La voce Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica Benvenuto Vescovo Francesco! Grazie Vescovo Roberto! QUARESIMA 2009 7.00 ORARI DELLE SANTE MESSE Lunedì Scuola Materna Martedì Mercoledì Parrocchia** Giovedì Venerdì Scuola Materna Sabato 9.00* Parrocchia Parrocchia Parrocchia Parrocchia Parrocchia 17.30 Capannelle Capannelle Capannelle 18.00 20.00 Parrocchia Parrocchia Oratorio Parrocchia Parrocchia * Celebrazione delle Lodi mattutine - A seguire Santa Messa ** La celebrazione è posticipata alle ore 7.45 DOMENICA E FESTIVI In parrocchia Alle Capannelle Al Padergnone Ore 18.00 (vigilia) - 7.00 - 8.00 - 9.30 - 11.00 - 19.00 Ore 18.30 (vigilia) - 10.00 Ore 9.00 LA VOCE Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica Anno 7 - N° 1 - Febbraio 2009 Direttore responsabile Silvano Ghilardi Direttore di redazione Luca Gattoni Redazione Marco Bassi Veronica Casanova Fabrizio Colombelli Luca Gattoni Silvano Ghilardi Ennio Locatelli Valeria Ubbiali Stampa Gianluigi Ronzoni Stefania Bottazzoli Alice Bottazzoli CICLOSTILATO IN PROPRIO http://www.parrocchiazanica.it [email protected] VISITE GUIDATE AL MUSEO PARROCCHIALE Grazie alla collaborazione dei volontari del gruppo “ZanicArtEstoria”, ogni quarta domenica del mese alle ore 15.45 viene offerta la possibilità di visitare gratuitamente il Museo parrocchiale, e di essere accompagnati anche nella visita alla Chiesa. Per informazioni, rivolgersi in casa parrocchiale. NUMERI TELEFONICI UTILI Don Silvano - Casa Parrocchiale Don Luca - Abitazione Don Pietro - Abitazione Reverende Suore - Scuola Materna Segreteria - Bar Oratorio 035.671.029 035.670.040 035.675.063 035.671.107 035.670.558 EDITORIALE “Combattere la povertà, costruire la pace” SOMMARIO Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3 Camminando s’apre cammino . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5 Quaresima 2009 . . . . . . . . . . pag. 7 Messaggio del Papa . . . . . . . . pag. 8 XXV di ordinazione di Padre Mario Traina . . . . . . . pag. 10 Grazie Signore!. . . . . . . . . . . pag. 13 Calendario pastorale . . . . . . pag. 14 Il saluto di Suor Maria Teresa Traina. . . pag. 15 Il santuario di Caravaggio . . pag. 18 Curiosando . . . . . . . . . . . . . pag. 20 Intervista a G. Carlo Cadè . . pag. 21 Intenzioni Sante Messe . . . . . pag. 23 Rendiconto economico . . . . pag. 24 Anagrafe. . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26 La Voce - Quaresima 2009 Davanti agli ambasciatori dei 177 paesi del mondo, il Papa ha denunciato nel mese di Dicembre le ricadute della crisi mondiale sulle vecchie e nuove povertà. L’ampio discorso col quale Benedetto XVI ha abbracciato l’attualità internazionale, al cospetto del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ha suscitato attenzione e reazioni in tutto il mondo, a partire dalle considerazioni che il Pontefice ha fatto sulla nuova fase drammatica del conflitto israelo - palestinese. La situazione in Medio Oriente è veramente una delle “spine” del mondo e uno dei fattori che impedisce di vivere più stabilmente, insieme, e che rischia di pregiudicare l’equilibrio mondiale. Il papa precisa che «l’opzione militare non è una soluzione», stigmatizza «la violenza da qualunque parte provenga» e raccomanda di scegliere leader pacifisti «Per costruire la pace, occorre ridare speranza ai poveri». Nelle parole del Papa c’è la consapevolezza che per lottare efficacemente contro le guerre, contro i conflitti bisogna rimuoverne le cause che molto spesso li alimentano. E non c’è alcun dubbio che tra le cause più diffuse ci sia proprio la povertà. Una povertà che è intesa non solo in senso materialistico, come un’assenza di mezzi materiali, ma anche in senso spirituale, come assenza di valori, e direi che è proprio questa la parte più importante, il filo conduttore di questo discorso. Per far fronte a queste sfide che interessano l’intero pianeta, occorre che esista una comunità: una comunità unita negli ideali e nei valori, che si assuma le proprie responsabilità e che sappia agire. E, in fondo è proprio questo il più grande problema di cui si soffre oggi: la difficoltà ad agire in maniera coesa. Diceva Madre Teresa: “I poveri hanno bisogno di tante cose, soprattutto hanno bisogno di Dio, soprattutto cercano Dio”. La nostra povertà, non è forse di ordine morale prima di tutto? Quando il Papa ha condannato conflitti, terrorismo e corsa al riarmo, ed ha invocato una strategia contro fame e nuove povertà anche nei paesi ricchi, non era forse la povertà morale quella che esiste e continua a estendersi nei paesi ricchi, quella a cui si riferiva? Ci sono dunque “implicazioni morali” della povertà. A cominciare dalla falsa relazione che spesso si pone tra povertà e sviluppo demografico. “In conseguenza di ciò – ha detto Benedetto XIV sono in atto campagne di riduzione delle nascite, condotte a livello internazionale, anche con metodi non rispettosi né della dignità della donna, né del diritto dei coniugi a scegliere responsabilmente il numero dei figli e spesso, cosa anche più grave, non rispettosi neppure del diritto alla vita”. Una povertà che impedisce alle persone e alle famiglie di vivere secondo la loro dignità; una povertà che offende la giustizia e l’uguaglianza e che, come tale, minaccia la convivenza pacifica. In questa accezione negativa rientrano anche le forme di povertà non materiale che si riscontrano nelle società ricche e progredite: emarginazione, miseria relazionale, morale e spirituale. Dice il Papa: “Nelle società ricche e progredite esistono fenomeni di emarginazione, po3 4 vertà relazionale, morale e spirituale: si tratta di persone interiormente disorientate, che vivono diverse forme di disagio nonostante il benessere economico”. Ecco che cosa è la nostra povertà. Ci si lamenta spesso di non essere “ricchi”, “benestanti” o aver conti correnti floridi… Ci si lamenta delle tasse troppo alte, di canoni e abbonamenti da pagare… Molti dicono di non arrivare a fine mese con lo stipendio che hanno… Eppure, nonostante questo, noi facciamo parte di quella società che viene considerata ricca, e lo siamo se pensiamo a quei Paesi del terzo mondo dove non c’è alfabetizzazione, dove non c’è lavoro, dove ci sono miseria ed indigenza. Dal punto di vista umanitario non siamo forse anche noi da considerarsi poveri di attenzione verso l’Altro? Non siamo poveri d’amore, di aiuto concreto, nei confronti di chi ha veramente bisogno? Siamo forse noi disposti, immediatamente, di slancio, a tendere la mano a chi ci guarda con occhi sgranati dove l’unico messaggio proveniente dal suo sguardo è: “AIUTAMI?”. Pensiamo a quando per strada troviamo un mendicante: quante volte ci fermiamo per dar loro qualche spicciolo? E ancora: quante volte osiamo noi avvicinarlo per primi per aiutarlo? La risposta più semplice, e giustificatrice a volte, è che spesso non abbiamo spiccioli, non abbiamo denaro, non abbiamo tempo per farlo. All’uomo di oggi, quello che vive in paesi ricchi – come ci possiamo definire - manca il tempo per ritrovare se stesso.Ritrovare un proprio spazio dove ritrovare la propria stima, la propria dignità, il proprio valore, il profondo amor proprio e l’amore per la vita che, non dobbiamo mai dimenticare, ci viene data in dono. C’è una frase di Michael Quoist che dice: “…Così gli uomini corrono tutti dietro al tempo, o Signore, passano sulla terra correndo, frettolosi, precipitosi, sovraccarichi, impetuosi, avventati... e non arrivano mai a tutto, manca loro il tempo, nonostante ogni sforzo, manca loro il tempo, anzi manca loro molto tempo..”. Già, ci manca il tempo per esser noi stessi, per accettarci con i nostri pregi e i nostri difetti, ci manca il tempo per poter ritrovare noi stessi e coltivare quel che c’è di importante in noi: la parte spirituale, la nostra moralità… Se ritrovassimo quella parte, che in ognuno di noi è presente, sebbene un po’ nascosta, ecco quale grande strumento avremmo a nostra disposizione per aiutare concretamente gli altri. Per non commettere errori di valutazione, per rispettare il dono di Dio, per rispettare la dignità umana di qualsiasi essere umano: feto, infante, bambino, adolescente, adulto o anziano che sia. Per Combattere la Povertà e Costruire la Pace…. Valeria Ubbiali La Voce - Quaresima 2009 Camminando s’apre cammino Fratelli e sorelle carissimi, il 2009 è ormai iniziato da diverse settimane e solo adesso riusciamo a raggiungervi con il nuovo numero de La voce. Non sono state le troppe attività a ritardare il nostro impegno. L’Avvento e il Natale ci ha visto (don Luca, io e le persone che ci hanno aiutato) totalmente assorbiti dall’esperienza della malattia e della morte dei nostri cari papà, Carmelo e Pietro. Sono state giornate di preoccupazione e di grande dolore, come ben sapete voi tutti che siete passati per esperienze analoghe. Ci sono state di grande aiuto e consolazione la luce della fede e la vicinanza che ci avete manifestato con l’affetto e la preghiera. Ci sentiamo davvero in debito con voi di una gratitudine che non vorremmo mai lasciare affievolire. In particolare rinnovo il ringraziamento per tutti questi sei anni in cui avete sempre circondato di simpatia e di calore il mio papà: il suo sorriso è stata la risposta più bella che penso custodiate con me nel vostro cuore. La Voce - Quaresima 2009 E ora permettete che ricordi