Le opere proposte oggi all’ascolto consentono, anche in virtù della loro eterogenea provenienza di “catalogo”, cioè di situazioni creative di diversa provenienza, di cogliere un elemento profondo che le accomuna nell’espressività anziché dividerle. Vediamole. Choral: “Nun danket alle Gott” è un brano scritto per l’inaugurazione del nuovo Walcker della Cattedrale di Riga. Viene qui proposta la versione organistica approntata dallo stesso Liszt. L’originale è per organo, coro misto, due trombe, tre tromboni, basso tuba e timpani. Am Grabe Richard Wagners (alla tomba di Richard Wagner) è stato composto il 22 maggio 1873 in occasione del 70° compleanno di Richard Wagner (tre mesi dopo la sua morte) ma, ovviamente, ispirato da questo anniversario. Ave Maria von Arcadelt è una elaborazione che Liszt ha fatto del tema fiammingo di una “Ave Maria” per coro misto composto presumibilmente da Jacob Arcadelt (1505-1567). Ungarns Gott è un brano originale, ispirato dal poema “The Hungarians’ God” scritto da Sandor Petöfi nel 1848. Preludio e Fuga su B.A.C.H (2^ versione). Ampia composizione, in omaggio a Johann Sebastian Bach, sulle quattro note del sistema musicale tedesco B-si bemolle, A-la, C-do, H-si naturale. E’ pensato secondo una concezione prevalentemente sinfonica dello strumento. Le più ardite concatenazioni armoniche, suggerite dalle note del tema, che coprono una terza minore, vengono spinte fino alla sospensione della tonalità. Di quest’opera esistono, oltre all’elaborazione pianistica, due versioni per organo di cui la seconda, qui proposta e risalente al 1870, risulta perfezionata nella scrittura organistica sia nella parte affidata ai manuali che in quella relativa al pedale. La prima esecuzione richiese un lungo periodo di preparazione al dedicatario, l’organista Alexander Winterberger, che la eseguì un anno dopo l’inaugurazione dell’organo del duomo di Merseburg, nei pressi di Weimar, avvenuta nel 1855 ovvero durante il secondo concerto inaugurale avvenuto il 13 maggio 1856. Giorgio Benati CONCERTI 2011 Conservatorio “L. Marenzio” di Brescia FRANZ LISZT E MARCO ENRICO BOSSI LUNEDI 21 MARZO 2011 ore 20,45 Chiesa di Santa Maria della Pace Allievi della classe di Organo del Maestro Giorgio Benati Concerto anniversario Il Bicentenario della nascita di Franz Liszt verrà ricordato dal Conservatorio di Brescia con molte occasioni concertistiche e incontri. Con questo di oggi, ben tre saranno le occasioni per ascoltare parte del suo corpus organistico. Uno di questi, inoltre, sarà dedicato all’ascolto di una delle sue pagine dedicate alla musica sacra più significative, la Via Crucis (lunedì 18 aprile, ore 16:30): pagina pregnante di misticismo e genialità compositiva. Liszt organista, dunque. L’organo lisztiano è l’alter ego mistico del complesso orchestrale romantico, lo strumento ideale dunque per dar suono al “romanticismo mistico". La composizione organistica rappresenta per Liszt un campo in cui sperimentare quella “riforma” espressiva che il romanticismo tedesco aveva introdotto nel melodramma. Liszt, fin da bambino fu fortemente attratto dalla cultura religiosa cattolica e risale al 1834 (ma già nel 1829, a diciotto anni, aveva espresso a sua madre il desiderio di prendere i voti) la stesura di uno studio su quella che avrebbe dovuto essere la musica liturgica dell’avvenire. Durante il suo cosiddetto “Periodo romano” (1865-69) oltre a studiare in profondità le opere di Pierluigi da Palestrina e di Orlando di Lasso e prendere contatto con il Vaticano per proporsi come riformatore della musica sacra e dell’organo, in chiave ceciliana, prese anche i voti nell’Ordine Terziario Francescano. Il 16 settembre 1856 in una lettera a Carolina Sayn-Wittgenstein (che cercherà di sposare nel 1861 e con la quale ebbe una lunga consuetudine) scrisse “…Ho preso seriamente posizione come compositore religioso e cattolico. Ciò apre un campo sconfinato all’arte, ed io mi sento la vocazione di coltivarlo vigorosamente (…) tra i compositori a me noti non v’è alcuno che senta con