11 consigli per aiutare il bambino a leggere bene ad alta voce In questi mesi i bambini che hanno iniziato la primaria devono cominciare a esercitarsi con la lettura. Come aiutarli? E come aiutare anche i bambini più grandi che non hanno ancora acquisito bene la capacità di leggere ad alta voce? di Marzia Rubega (per il sito www.nostrofiglio.it) “Insomma, l'apprendimento della lettura deve avvenire in modo che il bambino si renda conto che attraverso la carta stampata può essere trasportato in un mondo prima ignoto, che può vivere eventi fantastici, che nuovi mondi possono offrirsi alla sua mente e alla sua immaginazione. Allora i suoi sforzi per decifrare le parole troveranno una ricompensa adeguata (Ermanno Detti, Piccoli lettori crescono, Erickson Edizioni) Nostrofiglio.it ha chiesto i consigli su come aiutare i bambini nella lettura ad alta voce alla pedagogista Rossana Colli che da quasi 20 anni lavora con i bambini, è autrice di diversi libri tra cui Alfabetando (Erickson Edizioni) che propone un metodo innovativo per imparare a leggere e a Luisa Staffieri, maestra della primaria, mamma e autrice di libri per bambini (La Cometa di Giove, Sono nata figlia unica, Ali di libellula, Ottavio Cuordizucchero, editi dalla Casa Editrice Mammeonline). 1. Fai una torta con tuo figlio. Così esercita la manualità fine Per prima cosa, occorre fare un salto indietro perché alcune competenze base - necessarie al bambino per leggere (e scrivere) - andrebbero già apprese in età prescolare. “Bisogna prima sviluppare bene la manipolazione fine, l'orientamento spazio-temporale e il senso del tatto che sono alla base di quello che poi si farà a scuola - spiega la pedagogista. Anche fare semplicemente una pizza o una torta, o giocare con la sabbia aiuta moltissimo ad acquisire un buon controllo manuale. E camminare su un tronco, per esempio, è fondamentale per la scrittura. Non dimentichiamoci che ogni bambino impara giocando, attraverso il movimento”. Questo aspetto, secondo Rossana Colli, è messo, di frequente, in secondo piano già durante la scuola dell'infanzia. Perché? “Oggi, si punta tantissimo sulle attività di pre-lettura e pre-scrittura nel corso della scuola dell'infanzia. In questo modo, viene privilegiato il pensiero cognitivo - sostiene l'esperta - e non si pensa all'importanza del corpo. Nei primi sette anni, alcuni organi interni sono ancora in fase di formazione, l'energia vitale del bimbo è concentrata su questo: se puntiamo tutto solo sul pensiero, togliamo molta di questa energia. Lo sviluppo organico andrebbe rispettato nei primi sette anni, e questo significa più movimento e apprendimento per imitazione”. 2. Tuo figlio impara imitando. Leggi anche tu ad alta voce I bambini imparano molto per imitazione - continua la pedagogista - se a casa il genitore legge, il figlio ripeterà, in modo abbastanza spontaneo, almeno il gesto di prendere il libro”. In modo analogo, anche la scuola primaria dovrebbe offrire 'esempi' e modelli, in questo caso, insegnanti che leggono in classe a voce alta, per motivare all'apprendimento della lettura. “Nel corso di cinque anni, la maestra diventa un modello, se lei legge a voce alta con piacere, aiuta il bimbo a imparare a fare altrettanto e, al tempo, trasmette quel gusto per la lettura - spiega Rossana Colli. Il bambino è malleabile e curioso e ci sono mille cose che favoriscono il suo incontro con la lettura. Naturalmente vale anche il caso contrario - mette in guardia la pedagogista - perché il bimbo imita il gesto e anche i sentimenti quando vede un adulto con un libro. Se il genitore (o la maestra), per esempio, si sforza di leggere e non ne ricava nessun piacere, trasmetterà un messaggio di noia”. Anche se il bambino ha iniziato a leggere da solo, è importante continuare con le letture a voce alta a casa, come un dono. Le mamme non dovrebbero preoccuparsi troppo se il bambino non legge bene - raccomanda Rossana Colli - e rinsaldare il legame affettivo dedicando al figlio il loro tempo e la loro voce durante la lettura”. 