alcuni passaggi che hanno segnato il cammino della nostra comunità in questo periodo appena trascorso. * Il 6 dicembre, festa di San Nicolò, ha presieduto la messa solenne don Lino Lazzari, che è stato coadiutore a Zanica dal 1961 al 1965. Nel 2008 ha compiuto 80 anni ed è stato bello ringraziare con lui il Signore, per il bene che ha ricevuto e donato attraverso il suo ministero. Suo coetaneo è don Bernardino Vitali, coadiutore a Zanica dal 1969 al 1976. Con lui celebreremo la messa di chiusura del prossimo Triduo, il 22 marzo. Il 6 gennaio abbiamo ricordato i 25 anni di ordinazione sacerdotale del nostro fra’ Mario Traina, da dieci anni missionario in Brasile, dove è rientrato l’11 febbraio. Sono state numerose le ricorrenze nell’anno appena concluso: penso sia davvero bello ricordarle, per un dovere di riconoscenza e soprattutto per custodire un sincero senso di comunità, di famiglia, in cui ogni persona è un volto e un nome unico e prezioso. * La festa del nostro patrono ha dato il via alla nuova iniziativa parrocchiale: il dono di san Nicolò, una raccolta mensile di generi alimentari non deperibili per le famiglie in grave difficoltà del nostro territorio e per le iniziative caritative diocesane. L’inizio è stato davvero promettente e a breve ne daremo anche un primo resoconto. L’impegno più gravoso resta comunque quello di conoscere le situazioni di difficoltà e di sapersi avvicinare con discrezione e cordialità, per distribuire oculatamente questi semplici aiuti. Grazie alle volontarie che hanno cominciato questa preziosa opera. * Quest’anno per la novena di Natale abbiamo proposto ogni giorno la messa alle 7.45, in modo che i ragazzi delle elementari con le loro mamme potessero fermarsi un momento in preghiera prima di andare a scuola. Diversi ragazzi hanno vissuto questa occasione con impegno e costanza. Bravi! Sicuramente potevano essere di più. Sulla base di questa esperienza si può fare una proposta più adatta a loro. Ricordo che ogni mercoledì la messa è celebrata in questo orario. Magari in quaresima si potrebbe rinnovare questo impegno. * Durante l’avvento si è riproposta l’esperienza dei Cenacoli. Ci si è affidati innanzitutto a quanti l’avevano già organizzata durante la Missione Parrocchiale. Ora, per la Quaresima, possiamo continuare e dare la possibilità anche ad altre famiglie di inserirsi – accettando l’invito di una famiglia o invitando altre famiglie nella propria casa - e crescere così nell’amicizia e nella comunicazione semplice della fede. * Penso che per tutti sia stata una bella sorpresa il presepio che gli appassionati ed esperti Amici del presepio hanno allestito quest’anno in chiesa. Dopo la festa della Presentazione è stato smontato… ma sicuramente la mente e le mani sono già al lavoro. Cose così belle non si improvvisano! * Il 17 gennaio è iniziato il Percorso Fidanzati: 18 coppie, che il sabato sera, per otto settimane, con l’aiuto di tre coppie di sposi, rileggono la propria esperienza e confrontano le proprie aspettative e i propri 5 progetti, in vista di un matrimonio che è sì un grande impegno, ma prima di tutto un grande dono. È un impegno, e bisogna dargli solide fondamenta; ma è anche un grande dono, e si tratta di rimanere sempre aperti a Dio e ai fratelli perché questo dono possa sostenere, arricchire e rallegrare l’intera esistenza degli sposi. Il primo febbraio, Giornata della vita, tutti insieme hanno partecipato alla messa della comunità, alle ore 11, insieme alle famiglie con i bimbi battezzati nel 2008. * Domenica 25 gennaio 61 ragazzi e ragazze della nostra comunità hanno ricevuto la Confermazione per mano di mons. Alessandro Assolari, delegato vescovile. La cresima è un punto di partenza, non di arrivo: si è confermati nel dono dello Spirito Santo “semplicemente” per essere discepoli di Gesù, ogni giorno, in tutto quello che si vive. Continuiamo a seguire con l’affetto e con la preghiera questi ragazzi. Preghiamo anche per i loro genitori; non è facile il loro compito, ma è preziosissimo: auguro loro di non isolarsi; il dialogo e il confronto amichevole sono di grande aiuto. Grazie ai catechisti che li accompagnano con tanto impegno. 6 * Domenica 15 febbraio: è arrivato il grande momento per sr. Maria Teresa Traina di ripartire per l’Africa. La sua destinazione, dopo diversi anni vissuti in Italia e in Polonia per le attività formative del suo istituto, è ora il Congo. In questa domenica un semplice saluto. Attraverso La voce rimarremo informati della sua missione. I missionari sono fisicamente lontani; in realtà sono un grande arricchimento per la nostra comunità, con la loro testimonianza di fede e con il dono della loro vita. Un grande avvenimento interessa la vita della nostra comunità in questo inizio d’anno. Dopo 17 anni il vescovo Roberto Amadei termina il suo servizio episcopale e prende il suo posto mons. Francesco Beschi, proveniente dalla diocesi di Brescia. Mons. Roberto non si certo risparmiato in questi anni, servendo una diocesi grande e impegnativa. La percorsa in lungo e in largo. Ha realizzato il Sinodo, per delineare il cammino per i prossimi anni. Ha visitato più volte la nostra comunità; ricordo in particolare la visita pastorale del gennaio 2003 e l’ultimo incontro, alla conclusione della Missione parrocchiale, il 20 aprile 2008. Arriva purtroppo a questo naturale passaggio di consegne segnato da una improvvisa e preoccupante malattia. Gli siamo vicini con tanto affetto e riconoscenza e preghiamo per lui, perché il Signore gli conceda salute e serenità, e la gioia di restare in una Chiesa che egli ama e dalla quale è riamato. In particolare ricordo la possibilità di partecipare alla celebrazione di saluto a mons. Roberto sabato 28 febbraio alle ore 18 in Cattedrale. Mons. Francesco Beschi per ora è un bel viso sorridente, cordiale, incoraggiante. Impareremo a conoscerlo personalmente nei prossimi anni. Lo accogliamo con simpatia, ma soprattutto con fede: è chiamato ad essere in mezzo a noi il successore degli Apostoli, a confermarci cioè nella fedeltà al vangelo di Cristo, a rafforzarci in un’autentica comunione di amore attorno all’eucaristia, a incoraggiarci a percorrere pieni di speranza le vie ardue della testimonianza e della carità nel nostro mondo, certamente complicato e ferito, ma anche ricco di tante potenzialità e comunque amato dal Signore. Per poter partecipare al suo ingresso in Diocesi, di persona o attraverso la trasmissione televisiva, il nostro Triduo dei defunti viene spostato di una settimana, nei giorni 20-22 marzo. Don Silvano La Voce - Quaresima 2009 Quaresima 2009 La Voce - Quaresima 2009 “Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso” (1Cor 2,2). In questo anno dedicato alla figura dell’apostolo Paolo, poniamo il nostro itinerario nel solco indicato da queste sue parole incisive. La quaresima è quel periodo intenso dell’anno che ci ricorda il senso profondo della nostra vita: è un cammino, anzi una corsa verso Cristo - “proteso verso il futuro, corro verso la mèta (…) perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10ss). La nostra quaresima sarà dunque un fissare attentamente il nostro sguardo su Gesù, un piegare le ginocchia con stupore davanti al mistero della sua morte e risurrezione e unire così la nostra voce al grande numero di coloro che in ogni lingua annunciano che egli è il Signore. I quaranta giorni non saranno tutti uguali; ci saranno tante giornate speciali che sosterranno il nostro cammino: * il mercoledì delle ceneri e – per i ragazzi – anche il giovedì e il venerdì di inizio; * il Triduo dei morti – giorni preziosi di adorazione, di silenzio, di pace, di adesione commossa e convinta a colui che ci precede portando la croce; * le via crucis ogni venerdì; * la settimana del digiuno, dal 29 marzo al 5 aprile. Le riflessioni che saranno proposte nei giorni feriali faranno riferimento al brano di vangelo proposto in quel giorno dalla liturgia. A tutti i ragazzi e le ragazze viene distribuito un libretto che li aiuti a fare della quaresima un cammino personale dietro a Gesù verso la Pasqua. È un sussidio illustrato, che richiede la partecipazione attiva di chi lo utilizza. È importante che anche i genitori aiutino i figli a fare questo percorso quotidiano. La domenica poi, prima del pranzo o della cena, è proposta una semplice preghiera che coinvolge tutta la famiglia. Al termine del percorso sarebbe bello che tutti – ragazzi, catechisti e genitori – dessero un parere su questo tipo di sussidio, per calibrare meglio le proposte per l’anno prossimo. Buona Quaresima! 