ritorno in oratorio le spumeggianti ballerine ci hanno invitato a lasciarci travolgere dal ritmo dei balli e delle danze, prima di “gettarci” sopra i 45 kg. di frittelle, che anche quest’anno ci
sono state regalate dal Comitato d’Arma e dall’Aido!
Grazie a tutti e arrivederci al Carnevale 2010.
don Luca
La Voce - Quaresima 2009
23
Rendiconto
economico
2008
Il Consiglio Parrocchiale
per gli Affari Economici, in
adempimento alle disposizioni
canoniche, civili, fiscali ha
provveduto alla redazione del
rendiconto economico relativo
all’anno 2008.
Questo resoconto riguarda
la gestione non commerciale
(chiesa parrocchiale; oratorio;
chiesa s. Giuseppe (Capannel-
le); quella commerciale (Scuola
dell’Infanzia; bar oratorio e cinema) può essere fatta solo dopo la dichiarazione dei redditi,
a giugno.
Per prima cosa ricordiamo
sommariamente gli interventi
principali realizzati nel corso
del 2008:
• Sistemazione zona giochi presso l’Oratorio di Zanica
BILANCIO CONSUNTIVO ANNO 2008
RICAVI
Gestione NON commerciale
Offerte
Ricavi attività parrocchiali
Altre entrate straordinarie
Rendite finanziarie
Rendite immobiliari
Contributi
TOTALE
250.004,43
82.720,40
4.126,00
3.102,45
906,68
182.331,47
523.191,43
COSTI
Manutenzioni ordinarie
Assicurazioni
Imposte e tasse
Remunerazioni e compensi
Spese generali e amministrative
Spese per attività pastorali
Tributi verso la Curia
Acquisto mobili, arredi e macchine
Manutenzioni straordinarie
8.122,90
8.219,00
6.448,34
63.995,87
91.945,74
16.981,31
7.000,00
12.901,85
57.265,64
TOTALE
272.880,65
SBILANCIO ATTIVO € 250.310,78
SITUAZIONE DEBITORIA
Debiti verso Banca per credito in c/c (fido)*
Debiti verso Banca per mutuo
Debiti verso fornitori e privati
Partite di giro
Disponibilità “liquide” e titoli
Esposizione debitoria complessiva
ANNO 2008
ANNO 2007
- 700.711,12
- 25.255,78
98.241,42
340.014,00
-4.641,29
- 794.164,42
- 60.606,69
- 5.435,00
130.341,30
- 484.194,32
- 734.505,10
* Nell’anno 2007 il credito in conto corrente (fido) è stato convertito in mutuo
24
La Voce - Quaresima 2009
e realizzazione nuovo spazio
giochi presso l’Oratorio delle
Capannelle.
• Restauro quadri Misteri
del Rosario.
• Avvio restauro campanile della Madonna dei Campi
• Terminato l’iter burocratico per rendere residenziale un
terreno ubicato alla frazione
Capannelle e finanziare l’adeguamento della Scuola dell’Infanzia alle norme di sicurezza.
destinata alle missioni e ai bambini poveri. Nel giro di tre –
quattro anni questi soldi saranno devoluti a progetti ritenuti,
dopo attenta valutazione, idonei e meritevoli di attenzione.
Al 31 gennaio sono state riconsegnate n. 266 buste del dono natalizio, per un totale di
circa € 17.045,00.
Lo scorso anno al 31 gennaio
erano state n. 309 buste con €
17.930,00.
In particolare ringrazio:
* tutti coloro che hanno dato
contributi personali, con un’attenzione diffusa, affettuosa e
costante;
* coloro che hanno contribuito con offerte fiscalmente deducibili (n. 9 - € 9.500);
* i gruppi e le associazioni
che hanno voluto contribuire
alle opere di restauro in corso:
Azione Cattolica, Libera Associazione Donatori Sangue,
Gruppo Insieme con Amicizia,
l’Associazione Cacciatori, il
Gruppo locale della Lega Nord,
il gruppo Alpini, il gruppo Rugiada, i Coltivatori diretti, Associazione anziani e pensionati
di Zanica; Fondazione Bergamasca di Bergamo.
Le buste dono del Natale
Il dono di San Nicolò
Interessante è stato l’avvio
della iniziativa Il dono di san Nicolò, la raccolta mensile di generi alimentari. Grazie all’opera
attenta e discreta di alcune volontarie si stanno consegnando
puntualmente questi aiuti a famiglie davvero indigenti.
Considerazioni finali
1. Il 2008 è stato un anno un
po’ tranquillo, rispetto ai precedenti, per quanto riguarda le
iniziative di straordinaria amministrazione. Era necessario
tirare un po’ il fiato, ridurre i
debiti e mettere a punto i progetti per i passi successivi.
La situazione debitoria – il
mutuo bancario – è diminuita
di quasi 100.000 € come ci si era
proposti. Abbiamo anche circa
100.000 € di liquidità sul conto
corrente; ma si tratta di una eredità ricevuta dalla parrocchia e
La Voce - Quaresima 2009
2. Ancora è rimasta costante
l’attenzione e la generosità con
cui persone, famiglie, gruppi e
imprenditori hanno seguito
questo aspetto della vita della
nostra comunità. Il grazie sincero che rinnovo a tutti è quanto mai doveroso.