3. La prima lettura: la fiaba che ama di più Per aiutare i più piccoli che frequentano la prima classe a cimentarsi con le prime letture, la motivazione è fondamentale. “In questa fase, il bambino ha un grande piacere di ritrovare una storia che qualcuno ha già letto per lui e con lui... Un racconto, cioè, che la mamma, la nonna o la maestra della scuola dell'infanzia leggeva, molto spesso, ad alta voce. Questo lo motiva molto, portandolo a pensare: 'Questa storia mi ha incantato e ora la leggo io da solo!' - raccomanda la pedagogista. Questo aspetto, che potrebbe, forse, apparire marginale, non va assolutamente sottovalutato. Lo sostiene nelle pagine del suo ultimo libro anche un esperto di problemi riguardanti la lettura, Ermanno Detti, saggista e scrittore per ragazzi. “Se a casa il bambino ha conosciuto il gusto di ascoltare la lettura fatta dagli adulti o se gli sono state narrate fiabe e storie, a scuola si impegnerà di più per riscoprire la lettura in prima persona, per riprovare quel gusto già provato (Piccoli lettori crescono, Erickson Edizioni). 4. Le prime letture: testi brevi e tante figure In generale, è opportuno puntare su testi brevissimi, con illustrazioni grandi e belle: il libro, insomma, deve risultare 'appetibile' e non avere pagine troppo scritte. In sostanza, in questa fascia d'età sono adatti albi illustrati e racconti molto brevi, secondo l'esperta. È importante ricordare - come sottolinea la scrittrice - anche i tempi reali: “Nel corso del primo anno, i bambini imparano a leggere, ma fino a gennaio riescono a malapena a leggere quello che scrivono. Nella seconda parte dell'anno scolastico, leggono volentieri un pensierino, due righe, che a loro stanno molto a cuore”. 5. Mi racconti che cosa hai fatto oggi di bello? Un altro valido alleato per migliorare la lettura a voce alta del bambino è abituarlo a raccontare gli episodi più significativi della sua vita quotidiana. “La mamma può aiutare il figlio a perfezionare la sua capacità di leggere ad alta voce attraverso la narrazione – consiglia Rossana Colli. A fine giornata, il genitore può invitare il bimbo a raccontare gli eventi più belli che ha vissuto, conditi un po', sotto forma, appunto, di racconto orale. In questo modo, al piacere dell'ascolto, si somma quello di raccontare a propria volta: occorre sempre procedere in modo graduale – rammenta la pedagogista – l'ascolto di una storia è il primo passo e dovrebbe essere vario, ricco e significativo. Poi, il bimbo si impossessa di quella stessa storia e la legge. 6. Rileggete la storia, due, tre volte Se il bambino fatica a leggere ad alta voce, un testo letto e riletto insieme, lo fa sentire più sicuro e non lo mette in difficoltà. Ecco un altro punto che Rossana Colli ritiene di grande importanza per agevolare i progressi del piccolo scolaro senza causargli (inutile) stress. “Il bambino riconosce la storia che gli è cara e leggendola a casa, in una dimensione intima, di prossimità anche fisica con la mamma, può sentirsi a suo agio e migliorare. In ogni caso, non bisogna mai smettere di leggere per i figli, anche quando sono grandi, come dice lo scrittore Daniel Pennac. La lettura ad alta voce è un dono per i figli, - afferma la pedagogista. Un dono che li può aiutare anche a raggiungere i loro obiettivi scolastici. 