7 Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima 2009 “Gesù, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame” (Mt 4,2) 8 Cari fratelli e sorelle! All’inizio della Quaresima, che costituisce un cammino di più intenso allenamento spirituale, la Liturgia ci ripropone tre pratiche penitenziali molto care alla tradizione biblica e cristiana - la preghiera, l’elemosina, il digiuno - per disporci a celebrare meglio la Pasqua e a fare così esperienza della potenza di Dio che, come ascolteremo nella Veglia pasquale, “sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace” (Preconio pasquale). Nel consueto mio Messaggio quaresimale, vorrei soffermarmi quest’anno a riflettere in particolare sul valore e sul senso del digiuno. La Quaresima infatti richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Leggiamo nel Vangelo: “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame” (Mt 4,12). Come Mosè prima di ricevere le Tavole della Legge (cfr Es 34,28), come Elia prima di incontrare il Signore sul monte Oreb (cfr 1 Re 19,8), così Gesù pregando e digiunando si preparò alla sua missione, il cui inizio fu un duro scontro con il tentatore. Possiamo domandarci quale valore e quale senso abbia per noi cristiani il privarci di un qualcosa che sarebbe in se stesso buono e utile per il nostro sostentamento. Le Sacre Scritture e tutta la tradizione cristiana in- segnano che il digiuno è di grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che ad esso induce. Per questo nella storia della salvezza ricorre più volte l’invito a digiunare. Già nelle prime pagine della Sacra Scrittura il Signore comanda all’uomo di astenersi dal consumare il frutto proibito: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire” (Gn 2,16-17). Gesù pone in luce la ragione profonda del digiuno, stigmatizzando l’atteggiamento dei farisei, i quali osservavano con scrupolo le prescrizioni imposte dalla legge, ma il loro cuore era lontano da Dio. Il vero digiuno, ripete anche altrove il divino Maestro, è piuttosto compiere la volontà del Padre celeste, il quale “vede nel segreto, e ti ricompenserà” (Mt 6,18). Egli stesso ne dà l’esempio rispondendo a satana, al termine dei 40 giorni passati nel deserto, che “non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). Il vero digiuno è dunque finalizzato a mangiare il “vero cibo”, che è fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34). Se pertanto Adamo disobbedì al comando del Signore “di non mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male”, con il digiuno il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella sua bontà e misericordia. Poiché tutti siamo appesantiti dal peccato e dalle sue conseguenze, il digiuno ci viene offerto come un mezzo per riLa Voce - Quaresima 2009 annodare l’amicizia con il Signore. Troviamo la pratica del digiuno molto presente nella prima comunità cristiana (cfr At 13,3; 14,22; 27,21; 2 Cor 6,5). Anche i Padri della Chiesa parlano della forza del digiuno, capace di tenere a freno il peccato, reprimere le bramosie del “vecchio Adamo”, ed aprire nel cuore del credente la strada a Dio. Il digiuno è inoltre una pratica ricorrente e raccomandata dai santi di ogni epoca. Scrive san Pietro Crisologo: “Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno, perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica” (Sermo 43). La Voce - Quaresima 2009 Ai nostri giorni, la pratica del digiuno pare aver perso un po’ della sua valenza spirituale e aver acquistato piuttosto, in una cultura segnata dalla ricerca del benessere materiale, il valore di una misura terapeutica per la cura del proprio corpo. Digiunare giova certamente al benessere fisico, ma per i credenti è in primo luogo una “terapia” per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio. Privarsi del cibo materiale che nutre il corpo facilita un’interiore disposizione ad ascoltare Cristo e a nutrirsi della sua parola di salvezza. Con il digiuno e la preghiera permettiamo a Lui di venire a saziare la fame più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo: la fame e sete di Dio. Al tempo stesso, il digiuno ci aiuta a prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli. Nella sua Prima Lettera san Giovanni ammonisce: “Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio?” (3,17). Digiunare volontariamente ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china e va in soccorso del fratello sofferente. Scegliendo liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri, mostriamo concretamente che il prossimo in difficoltà non ci è estraneo. Proprio per mantenere vivo questo atteggiamento di accoglienza e di attenzione verso i fratelli, incoraggio le parrocchie ed ogni altra comunità ad intensificare in Quaresima la pratica del digiuno personale e comunitario, coltivando altresì l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera e l’elemosina. La Quaresima sia pertanto valorizzata in ogni famiglia e in ogni comunità cristiana per allontanare tutto ciò che distrae lo spirito e per intensificare ciò che nutre l’anima aprendola all’amore di Dio e del prossimo. Penso in particolare ad un maggior impegno nella preghiera, nella lectio divina, nel ricorso al Sacramento della Riconciliazione e nell’attiva partecipazione all’Eucaristia, soprattutto alla Santa Messa domenicale. Con questa interiore disposizione entriamo nel clima penitenziale della Quaresima. + Benedictus PP. XVI 9 XXV di ordinazione di Padre Mario Traina 10 “Percepiamo qui qualcosa del mistero profondo che è l’essere cristiani. Ciò che costituisce la nostra fede non è in primo luogo ciò che facciamo, ma ciò che riceviamo.” Così il Papa chiudeva il suo discorso nella veglia con i giovani il 19 luglio scorso a Sidney. Ero là! Accompagnavo un gruppo di giovani brasiliani. Avevano lavorato duro per tre anni, facendo dolci, servendo colazione all’uscita delle messe, la domenica, lavando macchine e molte altre cose. Il mistero dell’essere cristiani… non è... ciò che facciamo, ma ciò che riceviamo. Parole che mi sono ritornate nella mente quando don Silvano mi ha chiesto di scrivere alcune righe su questo momento della mia vita. Parole che mi sono ricordato, quando le persone delle comunità delle favelas di Rio de Janeiro con allegria mi hanno fatto la sorpresa di prepararmi una festa nell’anniversario della mia ordinazione. Queste parole mi hanno mosso a desiderare di ringraziare con voi il Signore. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, stava scritto nell’immaginetta ricordo dell’ordinazione. Ma che cosa ho ricevuto? Di che cosa ringraziare il Signore insieme oggi? La memoria rincorre i fatti del passato. La vita. Il Battesimo. La chiamata alla consacrazione religiosa. Il ministero di presbitero. Un cuore fedele a queste chiamate. Ma soprattutto persone concrete hanno camminato accanto a me, sostenendo il cammino di fede, sin dall’inizio. Il Battesimo ricevuto nella fonte di questa chiesa, mi fa rendere grazie al Signore con voi. Il Battesimo, la vita divina, la radice di tutto quanto è venuto poi. Oggi molte volte non si comprende, si vorrebbe essere stati battezzati quando si capisce, quando si intende… ma ci sono cose importanti che riceviamo, senza capire e senza avere consapevolezza del valore. La ricchezza del Battesimo, questo seme, questo dono della vita divina ha bisogno di essere svelato, accettato e reso vivo perché possa dare i suoi frutti. È l’incontro con l’unica Persona che ti ama fino a dare la sua vita per te. L’Unica a non scandalizzarsi davanti alla tua ribellione, a lasciarti libero anche quando scegli, errando, il tuo male. L’Unica sempre pronta ad accoglierti, anche quando ritorni distrutto dalle battaglie errate della vita. L’ambiente della parrocchia, il tessuto cristiano di quella società, i primi catechisti che mi hanno insegnato ad aprire la Parola di Dio che ci veniva messa nelle mani in quegli anni, la liturgia e tante persone che non si possono ricordare tutte per nome… mi hanno aiutato a conoscere questa Persona. Don Giacomo, don Vittorio, don Dino: nei primi anni mi hanno dato un’immagine chiara del volto di Gesù Cristo. Don Giacomo con la sua sapienza di pastore, del quale ricordo la risposta semplice di quando la mamma gli chiedeva quando possiamo dare la prima comunione a questo bambino: “Sa distinguere tra il pane comune e il pane eucaristico?”. Avevo 7 anni: allora il tessuto sociale era cristiano, e non c’era tanto bisogno di fare molta preparazione. L’allegria e la gioia dell’essere cristiani del La Voce - Quaresima 2009 dopo concilio che ci passava don Vittorio nell’oratorio. Lo spirito missionario che con don Dino ci trasmettevano. Il catechismo, il primo vangelo tra le mani… La mamma: nella prima crisi ha saputo indicarmi la strada per risolvere tutte le crisi. Quell’estate tra la terza media e il liceo, quando mi domandò che cosa volevo fare, vedendo il mio titubare mi disse: “se non sai cosa scegliere chiedilo al Signore”. Come? Quelle camminate, una novena, fino ai “mortc de scures” recitando il rosario e poi a messa prima… Mi ha passato così, senza dire niente, il cuore di ogni vocazione: l’intimità con il Signore. Il vecchio frate “sercòt” che passava per le cascine. E… molte altre persone sono state un segno della sua presenza sostenendo i miei primi passi nella fede. L’ambiente del convento, gli studi e tanti frati… il cambiare della società, il cambiare del contesto sociale mi obbligava a fare sempre più mia questa scelta, senza annacquare il vino della presenza di Gesù nella mia vita. La scoperta della croce, come qualcosa che ti appartiene e segna la tua vita, ma che ti conduce a una intimità sempre più profonda con Lui, e diventa cammino alla vita e alla felicità. Le prime esperienze pastorali, una domanda sul tuo futuro. Come quella coppia: davanti alla quarta gravidanza, il marito se ne era andato di casa obbligando la sposa a abortire… Come aiutare le persone che avrei incontrato, a vivere la propria storia nella bellezza e nella gioia di essere cristiani? O quel frate che se ne andava seguendo altri progetti, disilluso da anni di