Un ringraziamento davvero
speciale ai tanti volontari che
consentono la realizzazione
della vita ordinaria della nostra
parrocchia (addetti sacrestia e
pulizia delle chiese e dell’oratorio; volontari del bar, cinema e
festa dell’oratorio; volontari del
Triduo… ).
Proseguono cordiali e rispettosi i rapporti con l’Amministrazione Comunale; anche i
rapporti intrattenuti con le
aziende di credito che operano
nel nostro paese continuano ad
essere caratterizzati da fattiva
attenzione e vicinanza.
3. Intenzioni e progetti per
il 2009
Nel corso del 2009 si procederà a:
* ridurre i mutui di €
98.000,00;
* completare il restauro del
Campanile della Madonna dei
Campi;
* ultimazione del terzo lotto
dell’Oratorio Capannelle
* adeguamento della struttura della Scuola dell’infanzia
(legge 626);
* avviare il restauro dell’organo;
* restauro di almeno una delle due pale dell’abside (C. Mairone da Ponte)
* acquisto di n. 4 confessionali;
* sistemazione ingresso e
cortile dell’oratorio (scarichi acqua piovana) e degli spogliatoi
del campo sportivo;
* pubblicazione del secondo
volume sulle opere della Parrocchia.
Continueremo la messa a
punto del progetto di restauro
della casa parrocchiale, in modo da poter intervenire quando
i tempi saranno più idonei.
Ringrazio il CPAE: con la loro preziosa collaborazione anche questo aspetto della vita
della parrocchia può essere affrontato con fiducia, in maniera competente e costruttiva.
don Silvano
25
ANAGRAFE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE
BATTESIMI
Il 9 novembre 2008 è stato battezzato:
Il 16 novembre 2008 sono stati battezzati:
Nicolò Parimbelli
Chiara Cardinetti
Viola Vecchi
Andrea Pesenti
Carolina Parimbelli
Letizia Rossi
Giulia Nava
Davide Pardo Beltran
Giada Nespoli
Fabio Pasinetti
Sofia Allevi
Mateo Assi
Alex Valota
Luca Belometti
Paolo Sandrinelli
Il 23 novembre 2008 è stata battezzata:
Il 26 dicembre 2008 è stata battezzata:
Il 28 dicembre 2008 è stata battezzata:
L’ 11 gennaio 2009 sono stati battezzati:
L’ 1 febbraio 2009 sono stati battezzati:
Il 15 febbraio 2009 sono stati battezzati:
Date previste per i prossimi battesimi: 19 aprile (ore 11); 3 maggio (ore 16); 17 maggio (ore 12).
MATRIMONI
Il 13 dicembre 2008
In neretto: gli sposi residenti nella nostra parrocchia.
Mauro Traina con Liliana Corda
DEFUNTI
Nella nostra comunità si sono celebrate le esequie:
Il giorno 13 novembre 2008
Il giorno 18 novembre 2008
Il giorno 19 novembre 2008
Il giorno 22 dicembre 2008
Lucio Giovanni Cividini di anni 43
Rosina Asperti di anni 64
Angelo Ferrari di anni 68
Teresa Pasinetti di anni 78
Teresa Carlessi di anni 71
Irma Arzuffi di anni 97
Pierina Ruggeri di anni 80
Pietro Ghilardi di anni 87
Antonio Boroni di anni 95
Pietro Angelo Bentoglio di anni 80
Il giorno 5 gennaio 2009
Il giorno 7 gennaio 2009
Il giorno 8 gennaio 2009
Il giorno 21 gennaio 2009
Il giorno 22 gennaio 2009
Il giorno 6 febbraio 2009
RIEPILOGO DELL’ANNO 2008 (celebrati in parrocchia)
Battesimi
Matrimoni
Funerali
26
2006
56
23
53
2007
64
21
54
2008
64
19
44
di cui 28 maschi
di cui 24 maschi
36 femmine
20 femmine
La Voce - Quaresima 2009
RIPARAZIONE ELETTRODOMESTICI
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Cancelli elettrici - Impianti telefonici - Videocitofoni
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Informazioni: 035 / 52.51.87
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Climatizzazione - Impianti Home Theater
Elettrodomestici da incasso - Liste Nozze
Videosorveglianza digitale - SKY installer
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Riparazioni e installazioni a domicilio
Negozio: Viale Trieste, 20 (di fronte magazzini "Le Matte")
Laboratorio: Via Bergamo, 7 - Azzano San Paolo (BG)
Tel.: 035 530 179 - eMail: [email protected]
Libera Associazione
Donatori di Sangue
Sezione di ZANICA (BG)
Donare il Sangue
vuol dire Amare
Chi volesse diventare donatore volontario
si può rivolgere presso la sede tutte
le domeniche dalle ore 9.30 alle 11.00
Piazza XI Febbraio - 24050 Zanica (BG)
Informazioni: 035 / 67.22.71 - 67.24.36
Scarica

Febbraio - Parrocchia di Zanica