7. Scegli una storia avvincente (per lui, non per te) “Una bella storia è indispensabile, se è banale e stereotipata, certo, non serve a nulla. Anche lo stampatello può essere uno strumento per affinare la lettura ad alta voce se il bambino si sente più a suo agio. Ma dipende molto da cosa ha fatto la sua maestra a scuola, e su questo non c'è una regola sola: c'è chi si sofferma molto sullo stampatello circa fino alla terza classe e poi parte con il corsivo e chi molto meno. Quindi, se il bambino ha ben interiorizzato questo stile (e lo preferisce) è sicuramente un buon modo per aiutarlo a leggere a voce alta”, dice Rossana Colli. 8. Non imporre mai un libro. Se non gli piace, non gli piace Sulla stessa lunghezza d’onda il primo consiglio della maestra Luisa Staffieri. “In questi giorni sto leggendo per i miei alunni, prendo un certo numero di libri e lascio che li scelgano, in base a quali criteri, non mi riguarda: perché vengono colpiti dai colori della copertina? Perché è un libro del cuore? Perché sono curiosi? Come maestra, io devo solo leggerlo, con tutta la partecipazione possibile, anche quando secondo me non varrebbe una cicca. E credo che per aiutare il proprio bambino a perfezionare la lettura ad alta voce, il genitore dovrebbe fare esattamente lo stesso, a casa”. 9. Crea un senso di aspettativa, di suspence … “È importante creare il senso di aspettativa, incuriosire, anche quando, a volte non ne varrebbe troppo la pena, secondo l'adulto. Quanti libri mediocri diventano 'imperdibili' per i ragazzini in questa fascia di età. Non è fondamentale solo il capolavoro, la magia suscitata dalla voce del genitore che legge, porta il bambino a desiderare di cimentarsi da solo nella lettura”. 10. Esercizio costante: 10 minuti al giorno “Dieci minuti al giorno sono davvero il minimo sindacale, un momento della giornata per leggere insieme (ed esrcitarsi), stare vicini, magari tenendo il bambino contro di se. Non importa ‘fare le voci’, come diceva mia figlia. Quello che conta è condividere una situazione piacevole che sarà impressa per sempre. E che donerà dona anche la sicurezza per migliorare la capacità di leggere a voce alta” 11. Alle prime difficoltà controlla l’ansia Se il bambino mostra qualche difficoltà a leggere ad alta voce nei primi anni della primaria, non c'è bisogno di farsi prendere (subito!) dall'ansia, conclude la pedagogista Rossana Colli. “Fino alla fine della seconda classe, è prematuro parlare di problemi nella lettura, e non spingerei il bimbo a farlo davanti ad altri se si sente a disagio. Quello che occorre è chiedersi se non gli piace leggere in quanto tale o se oppone un rifiuto perché non comprende il testo”. Capire è il primo passo per superare il problema e agire di conseguenza. E provare e riprovare … come dice lo scrittore Daniel Pennac non bisogna mai perdere la speranza che i bambini leggano da soli. Leggi anche: 10 consigli per invogliare i bambini alla lettura Le fiabe stimolano la fantasia 5 consigli per leggere bene ad alta voce Scuola primaria 10 consigli per invogliare i bambini alla lettura Vostro figlio ascoltava così volentieri fiabe e storie lette da voi, ora invece che potrebbe leggere da solo non lo fa. Ma c’è un modo per instillare il piacere della lettura? Gli esperti concordano: non obbligate i bambini, altrimenti scatta il rifiuto. Meglio agire con l’astuzia … di Marzia Rubega “I libri ti mettono in comunicazione con la storia, ti collegano, anche senza wi-fi, con il mondo intero, trasmettono senza sosta pensieri diversi, del presente e del passato, raccontano la vita da punti di vista vicini e lontani, sono la memoria della specie umana. La lettura, conquistata o regalata, lascia una traccia …”. (La scrittura nella scuola primaria, a cura di Monica Colli e Grazia Mauri, Progedit 2012). Ogni volta che vi avvicinate a vostro figlio con un libro tra le mani o gli proponete di leggere qualcosa, sul suo volto appare una smorfia? Cariche di libri, vi aggirate per casa e cercate di convincerlo in tutti i modi? “Dai, dai, vieni qui, solo cinque minuti”', “Se finisci un capitolo, poi guardi la tv, ti compro un, un, un...”, “Almeno questo libro dovresti leggerlo per le vacanze, altrimenti niente videogiochi, parco e... basta!”