sacerdozio, e al quaLa Voce - Quaresima 2009 le i superiori non avevano potuto dire niente… potrebbe succedere anche con me, mi dicevo. Cercavo qualcosa che avrebbe potuto aiutare gli altri, ma in fondo me: perché quel dono del battesimo fosse una risposta concreta davanti alle situazioni della vita, davanti a un mondo sempre meno cristiano, a una società scristianizzata. Ero preparato teologicamente, pastoralmente, ma questo sarebbe bastato? Davanti a un mondo sempre più scristianizzato, a una società dove i cristiani e la fede perdevano il diritto di cittadinanza, cosa poteva rendere il Battesimo ancora una risposta, come la chiamata di Cristo poteva ancora essere una risposta, un dono alle persone, nella loro ricerca di essere felici? È ancora bello, ha ancora senso essere cristiani oggi? Un altro incontro si è poi manifestato in dono prezioso in questi anni di presbitero: l’avere incontrato il cammino neocatecumenale, una iniziazione cristiana che mi ha portato a riscoprire il mio battesimo partendo da zero. Se davanti alle difficoltà tutto il mio bagaglio culturale cristiano non mi serve, se davanti alla mentalità del mondo contemporaneo mi vergogno di essere cristiano, vuol dire che la mia fede è debolissima, che il dono che ho ricevuto nel battesimo, è rimasto una semente; che la vita cristiana, simbolizzata dalla veste bianca con la quale quel giorno da bambino mi hanno rivestito, è rimasta come quella veste, mi posso sforzare di vestire, ma la testa non ci passa proprio più! Ritornare alle acque del mio battesimo, per scoprirne la forza e la ricchezza, ha rivivificato e so- stenuto la mia vocazione in questi anni, dandomi la gioia di essere cristiano e di testimoniarlo. Con questi doni e molti altri che non c’è spazio per elencare, è cominciata la mia avventura di fede come presbitero. Che cosa è avvenuto in questi anni? In risposta al mio desiderio di partecipare attivamente all’evangelizzazione, i superiori hanno pensato che avrei potuto insegnare filosofia nel nostro seminario. Un padre provinciale, con il quale esprimevo il desiderio di andare a evangelizzare, mi disse: “Il tuo evangelizzare sarà formare evangelizzatori”. E l’obbedienza mi inviò a Roma, lo studio della filosofia, poi l’insegnamento nei seminari cappuccini di Cremona e Villafranca. 15 anni sono passati così, aiutando i giovani che bussavano al convento a prepararsi a essere frati e presbiteri della Chiesa, per annunciare il Vangelo. Quante situazioni, quante difficoltà, quanta sofferenza nell’aiutare a discernere la chiamata del Signore. Quando arrivò il tempo di rinnovare l’équipe dei formatori, sono tornato alla carica: poter evangelizzare, proponendo, una forma che avevo conosciuto nel frattempo, essere disponibile come itinerante nel cammino neocatecumenale. Evangelizzare nella forma che il Vangelo indica senza borsa, senza bisaccia, e cammin facendo annunciare che il Regno dei cieli è vicino. Il provinciale mi disse quel giorno, il mercoledì dell’ottava di Pasqua 1999: “Se mi avessi chiesto la disponibilità per fondare una congregazione di suore, ti avrei detto di no. Ma mi chiedi di poter andare a annuncia11 re il Vangelo... ti concedo un anno.” Un anno, che poi sono diventati altri tre, altri tre e tre… E li è incominciata questa esperienza di missionario itinerante in Rio di Janeiro. Vi sono arrivato il luglio successivo, senza sapere il portoghese. La prima esperienza della precarietà dell’annuncio del Vangelo, ritornare bambino, per lo meno a livello linguistico, imparando la lingua come i bambini, ascoltando altri adulti parlare. Poi la realtà, la presenza nelle favelas (le baraccopoli), il vivere questa situazione di estremo, non tanto per la precarietà materiale, ma per la precarietà fisica e morale. L’ambiente violento: quante volte uscendo di casa per visitare una comunità ho la netta sensazione che forse non tornerò a casa. Quante volte abbiamo celebrato e fuori c’erano sparatorie, al punto che le persone dicevano: “andiamo nell’altra stanza che è più centrale, e ci sono due pareti ci ripareranno di più dai proiettili”. E quella volta che stavamo celebrando e un proiettile tranciò il filo che portava l’elettricità e abbiamo continuato alla luce delle sole candele. Ma la gioia di vedere come l’incontro con il Vangelo è la vera promozione umana, che riscatta da situazioni di povertà e violenza, riconcilia con la propria storia, ricostruisce la famiglia, e porta le persone ad avere un cuore grato al Signore. Al punto che, quando la situazione economica cambia, ho scelto di rimanere in quel luogo precario, perché qui ho incontrato Cristo, qui devo rimanere perché altri lo possano incontrare. La bellezza di questo incontro che porta le persone a fare scelte nuove dentro questo mondo precario; una casa degna, aperti alla vita accogliendo i figli che il Signore vorrà dare, rischiando la vita per poter stare con Cristo, vivo nella propria comunità. Più che evangelizzare mi trovo molte volte evangelizzato dai poveri che accolgono la buona notizia, senza porre condizioni alcuna all’agire del Signore. Lì, ho scoperto che i doni del Signore, gli incontri di questi anni, non sono per me, ma in funzione delle persone che mi fa incontrare. Ma parlare di questo è rischiare di dire le tante cose che facciamo, che anche altri possono fare, senza manifestare la bellezza e la gioia del mistero di essere cristiani. “Perché la nostra gioia sia perfetta!”(1Gv 1,4). “Il mistero di essere cristiani…”. 25 anni fa quando ero chiamato all’altare per essere ordinato, essere cristiano non era più di moda, come oggi. Parlare di Chiesa, di cristianesimo era come rievocare ombre tristi e penitenziali del passato. Anche oggi molte volte leggendo e ascoltando notizie, sembra che la mentalità non sia cambiata. Qualcosa che andava contro la libertà umana e le sue aspettative. Era avventurasi in qualcosa in cui, per il mondo, non valeva la pena. Ma oggi, vedo che ho rischiato e non sono rimasto deluso. Sono libero fino al punto di poter dire che ripercorrerei tutta questa storia di nuovo, anche con gli errori e i peccati del passato. Proprio perché in questi fatti ho scoperto la bellezza dell’amore di Cristo, la bellezza di un Padre che è pronto ad accogliere il figlio che torna e far festa con lui e per lui. “Era morto ed è tornato in vita”. Il mistero dell’essere cristiano è ciò che riceviamo da questo amore, proprio per la nostra debolezza e fragilità; e questo Spirito trasforma la nostra povertà in vera ricchezza. Riempie il nostro vuoto di una gioia che permane, non se ne va alla prima difficoltà. La gioia che viene dal potere dire: so di Chi mi sono fidato, e so che Lui non viene meno alla sua fedeltà. Una gioia e bellezza di cui non ho paura di dirti: vieni e vedi. Padre Mario Traina 12 La Voce - Quaresima 2009 Grazie Signore! Domenica 25 Gennaio 2009, mons. Alessandro Assolari, delegato del Vescovo Roberto, ha conferito il Sacramento della Confermazione a: Chiara Alini Daniele Barcella Andrea Baronchelli Elena Beretta Giulia Bertuletti Chia Betelli Daniele Bonacina Anna Paola Boreatti Daniele Brignoli Manuel Brozzoni Sara Carlessi Daniele Castelli Gaia Castelli Elena Cereda Arianna Ceruti Martina Cristini Elena Dalla Riva Morgan Dall'Olio Ivan Danelli Giada Della Muzia Davide Di Rienzo Mara Donetti Martina Epis Nicole Ferrari Cristian Foresti La Voce - Quaresima 2009 Giacomo Gasparin Anna Ghidotti Andrea Ghisleni Stefano Giassi Martina Gusmini Giada Loiacono Nicola Maffioletti Nicole Marziali Sara Merli Gloria Micheletti Elena Moioli Lorenzo Nani Roberta Nespoli Elena Noja Nicholas Opini Luca Passera Giorgio Pelis Andrea Perolari Andrea Persico Alberto Pesenti Gabriele Pianetti Luca Quaranta Sara Rampinelli Veronica Ravasio Riccardo Alberto Regazzoni Paolo Carlo Ronchetti Sofia Sandrinelli Mattia Stefanini Alessia Strano Filippo Strano Michele Ticozzi Luana Tironi Laura Ubbiali Ilaria Valietti Mattia Volpi Giulia Zucchi 13 MARZO 2009 LITURGIA 1 2 3 4 5 6 D L M M G V 7 8 9 10 11 12 S D L M M G 14 15 S D 13 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 14 I DOMENICA DI QUARESIMA Ss. Perpetua e Felicita II DOMENICA DI QUARESIMA V L III DOMENICA DI QUARESIMA M M G V S D L M M G V S D L M S. GIUSEPPE IV DOMENICA DI QUARESIMA ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE V DOMENICA DI QUARESIMA IMPEGNI PARROCCHIALI ore 15: AC Adulti - ore 20.30: CPAE Cel. Penitenziale: ore 15 (medie); 16.15 (elem.); 17 (adol.) ore 20.30: Il Sassolino Lectio divina: ore 16.45 (Capannelle); ore 20.30 (oratorio) Adorazione eucaristica: ore 7.30 – 11 - Via Crucis: ore 16.30 ragazzi; ore 20 (Capannelle); ore 20.30 adulti ore 20.30: Percorso fidanzati ore 14.30: laboratori per i bambini in oratorio ore 20: Ufficio comunitario (Capannelle); ore 20.45 Lectio divina (oratorio) Via Crucis: ore 16.30 ragazzi; ore 20 (Capannelle); ore 20.30 giovani e adulti ore 9.30: presentazione dei Comunicandi alla Comunità ore 18: Ingresso del nuovo Vescovo in Diocesi ore 16.30: incontro comunicandi ore 20.30: incontro di preparazione al Triduo ore 16.30: incontro comunicandi ore 20.30: incontro di preparazione al Triduo ore 16.30: celebrazione penitenziale comunicandi ore 20.30: incontro di preparazione al Triduo ore 10: Celebrazione della Penitenza ore 20: s. messa solenne (Capannelle) TRIDUO DEI MORTI - ore 20: ricordo defunti