tanta intensità e profondità la musica religiosa quanto il vostro umile servitore. Ancora i miei studi antichi e recenti da Palestrina e Orlando di Lasso fino a Bach e Beethoven, che rappresentano le più alte vette dell’arte cattolica, mi sono di valido aiuto (…) “. Valentino Bontempi IX corso Gabriele Levi X corso Programma: M.E. Bossi (1861-1925) Note di presentazione Étude Symphonique Op.78 Organista: Valentino Bontempi (IX corso) M.E. Bossi Pièce héroϊque Op.128 F. Liszt (1811-1886) Nun danket alle Gott (R. 408) Am Grabe Richard Wagners (R. 387) Ave Maria von Arcadelt (R. 301) Ungarns Gott (R. 399) Preludio e Fuga su B.A.C.H. (R. 381) Organista: Gabriele Levi (X corso) La ricorrenza dei 150 anni della nascita del grande organista, pianista e compositore bresciano Marco Enrico Bossi (nato a Salò il 25 aprile 1861) ci permette di riproporre all’ascolto alcune delle sue più significative composizioni organistiche. Si auspica da più parti una “Bossi renaissance” perché giustamente si desidera riprendere l’interesse musicale e musicologico per questa importante figura della storia musicale italiana e che molta visibilità aveva portato allora alla internazionalità della cultura musicale italiana nel mondo. Il primo musicista italiano a esibirsi in tre continenti (Paganini si era limitato a parte dell’Europa). Quasi novecento gli organi suonati in carriera. Centoventi inaugurazioni, innumerevoli progettazioni, infiniti collaudi. Merita di uscire dall’oblio in cui è sprofondato ingiustamente da quasi un secolo? Noi pensiamo di sì. Così si esprimevano su di lui alcuni fra i più importanti musicisti della sua epoca: Giuseppe Verdi “Un gran musicista, il Bossi, ed il primo degli organisti d’Italia e forse anche di fuori. Tutte le sue composizioni sono scritte in modo magistrale, piene di effetti arditi e potenti.”; Gabriele D’Annunzio “Alto signore dei suoni, artista di mille anime”; Camille Saint-Saëns “….contrappunto mirabile, colori tonanti e accesi”; Giacomo Puccini gli manda un biglietto di auguri prima della sua partenza per una tournée di concerti negli Stati Uniti “Sentiranno, laggiù in America, come si suona l’organo”. Le cronache del tempo lo descrivono come sommo interprete, padrone di una tecnica formidabile. Il Liszt dell’organo. In una parola: il più grande. Indiscusso riformatore tardo ottocentesco (assieme ad un altro organista bresciano, Giovanni Tebaldini) della musica organistica italiana che, ricordiamolo, era allora fagocitata nella morsa melodrammatica e bandistica, fatica a trovare in patria quel riconoscimento che ben più spontaneamente gli viene attribuito dagli eredi di Mahler e Reger. Ampio il catalogo compositivo che ci è pervenuto e che spazia non solo nel cospicuo patrimonio organistico che ci ha lasciato ma anche nell’ampio repertorio pianistico, da camera, sinfonico, corale e operistico. Nel 2005 il Teatro Comunale di Bologna ha messo in scena una delle sue opere liriche, Malombra (libretto dal noto romanzo di Antonio Fogazzaro). La Casa Musicale Carrara di Bergamo sta editando tutto il corpus organistico di Bossi (in 10 volumi) mentre la casa discografica Tactus ne sta registrando l’esecuzione integrale. Alcuni gruppi da camera stanno proponendo le sue composizioni cameristiche (che sono di grande pregio). Ci auguriamo che la strada intrapresa continui. I due brani in programma questa sera, fanno parte del gruppo di brani che ogni allievo diplomando in organo può scegliere fra quelli stabiliti dal Ministero della Pubblica Istruzione. Oltre a questi due, anche una terza composizione per organo di Bossi è inserita in tale elenco ministeriale: Thème et Variations. Lo Studio Sinfonico vuole evidenziare, essendo uno studio, un aspetto tecnico: nella fattispecie, l’uso del pedale. Il Pezzo Eroico, ampia composizione d’impronta brahmsiana, ripercorre una formula compositiva molto in voga nel mondo organistico di fine ottocento e che ha avuto nella scuola francese molti epigoni, basti ricordare la nota Pièce Heroϊque per organo di César Franck.