. LEGGI ANCHE: Leggere un libro rende intelligenti Probabilmente, molti genitori potrebbero riconoscersi nel repertorio variegato della 'preghiera' a oltranza per spingere il figlio ad aprire un libro. Gli esperti interpellati da nostrofiglio.it però sono concordi: se continuate a insistere otterrete l’effetto contrario. Meglio agire con l’astuzia … Ecco dunque i consigli per cercare di crescere un piccolo divoratore di libri. 1 Il libro non è solo un dovere scolastico Un errore da evitare è quello di trasformare la lettura in un obbligo, portando il ragazzino a identificare il libro solo con un dovere scolastico: questa è la strada migliore per allontanarlo dalla scoperta del piacere della lettura. Da oltre 40 anni, lo sostiene e ribadisce con forza Roberto Denti, scrittore, libraio, formatore e profondo conoscitore del mondo dell'infanzia (I bambini leggono, Il Castoro; Lasciamoli leggere. Il piacere per la lettura nei bambini e nei ragazzi, Einaudi). Occorre inoltre non dimenticare mai la famosa frase dello scrittore Gianni Rodari che sintetizza magistralmente (e con un pizzico di ironia, come era nel suo stile) la questione: il verbo leggere non sopporta l’imperativo! 2 Non voglio leggere! Lasciatelo stare, (forse) passerà Se il libro rientra a pieno titolo nei riti familiari fin dalla primissima infanzia, probabilmente sarà più semplice 'alimentare' e nutrire la voglia di leggere anche quando il bambino sarà più grande. Un punto su cui tutti gli esperti di pedagogia della lettura sono d'accordo: “Forse l'amore per la lettura non passa attraverso il cordone ombelicale, tuttavia se è presente nella vita dei genitori, viene naturalmente respirato e assorbito anche dai figlioletti (Elisa Zoppei, Laboratori di lettura, Mondadori). Ma non è affatto scontato (non è una legge matematica!) che chi cresce in mezzo ai libri, li amerà sempre, in qualsiasi fase della crescita. Verso gli otto-nove anni, il disinteresse per la lettura può manifestarsi anche da parte di quei bambini che sono stati affettuosamente seguiti sia in famiglia che a scuola. “In questo caso, le probabilità di un ritorno, superato un momento di disorientamento o disinteresse, sono molto alte e, comunque, la buona base linguistica acquisita attraverso l'ascolto e la lettura autonoma favorirà il buon rendimento scolastico”, scrivono Rita Valentino Merletti e Bruno Tognolini nel saggio Leggimi forte (Salani Editore). Un consiglio? Non forzateli e, soprattutto, non ossessionateli con ritornelli, tipo: 'Ma da piccolo, ti piacevano così tanto le storie e i libri... E ora, perché non vuoi più leggere?' 3 Se la lettura diventa un obbligo, scatta il rifiuto Con l'inizio della scuola, spesso, cambia anche l'atteggiamento del genitore più volonteroso. Che smette di leggere insieme al figlio per il puro piacere di farlo e propone il libro come un dovere perché ormai il bimbo è grande. Un atteggiamento di questo tipo allontana dal libro, indistintamente, qualsiasi ragazzino (chi è abituato al mondo dei libri fin da piccolo e chi collega la lettura solo all'esperienza scolastica). “La peggior strategia da attuare è l’obbligo, se si viene obbligati a leggere scatta immediatamente un meccanismo di rifiuto. Per