mese di marzo TRIDUO DEI MORTI - ore 18: ricordo defunti anno 2008/2009 TRIDUO DEI MORTI - ore 18: s. messa di chiusura del Triduo ore 10: catechesi adulti (sala parrocchiale) ore 20.30: Unitalsi s. messe: ore 7.45; ore 20 (chiesa parrocchiale) Lectio divina: ore 16.45 (Capannelle); ore 20.30 (oratorio) Via Crucis: ore 16.30 ragazzi; ore 20 (Capannelle); ore 20.30 giovani e adulti ore 10: catechesi adulti (sala parrocchiale) ore 20.30: AC adulti La Voce - Quaresima 2009 Il saluto di Suor Maria Teresa Traina Carissimi tutti e tutte come va? Vi spero bene! Sono tornata dalla Terra Santa ormai da più di un mese e mezzo… come vola il tempo! Tornando mi ero proposta di scrivervi ancora… perché la Terra Santa mi ha segnata! La porto nel cuore con tutta la sua bellezza ma anche con la sua situazione di conflitto! Poi visto che non l’ho fatto subito mi sono detta che vi avrei scritto dalla nuova Terra Santa che il Signore mi sta donando. Fra qualche giorno partirò per il Congo! Congo altra terra martoriata… Ma ieri passando per Piazza Isolo mi sono trovata davanti al monumento della Memoria per i tanti morti della Shoah e per tutti coloro che sono morti nei Lager nazisti. Mentre leggevo La Voce - Quaresima 2009 la scritta e lo guardavo non ho potuto non ripensare alla Terra Santa di oggi! Non ho potuto non risentire la stessa sofferenza che ho provato spesso in Gerusalemme davanti ai tanti piccoli segni di oppressioni che ho visto! Non ho potuto non piangere… rivedere i volti dei tanti palestinesi incontrati e gli sguardi dei tanti militari israeliani incrociati ogni giorno durante il mio soggiorno in Gerusalemme! Così ho deciso di rifarmi viva e di condividere con semplicità gli ultimi momenti di Terra Santa e le riflessioni che mi sono nate nel cuore ieri…. Ho lasciato Gerusalemme il 5 dicembre con tanta sofferenza e tristezza nel cuore. Non la sofferenza dell’addio ad un posto così caro, ma la sofferenza del popolo palestinese! Era un venerdì, giorno di preghiera per i musulmani. Io abitavo vicino alla grande Moschea e ho dovuto partire in anticipo perché le strade erano bloccate… non si poteva circolare liberamente nella Gerusalemme antica e su alcune strade principali. Il giorno prima ad Hebron i coloni avevano bruciato diverse macchine e case dei palestinesi, perché il tribunale giudiziario israeliano aveva dato ordine ad una famiglia di coloni di lasciare la casa palestinese che occupavano abusivamente. Questa famiglia non voleva andarsene, in molti coloni erano venuti a sostenerla tanto che alla fine hanno dovuto intervenire i militari israeliani. Per tutta risposta i coloni se la sono presa prima con i militari e poi con i palestinesi. Ed ecco allora che temendo una reazione palestinese Israele ha preso misure di sicurezza: impedire ai palestinesi musulmani al di sotto dei 45 anni di andare a pregare alla Moschea sulla spianata del Tempio… ( il giorno dopo, a Roma, ho letto in internet che questo era esteso a tutte le spianate delle differenti Moschee in Israele e non solo per un giorno, ma fino a quando Israele avrebbe ritenuto opportuno revocarlo!). Solo le donne, i bambini e gli anziani avevano accesso alla Moschea! Non vi dico quanti erano i militari, sembrava uno stato di assedio! I volti delle donne, dei bambini, degli anziani, dei giovani, degli adulti e i loro sguardi che ho incrociato mentre passavamo lentamente in macchina in mezzo alla folla, li porto tutti nel mio cuore. Mi sono penetrati dentro e ne ho sentito tutta la sofferenza e la sento ancora tutta! La prima reazione è stata di pensare: “Un’altra provocazione di Israele” e questo mi ha portata a pormi alcune domande: Ma se sono loro la causa di ciò che è successo a Hebron… perché devono continuare ad opprimere questo popolo? Perché 15 Signore? Dov’è la liberta religiosa, il rispetto dell’altro? Signore perché questa situazione sembra non avere uscita? Perché questi due popoli che sono fratelli tra di loro in umanità, non riescono a trovare vie di pace? Cosa c’è in questo cuore umano che lo tiene così ripiegato e chiuso in se stesso tanto da arrivare ad opprimere l’altro uomo? Oh, Mistero… cuore umano così bello e così misero! Pensai anche ai due giovani cooperanti che qualche giorno prima erano stati aggrediti e presi a sassate dai coloni insediatisi non lontano da Ramallah! Poi in silenzio lungo tutto il viaggio che ci portava da Gerusalemme a Tel Aviv è nata in me una preghiera: “Non si può più continuare in questa situazione, Dio intervieni! Aiutaci a comprendere cosa possiamo fare perché questi due popoli possano convivere insieme! Pace per questa Terra Santa! Signore, Pace per ogni uomo e donna! Vieni non tardare! Terra Santa, “V ° Vangelo”, Terra di Amore e Terra di Divisioni! Terra di Cristo, Terra di ogni per- Il monumento della Memoria 16 sona, Terra della Presenza di Dio tra gli uomini, Terra Benedetta! Terra disperata… Terra della Speranza! Un giorno anche tu avrai la Pace… è quello che ti auguro dal profondo del mio cuore! Amen”. Sono certa che anche le altre persone che viaggiavano con me pregavano! Non si può stare a Gerusalemme e non lasciarsi toccare fino in fondo sia dai luoghi santi che dalla situazione ben visibile di ingiustizia e di oppressione! Quello che vi posso assicurare è che il viaggio è stato lungo (nonostante i soli circa 50 km) e sofferto per tutti noi che eravamo in macchina! 27 dicembre … in risposta ad alcuni missili lanciati da Hamas, Israele inizia a bombardare Gaza … non c’è bisogno che mi soffermi su ciò che è successo perché sono certa che tutti avete seguito le notizie che ci venivano date! Mi è stato difficile vivere quel periodo e sentire solo tante e tante parole, il non prendere posizione da parte di diversi politici, anche il modo di dare le notizie a volte era proprio di parte, e intanto la gente continuava ad essere uccisa, i feriti non avevano la possibilità di essere soccorsi e curati, mancava cibo e acqua, avevano solo bombe e bombe che gli cadevano addosso! Quando il telegiornale parlava di mancanza di cibo e medicine mi sentivo ribollire dentro … perché medicine e cibo non sono mancate solo in quel periodo a Gaza, ma fa parte della normalità: ricordo nella prima metà di novembre anche i centri di aiuto umanitario di Gaza avevano chiuso perché non avevano più nulla per aiutare la gente e Israele non lasciava entrare gli aiuti: “ questione di sicurezza” era la giustificazione … e intanto la gente ne pagava le conseguenze! E perché bombardare scuole, moschee e ospedali? Perché prendersela con i civili? Ma perché non si ha il coraggio di fermare l’oppressore, gli oppressori del nostro mondo di oggi? Non mi metto né dalla parte di Israele né di Palestina … ma mi metto accanto a tutti coloro che pagano duramente questa situazione! Mi metto accanto a tutti coloro che oggi, in tanti posti diversi, pagano il prezzo delle guerre, di tutte le guerre fatte di interessi , di sfruttamento, di menzogne … a voi di fare memoria dei tanti luoghi dove ancora oggi regna l’oppressione e lo sfruttamento! Ed ecco che ieri mi trovo davanti al monumento, lo guardo, cerco di coglierne il significato, mi avvicino e leggo: “per i tanti morti della Shoah e per tutti coloro che sono morti nei Lager nazisti”. È bello vedere come Verona rende omaggio alle tante vittime di questo crimine umanitario! Grazie Verona, perché non dimentichi e ti fai vicina a chi ha sofferto! Ma subito mi sono venute in mente i tanti genocidi e stragi del secolo scorso: Armenia, Bosnia, Serbia, Rwanda, Kossovo, Cecenia, Darfur, Uganda, Congo, Iraq, Afghanistan, Guinea Bissau, Colombia, Palestina, India, Pakistan e altre che hanno qualcosa di simile all’Olocausto … soprattutto quelli che sono passati nel silenzio più assoluto, ignorati e a volte negati dalla storia! Come desidererei tanto che un giorno passando per le stra- La Voce - Quaresima 2009 de di Verona possa trovare un altro monumento che ricordi anche le sopracitate stragi! Come sarebbe bello poter cogliere che Verona abbraccia ogni popolo, ogni uomo e donna che soffre! Un sogno? Un utopia? Ricordarsi anche di quei piccoli olocausti quotidiani: dalle mutilazioni che avvengono quotidianamente in diversi paesi africani allo sfruttamento dei bambini nelle miniere di coltan; da chi ogni giorno non sa come sfamare i propri figli ai bambini soldati costretti a uccidere; dalle donne costrette a prostituirsi sulle nostre strade ai tanti che muoiono annegati nel Mediterraneo dopo aver sperato una vita più umana; dai tanti extracomunitari che rimandiamo a casa loro ai malati che muoiono in Terra Santa perché per “ragioni di sicurezza” non viene dato loro il permesso di lasciare i territori occupati; dai tanti malati di Aids che non possono accedere alle cure alle donne costrette a partorire ai piedi del muro in Terra Santa! A ognuno di voi il compilare questa lista, anche delle piccole stragi che accadono nel suo piccolo mondo quotidiano! Un’altra cosa ha attirato la mia attenzione accanto a questo monumento che domina la Piazza Isolo: è stato inaugurato il 27 gennaio! Si, nei giorni della Memoria, ma proprio a un mese dall’inizio dell’offensiva Israeliana su Gaza. Un caso? L’inaugurazione era sicuramente programmata da tempo, e nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe coincisa con questo triste anniversario! Una coincidenza? Un caso? Prendetelo come volete! Ma chissà forse questa coincidenza non La Voce - Quaresima 2009 programmata vuole farci riflettere! Fare memoria è importante, ma andiamo oltre la memoria e impariamo dalla storia! Lo scorso anno sono stata più volte ad Auschwitz e Birkenau accompagnando gruppi di giovani! Sono stati momenti di riflessione, di pianto, di domande, di preghiera … di voglia di cambiare questo nostro mondo! La scritta che ti accoglie: “Chi non impara dalla storia è destinato a ripeterla”, più volte ci ha messo in crisi! Nelle nostre riflessioni riconoscevamo che purtroppo è una verità: spesso la storia ci passa accanto, ci parla, ci insegna, ma noi siamo sordi! Ho davanti ai miei occhi, mentre vi scrivo, la camera a gas e i forni crematori di Auschwitz, per non parlare dell’estensione del Campo di Birkenau: è talmente grande che ti fa sentire quanto grande è stato questo crimine. Ti senti piccola e impotente e nasce dentro di te la domanda: “Signore, perché?” e non hai risposte! Se non quella di riconoscere che un po’ di Birkenau ce lo hai dentro di te! E allora capisci che tutto deve partire da te, dal tuo modo di entrare in relazione con te stessa, con gli altri, con la vita, con Dio! Forse è arrivato il momento di vivere relazioni più vere con noi stessi e tra di noi! Forse è arrivato il momento di prendere sul serio quella scritta che ti accoglie a Auschwitz … forse è arrivato anche il momento di farsi voce di chi non ha voce! Di informarsi, di essere capaci di critica alle notizie che ci vengono date, di ascoltare il nostro cuore e la nostra coscienza … forse è arrivato il momento di andare oltre! Non tiro conclusione a queste mie riflessioni, vogliono essere qualcosa che spinge lontano rispettando la libertà di ognuno, ma concludo con un testo che ho letto in questi giorni e che credo ci possa essere utile: “Se non riusciamo a guarire le ferite della Shoah, il nostro mondo continuerà a sanguinare e infettarsi con questi orrori e tragedie, finché non si sarà distrutto totalmente. Se vogliamo avere la speranza che questo non avvenga dobbiamo tutti muoverci in maniera ben più consapevole … Dobbiamo prima di tutto ricordarci che perdonare gli oppressori è liberarci di loro, forse anche delle cicatrici, e lasciare poi che il Padre eterno faccia la sua parte. Se vogliamo guarire le ferite collettive della Shoah, dobbiamo lavorare tutti insieme, ebrei e non ebrei, per affrontare il problema sia individualmente che nelle comunità. E dobbiamo insieme affrontare gli orrori di oggi ... La guarigione della Shoah deve essere per ebrei e non ebrei, accettando tutti e sentendosi responsabili di quanto è successo per opporsi a quanto sta succedendo ancora oggi” (Guarire le ferite – Manuela Sadun Paggi). Quando leggerete questo righe, io sarò già nella Repubblica Democratica del Congo: conto sulla vostra preghiera e vi assicuro della mia! Vi ringrazio di tutto ciò che siete stati e siete per me! Buon cammino! Vi abbraccio tutti e vi auguro di essere tutti insieme i costruttori di un Mondo di Pace per ogni popolo! Sr Maria Teresa Traina 17 Il santuario di Caravaggio Le origini del santuario 18 La prima notizia documentata dell’Apparizione risale al 31 luglio 1432, e si può leggere in una pergamena rinvenuta a Cremona, tra antiche carte di curia, dal paleografo Ippolito Cereda, nel giugno 1857. Questa è la prova diretta sia dell’Apparizione avvenuta, sia del Santuario costruito sul luogo dove era apparsa la Madonna. Dopo l’Apparizione alcuni rappresentanti notabili e popolari della comunità di Caravaggio si recarono dal vescovo di Cremona a testificare il fatto, per sottoporlo a esame canonico. Riconosciuto l’evento degno di credibilità, ottennero l’autorizzazione per edificare una chiesa con ospedale annesso sul luogo dell’Apparizione, e la determinazione del regime canonico delle due istituzioni. Ecco uno stralcio delle parole scritte sulla pergamena rinvenuta nel 1857: «L’anno 1432 dalla nascita del Signore, il giorno 26 maggio alle ore cinque della sera, avvenne che una donna di nome Giannetta, oriunda del borgo di Caravaggio, di 32 anni d’età, si trovava fuori dall’abitato lungo la strada verso Misano, ed era tutta presa dal pensiero di come avrebbe potuto portare a casa i fasci d’erba che lì era venuta a falciare per i suoi animali. Quand’ecco vide venire dall’alto e sostare proprio vicino a lei, una Signora bellissima e ammirevole, di maestosa statura, di viso leggiadro, di veneranda apparenza e di bellezza indicibile e non mai immaginata, vestita di un abito azzurro e il capo coperto di un velo bianco.Colpita dall’aspetto così venerando della nobile Signora, stupefatta Giannetta esclamò:”Maria Vergine!. ”E la Signora subito a lei: ”Non temere, figlia, perché sono davvero io. Fermati e inginocchiati in preghiera”. Giannetta ripose: ”Signora, adesso non ho tempo. I miei giumenti aspettano questa erba”.Allora la beatissima Vergine le parlò di nuovo:”Adesso fa’ quello che voglio da te...”. E così dicendo posò la mano sulla spalla di Giannetta e la fece stare in ginocchio». Così incomincia il testo della pergamena, di cui non si conosce la data esatta e e nemmeno l’autore. Per secoli la pergamena è stata esposta in chiesa, nella sagrestia maggiore e il vescovo di Cremona Cesare Speciano, in visita al Santuario il 27 aprile 1599, l’ha fatta trascrivere come “documento ufficiale” dell’Apparizione stessa e di quanto avvenne in seguito, le guarigioni straordinarie. Dal 1932 la pergamena fu collocata nell’appartamento vescovile presso il Santuario, ma da qui è stata tolta. Non è purtroppo possibile oggi, sottoporre ad analisi paleografica questa carta per dedurne una datazione più sicura, anche se si può fare un esame interno dei contenuti e dello stile. A nessuno sfugge però il valore sostanziale di questa La Voce - Quaresima 2009 me e il dolore della Madonna, il fonte sgorgato sul luogo della Comparsa, senza aggiunte o amplificazioni superflue di natura devozionistica. Il pianto della Madonna a Caravaggio, come anche il messaggio sul quale si deve invece meditare a lungo, non è quasi mai stato sottolineato. Eppure Giannetta aveva colto, impressionata, quelle lacrime e quell’afflizione della Madre di Cristo: la Madonna parla con le lacrime agli occhi. A mani aperte e come afflitta la Vergine confida la propria pena e nello stesso tempo la propria compassione a Giannetta. Il dolore della Vergine è il dolore del Figlio, provocato fino alla minaccia di castigo per i peccati degli uomini come nel Vangelo: “… se non farete penitenza, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13, 3.5). E ce n’era motivo, se pensiamo a quegli anni di storia travagliata per la Chiesa e alle violenze del tempo perpetrate nella stessa terra di Caravaggio. Per la situazione politica nel territorio di Gera d’Adda, va ricordato che fin dall’inizio del 1431 si erano riaccese le ostilità tra la repubblica veneta e il ducato di Milano. Caravaggio ne costituirà come uno snodo cruciale per non pochi anni durante tutto il secolo XV. “memoria”: lo stile della narrazione, la concentrazione massima del testo sul dialogo e sui “segni” che caratterizzano l’Apparizione del 1432, le lacriLa Voce - Quaresima 2009 Per molti secoli il luogo e la chiesa dell’Apparizione erano indicati come “Santa Maria alla fontana”. E questo modo di scrivere aveva una ragione precisa: la Madonna appare in località chiamata Mazzolengo dove da sempre c’era e c’è tuttora una fontana; appare proprio “nei pressi” di essa, così che il luogo risulta essere ben individuato, a distanza di alcune decine di passi. Giannetta falcia la sua erba su quei terreni, ma dove la Madonna in quel giorno le apparve non c’è, né si vede nessuna sorgiva. Per questo alla gente che accorre viene dato di trovare “una fonte mai vista prima”. E solo perché chi si bagna in quell’acqua viene risanato dai propri mali quella sorgiva diverrà “Il Sacro Fonte”. E solo perché il leggendario incredulo che vi getta il legno secco nella speranza che in qualche modo venga la prova certa o la smentita dell’asserita Apparizione (come Tommaso apostolo: “… se non vedrò… se non toccherò con le mie mani… non crederò”) lo vede trasformato in virgulto fiorito, quella fonte gli si certificherà come “La Fontana Dei Miracoli”. Oggi, invece, il Santuario di Caravaggio viene chiamato “Nostra Signora Del Fonte”. Il segno dell’acqua, tuttavia, oltre che conferma della credibilità dell’attestazione di Giannetta, è l’espressione della potenza sanante della grazia di Dio, che opera per intercessione di Maria dopo la sua apparizione: «“La gente non crederà a me“, disse Giannetta, ma la clementissima Vergine rispose: “alzati, non temere. Tu riferisci quanto ti ho ordinato; io confermerò le tue parole con segni così grandi che nessuno dubiterà che tu hai detto la verità“ e fatto il segno della croce su Giannetta, scomparve ai suoi occhi». Così riferisce ancora il testo dell’antico racconto. I “segni così grandi” che hanno confermato il messaggio sono dunque la fonte mai veduta prima da nessuno e gli ammalati liberati dalle infermità di cui soffrivano. Valeria Ubbiali 19 Curiosando 20 OSTENSORIO L'ostensorio (dal latino ostentāre, mostrare) è l'oggetto liturgico cattolico usato per l'esposizione solenne del Corpo di Cristo (l'Ostia consacrata) per l'adorazione eucaristica e per