questo, è importante permettere la scelta di testi, non sclerotizzarsi su libri proposti 'per la sua età' e scartare i volumi con tante pagine”, ci spiega Grazia Mauri, maestra della primaria e scrittrice (autrice, tra l'altro, con Monica Colli e Saviem, di Grammatica primitiva, vol. 1 e 2 e Gli aGlieni nell'orto... grafia, Edizioni Erickson). Un altro aspetto essenziale è mettere da parte i sensi di colpa se non avete dedicato molto tempo ai libri (magari, in totale buona fede, credendo fosse troppo presto) quando il bambino era piccolo. “Per appassionarsi alla lettura è fondamentale sentirsi leggere, non importa l’età. Per prima cosa, quindi, è importante che la mamma legga (o continui a leggere) per il bambino”, raccomanda caldamente Grazia Mauri, Occorre, dunque, un approccio, condito da attenzione, pazienza e fantasia. Ma allora, se non è troppo tardi, come si può far scoprire il piacere della lettura al bambino che frequenta la primaria? 4 Un giorno alla settimana si va in biblioteca Con un po' di buona volontà e partecipazione da parte dell'adulto non è poi così difficile motivare e, soprattutto, almeno incuriosire un ragazzino in questa fascia di età. Un ottimo stratagemma (e una buona abitudine per tutti) è trasformare l'incontro con il libro in un momento speciale da condividere con il genitore. “Una buona idea è quella di fissare un giorno alla settimana per andare insieme in biblioteca, al posto dei mille corsi di inglese, palestra, nuoto... Ormai, in ogni città, le biblioteche hanno spazi raccolti e gradevoli per i più piccoli – afferma la pedagogista Angela Articoni, collaboratrice della cattedra di Letteratura per l'infanzia dell'Università di Foggia, molto attiva anche online con un gruppo dedicato ai libri per i bambini su Facebook. 5 Una grande scoperta: ci sono anche libri non imposti In questo modo, andando in biblioteca, il ragazzino può vedere, toccare, sfogliare e scoprire da solo che esistono tantissimi libri di tutti i tipi, accanto a quelli che probabilmente considera una pura imposizione della scuola (o dalla mamma!). “In più, anche il genitore - continua la pedagogista - può trovare spunti interessanti e decidere, in un secondo tempo, con il figlio che cosa acquistare. I bimbi di tutte le età si affezionano ai loro libri preferiti e poi chiedono di rileggerli all'infinito. Spesso, infatti, un'obiezione che mi fanno numerose mamme è che i libri costano tanto e poi, se al bambino non piacciono, vengono subito abbandonati,” dice Articoni. 6 Bisogna farlo sentire 'grande' “È importante che il bambino sia orgoglioso di frequentare la biblioteca – continua la pedagogista Articoni. Un ottimo sistema è richiedere una tessera personale apposta per lui (Nda è possibile ovunque, ovviamente la responsabilità resta dell'adulto) e spiegargli come funziona, quanti libri può prendere in prestito ogni mese. Naturalmente, è altrettanto fondamentale lasciare che il bambino scelga autonomamente i suoi libri: questo lo farà sentire davvero speciale”. 7 Niente capolavori? Pazienza! Se state pensando che vostro figlio, da solo, prende in mano solo fumetti e forse qualche serie di successo che voi non approvate, non preoccupatevi e, soprattutto, non siate intrusivi. “Bisogna procedere a piccoli passi e, in ogni caso, non è mai opportuno criticare le scelte del bambino - raccomanda la pedagogista. Qualunque scelta faccia va bene perché “aiuta a 'socializzare' con l'oggetto libro, anche quando la mamma ritiene la sua scelta troppo facile o, al contrario, troppo difficile... In una parola: lasciate il bimbo libero, il resto verrà dopo!”. 