la benedizione eucaristica. Solitamente è forgiato in oro, argento e/o altri metalli preziosi ed è spesso a forma raggiera, come un sole. Solitamente quando sono portati in processione, ad esempio durante la via crucis del venerdì santo, gli ostensori vengono coperti con il velo omerale. Gli ostensori hanno origine nell'istituzione della festa del Corpus Domini, verso la metà del XIII secolo. All'inizio si impiegarono per questo oggetto liturgico immagini, croci, reliquiari e cibori accomodati alla nuova destinazione; a partire dalla metà del XV secolo, però, venne adottata in sempre maggior misura la forma a torretta o tempietto ogivale, quasi sempre d'argento: ricco di pinnacoli e sostenuto da una base elaborata artisticamente, al centro aveva una lunetta d'argento o d'oro, utilizzata per collocarvi visibilmente l'Ostia. Tutt'ora questa forma (detta "architettonica") è in uso nella liturgia ambrosiana. Dal XVI secolo, e dunque a partire Concilio di Trento, l'ostensorio cominciò ad avere la forma oggi più familiare, ossia di sole raggiante: nel XVIII secolo porterà anche l'ornamento di putti o angeli adoranti e di grappoli d'uva e spighe di grano, rispondendo alla divulgazione dell'Adorazione Eucaristica ed ai suggerimenti di San Bernardino da Siena. VELO OMERALE Il velo omerale ( dal latino Humerus, spalla) consiste in un pezzo di stoffa rettangolare lungo circa 2,5 metri e largo circa 60 cm. È dotato di due nastri di stoffa o ganci metallici, posti approssimativamente al centro del velo, per fissare in sicurezza il paramento qualora lo si indossi per molto tempo. Esso fa parte del completo del piviale, pertanto da quest'ultimo prende gli stessi ricami e colori liturgici. Per consuetudine al centro è ricamata un’Ostia circondata da una raggiera. Tuttavia tra le decorazioni intessute si possono trovare la croce (di solito greca) o gli emblemi eucaristici (ad esempio la sigla JHS, l'agnello, spighe di grano e grappoli d'uva). Nel Rito Ambrosiano è chiamato "continenza". Esso è utilizzato dal sacerdote o dal diacono quando hanno fra le mani l'Eucaristia. Viene utilizzato soprattutto durante la benedizione eucaristica. A chi impartisce la benedizione, viene posto il Velo omerale sulle spalle, quindi prende l'Ostensorio con le mani velate dalle frange di questo paramento. Viene utilizzato inoltre nella processione del Corpus Domini e ogni volta in cui si trasporti solennemente l'Eucaristia, come per esempio nei riti del triduo pasquale. Presso gli antichi prendere od offrire oggetti con le mani velate era segno di rispetto per l'oggetto e per la persona a cui si donava o dalla quale si riceveva. Di qui è nata l'usanza di velarsi le mani nel toccare oggetti sacri. La Voce - Quaresima 2009 Personaggi di Zanica Intervista a Giancarlo Cadè Giancarlo Cadè, nato a Zanica il 27 febbraio del 1930. Centrocampista con buon senso di posizione e tocco di palla. Cresce nell’Atalanta con cui debutta in seria A a 19 anni. Dopo un biennio in neroazzurro, passa in prestito al Catania , in serie B, per ritornare a Bergamo l’anno successivo. Dopo quattro stagioni nel massimo campionato, conclude la carriera di calciatore in serie C tra Reggiana e Mantova. Nel Mantova stesso inizia la sua carriera di allenatore. D. Buon giorno sig. Cadè. Il suo palmares è di notevole prestigio: prima calciatore nel massimo campionato e poi allenatore di squadre blasonate. Possiamo dire che è stato uno dei primi a passare da calciatore ad allenatore? R. Si, si può dire che con Rota e Corsini sono stato uno dei primi a passare da calciatore ad allenatore. Allora non era come oggi, il passaggio da giocatore ad allenatore richiedeva notevoli sacrifici. Come allenatore ho vinto il campionato di serie B col Mantova portandolo in La Voce - Quaresima 2009 serie A; col Bologna ho vinto il campionato di serie C portandolo in B; col Pescara dalla B alla A, cosi come il Verona dalla B alla A e con la Reggiana dalla C alla B. Col Torino ho vinto una coppa Italia 1970- 1971. D. Ha allenato Atalanta, Ancona, Pescara, Palermo, Bologna, Reggiana, Mantova , Torino, Cesena, Ravenna. Un aneddoto che le è restato nel cuore? R. La mia prima esperienza da allenatore è avvenuta con il Mantova, dove come giocatore ero allenato da Edmondo Fabbri e poi sono diventato allenatore in seconda, vice dello stesso Fabbri. Col Mantova mi feci la mia gavetta da allenatore e fu la squadra che mi dette parecchie soddisfazioni. Mentre la mia prima squadra allenata solo da me fu la Reggiana, in quell’anno ottenemmo la promozione in serie B. Mi chiedeva un episodio. Allenavo il Mantova, ultima giornata di campionato: Mantova – Inter. Il Mantova era a metà classifica, mentre l’Inter si giocava il campionato. Feci giocare ai miei uomini una “vera” partita. Risultato finale Mantova 1 - Inter 0. Battemmo l’Inter, cosi l’Inter perse il campionato e lo vinse la Juventus. Altro episodio analogo: allenavo il Verona , ultima partita di campionato Verona – Milan, con il Verona a metà classifica, mentre il Milan si giocava lo scudetto. Risultato finale Verona 5 – Milan 3: il Milan perse lo scudetto e lo vinse la Juventus. Questo mi creò un pò di svantaggi quando si doveva fare la campagna acquisti… 21 D. Lei è nato il 27 Febbraio del 1930 a Zanica: Qual è il suo rapporto con Zanica? R. Ho girato tutta l’Italia, ma il mio rapporto con Zanica non si è mai rotto. Zanica è sempre stata ed è tuttora la mia casa. I miei primi calci al pallone li ho tirati all’oratorio. Mi ricordo che era l’estate del ’45: si organizzò il torneo di calcio delle vie di Zanica, via Roma, via Ruggero Bonghi, via Libertà e l’Oratorio. Vincemmo il torneo noi di via Roma. Mi ricordo ancora oggi i giocatori zanichesi della mia squadra o i miei avversari: Finazzi, Meris, Prussiani, Gotti, lo stesso Don Andrea. Era lo sport puro che prevaleva, uscivamo dal periodo subito dopo la guerra e la voglia di ricominciare a vivere era tanta: ho dei bellissimi ricordi di quei tornei. Poi col passare degni anni la mia carriera calcistica è proseguita, avendo successo, arrivando ai traguardi da me prefissati. Ma quando tornavo a Zanica per l’estate, partecipavo ai vari tornei organizzati dall’oratorio di Zanica, oppure all’oratorio di Stezzano. D. Che cosa fa oggi? R. Ho smesso di allenare nel 1990 ad Ancona e mi sono ritirato a Zanica con la mia famiglia. Ho collaborato con giornali sportivi nazionali, avendo una mia rubrica. Ora trascorro dei bei momenti con i miei vecchi amici a Verona o a Mantova. Avendo ancora dei buoni rapporti con i miei giocatori, spesso sono invitato presso di loro. Capita anche d’essere invitato a Pescara o Ancona, ma per ragioni di lontananza sono restio a parteciparvi. Partecipo ai raduni di vecchi giocatori o allenatori sempre qui nelle vicinanze. Per il resto mi potete vedere girare per Zanica e mi sto godendo la mia seconda giovinezza. D. Auspici per i giovani che si avvicinano al calcio? R. Cosa importante che prevalga lo sport, che resti un fatto sportivo e non strabordi in fatti meno piacevoli, come scandali o stipendi da capogiro che fanno perdere il senso sportivo ad un giovane che magari ha solo 18 anni… Grazie della cortese disponibilità. Auguri a Giancarlo Cadè per il suo compleanno da parte di tutta la redazione della Voce. Marco Bassi 22 La Voce - Quaresima 2009 Le intenzioni delle Sante Messe nel 2008 Le sante messe sono sempre celebrate per tutta la comunità. Per ricordarci questo, la domenica non si dicono i nomi dei defunti; solo si fa il ricordo per classi o per associazioni. È una antica tradizione che in occasione di particolari ricorrenze (es. anniversari) una famiglia chieda alla comunità di fare un ricordo particolare per un proprio defunto oppure di associarsi ad un ringraziamento o ad una invocazione al Signore. Questo diventa occasione perché la famiglia partecipi unita alla s. messa anche in un giorno feriale. Da noi le richieste di preghiera nella messa sono molte. Per dare la possibilità a tutte le famiglie di onorare i propri cari nei giorni propri delle ricorrenze, accogliamo anche due o tre intenzioni per la medesima messa. Questo però significa che deve essere garantita la celebrazione di due o tre messe, quante sono le intenzioni: una nell’orario che permette la partecipazione delle famiglie, le altre in orari rimasti liberi oppure assegnate ai nostri missionari. messa viene sospesa, l’intenzione verrà spostata al sabato o alla domenica successiva. Se qualcuno desidera una collocazione diversa prenda contatto direttamente col parroco. Ecco dunque il resoconto per quanto riguarda le intenzioni delle sante messe celebrate nel 2008, nella chiesa parrocchiale e alle Capannelle. * Per le sante messe celebrate in parrocchia e alle Capannelle le offerte sono state di € 27.559,50. * Ai sacerdoti celebranti sono stati devoluti € 12.361,00; * Versati in curia per le messe binate € 259,00. * Il rimanente è stato utilizzato per riparazione e argentatura di candelabri (€ 450), servizi liturgici di altri sacerdoti (€ 750), sussidi per liturgia e preghiera (€ 1.900,00), per iniziative di formazione (€ 950), particole, fiori e banda (€ 1.930); * per la Missione Parrocchiale € 5.000,00; * Sono state distribuite a missionari e a sacerdoti della nostra diocesi intenzioni per 193 messe (€ 4.034,00). Se a causa di un funerale una MA CHE BEL CARNEVALE!!! Come ogni anno, si è ripetuta la magia del Carnevale! Uno stuolo di bambini e ragazzi festanti, accompagnati dai propri genitori, ha colorato con bellissime maschere un pomeriggio di festa e allegria. Il nostro corteo chiassoso si è mosso per le vie di Zanica, riempiendo di coriandoli e stelle filanti le nostre strade... Mi devo complimentare con i ragazzi, perché la stragrande maggioranza ha accolto l’invito a non usare la schiuma! Al ritorno in oratorio le spumeggianti ballerine ci hanno invitato a lasciarci travolgere dal ritmo dei balli e delle danze, prima di “gettarci” sopra i 45 kg. di frittelle, che anche quest’anno ci sono state regalate dal Comitato d’Arma e dall’Aido! Grazie a tutti e arrivederci al Carnevale 2010. don Luca La Voce - Quaresima 2009 23 Rendiconto economico 2008 Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, in adempimento alle disposizioni canoniche, civili, fiscali ha provveduto alla redazione del rendiconto economico relativo all’anno 2008. Questo resoconto riguarda la gestione non commerciale (chiesa parrocchiale; oratorio; chiesa s. Giuseppe (Capannel- le); quella commerciale (Scuola dell’Infanzia; bar oratorio e cinema) può essere fatta solo dopo la dichiarazione dei redditi, a giugno. Per prima cosa ricordiamo sommariamente gli interventi principali realizzati nel corso del 2008: • Sistemazione zona giochi presso l’Oratorio di Zanica BILANCIO CONSUNTIVO ANNO 2008 RICAVI Gestione NON commerciale Offerte Ricavi attività parrocchiali Altre entrate straordinarie Rendite finanziarie Rendite immobiliari Contributi TOTALE 250.004,43 82.720,40 4.126,00 3.102,45 906,68 182.331,47 523.191,43 COSTI Manutenzioni ordinarie Assicurazioni Imposte e tasse Remunerazioni e compensi Spese generali e amministrative Spese per attività pastorali Tributi verso la Curia Acquisto mobili, arredi e macchine Manutenzioni straordinarie 8.122,90 8.219,00 6.448,34 63.995,87 91.945,74 16.981,31 7.000,00 12.901,85 57.265,64 TOTALE 272.880,65 SBILANCIO ATTIVO € 250.310,78 SITUAZIONE DEBITORIA Debiti verso Banca per credito in c/c (fido)* Debiti verso Banca per mutuo Debiti verso fornitori e privati Partite di giro Disponibilità “liquide” e titoli Esposizione debitoria complessiva ANNO 2008 ANNO 2007 - 700.711,12 - 25.255,78 98.241,42 340.014,00 -4.641,29 - 794.164,42 - 60.606,69 - 5.435,00 130.341,30 - 484.194,32 - 734.505,10 * Nell’anno 2007 il credito in conto corrente (fido) è stato convertito in mutuo 24 La Voce - Quaresima 2009 e realizzazione nuovo spazio giochi presso l’Oratorio delle Capannelle. • Restauro quadri Misteri del Rosario. • Avvio restauro campanile della Madonna dei Campi • Terminato l’iter burocratico per rendere residenziale un terreno ubicato alla frazione Capannelle e finanziare l’adeguamento della Scuola dell’Infanzia alle norme di sicurezza. destinata alle missioni e ai bambini poveri. Nel giro di tre – quattro anni questi soldi saranno devoluti a progetti ritenuti, dopo attenta valutazione, idonei e meritevoli di attenzione. Al 31 gennaio sono state riconsegnate n. 266 buste del dono natalizio, per un totale di circa € 17.045,00. Lo scorso anno al 31 gennaio erano state n. 309 buste con € 17.930,00. In particolare ringrazio: * tutti coloro che hanno dato contributi personali, con un’attenzione diffusa, affettuosa e costante; * coloro che hanno contribuito con offerte fiscalmente deducibili (n. 9 - € 9.500); * i gruppi e le associazioni che hanno voluto contribuire alle opere di restauro in corso: Azione Cattolica, Libera Associazione Donatori Sangue, Gruppo Insieme con Amicizia, l’Associazione Cacciatori, il Gruppo locale della Lega Nord, il gruppo Alpini, il gruppo Rugiada, i Coltivatori diretti, Associazione anziani e pensionati di Zanica; Fondazione Bergamasca di Bergamo. Le buste dono del Natale Il dono di San Nicolò Interessante è stato l’avvio della iniziativa Il dono di san Nicolò, la raccolta mensile di generi alimentari. Grazie all’opera attenta e discreta di alcune volontarie si stanno consegnando puntualmente questi aiuti a famiglie davvero indigenti. Considerazioni finali 1. Il 2008 è stato un anno un po’ tranquillo, rispetto ai precedenti, per quanto riguarda le iniziative di straordinaria amministrazione. Era necessario tirare un po’ il fiato, ridurre i debiti e mettere a punto i progetti per i passi successivi. La situazione debitoria – il mutuo bancario – è diminuita di quasi 100.000 € come ci si era proposti. Abbiamo anche circa 100.000 € di liquidità sul conto corrente; ma si tratta di una eredità ricevuta dalla parrocchia e La Voce - Quaresima 2009 2. Ancora è rimasta costante l’attenzione e la generosità con cui persone, famiglie, gruppi e imprenditori hanno seguito questo aspetto della vita della nostra comunità. Il grazie sincero che rinnovo a tutti è quanto mai doveroso. Un ringraziamento davvero speciale ai tanti volontari che consentono la realizzazione della vita ordinaria della nostra parrocchia (addetti sacrestia e pulizia delle chiese e dell’oratorio; volontari del bar, cinema e festa dell’oratorio; volontari del Triduo… ). Proseguono cordiali e rispettosi i rapporti con l’Amministrazione Comunale; anche i rapporti intrattenuti con le aziende di credito che operano nel nostro paese continuano ad essere caratterizzati da fattiva attenzione e vicinanza. 3. Intenzioni e progetti per il 2009 Nel corso del 2009 si procederà a: * ridurre i mutui di € 98.000,00; * completare il restauro del Campanile della Madonna dei Campi; * ultimazione del terzo lotto dell’Oratorio Capannelle * adeguamento della struttura della Scuola dell’infanzia (legge 626); * avviare il restauro dell’organo; * restauro di almeno una delle due pale dell’abside (C. Mairone da Ponte) * acquisto di n. 4 confessionali; * sistemazione ingresso e cortile dell’oratorio (scarichi acqua piovana) e degli spogliatoi del campo sportivo; * pubblicazione del secondo volume sulle opere della Parrocchia. Continueremo la messa a punto del progetto di restauro della casa parrocchiale, in modo da poter intervenire quando i tempi saranno più idonei. Ringrazio il CPAE: con la loro preziosa collaborazione anche questo aspetto della vita della parrocchia può essere affrontato con fiducia, in maniera competente e costruttiva. don Silvano 25 ANAGRAFE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE BATTESIMI Il 9 novembre 2008 è stato battezzato: Il 16 novembre 2008 sono stati battezzati: Nicolò Parimbelli Chiara Cardinetti Viola Vecchi Andrea Pesenti Carolina Parimbelli Letizia Rossi Giulia Nava Davide Pardo Beltran Giada Nespoli Fabio Pasinetti Sofia Allevi Mateo Assi Alex Valota Luca Belometti Paolo Sandrinelli Il 23 novembre 2008 è stata battezzata: Il 26 dicembre 2008 è stata battezzata: Il 28 dicembre 2008 è stata battezzata: L’ 11 gennaio 2009 sono stati battezzati: L’ 1 febbraio 2009 sono stati battezzati: Il 15 febbraio 2009 sono stati battezzati: Date previste per i prossimi battesimi: 19 aprile (ore 11); 3 maggio (ore 16); 17 maggio (ore 12). MATRIMONI Il 13 dicembre 2008 In neretto: gli sposi residenti nella nostra parrocchia. Mauro Traina con Liliana Corda DEFUNTI Nella nostra comunità si sono celebrate le esequie: Il giorno 13 novembre 2008 Il giorno 18 novembre 2008 Il giorno 19 novembre 2008 Il giorno 22 dicembre 2008 Lucio Giovanni Cividini di anni 43 Rosina Asperti di anni 64 Angelo Ferrari di anni 68 Teresa Pasinetti di anni 78 Teresa Carlessi di anni 71 Irma Arzuffi di anni 97 Pierina Ruggeri di anni 80 Pietro Ghilardi di anni 87 Antonio Boroni di anni 95 Pietro Angelo Bentoglio di anni 80 Il giorno 5 gennaio 2009 Il giorno 7 gennaio 2009 Il giorno 8 gennaio 2009 Il giorno 21 gennaio 2009 Il giorno 22 gennaio 2009 Il giorno 6 febbraio 2009 RIEPILOGO DELL’ANNO 2008 (celebrati in parrocchia) Battesimi Matrimoni Funerali 26 2006 56 23 53 2007 64 21 54 2008 64 19 44 di cui 28 maschi di cui 24 maschi 36 femmine 20 femmine La Voce - Quaresima 2009 RIPARAZIONE ELETTRODOMESTICI --- MOIOLI --- LAVATRICI, LAVASTOVIGLIE, FORNI, FRIGORIFERI, TV, VIDEOREGISTRATORI, FERRI DA STIRO, ASPIRAPOLVERE E ALTRI ELETTRODOMESTICI CHIAMATA GRATUITA Vendita di materiale elettrico, articoli per la casa, elettrodomestici, complementi d’arredo IMPIANTI ELETTRICI CIVILI - Installazione e manutenzione Antenne terrestri e satellitari - Impianti anti-intrusione Cancelli elettrici - Impianti telefonici - Videocitofoni Via Donizetti, 26/A - Grassobbio (BG) Informazioni: 035 / 52.51.87 BARONCHELLI Onoranze funebri e addobbi Lapidi e monumenti funebri Servizio autoambulanze 24 ore su 24 Via Goito, 1 - 24050 Zanica (BG) TEL. 035 / 67.14.21 Vendita e riparazione elettrodomestici Impianti d'antenna satellitari e digitale terrestre Climatizzazione - Impianti Home Theater Elettrodomestici da incasso - Liste Nozze Videosorveglianza digitale - SKY installer Pagamenti rateali personalizzati Riparazioni e installazioni a domicilio Negozio: Viale Trieste, 20 (di fronte magazzini "Le Matte") Laboratorio: Via Bergamo, 7 - Azzano San Paolo (BG) Tel.: 035 530 179 - eMail: [email protected] Libera Associazione Donatori di Sangue Sezione di ZANICA (BG) Donare il Sangue vuol dire Amare Chi volesse diventare donatore volontario si può rivolgere presso la sede tutte le domeniche dalle ore 9.30 alle 11.00 Piazza XI Febbraio - 24050 Zanica (BG) Informazioni: 035 / 67.22.71 - 67.24.36