8 Leggere insieme ad alta voce Per aiutare il bambino ad associare la lettura a un'attività piacevole e divertente, - e non a un dovere 'barboso' - occorre anche creare e favorire occasioni un po' speciali, fuori dalle routine quotidiane. Un esempio? “Una bella merenda 'letteraria' tra amici, magari con il suo dolce preferito, è una situazione perfetta e, tutto sommato molto semplice da organizzare a casa - suggerisce l'esperta di letteratura per l'infanzia. Leggere tutti insieme, grandi e piccoli, ad alta voce, le storie più amate abitua all'ascolto e favorisce un momento di condivisione bello e importante, dove il libro è protagonista”. 9 L'adulto presente, non invadente... “La mediazione dell'adulto è necessaria per un'educazione alla lettura di chi frequenta la scuola primaria. Tuttavia, non bisogna assolutamente fossilizzarsi sulle fasce di età indicate, spesso, dagli editori stessi, e sul target per la proposta dei libri al proprio figlio. Perché ogni bambino è diverso e solo il genitore può capire cosa è più adatto, in base ai desideri e ai gusti espressi dal bambino stesso – raccomanda la pedagogista. Questo vale, per esempio, anche nel caso delle fiabe classiche, come quelle dei Fratelli Grimm: a volte, le mamme saltano i passaggi che reputano violenti e le parole difficili... È un errore perché il bambino deve ascoltare e leggere il testo così come compare sul libro, e quindi poterlo poi rileggere uguale. Con l'adulto vicino, il bambino deve avere la possibilità di chiedere, semplicemente, cosa significa un termine: in questo modo, potrà anche ampliare il suo patrimonio lessicale senza fatica. I bambini sono intelligenti, capiscono tutto e non devono crescere nella bambagia”, dichiara l'esperta di letteratura per l'infanzia. 10 La bacchetta magica non c'è In ogni caso, non dimentichiamo che non esiste una ricetta ideale e assoluta per invogliare un bambino a leggere: “Non c'è la bacchetta magica per 'passare' l'amore per i libri, un approccio corretto alla lettura, però (non impositivo), a casa e a scuola, evita di ucciderlo. Nei primi anni di vita, l'emulazione è fondamentale per ogni piccolo, i bambini tendono a imitare cioè, cosa fanno gli adulti. Se l'adulto legge, il bambino, già da piccolissimo, sarà incuriosito dall'oggetto libro. Molto, quindi, dipende dalla mamma, dalla famiglia, soprattutto in età prescolare. L'ideale sarebbe iniziare dai primi mesi con i libri morbidi - come raccomanda da anni l'associazione Nati per leggere ( www.natiperleggere.it/) - leggendo a voce alta storie e filastrocche, già ai piccolissimi. Secondo me, dovrebbero offrire alle mamme informazioni e qualche libretto adatto già in ospedale dove spesso consegnano un pacco-regalo. Quando il bambino cresce, conta, poi, molto come il libro è presentato dalla scuola: l'obbligo scolastico alla lettura uccide tutto il piacere spontaneo. Questa è una lezione da ricordare sempre, accettando, anche, che per un periodo vostro figlio potrebbe non avere voglia di leggere, anche se voi siete grandi lettori”, conclude la pedagogista Angela Articoni. Il consiglio di Daniela, mamma blogger, autrice di scuolainsoffitta.it Come si può conciliare la necessità di leggere per la scuola e la volontà di salvaguardare l’amore per la lettura? "A me piace molto il metodo delle domande coinvolgenti, quelle che ci potrebbe porre una persona veramente interessata al libro. Alcune delle domande che mi piace chiedere a mio figlio sono: Cosa ti è piaciuto in questo libro? Cosa non ti è piaciuto? Ti piacerebbe vivere un’avventura come questa? Chi vorresti essere in questa storia? Cambieresti il finale? Il libro “Il piacere di leggere e come non ucciderlo” (Aidan Chambers- ed. Sonda) è pieno di suggerimenti come questi per imbastire una buona conversazione su un libro.